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Ore 19.40 – (Il Piccolo) Dopo i brividi di domenica, le speranze per il futuro. I tifosi alabardati non nascondono di aver tremato negli ultimi minuti del play-out con la Liventina, anche se c’era la fondata convinzione di sfatare finalmente la maledizione dello stadio Rocco. Ora si volta pagina: c’è grande fiducia in Milanese e in una squadra che il prossimo anno possa lottare per il vertice. È il pensiero innanzitutto di Sergio Marassi, presidente del Centro di coordinamento: «Dico la verità, stavo vivendo un incubo, soprattutto nel finale c’è stata tanta paura che si ripetesse la beffa vissuta tante volte al Rocco. E se segnavano il rigore non so che quarto d’ora avremmo vissuto. Alla fine partita sofferta, ma il tabù è sfatato. E ora speriamo si cambi registro. Il futuro? Sono fiducioso in Mauro Milanese. Chiaro che non è facile, bisogna progettare bene, programmare. La squadra – continua Marassi – deve subire un cambiamento radicale, anche se c’è qualcuno che merita di restare, ad esempio Bradaschia come già confermato da Milanese. Ma ho fiducia in una squadra competitiva che possa lottare per il vertice, poi non c’è scritto da nessuna parte che bisogna vincere per forza il prossimo anno. Però confido che il centenario riusciamo a celebrarlo minimo in Lega Pro». Fiducia nel futuro anche per Giorgio Della Valle, vicepresidente del Centro di coordinamento: «Una partita intensa, ma alla fine quella che finalmente ci ha consentito di fare festa allo stadio Rocco. Cosa mi aspetto adesso? Ho fiducia perché si parte da una certezza: al tribunale sono state date garanzie ben precise, la società è seria e quindi la fiducia è per un investimento almeno triennale come da impegni presi. Con la prospettiva di ritornare a piccoli passi nel calcio che conta. A livello di squadra va cercato col lumicino qualcuno che possa restare. Li ringraziamo per la salvezza, ma il livello era quel che era. Io ci penserei però prima di liberarmi di Vezzani, una delle migliori sorprese dell’annata. Poi dico Bradaschia, anche se va disciplinato, e forse ancora Piscopo e Abrefah». Chi in Milanese ha creduto fin dal primo minuto è Michele Bertocchi. Tra l’altro il presidente del Triestina Club Bassanese, da giovedì scorso in poi ha girato le strade di Trieste con una 500 rossa e l’inno della Triestina a tutta per invitare la gente allo stadio: missione compiuta, visti i numeri. «Sì, ne valeva la pena visto il risultato – afferma Bertocchi – noi come club abbiamo sentito la partita più che mai: subito dopo il fallimento ci siamo attivati con aperitivi e altre iniziative per far avvicinare giocatori e tifosi. Per questo durante la partita abbiamo dato il 110 per cento, visto che lo pretendevamo dai giocatori. E complimenti al preparatore atletico, vista la tenuta dei ragazzi dopo 120 minuti. Certo, durante la partita c’è stata paura per la consapevolezza di una squadra non certo forte, ma eravamo sicuri che ci mettevano il cuore e così sono andati oltre l’ostacolo. Potranno sempre dire di aver salvato un giorno la Triestina. Proprio per correttezza verso questi giocatori non voglio parlare di mercato: per il futuro vorrei un progetto serio e una squadra che punti alla promozione, ma senza gettare via soldi. Ho piena fiducia in Milanese. Un grazie comunque va anche a Vasco Vascotto, che aveva un progetto difficile da realizzare, ma che comunque ha contribuitop a muovere le acque».
Ore 19.10 – (Corriere delle Alpi) La stagione del Belluno merita un 8. A fine campionato, senza contare i playoff, mister Vecchiato aveva dato un sette, o poco più, alla sua squadra come voto complessivo ma sommati i playoff e i giovani di valore il voto è salito a cifra tonda. «Ai playoff abbiamo vinto la prima partita, mentre abbiamo perso la finale giocandocela alla pari in un match combattuto – commenta Vecchiato – a questo va aggiunto per il secondo anno consecutivo il premio “Giovani D Valore” che in questo biennio ha garantito venticinquemila euro alla società. Solo Belluno e Montebelluna sono riusciti a farlo per due stagioni consecutive nel nostro girone, noi però siamo arrivati due volte al quarto posto che ci ha garantito l’accesso playoff. Questo significa che le cose sono state fatte veramente bene». Un’estate calda. Sembra che nel prossimo mercato il Belluno sarà protagonista e che cambierà qualcosa in più rispetto alle passate stagioni. Un po’ per esigenza, ma anche per magari provare a puntare a migliorare ancora. Le preoccupano i cambiamenti? «Assolutamente no, è vero che molte novità arriveranno tra i giovani, dovremo capire le loro intenzioni per il futuro. Oltre a loro anche qualche cosa tra i vecchi potrebbe cambiare ma non sono preoccupato. Basti pensare che l’anno scorso abbiamo perso Merli Sala e siamo riusciti lo stesso a fare un’ottima stagione». È risaputo che conosce bene Gianmarco Brotto, l’ha sentito in queste settimane? «È uno di quei giocatori a cui abbiamo pensato, mi piace e lo conosco da tempo. Può fare la prima o la seconda punta e le sue caratteristiche tecniche sono assolutamente compatibili con la nostra rosa». Di cosa ha bisogno il Belluno per riconfermarsi e magari migliorarsi ancora? «Sicuramente servirà un giocatore giovane o vecchio che sia, per reparto, bisogna però usare cautela in questi casi. È più facile fare meno bene della stagione precedente rispetto che migliorarsi ancora, non è scontato fare sempre bene come in questi ultime tre stagioni. Il Belluno non è la sola squadra che si muove sul mercato, ci sono anche i nostri avversari. Siamo diventati una piazza importante, ma non è ancora facile portare i giocatori qui, anche per motivi di logistica. Abbiamo fatto tre grandi stagioni ma questo non basta, nonostante alcune squadre vengano da fuori a vederci». Quando si riparte? «Siamo scaramantici quindi la data la sapete già . Si ricomincia il 22 luglio per il quarto anno consecutivo. Giorno del compleanno del “Cobra”». Venerdì l’ultimo allenamento. Poi cominceranno i colloqui, per alcuni sono già cominciati, per le eventuali riconferme.
Ore 18.40 – (La Provincia Pavese) In stand by il discorso allenatore in casa Pavia. Dopo diversi contatti con tecnici i cui nomi circolano da diverse settimane, da Giorgio Roselli a Benny Carbone, da Luca D’Angelo a Giovanni Cusatis, per ora non trapelano novità da via Alzaia. Una situazione legata anche da segnali che devono arrivare dalla Cina e dal presidente Xiadong Zhu dal quale non si hanno novità “fresche”. Se a Pavia tutto tace cosa accade negli altri club del girone A di Lega Pro ? Nonostante sia impegnato nei play off con il suo Pordenone si è parlato molto di una partenza di Bruno Tedino destinazione Padova dove non è ancora chiaro il futuro di Giuseppe Pillon, che potrebbe anche rimanere se non arrivasse il tecnico dei friulani. E’ di ieri l’ufficialità del divorzio con il Renate di Giovanni Colella, ma anche del ds ed ex azzurro Gianluca Andrissi. Discorso diverso a Bolzano dove il Sud Tirol ha confermato il diesse Luca Piazzi, mentre non continuerà il rapporto con il tecnico Giovanni Stroppa. E’ di queste ore un incontro esplorativo tra gli altoatesini e Alessio Tacchinardi, ma sono valutati anche Sassarini, Pavanel e Scienza. Addio anche tra Alberto Colombo e la Reggiana. A Cremona in pole position Attilio Tesser per il dopo Rossitto, mentre a Salò non è stato confermato Aimo Diana, ma non si conosce ancora il nuovo allenatore. Dopo la salvezza evitando i play out confermato Antonio Filippini a Lumezzane, terzo tecnico della stagione dei bresciani dopo D’Astoli e Nicolato. A Bassano del Grappa Stefano Sottili discute della sua permanenza in Veneto. Più che un tecnico un’istituzione a Gorgonzola Cesare Albè, mister del Giana Erminio pronto alla sua 22esima stagione consecutiva su questa panchina su cui siede dal 1994. Stagione appena finita con la sconfitta nei play off a Foggia per Angelo Gregucci e la sua Alessandria. Rapporto che dovrebbe terminare.
Ore 18.10 – (Gazzetta di Mantova) «Comincia il secondo tempo, ha ragione il mister. Ed il Mantova deve saper fare la sua parte, giocando come sa. Per vincere»: parola di Salvatore Masiello, l’esterno biancorosso che dopo una stagione perlomeno tormentata è rientrato sabato scorso a Cuneo, dimostrando con i fatti che di uno come lui non si può fare a meno facilmente. «Sono arrivato a gennaio – sottolinea – ma non ero in condizione, poi ci sono stati vari problemi fisici. Dio solo sa quanto mi ha infastidito rimanere fermo e non dare al Mantova l’aiuto che avrei potuto dare in altre condizioni. Ora, finalmente, sto meglio e sono pronto a dare tutto per aiutare il Mantova a salvarsi». Il pari senza gol dell’andata avvantaggia i biancorossi ma non è affatto risolutivo: «Loro all’andata – sottolinea Masiello – ce l’hanno messa tutta ma noi siamo stati più bravi, sabato dovremo puntare a fare un gol. Senza stravolgere il nostro assetto, ma giocando in modo semplice. Possiamo farcela».
Ore 17.50 – (Gazzetta di Mantova) Roberto Boninsegna ha fatto parte della storia del Mantova in più di una circostanza ma forse il periodo che ricorda con maggiore soddisfazione personale è l’ultimo, pur se per la classifica è il meno appagante. Perchè mai come nella stagione 2011-12 il Bobo seppe, in totale sintonia con mister Sauro Frutti, plasmare un gruppo che in effetti era valido ma che aveva bisogno di una mano consistente per traversare l’infido percorso degli spareggi salvezza. Lui, la leggenda del calcio mantovano, potrebbe persino schermirsi ma è un fatto che la salvezza conquistata contro Lecco e Vibonese dopo un campionato quantomeno travagliato va considerata come una grande, grandissima impresa. E forse è anche per quello che nel tempo le sue sensazioni su quei giorni siano rimaste inalterate, anzi persino amplificate al punto da “scaricare” una fialetta urticante verso chi oggi governa in viale Te: «Dispiace – sottolinea – vedere come a distanza di quattro anni il Mantova è ancora alle prese con gli spareggi per la salvezza, probabilmente da quando battemmo la Vibonese a oggi qualcosa è stato sbagliato… Avevamo tre attaccanti ottimi per la categoria, Pietribiasi è ancora protagonista in Lega Pro e Franchi anche quest’anno ha fatto 11 gol col Pro Piacenza, non erano meno forti degli attaccanti oggi a disposizione. Ormai il passato non ritorna… Ci attende una partita, quella contro il Cuneo, che a mio parere ci vede favoriti anche se da qui in avanti non lo dico più». La considerazione dell’ex mister biancorosso ha un valido fondamento: «Noi abbiamo due risultati a disposizione su tre, basterà non prendere gol e per il Cuneo non ci saranno speranze. Ma soprattutto penso che se il Mantova saprà mantenere la sua tranquillità e se saprà giocare come ho visto che sa fare riuscirà a portare a casa il traguardo della salvezza, è alla sua portata». C’è un giocatore che Boninsegna portò a Mantova 14 anni fa e che, se solo si potesse, dovrebbe giocare a vita in biancorosso: «Gaetano Caridi – dice il Bobo – veniva dalla Under 20 di C che allenavo io, insieme a Gennaro Volpe che ha smesso col calcio giocato in queste settimane. Tano è rimasto il faro della squadra, nessuno come lui ha la qualità per sbloccare in ogni istanti la partita. Dei miei ragazzi nel Mantova di oggi c’è anche Samuele Sereni, sempre generoso». Il Bobo, quindi, si iscrive al gruppo di chi considera Caridi alla stregua di Totti, fatti i debiti paragoni: «È sempre il giocatore che può fare la differenza – ribadisce – se il Mantova saprà mantenere tranquillità e concentrazione, aggiungendo qualche giocata di Caridi, riuscirà a festeggiare la permanenza in categoria e ad evitare la retrocessione in D». L’ultima parola il Bobo la riserva alla sua gente: «I tifosi possono dare un aiuto importante, ora c’è da stare tutti uniti e sostenere la squadra. Le polemiche le buttiamo via».
Ore 17.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Da Vercelli assicurano che Moreno Longo è uno dei candidati alla panchina ma che, al momento, ci sarebbe anche un altro profilo valutato dal ds Massimo Varini. Profilo in pole-position, rispetto all’allenatore della Primavera del Torino. Ergo, se non arriveranno proposte concrete da categorie superiori, Longo per il dg Werner Seeber rimane in ballo nel caso in cui Stefano Sottili, come pare possibile, dovesse lasciare Bassano. Al pari Longo viene valutato anche Alessandro Dal Canto ma al momento non ci sono contatti diretti segnalati fra le parti. E Dal Canto sarebbe una possibile soluzione pure a Pordenone, nel caso in cui Bruno Tedino si trasferisse a Padova. Piace pure Carlo Sabatini, già accostato in passato ai colori giallorossi e con due promozioni dalla Lega Pro alla B alla guida di Padova e Como. Ma serve prima capire come finirà con Sottili: l’incontro con la famiglia Rosso potrebbe avvenire oggi (impegni di lavoro permettendo), o al massimo essere rinviato a domani. In ogni caso, a breve si arriverà a una decisione e Sottili potrà poi rompere gli indugi con le squadre (Pavia e Arezzo su tutte, ma anche Cremonese e Alessandria, mentre il suo profilo non è fra i candidati del neo dg del Padova Giorgio Zamuner) che lo hanno sondato con decisione nei giorni scorsi e che sarebbero pronti a contrattualizzarlo. Sottili ha dato precedenza al Bassano ma entro poche ore scioglierà le riserve. Aspetterà l’ultimo faccia a faccia con Rosso e poi verrà presa una decisione. Ieri, intanto, Seeber ha confermato che a Misuraca non verrà rinnovato il contratto, ragion per cui le possibilità che il centrocampista finisca a Cittadella sono assai concrete. Trattativa già stata condotta a gennaio, quando il Bassano aveva chiesto ai granata Mattia Minesso. Alla fine fu un nulla di fatto, ora (con Misuraca in scadenza) si può arrivare all’epilogo sperato dal dg Marchetti.
Ore 17.00 – (Giornale di Vicenza) Tutto in 48 ore, come il celeberrimo film. Lo spazio di tempo per amarsi ancora o dirsi addio. L’incontro fissato in scaletta tra Stefano Sottili e la famiglia Rosso, nonché col digì Seeber scioglierà anche le ultime riserve. Al momento le possibilità di ritrovare Sottili sulla panca virtussina, sono le stesse di vedere trionfare l’Albania al prossimo Europeo.Noi ci crediamo meno del giusto, tuttavia solo il confronto schietto e diretto può ricucire gli strappi tra le parti delle ultime settimane. Diversamente Sottili accetterà una delle tre proposte concrete che ha sul tavolo (Padova la più convincente, ma anche Arezzo, che però pare più propenso verso l’altro ex Asta e infine Pavia).Oppure, potrebbe anche lasciare decantare qualunque offerta e attendere l’autunno dove potrebbe persino rientrare in gioco per una serie B da subentrante.LE ALTERNATIVE. Seeber in questi giorni ha stretto mille contatti con tecnici che peraltro seguiva da tempo per rintracciare una soluzione qualora Sottili salutasse la comitiva. Il profilo più accreditato resta quello di Alessandro Dal Canto, 41 anni, trevigiano di Castelfranco, residenza a Dueville, attuale selezionatore dell’Under 17 azzurra, una figura già nel taccuino del digì un anno fa. Uno dei pallini del general manager di via Piave (ma di tanti operatori di mercato) era Moreno Longo, emergente timoniere della Primvera del Toro, di cui tutti parlano un gran bene e ancora di più fanno fede i risultati. Però su Longo, quarantenne torinese, c’erano già due club di serie B e l’ex giocatore di Toro e Parma è ormai ad un alito dalla Pro Vercelli.Nell’agenda di Seeber sono appuntati anche i nomi di Carlo Sabatini, 56 anni, umbro ma padovano d’adozione, colui che al volante del Como ha strappato la serie B al Bassano lo scorso giugno, ma pure Giovanni Stroppa, lombardo, 48 anni, ex stellina di Milan e Lazio, in uscita dal contratto con l’Alto Adige.In ribasso le quotazioni di Mauro Zironelli.MISURACA VERSO CITTADELLA. Mentre Guido Davì firmerà entro fine settimana col Venezia di Joe Tacopina, Gianvito Misuraca, su cui Bassano ha preferito non esercitare l’opzione di rinnovo, come anticipavamo ieri, si è buttato a capofitto il Cittadella, matricola della serie B. Salvo dietrofront al momento fuori programma, il matrimonio tra Misu e i granata potrebbe consumarsi per il week-end.PIACE CALAMAI. La partenza di Misuraca ha spinto Seeber a provvedersi a stretto giro di posta di un rimpiazzo di prim’ordine: gli sguardi del general manager di Bressanone si sono rivolti immediatamente su Matteo Calamai, 25 anni, fiorentino di Fiesole, centrocampista offensivo di un metro e 76, l’ultima stagione al Lumezzane e in grado di giostrare sia da mezzala classica che all’occorrenza da trequartista dietro le punte.Nell’ultimo campionato Calamai ha segnato 4 reti tra Ischia e Lumezzane, ma in precedenza il ragazzo toscano ha sempre galleggiato tra C1 e C2 fra Carpi, Venezia, Viareggio e Paganese realizzando in ogni torneo. Su di lui è forte anche la concorrenza del Padova.
Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Non c’è il due senza il tre? È quello che si augurano tutti i supporter pordenonesi, contando le volte in cui Gennaro Gattuso è passato da un notevole vantaggio a un’eliminazione. Ferite milaniste del passato, che diventano buoni auspici neroverdi per il futuro. Non c’è solo la finale di Champions League di Istanbul, fra Milan e Liverpool, il cui anniversario ricorre proprio oggi (era il 25 maggio 2005). Quella gara è passata alla storia per la vittoria finale degli inglesi ai rigori, dopo l’inattesa rimonta di tre gol nel secondo tempo, con 6’ di follia pallonara del club italiano. Gattuso venne sostituito nei supplementari da Rui Costa e non prese parte alla «lotteria» dei rigori. «Ringhio» non ha dimenticato neppure un’altra sventura milanista, ancora più rotonda nel risultato. «Mi ricordo – è lo stesso tecnico pisano a riferirlo ai cronisti – quando con il Deportivo La Coruna, da giocatore, dopo il 4-1 dell’andata perdemmo in Spagna per 4-0. A Pordenone non bisognerà lasciare nulla al caso e non sono frasi fatte: serve crederci veramente». Era l’aprile dell’anno prima di Istanbul, nel 2004, quando allo stadio Riazor il Deportivo si impose più nettamente di quanto fecero i rossoneri al Meazza. Nel suo libro, Andrea Pirlo ricorda quella sfida persa: «Le probabilità che non riuscissimo a passare il turno erano pari a quelle di vedere, prima o poi, Gattuso laureato in Lettere». Due botte di speranza in più per i ramarri, honoris causa.
Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Gennaro Gattuso ha massacrato il Pordenone. Sul campo non c’è stata storia. Ma a proposito di storia, l’ex simbolo del Milan e della Nazionale ha usato parole dolcissime per descrivere la parabola neroverde durante tutta la stagione. Ai microfoni della trasmissione “A tutto campo”, ha parlato di «sogni che si possono avverare». Il campione del mondo del 2006 ha poi spinto sull’acceleratore, azzardando un paragone che già circolava in città qualche settimana fa: «Quella del Pordenone è una favola, come il Leicester di Claudio Ranieri o il team di Edimburgo che ha vinto di recente la Coppa di Scozia. Sono storie di voglia e aggregazione che fanno bene al calcio. Questo Pordenone è stato ben costruito, con giocatori importanti». Solo elogi anche per Bruno Tedino: «È un allenatore preparatissimo, un grande conoscitore dei giovani. Li fa crescere molto». Così, poi, sulla società: «Quattro campi sportivi, mezzo milione investito per non perdere la categoria, pranzi e cene nel Centro sportivo della città: tutte cose che in LegaPro si vedono poco e fanno bene a tutto il nostro movimento». Parole, quelle di Gennaro Gattuso, che non possono che far piacere. Ma non cambiano il coefficiente di difficoltà. Il popolo neroverde ci crede e ha già esaurito i biglietti. Sarà uno stadio in cui non entrerà neanche uno spillo. Nella mattinata di ieri si è riunito il Gruppo operativo sicurezza per definire le misure operative e di sicurezza per la sfida. Nella riunione la Questura ha confermato la disponibilità di 800 posti per il settore ospiti. Tagliandi che risultano già tutti venduti il primo giorno a Pisa. L’intero stadio (può contenere poco più di 2200 persone), considerando anche i settori locali, è così esaurito. Meglio quindi che i tifosi neroverdazzurri privi di biglietto non raggiungano neppure lo stadio. I cancelli saranno aperti alle 14, ma le biglietterie resteranno chiuse. Si lavora per il maxischermo.
Ore 15.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Popolo neroverde, vai al Bottecchia almeno un’ora prima e trasformalo in una vera bolgia». È l’invito di Fabio Rossitto. Il Crociato non ha dimenticato le emozioni che gli hanno regalato i tifosi neroverdi nella scorsa stagione, nè ha smesso di amare il Pordenone, nonostante il distacco. Domenica alle 16 sarà uno di loro. VINTA NEL TUNNEL – Fabio si emoziona ogni volta che ricorda i match del «suo» ramarro contro Sudtirol (2-0 con doppietta di Denis Maccan) e Albinoleffe (1-0 firmato dal «mulo» Maracchi) in uno stadio stracolmo; 2 mila 200 spettatori. «Quando uscimmo dal tunnel – ricorda – ci trovammo in mezzo a due “muri” neroverdi. Fu un’emozione incredibile. Già prima però, sentendo il calore della gente che ci chiamava, ci guardammo negli occhi e capimmo che avremmo vinto. Così come guardando negli occhi degli avversari vi leggemmo la paura di perdere. Certe partite – riprende dopo un paio di secondi di commozione – sai di averle vinte ancora prima di entrare in campo». TIFO SUBITO – Fabio spiega il suo invito ad arrivare presto al Bottecchia. «In uno stadio piccolo – afferma – la forza dei tifosi è grande. Dovranno farsi sentire già durante il riscaldamento. Il Pisa dovrà sentirsi come il toro nella corrida e cominciare ad aver paura già molto prima che l’arbitro fischi l’inizio. Credetemi, non è facile gestire nemmeno un 3-0. Gli ultrà devono spingere i ramarri ad attaccare subito. Se dovesse arrivare un gol nella prima mezzora – confida Rossitto -, tutto cambierebbe e si ribalterebbe. Loro potrebbero entrare in confusione e facilitare la rimonta». IN CASA PIÙ FORTI – D’accordo sul contorno, ma sul rettangolo? «Il Pordenone di Tedino in casa ha sempre giocato bene – riprende il Crociato -: ha nei piedi e nella testa la possibilità di fare 3 e anche 4 gol. Certo, Strizzolo e compagni dovranno avere la testa libera, muoversi quasi con spensieratezza. Ovviamente – precisa – nei limiti del possibile e dell’umano. Come chi non ha nulla da perdere, ma con la voglia di dare tutto, di spendere ogni stilla di energia. Perché sarà importante – un concetto che ripeteva spesso durante la rimonta (vanificata dal playout) della scorsa stagione – uscire dal rettangolo non solo in rosso, ma senza riserva, completamente vuoti. Se lo faranno, comunque vada a finire, il popolo neroverde capirà e ringrazierà. Come è successo a noi, in ben altra situazione, dopo Monza – si velano di tristezza gli occhi del Crociato -, quando i tifosi ci fermarono all’autogrill per applaudirci e farci cantare con loro». Domani, venerdì e sabato sedute pomeridiane a porte chiuse per la squadra.
Ore 15.30 – (Messaggero Veneto) A Padova ne sono convinti: Giorgio Zamuner sta già lavorando per allestire la prossima formazione biancoscudata. A partire ovviamente dall’allenatore. E così l’attuale consulente di mercato del Pordenone, in procinto di diventare direttore generale del club veneto, secondo indiscrezioni nei giorni scorsi avrebbe incontrato non soltanto i vertici del Padova, ma pure l’attuale tecnico Bepi Pillon. In ballo, ovviamente, la sua conferma, dopo essere salito in corsa al posto di Carmine Parlato (in queste ore accostato alla Triestina come l’ex sacilese Mauro Zironelli). Ma a quanto pare Zamuner vorrebbe portare con sé Bruno Tedino.
Ore 15.10 – (Messaggero Veneto) Pordenone come il Leicester, fresco di titolo in Premier league, e l’Hibernian, che ha appena alzato la coppa di Scozia. Paragoni importanti, che arrivano forse da chi non t’aspetti. Ad accostare i neroverdi alle due storiche rivelazioni del calcio anglosassone è, infatti, Gennaro Gattuso, l’allenatore del Pisa che domenica contenderà ai neroverdi l’accesso alla finalissima dei playoff di Lega Pro. L’ex “Ringhio” milanista, nonché campione del mondo azzurro nel 2006, non ha lesinato gli elogi al club cittadino in una intervista rilasciata a Telefriuli, condendo le citazioni inglesi con la dimostrazione di una dettagliata conoscenza del pianeta neroverde. «In Lega Pro – ha dichiarato Gattuso – non si trovano altre realtà che come il Pordenone possono vantare un centro sportivo con 4 campi di allenamento, garantendo che i giocatori consumino assieme i pasti e facciano così gruppo». Parole al miele anche per il collega Bruno Tedino: «E’ un allenatore capace, molto bravo a lavorare con i giovani. A Pordenone sta dimostrando che con la competenza e buttando il cuore oltre l’ostacolo si possono ottenere importanti traguardi anche in realtà di provincia». Non è mancato un riconoscimento ai sacrifici compiuti dal presidente Mauro Lovisa e dagli altri soci per mantenere i ramarri nei professionisti, dopo la retrocessione della scorsa stagione. «Un presidente che spende 500 mila euro a fondo perduto – ha commentato ancora il tecnico del Pisa – per salvare la propria società fa bene all’intero mondo del calcio». Insomma, Gattuso si prepara a un’accoglienza sulle rive del Noncello degna dei suoi trionfi da calciatore, proprio mentre a Pisa divampa una polemica sul suo ruolo nel nuovo progetto di un college che coniughi calcio e studio. L’allenatore nerazzurro, infatti, ha preso le distanze, ovvero ha negato con una nota dei suoi avvocati di essere il testimonial dell’iniziativa portata avanti dalla proprietà (una parte, quella riconducibile alla società Terravision) del club toscano, che mira a creare una scuola di talenti senza uguali in Europa, con il coinvolgimento delle famiglie locali. Una “dicotomia” che conferma l’aria di divorzio già da tempo ventilato. A prescindere da come andrà la corsa alla serie B e la prossima (decisiva) tappa dello stadio Bottecchia.
Ore 14.50 – (Messaggero Veneto) Per centrare l’impresa c’è bisogno di tutti, anche di chi non è al top. Per questo la settimana che porta a Pordenone-Pisa è cominciata con un obiettivo: recuperare Ingegneri, Cattaneo e Filippini, i “pezzi” mancati nella gara dell’Arena Garibaldi. Anche Martignago non c’era ma per l’attaccante non c’è nulla da fare. La sua stagione è finita, l’infortunio rimediato col Pavia ha lasciato il segno. Per gli altri tre, invece, c’è speranza: perché le loro condizioni sono precarie ma comunque “raddrizzabili” in vista dell’impegno che può far proseguire la stagione (oppure la fa terminare). Lo staff medico e tecnico si concentrerà molto sul terzetto, sui due attaccanti e il difensore. Tutti hanno avuto dei problemi di natura ossea: Cattaneo al tallone, Filippini la caviglia e Ingegneri il pube. Si cercherà di fare un piccolo miracolo per averli e dare così a Tedino la possibilità di avere più armi, sia a partita in corso sia dall’inizio. I giocatori, se ce la faranno, non saranno al cento per cento, ma potranno in ogni caso dire la loro in un singolo match. E’ prevista anche una seduta supplettiva domani mattina per chi ha bisogno: ora serve forzare, perché la gara è decisiva. Di sicuro devono essere ben valutati Martin e Berrettoni, che hanno rimediato una contusione nell’incontro dell’Arena Garibaldi. Il lavoro poi proseguirà come al solito: seduta pomeridiana domani, giovedì e venerdì prima della rifinitura del sabato mattina. Alle 16 di domenica l’impegno col Pisa, squadra che si è trovata ieri per preparare il match del Bottecchia. Il tecnico nerazzurro Gennaro Gattuso avrà praticamente tutti a disposizione e potrebbe sorprendere con l’ennesima formazione diversa dalle precedenti.
Ore 14.30 – (Messaggero Veneto) Non ci sarà un solo posto vuoto. Inutile anche soltanto provare a trovare un biglietto. La gara di ritorno della semifinale playoff Pordenone-Pisa in programma domenica (alle 16) allo stadio Bottecchia ha fatto registrare ormai da tempo il cosiddetto “sold out”. Appello. Così dalla Questura è arrivato perentorio l’invito ai tifosi non in possesso del tagliando, a non raggiungere l’impianto cittadino. Un’esortazione in primis destinata ai numerosi supporter pisani, che dopo aver letteralmente riempito lo stadio Anconetani avrebbero voluto, almeno in parte, colorare di nerazzurro pure il Bottecchia. Anche alla luce del risultato del match d’andata, che sembra aver spalancato alla squadra di Gattuso le porte della finalissima per conquistare la serie B. Allarme. L’entusiasmo dei tifosi del Pisa non conosce chilometri: è più forte della distanza che divide le due città. Polverizzati in un attimo gli 800 posti messi a loro disposizione nello spicchio “ospiti” dell’impianto cittadino, non si esclude che possa recarsi a Pordenone anche un numero non così esiguo di tifosi sprovvisti di tagliando. Mille, poco più, poco meno? Non fa differenza. Si creerebbero possibili problemi di ordine pubblico che le autorità competenti in queste ore stanno tentando opportunamente di scongiurare. Su diversi canali comunicativi si sta ricordando che i cancelli, per i possessori di biglietto, saranno aperti dalle 14 (non è escluso un leggero anticipo, in caso di necessità), ovvero due ore prima del fischio d’inizio, e che le biglietterie, visto il tutto esaurito, resteranno chiuse. Dubbio. Basterà il tam tam mediatico per evitare sorprese? Contraddittoria, nell’ottica della gestione di un eventuale esodo “non gradito”, l’installazione di un maxischermo in centro città. Il Comune, al riguardo, non ha ancora preso una decisione ufficiale. Potrebbe essere un’occasione di festa, a prescindere dall’esito della gara. Ma potrebbe pure tramutarsi in una zona di contatto tra le opposte tifoserie. Per quanto all’andata, a parte gli “sfottò” di rito e qualche parola di troppo, sia filato tutto liscio. Speranza. Dentro lo stadio, intanto, si annuncia un tifo neroverde quantomai caloroso. Nonostante il 3-0 dell’andata, si sprecano sui social gli inviti a crederci e a sostenere il Pordenone sino a diventare il dodicesimo uomo in campo. E così, il pensiero della missione impossibile che attende i ramarri, fa meno paura.
Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Al via i colloqui verità del ds Perinetti con i giocatori, in casa arancioneroverde inizia la rivoluzione da Lega Pro. Il presidente Joe Tacopina dopo la «manita» di Piacenza (5-1 sul groppone e poule scudetto già finita) ha ribadito che il Venezia punterà alla serie B, quindi sembra davvero scontato che i superstiti agli ordini del riconfermato Giancarlo Favarin si conteranno sulle dita di una mano. Nelle 43 gare ufficiali il Venezia ha realizzato 103 gol, settanta dei quali firmati dagli attaccanti, ma il reparto offensivo sarà il primo ad essere quasi azzerato: la conferma pare scontata solo per Fabiano, ma anche nel suo caso andrà fatta chiarezza sulla possibile collocazione tattica nello scacchiere di Favarin. Bomber Serafini potrebbe forse rientrare ancora nei piani ma non più come intoccabile, il baby Chicchiarelli tornerà al Genoa, permanenza difficile per i vari Carbonaro, Innocenti, Maccan, Lattanzio e Volpicelli. A centrocampo Perinetti da tempo tratta con il Borgosesia per il riscatto sempre imminente del ’96 Acquadro, capitan Soligo rimarrà al suo posto pur sapendo che in partenza (come già quest’anno) i titolari saranno altri (nel ruolo piace il bassanese Davì, sull’esterno invece Statella del Cosenza e Bariti del Rimini); per Calzi il discorso è simile a Serafini e Soligo, futuro altrove invece per Marcolini, Callegaro, Cangemi e Gualdi. In difesa da chiarire con Udinese e Cremonese le posizioni del portiere Vicario (ma il titolare sarà un numero uno molto esperto, favorito il 37enne belga Gillet, convocato per gli imminenti Europei) e del terzino sinistro Galli (ma dal Belluno sembra in arrivo Pellicanò) i quali, come Luciani, potrebbero completare l’organico. Tra i centrali dovrebbe restare Cernuto, in forse Modolo (non Beccaro e Busatto, né Ferrante, Taddia e Di Maio) visto che tra le priorità ci sarà un elemento di stazza e personalità. Ieri la squadra ha ripreso gli allenamenti pomeridiani al Taliercio: venerdì alle ore 15 amichevole a Verona (centro sportivo Bottagisio) contro la Primavera del Chievo.
Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia ha ripreso ieri gli allenamenti prima del «rompete le righe». La squadra si allenerà oggi e domani (ore 15) al Taliercio, mentre venerdì è stato messa in calendario un’amichevole contro la Primavera del Chievo: l’appuntamento è fissato alle 15 presso il Centro sportivo Bottagisio a Verona. Intanto si moltiplicano le voci di mercato. L’ultima in ordine di tempo riguarda Davide Bariti , centrocampista 24enne ex Vicenza ed ex Napoli (con due presenze in serie A), attualmente in forza al Rimini. Su di lui vi sarebbe un forte interessamento dei dirigenti arancioneroverdi. Così come, ormai da una settimana, si parla del passaggio da Belluno alla laguna del centrale Paolo Pellicanò , per il quale vi sarebbe già un accordo di massima. Ma per conoscere le prime ufficializzazioni occorrerà attendere ancora qualche giorno, perché il diesse Giorgio Perinetti intende prima incontrare singolarmente i giocatori attualmente nella rosa del Venezia: per alcuni si ragionerà di un rinnovo, specie per quelli come Fabiano arrivati in arancioneroverde con la prospettiva di un pluriennale. Per altri invece sarà il momento del congedo. Solo dopo, il Venezia ufficializzerà gli eventuali nuovi innesti. Sabato inoltre è previsto l’arrivo del presidente Joe Tacopina, che sicuramente si confronterà con la dirigenza e lo staff per pianificare tutta la prossima stagione.
Ore 13.20 – (La Nuova Venezia) Guido Davì a un passo dal Venezia. Il centrocampista nato a Palermo, in scadenza di contratto con il Bassano dove è arrivato nell’estate di due anni fa dalla Juve Stabia, ritroverebbe al Venezia il direttore sportivo Giorgio Perinetti. Venticinque anni, uno dei migliori prospetti usciti negli ultimi anni dal settore giovanile rosanero, ha vinto nel 2009 il campionato Primavera battendo in finale il Siena, giocando a centrocampo con Temperino, Corsino e Conti. Zenga lo portò addirittura in ritiro precampionato, centrando poi anche la finale Primavera di Coppa Italia persa contro il Milan. Lasciata la Sicilia nell’estate 2010 per la Juve Stabia, ha poi giocato nel Benevento e nell’ultimo biennio al Bassano. Centrocampista centrale d’interdizione, gran fisico (1.87), ha giocato sia a due che a tre in mezzo al campo, da mediano ma anche come mezzala, e non evita le incursioni nell’area avversaria (3 reti nell’ultima stagione). Il Venezia starebbe seguendo con interesse anche il 24enne esterno di centrocampo Davide Bariti, ligure, ultima stagione al Rimini in Lega Pro e precedentemente a Vicenza e Napoli con due presenze in serie A, ha già vinto la Lega Pro con l’Avellino nel 2013. Ieri il Venezia ha ripreso gli allenamenti al Taliercio, nonostante l’eliminazione dalla poule scudetto, per l’ultima settimana di lavoro prima del rompete le righe, con Carbonaro e Calzi a parte. Saranno giorni importanti per i giocatori della rosa visto che Perinetti incontrerà tutti per comunicare le decisioni prese, e non saranno in molti («Al massimo una decina, giovani compresi», ha anticipato il direttore sportivo) a rimanere: Fabiano e Serafini sembrano intoccabili, Carbonaro è un pallino del presidente Tacopina, Soligo il leader silenzioso dello spogliatoio, tra i giovani oltre ad Acquadro potrebbero rimanere Vicario e Galli, forse Cernuto e Modolo in difesa, Volpicelli in attacco. Prima di annunciare le riconferme, Perinetti parlerà con i diretti interessati, anche perché potrebbe cambiare l’utilizzo di qualcuno con il salto di categoria. Intanto, Coronnese, Lecco, Campodarsego, Fano, Gavorrano, Cavese e Correggese hanno vinto i playoff dei gironi di serie D ed entrano in lizza per i ripescaggi, oltre alle vincenti di Olbia-Torres (girone G) e Francavilla-Fondi (girone H).
