Il silenzio, si dice, è d’oro. Non, però, nel caso del Calcio Padova, dove in realtà, sotto una cortina di (apparente) fitta nebbia con cui si celano incontri e colloqui, soprattutto fra i due soci storici Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto, si vive un momento molto delicato. E hai voglia a dire “tranquilli, tutto ok”, come si sforza di ripetere (lo ha fatto anche l’altra sera, a Telenuovo), il patron, perché non è proprio tutto rose e fiori il dialogo in corso tra i fondatori della società sorta nel luglio 2014 sulle ceneri del “vecchio” Biancoscudo. Ieri è andata in scena una nuova puntata della “telenovela”, i cui contenuti ovviamente sono noti unicamente ai diretti interessati, ma qualcosa si può già dire. I Bonetto vogliono contare di più. Qualche settimana fa, a Tv 7 Triveneta Giorgio Borile se ne uscì con una notizia che fece sobbalzare tutti sulla sedia: «Il 30 giugno prossimo la famiglia Bonetto lascerà il Padova, onorando tutti gli impegni». La reazione, immediata, di Roberto, amministratore delegato della società, fu di smentire tale ipotesi e portò ad un ricompattamento (dichiarato) dei due soci.
C’era del vero, invece, in quella anticipazione, perché i Bonetto (padre e figlio) vogliono pesare di più nelle decisioni da prendere. Normale, anzi legittimo per chi detiene il 30% delle quote, sebbene Bergamin in realtà abbia il maggior numero di azioni, il 42% (comprensivo del suo 30% più il 12% di Walter Tosetto, che di fatto gli ha dato delega totale sul proprio pacchetto). E quando si dice “pesare di più” significa avere voce in capitolo sulla definizione degli investimenti economici per il futuro, dunque sui budget da stanziare per il prossimo campionato, e sulla scelta degli uomini che comporranno l’area tecnica, ovvero direttore sportivo, allenatore e staff di collaboratori impegnati sulla prima squadra. Le difficoltà ci sono. Per il bene del Padova siamo convinti anche noi, come altri, che la B&B di viale Rocco dovrebbe restare unita e portare avanti sino all’obiettivo dichiarato – la scalata alla Serie B – la propria mission, ma non si possono tenere per forza insieme due persone che hanno imboccato la stessa strada se poi, lungo il percorso, affiorano divergenze insormontabili su ciò che bisogna fare.
Soltanto che Bergamin e Bonetto in questo momento devono valutare attentamente le conseguenze di una “separazione”, sia per la loro immagine che per quella della società, che non ha neppure due anni di vita e che non può permettersi di subire un trauma così forte come quello di un “divorzio” fra i due fondatori. Sui numeri (di bilancio) il confronto è serrato ed ecco perché Bonetto ha alzato il tiro. Bergamin, lunedì sera, ha ribadito come quest’anno siano stati spesi oltre 5 milioni di euro: di questi più di 1 milione e 200 mila riguardano il settore giovanile, per cui scendiamo a 3 milioni e 800 mila per il resto. Il “rosso” del Calcio Padova, nel bilancio che sarà presentato a fine giugno, dovrebbe attestarsi intorno al milione e 800 mila euro. Il che significa che i 2 milioni di differenza (rispetto ai 3 milioni e 800 di prima) verrebbero garantiti dai contributi di Lega per aver inserito 9 giovani (il massimo era 10) nella lista campionato, dai soldi ricavati da abbonamenti e incassi e dai contributi degli sponsor. Ma per il torneo 2016/17 quanto si metterà in preventivo? Ecco il punto: dovendo farsi carico della passività di bilancio (dell’attuale stagione), non tutti (gli altri azionisti) sono disposti ad aprire nuovamente i cordoni della borsa e ad impegnarsi in modo consistente.
Qui le posizioni nella B&B divergono: perché, per mettere insieme una rosa competitiva, servono soldi, sebbene la squadra sia già buona (come conferma l’attuale posizione in classifica). La discussione va avanti, ma non si trova per ora la quadra. De Poli, Pontin e commissione. In attesa dell’ultimo impegno di campionato, con l’Alessandria, tutto è fermo sul fronte giocatori. Bisognerebbe muoversi, alcuni di loro sono in scadenza e la concorrenza è in agguato. Anche qui il Padova è “ingessato”: i Bonetto – è noto anche ai muri dell’Euganeo – non hanno più fiducia in De Poli, al contrario di Bergamin, e nelle ultime ore hanno messo pesantemente in discussione anche Giancarlo Pontin, il team manager. Fra l’altro, nei colloqui intercorsi con il presidente, sarebbe stata proposta, per trovare una mediazione, l’istituzione di una commissione tecnica che lavori in stretta connessione con il direttore sportivo, commissione composta da Roberto ed Edoardo Bonetto e da Simone Tognon, collaboratore dell’area tecnica e responsabile dello scouting. Domanda: ma De Poli, che ha un altro anno di contratto, potrebbe accettare una simile soluzione o sarebbe legittimato a sbattere la porta? Anche dalla soluzione di tali “nodi” passa il futuro, e con esso la tranquillità di programmazione, del Padova.
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel)