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Ore 22.00 – (Il Piccolo) La Curva Furlan si prepara per il grande ritorno allo stadio Rocco di domenica prossima, in occasione del derby con l’Ufm. «Un ritorno che significa vittoria, sofferta, difficile ma ottenuta – dice in un comunicato la parte più calda del tifo alabardato -: questa Triestina, che finalmente possiamo definire tale, forse ora è ancora più nostra visto il senso di una guerra combattuta per mesi e un marchio che ora si cuce su quelle maglie fino ad oggi anonime e da domani con 100 anni di storia fieramente sul petto». Una data a modo in qualche modo storica dunque quella del 24 aprile 2016 per il gruppo della curva, che aveva sempre promesso di voler far ritorno solo con il marchio di nuovo sulle maglie dell’Unione. E sarà un ritorno in grande stile, visto che per l’occasione la Furlan ha annunciato varie iniziative, per una festa che coinvolgerà il prima, il durante e il dopo la partita, una sorta di “perimetro” d’entusiasmo – lo chiama la curva – che percorrerà una domenica finalmente calcistica. In maniera simbolica, la curva domenica riprenderà da dove la protesta ebbe inizio, il settembre dello scorso anno. Dal ritrovo del bar Lumiere, infatti, si svolgerà un corteo che vedrà scendere i tifosi verso la curva, attraversando anche quel parcheggio dove parecchi hanno stazionato durante le partite in questi mesi. Poi, una volta allo stadio, il secondo passaggio importante della giornata, come spiega lo stesso comunicato: «Ci sarà il saluto alla curva da parte della nuova società insieme ai giocatori. Alcuni minuti prima dell’inizio della partita con il Monfalcone, alcuni esponenti della Furlan scenderanno in campo ad accogliere la squadra e accompagnarla simbolicamente ad abbracciare la Curva promettendo reciproco impegno». Per l’occasione si sta realizzando un’apposita coreografia: la loro speranza è anche quella di rivedere una curva che abbia finalmente un colpo d’occhio di un certo impatto. Dopo la partita, sperando che ci sia da festeggiare un risultato positivo, altro momento importante: la curva infatti organizza una serata al Foraperfora in via Diaz con la presenza dei giocatori che metteranno all’asta le maglie celebrative utilizzate per l’occasione: i proventi dell’asta saranno devoluti per aiutare Manuel Riccio Bergamas, il ragazzo colpito dalla Sla. Dalle 18 un ricco buffet darà il via alla serata nella quale tifosi, giocatori e staff, potranno condividere insieme le emozioni di questa domenica davvero particolare.
Ore 21.40 – (Il Piccolo) La Triestina è arrivata al dunque. In campo e fuori. In questa settimana Mauro Milanese grazie al finanziatore Mario Biasin) prenderà pieno possesso della società anche se la Corte d’Appello non si è ancora pronunciata sul ricorso presentato da Pontrelli (dovrà farlo per legge entro mercoledì). Sul piano sportivo l’ex giocatore di Unione e Inter ed ex diesse del Varese sta già lavorando da oltre un mese e mezzo. Milanese, dopo qualche settimana di convivenza con Doardo (portato da Favarato) ha convinto un tecnico professionista come Bordin a prendere in mano le redini della squadra. Sul mercato c’era poco da fare (a disposizione solo gli svincolati) ma comunque Milanese ha portato a Trieste giocatori spendibili anche in futuro come Romeo, Monti, Muzzi, Cornacchia e Cuppone (oltre al secondo portiere Ciocca). Innesti che però finora non hanno fatto lievitare il rendimento dell’Unione. Ma non poteva che essere così. Una formazione rivoluzionata per la quarta volta in una stagione ha bisogno di tempo. A Dro Monti giocava per la prima volta, Cuppone e Muzzi assieme per la seconda. La mancanza di amalgama e di risultati (performance di Castelfranco a parte) è un antidoto ai risultati positivi. È successo così con la Sacilese, in parte con la Virtus Vecomp e domenica in Trentino. Tirando le somme l’Unione ha lasciato per strada su un’ipotetica tabella di marcia almeno tre punti. Pesantissimi nell’ottica di un finale di campionato di fuoco. Nulla è ancora compromesso anche se la Triestina dovrà essere capace di raccogliere almeno 6 ma più probalimente 7 punti nelle prossime tre gare. Lo snodo per cercare di evitare i play-out va in scena proprio domenica al Rocco nel derby con l’Ufm, squadra che si è rinforzata nel mercato di gennaio ma che finora (pur avendo due punti in più in classifica) si è espressa tra alti e bassi. Ma i biancocelesti hanno il morale alto e giocano assieme da mesi. L’Unione avrà dalla sua la carta della disperazione (che non sempre porta bene ma a Bordin può servire per mantenere la concentrazione alta) e soprattutto un pubblico che si sta mobilitando per non lasciarla sola nel momento del bisogno dopo una stagione di sostanziale assenza. Tutti sono pronti al ritorno al Rocco. Ma deve essere pronta soprattutto la squadra il cui problema principale è in fase realizzativa senza un centravanti esperto di ruolo (l’Ufm ha Godeas e Zubin). Nelle quattro partite gestite da Bordin tre gol al Giorgione, una ininfluente a Dro e due risultati senza gol stanno a testimoniare la sterilità dell’attacco soprattutto quando si costruiscono delle buone chance in area di rigore. Il ritorno di Bradaschia con i suoi dribbling sarà un’arma in più per il rush finale. Ma basterà a fare tanti punti nei tre match (oltre a Ufm, Luparense e Venezia al Rocco) per evitare l’ennesimo spareggio? L’importante è la crescita della squadra dice Bordin. E ha ragione ma manca pochissimo alla fine della competizione. E soprattutto la salvezza, anche nel malaugurato caso dei play-out (e occhio al Fontanafredda che non è molto distante), si giocherà sul piano nervoso. Anche su questo aspetto il tecnico e lo staff dovranno fare gli straordinari.
Ore 21.20 – (Corriere delle Alpi) Ripartire a testa alta. Un 4-1 non è facile da digerire, visto anche l’ottimo primo tempo giocato dal Belluno a Venezia. L’importante sarà non farsi condizionare dal risultato, troppo pesante, maturato al Penzo, e ripartire subito con l’obiettivo di difendere il quarto posto e magari dare uno sguardo al terzo. «Dopo un ottimo primo tempo c’è stato il crollo nel secondo – analizza il difensore Paolo Pellicanò – non siamo entrati abbastanza concentrati e subire gol dopo 2’ ci ha tagliato le gambe. Nella ripresa loro sono stati bravi a spingere, anche grazie al loro grande potenziale e alla qualità del loro attacco, ma bisogna anche dire che i gol sono arrivati da nostri errori difensivi». Una sconfitta così pesante può influire sul finale di stagione? «Assolutamente no. Il nostro pensiero rimane lo stesso di tutto l’anno. Analizziamo gli errori, li correggiamo, io per primo, e ripartiamo senza perdere tempo cercando di fare subito bene. Difendere il quarto posto o puntare al terzo? Preferisco pensare solo a noi stessi in questo momento». La fine della stagione si avvicina, e di conseguenza l’apertura del mercato. Pellicanò per la prossima stagione non sarà più fuoriquota e le offerte per un giovane come lui non dovrebbero mancare. «È ancora tutto fermo, si deciderà tutto a fine campionato. Magari arriveranno delle offerte interessanti, magari sarà proprio il Belluno a farmela. Staremo a vedere».
Ore 20.50 – (La Provincia Pavese) Ventiquattro anni il prossimo giugno Federico Carraro con la gara di domenica ha collezionato la sua 16esima presenza stagionale con la maglia del Pavia. Per lui terzo campionato consecutivo in azzurro che lo ha visto presentato nell’undici titolare a corrente alternata soprattutto per guai fisici che ne hanno condizionato l’utilizzo. Titolare nella gestione Marcolini contro Pro Patria, Albinoleffe, Bassano ed Alessandria si è, poi, infortunato e da fine novembre si è rivisto in campo il 6 febbraio negli ultimi 10’ con il Cuneo, con il nuovo mister Brini, e poi titolare la settimana successiva nella trasferta di Cittadella. Nel girone di ritorno ha trovato maggior spazio e dall’avvento di Stefano Rossini sempre titolare quando è stato disponibile: dopo la gara con il Renate, infatti, ha dovuto saltare due turni per squalifica, rientrando poi a Mantova e titolare anche domenica contro la Reggiana. In queste settimane ha ritrovato colui che l’ha portato in prestito dalla Fiorentina al Pavia, Aldo Preite. L’attuale dirigente responsabile della Prima squadra azzurra lo aveva voluto in maglia azzurra durante la gestione Zanchi. Carraro, padovano, a 17 anni aveva debuttato con la Fiorentina in serie A, nella stagione 2009/10, all’ultima giornata contro il Bari. Il suo allenatore Cesare Prandelli l’aveva fatta debuttare anche in Coppa Italia con Chievo e Lazio e portato in panchina in Champions League a Monaco di Baviera contro il Bayern e a Liverpool. Poi una breve parentesi a Modena in B, alla Pro Vercelli in Prima Divisone con cui ha ottenuto la promozione, e di ritorno alla Fiorentina era stato girato nell’ex C2 al Gavorrano. Da qui nell’estate 2013 il suo passaggio al Pavia, club di cui è diventato di proprietà e con il quale ha un contratto in scadenza al 30 giugno. Carraro è sicuramente tra i giocatori che sono sotto osservazione per il futuro. Potrebbe essere un elemento utile al centrocampo azzurro anche nella prossima stagione. Ragazzo con ottime qualità sia tecniche che umane, il centrocampista padovano potrebbe, quindi, rientrare nei piani del Pavia che verrà. Tra elementi in scadenza, o in prestito che non saranno riscattati, nelle scelte per il centrocampo molto dipenderà anche dall’allenatore che sarà ingaggiato e anche dagli elementi che il Pavia ha sotto contratto e attualmente in prestito in altri club. La fiducia comunque riposta in Carraro in queste ultime gare stagionali sicuramente fa intendere che la società ne ha considerazione e per lui potrebbe essere aperta la pista per un eventuale prolungamento.
Ore 20.30 – (Gazzetta di Reggio) Sono tre le giornate che mancano al termine di questa sfortunata e deludente annata per la Reggiana di Alberto Colombo. Tre partite che vedranno impegnati i granata contro altrettante formazioni ancora in piena lotta per obiettivi importanti: l’Alessandria ed il Bassano vogliono ottenere il miglior piazzamento possibile nella griglia play off mentre l’Albinoleffe – prossima avversaria dei granata al Città del Tricolore – è alla ricerca della massima condizione per affrontare la roulette degli spareggi salvezza, dopo che l’ultimo posto e dunque la retrocessione diretta in serie D è già aritmeticamente della Pro patria. Tuttavia anche per Bruccini e compagni sarà importante finire il campionato nel migliore dei modi, evitando brutte figure, magari con un pizzico in più di fortuna rispetto alle ultime uscite. Intanto, dopo il 2-0 subito a Pavia, la squadra riprende ad allenarsi questo pomeriggio alle ore 15 in via Agosti. A parte i… lungodegenti Paolo Frascatore, Antonio Loi e Francesco Rampi, che difficilmente verranno rischiati da qui a metà maggio, saranno da valutare le condizioni del centrale difensivo Minel Sabotic che ha saltato la gara in Lomellina per un problema muscolare. L’AMICHEVOLE. Buone notizie per i tifosi granata che amano seguire le amichevoli infrasettimanali in provincia perché c’è in programma giovedì (ore 18) al comunale di Arceto la sfida con l’Arcetana, squadra di Promozione che disputa lo stesso campionato del Fabbrico affrontato dai granata la settimana scorsa. IL MERCATO. Radio mercato segnala intanto sirene dalla serie A (Chievo) e dalla serie B (Pro Vercelli) per il centrale difensivo Alessandro Spanò.
Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) Eccolo in pista, Cristian Finato: uno capace di tracciare un sentiero tutto suo. Chiude in crescendo una stagione con la Berretti della Reggiana, come già aveva fatto lo scorso anno negli Allievi Nazionali granata. In attesa della pagella, il diciassettenne di origini milanesi sa che il proprio futuro è dietro l’angolo: se non verrà aggregato al prossimo ritiro estivo della prima squadra, l’ipotesi di una cessione in prestito andrà sicuramente a buon fine avendo Finato, già assieme al suo compagno Alex Tondini (le voci si rincorrono) parecchi estimatori. Terzino sinistro lui, destro l’altro: mix perfetto per chi cerca degli Under di livello alto o cambi generazionali di qualità. L’ultimo significativo episodio si è verificato nella gara casalinga della Berretti, dove diversi osservatori erano venuti a vedere gli attaccanti fenomeni della capolista Cremonese, tutti se ne sono andati chiedendo informazioni di questi due granatini che li hanno annientati. Alla Reggiana è tempo di esami, su chi tenere e chi no, adesso la palla di questa partita l’hanno in mano Alberto Colombo e Giancarlo Corradini, in attesa di chi presto metterà i sigilli, Andrea Grammatica con i suoi fidi collaboratori attesi al seguito. A Finato, visto all’opera anche giovedì scorso nell’amichevole che la Reggiana ha disputato a Fabbrico, non rimane che giocare con il grande impegno e lo spessore dell’ultimo periodo. Per adesso è sicuramente entrato nel cuore del suo tecnico, Francesco Salmi, che per principio non regala mai niente a nessuno. I TECNICI. «Cristian ha mezzi tecnici, fisici e morali, è un ragazzo intelligente, un leader silenzioso dello spogliatoio, ha grande voglia, mentalità ed una sorprendente umiltà. Sul piano tecnico – puntualizza il mister – Finato è bravissimo sulle palle aeree e nelle chiusure, può giocare indifferentemente nella difesa a 3 o a 4, un mancino destinato a fare passi importanti». Sulla stessa lunghezza d’onda Fausto Vezzani,il responsabile del settore tecnico giovanile della Reggiana. «Fisico importante, un buon terzino sinistro di una volta, che sa proporsi e attaccare. Un ragazzo molto disponibile, riservato, che sa fare bene la fase difensiva, e concede poco o niente nelle palle alte, caratteristica che hanno in pochi a questa età. Anche come centrale ha mostrato di avere numeri». IL FUTURO. Sulle sirene di mercato il talentino esce bene in dribbling. «Non so nulla, mi piacerebbe restare alla Reggiana a cui sono vincolato ancora per un anno. Se non fosse possobile – precisa – andrei volentieri a fare esperienza in serie D. Credo di essere cresciuto molto dalla sosta natalizia in poi, dopo un inizio non al top, grazie al lavoro del nostro allenatore di cui apprezzo tanto il modo di proporsi, dicendo in faccia ciò che pensa, mettendoci di fronte alla realtà e alle situazioni che derivano da certi nostri atteggiamenti». I MODELLI. Finato viene da una gavetta importante, due anni a Legnano, quando la squadra lilla era ancora in Lega Pro, prima del fallimento, quattro stagioni alla Pro Patria con allenatori che l’hanno plasmato al meglio. Da due campionati è di casa a Reggio Emilia, dove ha posto le basi della carriera. «Vorrei ispirarmi a Mignanelli, lui oggi è il mio osservato speciale, dopo aver tifato una vita il Milan e Paolo Maldini, idolo ineguagliato da chi fa il suo ruolo nella fascia sinistra». L’anno scorso Cristian Finato è stato l’unico difensore granata a segnare una rete nel girone vinto con la squadra degli Allievi Nazionali. “Si tratta del momento più bello che ho con la maglia granata, ho realizzato il 3-2 decisivo sul campo dell’Albinoleffe, così come ricordo con orgoglio il 2-0 casalingo rifilato al Parma nel derby. E poi c’è il sogno, il mio debutto della scorsa settimana in prima squadra a Fabbrico, dove ho provato un misto di entusiasmo ed emozione, un grazie a mister Colombo che mi ha aiutato tantissimo». Giovane, ma con la testa pensante. Finato ha quasi tutto per la costruzione di un successo: la storia è appena iniziata.
Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) Mentre continuano a tener banco le vicende societarie, oggi il Mantova tornerà a lavorare sul campo in vista dell’importante scontro diretto in programma domenica (ore 18) al Martelli contro il Pro Piacenza. Mister Luca Prina ha messo in programma per oggi due sedute di allenamento, una al mattino e l’altra nel pomeriggio. Il tecnico biancorosso, che rischia la squalifica dopo l’espulsione subita ad Alessandria, per il prossimo match perderà Di Santantonio (che oggi verrà fermato per un turno dal giudice sportivo) ma recupererà Sereni. Da verificare saranno poi le condizioni di Cristini, Ungaro e Caridi, alle prese con i rispettivi infortuni. Soprattutto per il capitano ci sarà una gestione molto accorta, che consenta di averlo nelle migliori condizioni possibili nelle decisive sfide playout. C’è inoltre da gestire Marchi, che sta convivendo con una dolorosissima fascite plantare e che per questo motivo ad Alessandria è partito in panchina. Dopo le due sedute odierne, la preparazione dei biancorossi continuerà con il seguente programma: domani altro doppio allenamento, giovedì seduta pomeridiana, venerdì lavoro mattutino e sabato rifinitura, sempre nella mattinata.
Ore 19.50 – (Gazzetta di Mantova) Il futuro del Mantova è in bilico sul campo, dove i biancorossi tenteranno di evitare la retrocessione in serie D, ma soprattutto fuori, dove non vi sono certezze sulla continuità societaria. La Sdl ha già chiarito con un comunicato di essere «soltanto sponsor» dell’Acm, Musso e gli altri soci che rappresentano il 55% del capitale del club hanno ribadito più volte di aver bisogno di aiuto per andare avanti e Bompieri, Tirelli e Giovanardi hanno detto che potrebbero restare in gioco ma con cifre ridotte. A rilanciare sul futuro è adesso Serafino Di Loreto, proprietario al 50% di Sdl (l’altro socio paritario è Stefano Pigolotti) che però scende in campo «a titolo personale», chiamando in causa nel suo nuovo progetto «il sindaco Palazzi» e «tutte le categorie economiche» della provincia, nonché «tifosi e stampa». Il milione. Di Loreto si presenta, come il “Signor Bonaventura” che i meno giovani ricorderanno, con un milione in mano. «Sono disposto a mettere sul piatto questa cifra a titolo personale – spiega -, come atto d’amore per rilanciare il progetto Mantova e dare finalmente alla città la squadra che merita. Una squadra forte, che possa puntare alla promozione in serie B». Il progetto. Quella di Di Loreto non è però un’offerta incondizionata: «Il mio contributo è vincolato alla raccolta di un budget da 4 milioni, al quale dovrebbero contribuire i soci del Mantova e tutte le forze economiche locali. Immagino a capo di questo progetto una figura di garanzia, che mi piacerebbe fosse il sindaco Palazzi: una persona che ho stuzzicato con toni forti ma che ritengo valida e capace. Se si facesse interprete di un rilancio del calcio cittadino, la comunità lo seguirebbe». I finanziatori. Al progetto, secondo Di Loreto, potrebbero partecipare tutti: «Si potrebbero raccogliere fondi da un euro in su, per coinvolgere dall’ultimo dei tifosi al più quotato degli imprenditori. Passando per commercianti, artigiani, professionisti… Insomma, una comunità intera che si coalizza per dimostrare che Mantova merita palcoscenici importanti anche nel calcio. Basterebbero cento imprenditori disposti a sponsorizzare 20mila euro ciascuno per centrare l’obiettivo in men che non si dica». I gestori. Ma chi dovrebbe poi gestire il Mantova? Su questo Di Loreto apre le porte a qualsiasi soluzione: «Io per me non chiedo nè quote della società nè cariche. Mi piacerebbe un consiglio formato da rappresentanti di tutti i finanziatori. Poi si dovranno individuare figure che abbiano potere di agire sul fronte gestionale e tecnico». La Sdl si defila. Nel suo progetto Di Loreto non nomina mai la Sdl e non è un caso. «La Sdl è sponsor e ha un suo presidente (l’ex magistrato Calabrò, ndr) e un suo cda che possono decidere di non continuare nell’avventura. Potrebbe liberarsi un posto per un main sponsor». Le chiavi. In attesa di capire quali reazioni susciterà la sua proposta, a di Di Loreto va chiesto però cosa accadrebbe se non ci fosse il modo di raccogliere i famosi 4 milioni (3 senza contare il suo). E la risposta è quella già data dall’imprenditore bresciano nelle scorse settimane: «Se non dovesse esserci nessuna risposta, ma io non voglio crederci, spetterà ai soci decidere cosa fare. Da parte nostra (e qui Di Loreto sembra parlare a nome della Sdl, ndr) pagheremo tutto, iscriveremo la squadra al campionato e consegneremo simbolicamente le chiavi al sindaco. Perché Sdl ha detto dall’inizio – e per questo non ha rilevato quote della società – che avrebbe partecipato a un progetto con altri partner ma non da sola. Al 30 giugno mancano ancora due mesi e allora io dico: usiamo questo tempo per far diventare un problema un’opportunità». Il piano B. Se Di Loreto la chiude qui, il presidente del Mantova Sandro Musso è più cauto: «Essendo membro del cda di Sdl – assicura – vi posso garantire che il presidente Calabrò e il consiglio di amministrazione di Sdl non hanno ancora deciso nulla sulla sponsorizzazione del Mantova. Certo, c’è una riflessione in corso e di sicuro l’azienda non potrà esporsi con cifre enormi. Parlerò con Di Loreto per capire meglio il suo piano, continueremo a cercare anche eventuali nuovi soci. E immagineremo anche un torneo al risparmio, riducendo il budget e facendo una squadra giovane. Non scapperemo, ma serve qualcuno che ci accompagni in questa avventura».
Ore 19.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Un occhio alla concorrenza e uno a quello che accade attorno al quartier generale giallorosso; il Bassano prosegue la sua marcia di avvicinamento ai playoff e prende atto dell’insoddisfazione di Renzo Rosso, che alla squadra non le ha mandate a dire. Il patron vuole di più, vuole maggiore attenzione e, soprattutto, non vuole che si ripetano i passaggi a vuoto e i ko con Pavia e Pro Piacenza, che potevano mettere a rischio la post season. Allo stesso tempo, però, il Bassano ha ritrovato il suo attaccante principe, quello Stefano Pietribiasi che ha dimostrato, se mai ce ne fosse il bisogno, che quando il gioco si fa duro i duri come lui cominciano a giocare. «Quella di sabato — spiega il Condor — è stata una vittoria fondamentale. Dovevamo vincere a tutti i costi e abbiamo conquistato i tre punti che volevamo alla vigilia. Dispiace per le tante occasioni non sfruttate, avremmo potuto chiudere prima la gara, perché queste sono le partite in cui rischi di buttare via tutto. Il mio gol? Un attaccante vive per questo… In questa stagione ne ho realizzate meno, ma spero di poter segnare altri gol pesanti. Dedico la rete alla squadra, perché anche quest’anno siamo lì; è un orgoglio per tutti riuscire a ripetere questo risultato e devo dire che oggi abbiamo messo un mattone importante in ottica playoff». Insomma, profilo basso e pedalare, come è nel dna di una squadra coesa e solida come quella giallorossa, componente che ha aiutato la scorsa stagione e molto importante anche quest’anno. E la forza del Bassano, appunto, arriva pure dalla panchina, con Stevanin che ha sostituito Semenzato alla fine del primo tempo senza farlo rimpiangere. «Erano cinque partite che non giocavo — sorride — prima di Pordenone ho avuto un problema fisico che mi ha frenato. La forza di questa squadra sta anche nella rosa ampia, tutti abbiamo disputato diverse gare e questo sarà importante ai playoff». Appuntamento domenica alle 18, a Meda contro il Renate. Manco a dirlo, l’obiettivo sono i tre punti.
Ore 19.20 – (Giornale di Vicenza) In vista del duello chiave di domenica alle 18 a Meda contro il Renate, oggi è attesa la squalifica per un turno di Daniel Semenzato. Al suo posto è pronto Filippo Stevanin che tornerebbe a indossare la maglia di titolare dopo oltre un mese e mezzo. Quindi lo staff medico farà il possibile per recuperare l’ammaccato Giacomo Cenetti. Oggi il mediano virtussino lavorerà in piscina per non sovraccaricare l’arto infortunato, quindi nei prossimi giorni palestra e poi il campo. L’idea è di garantirgli almeno una mezz’ora di autonomia per il match in Lombardia in modo da far rifiatare Davì che ha dato l’impressione di accusare col Lumezzane il primo caldo. Niente da fare per l’esterno offensivo Davide Voltan che dopo essere rimasto ai box per un guaio a un legamento tra caviglia e tibia con Piacenza e Lumezzane, starà fuori anche domenica.
Ore 19.10 – (Giornale di Vicenza) Per garantirsi matematicamente un posto al sole, domenica prossima il Bassano di Stefano Sottili dovrà vincere con la pericolante formazione del Renate che sente il fiato caldo delle inseguitrici sul collo, ovvero Pro Piacenza, Lumezzane e Cuneo. Sbagliare partita per i nerazzurri, con soltanto altre due partite da giocare prima della fine del torneo, equivarrebbe ad un mezzo disastro.Il team allenato dal campano Giovanni Colella nel nuovo anno solare si è arrabattato con 7 vittorie, 5 sconfitte e 3 pareggi, l’ultimo dei quali ottenuto sabato scorso, a reti bianche, con la Pro Piacenza.Con 11 punti raccolti nelle ultime 6 giornate (7 dei quali in casa), sul proprio terreno, il Città di Meda, finora il Renate non ha mai segnato più di due reti nella stessa domenica (è successo una volta sola, il 9 aprile con l’Albinoleffe).In casa hanno pareggiato 6 volte su 15 e, non a caso, detenendo il secondo peggior attacco interno del girone (appena 7 gol segnati ) dopo quello del povero fanalino di coda Pro Patria.
