Live 24! Padova, sono giorni di febbrili consultazioni: quale sarà il destino di mister Pillon?

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Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) L’Udinese ha offerto la disponibilità al Pordenone per ospitare l’eventuale finale playoff al Friuli-Dacia Arena. Intanto, in tre anni il club di Mauro Lovisa ha già centrato un traguardo: dalla promozione in D, gli spettatori al Bottecchia sono praticamente triplicati. E il bellissimo colpo d’occhio che ha regelato lo stadio domenica contro la Casertana non ha nemmeno rappresentato il record stagionale. Si faccia però un passo indietro fino all’ottobre del 2013: il Pordenone incontrava il Marano Vicentino per il match <i>clou</i> dell’andata. Al Bottecchia c’erano circa 1000 persone e tutti parlarono di grande afflusso. Bene, ora quella cifra è diventata la normalità. In quel campionato la media spettatori non superò le 600-700 persone a partita, con picchi più verso il basso che verso l’alto. La prima crescita si registrò con la promozione in LegaPro, con lo stadio “popolato” in media da 800-900 persone. Ma solo le ultime partite, quelle della rincorsa ai playout condotta da Fabio Rossitto, permisero al botteghino di staccare più di 1000 tagliandi. Effetto risultati, a testimonianza di come manchi ancora una base solida di tifosi che si mobiliti indipendentemente dal rendimento. Quest’anno il<i> boom</i>, con una media che supera le mille persone (solo tre gare, all’inizio dell’anno, hanno registrato un risultato peggiore) e con picchi di 2 mila 200 (Pordenone-Padova, record stagionale) e 2000 persone (l’ultima contro la Casertana). Sempre a proposito di fan: 9 tifosi colpiti da daspo e 2 arrestati per scontri. È “l’anti-record” dei milanesi della Giana. Ieri 5 ultras lombardi sono stati raggiunti dal provvedimento di “stadio vietato” per lancio di fumogeni e oggetti avvenuto proprio in occasione della partita casalinga contro il Pordenone del 9 gennaio. Hanno dai 23 ai 40 anni, tutti con piccoli precedenti.

Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) Poi arrivano le parole di Pietro Iemmello, punta di diamante del Foggia ad acuire ulteriormente i rimpianti. Leggete qua? «Il Lecce in semifinale? Sono contento – ribatte il cannoniere dei satanelli sulle pagine della Gazzetta dello Sport – temevo molto di più il Bassano, una formazione tecnica e di palleggio, abituata a giocare sempre al calcio. Il Lecce invece la mette molto di più sulla fisicità».Bum! E la sgradevole sensazione dell’occasione persa: senza quell’episodio del rigore la netta impressione è che i salentini, che erano tesi e contratti come corde di violino, sarebbero andati in chiara difficoltà dinanzi a quell’as- salto arrembante a una porta sola dei virtussini sin dal pronti via. Pazienza, ormai è acqua che non macina più pure se il rammarico resta a fior di pelle e l’onesta ammissione di buonasorte («Siamo stati fortunati», ripetuto due volte da Piero Braglia, tecnico dei pugliesi) non basta a lenire un’amarezza sconfinata. Intanto, a margine del duello playoff di domenica scorsa c’è da annotare il gesto niente affatto consueto di Domenico Germinale: il centravanti, convalescente per il lungo infortunio al ginocchio e dunque esentato dalla trasferta, sabato è ugualmente salito in macchina ed è sceso spontaneamente a Lecce col desiderio di stare vicino ai compagni in una sfida cruciale rientrando sempre in auto al termine della partita. È anche in scadenza di contratto, eppure ha mostrato un attaccamento raro da vedere tra i professionisti.

Ore 19.40 – (Giornale di Vicenza) Il pittbull non abbandona la sua cuccia preferita. Giacomo Cenetti ha rinnovato col Bassano e la prossima stagione, la quarta di fila, vestirà ancora il giallorosso. La notizia migliore per metabolizzare l’assurdo pomeriggio salentino e assorbire il contraccolpo dell’eliminazione. La conferma del mastino napoletano, il guerriero della mediana in cui si identificano gli ultras ma che è diventato anche beniamino incontrastato della tribuna centrale, è il primo tassello della riprogrammazione virtussina.A 26 anni, Cenetti si appresta a vivere la piena maturità agonistica e sapere che lo farà ancora da queste parti, tra gli uomini simbolo della rinascita giallorossa, scalda il cuore.Non sarà l’unico prolungamento, ovviamente: il prossimo in scaletta è quello di Gianvito Misuraca, il miglior realizzatore del campionato del Soccer Team: l’intesa tra le parti è stata già raggiunta, c’è la volontà comune di continuare qui su queste zolle e presto dunque anche in questo caso arriveremo alle pubblicazioni di nozze. Cenetti e Misuraca andranno ad aggiungersi a Rossi, Bizzotto, Barison, Stevanin, Proietti, Laurenti, Falzerano, Candido, Fabbro e Maistrello che costituiranno il collaudatissimo telaio della nuova Virtus.Una dozzina di uomini affidabili già in canna, altri invece in scadenza il cui destino verrà discusso entro fine mese: Pietribiasi, Semenzato, Toninelli e Davì sono le situazioni più delicate: da parte dei giocatori c’è la piena disponibilità a continuare il matrimonio col Bassano, tuttavia prima andranno fatte altre valutazioni. Ovvero capire se ci sarà ancora Sottili ancora al timone e in tal caso per alcuni di loro l’allungamento scatterebbe in automatico o se invece il club punterà su un nocchiero diverso e allora anche le indicazioni potrebbero cambiare. Saluteranno, come anticipato, Momentè, D’Ambrosio, Soprano, Voltan, Piscitella e Gargiulo, vanno verificate le specifiche situazioni del giovane Costa (che l’Inter vorrà far maturare altrove ma da titolare) e dei veterani Martinelli e Germinale, entrambi a fine accordo. Al momento ha più chance di rinegoziare il contratto il centravanti piuttosto che il difensore, pure se la proprietà sarebbe disposta alla bisogna a dotarsi di un centrattacco di primissima fascia per la categoria risolvendo i problemi di sterilità offensiva che hanno impedito il completo decollo quest’anno. Inoltre rientrerà alla base il difensore Bortot dalla serie D e quindi già così il roster virtussino non è affatto malaccio e non chiama rivoluzioni bensì ingressi mirati e di qualità.Detto che su Seeber il Padova non molla (tra i vertici biancoscudati c’è chi farebbe carte false per portare l’uomo di Bressanone all’ombra del Santo, anche se Zamuner pare ormai vicinissimo), sempre da quella città strizzano l’occhio alla candidatura di Sottili qualora non arrivassero al primo obiettivo, Bruno Tedino, taumaturgo del Pordenone rivelazione. La faccenda è molto semplice: Sottili rimarrebbe volentieri a patto di guidare una squadra in grado da subito di rincorrere i playoff e in seconda battuta la B. Un torneo di consolidamento come nelle origini avrebbe dovuto essere questo e che cammin facendo ha acceso la fantasia della gente, non gli interessa.A giorni nell’agenda è fissato l’incontro con Seeber e il presidente Rosso. Amarsi o dirsi addio. Giocando a percentuali adesso saremmo 40 sì e 60 no.

Ore 19.10 – (Il Piccolo) Nell’incredibile play-out dello scorso anno a Dro, sulla panchina della Triestina c’era Giuseppe Ferazzoli. Il tecnico romano, che quest’anno ha vissuto una breve esperienza con la Torres, è rimasto però legatissimo all’Unione, tanto da seguirne l’andamento durante la stagione. E ora assieme ai tifosi alabardati spera nella salvezza. Ferazzoli, la Triestina è di nuovo ai play-out: ha seguito la stagione degli alabardati? «L’ho seguita settimana per settimana: so che sembra banale dirlo ma la Triestina ce l’ho davvero nel cuore. Ne ho seguito le disavventure iniziali: era una squadra fatta bene per obiettivi importanti ma naufragata per un’organizzazione societaria non in grado di portare avanti un progetto importante come quello. Quindi ho seguito tutto il travaglio e il fallimento». Per chi andava in campo, una situazione molto difficile. «Infatti bisogna dare merito ai giocatori e ai vari allenatori che si sono succeduti, di essere riusciti ad arrivare a fare lo spareggio che può tenere la Triestina a galla. Fra l’altro l’anno scorso avevamo almeno vicino i tifosi, quindi quello di quest’anno, fino a poche partite fa, era un clima ancora peggiore». Adesso c’è stata la svolta societaria: che ne pensa? «Ho seguito la presentazione, finalmente è stato riottenuto il marchio, c’è insomma un nuovo entusiasmo per i triestini che purtroppo negli ultimi anni sono stati sempre costretti a soffrire. Si è visto che Milanese e Biasin hanno intenzione di fare le cose in modo più serio degli ultimi anni. Questo ovviamente non vuol dire vincere a mani basse, ma creare un progetto su cui poter lavorare». Cosa ricorda di quel giorno a Dro? «Calcisticamente è stata la mia più grande soddisfazione. Ma ricordo anche la settimana prima a Ravenna, dove stavo senza preparatore, dottore, vice e massaggiatore. Però c’era la grande voglia di riuscire a fare una piccola impresa, anche se so che è riduttivo definire tale un play-out in D per la Triestina. Credo però che la squadra dello scorso anno fosse più forte, aveva 5-6 elementi in grado di spezzare la partita, compresi Rocco e Proia che in effetti poi furono i risolutori. Questa Triestina non li ha, ma ha un altro vantaggio». Quello di giocare in casa? «Già, al Rocco e con tanta gente. Per noi ci furono solo i meravigliosi tifosi che ci seguirono a Dro e che ci trascinarono nel secondo supplementare verso la salvezza. Adesso in casa saranno tanti: mi auguro che non ci sia però la stessa sofferenza e si riesca a risolvere la partita prima». Come si prepara un play-out così? «Non conta il bel gioco, non contano il modulo o gli schemi, conta soltanto che ogni giocatore riesca a dare il cento per cento di quello che ha, e riesca a darlo in funzione della squadra e dell’obiettivo da raggiungere. Non devono esserci paure, bisogna fare attenzione. E non pensare ai due risultati su tre, ma restare sempre concentrati».

Ore 18.40 – (Corriere delle Alpi) La grande stagione di Sebastiano Sommacal. Ad inizio anno il difensore gialloblù ha trovato poco spazio al centro della difesa, ma con il passare delle settimane si è ritagliato spazi importanti, risultando decisivo in più di un’occasione. L’ultima è quella contro l’Este dove “Seba” ha fatto perdere le sue tracce in area prima di servire una gran palla a Corbanese, bravo a girarsi e a fulminare il numero uno padovano. Questa è solo l’ultima, però, delle tre giocate decisive che hanno portato al Belluno sei punti in campionato e l’accesso alla finale playoff. Gol nel derby. Il 13 marzo Sommacal ha regalato il successo al Belluno al Polisportivo contro il Ripa Fenadora segnando all’87’ di testa da calcio d’angolo il gol vittoria. Meno di un mese dopo, il 3 aprile, “Seba” è di nuovo andato a segno in trasferta contro la Virtus Vecomp, ancora di testa, ancora su corner. Scegli il gol nel derby o l’assist che vi ha portato in finale playoff? «Prendo entrambi, sono sullo stesso piano – sorride Sommacal che non sa proprio scegliere tra le vesti di goleador o di assistman – il gol contro il Ripa Fenadora è stata una grande emozione, oltre ad essere un derby era la mia prima rete al Polisportivo ed è stato molto bello. Anche l’assist al “Cobra” contro l’Este è stato importante, il merito però non è solo mio, ma anche di Simone che è stato bravo a girarsi e a piegare le mani al portiere avversario. L’azione è di tutta la squadra». Verso Campodarsego. Anche se domenica a Campodarsego doveste vincere, il presidente Perissinotto è stato chiaro, la domanda di ripescaggio non si farà. Avrete lo stesso le giuste motivazioni per andare in trasferta e vincere questa finale? «Assolutamente si, le motivazioni ci sono sia a livello di squadra ma anche su piano personale – continua Sommacal – vogliamo e crediamo di poter vincere, non crederci sarebbe da stupidi. Dopo una stagione del genere non avrebbe nessun senso giocare questa finale pensando al dopo e al ripescaggio. Non si può mai sapere quando ti potrebbe ricapitare di giocare una finale playoff. Sarebbe davvero tanta roba vincere da quarta classificata. Contro il Campodarsego all’andata abbiamo perso negli ultimi minuti mentre al ritorno abbiamo giocato una delle nostre migliori partite concedendo davvero poco all’avversario». Nasci centrale, ma più passano le stagioni e più ti stai adattando a fare il terzino con prestazioni di grande spessore. «L’importante è farsi trovare pronti – spiega Sommacal – saper giocare più ruoli aumenta la possibilità di essere utile alla squadra e quindi di giocare di più. A questo nuovo ruolo mi sono adattato negli anni, è molto diverso rispetto al centrale, certo non ho il passo che magari hanno Mosca o Pellicanò sulla fascia, ma quando ho l’opportunità provo a scendere e sfruttare l’occasione».

Ore 18.10 – (La Provincia Pavese) Tante le voci di mercato per il futuro del Pavia calcio, ma, in attesa della scelta dell’allenatore che, salvo accelerazioni non dovrebbe arrivare prima della prossima settimana, c’è una situazione di molti giocatori che rimangono sotto contratto con gli azzurri anche per la prossima stagione e che non rientrano più nei piani della società. Si tratta di giocatori che fanno ritorno dai prestiti avvenuti principalmente nell’ultimo mercato di gennaio. Tanti i giocatori visti transitare da via Alzaia in questi due anni, molti dei quali legati da contratti pluriennali. Folta la pattuglia dei portieri, ben cinque: oltre a Davide Facchin e al suo vice Gianmarco Fiory sono legati al Pavia Giovanni Volturo che rientrerà dal Locarno (Svizzera), Andrea De Toni, impegnato come dodicesimo con il Pordenone nei play off di Lega Pro, e Antony Iannarilli, di proprietà azzurra da due stagioni, ma impegnato prima nel Gubbio e poi alla Pistoiese. Tra i difensori oltre a Luca Ghiringhelli, Alessandro Malomo, Antonio Marino, Angelo Siniscalchi e Valerio Foglio, che hanno finito la stagione al Pavia sono in prestito Marco Martin al Pordenone, Rocco Sabato alla Maceratese e Andrea Cristini al Mantova. I virgiliani in caso di salvezza dovranno riscattarlo, altrimenti in caso contrario rimarebbe legato al Pavia. A centrocampo sono attualmente nella rosa del Pavia Marco Cristini, Alessandro Marchi, Giuseppe Pirrone, Tommaso Bellazzini, Paolo Grbac, mentre da gennaio sono finiti in prestito al Como Giovanni La Camera e al Renate Nicola Pavan. Oltre al duo d’attacco Alessandro Cesarini e Andrea Ferretti tra le punte ci sono Ferdinando Sforzini, acquistato dall’Entella a gennaio e con due anni ancora di contratto, mentre tornano dal Trapani Caio De Cenco e dall’Albinoleffe Andrea Soncin. A loro si aggiungerebbe in attacco anche Emanuele Anastasia a cui dovrebbe essere proposto il primo contratto da calciatore professionista dopo l’esperienza di quest’anno in Prima squadra come “Giovane di serie”. C’è quindi tanto lavoro da fare per snellire la rosa. Prima di aggiungere altri elementi occorrono operazioni in uscita che libererebbero posti e di conseguenza anche sul piano del budget fare valutazioni diverse nel caso di nuovi ingaggi. Sono state intavolate trattative per nuovi arrivi, tra questi i nomi di Sales e Dettori (che piace anche alla Lucchese) della Carrarese e Pinto,impegnato nei play out del girone C di Lega Pro con la maglia del Monopoli contro l’Ischia e che è seguito anche dal Trapani.

