Il Cittadella disputerà la sua prima partita di SuperCoppa mercoledì 18 a Benevento (ore 21.15). C’è un Marchetti ai limiti del nostalgico («A Benevento ho giocato ai tempi delle… guerre puniche, quando ancora i calciatori avevano poco peso nelle decisioni delle società, però la ricordo come un’esperienza molto importante per la mia vita») e uno più deciso. Appartiene alla seconda categoria il direttore generale che afferma, perentorio: «Di mercato ora non parlo. Non sarebbe corretto nei confronti dei giocatori che devono ancora terminare la stagione e che hanno davanti un trofeo da provare a portare a casa». Non è un mistero, tuttavia, che in questi giorni più di un procuratore sia in fila davanti alla sua porta. «E io li incontro e prendo nota», replica il d.g. del Cittadella, «ma prima della seconda sfida di SuperCoppa (con la Spal, domenica 22 al Tombolato, ndr) non ci saranno novità, anche perché bisogna attendere la fine dei vari campionati». Quello di Serie A è terminato, e par di capire che il ds del Chievo Luca Nember sia possibilista circa il rinnovo dei prestiti di Jallow e Bobb. «Non abbiamo ancora fissato il giorno, ma a breve lo incontrerò per parlarne. Secondo me restare a Cittadella per un’altra stagione sarebbe la soluzione migliore per i due ragazzi. Perché questo è l’ambiente ideale per maturare, per il modo in cui si sono inseriti e perché avranno la possibilità di confrontarsi con una nuova categoria». Per quanto riguarda il “tormentone” Litteri, a che punto siamo? «Conoscete quale sia la sua volontà e quale sia la nostra, ma non sarà una trattativa semplice. Vedremo quello che si potrà fare per trattenerlo, ma intanto aspettiamo che il Latina finisca il campionato di Serie B». Attorno ad altri giocatori cominciano a sollevarsi i primi rumors: Sgrigna è un nome buono per ogni sessione di mercato, Minesso, non è un mistero, era vicinissimo al Bassano già a gennaio. E poi c’è chi, come Coralli, Alfonso o Cappelletti, ha il contratto in scadenza, ma ha lasciato intendere che lo rinnoverebbe più che volentieri. «Certo, “voci” sulle partenze non hanno ragione di esistere perché ancora non ne abbiamo discusso. E per chi vuole rimanere vale lo stesso discorso: mi fa piacere, ma ne parleremo dopo domenica prossima». Va bene, allora restiamo sul doppio impegno ravvicinato in SuperCoppa. Teme che i tanti festeggiamenti possano aver distratto i giocatori? «Festeggiare era giusto. Non nascondo che potrebbero esserci ripercussioni, ma dico anche che questo gruppo ha mostrato di saper gestire al meglio momenti diversi. L’amichevole giocata sabato a Rosà (vinta per 2-0 dagli uomini di Venturato) mi ha fatto vedere una squadra che si è rimessa in asse». Giocherete due partite nel giro di quattro giorni, una formula che certo non agevola nessuna delle partecipanti. «Non aiuta di sicuro, basti dire che potremo pianificare il lavoro della settimana e la trasferta in Campania soltanto domattina (stamattina, ndr), per non parlare della logistica legata ai biglietti. In campo, poi, conteranno soprattutto le energie nervose e, per quanto ci riguarda, fondamentale sarà la prima partita. In base a quella e alle condizioni di chi giocherà valuteremo il da farsi». C’è una favorita? «No, è una competizione difficile da decifrare fra tre squadre forti, non a caso prime nei rispettivi gironi. Le energie nervose contano molto e, in questo senso, il Benevento, che ha lottato per la promozione sino all’ultimo, avrebbe potuto essere avvantaggiato rispetto a noi e alla Spal, che abbiamo “staccato” prima. Ma sono solo chiacchiere da bar». Lei è legato al Benevento per averci giocato, nella stagione 1982/83: 25 presenze e 3 gol in C/1. «È stata la mia prima esperienza lontana da casa. Ci andai da 19enne in prestito per una stagione, per volontà del Padova e dei campani. È rimasto poco di allora, se non lo stadio, il ricordo di una bella città e alcune belle amicizie, come quella con il cittadellese Ugo Tosetto, anche lui a Benevento quell’anno».
(Fonte: Mattino di Padova)