Ore 19.00 – (Giornale di Vicenza) Poi arrivano queste squadre qui, come il Renate. Simpatiche quanto una suocera petulante ospitata sotto lo stesso tetto.Nel loro covo, a Meda, cuore della Brianza, il Bassano ha sempre sofferto. Cominciamo quattro anni fa, stagione 2012-13, quella di C2 con Rastelli in panchina. I nerazzurri lombardi avevano già banchettato all’andata 0-2 al Mercante.. Doppietta di Brighenti, uno che poi avrebbe bersagliato sistematicamente il Soccer Team (anche adesso che veste la maglia della Cremonese) con puntualità svizzera.Al ritorno va esattamente come all’andata, 2-0 sempre per loro, doppietta di Brighenti. Eh, ma prima o poi ci si rivede pensano ovviamente qui. Appunto, ci si rivede l’anno seguente sempre in C2, ma qua stavolta c’è Petrone e la sua sorprendente invincibile armata. Vuoi che non si vada là a farne polpette di questi appiccicosissimi scocciatori? Segna Pietribiasi, si va in vantaggio «È la volta che si vince», dà di gomito l’aficionado da trasferta.E invece no, a meno di 5 minuti dal gong, c’è un controllo lungo al limite dell’area, la sfera perviene a Scaccabarozzi, il gioiellino di casa che scarica un siluro dalla distanza che non dà scampo a Rossi. Uno a uno, la scorribanda ricacciata in fondo alla gola.Per la cronaca, al ritorno al velodromo, col Bassano già in costume per la festa promozione in piscina e il primato solitario nel taschino, a un quarto d’ora dalla fine il Soccer Team conduce 2-0. Finirà 2-2 con l’immancabile impennata d’orgoglio del Renate, da quel momento bestia nera ufficiale. In Lega Pro unica ci salgono anche loro.Stavolta però al piano di sopra pure il Bassano di Asta va come un treno e il Renate invece arranca a sgomitare per la vita. A Meda sotto Natale segna di nuovo Pietribiasi, 0-1 e la sensazione che sia proprio la volta buona. E invece al minuto 75 i pupi-Diesel si afflosciano, incassano il pari e subito dopo si fa espellere Nolè. In pieno recupero, tutto appare in controllo meno l’inzuccata rivale sugli sviluppi di un calcio d’angolo al minuto 92 che regala l’ennesimo urrà ai milanesi.Al ritorno Bassano vince finalmente 2-1 infrangendo la cabala almeno al Mercante: 3 giorni dopo restituiscono 5 punti al Novara: ecco dove era il tranello, il sogno ad occhi aperti della B inizia a evaporare in quel momento, nell’attimo in cui era in pugno.Arriviamo a quest’anno, Ioco sbaglia un rigore in avvio di ripresa sullo 0-0, pare il solito copione avvelenato, invece Stevanin e Fabbro scacciano i fantasmi scolpendo il 2-0 che cancella la macumba almeno nello stadio amico.Ora il viaggio a Meda è di nuovo alle porte, il Renate galleggia appena sopra il pelo d’acqua dei playout, l’avvento di Colella in panca li ha rigenerati, a Piacenza sabato stavano per afferrare il bottino, insomma sono tranquillizzanti quanto un serpente a sonagli. È giunto il momento che Bassano faccia la voce grossa anche là, chi c’è passato e porta le cicatrici dell’amarezza addosso sa a cosa ci riferiamo. E’ l’ora della resa dei conti.
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Tifosi euforici e preoccupati, in quanti con il Venezia per festeggiare la Lega Pro? Dopo il bel 4-1 sul Belluno davanti ai 2.400 del Penzo, il team arancioneroverde proverà a conquistare domenica il punticino della matematica promozione. A ospitare Soligo e compagni (ore 15) sarà l’Union Ripa Fenadora, il cui campo sportivo a Rasai di Seren del Grappa (1.050 posti la capienza compresi 250 posti in piedi) non fa dormire sonni tranquilli agli appassionati che già pregustavano un esodo ben più massiccio rispetto ai 400 di Este. Questa mattina in prefettura a Belluno è in programma il summit decisivo per confermare il via libera che la Questura locale, dopo un sopralluogo, ha già dato alla Fenadora per ospitare il Venezia. Le prime indicazioni riferivano di un’inversione dei settori, con la tribuna coperta da 500 posti riservata agli ospiti e i tifosi di casa dirottati nella laterale da 300. Tuttavia stando alle ultime voci il numero dei biglietti per i tifosi lagunari salirà a 7-800 (in vendita da giovedì o venerdì) anche in considerazione delle indicazioni del Venezia che da subito ha ventilato a chi di dovere la possibilità di un seguito molto numeroso. «Speriamo di essere almeno 6-700 – così Andrea Vianello della Curva Sud che sta già organizzando un secondo pullman (info 340-4675054) – è quindi un po’ triste che una gara tanto importante venga “costretta” in un campo così piccolo». «A nostro avviso saremo più di un migliaio – alza il tiro l’associazione VeneziaUnited – e dispiace che un simile contesto sacrifichi una partecipazione massiccia ad un appuntamento comunque storico. Lo scorso anno la partita del Padova era stata spostata a Feltre che sarebbe certamente una sede più adatta. Peraltro se Feltrese e Fenadora stanno per unirsi, non crediamo sia impossibile uno scambio di sede per le rispettive partite». Ieri sera il presidente Joe Tacopina (domani di rientro a New York) è intervenuto alla conviviale del Panathlon Mestre e stasera parteciperà alla cena per il 62. anniversario del Lions Venezia Host Club a Ca’ Sagredo
Ore 18.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Saranno le vette tra Feltre e il Grappa a fare da cornice, domenica prossima, all’imminente promozione del Venezia in LegaPro. Il 4-1 di domenica al Penzo sul Belluno è stato un ulteriore passo di avvicinamento, ma il pareggio del Campodarsego (0-0 con il Tamai) ha impedito ai tifosi arancioneroverdi di stappare le bottiglie di champagne. Festa rinviata, dunque, anche se con 9 punti e tre gare da disputare manca un’inezia. Basterà pareggiare con l’Union Ripa La Fenadora per essere sicuri della promozione ed è per questo che la tifoseria si sta già organizzando per la trasferta di Seren del Grappa. Con qualche incognita legata alla capienza dello stadio della frazione di Rasai, dove si disputerà la partita: ieri il primo sopralluogo allo stadio e oggi il vertice in questura per la logistica. La società arancioneroverde attende di conoscere la quantità di biglietti da mettere in prevendita anche se, dalle prime indicazioni, dovrebbero essere circa 800 i tagliandi destinati alla tifoseria veneziana. Probabile anche l’inversione dei posti in tribuna: quella normalmente riservata ai tifosi di casa, più capiente, sarà a disposizione degli ospiti. Intanto il Venezia ha messo un altro punto esclamativo sulla stagione, con una prestazione convincente che ha divertito i tifosi e il presidente Joe Tacopina in procinto di ripartire per gli States: staserà sarà ospite del Lions Club di Venezia e sarà in laguna per le due partite conclusive con Giorgione e Triestina. Non è stata comunque una partita in discesa, quella con il Belluno, andato in vantaggio alla mezz’ora. Ma nel secondo tempo è uscito il predominio arancioneroverde. «Abbiamo dominato, volevamo i tre punti a tutti i costi», commenta Emilio Volpicelli protagonista positivo del match, autore del terzo gol e di giocate spettacolari. E proprio la scelta di mister Favarin di posizionare Volpicelli sulla fascia si è rivelata vincente: «Avevamo preparato la partita su questo. Sono felice del gol e della prestazione, ma con un gruppo così viene tutto facile».
Ore 17.50 – (La Nuova Venezia) Count-down per il Grande Esodo. Non sarà come quello forse irripetibile di Cesena (1991), nemmeno quello di Sesto San Giovanni (1988), Ravenna (2001) o Jesolo (2006), però i tifosi del Venezia sono pronti a trasferirsi in gran numero a Rasai, frazione di Seren del Grappa, che si trova a meno di un chilometro e dove gioca le partite casalinghe l’Union Ripa La Fenadora. Campo “formato ridotto” nella piana bellunese, millecinquanta persone al massimo, con la tribuna più grande (500 posti) che dovrebbe essere destinata ai tifosi del Venezia, un altro settore a sedere (300 posti) e una parte in piedi (200). Il questore di Belluno ha effettuato un sopralluogo venerdì all’impianto di Rasai, dando il suo benestare alla disputa della partita, questa mattina è previsto un vertice in questura a Belluno per definire nei dettagli le modalità organizzative per la partita di domenica. «Eravamo stati invitati anche noi» spiega il direttore generale Dante Scibilia, «ma in contemporanea c’è a Venezia un incontro al Penzo per l’amichevole dell’Under 21 azzurra a inizio giugno». Oggi saranno ufficializzate le modalità della prevendita, quanti biglietti verranno spediti dall’Union Ripa al Venezia e il loro costo, ma anche la dislocazioni dei parcheggi, la viabilità di accesso all’impianto di Rasai e gli ingressi separati per le due tifoserie. Curva Sud VeneziaMestre in visibilio, domenica con il Belluno, e già in proiezione trasferta a Rasai. «Un pullman è già stato allestito» conferma Andrea Vianello (Curva Sud), «ne abbiamo un altro a disposizione. Siamo sempre stati vicini alla squadra in questa stagione in serie D, domenica dobbiamo essere in tanti a festeggiare il ritorno il Lega Pro». Le prenotazioni per il secondo pullman possono essere fatte chiamando il numero 340 – 4675054. «Partiremo dal People Mover, a Venezia, a mezzogiorno» aggiunge Riccardo Castagna, «e da piazza Barche alle 12.30». Il costo della trasferta è di 15 euro. Un pullman è già stato allestito anche dall’associazione Venezia United, bruciati i posti a disposizione già nel primo pomeriggio, il costo era 12 euro per i soci e 15 per i non soci (biglietto della partita a parte), ritrovo al parcheggio Eurospin del Nuovo Parco Catene, in via Bottenigo a Marghera, alle 10.30 a, partenza attorno alle 11.30 con pranzo al sacco all’arrivo. Molti tifosi, comunque, raggiungeranno Rasai di Seren del Grappa con mezzi propri considerando anche la vicinanza del centro bellunese con Feltre. Intanto la squadra è a riposo fino a domani pomeriggio, Denis Maccan ha un’infiammazione al ginocchio, da valutare i tempi del rientro. Doppio appuntamento per Joe Tacopina: ieri sera ospite del Panathlon di Mestre, oggi del Lions Venezia Host Club. Il presidente riparte domani per New York e tornerà a Venezia il 30 aprile. Oggi doppio appuntamento con il Progetto Scuola: Volpicelli e Lattanzio saranno alla Battisti, Di Maio e Taddia alla Pellico.
Ore 17.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Dieci punti nelle ultime quattro partite e il Vicenza, dopo parecchio tempo, esce dalla zona playout, obiettivo che, anche se parziale, è senza dubbio importante. Franco Lerda ha già archiviato il successo sulla Ternana ed è già concentratissimo sulla sfida di stasera a Salerno. «Noi stiamo bene — sottolinea il tecnico del Vicenza — contro la Ternana c’è chi ha rimediato qualche acciacco ma nulla di importante. Giacomelli ha mostrato di essere in recupero e Galano lamenta ancora un dolore al fianco, ma entrambi dovrebbero essere a disposizione. La squadra sa che contro la Salernitana giocherà una sfida di straordinaria importanza perché affrontiamo una squadra forte che davanti si suoi tifosi è un avverario molto complicato. Finora abbiamo sempre detto che per noi ogni partita è uno spareggio, ma questa lo è per davvero perché fare punti contro la Salernitana vorrebbe dire tenere lontani i nostri avversari e muovere ancora la classifica. Loro vengono da una vittoria in casa contro il Lanciano e sono reduci da un pareggio su un campo difficile come quello di Vercelli, per cui significa che stanno bene, ma da quel punto di vista anche noi viviamo un buon momento». Dopo la partita di sabato il tempo per recuperare è stato poc, ma questo vale anche per gli avversari dei biancorossi. «Domenica mattina abbiamo svolto un allenamento defaticante e poi una seduta più rigenerante. Abbiamo ancora un po’ di tempo davanti per recuperare completamente e sono fiducioso che la squadra saprà presentarsi bene in una partita che per noi è “la” partita». Lerda non vuol sentire parlare di tattiche e atteggiamenti prudenti e difensivi: vuole che il suo Vicenza giochi coma ha dimostrato di saper fare. «La mia squadra scende in campo sempre per vincere — scandisce l’allenatore biancorosso — questo è sempre stato il nostro obiettivo primario e deve essere la nostra costante, la nostra prerogativa. Poi è chiaro che in campo ci sono anche gli avversari, che le componenti e gli episodi che determinano un risultato sono tanti, e quindi se alla fine dovessimo conquistare un pareggio andrebbe bene lo stesso. Sarà importante dare tutto quello che abbiamo, e confermare in campo di avere quei valori e quelle qualità che ci hanno permesso di ottenere gli ultimi risultati». Insomma, Lerda punta al bersaglio grosso, com’è giusto che sia visto che si tratta di uno scontro diretto. «Per ottenere un certo obiettivo bisogna sempre puntare in alto e questo è quello che dobbiamo fare». Il traguardo da tagliare è quello della permanenza in serie B, ma per centrarlo bisogna giocare senza flessioni altre sei gare. «In questo momento l’unica cosa da fare è preparare una partita alla volta — sottolinea Lerda — fare calcoli o tabelle, non serve. Li potremo eventuale fare dopo il match di Salerno, ma prima giochiamo questa sorta di spareggio perché per noi è la partita che può valere una stagione». Potendo togliere qualcuno alla Salernitana, il tecnico del Vicenza eliminerebbe dal campo gli attaccanti. «Coda sta vivendo un momento importante ma tutta la squadra sa essere pericolosa. Sarà un match complicato, ma lo sarà anche per i nostri avversari». Questa la probabile formazione del Vicenza: (4-2-3-1) Benussi; Sampirisi, Adejo, Brighenti, D’Elia; Signori, Moretti; Vita, Galano, Sbrissa; Ebagua. All. Lerda
Ore 17.00 – (Giornale di Vicenza) È la gara della verità per la Salernitana, che all’Arechi cerca punti preziosi e prova a dare continuità al successo col Latina e al pari di sabato in casa della Pro Vercelli. Il tecnico dei granata, Leonardo Menichini, deve fare i conti con alcuni giocatori in condizioni precarie.Colombo e Odjer sono fra i convocati, ma non al top. Lo stesso Bernardini è in dubbio. Come sta la squadra? «Il turno infrasettimanale ci ha concesso pochissimo tempo per preparare la partita contro il Vicenza e in questo momento sto cercando di capire quali sono gli uomini che hanno recuperato meglio lo sforzo fisico di sabato. Abbiamo anche qualche giocatore con piccoli problemi e in mattinata faremo un risveglio muscolare. Difficilmente Odjer sarà della gara mentre Bernardini ha dato la sua disponibilità, valuterò anche le sue condizioni». Il morale dei granata è comunque abbastanza alto. «La squadra sta bene: avremmo tutti preferito vincere a Vercelli, sarebbero stati due punti in più fondamentali ma questo fa parte del passato, ora dobbiamo pensare al Vicenza e concentrarci per fare una grande partita contro una delle squadre più in forma del campionato». Menichini ha ancora qualche dubbio di formazione: «Non ho ancora scelto l’undici che partirà dall’inizio, voglio confrontarmi anche con l’area medica e capire chi sta meglio e in base agli uomini a disposizione sceglierò l’atteggiamento migliore». Che gara si aspetta? «Il Vicenza è una squadra che ha raccolto molti meno punti di quelli che avrebbe meritato: un gruppo formato da giocatori giovani ed esperti, con ottime individualità e una buona condizione psicofisica. In questo momento è un avversario molto temibile. Perciò dobbiamo essere bravi, pazienti e rimanere sempre lucidi. Dobbiamo dare tutto per il nostro pubblico». Si va verso il 5-3-2. Dubbio in difesa con Bernardini non al meglio, quindi dovrebbe essergli preferito Bagadur. In attacco Bus è in vantaggio su Donnarumma.
Ore 16.40 – (Giornale di Vicenza) I punti in palio sono sempre tre. Ma quando la stagione arriva al culmine, alcune partite contano più di altre: è il caso di Salernitana-Vicenza, la sfida che attende i biancorossi stasera alle 20.30 nel catino ribollente dell’Arechi. Il tecnico Franco Lerda non si nasconde: «Da quando sono qui, affrontiamo ogni incontro come se fosse uno spareggio, ma questo lo è davvero ed ha un’importanza straordinaria», conferma.RICARICA RAPIDA. C’è stato pochissimo tempo per recuperare le energie dopo il successo sulla Ternana, ma l’allenatore biancorosso è fiducioso: «Nel complesso direi che stiamo bene. Chiaro, non è che siamo al massimo, ma c’è chi è al 90 per cento, chi al 70, in generale comunque siamo nelle condizioni giuste per affrontare la partita. In particolare, sono sicuro che abbiamo “assorbito” mentalmente la vittoria con la Ternana e siamo pronti per l’approccio a questa sfida, perché le gambe contano, ma la testa in queste situazioni ancora di più, fa la differenza».G&G OK. Tra i vari acciaccati, preoccupavano soprattutto le condizioni di Galano e Giacomelli: «Sono abbastanza ottimista per entrambi – assicura Lerda – Galano avvertiva ancora un po’ di dolore al fianco sinistro, ma ha svolto regolarmente la rifinitura con il gruppo. E Giacomelli probabilmente sta un po’ meglio della settimana scorsa, visto che dopo lo spezzone giocato sabato non ha avuto un riacutizzarsi del dolore alla caviglia destra, quindi entrambi sono a disposizione».X2. Se dovesse giocare la schedina, è evidente che all’allenatore del Vicenza, classifica e calendario alla mano, potrebbero andare bene due risultati su tre. «Ma noi dobbiamo affrontare ogni gara determinati a vincerla, consapevoli di avere le possibilità per farcela e disposti a dare tutto per raggiungere il successo – premette – Detto questo, il risultato poi è figlio di mille variabili e giocare al massimo potrebbe non bastare per avere la meglio. Del resto, non è che siamo diventati il Barcellona e da qui alla fine possiamo pensare di riuscire a vincerle tutte… Stiamo meglio, non siamo più sotto un treno, ma per salvarci bisognerà essere comunque pronti a soffrire, a strappare punti ovunque. E allora, se alla fine stasera arrivasse solo un pareggio, sarebbe comunque un risultato che ci potrebbe far piacere, mentre immagino che la Salernitana ne sarebbe scontenta».AMBIENTE CALDO. Lerda sa bene che la sua squadra all’Arechi sarà accolta da un clima rovente: «Scenderemo in un campo particolarmente difficile, oltretutto contro una squadra motivatissima e reduce da una serie di risultati nel complesso positivi – osserva – Anche noi però siamo in crescita, abbiamo la fiducia e la serenità per affrontare questa partita nel modo giusto». Nella Salernitana saranno due gli “osservati speciali”: «Gli attaccanti Coda e Donnarumma stanno vivendo un periodo particolarmente positivo – sottolinea Lerda – segnano con continuità e stanno facendo la differenza in positivo, dovremo fare molta attenzione».ALL’ATTACCO. Anche il Vicenza, però, può contare su un attaccante ritrovato come Giulio Ebagua (4 gol nelle ultime 3 partite giocate): «Sono molto contento per lui, ma voglio ribadire che a me è piaciuto anche Raicevic sabato – dice il tecnico biancorosso – Magari non è riuscito a segnare, ma quello è secondario: era al posto giusto, si è fatto trovare pronto, con il giusto atteggiamento. E poi ha segnato pure Vita, a conferma del fatto che, con il nostro sistema di gioco, spesso anche gli esterni hanno l’opportunità di concludere a rete. Speriamo di continuare così».
Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ad ora di cena, l’aperitivo di serie B. Quella sul campo se l’è presa il Cittadella, dopo un solo anno di purgatorio. A tratti imbarazzante, la superiorità mostrata dalla squadra di Venturato da fine agosto a oggi. Tutto meritato, stop. La serie B in gradinata, invece, l’hanno assaggiata anche i 150 tifosi del Pordenone. Clima di festa, al Tombolato, che non sarà il Via del Mare di Lecce – per restare in categoria – ma ha saputo scaldarsi anche in una serata fresca e ventosa. Tremila o poco meno, gli spettatori. Colpo d’occhio della tribuna opposta notevole. Solo il Moccagatta di Alessandria, gradinate vecchie ma con su scritta la storia del secolo scorso, aveva dato una spinta simile. Insomma, partita e atmosfera che tutte e due le squadre vogliono diventi un’abitudine. Per un tempo, però, ci sono state due curve del Pordenone. Causa un disguido, infatti, durante i primi 45′ minuti i supporters neroverdi hanno occupato un lato della tribuna centrale e allo stesso tempo un altro della gradinata opposta. Insomma, un tifo stereo che ha reso un pò più pordenonese il Tombolato, mettiamola così. All’intervallo, il ricongiungimento, con i tifosi del Pordenone che finalmente sono riusciti a fare massa. E chissà che Strizzolo non avesse voluto aspettare proprio la reunion, per regalare l’urlo del pareggio. Importa poco, la curva si è sentita e basta questo. E come la serie B, che si è annusata sia sul campo che sui gradoni di ferro del Tombolato, lo stesso si può dire della maturità. Il Pordenone ha rischiato di uscire indenne dalla centrifuga granata: i suoi tifosi sono diventati una vera curva da trasferta. A fine gara, la festa Promozione a Cittadella. Lo stadio diventa solo granata e compare una grande B su sfondo giallo. Quella neroverde resta un sogno. Per ora.
Ore 15.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Tre a uno all’andata, tre a uno al ritorno. Il più miope dei miopi, la leggerebbe così: non è cambiato niente, Cittadella e Pordenone abitano ancora uno su Marte e l’altro su Venere. In realtà la partita del Tombolato ha allineato i pianeti, e ha detto che il Pordenone, in un girone, ha colmato il gap e può giocarsela alla pari con tutti. Anche contro i marziani di categoria. E sono queste, le prime considerazioni che escono dalla bocca di Bruno Tedino: «All’andata ci hanno asfaltati, messi a terra – dice il trainer neroverde -, stavolta non si capiva quale fosse la capolista». Capito? Non si legga il risultato, insomma. Si analizzi la partita. E l’analisi è lucidità, oltre la delusione. «Siamo rimasti molto male – ammette Tedino – ma non molliamo niente. Il risultato è stato clamorosamente bugiardo e un pareggio sarebbe stato più giusto. La partita l’abbiamo interpretata molto bene, con le mezze posizioni create per mettere in difficoltà il Cittadella, costretto a fraseggiare poco e lanciare molto. Ci siamo riusciti, rimanendo in partita fino al 90′, ma a causa di due eurogol ora ci lecchiamo le ferite. Se dovessimo giocare ancora così, raggiungeremmo un ottimo obiettivo. Il quarto posto? Non cambia niente. Ci servono cinque punti per i playoff». Nel post partita del Tombolato, poi, parla Emanuele Berettoni, alla sua miglior partita col Pordenone: “Alfonso mi ha negato due volte il gol – dice rammaricato -, si vede che non voleva entrare. La seconda parata è stata pazzesca. Non usciamo ridimensionati. Anzi, da questa partita possiamo trarre molte cose positive. Peccato, perché siamo stati un pò ingenui: la palla del 2-1 era nostra e l’abbiamo persa. Adesso prepariamo la partita contro il Cuneo in modo da non consentire alla sconfitta di lasciare strascichi. Chiude il tecnico grantata Venturato: «Il pordenone è pronto per la B». Ora la situazione playoff è la seguente: Pordenone quarto sotto l’Alessandria (a pari punti ma in difetto quanto a scontri diretti) e a più cinque sul Padova (ieri vincente 4-2 contro l’Albinoleffe). I biancoscudati sognano ancora il colpaccio. Domenica al Bottecchia arriverà il Cuneo.
Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Finisce con l’invasione di campo dei supporters del Cittadella che trascinano un bandierone granata con una grande B al centro. Rispondono ai «colleghi» della gradinata che sventolano uno striscione con la scritta «un sogno che si avvera». Festa tutto sommato contenuta di chi aspettava la certezza matematica come un atto dovuto. Sbucano comunque anche le magliette celebrative con i nomi di tutti i protagonisti della cavalcata verso la serie cadetta e lo spumante per bagnare il salto di categoria, mentre gli altoparanti sparano le note di «we are the champions» dei Queen. Giusto che finisca così per ciò che ha fatto il Cittadella nella stagione dominata. Non tanto per quello che si è visto in campo nel match con un Pordenone che ha lottato senta timori riverenziali e che sino all’87’ aveva messo tatticamente in scacco i più esperti e quotati avversari. Venturato ha avuto bisogno prima di una prodezza di Lucas Chiaretti, italo-brasiliano di Belo Horizonte, per sbloccare il risultato (16′), poi di un eurogol di Scaglia per tornare in vantaggio (87′) dopo il pareggio di Strizzolo (67′) e infine (93′) del sigillo di Coralli (bomber di coppa) per dare il via ai festeggiamenti. Gli ultimi due pescati dalla panca tanto per confermare la profondità della rosa a sua disposizione. Il trionfo granata lascia il Pordenone al quarto posto, ma non lo ridimensiona. I ramarri avranno altre tre gare per consolidare e persino migliorare la loro posizione. Tedino rinincia a Cattaneo e si affida a una sorta di tridente o albero di Natale con Strizzolo prima punta e Filippini e Berettoni larghi e pronti ad abbassarsi a livello dei centrocampisti. Invariato il resto della formazione. Solito 4-3-1-2 per Venturato con il fantasista Chiaretti alle spalle di Litteri e Bizzotto. Subito avanti il Cittadella. Già al 2′ Litteri entra in area, va a impattare sulle gambe di Pederzoli e reclama il rigore. Robilotta lo ammonisce per simulazione. Al 6′ grande risposta di Tome su siluro da fuori area di Benedetti. Rompe l’assedio Berettoni (8′), anche lui dalla lunga distanza. La palla sfiora legno alla sinistra di Alfonso. Il Pordenone c’è. Strizzolo di testa (9′) devia mezzo metro sopra la traversa e poco dopo, sempre di testa, impegna severamente Alfonso. Un minuto dopo lo show di Chiaretti che finta su Stefani e di sinistro spedisce nel 7 alto alla destra di Tomei. Accusano i neroverdi che reagiscono solo in chiusura della prima frazione senza fortuna con Berettoni (35′) e Boniotti (38′). Tomei si oppone ancora alla grande a un piazzato di Lori (47′). Poi riprendono campo i ramarri e Alfonso ribatte un tacco di Pasa da sottomisura su invito di Martin. C’è più Pordenone che Cittadella e infatti al 67′ Strizzolo pareggia servito alla perfezione da Berettoni. Venturato deve ricorrere alle forze di riserva e manda in campo Corallo e Lora. È quest’ultimo che gli toglie le castagne dal fuoco con una botta al volo su cross di Benedetti all’89 e 4’dopo chiude i conti Corallo, resistendo all’opposizione di Stefani, saltando Ingegneri e infilando Tomei per dare il via alla festa granata.
Ore 15.10 – (Messaggero Veneto) La situazione adesso è chiara: col Padova vittorioso a Bergamo – 4 a 2 con l’Albinoleffe – sono quattro le squadre in corsa per la postseason, ovvero il Bassano (adesso secondo a quota 58), l’Alessandria (terza a 56 punti e in virtù degli scontri diretti), il Pordenone (quarto a 56) e appunto i biancoscudati, quinti con 51 e tutt’altro che tagliati fuori. La squadra di Pillon, infatti, deve affrontare nelle ultime due giornate il Bassano (al Mercante) e l’Alessandria (all’Euganeo): se batte le due e pure la Giana Erminio domenica prossima arriva a 60 e rischia di estromettere una delle squadre da sempre in lotta per la post-season. Come ha detto Tedino in conferenza stampa, il Pordenone per essere certo di approdare ai play-off deve riuscire ad arrivare a 61 punti, quota appunto non raggiungibile dal Padova: così rimarrebbe tra le prime quattro e respingerebbe anche l’eventuale assalto dell’Ancona, quarto nel girone B che può arrivare al massimo a 59 punti. Alla truppa neroverde servirà così partire subito forte domenica prossima, quando affronterà in casa il Cuneo (il via alle 18, prevendita attiva da ieri attraverso i soliti circuiti). Per questo la squadra riprenderà a lavorare già da oggi pomeriggio, quando alle 15 è fissata la ripresa al De Marchi. Dopodiché i ramarri affronteranno un Pavia già fuori da tutto sabato 30 aprile al Fortunati e, quindi, domenica 8 maggio al Bottecchia la Giana: il cammino non è così tosto, ora basta portare la vettura al traguardo e non sbandare.
Ore 14.50 – (Messaggero Veneto) Mentre sul campo impazzano i festeggiamenti in un’altra giornata storica per il Cittadella – promosso dopo un solo anno di purgatorio in Lega Pro – nello spogliatoio del Pordenone c’è amarezza e tanta rabbia. Il punto era lì, a un passo, ma l’eurogol di Lora ha tagliato le gambe ai neroverdi e a Bruno Tedino, che entra in sala stampa piuttosto abbacchiato. «Fa male, malissimo, uscire dal terreno di gioco con questo risultato – attacca il tecnico dei ramarri –. Il pareggio era ciò che sarebbe stato più giusto, sino al 90’ siamo sempre stati in partita e soprattutto abbiamo raggiunto il Cittadella, che era passato in vantaggio. Peccato, ci lecchiamo le ferite perché la squadra meritava qualcosa di più dopo una prestazione del genere». Tedino analizza il match: «L’abbiamo interpretato molto bene, costringendo i granata al lancio lungo e non al solito fraseggio. Abbiamo avuto diverse occasioni, sia nel primo tempo sia nella ripresa, che purtroppo non sono bastate. Torniamo però a casa soddisfatti, da un lato, perché la prestazione è stata notevole e da questo bisogna ripartire per affrontare il Cuneo al meglio domenica». Il Pordenone scivola al quarto posto in classifica, ma questo non rappresenta un problema. «Andiamo avanti per la nostra strada, consapevoli che ciò che abbiamo fatto sinora non è sufficiente – afferma Tedino –. Dobbiamo guardare la prestazione ed esserne contenti. Non si è vista la differenza tra noi e la capolista. E questa è una sconfitta decisamente diversa da quella dell’andata, dove abbiamo meritato di perdere. Per quanto riguarda la classifica – continua – è chiaro che mancano 5 punti e che con quelli siamo sicuri di centrare il traguardo: a questo punto vediamo di farli prima possibile». E mentre Roberto Venturato, tecnico del Cittadella, fa i complimenti al Pordenone («Può arrivare in serie B attraverso i playoff, è una squadra allenata molto bene»), arriva in sala stampa il migliore dei neroverdi ieri sera, Emanuele Berrettoni, che definisce lui e i suoi compagni «arrabbiati per il verdetto del match, assolutamente ingiusto. Abbiamo disputato un’ottima partita: usciamo sconfitti ma non ridimensionati da questo match. Abbiamo giocato alla pari e, a tratti, anche meglio del Cittadella. Andiamo avanti così, consapevoli di ciò che è stato fatto oggi (ieri, ndr) e di ciò che possiamo prendere proseguendo su questa strada». Non è bastata così la miglior prestazione in neroverde della punta ex Verona, pimpante atleticamente e deliziosa sotto il profilo della rifinitura. «Serve a poco – afferma –, anche se Alfonso ha compiuto due grandi parate sui miei tentativi. Sono ancora arrabbiato per come è finita questa gara, forse sulla palla da cui è nato il gol di Lora potevamo fare di più. Ora rimettiamoci al lavoro e pensiamo al Cuneo». Delusi i 150 spettatori neroverdi arrivati al Tombolato: la rete del 2-1 è arrivata sotto il loro spicchio, quello sistemato nella parte opposta alla tribuna centrale, dove tutti i tifosi del Pordenone sono emigrati nella ripresa dopo essere stati sistemati da parte della società di casa in due tribune diverse prima della gara.
Ore 14.30 – (Messaggero Veneto) Finisce come in pochi si aspettavano: 3-1 Cittadella, granata promossi in B (serviva la vittoria) e Pordenone che rimane al quarto posto. Ecco il verdetto del posticipo del 31º turno del girone A di Lega Pro, il big match che vedeva opposte la capolista e la sua vice. Ramarri ko dopo due successi di fila, ma non ridimensionati, anzi. Perché il 2-1 arriva all’88’ in virtù di un eurogol di Lora e il 3-1 nei minuti di recupero ad opera di Coralli. Per blindare i play off servirà aspettare ancora, seppur il ko dell’Ancona di domenica scorsa con la Spal inviti alla fiducia: il margine sulla peggior quarta è di 6 punti. Ritmi alti. Ripone nel cassetto la soluzione trequartista, Bruno Tedino: spazio al tridente in liena, con Cattaneo fuori e Berrettoni sulla destra, Filippini (riproposto dal 1’) dalla parte opposta e Strizzolo al centro. Di fatto è lo stesso terzetto che, sabato scorso, ha risolto la partita con la Feralpi, realizzando tre reti nella ripresa. Il 4-3-3 si trasforma in 4-1-4-1 in fase difensiva, con Pederzoli più “basso” per cercare di sporcare le linee di passaggio destinate a Chiaretti, il fantasista, l’arma in più del Cittadella. L’inizio – andando al cuore del match – è vivace. Il Cittadella alza subito la temperatura, imprimendo un buon ritmo, tanto che al 7’ Tomei deve distendersi per deivare un bel tiro mancino di Benedetti. Il Pordenone però c’è, eccome, tanto che nel giro di 2’ fa male prima con Berrettoni (Alfonso devia in angolo) e quindi con Strizzolo, che dal corner manda a lato di testa. Ancora ramarri pericolosi con Strizzolo che sfiora il gol dopo un’uscita di Alfonso: salva Pascali sulla linea. Quindi il lampo granata. Schenetti infila per Chiaretti che controlla di destro e rientra sul sinistro. Stefani perde le coordinate e il fantasista carica il mancino: palla nell’angolo e rete. Reazione. È’ buona la prestazione del Pordenone, al di là del gol e, a metà frazione, del 2-0 sfiorato dai locali con Litteri (diagonale fuori). I neroverdi giocano, agevolati anche dallo spazio che i granata lasciano in mezzo, ma faticano a trovare il colpo risolutore negli ultimi 16 metri. Berrettoni si rende pericoloso con un gran diagonale da fuori area al 35’, Alfonso vola e devia in corner. Intervento decisivo. I “ramarri” ci sono e, al 39’, sfiorano un’altra volta gol con Boniotti, che manda alto da ottima posizione dopo assist di Mandorlini. Il tempo finisce qui e, dati alla mano, sono i boys di Tedino ad aver avuto più occasioni pericolose. Si va alla ripresa. In cui, al 1’, se il Pordenone rimane in gara lo deve a Tomei: il portiere vola a deviare un gioiello su punizione di Iori dal limite dell’area. Intervento provvidenziale, decisivo nel portare poi i ramarri al pari. Che arriva al 22’. Palla per Berrettoni dentro l’area, cross sul secondo palo dove Strizzolo – libero – insacca: 1-1. Ottavo gol per il centravanti, eroico a essere rimasto in campo dopo una botta rimediata poco prima. La gara sembra ormai chiusa quando, al 43’, arriva la rete che non ti aspetti. Cross dalla sinistra di Benedetti, tiro al volo di destro di Lora: conclusione a incrociare, splendida, che si insacca dalla parte opposta. E’ il 2-1, esplode il Tombolato. E non è finita, perché nel recupero Coralli, dopo azione personale, sigla il 3-1. Titoli di coda, Cittadella in B, il Pordenone rimane quarto, con qualche rimpianto.
Ore 14.10 – (Gazzettino) Eccola, finalmente, la serie B. Strameritata dal Cittadella e strappata sul filo di lana di una partita che sembrava destinata all’1-1, risultato che di fatto avrebbe costretto la truppa di Venturato a rimandare ancora una volta i sogni di gloria. Invece il miracolo si è compiuto. E il destino ha voluto che a illuminare la serata del Tombolato siano stati i due giocatori che più di ogni altro incarnano il vero spirito granata. Filippo Lora, una carriera sin qui tormentata dagli infortuni ma un carattere di ferro che gli ha permesso sempre di ripartire più forte di prima, ha firmato al novantesimo il 2-1 con una splendida girata al volo. Poi ci ha pensato il mitico Ciccio Coralli, beniamino indiscusso dei tifosi, a chiudere definitivamente i conti con un gol da vero centravanti d’area, trasformando in realtà quel suo desiderio di realizzare al Tombolato proprio nel giorno della promozione la sua rete numero 55 con la maglia del Cittadella. Ed è esplosa la festa, emozionante, coinvolgente, passionale. Uno scenario da brividi. Il suggello per una società che vive di competenza e serenità grazie alle indiscusse capacità gestionali e morali del presidente Gabrielli e del direttore generale Marchetti. Il suggello per un allenatore, Venturato, arrivato in punta di piedi per raccogliere la pesante eredità di Foscarini ma che con il lavoro, le idee e i risultati ha conquistato la fiducia di tutti. Il suggello per una squadra che ha costruito la sua forza nell’armonia dello spogliatoio. LA PARTITA. Parte forte il Cittadella. Bastano dodici secondi a Litteri per minacciare la porta avversaria. Lo stesso attaccante, dopo una bella combinazione con Chiaretti, entra in area e contrastato da Pederzoli cade a terra. Il Tombolato chiede il rigore, ma l’arbitro è di parere contrario e ammonisce Litteri per simulazione. Pericoloso anche un sinistro in corsa di Benedetti sventato con i pugni da Tomei. Il Pordenone non sta però a guardare. Pasa mette i brividi ad Alfonso, poi ci prova per due volte Strizzolo di testa: provvidenziale nella seconda occasione l’intervento di Scaglia a portiere battuto. Un’altra protesta arbitrale per un fallo non ravvisato su Chiaretti proprio sotto la panchina granata fa saltare i nervi al diggì Marchetti che viene espulso. La reazione del Cittadella è rabbiosa e porta aell’1-0 (16′): bellissimo il fraseggio a palla radente tra Schenetti e Bizzotto il quale libera di tacco Chiaretti, geniale la giocata del brasiliano che dopo un dribbling a rientrare di mancino manda la sfera sotto l’incrocio. Dopo una prima parte di gara così vibrante le squadre tirano un po’ il fiato. Alla mezz’ora la partita torna ad accendersi. Ci prova Litteri che vince il duello fisico con Ingegneri e da posizione defilata cerca il secondo palo, la risposta degli ospiti è affidata ancora a un destro di Berrettoni che esalta le doti acrobatiche di Alfonso. Il Pordenone si rende di nuovo pericoloso al 38′: Berrettoni punta in area Benedetti e poi di sponda libera Boniotti che da posizione favorevole non inquadra la porta. Spingono gli ospiti alla ricerca del pareggio. La squadra di Tedino si muove sul campo in maniera rapida, sfruttando sempre le corsie esterne. A mettere in difficoltà i granata è soprattutto la posizione di Berettoni che si muove tra le linee e non dà punti di riferimento. È arrembante anche l’avvio granata del secondo tempo. Chiaretti si procura una pericolosa punizione dal limite, la parabola vellutata di Iori a scavalcare la barriera sembra destinata in rete, provvidenziale ancora Tomei. I ritmi sono più bassi rispetto alla prima frazione e c’è anche meno precisione sul piano tecnico. Il Cittadella sembra avere il controllo della partita, invece arriva il pareggio del Pordenone (22′). Il solito Berrettoni trova un varco per incunearsi nell’area avversaria, cross sul secondo palo dove Strizzolo anticipa Salvi e con un tocco leggero sigla l’1-1. Venturato si affida al fiuto del gol di Coralli (fuori Bizzotto) per riportarsi in vantaggio. Entra in campo anche Lora al posto di Chiaretti. La partita sembra incanalata sul pareggio. Ma allo scoccare del novantesimo il Tombolato si colora di granata. Ed è serie B.
Ore 13.50 – (Gazzettino) Al triplice fischio dell’arbitro, il Paradiso. L’apoteosi. Proprio quando sembrava che la festa dovesse essere ancora una volta rimandata, il gran gol di Lora ha riportato l’euforia tra i tifosi, prima che Coralli siglasse il definitivo 3-1 e desse il “là” ai festeggiamenti. Si sono aperti i cancelli delle due tribune, così i tifosi si sono riversati sul rettangolo di gioco ad abbracciare i propri beniamini, sventolando un enorme striscione dove campeggia una sola lettera, una grande “B”. Una “B” come quella stampata sulle magliette celebrative che i giocatori hanno indossato al termine della partita con il Pordenone, dove si legge “Un anno è Bastato”. Filippo Scaglia adesso dovrà mettere in pratica una promessa: «Non sto affatto male con la barba, ma avevo detto che me la sarei tagliata quando avessimo vinto il campionato. Così farò, ma non subito». Lucas Chiaretti ha realizzato il gol del vantaggio, bellissimo, da vero giocatore brasiliano: «Ero consapevole di poter essere determinante in questa partita, ci ho pensato tutta la settimana per farmi trovare pronto per la squadra». Adesso si raccoglie il frutto di tanto lavoro: «Ce l’abbiamo fatta. Abbiamo sostenuto tanti sacrifici per un intero anno, ci siamo meritati la promozione, con il record di vittorie consecutive». Abbiamo rivisto il Chiaretti migliore con il Pordenone: «Ho festeggiato una promozione con la Lega Giapponese, poi con il Taranto che è fallito, questa è la vera gioia per un campionato vinto, me la godo tutta». E l’anno prossimo? «Sicuramente faremo di tutto per rimanere in B». Giulio Bizzotto è bagnato fradicio come tutti gli altri giocatori, lo spumante continua a scorrere: c’è chi se lo beve e chi lo versa in testa ai compagni di squadra. Dopo la delusione dello scorso anno, il Cittadella si è subito ripreso la B: «Sì», urla a squarciagola il giovane attaccante granata. «Anche se non ho vissuto da protagonista l’ultima stagione, ci ero rimasto veramente male. Per un ragazzo cominciare in quella maniera l’avventura in prima squadra non era il massimo. Dal giorno dopo in cui siamo retrocessi sognavo questo giorno, questa festa, e ce l’abbiamo fatta. Soffrendo, ma vincendo con tre giornate di anticipo». Un’annata meravigliosa, con il record di vittorie consecutive e la finale di Coppa Italia: «È questa la nostra più grande delusione perché potevamo vincere anche questo trofeo. Abbiamo sbagliato il primo tempo della finale di andata a Foggia. Ci sta, può capitare una battuta a vuoto, ma non ci siamo abbattuti, bensì abbiamo ritrovato ancora più energie dalla delusione per chiudere prima possibile i conti in campionato. Con il Pordenone sapevamo che ci sarebbe stato da soffrire, è una signora squadra, compatta e ben messa in campo, ma siamo riusciti a fare tre gol». Sembrava che la festa dovesse essere rimandata ancora: «Sull’1-1 ci abbiamo sempre creduto. È arrivato il grande gol di Lora, quindi Coralli ha chiuso i conti. Penso che la squadra si sia meritata una serata come questa».
Ore 13.30 – (Gazzettino) In un Tombolato in tripudio la festa è grande con giocatori, dirigenti e staff tecnico mescolati ai tifosi. Fradicio dopo gli evviva in campo, Roberto Venturato entra in sala stampa e così commenta questa storica vittoria che ha sancito la promozione diretta in serie B, in un campionato stravinto con tre giornate di anticipo. «Credo che stasera la squadra – sostiene il tecnico granata – abbia fatto una grande prestazione di fronte ad un avversario di prim’ordine e un folto pubblico. Avrebbe meritato di vincere senza soffrire passando in vantaggio e sfiorando la seconda rete. Purtroppo non ci siamo riusciti a chiuderla prima, ma il pari del Pordenone ci ha dato l’opportunità di dimostrare ancora una volta la forza di questo gruppo che ha tirato fuori qualità eccezionali. La squadra ha creato diverse occasioni da gol giocando in modo accorto e rischiando poco». Con uno sguardo al campionato, continua: «Siamo stati in testa per l’intero giorone di ritorno con una continuità che altri non hanno avuto. Il merito di non aver mai mollato è stato premiato da questa conquista della serie cadetta, che è l’obiettivo che fin dall’inizio ci eravamo prefissati. Sapevamo le qualità di questo gruppo, anche contro il Pordenone lo abbiamo dimostrato e adesso possiamo gioire». Un plauso particolare merita Claudio Coralli, autore del terzo gol che ha mandato in visibilio il pubblico granata: «È sempre stato un giocatore importante per questo gruppo. Personalmente lo conosco da quando era ancora giovane, giocava nel Pizzighettone. Il premio di essere riuscito a chiudere la partita con il terzo gol è una piccola favola in questa giornata meravigliosa. Sono contento per lui perchè se lo merita». Venturato non trascura comunque gli altri giocatori: «La nostra forza è comunque quella dell’intero gruppo che da luglio ha lavorato bene crescendo in continuazione e raggiungendo una precisa identità e personalità, oltre ad avere tanta qualità». I meriti vanno quindi allargati all’intero ambiente: «È tutta la realtà del Cittadella che in questo momento ha vinto e sta raccogliendo i frutti di un lavoro svolto con umiltà e perseveranza. In particolare voglio sottolineare le grandi capacità del direttore generale Stefano Marchetti che ha messo insieme una rosa importante e sa gestire molto bene i suoi compiti. Insieme alla famiglia Gabrielli ha costruito una realtà con valori che sanno esprimere un calcio come piace a me». Sulla festa al Tombolato conclude Venturato: «Noi abbiamo pensato a preparare bene questa partita e vincerla. Altri hanno pensato a organizzare questa meravigliosa festa che continuerà e alla quale da adesso penseremo anche noi». Fra il pubblico il presidente Andrea Gabrielli si gode questa conquista per la terza volta della serie B, stavolta in modo strepitoso e con largo anticipo. In particolare il coro «Tutti abbiamo un Angelo» intonato in campo e dedicato al presidentissimo Angelo Gabrielli lo commuove. Anche il pensiero del vice presidente Giancarlo Pavin va con dedica a Angelo Gabrielli e alla sua famiglia. «Sono emozionato – confessa Pavin – i ragazzi volevano questa vittoria che corona il lavoro di un intero anno. Bravi tutti i giocatori, l’allenatore, il direttore e in particolare Andrea Gabrielli che sta sempre più prendendo la passione di suo padre. Speriamo di fare bene anche in serie B». Molte le numerose autorità presenti: c’è anche il sindaco Luca Pierobon, che arriva in sala stampa con il suo predecessore e ora assessore regionale Giuseppe Pan: «La continuità di un lavoro esemplare della società ha dato i suoi frutti. Finalmente ho ammirato un pubblico fantastico, degno di esaltare un grande successo come quello di stasera. Il Cittadella è un esempio da seguire per tutti coloro che fanno sport. Il gol di Lora ha fatto esplodere lo stadio, quello di Coralli è stata davvero l’apoteosi».
Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Sono le 21.55 di lunedì 18 aprile 2016: un momento e un giorno storici per il Cittadella. Il popolo granata è in festa, urla a squarciagola «Serie B, Serie B» e lo può fare, adesso, libero da ogni condizionamento della matematica: la 21ª vittoria in campionato significa promozione. A tre giornate dalla fine, il «sogno», come lo hanno definito i tifosi in uno striscione, «è realizzato». Grande, grandissima squadra, capace, anche nella partita più delicata, di trovare dentro di sè la forza di reagire (al pareggio del Pordenone) e di agguantare un successo che la proietta a 69 punti in classifica, là dove nessuno la può più riprendere. Neanche il Bassano, secondo e staccato di 11 lunghezze. L’invasione di campo è il degno epilogo di una serata che tutti aspettavano con ansia, perché, si voglia o no, con lo strepitoso girone di ritorno di cui si sono resi protagonisti Iori & C. (striscia-record di 11 successi di fila, una sola sconfitta, contro i giallorossi vicentini, il pareggio di Reggio Emilia e ora il trionfo sulla compagine di Tedino) la gente voleva fortissimamente celebrare l’evento qui, nello stadio caro ad Angelo Gabrielli, dove mai in precedenza aveva potuto sprigionare la propria gioia (promozione in B con Glerean nel 2000 a Verona, e ancora promozione in B con Foscarini a Cremona nel 2008). Il tabù è stato infranto, ed è giusto dare sfogo alle emozioni, con il portiere Alfonso che si pone a cavalcioni della traversa della porta a destra rispetto alla tribuna e, come un tribuno, chiama a raccolta i supporter ubriachi di gioia. Gol-gioiello di Chiaretti. Non è stata una gara semplice, eppure la gente ci ha creduto, ed è accorsa allo stadio convinta proprio che fosse l’occasione giusta. Bello il colpo d’occhio della Tribuna Est, un muro umano simile a quello visto nel derby con il Bassano. La coreografia annunciata c’è stata, ma soprattutto si è sentito (finalmente) l’urlo compatto del pubblico (3.000 spettatori sugli spalti): “Citta, Citta”. E gli uomini di Venturato hanno risposto subito nel migliore dei modi, entrando in partita con una determinazione che ultimamente era loro sconosciuta. Ha reclamato un calcio di rigore Litteri, dopo poco più di un minuto, una volta a contatto con Pederzoli all’interno dell’area, spostato sulla destra, ma il bomber obiettivamente ha esagerato, perché (rivista l’azione alla tv) non c’è stato alcun fallo da parte del centrocampista nei confronti dell’attaccante. Da lì in poi le emozioni si sono susseguite una dietro l’altra, prima con una gran botta di Benedetti da fuori ribattuta in tuffo da Tomei e poi, sul rovesciamento di fronte, con un destro angolato di Berrettoni, sul quale Alfonso ha deviato in corner (il tutto al 7’). Dalla bandierina ha calciato Pederzoli e Strizzolo di testa, saltando più in alto di tutti, ha mancato di poco il bersaglio (8’). Ancora la squadra di Tedino si è fatta viva pericolosamente sotto porta, perché, dopo un’uscita un po’ avventata di pugno di Alfonso, è stato sempre Strizzolo a toccare di testa, con Scaglia che davanti alla linea ha fatto diga deviando provvidenzialmente in angolo, con il portiere fuori causa (15’).Un minuto dopo la prima della classe è passata in vantaggio: splendida l’azione sulla fascia destra, avviata da Schenetti, proseguita da Bizzotto, che di tacco ha imbeccato Chiaretti, il quale ha puntato verso la porta, è rientrato sul sinistro, evitando l’intervento di Stefani, e con un tiro a giro ha trafitto Tomei. Sesto centro stagionale per il trequartista brasiliano. Il Tombolato è esploso, il Citta in quel momento aveva in mano la carta che valeva la Serie B. La reazione del Pordenone. Dove i granata si sono mostrati superiori all’avversario nei primi 45’ è stato nella capacità di fare pressing e nello spingere con furore sulla destra, lungo l’asse Schenetti-Bizzotto, cui hanno dato manforte sia Chiaretti che Litteri. Lì i “ramarri” hanno sofferto, anche se la qualità della loro manovra è sempre stata più che buona. Dopo un brivido regalato dal centravanti granata, con un diagonale che ha attraversato tutto lo specchio della porta, senza che nessuno dei compagni fosse pronto ad intervenire (33’), i friulani sono andati vicini al pareggio con Berrettoni, il cui tiro da fuori area è stato neutralizzato con la punta delle dita da Alfonso(33’), e con una combinazione Pasa-Berrettoni-Boniotti che ha portato il terzino destro a calciare alto da ottima posizione (38’). Il pari e l’uno-due finale. Nella ripresa si è giocato a viso aperto. Iori si è visto ribattere in modo portentoso da Tomei una punizione diretta all’incrocio (2’), e a metà del tempo il Pordenone ha agguantato il pari sfruttando un’ingenuità della retroguardia padovana: Berrettoni ha avviato l’azione, dialogando nello stretto con Pederzoli, e ha messo un pallone delizioso sul palo opposto, dove Strizzolo, anticipando Salvi, ha infilato da due passi (22’). Lì Venturato ha azzeccato i cambi: fuori Chiaretti e Bizzotto (più che positiva la loro prova), dentro Lora e “Ciccio” Coralli. E proprio i due neo-entrati hanno spinto il Citta al trionfo. Grandissimo il gol al volo, di destro, del centrocampista su cross di Benedetti, bellissimo e caparbio quello del centravanti, che è partito a sinistra, è entrato in area, e si è portato la palla sul destro, battendo Tomei (48’). Era giusto che ci mettesse pure lui la firma, così come aveva fatto a Cremona otto anni fa. Ed ora la festa. Si è andati avanti sino a notte fonda per celebrare il ritorno tra i cadetti di una società che non ha tradito la promessa sancita quasi un anno fa, dopo la retrocessione seguita a sette campionati di fila in B: tornare là dove si era. Più che una bella favola, questa è la conferma che, quando la serietà e la competenza sono messi al servizio di tutti, i risultati arrivano. Bravo Citta, bravo davvero!
Ore 12.50 – (Mattino di Padova) E alla fine esce fuori il Roberto Venturato che nessuno aveva mai visto prima. Che esulta come un forsennato, si lascia andare agli elogi e si commuove. Perché questo trionfo è anche e soprattutto del tecnico di origine australiana, che dopo qualche anno in chiaroscuro e di inattività può tornare ad assaporare la gioia del trionfo. E con questo fanno quattro campionati vinti in panchina. «L’emozione è grandissima, credo che questo gruppo abbia fatto qualcosa di straordinario», attacca l’allenatore. «Abbiamo compiuto un’impresa e chiudere con un pareggio contro il Pordenone sarebbe stato brutto. Invece ancora una volta abbiamo dimostrato di avere carattere e determinazione». Non c’è più bisogno di usare frasi pacate e toni moderati, com’era abituato a fare l’allenatore nel corso della stagione. È il momento della festa e Venturato se la vuole godere sino in fondo, mentre indossa la maglietta celebrativa ed abbraccia uno ad uno i suoi ragazzi in mezzo al campo. «Siamo stati straordinari», lo ripete tre volte. «Dobbiamo festeggiare alla grande perché il nostro campionato è andato oltre ogni più rosea aspettativa. Abbiamo fatto il vuoto dietro di noi e non era affatto semplice. Merito della grande intensità e applicazione espressa da tutta la rosa». Quando è stato il momento in cui ha capito di aver avuto in mano la promozione? «Undici vittorie di fila ci hanno dato grande consapevolezza. Siamo cresciuti di partita in partita e anche in quest’ultima gara abbiamo sfoggiato il nostra carattere prendendoci la vittoria all’ultimo». E Venturato, se ce ne fosse stato bisogno, ha impresso il suo timbro anche sui 3 punti decisivi, visto che in rete allo scadere sono andati proprio due giocatori entrati dalla panchina: «Il centro di Coralli, per quello che ha fatto negli anni a Cittadella, è una favola. Lora, invece, l’ho inserito per dare più densità e non avevo dubbi sul valore suo e di tutta la squadra». L’allenatore ha anche due dediche per questo trionfo, così distanti tra loro ma allo stesso tempo speciali: «Una va a Stefano Marchetti, grandissimo dirigente, in grado di tessere rapporti importanti e gestire alla grande il suo ruolo societario. La seconda a mia mamma, che è mancata a inizio stagione, ma sono sicuro che dal cielo sarà felice per me». E anche nel bel mezzo del tripudio, viene naturale fare già un pensierino al prossimo campionato di B: «Per me è la prima volta in quella categoria, ci tengo tantissimo e sarebbe un’avventura molto bella. Ci sarà tempo per pensarci, ora godiamoci la festa». Se la vuole godere anche il presidente Andrea Gabrielli, orgoglioso di aver tenuto fede alla sua promessa: «Dopo la retrocessione della scorsa stagione avevamo detto che avremmo fatto di tutto per tornare in B», esulta. «Sono felicissimo che il traguardo sia stato raggiunto più velocemente di quanto ci impiegano mediamente le squadre retrocesse. Qualche tifoso mi chiede già di non soffrire troppo in B. Noi ci proveremo, cercheremo di allestire una bella squadra, ma non dimentichiamoci che per noi la cadetteria è come fosse la Champions League». La dedica infine: «A tutta Cittadella. Perché ha dimostrato di amare alla grande questa squadra».
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Finisce con il popolo granata che si riversa in campo. Finisce con Enrico Alfonso che si arrampica sulla traversa e, da vero aizzapopolo, guida i tifosi nel canto già alzato al cielo dopo la vittoria sul Lumezzane di qualche settimana fa. «Volete che il Citta perda?», l’incitamento goliardico del portiere granata ai sostenitori. «No», la replica dei presenti. «Allora volete che il Citta pareggi?». Altro «No» la risposta. «Ma allora volete che il Citta vinca?». «No» continua il duetto. «Come no, ma allora… cosa volete?». E i tifosi, in coro: «Noi vogliamo la f..a a volontà!». E nessuno può certo offendersi in una serata magica come questa. Finisce con Filippo Lora che scherza: «Se stavolta mi date meno di 7 in pagella, vi entro dritto sulla gambe! Non so se è stato un gol più bello o più importante, diciamo alla pari», scherza poi, per tornare subito serio e tirar fuori la dedica che non ti aspetti: «La dedica va al Signore, che ha permesso tutto questo». Tutto intorno il prosecco scorre a fiumi, e i tifosi reclamano selfie con la stessa facilità con cui sino a qualche minuto prima pretendevano il gol. Intorno a “Ciccio” Coralli c’è forse il capannello più numeroso. «Ho segnato nella gara che vale la promozione come otto anni fa, ma allora, confesso, sentivo di più la partita» racconta, «perché all’epoca il risultato era più incerto, stavolta invece sapevamo che questa promozione sarebbe arrivata. Però è bello essere andato in rete ancora una volta nella gara decisiva. Avevo realizzato un gol simile a questo l’anno scorso contro il Pescara, il dribbling e il tiro a rientrare non sono una novità». Per Lucas Chiaretti «questa è stata la prima promozione vera della mia carriera, mi era già capitato con il Taranto di salire di categoria, ma poi la società era fallita e non me la sono goduta sul serio. Da tempo», confessa il brasiliano, «aspettavo di realizzare un gol come questo, ma sentivo che sarebbe arrivato presto, perché in settimana ero proprio carico». Poco più in là Gianluca Litteri bacia la sua Deborah, e spiega: «Per fortuna non sono stati decisivi, ma secondo me c’erano due falli da rigore su di me. Sono queste le soddisfazioni che rendono bello questo mestiere». Manuel Pascali ha accanto sua madre, che gli passa al telefono il fratello, e lui risponde: «Guarda che ti aspetto qui a festeggiare, eh!». Poi torna tutto per i tifosi: «Ci abbiamo creduto, non sarebbe stato giusto terminare la gara sull’1-1. Questo risultato è il premio per il tanto lavoro svolto, un lavoro che non si vede ma che ha dato i suoi frutti». Attorno ha gli amici venuti a trovarlo da Milano, la sua città. Gli hanno confezionato anche una bandiera ad hoc, bianca, con impresso il suo volto e la scritta: Pascaloso. Come favoloso. Come questa serata, che Cittadella non dimenticherà.
Ore 12.10 – (Corriere del Veneto) Una lunga volata verso l’ignoto, una cavalcata che a un certo punto non si sapeva bene dove potesse portare. Alla fine, però, l’approdo è stato quello voluto, fortemente sognato e inseguito, catturato con la determinazione di chi si è messo in testa che la B era l’unico obiettivo da perseguire. E così è stato. Chiusura di sipario a tre giornate dalla fine, 3-1 al Pordenone con un finale thrilling, in perfetto stile Cittadella, promozione in tasca, festa davanti ai 3000 del Tombolato. Pochini per un’occasione del genere, a dire il vero, perché riprendersi una categoria persa neppure dodici mesi prima non era certo un’impresa scontata. Pochi, ma buoni. E il Cittadella ce l’ha fatta, con pieno merito e con il coro finale divenuto il simbolo di un campionato da cornice lanciato dal portiere Enrico Alfonso con chiara allusione sessuale a scrivere l’happy end. La sentenza di lunedì 18 aprile 2016 alle 21.55, faticando e sudando, attaccando e scalpitando, rischiando e rimboccandosi le maniche, fino a quando il successo non arriva: eccolo il successo tanto atteso. Costi quel che costi. Tutto d’un fiato. E così succede che dopo appena due minuti Litteri vada giù in area, Pederzoli pare toccarlo, ma il signor Robillotta non abbocca e di penalty neppure l’ombra. Ammonizione per simulazione, con proteste furibonde dalla panchina granata. Il più agitato è il direttore generale Stefano Marchetti, espulso poco dopo per proteste per un fallo non concesso lungo la linea laterale. Le immagini paiono dare ragione all’arbitro nel primo caso, torto nel secondo. Fatto sta che Robillotta fa accomodare Marchetti all’uscita, mentre il Pordenone gira a vuoto e soffre il gioco della capolista. Il gol di Chiaretti al 16’ è un capolavoro che fa impazzire il Tombolato, al 16’ dribbling, stop e tiro a giro di sinistro che infila Tomei. E il Pordenone? Non che non si affacci dalle parti di Alfonso: anzi, sul taccuino ci sono un tiro dai 25 metri di Berrettoni deviato in angolo da Alfonso, un colpo di testa di Strizzolo al 9’ a lato di pochissimo, una girata debole di Mandorlini dopo un malinteso fra Pascali e Alfonso (15’), un altro tiro di Berrettoni ben parato da Alfonso (35’), un tiraccio di Boniotti che si alza alle stelle. Ma il Cittadella pare più compatto, sfiora il bis al 33’ da posizione impossibile e poi conserva. Partita dura, ma non scorretta, in campo si entra senza timori, ma anche senza cattiveria. In apertura di ripresa Tomei vola a togliere il pallone dal sette su punizione col contagiri di Iori, ma poi il Cittadella va in riserva ed esce dal match. Venturato cambia (Paolucci per Zaccagni, Lora per Chiaretti e Coralli per Bizzotto) e alla fine ha ragione lui, perché due dei tre subentrati segnano. E che gol… Il Pordenone pareggia, con una bellissima azione iniziata da Pederzoli, finalizzata da Berrettoni e chiusa da Strizzolo che anticipa Salvi appoggiando in gol. A quel punto è del tutto evidente che le energie non aiutino ad alzare il ritmo, ma in pieno recupero ecco due capolavori che chiudono il conto: al 44’ Litteri innesca Lora, che con un tiro al volo formidabile fulmina Tomei. Il Tombolato impazzisce e Coralli, proprio lui, firma il 3-1 con uno slalom d’altri tempi che premia il suo impegno per una maglia che sente come una seconda pelle. Sei anni dopo quell’indimenticabile 2008 a Cremona è ancora lui, con lo speaker Stefano Albertin che impazzisce di gioia e perde la voce, a firmare il gol promozione. Un simbolo, un attaccante che non finisce mai. E che entra nella storia di un piccolo, grande club.
Ore 11.50 – (Corriere del Veneto) E’ qui la festa, è Cittadella che esplode, urla e grida di gioia. E libera tutto l’entusiasmo covato per mesi. Trascinando pure il presidente Andrea Gabrielli, portato in trionfo dai tifosi granata sul campo di gioco. Non si lascia andare facilmente, ma stavolta il numero uno granata si sbilancia: «Un gruppo fantastico — esulta Gabrielli — che ha fatto qualcosa di eccezionale e che non era semplice. Perché tornare subito su dopo una retrocessione non è assolutamente semplice. Ci godiamo questo bel momento, questo bel traguardo che è frutto del lavoro di tutti, del direttore generale, di Venturato che è arrivato per sostituire Foscarini dopo dieci anni: non era certo facile raccogliere un’eredità così pesante. L’espulsione di Marchetti? Può capitare qualche attimo di nervosismo ma non ho visto bene quello che è successo, quindi non posso esservi d’aiuto. Questa promozione è merito di tutti, ce la godiamo fino in fondo». Bruno Tedino ha la faccia dei giorni peggiori, di chi aveva assaporato un punto d’oro e invece si trova a doversi leccare le ferite: «Secondo me abbiamo interpretato molto bene la partita — dice — ci lecchiamo le ferite perché è un risultato bugiardo, fino al 90’ siamo stati in partita. È dura perdere così, all’andata ci hanno sotterrato, qui invece non ci hanno asfaltato. In spogliatoio eravamo affranti, ci siamo rimasti molto male ma non molliamo nulla». Tira dritto anche il presidente del Pordenone, Mauro Lovisa: «E’ andata così, bisogna imparare dagli errori commessi, ma sono convinto che arriveremo fino in fondo». Raggiante Lucas Chiaretti: «Un gol che volevo fortemente e che avevo immaginato di poter segnare. E’ la mia prima vera promozione, ci ero riuscito a Taranto ma poi la società era fallita. Sono felicissimo, è la vittoria del gruppo». Filippo Lora chiude la serata ricoperto di spumante: «Se i giornalisti mi danno meno di 7 gli entro sulle gambe diretto… (e ride, ndr ). Un gol fantastico, neanche in sogno potevo immaginare di segnare il gol della promozione. Ci ho provato e dopo non ho capito più nulla». Sorridente e raggiante anche Roberto Venturato: «Siamo in testa dalla prima giornata, è un risultato importantissimo di un grande gruppo, è arrivata una conferma fantastica che premia tutto il nostro lavoro. Bellissimo che Coralli che abbia segnato il 3-1, il premio di fare l’ultimo gol è stato il miglior modo di chiudere il sipario. Abbiamo centrato una promozione che rimarrà nella storia. Diamo merito a Stefano Marchetti per le capacità professionali e l’umiltà che lo contraddistingue».
Ore 11.20 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Favaro 6; Diniz 6, Sbraga 5.5, Fabiano 6.5, Favalli 6.5; Ilari 6.5 (Bearzotti sv), Baldassin 6, Bucolo 6.5, Finocchio 6 (Petrilli 6); Altinier 7.5 (Sparacello sv), Neto Pereira 7.5.
Ore 11.10 – (Gazzettino) A scuotere dal torpore i pochi tifosi presenti – ma da Padova sono arrivati quasi in cento – ci pensa Bucolo che dal limite dell’area costringe agli straordinari Amadori che mette in angolo. Sul successivo corner battuto da Ilari, Neto Pereira si vede deviare sul fondo il suo tentativo sottomisura. Il poker porta ancora la firma di Altinier ed arriva sugli sviluppi di un nuovo calcio d’angolo, con sponda di testa di Fabiano e e girata di sinistro dell’ex punta di Ascoli e Mantova che arriva a quota quattordici. I cambi non modificano l’inerzia della gara e l’ultimo brivido arriva dalla testa di Girardi che, su punizione dalla trequarti di Dalla Bona incorna sulla traversa. Domenica alle 18 il Padova ospiterà la Giana Erminio, l’Alessandria sarà impegnata a Bolzano con il Sudtirol, mentre il Pordenone si misurerà in casa con il Cuneo.
Ore 11.00 – (Gazzettino) L’avvio dei biancoscudati non è dei migliori sul fronte della concentrazione e l’undici di casa si porta avanti dopo dieci minuti con Kanis che depone la palla nella porta sguarnita su assist di Soncin che, sul filo del fuorigioco, sorprende la difesa veneta. La reazione di Diniz e colleghi non si fa attendere e al 15′ su un cross teso dalla sinistra di Favalli, Altinier manca di un niente l’impatto con la palla. È solo una questione di tempo e due minuti dopo su un altro traversone dalla sinistra, questa volta a opera di Neto Pereira, Fabiano colpisce al volo dal dischetto dell’area e fa fuori Amadori. Un gol di pregevole fattura sull’asse brasiliano. Ed è di marca carioca pure la rete del sorpasso, anche questa da applausi, protagonista Neto che, servito appena dentro l’area da Altinier, colpisce con una splendida girata sul secondo palo. La partita è saldamente nelle mani del Padova che non corre pericoli e trova modo per mettere (teoricamente) al sicuro la gara con Altinier che, su traversone di Favalli appoggia la palla in rete, sfruttando la dormita collettiva della difesa di casa. Prima dell’intervallo, però, il Padova ricambia il favore e al 43′ un errore di Sbraga permette a Kanis di siglare la doppietta personale. La ripresa scorre via senza particolari emozioni per quasi venti minuti.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Missione compiuta. A Bergamo, contro un Albinoleffe ormai proiettato ai playout salvezza, il Padova porta a casa gli attesi tre punti, sorpassa al quinto posto il Feralpi Salò e accorcia sull’Alessandria, ora avanti di cinque lunghezze. Il sogno play off può così continuare, nella speranza che i piemontesi, prima dello scontro diretto all’Euganeo all’ultima giornata, incappino in un altro passo falso contro Sudtirol o Reggiana. Nel mirino pure il Pordenone che, uscito sconfitto dal Tombolato, è a sua volta avanti di cinque punti. Nel posticipo con i lombardi ancora in evidenza per qualità e concretezza le bocche da fuoco biancoscudate Altinier e Neto Pereira, tre gol in due, a fronte di una difesa tutt’altro che irresistibile, che concede due reti a un avversario che ne aveva realizzate tre nelle ultime otto partite. Indisponibili Petkovic, Dionisi e De Risio, non al meglio Corti e Mazzocco, Pillon in mediana lancia l’inedita coppia formata da Baldassin e Bucolo, mentre a destra ritrova spazio dal primo minuto Ilari.ù
Ore 10.40 – (Gazzettino) «Bene i tre punti, ma non possiamo commettere certi errori». Bepi Pillon tira le orecchie ai biancoscudati che con la partita in pugno, hanno rischiato di comprometterla prendendo due gol evitabili. «È un periodo nel quale siamo sufficienti, e non mi piace. Segni il 3-1, sei tranquillo e invece vai a complicarti la vita da solo. Stiamo prendendo qualche gol di troppo, e normalmente non commettiamo certi errori. Ne abbiamo commessi più in queste ultime due partite che in tutto il campionato, ci vuole concentrazione». Distacco ridotto a cinque punti, anche se i play off restano difficili. «Non c’è niente di difficile. Se battiamo la Giana Erminio e l’Alessandria pareggia, siamo in pieno gioco. Abbiamo faticato molto per arrivare a questo punto, vediamo di giocarcela fino alla fine». Ecco Neto Pereira che con questo sigillo arriva in doppia cifra (dieci): «È una soddisfazione in più, ma sono contento che il mio gol sia arrivato con una vittoria che è la cosa che più conta. Dobbiamo vincerle tutte fino alla fine, e poi vediamo come saremo messi allo scontro diretto con l’Alessandria».
Ore 10.20 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia): Favaro 5.5; Diniz 6, Sbraga 5.5, Fabiano 6.5, Favalli 6.5; Ilari 7 (Bearzotti sv), Baldassin 6, Bucolo 6.5, Finocchio 6 (Petrilli 6); Altinier 7.5 (Sparacello 6), Neto Pereira 7.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) BOTTA E RISPOSTA. Una preoccupazione che sembra definitivamente dissolversi al 41′, quando l’ennesima accelerazione di Neto Pereira manda sul fondo Favalli e in bambola la difesa azzurra: il cross rasoterra del terzino arriva tra le braccia di Amadori, che però pasticcia e se lo fa sfuggire consegnandolo proprio tra i piedi di Altinier, che da pochi passi sigla il gol più semplice della stagione. Ci pensa però il terzo errore in disimpegno a regalare all’Albinoleffe una nuova speranza: al 43′ Sbraga regala la sfera a Kanis in uscita dalla propria area di rigore, e il giovane italo-marocchino, che prima di ieri sera aveva segnato due gol in tutta la stagione, trova con un sinistro sul primo palo la personale doppietta. NUOVA FUGA. La prevedibile strigliata di Pillon negli spogliatoi dà gli effetti sperati: dopo i primi dieci minuti della ripresa ad appannaggio dell’Albinoleffe, il Padova cala il poker. Sull’angolo battuto da Ilari, Fabiano svetta giocando di sponda e serve ad Altinier un pallone che deve solo essere girato in rete: l’attaccante mantovano timbra la doppietta e viaggia ad una media-gol incredibile, visto che nelle ultime otto gare ha segnato altrettante reti. È la rete che chiude la gara, nonostante l’ennesima disattenzione difensiva per poco non riapra tutto quando Girardi (35′) colpisce di testa sulla punizione di Dalla Bona e coglie il palo a Favaro battuto. Il Padova vince ed è ancora lì.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Messaggio non recepito dai biancoscudati: è l’11’ quando Baldassin perde il contrasto con l’esperto Dalla Bona aprendo la prateria per la ripartenza avversaria. La palla in verticale per Soncin taglia fuori l’intera difesa padovana, rimasta a guardare una bandierina che non si alza, tocco morbido al centro per l’accorrente Kanis e destro vincente nella porta sguarnita. LA REAZIONE. Solo a questo punto il possesso di palla – sin lì sterile – del Padova si fa efficace: non serve, effettivamente, chissà quale “numero” per perforare la difesa bergamasca, non a caso la seconda peggiore del girone. Il pareggio, quasi immediato, arriva dopo sei minuti quando Neto Pereira dalla sinistra pennella per Fabiano al limite dell’area: destro al volo del centrale brasiliano, e l’1-1 è cosa fatta. Trascorrono altri sei minuti, e il sorpasso si materializza: stavolta Neto Pereira si mette in proprio, e con un bellissimo destro all’incrocio finalizza il triangolo tra Ilari e Altinier. Decimo gol stagionale per il brasiliano, che non arrivava in doppia cifra ormai da sei stagioni. L’Albinoleffe sembra al tappeto, smette di attaccare e riesce a impensierire Favaro solo quando i vari Diniz, Sbraga e Favalli perdono ingenuamente palla in uscita, atteggiamenti che mandano su tutte le furie il tecnico Pillon.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) A tre gare dal termine del campionato, i playoff sono di nuovo a cinque punti. Il Padova fa il suo dovere, torna dal deserto di Bergamo (meno di seicento spettatori presenti) con un 4-2 che gli permette nuovamente di accorciare sull’Alessandria: i biancoscudati fanno di tutto per complicarsi la vita, ma alla fine grazie ai soliti arcieri, Altinier (doppietta) e Neto Pereira, riescono ad avere la meglio sul modesto Albinoleffe. Ora non resta che vincere contro Giana e Bassano, e sperare: con un passo falso dei grigi nella prossime due gare, lo scontro diretto dell’ultima giornata potrebbe ancora valere il quarto posto. PARTENZA SHOCK. L’avvio, nonostante il predominio di campo della squadra di Pillon, è un trauma. Perché il Padova, partito con l’impressione di voler comandare le operazioni, paga a carissimo prezzo le sue indecisioni nei primi trenta metri. E il vantaggio seriano non è uno schiaffo improvviso: già al 9′, sugli sviluppi del corner battuto dalla sinistra da Dalla Bona, Kanis arriva a colpire indisturbato dal limite dell’area piccola, ma non trova lo specchio.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «I playoff sono lì a cinque punti, e se noi vinciamo e l’Alessandria pareggia torniamo pienamente in gioco: per questo non tollero che si molli in questo modo nel corso di una gara. Stasera avevamo di fronte un avversario modesto, ma non possiamo rischiare di rovinare cinque mesi di lavoro. Dalla panchina quello ho visto una squadra che a tratti si è creduta padrona della situazione, e ha sbagliato atteggiamento permettendo agli avversari di rientrare in partita». Chi esulta è invece Neto Pereira, che col decimo gol stagionale è arrivato in doppia cifra dopo sei stagioni di attesa: «Sono contento, soprattutto per la vittoria. Bene per i tre punti, ma abbiamo preso due gol evitabili e questa mancanza di concentrazione non deve esserci. Ora cerchiamo di vincerle tutte e vediamo come va».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Vittorie doveva essere, e vittoria è stata. Ma Giuseppe Pillon una sana tirata d’orecchi ai suoi giocatori l’ha data eccome, perché contro questo Albinoleffe sarebbe bastato mantenere alta la concentrazione per chiudere la gara con la porta inviolata. «Non mi è piaciuta la sufficienza della squadra», dice il tecnico a fine gara. «Stasera ci siamo complicati la vita da soli, abbiamo commesso errori che solitamente non facciamo: abbiamo sbagliato tante volte l’uscita con la palla tra i piedi, abbiamo voluto tenerla quel secondo di troppo, abbiamo sbagliato passaggi incredibili. Non possiamo pensare che domenica prossima, contro la Giana, si possa vincere ugualmente con errori simili». La rabbia del tecnico è tanta che persino i tre punti passano in secondo piano: «Non siamo concentrati, quello che voglio è che la squadra abbia sempre la decisione che stasera ha tirato fuori dopo essere finita sotto.
Ore 09.10 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto, Andrea Pistore): Favaro 6; Diniz 6.5, Sbraga 5.5, Fabiano 6.5, Favalli 6.5; Ilari 6.5 (Bearzotti sv), Baldassin 6, Bucolo 6.5, Finocchio 6 (Petrilli 6); Altinier 7.5 (Sparacello 6), Neto Pereira 7.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Altri sei minuti e i biancoscudati ribaltano il risultato. Stavolta Neto Pereira diventa il finalizzatore dal limite dell’area di un retropassaggio di Altinier. Il brasiliano si inventa un elegante e imparabile diagonale all’incrocio che fa esplodere il centinaio di supporters biancoscudati giunti in terra orobica. A quattro minuti dall’intervallo la terza rete che potrebbe affondare definitivamente i padroni di casa. L’ennesimo cross dal fondo di Favalli non viene trattenuto da Amadori, sulla linea interviene Altinier che depone in rete. Tre gol e tutto finito? No, il Padova decide di complicarsi la vita al 43esimo su palla recuperata a Sbraga e a concedere a Kanis l’opportunità di centrare la doppietta dal limite con un destro che supera di nuovo Favaro. Dopo una frazione giocata a ritmi indiavolati, nella ripresa i veneti provano a chiudere la partita. Pillon manda in campo Petrilli, sfiorano la rete Bucolo e Neto Pereira, prima che Altinieri centri il quarto gol. Angolo di Ilari, torre di Fabiano e girata in rete del numero nove che trova la doppietta. Stabilita di nuovo una distanza di sicurezza, il Padova tenta a più riprese di scavare un ulteriore solco e l’Albino colpisce una traversa di testa con il neo-entrato Girardi. Finisce nel migliore dei modi: biancoscudati applauditi, pieni di gioia per non essere ancora in vacanza.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Vincere, convincere e tenere viva la voglia di cavalcare un sogno. Il Padova di mister Pillon torna da Bergamo con tre punti in classifica, dopo novanta minuti rocamboleschi e grazie ai gol di Fabiano, Neto Pereira e alla doppietta di Altinier supera l’Albinoleffe 2-4, coltivando ancora le residue chance di acciuffare gli spareggi promozione. Una situazione che rende l’ultimo scorcio di campionato estremamente interessante. A tre giornate dal termine e con due scontri diretti all’orizzonte contro Bassano e Alessandria, il Padova può ancora sperare in un miracolo dell’ultimo minuto. La classifica racconta che i grigi, squadra su cui fare ora la corsa, distano solo cinque lunghezze e verranno affrontati da Cunico e compagni all’ultima all’Euganeo. Alla viglia del match scelte obbligate per mister Pillon che nel suo ormai consueto 4-4-2 affida il terminale offensivo alla coppia Altinier- Neto Pereira. Dall’altra parte, i bergamaschi ormai sicuri solo dei playout, si affidano alla vena dell’ex Soncin per sfondare. Pochi minuti e il pallino del gioco sfugge ai biancoscudati, che gestiscono male due angoli. Lo stadio tristemente vuoto rende distinguibili le voci dei giocatori e mentre Pillon predica ordine, l’Albinoleffe passa. Palla recuperata a metà campo, Soncin scatta sul filo del fuorigioco, vede libero Kanis che deve solo appoggiare in rete. Il gol subito invece che tagliare le gambe, ha il potere di svegliare l’undici biancoscudato che in sei minuti trova il pari. Cross teso dalla sinistra di Neto Pereira che vede l’inserimento di Fabiano, sinistro potente dal limite con la sfera che trafigge Amadori.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 69, Bassano 58, Alessandria e Pordenone 56, Padova 51, FeralpiSalò 49, Pavia 48, Cremonese 46, Reggiana 45, SudTirol 43, Giana Erminio 38, Renate 36, Lumezzane e Pro Piacenza 35, Cuneo 33, Mantova 27, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentunesima giornata: Cuneo-FeralpiSalò 1-0 (Chinellato (Cn) al 37′ st), Alessandria-Mantova 0-0, Bassano-Lumezzane 1-0 (Pietribiasi (Ba) al 24′ pt), Pro Piacenza-Renate 0-0, Giana Erminio-Cremonese 2-1 (Perico (Ge) dal 29′ pt, Brighenti (Cr) al 6′ st, Bruno (Ge) al 23′ st), Pavia-Reggiana 2-0, Pro Patria-SudTirol 0-1, AlbinoLeffe-Padova 2-4, Cittadella-Pordenone 3-1.
Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 18 aprile: i Biancoscudati battono 4-2 l’AlbinoLeffe a Bergamo grazie alla doppietta di Altinier ed alle reti di Fabiano e Neto Pereira e si portano a -5 da Alessandria e Pordenone.