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Ore 22.40 – (Il Piccolo) La Triestina prosegue la preparazione in vista del play-out contro la Liventina, che si giocherà domenica 22 maggio (inizio ore 16). Dopo la seduta mattutina in palestra, un allenamento decisamente bagnato quello del pomeriggio di ieri a Prosecco, ma la squadra dovrà abituarsi perché il questi giorni il maltempo sarà praticamente una costante. Ad alzare il morale ci sono comunque le condizioni fisiche del gruppo allenato da Bordin. Ieri si sono allenati a parte solamente Bradaschia e Muzzi, ma entrambi solo per affaticamento muscolare: per il primo, come noto, dopo il recente problema muscolare è sempre meglio andarci cauti, mentre il secondo sta recuperando dopo l’acciacco accusato domenica scorsa contro il Venezia, che l’ha costretto a uscire nel finale del primo tempo. Per entrambi comunque non dovrebbero esserci problemi in vista della sfida con la Liventina. Si sta invece regolarmente allenando in gruppo Giordani, che pertanto ha ormai pienamente recuperato dopo la lussazione alla spalla che l’ha costretto a dare forfait nelle ultime due partite della stagione. Un’assenza che è stata quanto mai pesante, visto che l’attaccante è in pratica l’unica vera prima punta a disposizione di Bordin. Impreciso e sciupone quanto si vuole, ma anche molto generoso e capace di dare un punto di riferimento in avanti alla squadra. E tra l’altro Giordani è anche il capocannoniere di questa stagione alabardata, visto che con 5 reti è quello che ha segnato più di tutti in questa rosa numerosissima con i 46 giocatori che si sono alternati durante la stagione. Una carta preziosa per Bordin in vista del play-out, quando servirà qualcuno che possa tenere su la squadra e magari capace anche di concretizzare qualche occasione. Gli allenamenti proseguiranno ancora oggi, domani pomeriggio e sabato mattina, prima di un paio di giorni di riposo. Da martedì ripresa del lavoro e count-down verso il play-out.
Ore 22.10 – (Corriere delle Alpi) Il Venezia vuole Paolo Pellicanò. La vincitrice della serie D ha messo gli occhi sul difensore gialloblù e potrebbe fargli un’offerta che darebbe l’opportunità al giocatore di sbarcare in Lega Pro, destinazione molto gradita al giovane. A fine stagione, infatti, Pellicanò sarà libero di scegliere la propria destinazione, avendo la proprietà del suo cartellino, e un’eventuale proposta in una categoria superiore potrebbe sicuramente metterlo in difficoltà. Il Belluno non vuole privarsi di un punto di riferimento come lui, ma sarà costretto a fare dei conti per la regola dei giovani. Paolo Pellicanò la prossima stagione non sarà più un fuoriquota e quindi diventerebbe il quarto difensore “vecchio”, dopo Nicola Calcagnotto, Sebastiano Sommacal e Stefano Mosca. Difficile che la società gialloblù si voglia separare dal difensore, ma sarà costretta a tenere conto della volontà del giocatore e delle eventuali offerte che gli arriveranno. In cerca di un portiere. Se, come anticipato, Gabriele Brino non resterà in gialloblù, il Belluno dovrà andare alla ricerca di un portiere fuoriquota e proprio il Venezia potrebbe avere la soluzione al “problema”. La squadra della laguna infatti non avrà bisogno di fuoriquota in Lega Pro e potrebbe prestare ai gialloblù Lorenzo Andreatta, arrivato alla laguna a dicembre 2015 dalla Sacilese. Ma è solo una ipotesi. Punto sugli infortunati. Marco Duravia è stato operato nove giorni fa al ginocchio per sistemare un problemino al menisco. Il trequartista di Montebelluna dopo otto giorni ha ancora l’articolazione un po’ gonfia, domani toglierà i punti e comincerà a lavorare in piscina con esercizi di potenziamento. Per adesso Duravia potrà fare solo esercizi per mantenere il tono muscolare e mobilità del ginocchio. Per quanto riguarda Marco Farinazzo, il ragazzo è stato operato alla spalla sette giorni fa e dovrà tenere il tutore ancora per una ventina di giorni, per lui come per Duravia, la stagione è finita. Il Belluno potrà contare invece sul rientro imperioso di Stefano Mosca, che ha pienamente recuperato dall’infortunio alla caviglia e sarà a disposizione di mister Vecchiato. Proprio il terzino agordino, due giorni fa, è diventato papà della piccola Letizia.
Ore 21.40 – (La Provincia Pavese) Si chiama Casa Pavia ma sarebbe limitativo paragonarla a Casa Milan: perché, come ha spiegato il direttore generale della società di via Alzaia Nicola Bignotti, «una delle finalità del nuovo store è la valorizzazione dei prodotti locali, delle eccellenze del territorio, non vi sarà solo il merchandising brandizzato Pavia». Il nuovo store del Pavia calcio sarà inaugurato domani pomeriggio alle 18.30 alla presenza della squadra e di molti tifosi. A salutare il nuovo spazio polivalente di 180 metri quadri al numero 8 di piazza della Vittoria, angolo via Mascheroni, ci sarà anche il vice presidente Qiangming Wang a conferma, ha detto ancora il dg, «dell’importanza di questa iniziativa che non ha eguali in Lega Pro». Per la quale la proprietà cinese ha investito 200mila euro: al primo piano il bistrot, al secondo il negozio dove si potrà acquistare il merchandising azzurro e non solo, e gli spazi riservati alla fruizione culturale. E proprio la doppia anima di Casa Pavia ne costituisce anche la specificità: «Al primo piano si potrà mangiare – ha proseguito Bignotti – al secondo invece ci si potrà abbonare alla stagione del Pavia ma anche partecipare ad eventi culturali come presentazioni di libri. Non escludiamo iniziative non strettamente sportive, anche se il mondo dello sport sarà uno dei leit motiv di Casa Pavia». Dove in tutto lavoreranno cinque persone, di Pavia, a cominciare dal responsabile dello store con annesso bistrot, Marco Loda: «Si potrà fare colazione, pranzare e bere l’aperitivo pre cena – spiega – Apertura sette giorni su sette dalle 8 alle 20, ma con l’allungarsi delle giornate l’orario di chiusura potrebbe essere spostato alle 21». In vendita nello store polifunzionale della società di via Alzaia, oltre ai completi del Pavia, prodotti tipici, dal riso alle marmellate, e prodotti per l’igiene personale. I clienti dello spazio azzurro in piazza delle Vittoria potranno accomodarsi e sfogliare le pagine di un libro dopo aver connesso il proprio smartphone al wi-fi gratuito. «Al secondo piano – ha puntualizzato Bignotti – vi sarà una stanza in grado di contenere 80, 90 persone». Uno spazio polifunzionale, Casa Pavia, e come tale in divenire: nel senso che il suo utilizzo, soprattutto in ambito strettamente culturale (nello store azzurro vi sarà anche la rivisitazione dello stemma del Pavia, a opera di Marco Lodola), si definirà con il tempo. Di qui la possibilità che al civico 8 di piazza della Vittoria si possa fare anche della musica dal vivo. «Per quanto concerne l’offerta culinaria di Casa Pavia – conclude lo store manager Marco Loda – quasi tutti gli ingredienti che verranno utilizzati per la ristorazione saranno a chilometro zero».
Ore 21.10 – (Gazzetta di Reggio) Dopo gli entusiasmi iniziali, a Varese l’arrivo di Pietro Vavassori comincia già a essere in dubbio. Il problema, si legge sul quotidiano “La Provincia di Varese”, è legata al fatto che l’imprenditore vorrebbe collocare in società tutti i suoi collaboratori. Il Varese invece è d’accordo solo su Raffaele Ferrara, ma non intende lasciare a casa il capo degli osservatori, il team manager e il segretario, per fare posto a quelli che sarebbero stati indicati dall’ex dg granata. Il patron dell’Italsempione anche a Varese ha fatto balenare l’ipotesi di una sponsorizzazione, formula che gli lascerebbe le mani molto più libere rispetto all’ingresso in società. La dirigenza della squadra di calcio attende dunque di chiarirsi con Vavassori, ma nel frattempo lascia trapelare voci dell’interessamento di altri due interlocutori. Insomma, rispetto agli entusiasmi iniziali, dove si annunciava l’arrivo di Vavassori e la possibilità di fare uno squadrone per andare in Lega Pro, il clima si sta decisamente raffreddando. Un percorso già ampiamente visto a Reggio, dove però il tutto è avvenuto nell’arco di alcuni mesi. A Varese sembra stiano decisamente bruciando le tappe. Nei giorni scorsi il presidente biancorosso Gabriele Ciaravella aveva dichiarato: «Lui sarà un faro per noi. Pensiamo che possa guidare, assieme agli altri imprenditori, presenti e futuri, il Varese a raggiungere il posto che questa maglia merita di avere». E ancora, «il patron di Italsempione farà parte della nostra squadra. Questa settimana è all’estero, la prossima, al suo rientro, definiremo il tutto». Parole pronunciate prima che emergesse lo scoglio dei collaboratori da inserire in società. L’amore è già finito?
Ore 20.50 – (Gazzetta di Reggio) Nel gruppo di giocatori che arrivarono due anni fa dalla Pro Patria, al seguito di Colombo e Ferrara, c’erano anche due fratelli: Alessandro e Simone Vernocchi. Il primo iniziò negli Allievi nazionali, l’altro faceva parte della prima squadra. Sembrava l’inizio di un ciclo, invece l’estate scorsa, con il ritorno di Simone al club bustocco, il sodalizio familiare si è sciolto anzitempo: a Reggio è rimasto il giocatore con più futuro e ritenuto più importante in ottica di valorizzazione. L’avventura in granata di Alessandro Vernocchi è il racconto di un ragazzo che si è guadagnato spazi e credibilità a tal punto da compiere uno di quei salti in avanti da sparigliare i giochi. Anche se da un mese è fermo per curarsi e nel corso della stagione noie muscolari l’abbiano penalizzato, il suo nome gira nella lista di quelli in odore di riconferma, sempre che si realizzi un determinato progetto tecnico, come per esempio la futura Berretti formata solo da nati del 1999 (ora allievi nazionali) con 5-6 rinforzi di qualità dei nati nel 1998. Il 17 enne atleta lombardo gioca mezz’ala, la sua forza è essere un jolly e un pilastro del centrocampo. «Salmi, esagerando, dice che assomiglio per come mi muovo in campo a Sami Khedira, io vorrei tanto poter imitare Claudio Marchisio, un idolo», spiega. Della Reggiana il mio preferito è Dario Maltese, è molto tecnico, ha sempre una visione di gioco. Quando mi allenavo con Colombo, ho apprezzato queste sue grandi doti». Per Fausto Vezzani, responsabile in uscita del settore giovanile, Vernocchi gode di referenze particolari, ed è tra i tanti sotto esame. «Ha un grande senso della posizione, vede bene il gioco. È un centrocampista che sviluppa principalmente la sua azione davanti alla difesa, per necessità si è adattato a fare anche il difensore centrale, perché ha personalità ed è per questo che lo metto tra quelli con delle prospettive interessanti». Un tifoso personale di Alessandro è il medico della squadra, Massimiliano Manzotti, con un passato tra l’altro di allenatore: «Credo abbia le caratteristiche per diventare un giocatore – ammette convinto – anche perché ha carattere e solidità mentale. I suoi problemi muscolari sono riferibili alla crescita, visto che dispone di un fisico strutturato». Positivo anche il giudizio del tecnico Francesco Salmi: . «Nella prima parte della stagione ha fatto vedere cose egregie, poi ha dovuto fare i conti con alcuni infortuni. È un giocatore polivalente del centrocampo, può giocare a destra, a sinistra o davanti alla difesa, senza perdere di intensità. Un atleta a posto, di quelli bravi, che torna comodo ad ogni allenatore perché sa fare di tutto e di più, in mezzo al campo». «Spero un giorno di sfondare – tiene a ribadire Alessandro – mi piace il calcio, mi sto mettendo in gioco cercando di impegnarmi al massimo». A casa Vernocchi si vivono da anni due mondi calcistici paralleli. «Mio fratello Simone, che compirà 21 anni a settembre, a Reggio ha fatto solo 5-6 presenze in prima squadra, oltre a qualche apparizione in Coppa Italia. Gioca da esterno d’attacco, quest’anno con la Pro Patria ha collezionato una decina di gettoni, in un campionato difficile per la squadra e la società».
Ore 20.20 – (Gazzetta di Mantova) Dopo i tre giorni di riposo concessi da mister Prina alla squadra, oggi il Mantova riprenderà gli allenamenti in vista della gara di andata dei playout, in programma a Cuneo sabato 21 maggio alle ore 15. I biancorossi oggi svolgeranno una doppia seduta di lavoro (mattina e pomeriggio), che verrà replicata anche domani. Sabato è previsto poi un allenamento al mattino. Domenica riposo e poi, da lunedì, via a una settimana dal programma standard che porterà alla sfida d’andata del “Paschiero”. Prina dovrà sicuramente fare a meno dello squalificato Perpetuini e dell’infortunato Trainotti. Da valutare sono poi le condizioni di Masiello e Ungaro, entrambi da tempo alle prese con la pubalgia. Ci sono invece speranze concrete di recuperare per i playout almeno Enzo Di Santantonio, che sta pian piano smaltendo l’infortunio alla caviglia che gli ha procurato una lieve lesioni ai legamenti.
Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) L’imprenditore mantovano Claudio Dondi («ho aziende di materie plastiche nel Modenese»), reduce negli anni scorsi da avventure decisamente negative nel Trento, nel Rovigo e nell’Asti (tutti club sprofondati in categorie inferiori dilettantistiche), afferma di essere a un passo dall’acquistare l’Acm: «Oggi sarò a Brescia per incontrare il dg Bernasconi e dovremmo raggiungere un’intesa di massima per l’acquisto del 70% o del 100% del club». Bernasconi, interpellato in merito, risponde così: «Con Dondi c’è stato soltanto qualche abboccamento, mi stupirebbe molto se si presentasse con un’offerta concreta, tale da definire un’intesa in giornata. E comunque non mi risulta alcun incontro fissato. A meno che non abbia parlato con Musso…». Da questa premessa – che non necessita di ulteriori commenti – si può capire bene quale sia la situazione in casa biancorossa, con l’accavallarsi di tante cordate che paiono interessate al Mantova e con l’attuale proprietà che dialoga a 360 gradi con chiunque per trovare una via d’uscita in vista della prossima stagione. E soprattutto qualcuno – come specificato dallo stesso Bernasconi giorni fa – che «versi subito una quota d’ingresso per pagare gli stipendi a metà giugno». Ritornello che chi ha seguito il Mantova negli ultimi anni ha spesso sentito ripetere a Bompieri e soci. A spiegare lo stato delle cose per quanto riguarda il numero dei gruppi (?) interessati a Viale Te è lo stesso patron Serafino Di Loreto: «Personalmente sto lavorando per creare un progetto con Giovanni Nanni Meazza, ma su questo fronte non ci saranno novità fino al 20 maggio, perché è attorno a quella data che gli interlocutori di Meazza saranno disponibili a un incontro. Se questa pista non fosse percorribile, avrei anche un piano B del quale però è presto per parlare. Le altre cordate? Di quelle dovete chiedere a Musso e a Bernasconi, se ne occupano loro. Ci siamo divisi i compiti». E infatti Gianfranco Bernasconi ribadisce da settimane di avere sotto mano «due cordate interessate, che nel giro di una decina di giorni dovrebbero dare una risposta concreta. L’ideale sarebbe gestire la prossima stagione con una divisione a metà delle quote». Sul tema però Sandro Musso, ieri irreperibile per la Gazzetta, domenica dopo la partita si era espresso in questi termini: «Potremmo cedere la società nel giro di due settimane per le proposte che abbiamo ricevuto. Ma non mi convincono e non siamo disposti a lasciare il Mantova nelle mani del primo che passa, senza andare a fondo del suo reale obiettivo». Tradotto: in queste cordate di corda ce n’è tanta; di personaggi seri, affidabili e facoltosi molto meno. E del resto siamo alle solite da cinque anni, dunque non è una novità ma l’ennesima «maledetta primavera», come le definisce il socio mantovano Giambattista Tirelli. Tornando comunque a Claudio Dondi, che dice di rappresentare «un gruppo di imprenditori dei quali svelerò i nomi soltanto a cose fatte», ecco in breve come dipinge i possibili scenari futuri: «Bernasconi ha dichiarato che la società potrebbe essere ceduta al 50%, ma io ho le mail che parlano di cessione al 70 o al 100% e questa è la verità. Sono appena tornato da Roma, dove ho avuto l’ok dagli imprenditori che rappresento e dunque domani (oggi per chi legge, ndr) dovremmo raggiungere un accordo di massima senza troppi problemi. L’intenzione del gruppo che rappresento è quello di costruire un progetto triennale su basi solide, con gente di calcio che ha le idee molto chiare su come gestire una società come il Mantova».
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La serie B a Caserta manca dalla stagione 1991-92. In panchina, almeno fino all’esonero, sedeva Adriano Lombardi, un lustro prima di fare l’esperienza con la Triestina. Unendo il trascorso precedente del club campano, risalente ai primi anni Settanta, la Casertana ha nella sua storia tre campionati cadetti. Arrivando all’ultimo inseguimento con i playoff, in quest’annata i falchetti hanno compiuto un avvio accelerato, per poi flettere a fine andata e quindi rincorrere il quarto posto sino alle ultime domeniche. Come dichiara l’attaccante brasiliano Jefferson Andrade Siquiera, però, «gli spareggi sono un’altra storia rispetto al campionato, così come il girone di ritorno lo è stato rispetto a quello d’andata. Noi siamo pronti e carichi». Più che dal profondo Sud, domenica alle 18 sarà possibile incontrare al Bottecchia casertani trasferitisi al Nord. Dalla città campana sono dati in arrivo un centinaio di sostenitori. Molti di più potranno essere quelli interessati alla gara proprio per le origini territoriali, che tuttavia per lavoro si sono trasferiti nelle regioni del Norditalia. Il presidente Pasquale Corvino, in tal senso, ha rilasciato dichiarazioni non certo soddisfatte. «Soltanto 650 paganti all’ultima partita – afferma il massimo dirigente – li raccoglie una squadra di serie D, addirittura di Promozione (al Sud, ndr). Per Caserta, in una partita così sentita, averne così pochi è un’offesa a noi dirigenti e imprenditori». Echi con sponda al Bottecchia.
Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) I neroverdi di mister Tedino arrivano ai playoff con il vento in poppa del girone di ritorno. Messi a confronto con la Casertana, così come con Alessandria e Bassano, i pordenonesi sono quelli che si presentano con maggiore spinta. I numeri fotografano la prestazione. PRIMATO PERSO – A metà campionato i campani erano primi in classifica: guidavano il terzo raggruppamento con 34 punti nelle prime 17 partite. Il Pordenone invece era quello messo peggio: 25, contro i 31 del Bassano e i 32 dell’Alessandria, tutti lanciati antagonisti del primo gruppone. Con i piemontesi, a loro volta battistrada del girone A, insieme al Cittadella. Già il raffronto con le due compagini che da prime sono alla fine arrivate quarte fornisce un’idea dell’impresa neroverde costruita nel tempo. SVOLTA – Il confronto intermedio diventa significativo a trequarti di stagione quando, alla 26. giornata, sia Pordenone che Casertana hanno patito uno stop importante. I ramarri a Bassano hanno perso 1-0, i falchetti a Benevento si sono visti rifilare un altisonante 6-0. In quel momento, il club naoniano (47 punti) aveva sorpassato l’Alessandria (43), ma era ancora in ritardo proprio sui vicentini (49). Nel girone C la Casertana aveva rallentato, incamerando solo una dozzina di punti in più (46). BOTTO & BOTTINO – 40 punti in più rispetto all’andata. È il gran bottino che fa registrare il Pordenone, passato dai 25 di gennaio ai 65 conclusivi. Nessuno meglio di lui, anzi: tutti molto peggio. Il Bassano ha completato la stagione con regolarità, mantenendo la stessa media: 31 all’andata e altrettanti al ritorno (62 totali). L’Alessandria ha fatto peggio di tutte le altre, raccogliendone solo 25 nella seconda parte di stagione (chiusa a 57). La Casertana ha una situazione intermedia. Grazie ai 29 passi avanti degli ultimi mesi, è potuta arrivare a 63.
Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il ramarro cambia pelle. Per i playoff, domenica alle 18 contro la Casertana, capitan Stefani e compagni indosseranno la nuova divisa griffata Joma. Sarà sempre neroverde (la seconda invece è tutta bianca), ma con le bande verticali decisamente più large. In pratica saranno tre, sia davanti che dietro, due nere e quella centrale verde, così come i fianchi. Resteranno presenti sulle casacche sia il logo dell’Area Giovani del Cro di Aviano che quello del ramarro, con i 50 comuni della provincia. Presenti anche i due sponsor, Recycla sul retro e Assiteca davanti. A proposito di Assiteca: nei giorni scorsi sono arrivati a Pordenone i vertici nazionali della compagnia di assicurazione. Con loro il presidente Mauro Lovisa ha parlato di un’estensione (sia nel tempo che nell’importo) della sponsorizzazione, soprattutto se il ramarro dovesse approdare in serie B, ma anche qualora rimanesse in LegaPro con programmi ambiziosi. CASACCHE PERSONALIZZATE – L’altra novità è rappresentata dai nomi dei giocatori di Tedino stampati sul retro che quindi, da domenica in poi, avranno dei numeri fissi, dall’uno di Tomei al 25 di D’Arsiè, passando per l’8 del regista Pederzoli e il 14 dell’emergente Beltrame. Si realizza così un’altra delle iniziative perorate da tempo da Mauro Lovisa che, da imprenditore, non trascura l’aspetto marketing. Domenica pomeriggio le casacche saranno in vendita allo stand merchandising del Bottecchia. Prenotando per tempo sarà possibile chiedere la personalizzazione della maglia, con numero e cognome del giocatore preferito dal richiedente. PICCOLI RAMARRI CRESCONO – «Le casacche personalizzate – dice Lovisa – sono un altro passo avanti verso il calcio che conta». Niente male per una società e una squadra considerate «piccole». «Piccole? Già, alcuni addetti ai lavori – si toglie un sassolino dalla scarpa re Mauro, su tuttolegapro.com – continuano a far battute su di noi, considerandoci assieme alla Maceratese i più deboli di questi playoff. Mi sa che non si sono accorti di quanto forte sia il mio Pordenone, che in una stagione e mezza (fra Rossitto e Tedino, ndr) ha incassato 90 punti. Inoltre, proprio grazie a chi ci considera “piccoli” non abbiamo nessun obbligo di promozione. E questo – strizza l’occhio Lovisa – è un grande e importante vantaggio».
Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) É cresciuto a Reggio Emilia e ha giocato soprattutto a Parma. Ma è nato a Caserta e il suo cartellino è ancora del Pordenone: la sfida play-off del Bottecchia è (anche) la gara di Francesco Finocchio, attaccante neroverde ora in prestito al Padova. Non a caso ci sarà anche lui sugli spalti domenica a vedere la prima dei play-off dei suoi ex compagni. «Spero vincano – afferma – anche se sarà dura». Già: Finocchio tifa per il Pordenone – è sotto contratto sino al 2016 – ma è convinto che il gruppo di Tedino abbia un match molto complicato. «La Casertana è una squadra esperta e davanti molto forte – spiega il 24enne professionista –: servirà molta attenzione perché giocatori come Jefferson e Alfageme possono fare la fare differenza. Per me è un match in cui entrambi partono alla pari. Se il turno si fosse sviluppato su 180’, con gara di andata e ritorno, avrei fatto altre considerazioni: su 90’ dico che non c’è una favorita, anche se il Pordenone ha il vantaggio del fattore campo». Di una cosa, però, Finocchio è convinto: «A mio parere – sostiene – chi passa questo turno può avere le carte in regola per arrivare sino in fondo. I “ramarri” devono partire con la loro solita umiltà e pensare di aver fatto comunque già qualcosa di straordinario: nessuno li avrebbe pronosticati così in alto». Un successo al quale Finocchio ha contribuito segnando due gol, l’ultimo valso i tre punti con la Pro Piacenza lo scorso gennaio. Gli sarebbe piaciuta giocarla, questa gara ma ora, conclusa la stagione col Padova, si limita a leggere il match e indicare «Pederzoli come protagonista. Alex – afferma l’attaccante – ha i mezzi per sbloccare 90 minuti così delicati. La sorpresa per me sarà Beltrame: domenica scorsa con la Giana si è sbloccato, adesso ha le carte in regola per poter incidere anche con la Casertana».
Ore 18.10 – (Messaggero Veneto) I giocatori neroverdi non sono così inesperti a livello playoff, anzi. Un giocatore, Paolo Marchi, li ha vinti proprio l’anno scorso, col Como. Altri ne hanno disputati parecchi. Il capofila, in questo senso, è Emanuele Berrettoni. Per lui la post season 2015-2016 di Lega Pro è la seconda consecutiva e la sesta in generale negli ultimi 10 anni. Con il Bassano l’attaccante si è giocato la categoria superiore dal 2006 al 2009 (Seconda divisione), quindi a Verona con l’Hellas (09-10, C1), nuovamente col Bassano nel campionato 12-13 di Lega Pro2 e infine con l’Ascoli l’anno scorso. Nessun playoff vinto per lui di questi ma due promozioni in B: quella con l’Hellas nel 2010-2011 e con l’Ascoli la passata stagione (a tavolino in seguito alla “squalifica” del Teramo per il filone Dirty Soccer”). Marchi, come si diceva, è salito in B col Como nel 2014-2015: ha battuto in finale i neroverdi Ingegneri e Cattaneo, impegnati in quella finale andata-ritorno col Bassano. In finale erano arrivati nel 2013-2014 Martin e Pederzoli con l’Alto Adige, che poi persero al cospetto della Pro Vercelli. Il regista neroverde ha disputato anche la post-season della scorsa stagione col Pavia. Tre play-off in carriera per il capitano Mirco Stefani (2 di C1 e 1 di C2 con la Reggiana) e due per De Agostini col Prato (entrambi di C2). Esordio nella post-season di categoria, oltre che per i giovani, per Pasa, Mandorlini, Tomei e Strizzolo: un filo di incoscienza da parte di questi debuttanti “speciali” non può fare che bene.
Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) Come volevasi dimostrare: è un momento storico e Pordenone risponde presente. Biglietti praticamente esauriti per la gara di domenica con la Casertana, valida per il primo turno dei play-off di Lega Pro (il via alle 18). Restano solo qualche manciata di tagliandi, che saranno venduti molto probabilmente già alle prime ore del mattino: il Bottecchia sarà dunque colorato di neroverde e farà sentire la sua voce per spingere Stefani e soci verso un traguardo forse irripetibile, vale a dire la semifinale post season. La giornata. Prevendita andata a gonfie vele anche nella giornata di ieri. Al De Marchi, al bar Libertà e al Caffè Nogaredo non c’è stato l’afflusso verificatosi martedì, ma comunque si è registrato un movimento costante: la caccia al biglietto è poi terminata poco prima di cena, a disponibilità praticamente esaurita. Ha funzionato bene anche il circuito di vendita on line, che ha venduto diversi tagliandi soprattutto fuori città. Neppure il maltempo previsto per domenica ha frenato i cuori neroverdi. E da Caserta? Al momento risultano un centinaio di ticket venduti: le previsioni dicono che la prevendita si chiuderà con circa 2-300 biglietti staccati. Si avrà così un Bottecchia con 1700-1800 tifosi. La maglia. Si diceva del momento storico. Ieri è stato svelato un altro particolare del tutto nuovo in 96 anni di esistenza del club: le magliette col nome oltre al numero. Le foto mostrano la novità. E gli osservatori potranno notare che, la divisa, è stata ripensata per i play-off. Il Pordenone, assieme a Joma, ha optato per delle bande neroverdi più larghe. Ci sarà anche una patch Lega Pro nuova, riservata ai play-off. La maglia sarà indossata domenica e sarà in vendita allo stand merchandising dello stadio: su prenotazione sarà possibile chiederne la personalizzazione con numero e cognome del proprio calciatore preferito. Il messaggio. Ieri, tramite la proprio pagina Facebook, il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello ha mandato un messaggio al Pordenone, il club di cui è tifoso: «Per me, cresciuto a pane e pallone e che da cinquant’anni segue sempre la squadra, sia nelle gioie che nei dolori, che nel 2004 con Gianpaolo Zuzzi e Paolo Zanotel l’ha fatta ripartire dalla promozione, che ha accompagnato il presidente Lovisa nella fantastica cavalcata di questi anni, è un momento d’indescrivibile gioia – scrive –. Lo sport è vita, comunità e benessere; ma è anche uno straordinario elemento di reputazione per un territorio e questo è possibile grazie all’Udinese in A e, con tutti gli scongiuri del caso, potrà esserlo ancor di più con il Pordenone il B».
