Inizia oggi la settimana più delicata della recente storia del Calcio Padova, rifondato da Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto nel luglio 2014: quella che porterà alla “rivoluzione” dell’intera area tecnica. Ventidue mesi fa, con la (ri)partenza dai dilettanti, in Serie D, quest’area poggiava sulla coppia Fabrizio De Poli-Carmine Parlato, ma strada facendo, dopo la promozione in Lega Pro, ha perso gradualmente i tasselli-chiave: esonerato (a dicembre 2015) l’allenatore che aveva riportato il Biancoscudo tra i professionisti, licenziato (venerdì scorso) il direttore sportivo, per volontà soprattutto dei Bonetto, padre e figlio. La conclusione anticipata del rapporto di collaborazione con De Poli, il cui contratto scade nel giugno 2017 (e dovrà essere onorato sino all’ultimo euro), avrà un effetto-domino, che si concretizzerà nei prossimi giorni: lascerà quasi certamente Bepi Pillon, a cui la proprietà avrebbe chiesto di rimanere (l’incontro fra le parti ci sarebbe già stato nello scorso fine settimana), ma che è legato da profonda amicizia al dirigente tombolano, di cui è stato fra l’altro compagno di squadra nel Padova fine anni ’70, e se ne andrà pure Giancarlo Pontin, l’attuale team manager, uomo fidato di De Poli.
Da definire la posizione di Pierino D’Ambrosio, il dirigente accompagnatore, anche se è probabile che rimanga. Zamuner direttore a 360º. L’attuale consulente di mercato del Pordenone non è inserito ufficialmente nell’organigramma del club friulano, perché non è iscritto nell’albo dei direttori sportivi, essendo di fatto un procuratore. Stando ad indiscrezioni, il problema non si porrebbe per la dirigenza di viale Rocco: arriverebbe con il ruolo di direttore generale, un po’ come accade a Cittadella, dove Stefano Marchetti assomma le due figure, di responsabile organizzativo della società e di diesse, con ottimi risultati. La differenza è che, comunque, Marchetti è un direttore sportivo con tanto di patentino, Zamuner no. Ma ci sarebbe di più: stando agli accordi raggiunti, nella lunga e non facile trattativa condotta in questi mesi dai due soci storici, verrebbe coinvolto maggiormente nelle operazioni di mercato Edoardo Bonetto, vice-presidente della società, e con lui Simone Tognon, ex direttore sportivo di Este, Abano e Real Vicenza, attuale osservatore e curatore dello scouting biancoscudato.
Insomma, quella famosa commissione tecnica che avevamo indicato come “novità” nell’affiancamento a De Poli diventerebbe fattibile per dare più peso e collegialità alle scelte da compiere nell’allestimento della rosa per la prossima stagione. Se non è “rivoluzione” globale questa, come altro definirla? La “patata bollente” Tedino. Con Zamuner Pillon non ha mai lavorato, e il neo-direttore, che dovrebbe essere presentato mercoledì (salvo slittamenti imposti dal Pordenone, qualificatosi ieri per le semifinali playoff), ha puntato quest’anno, per la guida dei neroverdi, su un allenatore come Bruno Tedino che pratica il 4-3-3 o, in alternativa, il 4-3-1-2. Non certo il 4-4-2 caro al tecnico di Preganziol, con il quale ci sarà in ogni caso un incontro appena ufficializzata la nomina. Il successore di Parlato, a dispetto dei 60 anni dichiarati all’anagrafe, non si sente un “vecchio” (lo ha ribadito con orgoglio proprio nella conferenza-stampa post partita con l’Alessandria), e, rilanciato dal positivo quinto posto raggiunto con Neto Pereira & C., potrebbe presto trovare squadra in Serie B, sebbene la sua priorità – e di ciò gli va dato atto – sia sempre il Padova.
Ma l’uscita di scena di De Poli ha contribuito a raffreddarne assai l’entusiasmo per proseguire qui la sua esperienza in panchina. A questo punto prende consistenza la pista Tedino, il quale però ad aprile si è visto allungare il contratto dal Pordenone per altre due stagioni. Zamuner lo vorrebbe con sè a Padova, il patron dei “ramarri”, Mauro Lovisa, invece non sembra avere alcuna intenzione di “mollarlo” alla concorrenza. Pazienza il dirigente che ha costruito l’ottima rosa friulana, ma l’allenatore no. E per il Padova non è una buona notizia. Sono questi i giorni, infatti, in cui bisogna gettare le basi per costruire la rosa che, nelle aspettative di tutti, dovrà provare a vincere il campionato 2016/17 o, in subordine, centrare i playoff. La proprietà ha le idee chiare, come sembra di capire dalle ultime mosse? Bene, ma alle idee devono seguire i fatti. E ora come ora, scusate se ci ripetiamo, c’è un’intera “area tecnica” da ricostruire.
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel)