Live 24! Bassano-Padova, -2: provato il 4-3-3, uomini contati in difesa

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Ore 22.30 – (Il Piccolo) A due giornate dalla fine i giochi sono aperti ma purtroppo per la Triestina la salvezza diretta è diventata molto difficile, anche facendo 6 punti: ora la missione è di lottare per un play-out da giocare in casa e con due risultati a disposizione. Cosa servirà alla squadra di Bordin per riuscirci? Vediamo come sono messe le altre. LE ALTRE. Dro e Union Ripa meglio escluderle, sfrutteranno le ultime due giornate per mettersi al riparo. Il Levico affronta una difficile trasferta a Montebelluna, ma grazie all’ultima col Tamai potrebbe chiudere a 45. Il Montebelluna può sfruttare lo scontro diretto col Levico e poi nell’ultima a Dro (forse già salvo) chiudere i conti: dovrebbe finire a 44 o a 46. La Liventina affronta due squadre forti ma non motivate (Este e Belluno): si spera non vada oltre 42-43. L’Ufm ha una ghiotta occasione: ospita la Sacilese e poi fa visita a un Giorgione in crisi che però si giocherà la salvezza: può chiudere a 43 o 45. Il Giorgione incontra il promosso Venezia e poi l’Ufm: considerato lo stato di forma, rischia di chiudere a 38, massimo 40. E poi c’è il Fontanafredda, che fra Tamai e Calvi Noale potrebbe fare bottino pieno ed arrivare a 41. LA TRIESTINA. Cosa può dunque fare la Triestina, attesa da Luparense e Venezia? La squadra di Bordin ha l’obiettivo minimo di fare almeno 3 punti per evitare (quasi certamente) la retrocessione diretta: vincendo una delle due gare si assicurerebbe almeno i play-out, ma in trasferta. Se non ne vincesse almeno una, il rischio retrocessione è alto. Il problema è che anche con 4 punti (una vittoria e un pareggio) i play-out fuori casa con vittoria obbligatoria sono l’ipotesi più probabile, a meno che non restino sotto, oltre a Fontanafredda, anche Giorgione e Liventina (o che si arrivi alla pari con quest’ultima). Solo vincendo entrambe le gare e toccando quota 44 aumenterebbero le possibilità di un play-out in casa (probabilmente con Fontanafredda o Liventina, più difficile Giorgione o Ufm), anche se la sicurezza assoluta non ci sarebbe. Quanto alla salvezza diretta possibilità minime: oltre alle 4 squadre citate, dovrebbe restare dietro una fra Levico o Montebelluna. AMICHEVOLE. Oggi amichevole per la Triestina a Prosecco contro il Primorje: inizio alle 19 con ingresso gratuito. Chioschi aperti dalle 18.

Ore 22.20 – (Corriere delle Alpi) Un vantaggio da amministrare. Al Belluno restano tre punti di vantaggio sulla Virtus Vecomp a due giornate dalla fine. Sfumato il terzo posto, i gialloblù hanno ora il compito di difendere con le unghie la quarta posizione dalla squadra veronese, che è dietro in classifica, ma un calendario più favorevole. Il Belluno domenica va dal Campodarsego, secondo in classifica, mentre l’8 maggio sarà la volta della Liventina in piena lotta per evitare i play out. La Virtus Vecomp, invece, prima se la vedrà tra le mura amiche con il Dro, ormai salvo, e poi in trasferta contro la Sacilese ormai retrocessa, che difficilmente potrà essere un ostacolo. Al Belluno, per avere la certezza del quarto posto, bastano tre punti, perché a pari merito con i veronesi, sarebbero i gialloblù ad arrivare quarti per avere vinto entrambi gli scontri diretti durante il campionato. «Sono d’accordo, loro hanno un calendario più semplice del nostro, ma a noi basta una vittoria per arrivare quarti – commenta il mister Roberto Vecchiato, che poi non si dimostra preoccupato per l’unico punto raccolto nelle ultime tre partite – a Venezia non abbiamo sviluppato il nostro gioco, invece con l’Abano, nonostante la sconfitta, abbiamo creato almeno sei palle gol. Il problema è stato di atteggiamento. In questo momento c’è più voglia di attaccare che difendere, e basterebbe solo concretizzare un po’ di più…». Se il Belluno dovesse arrivare quarto affronterà l’Este ai play off, se quinto il Campodarsego. «Uno vale l’altro arrivati a questo punto – continua Vecchiato – in ogni caso giocheremo fuori casa. Arrivare quarti farebbe piacere certo, ma alla fine cambia poco o niente. Mosca? Ieri ha fatto una passeggiata, purtroppo non si può barare con gli infortuni. Ancora non riesce a correre». Sul mercato che si aprirà il 1 giugno e terrà banco tutta l’estate, è il presidente Gianpiero Perissinotto a commentare possibili partenze o arrivi. «Mi aspetto molte riconferme da parte dei “vecchi” – spiega il numero uno di Piazzale della Resistenza – non credo sarà un mercato travagliato. Sicuramente dovremo cambiare qualcosa per quanto riguarda i fuoriquota viste le regole. Il gruppo in generale è comunque giovane e sono convinto possa fare ancora diversi anni positivi. Il quarto posto? La nostra volontà è quella di arrivarci. Volevamo anche il terzo, ma contro l’Abano siamo incappati in una domenica no. Piazienza, non ne facciamo un dramma. Mi aspetto che i ragazzi facciano una grande partita domenica contro il Campodarsego».

Ore 22.00 – (La Provincia Pavese) Le ultime due giornate di campionato nel girone A di Lega Pro assegneranno il titolo di capocannoniere del girone A di Lega Pro e almeno qui ci sono due azzurri nelle primissime posizioni. Andrea Ferretti con 14 reti è, infatti, al secondo posto insieme a Cristian Altinier del Padova e a Riccardo Bocalon dell’Alessandria. Il bomber dei grigi ha ottenuto questo bottino parziale con 3 rigori trasformati a differenza del centravanti azzurro e di quello patavino che entrambi dal dischetto hanno arricchito il loro “score” con un solo centro. A guidare la classifica del girone A è Andrea Brighenti, capitano della Cremonese, che finora ha realizzato 16 reti ed è il favorito nella volata finale. Difficile per tutti gli altri bomber raggiungerlo negli ultimi 180’ di stagione regolare. Ai primi posti del girone come marcatori troviamo anche l’altro azzurro Alessandro Cesarini e Gianluca Litteri del Cittadella, entrambi a quota 13. Parziale consolazione per il Pavia, che almeno nella classifica dei bomber piazza nelle zone più alte due suoi giocatori . Tra l’altro il Pavia con 45 reti è al quinto posto per gol segnati in scia a Feralpisalò e Pordenone, seconde con 48, e all’Alessandria a quota 47, mentre leader indiscussa anche di questa classifica è il Cittadella che ha attualmente 51 gol realizzati. Tornando ai colori azzurri e al suo miglior cannoniere, Andrea Ferretti ha poi altri due obiettivi. Il primo parziale: quello di eguagliare i 16 gol della passata stagione realizzati con 31 presenze con una media realizzativa, quindi, di 0,51 a partita, praticamente una rete ogni due gare. Media identica a quella attuale con 14 gol in 27 presenze. Lo scorso campionato Ferretti aveva chiuso da capocannoniere del girone A anche se in coabitazione con altri due attaccanti: 16 reti le avevano realizzate, infatti, anche Salvatore Bruno del Real Vicenza e Manuel Fischnaller del Sud Tirol. Se il bottino degli ultimi due anni dell’attaccante parmense è stato di 30 reti, a questi vanno aggiunti i gol della prima esperienza azzurra: 11 nel campionato 2009-10 e 10 nella stagione successiva. In quattro stagioni Ferretti con 51 gol complessivi è attualmente in quinta posizione tra i cannonieri di sempre del Pavia e insidia il quarto posto di Josè La Cagnina, realizzatore di 52 reti, nella classifica guida da Omar Nordi con 75 marcature, seguito da altri due indimenticati goleador come Santino Pozzi e Walter Puricelli a 69. Raggiungere o addirittura sorpassare con due gol nelle gare con Pordenone e Feralpisalò La Cagnina potrebbe essere un obiettivo per Ferretti, in attesa di conoscere il suo futuro: è legato contrattualmente al Pavia per altre due stagioni, ma rimangono aperte piste di mercato per la serie B.

Ore 21.40 – (Gazzetta di Reggio) Doppia seduta ieri per gli uomini di Colombo che stanno preparando l’ultima trasferta stagionale. Resta lunga la lista degli indisponibili in previsione del match di Alessandria però non ci sono situazioni particolarmente gravi a parte Frascatore e Parola. Da valutare Nolè dopo il colpo al costato ricevuto domenica: l’esame strumentale ha evidenziato solo uno stiramento del muscolo obliquo pertanto il giocatore potrebbe riunirsi in breve al gruppo e sperare di essere disponibile per l’ultima di campionato col Bassano. Buone notizie anche per Bruccini che ha ripreso ad allenarsi, seppur al differenziato con De Biasi, Rampi e Bartolomei. Pazienza ieri ha lasciato il gruppo, direzione casa, per far visitare il ginocchio al dottore di fiducia ma, non rientrando nei progetti futuri, certamente non lo rivedremo più in campo. L’emergenza vera sarà a centrocampo, tra infortuni e la squalifica di Bartolomei: è lì che si concentrerà l’attenzione del tecnico in questi giorni.

Ore 21.20 – (Gazzetta di Reggio) La gara con l’Albinoleffe ha concesso altri 10 minuti di calcio professionistico al giovane centrocampista Riccardo Ceccarelli. Classe ’97, il ternano ha collezionato 4 apparizioni in campionato (debutto il 18 marzo 2015 in Reggiana-Gubbio 3-1) ed una in Coppa Italia di Lega Pro durante il suo biennio granata che terminerà a giugno, con la scadenza del suo contratto. Si aspettava qualche chance in più? «Non era facile giocare avendo davanti a atleti come Maltese, Bruccini, Bartolomei e Danza che, oltre ad essere più anziani, hanno qualità che nemmeno so descrivere. Ma allenandomi con loro ho rubato qualcosa da ognuno perché per me sono tutti giocatori di alto livello e da ammirare». Si diceva che grandi qualità le avesse pure lei… «Non sta a me dirlo. Mi sono state date alcune possibilità e ci ho sempre messo lo stesso impegno dell’allenamento poi le scelte non sono mie». Si sente cresciuto? «Sia a livello fisico che mentale, in più ho assimilato ritmi più competitivi. Tecnicamente, nella fase di gioco attiva, vedo meglio il campo e faccio giocate che prima nemmeno pensavo, poi ho imparato a dover essere più duro perché l’agonismo è molto elevato». L’anno scorso spesso era aggregato alla Berretti: che differenze ha notato? «La fisicità ed i ritmi di gioco su tutto e poi in prima squadra si fanno giocate, a volte magari folli, che se però ti riescono sei da applausi mentre là era un calcio più semplice». Manari, il suo ex allenatore della Berretti era contento di lei… «Mi ricordo che quando mi mandava in campo mi diceva sempre: “Pensa a farmi divertire”». Tatticamente Colombo la impiega nella sua posizione? «Giocavo nei due centrali di centrocampo nelle giovanili del Chievo mentre qua, utilizzando sempre lo schema a tre, mi ha impostato come mezzala però io mi troverei bene anche mediano». Reggio che impressione le ha fatto? «E’ una città bellissima con tifosi splendidi anche se, giustamente, non ci hanno perdonato una stagione al di sotto delle aspettative». Da “spettatore” delle due nate come si spiega queste differenze? «L’impegno e la squadra sono stati gli stessi. Anzi, appena sorte le prime difficoltà c’è stato maggior impegno ciò nonostante alla fine è andata così… ma anche per colpa della sfortuna». Se dovesse segnare un gol nelle ultime due giornate? «Lo dedicherei alla mia famiglia». Quale sarà il suo futuro? «Il 30 giugno scade il mio contratto, altro non so». Qual è la sua volontà? «Alla mia età è molto importante giocare perciò resterei soltanto con determinate prospettive».

Ore 21.00 – (Gazzetta di Mantova) Sembra aprirsi qualche piccolo spiraglio di sole in casa biancorossa dopo la serie di infortuni che ha falcidiato il reparto difensivo. A parte Trainotti, che nei prossimi giorni sarà operato al ginocchio, ieri Cristini ha lavorato a pieno ritmo con il gruppo disputando tutta la partitella a ranghi misti. Scrosta invece si è allenato solo in palestra e l’evoluzione del suo infortunio al collo del piede verrà monitorata con la speranza di recuperarlo in extremis per la gara di sabato (ore 14.30) a Busto Arsizio con la Pro Patria. Si è allenato a parte Masiello ma oggi l’ex Torino dovrebbe riaggregarsi ai compagni di squadra, con i quali è tornato anche Beretta. Niente da fare invece ancora per Ungaro (pubalgia) e Di Santantonio, la cui lesione alla caviglia lo terrà fuori almeno altre due settimane. Tornando a Trainotti, ieri sulla sua pagina Facebook il difensore ha postato questo commento: «In alcuni momenti lo sconforto sembra prevalere ma subito dopo la voglia di tornare a giocare mi spinge a non mollare.. Mi dispiace non essere con i miei compagni in queste ultime ed importantissime partite. Grazie a tutte le persone che mi hanno scritto e che mi sono vicine…». Un messaggio che ha ricevuto una valanga di “mi piace” di molti tifosi e amici, tra i quali quelli di Corradi ed Ostojic, vice e preparatore di Juric, degli ex compagni Boniperti, Said e Fortunato. Tutti convinti che il “Traino” tornerà più forte di prima. Passando a parlare di formazione, ieri Prina è partito con una difesa a cinque comprendente Lo Bue esterno destro, centrali Cristini, Carini e Scalise con Sereni esterno sinistro. A centrocampo il tecnico ha proposto Gonzi, Raggio Garibaldi e Zammarini, con Marchi e Tripoli di punta. Nel corso della partitella poi sono usciti Lo Bue e Scalise a puro scopo precauzionale sostituiti rispettivamente da Longo e dal giovane della Berretti Offin. In mezzo al campo invece Zammarini ha rilevato Gonzi a destra mentre Caridi è stato schierato come centrocampista di sinistra alle spalle della coppia Marchi-Falou. Oggi allenamento alle 11.

Ore 20.40 – (Gazzetta di Mantova) Sembra un paradosso, perché in un campionato tanto al di sotto delle aspettative nessuno può chiamarsi fuori. Eppure Francesco Bonato, 23 anni non ancora compiuti, potrebbe parlare di una stagione che l’ha visto protagonista in positivo. Certo, serve la salvezza per dare un senso a tutto il resto, però il portiere veronese è pronto e determinato a centrare l’obiettivo e a ritagliarsi un futuro importante con la maglia del Mantova. Bonato, anche un piccolo record di imbattibilità può servire a dare fiducia… «Assolutamente sì, in questi momenti abbiamo più che mai bisogno di prendere fiducia nei nostri mezzi. Non subire gol da 273′ è una soddisfazione da condividere con i compagni di reparto. Ma speriamo anche di poterla allungare questa serie positiva». Arrivò con l’etichetta di secondo. Poi? «Innanzitutto il lungo infortunio di Pane, già dalla prima giornata, mi diede la possibilità di giocare con maggiore frequenza. Sono sincero, non pensavo a inizio campionato che avrei collezionato così tante presenze (ora sono 26, ndr). Sapevo che mi dovevo far trovare pronto: qualche volta è andata bene, altre meno ma forse sono state un po’ nascoste dalle cose migliori. Di sicuro in questa stagione mi sento molto maturato». Quando guarì Pane, lei tornò in panchina suscitando dubbi sull’opportunità della scelta.. «È acqua passata, situazioni che in un campionato possono capitare. Forse allora non me lo aspettavo, perché mi sembrava di essere in forma ma Pane era comunque il titolare». Torniamo al presente: in difesa con mister Prina ora le cose vanno meglio… «Direi di sì e sono i numeri a testimoniarlo. Senza fare confronti, il mister in allenamento ci fa lavorare molto sulla fase difensiva. Anch’io, da dietro, vedo i miei compagni più attenti, determinati nelle chiusure, più convinti dei propri mezzi. E anche se non facciamo molti gol, se dietro riusciamo a tenere, davanti qualcosa succede sempre». Quattro partite per conoscere il destino dell’Acm: come la vede? «Intanto dobbiamo dare il massimo per cercare di raggiungere il quartultimo posto, che ci darebbe indubbi vantaggi. Poi ai playout daremo tutto, proseguendo su questa strada: mantenere solidità difensiva è una cosa importante. Io ci credo fermamente». Dopodiché cosa accadrà? «Io ho un altro anno di contratto. Nella stagione 2009-10 ero negli Allievi Nazionali del Mantova, vedevo l’entusiasmo del Martelli pieno di gente e sognavo un giorno di poterci giocare. Diciamo che ci sono riuscito… anche se speravo in una stagione meno sofferta. Mi piacerebbe tanto fermarmi qui a lungo e contribuire al ritorno in categorie importanti. Ma facciamo un passo alla volta».

Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Qui nacque Dino Zoff, il 28 febbraio 1942. Per chi lo desidera, c’è la casa – museo, in via Roma, che merita una visita (possibile su appuntamento). Da ieri, però, a Mariano anche posero: «Di qui passò il Pordenone, mai così in alto arrivato». Data e luogo sono noti. L’occasione è stata l’amichevole con la squadra del paese, contro la quale i neroverdi hanno fatto passerella e sgambata per le seconde linee. Super Dino resta un monumento internazionale, l’evento di ieri una singolarità regionale nella storia calcistica di Mariano del Friuli. Diluvio e vento hanno pesantemente condizionato i due tempi da 40′, con risultato finale di 0-5, per gli ospiti ovviamente. Ha cominciato in porta De Toni, coperto da una difesa a quattro con Castelletto, Marchi, De Agostini e Talin. Con Ramadani e Buratto più avanti, alle spalle di Beltrame hanno giostrato Martignago, Cattaneo e Valente. Anche i padroni di casa si sono già qualificati per i playoff, ma la categoria è la Prima. Lampante il divario. Apertura con gol di Beltrame, dopo traversa di un Valente che troverà poco più tardi la marcatura. Passato l’intervallo, a Martignago viene parato un rigore concesso per fallo sullo stesso Valente, lanciato da Beltrame. Nel frattempo sono entrati Cosner, Pasa, Mandorlini e Castrì. È proprio lui a colpire un palo e, nell’occasione successiva, ad andare a rete con il piede mancino. Un fantastico sinistro è quello con cui si trova a firmare il gol De Agostini, da fuori area all’incrocio, ricevuto un cross deviato di Castrì. Quest’ultimo andrà dunque a rifilare la “manita”. Gli 80’ complessivi hanno riguardato Marchi, Beltrame, Castelletto, De Agostini e Valente. Differenziato è stato invece l’allenamento di Ingegneri, Filippini e Berardi. Oggi ripresa degli allenamenti del Pordenone alle 15 al De Marchi. Domani rifinitura mattutina a porte chiuse, prima della partenza dei ramarri per Pavia. Dove la partita vera è in programma sabato, alle 14.30.

Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Ciao presidente. Comincia a prepararti, perché ho bisogno di un attaccante che mi faccia spazio quando mi inserisco da dietro». È l’esordio di Fabio Rossitto ieri al telefono con Mauro Lovisa, compagni di squadra nelle Vecchie glorie, in vista del debutto comune a maggio nella fase decisiva del torneo regionale dei veterani. Era un anno giusto che i due non si vedevano, né si sentivano. Un contatto diretto non c’era stato nemmeno dopo la partita che i ramarri disputarono allo Zini il 20 febbraio (2-0 per i neroverdi), poiché a Lovisa fu interdetto l’ingresso nell’area degli spogliatoi dagli addetti alla sicurezza grigiorossi. Dopo un primo momento d’inevitabile imbarazzo per la chiamata inattesa, Lovisa si è ripreso: «Mi preparo, sì. Ma il triangolo lo chiudo io, perché sono io il bomber». Ha fatto seguito la risata di entrambi, che di fatto ha sancito la pace dopo il gelo di maggio 2015 con susseguente divorzio, per altro mai «comunicato» direttamente da Lovisa a Rossitto. LA FEDE DEL CROCIATO – «Ci rimasi male – riavvolge il nastro Fabio -. Ma poi pensai quanto sarebbe stato difficile per lui, un amico, dirmi in faccia: non ti vogliamo più. Nonostante tutto – sorride il Crociato -, la mia fede neroverde è incrollabile. L’esperienza in panchina a Pordenone poi mi ha poi aperto la strada di Cremona». Probabilmente è andata bene a entrambi. COMPLIMENTI – «Al Pordenone di sicuro», continua con la consueta sincerità il tecnico. «In città – sottolinea – devono essere riconoscenti a Mauro e alla società per quello che stanno facendo. Oggi Pordenone è sulla bocca di tutti. “Re Mauro” – anche lui lo chiama così – spesso esagera. Questa volta aveva visto bene sin dall’inizio, quando soltanto lui parlava di playoff e di serie B. Tedino e il suo staff poi stanno facendo un ottimo lavoro, con grande organizzazione». Cosa che a Rossitto era mancata, visto che era stato chiamato con urgenza e all’improvviso, dopo i «tagli» di Zauli e Foschi, per salvare da solo una barca già quasi affondata. Riuscì a riportarla a galla e ad agguantare i playout, ma la squadra pagò l’enorme fatica nel doppio scontro con il Monza. FUTURO – Il domani di Rossitto sarà ancora a Cremona? «Non lo so – risponde il Crociato -. Non ne abbiamo ancora parlato. Gigi Simoni è contento di me, però non è il solo a decidere. Complessivamente – tiene a ricordare – la mia gestione in grigiorosso è andata bene. Abbiamo viaggiato a una media da secondo-terzo posto in classifica. Purtroppo non è bastato per agganciare i playoff. Del resto il “maestro” (Simoni, ndr) non me li aveva chiesti. Aveva chiesto solo di dare un’identità alla squadra e di far ritornare l’entusiasmo allo Zini. Credo che entrambi i suoi desideri siano stati esauditi». E se non fosse più Cremona? «Preferirei restare in LegaPro – puntualizza -. Ma ora che a Trieste ci sono Mauro Milanese e gli “australiani”, mi piacerebbe anche provare a rilanciare l’Unione». Ammesso ovviamente che resti in Lega D.

Ore 19.40 – (Messaggero Veneto) E adesso il Pordenone può essere la mina vagante dei playoff di Lega Pro. Perlomeno è questa l’opinione di due tecnici di Lega Pro che, nel corso del campionato, hanno affrontato i ramarri, ovvero Michele Serena – ex FeralpiSalò – e Fulvio Pea – ex Cremonese –, esonerati durante il torneo. Entrambi sostengono che i neroverdi possono andare avanti nella post-season e credere nel sogno serie B, anche perché non hanno la pressione di alcuni club costruiti per vincere. «Il Pordenone non ha nulla da perdere – attacca Pea –. Può giocare con la massima serenità, che gli permette di tenere la giusta attenzione. L’anno scorso il Como è entrato a fari spunti ed era libero mentalmente: alla fine è arrivato a vincere la finale col Bassano e a salire tra i cadetti». Visto il precedente, può capitare qualcosa di simile: «Perché no – continua il tecnico – ci sono i presupposti. La squadra di Tedino segna molto e subisce poco, dimostrazione che c’è equilibrio. Nulla è precluso con queste qualità». L’anno scorso fu proprio Pea, col suo Monza, a spedire in D il Pordenone e costringere così il club a chiedere il ripescaggio. Un’operazione benedetta, a quasi un anno di distanza, visti i risultati. «Questo – sostiene il tecnico – è il giusto premio agli sforzi fatti dal presidente Lovisa. Con quello sforzo ha dimostrato dedizione alla causa e attaccamento alla città. Credo che col suo spirito abbia contagiato tutti e sia stato bravo poi a scegliere le persone giuste: il lavoro di Tedino e Zamuner e l’unione tra di loro – continua Pea – ha permesso poi alla squadra di salire così in alto». Pea non sa se riuscirà a seguire dal vivo il Pordenone ai playoff: vivendo a Savona non è così immediato raggiungere il Friuli. Ci sarà, invece, Michele Serena, trainer veneziano ex Feralpi, Spezia e Padova, visto più volte al Bottecchia nel corso di quest’anno. «I neroverdi hanno già fatto qualcosa di incredibile guadagnando i play-off e il secondo posto – rimarca –. Possono arrivare molto in alto perché ci sono delle annate irripetibili: sinora ha funzionato tutto alla perfezione». Per Serena l’importante è conservare la piazza d’onore. «È fondamentale giocare certe partite di fronte al proprio pubblico – afferma –, soprattutto per questa squadra che ha ottenuto ben 19 punti su 21 nel 2016 al Bottecchia. Le armi in più, a ogni modo, possono essere anche i giocatori, in particolare Berrettoni che ha disputato le ultime due gare ad altissimo livello». Pordenone in B: si può fare. «Anche perché – chiude Serena – i risultati sono sempre arrivati attraverso prestazioni di livello. Prova ne sia il fatto che, partito di De Cenco, la squadra non solo non ne ha risentito: è addirittura migliorata».

Ore 19.20 – (Messaggero Veneto) Adesso, giustamente, in casa Pordenone si pensa solo a difendere il secondo posto: troppo ghiotta l’opportunità di giocarsi il primo turno playoff in casa in gara secca e la gara di ritorno dell’eventuale semifinale al Bottecchia. I ramarri hanno un punto da gestire sul Bassano, due sull’Alessandria e, di fatto, hanno il calendario più abbordabile. È naturale, dunque, dire che la vittoria col Cuneo ha sparigliato le carte e consegnato ai neroverdi i galloni di favoriti in questa volata finale. Basta guardare, appunto, i prossimi impegni. Stefani e compagni vanno a giocare sabato in casa di un Pavia che, oltre a non avere più nulla da chiedere al campionato, ormai non vede l’ora che finisca questa stagione disgraziata: se si esclude il successo con la Reggiana, ad aprile ha sempre perso e l’ha fatto anche con squadre che lottavano per la salvezza. Il Bassano invece riceve la visita del Padova – che vuole assolutamente riscattarsi dopo il ko con la Giana – e l’Alessandria la Reggiana. E’ vero che anche queste due avversarie non hanno molto da chiedere, tuttavia sono più motivate rispetto al Pavia per chiudere al meglio il torneo. Gli ultimi 90’ sono tutti a favore del Pordenone. Perché i giallorossi vanno al Giglio dalla Reggiana e l’Alessandria all’Euganeo dal Padova: i “ramarri” ospitano invece una Giana salva e totalmente priva di velleità. Quest’ultima gara potrebbe essere davvero priva di storia, perché i neroverdi motivati possono battere ogni rivale di categoria, quindi a maggior ragione il team milanese. Insomma, Pordenone favorito in questi ultimi 180’: basta non sbandare e tenere alta la concentrazione.

Ore 19.00 – (Messaggero Veneto) «Non posso che tifare Pordenone nei playoff: è merito di quei sei mesi se sono qui». Il telegramma arriva da Trapani: il mittente può essere solo lui, Caio De Cenco, il centravanti esploso tra i neroverdi e in forza ai granata da gennaio, quando è arrivato in prestito dal Pavia. Sabato c’è la sfida tra i lombardi e Pordenone, proprio mentre lui in casa col Novara si rimetterà a disposizione di Cosmi dopo un periodo di stop per infortunio. «Stiamo lottando per la A – spiega – ma il mio pensiero spesso va ai ramarri. Hanno tutto per salire in alto». De Cenco, si aspettava di vedere il Pordenone al secondo posto? «Ho vissuto lì sei mesi e ho visto qual era il potenziale della squadra. Avevo visto molte cose positive e mi sorprende sino a un certo punto questa piazza d’onore. E’ un gruppo magnifico, allenato da un bravo tecnico». Ecco, a proposito di mister: che differenza c’è tra Cosmi e Tedino? «Sono diversi, ma entrambi bravi. Il mister neroverde è più abituato a lavorare coi giovani e un ambiente come quello di Pordenone ha esaltato le sue qualità. A me ha insegnato molto, mi dato serenità. In generale posso dire che entrambi mi hanno dato molto in questi mesi, sono riconoscente». A volte pensa che, se fosse rimasto, sarebbe il centravanti titolare di una squadra che lotta per la B? «Sì, mi è capitato di pensarci. Poi con tanti ragazzi mi sento ancora, soprattutto con Pederzoli e Mandorlini, sono nel gruppo Whatsapp di squadra. Però, adesso, sono concentrato su di me, visto che dovevo recuperare dall’infortunio». Ora come sta? «Meglio. Ho saltato praticamente un mese e mezzo per colpa di un problema muscolare. Ora sono a disposizione e spero di rientrare sabato: siamo in lotta per la serie A, in città c’è un entusiasmo incredibile e mi auguro di poter dare il mio contributo. Il mio obiettivo è almeno di rimanere in categoria, visto che sono in prestito dal Pavia». Sabato la gara tra i lombardi e il Pordenone: che pronostico fa? «Seguo ancora le partite dei neroverdi su Sportube. Ho visto quella con la Feralpi. Se giocano così possono portare a casa altri tre punti e quindi blindare il secondo posto. Sono contento di ciò che stanno facendo, una parte del mio cuore è rimasta al De Marchi». Ma alla serie A col Trapani non ci fa un pensiero? «In questo momento mi auguro soltanto di stare bene e di dimostrare al Trapani che giocatore sono. Purtroppo sinora ho disputato solo quattro partite, troppo poche. Non ho avuto neanche modo di capire che tipo di campionato sia la serie B. Per ora posso dire che mi piacerebbe giocare con continuità. E poi sono legato al Pavia (dove ha passato la scorsa settimana per curarsi dall’infortunio, ndr)”. De Cenco, il Pordenone ha un tifoso in più dalla Sicilia nella corsa verso la serie B? «Assolutamente sì. I playoff sono un campionato a parte e se i neroverdi giocano così può succedere di tutto».

Ore 18.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Da una parte un Padova disperato, alla ricerca di una vittoria che quasi sicuramente non basterà per agganciare l’Alessandria; dall’altra un Bassano che vuole fortemente il secondo posto. Il derby di sabato al Mercante promette bene: «Il Padova verrà qui con grandissime motivazioni – evidenzia il centrocampista Roberto Candido – Noi abbiamo centrato un obiettivo impensabile a inizio stagione Ora cerchiamo il secondo posto».

Ore 18.10 – (Giornale di Vicenza) Il Padova ha ancora flebili speranze di playoff e domenica all’Euganeo sono stati sgambettati dalla Giana Erminio che ha impedito ai biancoscudati di allungare una striscia positiva di tre vittorie ed un pareggio.In panchina siede Bepi Pillon (allenatore del Bassano in serie D nel 1993-94 e tornato a dicembre sulla panchina del club euganeo dopo 18 anni al posto dell’esonerato Carmine Parlato).In casa altrui, la formazione biancoscudata si è finora distinta per aver chiuso 9 volte in pareggio: soltanto il Mantova, terzultimo in classifica, ha fatto altrettanto. Sette sconfitte in totale fin qui accusate come Pordenone ed Alessandria (hanno perduto meno gare soltanto il Cittadella e lo stesso Bassano), così come le 3 battute d’arresto esterne.All’andata, il confronto del 20 dicembre scorso terminò 1-1, col momentaneo vantaggio segnato da Altinier (vicecapocannoniere del girone con 14 reti; mentre il secondo miglior marcatore del Padova è Neto, con 10 sigilli) e il pari di Michael Fabbro a pochi minuti dalla fine.

Ore 17.50 – (Giornale di Vicenza) Il Bassano in retrovia col doppio forfait di Bizzotto e Barison è in ambasce, ma nemmeno il Padova se la passa tanto bene: il giudice sportivo ha squalificato infatti il brasiliano Fabiano, uno dei due centrali di retroguardia e Favalli, il terzino sinistro a segno all’andata nell’1-1 dell’Euganeo. Intanto Marco Cunico, il fantasista thienese in forza ai biancoscudati, eterno avversario dei giallorossi con la maglia del Portogruaro e antico pallino di Renzo Rosso una decina di anni fa ha detto la sua alla stampa padovana. «Pillon ha ragione, non abbiamo fatto il nostro dovere – il pensiero del navigato trequartista – ora però dobbiamo chiudere bene la stagione, almeno conservando il quinto posto attuale». In precedenza il diesse De Poli non aveva lesinato critiche ai suoi, asserendo che qualcuno avesse mollato mentalmente in anticipo. Alla luce di ciò non è dato sapere con quanta intensità il Padova possa giocare il derby: provando a far valere le sue ultime chance di playoff e per lo spirito di campanile o a basso voltaggio? Secondo noi sarà partita vera e si tratta comunque di un derby dove anche la volontà di ribadire le gerarchie di “blasone” potrà motivare i biancoscudati.

Ore 17.30 – (Giornale di Vicenza) Il fustino Candido (nel senso di piccolo fusto) è un ragazzo di gamba svelta e cervello ancora più fino che in campo va in dribbling ma nella vita non salta mai gli argomenti più insidiosi. Ragazzo alfabeta e maturo a dispetto dei suoi 23 anni. «La sconfitta col Renate ha infastidito parecchio anche me – attacca – tuttavia il fatto di aver raggiunto matematicamente i playoff con due giornate di anticipo distanziando nettamente corazzate come Padova, Pavia, Reggiana o la stessa Cremonese ci deve inorgoglire. Io la ricordo la scorsa estate, nessuno parlava di postseason, tutti chiedevano la salvezza, non scordiamocelo mai. Certo – incalza l’esterno offensivo milanese – ora sappiamo che bisogna provare a strappare il secondo posto di nuovo al Pordenone e faremo il possibile per riuscirci. Il calo di risultati dell’ultimo mese è più legato a una stanchezza più mentale che fisica. Adesso è essenziale ricaricare le pile per le partite che valgono la B. Perciò ritroviamo l’autostima e l’entusiasmo, poiché questo da sempre è la nostra benzina». Affronta a muso duro le difficoltà realizzative del Soccer Team. «È vero, ci vuole maggiore praticità e concretezza sottoporta – riconosce – una squadra come la nostra non può non riuscire a ribaltare quasi mai il punteggio quando va sotto. D’accordo che siamo bravi a sbloccare certe partite intricate, ma è importante mutare registro in fretta perchè ai playoff le poche occasioni che ci saranno bisogna farsele bastare».E ancora: «Noi fatichiamo con formazioni come Renate o Pro Piacenza, avversari che si chiudono dietro la linea della palla. Eppure gli scontri diretti con Pordenone, Cittadella ed Alessandria al ritorno li abbiamo tutti vinti».Quanto al suo bilancio personale, Roberto si rimanda. «Non sono soddisfatto del tutto – confida – ho segnato 3 reti sinora e potevano essere di più. La pubalgia mi ha condizionato, ora sono guarito. Mi spiace perchè ero partito a tavoletta in Tim Cup con due assist e il pubblico mi aveva subito battezzato a suo beniamino, ma conto di poter lasciare il segno d’ora in poi».

Ore 17.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.40 – Qui Guizza: ultima sessione di cross e tiri.

Ore 16.20 – Qui Guizza: provate soluzioni da palla inattiva.

Ore 16.00 – Qui Guizza: prove tecniche di 4-3-3, centrocampo Mazzocco-Bucolo-De Risio mentre in attacco Ilari e Petrilli supportano Neto Pereira.

Ore 15.40 – Qui Guizza: lavoro atletico, assenti Petkovic e Corti mentre Favalli lavora a bordo campo.

Ore 15.20 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento, breve colloquio di cinque minuti tra mister Pillon e la squadra alla presenza del presidente Bergamin.

Ore 15.00 – Fabrizio De Poli (direttore sportivo Padova): “Questo è davvero un progetto molto importante, finalmente dopo diverso tempo viene appoggiato in maniera costruttiva l’investimento sul settore giovanile da parte della società. Prendiamo Atalanta ed Empoli, società che hanno applicato con coraggio e dedizione al lavoro determinati valori riuscendo a far crescere i propri prodotti del vivaio fino a portarli in prima squadra. Ci vorrà pazienza perché è un progetto nuovo e quindi ci vorrà qualche anno per raccogliere i primi importanti frutti, ma se il progetto che verrà improntato da oggi verrà mantenuto e conservato ad alti livelli sono convinto che arriveranno risultati importanti. Con l’unità di intenti riusciremo a far crescere dei ragazzi fino a portarli a giocare in prima squadra ed in campionati importanti. Finalmente la società potrebbe così avere una rispondenza a livello giovanile ed un ritorno a livello economico”. Termina la conferenza stampa.

Ore 14.50 – Giorgio Molon (coordinatore area tecnica e formazione): “Padova è una culla per i giovani calciatori e si è sempre distinta negli ultimi decenni per quanto riguarda la ricerca e la formazione di giocatori ed allenatori. Con l’avvento di Massimo Poliero è arrivata una ventata di innovazione ed è aumentata la presa di coscienza riguardante l’importanza di avere un settore giovanile all’avanguardia. Serviranno tempo e pazienza per questa Academy, nonché continuità perché le persone passano ma i progetti rimangono. Verranno anche istituite iniziative per aiutare e favorire i giovani calciatori, come ad esempio borse di studio. Ci saranno degli staff tecnici e non di prim’ordine che lavoreranno in simbiosi per aiutare al meglio i ragazzi. Come mai sono usciti pochi giocatori di valore dal settore giovanile negli ultimi anni? Dipende principalmente dall’importanza che una società vuole dare al proprio settore giovanile, nonché dalle norme che hanno aumentato il ‘gap’ tra prima squadra e settore giovanile”.

Ore 14.40 – Inizia la conferenza stampa di presentazione della Padova Football Academy. Massimo Poliero (presidente Settore Giovanile Calcio Padova): “L’Academy è intesa come un potenziamento del settore giovanile e riguarda la fascia dai 4/5 anni ai 12 anni. C’era bisogno di creare un team di lavoro adatto perché a quest’età ci sono delle necessità particolari. È una società dilettantistica autonoma creata e detenuta al 51% dal sottoscritto ed al 49% dal Calcio Padova. Così facendo andiamo ad ottimizzare le risorse ed a creare una preparazione ed una formazione adeguata tanto per i piccoli atleti che per i tecnici che li seguiranno. Vogliamo diventare un punto di formazione d’eccellenza e vogliamo formare ragazzi che poi possono in futuro esordire in prima squadra, per questo al mio fianco c’è Fabrizio De Poli. Vogliamo crescerli coi nostri valori, e per crescerli al meglio stiamo creando un team di lavoro importante per diventare il centro di riferimento del Triveneto. Per far ciò dobbiamo crescere a livello di scouting e creare dei centri tecnici anche al di fuori di Padova per essere presenti in maniera forte e capillare nel territorio regionale. Aumenteremo dunque le società affiliate, e puntiamo ad ottenere risultati importanti. Esempi da seguire? Empoli ed Atalanta per quanto dimostrato a questi livelli negli ultimi anni. Il budget? Verrà mantenuto, ma serve più qualità per raggiungere determinati scopi. Con questo progetto avremo anche due squadre in più, e passeremo da 27 a 29 squadre”.

Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Avviato il ricorso d’urgenza contro il «porte chiuse», il Venezia non si rassegna alla festa-promozione rovinata. Ieri mattina il club arancioneroverde, entro le 12 ore dai provvedimenti del Giudice Sportivo, ha puntualmente inoltrato alla Corte Sportiva d’Appello della Figc il proprio reclamo contro l’interdizione ai tifosi dello stadio Penzo in occasione della partita con il Giorgione di domenica 1. maggio (ore 15). Il club lagunare oltre che per gli episodi di domenica a Rasai di Seren del Grappa (nella motivazione si fa riferimento a due fumogeni, sei petardi e al «lancio di getti di birra che attingevano il guardalinee al capo e alla schiena») è stato così sanzionato in considerazione di altre ammende e squalifiche ricevute durante l’attuale campionato di serie D, che il Giudice Sportivo ha sommato punendo il Venezia come recidivo. Proprio questa è l’accusa ritenuta abnorme dalla società che domani, nell’udienza fissata alle ore 13 a Roma, proveranno a smontare il dg Dante Scibilia e il legale Gianmaria Daminato, per cercare il bis del successo di febbraio quando il «porte chiuse» per la partita col Montebelluna al Penzo fu poi cancellato. Intanto sulla squalifica del campo per la partita della festa per il ritorno in Lega Pro sono intervenuti sia il sindaco Luigi Brugnaro, sia dagli States il presidente Joe Tacopina. «Sono fiducioso – l’ottimismo del primo cittadino – che gli organi di giustizia della Figc prenderanno la decisione più giusta. Mi auguro prevalga il buon senso per permettere ai tifosi del Venezia e alla città tutta di festeggiare l’importante promozione». Da parte sua Tacopina ha aggiunto: «A Rasai non ero presente ma mi è stato riferito dai miei dirigenti che al termine della partita si è respirato un clima di festa, e che tutto è avvenuto nella massima tranquillità. Trovo la decisione del giudice sportivo eccessiva, in questa maniera si privano i tifosi arancioneroverdi della possibilità di festeggiare la propria squadra al Penzo. Quella del 1. maggio doveva essere una festa per tutti: per chi ci ha seguito con passione e ci ha sempre sostenuto in quest’annata ricca di emozioni. Per le famiglie, per i bambini del nostro settore giovanile, per le società gemellate e per la città di Venezia che merita di avere una squadra che la rappresenti in categorie professionistiche».

Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Una decisione «eccessiva». Così il presidente del Venezia Fc Joe Tacopina definisce il provvedimento di far disputare a porte chiuse la partita di domenica 1° maggio al Penzo contro il Giorgione. Una punizione per alcuni petardi fatti esplodere dai tifosi a Rasai, festeggiando la promozione in Lega Pro. Domenica il club prevedeva un momento celebrativo coinvolgendo soprattutto bambini e ragazzi. Non sarà possibile, a meno che non venga accolto il ricorso, che verrà discusso domani a Roma alle 13. «Domenica non ero presente – scrive Tacopina dagli Usa – ma mi è stato riferito che al termine della partita si è respirato un clima di festa e che tutto è avvenuto nella massima tranquillità. Trovo la decisione del giudice sportivo eccessiva, in questa maniera si privano i tifosi arancioneroverdi della possibilità di festeggiare la propria squadra al Penzo. Mi auguro che il nostro ricorso venga accolto, che ci permettano di festeggiare i nostri ragazzi nel nostro stadio: ce lo meritiamo, Venezia se lo merita». Il sindaco Luigi Brugnaro ieri si è dichiarato «fiducioso che gli organi di giustizia prenderanno la decisione più giusta».

Ore 14.10 – (La Nuova Venezia) Il Venezia fa quadrato: fa sentire la sua voce dagli Stati Uniti il presidente Joe Tacopina, fa sentire la sua opinione da Ca’ Farsetti il sindaco Luigi Brugnaro. Fino a domani, comunque, si rimarrà sospesi: in questo momento Venezia-Giorgione si giocherà a porte chiuse. In attesa che la Corte Sportiva d’Appello Nazionale si esprima sul ricorso d’urgenza presentato dal Venezia. Ieri è arrivata in sede un’altra comunicazione di Tacopina. «Domenica non ero presente a Rasai» parole del presidente «ma mi è stato riferito dai dirigenti che al termine della partita, che ha sancito il ritorno del Venezia Fc in Lega Pro, si è respirato un clima di festa e che tutto è avvenuto nella massima tranquillità». Il commento sulla partita a porte chiuse decisa dal giudice sportivo è lapidario. «Trovo la decisione eccessiva, in questa maniera si privano i tifosi della possibilità di festeggiare la propria squadra al Penzo. Quella del 1° maggio doveva essere una festa per tutti, per chi ci ha seguito con passione e ci ha sempre sostenuto in questa annata ricca di emozioni, per le famiglie, per i bambini del nostro settore giovanile, per le società gemellate e per la città di Venezia in generale che merita di avere una squadra che la rappresenti in categorie professionistiche». La chiusura è affidata a una speranza. «Mi auguro che il nostro ricorso venga accolto, che ci permettano di festeggiare i nostri ragazzi nel nostro stadio, insieme ai nostri tifosi. Ce lo meritiamo, Venezia se lo merita». Anche il sindaco Brugnaro ieri ha diffuso un comunicato con un suo intervento. «Sono fiducioso che gli organi di giustizia della Figc prenderanno la decisione più giusta» ha scritto, « mi auguro che prevalga il buon senso per permettere ai tifosi del Venezia e alla città tutta di festeggiare l’importante promozione in Lega Pro allo stadio Pierluigi Penzo». Domani, a Roma, il Venezia sarà rappresentato dal direttore generale Dante Scibilia e dall’avvocato Gianmaria Daminato con l’obiettivo di ottenere lo stesso risultato del 5 febbraio, quando la Corte Sportiva d’Appello Nazionale accolse il ricorso d’urgenza presentato dalla società tanto che la gara con il Montebelluna si giocò a porte aperte. «Domenica è stata solo e esclusivamente una giornata di festa» aggiunge «come speriamo lo sia domenica prossima». Può pesare, in questo caso, il fatto che il Venezia in quell’occasione venne diffidato. Al momento sono quindi bloccati tutti i preparativi di festa che erano stati programmati all’interno del match contro il Giorgione.

Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) A due giorni dal match al Rigamonti di Brescia, sono tanti i dubbi sulla sfida tra biancorossi e rondinelle. Il primo riguarda la presenza dei tifosi del Vicenza, al momento bloccata su indicazione dell’Osservatorio: gara «ad alto rischio» quella con il Brescia. Oltre alla storica rivalità tra le tifoserie, c’è il ricordo dell’aggressione subita dai pullman dei tifosi berici dopo la partita di Brescia del 28 aprile 2015. Per questo all’andata ai tifosi bresciani residenti in Lombardia non è stato acconsentito di recarsi al Menti: il divieto verrà probabilmente riproposto sabato ai tifosi del Vicenza. «Probabilmente la decisione definitiva verrà presa domani (oggi, ndr ) – spiega il direttore generale dei berici Andrea Gazzoli –. Siamo in attesa di comunicazioni sperando che ai nostri tifosi sia consentito di andare a Brescia visto che in tutta questa vicenda non hanno certo responsabilità». A Brescia il Vicenza potrebbe essere senza tifosi, ma peseranno e molto anche le assenze. Il lungo elenco di indisponibili costringerà Lerda ad inventarsi l’undici che affronterà le rondinelle. Oltre ai lungodegenti Vigorito, Manfredini, Bellomo, Cisotti e Laverone, per i quelli il campionato è già finito, il tecnico del Vicenza non potrà contare sugli infortunati Ebagua e Pinato. I problemi per il tecnico dei berici però non finiscono qui, essendo in forte dubbio anche la presenza di Galano, Raicevic e Giacomelli che di fatto compongono il reparto offensivo titolare. Ieri Lerda, nelle prove mattutine al Morosini, ha rispolverato il 4-3-3, modulo quasi sempre applicato da Marino prima dell’esonero, una scelta quasi obbligata viste le tante assenze e i diversi giocatori in non buone condizioni. «Le assenze non devono essere un alibi – sottolinea capitan Brighenti – chi scenderà in campo sarà all’altezza della situazione. Per noi quella di Brescia è una partita troppo importante per la nostra classifica, dopo lo stop di sabato scorso contro lo Spezia non possiamo sbagliarla per nessun motivo “. A Brescia tre stagioni fa, Brighenti segnò il suo primo gol da professionista in un match che vide il Vicenza prendersi i tre punti proprio grazie al gol del capitano biancorosso. “ Un bel precedente – ricorda Brighenti – feci un gran gol che ancor adesso ogni tanto mi vado a rivedere, e spero sia di buon auspicio in vista di sabato, un match che per noi vale tantissimo».

Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Le “Rondinelle” non temono le altezze. E nemmeno Rinaldo Sagramola, 62 anni, amministratore delegato e direttore generale del Brescia, oggi, dg biancorosso nel ’99-2000 (stagione dell’ultima scalata dalla B alla A), che punta deciso ad agguantare i playoff. I lombardi, infatti, sono ancora in corsa e contro il Vicenza, sabato in casa, sperano di infilare altri punti utili per la volata. Proprio un anno fa, al “Rigamonti”, frenarono inaspettatamente (e severamente) un Vicenza lanciato verso i dolci lidi della serie A. Il 3-0 senza storia si accompagnò ad un ritorno a casa da brividi per i tifosi biancorossi, vittime di un vile agguato degli ultras bresciani. «Sono ancora scosso e dispiaciuto per quanto è accaduto – afferma Sagramola – Purtroppo paghiamo ancora le conseguenze per quell’episodio. Il match di andata, al Menti, fu vietato a tutti i residenti in Lombardia. Alla partita di sabato, che si disputerà a Brescia, non ci saranno i tifosi vicentini. Alla fine ci rimettono sempre le persone per bene e questo dispiace. A Brescia l’attacco era stato sferrato da una parte residuale di tifosi».Quando cambierà il calcio?Non lo so, sono rammaricato quando succedono certe cose, perchè si passa l’idea che la partita di calcio sia una guerra; non è così.Sa che il Vicenza viene a Brescia per vincere…E certo, deve salvarsi. Noi invece crediamo nei playoff, abbiamo il dovere di crederci e provarci anche se non sarà semplice raggiungere questo obiettivo. I biancorossi si salveranno?Sono convinto che il Vicenza abbia tutto per uscire da questa situazione. Si salverà perchè ha dalla sua la forza, l’organico, la storia, il pubblico. Sono tutti ingredienti molto importanti. Saprà anche che il futuro societario del Vicenza è molto legato alla permanenza della squadra in serie B…Sì. So che la Vi.Fin. ha un ruolo fondamentale in questo momento e credo che i giocatori possano solo trovare uno stimolo in più da questa situazione. Ecco perchè mi aspetto una formazione agguerrita. E, ahimè, acciaccata.Noi non siamo messi meglio – ride – Abbiamo infatti un centrocampo terremotato, ben quattro titolari sono fuori dai giochi. Mazzitelli e Salifu fuori per squalifica…Sì, ma non sono i soli. Il nostro tecnico non potrà disporre di Dall’Oglio e Martinelli; quest’ultimo solo ieri ha ripreso a muoversi ma difficilmente sarà a disposizione. Sta quindi dicendo che si parte ad armi pari?Della serie: se Sparta piange, Atene non ride, e viceversa.Quanto sente la partita?Molto, come sempre. Io sono rimasto molto legato a Vicenza, al Vicenza, ai suoi colori, alla piazza. E non potrebbe essere altrimenti visto che ci ho trascorso diverse stagioni.Ho molti amici vicentini, mia moglie, anche se è padovana, l’ho conosciuta durante la mia esperienza a Vicenza come dg. Non posso e non potrò mai essere indifferente. Insomma per me non è mai una sfida qualsiasi. Il Brescia quest’anno se l’è cavata alla grande. Il segreto?Il Brescia sta disputando un campionato importante con il pregio di avere la squadra più giovane di tutta la cadetteria. Di questo siamo tutti molto contenti e orgogliosi. E poi dicono che i giovani in campionati così scorbutici non fanno la differenza…Io credo che la politica dei giovani in serie B premi, i risultati ci stanno dando ragione. I giovani sono quelli che meglio interpretano lo spirito di questa categoria. Si tratta di una politica che ripaga, in B si deve fare così, perchè in serie A subentrano altre esigenze. Un consiglio al Vicenza?Mi viene in mente che questa politica l’avevamo iniziata anche al tempo a Vicenza. All’epoca si erano lanciati i vari Padoin, Vitiello, i fratelli Rigoni…

Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Franco Lerda può tirare un sospirone di sollievo. Gli accertamenti effettuati hanno escluso complicanze agli infortuni di Filip Raicevic e Cristian Galano, tanto che entrambi erano in campo nell’allenamento di ieri mattina al Morosini: ci sono dunque buone possibilità che, stringendo i denti, i due attaccanti possano giocare sabato al Rigamonti contro il Brescia.4-3-3. Il ritorno a disposizione dei titolari non sembra però aver mutato l’orientamento del tecnico biancorosso per quanto riguarda il modulo. Anche nell’allenamento di ieri, infatti, Lerda ha fatto esercitare con assiduità la squadra sul 4-3-3, l’assetto che aveva dato una forte identità di gioco al Vicenza sotto la guida di Pasquale Marino. Pare dunque assai probabile che proprio questo “vecchio-nuovo” schema sarà quello prescelto per affrontare la quart’ultima partita nella corsa verso la salvezza.MORETTI REGISTA. A livello difensivo non cambierà nulla rispetto al 4-2-3-1 adottato nell’ultimo mese: saranno sempre Adejo e Brighenti i centrali davanti a Benussi, con Sampirisi a destra e D’Elia a sinistra a spingere come terzini. Il mancino campano ieri ha svolto praticamente per intero l’allenamento con i compagni, cedendo il posto a Ligi solo negli ultimi minuti di partitella per evitare di sovraffaticare i muscoli della coscia sinistra. Le modifiche si vedranno invece da metà campo in su, con il ritorno di Moretti nel ruolo di regista, affiancato da Signori, al rientro dalla squalifica, sul centrosinistra; Urso, ormai pienamente recuperato, dalla parte opposta.LE TRE CARTE. La linea offensiva tornerà dunque a tre. Non sembrano esserci dubbi sul ruolo di centravanti: Filip Raicevic sarà gestito negli ultimi allenamenti per poter affrontare la partita di Brescia dal primo minuto, magari con un’infiltrazione di antidolorifico. Alla fine dell’allenamento di ieri Lerda ha incitato personalmente il giovane montenegrino, lodandone l’impegno nonostante il fastidio al ginocchio sinistro. Sulle corsie esterne, molto dipenderà dalle condizioni di Galano e Giacomelli: chi dei due starà meglio partirà titolare sulla fascia preferita (Giacomelli a sinistra, Galano a destra); Vita, il più in salute del reparto, andrà ad occupare la corsia libera. A quel punto, chi tra Giacomelli e Galano siederà in panchina costituirà la terza carta da calare a partita in corso, tenendo conto che l’inserimento del fantasista pugliese consentirebbe in ogni momento di passare anche al 4-2-3-1.POZZI IN PANCA. Tutto lascia supporre che sabato sarà convocato e a disposizione anche Nicola Pozzi (ultima presenza due mesi fa a Crotone), centravanti di scorta nel caso in cui Raicevic non reggesse per l’intera partita. Del resto è importante che il numero 9 biancorosso ritrovi confidenza con la gara considerando l’infortunio di Ebagua, gli acciacchi di Raicevic, Galano e Giacomelli, e le diffide che pendono su Ebagua, Raicevic, Galano e Vita.

Ore 12.30 – (Gazzettino) «Sono deluso dall’atteggiamento della squadra, la misura è colma. Domenica con il Belluno voglio rivedere il vero Campodarsego». Parole di fuoco quelle pronunciate dal direttore generale Attilio Gementi, che punta dritto l’indice contro i giocatori, rei di scarso impegno in questo finale di stagione. Potrebbe sembrare un controsenso considerato che alla squadra bastano due punti nelle ultime due sfide con Belluno e Mestre per terminare la prima storica stagione in serie D con il secondo posto in classifica, che vuole dire giocare i primi due turni dei play off in una posizione di vantaggio (partite in casa con due risultati a disposizione), eppure i cinque pareggi nelle ultime sei gare (unica vittoria con il Montebelluna) non sono proprio andati giù al dirigente biancorosso. «La società e i giocatori stessi non meritano questo finale di stagione, è da oltre un mese che dico loro che si sono rilassati e che ci devono mettere più fame e attenzione: mi hanno risposto che mi sbagliavo, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Non esiste che facciamo settanta punti, e nell’ultimo periodo raccogliamo cinque pareggi, vuole dire che manca l’atteggiamento giusto». Quindi rincara la dose: «La società è sempre stata presente e non ha mai fatto mancare nulla a loro, non accetto di vedere una squadra che va in campo come degli amatori mettendoci poca professionalità. Pretendo sempre il massimo. Non c’è più la volontà di prima, e domenica con il Fontanafredda abbiamo toccato il fondo giocando un secondo tempo senza anima e rischiando anche di perdere. Se qualche giocatore si sente appagato, lo dica e si faccia da parte lasciando spazio a chi ha voglia di giocare, abbiamo tanti giovani da lanciare. Non abbiamo ancora rovinato nulla, ma sarebbe davvero un peccato buttare via tanti mesi di grande lavoro. Voglio rivedere la squadra che fino a qualche settimana fa stava lottando per il primo posto con il Venezia. La società vuole arrivare più in alto possibile e onorare nel migliore dei modi i play off». QUI ABANO. Campionato finito per l’attaccante Enrico Bortolotto, squalificato per due giornate (gomitata al volto di un avversario).

Ore 12.00 – (Gazzettino) Festa doppia nell’amichevole che si è disputata ieri al Tombolato fra il Cittadella e la Fontanivese San Giorgio. Gli ospiti hanno festeggiato la promozione in Prima Categoria in quanto vincitori della Coppa Veneto, mentre la squadra di Roberto Venturato, già matematicamente in serie B, ha svolto una sgambata in vista dell’ultima partita di campionato al Tombolato, sabato con la Cremonese. Sorprendente la promozione della Fontanivese, che da due anni ha avviato un progetto che si sta rivelando vincente con il primo posto nello scorso campionato in Terza Categoria e il secondo quest’anno in Seconda Categoria. La società presieduta da Odone Zorzo, con Erminio Lorenzin vice, Marcello Filippin segretario e un compatto direttivo, ha trovato nel tecnico Lorenzo Torresan il timoniere ideale per guidare un gruppo di motivati giocatori. Inoltre la crescita di un valido settore giovanile rappresenta il fiore all’occhiello del sodalizio fontanivese. Non a caso da quest’anno la Fontanivese San Giorgio è una delle società affiliate al Cittadella. Mentre Torresan ha schierato in campo la formazione titolare, Roberto Venturato ha colto questa opportunità per far giocare coloro che sono stati impiegati di meno nell’ultimo periodo. Scontato il risultato (15-1) considerando la differenza di categoria e tasso tecnico, ma la partita è stata piacevole e ha divertito il buon numero di appassionati presenti in tribuna. Nel primo tempo Iori ha orchestrato le danze a centrocampo con Sgrigna e Coralli che si sono esibiti in giocate strappa-applausi. Proprio il trequartista romano è stato il mattatore con quattro reti personali e numerosi assist. Bene anche Coralli, autore di una doppietta e sempre una spina nel fianco della difesa avversaria. Nella ripresa si sono messi in luce Bizzotto (guizzante dopo la recente contrattura) con due gol. Stesso bottino per Emiliano Bonazzoli, in rete di testa su cross perfetto di Sgrigna e poi con un destro potente da dentro l’area. Due le marcature per la Fontanivese, la prima grazie a Lago dopo uno scambio in velocità con Moretto, la seconda con Peto, ma è stato uno sfortunato autogol.

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Aspettando sabato, quando il Cittadella affronterà l’ultima gara casalinga di campionato, ospitando la Cremonese alle 14.30 – per poi spostarsi assieme ai tifosi in piazza Pierobon e celebrare la promozione – un antipasto dei festeggiamenti si è avuto nell’amichevole di ieri con i “cugini” della Fontanivese. Il derby ha richiamato 300 spettatori sugli spalti del Tombolato, suggellando una stagione trionfale per entrambe le società, visto che al ritorno nella serie cadetta di Iori & C. si accompagna la conquista della Coppa Veneto di Seconda categoria per gli uomini di Trevisan, promossi in Prima. Il risultato ovviamente non è l’aspetto che più conta: per la cronaca la partita è terminata 15-1 per i granata. La nota lieta è data dal rientro di Bonazzoli e Bizzotto: entrambi hanno firmato una doppietta, così come Coralli. Più di tutti, però, si è divertito Sgrigna, capace di firmare 4 gol e di deliziare i presenti con diversi tocchi di fino. La rete della bandiera per gli ospiti è stata del 19enne Alberto Lago. Presenti anche molti bimbi del settore giovanile della Fontanivese, abili… raccattapalle. Intanto fervono i preparativi per sabato. Per tutti gli abbonati e per chi comprerà il tagliando della sfida con la Cremonese (10 euro in Gradinata Est, 1 euro gli Under 14), in regalo la maglietta celebrativa granata, da ritirare al momento dell’ingresso. Le maglie saranno acquistabili anche svincolate dal biglietto, a 5 euro l’una. Parte del ricavato andrà devoluto in beneficenza alla Cooperativa Fratres di Fontaniva. Terminata la gara, la squadra, assieme alla famiglia Gabrielli, a tutto lo staff, al vicesindaco reggente Luca Pierobon e all’assessore allo sport Francesco Pozzato, si sposterà in piazza Pierobon, dove sarà montato un palco. A introdurre i protagonisti della cavalcata Pierluigi Basso e Stefano Albertin. Non sfileranno solo i giocatori della prima squadra: con loro i ragazzi del settore giovanile (circa 350). All’organizzazione dell’evento, che sarà seguito da un buffet all’aperto, stanno collaborando anche i supporter dei club granata. CITTADELLA-FONTANIVESE 15-1. CITTADELLA (4-3-1-2): Vaccarecci; Nava (Salvi), Cappelletti (Pascali), De Leidi, Donazzan (Amato); Zaccagni ( Schenetti), Iori ( Paolucci), Minesso (Xamin); Sgrigna (Chiaretti); Coralli (Bonazzoli), Jallow (Bizzotto). All. Venturato. FONTANIVESE: (4-4-2): Mariga (Pasinato); Zaramella (Daminato), Mieni, G. Filoso, Pierobon (Peto); L. Filoso, Valle, Golin (Lago), Battistella; Bressan (Moretto), Pedretti (Talin). All. Trevisan. ARBITRO: Amabile di Vicenza. RETI: pt 6′ e 20′ Sgrigna, 11′ Jallow, 25′ e 45′ Coralli, 34′ Zaccagni; st 4′ e 8′ Sgrigna, 10′ e 42′ Bizzotto, 18′ e 34′ Bonazzoli, 29′ Xamin, 35′ Lago, 39′ Paolucci, 44′ autogol Peto.

Ore 11.20 – (Corriere del Veneto) Una festa in grande stile, con un arrivo memorabile della squadra in piazza Pierobon. Per celebrare come merita il traguardo della Serie B. Il Cittadella si prepara all’ultima partita casalinga di stagione contro la Cremonese (sabato alle 14.30), ma soprattutto a quanto accadrà dopo il fischio finale, con un grande abbraccio che la città riserverà alla squadra dei miracoli. Quella che ha stravinto il campionato e che è stata capace di conquistare la promozione con tre giornate di anticipo. Ci sarà uno speciale carosello riservato alla squadra, un palco studiato per l’occasione e nella seconda parte del pomeriggio un buffet offerto dagli sponsor con una passerella e una dedica riservata a ogni singolo giocatore. In attesa dell’evento, ieri è stata un’altra giornata da ricordare, con l’amichevole vinta 15-1 contro la Fontanivese, fresca vincitrice della Coppa Veneto per squadre di seconda categoria, che ora disputerà il campionato di prima Categoria. Da segnalare il poker messo a segno da Sgrigna e il ritorno in gruppo di Bizzotto e Bonazzoli, che hanno disputato una parte di amichevole agli ordini di Roberto Venturato.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Il diesse esemplifica poi tali concetti: «Ilari, come Bearzotti quanto è stato chiamato in causa, forse davanti poteva fare meglio, ma al tempo stesso è l’elemento che dà più garanzie tattiche e di equilibrio. In mediana con il 4-4-2 giocano solo in due e svolgono un importante lavoro di contenimento supportato dai buoni numeri della difesa». Va anche fatto presente, tuttavia, che sul fronte offensivo, rispetto alla prima parte del torneo, ci sono stati miglioramenti sotto vari aspetti. Se adesso sono dieci i biancoscudati andati a segno, fino al 28 novembre (gestione Parlato) il numero scendeva a quattro (Altinier, Neto, Petrilli e Fabiano) per un totale di undici gol in tredici partite (media 0,85, salita a 1,58 con Pillon) e anche le singole performance sono cresciute, con Altinier passato da tre a quattordici gol, Neto da tre a dieci e con in controtendenza il solo Petrilli che, soprattutto per effetto del suo minore utilizzo, non segna dal 23 gennaio quando permise al Padova di pareggiare in extremis a Piacenza.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Non solo. Su tredici partite vinte, undici vedono nel tabellino le marcature degli attaccanti centrali, solo in una – Padova-Cremonese 2-1, a segno Sbraga e Baldassin – hanno deciso giocatori di altri reparti e nella tredicesima hanno marcato il cartellino Petrilli e Fabiano (Padova-Pro Piacenza 2-0). E se la difesa un minimo di contributo in zona rete l’ha fornito lo stesso, non si può dire altrettanto per il centrocampo (a digiuno Mazzocco, Bucolo e De Risio), senza dimenticare il digiuno di reti di Ilari e Cunico, rispettivamente a quota nove e tredici l’anno scorso in serie D, in questo torneo più efficaci nel ruolo di uomo assist e con il capitano comunque in campo con il contagocce. «In effetti – commenta il direttore sportivo – è mancata un po’ di propensione a finalizzare il gioco. Sono però contento per la risposta degli attaccanti, alla fine le cose si somministrano in maniera equa e sono loro ad avere il compito di segnare. Quello che conta è che ognuno svolga bene le proprie mansioni principali. Se poi in un’annata trovi il centrocampista che realizza qualche gol in più, tanto meglio».

Ore 10.30 – (Gazzettino) Quando in avanti si è spenta la luce il Padova ha pagato dazio. Mancano due giorni alla trasferta di Bassano in cui l’undici biancoscudato si gioca le residue possibilità di play off, sperando in un difficile ko casalingo dell’Alessandria con la Reggiana, ma è già tempo per stilare le prime analisi di un’annata comunque positiva, rispetto alla quale comunque non mancano i margini di miglioramento. Una chiave di lettura importante riguarda proprio la prolificità della squadra, con gli attaccanti di ruolo che hanno risposto presente, ma con uno scarso apporto in termini realizzativi da parte degli altri giocatori. Su 41 reti finora segnate, infatti, ben 25 portano la firma delle punte centrali, con Altinier a quota 14, Neto Pereira a 10 e con la rete di Sparacello segnata con il Feralpi. Altri nove gol portano la firma degli esterni offensivi (sei Petrilli, poi però poco utilizzato negli ultimi tre mesi, e tre Finocchio), e solo sette volte hanno colpito i difensori (tre Fabiano, una Sbraga e Favalli) e i centrocampisti (una rete a testa per Corti e Baldassin).