Ore 17.40 – (Gazzetta di Reggio) Primo anno in granata per il centrocampista lucchese Paolo Bartolomei, sotto contratto fino al 30 giugno 2017. Una stagione molto travagliata, la sua: la possibilità svanita subito di giocare col Teramo in B e poi, una volta scelta la Reggiana, gli infortuni a raffica. «Non è stato uno degli anni migliori, non avevo mai avuto problemi di infortuni mentre qua, subito dopo la partita di Mantova dove mi ero finalmente integrato bene, è arrivato un problema muscolare che mi ha tenuto fermo alcune settimane. Poi l’altro incidente di Padova che mi ha messo fuori due mesi e mezzo, peccato perché Reggio è una grande piazza». Come mai così tanti infortuni? «E’ stato soprattutto l’episodio di Padova a non essere gestito bene perché, presa quella botta, ho continuato a giocarci sopra fino a dovermi fermare nel periodo più importante della stagione. Non aver potuto aiutare i miei compagni in quei momenti mi rammarica parecchio». Possiamo dire di averlo visto, il vero Bartolomei? «Solo a tratti: ho potuto giocare poco e nel complesso non sono soddisfatto. Il vero Bartolomei si è visto poco». Per la Reggiana possiamo parlare di anno fallimentare? «Dal punto di vista degli obiettivi certamente, perché erano ben altri. Ma non va trascurato che questo campionato era molto difficile ed i punti persi qua e là ci hanno condannato troppo presto». Secondo lei dove stanno le cause di questo flop? «Non ci sono colpe specifiche perché in campo andiamo in undici, forse si doveva dare di più soprattutto con squadre di bassa classifica». Quindi le tante polemiche non vi hanno disturbato? «Facendo questo lavoro le polemiche vanno lasciate fuori dal campo». Si erano generate troppe aspettative attorno a questa squadra? «Non saprei, appena arrivato ho visto una squadra organizzata e preparata ma, ripeto, il campionato non era paragonabile a quello dell’anno scorso che conoscevo bene, avendolo giocato a Pontedera». Però i play off hanno detto che, tra le squadre provenienti dal girone A, solo il Pordenone prosegue il cammino. «Questo non toglie che ci fossero più giovani nel girone B rispetto ad un girone A più competitivo». Le piacerebbe vedere nuovamente la Reggiana nel B, così da tornare a giocare sui campi della sua terra? «Mi interessa poco il girone, solo vorrei ripartire al più presto per vincere qualcosa di importante». Ritroverà molti compagni, il giorno del raduno. Secondo lei bisognerebbe cambiare qualcuno o qualcosa per tornare competitivi? «Non tocca a me dirlo e non mi espongo ma spero che il direttore nuovo sappia già dove mettere le mani». Comunque lei è intenzionato a rimanere? «Prima di venire via da Reggio ci penserei bene perché la società è ambiziosa. Ho avuto altre richieste durante la stagione ma non tali da mettere in difficoltà la mia decisione di restare. La piazza è importante e spero anche, entro dicembre, di ridiscutere l’eventuale rinnovo». Le mancherà Parola? «Ci sentiamo tuttora giornalmente, è nata una grande amicizia. Siamo entrambi toscani e spesso ci vedremo al mare in Versilia. Per me è stato come un genitore al fianco ma anche sotto il profilo tattico mi ha aiutato molto. Se Andrea ha giocato in serie A, c’è un motivo. Gli auguro il meglio per il suo futuro». La vedremo come tifoso al torneo della Montagna? «Quest’anno mi pare che il Rondinara, la squadra dove avevo giocato anni fa, non partecipi al torneo perciò sarà difficile. Mi consolerò col mare della Versilia e ci rivedremo a luglio».

Ore 17.10 – (Gazzetta di Reggio) Nuovo summit ieri pomeriggio nel fortino della Reggiana per la cessione del pacchetto di maggioranza della società granata. Verso le 16.30 sono arrivati su una macchina l’amministratore delegato Guido Tamelli con alcuni commercialisti di fiducia e su un’altra Maurizio Franzone alla testa di un gruppo consistente di consulenti. Mentre tutti sono entrati in sede, Franzone ha compiuto un sopralluogo ai campi di allenamento dove erano in corso diversi provini di ragazzi per il settore giovanile sotto gli occhi di Sergio Mezzina, Fausto Vezzani e Giancarlo Corradini. Come sta andando la trattativa? Franzone va giù sicuro. «Sono ottimista». C’è un motivo particolare? «Credo sia nato un buon feeling fra Mike (Piazza) e Stefano (Compagni), che mi fa ben sperare». Quindi la strada è in discesa… «Non lo so, stanno facendo tutte le valutazioni i tecnici del nostro staff, poi riferiranno e si agirà di conseguenza». E’ questione di giorni? «Non so francamente rispondere a questa domanda, nel senso che quando ogni questione sarà verificata, si saprà – e solo a quel punto – se si procederà o meno con l’offerta d’acquisto. Quel che è certo è che non bisogna andare per le lunghe, perché dopo c’è da iniziare a lavorare». Ci risulta che Mike Piazza abbia contattato Kobe Bryant per sapere se anche lui abbia voglia investire in Italia ed in particolar modo a Reggio Emilia, dove ha vissuto quando papà Joe giocava nell’allora Cantine Riunite . E’ vero? «Credo che questa possa realmente essere avvenuto, Mike e Kobe si conoscono molto bene, giocavano entrambi a Los Angeles anche se due sport diversi». Avete ricevuto contatti da altre società di calcio? «Ci hanno avvicinato diversi club, in effetti». E’ vero che il Rimini vi ha offerto gratis la società? «Risponde al vero». Vi rivedrete presto con la Reggiana? «Non c’è il problema di calendarizzare incontri, io vivo a Milano, quando c’è bisogno prendo il treno sceldo alla Mediopadana e sono qua in un attimo». I tifosi della Reggiana seguono con interesse questa trattativa: provi a dare una percentuale di probabilità sulla riuscita… «Ripeto, personalmente sono ottimista, però questo è soltanto il mio pensiero».

Ore 16.40 – (Gazzetta di Mantova) Doppia seduta di allenamento ieri pomeriggio per i biancorossi, che hanno proseguito nella preparazione in vista del match di sabato alle 15. La sola nota negativa è lo stop, per un fastidio muscolare, al quale è stato costretto Falou Samb le cui condizioni verranno valutate nel pomeriggio odierno, alla ripresa delle sedute naturalmente a porte chiuse al Martelli. La preparazione prosegue domani e venerdì al mattino, nel primo pomeriggio la squadra raggiungerà Cuneo dove resterà in ritiro. Sul fronte societario Serafino Di Loreto (a destra) annuncia per «lunedì o mercoledì» un incontro a cui, stando al patron, dovrebbero partecipare gli imprenditori a cui fa riferimento Giovanni Meazza (a sinistra) e la cordata asiatica, rappresentati da un intermediatore di Roma. Da parte sua Meazza prova a frenare: «Penso sia presto per fissare un incontro, parlerò con Di Loreto e vedremo il da farsi». Le previsioni di tempistiche brevi rimangono confermate, per consentire alla società di provvedere alle imminenti scadenze.

Ore 16.10 – (Gazzetta di Mantova) Chi scrive ama il Mantova da mezzo secolo, ha visto passare una trentina di presidenti, gente indegna d’una bettola e gran signori, una cinquantina di allenatori, qualche tonnellata di giocatori, ha annaspato in Eccellenza a San Martino in Rio e si è sentito alla destra del Padre dopo il 4-2 al Torino. Però mai, col dovuto e meritato rispetto per tutti, ha notato che il cuore gli batteva come quando ieri dall’altra parte del telefono si è sentito rispondere «Ciaoooo Alberto, come stai? E il mio Mantova?». Ognuno la pensi come vuole, purchè non faccia come l’eretico Antonio Esposito che voleva cacciarlo senza averne titolo (e ci fermiamo qui, in ossequio a “san” Bruno Bompieri), ma ciò che rende unico Ivan Juric è la capacità di essere “uno di noi” come la Te gli cantava l’anno scorso e come lo Scida di Crotone lo ha osannato in questi mesi. Essere speciali è un privilegio, che il mister vive con la sua barbetta di tre giorni e gli occhi che disegnano lampi e traiettorie visibili solo a chi sa captarli con l’incanto della sincerità in un mondo di lupi famelici. Ivan Juric ha dominato la B ma è rimasto lo stesso dopo il ko contro la Giana, quando quasi demolì il tavolo della sala stampa stramaledicendo chi gli metteva i bastoni fra le ruote: caparbio all’inverosimile, in grado di cavare il sangue dalle rape, di riconoscere la professionalità di chi tribola al suo fianco. Le grandi platee stanno iniziando a conoscerlo ma ai mantovani, che hanno avuto in anteprima la possibilità di ammirarlo e di amarne tutti gli spigoli, rimane la sensazione incancellabile di un carattere speciale per franchezza, lucidità, determinazione e soprattutto attaccamento al suo lavoro. Juric siglerà un contratto di tre anni con il Genoa, serie A, però basta che il suo pensiero vada un istante alle centinaia di amici che ha lasciato da queste parti perché torni a respirare l’aria unica d’un anno senza pari. Le sue parole sono un ottimo ricostituente per un Mantova atteso all’appuntamento più importante dell’anno. Un appuntamento che anche il mister, al terzo giorno di festeggiamenti a Crotone, ha ricordato come solo lui, il suo vice Alberto Corradi e il buon Stjepan Ostojic potevano fare. La leggenda narra che i tre, tornati in camera alle 4 del mattino con la città in festa, abbiano chiuso la porta dell’albergo e senza nemmeno guardarsi negli occhi abbiano iniziato a cantare «Eehh, perchè tifo il Mantova…ooohhh…ooohhh». «È vero – dice il mister – non potevamo non cantare quell’inno, è parte della nostra vita e anche se ora siamo in A nel mio, nel nostro cuore un posto grande c’è per il Mantova. A Bompieri ho voluto dedicare la A perché è un grande uomo che ci ha lasciato lavorare quando volevano mandarci via. E alla gente di Mantova non possiamo io, Alberto e Stjepan non augurare la salvezza. Anzi, voglio dire che faremo il possibile per essere presenti sabato 28 contro il Cuneo, speriamo vada bene anche all’andata. Di sicuro verremo per la partita a favore di Sguaitzer, se saremo liberi da impegni verremo il giorno prima. Il Mantova è nel cuore, forza Mantova!».

Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «L’Arena è calda: dovremo arrivarci preparati e affrontare la sfida sapendo di poterla gestire nell’arco dei 180 minuti». Così Mauro Lovisa ieri a tuttomercatoweb.com, sito di riferimento delle operazioni di mercato a livello nazionale, ripreso localmente da tuttopordenone.com. Il ramarro è fra i giganti Foggia, Lecce e Pisa e ora anche i media nazionali cercano e chiamano il presidente neroverde. CI SIAMO PURE NOI – Re Mauro si rende conto di doversi confrontare con una realtà sconosciuta. Il suo Pordenone è ai massimi della storia neroverde. Le altre tre semifinaliste hanno conosciuto la serie A e anche se ora si trovano ai loro minimi (o quasi) restano piazze importanti e godono, almeno sulla carta, dei favori del pronostico. «Già -ammette Lovisa nella stessa intervista -, sia per ambiente che per potenzialità. I giocatori importanti amano le piazze calde e le grandi pressioni. Essere favoriti – aggiunge, esibendo tutta la sua baldanza – però può anche diventare uno svantaggio». RIPRESA – Ieri pomeriggio intanto, dopo il lunedì di riposo concesso da Bruno Tedino, Stefani e compagni hanno ripreso gli allenamenti in vista dellla sfida d’andata dei quarti dei playoff di domenica alle 15 a Pisa. Il successo (1-0) sulla Casertana ha ulteriormente galvanizzato il gruppo che, spezzata l’emozione dell’esordio nell’appendice, ora ha preso ancora più consapevolezza dei propri mezzi. La preparazione si svolge in campo e sui banchi di scuola, dove Tedino e il suo staff spiegheranno come giocano i nerazzurri di Gennaro “Ringhio” Gattuso. I ramarri si alleneranno tutti i pomeriggi (sempre con inizio alle 15, l’ora della sfida) sino a venerdì. Sabato invece seduta mattutina a porte chiuse. Domenica all’Arena Garibaldi li attenderanno in 10 mila. Non mancherà però il tifo neroverde, che raggiungerà lo stadio con i pullman messi a disposizione dal Pordenone o con mezzi propri: già una quarantina i biglietti acquistati. PRESENTAZIONE RIMANDATA – Non avrà luogo oggi (contrariamente a quanto ipotizzato da alcuni media patavini) la presentazione di Giorgio Zamuner quale nuovo direttore generale a Padova. Lo ha affermato ieri Roberto Bonetto. «Zamuner – ha opportunamente dichiarato a Tv7 Triveneta l’ad biancoscudato – sta facendo i playoff con il Pordenone, quindi al momento più zitti si sta e meglio è, anche perchè nei prossimi giorni dobbiamo incontrare altri due profili». Rinviato pure ogni discorso sulla panchina biancoscudata. «Non è detto – ha affermato ancora Bonetto – che non sia ancora Pillon l’allenatore del Padova: qui ha fatto bene. Sarà il direttore sportivo, una volta scelto, a parlare con lui e a decidere se fa al caso nostro».

Ore 15.20 – (Messaggero Veneto) Non sarà un’invasione, ma ci sarà un bel seguito di pordenonesi a Pisa. Già una sessantina di persone, infatti, nel primo giorno utile ha prenotato il posto sui pullman messi a disposizione gratuitamente da parte della società, acquistato dunque il biglietto per essere all’Arena Garibaldi domenica, alle 15, quando andrà in scena la gara d’andata della semifinale playoff di Lega Pro. Il club neroverde al momento prevede 200 cuori neroverdi al seguito del gruppo di Tedino: un gruppo che proverà a contrastare l’urlo della curva di casa: impossibile farcela, però, perché in 20 minuti sono già stati esauriti i ticket per la Nord. La prevendita dei biglietti, come si è evinto, è partita ieri. I rivenditori autorizzati sono il bar Libertà e il caffè Nogaredo, oltre al circuito on line www.bookingshow.it. I prezzi vanno dai 10 euro della curva Sud (mille i posti disponibili) sino ai 30 della tribuna superiore. Nel mezzo la gradinata (16 euro) e la tribuna inferiore (20 euro). Al costo vanno aggiunti 1,5 euro per i diritti di prevendita. Aspetto fondamentale: per i residenti in Friuli Venezia Giulia è necessaria la Supporter card, ma il Pisa aderisce al programma “Porta un amico allo stadio”, con cui il possessore della tessera del tifoso può portare con sé una persona sprovvista di tale documento. Per quanto riguarda i ticket della gara del ritorno, secondo indiscrezioni la prevendita dovrebbe partire domani o al più tardi venerdì. Una decisione – quella di anticipare l’apertura della prevendita – che per certi versi sembra necessaria: la richiesta per i tagliandi del match del 29 maggio è già altissima e si prevede una vera e propria corsa per accaparrarsi i 1500 ingressi a disposizione della tifoseria locale. Già molta gente, infatti, non ha potuto esserci alla gara con la Casertana: il ritorno della semifinale richiamerà ancora più pubblico. Intanto ieri la squadra ha ripreso ad allenarsi al De Marchi. Presenti tutti eccetto Filippini e Martignago, out per entrambe le gare col Pisa. Tedino ha continuato col suo solito lavoro, basato soprattutto sull’intensità. Oggi il gruppo torna in campo alle 15 per la consueta seduta pomeridiana. Sul fronte Pisa si sono allenati tutti e ieri è riuscito l’intervento chirurgico al ginocchio destro a cui si è sottoposto capitan Polverini.

Ore 15.00 – (Messaggero Veneto) Ci sono altri tre doppi ex di Pisa e Pordenone, Francesco Finocchio, Daniele Chiarini e Bepi Pillon. Il primo lo conoscono tutti: attaccante, classe ’92, ancora di proprietà del Pordenone, militava nelle fila dei nerazzurri la scorsa stagione. Per lui 26 presenze e tre reti prima del passaggio tra i neroverdi nell’estate del 2015. Chiarini, difensore, classe ’79, ha militato nel Pisa nel 2006-2007 ed è stato uno dei tanti giocatori ingaggiati dal Pordenone da parte della cordata Ferrigno-Sallusti nell’estate del 2011: per lui 4 presenze in neroverde. Pillon è stato giocatore del Pordenone nel 1981-1982 e tecnico del Pisa la scorsa stagione. Ex in casa neroverde sono invece Mandorlini e Strizzolo. Il centrocampista ha giocato coi toscani la scorsa stagione, il centravanti dal 2011 sino a gennaio 2013.

Ore 14.40 – (Messaggero Veneto) Nel Pordenone – il club della sua città – ci ha giocato da giovanissimo (a 17 anni, nel 2001-2002) e con i colori neroverdi ha vinto il campionato di serie D. A Pisa è stato due anni, dal gennaio 2007 a giugno 2009: coi toscani ha vinto proprio i playoff di C1, nel giugno 2007, battendo in finale il Monza. In più, Giorgio Zamuner, consulente di mercato dei ramarri, è stato il suo procuratore sino all’anno scorso. Non c’è miglior giocatore per presentare Pisa-Pordenone di Trevor Trevisan, difensore classe ’83 e portacolori attualmente della Salernitana in B. Il centrale, figlio d’arte (suo papà Angelo ha giocato nel Genoa), dispensa consigli al gruppo di Tedino: «Il fattore campo per il Pisa è determinante: nel loro stadio non bisogna subire gol, o comunque non perdere». Trevisan, l’Arena Garibaldi è proprio una bolgia come la descrivono? «Racconto solo un aneddoto: col Monza, nella finale play-off vinta, c’erano circa 20 mila persone. Dopo la partita hanno dovuto aprire i cancelli per lasciare entrare i tifosi. Prima della gara tra di noi c’eravamo detti: “Oggi si va in B”. C’è un calore infinito. Se il pubblico è dalla tua parte, giochi in 13, neanche in 12». Quel Pisa, allenato da Gianpiero Ventura, giocava un calcio sublime. «Grande squadra e grande gruppo. Salimmo in B spinti da una curva fantastica. Tuttavia il pubblico può essere un’arma a favore ma anche a sfavore: se non “decolli” inizia a creare problemi. Se il Pordenone, per fare un esempio, passa in vantaggio, può succedere di tutto. Ripeto: determinante sarà incassare meno gol possibile, per poi giocarsela al Bottecchia. L’importante è non perdere, ma uscire con una sconfitta per 1-0 può comunque essere visto in modo non del tutto negativo. Poi a Pordenone puoi portare la gara dalla tua». A chi deve stare attento il gruppo di Tedino? «Il Pisa è una squadra fortissima: non bisogna prestarsi troppo agli uno contro uno, perché ci sono molti giocatori in grado di trovare una soluzione da soli. Penso a Mannini, ma io direi di stare attenti a Ciani ed Eusepi: ho giocato assieme a entrambi. Il primo è un centravanti forte fisicamente, Umberto invece è una punta che corre molto e attacca gli spazi. Servirà una grande prova difensiva». Il Pordenone come lo vede? «Bene. Non pensavo arrivasse così in alto però, anche se ero sicuro delle qualità di Zamuner nel costruire la squadra: è molto competente e soprattutto molto attento ai rapporti umani. Dove può arrivare? Ai playoff può succedere di tutto…». E se i “ramarri” salissero in B? Farebbe un pensiero al Pordenone? «Nel calcio non si sa mai. Ma per ora ho in testa solo la Salernitana e l’ultima gara di campionato col Como».

Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Venezia al lavoro da ieri pomeriggio in vista della trasferta di domenica a Piacenza. Morale non proprio al top dopo la sconfitta casalinga per 4-3 con il Bellinzago, scivolone che ha compromesso le chance di superare il primo turno della poule scudetto. Ora gli arancioneroverdi dovranno giocoforza sbancare il Garilli, altrimenti tutto sarà vano. Il tecnico Favarin, data la squalifica di Acquadro, potrebbe riproporre la coppia senior in regia a centrocampo affiancando Marcolini a Calzi, con conseguente inserimento in avanti del baby Chicchiarelli a discapito di uno tra Volpicelli e Fabiano. In difesa probabile rientro di Modolo, mentre ieri non si sono allenati Taddia e Busatto. In serata il dg Dante Scibilia ha ricevuto al Tennis Club Mestre una targa quale plauso del circolo per la promozione della squadra in Lega Pro. Intanto il Piacenza ha comunicato i prezzi dei biglietti: tribuna centrale 20 euro, numerata 15, libera 10, distinti 5, curva ospiti 8 (under 18 un euro, tranne curva ospiti, under 12 gratis). La Curva Sud organizzerà un pullman: partenza alle 11.30 dal Tronchetto (People Mover) e alle 12 da piazza Barche a Mestre (info al 340/4675054).

Ore 13.50 – (La Nuova Venezia) Spettacolare, coinvolgente, emozionante: la festa finale del Progetto Scuola del Venezia Football Club è stata baciata dal sole e dal chiasso costante e divertito di oltre settecento bambini di 35 classi delle sette scuole primarie coinvolte (Virgilio, Baracca, Da Vinci, Tintoretto, Goretti, Pellico e Battisti). Appuntamento al Taliercio, studenti e insegnanti portati in via Vendramin dai pullman dell’Actv, tanti giochi nella prima parte, seguiti con attenzione dagli allenatori e dagli istruttori del Venezia Fc e della Venezia Soccer Academy, coccolati da tanti giocatori della prima squadra (Calzi, Serafini, Fabiano, Gualdi, Modolo, Ferrante, Cangemi, Luciani, Acquadro, Busatto, Volpicelli e Carbonaro), che si sono divertiti in mezzo ai gruppi colorati. Un arcobaleno sui tre campi del Taliercio, poi la colazione, e gran finale nel campo in erba sintetica con ragazzi e ragazze a passare in mezzo al corridoio realizzato da allenatori e giocatori. Tutti seduti a terra, mentre la musica saliva al cielo, poi improvvisamente la ola con Francesco Beltramelli, coordinato del Progetto Scuola del Venezia Fc insieme a Riccardo Bovo, microfono in mano a stimolare la fantasia dei ragazzi. «Sono stati mesi intensi» ha sottolineato, «siamo partiti lo scorso anno riempiendo un campo, poi due, in questa edizione siamo saliti a tre. Mi auguro che il prossimo anno si riesca a riempirli tutti». Il saluto della società è stato portato dal direttore generale Dante Scibilia. «Bellissimo vedere così tanti bambini, che hanno compiuto un percorso insieme a noi, mi auguro che si sia riusciti a trasmettere qualcosa di importante. Questi bambini hanno invece portato tanta gioia e scatenato tante emozioni». Chiusura con Mattia Collauto, responsabile del settore giovanile. «Davanti a tutti questi ragazzi, non posso non emozionarmi» parole dell’ex capitano del Venezia, «crediamo di aver dato qualcosina alla loro crescita». Campo. Ripresa al Taliercio in vista della trasferta a Piacenza: si sono allenati a parte Taddia, Busatto e Acquadro, che domenica non potrà giocare in quanto squalificato. A volte ritornano. A sette anni di distanza dal fallimento del 2009, la Procura Federale ha deferito i fratelli Poletti, all’epoca presidente e vice della Ss Calcio Venezia, gli ex giocatori Cardinale e Laurito, l’ex allenatore Stefano Cuoghi, oltre a Vittorio Fioretti e il procuratore Nicola Salerno.

Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Ottenuta sabato scorso a Latina la permanenza in serie B, il primo passo per la costruzione del nuovo Vicenza è senza dubbio quello che riguarda la conferma del tecnico Franco Lerda. L’ex allenatore di Torino e Lecce ha centrato un’impresa molto difficile, salvando la squadra biancorossa da una retrocessione che due mesi fa sembrava dietro l’angolo. «Salvarsi è stata un’impresa complicata ma altrettanto importante — ha spiegato nei giorni scorsi il ds Antonio Tesoro — dopo la sconfitta subita al Menti con il Cagliari la strada era tutta in ripida salita, considerate anche le condizioni del gruppo menomato da infortunati e da una condizione psicofisica precaria. La partita chiave è stata quella di Ascoli, una vittoria ottenuta in dieci per oltre un’ora: da lì è iniziata la rimonta grazie ad un gruppo unito e compatto che ha ritrovato partita dopo partita la convinzione dimostrando di formare uno spogliatoio forte». La salvezza però è già archiviata, urge pensare alla prossima stagione. «Entro una decina di giorni ci sarà il passaggio societario che darà inizio ad un nuovo progetto — precisa Tesoro, che ha potuto contare sul rinnovo automatico in caso di salvezza — ed è normale che partiremo dall’allenatore: la nostra idea che è quella di confermare Lerda, di cui siamo molto soddisfatti. Ci siamo già confrontati e al termine ci siamo dati un altro appuntamento prima del week end». Tesoro ha comunque già iniziato a lavorare su più fronti con grande lena, valutando al momento le opportunità che il mercato offre relativamente a giovani di prospettiva come per esempio quel Iacopo Cernigoi , centravanti della Virtus Vecomp che è ad un passo dal vestire il biancorosso, oppure a giocatori che si sono messi in luce in Lega Pro nell’ultimo campionato. Uno di questi è Matteo Di Piazza , attaccante dell’Akragas di cui il direttore sportivo del Vicenza ha parlato nei giorni scorsi con il procuratore Giovanni Tateo. In attacco, dove tornerà dal prestito alla Lucchese Piergiuseppe Maritato (che però sembra non rientrare nei piani tecnici del nuovo Vicenza), si sta valutando la posizione di Giulio Ebagua che è in scadenza a giugno e quindi potrà accasarsi dove riterrà più opportuno. L’attaccante potrebbe però anche decidere di rimanere a fronte di una offerta ritenuta interessante e la società berica sta lavorando in quest’ottica anche su precisa indicazione di Lerda, che di Ebagua ha grande considerazione. Continua ad avere invece discreto mercato Filip Raicevic che ha estimatori in Germania e piace al Cagliari; in netto calo invece l’interesse del Napoli per l’attaccante montenegrino, dopo che la società partenopea era stata vicina al suo acquisto già a gennaio. E’ molto richiesto Cristian Galano autore di un ottimo finale di campionato, e hanno discreto mercato anche i difensori di fascia D’Elia e Sampirisi con il Chievo che, dopo aver acquistato a gennaio Cinelli, potrebbe chiudere anche per il mediano Urso . In questi giorni Tesoro sta lavorando con Bruno Carpeggiani, procuratore del difensore centrale Daniel Adejo , per verificare la possibilità che l’ex reggino resti ancora a Vicenza. Trattativa complicata perché Adejo ha buon mercato e non disdegnerebbe una soluzione all’estero; in alternativa il direttore sportivo del Vicenza ha sondato la disponibilità del jolly difensivo del Padova Marcus Plinio Diniz , che Tesoro conosce bene per averlo avuto alle dipendenze a Lecce.

Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Pasquale Luiso sulla panchina della Primavera? L’indiscrezione, che avevamo già riportato una decina di giorni fa, pur senza avere ancora i crismi della certezza e dell’ufficialità sembra farsi strada con decisione. Il “Toro di Sora”, quindi, potrebbe essere l’ennesimo ex giocatore del Vicenza ad accomodarsi sulla panchina più importante delle giovanili, come già accaduto prima di lui negli ultimi quindici anni ai vari Mimmo Di Carlo, Fabio Vivani, Massimo Beghetto e Daniele Fortunato.Sembra dunque che si siano creati unità di vedute e il giusto feeling tra l’ex centravanti e i futuri vertici di via Schio: segnali incoraggianti in questo senso, del resto, si erano già avuti lo scorso 19 marzo, quando in occasione di Vicenza-Cagliari Luiso era stato ospite d’onore al Menti, con tanto di giro di campo prima della partita. E sarà proprio il campo, adesso, a decretare il valore del Luiso allenatore, se in effetti toccherà a lui raccogliere il testimone da Fortunato. I tifosi per ora lo conoscono e apprezzano per il suo passato da bomber: in biancorosso conquistò la semifinale di Coppa delle Coppe 1998 come capocannoniere della manifestazione (8 reti) e fu tra gli artefici dell’ultima promozione in serie A del Lane (2000, 13 gol). Inevitabilmente più scarno il curriculum da allenatore, che lo ha visto debuttare nel 2010 alla guida del “suo” Sora in Eccellenza (salvezza e promozione in D nel campionato successivo), per poi vivere due stagioni poco fortunate in serie D come tecnico del Sulmona e del Celano. Non è detto che a collaborare con lui nel settore giovanile del Vicenza Luiso trovi ancora Massimo Margiotta, altro ex cannoniere che potrebbe chiudere con questa stagione la sua esperienza come responsabile dell’attività agonistica dei ragazzi biancorossi. E sempre parlando di ex attaccanti, magari qualche giovane di talento potrà arrivare alla Primavera anche grazie alla collaborazione con Fabrizio Miccoli, già giocatore-bandiera nel Lecce con Antonio Tesoro e ora responsabile di una scuola calcio dalla quale il ds biancorosso conta di poter “pescare” qualche ragazzo promettente. Se son bomber, segneranno…

Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) Il campionato del Vicenza si era aperto nel segno di Stefano Giacomelli, autore del gol-vittoria su rigore alla prima di campionato a Modena; a tirare le somme, i tre punti decisivi per la salvezza sono arrivati ancora da lui, grazie alla rete del 2-1 sull’Entella. Il lieto fine, per un umbro doc nato a Spoleto e folignese d’adozione, sarebbe quello di poter festeggiare davanti al pubblico del Menti affrontando il Perugia in una sorta di derby personale. Tutto dipende però da quella maledetta caviglia destra, tormento assillante ormai da molto tempo, che lo ha costretto a saltare la settimana scorsa l’ultima trasferta a Latina.Giacomelli, come sta? La caviglia le consentirà di salutare i tifosi venerdì sera?Ci spero proprio. Dopo una settimana di riposo, il dolore è molto diminuito e ho dato la mia disponibilità. Deciderà il tecnico se farmi giocare dall’inizio o solo nel finale, come purtroppo ormai è diventata mia abitudine, ma ci terrei molto a chiudere con un’altra presenza al Menti questo campionato.Contro il Perugia, all’andata, proprio lei aveva segnato alla fine un gol bello e decisivo.Per me è una partita sempre particolare per centomila motivi, prima di tutto proprio perché sono umbro. A Perugia è finita benissimo, meglio di così non poteva andare, ma adesso sarà bello affrontare questo incontro con molta più serenità, a salvezza finalmente acquisita.È arrivata una salvezza che ad un certo punto sembrava molto difficile…Sì, ma noi ci abbiamo sempre creduto, e posso dire con certezza che è stata meritata, ottenuta dando tutto quello che avevamo. Certo, eravamo partiti con altre speranze, magari sapendo di non poter ripetere lo straordinario ultimo campionato ma convinti di poter dire la nostra. Peccato esserci ritrovati sul fondo della classifica; a quel punto riuscire a risollevarci come abbiamo fatto nelle ultime dieci partite è stato un mezzo miracolo e ne dobbiamo essere orgogliosi. Anche a livello personale è stata una stagione molto intensa. Se dovesse scegliere il ricordo più bello? Sicuramente il gol con l’Entella: venivo da due mesi del cavolo, con questa caviglia che non mi dava tregua, non vedevo via d’uscita. Poter esultare alla fine sotto la curva sud è stata una vera liberazione, non sono riuscito a contenere le lacrime: è stata una delle più grandi emozioni nella mia carriera.E quello che vorrebbe cancellare, invece?I due rigori sbagliati, e ovviamente questo infortunio alla caviglia. Quest’estate ci lavorerò a fondo, con riposo, terapie ed esercizi mirati, perché voglio arrivare al prossimo campionato pronto e senza più problemi.Il pubblico del Menti per lei si scalda: spesso la applaude, a volte la fischia. Le pesano queste “attenzioni particolari”?No, le prendo come attestati di stima nei miei confronti: i tifosi si aspettano molto da me perché credono che possa essere un giocatore importante, quindi è giusto che io mi assuma questa responsabilità. Certo, i fischi non piacciono a nessuno, ma vanno accettati come stimolo; e quando l’intero stadio ti applaude è una soddisfazione impagabile…Lei ha avuto un ottimo rapporto sia con Marino, sia con Lerda. In che cosa si assomigliano e in che cosa sono diversi?Direi che fondamentalmente sono due allenatori molto diversi. Io sarò sempre grato a Marino perché grazie a lui, in un anno e mezzo, ho imparato e sono cresciuto molto. Lerda ha avuto però grandi meriti: è arrivato in punta di piedi, con tanta voglia di riscatto anche personale, ci ha dato le indicazioni giuste per affrontare al meglio questo finale, e i risultati dimostrano quanto abbia lavorato bene in una situazione difficile. Merita davvero molti complimenti.L’estate scorsa i tifosi hanno trepidato per la sua conferma. Si aspetta di vivere mesi agitati di qui a poco?Quello del calciomercato è sempre un periodo strano, ci sono voci che si rincorrono e inevitabilmente sarà ancora così. Io credo di aver dimostrato con i fatti quanto ci tengo alla maglia del Vicenza: non so quello che succederà, ma non sarò certo io a chiedere di andarmene, perché ormai mi sento biancorosso.

Ore 12.10 – (Gazzettino) Penultimo atto della stagione. Il Cittadella questa sera sarà di scena a Benevento per la sua prima partita di Supercoppa, il trofeo che incoronerà la migliore formazione della Lega Pro fra le tre vincenti dei rispettivi gironi. Dopo il secco 4-1 rimediato a Ferrara, la compagine campana è praticamente fuori dai giochi, ma il tecnico Roberto Venturato non si aspetta certo una gara in discesa: «Che potesse vincere la Spal si poteva prevedere, in fondo ha meritato il successo, ma non pensavo con un risultato di tale proporzione. Mi sembra anche esagerato il 4-1. Il Benevento davanti ai propri tifosi vorrà perciò rifarsi e dimostrare di non essere la squadra vista a Ferrara, anche per salutare il suo pubbico nel modo migliore». Il tecnico granatao teme soprattutto l’attacco dei campani: «Davanti sono molto bravi, ci sono elementi di spicco. Sarà una partita aperta». Giocando l’ultima gara in casa, domenica sera contro la Spal, potrebbe andare bene anche un pareggio a Benevento? «Quando si giocano partite di questo genere, anche il pari può risultare utile, ma il nostro atteggiamento sarà quello della squadra che scenderà in campo per vincere. Poi vedremo come andrà la partita». Il Cittadella ha vinto il campionato oramai da un mese, poi è regnato un clima festoso. Come arrivano i granata a queste due sfide? «La promozione è stata giustamente celebrata, rappresentando un traguardo prestigioso e importante. Nell’ultima settimana ci siamo ricompattati, sotto tutti i punti di vista. Nell’atteggiamento e nel lavoro quotidiano. Abbiamo voglia di provarci, restano due partite per suggellare una splendida stagione, cercheremo di portare a casa la Supercoppa. Certo, di fronte troveremo due avversari tosti e forti, che hanno vinto i propri gironi. Squadre di questo livello richiedono massima concentrazione e una prova di altissimo spessore da parte nostra». Due gare da affrontare in cinque giorni: le scelte di Venturato terranno conto dei due impegni ravvicinati? «C’è anche la trasferta da mettere nel computo, ma non ci creeremo alibi: giocheremo a Benevento al massimo delle nostre possibilità, poi faremo le opportune valutazioni». Ecco allora che allo stadio “Ciro Vigorito” scenderà in campo il migliore Cittadella: formazione fatta in difesa (dove mancherà Nava per un affaticamento all’adduttore) e in attacco, orfano di Bizzotto che ha concluso l’annata in anticipo per una lesione del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro. I punti interrogativi sono in mezzo al campo, con Schenetti, Paolucci, Lora e Zaccagni che si contenderanno due maglie accanto a capitan Iori.

Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Adesso si rifà sul serio. Occorre scordarsi per qualche giorno la promozione conquistata matematicamente giusto un mese fa e ritrovare lo spirito che ha animato tutta la stagione. Il Cittadella ha un altro trofeo da giocarsi, la SuperCoppa di Lega Pro, con la prima partita in programma stasera allo stadio Vigorito di Benevento. Una trasferta organizzata per forza di cose in fretta, dato che soltanto domenica, dopo il 4-1 incassato dai campani a Ferrara contro la Spal, capitan Iori & C. hanno saputo che il loro esordio sarebbe stato sul campo dei giallorossi. E così, ieri mattina, niente seduta di rifinitura per la truppa e partenza dalla stazione di Padova, a bordo di un Freccia Rossa, destinazione Napoli, con il desiderio di provare a cancellare l’amarezza lasciata dall’ultima trasferta al Sud: il k.o. subìto a Foggia nella finale d’andata di Coppa Italia. «Mi chiedo perché la Lega abbia scelto di adottare questa formula e non abbia fissato in altro modo le date: ha complicato la vita a tutti. Per quanto ci riguarda, giocare in quattro giorni due partite così importanti, e con tanti chilometri da fare, non ci agevola. Detto questo, non voglio dare spazio ad alcun tipo di alibi», sottolinea Roberto Venturato, che rientrerà con i suoi uomini domani, ancora in treno. Il Citta si presenta all’appuntamento dopo un mese in cui ha allentato la tensione. Teme che ora sia difficile tornare con la testa al clima agonistico? «Dopo un’annata strepitosa i festeggiamenti erano doverosi, ma nell’ultima settimana ho visto il gruppo ricompattarsi e recuperare il giusto atteggiamento. Affronteremo due avversarie molto forti, che hanno dimostrato di essere le migliori nei rispettivi gironi. La voglia di provarci c’è». Si aspettava la netta affermazione della Spal nella prima partita? «Credo che quel risultato sia esagerato. La squadra di Semplici ha sicuramente meritato di vincere, ma non con un margine così ampio: all’inizio del secondo tempo ha incassato il gol del pareggio ed è stata anche aiutata dalla traversa, prima di allungare nell’ultima parte della gara». Diciamo che a Ferrara non si è visto il Benevento solido (solo 21 reti incassate a fronte delle 51 realizzate da Mazzeo e compagni) ammirato nel corso del campionato… «Ma contro di noi giocherà l’ultima gara della stagione davanti ai propri sostenitori e ovviamente vorrà far bene. Ha qualità, soprattutto in fase offensiva. Per provare a riaprire il triangolare ha l’obbligo di vincere, ma anche noi ci teniamo a farlo. Credo che le due squadre si affronteranno a viso aperto». A ben guardare, in ottica granata, tra una vittoria esterna e un pareggio cambierebbe poco: una “X” consentirebbe comunque di giocarsi il trofeo nell’ultimo match con la Spal, senza badare alla differenza-reti. «Il pareggio potrebbe essere utile, ma noi proveremo a dire la nostra. In queste partite, quasi da dentro o fuori, in genere non si fanno calcoli. Poi è chiaro che nel secondo tempo valuteremo come si metterà l’incontro». Il Cittadella si presenta all’appuntamento senza Bobb, Bizzotto, Nava e Bonazzoli, con la speranza di poter recuperare gli ultimi due per la gara di domenica sera (al Tombolato, ore 20.45) con la Spal (da ieri i biglietti sono in vendita su TicketOne e in sede). A seguirlo in Campania una decina di eroici tifosi, pronti a mettersi in viaggio in pullmino.

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Dopo l’allenamento di ieri pomeriggio, Gaetano Auteri, tecnico del Benevento, ha diramato la lista dei convocati: sono 19 i giallorossi da utilizzare, tre dei quali provenienti dal settore giovanile, e cioè Petrone, Fusco e Crudo. La lista degli assenti è corposa: dagli infortunati Campagnacci, Cissè e Melara al lungodegente Raimondi, allo squalificato De Falco. Candidato al rientro Mazzarani. Per i campani è particolarmente grave l’assenza del centrocampista De Falco e così dicasi per mister Auteri, entrambi squalificati per tre giornate per le offese rivolte alla terna arbitrale dopo la partita persa domenica a Ferrara (4-1). Auteri sarà sostituito in panchina dal vice Loreno Cassia.

Ore 11.10 – (Corriere del Veneto) Si gioca alle 21.15, orario a dir poco inconsueto. E non sarà una partita banale perché, dopo il 4-1 della Spal al Benevento, al Cittadella potrebbe bastare un pari per avere la certezza di poter alzare la Supercoppa domenica al Tombolato battendo la Spal. Un giro di valzer neppure troppo complicato, che tuttavia aggiunge pepe e un pizzico di adrenalina in più per la partita in programma stasera al Vigorito. Gaetano Auteri, che ha centrato una storica promozione di fronte a 16mila spettatori alla guida del Benevento, non avrà soltanto De Falco, squalificato per tre turni dopo la partita di Ferrara. E lui stesso non sarà in panchina per lo stesso motivo, tutti elementi, questi, che potrebbero avere il proprio peso specifico importante all’interno dei 90 minuti. Roberto Venturato, nel contempo, ha le idee chiare. Non potrà contare su Bizzotto, Bobb, Bonazzoli e Nava e schiererà la miglior formazione possibile. Paolucci dovrebbe spuntarla su Zaccagni, davanti Litteri ha recuperato e sarà al centro dell’attacco. «Il risultato di Spal-Benevento onestamente mi ha sorpreso nelle proporzioni — ammette Venturato prima della partenza per la Campania — e non certo per il fatto che la Spal abbia vinto. In questa finale di Supercoppa sono di fronte le tre squadre migliori della Lega Pro. Il 4-1 mi è sembrato un po’ esagerato, non mi aspettavo un tale passivo. Il Benevento giocherà l’ultima partita davanti ai propri tifosi e giocherà per vincere, come noi». Il turnover, se ci sarà, riguarderà la seconda partita, quella con la Spal: «Giochiamo due volte in quattro giorni — evidenzia l’allenatore granata — con una lunga trasferta da affrontare. È un aspetto importante e da tenere in considerazione, bisognerà valutare tutto e poi tirare le somme. Un pari potrebbe anche andarci bene, chiaro che noi andremo per vincere, ma se a un quarto d’ora dalla fine magari si crea una determinata situazione…».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Oltre a conoscerne per filo e per segno le metodologie nel lavoro quotidiano, Zamuner ne apprezza la preparazione e la capacità nel sapere fare giocare la squadra, nonché la sua bravura nel fare crescere i giovani (prima di Pordenone allenava la nazionale under 18). Insomma, il profilo ideale, ma c’è un inghippo di non poco conto: Tedino ha rinnovato di recente per altri due anni il contratto con il club friulano e, stando alle recenti dichiarazioni di Lovisa, difficilmente sarà liberato. Di sicuro il tentativo sarà fatto, ma se la situazione non dovesse sbloccarsi in tempi ragionevoli, ecco che si virerebbe su qualche altro profilo. E tra i nomi più spendibili ci potrebbero essere Sottili (Bassano), Asta (ex Lecce) e D’Aversa (ex Lanciano), mentre appare fuori portata De Zerbi (Foggia), anche se Zamuner lo conosce bene essendone stato il procuratore quando giocava.

Ore 10.30 – (Gazzettino) I friulani, però, sono ancora in corsa per la promozione in serie B essendo approdati alla semifinale play off (andata e ritorno) con il Pisa: se Lovisa chiederà a Zamuner di vivere fino in fondo l’esperienza negli spareggi, la fumata bianca ufficiale al Padova tarderà almeno di un paio di settimane. Al contrario i tempi si accorcerebbero di molto. Tornando agli affari biancoscudati, altra questione da risolvere è quella relativa all’allenatore. E con l’arrivo di Zamuner, che avrà massima liberta nella scelta, le quotazioni di Bepi Pillon sembrano essere ridotte all’osso. Il tecnico di Preganziol incontrerà a stretto giro di posta lo stato maggiore del club, e avrà modo di fare una chiacchierata anche con il nuovo responsabile dell’area tecnica. Difficilmente però, dicevamo, il suo contratto sarà rinnovato. Nessuno mette in dubbio l’ottimo lavoro svolto in poco più di un girone tanto da risalire la classifica dalle zone basse fino ai margini dei play off, ma il 4-4-2 non sarebbe il modulo preferito di Zamuner, che ha idee chiare sul come dovrà giocare il Padova: una squadra propositiva, capace di andare al tiro con facilità. Ecco allora che in cima alla sua lista ci sarebbe Bruno Tedino, insieme al quale ha costruito il “miracolo” Pordenone.

Ore 10.20 – (Gazzettino) Si avvicina l’ora di Giorgio Zamuner. Ieri è stato compiuto un ulteriore passo avanti nell’iter che porterà alla sua investitura come direttore generale con delega per l’area tecnica biancoscudata, dato che ha incontrato tutti gli azionisti della società. Dopo avere già avuto modo di conoscere nei giorni scorsi il presidente Giuseppe Bergamin e l’amministratore delegato Roberto Bonetto, è stata l’occasione per una sorta di presentazione agli altri soci, vale a dire Moreno Beccaro, Massimo Poliero e Giampaolo Salot. Se ormai è scontato che sarà lui il prescelto, per l’ufficializzazione bisognerà attendere ancora un po’. Nelle prossime ore Zamuner dovrebbe comunicare al presidente Mauro Lovisa del Pordenone di avere fatto la sua scelta, ossia sposare la causa biancoscudata trattandosi di un’opportunità irrinunciabile per la crescita professionale.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Ancora: «Mio figlio Edoardo mi ha convinto ad investire sul Padova, lui è il vicepresidente e lui è il responsabile del marketing, ma posso assicurarvi che non sarà mai il direttore sportivo». Se ipotizzare che potrebbe far parte di una commissione tecnica che si occuperà di affiancare il d.g. o consulente di mercato (come lo si voglia qualificare) nella definizione degli acquisti è attribuirgli automaticamente l’etichetta di ds, questo lo deduce esclusivamente l’a.d., noi non abbiamo mai scritto che Bonetto jr farà il diesse. Piuttosto, alla domanda sull’obiettivo per la prossima stagione, Bonetto ha ribadito: «La Serie B? Vogliamo fare un campionato ancora migliore di quello appena concluso. Il budget sarà in linea di massima pari a quello di quest’anno, vogliamo fare il grande salto per dare una grande gioia a questa città, che se lo meriterebbe». Promesse importanti, aspettiamo i fatti.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) La realtà è che le possibilità che il tecnico di Preganziol rimanga sulla panchina biancoscudata si sono sensibilmente ridotte, specie dopo l’addio a De Poli. Se Zamuner, che potrebbe essere presente al summit (in questo momento è ovviamente concentrato sulla semifinale playoff del Pordenone con il Pisa e la sua operatività, per forza di cose, è limitata), riuscirà a convincere Pillon a cambiare idea, tanto meglio, ma il probabile “no” non sarebbe legato ad altre offerte, perché il mister correttamente ha sin qui dato la priorità dei colloqui al Padova. Tornando a Bonetto, e al suo intervento in tv, al di là degli attacchi al “mattino” e al sottoscritto, ha spiegato così il motivo per cui si è giunti al cambio anche del ds: «De Poli? Non si può sempre dire tutto, ci sono cose che solo chi è dentro alla società può sapere… C’erano delle visioni diverse nell’organizzare un certo tipo di lavoro».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) In attesa dell’ufficializzazione dell’ingresso dell’agente di San Donà nell’organigramma societario di viale Rocco, e lì capiremo quale sarà effettivamente il suo ruolo (la soluzione più probabile è quella di affidargli la carica di direttore generale, con delega del Cda per la gestione sportiva, e allora sarebbe necessario un direttore sportivo che lo affianchi, ma in casa ci sono già Simone Tognon e il segretario Fabio Pagliani che hanno il patentino), restiamo alla stretta attualità. Oggi l’allenatore Bepi Pillon, salvo cambiamenti dell’ultima ora, incontrerà nuovamente la proprietà, ovvero il patron Bepi Bergamin e l’a.d. Roberto Bonetto, e dovrà dare loro una risposta sulla proposta di rinnovo del contratto per guidare il Padova anche nella stagione 2016/17. La nostra, personalissima sensazione è che declinerà l’offerta. Lunedì sera, a Tv 7 Triveneta, ospite di Giorgio Borile, Bonetto sull’argomento è stato piuttosto evasivo: «Pillon ha fatto bene, ma sarà il direttore sportivo, una volta scelto, a parlare con lui e a decidere se fa al caso nostro. Non è detto che non sia ancora lui il prossimo allenatore del Padova, anche se poi bisogna vedere se vuole rimanere perché magari ha altre offerte».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Al Padova hanno inaugurato un nuovo modo di comunicare: ad personam. Se scrivi le cose che stanno bene alla proprietà, allora è tutto ok, altrimenti bocche cucite con chi osa mettere in discussione versioni concordate in relazione alle ultime vicende o muovere critiche perché, ad esempio, si è trovata l’intesa per la sostituzione di Fabrizio De Poli, messo alla porta, senza tanti “se” nè “ma”, nonostante un contratto in scadenza a giugno 2017, con Giorgio Zamuner, attuale consulente di mercato del Pordenone, ma non iscritto all’Associazione dei direttori sportivi in quanto è (ancora) un procuratore. Nessun problema per quanto ci riguarda, ognuno si comporta come crede.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Il piano alternativo, in caso di diniego di Lovisa, al momento non è chiaro, ma non sembra esserci spazio nel futuro del Padova per Giuseppe Pillon. Il tecnico trevigiano, reduce da un ottimo campionato alla guida dei biancoscudati nel quale ha conquistato 39 punti in 21 partite, viaggia spedito verso l’addio, anche se nei piani del duo Bergamin e Bonetto vedrà in ogni caso Zamuner. Pillon ha una richiesta arrivata nei giorni scorsi dalla B (il campionato finisce venerdì) e presto si muoverà, mentre Zamuner valuterà anche le alternative, con i profili di Mario Petrone, Oscar Brevi e Antonino Asta al momento fra i più plausibili in caso di fumata nera per Tedino. Fermo restando che tutte le scelte spetteranno al momento opportuno a Zamuner, il mercato del Padova non è fermo e si sta già lavorando per i rinnovi di De Risio e Neto Pereira e per le prime operazioni in entrata. Nel frattempo, per quanto riguarda la società, vanno registrati i due incontri avvenuti nelle ultime settimane fra Giuseppe Bergamin e Alberto Zanon, titolare della Reit di San Giorgio in Bosco e da anni vicina al Padova. Tutta da valutare la forma di collaborazione instaurata fra il presidente e Zanon, se verrà concretizzata e in quali forme, tuttavia nelle prossime settimane ci potrebbe essere qualche movimento di contorno nel pacchetto azionario del club di viale Nereo Rocco.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Cala il silenzio dietro le quinte dopo giorni di tam tam mediatico che ha definito a grandi linee i contorni del futuro del Padova. Giorgio Zamuner, come noto, è il prescelto per diventare il nuovo direttore generale con delega all’area tecnica del club di viale Nereo Rocco. Zamuner si iscriverà da luglio al Supercorso di Coverciano per conseguire ufficialmente il patentino di direttore sportivo, dopo la rinuncia al ruolo di agente Fifa. L’accordo di massima è stato raggiunto ma, ovviamente, non ancora formalizzato. Il perché è presto spiegato: il Pordenone, di cui l’ex agente Fifa originario di San Donà di Piave è consulente di mercato, è in semifinale playoff con il Pisa e toccherà a Zamuner capire con il patron friulano Mauro Lovisa se sarà possibile o meno liberarsi prima del termine degli spareggi promozione. Di sicuro ci vorranno almeno due settimane per liberare la prima scelta di Zamuner per la panchina, ossia Bruno Tedino: e non è assolutamente un passaggio scontato il fatto che patron Lovisa accetti di dare il placet all’allenatore per rescindere il vincolo che lo lega al Pordenone fino al 30 giugno 2018.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica finale: Cittadella 76, Pordenone 65, Bassano 62, Alessandria 57, Padova 54, Cremonese 53, Reggiana 52, FeralpiSalò 50, Pavia 49, SudTirol 44, Renate 43, Giana Erminio e Lumezzane 42, Pro Piacenza 39, Cuneo e Mantova 34, AlbinoLeffe 20, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentaquattresima giornata: Cremonese-Cuneo 2-1 (Sansovini (Cr) al 15′ st, Brighenti (Cr) al 22′ st, Cavalli (Cn) al 38′ st), FeralpiSalò-Pavia 1-3 (Manconi (Pv) al 9′ st, Ferretti (Pv) al 13′ st, Romero (Fs) al 35′ st, Ferretti (Pv) al 44′ st), Lumezzane-Pro Piacenza 0-0, Mantova-AlbinoLeffe 1-1 (Gonzi (Mn) al 25′ pt, Magli (Al) al 33′ pt), Padova-Alessandria 4-0 (Fabiano (Pd) al 4′ pt, Petrilli (Pd) al 23′ pt, Altinier (Pd) al 25′ pt e al 1′ st), Pordenone-Giana Erminio 3-1 (Bruno (Ge) al 12′ pt, Beltrame (Pn) al 16′ pt e al 2′ st, Valente (Pn) al 36′ st), Reggiana-Bassano 2-2 (Mignanelli (Re) al 47′ pt, Momenté (Ba) al 27′ st, Alessi (Re) su rigore al 37′ st, Cenetti (Ba) al 46′ st), Renate-Pro Patria 3-1 (Napoli (Re) al 3′ pt, Teso (Re) al 10′ pt, Santana (Pp) al 35′ pt, Ekuban (Re) al 20′ st), SudTirol-Cittadella 2-3 (Fink (St) al 5′ pt, Tait (St) al 11′ pt, Litteri (Ci) al 12′ pt, Paolucci (Ci) al 43′ pt, Coralli (Ci) al 25′ st).

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 17 maggio: giornate di incontri e consultazioni in casa Biancoscudata.




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