Ore 17.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Stefano Rosso, presidente del Bassano Virtus che domenica affronterà in trasferta il Lecce nel quarto di finale playoff di andata per la promozione in Serie B, reagisce alle voci su un presunto scetticismo della città sulla possibilità di salire di categoria. «Io nella veste di presidente e tifoso del Bassano Virtus, la società, lo staff e la squadra desideriamo dissociarci totalmente dai contenuti espressi su alcune testate nazionali, che riportano una presunta mancanza di fiducia verso la squadra nell’affrontare i playoff. Siamo più che mai convinti che i ragazzi daranno il massimo e che come sempre la nostra gente ci sosterrà fino alla fine. Non accettiamo polemiche strumentali, prive di fondamento e atte a minare la tranquillità del nostro ambiente, in un momento così importante e delicato. Stiamo uniti come sempre e forza Bassano». Duro Rosso, un anno dopo la promozione in B sfumata in finale.
Ore 17.00 – (Giornale di Vicenza) Dal quartier generale del Bassano il report medico ovviamente non concede speranze a Michael Fabbro, out anche domenica scorsa a Reggio Emilia per una lesione muscolare alla coscia, mentre riaccende le speranze di recupero per Filippo Stevanin che al Mapei Stadium era uscito anzitempo per un dolore a un fianco che pare in via di risoluzione. In modo da portare il laterale difensivo di Angarano almeno in panchina con Daniel Semenzato favorito per una maglia da titolare. Fuori uso il lungodegente Germinale, Sottili al momento deve valutare alcuni ballottaggi, in primis quello per la fascia destra di retrovia tra Toninelli e D’Ambrosio mentre in mediana al momento Cenetti pare favorito su Davì. Rispetto a Reggio ritorneranno in pista dal via Martinelli nel pacchetto arretrato, Misuraca nella zolla del rifinitore e Pietribiasi al centro dell’attacco. Dal canto suo Marcello Falzerano non ha dubbi. “Il Lecce è una squadra forte e i giocatori vanno rispettati ma non temuti – precisa l’aletta laziale – in una gara secca i valori si appiattiscono e dovremo girare a nostro favore l’ambiente che troveremo come carica e slancio. Tra di noi ci siamo detti che dobbiamo vivere la marcia di avvicinamento alla partita con serenità e spensieratezza, senza inutili tensioni».
Ore 16.40 – (Giornale di Vicenza) Un triennio di formidabili emozioni, un escalation di brividi e sussulti e una città riconquistata proprio quando il popolo tifoso pareva sul punto di staccare la spina sulla scia della delusione della retrocessione in C2 del 2012 e della mancato ritorno in C1 dell’anno seguente. E invece il Mercante torna a riempirsi con l’esaltante cavalcata di Petrone, dritti filati da dominatori in Lega Pro Unica. Eppoi la sorprendente galoppata dell’undici di Asta che da matricola si arrende solo al Novara e ai tribunali, quindi al Como nella finalissima per la B. Ma un territorio intero torna ad affollare lo stadio e il colpo d’occhio è sempre ragguardevole anche oggi che il Bassano agguanta i suoi secondi playoff consecutivi, un altro giro di ruota per la B. Talmente bello che a volte anche ciò che appare straordinario finisce per passare come normalità.In realtà il momento per Bassano e per la società è storico e delicato. Lo conferma il nervosismo singolare e ingiustificato nei confronti perfino di chi scrive: «Nella veste di presidente e tifoso del Bassano Virtus – scrive Stefano Rosso nel sito del club – la società, lo staff e la squadra desideriamo dissociarci totalmente dai contenuti espressi a firma del medesimo giornalista, su alcune testate locali e nazionali, che riportano una presunta mancanza di fiducia verso la squadra nell’affrontare i play-off. Siamo più che mai convinti che i ragazzi daranno il massimo e che come sempre la nostra gente ci sosterrà sino alla fine, come dimostrato in ogni occasione. Non accettiamo quindi polemiche strumentali, prive di fondamento e atte a minare la tranquillità del nostro ambiente, in questo momento così importante e delicato. Stiamo uniti come sempre e forza Bassano».Da simili considerazioni si dissociano loro, ci dissociamo noi: uno a uno, e palla al centro. C’è altro a cui pensare dopo una stagione esaltante scandita già col Bassano che liquida in souplesse 2-0 l’Albinoleffe senza tuttavia incantare; quel giorno si solleva incredibilmente qualche mugugno dalla tribuna. E il tecnico Sottili bacchetta caustico gli incontentabili (“Restino sul divano a vedere Juve e Inter”), poi però è il primo ad applaudire fiero ed orgoglioso la gente che dopo il rovinoso 1-4 interno col Pavia tributa oltre due minuti di battimani scroscianti in piedi ai giocatori che infatti sull’onda di questa specialissima dimostrazione d’affetto sbancano il campo della capolista Cittadella il turno seguente per 0-2 tra le ovazioni degli aficionados. Ma contro il Lumezzane si vince 1-0 eppure Misuraca sbaglia il secondo penalty di fila e qualcuno dalla gradinata al momento dell’esecuzione strilla “ecco, sbaglia anche questo”. Sottili non la prende bene: l’allenatore che non esita a riconoscere la passione dei tanti supporter che seguono il Soccer Team in trasferta non può accettare che nello stadio amico qualcuno condizioni la battuta di un rigore. “Se devono dire quelle cose, non ne abbiamo bisogno…”, dichiara stizzito. E domenica scorsa invece elogia la torcida virtussina che a Reggio Emilia ha assistito a uno spettacolo non esattamente imperdibile, dolendosi semmai perchè il lungo viaggio a Lecce avrebbe impedito ai più di stringersi attorno ai ragazzi nel profondissimo sud. E allora d’accordo, Bassano isola felice, dove tutto è ovattato e non ci sono strepiti o il becerume presente altrove, ma anche qua appena le cose si mettono un filo di traverso non manca chi non risparmia nulla. E se il dissenso non proviene dalla tribuna, qualche volta è la proprietà, vincente per antonomasia, che fa arrivare stoccate velenose. «Non è questo l’atteggiamento che piace a me…», dichiara il patròn Renzo Rosso dopo il ko al velodromo con la Pro Piacenza. O anche: «Questo Bassano per me è fortissimo, può e deve fare di più», è l’osservazione urticante rilasciata subito dopo l’1-0 sul Lumezzane. E infine il «Non capisco perchè non sia entrato Maistrello», trasmesso dopo la vittoria nel derby col Padova. L’isola resta felice, anzi felicissima, ma senza l’elisir di lunga vita dei 3 punti, è dura anche qui.
Ore 16.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 15.50 – Qui Guizza: presenti il vicepresidente Edoardo Bonetto, il ds Fabrizio De Poli ed il consigliere Marco Bergamin.
Ore 15.30 – Qui Guizza: torneo di calcio-tennis. Tra gli assenti spiccano i tre brasiliani Diniz, Fabiano e Neto Pereira.
Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati sul sintetico per il penultimo allenamento stagionale.
Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) A ripensarci gli brillano ancora gli occhi. Denis Maccan sa bene come si vince uno scudetto, avendo griffato due anni fa quello vinto dal Pordenone. Un ricordo che carica a mille l’attaccante di un Venezia che domenica al Penzo (ore 16) cercherà di partire col piede giusto contro i piemontesi del Bellinzago. «Giocare subito va benissimo (a riposare nella prima giornata è il Piacenza, ndr) soprattutto perché, dopo il 3-3 di Rasai della matematica promozione, non abbiamo perso l’abitudine a vincere. Arriviamo alla poule scudetto senza nessuna voglia di fermarci, un plauso lo meritano i compagni che avevano giocato meno perché hanno contribuito ai successi convincenti sul Giorgione e a Trieste». Allo stadio Rocco il 32enne friulano ha rimesso piede in campo nell’ultimo quarto d’ora dopo un mese di assenza. «Purtroppo mi sono fermato nel mio momento migliore, ero riuscito a ritagliarmi uno spazio e a segnare qualche gol pesante (su tutti al Campodarsego, ndr). Dopo la gara col Fontanafredda mi si è gonfiato il ginocchio destro, ora però ci sono e non vedo l’ora di affrontare le prossime sfide». Nel 2013/14 il Pordenone salì in Lega Pro e si cucì sul petto il tricolore. «Nel triangolare arrivammo primi con 4 punti, avendo vinto a Gorgonzola e pareggiato con la Pro Piacenza – ricorda Maccan, sua la tripletta agli emiliani -. In semifinale superammo la Lucchese ai rigori, poi nella finale di Arezzo segnai il gol dell’1-0 sulla Lupa Roma. Una «scossa» e dei brividi che mi auguro possiamo riprovare in arancioneroverde». Qualche suggerimento non manca al riguardo. «Battere il Bellinzago sarà fondamentale, mantenere alti euforia ed energie positive ci darà una grossa spinta. Sarà comunque una gara difficile, noi abbiamo chiuso a 90 punti, i novaresi a 86, numeri da rizzare le antenne. Proviamoci con convinzione e con tutta la forza che ancora abbiamo nelle gambe e nella testa». Prima di rientrare a New York il presidente Joe Tacopina ha incontrato Alberto Bucci e Pietro Basciano, dirigenti della Virtus Bologna di pallacanestro per conto dei quali sta trattando con possibili nuovi soci: «Sono molto ottimista e sonderò l’interesse di investitori statunitensi che ho individuato» le parole di Tacopina, che già ha negato di voler entrare come socio avendo a cuore prima di tutto il Venezia.
Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Avanti tutta con Giancarlo Favarin. Nonostante le voci (smentite) di un possibile ritorno di fiamma del Venezia per Giuseppe Pillon, contattato dopo l’esonero di Paolo Favaretto, Joe Tacopina e Giorgio Perinetti andranno avanti con l’attuale guida tecnica anche nel prossimo campionato di Lega Pro. Per la seconda volta Favarin ha traghettato il Venezia nel calcio professionistico ma stavolta, a differenza del caso precedente, potrà proseguire il lavoro. Una chance meritata, ritengono al club lagunare e con lui si costruirà la squadra per la prossima stagione. La traccia sarà il mantenimento dell’attuale organico, con rinforzi di lusso e mirati in ogni reparto. Per tentare il doppio salto di categoria servirà un restyling deciso, senza snaturare l’essenza di un gruppo capace di chiudere la stagione a 90 punti e con all’interno qualche ottima individualità. Non ci saranno rivoluzioni, ma è lecito immaginare almeno 5-6 acquisti di spessore, un paio per reparto. Intanto domenica parte la poule scudetto di Serie D: biglietti a prezzo agevolato per i tifosi e prevendita cominciata ieri. Contro il Bellinzago Novarese il primo step, poi toccherà al Piacenza. L’avversario più pericoloso, in prospettiva passaggio del turno, è la corazzata Parma.
Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) La Carica del 100, ne manca uno solo, e poi il Venezia taglierà un traguardo storico: cento reti in partite ufficiali. Gli arancioneroverdi sono infatti arrivati a quota 99 con le due reti di Trieste (89 in campionato, 10 in Coppa Italia) e domenica Matteo Serafini, bomber con 20 gol (19+1), e compagni proveranno a infilzare anche lo Sporting Bellinzago. Impressionante il numero di giocatori andati a segno: 17 in campionato (Serafini 19, Carbonaro 12, Innocenti 9, Maccan 7, Fabiano e Lattanzio 6, Modolo, Acquadro e Gualdi 4, Ferrante, Soligo, Calzi e Volpicelli 3, Luciani 2, Marcolini, Malagò e Chicchiarelli 1) con l’aggiunta di un autogol a Noale, e 8 in Coppa Italia (Callegaro e Malagò 2, Carbonaro, Gualdi, Innocenti, Serafini, Barreto e Cangemi 1). Ai 17 marcatori del campionato si devono aggiungere Barreto, Cangemi e Callegaro in Coppa Italia portando il totale a 20 giocatori andati a segno in partite ufficiali. «C’è anche questo traguardo prestigioso da tagliare», ha spiegato Matteo Serafini, che con 19 reti ha eguagliato il suo record di gol in campionato stabilito in C/2 con la Pro Patria, «sapevamo di avere un grande potenziale offensivo e abbiamo rispettato il copione, ma quel che conta adesso è qualificarci per le semifinale della poule scudetto. Sarebbe un piacere e un onore regalare ai nostri tifosi anche il titolo italiano dilettanti dopo la promozione in Lega Pro». Venezia che non ha mollato nemmeno dopo il salto di categoria a Rasai. «Avevamo il dovere di onorare fino alla fine il campionato con l’obiettivo di arrivare a 90 punti. Ci siamo riusciti, adesso resettiamo tutto e ripartiamo, non abbiamo mai sottovalutato nessuno, tanto più lo faremo con Bellinzago che arriverà mentalmente libero con il proposito di fare il colpaccio al Penzo. Ho visto che ha un paio di attaccanti che hanno segnato molto, dovremo stare molto attenti». Una poule scudetto con tante squadre di gran blasone. «Beh, Venezia, Parma e Piacenza in tempi recenti sono stati anche in serie A, ma tutte le squadre che hanno conquistato la promozione sono forti». Le news. Ieri il presidente Joe Tacopina è ritornato a New York, oggi il Venezia farà il suo “ingresso” ufficiale in Lega Pro in quanto è in programma a Firenze l’incontro dei dirigenti della terza serie professionistica con i dirigenti delle 9 squadre promosse: il Venezia sarà rappresentato dal segretario Davide Bertolin. Ieri doppia seduta, fermo l’infortunato Busatto, a parte Taddia per un risentimento muscolare, febbre per Marco Modolo. Il Venezia per la prossima stagione in Lega Pro sta seguendo il difensore Paolo Pellicanò.
Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La classifica della Serie B ha subito uno scossone con la riduzione della penalizzazione alla Virtus Lanciano che, dal meno 5 subito lo scorso 20 aprile dal Tribunale Federale, ha visto restituiti 3 punti dalla Corte Federale d’Appello. Una decisione che ha quasi ribaltato la sentenza di primo grado facendo risalire il Lanciano a quota 42 insieme a Modena, Salernitana e Latina. «Una decisione a sorpresa – spiega il dg del Vicenza, Andrea Gazzoli – Senza conoscere le motivazioni è difficile commentare, ma a due giornate dalla fine del campionato così cambia la classifica e quasi si condanna il Livorno, inguaiando il Modena, la Salernitana, la Pro Vercelli e il Latina che affronteremo sabato». Una decisione che invece ha cambiato poco la situazione del Vicenza vicino alla salvezza. «Per l’aritmetica ci mancava un punto prima della decisione della Corte Federale d’Appello e un punto dobbiamo fare anche ora – precisa Gazzoli – Per la nostra squadra non cambia molto. Dobbiamo andare a Latina per l’ultimo sforzo, consapevoli della vicinanza all’obiettivo che potrebbe essere centrato anche con i 48 punti che abbiamo oggi. Ma nel calcio meglio non aspettare niente dagli altri. Così, essendo padroni del nostro destino, andiamo a Latina a prenderci il punto che manca». Un match, quello di sabato in terra pontina, che vedrà i padroni di casa alla disperata ricerca della vittoria e un Vicenza che invece potrà giocare con più serenità, dovuta sia alla classifica, ma anche a uno stato di forma della squadra che – nelle ultime nove gare – ha totalizzato 17 punti. A Latina mister Lerda dovrà rinunciare a Raicevic fermato dal giudice sportivo, ma ritroverà Ebagua e Pinato che in questi giorni si stanno allenando regolarmente col gruppo. A parte i lungodegenti Manfredini, Laverone, Vigorito, Bellomo e Cisotti, il resto del gruppo sta bene e discrete notizie anche sulle condizioni di Giacomelli che continua a lamentare problemi alla caviglia, ma che almeno per uno spezzone di gara sabato dovrebbe essere a disposizione.
Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) I tre punti restituiti al Lanciano non gli avranno fatto particolarmente piacere. Franco Lerda, comunque, ieri al centro tecnico Morosini ha potuto dirigere l’allenamento con serenità e una certa soddisfazione. Intanto pioveva a dirotto, quindi non è stato necessario provvedere al rituale annaffiamento del campo che il tecnico biancorosso fa sempre eseguire preventivamente per far rotolare più rapidamente il pallone sull’erba: lo aveva raccomandato anche sabato scorso al Menti durante l’intervallo, in modo da “aiutare” la rimonta dei suoi giocatori contro l’Entella. Secondo (e ben più importante) motivo per “pensare positivo”, le condizioni di Giulio Ebagua: l’attaccante nigeriano, costretto a saltare le ultime partite per un infortunio muscolare alla coscia sinistra, è tornato tonico e pimpante, e non sembrano esserci dubbi sulla sua disponibilità in vista della partita di sabato a Latina. Il centravanti ieri ha corso per l’intero allenamento senza alcun problema, lanciandosi anche in scivolate perentorie e calciando con il suo potente mancino senza esitare durante la partitella: se hanno retto a quel tipo di sollecitazioni, pare proprio che i suoi muscoli siano pronti e perfettamente ristabiliti. Il rientro di Ebagua diventa importantissimo a maggior ragione considerando il turno di squalifica inflitto a Raicevic dopo l’ammonizione rimediata contro l’Entella: a questo punto Pozzi, comunque tornato stabilmente in gruppo da alcune settimane, sarà un cambio da utilizzare eventualmente a partita in corso, senza il bisogno di forzarlo sui novanta minuti o di studiare soluzioni alternative.GIACOMELLI A PARTE. Dopo due settimane meno complicate, la caviglia destra di Giacomelli è invece tornata a fargli piuttosto male. Il giocatore umbro, quindi, sta gestendo gli allenamenti in modo personalizzato per essere in condizione di andare in panchina a Latina, pronto per l’eventuale “staffetta programmata” con Sbrissa. Anche D’Elia, come capita spesso, in questi primi giorni della settimana si è allenato a parte per evitare sovraccarichi muscolari, ma nel suo caso non sembrano esserci dubbi sulla disponibilità per sabato. Fa piacere registrare finalmente il rientro in gruppo dell’altro terzino mancino, Marco Pinato, che dunque potrebbe anche essere convocato per la trasferta nel Lazio.MORALE ALTO. L’umore della squadra, dopo l’importantissima vittoria sull’Entella, ieri era visibilmente alto. La notizia dello “sconto di pena” accordato al Lanciano non ha scalfito la serenità e la determinazione di un gruppo ormai consapevole dei propri mezzi: a prescindere da tutto il resto, il Vicenza vuole andare a Latina a prendersi il punto che gli manca per la salvezza, senza attendere “regali” da altri. Stamattina l’ultimo allenamento a porte aperte al Morosini, prima della rifinitura di domani al Menti e della partenza verso il capoluogo pontino.
Ore 12.50 – (Giornale di Vicenza) La giustizia sportiva ha voluto vivacizzare un po’ il finale di campionato nella corsa salvezza. Meno male che in casa biancorossa, dall’alto dei 48 punti in classifica, si può anche prenderla così, con un sospiro di “scampato pericolo”. Facile immaginare che invece dalle parti di Livorno, Salerno, Modena, Latina e Vercelli si levi più di una comprensibile protesta per i tempi e i modi in cui la Corte Federale d’Appello martedì sera ha fatto riprendere l’ascensore ad un Lanciano che pareva ormai spacciato, e ora grazie ai tre punti restituiti si ritrova a quota 42, in gioco per rimanere in B. SALVEZZA POSTICIPATA. Anche per il Vicenza, in verità, qualcosa è cambiato. Non sarà più possibile che i biancorossi scendano in campo sabato pomeriggio a Latina con la salvezza già acquisita anche per l’aritmetica: la mancata vittoria della Pro Vercelli nell’anticipo di venerdì a Perugia, che nella situazione precedente avrebbe messo al sicuro la squadra di Lerda da ogni possibile eventualità di playout, adesso non sarà comunque sufficiente per la calcolatrice. Pur con il Lanciano “riabilitato”, il Vicenza rimane comunque già adesso sicuro di non essere retrocesso direttamente al termine del campionato: nessuna combinazione astrale, anche la più improbabile e negativa, infatti, potrebbe relegare Brighenti e compagni al terzultimo posto finale. Tuttavia in questo momento, a prescindere dal risultato di Perugia-Pro Vercelli, bisognerebbe ancora conquistare almeno un punto nelle due ultime partite del campionato per mettersi con certezza al riparo dai playout: a 49 punti sì che la salvezza sarebbe matematica e definitiva. LA “CATASTROFE”. Detto questo, il buon senso induce a ritenere che i 48 punti attuali saranno comunque sufficienti quando si tireranno i conti definitivi: per ritrovarsi invischiato nei molteplici calcoli di un’eventuale classifica avulsa di gruppo, infatti, il Vicenza dovrebbe perdere entrambe le ultime partite, e contemporaneamente almeno tre squadre tra quelle che stanno dietro (Lanciano, Latina, Salernitana, Modena, Pro Vercelli) dovrebbero vincerle tutte e due; lo stesso Ascoli dovrà comunque conquistare due o più punti per affiancare o superare i biancorossi. Insomma, si dovrebbe concretizzare una catastrofe sportiva o giù di lì. Lo scenario conclusivo più negativo in assoluto tra quelli teoricamente ancora realizzabili (Ascoli e Pro Vercelli davanti, arrivo alla pari con Latina, Salernitana e Lanciano, Modena staccato da terz’ultimo), vedrebbe il Vicenza disputare i playout da quart’ultimo contro il Latina quint’ultimo. SALVI PERDENDO. Visto che prospettiamo il cataclisma, valutiamo anche lo scenario più favorevole in assoluto. I biancorossi, anche perdendo a Latina, potrebbe ritrovarsi il biglietto per la prossima serie B convalidato senza bisogno di attendere l’ultimo turno. Come? Saranno altri tre i risultati determinanti: quelli di Perugia-Pro Vercelli, Cagliari-Salernitana e Lanciano-Ternana. Sarebbe sufficiente che in almeno due di queste tre partite le dirette concorrenti del Vicenza non vincessero. Se è improbabile immaginare un Lanciano che, rianimato dalla speranza ritrovata, non batta in casa la Ternana ormai senza stimoli, sarà decisamente meno facile il colpaccio per la Salernitana a Cagliari, contro una squadra sì già promossa, ma impegnata nel testa a testa per il primo posto con il Crotone dove in palio, oltre all’onore, c’è anche un premio economico più ricco. E lo stesso Perugia, atteso all’ultima partita della stagione al Curi, non si congederà volentieri dal proprio pubblico con una sconfitta contro la Pro Vercelli.Insomma, le combinazioni possibili sono ancora molte; poche e assai improbabili quelle che prevedono il Vicenza obbligato a passare dai playout per salvarsi. Dato che ci siamo, vediamo di conquistare quest’ultimo punto a Latina e sbarazzarci di conti e tabelle da sabato sera.
Ore 12.20 – (Gazzettino) L’atmosfera era piuttosto movimentata ieri pomeriggio al Tombolato, con il tecnico Venturato impegnato con la consueta calma a ricaricare i suoi, reduci da due giorni di pausa dopo il successo di Bolzano, mentre il responsabile del settore giovanile, Lucio Fasolato, dirigeva il traffico degli arrivi per il raduno regionale Giovanissimi e Allievi con tanti genitori incuriositi nel vedere da vicino il Cittadella che ha riconquistato la serie B. C’era anche l’ex terzino granata Andrea Turato, ora allenatore degli Allievi del Venezia. Pioveva per tutti, una pioggia amica che fa crescere l’erba in sintonia con la filosofia dell’allenatore granata, che vuole la sua squadra in costante crescita. Il campionato è vinto da alcune settimane con tanti record già raggiunti, ma non è finita. Il tempo dei festeggiamenti deve convivere con la professionalità e la preparazione mantenendo lo stesso atteggiamento. Come il giorno e la notte in modo distinto e complementare. Il Cittadella ha dimostrato di avere il giusto equilibrio nelle cose. E vuole mantenerlo restando fedele a se stesso, ai propri valori e ai propri principi, lavorando per migliorare ancora. C’era anche Gianluca Litteri ieri regolarmente in gruppo, dopo essere uscito domenica a Bolzano per un inizio di indolenzimento muscolare, prontamente rientrato. Ci tiene alla Supercoppa, come tutti gli altri, in particolare Claudio Coralli alla caccia del suo sessantesimo gol in maglia granata. A parte si è allenato Andrea Paolucci, che lamenta una botta alla gamba sinistra, mentre Emiliano Bonazzoli è stato fermato dalle febbre. Oggi e domani la preparazione continuerà al pomeriggio, mentre sabato alle 15.30 è prevista una amichevole a Rosà. Domenica riposo e alla sera ci sarà la prima sfida per la Supercoppa fra Spal e Benevento (Rai sport 1), dove si conoscerà l’avversario dei granata (squadra perdente) per mercoledì (ore 21.15), mentre la formazione vincente sarà affrontata dal Cittadella la domenica successiva. Le sedi sono certe fin d’ora con trasferta a Benevento e la Spal al Tombolato, in quanto ogni squadra giocherà una partita in casa e una in trasferta. Per il Cittadella non ci sono preferenze e lo confermano i risultati con dodici vittorie in trasferta sulle ventitrè complessive. Stasera alle 18.30 altro brindisi al bar trattoria “Da Claudio”, organizzato dal Club Granata Cittadellese di presidente Roberto Zanon, con i tifosi che incontreranno squadra, dirigenza e staff tecnico.
Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Altro che aridi! Si usa pensare che i numeri siano noiosi e poco “comunicativi”, ma a ripercorrere la stagione del Cittadella attraverso le statistiche, la cavalcata compiuta da capitan Iori & C. risulta ancora più esaltante. Ecco un rapido excursus tra le cifre di un’annata sportiva che i tifosi granata non dimenticheranno. 76 punti. Ovvio partire da qui: dopo aver chiuso il girone d’andata con 32 punti, gli stessi raccolti dall’Alessandria, gli uomini di Venturato ne hanno infilati 44 in quello di ritorno, staccando di 11 il Pordenone, secondo in classifica. 36 quelli raccolti al Tombolato, ben 40 quelli incamerati in trasferta. Negli altri due gironi nessuno ha fatto meglio: 71 quelli della Spal, prima nel raggruppamento B, 70 quelli del Benevento nel C. Non è tuttavia un record assoluto, perché il Bologna di Ulivieri, nella stagione ’94-95, sempre con 18 squadre al via, ne totalizzò 81. 11 vittorie consecutive. Il primato c’è tutto, invece, considerando il numero dei successi di fila in Lega Pro: una striscia iniziata con il 2-0 di Cuneo, che aprì il girone di ritorno, e proseguita sino all’1-0 siglato da Coralli a Mantova. Il Citta ha così cancellato il precedente record di 10 affermazioni consecutive ottenuto dal Benevento nel campionato 1975-76 e dalla Casertana nel 1989-90. In tutto i successi granata sono stati 23 (con 7 pareggi e 4 sconfitte), uno solo in meno rispetto ai 24 colti a suo tempo dal solito Bologna. 57 gol fatti, 35 subìti. Settima difesa, ma miglior attacco del girone A (solo la Spal ha fatto meglio nel B, totalizzando 59 reti), gli uomini di Venturato hanno avuto come principale punto di riferimento Gianluca Litteri, a bersaglio in 15 occasioni, dietro ai soli Brighenti (17), Altinier (16) e Ferretti (16) in classifica marcatori. 14 i giocatori andati in gol su un totale di 23 elementi utilizzati (tolti i due portieri), con Chiaretti e Lora sul podio dei “bomber” granata, a quota 6. Quest’ultimo vanta il miglior rapporto fra minuti in campo e reti (1 gol ogni 173′, meglio di Litteri, che si ferma a 1 ogni 178′, e Coralli, 1 ogni 198′). I 2.847 minuti di Alfonso. Come spesso accade, l’elemento più utilizzato è il portiere: Enrico Alfonso precede di un soffio Manuel Iori, in campo per 2.766 giri di lancetta. Litteri è la medaglia di bronzo in questa graduatoria con 2.672′. Proprio il centravanti catanese è, però, l’uomo che ha totalizzato più presenze: con 34 partite disputate è l’unico a non aver saltato un solo match, seguito da Alfonso e Chiaretti, con 32. Il trequartista carioca, dal canto suo, è il calciatore più spesso richiamato in panchina a gara in corso, con 25 sostituzioni su 32 presenze. Ma, in fondo, non ha di che lamentarsi: è un destino che, da Baggio a Del Piero, è storicamente toccato a molti fantasisti.
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Ripresa degli allenamenti, ieri pomeriggio, sul campo sintetico del Tombolato, sotto la pioggia. Paolucci ha lavorato a parte per i postumi di un colpo al ginocchio rimediato a Bolzano, mentre Bonazzoli era fermo a causa di una botta alla costola che si era fratturato a Foggia. Tutti in gruppo gli altri, compreso Litteri: l’ecografia di controllo non ha riscontrato lesioni alla coscia.
Ore 11.10 – (Gazzettino) A Padova ci sono duecentomila persone, ma calcisticamente valgono soprattutto gli ottocentomila della provincia; se la cittàe c’è, deve farsi notare». È intervenuto anche il diesse De Poli le cui parole sono state lette da molti dei presenti come un commiato alla piazza, interpretazione giudicata errata dall’interessato, legato fino al 2017 al Padova, ma il cui futuro all’ombra del Santo è tutt’altro che certo. «Questa società – ha esordito – dopo il fango del passato, ha iniziato due anni fa un percorso, creando le fondamenta e poi continuando e mettere energie per fare qualcosa d’importante. Siamo arrivati quinti, quella è la classifica e quelli sono i valori. Se c’è qualche rammarico, ripensando al cammino di un anno, forse è dipeso dalla maggiore qualità presente in chi ci ha preceduto, ma questa è una buonissima squadra e una buona base per l’anno prossimo. Seguitela con passione».
Ore 11.00 – (Gazzettino) I due soci di maggioranza hanno voluto premiare Giorgio Ferretti, presidente uscente dell’Aicb, per la passione messa al servizio della tifoseria padovana. Un meritato riconoscimento è pure arrivato a Elide e Paolo Reffo, marito e moglie, lei 88 anni, lui uno in meno, abbonati al Padova da più di cinquant’anni, presenti a tutte le trasferte in serie D e a quelle della stagione appena conclusa, Cuneo e Piacenza a parte. Dedicati ai tifosi gli interventi di Bonetto e Bergamin. Così l’amministratore delegato: «Vi ringrazio per la vostra vicinanza verso la squadra. Io, Bergamin e gli altri soci cercheremo il prossimo anno di fare un campionato importante e migliorarci, il che significa maggiori investimenti e impegno, per cui serve una partecipazione di pubblico e di imprenditori più ampia. Per fare grande il Padova – ha concluso – deve crescere il seguito. Ogni tifoso si deve impegnare a portare una persona allo stadio così, da quattromila, saremo sei o settemila». Il presidente ha invece spronato i sostenitori cittadini: «Per fare un’altra storia c’è bisogno di tutto: risorse, attaccamento e qualunque cosa che possiamo inventarci. Nel calcio ci sentiamo tutti protagonisti, identificandoci con la squadra che è un patrimonio del proprio territorio.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Venerdì il “rompete le righe” della squadra, in questi giorni gli incontri e le analisi per pianificare il futuro del Padova, con particolare attenzione alle figure del direttore sportivo e dell’allenatore, che vanno di pari passo con una serie di appuntamenti tipici di ogni finale di stagione. Ieri sera squadra, staff tecnico, dirigenti e soci si sono trovati al ristorante La Penisola di Campo San Martino per la cena dei saluti e il giorno prima un’ampia delegazione biancoscudata ha partecipato alla festa del club Amissi presieduto da Ilario Baldon. Quello che si è svolto al ristorante Al Bosco di Cervarese, si è rivelato un vero e proprio happening della tifoseria organizzata, con 150 presenti, a rappresentare buona parte dei club, momenti di svago e iniziative di solidarietà. Oltre al presidente Giuseppe Bergamin, accompagnato dalla moglie Giovanna, e all’amministratore delegato Roberto Bonetto, sono intervenuti il diesse De Poli, il team manager Pontin il dirigente D’Ambrosio, l’addetto stampa Candotti e, tra i giocatori, l’acclamatissimo capitan Cunico, Niccolini, Dionisi e Ilari che si è commosso quando gli è stata assegnata una targa come testimonial Avis per la donazione del sangue e poi ha divertito la platea raccontando barzellette.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Un incontro necessario a definire la scaletta dei colloqui per il rinnovo o meno con la società. Ma, tornando alla festa degli “Amissi”, non poteva non colpire il discorso dello stesso De Poli ai presenti. «La società ha gettato le basi dopo il fango in cui si era caduti», ha sottolineato. «I soldi profusi sono stati tanti, ma la posizione finale raggiunta quest’anno è quella che ci meritiamo», ha aggiunto. «Un po’ di rammarico lo abbiamo, ed è per quella qualità che forse ci è mancata da agosto sino all’ultima partita. Comunque siamo una buona squadra ed è stata posta una base valida per il 2017. Ai tifosi dico che c’è bisogno della vostra passione e della vostra presenza, perché il Padova non può rinunciare al vostro attaccamento, che rappresenta la continuità dei veri appassionati di calcio». Nessun cenno al futuro, ma è sembrato il discorso di uno che ha già capito tutto. Si tratta solo di aspettare l’ufficialità del divorzio.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Ma i dirigenti del Padova avrebbero dirottato molto di più le loro attenzioni sulla sponda veronese del Chievo, allacciando rapporti con il club di Luca Campedelli e particolarmente con il direttore sportivo Paolo Nember. Ovviamente è azzardato per ora ipotizzare se questi contatti produrranno qualcosa di significativo, ad esempio una serie di scambi di giocatori, ma questa è una pista da non trascurare nella definizione del prossimo organigramma biancoscudato. Che cosa vogliamo dire? Che potrebbe arrivare forse proprio dal Veronese il futuro dirigente chiamato a svolgere i compiti di diesse, un uomo dell’entourage di Nember. Siamo ai saluti. Ieri sera c’è stata la cena di fine stagione per dirigenti, squadra e staff tecnico, lontano da occhi e orecchi indiscreti, ma non si è parlato ovviamente di cosa riserveranno le prossime settimane, sebbene in mattinata Bonetto e De Poli si siano visti per valutare le posizioni contrattuali dei giocatori in scadenza.