Live 24! Padova-Alessandria, -5: inizia la preparazione all’ultima partita della stagione

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Ore 23.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) A tre turni dalla conclusione del campionato cadetto, la lotta per la permanenza in B ha emesso il primo verdetto: con la sconfitta casalinga subita dalla Ternana il Como torna in lega Pro dopo appena una stagione. Per determinare le altre due compagini che retrocederanno direttamente il prossimo 20 maggio e le due, quart’ultima e quint’ultima classificata, che andranno ai playout si dovrà probabilmente attendere l’ultima giornata, visto che la graduatoria attuale vede ben sette squadre ancora in lotta distanziate di pochi punti tra di loro. Come sempre il calendario delle ultime gare avrà un peso determinante perché è chiaro, per esempio, che affrontare il Crotone già promosso in A è senza dubbio meno difficoltoso che averlo avuto come avversario quando era lanciatissimo verso la conquista della massima serie. Molto importanti saranno ovviamente anche gli scontri diretti, con il risultato di Salernitana–Modena del prossimo turno che sarà determinante per il proseguo del campionato delle due compagini. Di grande importanza per il Vicenza sarà la partita che si giocherà a Latina tra quindici giorni con la formazione pontina che ha quattro lunghezze di ritardo sui biancorossi. «Senza dubbio la partita contro il Latina metterà in palio punti che varranno doppio – sottolinea l’attaccante biancorosso Cristian Galano – ma noi dopo i tre punti pesantissimi che abbiamo conquistato a Brescia dobbiamo preparare al meglio la partita contro la Virtus Entella, una formazione forte che sta lottando per centrare i playoff e che all’andata ci superò con un netto 4 a 1». Galano però ci tiene a sottolineare l’ottima prestazione offerta dal Vicenza a Brescia decisa dal suo gol su calcio di rigore al 91’. «Ero sicuro di segnare – spiega l’ex attaccante del Bari – i rigori li proviamo anche in allenamento durante la settimana e non ho avuto timori particolari nel calciare Ma più che del mio gol, sono contento della prestazione della squadra soprattutto nel secondo tempo quando abbiamo letteralmente dominato costruendo diverse occasioni. Il neo è che dovevamo segnare prima, ma abbiamo sbagliato troppo davanti al portiere avversario che però, almeno in un paio di circostanze, è stato molto bravo a respingere le nostre conclusioni». Alla fine però la vittoria è arrivata e a quota 45 punti il traguardo della salvezza è vicino. «Dobbiamo conquistare ancora almeno tre, forse quattro punti – precisa Galano – ma è evidente che la vittoria di Brescia è stata per noi un passo importantissimo verso la permanenza in serie B. L’importante ora è continuare su questa strada, fare punti anche con la Virtus Lanciano e presentarsi allo scontro diretto a Latina con un buon vantaggio sulle dirette concorrenti. Dobbiamo mantenere la compattezza e la grinta mostrata a Brescia, se ripetiamo quella prestazione l’a salvezza non ci sfuggirà».

Ore 22.50 – (Giornale di Vicenza) Avesse segnato Stefano Giacomelli, a Brescia, decidendo la partita del Rigamonti, avremmo potuto titolare “Jack il risolutore”. Non è andata così, perchè i tre punti d’oro sono stati suggellati dal rigore di Cristian Galano al 91′. Eppure Giacomelli, quando Franco Lerda ha scelto di mandarlo in campo, ha lasciato il segno ed è stato a suo modo decisivo. «Sono felice di aver messo lo zampino sul rigore che ha regalato la vittoria al Vicenza».Giacomelli, la gara di Brescia pesava, tanto quanto il rigore calciato da Galano…Era fondamentale vincere, è andata benissimo. Abbiamo conquistato tre punti giocando un’ottima partita e sono felice anche a livello personale. Nonostante abbia fallito tre nitide occasioni da rete?Sì, è vero che sono stato poco cinico. Ho avuto tre palle-gol e non ne ho sfruttata nemmeno una. E però mi fa molto piacere aver dato il mio contributo quando sono entrato in campo. Bella l’azione che ha portato poi alla concessione del rigore…Avevo visto che Venuti era in netta difficoltà e così ho chiamato palla a Vita; poi ho puntato il difensore del Brescia, ho lavorato un buon pallone sulla sinistra e ho servito Raicevic che è stato bravo a procurarsi il rigore. Se il Vicenza non avesse trovato il gol al 91′ e la sfida fosse finita 0-0, quanto avrebbe recriminato per i suoi errori davanti alla porta?Per fortuna è andata bene alla fine, con grande merito abbiamo portato a casa il successo. Certo io avrei dovuto fare meglio, su questo non ci piove. Mi sarebbe piaciuto segnare nel giorno del mio compleanno!E se avessimo pareggiato sarebbero stati certamente due punti buttati. Quella di Brescia era la gara da portare a casa a tutti i costi.Il giorno dopo la vostra vittoria, tra le chiacchiere da bar, è emerso che il Brescia ha lasciato molto fare il Vicenza…Io credo che come motivazioni non ci fosse tanta differenza tra noi e loro, perchè anche il Brescia lottava per inseguire un posto ai playoff. Noi però avevamo e abbiamo tuttora un obiettivo più importante da raggiungere. Quell’applauso silenzioso dei vostri tifosi al triplice fischio, a fronte della vostra esultanza sotto la curva che avrebbero dovuto occupare, è stato emozionante.Eravamo davvero felici. Ci fossero stati i nostri tifosi, sarebbe stato bellissimo festeggiare con loro, come ogni volta quando si vince. Però devo dire che così è stata una goduria. Doppia.Sono più partite che lei comincia dalla panchina per il problema alla caviglia. Come va?Ora molto meglio, ma credetemi, ho trascorso due mesi non belli. Io sapevo come stavo, lo sapeva la squadra. Purtroppo non sono stato bene, è stata una sofferenza. La settimana che ha preceduto la gara col Brescia è stata la prima in cui mi sono potuto allenare regolarmente con la squadra. Spero di chiudere al meglio il campionato. Purtroppo è da un mese e mezzo che non mi alleno come dovrei e non riesco a tenere tutti i 90 minuti ancora. Vi sentite già salvi?Credo che sia stato fatto un passo molto importante, anche perchè oltre al nostro successo, ci ha sorriso qualche risultato degli altri campi. Se vinciamo con la Virtus Entella, potrebbe essere fatta. Con i tre punti al Menti sabato, la salvezza potrebbe essere matematica. I conti comunque dovremo farli alla fine.

Ore 22.40 – (Giornale di Vicenza) 14 punti in 8 partite. In attesa della prova del nove, sabato prossimo al Menti contro l’Entella, Franco Lerda è promosso a pieni voti all’esame del campo: 4 vittorie, 2 pareggi e altrettante sconfitte (compresa quella all’esordio con il Cagliari) certificano in maniera incontestabile il successo dell’intervento del tecnico di Fossano nei suoi 50 giorni (tondi proprio domani) alla guida del Vicenza.RITMO PLAYOFF. Sotto la sua gestione, i biancorossi hanno tenuto un ruolino di marcia invidiabile: solo quattro squadre sono riuscite a far meglio in questo intenso mese e mezzo di campionato, e non figurano certo tra quelle in lotta per non retrocedere. In testa a tutti c’è lo sfavillante Trapani di Serse Cosmi, imbattuto con 22 punti (7 vittorie e un pareggio): guarda caso, per uno dei tanti curiosi incroci dei destini calcistici, proprio la squadra che ha condannato all’esonero Pasquale Marino, trapanese di Marsala, espugnando il Menti lo scorso 13 marzo. Dietro ai siciliani in questa classifica parziale figurano il Bari (18 punti), il Pescara (16) e il Crotone (15), ovvero l’unica squadra già matematicamente promossa in serie A e due tra le più autorevoli candidate a disputare i prossimi playoff da protagoniste.MEGLIO DI MIMMO. Per rendere l’idea, in questo scorcio di stagione il Vicenza di Lerda ha conquistato più punti di quanto sia riuscito a fare lo Spezia di Mimmo Di Carlo (12), che pure ha rifilato una severa lezione ai biancorossi, battuti al Menti con un netto 0-3. E dietro al Vicenza c’è pure uno squadrone come il Cagliari, che taglierà sì il (doveroso) traguardo della promozione in serie A, ma ci arriverà con un po’ di fiatone rispetto a tutte le altre formazioni di vertice. Insomma, il Vicenza è l’unica squadra di bassa classifica “intrusa” in questo sprint decisivo tra le compagini in lizza per il salto di categoria.MENTI ESPUGNATO. Va rimarcato il fatto che in questo periodo la squadra biancorossa, senz’altro cresciuta nel proprio rendimento, è finalmente riuscita a sfruttare a dovere anche un calendario più abbordabile: in particolare il fattore Menti è tornato a farsi sentire in positivo, anziché essere fonte di “ansia da prestazione”. Il Vicenza davanti ai propri tifosi è infatti riuscito a vincere le due fondamentali sfide-salvezza contro Livorno e Ternana, cadendo al cospetto di Cagliari e Spezia: Lerda, in quattro incontri interni, ha così ottenuto lo stesso numero successi (2) conquistati in 15 partite al Menti da Marino, che ha pagato più di ogni altra cosa a livello di risultati proprio l’incapacità di “espugnare” lo stadio amico.FORMATO EXPORT. Anche con il nuovo allenatore, tuttavia, è fuori casa che il Vicenza ha centrato i risultati sulla carta più difficili: la doppietta di Ebagua ha steso l’Ascoli in quel primo confronto diretto decisivo; poi i biancorossi hanno retto senza affanni a Cesena e nella bolgia di Salerno, per completare l’opera con la sontuosa prestazione di Brescia, ben più autorevole rispetto a quanto lasci immaginare il risicato (ma comunque pesantissimo) 0-1 del tabellino. Avanti di questo passo, la salvezza non potrà sfuggire: guai ad abbassare la guardia o rallentare proprio in vista del traguardo.

Ore 22.20 – (La Provincia Pavese) Non si fa attendere la risposta dell’ex direttore generale del Pavia, Massimo Londrosi, dopo le dichiarazioni rilasciate dall’ex azzurro e oggi giocatore del Pordenone, Alex Pederzoli. «Prima di tutto ho inviato immediatamente un esposto alla Procura Federale e attraverso l’avvocato Sabrina Rondinelli all’ufficio legale della Figc la richiesta di adire alle vie legali nei confronti di Pederzoli, in deroga al vincolo di giustizia – dice Londrosi – A parte il suo uso, non certo felice da parte di Pederzoli, di un termine giustizialista come pulizia etnica, Ricordo di essere stato esonerato il 13 luglio dell’A.C.Pavia e che fino a quel momento avevo ingaggiato La Camera, Bellazzini e ceduto Sereni al Mantova e non rinnovato i contratti giunti a scadenza di Carotti, Cogliati, Falconieri e Romanini. Le scelte di aver “distrutto” o rivoluzionato la squadra vanno, quindi, rivolte a chi mi ha sostituito viste le cessioni fatte poi ad agosto dello stesso Pederzoli. Penso di aver portato una squadra da zero ad arrivare fino al primo turno dei play off». Sull’esclusione di Pederzoli dal progetto del Pavia 2015-16 Londrosi spiega come la scelta sia maturata durante la scorsa stagione. « A gennaio 2015 abbiamo appreso dalla stampache per Pederzoli era stato chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito del processo di Cremona sullo scandalo delle scommesse – ricostruisce Londrosi – Un’accusa odiosa, un atteggiamento inaccettabile che va contro la lealtà sportiva. Per questo già a gennaio avevo deciso di allontanarlo».