Ore 12.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Erano in quasi dodicimila, venerdì scorso, i tifosi bancorossi che hanno affollato il Menti per festeggiare una salvezza che due mesi fa sembrava quasi impossibile da raggiungere. Un traguardo importante quello raggiunto dalla squadra guidata da Franco Lerda, perché la permanenza in serie B ha creato le premesse per dare un futuro al Vicenza calcio, che dall’aprile dello scorso anni i soci di Vi.Fin. hanno finanziato evitando che la pesante situazione debitoria portasse a conseguenze estremamente negative. La finanziaria vicentina, dopo mesi di lunghe trattative, è riuscita anche ad ottenere la rateizzazione del debito a dodici anni e proprio oggi dovrebbe essere il girono in cui l’Agenzie delle Entrate metterà nero su bianco la documentazione che attesta l’accordo raggiunto il 22 aprile scorso. Oggi però è in programma anche un alto incontro tra i vertici di Vi.Fin. e Franco Lerda per prolungare l’esperienza biancorossa dell’ex tecnico di Torino e Lecce, che tanto bene ha fatto nel finale di campionato. «Salvarsi è stata un’impresa tanto difficile quanto importante, viste le premesse iniziali quando è arrivato Lerda – ha spiegato il ds Antonio Tesoro – dopo la sconfitta in casa con il Cagliari il Vicenza era penultimo e decimato dagli infortuni, ma il gruppo non ha mollato ed è riuscito a centrare una rimonta in cui in pochi credevano». Tesoro, che conosce molto bene Lerda per averlo avuto alle dipendenze a Busto e a Lecce, si appresta ad iniziare a lavorare sul mercato in attesa che la società cambi di mano. «A breve ci dovrebbe essere il passaggio societario che darà un nuovo impulso positivo all’ambiente — precisa Tesoro — e dopo aver concordato la strategia potremo iniziare a lavorare». Una nuova stagione che dovrebbe così vedere ancora Lerda sulla panchina biancorossa, considerato che tutte le componenti sembrano orientate verso questa scelta. «È sotto gli occhi di tutti che Lerda ha fatto molto bene – sottolinea il ds del Vicenza – l’idea è quello di continuare con lui e un accordo si dovrebbe trovare». Oggi se ne saprà di più con Tesoro che nel frattempo ha già iniziato a muoversi sul mercato. Tra i giovani è definito l’acquisto dalla Virtus Vecomp di Iacopo Cernigoi. In Lega Pro sono seguiti con grande interesse l’attaccante dell’Akragas Matteo Di Piazza, e il difensore del Lecce Raffaele Alcibiade, in scadenza a giugno. Tesoro inoltre sta trattando per rinnovare il contratto a Daniel Adejo ma l’operazione pare complicata.
Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) Prepariamoci ad un Vicenza d’acciaio. Se infatti la Banca Popolare di Vicenza non dovesse più comparire sulle maglie biancorosse come sponsor principale – e questo per le note vicende che hanno travolto l’istituto bancario – sarebbe pronto il sostituto: le Acciaierie Valbruna. Le voci in questi giorni si rincorrono e l’ipotesi di subentro da parte del Gruppo che da poco ha celebrato i suoi primi 90 anni di attività, sembra avere una certa consistenza. Tra l’altro con la Valbruna e la famiglia Tesoro – che opera nel campo siderurgico – al Vicenza si creerebbero davvero i presupposti per un nuovo corso d’acciaio, almeno fuori dal campo.
Ore 12.00 – (Gazzettino) In casa granata tutti hanno sempre sottolineato la forza del gruppo. Uno spogliatoio unito, compatto, tenuto in riga dai “senatori”, da gente di carisma che viene seguita e ascoltata dentro e fuori dal campo. E tanto per cementare ancora di più il rapporto tra i giocatori, si è pensato di trascorrere qualche giorno di vacanza tutti assieme. Una sorta di “addio al celibato” di Daniel Cappelletti, che tra un mese convolerà a nozze con Chiara. Detto, fatto e organizzato: una decina di giocatori del Cittadella questa mattina partiranno da Milano per raggiungere l’isola greca di Mikonos, dove si fermeranno tre notti. A fare da “spalla” a Cappelletti ci sono sposati e fidanzati: capitan Iori, Pascali, Sgrigna, Lora, Schenetti, Nava, Alfonso, Zaccagni e Donazzan. L’unità che contraddistingue da sempre il Cittadella la si è vista chiaramente anche l’altra sera, nella cena sociale di fine anno alla “Casa dei Gelsi” a Cusinati di Rosà. L’intera famiglia granata, sponsor compresi, si è riunita per festeggiare la promozione in serie B, con il presidente Andrea Gabrielli che ha omaggiato i calciatori e lo staff tecnico con una medaglia a ricordo dell’impresa compiuta, e tutti i presenti con un portachiavi. Alla fine della serata il taglio della torta offerta dalla pasticceria Al Pozzetto, nella suggestiva cornice della piscina esterna illuminata da fumogeni granata. Quindi il brindisi conclusivo, con i vini dell’Astoria Wines. In precedenza il presidente Andrea Gabrielli ha ringraziato il lavoro portato avanti da tutti i componenti della società: non solo i giocatori e l’allenatore, ma anche quelli che hanno contribuito ai successi stagionali lavorando dietro le quinte. Degno di nota l’intervento dell’allenatore Roberto Venturato, omaggiato dalle parole di Stefano Marchetti che l’ha definito «Un tecnico bravo e preparato, e un grandissimo uomo. Si è rivelato una sorpresa per molti ma non per me, sono sicuro che riuscirà a centrare tanti traguardi». Il tecnico si è infatti proiettato già alla prossima stagione: «Abbiamo fatto cose straordinarie, che resteranno nella storia del Cittadella, ringrazio ogni singolo calciatore, ma adesso dobbiamo resettare tutto e ripartire. Lancio un messaggio, forte: sono una persona ambiziosa, il passato rimane, ma il futuro è pieno di pagine da scrivere, e indipendentemente dai giocatori e dagli allenatori, credo che l’avvenire del Cittadella possa essere pensato in grande stile, sorretto dalla famiglia Gabrielli. Ognuno di noi deve ragionare in questo senso».
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Tutti a Mykonos. Che uno degli ingredienti fondamentali dietro ai risultati del Cittadella di questa stagione sia stata la compattezza del gruppo lo dimostrano anche dettagli come questo: una decina di giocatori, guidati da Manuel Iori («Sono il capitano, vi pare che possa tirarmi indietro?»), stamattina partirà per una breve vacanza di 4 giorni sull’isola greca, famosa per la vita notturna e le belle spiagge. Sveglia ben prima dell’alba per la comitiva, che alle 5 volerà da Milano. Il pretesto è l’addio al celibato di Daniel Cappelletti, che il 23 giugno si sposerà a Cantù con la sua Chiara. Proprio il difensore l’altra sera distribuiva confetti a tutti nel corso della cena andata in scena alla “Casa dei Gelsi” di Cusinati di Rosà, con cui la società granata ha voluto festeggiare l’annata sportiva appena terminata con la promozione in Serie B. Con Iori e Cappelletti partiranno per le Cicladi pure Pascali, Alfonso, Sgrigna, Lora, Schenetti, Zaccagni, Nava e Donazzan. Un mix di padri di famiglia e single. Commozione e… big-bang. La serata, con cui la famiglia Gabrielli ha voluto ringraziare chi ha lavorato per i colori granata, ha visto il presidente Andrea omaggiare i calciatori con una medaglia d’oro e tutti i partecipanti con un portachiavi d’argento. Fra i momenti da ricordare, la commozione di Iori nel parlare ai compagni, con mister Roberto Venturato andato subito ad abbracciarlo, e la canzone di Jovanotti intonata dai giocatori al momento del taglio della torta a bordopiscina: «Il più grande spettacolo dopo il Big-bang siamo noi». L’ambizione. «Quello che abbiamo realizzato resterà nella storia del Cittadella», le parole del tecnico. «Ma non nascondo di essere un ambizioso: credo che il passato rimanga, ma che ci siano tante pagine ancora da scrivere, indipendentemente dall’allenatore e dai giocatori: con una famiglia così (lo sguardo ad abbracciare tutti i presenti, ndr) il Cittadella potrà costruire qualcosa di ancora più grande». Poi, dietro le quinte, il siparietto con il d.g. Stefano Marchetti, che non ha ancora ufficializzato il rinnovo dell’allenatore: «Ma è chiaro che Roberto resterà, che ufficializzazione volete che vi comunichi? Sarebbe una notizia se non rimanesse!». Jallow e Bobb già a casa. A fine serata il giro dei saluti, più “sentiti” per gli stranieri del gruppo: Lamine Jallow e Yusupha Bobb sono partiti ieri mattina per il Gambia, il brasiliano Lucas Chiaretti lunedì prossimo lascerà l’Italia per trascorrere le vacanze a Belo Horizonte (ed è quindi probabile che prima arrivi il rinnovo del contratto). Mancava Gianluca Litteri, rimasto ancora vicino ad un familiare che ha problemi di salute. Un’assenza che non c’entra con il possibile ritorno al Latina per fine prestito, anche se va detto che la salvezza conquistata dai pontini in Serie B complica i piani di Marchetti. Misuraca granata? Già, tra rinnovi e possibili addii si comincia a parlare di mercato. Uno dei primi “rumors” riguarda la pista che conduce al centrocampista Gianvito Misuraca, nell’ultima stagione fra i più positivi del Bassano, che aveva dalla sua un’opzione – non esercitata – per trattenerlo. «È in scadenza di contratto», conferma il d.s. giallorosso Werner Seeber. «Non rientra nei nostri programmi per la prossima stagione e, se il Cittadella lo vuole, è libero di accordarsi con lui». Seeber aggiunge che le attenzioni per Mattia Minesso non sono più le stesse di gennaio: «Eravamo interessati all’esterno granata, ma nel frattempo sono cambiate un po’ di cose. Ora la nostra priorità è il nome del prossimo allenatore».
Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Il “rompete le righe” c’è stato dopo la sfida di SuperCoppa con la Spal. Iori e compagni riprenderanno a sgobbare nella seconda metà di luglio. In attesa dell’ufficializzazione delle date, è certo che la sede del ritiro estivo sarà quella degli scorsi anni, a Lavarone, in località Bertoldi, con probabile inizio il 17 luglio e rientro a Cittadella il 30 o il 31 dello stesso mese. Il debutto ufficiale arriverà con la Tim Cup, il cui primo turno eliminatorio è fissato per il 31 luglio. Il Cittadella, promosso in Serie B, entrerà però in ballo a partire dal secondo, programmato per il 7 agosto. Una manifestazione, la Tim Cup, in cui i granata hanno lasciato il segno anche nel corso della stagione appena conclusa, con Giulio Bizzotto primo nella classifica dei marcatori con 5 gol, davanti ai più quotati Dybala, Morata e Niang, fermi a 3.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Allargando l’orizzonte, non si può dimenticare che negli ultimi giorni Zamuner si è dato da fare sondando anche altre strade, e i nomi sono quelli già circolati: Antonino Asta, che ha raggiunto la finale play off alla guida del Bassano due campionati fa, Mario Petrone che ha ottenuto la promozione in serie B con l’Ascoli (complici i declassamenti per illecito sportivo di Teramo e Catania) e Oscar Brevi che ha fatto bene con il Catanzaro prima di incespicare nelle esperienze amare con Spal e Rimini. Altro fronte caldo che sta portando avanti in questi giorni la società è quello relativo al rinnovo del contratto di Neto Pereira: anche in questo caso sono attesi sviluppi a stretto giro di posta. SETTORE GIOVANILE. Oggi nella sede della Lega Pro si terrà la prima riunione della Commissione sviluppo settori giovanili coordinata dalla vice presidente Alessandra Borgonovo della Lega. Tra i componenti della commissione figura anche Massimo Poliero, presidente del vivaio del Padova: durante l’incontro saranno affrontate le tematiche relative alla formazione e allo sviluppo dei settori giovanili per condividere proposte utili in vista della prossima stagione.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Sarebbe un colpo di scena, considerato che finora il suo profilo non sembrava molto gettonato tra i papabili a guidare il Padova nella stagione 2016-2017. In questa speciale graduatoria Bruno Tedino è sempre stato considerato in pole position, dato che ha lavorato fianco a fianco con Zamuner in questa stagione con il Pordenone. La pista non è al momento tramontata, ma resta di difficile attuazione per un motivo molto semplice: Tedino ha rinnovato il contratto per altri due anni con i friulani, e il presidente Mauro Lovisa ha dichiarato a chiare lettere che non ne vuole sapere di liberarlo. Solo se il patron dei «ramarri» dovesse rivedere la propria posizione, dando il via libera ai biancoscudati, l’affare potrebbe andare in porto. Al contrario il club di viale Nereo Rocco non sarebbe disposto ad aprire una trattativa (e sganciare soldi) con il Pordenone per arrivare al tecnico.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Si avvicina il momento della decisione sulla sorte di Bepi Pillon. Le quotazioni del tecnico di Preganziol sembrano fare registrare un leggero rialzo, tanto che nelle prossime ore dovrebbe andare in scena un altro faccia a faccia con Giorgio Zamuner, al quale la società ha dato mandato di scegliere l’allenatore per la prossima stagione. Il fatto che i due si rivedano, dopo i precedenti contatti dei giorni scorsi, potrebbe volere dire che il nuovo responsabile dell’area tecnica ha avuto un’impressione positiva dell’allenatore. Da qui la volontà di approfondire ulteriormente il discorso, non solo però sul piano squisitamente tecnico, ma anche su quello economico. E se Pillon, il cui lavoro quest’anno è stato apprezzato dalla società, dovesse magari rivedere al ribasso la propria richiesta in termini di emolumenti, andando così incontro alle esigenze di budget del club, ecco allora che si potrebbe arrivare magari anche alla “fumata bianca”
Ore 10.20 – (Gazzettino) Niente Cadore quest’anno per il Padova che per il ritiro in montagna ha scelto Mezzano di Primiero. Sabato mattina la dirigenza biancoscudata ha effettuato l’ultimo sopralluogo incontrandosi con le autorità del posto. La località trentina (1.619 abitanti e 640 metri sopra il livello del mare) sarà teatro della prima parte della preparazione precampionato per un paio di settimane, per la precisione da domenica 10 a domenica 24 luglio, con i biancoscudati che alloggeranno all’hotel Salgetti e si alleneranno nell’impianto intercomunale di via del Pian. Oltre al lavoro atletico e tattico, durante il periodo in quota la squadra si cimenterà anche nelle prime amichevoli stagionali (ancora non sono state comunicate) in vista del primo appuntamento ufficiale nel turno preliminare della Tim Cup che si disputerà domenica 31 luglio. Non manca una curiosità: il 28 luglio del 2005 i biancoscudati raggiunsero Mezzano di Primiero per disputare un’amichevole con il Bari, che all’epoca soggiornava proprio nella località trentina. Era il Padova allenato da Maurizio Pellegrino, e della rosa facevano parte alcuni padovani doc come De Franceschi, Bedin, Zecchin e Rossettini.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Nei giorni scorsi le dichiarazioni del proprietario del Pordenone non sembravano lasciar margine ad una sua partenza, ma è chiaro che, se fosse lo stesso Tedino, sotto contratto per altri due anni, a chiedere di cambiare aria per seguire Zamuner a Padova, lo scenario potrebbe mutare. Solo quando arriverà una risposta definitiva dall’ambiente pordenonese, Zamuner deciderà come muoversi: nel caso in cui Lovisa alzasse il muro per impedire a Tedino di passare sulla sponda biancoscudata, l’alternativa per la panchina potrebbe essere proprio la conferma di Pillon, che lunedì ha ribadito la sua priorità per la piazza veneta. Nel giro di una settimana o dieci giorni, a partire da oggi, si dovrebbe quindi conoscere il nome del prossimo allenatore del Padova. Intanto si sfrutterà questa settimana per proseguire nel lavoro sotto traccia con i procuratori dei giocatori in odore di rinnovo contrattuale, che saranno ufficializzati non prima degli inizi di giugno.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Ci prendiamo il tempo necessario per valutare il tutto, e arriveremo alla decisione quando avremo un po’ la visuale completa delle cose». A questo punto, qualsiasi ipotesi è valida. La prima scelta di Zamuner, ormai è noto, è rappresentata dal tecnico con il quale nel corso di questa stagione ha costruito le fortune del Pordenone, Bruno Tedino. Lunedì, o al massimo martedì, se i neroverdi domenica verranno eliminati dai playoff di Lega Pro (eventualità al momento molto probabile, visto lo 0-3 incassato a Pisa nel match d’andata delle semifinali), l’agente di San Donà di Piave verrà investito ufficialmente del nuovo ruolo di direttore generale in viale Rocco, e a quel punto comincerà a muoversi per chiudere i contatti in piedi. È scontato che cercherà di strappare il mister dalla corte del patron friulano Mauro Lovisa.