Ore 10.20 – (Gazzettino) Per la partita di sabato a Bassano (calcio d’inizio alle 14.30) si profila il rientro in mediana di De Risio, che anche ieri si è regolarmente allenato. Sempre fermi Petkovic e Corti, a riposo Favalli, comunque squalificato alla pari di Fabiano. Sarà emergenza difesa anche per il Bassano, mancando sia il centrale Bizzotto, a sua volta squalificato, che il suo sostituto Barison. QUI TIFOSI. I biglietti per il settore ospiti dello stadio Mercante (tribuna coperta, capienza 757 posti) sono disponibili sia in prevendita alla tabaccheria Drago in via Buonarroti 89/91 al prezzo di 12 euro più diritti e sia sul web (ticketland1000.com). Occorre essere in possesso della Tessera del tifoso; non sarà attiva l’opzione “Porta un amico”. I ragazzi della Fattori raggiungeranno Bassano con una carovana di scooter. Appuntamento alle 11 al parcheggio sud dell’Euganeo. E proprio in quell’area, da loro organizzata, il 7 e l’8 maggio si svolgerà la festa di fine campionato che vedrà come momento clou il saluto della squadra biancoscudata sul palco alle 18.15, dopo il match casalingo con l’Alessandria.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) News dalla squadra. Qualche recupero confortante, ma difesa da inventare. Il Padova proseguirà oggi alle 15 alla Guizza la preparazione in vista del match di sabato alle 14.30 al “Mercante”: Bepi Pillon, che dopo lo stop forzato potrebbe recuperare De Risio e schierarlo sin dal primo minuto, deve fare i conti ancora una volta con diverse assenze. A centrocampo Baldassin è fermo per un problema al ginocchio, mentre in difesa sono out per squalifica sia Fabiano che Favalli: probabile, a questo punto, che come terzini ritrovino spazio Dionisi e Anastasio, con Diniz e Sbraga a presidio della porta di Favaro. I tifosi padovani potranno acquistare il biglietto per il settore ospiti (tribuna coperta con capienza di 757 posti, prevendita già attiva) al sito www.ticketland1000.com, oppure nell’unico punto vendita disponibile, la tabaccheria “Drago” di via Buonarroti 89 a Padova. Il costo è di 12 euro, esclusi diritti di prevendita.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Per fortuna, alla fine, siamo riusciti a recuperare una decina di giorni rispetto al mese e mezzo di stop inizialmente prospettato: domenica avevo fatto il riscaldamento, ero già pronto per giocare. Ilmio dispiacere non è, però, non essere subentrato già domenica all’Euganeo, ma piuttosto aver visto sfumare il sogno dopo quel che di grande avevamo fatto l’anno scorso». Bassano, ultima trasferta della stagione. Con quale spirito? «Quella dell’andata era stata un’ottima partita, e forse non portammo a casa la vittoria solo per il brutto episodio dell’infortunio di Niccolini, che dal punto di vista psicologico, e pure difensivo visto che in quel periodo eravamo contati dietro, ci segnò parecchio. Però quella partita ci fece capire che avremmo potuto ambire a ben altre posizioni rispetto a quella in cui eravamo allora. Andremo al “Mercante” con l’obiettivo di dimostrare ancora che non siamo inferiori a loro. Sotto sotto, c’è una minima fiammella di speranza che vivrà anche del risultato dell’Alessandria con la Reggiana. Nella peggiore delle ipotesi, proveremo a vincere per orgoglio personale, cercando di chiudere bene la stagione».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Abbiamo parlato un po’ di questa situazione», spiega Dionisi, «e del grande rammarico che c’è ancora dopo la sconfitta con la Giana in casa. Purtroppo, dopo tanti mesi nei quali avevamo inanellato diversi risultati positivi, a livello mentale forse non siamo riusciti a mantenere la stessa concentrazione. Contro Pro Patria e Albinoleffe era andata bene, le nostre qualità alla fine erano uscite fuori. Contro la Giana invece è mancato qualcosa». Sabato si riparte da Bassano: Dionisi ci sarà? «La voglia di rientrare è tanta, e c’è sempre stata. Io sono tranquillo, anche il medico non ha visto segnali d’allarme nelle ultime due settimane nelle quali ho ripreso ad allenarmi, quindi mi auguro davvero di poterci essere. La scelta, ora, sta solo al mister». Come mai la sua assenza si è prolungata oltre il previsto? «Purtroppo c’è stata una valutazione errata del mio infortunio: all’inizio si pensava che fosse solo un piccolo stiramento, successivamente ci siamo accorti che c’era una lesione ben più grave e per questo i tempi del mio recupero si sono allungati.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Dopo quasi due mesi di stop è di nuovo la sua ora. Matteo Dionisi, uno dei veterani biancoscudati, uno dei pochi reduci della passata stagione in Serie D, sabato a Bassano dovrebbe tornare in campo, probabilmente dal primo minuto. In primis, perché il brutto infortunio al polpaccio è ormai dimenticato. E in secondo luogo perché con le squalifiche di Fabiano e Favalli la retroguardia biancoscudata è ridotta all’osso: Diniz verrà dirottato al centro, e l’out di destra tornerà ad essere di competenza del terzino ex Pordenone. Martedì, dopo l’allenamento, Dionisi si è fermato a parlare a lungo al centro del campo con mister Pillon: hanno discusso del momento della squadra, degli ultimi risultati, dei playoff ormai quasi del tutto sfumati. Ed è probabile che la prossima volta che il tecnico si rivolgerà a lui sarà per dirgli: “Preparati, tocca a te”.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Altinier non lo dice, ma lascia intendere che l’analisi del direttore sportivo Fabrizio De Poli e di Giuseppe Pillon in merito al fatto che una parte della squadra possa aver inconsciamente mollato non è poi così campata per aria: «Ci hanno detto quello che pensano – taglia corto – io non saprei cosa rispondere, posso parlare per me. Posso aver giocato bene o male, ma so che il calcio regala spesso incredibili sorprese, per cui le motivazioni le avevo ancora in queste ultime partite. Per i miei compagni non posso parlare, credo che ognuno dentro di sé sappia benissimo se ha dato il massimo o meno. Io non ho colto particolari segnali in questa direzione, per il resto bisognerebbe interpellare ogni giocatore che è sceso in campo». Dulcis in fundo, Bassano e futuro irrompono in primo piano: «A Bassano bisogna andare per vincere – spiega Altinier – magari non servirà a nulla, ma in pochi credevano che l’Alessandria avrebbe pareggiato a Bolzano, per cui non si sa mai. A livello individuale non mi piace fare analisi e parlare prima che sia finita la stagione. I gol li ho fatti e il prossimo anno spero di rimanere a Padova. Ho un contratto di altri due anni e qui sto bene».

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) E’ finita, quasi sicuramente. Eppure è a quell’1% che ancora la matematica concede al Padova che si aggrappa Cristian Altinier. Il quale chiuderà, da attaccante di razza e comunque andranno queste ultime due giornate, con un bottino lusinghiero il proprio campionato. Per adesso fanno 14 gol, ma altri potrebbero arrivarne in queste ultime due giornate. A cominciare da sabato a Bassano. «Lo so che potrebbe sembrare assurdo pensarlo – spiega Altinier – ma io ancora non mi sono arreso del tutto. Abbiamo perso un’occasione incredibile domenica contro la Giana Erminio, ma è giusto riconoscere che anche loro hanno avuto meriti innegabili. La gente magari legge Giana Erminio e crede si tratti di una squadretta solo per il nome, poi vai a vedere l’organico e scopri che hanno gente come Perico, Polenghi, Bruno e Gasbarroni, che ha fatto la Serie A e che sappiamo quale valori porti. Noi abbiamo fatto male, ma loro hanno giocato benissimo, è giusto riconoscerlo. Il mister martedì era molto arrabbiato. Ne ha tutte le ragioni, così come ha ragione a dire che abbiamo buttato via il lavoro di cinque mesi.Perdere così fa male a tutti noi».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 72, Pordenone 59, Bassano 58, Alessandria 57, Padova 51, Cremonese e FeralpiSalò 49, Pavia e Reggiana 48, SudTirol 44, Giana Erminio 41, Renate 39, Lumezzane 38, Pro Piacenza 35, Cuneo 33, Mantova 30, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della trentaduesima giornata: Cremonese-Pro Patria 2-0 (Brighenti (Cr) al 33′ pt, Scarsella (Cr) al 27′ st), FeralpiSalò-Cittadella 1-2 (Lora (Ci) al 11′ st e al 24′ st, aut. Lora (Fs) al 37′ st),Lumezzane-Pavia 3-2 (Varas (Lu) al 7′ pt, aut. Marchi (Lu) al 16′ pt, Bacio Terracino (Lu) al 21′ pt, Malomo (Pv) al 36′ pt, Carraro (Pv) al 25′ st), Mantova-Pro Piacenza 1-0 (Marchi (Mn) su rigore al 44′ st), Pordenone-Cuneo 2-1 (Strizzolo (Pn) al 8′ pt, D’Iglio (Cn) al 10′ pt, Mandorlini (Pn) al 39′ st), Reggiana-AlbinoLeffe 2-1 (Letizia (Re) su rigore al 22′ pt e al 26′ st, Checcucci (Al) al 46′ st), Renate-Bassano 1-0 (Napoli (Re) al 33′ st), SudTirol-Alessandria 1-1 (Fink (St) al 39′ pt, Vitofrancesco (Al) al 43′ pt).

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 27 aprile: allenamento pomeridiano, assente Favalli.




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