Ore 22.00 – (La Provincia Pavese) Se il Pavia ha matematicamente conquistato la qualificazione alla Tim Cup con l’attuale nono posto in classifica, l’ultima giornata del girone A di Lega Pro ha ancora pochi verdetti da emettere domenica prossima 8 maggio quando si scenderà in campo alle ore 15. Per la corsa di testa a parte la promozione già festeggiata dal Cittadella da qualche giornata resta da stabilire, in chiave play off, chi sarà secondo tra Pordenone e Bassano, mentre l’Alessandria è matematicamente quarta classificata e come peggiore delle due quarte ammesse ai play off affronterebbe la miglior seconda dei tre raggruppamenti. In caso di arrivo a pari punti di Pordenone, Pisa, e Foggia, oggi tutte a 62 punti, sarebbe premiata per miglior differenza reti la formazione pugliese che giocherebbe in casa contro l’Alessandria. Il Pordenone, che ha un punto di vantaggio sul Bassano, è favorito per chiudere al secondo posto nel girone A dovendo ospitare una Giana ormai matematicamente salva e con più nulla da chiedere al campionato. Friulani che possono, quindi, conquistare altri tre punti e chiudere i giochi respingendo l’ultimo assalto del Bassano di scena domenica a Reggio Emilia. Poco da decidere anche per quanto riguarda la corsa salvezza. Resta da stabilire chi chiudere al quintultimo posto e affronterà poi nei play out l’Albinoleffe. Cuneo e Mantova sono sicure di sfidarsi per la permanenza in Lega Pro, gli ultimi 90’ possono solo stabilire l’ordine del fattore campo. Volata a tre, invece, tra Lumezzane, Renate e Pro Piacenza per evitare i play out. Se il Renate non dovrebbe avere problemi visto che chiude in casa con la già retrocessa Pro Patria, decisivo sarà lo scontro diretto tra Lumezzane e Pro Piacenza. I bresciani hanno a disposizione due risultati su tre. Solo perdendo, infatti, il Lumezzane andrebbe ai play out perché la Pro Piacenza, che ha già vinto lo scontro diretto all’andata, sarebbe salva. Per le otto squadre ammesse ai play off per giocarsi la quarta promozione dopo quelle di Cittadella, Spal e Benevento, già qualificate, quindi, Pordenone, Bassano, Alessandria, Pisa, Maceratese, Foggia e Lecce. Per l’ultimo posto a disposizione quasi fatta per la Casertana, cui basta un punto per conquistarlo ed evitare di essere raggiunta all’ultima giornata dal Cosenza con cui ha scontro diretto sfavorevole.

Ore 21.40 – (Gazzetta di Reggio) Tra Reggio e Parma è sempre più aria di derby. Non sappiamo se quello sul campo si giocherà nella prossima stagione, ma intanto la sfida tra le due rive dell’Enza sembra già iniziata su vari fronti. L’ultimo casus belli sono le voci di mercato che riguardano Nicholas Siega, il jolly di Colombo, protagonista di una grande stagione in maglia granata, che non ha ancora rinnovato il contratto. Il sito internet Tuttomercatoweb ha lanciato domenica sera l’indiscrezione secondo la quale il giocatore granata avrebbe già raggiunto un accordo per passare al Parma dalla prossima stagione. Una notizia che è stata prontamente smentita dalla Reggiana e dallo stesso giocatore. «Non è assolutamente vero che ho già firmato con il Parma – dice il giocatore in una note – ho saputo la notizia ieri sera (il primo maggio, ndr) dal fratello della mia ragazza che l’ha letta su internet e anche io come tutti ne sono rimasto sorpreso. Né io né il mio procuratore siamo stati contattati e, come ho sempre detto anche al presidente, la mia volontà è quella di finire la stagione e di incontrare la società per parlare del futuro». Una smentita dove però il giocatore non si sbilancia sulla prossima stagione. Il contratto di Siega è in scadenza e da un po’ di tempo la Reggiana sta lavorando al rinnovo. L’accordo però non è stato ancora trovato. Il capitolo rinnovi contrattuali è solo uno dei nodi che la società granata deve sciogliere. Il tema principale al momento è l’eventuale ingresso di Mike Piazza nella compagine granata con il 60% delle quote. Tutte le altre questioni dipenderanno da questa trattativa molto importante per il futuro della Reggiana. L’ex campione di baseball è interessato alla squadra del presidente Stefano Compagni, ma come ha detto lui stesso in un’intervista al magazine Usa sta ancora valutando molti aspetti. L’incertezza sugli assetti societari mette tutto il resto in secondo piano. Intanto oggi pomeriggio la squadra di mister Colombo tornerà ad allenarsi in via Agosti in vista dell’ultima partita di campionato domenica alle 15 al Città del Tricolore. E’ iniziata la prevendita dei biglietti per la sfida con il Bassano, dove tra l’altro giocherà anche il capitano Beppe Alessi. La società sta preparando alcune iniziative per celebrare l’addio al calcio giocato dell’attaccante, che dovrebbe entrare nei minuti finali della partita (la Lega ha dato il suo assenso perché è ancora tesserato). I tifosi della Reggiana non vorranno mancare a questo importante appuntamento e sicuramente da parte loro arriverà una grande dimostrazione d’affetto, come quella della serata organizzata all’Amarcord il 24 aprile scorso.

Ore 21.20 – (Gazzetta di Mantova) La Lega Pro ha diffuso tutta la documentazione relativa alle iscrizioni al prossimo campionato e le novità non mancano. Fra queste c’è il cambiamento dei parametri per la presentazione della fideiussione. Fino allo scorso anno doveva essere di 400mila euro, mentre adesso partirà da 350mila (e potrà anche essere assicurativa, oltre che bancaria) per i club che non supereranno l’importo di 1,5 milioni lordi di stipendi. Chi sforerà, dovrà invece coprire il 30% dell’eccedenza fino a 2 milioni, il 50% dell’eccedenza oltre tale cifra e il 100% di ciò che si prevederà di spendere oltre i 3 milioni. In sostanza, se si ipotizza un monte ingaggi di 2 milioni lordi o giù di lì (potrebbe essere il caso del Mantova) si dovrà versare una fideiussione di 500mila euro. Al momento dell’iscrizione del 30 giugno, comunque, basterà presentare la fideiussione da 350mila. La garanzia «andrà poi integrata nel corso della stagione – si legge nel comunicato – in relazione all’aumento dei compensi contrattuali lordi dei tesserati».

Ore 21.00 – (Gazzetta di Mantova) Se il presidente Musso loda mister Prina ma resta cauto sui discorsi per il futuro, il suo consigliere Fabrizio Lori è convinto che «l’allenatore giusto per ripartire la prossima stagione ce l’abbiamo già». L’ex patron biancorosso è senz’altro il dirigente che segue più da vicino il lavoro della squadra, visto che quasi mai manca agli allenamenti: «Nelle ultime settimane ho visto il Mantova trasformarsi – spiega -, la mano di Prina si vede proprio. Lui è l’allenatore giusto al momento sbagliato – sorride -, perché se fosse arrivato prima ci saremmo salvati senza passare dai playout. Basta pensare che abbiamo fatto più punti (10) nelle ultime 4 gare che nelle nove del girone di ritorno (7) in cui il mister non c’era. Se dovessimo vincere anche domenica e scavalcare o agganciare il Cuneo, Prina avrebbe fatto un mezzo miracolo». Lori insiste sulla necessità di agganciare il quartultimo posto: «È molto, molto importante avere ai playout il vantaggio di salvarsi con due pareggi e di giocare la gara di ritorno in casa. Secondo me le nostre possibilità di salvezza salirebbero così al 60-70%. E dunque domenica aspetto tutti i tifosi al Martelli, perché è fondamentale battere l’Albinoleffe e poi sperare che la Cremonese faccia il suo dovere contro il Cuneo». «La salvezza – aggiunge poi Lori – è basilare per immaginare poi un futuro. Ora tutte le energie devono essere concentrate sul campo: una volta rimasti in Lega Pro, ci sarà il tempo per trovare una soluzione. La Sdl dice che servono aiuti? Beh, cercheremo di trovarli. Se arrivasse qualcuno a dare una mano sarebbe ben accetto. Io credo comunque che si debba essere fiduciosi. Come lo vedrei io il futuro? Il mio sogno sarebbe una squadra che punti ai playoff, ma per ora è solo un sogno».

Ore 20.40 – (Gazzetta di Mantova) Ottimismo per il futuro del Mantova, in campo e fuori. È questo il messaggio che il presidente Sandro Musso invia alla piazza con un’intervista a tutto campo che non chiarisce fino in fondo il domani di Viale Te ma rassicura almeno sulla volontà del massimo dirigente biancorosso. I pensieri possono essere sintetizzati così: «Ci sono tutte le condizioni per raggiungere la salvezza sul campo. E sono certo che il Mantova la prossima stagione ci sarà e sarà in Lega Pro». Presidente partiamo da Busto: lei e Di Loreto non c’eravate, è un segnale di disimpegno? «No, assolutamente. Avevo promesso ai ragazzi del Rezzato che avrei assistito alla prima gara dei playoff e ho voluto tener fede alla parola data. Gestisco quella squadra da anni e lì il mio approdo nel Mantova è stato un po’ sofferto… Dovevo esserci. Peraltro, ero convinto che il Mantova avrebbe vinto a Busto Arsizio e ancor più certo che mister Prina non ha bisogno della nostra presenza per gestire le cose. Anzi…». Che intende dire? «Che l’allenatore è stato bravo a isolare la squadra da ciò che accadeva intorno e che noi non l’abbiamo aiutato molto con tutti i discorsi sul futuro incerto del Mantova». Pentito di non averlo ingaggiato prima? «Beh, di certo con lui al timone abbiamo capito che questa squadra non sarà fenomenale ma non è neppure da terzultimo posto. Se fosse arrivato prima penso che ci saremmo salvati senza passare dai playout». Adesso invece gli spareggi toccherà giocarli: che sensazioni ha in merito? «Se Prina riuscirà a mantenere lo spirito che ha dato alla squadra, penso che ce la faremo. Certo, la palla è rotonda e in uno spareggio può succedere di tutto, ma il Mantova dovrebbe farcela». Intanto domenica al Martelli arriverà l’Albinoleffe: stavolta sarà allo stadio? «Sì, ci sarò e spero che la squadra riesca a vincere e ad agguantare il quartultimo posto». Nel frattempo come va la “partita” che state giocando fuori dal campo per il futuro del Mantova? «L’anno scorso sembrava proprio che l’Acm dovesse sparire e poi non è successo. Io dico che anche stavolta una soluzione si troverà. Non so se all’altezza di ciò che una piazza come Mantova meriterebbe, ma vedrete che una società ci sarà e che la squadra verrà iscritta in Lega Pro». Musso sarà ancora il presidente? «Se ce ne sarà bisogno non scapperò e in ogni caso Sdl farà la sua parte, ma se fosse possibile preferirei lasciare la carica, perché ho capito di non reggere certe pressioni e certe critiche, pur meritate. La verità è che non eravamo preparati a gestire una società professionistica in una piazza importante. Qui servono persone già pronte: in campo tecnico, ad esempio, Prina lo è mentre Maspero e Javorcic avrebbero avuto bisogno di crescere in realtà meno impegnative». Le trattative con cordate interessate all’Acm come vanno? «Più che trattative direi discorsi, per ora. Procedono e vedremo che sviluppi avranno. Noi comunque non scapperemo, Sdl darà il suo contributo ma servirebbero persone più abili di noi a gestire una realtà calcistica di questo tipo».

Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) L’accordo è praticamente fatto. Il ramarro entra nel giro della Juventus. Mauro Lovisa lo aveva anticipato domenica sera a Roxy Bar Sport di Tpn. Ieri il presidente del Pordenone si è recato a Vinovo, accompagnato dal direttore di campo facente funzioni di ds, Marcelo Mateos, dove ha incontrato il direttore generale del settore giovanile bianconero Stefano Braghin, con Federico Cherubini, ds della Primavera. Ha avuto occasione pure di parlare con Beppe Marotta, l’amministratore delegato del club bianconero, che ha appena conquistato il suo quinto scudetto consecutivo. Le parti si sono trovate in sintonia su tutto. L’intesa verrà formalizzata a metà maggio e il Pordenone diventerà la prima squadra professionistica italiana ad avere un rapporto di collaborazione istituzionalizzato con la Juventus. Il marchio delle zebre torinesi figurerà quindi sulle casacche e sulle tute delle giovanili neroverdi. STILE JUVE – «Vinovo è il tempio del calcio italiano – dichiara al ritorno dal Piemonte un entusiasta Mauro Lovisa -: all’organizzazione stratosferica del centro si unisce la semplicità delle persone che ne fanno parte. Tutto gira alla perfezione, in un ambiente soft, dove sentiresti volare anche una mosca. È il vero stile Juve e capisci perché i bianconeri sono leader in Italia da 5 anni». Re Mauro bianconero? «Lo sono diventato oggi – sorride il presidente dei ramarri del Noncello -. Certo, ci fa piacere che la Juve abbia scelto noi fra le società professionistiche per iniziare una collaborazione utile e proficua a entrambe. I loro osservatori sono venuti al De Marchi più volte: hanno constatato la preparazione dei nostri tecnici, del nostro staff sanitario e l’organizzazione della nostra società. Ovviamente sono rimasti colpiti dal nostro Centro». COLLABORAZIONE TOTALE – Cosa guadagnerà la Vecchia Signora e quali saranno i vantaggi del Pordenone? «Sarà – risponde Lovisa – una collaborazione che varrà sia per il settore giovanile che per la prima squadra. La Juve avrà la prima scelta sui nostri giovani, che verranno costantemente seguiti dagli osservatori bianconeri. Alcuni dei loro prospetti promettenti potranno invece maturare nel Pordenone. Avevamo – rivela re Mauro – altre proposte da squadre professionistiche. Abbiamo scelto il club di Andrea Agnelli perché condividiamo la sua filosofia. In particolare quella della valorizzazione di talenti italiani». SQUADRA FEMMINILE – Sono giorni di lavoro intenso per Lovisa, che insieme al suo staff sta anche incontrando i dirigenti della Graphistudio Pordenone (calcio femminile, serie B) per iniziare un’avventura insieme, come richiede la nuova normativa per le squadre pro.

Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Stavolta anche un «testardo» come Bruno Tedino, che in ogni partita vorrebbe la miglior formazione e in stagione ha cambiato il minimo indispensabile, sarà costretto a rivoluzionare il suo Pordenone. La partita contro la Giana, ultima di campionato che varrà l’accesso ai playoff come seconda (e che quindi potrà garantire ai neroverdi la prima gara della post season al Bottecchia), dovrà essere affrontata come se il ramarro fosse in piena emergenza. Fortunatamente, Martignago a parte, stanno tutti bene. Ma il problema riguarda le diffide, che pendono sulla testa dell’intero centrocampo titolare. Non solo: tra gli squalificati (in potenza) c’è Matteo Buratto, il dodicesimo uomo per eccellenza e il primo rincalzo assoluto per quanto riguarda la linea mediana. Al suo fianco, come detto, tra i giocatori in pericolo di squalifica ci sono Mandorlini, Pederzoli e Pasa. Menti e gambe del Pordenone miracoloso. Nel caso di un “giallo” contro la Giana, scatterebbe immediatamente lo stp, da scontare nella prima sfida dei playoff. Rischiare, insomma, è totalmente inutile e sarebbe da folli. Ecco, allora, che i quattro nominati si accomoderanno in panchina, lasciando spazio a un centrocampo mai schierato. Sulla linea mediana i tifosi del Pordenone vedranno così scendere in campo Castelletto, Ramadani e Berardi, quest’ultimo in recupero dopo un infortunio. Toccherà a loro, vista l’assenza forzata dei big, garantire filtro e impostazione al gioco di Tedino.

Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Si conferma la Casertana come il club che arriverebbe al Bottecchia nel primo turno dei playoff di domenica 15 maggio. La penultima giornata di LegaPro non ha modificato l’abbinamento, per quanto riguarda i neroverdi. Perché le rispettive posizioni non sono mutate: vincente la squadra di Tedino a Pavia, con seconda piazza; pareggio a Messina dei partenopei, che restano quarti nel girone C. IL QUADRO – Oltre a Pordenone – Casertana, a 90′ dal termine gli abbinamenti prevedono Foggia – Alessandria, Pisa – Maceratese e Bassano Virtus – Lecce. Con il penultimo turno è arrivata la promozione del Benevento, che raggiunge Cittadella e Spal Ferrara, già ammesse alla serie cadetta. Il gruppo A ha chiuso i giochi, garantendo il prolungamento nobile di stagione pure all’Alessandria. I piemontesi si uniscono a ramarri e bassanesi, che avevano ottenuto il lasciapassare già la settimana precedente. Nel secondo nucleo nulla di possibilmente diverso ormai dalla qualifica per gli spareggi promozione di Pisa e Maceratese. Sia nel girone A che nel B rimane però da definire l’ordine definitivo, dal secondo al quarto posto. Molto più aperta, ancora, è invece la lotta nel C. CACCIA APERTA – Nel terzo raggruppamento attualmente solo il Foggia (62) ha la certezza di disputare gli spareggi per salire tra i cadetti. Lecce e Casertana a pari punti (60) potrebbero al più rischiare un’estromissione da parte del Cosenza, in ritardo di tre passi. Da stabilire la sequenza. La probabile avversaria del Pordenone potrà delineare un proprio identikit sabato, quando il girone C giocherà alle 16, dai risultati di Casertana – Paganese, Juve Stabia – Foggia e Lecce – Lupa. Domenica per l’A il fischio d’inizio sarà alle 15 e per il B alle 18. Prima delle 20 potrà definitivamente formarsi il tabellone dei playoff. Che prenderanno avvio dopo 7 giorni, con le sfide a eliminazione diretta. Chi le supererà affronterà poi altri due turni con andata e ritorno.

Ore 19.20 – (Messaggero Veneto) Il Pordenone guarda al futuro, indipendentemente che sia in serie B o in Lega Pro. Così, ieri, il presidente Lovisa, assieme al consulente di mercato Zamuner e al dirigente Mateos, si è recato a Vinovo nel quartier generale della Juventus per parlare di una collaborazione «a 360 gradi», dice il numero uno neroverde. Insomma, i neroverdi nell’orbita dei campioni d’Italia: anche questo fa parte della crescita di un club. «Stiamo discutendo per un dialogo a tutti i livelli – afferma Lovisa – dal settore giovanile alla prima squadra. I nostri migliori giovani potrebbero essere tenuti sotto osservazione dalla Juventus, i cui giovani promettenti potrebbero invece maturare nel Pordenone. Condividiamo la filosofia bianconera, in particolare quella di valorizzazione dei talenti italiani». Non a caso il club torinese si sta muovendo sotto questo profilo anche tra i “grandi”, vista l’acquisizione definitiva della punta del Sassuolo Berardi. «A breve avremo una risposta definitiva da parte della Juventus – continua il presidente del Pordenone –. Già essere presi in considerazione, prima squadra “pro” che entrerebbe nella loro orbita, è motivo per noi di grande orgoglio, segno che stiamo compiendo qualcosa di veramente importante. Potersi legare a una società come la Juventus, modello nazionale e internazionale, sarebbe un passo fondamentale del nostro progetto sportivo. Dei bianconeri diventeremmo un riferimento per il Triveneto». E potrebbero continuare ad arrivare a Pordenone talenti come Beltrame, attaccante che ha solo bisogno di tempo per dimostrare il suo valore. «Stefano – afferma a riguardo il presidente del Pordenone – potrebbe rimanere qui anche l’anno prossimo ed essere il primo di una serie di talenti che arriverebbero nella nostra squadra. La Juventus ha più di 100 giocatori sotto contratto: anziché spedirne alcuni in B, dove rischierebbero di non giocare, la società li girerebbe volentieri a una società come la nostra. Intanto noi – prosegue sempre Lovisa – aspettiamo il ritorno di Beltrame. Lui vuole rimanere qui e noi siamo pronti a dargli fiducia». Intanto il Pordenone guarda anche al futuro in casa sua. In settimana, infatti, sono attese le firme per il rinnovo del contratto da parte di Luca Strizzolo (classe ’92) e Matteo Buratto (’94), che si legheranno al club sino al 2018. Sottoscriveranno così un accordo biennale. Il fatto che già ora si arrivi con loro al nero su bianco significa che la società li reputa pronti anche per l’eventuale B.

Ore 19.00 – (Messaggero Veneto) Oggi (alle 15 al De Marchi) il Pordenone riprende a lavorare e quindi a preparare la sfida con la Giana Erminio, in programma domenica alle 15 al Bottecchia. Per Tedino una settimana con un pensiero da affrontare: Mandorlini, Pederzoli, Pasa e Buratto – tutti i centrocampisti più utilizzati – sono diffidati e devono essere gestiti per averli a disposizione al primo turno dei play-off. È ovvio infatti che, più di domenica, i giocatori serviranno nella gara di post-season. Ma è altrettanto ovvio che, per difendere la seconda posizione, il match con la Giana serva vincerlo. Sarà, dunque, scrupolo loro, dei giocatori, scendere in campo con un’attenzione ancora più alta del solito, in modo da non rimediare quel cartellino giallo che farebbe saltare l’incontro più prestigioso e importante della stagione. La linea mediana del Pordenone con Mandorlini, Pederzoli e Pasa è sicuramente di alto spessore: soprattutto la presenza del regista, si è visto, è fondamentale. La sua voglia di vincere e il suo carisma sono doti uniche come la sua tecnica. Non è un caso se, ad Alessandria, il Pordenone senza di lui ha giocato sottotono rimediando una sconfitta meritata. Intanto, a proposito del match con la Giana, è partita la prevendita dei biglietti. Per avere un Bottecchia da tutto esaurito la società ha messo a disposizione i ticket della gradinata ospiti e locali a 5 euro, a un prezzo cioè dimezzato(confermati i prezzi degli altri settori). Le rivendite sono le solite: bar Libertà, caffè Nogaredo o il sito internet www.ticketland1000.com.

Ore 18.40 – (Messaggero Veneto) Manca ancora un turno, che stabilirà la griglia definitiva. Però sei squadre sono già qualificate aritmeticamente e le altre due sono a un passo dal staccare il pass. Ormai probabile anche l’accoppiamento dei neroverdi con la Casertana. È questa la sfida più quotata al primo turno play-off, che si giocherà il 15 maggio al Bottecchia in gara secca. Se la squadra di Tedino dovesse andare avanti, poi, in questa ipotesi affronterebbe la vincente di Pisa-Maceratese, gara inserita nella parte del tabellone dei neroverdi e altra potenziale sfida della post-season assieme a Foggia-Alessandria e Bassano-Lecce. Lo scenario. Supponendo che il Pordenone vinca l’ultima sfida con la Gian Erminio – altamente probabile, vista la differenza di classifica e di motivazioni tra le due squadre –, la formazione neroverde dovrebbe conservare la sua posizione nella griglia playoff di seconda miglior seconda, status acquisito in virtù della differenza reti di 20 gol, valore più alto di quello del Pisa (17) e più basso rispetto al Foggia (28). Ecco, queste ultime due, a loro volta, dovrebbero rimanere dove sono: i pugliesi giocano la prossima gara a Castellammare con la Juve Stabia, che ormai non ha più nulla da chiedere; i toscani invece vanno a Pistoia dai bluarancio, che invece si giocano la permanenza in categoria diretta. Tuttavia il Pisa, anche se perdesse, rimarrebbe comunque al secondo posto, visto che la Maceratese (impegnata in casa col Santarcangelo dell’ex neroverde Zauli) è a 4 punti di distanza. Fermo restando questo quadro, che è quello decisamente più probabile, va detto che la situazione dovrebbe rimanere la stessa anche per le quarte classificate. La Casertana – miglior quarta – affronta in casa la Paganese ormai salva da tempo: difficile che perda il suo status in favore dell’Alessandria (impegnata a Padova) e soprattutto la posizione nei playoff. I campani hanno 3 punti di vantaggio sul Cosenza, infatti. Si giocano i piazzamenti le tre terze: il Bassano, attualmente la migliore, va a giocare al Giglio con la Reggiana, gara molto difficile; il Lecce, seconda miglior terza, affronta in casa la già retrocessa Lupa Castelli Romani mentre la Maceratese come detto affronta il Santarcangelo. Probabile un sorpasso del Lecce sul Bassano, in modo tale che i salentini vadano a guadagnarsi la prima sfida playoff in casa. Il futuro. Insomma, il quadro è abbastanza chiaro. Il Pordenone dovrebbe iniziare in casa con la Casertana e poi assistere al risultato di Pisa-Maceratese (per ora): l’unica variabile potrebbe essere rappresentata dalla sfidante dei toscani, che potrebbe essere anche il Bassano (nella peggiore delle ipotesi per i vicentini). A ogni modo, in questo momento, la squadra è concentrata sulla sfida con la Giana Erminio, anche se un pensiero ai playoff ce lo fa e si sta godendo intimamente anche degli attimi di festa. Questo Pordenone era partito per salvarsi, dopo una dolorosa retrocessione e un ripescaggio costato 500 mila euro. È arrivato invece così in alto, al secondo posto della Lega Pro, il miglior piazzamento in 96 anni di storia della società. Però si può ancora salire, ci sono ancora pagine da scrivere. Chissà, magari il meglio deve ancora venire…

Ore 18.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Sfida per il secondo posto innanzitutto. E una partita, l’ultima di regular season di domenica alle 15 contro la Reggiana, da vincere per sperare di scavalcare in extremis il Pordenone all’ultima curva, sperando in un mezzo passo falso dei friulani in casa contro la Giana Erminio ormai in vacanza. Difficile, ma il Bassano ci proverà, dopo aver battuto anche il Padova nel derby di sabato, alla ricerca di quella posizione di classifica che permetterebbe una visuale playoff di favore. Con un occhio anche a quello che accade negli altri gironi, perché anche le virgole faranno la differenza: «Anche col Padova – spiega il match winner Gianmario Piscitella – abbiamo dimostrato che possiamo giocarcela contro tutti. Siamo stati bravi in contropiede a chiudere la gara, anche se a volte, in molte ripartenze, ci è mancato l’ultimo tocco. Sono molto contento per il gol e ringrazio lo staff sanitario. Avevo un problema fisico, ora sto bene».

Ore 18.00 – (Giornale di Vicenza) Tutti pazzi per Misu. È stato Gianvito Misuraca ad aggiudicarsi il premio Veneto Gas&Power, il riconoscimento attribuito al giocatore più votato dal pubblico giallorosso attraverso un clic via Facebook. Un voto social (e quindi espressione di una platea under 50) che ha visto il trequartista del Soccer Team come quello più apprezzato dagli sportivi. Al secondo posto si è piazzato Michael Fabbro che ha potuto contare sui consensi di frotte di teenager che per l’attaccante friulano hanno molto più di una semplice simpatia. Sul terzo gradino del podio c’è invece Giacomo Cenetti, un giocatore che cattura le attenzioni di tutti, poiché non si risparmia mai, è un combattente nato nel quale si identificano prevalentemente gli Ultras Bassano.Un’iniziativa che alla prima edizione ha riscosso un successo ragguardevole e che l’anno venturo verrà sicuramente ripetuta. Misuraca ha ritirato il premio prima dell’inizio di Bassano-Padova, dalle mani di Vittorio Ceccato, titolare della Veneto Gas&Power, azienda del territorio e sponsor giallorosso, nonché da Carlo Fantinato, responsabile della Protek, altro marchio di punta della zona e socio del Bassano.SOCCORSI TEMPESTIVI. Intanto restano stabili le condizioni di Guido Rigoni, il tifoso bassanese di 77 anni colto da malore pochi minuti prima dell’inizio del derby di sabato. Ricoverato nella rianimazione dell’ospedale “San Bassiano”, l’anziano, da anni abbonato alla squadra del cuore, già nella serata di sabato è apparso in miglioramento e aveva ripreso a respirare autonomamente. Secondo i sanitari del nosocomio cittadino sono stati risolutivi a salvare la vita del tifoso, i soccorsi prestatigli già nella tribuna centrale dello stadio.La macchina dei soccorsi ha funzionato alla perfezione: il primo intervento col massaggio cardiaco sul posto effettuato dal dott. Andrea Contestabile, nefrologo del “San Bassiano” e appassionato sportivo e da un neurochirurgo bolzanino, occasionalmente al Mercante in visita ad amici. Quindi il defibrillatore e la barella del personale della Croce Verde in servizio al velodromo e infine anche l’intervento della dott.ssa Elisabetta Zordanazzo, medico del Bassano, che in attesa del 118 ha abbandonato la panchina per assistere Rigoni fino al trasporto in ospedale. Una sinergia di capacità e professionalità e una felice coincidenza di eventi che ha permesso di scongiurare una tragedia.La partita è cominciata con quasi 5 minuti di ritardo, l’intera tribuna principale ha assistito sgomenta alle frenetiche operazioni di soccorso, lo stesso Renzo Rosso ha lasciato la sua poltroncina per sincerarsi da vicino di quanto stava avvenendo. Al termine dell’incontro il tecnico Sottili ha voluto far pervenire al tifoso ricoverato la vicinanza sua e della squadra. Nella speranza di poterlo incontrare al più presto.

Ore 17.40 – (Giornale di Vicenza) C’è voluto il gol scacciapensieri all’ultimo tuffo del papà per far smettere di piangere le gemelline Piscitella. Rasserenate Asia e Zoe, sette mesi appena, se avesse potuto, si sarebbe messo a lacrimare dalla gioia proprio Giammario, il babbo. «La rete è per le mie bimbe e per la mia compagna Alessia – trasmette tutta la sua emozione l’ex romanista al primo exploit da queste parti – sono felicissimo. Sono arrivato nella finestra di mercato invernale e ho sofferto di molti problemini fisici di vario tipo che mi hanno frenato. Ma finalmente sto bene e ora conto di poter essere utile a questo gruppo segnando possibilmente gol pesanti». La rete del trionfo e un’espulsione provocata sono un primato di produttività in meno di mezz’ora per il talento cresciuto nella Roma e per il quale Luis Enrique stravedeva. «Il successo nel derby è la dimostrazione che sia adesso che ai playoff possiamo giocarcela con chiunque – riattacca – semmai dobbiamo imparare a chiudere prima certe partite. Ringrazio invece lo staff sanitario che mi ha guarito dai malanni».I SOPRANO. Quella di sabato è stata una puntata unica ma vale più di una serie. Protagonista anche Marco Soprano, centrale difensivo neppure ventenne, originario di Casale sul Sile ma di scuola e proprietà del Genoa, giunto in prestito a gennaio dal Cosenza (dove aveva giocato una sola volta in Coppa Italia), al debutto tra i professionisti proprio col Padova. Lanciato dall’inizio e da titolare per il doppio forfait di Bizzotto e Barison e due tipacci come Altinier e Neto Pereira (14 e 10 centri sinora) messi bellamente a cuccia. «L’avevo visto in netta crescita in allenamento, era il momento di metterlo alla prova», confida Sottili. Per Marco in tribuna corsi a vederlo c’erano tutti i Soprano: i genitori e qualche amico da Casale sul Sile. «Alla fine avevo i crampi per la tensione e la stanchezza ma ho tenuto duro – racconta il diretto interessato – quando nel primo tempo si è infortunato Martinelli, tre centrali su quattro fuori non era semplice. Ma i compagni mi hanno aiutato alla grande». Anche se per lui sabato è stato un florilegio di complimenti. «Promette bene, ha mostrato subito gran personalità», ha detto di lui l’avvocato Sergio Campana. E per Sottili un’affidabile carta in più da aggiungere al mazzo.

Ore 17.20 – (Giornale di Vicenza) A oggi l’abbinamento playoff sarebbe Bassano-Lecce. Rispetto a sette giorni fa niente più il Pisa in esterna e Ringhio Gattuso, bensì il più stagionato ma altrettanto fumantino Pietro Braglia e la barba leggendaria di Moscardelli, uno che segna quando segna ma a visualizzazioni social è sempre in testa alla classifica. Fermi tutti però: domenica sera dopo Reggio sapremo, ma è presumibile un altro ribaltone. Poichè nemmeno gli eventuali (e complicati) 3 punti in Emilia garantirebbero questo accoppiamento. Legato innanzitutto al piazzamento (secondo invece che l’attuale terzo), al numero di punti complessivi raccolti e a quanto combineranno le avversarie degli altri gironi nella griglia playoff. Ogni combinazione è plausibile, dall’incontrare al Mercante nella gara secca dei quarti di finale il Lecce, come la Maceratese o la Casertana, quanto dover andare a Pisa, oppure proprio a Lecce o a Foggia, chissà. Inutile alambiccarsi in astrusi calcoli adesso. Qualcosa di più se ne saprà sabato sera dopo che il Girone C avrà completato il suo turno, ma per il tabellone completo occorrerà attendere le 20 di domenica perchè il Girone B va in campo alle 18. Teoricamente il Bassano fa ancora in tempo ad agguantare la seconda piazza, pure se è utopistico pensare che il Pordenone possa scivolare o impattare a domicilio con una Giana sazia e satolla. «Avete visto che risultati ci sono stati sabato – avvisa Sottili – io mi aspetto di tutto e per questo con la Reggiana punto al massimo, non si sa mai». Il demiurgo virtussino ha incassato il rilievo di Renzo Rosso (“Sono felice per la vittoria nel derby, tuttavia io avrei messo dentro nella ripresa Tommy Maistrello, uno dei nostri ragazzi di casa per riabituarlo al campo…”) ma non si è scomposto. «Ho atteso sino all’ultimo per fare la terza sostituzione perchè c’era Soprano coi crampi e non sapevo se poteva reggere o no, tantopiù che dietro eravamo già in totale emergenza».«Per il resto – aggiunge – sono il primo a voler provare soluzioni alternative in vista degli spareggi, ho iniziato a farlo col Padova e ripeterò l’esperimento a Reggio per vedere su chi poter contare appieno nella postseason». Qui però applaude a scena aperta i suoi senza distinzioni né gerarchie. «Stiamo fabbricando un gran girone di ritorno, sinora migliore dell’andata – argomenta il Sottilone – nonostante a gennaio sia partito Iocolano, il giocatore simbolo. A dimostrazione che il gruppo prevale sempre su qualunque singola pedina, per quanto forte essa sia. Se si strappa un punto coi granata i numeri del ritorno saranno superiori. Poi noi si tira a vincere a prescindere, ci terremmo a esordire tra la nostra gente».

Ore 16.50 – Giudice Sportivo: squalificati per un turno Rino Lavezzini (allontanato a partita in corso dall’arbitro a Bassano) e Matteo Dionisi.

Ore 16.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.10 – Qui Guizza: partitella finale.

Ore 15.50 – Qui Guizza: lavoro col pallone.

Ore 15.30 – Qui Guizza: lavoro atletico, assenti Petkovic e Corti. A parte Sbraga e Niccolini.

Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 15.00 – (La Nuova Venezia) «Giancarlo Favarin non è in discussione. Ha fatto tutto quel che poteva da quando è tornato al Venezia, e nella prossima stagione sarà ancora il nostro allenatore». Pochi minuti dopo la vittoria sul Giorgione, il presidente Joe Tacopina fissa con i chiodi la panchina del suo allenatore. «Sono felice, ma vorrei chiarire un concetto» aggiunge il presidente, «ora stiamo celebrando il primo passo fatto in questo nostro progetto, non il traguardo della Lega Pro. Io non ho un sogno, ho un obiettivo da raggiungere, ed è quello di riportare in serie A il Venezia. Mi sento in dovere di ringraziare tutti coloro che ci hanno permesso questo primo passo, che dedico al direttore sportivo Perinetti e alla sua famiglia. Ringrazio giocatori, allenatori e staff. Ovviamente Paolo Favaretto, perché è anche merito suo se siamo stati promossi, iniziando un lavoro che poi è stato finito da Favarin. Ora resterò a Venezia per una dozzina di giorni. Mi attendono tantissime riunioni per pianificare il futuro e un incontro con il sindaco per lo stadio. Brugnaro ci è stato molto vicino, senza il suo interessamento non sarei qui. I tifosi? Me ne aspettavo di più per questa partita che voleva essere una festa. Voglio vedere la Curva Sud piena, lo stadio pieno. La mia promessa l’ho mantenuta centrando subito la promozione, ma anche i tifosi sono parte del nostro progetto. Lo dissi a ottobre». Giancarlo Favarin si accoda ai ragionamenti e osserva: «Abbiamo vinto e bene, giusto che una squadra come la nostra faccia sempre quel che deve senza falsare il campionato. Rasai è stato un caso, ma di mezzo c’era la gioia della promozione che stava maturando. Continuare a festeggiare a volte è deleterio e ci aspettano altri impegni importanti. A Trieste ci sarà minutaggio per tutti per essere pronti poi alla poule scudetto. In queste situazioni è giusto far trovare spazi anche a ragazzi come Strechie, il frutto del buon lavoro che si sta facendo nel settore giovanile di questa società». Così lo stesso Roberto Strechie, 16enne di Mestre, racconta: «Mannaggia per quel palo, sarebbe stato un esordio con i fiocchi. Ringrazio il Venezia per questa grande opportunità ricevuta, ma ho tanto lavoro ancora da fare, quindi avanti a testa bassa». Mattia Collauto lo segue con lo sguardo mentre per la prima volta parla davanti ai giornalisti. «Lo vedete, questo è il premio migliore per il nostro lavoro. La dimostrazione che con pazienza e coraggio i risultati si ottengono». E mentre Samuele Chicchiarelli si gode il suo primo gol in maglia arancioneroverde, l’assessore Michele Zuin commenta: «Questa promozione è proprio bella, a fronte della promessa mantenuta da parte del presidente Tacopina, e del grande impegno ci sta mettendo la sua società».

Ore 14.50 – (La Nuova Venezia) Quattro gol del Venezia per mettere in chiaro le cose, l’altro ieri al Penzo: non si fanno sconti a nessuno. E il Giorgione, squadra volitiva e generosa, ha mostrato anche tutti i suoi limiti e il perché navighi nei bassifondi della classifica. Poca cosa per far fronte alle capacità tecniche della capolista, che si è messa sulla difensiva con un insolito 4-4-2, lasciando giocare i biancorossi di Castelfranco per poi punirli in contropiede. Favarin ha fatto turnover, certo, ma definirlo tale fa sorridere anche se è un dato di fatto. Questo perché, pur invertendo i fattori (in questo caso i giocatori disponibili, ndr) il risultato non cambia, e il Venezia rimane una corazzata per la serie D. In tribuna Vicario, Acquadro, Innocenti e Cernuto, più Busatto e Maccan appiedati da infortunio. Ed ecco allora che a ergersi protagonista è stato Chicchiarelli, aprendo le marcature nel primo tempo e poi servendo a Lattanzio l’assist del raddoppio nella ripresa. Bene anche Calzi che ha di nuovo giocato 90’ più recupero, e peccato solo per Marcolini che è uscito malconcio nella ripresa. Normale amministrazione per Andreatta tra i pali, all’esordio al Penzo, e così poi fa riflettere quello stagionale di Roberto Strechie, mestrino del settore giovanile arancioneroverde e, udite udite, classe 2000, che nel finale di partita ha colpito un palo che ha fatto urlare al gol l’intero stadio. Tutta gioia per Mattia Collauto, responsabile proprio della crescita dei giovani del Venezia, che se l’è goduto dalla tribuna con gli occhi quasi lucidi. Le reti di Volpicelli e Serafini hanno solo arrotondato nel finale un risultato mai parso in dubbio, dimostrato che il Venezia non ha intenzione di alterare la lotta salvezza a promozione già acquisita. Un messaggio per la Triestina, che domenica se lo troverà di fronte al “Rocco”. La poule scudetto può aspettare, c’è un’ultima giornata da onorare e il Venezia non intende fare brutte figure.

Ore 14.40 – (La Nuova Venezia) Doveva essere una grande festa per la promozione in Lega Pro e l’addio all’ennesimo purgatorio in serie D, invece chi c’era ha fatto il suo, e chi non c’era avrà avuto evidentemente qualcosa di meglio da fare. Mah. In settimana il Venezia si è difeso con i denti a Roma per vincere il ricorso e far “riaprire” le porte del Penzo, e i ragazzi della Curva Sud un bandierone di decine di metri bianco, arancione e verde lo hanno esposto, incoraggiando per 94’ la propria squadra. Il resto è mancato, quello stadio pieno che in tanti avevano invocato. Perfino la pioggia aveva smesso di cadere in tarda mattinata ed era sceso il vento. In campo la squadra ha rifilato quattro gol al Giorgione, la tribuna centrale è stata riempita dai soliti fedelissimi, ma si badi bene perché questa non è un’offesa, ma la puntualizzazione verso chi il Venezia l’ha sostenuto sempre per tutto il campionato con freddo, caldo o sotto il diluvio e con la bora in muso. Da tabellino domenica venivano dati 1805 presenti, poi è chiaro che tutti gli 847 abbonati evidentemente non si sono presentati. Ed ecco che l’atmosfera di grande festa che doveva esserci, si è affievolita ancor prima del fischio di inizio. Una distesa di ferro i distinti e la Curva nord. Certo, era il 1° maggio, magari c’era qualche comunione, la gita fuori porta e lo sbadiglio in agguato guardando il cielo grigio fuori dalla finestra, che fa preferire il divano e il telecomando alle scomodità dello stadio di Sant’Elena. Tutte giustificazioni realistiche e rispettabilissime, però neppure con una promozione da festeggiare si riesce a riempire il Penzo. E questo deve far riflettere e ieri è diventato il chiodo fisso di molti. La società aveva avvertito venerdì che ci sarebbe stato poco tempo per allestire coreografie di un certo livello. Così l’evento è iniziato con i giocatori e lo staff tecnico chiamati in mezzo al campo uno alla volta, ma senza musica e prima per cognome e poi per nome, come alle scuole medie trent’anni fa. Ha chiuso la fila il presidente Tacopina, e almeno non sono mancati gli applausi. Striscione in curva dei volonterosi ragazzi della sud, poi tubi che sparavano coriandoli arancioneroverdi offerti dalla società. Fine della fiera. Stavolta almeno non sono stati lanciati petardi (vedi quelli di Rasai…), cosicché gli unici botti sani sono stati i quattro gol segnati sul campo. Una festa che alla fine si è tramutata in una domenica come le altre vissute in questa stagione al Penzo. Neppure in tribuna si è visto molto. Il sindaco era giustificato, al posto suo gli assessori Zuin e Romor, ma c’era il prefetto Cuttaia. Ex giocatori? Manco una minima ombra. Il derby con il Mestre dell’andata, al confronto, è sembrata la vera festa promozione. Curve piene, distinti aperti e tanti ex sotto la postazione dello speaker. La chiusura del pomeriggio plumbeo del Penzo ce l’ha messa l’immancabile corsa della squadra sotto la sud. I tempi sono proprio cambiati e gli appassionati forse non si fidano più dopo tre fallimenti. Una rondine, la promozione, non fa evidentemente ancora primavera da queste parti.

Ore 14.10 – (Gazzettino) Manca una giornata al termine della regular season e resta da sciogliere solo un ultimo nodo legato al secondo posto che vede in lizza Campodarsego ed Este. Ai biancorossi, reduci dallo 0-0 a domicilio con il Belluno (quinto pareggio di fila), basterà un pareggio domenica nella trasferta con il Mestre per centrare matematicamente l’obiettivo, avendo attualmente tre lunghezze di vantaggio sui giallorosi, reduci dalla vittoria sul campo della Liventina e decisi a fare bottino pieno anche nel derby casalingo con l’Abano, sperando in un capitombolo del Campodarsego. L’Este è infatti in vantaggio negli scontri diretti. In ogni caso, chi arriverà secondo affronterà nei play off la Virtus Vecomp, il terzo in classifica se la vedrà invece con il Belluno. Per entrambe le squadre le attenzioni sono dunque rivolte principalmente al campo, anche se sul fronte tecnico qualche ragionamento è imminente. «La prossima settimana – afferma il direttore generale biancorosso Attilio Gementi – ci troveremo con Andreucci per parlare con la massima tranquillità del futuro e anche per capire le sue intenzioni. Di sicuro come società non abbiamo al momento sentito nessun allenatore». Un primo approccio tra società e tecnico è invece già avvenuto a Este, come spiega il vice presidente Stefano Marchetti: «La nostra volontà è quella continuare anche l’anno prossimo il rapporto con Andrea Pagan, e lo abbiamo detto anche a lui. Vogliamo portare avanti il progetto e migliorarci ulteriormente, anche se non è facile dopo un’annata straordinaria come questa. Sappiamo che a Pagan non mancano richieste, ma entro la prossima settimana vorremo definire tutto». Giochi di classifica invece ormai fatti per Abano e Luparense San Paolo che si sono congedati dal proprio pubblico con un pareggio. In casa neroverde quella di domani si prospetta come una giornata cruciale riguardo alla conferma o meno di Karel Zeman, che avrà un faccia a faccia con il presidente Gildo Rizzato e il direttore sportivo Andrea Maniero. «Siamo molto contenti del suo lavoro – sottolinea il diesse – e credo che anche lui sia soddisfatto di essersi rilanciato ad Abano. Noi abbiamo un progetto da portare avanti, magari però non riusciamo ad accontentarlo in tutto e mercoledì sarà l’occasione per parlarne insieme». Per quanto concerne i Lupi, il presidente Stefano Zarattini non ha preso ancora alcuna decisione: «Aspettiamo di finire la stagione e faremo un bilancio, anche se sono soddisfatto del lavoro di Enrico Cunico e i risultati lo dimostrano dato che nel girone di ritorno siamo secondi per maggiore numero di punti fatti. Il futuro dipenderà dal budget che ci daremo».

Ore 13.50 – (Mattino di Padova) Il pareggio con l’Union Ripa ha soddisfatto tutti. Pure gli avversari, ai quali bastava un punto per assicurarsi la salvezza diretta. All’Abano è bastato un gol di Rampin ad inizio ripresa (48′) per rimettere le cose a posto dopo il momentaneo vantaggio firmato da Santi (29′), fissando sull’1-1 un risultato che in classifica ha cambiato comunque pochissimo. Il derby dell’ultima giornata, in programma tra sei giorni a Este, varrà ancora meno: poco più di una sgambata per i ragazzi di mister Karel Zeman, ringalluzziti dalle novità tattiche portate dal Boemo jr, che si è detto più volte orgoglioso del lavoro fatto dopo la chiamata decembrina del presidente Gildo Rizzato. Ma quella di domenica potrebbe essere proprio l’ultima partita in neroverde per Zeman che, nella prossima stagione, vorrebbe allenare almeno in Lega Pro: «Fino a pochi mesi fa ero un allenatore svincolato e quindi posso solo ringraziare l’Abano per avermi dato fiducia», spiega l’ex trainer di Selargius e Fano, «Io, però sono molto ambizioso e un giorno vorrei allenare in Serie A. È il mio chiodo fisso. L’Abano è un’ottima società, ma non penso che abbia intenzione di raggiungere i massimi livelli nel breve periodo. Di sicuro, se il presidente Rizzato mi interpellasse per un progetto importante, valuterei la proposta». Se non è un addio poco ci manca. La compagine aponense, però, con Zeman è riuscita a risalire la classifica, anche se resta il rammarico per non aver creduto abbastanza nei playoff: «Non è semplice avere la continuità e la “fame” per insidiare il quinto posto quando si è staccati di 12-14 punti», aggiunge. «Anche perché i playoff non danno chissà quali vantaggi. Noi, però, domenica vogliamo battere l’Este».

Ore 13.30 – (Il Piccolo) Roberto Bordin analizza le note positive e le criticità viste in campo, con quel pizzico di rammarico per una direzione di gara che non ha convinto, a onor del vero, nemmeno i padroni di casa. Al di là degli episodi, Bordin accoglie con soddisfazione l’impegno messo in campo dai suoi ragazzi. «E’ stata una grande partita dei ragazzi, è chiaro che l’espulsione ha condizionato pesantemente la gara. Stavamo facendo bene, creavamo gioco, avremmo potuto mantenere il risultato fino alla fine, in inferiorità abbiamo sofferto di più. In due situazioni gli avversari hanno alzato i gomiti e poteva scapparci l’espulsione anche in quei casi, e Di Dionisio mi ha detto che in occasione del rigore concesso alla Luparense non ha nemmeno toccato l’avversario. Comunque, i ragazzi sono più convinti che mai di farcela, non molliamo fino alla fine, cercheremo di fare una grande prestazione domenica prossima». L’espulsione l’ha costretta a sacrificare Muzzi, autore fino a quel momento della miglior prova in alabardato. «Mi dispiace per Nicholas, è già la seconda volta che capita però mi serviva Skerjanc in campo dal momento che può fare anche la mezz’ala e ha maggior posizione. Avendo in campo già Bradaschia non potevo rischiare di subire troppo in contropiede. Ripeto, ai ragazzi va fatto un plauso particolare perché hanno sofferto fino alla fine, e subìto gol solo su rigore dubbio. Non possiamo ogni volta giocare in dieci, è logico che facciamo fatica». Vengono richiesti in questo finale valori caratteriali, si è visto in questo caso il famoso coltello tra i denti da parte della squadra.. «La cosa più importante di oggi (domenica ndr) è il sacrificio che ho visto in campo in una partita molto difficile. Non abbiamo rinunciato ad alcuni contropiedi in cui potevamo provare qualcosa di più. E’ stata una partita vera, abbiamo speso molte energie e dovremo cercare di ricaricare subito le pile per la partita con il Venezia. Sarà un’altra gara tosta, mi dispiace per l’assenza di Crosato» «E’ un peccato perché senza queste espulsioni probabilmente avremmo avuto qualche punto in più e forse saremmo fuori dalla zona play-out». Tra tre settimane, un play-out da affrontare. Cambia qualcosa nella preparazione fisica ed atletica? «E’ la testa in questa situazione ad essere più importante delle gambe, sarà la nostra determinazione a farci dare tutto a cominciare dalla prossima partita. Siamo in tanti, guardiamo prima a questa settimana di preparazione al Venezia, poi vedremo il da farsi».

Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Pari e patta, e rammarico dall’una e dall’altra parte. È finita così, l’ultima apparizione casalinga stagionale della Luparense San Paolo: con l’1-1 ottenuto domenica contro l’Unione Triestina, i Lupi salutano lo stadio di San Martino e si preparano all’ultima trasferta, in casa dell’Union Ripa, prima di dare l’arrivederci alla prossima stagione. È stato un pareggio amaro, sia per la Luparense che per la Triestina. Da un lato perché la squadra di Cunico, dopo essere finita sotto nel primo tempo – alabardati in vantaggio al 14′ con un bel contropiede, orchestrato da Bradaschia e concluso dal figlio d’arte Nicholas Muzzi – è riuscita, con l’ingresso dei “carichi” nella ripresa, a trovare il gol del pareggio con il penalty di Beccaro al 36′, prima di fallire, con lo stesso Beccaro e con Sottovia (palo clamoroso al 93′ dal cuore dell’area di rigore) le occasioni per portare a casa la vittoria. Ma soprattutto da parte triestina, cui i tre punti sarebbero serviti come il pane: la formazione giuliana, rimasta in dieci nei minuti finali del primo tempo per l’espulsione diretta di Crosato, non è riuscita a mantenere lo 0-1 che le avrebbe permesso di sperare ancora nella salvezza diretta. E invece l’Alabarda si dovrà giocare tutto ai playout, se non peggio: se domenica prossima arriverà la sconfitta col Venezia (già promosso) e la contemporanea vittoria del Fontanafredda, servirà uno spareggio tra le due per decretare la seconda retrocessione diretta. «Noi abbiamo fatto una rincorsa straordinaria, e per questo anche se è svanito il nostro piccolo sogno dei playoff va comunque fatto un grosso applauso ai ragazzi per la seconda metà di stagione che hanno disputato», le parole del tecnico Enrico Cunico. Da domenica prossima, dopo la gara di Pedavena, sarà già tempo di pensare al futuro.

Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Quella con l’Este, era un’occasione per dare una svolta al finale di stagione della Liventina. Ma i giallorossi padovani, d’altro canto, avevano ancora una speranza di agganciare la seconda piazza. Ne è scaturita una partita nella quale la squadra allenata da Mauro Tossani ha corso e lottato su ogni pallone per tutta la durata del match, andando a sbattere contro un palo, e contro una direzione arbitrale spesso non all’altezza della situazione. La partita dei biancoverdi comincia il salita già al 7’. Sugli sviluppi di un calcio di punizione in favore degli estensi, l’arbitro scorge un fallo “di confusione” in area liventina, concedendo la massima punizione, senza per altro sanzionare alcuno dei venti giocatori ammucchiati in area di rigore. Dagli undici metri l’implacabile cannoniere Mastroianni (squalificato ieri per un turno: salterà l’ultima, ma ci sarà nei playoff) manda la sfera da una parte e Rossi dall’altra. La Liventina, anche se ci mette un po’ a trovare la reazione, quando lo fa, mette in difficoltà la difesa ospite. I pericoli maggiori arrivano dalle fasce, dove operano Fantin da una parte e Iacono dall’altra. Al 24’ ci prova Pagan, dritto per dritto: Lorello fa buona guardia. Poco prima della mezz’ora, l’occasione capita a Dene, che si infila in area dal lato corto, calcia chiudendo l’angolo e la palla sfila sul fondo. Al 33’ fallo di mano, piuttosto netto, in area Este che il toscano D’Amato giudica involontario, e si prosegue. L’Este non sta a guardare e cerca di investire nel contropiede, finendo però per cadere nel tranello del fuorigioco. Al 40, altro episodio da rigore in area estense: Iacono, dal lato destro, resiste ad una prima carica al limite dell’area di rigore, ma non alla seconda, dentro l’area. L’arbiro vede tutto, comanda un calcio di punizione in favore degli ospiti e ammonisce il centrocampista di casa per simulazione. Al 43’, episodio al centro del campo, a farne le spese il dirigente accompagnatore dei padroni di casa che viene allontanato. La ripresa comincia con Boem al posto di Ghedini. La Liventina si fa intraprendente e per Lorello è tempo di straordinari. L’Este deve difendere l’esiguo vantaggio, mentre Boem, Fantin e Iacono sembrano delle schegge impazzite. La pressione dei liventini è costante, le occasioni fioccano. Arriva anche un palo, a firma Dene con Lorello battuto. Prima della fine ancora due palle-gol per i padroni di casa, la prima a firma Boem, la seconda a firma Zanetti. Nel finale, sbuca un altro cartellino giallo per simulazione, e stavolta il destinatario è Maldonado dell’Este. A lla fine per l’Este resta il terzo posto, per la Liventina la permanenza in categoria passa per i playout.

