Live 24! Padova-Giana Erminio, -3: nuovo infortunio per Corti, Dionisi in gruppo. Esami per De Risio

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Ore 22.40 – (Il Piccolo) Brutta batosta dal giudice sportivo per la Triestina in vista del derby con l’Ufm. Milan Andjelkovic, dopo il cartellino rosso ricevuto a Dro, è stato infatti squalificato per due giornate, «per avere – dice il comunicato -, in azione di gioco, colpito un calciatore avversario con una gomitata al volto». Ma non è tutto: squalifica per una giornata anche a Di Dionisio, che era in diffida e quindi paga con lo stop l’ammonizione ricevuta in Trentino. Il problema è che Di Dionisio, in questi mesi, è stato proprio il giocatore che si è alternato con Andjelkovic a fianco di capitan Piscopo al centro della difesa. A questo punto a Bordin resta poca scelta: quasi certamente a giocare in mezzo al reparto arretrato sarà Romeo, che dopo essersi adattato alla posizione di terzino due settimane fa contro la Virtus Vecomp, tornerà al suo vero ruolo. Per il resto la squadra sarà al completo con infermeria vuota. Se in difesa gli uomini sono contati o quasi, Bordin avrà grande abbondanza in attacco: i tre posti se li giocano 7 uomini. Come prime punte il tecnico ha a disposizione Giordani, Fantina e Cucchiara, mentre la batteria di esterni offensivi comprende Skerjanc, Muzzi, Cuppone e Bradaschia.

Ore 22.30 – (Il Piccolo) Prima della conferenza stampa nel pomeriggio nella sede del Rocco, ieri mattina Mauro Milanese è stato ricevuto in Municipio dal sindaco Roberto Cosolini e dall’assessore allo sport Edi Kraus. Oltre a Milanese erano presenti anche il vicesegretario generale Fabio Lorenzut, il curatore Giuseppe Alessio Vernì e l’avvocato Emanuele Urso. Nel corso dell’incontro sono state delineate le prime linee operative della nuova società. Milanese ha illustrato le diverse proposte che vorrebbe portare avanti la nuova proprietà per valorizzare lo stadio Rocco, a cominciare dalla foresteria. Si è parlato anche della disponibilità di campi per l’attività delle squadre giovanili. Tra i vari temi ovviamente non poteva mancare la concessione dello stadio Rocco. Non si è giunti a una definizione ma è emersa l’intenzione – proposta dal Comune e auspicata dalla nuova proprietà dell’Unione – di agevolare il subentro nella concessione di nove anni che era stata poi “congelata” in seguito alle inadempienze della passata proprietà. Milanese ha invitato Cosolini e Kraus a essere presenti domenica alle 15 al Rocco all’attesissimo confronto con l’Ufm. Nei prossimi giorni si terrà infine uno specifico sopralluogo all’interno del Rocco proprio per venire incontro alle esigenze illustrate dalla nuova proprietà.

Ore 22.20 – (Il Piccolo) Era il 1° agosto 2014: il presidente del Centro di coordinamento Sergio Marassi, praticamente in lacrime, aveva ricevuto l’ok da un imperturbabile Mehmeti alla sua richiesta di togliere lo stemma della Triestina dalla sede. Dieci mesi dopo, i tifosi tolsero anche legalmente il marchio all’Unione 2012, a quel punto di Pontrelli. Ieri, nella stessa stanza della sede, la storia alabardata ha ripreso il suo corso: Marassi, assieme al portavoce della Curva Furlan Lorenzo Campanale, ha consegnato a Mauro Milanese il quadro raffigurante il marchio della neonata Unione Sportiva Triestina Calcio 1918, in pratica il vecchio stemma con l’aggiunta del 1918. Un marchio che comparirà sulle maglie fin dalla partita contro l’Ufm, anche se in questo momento ibrido di passaggio, il nome formale sarà ancora la 2012, come spiega Milanese: «Manca ancora l’affiliazione alla Figc, che ha i suoi tempi burocratici. Ma la nuova società è gia viva dopo il rogito notarile. È attiva una pagina Facebook e lavoreremo per il sito internet ufficiale. Ai tifosi dico di venire allo stadio: basta fuochi incrociati sul web, ora è tempo di sostenere la squadra allo stadio». Entusiasta Marassi: «Per noi tifosi è rinata la vera Triestina col nome storico, Milanese ha voluto aggiungere anche il 1918 per un legame ancora più forte con il passato. Assegniamo più che convinti il marchio e speriamo che la gente venga allo stadio pensando al futuro: mi rivolgo ai 14mila che erano nello spareggio col Padova, erano il segno che a Trieste il cuore pulsa sempre». Anche Campanale chiama tutti al Rocco: «Ora col marchio la tifoseria è di nuovo unita. La Triestina è tornata a vivere e domenica è fondamentale esserci: ci sarà un corteo prima della partita che partirà dal bar Lumiere, poi verrà consegnata alla squadra una maglia commemorativa e ci sarà una coreografia speciale». SCONTI E PREVENDITE. Domenica riapriranno le biglietterie della curva e i prezzi del settore saranno 10 euro gli interi e 7 i ridotti (donne, over 65 e ragazzi under 17); in tribuna interi a 13 euro e ridotti a 10 euro. Ma ci saranno speciali sconti famiglia, applicabili però solo in prevendita: per le coppie con figli (verrà controllato il cognome) pagano solo gli adulti mentre i più piccoli entrano tutti gratis. Per le famiglie costo totale 17 euro in curva e 23 euro in tribuna. Le prevendite saranno attive al Centro di coordinamento (oggi e domani 16-19 e sabato 9-12) e in sede (domani e sabato 10-12 e 16-19, e domenica 10-12).

Ore 22.00 – (La Provincia Pavese) Allenamento questo pomeriggio per il Pavia in vista della trasferta di domenica a Lumezzane. Malomo, autore domenica scorsa della rete che ha sbloccato il risultato con la Reggiana, si è fermato durante l’allenamento di martedì. Un problema al collaterale del ginocchio, infortunio che gli era già capitato in passato. Sarà sottoposto ad accertamenti per valutare l’entità dell’infortunio. Ieri intanto Marco Cristini ha incontrato a Cava Manara gli studenti dell’istituto comprensivo Manzoni nell’ambito del progetto «Alimentiamo il gioco».

Ore 21.40 – (La Provincia Pavese) Per una settimana il centravanti italo-brasiliano Caio De Cenco è tornato al Fortunati. Non è passata inosservata la sua presenza ai frequentatori dell’impianto pavese dove il 26enne attaccante, attualmente in prestito al Trapani di Serse Cosmi, si è sottoposto ad alcune cure per un problema di lombalgia che lo ha costretto a fermarsi dopo il suo debutto a febbraio in serie B. De Cenco si è sottoposto a una serie di terapie a Pavia e ieri è ripartito per la Sicilia. La sua carriera calcistica in Italia va ricordato era iniziata nel 2007 in Serie D nel Boca San Lazzaro, passando poi nel 2010 per il Bellaria, in Serie C2: 55 presenze e 19 gol in due campionati in cui si è messo in mostra tanto da essere ingaggiato dal Cesena. Il club bianconero, poi, lo ha girato subito in prestito prima alla Reggiana in Prima Divisione (9 partite) e poi, da gennaio 2013, al Monza in Seconda Divisione (19 presenze e 6 gol). Nel campionato 2013-14 per De Cenco la prima parte di stagione a Pavia in Prima Divisione: 13 presenze e 4 reti. Poi a gennaio il ritorno a Monza in Seconda Divisione dove in 10 gare ha realizzato 3 gol. Pur rimanendo di proprietà del Pavia, con contratto firmato nella gestione Zanchi e l’ingaggio da parte dell’attuale dirigente responsabile della Prima squadra Aldo Preite, la punta italo-brasiliana anche l’anno seguente finì in prestito giocando tra Spal e Pontedera. La scorsa estate De Cenco andò in ritiro a Varzi con il Pavia per poi lasciare nuovamente il club azzurro per trasferirsi, sempre in prestito, al Pordenone dove ha realizzato 8 gol e si è messo in luce tanto da meritarsi una chiamata in serie B al Trapani. Con i siciliani finora quattro presenze prima dello stop per motivi fisici. Il trasferimento a gennaio da Pordenone alla Sicilia è stato “gestito” ovviamente dal club azzurro che è proprietario del cartellino. Un prestito “secco” senza diritto di riscatto concesso al Trapani e quindi Caio De Cenco dall’1 luglio tornerà ufficialmente al Pavia con cui ha ancora altri due anni di contratto (scadenza 30 giugno 2018). Il suo futuro? Salvo colpi di scena appare scritto almeno per i primi mesi. A luglio De Cenco dovrebbe essere convocato per il ritiro del Pavia e poi la società, e il nuovo mister che guiderà la squadra il prossimo anno, valuteranno insieme al giocatore il suo futuro. Sicuramente dopo la buona prima parte di stagione a Pordenone De Cenco ha mercato in Lega Pro, e potrebbe avere qualche richiesta anche in B.

Ore 21.10 – (Gazzetta di Reggio) Ieri la Reggiana ha svolto la doppia seduta di allenamento. Nel pomeriggio, durante quella sul campo, il tecnico Alberto Colombo ha riaccolto in gruppo Minel Sabotic e Andrea Parola, assenti martedì, mentre Antonio Loi e Francesco Rampi hanno lavorato al differenziato perciò non è da escludere un loro rientro prima della fine della stagione. Soltanto palestra invece per Michele Pazienza e Paolo Frascatore che in tal modo hanno reso felici il centrocampista Matteo Bianchini e il difensore Marco Zagnoli della Berretti che sono stati convocati al loro posto con la prima squadra. Sul campo il trainer granata ha iniziato a perfezionare gli schemi per la partita di domenica che vedrà la Reggiana ospitare l’Albinoleffe (ore 18) al Città del Tricolore, cercando di tenere tutti i giocatori concentrati, per quanto possibile visto l’esigua posta in palio e senza dare riferimenti particolari per l’undici titolare. Quella con gli orobici potrebbe essere l’ultima partita “agevole” per regalare una vittoria ai tifosi reggiani prima di incrociare le scie delle corazzate come Alessandria e Bassano, ambedue ancora in lotta per migliorare le rispettive posizioni nella griglia dei play off. Naturalmente anche i bergamaschi non saranno in vacanza poiché, penultimi, disputeranno la coda del campionato con i play out cercando di mantenere la categoria. In via Agosti invece l’aria di vacanze si respira purtroppo da alcune settimane ma tutti sanno che molto del loro futuro in maglia granata dipenderà da queste tre gare.

Ore 20.50 – (Gazzetta di Reggio) Già ufficiale l’arrivo dal 1 luglio di Andrea Grammatica dalla Virtus Entella per ricoprire il ruolo di direttore sportivo della Reggiana, molte figure che compongono attualmente i vari staff hanno un contratto anche per la stagione seguente e saranno confermate ma il primo (e vero) nodo da sciogliere per il neo ds granata è quello dell’allenatore. Alberto Colombo, che l’anno scorso aveva riportato il bel calcio e l’entusiasmo a Reggio Emilia dopo diversi anni di grigiore e delusioni, gode della stima di gran parte della tifoseria e soprattutto della fiducia della società, inoltre ua in tasca un contratto fino al 30 giugno 2017. Sarà quindi confermato? Difficile ipotizzarlo a tre giornate dalla fine del campionato ma una stagione piena di traversie come quella che va concludendosi potrebbe aver lasciato un segno in lui anche sotto il profilo umano. Inoltre è difficile pensare che i rapporti che si sono via via incrinati tra il tecnico lariano ed alcuni giocatori possano tornare quelli di prima, tanto più che ci sono ben dodici calciatori legati alla società per la nuova stagione e non sarà possibile cederli tutti. IL TAM TAM. E’ una patata discretamente bollente, quella in mano alla stanza dei bottoni della Reggiana, scaldata ancor più nel frattempo dai rumors, alcuni nomi che vengono accostati alla prossima panchina granata in caso di un avvicendamento che il presidente Stefano Compagni ha sempre escluso. I nomi che danzano attorno all’evidentemente appetibile timone della Reggiana sono: Antonino Asta su tutti, poi Michele Marcolini, l’ex granata Leonardo Colucci, Stefano Vecchi (ex trainer della Spal ora alla Primavera dell’Inter che sotto la sua guida ha appena vinto lo scudetto), Moreno Longo (Primavera del Torin). E c’è qualcuno che ipotizza un ritorno di Alessandro Pane, in base ad una sorta di domino: era a Reggio con Massimo Varini che a sua volta aveva portato, nello staff come osservatore, proprio Grammatica Il trainer empolese aveva firmato la prima promozione, in C1, della Reggiana rinata nel 2005 dopo il fallimento. Un allenatore amatissimo dalla piazza che aveva poi scelto di tentare l’avventura in serie B accettando la corte dell’Ascoli, per un’esperienza risultata poi infelice; con tanto di esonero. Al di là della indiscutibile stima che la proprietà granata nutre per Alberto Colombo, insomma, è improbabile che nella scelta della conduzione tecnica della prossima Reggiana l’influenza dei nuovi arrivati non si faccia sentire. E soprattutto che prevalgano la voglia e la necessità di tagliare con un colpo secco tutti i cordoni con il passato… vavassoriano. A parte ovviamente i gioiellini arrivati nel vivaio da Busto.

Ore 20.20 – (Gazzetta di Mantova) Le possibilità che il capitano biancorosso Gaetano Caridi torni a disposizione per domenica con il Pro Piacenza al Martelli (ore 18) sono aumentate visto che il capitano ormai lavora a pieno ritmo con il gruppo. Il confronto avrà particolare importanza per entrambe le squadre: quella biancorossa cerca di ottenere punti pesanti che consentano di ottenere la migliore posizione nella griglia playout, i rossoneri sognano di evitare gli spareggi ed agguantare la salvezza diretta nelle ultime tre gare. Prina, che domenica non potrà guidare la squadra dalla panchina per la squalifica e sarà sostituito da Graziani, ha fatto sostenere due sedute al gruppo. Assente Ungaro, Cristini ha finito anzitempo, Masiello invece si è limitato a corricchiare a parte come Del Bar. In campo il tecnico ha giocato a carte scoperte, schierando con la casacca blu quella che a grandi linee sarà la formazione per domenica. La difesa a cinque prevede il rientro di Sereni sulla sinistra al posto di Scalise, a centrocampo prende corpo l’utilizzo di Tripoli al posto di Di Santantonio. In attacco Falou dovrebbe far coppia con Marchi che dà l’impressione di essere in ripresa dalla fascite plantare. Prina ha schierato anche un’inedita coppia Maggio-Caridi ma è sembrata piuttosto una soluzione tattica per allenare la difesa dei titolari. Oggi pomeriggio, dalle 15 in poi, molti dubbi saranno chiariti nel test al “Martelli” contro una mista composta da Allievi Nazionali e Berretti.

Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) Confermando quanto aveva dichiarato nei giorni scorsi Di Loreto ha messo nero su bianco la proposta (senza tirare in ballo la società ma solo a titolo personale, come dichiarato sette lune fa: pardon, sette giorni…). Nell’offerta-proposta ha affermato di mettere a disposizione per la prossima stagione 2016-2017 un milione di euro, «da inquadrarsi in un’azione più ampia di raccolta fondi proveniente da privati, società e associazioni delle arti, mestieri e professioni del territorio mantovano». La condizione principale (oltre al saldo degli impegni entro il 30 giugno) è che venga raccolta una cifra ulteriore di 3 milioni, alla quale Di Loreto (senza nulla a pretendere, direbbe Peppino De Filippo…) aggiungerebbe i suoi soldi evitando per questo di avanzare richieste di cariche o riconoscimenti di sorta. La raccolta dell’importo andrà perfezionata entro il 10 giugno ad indirizzo da stabilire. Di Loreto si rivolge a Palazzi con queste parole: «Sono a pregarLa di volersi fare carico di questa ennesima incombenza della Sua città per risolvere una criticità che nelle Sue capaci mani potrà trasformarsi in opportunità di coesione collettiva per dare un grande futuro alla nostra rappresentativa calcistica. Mi consideri – se lo riterrà – a Sua totale disposizione per organizzare questa operazione sociale: il Presidente Sandro Musso, che ci legge in copia, non ho dubbi che sia anch’egli pronto ed in attesa solamente di un Suo cenno per attivarsi. So che Le sto chiedendo un coinvolgimento importante e che Lei non mi deve nulla ma non Le chiedo niente per me. La esorto a voler manifestare con questo Suo impegno un ulteriore atto d’amore per la Sua città. (…). In giornata il sindaco Palazzi ha annunciato un intervento per esporre l’opinione personale sulla proposta-offerta di Di Loreto.

Ore 19.40 – (Gazzetta di Mantova) Serafino Di Loreto, segno zodiacale Toro ascendente Leone? Magari nella realtà proprio così non è, però se l’astrologia servisse ad inquadrare il carattere di una persona di certo il patron non sarebbe del segno dei Pesci, ascendente Acquario… Anche ieri, a conferma di come il patron viva in modo teso questo periodo di vigilia dei playout e di chiusura dell’annata societaria, Di Loreto ha voluto sferrare un pesante attacco verso chi come i soci mantovani da sempre parla di «permanenza per un solo anno in società» (Carlo Giovanardi, 25 giugno 2015, Gazzetta di Mantova pagina 50). «I soci mantovani non dicono il vero – sottolinea Di Loreto – quando parlano di un impegno sottoscritto per un solo anno. Li invito a rettificare le loro dichiarazioni o in alternativa a partecipare ad un incontro pubblico nel quale sia possibile confutare le loro dichiarazioni. Già a giugno loro, che detenevano il 70%, erano scesi al 26% (il restante 4% risulta in carico a Carlo Alberto Savoia, ndr) e il loro disimpegno era così definito in maniera evidente. Ora, a dispetto dell’atto notarile che sancisce la costituzione della nuova società e che pone quindi i firmatari in condizione di lavorare per un programma a scadenza pluriennale, escono queste dichiarazioni in contrasto con gli impegni sottoscritti il 25 giugno dello scorso anno e che erano evidenti nella stipula dell’atto. Come se noi di Sdl e gli amici che hanno aderito a questo progetto, dopo essere stati pressantemente ed insistentemente chiamati ad acquisire la maggioranza del Mantova, ci trovassimo di colpo a muoverci da soli senza fra l’altro avere visto rispettato l’impegno a raccogliere nuove adesioni alla società che gli stessi Bompieri, Tirelli e Giovanardi si erano dichiarati disposti a portare avanti senza limitazioni temporali. Non mi pare il massimo della coerenza». Di Loreto sottolinea la necessità di un rinnovato impegno dei mantovani: «Ora hanno il 26%? Benissimo, mantengano i relativi impegni presi con la gestione di quelle quote in nome dell’attaccamento al Mantova che hanno più volte ostentato e che invece questa volta viene realmente messo a repentaglio». Le reazioni dei soci mantovani alle parole del patron bresciano si limitano ad un sonoro «Non ascolto quanto afferma Di Loreto, non mi interessa» da parte di Bruno Bompieri, che conferma di avere già espresso le perplessità sue e della parte minoritaria dell’Acm circa l’atteggiamento della proprietà e dello sponsor in questa stagione più travagliata d’un parto taurino…

Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Cambiano in fretta, le cose in LegaPro. Solo 7 giorni orsono, i più ottimisti del popolo neroverde sognavano il colpaccio al Tombolato e l’aggancio in vetta al Cittadella. Dopo l’1-3 subito da Iori e compagni, che ha fatto scivolare i ramarri al quarto posto (56 come l’Alessandria, in vantaggio negli scontri diretti), scavalcati dal Bassano (58), i più pessimisti temono addirittura la rimonta del Padova (quinto con 51 e in svantaggio negli scontri diretti). ROAD TO PLAYOFF – Da qui al termine della stagione regolare i biancoscudati dovranno affrontare la Giana in casa, andranno a Bassano e chiuderanno a Padova con l’Alessandria. Dovessero vincere tutti e tre gli incontri arriverebbero a quota 60. In tal caso però il Bassano (che oltre al Padova affronterà Renate e Reggiana) potrebbe arrivare al massimo a quota 64 e l’Alessandria (patavini a parte, andrà a Bolzano e ospiterà la Reggiana) chiuderebbe al massimo a 62. Quota 60 è quindi l’obiettivo minimo che dovrà raggiungere il Pordenone. In altre parole restano 4 punti da incassare nelle gare al Bottecchia con Cuneo (domenica alle 18) e Giana, intervallate dalla trasferta a Pavia. Non dovrebbe essere difficile. PREFERENZE – I realisti guardano quindi già all’appendice, cercando di indovinare il primo avversario dell’overseason. Mauro Lovisa ha già espresso il suo punto di vista. «Il mio Pordenone – dice – può giocarsela con tutti. Se proprio dovessi scegliere, eviterei il Foggia». Bruno Tedino non ha abbandonato la sua prudenza: «Prima arriviamoci e poi ne parleremo». TOTOAVVERSARIO – Detto che le cose cambiano in fretta, giornata dopo giornata, vediamo quali sarebbero gli abbinamenti se il campionato fosse finito domenica. Il Foggia (secondo nel girone C) giocherebbe contro la Casertana (seconda quarta classificata), con buona pace di re Mauro. Il Bassano (terza delle seconde) affronterebbe l’Alessandria (peggior terza) e la Maceratese (migliore delle terze) il Lecce (seconda miglior terza). Al Pordenone (miglior quarta) spetterebbe la trasferta dal Pisa di mister “Ringhio” Gattuso (seconda delle seconde) e dell’ex Matteo Mandorlini. Ovviamente è solo un giochino, del tutto superfluo in questo momento. Perché le distanze fra aspiranti sono minime, perché a parità di punti nello stesso girone pesano gli scontri diretti e fra gruppi diversi contano prima differenza reti e poi gol fatti e subiti. Il primo turno si giocherà a eliminazione diretta in casa della meglio classificata, quelli successivi con confronti d’andata e ritorno. Alla fine ne resterà una sola, che accompagnerà le tre prime già promosse in B.

Ore 18.50 – (Messaggero Veneto) Per lui sarebbe come tornare a casa. In una società di cui ha contribuito a scrivere la storia. Nove anni da giocatore, con una promozione in C2, e cinque da allenatore, con ben 3 salti di categoria. Non c’è dubbio che Attilio, per tutti “Tita”, Da Pieve rappresenti una bandiera del Pordenone. Ora è impegnato sulla panchina del Porcia in Promozione, ruolo che ricopre da 9 anni. Un ciclo ricco di soddisfazioni che potrebbe essere all’epilogo. Se non altro per la tentazione che secondo indiscrezioni starebbe arrivando dal club neroverde: a quanto pare il Pordenone vorrebbe affidargli il ruolo di osservatore. Si occuperebbe di studiare gli avversari della formazione maggiore, e pure di scovare nuovi talenti da far sbocciare sulle rive del Noncello. Obiettivo imprescindibile per una società ambiziosa che già nella stagione in corso proverà a centrare uno storico approdo in serie B. Al momento il diretto interessato non conferma né smentisce del tutto la clamorosa indiscrezione circolata in queste ore. «Non ho ancora avuto un contatto diretto – fa sapere Tita Da Pieve – per cui non mi sento di commentare la notizia. Ciò non toglie che dire di no al Pordenone sarebbe difficile, se non altro per i 14 anni, ovvero un pezzo importante della mia vita, trascorsi prima da giocatore e quindi da allenatore con i colori neroverdi. Un eventuale nuovo incarico, per portarmi ad abbandonare la panchina, dovrà offrirmi stimoli del tutto particolari. Sarò lieto, se questa voce si rivelerà vera, di ascoltare la proposta. Ma al momento la mia mente è al Porcia». Condotto a una tranquilla salvezza dopo aver cullato per un certo periodo anche l’idea playoff. E ora chissà che i sogni di Da Pieve possano essere altri e con altri colori.

Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) Bottecchia campo principale. Ma pure Padova e Roma. Sarà un “tutto il calcio” in versione ridotta ad infiammare il popolo neroverde nel fine settimana. Perché il destino del Pordenone si giocherà su tre terreni diversi. In palio la qualificazione ai playoff, che potrebbe ricevere il sigillo della matematica con due giornate d’anticipo. Il David. Certo, serve una combinazione di risultati favorevoli alla squadra di Tedino. A cominciare dal match di sabato (alle 17) tra Lupa Roma e Ancona. I marchigiani (girone B) sono al momento la quarta classificata dei tre gironi di Lega Pro messa peggio, avendo 50 punti, 6 in meno dei ramarri (A) e della Casertana (C). Qualora all’Ancona non riuscisse l’impresa esterna, il Pordenone, vincendo con il Cuneo, metterebbe in cassaforte il suo ticket per la post-season. Ad alimentare tali speranze potrebbe pensarci un ex idolo dei tifosi dell’Udinese, David Di Michele. L’estroso ex attaccante è stato appena nominato nuovo allenatore della formazione laziale, invischiata nella bagarre salvezza. E debutterà proprio con l’Ancona. Euganeo. Ma non basta. Perché per brindare già domenica il Pordenone ha bisogno di altro. È pure necessario spegnere ogni residua velleità di rimonta del Padova (ora a meno 5 dai neroverdi). I biancoscudati, in contemporanea (alle 18), riceveranno la Giana Erminio. E, come nel caso del Pordenone, non sarà affatto gara scontata, visto che i lombardi non possono ancora considerarsi salvi. Qualora uscisse un pari all’Euganeo, il Pordenone vincesse, e il giorno prima l’Ancona non avesse vinto a Roma, si realizzerebbe la terna di risultati presupposto per la festa anticipata. Ringhio. Senza tuttavia scordarsi che in ottica serie B un quarto posto, per quanto prestigioso, sarebbe piazzamento ad alto rischio. Nella griglia playoff, infatti, le quarte finiscono inevitabilmente nelle grinfie delle favorite. Se il campionato finisse oggi, il Pordenone sarebe costretto a vincere a Pisa (seconda del girone B), nella bolgia dell’Arena Garibladi, galvanizzata da un certo Rino Gattuso, tecnico dei toscani. Meglio dunque guardare anche in alto, ovvero a Bassano ed Alessandria, domenica impegnate rispettivamente a Renate e Bolzano. Altri due campi cui rivolgere un orecchio in un fine settimana da vecchia “radiolina” in mano e nuove emozioni nel cuore.

Ore 18.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La forza del Bassano, si sa, sta anche nella panchina lunga. Che spesso ha regalato punti pesantissimi. Michael Fabbro, ad esempio, è stato decisivo più volte, fra cui nella trasferta di Padova all’Euganeo quando segnò la rete dell’1-1 riequilibrando le sorti della partita. Lo stesso Fabbro, però, non riesce ancora a perdonarsi l’errore col Pro Piacenza. «Ci tengo tantissimo a fare bene — precisa l’attaccante scuola Milan — ancora non mi capacito del mio errore con il Pro Piacenza. Ho ripensato varie volte a quel momento ma quando sei in campo tenti la cosa che ti viene più naturale e purtroppo l’ho colpita così. Ora ci aspettano partite decisive a iniziare dalla gara con il Renate. All’andata siglai il primo gol tra i professionisti, ricordo ancora l’emozione che provai sotto la tribuna per festeggiare con i tifosi».

Ore 17.40 – (Giornale di Vicenza) Massimo Crippa, oggi 51enne direttore generale del Renate, imminente rivale del Bassano domenica, un po’ di calcio l’ha masticato in carriera prima di intraprendere la carriera dirigenziale a Meda: uno storico scudetto al Napoli a fianco di Maradona, una manciata di gettoni in Nazionale e ancora i successi col Parma e l’esperienza nel ruggente Toro in serie A. Insomma le sue valutazioni hanno un peso specifico differente. Ecco perché le parole che ha speso nei confronti dei giallorossi lusingano un bel po’. «Considero il Bassano il vero vincitore dello scorso campionato, diciamolo chiaramente – ha dichiarato Crippa al sito del proprio club – e ora sono stati ancora più bravi poiché hanno saputo dare continuità ai risultati della scorsa stagione, occupano una buonissima posizione in classifica e sono vicinissimi a garantirsi l’accesso ai playoff. Inoltre parliamo di una società seria con un grande presidente e senza dubbio meritevole del salto di categoria. Verranno qui da noi per fare bottino pieno, per questo servirà una grande prestazione per fermarli. Un girone fa ci davano tutti per spacciati, ma con l’arrivo di Colella in panchina abbiamo cambiato passo con una strepitosa rimonta e oggi saremmo salvi senza playout». Per curiosità, finisse oggi la Lega Pro, il Bassano incontrerebbe l’Alessandria al Mercante nel turno secco. Poi, Lecce-Maceratese, Foggia-Casertana e Pisa-Pordenone.

Ore 17.20 – (Giornale di Vicenza) A oggi, forse, la contabilità spicciola racconta più di cuori infranti che di reti raccolte, per Michael Fabbro si sdilinquiscono frotte di adolescenti, ma, benedetto ragazzo, a neppure vent’anni, la faccia pulita e il capello levigato che acchiappa è normale che streghino interi drappelli di teenager, a prescindere che si interessino di pallone. Eppure il friulano Fabbro è uno che si sbatte per due, con una voglia di arrivare che fa provincia, un combattente d’area di rigore che ha realizzato subito che tra i professionisti è dura la vita del centravanti. Mica come in Primavera, anche se del Milan, dove le reti giungevano a grappoli. Sinora 3 bersagli importanti da cambio offensivo, ma l’insaziabile Michael vive per imbucarla sempre. All’andata ad esempio sigillò il 2-0 con cui Bassano infiocchettò il Renate.Fabbro, ora ce lo può dire. Cosa è accaduto due settimane fa con la Pro Piacenza con quel gol incredibile sbagliato sottoporta? Avrebbe potuto capovolgere la domenicaÈ che sono abituato a colpire il pallone di collo pieno, mi hanno sempre insegnato a battere di collo. Sono andato col piede in quella posizione sicuro di infilarla e invece ho impattato male. Magari appoggiando di piatto avrei segnato. Ma sono sicuro che la prossima volta se ricapita ci vado ancora di collo. Mi è dispiaciuto molto perché quel gol avrebbe significato il 2-2 con oltre un quarto d’ora davanti e probabilmente l’avremmo poi vinta noi. Meno male che col Lumezzane si è rimediato e siamo di nuovo secondi da soli. Ora tocca a noi completare l’opera sin dal Renate.Coi tre punti i playoff sarebbero aritmetici…Ed è quello che vogliamo. Garantiamoci innanzitutto gli spareggi. Poi nelle ultime due gare penseremo a raggiungere se possibile la migliore posizione. Ma innanzitutto la certezza della post season. Ora sotto coi lombardi che, in lotta per la salvezza, me li immagino indiavolati.Questo Bassano dispensa qualità ma fa fatica a segnare e a blindare partite dominate…Lavoriamo ogni giorno per migliorare e correggere i nostri errori. A volte ci sono stagioni in cui come tocchi la palla segni. Ecco, direi che questa non è quel tipo di annata. Eppure, se penso che con queste difficoltà di percentuale offensiva siamo secondi in solitaria non posso che essere ottimista per il futuro perché arriverà il momento in cui sapremo essere più pratici ed efficaci.Il mondo dei professionisti se lo immaginava così?È davvero complicato, c’è grande equilibrio tra le squadre, incroci avversari che hanno tanti anni di A e B alle spalle, gente smaliziata, insomma. C’è tanto da crescere e da imparare ma ho una voglia matta di segnare gol pesanti ed esultare coi tifosi, l’aspetto che adoro di più, felicità pura e gioia condivisa con la gente come accaduto proprio col Renate in casa.Ora in appartamento con lei non c’è più Peppe Fella, che vi svegliava coi pezzi dei neomelodici napoletani…Al suo posto c’è Laurenti, un gran bravo ragazzo che ci manda a letto presto. Dice che io e Gargiulo siamo i suoi figli e lui è il papà. Però continuo a cucinare io, è la mia passione. Il mio risotto alla parmigiana non si batte. Ma in estate me la cavo benone anche con le grigliate, mi ha insegnato tutto mia madre…Quasi un giovanotto da sposare. Tra dieci anni però. Che si diverta, vivaddìo.

Ore 16.50 – Qui Guizza: partitella in corso, nessuna novità particolare da segnalare, l’undici titolare è quello visto a Bergamo

Ore 16.30 – Qui Guizza: Corti costretto ad abbandonare il campo. Espressione molto sofferente, ma cammina sulle proprie gambe.

Ore 16.15 – Qui Guizza: infortunio per Corti, che rimane a terra e che sembra essersi fatto male da solo. Interviene il medico sociale, il centrocampista abbandona il campo.

Ore 16.00 – Qui Guizza: Dionisi schierato centrale difensivo, disputa la partitella regolarmente.

Ore 15.40 – Qui Guizza: partitella in corso, formazioni miste di fronte.

Ore 15.20 – Qui Guizza: Dionisi comincia il lavoro facendo differenziato, assenti Petkovic e De Risio, per cui sono in programma altri accertamenti per valutare il recupero in extremis per l’ultima contro l’Alessandria, comunque molto complicato .

Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Un centinaio di biglietti in un pomeriggio, inizia a salire la febbre arancioneroverde verso la «finale promozione» con la Ripa Fenadora. Il via libera alla vendita è arrivato solo ieri via Facebook, ma ugualmente è partita col piede giusto la caccia ai biglietti per il match che domenica, a Rasai di Seren del Grappa (ore 15), potrebbe consegnare matematicamente al Venezia la Lega Pro. Gli unici 850 biglietti disponibili sono acquistabili a 10 euro (settore unico, posti non numerati, ingresso gratuito per i bambini fino ai 10 anni) non oltre le ore 18 di domani nella sede del club lagunare in viale Ancona 43 a Mestre. Com’è noto la tribuna principale andrà ai supporters ospiti che potrà contenere circa la metà degli 850 posti concessi, mentre gli appassionati bellunesi avranno a disposizione i restanti 200 tagliandi. «Si giocherà a Rasai (vana la speranza dei tifosi di uno spostamento nel più capienze stadio Tauro di Feltre, ndr) perché la Questura – ha spiegato Andrea Celsi, dirigente della prefettura in ambito di Ordine Pubblico e Sicurezza – lo ritiene luogo ideale per la disputa, perché lontano dal centro abitato. Vogliamo sia una giornata di sport e basta, la tifoseria del Venezia è abituata a palcoscenici anche più importanti, contiamo vada tutto bene»». La Curva Sud organizza un secondo pullman (15 euro), partenza alle 11.30 dal Tronchetto (People Mover) e alle 12 da piazza Barche a Mestre (info 340/4675054, 320/7644634). Intanto la squadra ha ripreso ieri ad allenarsi al Taliercio con il solo Maccan fermo ai box, Taddia e Cangemi a parte. SCUOLE – Nell’ambito del Progetto Scuola si sono svolti altri due appuntamenti negli istituti mestrini: i giocatori arancioneroverdi Volpicelli e Lattanzio si sono intrattenuti con gli alunni della scuola Battisti, Taddia e Di Maio invece alla Pellico. SOLIDARIETÀ – La raccolta solidale tra i tifosi promossa da Curva Sud e VeneziaUnited ha permesso di donare 1.230 euro al Gruppo Diversamente Abili Il Passo, sfilato in campo domenica scorsa al Penzo per Venezia-Belluno.

Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) E’ partita con il botto la prevendita per la sfida di domenica con l’Union Ripa che potrebbe regalare al Venezia la festa-promozione. Ieri sono stati strappati oltre un centinaio di biglietti nel solo pomeriggio di prevendita. La società bellunese, infatti, ha portato in sede gli 850 biglietti messi a disposizione per i tifosi arancioneroverdi nella mattinata di ieri e dal pomeriggio è iniziata la vendita, che proseguirà anche oggi e domani con i consueti orari della sede di viale Ancona: 9,30-12,30; 15-18. I tagliandi sono in vendita a 10 euro (settore unico, posti non numerati) e i bambini sotto i 10 anni entreranno gratis. Nel caso rimassero biglietti invenduti, l’Union Ripa li metterà in vendita domenica dalle 13, al botteghino dell’impianto di Rasai di Seren del Grappa. La squadra ha ripreso ieri ad allenarsi praticamente al completo, tranne Maccan fermo per l’infortunio al ginocchio; a parte si sono allenati Cangemi e Taddia. E ieri il presidente Joe Tacopina è ripartito per gli Usa dove lo attende un impegno familiare, che gli impedirà di assistere alla più che probabile festa di domenica: al Venezia basta infatti un punto per conquistare la certezza matematica della Lega Pro. Martedì sera il presidente arancioneroverde ha presenziato alla serata del Lions Club, a Ca’ Sagredo, dove ha illustrato il progetto relativo alla squadra e alla realizzazione dello stadio e dell’annessa cittadella dello sport (con palazzetto e hotel). Progetti che vanno avanti di pari passo e che stanno incontrando entusiasmo in città e non solo. Anche con l’amministrazione comunale i contatti ci sono, ha assicurato Tacopina, e i rapporti con il sindaco Luigi Brugnaro sono costanti. Sul versante sportivo il primo step ormai è praticamente raggiunto, ovvero la promozione in Lega Pro, anche se l’obiettivo ultimo, ha ribadito Tacopina anche nei giorni scorsi, è riportare il Venezia in A. Intanto si lavora all’allestimento della squadra che il prossimo anno dovrà affrontare (e possibilmente vincere) la Lega Pro. Il dg Giorgio Perinetti intende partire dalla conferma di un buon nucleo di giocatori dell’attuale rosa.

Ore 14.20 – (La Nuova Venezia) La macchina organizzativa per la partita del ritorno in Lega Pro si è messa in movimento anche in laguna. Un centinaio di biglietti sono stati venduti in mezza giornata: è iniziata ieri pomeriggio la prevendita della partita tra Union Ripa La Fenadora e Venezia. In mattinata i dirigenti bellunesi avevano portato in sede gli 850 tagliandi messi a disposizione per i tifosi del Venezia dopo l’incontro avuto in Prefettura, a Belluno, martedì mattina. Pubblicizzata sulla pagina Facebook del club e sul sito internet, l’apertura della prevendita è stata subito utilizzata da un centinaio di appassionati che si sono recati in viale Ancona, sede del Venezia Football Club, unico punto vendita per la partita contro l’Union Ripa La Fenadora. Il costo del biglietto è di dieci euro, i posti non sono numerati, mentre i bambini fino ai 10 anni entreranno gratis. Ufficializzata anche la modalità di arrivo allo stadio bellunese e l’accesso all’impianto sportivo sarà distinto per le due tifoserie: i sostenitori dell’Union Ripa La Fenadora accederanno dall’ingresso Nord, in zona Madonnetta, e parcheggeranno nel vecchio campo di allenamento dello stadio. I tifosi del Venezia, invece, ma anche gli operatori dell’informazione (carta stampata, siti e televisioni), accederanno dall’ingresso Sud, che è l’ingresso principale dello stadio di Rasai, e avranno a disposizione i posti auto nel parcheggio nuovo. Anche i pullman organizzati della tifoseria arancioneroverde, i cui responsabili dovranno contattare la segreteria dell’Union Ripa La Fenadora, inviando una comunicazione dettagliata, in modo da organizzare e gestire meglio il parcheggio dei mezzi e il successivo deflusso a fine partita. I pullman al seguito del Venezia saranno quelli organizzati dalla Curva Sud VeneziaMestre (due) e dall’associazione Venezia United (uno), tutti gli altri tifosi raggiungeranno Rasai di Seren del Grappa con mezzi propri. Ancora una modifica all’orario di partenza dei tifosi della Curva Sud: alle 11.30 da Venezia (People Mover-Tronchetto) e 12 da Mestre (piazza Barche). La prevendita riprenderà questa mattina in sede, in viale Ancona, dalle 9.30 alle 12.30, poi nel pomeriggio dalle 15 alle 18, proseguirà fino a venerdì, gli eventuali tagliandi che non saranno venduti, verranno restituiti all’Union Ripa La Fenadora che ha previsto, nell’eventualità, l’apertura, a partire dalle ore 13, di due botteghini distinti in prossimità degli ingressi delle due tifoserie. Seren del Grappa potrebbe diventare un posto-cult per i ricordi arancioneroverdi, il Venezia si candida a diventare domenica la quarta squadra promossa in Lega Pro dopo il Piacenza, che incrocerà nel girone della poule scudetto insieme a Bellinzago o Caronnese, la Sambenedettese e il Parma.

Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Alla vigilia Franco Lerda l’aveva definita «la» partita, una sfida in cui il Vicenza avrebbe dovuto dare tutto per centrare un risultato positivo. In campo la squadra biancorossa ha sofferto poco, il pareggio finale è arrivato in un match in cui le difese hanno avuto nettamente la meglio sugli attacchi. «Il risultato è merito di tutta la squadra, abbiamo concesso poco e conquistato un punto importante — sottolinea capitan Nicolò Brighenti — al termine credo che il pareggio sia ampiamente meritato: è stata una partita equilibrata, con poche occasioni. Qualcosa abbiamo sofferto negli ultimi dieci minuti perché loro hanno chiuso la gara con quattro attaccanti, ma Benussi non ha dovuto compiere grandi parate, né ha corso rischi particolari. Per noi era importante muovere la classifica, adesso pensiamo allo Spezia perché abbiamo l’obbligo di chiudere bene questa settimana con tre partite in otto giorni». Quello con la Salernitana è il quinto risultato utile consecutivo, a conferma della crescita del gruppo. «Siamo riusciti a rispondere colpo su colpo, a giocare da squadra vera – sottolinea Brighenti – e aver tenuto a cinque punti la Salernitana è importante. Abbiamo disputato una buona partita, la posta in palio era alta per entrambe le squadre, ma abbiano tenuto bene il campo dimostrando che siamo cresciuti anche in convinzione. Siamo sempre stati attenti e concentrati, abbiamo quasi azzerato gli errori, questo è stato importante perché queste partite sono spesso decise dagli episodi. Siamo contenti, ma sabato al Menti contro lo Spezia ci aspetta un’altra battaglia: non possiamo fermarci per nessun motivo perché tra le nostre concorrenti, come è giusto, nessuno molla». Chi, tra le rivali del Vicenza per la salvezza, ha fatto un clamoroso salto all’indietro è il Lanciano: martedì sera ha superato il Novara, ma ieri si è visto infliggere 5 punti di penalizzazione dal Tribunale federale nazionale. Gli abruzzesi a fine marzo erano stati deferiti per il mancato pagamento degli stipendi entro il 16 febbraio. Mentre nelle precedenti due occasioni, a inizio novembre e metà febbraio, il Tfn aveva comminato ai rossoneri un punto di penalizzazione per ogni irregolarità, in questo caso a causa della recidività la punizione è stata più pesante. Il -5 in classifica va a vanificare il successo di ieri sera sul Novara retrocedendo la Virtus Lanciano a quota 38 al quartultimo posto in classifica, che oggi significherebbe playout per gli abruzzesi.

Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) La mannaia della giustizia sportiva, come preventivato, si è abbattuta pesantemente sulla Virtus Lanciano. Nessuno sconto di pena, almeno per il momento: il tribunale federale nazionale presieduto dall’avvocato Sergio Artico ha inflitto tutti e 5 i punti di penalizzazione richiesti dalla procura (uno per ogni infrazione riscontrata), più un’ammenda di 6500 euro nei confronti della società abruzzese. A determinare la pesante condanna sono stati i mancati pagamenti di stipendi e contributi ai tesserati fino allo scorso gennaio e la documentazione irregolare relativa alla presunta rinuncia degli emolumenti del giocatore Manuel Turchi. Sono inoltre stati sanzionati con 5 mesi e 15 giorni di inibizione l’amministratore unico Claude Alain Di Menno Di Bucchianico e con 2 mesi di inibizione il presidente del collegio sindacale Angelo Castrignanò.Per il momento, dunque, non è stata accolta la linea difensiva dei legali del Lanciano, sulla quale confidava la presidentessa Valentina Maio, sostenendo che si sia trattato di “ritardi” e non di “inadempienze” nei pagamenti. In attesa del ricorso, la squadra abruzzese, che sul campo avrebbe guadagnato 45 punti, ora se ne vede tolti in tutto 7 e riconosciuti dunque 38: il Vicenza scavalca così nella corsa salvezza i rivali, che ora sono quart’ultimi.

Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Tre partite in una settimana, con una trasferta aerea di mezzo. Il tour de force del Vicenza si sta rivelando particolarmente impegnativo anche dal punto di vista logistico: dopo la partita di martedì sera a Salerno, infatti, la squadra è rientrata con il volo da Napoli svegliandosi all’alba di ieri, e già nella stessa mattinata ha svolto l’allenamento di scarico al Menti.Stamattina il gruppo biancorosso proseguirà la preparazione con una seduta leggera al centro tecnico Morosini di Isola, prima di svolgere la rifinitura in programma domattina a porte chiuse. Dato il pochissimo tempo a disposizione, la priorità sarà quella di recuperare energie fisiche e mentali nel migliore dei modi, consapevoli che, come aveva anticipato lo stesso tecnico dei biancorossi, Franco Lerda, all’inizio del trittico, proprio l’ultimo appuntamento con lo Spezia di Mimmo Di Carlo sarà quello più difficile per la testa e le gambe dei giocatori, inevitabilmente un po’ spremuti dopo due incontri in cui hanno dovuto dare sempre il massimo (e peraltro con ottimi risultati). Quanto alla formazione titolare da schierare sabato sera al Menti (posticipo di giornata, fischio d’inizio alle 18), un cambio sarà obbligato: in mediana, con Francesco Signori squalificato, pare quasi scontato l’innesto di Francesco Urso accanto a Federico Moretti. Per il resto, molto dipenderà dalle capacità di recupero dei singoli, con Stefano Giacomelli che dopo due partite in cui è stato parzialmente risparmiato potrebbe anche ritrovare posto nell’undici di partenza. Praticamente impossibile, invece, sperare di poter contare sul rientro di qualche infortunato, visto che i vari Lorenzo Laverone, Marco Pinato e Andrej Modic ormai da alcune settimane non si possono allenare con regolarità.

Ore 12.50 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza ha ingranato la quinta. Con il preziosissimo pareggio di Salerno, infatti, la squadra di Franco Lerda ha inanellato il quinto risultato utile consecutivo. I biancorossi possono così affrontare con maggiore fiducia e serenità l’ultimo difficile incontro di questo trittico settimanale: la sfida allo Spezia di Mimmo Di Carlo, in programma sabato con fischio d’inizio alle 18. Sarà una partita speciale per Federico Moretti, ex giocatore degli “aquilotti” e genovese di nascita. «Sarà un incontro importantissimo per tutto il Vicenza – sottolinea il centrocampista – Sono certo che sarà una grande partita: avremo il vantaggio di giocarla al Menti, davanti ai nostri tifosi, consapevoli di dover lottare per conquistare altri punti per la salvezza. Il cammino è ancora lungo, ogni passo diventa cruciale e non dobbiamo commettere errori, ma con lo spirito di sacrificio dimostrato anche martedì sera all’Arechi di Salerno ce la faremo».NUOVO PARTNER. Data la squalifica per somma di ammonizioni di Signori, certamente Moretti sabato avrà un altro partner in mediana: «Signori svolge un ruolo importante, perché io ho caratteristiche diverse e lui deve sacrificarsi molto in copertura – riconosce – Insieme ci compensiamo bene, anche con la Salernitana ci siamo calati con efficacia in una partita più di spada che di fioretto, ma ci hanno aiutato tutti i compagni, a cominciare dagli attaccanti, che hanno sempre dato una mano dietro. Poi, quando sono uscito io, è subito entrato con il piglio giusto Urso: con tre partite ravvicinate, Lerda giustamente ha anche cercato di gestire le forze. Per fortuna chiunque giochi riesce a dare un contributo importante, sarà così anche sabato».ASPETTANDO IL GOL. Moretti sta sicuramente aumentando il proprio rendimento. Adesso ci si attende anche un gol dei suoi, magari con una bomba su punizione: «Naturalmente mi farebbe piacere tornare a segnare, ma quest’anno ho meno occasioni di tirare perché gioco in posizione più arretrata, inserendomi meno – osserva – Ad ogni modo, l’importante è che il Vicenza faccia gol e conquisti punti in ogni partita, poi per me può segnare pure Benussi…».CAPITANO CONCRETO. E a difendere Benussi ci stanno pensando molto bene i due centrali della retroguardia Adejo e Brighenti, ormai affiatati in una coppia solida. «Con la Salernitana è andata bene, ma il merito è di tutta la squadra che è stata sempre aggressiva e compatta – dice il capitano biancorosso – In una partita così equilibrata, dove un episodio avrebbe potuto decidere il risultato, è stato fondamentale rimanere molto alti per concedere poco spazio tra le linee ai nostri avversari, anche quando hanno schierato quattro attaccanti insieme». Il Vicenza di Lerda ha decisamente cambiato passo. Capitan Brighenti, però, più che su quanto è stato fatto, preferisce concentrarsi su quello che ancora resta da fare da qui fino alla fine: «Cosa è cambiato rispetto a un mese fa? Adesso non abbiamo tempo per fare questo tipo di analisi: pensiamo già a sabato prossimo e alle altre finali che ci aspettano».

Ore 12.20 – (Gazzettino) La prima volta in serie B da vincitori del campionato. È toccato ad Andrea Gabrielli il privilegio, l’onore che nemmeno il presidentissimo Angelo aveva assaporato. Sarà anche per questo motivo che il numero uno granata vive ancora nell’entusiasmo del prestigioso traguardo raggiunto: «Smaltita un po’ l’euforia per la promozione, resta ancora la piacevole sensazione di avere compiuto qualcosa di straordinario. E quest’aura me la voglio portare dentro ancora a lungo». Il Cittadella sale in serie B e la notizia non è certo passata in sordina, tutt’altro. Le immagini della festa esplosa lunedì sera stanno facendo il giro d’Italia attraverso il web e i social network, dappertutto si leggono complimenti, alla società continuano a giungere attestazioni di stima anche da coloro che da queste parti sono transitati e, se vogliamo, hanno costruito le proprie fortune in ambito calcistico, come Rolando Maran e Riccardo Meggiorini, tanto per fare due nomi. «Mi ha fatto estremamente piacere constatare tutto questo coinvolgimento attorno ai colori granata – spiega Andrea Gabrielli – Abbiamo vissuto un campionato dominato dall’inizio alla fine, adesso posso dirlo senza nascondermi. Ma non è stato facile vincere né tantomeno era scontato». Quando ha avuto la sensazione che il Cittadella potesse veramente farcela? «Direi dopo le undici vittorie consecutive del girone di ritorno. Una squadra che piazza un simile score significa che è forte e che aveva in mano tutte le carte vincenti. La convinzione era questa, s’era fatto anche il vuoto in classifica, ma poi bisognava sempre fare i conti con la realtà, con il responso del campo, il confronto con gli avversari, la fortuna». Una stagione quasi perfetta, irripetibile: Gabrielli suddivide i meriti con tutti, dai giocatori allo staff tecnico sino ai suoi collaboratori. «Mentalmente i giocatori hanno sempre tenuta alta la concentrazione, non sono stati commessi passi falsi se non sporadici, episodici e subito rimediati. La bravura del nostro allenatore, aldilà dell’aspetto prettamente tecnico, è stata quella di avere saputo tenere i ragazzi carichi in ogni partita, a livello mentale abbiamo sbagliato pochissimo. E dopo Venturato vanno sottolineati i meriti di Marchetti, che ha costruito una squadra perfetta, all’altezza». Analizziamo allora queste due figure cardini del Cittadella di Andrea Gabrielli, partendo dal tecnico Venturato. «È arrivato con grande modestia, dal suo carattere si è subito capito che era una persona umile. Certamente poco propenso a sopravvalutarsi come invece succede nel mondo del calcio, con il tempo ha evidenziato grande carattere, una personalità davvero forte, convinta delle proprie idee. E i risultati gli hanno dato ragione». Stefano Marchetti lo conosciamo invece bene, ma per sua stessa ammissione questa era un’annata cominciata con il peso sullo stomaco di una retrocessione da cancellare in fretta, ancora più difficile delle ultime vissute. «Era indispensabile ripartire da lui. La persona che sin dall’inizio credevo potesse farci tornare in serie B. Le prime parole che mi ha detto mi sono rimaste impresse: “Ci sono poche possibilità di arrivare primi, ma dobbiamo giocarcele tutte in questo campionato”. Da lì è partita ogni cosa, e il suo lavoro è stato ancora una volta esemplare. Ha trovato i giocatori giusti e figure dal grande carisma come Iori e Pascali, quindi ha sempre sostenuto l’allenatore anche quando, all’inizio, i risultati faticavano ad arrivare e piovevano le critiche». Cosa ricorda con più piacere della strepitosa annata? «È stata una cavalcata unica, bellissima. Ogni partita ha regalato sensazioni importanti, ma se devo indicare un episodio, dico la vittoria ottenuta sul campo dell’Alessandria, contro un avversario forte, che ha restituito un Cittadella autoritario. Da lì ho capito che non ce n’era per nessuno».

Ore 12.00 – (Gazzettino) Le immagini del 3-1 sul Pordenone di lunedì sera sono ancora un ricordo vivido nella testa di ogni tifoso. La promozione in serie B, la terza nella storia del Cittadella, va preparata e gestita in grande stile, per tempo, e la società in accordo e in sinergia con l’amministrazione comunale sta già muovendo i primi passi. Come aveva annunciato l’assessore allo sport Francesco Pozzato, ieri è stata decisa la data: sabato 30 aprile alle 14.30 al Tombolato si giocherà Cittadella-Cremonese, ultima gara di campionato, e dalle 17.30 comincerà la festa-promozione in piazza Pierobon. Ci saranno il presidente Andrea e tutta la famiglia Gabrielli, la squadra al gran completo con i tecnici, il sindaco reggente Luca Pierobon e l’assessore allo sport Francesco Pozzato. Intanto nei due giorni di riposo concessi da Venturato c’è chi ha trovato il tempo di festeggiare ancora, come ad esempio Litteri e Chiaretti immortalati nella foto pubblicata su Instagram che li ritrae a Venezia, entrambi con una bella «B» tatuata in fronte. Oggi però si ritorna in campo: c’è ancora un campionato da portare a termine, da onorare fino alla fine, e il Cittadella nel pomeriggio tornerà ad allenarsi per preparare al meglio la trasferta di domenica prossima allo stadio Turina di Salò. Tre giorni di lavoro, con Roberto Venturato che probabilmente farà rifiatare più di qualche giocatore sceso in campo nel posticipo con il Pordenone. Bisogna ricaricare infatti le pile in previsione delle finali di campionato, perché il Cittadella ha ancora fame, e punta a fare il bis con la Supercoppa di Lega Pro. La gara con il Feralpisalò, che comincerà alle 18 e sarà diretta da Pietropaolo di Modena, avrà al seguito un pullman di tifosi che approfitteranno della trasferta per una visita guidata dal professor Ennio Securo alla cittadina di Salò.

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Il passato non si dimentica. Soprattutto se è un passato come il suo: 10 anni consecutivi alla guida della prima squadra, dopo i due nelle giovanili, lo avevano reso la “mosca bianca” del nostro calcio, un mondo abituato a divorare i suoi figli come il dio greco Crono. Claudio Foscarini e il Cittadella hanno rappresentato a lungo qualcosa di diverso. E il “Ferguson del Piave”, oggi chiamato a portare la Pro Vercelli alla salvezza in Serie B, è contento di potersi complimentare pubblicamente con tutto l’ambiente granata. In panchina, nel 2008, anno dell’ultima promozione in cadetteria, c’era lei. Rivede analogie tra questa e quella cavalcata? «Il legame più forte è dato da chi sta dietro ai giocatori: la società, che ha continuato a lavorare seriamente e con determinazione, senza cercare la luce dei riflettori», risponde il tecnico trevigiano, appena rientrato in Piemonte dopo il prezioso 2-2 colto a Terni dai suoi uomini (ora a + 2 sulla zona playout, margine aumentato in seguito alla penalizzazione di 5 punti del Lanciano decisa ieri). Si è sentito con qualcuno dopo il 3-1 granata sul Pordenone? «Solo via sms, ma ho mandato subito le congratulazioni al presidente Gabrielli, a Venturato, che conosco bene, e a Marchetti: la loro non è stata una semplice vittoria, ma una vera marcia trionfale. Nei prossimi giorni avremo modo di sentirci con più calma, ma con il direttore, ad essere sinceri, ci siamo tenuti in contatto con costanza». Si aspettava che il Citta ritrovasse la B dopo appena un anno? «Sì, anche se non si poteva immaginare che il distacco sulle rivali potesse essere così ampio: oggi è tornato a ricollocarsi nel posto da cui un anno fa è stato buttato giù». Cogliamo una certa amarezza in questa frase… «È giusto voltare pagina e pensare al futuro, ma non posso dimenticare quanto è accaduto nella passata stagione. Mi riferisco in particolare alle cinque partite “comprate” dal Catania e a come è stata falsata la corsa salvezza. “Anomalie” – mi limito ad usare questa parola – su cui la giustizia sportiva non ha fatto ancora la necessaria chiarezza. Senza poi affrontare la questione del ripescaggio, con il Brescia favorito sul Cittadella, nonostante gli fosse arrivato dietro in classifica. Ma mi fermo qui, questo è il momento di festeggiare». Quali differenze tra questo Cittadella e il suo? «Ho visto diverse partite in tivù, alcuni giocatori li ho allenati, altri non li conoscevo. Indubbiamente Marchetti è stato molto bravo ad innestare elementi nuovi sull’intelaiatura che già c’era. Non voglio fare raffronti sul piano tecnico, ma l’impressione è che l’anno scorso al mio gruppo difettasse la personalità che hanno portato in dote gli arrivi di alcuni giocatori, come Pascali e Iori. Ecco, a me forse è mancato un riferimento come Iori in spogliatoio». Magari l’anno prossimo si troverà a sfidare il Citta con la sua Pro. «Eh, in questo finale di stagione a Vercelli ci sarà da soffrire sino all’ultimo, perché lì dietro, in Serie B, c’è una bella bagarre. Qui mi dicono: ma tanto, Claudio, tu sei abituato a gestire situazioni come questa. La verità, rispondo io, è che a soffrire non ci si abitua mai». Intanto, oggi alle 15 è stata fissata la ripresa degli allenamenti al Tombolato. Prima, alle 14.30, è in programma la foto di gruppo della rosa granata. Da preparare c’è la trasferta in casa della FeralpiSalò (domenica, alle 18, arbitro Pietropaolo di Modena), seguita dai tifosi del Salf Granata Club Fontaniva Presente (per le adesioni contattare Silvano Birollo al 339.3391094). Fissata anche la festa promozione: si svolgerà sabato 30 aprile, in Piazza Pierobon, subito dopo la partita con la Cremonese, in programma alle 14.30 al Tombolato. Presenti giocatori e staff al completo, il vicesindaco reggente Luca Pierobon e l’assessore allo Sport Francesco Pozzato.

Ore 11.20 – (Corriere del Veneto) A Cittadella si preparano i festeggiamenti per la promozione. Dopo la partita contro la Cremonese, in programma sabato 30 aprile alle ore 14.30 al Tombolato, ecco la grande festa in piazza Pierobon a Cittadella per celebrare la straordinaria stagione culminata con la promozione in serie B. Ci sarà la famiglia Gabrielli, la squadra al completo e tutto lo staff granata, ospiti del vicesindaco reggente Luca Pierobon e dell’assessore allo Sport, Francesco Pozzato. Insomma, una giornata dove ci sarà spazio soltanto per i festeggiamenti e per dare spazio alla gioia di un’intera comunità. Promozione che Andrea Paolucci sente particolarmente: «Sono stato fuori tanto tempo e non è stato facile – spiega il centrocampista – ma sono tornato al momento giusto e sono orgoglioso di fare parte di questo gruppo. Ci sono state tante dediche, ma questa serie B va assegnata al vero fautore di quanto accaduto, ossia Stefano Marchetti. È grazie a lui se siamo arrivati sin qui. Il traguardo è meritato e l’abbiamo voluto, inseguito e catturato nonostante le difficoltà. Il futuro? Sto bene a Cittadella e sarei felicissimo di rimanere. Anzi, ci spero proprio».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Nelle ultime cinque gare la squadra, pur con la terza difesa meno battuta del girone, ha sempre subìto reti, dando l’impressione di essere un po’ meno attenta del solito. «Non capisco il motivo, forse un calo di tensione o un momento così, ma è vero che si è preso qualche gol di troppo e per questo l’allenatore non è contento. In settimana ci lavoreremo». Prossimo atto, domenica alle 18, la sfida interna con la Giana Erminio. «Se sei sempre costretto a vincere, non è facile, ma siamo un bel gruppo e Pillon ci tiene belli svegli. Troveremo contro giocatori esperti e di categoria superiore come Bruno e Gasbarroni. Guai a distrarsi perché loro hanno la giocata e possono colpire in qualunque momento». Il contratto di Fabiano scadrà a giugno. «Ho sempre espresso il desiderio di restare e spero di tutto cuore in una conferma; sono affezionato alla piazza e alla società e la mia famiglia qui si trova bene». Ieri la ripresa della preparazione: solo attività fisica per i titolari di lunedì, mentre il resto del gruppo, compreso Dionisi, che si è allenato anche con la palla; assente Petkovic, lieve lavoro atletico per De Risio.

Ore 10.40 – (Gazzettino) A completare il quadro in una serata maiuscola sul fronte offensivo la sponda di testa ad Altinier per il gol della sicurezza. E non è la prima volta, anche su questo fronte: «L’avevo già fatto con Neto nella partita con il Pavia, così ci siamo scambiati il favore». I tre punti con l’Albinoleffe, intanto, permettono al Padova di sperare ancora nei play off. «Io non ho mai smesso di crederci e sono per carattere sempre fiducioso, anche quando le cose vanno male. Nel girone di ritorno abbiamo conquistato tanti punti per cui è giusto trovarci in quella posizione e lottare». Ha più fiducia in tre vittorie del Padova o nei passi falsi di Alessandria o Pordenone? «Penso a entrambe le cose, anche perché una da sola non basterebbe. Sappiamo tutti che è difficile, ma è giusto giocarsela e alla fine faremo i conti. In questo momento della stagione quello che conta maggiormente è la testa e dunque non bisogna mollare mai».

Ore 10.30 – (Gazzettino) Ha rotto il ghiaccio alla seconda di campionato all’Euganeo con una rete di testa al Pro Piacenza, si è ripetuto due settimane dopo, segnando di tacco contro il Feralpi Salò e ha fatto tris, a distanza di quasi sette mesi dal precedente exploit, lunedì a Bergamo con una conclusione al volo dal dischetto di grande fattura, innestando la rimonta biancoscudata dopo l’iniziale vantaggio dell’Albinoleffe. Per un difensore un bottino niente male, anche perché ottenuto esibendo tutto il proprio repertorio. «Grazie a Dio – esordisce il centrale brasiliano – sono riuscito a segnare tre reti, tutte carine. Lunedì sono stato proprio io a chiamare la palla indietro, rivolgendomi in portoghese a Neto. L’ho colpita di collo pieno e poi sono attimi, ma dall’impatto capivo che poteva andare bene». Il record stagionale di Fabiano, quando giocava nel Monza, è di cinque marcature, mentre a Lecce non era andato oltre quota tre. «In quest’ultimo periodo il gol un po’ mi mancava perché era passato del tempo, spesso ci ero andato vicino, ma non riuscivo più a buttarla dentro».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) E chi gongola sotto i baffi, c’è da crederci, saranno certamente i dirigenti di viale Rocco. Il campionato di quest’anno ha dato ragione alle scelte della scorsa estate del direttore sportivo Fabrizio De Poli: il rapporto qualità-prezzo dei due principali attaccanti della squadra, per i cui cartellini non è stato scucito un solo euro, si sta facendo sempre più alto. E il Padova, che per entrambi ha sborsato il solo costo dell’ingaggio, adesso si trova in casa un tesoro. Altinier ha altri due anni di contratto, e sarà certamente l’attaccante di punta della squadra anche nella prossima stagione. Per Neto Pereira, che invece è in scadenza a giugno, è lecito attendersi l’esercizio dell’opzione di rinnovo: il giocatore rimane volentieri, il Padova non può che essere contento del suo rendimento, e per questo non si intravedono – al momento – motivi per i quali il matrimonio non dovrebbe prolungarsi ancora. Nel frattempo, la palla è tra i loro piedi: alla coppia del momento, per continuare a sognare, il compito di continuare a buttarla dentro.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) E Altinier, dal canto suo, ha nel mirino anche il primo posto assoluto tra i cannonieri del girone, al momento proprietà di Brighenti della Cremonese, distante un solo gol. «Sono contento, sono in un momento positivo e non mi stancherò mai di dire che contribuire in questo modo ai risultati della squadra è una grandissima soddisfazione», confessa il centravanti. «Credo che i grandi risultati in termini di realizzazioni, sia per me che per Neto, siano frutto della crescita di tutta la squadra: all’inizio dell’anno eravamo una formazione completamente nuova, adesso invece sono migliorati il gioco e la nostra intesa. Ventiquattro gol in due sono una gran bel bottino: siamo contenti che a questo punto della stagione ci consentano di essere ancora in corsa per un posto nei playoff. Io ci credo, nelle prossime due partite dobbiamo cercare di vincere e aspettare una buona notizia dagli altri campi. Sarebbe bello arrivare all’ultima giornata e giocarci una grande sfida davanti ai nostri tifosi».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Doppietta al Pavia, gol al Mantova, al Pordenone e alla Pro Patria, quindi la doppietta di tre sere fa: fanno 8 reti nelle ultime 8 partite, una media alla Higuain a tutti gli effetti. Neto Pereira, invece, lunedì sera è arrivato in doppia cifra dopo sei anni nei quali era sempre rimasto sotto le dieci reti stagionali: con 4 gol nelle ultime 6 partite anche il brasiliano ha quasi raddoppiato il suo bottino. E Bepi Pillon, adesso, se la gode: in campo può mandare la coppia di attaccanti del momento, quella che sta dimostrando un’intesa perfetta in tutto e per tutto, il tandem che, domenica dopo domenica, sta lasciando ferite sulla pelle di qualunque avversario. E i numeri lo certificano: con 24 palloni scagliati alle spalle dei portieri avversari Altinier e Neto compongono la seconda coppia più prolifica del torneo, dietro solo alle “bocche di fuoco” del Pavia Ferretti e Cesarini, che con 27 reti (14 il primo, 13 il secondo) guidano questa speciale classifica, mentre la medaglia di bronzo va a Bracaletti e Romero della Feralpi Salò, che insieme raggiungono però “solo” 16 reti. Il segreto. Nelle prossime tre giornate, le ultime della stagione, Altinier e Neto proveranno a superare i due attaccanti del Pavia, squadra ormai tagliata fuori da qualunque obiettivo, e a trascinare ancora più in alto i biancoscudati.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È quasi un peccato che la stagione sia ormai avviata verso la conclusione. Perché in questo momento Cristian Altinier e Neto Pereira sono diventati davvero una coppia d’oro, e vederli giocare è uno spettacolo: 14 gol il primo e 10 il secondo, solo il tandem d’attacco del Pavia ha fatto meglio di loro nel girone A di Lega Pro. Un’accoppiata che sta facendo le fortune dei biancoscudati in questo finale di stagione, e che proverà in tutti i modi a dare il meglio nel rush finale delle ultime tre giornate per rincorrere il sogno (difficile, ma non impossibile) di agguantare il quarto posto sul filo di lana. Un tesoro low cost su cui il Padova può anche costruire il suo futuro. Sul podio. Altinier, con le due reti messe a segno lunedì contro l’Albinoleffe, è arrivato a 14 centri stagionali. Una progressione incredibile, iniziata solo otto gare fa, all’Euganeo contro il Renate: da quel giorno il bomber mantovano non si è più fermato.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La marcia di avvicinamento al match di domenica contro la Giana Erminio (arbitro Sassoli di Arezzo) è ufficialmente iniziata. Dopo la vittoria di Bergamo e il giorno di riposo concesso martedì, ieri il Padova si è ritrovato al lavoro alla Guizza agli ordini di Pillon. Per coloro che sono scesi in campo contro l’Albinoleffe semplice palestra e lavoro di scarico, mentre per tutti gli altri (compreso Matteo Dionisi, che perla prima volta è tornato ad allenarsi con la squadra) la seduta è stata completa. Assenti, come previsto, gli infortunati De Risio e Petkovic, i quali comunque per domenica non saranno disponibili. È intanto aperta la prevendita (si gioca alle 18): i biglietti per la gara contro l’undici di Gorgonzola possono essere acquistati come di consueto nei punti vendita Ticketone, oppure sul sito www.ticketone.it, fino alle 15.30 di domenica 24. Le biglietterie dell’Euganeo, il giorno della gara, apriranno i battenti alle 16.30.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Un martello chiamato Pillon. Alla ripresa degli allenamenti ieri pomeriggio alla Guizza, l’allenatore trevigiano ha tenuto alta la tensione, perché ai playoff ci crede eccome e con lui ci credono anche i giocatori del Padova. Soprattutto quelli che, più di altri, stanno dispensando gol a raffica, come Neto Pereira. «Il mister fa bene a spronarci — spiega l’attaccante brasiliano — perché il traguardo è possibile ed è giusto crederci. Io sono sempre stato tra quelli che ci credeva anche nei momenti più difficili, non mollerò mai. Sono contento per il mio decimo gol, sono felice per la vittoria che è quello che conta di più. Dobbiamo fare la nostra parte, cercando di vincere le prossime due gare e poi, alla luce della classifica, prepareremo quella eventualmente decisiva con l’Alessandra, davanti al nostro pubblico. Abbiamo ancora qualche distrazione che può costare cara, i gol presi erano evitabili: il mister era molto arrabbiato dopo la partita perché lui è uno che ci tiene e sappiamo che non possiamo permetterci errori del genere». Ieri è rientrato in gruppo Dionisi, mentre proseguono i problemi al ginocchio per Diniz, che si sta gestendo con un programma mirato. Ancora out De Risio e Petkovic, mentre scalpita Corti che avrà una settimana in più di lavoro sulle gambe e che potrebbe tornare titolare domenica contro la Giana.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 69, Bassano 58, Alessandria e Pordenone 56, Padova 51, FeralpiSalò 49, Pavia 48, Cremonese 46, Reggiana 45, SudTirol 43, Giana Erminio 38, Renate 36, Lumezzane e Pro Piacenza 35, Cuneo 33, Mantova 27, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentunesima giornata: Cuneo-FeralpiSalò 1-0 (Chinellato (Cn) al 37′ st), Alessandria-Mantova 0-0, Bassano-Lumezzane 1-0 (Pietribiasi (Ba) al 24′ pt), Pro Piacenza-Renate 0-0, Giana Erminio-Cremonese 2-1 (Perico (Ge) dal 29′ pt, Brighenti (Cr) al 6′ st, Bruno (Ge) al 23′ st), Pavia-Reggiana 2-0, Pro Patria-SudTirol 0-1, AlbinoLeffe-Padova 2-4, Cittadella-Pordenone 3-1.

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 20 aprile: primo allenamento settimanale per i Biancoscudati, torna in gruppo Dionisi.




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