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Ore 22.30 – (Il Piccolo) Il tanto atteso cugino d’Australia che ha salvato la Triestina è arrivato finalmente a Trieste. Ieri mattina Mario Biasin, che assieme al figlio Jason ha viaggiato per circa 22 ore (prima dall’Australia ad Abu Dhabi, quindi un altro volo verso Venezia), è stato accolto da Mauro Milanese di primissimo mattino, alle 6.45, all’aeroporto della città lagunare. Poi il viaggio verso Trieste e subito una visita nella casa della Triestina: Biasin, che si è detto entusiasta del “Nereo Rocco”, ha visitato infatti campo, stadio e sede della società. Ma nonostante la lunghezza del viaggio, Biasin si è dimostrato infaticabile e assieme al figlio e a Milanese, dopo il pranzo, si è recato a Prosecco sul campo di allenamento, dove ha preso per la prima volta contatto con giocatori e staff della squadra alabardata. Sperando che la sua presenza fornisca una robusta dose di energia e fiducia proprio ai giocatori in vista di domenica e poi del play-out decisivo per la salvezza. Ma quella di ieri è stata solo la prima tappa di un lungo tour de force che attende il nuovo presidente dell’alabarda in questi giorni, a partire da oggi: alle 17 infatti ci sarà la conferenza stampa di presentazione assieme ai nuovi sponsor, nella quale si renderanno note anche tutte le iniziative per domenica, giorno della sfida contro il Venezia. Subito dopo, alle ore 18 circa, ci sarà il primo contatto del presidente con i tifosi alabardati: l’appuntamento è al Centro del coordinamento, dove i supporters dell’Unione vogliono accogliere degnamente il cugino di Mauro Milanese. Altra giornata cruciale sarà ovviamente quella di domenica, quando Mario Biasin farà un giro di campo per salutare tutto il pubblico dello stadio Rocco, senza dimenticare che a sfilare prima della partita saranno anche tanti ex giocatori alabardati e i bambini delle scuole calcio. Il presidente riceverà anche una targa da Sergio Marassi e poi, come tutti, tiferà Triestina per tutta la partita, sperando che l’esito finale porti a un play-out più vantaggioso possibile. E a proposito della partita col Venezia (inizio ore 15), si ricorda che la prevendita dei biglietti si tiene esclusivamente presso il Centro di coordinamento di via Macelli nei seguenti orari: oggi ore 16-19; domani 9-12 e 16-19; domenica 9-12. I bambini fino a 10 anni entrano gratis, mentre gli interi in tribuna costano 12 euro (10 euro i ridotti per ragazzi 11-17, donne e over 65), e in curva il prezzo è di 10 euro per gli interi e 8 euro per i ridotti. Speciale promozione anche per i partecipanti alla “Bavisela”, che presentando il pettorale gara alla cassa delle biglietterie (che domenica apriranno alle 13.30) potranno pagare il prezzo ridotto anziché l’intero sia in curva che in tribuna.
Ore 22.10 – (Corriere delle Alpi) Stefano Mosca mette nel mirino i playoff. Il terzino agordino ha ricominciato ad allenarsi con il gruppo dopo l’infortunio alla caviglia e un suo recupero per il 15 maggio sembra possibile. Il Belluno, dopo essersi piazzato al quarto posto, dovrà affrontare negli spareggi Campodarsego o Este. Nel frattempo la squadra di Piazzale della Resistenza attende la Liventina in casa. La squadra gialloblù domenica giocherà l’ultima di campionato contro la squadra trevigiana, che ha bisogno di conquistare punti per evitare eventuali spareggi in vista dei playout che, in ogni caso, sarà costretta a giocare. Mister Vecchiato deve fare i conti con numerose assenze. Oltre a Marco Farinazzo e Marco Duravia, entrambi infortunati, non ci saranno nemmeno gli squalificati Giovanni Pescosta e Paolo Pellicanò, quest’ultimo deve scontare la seconda giornata. Festa al Polisportivo. Il Belluno si prepara a salutare i propri tifosi con numerose attività, per festeggiare al meglio i playoff conquistate per il terzo anno consecutivo. Al match contro la Liventina sarà presente l’intero settore giovanile gialloblù mentre sarà riservato l’ingresso gratuito a tutte le mamme, nel giorno della loro festa, mentre per i papà è stato portato a metà il costo dell’ingresso, da dieci a cinque euro. Al termine della partita la festa continuerà dj Luca Belloni in console, che si esibirà al Polisportivo. Il tutto sarà accompagnato dagli arrosticini offerti dalla macelleria De Bastiani di Santa Giustina. L’ingresso al post partita è gratuIto e aperto a tutti. Marco Farinazzo operato. Ieri mattina l’attaccante del Belluno, classe 1996, è stato sottoposto a intervento chirurgico per stabilizzare la spalla sinistra dopo la lussazione acromion claveare rimediata domenica contro il Campodarsego. Oltre a lui in settimana è finito sotto i ferri anche il trequartista Marco Duravia, che in atroscopia ha subito la pulizia del ginocchio e in testa ha già il pieno recupero per la preparazione che molto probabilmente comincerà dopo la metà di luglio. Appuntamento con il settore giovanile. Questa sera alle 18.30 presso la sala conferenze nella nuova sede di gestione sicurezza, in via degli Agricoltori 13, interverranno il presidente Gianpiero Perissinotto, il presidente del settore giovanile Nicola Deon e il responsabile del settore giovanile Ivan Da Riz. Il tema sarà il settore giovanile gialloblù.
Ore 21.40 – (La Provincia Pavese) Rischia di costare molto cara al Pavia la denuncia presentata in luglio alla procura della Repubblica contro l’ex direttore generale e sportivo Massimo Londrosi: punti di penalizzazione, inibizione e multe. Ieri era in programma l’udienza davanti al Tribunale federale, dopo il deferimento del club per violazione della clausola compromissoria: si tratta della norma in base alla quale tesserati e società rinunciano a rivolgersi alla giustizia ordinaria per risolvere le loro controversie relative all’attività sportiva, affidandosi invece agli organismi della Figc. Ma questo nel caso del Pavia non è avvenuto (per procedere per via ordinaria il club avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione della Figc) e la violazione della norma prevede una sanzione minima di 3 punti di penalizzazione per la società, più una multa da 10.000 a 50.000 euro, e un anno di inibizione più una multa da 10.000 a 50.000 per il legale rappresentante. Sanzioni pesanti, che il Pavia avrebbe cercato ieri di attenuare proponendo un patteggiamento: si parla di 2 punti di penalizzazione, oltre a inibizione e multe ridotti. Ma il patteggiamento potrebbe anche non essere concesso. Il Pavia aveva denunciato Londrosi con un esposto a firma dell’avvocato Alessandro Rampulla, all’epoca legale rappresentante della società, nel quale si motivava il mancato rinnovo nell’incarico di dg e ds con «una serie di iniziative poste in essere dal Londrosi, senza che la società ne fosse a conoscenza, iniziative che hanno minato l’immagine sportiva, commerciale e imprenditoriale del Pavia calcio. Ulteriori verifiche sono in corso e all’esito delle quali il Pavia calcio si riserva di intraprendere ulteriori iniziative al fine di prendere le distanze dal modus operandi intrapreso dal dott. Londrosi nel corso della stagione sportiva 2014-2015». Quella denuncia alla procura – dunque ipotizzando comportamenti di rilievo penale – per la verità non ha finora avuto alcun esito. Ma Londrosi aveva subito controbattuto segnalando alla procura federale della Figc proprio la violazione della clausola compromissoria da parte del Pavia. Non è il solo deferimento a carico della società di via Alzaia: a fine marzo la procura federale ha aperto un procedimento per le frasi pronunciate dall’attuale direttore generale del club azzurro, Nicola Bignotti, nel corso di una trasmissione di TelePavia («certi giocatori uno li scioglierebbe volentieri nell’acido», aveva detto). Insieme a Bignotti è stato deferito per responsabilità oggettiva anche il Pavia.
Ore 21.10 – (Gazzetta di Reggio) E’ stato a lungo in predicato di entrare in società e nel frattempo si diceva avesse assicurato una sostanziosa sponsorizzazione. Talmente sostanziosa che quando è stato annunciato che non sarebbe più entrato nella compagine societaria qualcuno ha temuto che la Reggiana avesse perso una grande occasione per fare il tanto atteso salto di qualità. Eppure, inaspettatamente, emerge che il contributo dell’imprenditore Pietro Vavassori alle casse della Reggiana non è stato affatto sostanzioso. Anzi. A quanto risulta nella stagione 2015/2016 il “contributo” è stato pari a 0 euro. Un dato clamoroso, se si pensa che si è a lungo parlato di una sponsorizzazione da 500 mila euro. Soldi che la società granata pare non abbia mai visto. Vavassori era entrato nell’orbita granata con la presidenza Barilli e poi quando il primo agosto scorso Stefano Compagni ha rilevato la Reggiana si disse che c’era un accordo in base al quale l’imprenditore doveva rivelare il 35% delle quote. Con il passare dei mesi “l’imminente ingresso” è stato sempre più posticipato, fino a quando a dicembre il numero uno granata ha posto fine al tira e molla, annunciando che la partita era definitivamente chiusa. Le motivazioni della marcia indietro? Pietro Vavassori non le ha mai volute spiegate. Ed è di queste ore la notizia che Pietro Vavassori e il suo entourage ripartono con un’altra avventura nel mondo del pallone, dopo quelle di Busto Arsizio e Reggio Emilia, finite non certo nel migliore dei modi. A Varese, dove la squadra è in serie D, stanno brindando perché il patron dell’Italsempione avrebbe «sposato il progetto» e garantito «un robusto finanziamento», sotto forma di sponsorizzazione. A Varese arriverà, dicono le indiscrezioni, anche l’ex dg granata Raffaele Ferrara, che avrebbe condotto le trattative.
Ore 20.50 – (Gazzetta di Reggio) Reggiana al lavoro nel pomeriggio di ieri per studiare le contromosse da attuare domenica al Città del Tricolore contro il Bassano (ore 15). Dopo la visione dell’ultimo video stagionale, incentrato sulle caratteristiche tattiche dei veneti, il tecnico Alberto Colombo ha provato alcuni schemi di posizionamento attacco contro difesa. Per il momento non è ancora chiaro l’undici che scenderà in campo poiché molti giocatori sono ancora alle prese con infortuni, l’ultimo della lista è Mogos che ha rimediato una botta alla caviglia nell’amichevole di Carpineti. Erano tanti i giovani presenti all’allenamento, agli ordini del trainer, per sostituire i vari Parola, Frascatore, Rampi, Pazienza e Loi mentre Nolè sta tentando il recupero al differenziato. Nella seduta di oggi, in programma sempre in via Agosti dalle ore 15, dovrebbe delinearsi meglio il tipo di schema scelto per il match ed anche i protagonisti. Dopo l’incontro di domenica la squadra sarà in vacanza fino a mercoledì per poi lavorare fino al rompete le righe di sabato prossimo.
Ore 20.30 – (Gazzetta di Reggio) Anche Minel Sabotic si unisce al coro dei giocatori che vogliono restare in maglia granata. «Ho altri due anni di contratto qua – esordisce il montenegrino- mi trovo bene e sono tranquillissimo perché non so nulla di interessamenti di altre piazze anzi, se sapete qualcosa voi… ditelo». Ad esempio, se il Modena si salva, andrebbe a giocare casa sua? «Qualsiasi squadra se ti dovesse chiamare dalla Serie B, che sia il Modena o la Salernitana, ti interesserebbe». Si sente pronto per scalare un’altra categoria, considerando che solo tre anni fa era in Eccellenza? «Deve dirlo chi mi valuta da fuori perché io potrei dire che sono il migliore di tutti ma poi può capitare che scenda in campo e faccia male». Però ha sempre sostenuto che un giorno sarebbe arrivato in Serie A. «Speriamo, ne sono convinto, ma ho già avuto tante soddisfazioni anche a Reggio». Forse quest’anno un po’ meno… «Il rimpianto è stato mancare i play off perché abbiamo sempre giocato ad armi pari con tutte, comprese quelle che ci andranno, quindi il rammarico è solo quello». Non ci avete creduto abbastanza? «Più che la fiducia il problema era che in questo girone ci sono diverse squadre forti e perdendo qualche punto diventava difficile recuperare il terreno perso». A conti fatti ha notato quanti pochi punti sarebbero bastati? «E’ meglio non pensarci». Tra l’altro vi attende un ultimo scontro diretto con il “fatal” Bassano? «Finora ci abbiamo giocato contro tre volte e non abbiamo mai vinto perciò vorremmo rifarci». Se resta in granata gradirebbe giocare in una difesa a tre o a quattro? «Per me non fa differenza». Allenato da mister Colombo o da un altro allenatore? «Lui mi conosce da due anni, se arrivasse un altro allenatore spero di fargli buona impressione da subito».
Ore 20.10 – (Gazzetta di Reggio) A Reggio sale la febbre per la partita di domenica tra Reggiana e Bassano, dove Beppe Alessi scenderà in campo nei minuti finali per la sua ultima apparizione in maglia granata, toccando così quota 200 presenze. Il più emozionato di tutti, «come se dovessi esordire», è ovviamente il capitano, che infatti la febbre ce l’ha davvero. «Come mi sto preparando alla partita? Da due giorni sono a letto con l’influenza e non mi sono potuto allenare con la squadra…ma sono in via di guarigione e domani (oggi per chi legge, ndr) sarò a disposizione di mister Alberto Colombo. Sono emozionato come se dovessi esordire. Non mi aspettavo una gioia simile e sono davvero grato a tutto l’ambiente per aver pensato di darmi questa possibilità». Il saluto a Beppe Alessi arriva a due settimane dalla grande cena organizzata dai tifosi all’Amarcord lo scorso 24 aprile. Una festa promosso da Gabriele Miari, promotore della pagina Facebook “Face Regia”, che ha anche realizzato una fascia da capitano speciale per la partita di domenica. La Reggiana ha invece realizzato una maglietta commemorativa per le 200 partite del capitano, talmente amato da essere il secondo più votato (alle spalle di Marchioro) nel sondaggio dedicato agli eroi granata promosso dalla Gazzetta di Reggio in collaborazione con il Gruppo Vandelli. Da quando Alessi arrivò nel 2007 a Reggio, dopo cinque stagioni allo Spezia, la considerazione nei suoi confronti non ha fatto che aumentare. Non è solo questione delle tante presenze e i gol belli e importanti. In tante stagioni non si ricordano atteggiamenti sopra le righe fuori e dentro il campo. Ed è per questo che al momento del suo “quasi” ritiro alla fine della scorsa stagione gli è stata dedicata l’Accademia del calcio, un privilegio di non poco conto. Mancava ancora un ultimo tassello per chiudere questa storia nel migliore dei modi. Manca una partita per salutare il capitano. Non si è riusciti ad organizzare un’amichevole, per varie questioni, e alla fine è nata l’idea di fare scendere Alessi in campo contro il Bassano. Un sogno possibile, dato che il giocatore è ancora tesserato. L’appello dei tifosi e della società è naturalmente quello di essere tutti allo stadio domenica.
Ore 19.40 – (Gazzetta di Mantova) «Sono stato a cena con lo staff tecnico della Cremonese, perché sono tutti ragazzi che conosco da quando ero al Portogruaro. E mi hanno assicurato che domenica contro il Cuneo vogliono vincere, anche perché ne va della loro conferma». La “rivelazione” è del ds Alfio Pelliccioni, che torna a parlare dopo un lungo silenzio e scommette sulla salvezza del Mantova: «La squadra con Prina è cresciuta psicologicamente e tecnicamente: non siamo diventati dei campioni, ovviamente, ma se il mister fosse arrivato prima adesso saremmo salvi. Le stesse parole le ho dette al presidente Musso prima della trasferta di Alessandria, in tempi non sospetti. Perché ho visto come lavora Prina sul campo e ho apprezzato la sua esperienza e la cattiveria agonistica che riesce a trasmettere ai ragazzi e che quest’anno ci è sempre mancata». Visto che Prina è arrivato tardi, però, adesso bisognerà vincere i playout: «Innanzitutto dobbiamo battere domenica l’Albinoleffe e scavalcare così il Cuneo. In tal modo potremo giocare in casa la gara di ritorno dello spareggio e salvarci in caso di doppio pareggio. Secondo me, chi arriva quartultimo ha il 60% di probabilità di salvarsi, perché fra noi e il Cuneo non ci sono grosse differenze tecniche». Pelliccioni passa poi a parlare dei singoli: «Sono contento per Marchi, che ha segnato più di quanto mi aspettassi. Da qui in avanti, però, mi aspetto ancora di più da tutti, perché c’è da riscattare un intero campionato». Infine si arriva al capitolo futuro, quantomai incerto in casa biancorossa: «In questo momento l’unica cosa che conta è salvarsi. Poi la società deciderà il da farsi, sia per quanto riguarda il sottoscritto e sia per il mister, che – ripeto – ha grandissimi meriti. Per quanto mi riguarda, se anche andassi via vorrei farlo con la salvezza in tasca».
Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) È quasi tutto pronto, in casa biancorossa, per la sfida di domenica (ore 15) al Martelli con l’Albinoleffe, nella quale i biancorossi andranno a caccia della terza vittoria consecutiva che potrebbe regalare loro il quartultimo posto, con conseguente vantaggio ai playout nei confronti del Cuneo. Ieri mister Luca Prina ha provato l’undici titolare al Martelli in una partita in famiglia di una quarantina di minuti finita 4-0 con reti di Tripoli, Sereni, Marchi e Zammarini. In difesa, visto che Scrosta continua ad allenarsi a parte a causa della contusione al collo del piede, sono stati schierati Cristini, Carini e Scalise, con Lo Bue e Sereni sulle fasce. A centrocampo hanno agito Longo, Perpetuini e Zammarini; in attacco Tripoli e Marchi. Nel finale, poi, Prina ha provato anche il 3-4-3, con tridente formato da Tripoli, Marchi e Caridi. Rispetto alla formazione schierata ieri, le uniche varianti potrebbero essere due: un eventuale recupero in extremis di Scrosta (ma appare improbabile un suo impiego dall’inizio) e quello, dato invece quasi per scontato, di Gonzi, che ieri ha lavorato a parte a causa di un affaticamento muscolare. Se Gonzi ce la farà, riprenderà il suo posto di mezzala destra, lasciato ieri a Longo. Raggio Garibaldi, invece, dovrebbe essere tenuto in panchina per non rischiarlo in ottica playout, visto che è diffidato. Fuori causa per infortuni vari restano Di Santantonio, Masiello e Ungaro, oltre ad Andrea Trainotti che proprio ieri è stato operato al Carlo Poma dal dottor Antonio Zanini per la ricostruzione del legamento crociato del ginocchio. La squadra tornerà ad allenarsi stamani, mentre domani, sempre in mattinata, Prina dirigerà la rifinitura.
Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) Mentre sul campo la salvezza del Mantova passerà dai playout, fuori dal terreno di gioco il domani dell’Acm dipenderà dall’arrivo di un acquirente (che il presidente Sandro Musso sta cercando) o dal successo di un progetto che patron Serafino Di Loreto rilancia con forza dopo averlo accennato – con cifre però non esatte – nelle scorse settimane. L’idea è aprire una sottoscrizione pubblica, coinvolgendo dall’ultimo dei tifosi alle aziende più grandi, passando per commercianti, professionisti, piccoli imprenditori. Obiettivo raccogliere 2 milioni o anche qualcosa di meno. «La mia offerta, di versare a titolo personale un milione di euro resta sul tavolo – spiega il patron biancorosso, specificando di non voler scavalcare Musso con la sua proposta – e non esclude che la Sdl possa poi contribuire con una sponsorizzazione. Ma la cosa davvero importante per me è riavvicinare la gente alla squadra: immagino abbonamenti a 20, 25 e 30 euro per curve, distinti e tribune. E un Martelli con 5-6mila spettatori ogni domenica, pronti a sostenere la squadra che personalmente affiderei ovviamente a Luca Prina, un allenatore che se fosse arrivato con qualche settimana d’anticipo di avrebbe già portato alla salvezza». «La mia idea – aggiunge Di Loreto – è quella di un rilancio calcistico di Mantova, con una squadra che sia in grado di competere l’anno prossimo contro formazioni blasonate del Nord e del Sud, perché l’orientamento in Lega sembra quello di optare per gironi misti». Cominciando a fare i conti in tasca a Viale Te, con dati di bilancio alla mano (ad esempio per l’anno prossimo ci sono contratti depositati in Lega per 2,1 milioni di euro), si può stimare per la prossima stagione un budget medio di 3 milioni di euro. Ai quali va aggiunta la fideiussione (che sarebbe di 500mila euro) da depositare in Lega. «Quest’ultima cifra – dice Di Loreto -, equivale più o meno ai fondi che arriveranno dalla Lega, per cui ragioniamo sui 3 milioni, dei quali uno lo metterei a disposizione io personalmente». Ne restano da raccogliere 2 (1,5 reali se qualcuno mettesse la fideiussione che poi tornerebbe indietro a fine stagione) e magari meno, visto che all’appello mancherebbe una quota dei soci mantovani Bompieri, Tirelli e Giovanardi, nonché un’eventuale sponsorizzazione della Sdl e la cifra (pur minima viste le intenzioni di Di Loreto sugli abbonamenti) degli incassi. «Possiamo farcela – dice Di Loreto – e sarebbe davvero una bellissima cosa, con la partecipazione (anche nel consiglio della società) di rappresentanti dei tifosi e delle realtà economiche locali, con voce in capitolo sulle scelte da fare e un ruolo anche di controllo su tutto l’andamento del club. Il Mantova deve essere di tutti, questa sì che sarebbe una grande innovazione». Di Loreto ieri si è trovato anche faccia a faccia col sindaco Mattia Palazzi per la vicenda Ies (vedi articoli in altra sezione del giornale) e ha ricucito lo strappo delle scorse settimane: «Gli ho stretto la mano e ho chiarito che non era mia intenzione offenderlo. Se anche lui volesse dare una mano in questo progetto, sarebbe bello». La campagna dovrebbe partire chiedendo per ora ai sottoscrittori soltanto un impegno via mail o fax, per poi concretizzare l’operazione una volta raggiunto l’obiettivo. «E faremo in modo – conclude Di Loreto – che tutti i nomi di chi sposa la causa biancorossa diventino pubblici, come riconoscimento». Il sasso è lanciato: a stretto giro di posta reazioni ed eventuali dettagli del piano del patron.
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Conservare il secondo posto e battere tutti i record. Se Stefani e compagni riusciranno a farlo, saliranno nell’olimpo del calcio neroverde. Indipendentemente dalla conquista della B. Il miglior piazzamento dei ramarri è stato infatti quello della stagione 1959-60, allora sì sotto l’egida della Juventus, quando i ragazzi di Ninni Varglien (Vecil, Facca, Magnetto, Canal, Aggradi, Vernier, Renzulli, Oderda, Caroli, Del Grosso, Lugo, Veglianetti, Villa, Mariotto, Moretto, Comisso, Jaconissi e Stabile) conquistarono il terzo posto alle spalle di Pro Patria e Bolzano, a pari punti (40) con la Biellese. Le altre avversarie erano Legnano, La Spezia, Sanremese, Pro Vercelli, Varese, Fanfulla Lodi, Savona, Casale, Piacenza, Cremonese, Treviso, Mestrina, Monfalcone e Vigevano. Presidente era Cirielli. Memorabile il “derby” con Treviso, davanti a 2500 spettatori, deciso da un gol di Del Grosso. «Finalmente, in un’ennesima mischia scaturita da un angolo – scriveva, sul Gazzettino, Angelo Mazzotta – la palla perveniva a Del Grosso che, dopo un attimo d’esitazione, la spediva saltellante nell’angolino destro di Barluzzi». Altri tempi. Era l’anno in cui le vecchie vaporiere cedevano il passo alle moderne elettromotrici. La facciata della stazione ferroviaria era stata ripulita e rimessa a nuovo. La città si stava trasformando e crescevano i primi grattacieli (capostipite il Santin in piazza Risorgimento). La Zanussi si trasferiva a Porcia. Il Centro Studi era stato completato da poco. Il Cinema Cristallo aveva preso il posto del vecchio Politeama. Veniva completato in piazza XX Settembre il nuovo palazzo delle Poste. Chiudeva il Teatro Sociale che, sacrificata la cultura sull’altare del consumismo, si sarebbe presto trasformato nella prima sede della Standa.
Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Pordenone-Giana di domenica alle 15 al Bottecchia assume un significato in più, oltre alla storica possibilità di terminare il campionato al secondo posto. La società ha istituito la Giornata del Cuore neroverde, dal nome del progetto che comprende le attività sociali del Pordenone. Plaude anche il vescovo Giuseppe Pellegrini, che dopo la visita di Natale al Centro sportivo De Marchi, sarà ospite (e tifoso) d’onore al Bottecchia. «Oltre ai valori tecnici espressi da gioco e risultati – commenta monsignor Pellegrini -, questo Pordenone conferma grandi valori umani, da testimoniare alle giovani generazioni. Sarà un piacere seguirlo per la prima volta dagli spalti, è un orgoglio per il nostro territorio». La prima squadra entrerà sul rettangolo con una speciale t-shirt con il “Cuore neroverde”, che sarà acquistabile (tiratura limitata) con un’offerta da destinare a fini solidali. Nell’occasione sono state invitate allo stadio anche le associazioni partner del progetto Cuore neroverde, ovvero Area Giovani del Cro di Aviano, Anffas, Prematuri si nasce, Fondazione Bambini e Autismo onlus, Avis provinciale e Teatro comunale Giuseppe Verdi.
Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Adesso è vera emergenza. Alle assenze quasi certe dei diffidati (Pederzoli, Mandorlini, Pasa e Buratto, che se impiegati e ammoniti salterebbero il primo playoff), si aggiungono gli acciacchi. E ora Bruno Tedino è preoccupato di non riuscire a mettere in campo una formazione all’altezza dell’impegno che attende il suo Pordenone domenica pomeriggio. In ballo c’è il secondo posto definitivo, con conseguente prima gara-spareggio da giocare in un Bottecchia vestito a festa. Le defezioni sono importanti. Non ci sarà quasi certamente Luca Cattaneo, ai box per un’infiammazione al tallone. Tedino pensava di impiegarlo, ma molto probabilmente dovrà digerire il forfait di «Veleno». Fermo anche Talin: botta al piede. Non recupererà nemmeno Alberto Filippini, mentre Martignago resterà fermo dopo il guaio muscolare patito a Pavia. Ieri, poi, non si sono allenati Ingegneri e Marchi. Il difensore titolare (Ingegneri) è in forte dubbio per la Giana. L’ipotesi più probabile, al momento, è relativa a un cambio di modulo. Tedino potrebbe passare al 3-5-2, provando Marchi dall’inizio in difesa (dovrebbe farcela) e inventandosi un centrocampo mai visto. Davanti spazio a Strizzolo e Berrettoni. L’ultima settimana prima dei playoff, insomma, non è andata benissimo. Per sostenere al meglio la squadra allo stadio ci saranno anche il Settore giovanile e le associazioni del Progetto Cuore Neroverde, che troveranno posto nella Gradinata nord (ingresso via San Vito) solitamente occupata esclusivamente dagli ospiti. L’iniziativa permetterà di colorare di neroverde tutti e tre i settori del Bottecchia.
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Di calcio attivo non si occupa più, ma se a Torino l’«avvocato» era Gianni Agnelli a Pordenone l’«avvocato» è lui: Maurizio Mazzarella. Una vita divisa fra tribunale e stadio. Non servirebbe, ma per capire il personaggio basta leggere su www.tuttopordenone.com (dove il legale tiene una rubrica settimanale sulle vicende dei ramarri) il suo recente giudizio su Simone Pasa: «Il padre, Daniele, a suo tempo mio giocatore, è stato, dopo di me ovviamente, il più bel numero 10 che abbia mai calcato il Bottecchia. Simone, suo figlio, è il più bel numero 6». Difficilmente Mazzarella perde un incontro del Pordenone in casa. Quando nell’intervallo si alza e comincia a parlare, dare giudizi e raccontare aneddoti sulle ere Caon, Zamparini, D’Antuono, Setten o Mungari, i supporter della tribuna fanno capannello. Neanche fosse il «messia». «Del calcio – strizza l’occhio – lo sono. Almeno a Pordenone». I GIUDIZI – Ecco allora a 90′ dal termine della stagione regolare (domenica al Bottecchia, alle 15, arriverà la Giana), con i playoff in cassaforte, il “pagellone” dell’avvocato. TOMEI – È di Pordenone, fedelissimo di Tedino, perfetto per il suo gioco. Grande campionato. BONIOTTI – Deve migliorare la fase di non possesso, ma è pronto per una vera carriera da professionista. FRIULANI – De Agostini e Martin: fatti in casa, regalano sicurezza sulla fascia sinistra. STEFANI – Monumentale. Capitano buono anche per la B. INGEGNERI – Autentica scoperta. Disciplina e struttura al servizio della squadra. PASA – Già detto. PEDERZOLI – Sarebbe il massimo se riuscisse a essere più tranquillo in certi momenti della partita. Da confermare anche in B. MANDORLINI – Garanzia per il centrocampo. Un altro giocatore da serie cadetta. BURATTO – “Mastro” Bruno ha saputo farlo crescere. Va confermato. CATTANEO – Essenziale e imprevedibile, segna gol da cineteca. Sa pure stare in panca, qualità non certo di poco conto. BERRETTONI – Un giocatore di categoria superiore: pochi calciano la palla come lui. TRIO BOMBER – De Cenco, Strizzolo & Filippini, gli extra del campionato, tutti esplosi a Pordenone. SECONDE LINEE – Martignago, Berardi, Valente e Cosner hanno dato il loro contributo alla causa. MARCHI – Con Stefani è il difensore più forte del gruppo. Peccato per l’infortunio che lo ha bloccato. TEDINO – 10 e lode, solo perché l’11 non è contemplato. LOVISA – Senza la “pazzia” di Mauro e il pater patriae Zuzzi, oggi non si parlerebbe di playoff e di serie B. Nel calcio tutto è possibile. Negli ultimi anni è salito in B il Portogruaro; in A Carpi, Frosinone e Crotone.
Ore 17.10 – (Messaggero Veneto) Ha deciso di dire basta senza pensarci troppo: stop, perché è arrivato il momento di fare altro nella vita. Di dedicarsi, cioè, al suo lavoro di personal trainer. Si è ritirato Massimiliano Sessolo, attaccante, il più prolifico goleador di sempre nella storia del Pordenone (71 reti) e indimenticato capitano neroverde. L’ha fatto a 34 anni, dopo aver vinto l’Eccellenza col Cordenons. Una carriera, la sua, che ha l’ha visto indossare la maglie delle giovanili del Milan, disputare 4 annate in C2 e 8 in serie D. «Ogni stagione ha il suo tempo – ha spiegato il pordenonese –: per me è arrivato il giorno di fermarsi». Ora spera di veder salire in serie B i ramarri, di cui oggi è ospite al De Marchi per l’inaugurazione del museo neroverde (alle 18). Sessolo, nessun ripensamento? Avrebbe potuto giocare ancora per qualche anno… «Non me la sento più. Il calcio è stata una parentesi fantastica della mia vita, ma che ora entra nel mio passato. Sono stato contento di averla chiusa in bellezza, salendo in serie D con una grande squadra e un bel gruppo di amici come Manuel Roman Del Prete, Posocco, Luca Rollo, “Ciccio” Campaner. Nella partita valsa la promozione ho anche segnato due gol. Sono soddisfatto». Quanti e quali ricordi porterà con sé? «Tantissimi. Belli e brutti. Ho conosciuto persone meravigliose in questi anni e ho vissuto come tutti momenti di difficoltà. Forse l’immagine a cui rimarrò più affezionato è il campionato vinto proprio col Cordenons, forse perché sapevo che si trattava della mia ultima stagione: già lo scorso agosto avevo deciso di smettere». Chiude la sua carriera come miglior cannoniere di sempre del Pordenone: ci ha pensato? «E’ una grande soddisfazione. In neroverde ho giocato per 5 stagioni (146 presenze, ndr) prima da giovane, nel 2002 in C2, e quindi in età “adulta”, dai 27 ai 31 anni. Ho trovato gente che mi ha voluto bene e ho nella mente tante immagini: la semifinale di coppa Italia raggiunta con Bosi, un gol a Chioggia in campionato valso la vittoria all’ultimo». La sua ultima gara in neroverde fu quella di Porto Tolle, col Delta: il match, se vinto, poteva valere la promozione in Lega Pro2. E’ l’unico rimpianto della sua carriera? «Dispiace per com’è finita. Ma ho pensato tanto a quel match, e ho maturato l’idea che la squadra non potesse fare più di così. Eravamo comunque arrivati secondi, ponendo le basi per il team dell’anno dopo che ha vinto il campionato. Adesso mi auguro che la scalata continui: il gruppo di Tedino può puntare alla B». E adesso cosa farà? «Innanzitutto domenica credo di venire al Bottecchia a seguire il Pordenone. Poi vedremo: a luglio mi laureerò in scienze motorie e quindi mi dedicherò all’attività di personal trainer. Se mi piacerebbe rimanere nel mondo del calcio? Solo se ci fosse una bella possibilità, magari allenando i più piccoli». Già, per insegnare loro la nobile arte del gol.
Ore 16.40 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.20 – Qui Guizza: ultima serie di cross e tiri in porta.
Ore 16.00 – Qui Guizza: schemi ancora in corso.
Ore 15.40 – Qui Guizza: prove tecniche di 4-4-2, Petrilli esterno al posto di Finocchio. Regolarmente in campo Sbraga, assente Bucolo.
Ore 15.20 – Qui Guizza: lavoro atletico.
Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 14.40 – (Giornale di Vicenza) Interpellato da TMW Radio, il general manager virtussino Werner Seeber è intervenuto a ruota libera sul Bassano. «Non è stato affatto semplice ripetersi dopo l’epilogo della scorsa stagione – osserva il digì – un anno fa a un certo punto pareva fatta per la nostra promozione in B, prima che a due giornate dalla fine venissero restituiti i punti al Novara, quegli stessi punti che ai piemontesi sono stati poi tolti in estate e che stanno scontando in questo campionato. Tuttavia ci siamo rialzati e aver centrato nuovamente i playoff in anticipo rappresenta un traguardo prestigioso per una realtà come Bassano a dispetto di club più grandi e blasonati di noi. Iocolano? In questo triennio abbiamo scelto di dare continuità all’organico che ha un’ossatura collaudata per quanto giovane e riguardo a Ioco, a volte arrivano proposte importanti davanti alle quali né la società, né il giocatore possono dire di no e allora anche il capitano può partire seppur a malincuore». Quindi Seeber dà un’occhiata al tabellone degli spareggi. «Proveremo ancora a giocarci tutte le nostre carte – dice -. Le favorite sono altre ma tenteremo lo stesso e con la massima serenità. Soprattutto ci piacerebbe poter debuttare in casa nella gara secca, sarebbe un piccolo vantaggio. Ma vincere a Reggio Emilia sarà complicato. Il mio futuro? Ho un contratto sino al 2017 e a Bassano sto benissimo, se però verranno fatte valutazioni differenti, ci confronteremo con la proprietà come sempre».
Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Il Bassano a Reggio Emilia ha già vinto. E siccome è accaduto una sola volta e non dodici è anche più facile ricordarlo quel momento. È successo nel novembre di sei anni fa, di grazia nel 2010, prima stagione del Bassano nell’allora C1: Reggiana zero, Soccer Team uno, match winner Saverio Guariniello, do you remember? Ecco, Guariniello, tre campionati in giallorosso dal 2009 al 2012 non sarà mai ricordato come bomber torrenziale, ma per una pasta d’uomo che pure qualche gollaccio d’autore qualche volta lo imbucava. Ad esempio nel memorabile trionfo contro la Salernitana, un 2-0 conquistato in dieci contro undici per quasi 50 minuti, o appunto per l’exploit del Mapei Stadium che in quei giorni si chiamava ancora Giglio e non era proprietà del Sassuolo. Guariniello ad esempio quella notte la rammenta benone. «E come si fa a scordarlo un momento del genere – riavvolge il nastro il puntero campano, tornando con la memoria a quell’occasione – giocavamo in posticipo serale e c’era la diretta tv sulla Rai, a un certo momento sul finire del primo tempo Christian La Grotteria (oggi secondo di Sottili, ndr) mi ha mandato in porta con un assist favoloso, uno dei suoi e io non potevo esimermi dal segnare. Una gioia fantastica condivisa coi parecchi tifosi al seguito. Quell’anno era una gran bella squadra, ci salvammo largo con Jaconi da matricola e a metà marzo eravamo addirittura quarti in piena zona playoff per la B. Non so se quel gruppo oggi centrerebbe gli spareggi, è difficile fare paragoni tra le varie annate, ma non ci andrebbe tanto lontano». Saverio porta ancora Bassano dentro al cuore. «Naturale – ribatte – il mio primogenito Giovanni è nato a Bassano, ne vado orgoglioso e per me quella parentesi virtussina è stata un passaggio chiave della vita, non solo della carriera. Poi sono andato ad Andria con Lorenzini e la società è fallita, così sono finito in D al Santhià in Piemonte, quindi Palazzolo sempre in D e ora l’Uso Calcio, nella Bergamasca, neopromossi in Eccellenza ma già ai playoff per la D che inizieremo domenica. Nel frattempo – racconta – i figli sono diventati tre e con la mia compagna mi sono stabilito a Brescia, la sua città». Il 33enne Guariniello palpita ancora per la sua antica maglia. «L’ho seguita lo scorso anno, meritava la promozione tutta la vita, sappiamo tutti come è andata… Mi piacerebbe ce la facessero a sorpresa quest’anno, se c’è una società seria e solida e un ambiente ideale che dovrebbero stare in B sempre, beh questi abitano proprio a Bassano. Io poi saluto i tifosi che con me sono sempre stati eccezionali». E allora forse è meglio procedere a fari spenti in questa tonnara degli spareggi, a prescindere dalla posizione e dal fattore campo. Qualche autorevole commentatore ha definito Bassano un’incognita lasciando la copertina ad altri. Un triennio a strabiliare, eppure l’etichetta di incognita. Via, molto meglio così. Volume basso che poi eventualmente a disorientare gli astanti c’è sempre tempo.
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Forse il suo segreto sta proprio nel non sentirsi mai appagato, tant’è vero che, dopo aver trascinato il Venezia in Lega Pro Matteo Serafini ha già ben in mente i prossimi obiettivi. «Ci aspetta una poule scudetto molto stimolante con tante squadre dal nome altisonante, Parma e Piacenza ma anche Sambenedettese e Gubbio. Poi sono a quota 19 gol, ho eguagliato i mio record di quattro anni fa con la Pro Patria ed ora vorrei proprio migliorarlo». Viene da dire «per fortuna» ripensando che la scorsa estate il 38enne bresciano aveva inizialmente tentennato prima di dire sì al Venezia. «La scelta è stata quella giusta, in quel momento però era giusto che affrontassi con la mia famiglia la possibilità di allontanarci da casa. Io per primo credevo fosse finito il tempo di fare la valigia, ma è impossibile dire di no a un ds come Perinetti e ad una piazza come Venezia». Anche perché tra tante battaglie, proprio l’ultima era finita male per Serafini. «Già, il mio sesto anno con la Pro Patria è stato durissimo. La società un caos, però ugualmente eravamo riusciti a rientrare in gioco per rimanere in Lega Pro (anche vincendo al Penzo con un suo rigore, ndr) quando tutti ci davano per spacciati. Non avercela fatta è una ferita che ancora brucia, quindi per voltare pagina non avrei potuto sperare in qualcosa di più di un campionato vinto a Venezia». Nella sua bacheca, oltre alla famosissima tripletta a Buffon in uno storico Brescia-Juventus di serie B, ben sei salti di categoria: a 17 anni in serie D con il Montichiari, in serie B con Cremonese, Livorno e Arezzo, in Lega Pro con Pro Patria e Venezia. «Questa in arancioneroverde la metto sicuramente molto in alto nel mio podio personale. Tra tutte ricordo però quella di Arezzo nel 2003/04, vincemmo da ripescati e fu la svolta della mia carriera perché mister Mario Somma mi spostò da regista di centrocampo a trequartista-attaccante. Feci molto bene e l’anno dopo mi ritrovai a Siena in serie A. Un’impresa fu pure il settimo posto in A con l’Empoli nel 2005/06, quando addirittura ci qualificammo per la Coppa Uefa». Ormai Serafini si ritrova in squadra con compagni che hanno meno della metà dei suoi anni. «Un dato di fatto che mi trasmette ancor più un senso di responsabilità, noi vecchi qui a Venezia abbiamo cercato di essere degli esempi visibili e tangibili per i ragazzi, trasmettendo in primis rispetto per la maglia arancioneroverde. A maggior ragione considerato che il post adolescenza è molto cambiato: prima un ventenne aveva più consapevolezza e meno possibilità, oggi invece il calcio crea illusioni e poi ti scarica. È giusto favorire l’impiego dei giovani, ma imporre le fasce d’età è controproducente perché il rischio di uscire dal giro è elevatissimo». Il futuro di Matteo Serafini? «La partita di domenica a Trieste (ore 15 stadio Rocco, ndr) – sorride -. Ho il patentino da allenatore ma c’è tempo, finché sto bene mi vedo ancora in campo e continuare a Venezia sarebbe bellissimo».
Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) La documentazione del progetto per il nuovo stadio del Venezia è stata depositata nella giornata di ieri in sede del Coni a Roma. E’ stato il presidente Joe Tacopina a presentare tutte le pratiche relative al progetto, come ha confermato lui stesso ai microfoni di Insideroma.com : «Stiamo lavorando tutti i giorni con la migliore squadra, che comprende Accademia Sgr (il fondo che ha curato la realizzazione dello Juventus Stadium) e Futura B, la società – ha spiegato Tacopina – voluta dal presidente della Lega di serie B Andrea Abodi, per fornire alle società affiliate gli strumenti necessari per la realizzazione e l’ammodernamento degli impianti sportivi. Siamo molto fiduciosi». Nel frattempo il vulcanico presidente sta pensando pure al basket e in particolare a quello bolognese. Le «V nere» della Virtus sono appena retrocesse in A2 e Tacopina ha rivelato di essere in contatto con uno dei soci forti della Virtus Bologna, Pietro Basciano, per dare una mano nella risalita. La sua veste sarebbe di garante e forse di investitore per una piccola quota. Inoltre, Tacopina avrebbe già contatti con due potenziali investitori newyorkesi, appassionati di basket e già attivi sul fronte. «Bologna – ha dichiarato il patron del Venezia – mi è rimasta nel cuore. Qualcosa si può fare, vedremo». Tacopina rientrerà domani in città per assistere alla partita di domenica a Trieste (ore 15) e partecipare alla festa-promozione in programma al Parco Catene di Marghera. Ai festeggiamenti ci saranno anche i tifosi della Curva Sud, che hanno sciolto le riserve dopo un iniziale tentennamento. La posizione rimane però critica. «Noi saremo con la squadra a Trieste, poi con il treno rientreremo per partecipare alla festa. Il campionato non è finito e prima di tutto viene la squadra. Ci aspettavamo che la società invitasse i tifosi a sostenere la squadra a Trieste», fa sapere Andrea «Kaos» Vianello. La festa al pub Bread & Butter inizierà alle 17, la squadra arriverà intorno alle 20 e anche i tifosi della Curva Sud dovrebbero arrivare a quell’ora: «Troppa gente – aggiunge Vianello – sta salendo adesso sul carro dei vincitori, ma bisogna stare sempre vicini alla squadra. E quindi aspettiamo tutti a Trieste».
Ore 13.10 – (La Nuova Venezia) Il presidente del Venezia, Joe Tacopina, coinvolto nel rilancio della Virtus Bologna, appena retrocessa in LegaDue. A Bologna il numero uno del Venezia ha lasciato un buon ricordo, tanto che nelle ultime ore il patron delle V nere lo ha contattato per trovare investitori interessati a rinforzare la squadra. «Il mio impegno personale ed economico in questo momento è rivolto al cento per cento nel Venezia», ha voluto precisare Tacopina. «Non ho alcun coinvolgimento diretto nel futuro della Virtus Bologna, mi è solo stato chiesto di poter fare da intermediario per trovare imprenditori eventualmente interessati a supportare quel club. La stessa cosa avvenuta anche con Maurizio Zamparini per il Palermo, nulla di più. Cercherò di capire meglio la situazione del club bolognese, poi vedremo se negli Stati Uniti qualcuno potrà interessarsene». Le news. Il Venezia prosegue la preparazione sulla strada di Trieste. Domenica allo stadio Rocco Giancarlo Favarin proseguirà sulla linea del turnover e quasi certamente sarà confermato tra i pali Andreatta. Ieri mattina, eccezion fatta per Busatto e Soligo, tutti si sono allenati regolarmente. Si è poi fermato il solo Marcolini per un problema alla caviglia, ma non dovrebbe essere in dubbio per dopodomani. Lunedì alle 18 al centro sportivo Taliercio, nuovo appuntamento che darà la possibilità a tecnici e dirigenti del club e delle società gemellate, d’ incontrare e imparare dall’esperienza di Luis ALemàn, allenatore e psicologo spagnolo.
Ore 12.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) A gennaio quando Francesco Benussi è stato acquistato dal Vicenza, il suo destino era quello di fare il secondo a Mauro Vigorito, l’estremo difensore che aveva difeso la porta della compagine biancorossa nella volata promozione fermatasi nei playoff con il Pescara. L’ex portiere di Palermo, Torino, Udinese, Verona e Carpi, aveva accettato il ruolo consapevole che «nel calcio tutto può cambiare in un attimo e l’importante è essere pronti». Parole quasi profetiche perché i problemi alla spalla di Vigorito hanno promosso titolare Benussi, che sul campo ha dimostrato di meritarsi alla grande il ruolo. «Ho accettato Vicenza firmando a gennaio il rinnovo automatico in caso di salvezza e questo dimostra che ho sempre creduto in questa squadra — spiega il portiere — lo credevo anche quando a febbraio abbiamo trascorso un brutto periodo e la classifica si era fatta obiettivamente molto difficile». Trovare i motivi e le cause di quel periodo non è stato semplice, di certo la svolta è arrivata con l’arrivo di mister Lerda. «La squadra ha chiuso il girone d’andata a 24 punti — sottolinea Benussi — pochi per chi probabilmente pensava di poter restare stabilmente nella parte sinistra della classifica. Forse hanno pesato le tante aspettative dopo la superlativa stagione dell’anno scorso, ma da sempre il campionato di serie B è lungo e pieno di insidie, ed è molto difficile ripetersi». E Benussi ripercorre il periodo più nero della stagione. «Quando le cose hanno iniziato ad andare male, tra gennaio e i primi di marzo, abbiamo vissuto il momento più brutto trovandoci nelle ultime posizioni e in quel momento siamo stati bravi a tenere duro, a credere nella possibilità di venirne fuori. Tutto è cambiato con mister Lerda: è arrivato con grandi motivazioni e ha portato la svolta di cui avevamo bisogno. Ora siamo più compatti in difesa, in attacco inoltre abbiamo trovato il gol con più continuità, nonostante Ebagua, Giacomelli, Galano e Raicevic abbiano dovuto far fronte a infortuni di varia natura». Il gruppo però si è compattato, ha stretto i denti riuscendo a risalire la china grazie alle vittorie importantissime ottenute ad Ascoli, al Menti contro Livorno e Ternana e a Brescia. «Ritengo che la vittoria di Ascoli sia stata quella della svolta — precisa Benussi — quella è stata la partita che ha lanciato la nostra rincorsa e che ci ha permesso di stare vivi: se avessimo perso recuperare sarebbe stato molto difficile. Da quel successo ci siamo ricompattati e siamo ripartiti. A 45 punti non abbiamo ottenuto niente, ci aspettano tre battaglie. Rispetto alle altre concorrenti per la salvezza abbiamo forse un calendario più difficile ma abbiamo un piccolo vantaggio da difendere ad ogni costo».
Ore 12.20 – (Giornale di Vicenza) Tifosi biancorossi, armatevi di calcolatrice e amuleti contro la sfortuna. Quello che scaramanticamente sarebbe meglio non dire né scrivere è infatti una realtà dei numeri: vincendo contro l’Entella (prima toccatina al portachiavi di ferro), se si verificassero risultati non così improbabili in un altro paio di partite, il Vicenza potrebbe già festeggiare la matematica salvezza con due turni di anticipo (seconda, terza e quarta toccatina al portachiavi di cui sopra: meglio abbondare).Le somme sono presto fatte. Incamerando tre punti, il Lane raggiungerebbe quota 48, e con soli 6 punti ancora a disposizione nelle ultime due partite sarebbe in ogni caso irraggiungibile per il già retrocesso Como e per il Livorno, a prescindere dal risultato dei toscani, impegnati in casa contro il Perugia. Pur vincendo, infatti, gli amaranto si ritroverebbero a 40.Per scongiurare il rischio dei playout, però, bisognerebbe guadagnare un margine di sicurezza anche su altre tre squadre. Modena e Salernitana, impegnate in uno scontro diretto ad eliminazione, inevitabilmente si penalizzeranno a vicenda: l’eventuale perdente, si ritroverebbe a 7 punti dal Vicenza; in caso di pareggio entrambe sarebbero a 6, ma il Modena sarebbe comunque tagliato fuori in qualunque caso di arrivo alla pari con i biancorossi, sia in un testa a testa, sia in un’eventuale classifica avulsa multipla.C’è poi il Latina, di scena a Crotone: i calabresi vorranno festeggiare la fresca promozione in serie A regalando una vittoria ai propri tifosi (favorendo così il Vicenza), o saranno deconcentrati e perderanno punti in favore dei pontini?Infine, bisognerà attendere il risultato del derby abruzzese Pescara-Lanciano, in programma domenica alle 17.30: un successo dei “cugini” gemellati biancoazzurri (ma anche un pareggio) metterebbe al sicuro il Vicenza.A quel punto, con un’ideale “schedina salvezza” in mano, i tifosi biancorossi potrebbero tirare un enorme sospiro di sollievo e lasciarsi alle spalle questa tribolatissima stagione. Ecco la sequenza fortunata: Vicenza-Entella 1; Salernitana-Modena 1X2; Crotone-Latina 1; Pescara-Lanciano 1X. Con questi risultati, le ultime due giornate di campionato sarebbero una pura formalità. E a questo punto, immaginiamo che il vostro portachiavi di ferro sia ormai lucido…
Ore 12.00 – (Giornale di Vicenza) Il traguardo della salvezza, ormai, è in vista. Gli ultimi metri, però, riserveranno più di un’insidia al Vicenza, a cominciare dalla partita di domani pomeriggio al Menti contro la formazione ligure dell’Entella, a sorpresa in piena corsa per i playoff. Ecco perché Franco Lerda non abbassa la guardia: «Sabato scorso, vincendo a Brescia, è stato sicuramente fatto un passo importante, ma non è ancora sufficiente – avverte -. Sappiamo bene che in questo campionato le insidie sono sempre dietro l’angolo, quindi siamo concentrati per raggiungere al più presto l’obiettivo della salvezza: prima ci riusciremo, prima potremo lavorare più serenamente».Quando è arrivato al Vicenza l’obiettivo della salvezza non sembrava così semplice da raggiungere: cosa prova adesso che è così vicino?Sono molto soddisfatto di quanto è riuscita a fare la squadra, dei progressi che ha messo in luce partita dopo partita, sotto ogni punto di vista, confermati anche a Brescia. Il nostro unico obiettivo era quello di riuscire a giocare anche l’anno prossimo in serie B, se possibile alla fine del campionato, altrimenti passando dai playout: adesso che la salvezza diretta è possibile, daremo il massimo per ottenerla.Finora al Menti non siete mai riusciti ad imporvi contro formazioni d’alta classifica: è un tabù da sfatare?In effetti le uniche sconfitte sono arrivate proprio in casa contro Cagliari e Spezia, ma non ci ho fatto caso, non è un particolare che mi interessa. Sono convinto che in questo campionato ci siano valori molto equilibrati: le insidie che si trovano affrontando una formazione d’alta classifica non sono così diverse da quelle di una partita contro una squadra che è più o meno nella nostra posizione, quindi giocheremo contro l’Entella come facciamo sempre, per fare la nostra partita, pensando soprattutto a noi stessi, al nostro modo di stare in campo e di fare gioco, più che agli avversari.Si va verso la conferma della formazione che ha meritatamente espugnato il Rigamonti di Brescia.In linea di massima sì. In questo momento abbiamo una nostra identità, stiamo facendo bene sia a livello individuale, sia a livello di squadra, a dimostrazione del fatto che si sono trovati i giusti equilibri. In settimana Brighenti ha dovuto gestire un leggero affaticamento muscolare, ma penso proprio che non ci saranno problemi per lui. Sta meglio anche Giacomelli: il dolore alla caviglia destra è molto diminuito, quindi magari potrei anche fare una riflessione sul suo utilizzo dal primo minuto.La “staffetta” con Sbrissa, comunque, sta dando buoni risultati.È vero, anche perché Giovanni si è adattato molto bene in un ruolo per lui nuovo. Però intendiamoci: a me Giacomelli piacerebbe averlo al massimo per poterlo vedere in campo fin dal primo minuto come sa fare lui, nel modo in cui lo avevo visto giocare da osservatore esterno. Se poi, come ha fatto finora, entra nel finale e ha subito un impatto decisivo, va benissimo anche così.Come valuta l’Entella?È una squadra che, pur avendo cambiato molto, è riuscita a trovare il giusto equilibrio, esprimendo valori importanti e disputando un ottimo campionato. Sappiamo che sarà una partita tosta, nella rifinitura studieremo gli ultimi accorgimenti per affrontarla al meglio, ma abbiamo lavorato molto bene durante tutta la settimana, quindi siamo fiduciosi di poter ottenere comunque un risultato positivo.Dopo la vittoria di Brescia vista solo in televisione, tanti tifosi vorranno venire al Menti per sostenervi…Questo mi fa molto piacere. Da quando sono arrivato, attorno alla squadra c’è sempre stato un clima positivo: anche nelle partite in cui abbiamo perso, i tifosi ci hanno sostenuto, apprezzando l’impegno che i giocatori hanno sempre messo in campo. Sarebbe davvero bello se, dopo quel tuffo al Rigamonti sotto una curva vuota, la squadra potesse festeggiare un’altra vittoria fondamentale sotto una curva sud piena.
Ore 11.30 – (Gazzettino) Il Cittadella di Roberto Venturato ha toccato anche i 13 punti di vantaggio sulla seconda in classifica e il campionato non è ancora concluso, per cui i conti si faranno alla fine. La promozione in serie B, però, è in cassaforte dalla quart’ultima giornata, per cui si può certificare fin d’ora che questa cavalcata non ha precedenti nella storia ultraquarantennale della società granata. Sono nove i passaggi alla categoria superiore conseguiti dall’As Cittadella, nata nel 1973 dalla fusione voluta da Angelo Gabrielli fra le due società preesistenti (Cittadellese e Olympia) e vanno dalla Prima Categoria alla serie B. Le prime due (1974-75 e 1978-79) sono arrivate con ripescaggi in Promozione per meriti sportivi, a premiare la serietà gestionale e i saldi valori morali impressi fin dall’inizio dal presidentissimo. L’allora direttore sportivo Egidio Parolin ricorda che il secondo ripescaggio, nel 1979, avvenne (per sostituire la Sampietrese) dal quinto posto ottenuto in campionato essendo il Cittadella la prima società padovana e godendo la stima del presidente regionale Enrico Galuppo. Anche l’ammissione al campionato Interregionale 1981-82 avvenne per meriti sportivi avendo il Cittadella vinto la Coppa Italia Dilettanti 1979-80 e da quella stagione avrebbe giocato nel nuovo stadio, intitolato a Tombolato. Nel 1988-89, con Paolo Bottacin in panchina, il Cittadella vinse il campionato Interregionale con quattro punti di vantaggio sul Caerano e venne promosso per la prima volta fra i professionisti in serie C2. E quello è stato l’unico primo posto in solitaria, prima di quest’anno. Nel 1992-93 Gianni Rossi riconquistò la C2 nello spareggio a Cento con il Lumezzane, mentre le ultime tre promozioni sono arrivate tutte vincendo i play off: nel 1997-98 con Ezio Glerean dalla C2 alla C1 sul campo di Ferrara a spese della Triestina, ancora con Glerean nel 1999-2000 dalla C1 alla B a Verona battendo il Brescello e nel 2007-08 con Claudio Foscarini ribaltando a Cremona (storico 3-1 con gol di Meggiorini, De Gasperi e Coralli) la sconfitta per 1-0 subita all’andata al Tombolato. La marcia trionfale del Cittadella di quest’anno non trova quindi paragoni nella storia granata, seppur prestigiosa con una crescita che ha del sorprendente. La società guidata da Angelo, Piergiorgio e Andrea Gabrielli è cresciuta innanzittutto nell’organizzazione societaria e in parallelo nel miglioramento degli impianti sportivi: il plurimo passaggio di categoria ne è la conseguenza. E adesso la copertura della tribuna est del Tombolato, colloca questo stadio come terzo nel Veneto per posti coperti, dopo il Bentegodi di Verona e lo stadio Euganeo. Le potenzialità di questa copertura sono ancora inesplorate e consentono ulteriori margini di crescita nei progetti del futuro granata.
Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Che Cittadella sarà quello che vedremo allo stadio “Druso” di Bolzano domenica, nella gara con il Sudtirol che chiuderà il trionfale campionato granata? Di sicuro una squadra diversa rispetto a quella delle ultime uscite. Perché il turnover “ragionato” visto – a promozione già acquisita – a Salò contro la Feralpi e al “Tombolato” contro la Cremonese potrebbe lasciar spazio a una sua versione più massiccia. E la ragione è semplice, tutta legata alla SuperCoppa di Lega Pro. Il regolamento del triangolare, che opporrà i granata a Spal e Benevento a partire da mercoledì 18 maggio prevede infatti che le ammonizioni e le squalifiche rimediate in campionato non si azzerino. E così Venturato, che oggi ha cinque elementi diffidati in rosa, potrebbe ritrovarsi senza più di una pedina preziosa nelle gare che assegnano, di fatto, gli scudetti di categoria. In particolare, dopo il cartellino giallo rimediato sabato scorso nel 3-3 con i grigiorossi, nell’elenco dei giocatori a rischio è entrato “Terminator” Litteri. Il bomber granata, utilizzato in tutte e 33 le partite disputate sin qui in campionato, avrebbe potenzialmente ancora nel mirino il titolo di capocannoniere del girone A, essendo salito a quota 14 proprio con la doppietta firmata contro la Cremonese, a due soli centri dall’attuale leader Brighenti. E tuttavia è probabile che il centravanti catanese possa sacrificare i suoi sogni di sorpasso sull’altare della coppa, a cui è meglio non mancare assolutamente. Facile dunque che in avanti a Bolzano si riveda “Ciccio” Coralli come prima punta, affiancato da Jallow o Bizzotto. Altro elemento che difficilmente Venturato impiegherà è Schenetti: il centrocampista scuola Milan, pure lui a bersaglio domenica scorsa, è diffidato e pronto a lasciare il ruolo di interno destro. In questo caso le alternative non mancano, data la possibilità di giostrare Paolucci, Lora e Zaccagni su entrambi i lati del campo. Sempre nello stesso reparto sarebbe a rischio squalifica pure Bobb, che però è fuori causa per infortunio. E in difesa? Qui sono diffidati i due terzini sinistri di ruolo, Benedetti e Donazzan, con Nava pronto a cambiare corsia per sostituirli. Chiunque scenda in campo, a Bolzano il sostegno dei tifosi non mancherà: il “Club “Angelo Gabrielli – Granata X Sempre” ha riempito un pullman da 51 posti che partirà alle 9 di domenica mattina dal Bar Stadio (la gara si disputerà con inizio alle 15), con diverse auto al seguito.
Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Lutto nell’ambiente granata. È mancato Paolino “Pino” Sgarbossa, a soli 58 anni, portato via da un male incurabile. Storico tifoso del Cittadella, e figura molto amata per la straordinaria bontà d’animo, era presenza fissa nella Tribuna Est dello stadio Tombolato, dove era solito stare assieme a un folto gruppo di ex-calciatori e amici della sua generazione, con cui vestì a suo tempo la maglia dell’Ac Olympia Cittadella del presidente Angelo Gabrielli, prima della fusione avvenuta nel 1973 con l’Us Cittadellese. Grande promessa giovanile, venne ceduto dal “presidentissimo” al Padova, assieme al compagno Walter Marchiorello, con cui vinse il titolo nazionale allievi semiprofessionisti nel 1972, nella finale di San Benedetto del Tronto. Sgarbossa era in attesa del trapianto di midollo, dopo un intervento che avrebbe dovuto effettuare lo scorso febbraio, saltato all’ultimo momento. Lavorava al mercato come ambulante, molto conosciuto nel territorio, oltre che a Cittadella, alla Guizza. Gestiva il banco assieme alla moglie Manuela, che lo piange assieme ai figli Marco e Giada e ai tanti familiari e amici, fra cui i tifosi del Centro Coordinamento Club Granata. I funerali si svolgeranno nel Duomo di Cittadella questo pomeriggio alle ore 16.
Ore 10.20 – (Gazzettino) La decisione sulle eventuali conferme di De Poli e Pillon sarà presa a stretto giro di posta? «No, dobbiamo prenderci il tempo necessario. Tutte le riflessioni che stiamo facendo sono per il bene del Padova. Saranno scelte razionali, oculate e di buon senso con la prospettiva di costruire qualcosa di più importante». Passando all’amichevole, Pillon ha mischiato le carte sempre tenendo come impronta tattica il consueto 4-4-2. Nella prima frazione sono andati a segno Altinier e Bearzotti, autori di una doppietta, e Baldassin, mentre per la Villafranchese ha accorciato le distanze Mezzaro poco prima dell’intervallo. Nella ripresa sono arrivare le altre marcature che hanno visto protagonisti Diniz, Anastasio, Neto Pereira e Petrilli. Niente test per Sbraga e Bucolo che sono rimasti ai box. A fine gara immancabile terzo tempo con i giocatori biancoscudati che si sono soffermati a firmare autografi e a fare fotografie con i tifosi.
Ore 10.10 – (Gazzettino) Spostando l’attenzione agli affari biancoscudati, anche quest’anno vi siete comunque divertiti pur essendo sfumato l’aggancio ai play off. «Abbiamo disputato un bel campionato e siamo soddisfatti. Anche se c’è rammarico perché nelle ultime due partite potevamo fare qualcosa di diverso e arrivare più in alto, però va bene così. Credo che anche i tifosi debbano essere non dico appagati, ma contenti». Domenica proprio all’Euganeo è in programma l’ultima partita della stagione, nonostante i giochi siano ormai fatti. Immaginiamo che l’intenzione sia chiudere al meglio. «Assolutamente sì, deve essere una partita importante con un avversario di valore nella quale puntiamo a ottenere il massimo risultato. Dopo questa débâcle, speriamo di essere capaci con una squadra che ci precede in classifica di fare una bella prestazione e di dare una soddisfazione ai nostri tifosi». Si chiude il campionato e poi la palla passa alla società. «Da lunedì si comincia a pensare al futuro costruendo qualcosa con una prospettiva di migliorare ciò che abbiamo fatto quest’anno. Vogliamo ritornare in serie B nel più breve tempo possibile: vincere non è facile, però pensare di poterlo fare significa ragionare non dico in grande, ma con lo spirito di potercela fare».
Ore 10.00 – (Gazzettino) Finisce in goleada l’amichevole con la Villafranchese, alla quale ha assistito anche il presidente Giuseppe Bergamin. Non poteva mancare il patron biancoscudato, che è di casa a Villafranca Padovana. Non solo in paese ha sede la sua azienda Sunglass, ma per ventidue anni è stato una colonna portante della compagine di calcio locale: prima come giocatore (cinque anni), e poi come presidente fino al 2002 con la squadra che per cinque stagioni ha militato in Eccellenza. E allora al suo arrivo, affiancato dalla moglie, è stato inevitabile un tuffo nel passato all’insegna dell’amarcord. «Non venivo da molti anni. Questo campo è stato inaugurato quando c’ero io, era nuovo e bellissimo, e ci siamo divertiti anche facendo i dilettanti. Ho rivisto volentieri persone che non vedevo da tempo, gente che mi vuole bene e alla quale ne voglio anch’io».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Domenica, terminata l’ultima gara stagionale con l’Alessandria, la palla passerà esclusivamente alla società, e arriverà il tempo delle decisioni. «Domenica vogliamo fare bella figura e chiudere bene il campionato dando ai nostri tifosi l’ultima soddisfazione. Poi da lunedì si costruirà il futuro: servirà il tempo necessario, decideremo per il bene del Padova con l’obiettivo di migliorare quanto fatto quest’anno». Meglio del quinto posto, però, ci sono solo i playoff o la promozione diretta: le ambizioni biancoscudate puntano così in alto? «Io voglio riuscire a tornare in Serie B nel più breve tempo possibile. Vincere non è facile, ma ragionare in grande e con la convinzione di potercela fare è lo spirito che ci deve guidare». In vista dell’Alessandria, Pillon rischia di non avere a disposizione sia Sbraga (che ieri ha seguito il programma differenziato) che Bucolo, che non ha preso parte all’amichevole per un fastidio al ginocchio destro. Sul campo, il Padova sperimentale della prima frazione, schierato con un 4-2-3-1, ha mandato in rete due volte sia Altinier che Bearzotti, oltre a Baldassin, mentre nella ripresa le reti hanno portato la firma di Diniz, Anastasio, Neto e Petrilli.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La fine della stagione si avvicina sempre di più: tra sette giorni esatti arriverà il “rompete le righe” per il Padova. Ieri la squadra di Pillon, nella tradizionale amichevole del giovedì, ha segnato nove gol (a uno) ai dilettanti della Villafranchese, e a godersi lo spettacolo c’era anche patron Giuseppe Bergamin. Naturale, visto che dopo aver giocato per cinque anni in Seconda Categoria proprio con la maglia del Villafranca, ne è stato anche presidente per 17, riuscendo a portarlo fino all’Eccellenza. Sul campo di gioco si sono mescolati i ricordi del passato ai progetti per il futuro. «In quegli anni a Villafranca ci siamo davvero divertiti», le emozioni del patron nel ritornare dopo diversi anni su quel terreno di gioco. «Ma devo dire che anche quest’anno, nonostante non si sia arrivati oltre il quinto posto, il Padova ha fatto un buon campionato. Siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto, anche se rimane il rammarico perché nelle ultime due partite avremmo potuto arrivare un po’ più in alto. Ma per me va bene così, e sono sicuro che anche i tifosi, se non appagati, siano per lo meno contenti di ciò che è stato fatto».
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Fabrizio De Poli sempre più in bilico, Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto avanti assieme, nuovi soci in avvicinamento fra luglio e agosto. Sono questi gli ultimi aggiornamenti in arrivo dal quartier generale del Calcio Padova, alla ricerca di una quadra per la prossima stagione. La novità più importante è che Bergamin (che pure si priverebbe di De Poli a malincuore) sembra essersi avvicinato a Bonetto riguardo alla necessità di cambiare ds per evitare ulteriori dissidi. Gli altri soci si sono chiamati fuori, convinti che siano i due principali riferimenti del club a dover trovare un accordo. La possibile convergenza porta a Giorgio Zamuner, consulente di mercato del Pordenone con un passato recentissimo da procuratore cresciuto nella scuderia di Tullio Tinti. Sempre attuale anche la pista che porta al dg del Bassano Werner Seeber, che però richiederebbe un’attesa troppo lunga per via di un contratto in essere con il club di Renzo Rosso e con i playoff ancora da disputare. E c’è pure un terzo nome ancora non uscito che tuttavia non sarebbe al momento in pole position. Nessun socio forte in arrivo all’orizzonte: ci potrebbero essere, invece, movimenti di contorno nel pacchetto di viale Nereo Rocco alla fine dell’estate.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 73, Pordenone 62, Bassano 61, Alessandria 60, Padova e Reggiana 51, Cremonese e FeralpiSalò 50, Pavia 48, SudTirol 44, Giana Erminio 42, Lumezzane 41, Renate 40, Pro Piacenza 38, Cuneo 34, Mantova 33, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentatreesima giornata: AlbinoLeffe-Lumezzane 1-2 (aut. Mantovani (Al) al 20′ st, Belotti (Lu) al 26′ st, Calamai (Lu) al 37′ st), Alessandria-Reggiana 0-1 (Arma (Re) al 25′ st), Bassano-Padova 2-1 (Candido (Ba) al 8′ st, Sparacello (Pd) al 38′ st, Piscitella (Ba) al 48′ st), Cittadella-Cremonese 3-3 (Litteri (Ci) al 7′ pt e al 17′ pt, Scarsella (Cr) al 20′ pt, Schenetti (Ci) al 9′ st, Sansovini (Cr) al 21′ st, Maiorino (Cr) al 23′ st), Cuneo-Renate 0-0, Giana Erminio-FeralpiSalò 1-1 (Ranellucci (Fs) al 17′ pt, Bruno (Ge) al 22′ pt), Pavia-Pordenone 0-1 (Martignago (Pn) al 39′ pt), Pro Patria-Mantova 0-3 (Tripoli (Mn) al 15′ pt, Zammarini (Mn) al 35′ pt, Marchi (Mn) al 28′ st), Pro Piacenza-SudTirol 2-0 (Carrus (Pp) al 35′ pt, Speziale (Pp) al 36′ st).
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Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 5 maggio: il Padova batte 9-1 la Villafranchese in amichevole.