Ore 12.30 – (Corriere delle Alpi) L’infortunio a Marco Farinazzo toglie un po’ gioia all’ambiente gialloblù che grazie al punto di Campdarsego mette in cassaforte il quarto posto matematico e l’accesso ai play-off. Il giovane attaccante verrà infatti operato giovedì dal medico sociale del Belluno, Stefano Di Fabio. Il giocatore si è procurato una lussazione acromion claveare alla spalla sinistra e l’intervento si è reso necessario per stabilizzare l’articolazione. Farinazzo dovrà poi indossare un tutore per quattro settimane. Oggi, invece, Marco Duravia subirà un intervento in artroscopia per la pulizia della cartilagine del ginocchio sinistro. L’operazione è affidata al dottor Corrado D’Antimo, assistito dal medico sociale del Belluno. Sulla partita il mister del Belluno Roberto Vecchiato è più che soddisfatto del punto portato a casa: «Sono stati bravi tutti, pur senza tanti titolari in campo i miei giocatori hanno tenuto testa a una delle squadre più forti del campionato», spiega. «Ricordo che i 90 minuti sono terminati con sei molto giovani su undici. Da apprezzare in particolare la serietà e la concentrazione con cui hanno affrontato la sfida, in primis nel primo tempo in cui abbiamo fatto un po’ di più noi facendoli giocare il meno possibile». Il collega del Campodarsego (e predecessore al Belluno) Antonio Andreucci, pure penalizzato dalle squalifiche, ha un’opinione simile: «Nella prima frazione di gioco siamo usciti poco allo scoperto: impiegavamo lo stesso sistema di gioco e di conseguenza ci annullavamo a vicenda. Poi nel secondo tempo ci siamo fatti valere, abbiamo costruito parecchio gioco e forse meritavamo qualcosa di più». L’importante è adesso pensare alla trasferta della prossima domenica a Mestre, perché come ricorda lo stesso Andreucci ogni partita «ha una storia a sé. Mi è piaciuto comunque l’atteggiamento tenuto, dobbiamo andare a Mestre così. Se non altro saranno nuovamente a disposizione i titolari». La sua compagine deve infatti stare attenta se vuole restare in solitaria al secondo posto, perché l’Este – vittoriosa fuori casa con la Liventina – è alle calcagna a sole tre lunghezze di distanza.

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Altro pareggio per il Campodarsego, il quarto consecutivo e il terzo a reti bianche, contro un Belluno che trae maggior beneficio dal punto conquistato. Da entrambe le parti hanno comunque pesato le assenze di molti titolari e il forte vento per tutta la durata della partita. Partono con maggior convinzione i biancorossi di casa, con Kabine che prova a superare più volte la retroguardia avversaria. Il primo vero tiro in porta è però degli ospiti con Corbanese, che non crea problemi a Vanzato. Si fanno vedere anche d’Incà e Acampora, quindi Franchetto che va in gol ma l’arbitro annulla per fuorigioco. I padovani non demordono e continuano la manovra in attacco, pur risultando poco incisivi. Un’occasione ghiotta capita su corner, batti e ribatti in area finché la palla viene stoppata da Bortot: si coordina bene ma conclude alto. Si avvia il secondo in maniera simile. Perlomeno fino al colpo di tacco di Cacurio, respinto da Solagna in corner, che suona di fatto la sveglia ai suoi. Ecco perciò la pennellata di Arthur per Kabine, quest’ultimo si tuffa di testa ma l’incornata si stampa sulla traversa. C’è tempo per una conclusione al volo di Kabine, su un lungo traversone da centrocampo. La doppia ammonizione e la conseguente espulsione di Pescosta regala un uomo in più al Campo, che ci prova allo scadere con il solito Kabine prima su punizione dal limite e poi con una bella iniziativa personale. Nel recupero segna Zecchin con un diagonale rasoterra: fuorigioco e niente esultanza. «Nel primo tempo stesso sistema di gioco e di conseguenza poche occasioni», commenta l’allenatore Antonio Andreucci, «Nel secondo invece ci siamo fatti valere, abbiamo costruito parecchio e meritavamo qualcosa di più. Mi è piaciuto comunque l’atteggiamento, la prossima domenica dobbiamo andare a Mestre così. Se non altro avremo di nuovo a disposizione molti titolari».

Ore 11.40 – (Gazzettino) Fra una festa e l’altra il Cittadella sta traghettando questo momento di gloria verso la conclusione di una stagione memorabile. «Adesso prepariamoci per l’ultima di campionato con il Sudtirol – sottolinea il difensore Alessandro Salvi – e poi puntiamo alla Supercoppa». Quasi una rivincita per la Coppa Italia persa con il Foggia, anche se i pugliesi disputeranno i play off. «Personalmente non ho rivincite e mi lascia indifferente incontrare il Benevento (vincitore del girone C, ndr) e non il Foggia. Conta l’obiettivo in palio, non l’avversario». Sul pareggio 3-3 con la Cremonese è rimasto un po’ di rammarico: «Ci avrebbe fatto piacere vincere, soprattutto per il pubblico accorso numeroso, ma sul 3-1 abbiamo concesso qualcosa alla Cremonese, che è un avversario valido e ne ha subito approfittato. Un motivo in più per rifarci alla prossima». Sulla sua stagione, conclude: «Sono soddisfatto, anche se non ho segnato alcun gol, come di solito mi era capitato in passato. Ma sono ancora in tempo, non è ancora finita». Andrea Paolucci, invece, è stato il match-winner nella gara d’andata a Cremona e sabato scorso ci ha riprovato. «È stato bravo il loro portiere – spiega – perchè ci tenevo tornare al gol dopo l’infortunio». Sull’esaltante annata della squadra continua: «Sono stati bravi i miei compagni, il merito è di un gruppo coeso che ha qualità tecniche e morali formidabili. Abbiamo ottenuto risultati straordinari. Per chi, come me, veniva da una retrocessione alquanto indigesta, è stata la cosa più bella riconquistare subito la B. Ho un altro anno di contratto e vogliamo dimostrare che siamo da B. È una categoria con tante insidie, ma non sarà un problema riambientarci, il direttore saprà mettere insieme una rosa adeguata».

Ore 11.20 – (Gazzettino) Non è ancora terminata la stagione, ma il Cittadella promosso in serie B con tre giornate di anticipo comincerà a breve la programmazione del nuovo anno. Prima di tutto ci saranno i confronti interni, tra la dirigenza e l’allenatore, quindi si metteranno le basi per il nuovo campionato tra i cadetti. L’intenzione – più volte ribadita da Stefano Marchetti – è quella di confermare in blocco la rosa attuale: il gruppo che ha vinto il campionato merita di giocare nella categoria più alta, anche perché lo stesso direttore generale, un anno fa, nel comporre la rosa dei calciatori aveva lavorato nell’ottica di un possibile ripescaggio del Cittadella, evento che poi non si è verificato. «Dipendesse soltanto da me, terrei tutti», le parole del dirigente granata, che dovrà però fare i conti con le esigenze di mercato e con le società che detengono il cartellino dei giocatori in prestito a Cittadella. Tra questi, il pezzo da novanta è Gianluca Litteri, attaccante moderno, completo, autore finora di 14 gol (più 5 assist). La doppietta (di pregevole fattura) realizzata sabato con la Cremonese, poi, ha rilanciato il centravanti nella classifica cannonieri: ora Litteri è a due lunghezze da Brighenti, leader della graduatoria. Il Cittadella l’estate scorsa ha scommesso su Litteri: a 27 anni il giocatore si è imposto come un elemento insostituibile nello scacchiere di Roberto Venturato, Non è caso è l’unico ad aver disputato tutte e 33 le gare sin qui in calendario. Litteri si è rilanciato a Cittadella, dopo una stagione opaca vissuta a metà tra Latina (che ne detiene il cartellino) ed Entella. In maglia granata ha fatto gol come non era mai successo in carriera – il record precedente era con la Ternana, in serie B, con 8 centri – e da Litteri il Cittadella vorrebbe ripartire nel prossimo campionato cadetto. «È prematuro parlarne, in questo momento non si possono nemmeno affrontare certi discorsi», sottolinea Alessandro D’Amico, l’agente dell’attaccante. Ha ragione, perché il Latina (società con la quale Litteri ha un altro anno di contratto) è ancora in piena bagarre nella lotta per la salvezza. ««Litteri si è trovato davvero bene a Cittadella, decidesse lui non ci sarebbero dubbi», conclude D’Amico. Niente di più è in grado di aggiungere Stefano Marchetti: «Il campionato di serie B è ancora in corso, non si affronteranno certi temi prima della sua conclusione». E anche nel caso potesse decidere il Cittadella il futuro di Litteri, sarebbe tutto chiaro e fatto. «L’attaccante in maglia granata si è rilanciato, ha fatto bene ed è contento della piazza – prosegue il diggì – A me piace come atleta, come calciatore, e come uomo. È una persona splendida». La serie B ha ancora tre turni da giocare, ben che vada prima di parlare di Litteri con il Latina ci vorrà quindi un mese. Nel frattempo il Cittadella farà tutte le sue valutazioni del caso, non soltanto sul centravanti, ovviamente. Perché dopo la straordinaria promozione, la società granata vuole ripartire tra i cadetti con il piede giusto. Senza sorprese.

Ore 11.00 – (Mattino di Padova) Sul sagrato del duomo, sabato sera, lo si poteva distinguere per il sigaro in bocca, assieme a Lora. Il cappello di paglia in testa, invece, era d’ordinanza per tutti i “cugini di campagna” arrivati in piazza Pierobon in trattore – a proporre l’idea goliardica è stato Mariano Campagnaro, addetto al campo del Tombolato – e indossando la maglietta celebrativa della promozione, con quella grande B a ribadire che un anno di Lega Pro è “Bastato”. Andrea Paolucci è stato fra i protagonisti dell’ultima gara casalinga del campionato e, ovviamente, una delle anime della festa nel cuore di Cittadella assieme ai tifosi, con i giocatori rimasti in centro sino alle 9 circa, prima di trasferirsi al ristorante “da Godi” a Fontaniva, storico covo granata. «Mi spiace soltanto di non aver segnato in quest’ultima partita interna, io ci provo sempre», afferma il centrocampista abruzzese riferendosi alle due conclusioni sfortunate verso la porta della Cremonese. «Per quanto riguarda la stagione è troppo facile dire che siamo contenti, ma sono soddisfatto anche sul piano personale, perché, dopo aver perso tre mesi per infortunio, tenevo molto a rientrare per lo sprint finale». Per quelli di voi che hanno vissuto direttamente l’amaro epilogo dello scorso campionato, questo risultato ha un sapore particolare. «È così. Per noi che siamo retrocessi e abbiamo giocato in B per diversi anni, questa promozione ha un significato diverso. La cosa più bella è aver riconquistato la categoria subito e aver riportato il Cittadella dove si meritava di stare. Lo strascico di quello che è accaduto anche fuori dal campo (il riferimento è alle partite comprate dal Catania e al ripescaggio del Brescia a scapito del Cittadella, ndr) pesa ancora, ma ora non mi va di parlarne: guardiamo avanti». E allora pensiamo al futuro… «Di sicuro questo gruppo è già una base solida da cui partire: non si può vincere un campionato in modo così netto senza aver importanti valori morali da aggiungere a quelli tecnici e tattici. La coesione che si è creata è stata fondamentale, i risultati ne sono stati il frutto. Qui ci sono diversi uomini che la B la conoscono e altri che invece non ci hanno mai giocato, ma che hanno le qualità per non aver problemi nell’impatto con la nuova categoria. Ora spetta alla società capire dove intervenire, ma non c’è da avere dubbi sul fatto che saprà cosa fare». Intanto la pausa dal campo sarà prolungata fiino a domattina, quando ci sarà la ripresa degli allenamenti al Tombolato, in vista della chiusura domenica a Bolzano, in casa del Sudtirol.