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Il quale è legato, come l’ex allenatore Carmine Parlato, da un altro anno di contratto con il club di viale Rocco, e proprio in virtù di tale impegno non ha alcuna intenzione di dimettersi. Contatti con il Chievo. I segnali, del resto, sono chiari da tempo, al di là delle bocche più o meno cucite dei protagonisti: è noto che fra i Bonetto, soprattutto fra il vice-presidente Edoardo, e De Poli i rapporti sono ridotti all’osso. Il riavvicinamento, concreto, che c’è stato fra a.d. e presidente negli ultimi tempi presuppone invece che, oltre all’impegno di andare avanti insieme sulla strada imboccata nel luglio 2014, si sia raggiunta un’intesa a proposito del primo tassello dell’area tecnica, quello appunto dell’uomo che dovrà mettere mano all’organico biancoscudato 2016/17. E Bonetto avrebbe chiesto al socio espressamente di cambiare rotta. Quale alternativa, allora, suggerirebbe il titolare della Thema di Piazzola? Si è parlato di Giorgio Zamuner, attuale uomo-mercato del Pordenone impegnato nei playoff, e di Werner Seeber, anch’egli con la testa rivolta agli spareggi-promozione con il suo Bassano, a cui è vincolato sino al giugno 2017.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Alle volte sono più utili le feste dei club che giri di telefonate, richieste di puntualizzazioni o conferme a “voci” che continuano a rincorrersi una dietro l’altra. Ebbene, alla conviviale del club “Amissi Biancoscudati”, andata in scena l’altra sera a Cervarese Santa Croce, si è finalmente cominciato a capire qualcosa del futuro del Padova, chiamato a recitare un ruolo da protagonista nel prossimo campionato di Lega Pro. In attesa di conoscere le decisioni della proprietà – un comunicato è annunciato per lunedì o martedì della prossima settimana, e più avanti dovrebbe essere organizzata una conferenza-stampa – appare sempre più vicino all’addio il direttore sportivo Fabrizio De Poli. Il lungo confronto in corso fra i due soci storici, Bepi Bergamin e Roberto Bonetto, avrebbe (il condizionale è d’obbligo, anche se i dubbi sono pochi) partorito, per il momento, una prima scelta, sofferta e dolorosa ma definitiva: congedo anticipato dal “direttore”.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Ma proprio per questo avvertiamo la necessità che ci siano ancora più passione e più attaccamento attorno ai nostri colori. Si dice che il tifo maggiore provenga dalla provincia, e allora dove sono i 200 mila e passa padovani di città? Li vogliamo sentire, li vogliamo vedere, ne vogliamo cogliere appieno l’amore per questa maglia! Credete di più in noi, è ciò che invito tutti a fare». Premiato Ferretti. Sotto la solita, eccellente regia di Ilario Baldon, presidente del club, oltre alla B&B hanno parlato il ds De Poli, il dirigente accompagnatore D’Ambrosio (c’era anche il team manager Pontin) e quattro giocatori della vecchia guardia: il capitano Marco Cunico, i difensori Matteo Dionisi e Daniel Niccolini (ottimi i suoi progressi al ginocchio infortunato) e Marco Ilari. Con loro tifosi storici e non, rappresentanti di altri club, ma soprattutto Giorgio Ferretti, presidente dimissionario dell’Aicb. Il Padova lo ha omaggiato di una targa di cristallo a forma di scudo con placca dorata, mentre Giovanna Bergamin, moglie del presidente, gli ha fatto dono di una cornice digitale per foto-ricordo. Il successore di Ferretti alla presidenza dell’Associazione sarà noto entro la fine del mese.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Andranno avanti ancora insieme, perché questo è il destino calcistico che li accomuna, ma entrambi sono convinti di una cosa: a Padova il tifo può essere numericamente ancora più forte. Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto lo hanno detto all’unisono, senza bisogno di tante sollecitazioni, martedì sera, alla conviviale organizzata dal club “Amissi Biancoscudati” al “Bosco” di Cervarese S. Croce. Centocinquanta persone si sono ritrovate, in un clima sereno e a tratti goliardico, per festeggiare la conclusione di una stagione comunque positiva e dare ad alcuni protagonisti del Padova, in campo e fuori, il giusto riconoscimento per ciò che è stato fatto quest’anno. L’appello alla città. È partito per primo l’a.d., ringraziando per la presenza e la passione il pubblico dell’Euganeo, ma andando subito al dunque: «Vogliamo creare un Padova in grado di lottare per la B, ma abbiamo bisogno di più tifo, più presenze, più partecipazione. Chiedo troppo se mi auguro che dal prossimo campionato siano in 6-7.000 sugli spalti ogni volta che giocheremo in casa?». Gli ha fatto eco il patron, che in tono scherzosamente (ma non troppo) provocatorio ha aggiunto: «Basta con il passato, noi vogliamo scrivere un’altra pagina importante della storia del Calcio Padova».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Ultime quarantott’ore di lavoro: per la prima squadra biancoscudata la stagione è ormai giunta ai titoli di coda. Oggi, alle 15, il penultimo allenamento della stagione, domani l’ultima seduta alla Guizza. al termine della quale arriverà il fatidico “rompete le righe”. Ieri, sotto la pioggia, i giocatori si sono cimentati in una semplice partitella sotto gli occhi di mister Pillon: tutti presenti a parte Niccolini e Cunico (in palestra) e ai brasiliani Neto, Diniz e Fabiano che sono rimasti a riposo. Con l’avvicinarsi delle vacanze, tanta voglia di sorridere: negli improbabili moduli schierati in campo ieri Petrilli si è posizionato in porta e Sbraga ha agito da attaccante.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Radiomercato alla serata di ieri indica un ballottaggio serrato fra Zamuner e Seeber, con Meluso fuori gioco e un quarto candidato al momento nell’ombra, ma in netto ritardo nelle preferenze del club di Viale Nereo Rocco. Il tutto mentre ieri alla cena di fine stagione all’agriturismo «La Penisola» di Campo San Martino è andato in scena un primo pour parler fra il duo Bonetto–Bergamin e Giuseppe Pillon, in scadenza di contratto il prossimo 30 giugno. La sensazione è che il tecnico trevigiano abbia chance concrete di riconferma, anche se bisognerà fare i conti con l’orientamento dell’eventuale successore di De Poli. Occhio, poi, alle conseguenze di una conferma o meno di Pillon sulla rosa. Sotto osservazione la posizione di Nicola Petrilli che con il baffo di Preganziol non ha particolarmente legato e che potrebbe anche valutare altre soluzioni nonostante un rinnovo biennale già sottoscritto a gennaio. Al di là della permanenza di De Poli ormai da escludere, il Padova ha già comunicato agli agenti di Carlo De Risio la volontà di esercitare l’opzione di rinnovo contrattuale e le sensazioni sono buone. Meno quelle su Marcus Diniz. Il rapporto strettissimo con il direttore sportivo del Vicenza Antonio Tesoro e la promessa di un adeguamento contrattuale ancora non arrivato da parte del Padova lasciano aperta la possibilità di un clamoroso trasferimento in biancorosso in caso di permanenza in Serie B della squadra guidata da Franco Lerda.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Gli indizi tutti in un’unica direzione: né Giuseppe Bergamin, né Roberto Bonetto hanno mai confermato chiaramente a parole il ds Fabrizio De Poli, nonostante abbia ancora un anno di contratto col Padova fino al 30 giugno 2017. E poi ancora: segnalati almeno tre incontri con i candidati alla sua sostituzione, così sembra lapalissiano che il fatto di sondare altri dirigenti non sia la via maestra per manifestare fiducia in quello in carica. Ieri ulteriori conferme sul faccia a faccia andato in scena con Mauro Meluso, un cavallo di ritorno dopo l’esperienza col Padova conclusa nell’inverno 2009 e che, tuttavia, viene segnalato sul punto di rinnovare con il Cosenza. Più fonti confermano pure un pranzo con Giorgio Zamuner, attuale consulente di mercato del Pordenone, avvenuto sabato pomeriggio in un noto golf club della provincia. In mezzo a qualche debole e neppure troppo convinta smentita, non è un mistero che l’altro candidato forte per il dopo De Poli sia Werner Seeber, attuale direttore generale del Bassano e legato al club giallorosso da un contratto fino al 30 giugno 2017. Considerato che proprio il Bassano è impegnato ai playoff e che domenica affronterà il Lecce al via del Mare, si capisce bene perché presidente e ad abbiano parlato di «una quindicina di giorni» per le decisioni definitive.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica finale: Cittadella 76, Pordenone 65, Bassano 62, Alessandria 57, Padova 54, Cremonese 53, Reggiana 52, FeralpiSalò 50, Pavia 49, SudTirol 44, Renate 43, Giana Erminio e Lumezzane 42, Pro Piacenza 39, Cuneo e Mantova 34, AlbinoLeffe 20, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentaquattresima giornata: Cremonese-Cuneo 2-1 (Sansovini (Cr) al 15′ st, Brighenti (Cr) al 22′ st, Cavalli (Cn) al 38′ st), FeralpiSalò-Pavia 1-3 (Manconi (Pv) al 9′ st, Ferretti (Pv) al 13′ st, Romero (Fs) al 35′ st, Ferretti (Pv) al 44′ st), Lumezzane-Pro Piacenza 0-0, Mantova-AlbinoLeffe 1-1 (Gonzi (Mn) al 25′ pt, Magli (Al) al 33′ pt), Padova-Alessandria 4-0 (Fabiano (Pd) al 4′ pt, Petrilli (Pd) al 23′ pt, Altinier (Pd) al 25′ pt e al 1′ st), Pordenone-Giana Erminio 3-1 (Bruno (Ge) al 12′ pt, Beltrame (Pn) al 16′ pt e al 2′ st, Valente (Pn) al 36′ st), Reggiana-Bassano 2-2 (Mignanelli (Re) al 47′ pt, Momenté (Ba) al 27′ st, Alessi (Re) su rigore al 37′ st, Cenetti (Ba) al 46′ st), Renate-Pro Patria 3-1 (Napoli (Re) al 3′ pt, Teso (Re) al 10′ pt, Santana (Pp) al 35′ pt, Ekuban (Re) al 20′ st), SudTirol-Cittadella 2-3 (Fink (St) al 5′ pt, Tait (St) al 11′ pt, Litteri (Ci) al 12′ pt, Paolucci (Ci) al 43′ pt, Coralli (Ci) al 25′ st).
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E’ successo, 11 maggio: allenamento pomeridiano e cena serale per i Biancoscudati, alle prese con l’ultima settimana “lavorativa” stagionale