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Sono giorni di attesa, al Padova. Dopo gli incontri, è giunto il momento delle riflessioni: Giorgio Zamuner lunedì ha visto Bepi Pillon, prendendo nota delle richieste dell’allenatore e confrontandosi con lui su questioni tecniche ed economiche, e poi ha riferito ai soci della Spa biancoscudata. Ora la palla passa proprio alla società: da Giuseppe Bergamin, Roberto Bonetto e dagli altri tre azionisti, Massimo Poliero, Walter Tosetto e Giampaolo Salot, si attende una decisione sul tecnico di Preganziol, per capire se sarà ancora lui o no a sedere in panchina nel campionato 2016/17. Una decisione che non arriverà comunque prima di fine mese. «Credo che andremo alla prossima settimana», spiega telegraficamente patron Bergamin, all’estero per questioni lavorative.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Adesso è ufficiale: il Padova ha scelto la località e fissato il periodo del ritiro precampionato. Niente San Vito di Cadore, si va in Trentino: i biancoscudati dal 10 luglio saranno a Mezzano, comune a pochi chilometri da Fiera di Primiero e situato a 610 metri di altitudine. La prima squadra sarà ospitata all’hotel Salgetti, e svolgerà gli allenamenti all’impianto di via del Pian. Il 24 luglio, quindi, ritornerà in pianura per preparare la prima sfida ufficiale di Tim Cup, fissata per il 31. Il Padova torna a Mezzano a dieci anni di distanza dall’ultima volta: nel 2006, infatti, disputò un’amichevole con il Bari proprio su quel campo, perdendo 1-0 con gol dell’allora “barese” Vantaggiato.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Come finirà? Al momento è difficile da dire. Dietro le quinte risulta che qualcosa a Pordenone si stia muovendo e qualche speranza che Tedino venga liberato c’è, tanto che il patron Mauro Lovisa sta cominciando a valutare un azzeramento completo dello staff tecnico per la prossima stagione. Lovisa non ha intenzione di trattenere nessuno controvoglia, ma di sicuro non può accettare che tutto venga risolto alla svelta e senza ponderare bene tutte le conseguenze. Detto che il Padova non «pagherà» Tedino e che, nel caso, valuterà le alternative, Lovisa ha incontrato nei giorni scorsi Ivone De Franceschi per affidargli la poltrona di direttore sportivo. Attualmente l’ex ds di Padova e Venezia lavora per l’Inter, dove ricopre l’incarico di osservatore. In ballo pure una figura di esperienza come Andrea Seno e spunta l’ipotesi legata al nome di Fabrizio De Poli, che potrebbe anche incontrare il patron nei prossimi giorni. Il tutto mentre da Verona rimbalza una voce clamorosa: in corsa per la successione di Riccardo Bigon, destinato al Bologna: oltre a Filippo Fusco, c’è anche il dg del Cittadella Stefano Marchetti, figura molto gradita all’entourage di Maurizio Setti.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Toto-allenatore a Padova, qualche percentuale ballerina del martedì pomeriggio: Bruno Tedino 50% e 10% per Roberto D’Aversa, Mario Petrone, Antonino Asta, Oscar Brevi e Bepi Pillon. La novità di giornata: se Pillon prima aveva una percentuale di permanenza quasi pari allo zero, adesso si è ritagliato quantomeno una minima possibilità di conferma nella stagione. Avrebbe il vantaggio di conoscere la piazza e la squadra, ha fatto richieste precise, ma in linea con le idee del neo dg in pectore Giorgio Zamuner e il fatto di giocare con il 4-3-3 non rappresenta assolutamente un problema per Pillon, che lo ha già fatto in passato. In tutto questo i «contro» a una sua conferma, però, superano ancora largamente i pro. E sono riassumibili così: Zamuner punta dritto su Bruno Tedino e, almeno fino alla metà della prossima settimana, aspetterà un segnale da Mauro Lovisa, che adesso per ovvi motivi non può arrivare, essendo il Pordenone atteso dalla semifinale di ritorno con il Pisa; Tedino rappresenta l’optimum, sia a livello economico, che a livello tecnico per Zamuner; Zamuner vuole una figura amica e tecnicamente in linea con le sue idee; la richiesta economica di Pillon, che comprende uno staff molto importante, è molto impegnativa per le possibilità finanziarie di Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Sarà Mezzano di Primiero ad ospitare il ritiro del Calcio Padova. Dopo aver già raggiunto un accordo di massima con San Vito di Cadore è arrivato il dietrofront, motivato dalle variazioni in sede di calendario dell’inizio della stagione. Che comincerà il 31 luglio con il primo turno di Coppa Italia. A quel punto risultava impossibile incastrare le date e, nonostante la disponibilità dell’Apt locale, si è stati costretti a disdire l’intesa. Qualche telefonata, un giro di valutazioni ed ecco la soluzione a «portata di tifosi» visto che in un’ora e mezzo si può raggiungere Mezzano, che ospiterà il ritiro biancoscudato dal 10 al 24 luglio. La squadra sarà ospitata all’Hotel Salgetti e la preparazione avrà luogo nell’impianto intercomunale in via del Pian. Tramontata la possibilità di un supplemento di preparazione a Caorle, sul litorale veneziano.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica finale: Cittadella 76, Pordenone 65, Bassano 62, Alessandria 57, Padova 54, Cremonese 53, Reggiana 52, FeralpiSalò 50, Pavia 49, SudTirol 44, Renate 43, Giana Erminio e Lumezzane 42, Pro Piacenza 39, Cuneo e Mantova 34, AlbinoLeffe 20, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentaquattresima giornata: Cremonese-Cuneo 2-1 (Sansovini (Cr) al 15′ st, Brighenti (Cr) al 22′ st, Cavalli (Cn) al 38′ st), FeralpiSalò-Pavia 1-3 (Manconi (Pv) al 9′ st, Ferretti (Pv) al 13′ st, Romero (Fs) al 35′ st, Ferretti (Pv) al 44′ st), Lumezzane-Pro Piacenza 0-0, Mantova-AlbinoLeffe 1-1 (Gonzi (Mn) al 25′ pt, Magli (Al) al 33′ pt), Padova-Alessandria 4-0 (Fabiano (Pd) al 4′ pt, Petrilli (Pd) al 23′ pt, Altinier (Pd) al 25′ pt e al 1′ st), Pordenone-Giana Erminio 3-1 (Bruno (Ge) al 12′ pt, Beltrame (Pn) al 16′ pt e al 2′ st, Valente (Pn) al 36′ st), Reggiana-Bassano 2-2 (Mignanelli (Re) al 47′ pt, Momenté (Ba) al 27′ st, Alessi (Re) su rigore al 37′ st, Cenetti (Ba) al 46′ st), Renate-Pro Patria 3-1 (Napoli (Re) al 3′ pt, Teso (Re) al 10′ pt, Santana (Pp) al 35′ pt, Ekuban (Re) al 20′ st), SudTirol-Cittadella 2-3 (Fink (St) al 5′ pt, Tait (St) al 11′ pt, Litteri (Ci) al 12′ pt, Paolucci (Ci) al 43′ pt, Coralli (Ci) al 25′ st).
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