Ore 10.30 – (Gazzettino) Per quanto concerne Pillon, il suo contratto è invece in scadenza. È sotto la sua guida, e anche grazie a un mercato di gennaio azzeccato (Sbraga, De Risio, Finocchio, Sparacello, Baldassin), che la squadra ha intrapreso una scalata in classifica fino alle soglie dei play off. Un lavoro senz’altro apprezzato, ma anche nel suo caso la conferma non si può dare per scontata. Tanto più che potrebbe essere lo stesso tecnico a chiedere alla società determinate garanzie per restare, come avere tra le mani una squadra che possa lottare per vincere il campionato. Anche riguardo alla panchina, comunque non mancano voci su altri profili, come quella che porta a Petrone (legato all’Ascoli) nell’ipotesi in cui De Poli venisse confermato.

Ore 10.20 – (Gazzettino) In realtà quello tra Bergamin e Bonetto non è un matrimonio a scadenza. Come dire, alla guida del club non c’è una proprietà temporanea. E i suoi componenti sono impegnati a programmare al meglio il futuro con l’intento di fare bella figura nel prossimo campionato, a cominciare dalla stesura del budget previsionale che è al vaglio proprio in questi giorni. Di pari passo al filone societario, ce ne è un altro particolarmente caldo, ossia quello tecnico. E in questa fase le figure sotto la lente d’ingrandimento sono due: direttore sportivo e tecnico. L’unica certezza al momento è che il diesse De Poli ha in tasca un altro anno di contratto, ma non per questo si può dire che la sua conferma sia automatica. Tanto che circolano i primi rumors di eventuali sostituti, come Seeber del Bassano e Zamuner del Pordenone.

Ore 10.10 – (Gazzettino) Con la squadra tagliata fuori dai play off, tutte le attenzioni sono dirottate sulle decisioni che saranno adottate dalla società per pianificare al meglio la stagione 2016-2017. Ed è proprio in questa ottica che si preannuncia una settimana molto intensa, nel corso della quale lo stato maggiore avrà modo di incontrarsi e tirare somme. La buona notizia è che le divergenze di veduta sorte tra i due principali azionisti, vale a dire il presidente Giuseppe Bergamin e l’amministratore delegato Roberto Bonetto, sono state risolte per il bene del Padova. Ma c’è di più. Qualche giorno fa a margine della presentazione della nuova Academy biancoscudata Massimo Poliero, che detiene attualmente il 20 per cento delle quote, relativamente agli equilibri societari aveva lasciato intendere l’esistenza delle condizioni per fare almeno un’altra stagione in tranquillità, sollevando invece qualche dubbio per gli anni successivi.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) La delusione più grande è proprio su quel destro di Petrilli calciato tra le braccia di Rossi, un tiro che avrebbe potuto riscrivere la storia. «Sapevamo di avere un solo risultato, e quando mister Pillon ci ha gridato dalla panchina che l’Alessandria stava perdendo, pur in dieci uomini abbiamo avuto le possibilità per ribaltare la partita. Abbiamo dato tutto. Le opportunità per cambiare il nostro destino ci sono state, a maggior ragione sabato scorso. Ma non siamo stati in grado di sfruttarle». A questo punto, raggiunto in classifica proprio dalla Reggiana, il Padova può solo tirare fuori l’orgoglio e difendere il quinto posto, che è comunque una buona base da cui ripartire. «Alla lunga, credo che ogni squadra meriti di stare dove si trova», spiega De Risio. «Se non abbiamo raggiunto i playoff evidentemente non meritavamo di giocarli, ma credo che la squadra non abbia comunque molto da rimproverarsi. Affrontiamo l’ultima partita con l’Alessandria, e poi vediamo cosa succederà. Per quel che mi riguarda, a Padova in questi sei mesi sono stato davvero molto bene».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Forse per i bilanci è ancora presto, non è ancora il momento di tirare le somme di un campionato che, comunque vada a finire, ha visto il Padova attestarsi tra le prime della classe, subito a ridosso della zona playoff. Nella settimana che conduce a Padova-Alessandria, un epilogo ininfluente che con soli tre punti in più avrebbe potuto essere la gara più attesa e spettacolare dell’anno, per ora c’è tempo solo per il rimpianto. La sconfitta di Bassano taglia il Padova fuori dalla corsa nonostante la sconfitta dell’Alessandria. E questa è l’ultima immagine che resta. Carlo De Risio è stato tra i protagonisti principali della lunga cavalcata del girone di ritorno, ed è forse uno dei giocatori su cui puntare per la ripartenza della prossima stagione. A Bassano è tornato a battagliare in mezzo al campo per dimostrare a tutti di poter vincere anche un infortunio che sembrava aver chiuso in anticipo la sua stagione: «Siamo tutti molto dispiaciuti, ma purtroppo il calcio è anche questo», le sue parole. «Sapevamo che a Bassano sarebbe stata difficile, ma nonostante qualche errore individuale abbiamo tenuto bene il campo e ce la siamo giocata fino alla fine. E se avessimo fatto quel gol nel finale del secondo tempo avremmo riaperto tutto».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il Padova si ritroverà oggi alle 15 alla Guizza per la ripresa degli allenamenti. Domenica, nonostante i mancati playoff, la squadra verrà ringraziata dalla Tribuna Fattori, che sta organizzando il ritrovo dell’8 maggio per concludere in allegria il campionato: dalle 11 del mattino, prima di Padova-Alessandria, di fianco alle biglietterie Sud dell’Euganeo sarà aperto lo stand gastronomico. Dopo la partita, alle 17, spazio alla musica, fino a quando squadra, staff tecnico e dirigenti sfileranno sul palco.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Ma adesso i Bonetto chiedono una svolta, mentre diversa è la posizione di Poliero, così come quella di Bergamin, più orientati a un «avanti tutta». La vera domanda, però, è se confermare De Poli non sia l’anticamera di nuovi, logoranti dissidi interni che hanno animato la stagione e che nessuna delle parti in causa vuole reiterare. Ecco perché le candidature del dg del Bassano Werner Seeber e, soprattutto, del consulente di mercato del Pordenone Giorgio Zamuner, molto apprezzato dopo il lavoro svolto quest’anno in Friuli, sono da tenere in considerazione nel caso si vada verso un divorzio con De Poli. Se De Poli, al contrario, rimanesse in sella con i «paletti» concordati con la proprietà, ecco che, per quanto riguarda l’allenatore, potrebbe entrare prepotentemente in ballo il nome di Mario Petrone, attualmente sotto contratto con l’Ascoli fino al 30 giugno 2017 e già sondato dall’attuale diesse biancoscudato nelle scorse settimane. In tutto questo scenario si colloca il lavoro di Giuseppe Pillon, che ha risollevato la squadra dalla zona playout portandola a un passo dai playoff è stato comunque valutato positivamente da tutti in società, per cui la sua conferma è un’opzione più che possibile qualsiasi sia il prossimo direttore sportivo.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) E ora, dopo l’uscita di scena dai playoff promozione, si apre un’importante partita a scacchi societaria in cui in palio c’è il futuro del Calcio Padova. Innanzitutto sarà bene sgomberare il campo dai dubbi: né Giuseppe Bergamin né Roberto Bonetto usciranno di scena, ma terranno fede al patto triennale sottoscritto davanti al sindaco Massimo Bitonci dopo il crac del vecchio Padova nel luglio del 2014. Neppure Massimo Poliero uscirà, almeno non nei fatti, perché il suo disimpegno nel club di Viale Nereo Rocco avverrà in un secondo momento con il contraltare di un massiccio impegno per il settore giovanile con la nascita della nuova Academy già in cantiere. Detto che l’ingresso di nuovi soci, comunque di minoranza, è sempre una possibilità da non trascurare, gli equilibri sul ponte di comando ruotano molto attorno alla scelta del nuovo organigramma per la prossima stagione. Domenica ci sarà l’ultima, inutile ai fini della classifica, passerella all’Euganeo contro l’Alessandria, ma tutti gli occhi sono puntati sul futuro di Fabrizio De Poli, legato a un altro anno di contratto al club di viale Nereo Rocco, ma tutt’altro che certo di rimanere in sella. Contro la sua conferma si è schierata da tempo la famiglia Bonetto, che aveva soltanto firmato una tregua temporanea dopo il caso Amirante a Pavia dello scorso ottobre in nome della pax societaria.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 73, Pordenone 62, Bassano 61, Alessandria 60, Padova e Reggiana 51, Cremonese e FeralpiSalò 50, Pavia 48, SudTirol 44, Giana Erminio 42, Lumezzane 41, Renate 40, Pro Piacenza 38, Cuneo 34, Mantova 33, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentatreesima giornata: AlbinoLeffe-Lumezzane 1-2 (aut. Mantovani (Al) al 20′ st, Belotti (Lu) al 26′ st, Calamai (Lu) al 37′ st), Alessandria-Reggiana 0-1 (Arma (Re) al 25′ st), Bassano-Padova 2-1 (Candido (Ba) al 8′ st, Sparacello (Pd) al 38′ st, Piscitella (Ba) al 48′ st), Cittadella-Cremonese 3-3 (Litteri (Ci) al 7′ pt e al 17′ pt, Scarsella (Cr) al 20′ pt, Schenetti (Ci) al 9′ st, Sansovini (Cr) al 21′ st, Maiorino (Cr) al 23′ st), Cuneo-Renate 0-0, Giana Erminio-FeralpiSalò 1-1 (Ranellucci (Fs) al 17′ pt, Bruno (Ge) al 22′ pt), Pavia-Pordenone 0-1 (Martignago (Pn) al 39′ pt), Pro Patria-Mantova 0-3 (Tripoli (Mn) al 15′ pt, Zammarini (Mn) al 35′ pt, Marchi (Mn) al 28′ st), Pro Piacenza-SudTirol 2-0 (Carrus (Pp) al 35′ pt, Speziale (Pp) al 36′ st).

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 2 maggio: secondo giorno di riposo per i Biancoscudati, mentre in società si pensa già alla prossima stagione.




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