L’A.di.se., ovvero l’Associazione direttori sportivi e collaboratori della gestione sportiva, boccia senza mezzi termini l’ipotesi di Giorgio Zamuner nuovo diesse del Padova perché non ne ha i titoli. Tempo fa Carlo Regalia, presidente dell’Associazione e decano dei ds, ad una domanda relativa agli agenti dei calciatori rispose testualmente: «Credo che i procuratori facciano bene il loro mestiere. È fondamentale, però, rispettare i ruoli: voglio dire che se il procuratore fa capo direttamente al presidente senza consultarsi con il direttore non è professionale, è scorretto». Di più: c’è un corso specifico a Coverciano – la sua puntualizzazione – e se uno vuole diventare “direttore”, basta iscriversi. Ieri abbiamo interpellato Claudio Molinari, che dell’A.di.se è il direttore generale. Già adesso il fatto che il futuro dirigente biancoscudato operi, come consulente di mercato, per il Pordenone, non risultando nell’organigramma societario, viene ritenuta un’anomalìa da parte dei vertici dell’Associazione dei direttori sportivi.
«È una situazione inammissibile», le sue parole, «perché, lo sanno tutti, è un agente, un procuratore e questo contrasta con l’articolo 1 del nostro regolamento, secondo il quale non può svolgere tale ruolo chi non lo è». Viviamo in Italia e sappiamo bene come, anche nel calcio, si aggirino facilmente le regole. Dunque, se Zamuner arrivasse a Padova con la stessa qualifica che ha oggi (consulente di mercato) nella società friulana o come direttore generale, non ci sarebbero problemi, giusto? «Un momento, un momento. I club devono avere essere rappresentati ufficialmente quando si presentano in Lega o al calciomercato, e sta a noi verificare che uno che si dichiara direttore generale sia effettivamente iscritto all’albo dei ds. Se invece è consulente del presidente “X” o “Y”, dobbiamo controllare se ha il mandato per farlo e questo lo stabilisce il Cda dello stesso club, con atto notarile. Ma ci vuole una delega». Bisognerà dunque capire come Zamuner sarà inserito nell’organigramma biancoscudato e quali compiti avrà…
«Ripeto, siamo in Italia e di presidenti che sono aiutati da ex agenti o procuratori in attività abbiamo già registrato alcuni casi. Noi non facciamo i carabinieri, però se qualcuno dovesse presentare un esposto sull’anomalìa, l’Ufficio Indagini sarebbe costretto ad uscire». La “finestra” per la B. Tutto è fermo, intanto, in viale Rocco. Zamuner dovrebbe incontrarsi domani con Bepi Pillon – il condizionale è d’obbligo, visto che nessuno parla – per un confronto con l’allenatore trevigiano, che la proprietà vorrebbe confermare. Il Pordenone è in semifinale playoff (domenica affronterà la gara d’andata a Pisa) e si gioca la carta per la Serie B. Sia Zamuner che Bruno Tedino, peraltro legato ai “ramarri” da un contratto sino al 2018, lascerebbero il Friuli in caso di promozione? No, l’accordo con patron Lovisa è scontato. Domanda: in quel caso che succederebbe al Padova? Che la tabella di marcia per la ricostruzione dell’area tecnica dilaterebbe i suoi tempi sensibilmente.
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel)