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Ore 22.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) C’è delusione a fine gara in casa biancorossa dopo la sconfitta contro lo Spezia del grande ex Mimmo Di Carlo, ma Franco Lerda cerca di non drammatizzare. «Ho fatto i complimenti a tutti i ragazzi perché siamo usciti a testa alta alla terza partita in sette giorni quando le difficoltà, viste le tante assenze e i giocatori schierati in campo in non perfette condizioni, sono oggettive. Purtroppo quando abbiamo sbagliato abbiamo subito gol, invece quando potevamo segnare noi non ci siamo riusciti». Lerda non cerca scusanti ma l’assenza di Ebagua e le menomate condizioni di Galano hanno pesato molto. «Ebagua non era disponibile, speriamo di recuperarlo al più presto, anche se non è scontato. Galano invece l’abbiamo schierato perché pensavamo potesse stare meglio ma peggiorava con il passare dei minuti e non avevo grosse alternative, Giacomelli non è al meglio per i postumi della distorsione alla caviglia. Inoltre abbiamo Raicevic che soffre di un fastidio al tendine rotuleo. Adesso però dobbiamo ripartire e preparare al meglio la gara di sabato a Brescia». Deluso ma tutt’altro che arrendevole è capitan Brighenti. «Peccato per la sconfitta e il risultato ma andiamo avanti a testa alta – dice — abbiamo affrontato una squadra costruita per vincere. Noi abbiamo commesso degli errori sul loro primo gol, poi abbiamo avuto un paio di occasioni per pareggiare. Adesso dobbiamo avere lo stesso entusiasmo delle ultime partite perché ce la giochiamo con tutti. Il nostro obiettivo è la salvezza diretta. Le assenze? Non sono un alibi, dovremo essere più forti anche della sfortuna».
Ore 22.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il Vicenza sbatte contro lo Spezia e interrompe la striscia positiva di 5 partite. Avversari onestamente troppo forti, sia tecnicamente che fisicamente; il Vicenza, pur con gli attuali limiti di organico ci ha provato, ha avuto qualche occasione ma mai ha dato l’impressione di poter portare a casa qualcosa. Terza gara in una settimana, con in mezzo un non facile viaggio aereo andata-ritorno da Salerno. Tempo per preparare al meglio una gara davvero poco, per non dire niente: si può solo cercare di recuperare le energie fisiche e mentali e ricaricare le pile. Non aiuta poi la situazione in infermeria: nove gli assenti con ultima la tegola Ebagua che in questo momento proprio non ci voleva, più Signori fermato dal giudice sportivo e Giacomelli part-time, sempre alle prese con una caviglia malconcia. Scelte obbligate per mister Lerda: undici da mandare in campo ci sono, il problema è che le possibilità di cambi in corsa sono praticamente inesistenti visto che in panchina ci sono cinque ragazzini della Primavera. Quindi, confermata di logica conseguenza la formazione vista contro la Salernitana, con i naturali innesti di Urso e Raicevic al posto di Signori ed Ebagua. All’ingresso delle squadre in campo tanti applausi per uno degli ex più amati, Mimmo Di Carlo, che prima di prendere posto in panchina si volta verso la tribuna a dispensare saluti e ampi sorrisi. Pronti, via e lo Spezia passa in vantaggio: su azione d’angolo, il primo della gara, Errasti sfrutta un assist di testa di Calaiò e insacca da due passi bruciando la timida uscita di Benussi, ingannato anche dal mancato intervento di Brighenti. Sommesse proteste dei biancorossi per un presunto fallo ai danni del proprio portiere, ma l’impressione è che l’azione sia del tutto regolare. La reazione del Vicenza al 17’ con Brighenti, in proiezione offensiva, che calcia di poco a lato un bel passaggio di Vita. Al 30’ occasione per Raicevic, da ottima posizione ci prova in tuffo di testa ma l’impatto con la sfera è di quelli da cancellare. Lo Spezia è squadra sorniona, offre l’impressione di lasciar fare ma al momento opportuno affonda il colpo e colpisce: al 36’ bel filtrante di Sciaudone per Canadija che, solo davanti a Benussi, non può fallire il raddoppio. Due reti sotto e l’impressione che il terzo impegno ravvicinato non sia stato assorbito al meglio. Ad inizio ripresa Lerda si gioca la carta Giacomelli per Galano, apparso parecchio affaticato forse anche a causa di qualche problema fisico. Il Vicenza prova a riaprire la gara, pressa gli avversari e al 14’ Vita, in tuffo di testa, fa gridare al gol ma è solo un’illusione: la sfera esce di un pelo con Chichizola fermo. La gara e’ vivace, lo Spezia non sta a guardare e al 20 Calaiò di testa si divora il tris. Tutto rimandato di qualche minuto, perché al 27’ il neo-entrato Acampora dai 25 metri fa partire un missile che si infila alla sinistra di Benussi. Game-over, da segnalare l’ingresso sul finale di gara del giovane senegalese Dieye, classe 98, fresco vincitore del Viareggio con la maglia della Juve. A fine gara ci sono comunque gli applausi dei tifosi e tutti vanno sotto la curva, mister Di Carlo compreso.
Ore 21.50 – (Giornale di Vicenza) È cambiato che invece della maglia biancorossa indossava un completo scuro con cravatta. E che forse, ecco, non ha più trent’anni. Per il resto Mimmo Di Carlo ha fatto quello che faceva sempre a fine gara: è corso sotto la Curva e non si è tuffato solo perché – l’ha detto con un gesto – “ragazzi, ci ho già lasciato una spalla anni fa”. Non si scorda nulla, lui. E i tifosi tantomeno. Nel mezzo della partita gliel’hanno cantata: «Mimmo Di Carlo l’abbiamo noi, solo noi!». Lui per un attimo ha tolto gli occhi dal suo Spezia e li ha lanciati verso la Sud, applaudendola e ringraziandola.È stato bello come se lo immaginava?Sorride. «Partiamo dal finale? Penso che l’emozione che ho provato oggi l’ho sentita solo quando giocavo. Alla fine sono andato a salutare i tifosi dello Spezia, perché era giusto così. Ma salutare poi tutto lo stadio e vedere come loro hanno salutato me… Sono rimasto emozionato… Insomma, mi sono commosso. Sono dovuto scappar via perché altrimenti… La stima che c’è con questa città è unica, e lo vedo sempre anche nei giorni normali quando sono qui. Però…Però?Oggi ero avversario e ha vinto lo Spezia, una squadra molto più compatta in campo. Abbiamo sfruttato le occasioni create e a differenza della gara giocata col Pescara siamo stati molto più concreti. Meno lo è stato il Vicenza che però, quando ha alzato i ritmi, le occasioni le ha create.Forse è anche una questione di forze e qualità che voi avete messo in campo.Dopo la sconfitta di Pescara ci tenevamo ad avere una reazione da squadra importante che vuole arrivare ai playoff. Poi io oggi ho fatto tre cambi – Martic, Canadjija e Situm che hanno fatto molto bene – e che forse il Vicenza non poteva effettuare. Ma non ha mai mollato, anche se sul 3-0 è stato tutto più facile.Cos’è che ha fatto la differenza?Il fatto è che i ragazzi erano arrabbiati e hanno avuto quella cattiveria in più: hanno fatto un bel gioco, pressato alto, giocato a calcio. Il Vicenza forse aveva un po’ di timore.Si aspettava forse un Vicenza meno arrendevole nei primi minuti?Noi pensavamo che il Vicenza potesse accusare un po’ di stanchezza in più alla terza partita. Noi avevamo molti cambi, li abbiamo fatti e sono andati bene.Parere non da tifoso ma da tecnico: il Vicenza, secondo lei, si salverà?Come “non da tifoso”?! Il Vicenza si deve salvare, alla grande! Penso che da quando è arrivato Lerda la squadra abbia cambiato atteggiamento, la forza è venuta fuori anche grazie all’insieme. Oggi “xe andà bene par noialtri”, ma quello del Vicenza è stato solo un incidente di percorso verso la salvezza».Poi ha preso le sue cose e ha fatto un’altra cosa che faceva da giocatore: è sceso dalle sue donne (la moglie Annamaria e la figlia Naomi, Sharon era a lavoro nella sua galleria d’arte) e le ha portate a cena. A Vicenza, casa sua.
Ore 21.40 – (Giornale di Vicenza) La prima riga del tabellino recita uno sconsolante 0-3 e chi non ha visto la gara potrebbe pensare che i biancorossi siano stati annichiliti dallo Spezia. Falso.Ci sono molti modi di perdere e questo, per chi mastica calcio, è il modo più “giusto”, cioè giocando al massimo delle proprie possibilità. Alessio Vita, primo biancorosso a presentarsi davanti a microfoni e blocchetti, ne è consapevole: «Abbiamo commesso qualche errore e con le squadre forti come lo Spezia li paghi di più, ma il passivo è troppo ampio rispetto ai valori in campo. Loro sono stati bravi a segnare tre gol su quattro tiri in porta. Però anche noi abbiamo avuto le nostre occasioni. La palla di Brighenti nel primo tempo l’ho vista dentro, poteva essere il pareggio». Invece poco dopo lo Spezia ha trovato il raddoppio incanalando la gara sul binario voluto.Poi, nella seconda frazione, Vita ha centrato, sullo 0-2 un palo esterno in tuffo di testa: «Ho colpito a botta sicura, ho preso il pallone bene, forse troppo bene – spiega il furetto biancorosso – magari se la colpivo sporca…».Sul 3-0, con Galano fuori e Giacomelli impiegato come esterno offensivo di sinistra a centrocampo, Vita ha giocato uno scampolo di gara da seconda punta: «Mi piace questa posizione, mi permette di inserirmi negli spazi, come quando gioco esterno e quindi penso di poter esprimere le mie caratteristiche. Se il tecnico avrà bisogno di me in questa posizione sarò felice. Oggi era difficile giocare davanti, loro hanno chiuso le fonti del nostro gioco, erano compattissimi, soprattutto difesa e centrocampo. Abbiamo provato ad aggirarli sugli esterni e a mettere qualche pallone in mezzo per Filip (Raicevic ndr) e qualcosa abbiamo creato».Nel primo tempo, infatti, un cross da sinistra ha ben innescato Raicevic di testa: «Purtroppo la palla eraleggermente lunga, non era proprio comoda – spiega il diretto interessato – ho provato a tuffarmi e a prendere in controtempo il portiere, ma ho sbagliato».Il centravanti ha offerto come sempre una prova generosa, nonostante un ginocchio dolorante: «Sono due mesi che vado avanti a medicine – spiega – ho stretto i denti perchè c’era bisogno ma mi fa male».«Bisogna dire che lo Spezia è stata una delle squadre più belle viste al Menti – continua – ma quando esci tra gli applausi della gente dopo che hai perso tre a zero, vuol dire che la prestazione c’è stata». Nicolò Brighenti si rammarica per il risultato ma non fa drammi: «Le nostre occasioni le abbiamo avute, e il primo gol forse era evitabile; devo rivederlo perchè dal campo non sempre si capisce bene: c’è stata una palla rimessa in mezzo dal secondo palo e poi non ho capito cosa sia successo. Forse un contrasto tra Benussi e Errasti o lui è riuscito ad anticipare tutti. Fatto sta che i margini di errore nelle prossime gare devono essere ridottissimi. Ma non dimentichiamoci che solo due mesi fa avremmo firmato per essere in questa posizione di classifica oggi. Quindi, rimbocchjamoci le mani. Di positivo c’è che nessun diffidato è stato ammonito. Cerchiamo di recuperare gli acciaccati e pensiamo a fare tre punti a Brescia».
Ore 21.30 – (Giornale di Vicenza) Tre gol sul groppone non sono facili da digerire. Franco Lerda, però, sa che non è tempo di piangersi addosso: «Abbiamo trovato una signora squadra, forte sotto tutti i punti di vista – riconosce -. Detto questo, il risultato ci punisce in maniera eccessiva: i miei ragazzi hanno disputato una partita più che onorevole, il cinismo dello Spezia ci ha castigati oltre i nostri demeriti».Contro un avversario del genere, probabilmente, sarebbe servito un Vicenza al meglio…È vero. Noi abbiamo giocato al meglio delle nostre potenzialità in questa partita, che però oggettivamente non potevano essere ottimali, considerando la fatica fisica e mentale impiegata nei due incontri precedenti e i molti infortunati che hanno reso la coperta corta. Tuttavia, dopo un avvio migliore dello Spezia, abbiamo rialzato la testa, siamo andati più volte vicini al pareggio, mentre loro alla prima occasione hanno trovato il raddoppio e poi ci hanno affossato con il terzo gol del giocatore appena entrato in campo. Se con episodi diversi fosse finita 1-1, magari saremmo qui a parlare di una grande partita del Vicenza, invece a guardare solo il risultato sembra che loro siano stati la Juventus…Come stanno i tre giocatori sostituiti?Galano si trascina i suoi problemi da un po’ di tempo, in altre partite è riuscito a sentirsi meglio con il passare dei minuti, stavolta invece è successo il contrario, e magari è stata colpa mia lasciarlo troppo in campo. Però sapevo che anche Giacomelli deve fare i conti con la solita caviglia, pure Raicevic ha un fastidio al tendine rotuleo, mentre per D’Elia ho preferito prevenire che tornasse a fargli male il flessore… Insomma, adesso dobbiamo utilizzare questa settimana per provare a recuperare le maggiori energie possibili e rimetterci dagli acciacchi. Per fortuna non abbiamo avuto nuovi ammoniti, e questo è molto importante considerando che siamo pochi e ci sono tanti diffidati.E per quanto riguarda l’aspetto mentale?Su quello sono tranquillissimo, perché la squadra ha reagito molto bene anche in campo, infatti siamo usciti tra gli applausi del pubblico che ha visto il nostro atteggiamento, ha capito che abbiamo dato tutto e ci siamo battuti con onore, quindi sono sicuro che sapremo affrontare nel modo giusto la partita di Brescia.Cambia qualcosa nel percorso verso la salvezza?Non cambia nulla. Abbiamo comunque 42 punti, e non sono pochi. So che non siamo ancora salvi, ma so anche che ci salveremo.
Ore 21.20 – (Giornale di Vicenza) Non è sempre domenica. E non è che se inanelli 5 risultati utili di fila puoi dirti guarito, nè tantomeno al riparo da nuove sconfitte. Specialmente se al Menti arriva lo Spezia di Mimmo Di Carlo, una squadra costruita per stare ai piani alti, con giocatori che varrebbero la serie A e un’alchimia da fare invidia. Ieri non ha perso il Vicenza. Piuttosto, ha vinto lo Spezia. Anche perchè i biancorossi – alzi la mano chi non è d’accordo – le sue palle-gol è stato in grado di costruirle, e se non le ha finalizzate è perchè oltre alla lucidità è mancata la fortuna (vedi il palo esterno di Vita, il tocco di Brighenti uscito di un niente nel primo tempo). Si fa presto a dire che il Vicenza è stato brutto: 0-3 è un risultato senza appello, ma un pelo bugiardo. E ora spieghiamo perchè. Lerda, fedele al 4-2-3-1, si affida giocoforza a Raicevic (in assenza di Ebagua, infortunato), in avanti, e a Urso a centrocampo (in mancanza di Signori, squalificato). Di Carlo (quanti applausi per il grande Mimmo da curva, distinti, tribuna…) risponde con un 4-1-4-1 che si presenta al pubblico in appena 10′. Le prime battute sono dedicate allo studio, al 10′ le “Aquile” decollano. Il vantaggio nasce da un corner, con scambio corto, battuto dalla sinistra da Situm; sul secondo palo stacca di testa Valentini e la palla rotola dalle parti di Benussi, senza che il portiere intervenga; Errasti non si fa pregare, allunga la gamba e insacca con la retroguardia un po’ troppo passiva.Il Vicenza accusa il colpo e trascorre alcuni minuti difficili. La manovra a centrocampo è continuamente interrotta dai bianconeri, che attuano un pressing asfissiante. Al 12′, Piccolo affonda sulla destra e mette al centro; Sampirisi si rifugia in corner. Ancora Piccolo, poco dopo, si esibisce in un mancino al volo che esce di qualche metro. Il Vicenza? Eccolo. É il 17′ quando Galano, in posizione centrale, ha la palla sul destro; pensa al tiro, ma preferisce servire Vita che di prima effettua un traversone basso e teso; Brighenti anticipa tutti e il suo tocco si perde di un soffio sul fondo alla sinistra di Chichizola. Poteva valere il pareggio. Al 20′, il capitano biancorosso è maestoso in anticipo su Calaiò e dà il là ad un’azione insidiosa: Galano punta un paio di uomini, li salta e scocca il tiro che si perde a lato. Si rivede l’undici di Di Carlo al 26′: Situm converge verso il centro ed effettua una conclusione col destro che impegna Benussi. La gara non lascia spazio agli sbadigli. Ed è anche merito della formazione di Lerda, che dopo un inizio in salita si scuote. Al 31′, i biancorossi creano la seconda nitida occasione (dopo quella capitata a Brighenti). Sbrissa dialoga con Urso, che crossa sul secondo palo per Raicevic; la mira del montenegrino è da scordare. Un minuto dopo, su punizione di Moretti, svetta Adejo; palla alta. E nel migliore momento del Lane, lo Spezia replica. Minuto 36: i bianconeri sfondano a sinistra, Sciaudone, al limite dell’area, vede l’inserimento di Canadija che servito in verticale si trova a tu per tu con Benussi e lo supera con un tocco sul palo lontano. Dopo i primi 45′ il Vicenza è sotto di 2 gol. Alla ripresa, Giacomelli sostituisce l’acciaccato Galano e l’assetto offensivo del Vicenza si presenta un po’ diverso, con Vita che gioca da seconda punta e Giacomelli, a sinistra, e Sbrissa, a destra, che agiscono da esterni. Dopo 4′, l’incornata di Brighenti, sulla punizione dalla destra di Moretti, esce. Al 6′ Situm non trova la porta e al 14′ l’urlo del Menti rimane strozzato in gola, quando Sampirisi sfreccia sulla destra, guadagna il fondo e confeziona un cross al bacio per Vita; il tempismo con cui si tuffa di testa è perfetto, ottima è la mira, ma la palla colpisce il palo esterno. Lo Spezia è ancora pericoloso al 20′ con Calaiò di testa e al 22′ il tiro di Urso, da posizione centrale, è un po’ sporco e non spaventa Chichizola. Al 27′ il Vicenza subisce il terzo gol. Troppo. Troppo per una formazione che è rimasta sempre in partita. Ma tant’è. Acampora, dopo 2′ dal suo ingresso in campo, sfodera dai 30 metri un destro mortifero che si infila nell’angolino basso alla sinistra di Benussi. 0-3. Che castigo. A 4′ dalla fine entra il baby Dieye per Raicevic, che esce dolorante come tutto il Vicenza dopo la batosta. Ragazzi, è andata com’è andata. L’importante è archiviare le “Aquile”, fare tesoro della lezione e tarpare le ali alle “Rondinelle” sabato a Brescia.
Ore 21.00 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 72, Pordenone 59, Bassano 58, Alessandria 57, Padova 51, Cremonese e FeralpiSalò 49, Pavia e Reggiana 48, SudTirol 44, Giana Erminio 41, Renate 39, Lumezzane 38, Pro Piacenza 35, Cuneo 33, Mantova 30, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).
Ore 20.50 – Lega Pro girone A, i risultati della trentaduesima giornata: Cremonese-Pro Patria 2-0 (Brighenti (Cr) al 33′ pt, Scarsella (Cr) al 27′ st), FeralpiSalò-Cittadella 1-2 (Lora (Ci) al 11′ st e al 24′ st, aut. Lora (Fs) al 37′ st),Lumezzane-Pavia 3-2 (Varas (Lu) al 7′ pt, aut. Marchi (Lu) al 16′ pt, Bacio Terracino (Lu) al 21′ pt, Malomo (Pv) al 36′ pt, Carraro (Pv) al 25′ st), Mantova-Pro Piacenza 1-0 (Marchi (Mn) su rigore al 44′ st), Pordenone-Cuneo 2-1 (Strizzolo (Pn) al 8′ pt, D’Iglio (Cn) al 10′ pt, Mandorlini (Pn) al 39′ st), Reggiana-AlbinoLeffe 2-1 (Letizia (Re) su rigore al 22′ pt e al 26′ st, Checcucci (Al) al 46′ st), Renate-Bassano 1-0 (Napoli (Re) al 33′ st), SudTirol-Alessandria 1-1 (Fink (St) al 39′ pt, Vitofrancesco (Al) al 43′ pt).
Ore 20.40 – Sala stampa, Andrea Sbraga (difensore Padova): “Cos’è successo? Qualche episodio ci ha girato male, se nei primi dieci minuti i tiri nostri entravano cambiava tutto. I gol? Sul primo c’era fallo laterale nostro, poi com’è andata l’avete visto anche voi. Già è arrivata la sconfitta, poi la notizia del pareggio dell’Alessandria è stata la batosta finale. Oggi rode molto, ma in generale sono contento perché quando sono arrivato a gennaio la situazione non era come quella attuale a livello di classifica”.
Ore 20.35 – Sala stampa, Alessandro Favaro (portiere Padova): “I gol presi? Il primo non aveva una traiettoria regolare, ero andato a destra ma poi ha girato dall’altra parte, mentre il secondo mi ha sorpreso perché voleva crossare. Sono arrabbiatissimo con me stesso, sono autocritico anche quando prendo gol imparabili, figurarsi adesso… Noi comunque abbiamo sempre dato tutto e non abbiamo mai mollato, e siamo quindi orgogliosi. I tifosi ci hanno incitato anche alla fine, lì ringrazio di cuore. Purtroppo giornate e partite storte capitano, è il calcio”.
Ore 20.30 – Sala stampa, Giuseppe Pillon (allenatore Padova): “Abbiamo giocato male, non abbiamo fatto una prestazione agonistica giusta. Ci è mancata cattiveria e determinazione. I ragazzi hanno dato tutto, forse siamo arrivati un po’ con l’acqua alla gola dopo tanta rincorsa. Abbiamo sempre fatto fatica, non abbiamo fatto bene, bisogna dire la verità. Gli altri risultati? Questa è una grande delusione, perché vedi sfumare tutto. C’è anche da dire che nei momenti topici noi abbiamo sempre fatto fatica, dobbiamo crescere anche dal punto di vista della personalità e della cattiveria agonistica. Oggi abbiamo toppato tutti, io per primo. Forse dovevo dare qualcosa in più. Forse dovevamo preparare meglio mentalmente la partita. Gasbarroni? Ho messo Bucolo davanti alla difesa apposta nella ripresa. Se devi recuperare a tutti i costi poi ti esponi. Campionato finito? Cerchiamo solo di fare bene contro Bassano e Alessandria e poi vediamo. Dobbiamo smaltire questa delusione e continuare a prepararci. Forse abbiamo speso tanto nella lunga rincorsa e forse al momento di fare il passo grande non siamo arrivati pronti. E’ ovvio che c’è una grossa delusione per esserci arrivati vicino. Voglia di riscatto? Adesso sono troppo deluso per parlare di futuro e pensare a cosa succederà. Ci sarà modo e tempo di parlare con la società. Siamo arrivati mentalmente e fisicamente stanchi. Io sapevo che questa partita era tosta, loro fuori casa hanno vinto spesso. In questo momento non penso proprio al futuro. I tifosi? L’aspetto positivo di questa stagione c’è stata, l’ho presa quintultima e siamo arrivati a giocarci i playoff fino a tre giornate dalla fine, ma è inutile negare l’evidenza della delusione”.
Ore 20.25 – Sala stampa, Cesare Albé (allenatore Giana Erminio): “Siamo soddisfatti di questa salvezza. Con Cremonese e Padova questi ragazzi hanno fatto bene, con cuore e con le loro possibilità. Abbiamo un buon gruppo, la differenza l’ha fatta la fame di vittoria. Noi non dobbiamo mai accontentarci, ma capisco il Padova che magari sia deluso. Io sono un grande tifoso di Nereo Rocco, lui ha fatto la storia biancoscudata e mi emoziona vincere qua. Il grande Padova che io sentivo all’oratorio, quando era difficile venire a vincere qua, era tanta roba. E’ morto nel ’79 e mi sembrava già vecchio, io ne ho 66 e non mi sento così vecchio. Tutto è relativo. Non so se il Padova avesse marcato Gasbarroni se sarebbe cambiato qualcosa, me lo auguro perché io sono della scuola della marcatura a uomo”.
Ore 20.15 – Tra pochi minuti le parole dei protagonisti del match Padova- Giana Erminio, con le voci dalla Sala Stampa.
20.10 – Il Padova ora è a sei lunghezze dall’Alessandria a cui basterà un punto nelle prossime due partite per essere matematicamente ai playoff.
Ore 20.00 – Termina la partita: Padova- Giana Erminio 0-2. L’Alessandria pareggia con l’Alto Adige 1-1.
Ore 18.00 – (La Provincia Pavese) Conta decisamente più per il Lumezzane che per il Pavia la gara di oggi alle ore 18 allo stadio Saleri, terzultima giornata di campionato. I bresciani, infatti, sono in piena lotta per evitare i play out. Oggi la squadra affidata ad Antonio Filippini, uno degli storici gemelli del Brescia (l’altro è Emanuele), occupa il quintultimo posto appaiata al Pro Piacenza in una corsa salvezza apertissima e che probabilmente si deciderà solamente l’8 maggio negli ultimi novanta minuti. Pavia e Lumezzane una cosa in comune l’hanno, e non è certo positiva: entrambe hanno avuto in questa travagliata stagione tre tecnici. Se il Pavia partito da Michele Marcolini, e passato poi nelle mani di Fabio Brini, è oggi affidato a Stefano Rossini, promosso dalla Berretti alla conduzione della Prima squadra, dalle giovanili è approdato in Lega Pro anche Antonio Filippini. A Lumezzane si era partiti con Gianfranco D’Astoli e poi passati a Paolo Nicolato, rilevato due mesi fa dall’attuale tecnico, il 42enne ex centrocampista del Brescia. All’andata, allora con in panchina Nicolato, il Lumezzane s’impose il 12 dicembre per 2-0 a Pavia, una sconfitta che costò l’esonero dell’allora primo tecnico azzurro Marcolini. Fino a quel momento gli azzurri avevano conquistato 23 punti ed erano scivolati fuori dalla zona play off andando a occupare il sesto posto. Da quel momento il Pavia di punti ne ha raccolti 25 e a tre turni dal termine della sua stagione si trova in settima posizione. Ha mancato la conquista dell’obiettivo minimo stagionale degli spareggi promozione per la serie B. Mister Rossini chiamato a cercare di dare motivazioni a una squadra che ha più obiettivi di classifica, e con diversi giocatori che sanno di non rientrare più nei piani futuri principalmente perché qui in prestito, deve fare i conti in queste ultime settimane anche con infortuni a ripetizione. Stagione finita per il lungodegente Bellazzini, ma anche per Marino e Cristini e in questi giorni ancora ko Luca Ghiringhelli per un risentimento all’adduttore. Non faranno parte della trasferta odierna anche Dario Biasi (problema alla caviglia), Nando Sforzini (fastidio al ginocchio) e Fabrizio Grillo (risentimento muscolare). Il tecnico degli azzurri deve, quindi, nuovamente cambiare l’undici iniziale con qualche dubbio soprattutto a centrocampo. In casa Lumezzane, invece, Antonio Filippini ripresenterà la formazione che ha perso di misura a Bassano (0-1) con il recupero, dopo la squalifica, di Rapisarda in difesa al posto dell’ex azzurro Monticone.
Ore 17.50 – (Gazzetta di Reggio) Angelo Raffaele Nolè è uno dei giocatori legati alla Reggiana anche per la prossima stagione. Per il 32enne fantasista lucano il primo anno a Reggio non sarà ricordato tra i più positivi della carriera, tra infortuni e prestazioni sotto tono, ma nell’ultimo periodo, grazie anche ad un maggior minutaggio, sta trovando continuità e qualche gol in più. Qualcuno ha risentito della partenza di Ferrara? «Troppe distrazioni non fanno mai bene a giocatori che dovrebbero pensare solo ad andare in campo». Ha il contratto ma è già stato vicino alla partenza a gennaio: cosa farà? «Vorrei restare per non lasciare brutti ricordi e dimostrarmi sul campo il giocatore che ero in altre piazze. Avevo voluto Reggio fortemente,innamorato della tifoseria e andar via così mi farebbe male». Cosa serve per la prossima stagione? «Maggior tranquillità ed idee giuste». E quale sarebbe l’idea giusta per impiegare Nolè? «Negli ultimi anni avevo giocato nel 4-2-3-1, dietro la punta e spesso scambiandomi con l’esterno, però sono i tecnici a decidere i moduli e noi dobbiamo adeguarci. Io ammetto di essere stato un po’ scarso nel sapermi adattare». Cosa porterà con sé di positivo o di negativo di questa esperienza reggiana? «Sono deluso perché avrei voluto rivedere lo stadio pieno come l’anno scorso contro il Bassano, di bello ho trovato una città dove si vive serenamente ed una la società ambiziosa». Le piacerebbe giocare il derby col Parma? «Se ci sarà questa sfida sarà bello giocarla e segnare un gol in maglia granata sarebbe il massimo».
Ore 17.40 – (Gazzetta di Reggio) «Come mi sento? Relativamente tranquillo, ma ho il dispiacere di aver fatto una stagione negativa, e di non aver confermato quanto di positivo è stato fatto in questi mesi a Reggio. L’anno scorso nessuno dava peso a questo allenatore (riferendosi a se stesso, ndc), e alla fine i giudizi furono positivi. Nel giro di un anno i giudizi sono negativi, quindi nel caso venissi confermato vorrei nuovamente far cambiare idea a chi oggi giustamente critica». Alberto Colombo se la cava con una battuta alle domande sul suo futuro. Nonostante l’imminente partita con l’Albinoleffe, le attenzioni sono quasi tutte rivolte al tecnico granata e a quel che ne sarà del suo rapporto con la Reggiana. «Grammatica non l’ho ancora incontrato – chiarisce Colombo – per cui vedremo. Il mio futuro è nelle mani della società, che anche pubblicamente mi ha espresso fiducia, tuttavia molto dipenderà dall’incontro col nuovo ds. Ho un anno di contratto e aspetto la conferma ufficiale, ma le cose cambiano velocemente, quindi non si può mai dire». Sulla partita con l’Albinoleffe, il mister conferma di aver preparato novità sostanziali: «C’è la possibilità di tornare al 4-3-3 – spiega Colombo – provando Letizia come prima punta e con un centrocampo che deve essere bravo a capire i cambiamenti tattici rispetto al vecchio modulo. I terzini invece daranno una mano in entrambe le fasi, ma si dovranno far veder soprattutto in attacco». Ultime battute sulle motivazioni e sulle parole da trovare per stimolare un gruppo ormai giunto a fine corsa in una partita che, classifica alla mano, conta relativamente poco: «L’Albinoleffe deve preparare i play out, mentre Bassano e Alessandria sono squadre importanti contro le quali rischio è di fare brutta figura. Noi vogliamo evitare questo – spiega il tecnico brianzolo -, anche per chi resterà in granata l’anno prossimo. Per domani (oggi, ndc), l’Albinoleffe non regala stimoli da classifica e quindi bisogna trovare degli appigli, dei mini obiettivi. Uno potrebbe essere quello della Tim Cup, cioè rientrare nelle prime otto. Oppure rimanere la migliore difesa, prestando più attenzione alle palle inattive senza rinunciare a giocare. Ma tutti noi, allenatore compreso – conclude – dobbiamo ricordare che piazza come Reggio non permette di regalare niente a nessuno. Dobbiamo dare tutto quello che abbiamo per onorare la maglia granata. Bruccini? Ha la febbre, valuteremo se portarlo in panchina».
Ore 17.30 – (Gazzetta di Reggio) Sono tanti i tifosi granata che sui social network chiedono un’ultima piccola gioia per chiudere la stagione, una vittoria oggi con l’Albinoleffe dell’ex Pesenti, ben consci che gli ultimi impegni con Alessandria e Bassano saranno proibitivi visto il forte gap motivazionale. Queste ultime infatti vorranno migliorare la loro griglia play off mentre gli avversari odierni non sono più padroni del loro destino e stanno solo aspettando di conoscere la squadra alla quale contendere la permanenza in Lega Pro, partendo da sfavoriti. LA COPPA. All’andata fu Siega a regalare i tre punti ai granata ma fa specie vedere come nei 13 precedenti tra le due squadre siano state collezionate solo due vittorie e tre pari al cospetto di una piazza giovane e non molto blasonata. Ma è inutile girarci attorno, svaniti i play off non basta l’obiettivo della Tim Cup – che peraltro coi nuovi criteri ne vedrebbe attualmente la Reggiana esclusa – a tenere viva l’attenzione sul finale di stagione. Molto più interessante per l’ambiente granata è l’operazione simpatia che sta portando da qualche settimana i ragazzi di Alberto Colombo in giro per la provincia, dove l’evento è sempre una festa, per l’amichevole infrasettimanale nell’attesa di quel fatidico 8 maggio del “rompete le righe” poichè, da lì in poi, il presidente Compagni ed il neo ds Grammatica coi suoi collaboratori potranno in tutta tranquillità sistemare i tasselli mancanti dei vari staff ed iniziare a programmare il futuro. In verità il cantiere è già aperto sia a livello di figure fondamentali, vedi l’arrivo di un uomo di fiducia di Grammatica come Mezzina a capo del settore giovanile in luogo dello storico Fausto Vezzani, sia per i giocatori monitorati da confermare. LA FORMAZIONE. Intanto, per questa gara dallo scarso “appeal” il trainer rispolvera il 4-3-3: Mogos, Spanò, Sabotic e Mignanelli compongono la linea difensiva, Bartolomei, Parola e Maltese quella di centrocampo, Nolè, Letizia e Siega il reparto avanzato. Panchina iniziale per Danza, Arma ed un Bruccini non al meglio. CENA PER UN GRANDE. Ma forse l’evento più atteso di oggi andrà in scena all’Amarcord dopo il triplice fischio, ovvero la grande festa che tifosi ed amici tributeranno a Beppe Alessi, un’autentica bandiera granata, aspettando quella famosa partita d’addio finora sempre rimandata.
Ore 17.20 – (Gazzetta di Mantova) Il sindaco Mattia Palazzi ripsonde con una nota all’appello di patron Serafino Di Loreto, che (mettendo sul tavolo un milione a titolo personale) gli chiedeva di fare da garante a una raccolta fondi che portasse il Mantova ad avere un budget da 4 milioni per la prossima stagione. «Come la scorsa primavera e come le precedenti, anche la primavera 2016 segna la situazione di difficoltà e instabilità societaria del Mantova Calcio – scrive Palazzi -. Personalmente ritengo che i numerosi precedenti dovrebbero insegnare qualcosa.Credo sia giusto dire alla città tutta ed ai tifosi la verità. Da sindaco non ho intenzione di illudere nessuno. Non ritengo possibile raccogliere 3 milioni di euro dagli imprenditori del territorio per la stagione 2016-17 del Mantova Calcio. Ritengo tra l’altro che il futuro del Mantova non passi attraverso una operazione di questo tipo. Se la richiesta/proposta del signor Di Loreto è pertanto vincolata ad una raccolta di 3 milioni, credo sinceramente non sortirà alcun effetto. E credo lo sappia bene anche lui. Bisogna aver la forza di ripartire con un vero progetto almeno triennale. Bisogna realmente tornare a curare il vivaio e serve stabilità e compiti certi nella società. La penso così. E per far questo non servono 4 milioni, ma è possibile farlo con un budget di gran lunga inferiore. È inutile illudere i tifosi, semmai anche ai tifosi va chiesto di investire la loro vicinanza per ripartire, con i piedi per terra e con l’ambizione di crescere, ogni anno. Ai soci mantovani e anche ad Sdl – conclude il sindaco – chiedo di capire insieme come ripartire con un progetto diverso e sostenibile». Informato della risposta, Serafino Di Loreto replica così: «Prendo rispettosamente atto dell’opinione del sindaco. Ho parlato di 4 milioni perché gli esperti in materia mi dicono che serve un budget di almeno 3 milioni per sopravvivere in Lega Pro. Sicuramente investire nel vivaio è una cosa bella ma non porta economicità nel breve periodo. E noi abbiamo bisogno di avere chiarezza nel brevissimo. Dunque chiedo che mi si dica quale dovrebbe essere il budget del Mantova e, di questo, quale parte verrebbe coperta dai soci mantovani e per quanti anni. Infine, faccio presente che, se da cinque primavere il futuro dell’Acm è incerto, noi in tutto questo rappresentiamo una variabile mentre la costante sono i soci mantovani. Magari è il loro modo di “forzare” la cessione del club che ha generato sempre gli stessi problemi».
Ore 17.10 – (Gazzetta di Mantova) Dopo una settimana di roventi polemiche societarie, per un giorno le discussioni sul futuro di Viale Te lasciano spazio al calcio giocato. E a un match che per il Mantova rappresenta un’ultima spiaggia: è obbligatorio infatti battere oggi il Pro Piacenza per sperare di raggiungere nelle ultime gare il Cuneo (negli scontri diretti i biancorossi sono in vantaggio sui piemontesi, ndr) e insediarsi così al quartultimo posto, che darebbe un gran vantaggio ai playout. L’impresa non è facilissima, sia perché finora l’Acm ha vinto 5 gare in tutto il campionato e sia perché il Pro Piacenza, oltre ad attraversare un buon momento di forma (4 risultati utili di fila), è squadra da trasferta, avendo conquistato ben 21 dei suoi 35 punti lontano dal “Garilli”, dove ha all’attivo 6 successi. Mister Luca Prina ricorda questi dati ma invita come al solito a non concentrarsi sugli avversari: «Dico soltanto che il Pro Piacenza per noi vale il Cittadella e che nessuno deve pensare che, dopo aver affrontato le prime della classe, ora arrivi per noi un compito più facile. La verità è che dobbiamo alzare l’asticella: oltre a conservare la solidità difensiva acquisita nelle ultime settimane, bisogna riuscire a far qualcosa in più in attacco. Nella mia gestione abbiamo segnato appena un gol in 5 partite ed è davvero troppo poco». Ecco spiegato perché l’allenatore, pur non rinunciando al modulo 5-3-2, per l’occasione lo rende più offensivo cambiando alcuni interpreti. Davanti giocheranno due attaccanti veri – Marchi e Falou – e a metà campo, al fianco di Raggio Garibaldi, ci saranno due elementi capaci di offendere, come Gonzi e soprattutto Tripoli. «Vogliamo vincere e l’inserimento di Tripoli a metà campo – spiega Prina – è mirato ad avere più tecnica e maggiore controllo del gioco. Il ragazzo ha già ricoperto questo ruolo ad Ascoli e spero che possa darci una mano». Caridi si rivedrà in panchina: «Potrebbe giocare 10 minuti se servisse – dice il tecnico -. Diciamo alla Totti, ma in senso positivo». Di sicuro, invece, una mano alla squadra non la stanno dando le polemiche societarie. Ma sul punto Prina è chiarissimo: «Non vado in cerca di alibi: la società a noi finora non ha fatto mancare nulla, per cui siamo tranquilli. I ragazzi sono concentrati su ciò che dobbiamo fare e vogliono salvarsi. Poi, da uomo e non da allenatore, aggiungo che spero si trovi una soluzione e che il Mantova abbia un futuro, perché questa piazza lo merita davvero». Prina oggi, a causa della squalifica, non sarà in panchina, dove a guidare i biancorossi penserà Ciccio Graziani: «Mi spiace per il modo e per il motivo in cui sono stato squalificato, ma ho massima fiducia nei collaboratori e non ci saranno problemi». Nel Pro Piacenza, che si sta giocando la salvezza diretta, saranno in campo dall’inizio gli ex Cardin, Bini e Carrus. Schiavini dovrebbe invece partire dalla panchina.
Ore 16.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Se il Cuneo di oggi non si trova già aritmeticamente obbligato a giocare i playout, lo deve a un grande girone d’andata. Quello a cui hanno assistito i tifosi piemontesi dal giro di boa in poi, infatti, è un vero e proprio crollo. Delle prestazioni, come dei punti conquistati. Per capire l’involuzione del Cuneo è sufficiente dare uno sguardo alla classifica che potevano vantare i piemontesi a gennaio, dopo il turno post-Epifania: 23 punti, solamente due in meno rispetto al Pordenone. Praticamente mezza salvezza in tasca. Poi la rapida discesa. Dalle 7 vittorie conquistate da agosto a gennaio, il Cuneo è passato a un ritmo simile a quello di Pro Patria e Albinoleffe, le due cenerentole del gruppo A. In sintesi: solo 2 vittorie e ben 8 sconfitte, con appena 10 punti all’attivo e il risultato che l’ottimo girone d’andata si è trasformato in una lenta discesa verso i playout. Ma le speranze del club allenato da Fabio Fraschetti, subentrato a partire dalla ventottesima giornata a Salvatore Jacolino, sono ancora intatte. Tanto ch e domenica scorsa ha ottenuto una preziosissima vittoria ai danni della FeralpiSalò. Negativo (dettaglio importante in vista della gara delle 18) il rendimento in trasferta. Il Cuneo lontano dal Piemonte ricorda vagamente il Pordenone dell’anno scorso, incapace di pungere fuori dal proprio stadio. Nel ritorno i piemontesi non hanno mai vinto in trasferta e in generale hanno ottenuto solamente 13 punti, facendo meglio solamente di Lumezzane (la principale avversaria in chiave playout), Mantova, Albinoleffe e Pro Patria. C’è poi una curiosità: il Cuneo “da viaggio” non ha mezze misure e in tutto il campionato non ha mai pareggiato. Si tratta di un record per il girone. Nonostante lo scarso rendimento del girone discendente, però, è biancorosso il miglior marcatore della partita. L’attaccante Matteo Chinellato è l’unico, tra i giocatori delle due squadre, ad aver sfondato la doppia cifra (11 gol fino a oggi).
Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Sono un uomo di mondo: ho fatto tre anni di militare a Cuneo», disse Totò. «Spalanchiamo un nuovo mondo, abbiamo fatto tre punti con il Cuneo», potrebbe diventare il motto neroverde di oggi. Vincendo alle 18 al Bottecchia contro i piemontesi, può andare a incastrarsi l’ultimo tassello necessario per essere sicuri che il Pordenone acceda ai playoff. Restano da definire posizioni dei gironi e relativi abbinamenti, ma i tre punti schiuderebbero nella sostanza il post campionato tanto ambito. NUOVO ARRIVO – «Quando abbiamo giocato contro di loro – analizza Bruno Tedino -, il Cuneo era sotto la gestione di Jacolino, un grande allenatore, molto didattico, già al settore giovanile della Juventus. Da un mese c’è la gestione di Fraschetti, che ha cambiato completamente pelle alla squadra. Ora hanno qualcosa di più nella manovra, muovono maggiormente la palla. Rispetto al 4-4-2 precedente, giostrano con più uomini oltre la linea della sfera. Ci hanno fatto un’enorme impressione. In questo momento, i piemontesi hanno delle sicurezze sotto l’aspetto tecnico molto importanti». Tutto questo significa che? «Ripartono molto bene – il tecnico pordenonese descrive gli avversari -, hanno una volontà diversa nei movimenti e curano maggiormente il possesso. Questo è uno svantaggio per noi, perché devi correre dietro alla palla ed è più dura. Specie con un uomo come Cavalli in regia». Il Cuneo è quartultimo, a due punti dalla linea-salvezza attuale. In trasferta ha perso 10 volte su 15, realizzando solo una decina di gol. NEROVERDI CHE ARRIVANO – Il Pordenone approda al confronto con l’idea di fare punti, lasciando un segno su questa grande stagione, «non ancora conclusa – precisa l’allenatore – come vorremmo. Non sarà una partita semplice: dovremo avere pazienza e anche il pubblico dovrà capirlo, sostenendoci». Ci sono gli incroci con gli altri gironi da tenere d’occhio, ma la vittoria distoglierebbe comunque dalla necessità di farlo. PORDENONESI CHE PARTONO – «Davanti abbiamo più frecce di prima», assicura Tedino. Strizzolo e Berrettoni stanno bene e saranno loro a partire dall’inizio. C’è il dubbio per l’undicesima maglia: in ballottaggio Cattaneo, Martignago e Filippini. «Negli ultimi 30 metri ci devono essere giocatori che determinano», è il criterio di scelta del mister, per una probabile staffetta fra i due più navigati. I primi 10 sono Tomei fra i pali; la quaterna difensiva composta da Boniotti, Stefani, Ingegneri e Martin; il tris di centrocampisti Mandorlini, Pederzoli e Pasa. STRASCICHI CONSAPEVOLI – Tutto bene nelle dichiarazioni ufficiali, qualche tensione tenuta nascosta negli stanzoni a bordocampo. La sconfitta di lunedì a Cittadella ha consegnato «una grande prestazione che però non ha risolto la gara», commenta Tedino. «Sul piano della continuità di risultati dispiace e lo stop fa la differenza. Non lascia strascichi – assicura ovviamente l’allenatore -. Vincendo – Bruno guarda oltre – avremo la consapevolezza che il 95% di tutto sarà fatto e questo è un aspetto mentale difficile. Dovremo avere la serenità, il temperamento e la cattiveria agonistica giusti».
Ore 16.10 – (Messaggero Veneto) Bruno Tedino non ha dubbi: «Vincendo questo gara avremmo completato il 95 per cento del percorso che porta ai playoff». Il tecnico del Pordenone, insomma, è ben consapevole della chance che la sua squadra ha tra le mani e sa anche come poterla sfruttare. «Sarà una gara molto difficile e spero che la gente lo capisca – attacca il trainer neroverde –. Il Cuneo, con la gestione Fraschetti, ha cambiato completamente pelle. Da formazione scolastica, attendista, adesso cerca di muovere di più la palla ed è più propositiva: a Lumezzane, per fare un esempio, ha imposto il suo calcio dall’inizio alla fine. Noi soffriamo questo tipo di gioco e quindi dovremmo disputare un grande match soprattutto nella fase di non possesso. Inoltre sarà difficile perché sappiamo quanto vale per noi questo incontro. Penso che dobbiamo avere la serenità, ma anche la cattiveria giusta negli ultimi trenta metri». Il Pordenone deve incidere nella fase di finalizzazione e anche per questo Tedino sta pensando bene a chi inserire al fianco di Berrettoni e Strizzolo: se Filippini o Cattaneo. «Davanti ora abbiamo qualche freccia in più – afferma il tecnico –. C’è anche Martignago a giocarsi una maglia. Vediamo che scelta fare. Di sicuro abbiamo smaltito la delusione per il match di Cittadella: adesso pensiamo soltanto ad affrontare il Cuneo e a batterlo». Superarlo vorrebbe dire traguardo playoff ormai a un passo. «Di fatto sì – conferma Tedino –. Sarebbe la ciliegina sulla torta di un campionato incredibile». Un torneo in cui si è passati a lottare dalla zona salvezza a quella per i playoff, cullando a volte anche il sogno di vincere il campionato. Il Cuneo, intanto, è arrivato in Friuli ieri sera dopo avere svolto la rifinitura sul proprio campo. Fraschetti deve rinunciare allo squalificato Ruggiero e al lungodegente Capellino. C’è un solo precedente tra le due squadre e risale alla gara d’andata, quando il Pordenone vinse 1-0 con gol di Filippini, “inventato” per l’occasione falso centravanti da Tedino. Un’intuizione che ha portato il giocatore a vivere una nuova fase della carriera e a segnare 6 gol (8 in tutto).
Ore 15.50 – (Messaggero Veneto) Il traguardo è lì, si comincia a intravedere. Manca l’ultima curva, poi il lungo rettilineo che porta allo striscione d’arrivo. Oggi il Pordenone, se batte il Cuneo e se il Padova perde con la Giana Erminio, supera l’ultimo ostacolo e si qualifica matematicamente ai playoff. La 32ª giornata del girone A di Lega Pro regala una prospettiva troppo ghiotta, che la squadra di Tedino vuole vedere concretizzata subito per poi pensare ad affrontare gli ultimi metri di questo incredibile campionato. La matematica certezza della post-season, quindi, può arrivare oggi, visto che l’Ancona – quarta nel girone B – si è fatta battere dalla Lupa Roma facendo così sistemare il primo tassello del mosaico dei sogni. Fiducia. Il ko col Cittadella, la perdita del secondo posto (ora il team è quarto): è ormai quasi tutto nel dimenticatoio, perché il Pordenone è un gruppo così responsabile, forte e unito da avere rielaborato il passo falso. Il match non ha minato le certezze dei “ramarri”, anzi, tanto che la squadra si è allenata nuovamente al massimo per andare dritta verso l’obiettivo. Tedino ha studiato molto bene il Cuneo, che è reduce dall’ottima vittoria con la Feralpi ed è impegnato nella lotta salvezza: ha visto che non sarà una gara facile, per le motivazioni dell’avversario e per come gioca ora, in maniera più fluida e propositiva rispetto alla gestione Iacolino (adesso c’è Fraschetti in panchina). A ogni modo, però, se il Pordenone gioca con ritmo e voglia al massimo non c’è storia. Le ultime. E così Tedino si affida all’undici ormai classico, declinato sulle note del 4-3-3. Un solo ballottaggio: Filippini o Cattaneo per il ruolo di esterno sinistro. Al momento pare favorito il primo. Il Cuneo arriva in Friuli con un 4-5-1 col solo Chinellato davanti, cioè il bomber della squadra con 11 reti (e l’uomo da tenere maggiormente d’occhio). I “ramarri” sono forti di un ottimo rendimento in casa – dove non perdono dal 20 dicembre col Pavia – e hanno il ricordo della trasferta di Cuneo dell’andata, quando vincendo 1-0 si accorsero di poter disputare un grande campionato. In quel momento la stagione svoltò. Oggi può cambiare nuovamente.
Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Non che dall’infermeria arrivino notizie granché positive, ma al quartier generale giallorosso si guarda avanti. Alla vigilia di Renate-Bassano, infatti, Stefano Sottili deve far fronte all’ennesima emergenza. Mancheranno pure Fabbro e Barison, oltre al solito Germinale, ed è un peccato perché entrambi erano segnalati in buona forma, con chance concrete quantomeno per subentrare a partita in corso. Si gioca alle 18 a Meda e l’occasione è di quelle da non fallire per alcuna ragione, anche perché il margine di errore, considerando pure i risultati di una concorrenza quantomai agguerrita, non lasciano tranquilli. Per questo Sottili invita la squadra a fare risultato subito oggi, su un campo divenuto assai complicato, per non presentarsi al derby con il Padova con l’acqua alla gola. «Vogliamo blindare l’accesso matematico ai playoff — conferma l’allenatore giallorosso — per arrivare così al derby della settimana prossima contro il Padova con una certezza in più. Questa deve essere una spinta ulteriore per conquistare una vittoria contro il Renate. Non siamo nella condizione di poter fare calcoli al momento, solo all’ultima giornata forse potremmo farne, ma solo se otterremo 6 punti nelle prossime due gare». Al bando i calcoli, dunque, perché la corsa inattesa del Padova, che non ha mollato neppure quando le chance di rimonta sembravano pari allo zero, mette il fiato sul collo a chi sta davanti e obbliga a prestazioni perfette. Per quanto riguarda la formazione, Sottili pare avere le idee chiare: «Purtroppo abbiamo tre defezioni oltre a Germinale lungodegente e Semenzato squalificato. Fabbro a causa di una forte influenza non sarà a disposizione, Barison ha avuto un problema muscolare in settimana e Voltan sta recuperando e spero quindi possa essere a disposizione dalla prossima gara. Con l’avvento in panchina di Colella, il Renate ha compiuto un percorso importante, la squadra è cresciuta sia in termini di continuità nei risultati sia come entusiasmo interno. Troveremo una squadra agguerrita, in stato di ottima condizione psicofisica, saranno un osso duro. Noi dovremo essere bravi a non farci prendere da ansie inutili, dobbiamo cercare di dare continuità all’ultima vittoria interna contro il Lumezzane». Sulla sinistra toccherà a Stevanin, davanti conferma per Pietribiasi, ultimamente in eccellenti condizioni, a centrocampo ancora spazio per la coppia Davì-Proietti, anche se Cenetti potrebbe strappare un posto in extremis.
Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) Una fredda e una calda. Quella calda: Giacomo Cenetti, combattente di razza, ha recuperato prima del previsto dalla distorsione alla caviglia che l’aveva tenuto fuori col Lumezzane e sarà a disposizione stasera. Presumibilmente andrà in panchina pronto però a subentrare per uno spicchio di partita. Quella fredda: Michael Fabbro alla vigilia è stato bloccato da un attacco influenzale con placche in gola e forte emicrania, tanto da ricorrere a una visita di controllo l’altra notte al pronto soccorso. Niente di grave ma la punta resta fuori dalla trasferta di Meda. E ancora: si è fermato Alberto Barison, centrale di scorta per uno stiramento muscolare: è out oggi ed è pure in fortissimo dubbio per il derby col Padova di sabato prossimo al Mercante, la partita che da padovano ed ex biancoscudato lui sentiva di più. Non solo: anche l’altro padovàn, Davide Voltan, già ai box con Pro Piacenza e Lumezzane per un problema a un legamento tra tibia e caviglia, pure stavolta starà a guardare.Tuttavia il report sanitario lo dà in netto miglioramento e quindi almeno l’esterno offensivo il derby personale lo vedrà almeno dalla panchina.
Ore 14.50 – (Giornale di Vicenza) Nonostante il viaggio a Meda ogni anno sia gradevole quanto un’estrazione di un molare alle 8 del lunedì, è proprio qui che Bassano si gioca il jolly per i playoff. Col malloppo nel taschino i virtussini sono aritmeticamente certi dell’accesso agli spareggi con due giornate di anticipo. Un obiettivo forse inimmaginabile a luglio, a lacrime ancora calde dopo l’epilogo della scorsa stagione, quando nessuno osava avventurarsi oltre il traguardo della salvezza.«Ed è proprio da qua che vorrei ripartire – rimarca il concetto Sottili – i playoff non erano e non sono affatto un passaggio scontato. Se riuscissimo a vincere stasera col Renate, laddove peraltro non si è mai vinto, conquisteremmo un’altra meta in crescendo nel corso dell’annata: prima il mantenimento della categoria, eppoi, magari, anche la certezza della postseason. Da quel momento e solo in quel frangente potremmo fare tutti i calcoli e rincorrere pure il secondo posto solitario che ora ci appartiene. Anzi, per quello dovremmo fare bottino oggi e anche sabato nel derby col Padova. Ma meglio ragionare un gradino alla volta: i 3 punti coi lombardi ci consentirebbero di affrontare poi i biancoscudati con tutto un altro spirito, sia chiaro. Il guaio è che non mi fido per niente di questo Renate…».LA TRAPPOLA. Già, quelli di Meda nel loro bunker si divertono come bimbi a disseminare di trappoloni gli incauti che vi transitano. Bassano ci casca sempre e sarebbe anche il caso di finirla. «Ora no, ora è troppo importante – avverte il demiurgo giallorosso – lo so anch’io che sono in salute e sono reduci da un filotto di punti notevolissimo, il nuovo tecnico Colella gli ha cambato pelle. Ma non mi interessa nulla: anche se il gap di chili e centimetri tutto a loro favore ci penalizza, dovremo andare là a guerreggiare. Mi attendo una sfida di contrasti e contatti, un duello ruvido e maschio. Del resto loro mettono in palio la salvezza, anche se ora sarebbero fuori dalla palude, ma noi si ha in ballo gli spareggi, che scherziamo? Abbiamo qualche problema di formazione, Semenzato, Barison, Fabbro, Germinale e Voltan fuori uso, riavrò Cenetti e purtroppo c’è un’influenza strisciante in spogliatoio che ha debilitato qualcuno. Vediamo come staremo un attimo prima del via. Ma dai miei pretendo maggiore praticità sottoporta e selezionare le soluzioni di tiro, calciare quando è il momento e servire un compagno quando è consigliabile farlo».ROSSO HA RAGIONE. «Ho letto anch’io i rilievi del patròn Renzo Rosso sul giornale e sono perfettamente d’accordo col proprietario – conviene Sottili – col Lumezzane ero incazzato anch’io per non aver chiuso in anticipo la partita. Ragazzi, se andiamo ai playoff e si spreca così tanto, poi certe squadre ti puniscono, mettiamocelo bene in testa».
Ore 14.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Appuntamento con la Lega Pro, il Venezia non vuole attendere un giorno di più per dare l’addio alla serie D. Trasferta decisiva per il team arancioneroverde che a Rasai di Seren del Grappa (ore 15), contro una Ripa Fenadora ancora in lotta per la salvezza, rincorre il suggello della matematica per ritornare dopo una sola stagione nel calcio professionistico. «Con un vantaggio di 9 punti sul Campodarsego a tre gare dal termine possiamo dire che ormai è solo una questione di tempo – la vigilia del bomber Matteo Serafini -. Per quanto abbiamo fatto in questi mesi la Lega Pro ce la siamo già meritata, oggi a Rasai vogliamo che ci venga riconosciuta e quindi dobbiamo giocare per vincere. È vero che basterebbe un punto, ma la nostra squadra sa solo spingere al massimo». Portare a casa i tre punti è un «obbligo» fin dal primo giorno per un Venezia che ha vinto 25 delle 35 partite giocate. «Abbiamo perso due sole volte e dopo lo scivolone al 91’con la Virtus Vecomp abbiamo inserito il turbo portando a casa 30 punti su 36. Non bastasse, anche il miglior attacco e la miglior difesa del campionato esaltano il lavoro svolto da tante persone per un Venezia che a metà estate ancora non esisteva. Lì ci siamo fidati del ds Perinetti, di Tacopina non sapevamo nulla nemmeno noi: mai fiducia è stata così ben riposta». Sempre a proposito di numeri Matteo Serafini una settimana nel 4-1 al Belluno ha ritoccato all’insù i suoi con due assist per Carbonaro e Volpicelli più un gol. «Purtroppo gli assist non entrano nelle statistiche – sorride il 38enne di Calvisano – i gol però sì e non nascondo la soddisfazione per aver centrato 18 volte il bersaglio. Calcisticamente nasco come centrocampista, il mio record in carriera è di 19 reti con la Pro Patria quando vincemmo la Lega Pro2 nel 2012/13 proprio davanti al Venezia. Adesso voglio migliorarmi in arancioneroverde e conto i minuti che mi separano dalla mia quarta promozione». La classifica dice Venezia a 83 punti e Ripa Fenadora 43. «All’andata vincemmo con il rigore di Fabiano quasi all’ultimo, fu durissima anche per l’affrettata espulsione di Calzi a fine primo tempo. Con grinta prendiamoci oggi il giusto premio, anche per i tanti tifosi che giocheranno con noi a Rasai».
Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Siamo arrivati al dunque». Il Venezia prepara la festa promozione sul campo di Rasai, a Seren del Grappa. «Ci basta un solo punto per coronare un campionato super meritato», è il pensiero di mister Giancarlo Favarin. Arrivato a novembre scorso, il tecnico ha ben presente le origini di una stagione iniziata di rincorsa, dopo le vicissitudini societarie estive e la nascita del Venezia Fc a stelle e strisce. «La squadra è stata fatta in corsa, partendo un po’ in ritardo. Ma società e giocatori — sottolinea Favarin — hanno fatto cose egregie. Vincere un campionato non è mai facile». A tre giornate dal termine il Venezia può regalare ai tifosi la prima soddisfazione di questo nuovo corso che, nelle intenzioni del presidente Joe Tacopina, vuole arrivare fino ai piani più alti del calcio. Intanto c’è da fare almeno un punto per dire addio, con matematica certezza, alla serie D. «Ci basta un punto, ma dobbiamo farlo. Ci siamo preparati bene, come sempre, per la partita. Abbiamo scaricato la tensione delle due partite precedenti, con Este e Belluno, sapevamo sarebbero stati due scogli importanti. Ora non resta che chiudere la questione». Il tecnico pisano non si accontenterà del pari e punterà al bottino pieno. Ma con 9 punti sulla seconda, persino una sconfitta potrebbe regalare la promozione anticipata, in caso il Campodarsego perda o pareggi col Fontanafredda. L’incognita della giornata è rappresentata soprattutto dal campo, oltre che dall’avversario. «E’ un campo molto stretto — osserva Favarin — che non ci favorisce. Per questo in settimana ci siamo preparati restringendo le linee del campo di allenamento, per abituarci agli spazi stretti. L’Union Ripa è una buona squadra, con elementi di valore soprattutto nei trequartisti e nelle punte. E’ una squadra che su quel campo ci può mettere in difficoltà. Anche all’andata non era stato facile vincere, ma avevamo giocato per oltre un’ora in dieci», aggiunge Favarin ricordando l’1-0 su rigore dell’andata. Oggi il tecnico ha convocato tutti i giocatori per vivere insieme la festa, ma in campo confermerà gli undici di domenica scorsa, con Volpicelli sulla fascia e Lattanzio davanti. «In questo momento – osserva Favarin – Volpicelli è quello che ci sta dando uno spunto in più, per i suoi uno contro uno e per i palloni che fa arrivare dalla fascia». Saranno invece sicuramente in tribuna, perché infortunati, Maccan (rientra martedì), Carbonaro (stop precauzionale) e Busatto (stagione finita per distorsione al ginocchio). L’Union Ripa ha messo a disposizione dei tifosi arancioneroverdi la tribuna solitamente assegnata ai propri sostenitori, per un totale di 850 posti (di cui 400 a sedere). In prevendita sono stati venduti oltre 300 biglietti, gli altri sono in vendita al botteghino (apertura alle 13, mentre i cancelli apriranno alle 13,30): di sicuro li acquisteranno qui i 250 tifosi della Curva Sud che si sono organizzati con pullman e auto per la trasferta, ma non hanno approfittato della prevendita. E con loro altri supporter arancioneroverdi faranno la coda al botteghino per non mancare alla giornata. La vera e propria festa promozione, in realtà, è in programma domenica 8 maggio, di ritorno dalla trasferta di Trieste.
Ore 13.40 – (La Nuova Venezia) E venne il giorno tanto atteso. Da Dro a Rasai di Seren del Grappa, otto mesi per risalire in Lega Pro. Manca l’ultimo sforzo, almeno un punto contro l’Union Ripa La Fenadora, per far poi festa con i tifosi che saranno numerosi ai piedi del Grappa. Bisogna, comunque, fare i conti con la squadra di casa, che non andrà in campo come semplice sparring partner non avendo ancora blindato la salvezza con quattro punti di margine sulla zona playout. Il Venezia è promosso matematicamente se vince o se pareggia. In caso di sconfitta, il Campodarsego, staccato di nove punti a tre giornate dalla fine, non deve vincere a Fontanafredda. Quattro anni fa, Favarin e Marcolini festeggiarono la promozione a 90′ dalla fine travolgendo (5-2) al Penzo l’Itala San Marco Gradisca, oggi il Venezia può chiudere prima per presentarsi poi domenica prossima con il Giorgione alla passerella del Penzo. Favarin ripresenta la squadra che ha battuto il Belluno confermando Volpicelli a destra e Lattanzio al centro dell’attacco. Tutti e 28 i giocatori della rosa sono stati convocati, ma oltre a Maccan, non sono disponibili né Busatto né Carbonaro. Il Venezia va a caccia della vittoria stagionale numero 26 in campionato. Il Ripa Fenadora di Renato Lauria sul proprio campo ha fermato sia Belluno (1-1) che Este (1-1), soccombendo (0-1) con il Campodarsego, ma alla prima giornata. Oggi i neroverdi bellunesi, che hanno già ufficializzato la fusione con la Feltrese (Unione Feltre la nuova società, verde-granata i colori sociali), non concederà spazi al Venezia, provando poi a colpire in contropiede con il tridente composto dall’ex Madiotto (17 reti realizzate), nessuna presenza da gennaio a maggio con Serena in Lega Pro e lo scorso anno all’Istrana, da Santi (11 gol) e Savi (4). Chi non sarà allo stadio potrà seguire la partita fase per fase, minuto per minuto, con la diretta twitter nel nostro sito (www. nuovavenezia.it). Probabili formazioni. Union Ripa La Fenadora (4-3-3): 1 Scaranto; 2 Dall’Ara, 6 Guzzo, 5 Ianneo, 3 Salvadori; 7 Gjoshi, 8 Venturin, 4 Campagnolo; 10 Madiotto, 9 Santi, 11 Savi. A disposizione: 12 Mattiuzzi, 13 Loat, 14 Peotta, 15 Cibin, 16 Trento, 17 Guarino, 18 Malacarne, 19 Solagna, 20 Mason. Allenatore: R. Lauria. Venezia (4-2-3-1): 1 Vicario; 2 Luciani, 5 Modolo, 6 Cernuto, 3 Galli; 8 Acquadro, 4 Soligo; 10 Fabiano, 9 Serafini, 7 Volpicelli; 11 Lattanzio. A disposizione: 12 Andreatta, 13 Di Maio, 14 Ferrante, 15 Beccaro, 16 Marcolini, 17 Callegaro, 18 Calzi, 19 Chicchiarelli, 20 Innocenti. Allenatore: Giancarlo Favarin. Arbitro: Gabriele Bertelli di Busto Arsizio.
Ore 13.10 – (Gazzettino) È il derby Este-Luparense San Paolo a monopolizzare l’attenzione oggi alle 15 nella terz’ultima giornata di campionato. I giallorossi sono chiamati a interrompere un trend insolito di tre ko di fila per puntellare il terzo posto, che vuole dire partire con un vantaggio nel primo turno dei play off (sfida in casa e due risultati a disposizione). «Le tre sconfitte sono frutto di disattenzioni evitabili nei momenti importanti delle gare – sottolinea Andrea Pagan – e le abbiamo pagate a caro prezzo. Però non abbiamo perso la giusta serenità e mi aspetto una partita da Este per ripartire più forti di prima con un avversario che è il più in forma del momento e ha una rosa attrezzata per stare nella zona alta della classifica. Li rispettiamo, ma dobbiamo fare una grande partita mettendoci quel pizzico di attenzione in più». I Lupi stanno effettivamente attraversando un momento magico scandito da sette vittorie e un pareggio nelle ultime otto uscite, e vedono a portata di mano il quinto posto occupato dalla Virtus Vecomp (tre punti di distacco) che vale i play off. Rientrano dalla squalifica Pignat e Giglio, ma sono fuori causa Faggin (stiramento) e probabilmente Pregnolato (tendinite). Così il tecnico Enrico Cunico: «Al risultato della Virtus Vecomp non ci vogliamo pensare. Dobbiamo restare concentrati sulla nostra partita perché ce la vedremo con una squadra forte che, pur arrivando da tre sconfitte, ha dimostrato durante la stagione tutta la sua qualità. Quanto a noi, non dobbiamo mollare proprio ora, voglio che i ragazzi lottino e che al triplice fischio si sentano consapevoli di avere dato tutto». Mancheranno due elementi importanti importanti. «Ma ho grandissima fiducia in tutti, soprattutto nei nostri giovani. Lo dimostra il fatto che con il Mestre abbiamo giocato quasi tutto il secondo tempo con sei under in campo». CAMPODARSEGO. Affronta la trasferta con la Fontanafredda in lotta per la salvezza, con una consapevolezza: se vince, il secondo posto è matematico, come anche la partecipazione alla prossima Tim Cup. «Farsi conoscere a certi livelli è una bella impresa – esordisce Antonio Andreucci – Dobbiamo essere bravi a conquistare i punti che ci servono per arrivare a giocare questa competizione. La situazione della squadra è molto positiva avendo recuperato completamente Tanasa e anche Zecchin, avere tutti i centrocampisti a disposizione è molto importante». Naturalmente si dovrà fare i conti con un avversario che si gioca le ultime carte in chiave salvezza. «Non si capisce come mai sia in questa posizione di classifica alla luce dei giocatori che ha. Dobbiamo andare in campo a giocarcela con attenzione, applicazione e determinazione». ABANO. Naviga in una situazione di classifica tranquilla, ma conta di mettere il sigillo della matematica sulla salvezza nella trasferta con il Belluno, quarta forza del campionato. Tanto più che c’è da reagire dopo lo stop interno con il Fontanafredda. Ecco Karel Zeman: «Un allenatore deve chiedere sempre il migliore impegno possibile ai suoi giocatori essendo la discriminante che fa la differenza. Mi aspetto che i ragazzi facciano la gara che possono fare, non mi piace quando giocano al di sotto delle loro possibilità». Indisponibile Caridi per infortunio.
Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Il tris finale è servito. Oggi pomeriggio (inizio alle 15) le quattro squadre padovane di Serie D scenderanno in campo per la terzultima giornata. Per Campodarsego e Abano (entrambe in trasferta) le sfide con Belluno e Fontanafredda non avranno particolari risvolti di classifica. Per la Luparense, invece, il derby coi cugini dell’Este conterà eccome, essendoci in palio un posto nei playoff. ESTE. Il calo fisiologico dei giallorossi ha portato tre sconfitte consecutive: una sorta di sindrome di appagamento ammessa pure dal tecnico Andrea Pagan e che dovrà essere assolutamente guarita per evitare il ritorno del Belluno, ora a -4 da capitan Lorello e colleghi. L’Este dovrà difendere il terzo posto proprio contro la squadra più in forma del girone, la Luparense (arbitro Giacomo Vimercati di Cosenza). E lo farà con tutti i giocatori a disposizione, compreso il bomber Mastroianni, a secco da tre giornate, troppe per un attaccante che, di fatto, ha monopolizzato la classifica marcatori con 22 gol. Formazione Este (4-3-3): Lorello; Tiozzo, Montin, Guagnetti, Rosina; Caporali, Busetto, Maldonado; Marcandella, Mastroianni, Ferrara. LUPARENSE. La Luparense, forte di un girone di ritorno strabiliante, ha la consapevolezza di essere molto vicina alle big: una spinta importante per provare a soffiare il quinto posto (valido per i playoff e distante tre punti) alla Virtus Vecomp Verona, di scena a Castelfranco Veneto contro un Giorgione in piena lotta per la salvezza. Al Nuovo Stadio di Este i Lupi potrebbero così completare la rimonta, con l’ambizione di allungare ulteriormente la striscia di otto risultati utili consecutivi. Non saranno della partita Faggin e Pregnolato, infortunati. Nell’undici iniziale troveranno sicuramente spazio Pignat e Giglio, al rientro dalla squalifica. Formazione Luparense (3-4-3): Rossetto; Antonello, Baggio, Severgnini; Faggi, Pignat, Cavallini, Roveretto; Di Fusco, Beccaro, Pittarello. CAMPODARSEGO. Con il Venezia a un passo dalla promozione in Lega Pro (basterà un punto con l’Union Ripa per festeggiare), il Campo può solo gestire i sette punti di vantaggio sull’Este per chiudere la regular season al secondo posto. La partita di Fontanafredda non sarà una passeggiata (arbitro Davide Meocci di Siena) anche perché la squadra pordenonese, da qui alla fine, dovrà vincerle tutte (o quasi) per evitare la retrocessione diretta. Ai biancorossi, invece, serviranno motivazioni e una buona dose d’ orgoglio per dare un senso agli ultimi 270’ di una cavalcata comunque entusiasmante. Formazione Campodarsego (4-3-3): Merlano; Bortot, Gal, Poletti, Buson; Piaggio, Bedin, Pelizzer; Kabine, Radrezza, Aliù. ABANO. A Belluno per riscattare una figuraccia. Il 2-0 di domenica scorsa col Fontanafredda ha lasciato il segno in casa dell’Abano che, al “Polisportivo”, contro i gialloblù di Roberto Vecchiato (arbitro Marco Monaldi di Macerata), avrà pure la testa sgombra dalle incombenze di classifica. La salvezza è ormai in tasca, ma mister Karel Zeman vorrebbe chiudere il campionato senza ulteriori sbavature mostrando il buon calcio degli ultimi mesi. Il Belluno, dal canto suo, avrà solo un risultato a disposizione per restare in scia all’Este. Formazione Abano (4-3-3): Bettin; Tescaro, Pramparo, Thomassen, Zattarin; Creati, Ballarin, De Cesare; Gnago, Fusciello, Bortolotto.
Ore 12.20 – (Gazzettino) Il Cittadella il suo traguardo l’ha tagliato con tre giornate di anticipo, ma la squadra di Roberto Venturato è ugualmente chiamata ad onorare il torneo fino alla fine, nel migliore dei modi. Anche perché poi ci saranno le gare di Supercoppa, e i granata dopo aver lasciato per strada la Coppa Italia, non vogliono fallire il secondo trofeo stagionale. Niente esperimenti nelle ultime tre giornate, quindi, niente innesti di giocatori della Berretti: si andrà avanti con la migliore formazione possibile, come ha spiegato il tecnico alla vigilia della trasferta di Salò: «I ragazzi delle giovanili vanno valutati bene, li ho tenuti sotto osservazione per tutto l’anno, e se c’è la possibilità di aggregarli alla prima squadra per farli giocare nei tempi e nei modi appropriati io non mi tiro di certo indietro, ma in questo momento il Cittadella deve ritrovare la migliore concentrazione possibile dopo la giusta euforia per aver vinto il campionato. Abbiamo un torneo da onorare sino alla fine, portando il giusto e doveroso rispetto per gli avversari che andremo ad affrontare nelle ultime tre giornate». Il Feralpi Salò all’andata inflisse alla truppa granata la prima sconfitta interna della stagione. «È una squadra dall’organico completo, in grado di lottare per i primissimi posti del campionato. Cercherò di schierare in campo il miglior undici possibile, quello che mi possa offrire le più ampie garanzie. Il Cittadella punterà a finire bene la stagione, si giocherà le ultime tre partite come sempre fatto, con la voglia che ha contraddistinto l’intera stagione. Abbiamo vissuto una settimana bellissima, con la promozione in serie B, e le cose positive portano sempre benefici all’interno di un gruppo, dello spogliatoio, quindi sono certo che smaltiti i festeggiamenti, il Cittadella possa disputare una buona gara». Facile a dirsi sulla carta, ma Venturato assicura: «Avere vinto il campionato con tre giornate di anticipo è una cosa stupenda, che ci ha dato grande euforia. Ecco, l’entusiasmo raccolto per avere raggiunto il nostro obiettivo ci deve accompagnare sino alla fine, è questo che contraddistingue una grande squadra». Nessuno spirito di rivalsa per il ko dell’andata. «Nel campionato ci sta anche di perdere, credo che il Cittadella debba andare a giocarsi la partita con la determinazione di sempre, pensando soltanto a questo e veicolando positivamente, come ho detto, l’entusiasmo per aver vinto il campionato». Bizzotto non fa parte dei convocati (contrattura), Bonazzoli è rientrato in gruppo questa settimana, ma non è ancora pronto. Per la formazione, sicuro il rientro in attacco di Jallow che ha saltato per squalifica il posticipo con il Pordenone. A centrocampo ballottaggio Zaccagni-Schenetti, in difesa Salvi favorito su Nava.
Ore 12.00 – (Mattino di Padova) La pioggia, caduta abbondantemente, ha scolorito uno degli striscioni appesi dai tifosi all’ingresso del Tombolato. In fondo, che sia accaduto riveste un significato quasi simbolico: festeggiare la promozione era doveroso e si continuerà a farlo nelle prossime settimane, ma il campionato non è terminato e, come ha ribadito Roberto Venturato prima di partire con i suoi uomini verso Salò, «va onorato sino all’ultima giornata». CHE ATTACCHI! La gara in casa della Feralpi, classifica alla mano, ha poco da dire ma, proprio per questo, liberata da eccessivi vincoli tattici, potrebbe rivelarsi gradevole, anche perché di fronte ci sono i due reparti offensivi più prolifici del girone, con il Citta sin qui a segno 49 volte e i bresciani subito dietro, a quota 47. Di capitan Iori e soci, promossi matematicamente dopo la vittoria sul Pordenone, si sa già tutto. I “leoni del Garda”, dal canto loro, sono sesti a 20 lunghezze di distanza, attardati di 7 dal quarto posto, e hanno definitivamente compromesso le loro ambizioni di playoff perdendo le ultime due partite, proprio contro il Pordenone e contro il Cuneo. BIZZOTTO OUT. Per questa trasferta, Venturato ha convocato 21 elementi, lasciando a casa Bizzotto, bloccato da una contrattura agli adduttori, e Bonazzoli, che sta riprendendo confidenza con il campo dopo la frattura alla costola rimediata a Foggia. «Bizzotto non ha nulla di grave, ma non era il caso di rischiarlo. Bonazzoli negli scorsi giorni ha partecipato alle prime partitelle, ma evitando i contrasti: il suo è un infortunio particolarmente doloroso, valuteremo se potrà rientrare a tutti gli effetti la prossima settimana». Tra i giocatori portati a Salò non figurano ragazzi della Berretti. «Li ho osservati nel corso di tutta la stagione e, quando è stato il caso, ho dato loro l’opportunità di mettersi in mostra. In questo momento, però, dobbiamo riprendere la concentrazione che merita il campionato e giocare le prossime tre gare con la stessa attenzione di sempre, cercando di schierare la squadra migliore». JALLOW IN. Parole che, prese alla lettera, non lasciano spazio a troppi cambiamenti rispetto alla formazione delle scorse settimane, con Jallow, al rientro dopo un turno di squalifica, pronto a ritrovare il proprio posto in campo. Niente rivoluzioni nemmeno nel gruppo guidato da Diana, che dovrà rinunciare all’attaccante Bracaletti, squalificato, ma che ritrova il difensore Tantardini al rientro dopo i due turni di stop imposti dal giudice. VIVA L’ENTUSIASMO. Non è stata una settimana qualsiasi, in casa granata: soltanto venerdì il gruppo si è allenato regolarmente. Venturato, però, non teme cali di concentrazione: «Non possiamo pensare che un risultato così importante possa modificare l’atteggiamento e la filosofia che ci hanno guidati nel corso dell’anno. L’euforia che oggi ci anima è qualcosa di straordinario e bellissimo, e va tenuta alta, perché le vittorie portano entusiasmo e positività, e di certo non creano problemi. Affronteremo una squadra forte, che ha coltivato a lungo l’ambizione di giocarsi il campionato e che ci ha battuto al Tombolato».
Ore 11.40 – (Corriere del Veneto) Dopo la grande sbornia e i festeggiamenti per il ritorno in serie B, ci si aspettava che oggi a Salò Roberto Venturato procedesse a un ampio e robusto turnover in chiave Supercoppa. E invece il tecnico italo-australiano sorprende tutti, quando nella conferenza stampa della vigilia di Feralpisalò-Cittadella, fa capire piuttosto chiaramente che schiererà una formazione molto vicina a quella titolare. «Abbiamo grande cura e fiducia nei nostri giovani — spiega Venturato — tanto è vero che ne abbiamo lanciati diversi in Coppa Italia, ma non è il momento per fare rivoluzioni. Dobbiamo ricompattarci, secondo me abbiamo bisogno di voltare pagina e stare sul pezzo. Abbiamo ottenuto la promozione, certo, ma l’obiettivo in queste ultime partite è giocare sempre il nostro alcio, cercare di imporre il nostro gioco su ogni campo e vincere le partite rispettando il campionato e onorandolo fino all’ultimo. Inoltre abbiamo una Supercoppa da giocare e credo quindi che tutti, me compreso, non si possano permettere di abbassare la guardia. Per questo motivo non stravolgerò nulla». Oggi non ci saranno Bizzotto e Bonazzoli, ancora infortunati, mentre tornerà Jallow dopo la squalifica che gli ha fatto saltare la partita della promozione in B. Per il resto potrebbe esserci spazio per Lora dal primo minuto al posto di uno fra Zaccagni e Schenetti e per un cambio anche in difesa lungo le corsie esterne, magari Nava per Salvi. «Il match contro la FeralpiSaló andrà affrontato con equilibrio e serenità — chiosa Venturato — ma, anche se abbiamo perso all’andata, in noi non ci deve essere spirito di rivalsa. Dobbiamo giocare il nostro calcio, essere concreti, dobbiamo giocare per noi stessi e per fare onore al nostro campionato e alla nostra classifica». Venturato è stato uno dei massimi artefici del ritorno in serie B e in settimana in tanti, fra addetti ai lavori, amici e conoscenti, gli hanno telefonato per fargli i complimenti. «I complimenti che ho ricevuto — ammette — mi hanno fatto molto piacere. Significa che questa realtà è seguita e che qualcuno ha apprezzato il mio lavoro. La cosa che mi dà entusiasmo è quello che stiamo facendo tutti assieme per far diventare questa società una società sempre migliore. Forse non spetta a me dirlo, ma credo che ci stiamo riuscendo».
Ore 11.20 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Favaro; Diniz, Sbraga, Fabiano, Favalli; Ilari, Baldassin, Bucolo, Finocchio; Neto Pereira, Altinier.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Se sedesse sulla panchina dell’Alessandria, sarebbe preoccupato? «Nessun allenatore può essere tranquillo sulla partita che lo attende per cui anche il loro non avrà completa serenità. Sa di contare su una grande squadra con grandi potenzialità, ma nel calcio tutto può succedere e c’è da tenere le antenne dritte. Anche il loro impegno con il Sudtirol sarà, spero, molto difficile, come quello successivo con la Reggiana. Nulla è facile per nessuno, noi compresi». Prima del match alle 16 l’associazione Azionariato Popolare Magico Padova distribuirà in sala stampa i premi ai tifosi che hanno partecipato alla sottoscrizione per finanziare le radiocronache del Padova.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Poi Pillon inquadra nuovamente la sfida di oggi: »I lombardi sono molto bravi a fare la partita sugli avversari e a sfruttare le caratteristiche dei propri elementi. Non bisogna andare all’arrembaggio perché potrebbe essere un problema, ma fare il nostro gioco da squadra quadrata, cercando di essere offensivi e al tempo stesso mantenendo gli equilibri in campo». Recuperato Dionisi, mancheranno ancora Petkovic e De Risio, oltre ad Anastasio (contrattura) e Corti, vittima di una nuova lesione al legamento che lo aveva già costretto a uno stop di due mesi. Quasi certa, dunque, la conferma dell’undici di partenza di lunedì. «Mi dispiace molto per Corti – sottolinea Pillon – perché per lui è finito il campionato. Un ragazzo che dà sempre tutto in campo e che ha visto svanire in un attimo otto settimane di lavoro per recuperare. De Risio è sulla strada del recupero e spero di averlo a disposizione la prossima settimana. Dobbiamo guardare avanti e proseguire con i ragazzi che abbiamo a disposizione che sono pronti e hanno voglia di fare».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Vincere per sperare ancora nei play off. Un copione che in casa biancoscudata si ripete ormai da qualche settimana e che vedrà nella sfida di questo pomeriggio all’Euganeo con la Giana Erminio un nuovo capitolo, il terz’ultimo della serie, dopo i recenti successi con Pro Patria e Albinoleffe. Come noto, i tre punti devono essere poi accompagnati da un passo falso dell’Alessandria, l’avversario su cui il Padova fa la corsa per il quarto posto, attualmente sopra di cinque lunghezze, il tutto entro lo scontro diretto casalingo dell’8 maggio. I piemontesi oggi giocheranno a Bolzano con il Sudtirol, ma Beppe Pillon preferisce concentrarsi sull’impegno dei suoi. «Pensiamo solo alla Giana – premette il tecnico – pensando a fare una bella partita e naturalmente tentare di vincerla perché di qui alla fine non abbiamo altri risultati a disposizione. È un impegno molto difficile perché loro giocano per evitare i play out, hanno qualità e gente di categoria superiore come Bruno e Gasbarroni. Serviranno grande attenzione e concentrazione».
Elementi che nelle ultime due gare, pur vinte, sono talvolta mancati. «Se concedi qualcosa ad attaccanti di quel calibro, non ti danno scampo. Sul piano della manovra abbiamo fatto cose discrete nei movimenti e nei gol, ma non possiamo sbagliare nelle palle in uscita, in mezzo al campo o in altre situazioni per non rendere le partite più difficili
Ore 10.40 – (Gazzettino) Superando per 2-1 la Cremonese, otto giorni fa la Giana Erminio ha ritrovato una vittoria che in casa mancava da sette mesi, ma il cammino esterno dei lombardi è di tutt’altro spessore, con 23 punti all’attivo sui 38 complessivi, frutto di sei successi, due più del Padova, cinque pareggi e quattro sconfitte. Negli ultimi cinque turni ha ottenuto tre vittorie, un pareggio e un unico ko – con l’Alessandria – denotando una buona condizione per la volata finale salvezza. Finisse oggi il campionato, la permanenza in Lega Pro sarebbe una certezza, ma il calendario non lascia completamente tranquilla la Giana che poi dovrà affrontare il Feralpi Salò in casa e il Pordenone fuori. Sul fronte tattico in tempi recenti il tecnico Albè ha optato per il 4-3-3, puntando nell’ultima gara sul tridente offensivo formato dagli esperti Gasbarroni, Bruno e Perna, o per il 4-4-2, scelta per oggi più probabile, con il sacrificio di Perna e l’inserimento di un difensore (Montesano), alzando sulla linea dei centrocampisti l’esterno sinistro Augello. E a proposito di difensori, occhio a Perico, già a segno sei volte.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Play off ancora alla portata del Padova? Al campo l’ardua sentenza, ma c’è un precedente, relativo allo scorso campionato, che fa ben sperare in chiave biancoscudata e che sicuramente fa tremare i polsi ai tifosi dell’Alessandria. Un anno fa, infatti, quando mancavano tre giornate al termine della stagione regolare, l’undici piemontese si trovava nella identica situazione attuale, viaggiando al quarto posto in classifica a quota 63 (i gironi allora erano a venti squadre) con cinque lunghezze di vantaggio sul Como di Sabatini, la più immediata inseguitrice. Alla fine i lariani, non solo sono riusciti a conquistare in extremis un posto negli spareggi promozione, ma poi hanno pure festeggiato il salto in serie B. E non finisce qui. Anche dodici mesi fa si doveva disputare lo scontro diretto, vinto dal Como per 1-0 allo stadio Moccagatta alla terz’ultima giornata. Nel turno successivo con il successo sul Pavia, veniva agganciato l’Alessandria, fermato sullo 0-0 dal Renate in trasferta. Negli ultimi novanta minuti, infine, i lombardi hanno vinto a Mantova per 1-0 e i piemontesi hanno pareggiato 1-1 con il Venezia, che non aveva più nulla da chiedere al campionato, vedendo così sfumare proprio sul filo di lana l’obiettivo. Mai come in questa occasione, in pratica, c’è da sperare nell’efficacia del motto latino del “repetita iuvant”.
Ore 10.10 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Favaro; Diniz, Sbraga, Fabiano, Favalli; Ilari, Baldassin, Bucolo, Finocchio; Neto Pereira, Altinier.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) La Giana ha raccolto la maggior parte dei suoi punti fuori casa: che atteggiamento servirà? «Sono molto bravi a fare la partita sull’avversario e a sfruttare le caratteristiche dei loro giocatori. Questo deve farci capire che non possiamo andare allo sbaraglio attaccando senza senso: faremo una partita attenta, ma cercheremo comunque di imporre il nostro gioco, come del resto facciamo sempre, cercando di essere offensivi e nel contempo rimanendo quadrati». Se lei fosse l’allenatore dell’Alessandria, sarebbe preoccupato? «Gregucci è un amico, sono convinto che sappia di avere una grande squadra, ma credo che del tutto tranquillo non lo sia, e questo fa parte del mestiere: tutto può succedere nel calcio». Da allenatore del Padova, invece, quanti punti crede serviranno per fare l’impresa? «Sette punti non credo che sarebbero sufficienti. L’Alessandria oggi va a Bolzano e sabato prossimo riceve la Reggiana, e non saranno due gare facili per loro, ma anche noi abbiamo un calendario molto difficile. Dobbiamo provarci, sarebbe davvero stupendo potersi giocare tutto all’ultima giornata contro di loro». Da oggi in poi le prossime gare si giocano sempre in contemporanea: è un bene? «Ovviamente, credo proprio di sì. È giusto che questa tre gare si giochino nello stesso momento: se noi, o l’avversario, conoscessimo già il risultato degli altri prima di giocare, non sarebbe la stessa cosa».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Che gara si aspetta questa sera? «Sarà una partita difficile, non dimentichiamoci che la Giana si gioca le sue chance di salvezza diretta ed è una squadra di buona qualità, con in attacco due come Salvatore Bruno ed Andrea Gasbarroni che sono attaccanti di categoria superiore, la cui qualità non può essere messa in discussione dall’età anagrafica. Sarà una gara molto tosta, e noi dovremo essere molto concentrati e attenti». Nemmeno questa è stata una settimana fortunata, per voi, passando alle note dolenti… «Daniele Corti purtroppo ha finito la stagione (per lui nuova lesione al legamento collaterale del ginocchio destro, lo stesso infortunio di un mese e mezzo fa, ndr) e mi dispiace moltissimo per lui: è un ragazzo che in campo dà sempre tutto. Dopo aver fatto due mesi di recupero, in un attimo è svanito tutto, è un peccato sia per lui che per noi. Ma il Padova deve guardare avanti». Sarà lui l’unico assente della gara? «No. De Risio è sulla via del recupero, ma non è ancora pronto: spero che la settimana prossima possa tornare disponibile. E oltre a lui non ci sono Anastasio, che è rimasto vittima di una piccola contrattura, e Petkovic, mentre rientra Dionisi».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Recuperare cinque punti in tre giornate non è certamente facile, ma la storia insegna che non è nemmeno impossibile. La rincorsa playoff del Padova si concentra tutta nei prossimi 180′: per arrivare allo scontro diretto dell’ultima giornata con l’Alessandria con la possibilità ancora intatta di poter accedere agli spareggi-promozione, tra oggi e sabato prossimo i biancoscudati devono rosicchiare due punti ai grigi. Il che significa che, prima di tutto, non possono sbagliare un colpo: nel tardo pomeriggio di oggi, alle 18, all’Euganeo arriva la Giana Erminio, mentre in contemporanea i piemontesi saranno di scesa al “Druso” di Bolzano, in casa del Sudtirol. L’imperativo, quindi, è prendersi i tre punti al cospetto dei lombardi, e poi sperare che dall’Alto Adige giungano buone notizie. «Macchè, pensiamo solo alla Giana che già da sola ci darà il nostro bel daffare», taglia corto Bepi Pillon alla vigilia. «Voglio che la mia squadra si concentri solo sulla partita che deve giocare, senza pensare a cosa farà l’Alessandria. Dobbiamo fare una bella partita, e ovviamente dobbiamo vincere perché non abbiamo altro risultato a disposizione».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Tre punti di vantaggio sui playout, a tre giornate dal termine, non sono ancora un margine completamente rassicurante. Ma la Giana Erminio, dopo la salvezza conquistata lo scorso anno alla sua prima stagione tra i professionisti, quest’anno può ripetere l’impresa. Mister Cesare Albè, il “Ferguson di Gorgonzola” come viene soprannominato visto che siede su quella panchina ormai dal lontano 1995, arriva all’Euganeo con l’intera rosa a disposizione e un paio di dubbi di formazione. Ancora incerto il modulo: la Giana che potrebbe tornare al 4-4-2, ballottaggio aperto in attacco tra Gasbarroni e Cogliati per completare il reparto che poggia sull’esperto bomber Salvatore Bruno. La giornata si preannuncia difficile dal punto di vista meteo, con alcuni sprazzi di sole intervallati a piovaschi sull’Euganeo. Visto l’orario del fischio d’inizio (le 18) si spera comunque in una buona cornice di pubblico. Le altre partite, tutte alle 18: Cremonese-Pro Patria, Lumezzane-Pavia, Mantova-Pro Piacenza, Pordenone-Cuneo, Reggiana-Albinoleffe, Renate-Bassano, Sudtirol-Alessandria
Ore 09.10 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Favaro; Diniz, Sbraga, Fabiano, Favalli; Ilari, Baldassin, Bucolo, Finocchio; Neto Pereira, Altinier.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Logico, però, che sia impossibile non parlare dell’Alessandria e della trasferta di Bolzano contro il SudTirol. «Sanno di avere delle potenzialità ma sanno anche che tutto è possibile — chiosa Pillon — la classifica è quella che è: noi siamo ancora dietro e non è facile. Dobbiamo vincerle tutte, sette punti per noi non basterebbero. Ma attenzione, perché non è facile per noi ma non è facile neanche per loro. E, a questo proposito, vorrei aggiungere che trovo giustissima la contemporaneità delle partite, che garantisce una competizione il più possibile limpida e trasparente». L’infermeria rimane sempre molto affollata, anche se Pillon recupera Dionisi e, a sorpresa, spera di fare lo stesso con De Risio per la trasferta di Bassano. Scavando dietro le quinte, infatti, si scopre che i nuovi esami a cui si è sottoposto il centrocampista hanno escluso ricadute o problemi più seri, quindi un piccolo spiraglio (più realisticamente per l’Alessandria, però non si sa mai…) si è aperto. «Dionisi sta bene ed è a disposizione – precisa Pillon – mi dispiace per Corti, perché è un ragazzo che non si tira mai indietro e stava sempre meglio. Purtroppo ha avuto questa ricaduta che gli farà concludere anzitempo la stagione. Dispiace, è un giocatore importante che ci avrebbe potuto dare una grossa mano». La formazione sarà la stessa che ha battuto l’Albinoleffe lunedì sera a Bergamo e un orecchio sarà teso alle notizie provenienti da Bolzano, dove l’Alessandria proverà a portarsi a casa tre punti per tenere lontano il Padova. «Dipende solo da noi – chiosa Angelo Gregucci, mister dei piemontesi – il margine di errore si è assottigliato ma abbiamo ancora in mano il nostro destino. Alle altre squadre e al Padova non penso, sono concentrato su un impegno alla volta e mi auguro che già oggi sia possibile portarci a casa tre punti, anche se pensare di affrontare un SudTirol senza stimoli a mio avviso è fuori dalla realtà».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Penna, carta e calcolatrice. Anzi, no, via tutte le distrazioni, via tutti gli intrecci, ci vogliono 9 punti in tre partite e poi si vedrà. Giuseppe Pillon non lo dice, ma è convinto che facendo il pieno contro Giana Erminio (oggi alle 18 all’Euganeo), Bassano (sabato alle 14.30 al Mercante) e all’ultima di campionato contro l’Alessandria (domenica 8 maggio alle 15), il Padova completerà una rimonta playoff che avrebbe dell’incredibile. Ma sono tutti discorsi ipotetici, al momento c’è innanzitutto da superare il primo ostacolo, che all’andata Pillon riuscì a battere 2-1 centrando il primo successo in trasferta della sua gestione e pure dell’attuale stagione. «Pensiamo a questa partita — tuona Pillon — non a quanto succederà a Bolzano. Teniamo presente che la Giana non è ancora tranquilla e che si gioca la possibilità di salvarsi senza passare per i playout, questo è un aspetto che aumenta il coefficiente di difficoltà della partita odierna. Inoltre Albè ha a disposizione giocatori di qualità come Bruno e Gasbarroni, che possono sempre fare la differenza in qualsiasi momento. La partita di andata nulla c’entra con quello che accadrà oggi, l’unica cosa per noi è pensare a prenderci questi tre punti e basta, imponendo il nostro gioco senza andare all’arrembaggio».
E’ successo, 23 aprile: rifinitura mattutina per i Biancoscudati, assenti Petkovic, De Risio, Corti ed Anastasio.