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Ore 22.25 – Sala stampa Bergamo, Neto Pereira: “Sono contento per il decimo gol, sono felice per la vittoria che è quello che conta, con la doppia cifra è quello che conta di più. Noi adesso dobbiamo fare la nostra parte, cercando di vincere le prossime due e poi vedendo come siamo messi a quella decisiva con l’Alessandra. I gol presi erano evitabili, il mister era molto arrabbiato, sappiamo che non possiamo permetterci errori del genere”.
Ore 22.20 – Sala stampa Bergamo, mister Pillon: “Siamo stati un po’ sufficienti, sull’1-3 eravamo tranquilli e con la partita in pugno e abbiamo commesso qualche errore. Siamo stati bravi a complicarci la vita, ma non possiamo pensare sempre che ci vada bene commettendo questi errori. Con la Giana sarà una partita ancora più tosta. Servono occhi giusti, bene i tre punti ma non si possono commettere errori simili che non abbiamo mai commesso durante tutto il campionato. Dobbiamo essere bravi a rimanere concentrati, invece a volte ci perdiamo su un bicchiere d’acqua. L’obbiettivo difficile? Non è difficile niente, dobbiamo vincerle tutte e tre, non si deve mollare niente. Stiamo commettendo delle cose che non vanno. Nel corso della partita ti senti sicuro. Non dobbiamo permettere all’avversario di rimettersi in partita, perché rischiamo di compromettere un lavoro di cinque mesi. Può succedere di tutto nel calcio, le gare non sono facili per nessuno”.
Ore 22.15 – Termina la partita a Bergamo: Albinoleffe- Padova 2-4. Il Cittadella supera il Pordenone 3-1 e vola in serie B.
Ore 18.50 – (Giornale di Vicenza) Freccia a sinistra e sorpasso. Con la vittoria sulla Ternana il Vicenza in un colpo solo ha guadagnato terreno in maniera significativa su tutte le dirette concorrenti nella lotta per non retrocedere: la squadra biancorossa, infatti, nel trentaseiesimo turno di campionato è stata l’unica a vincere tra le ultime dodici della classifica. Neanche a volerli scrivere in anticipo, Franco Lerda avrebbe potuto scegliere dei risultati così favorevoli tutti insieme…FINALI AMICI. Gli ultimi dieci minuti delle partite di sabato, in particolare, si sono rivelati “amici” del Vicenza. Se al Menti si è registrato il gol indolore dell’attaccante ternano Avenatti, dagli altri campi sono arrivate solo notizie positive. Entrambi gli scontri diretti in programma (Latina-Lanciano e Pro Vercelli-Salernitana) si sono conclusi in parità grazie al pareggio dei padroni di casa in extremis: in gol Scaglia per il Latina al 90′, Beretta per la Pro Vercelli all’84’. Nel frattempo il Trapani ha siglato la rete del pirotecnico 4-3 sull’Ascoli con Nizzetto all’82’, mentre proprio all’ultimo respiro (93′) il Novara ha battuto il Livorno grazie a Faragò. L’unico risultato a non mutare nei minuti conclusivi è stato proprio quello che già sorrideva al Vicenza, ovvero la vittoria dell’Entella sul Modena (gol di Caputo ancora al 20′ del primo tempo). Una volta tanto, insomma, anche la fortuna in questa tribolata stagione ha arriso ai biancorossi.LERDA SPRINT. Franco Lerda, quindi, è riuscito in tempi molto rapidi a centrare il risultato prioritario per il quale è stato chiamato a sostituire Pasquale Marino, ovvero riportare il Vicenza fuori dalla zona retrocessione e – se possibile – al riparo anche dai playout. Nelle cinque partite in cui ha guidato il Vicenza, il tecnico di Fossano ha perso solo all’esordio contro il Cagliari: da lì in poi sono arrivate tre vittorie e un pareggio, per un totale di 10 pesantissimi punti, a maggior ragione perché le tre affermazioni sono state conquistate ai danni di altrettante concorrenti dirette (Ascoli, Livorno, e a questo punto lo è diventata pure la Ternana, risucchiata nel calderone proprio con la sconfitta di sabato). Non stupisce, allora, constatare come con Lerda in panchina il Vicenza abbia viaggiato ad un ritmo-promozione: i biancorossi sono quarti nel “minicampionato” degli ultimi cinque incontri, preceduti solo dal super-Trapani a punteggio pieno, dal Bari con 13 punti e dal Crotone con 11. Di contro, molte delle squadre in zona calda hanno raccolto un bottino magro: 0 punti per il Livorno, 1 per Avellino e Modena, 4 per il Lanciano, 5 per Como e Latina, 6 per la Salernitana.PASSAGGIO DECISIVO. Ecco perché la partita di domani sera a Salerno potrebbe rappresentare uno snodo decisivo per il campionato del Vicenza. Giustamente Lerda dichiarerà che, come ogni volta, la sua squadra scenderà in campo per dare il massimo e provare a vincere, ma è un dato oggettivo che anche un pareggio nella bolgia dell’Arechi sarebbe un risultato da accogliere con estremo favore, un punto dal peso specifico enorme sulla strada diretta verso la salvezza. Nel frattempo si disputeranno altri due “spareggi” ad alta tensione: la Ternana riceverà la Pro Vercelli, e il Livorno si giocherà il tutto per tutto ospitando il Latina. Diverse altre formazioni, invece, si troveranno di fronte squadre in piena corsa per i playoff: l’Ascoli ospiterà un Bari che deve difendere il terzo posto, l’Avellino in crisi nera attende l’inarrestabile Trapani, mentre il Lanciano riceverà il Novara. Oltre tutto sugli abruzzesi incombe la spada di Damocle della pesante penalizzazione (si parla di un possibile meno cinque) che proprio oggi dovrebbe costringerli a compiere un ulteriore pericolosissimo balzo all’indietro in classifica rispetto ai 40 punti convalidati in questo momento (sarebbero 42 sul campo, ma 2 sono già stati tolti tra novembre e febbraio).A completare il quadro, il derelitto Como che attende solo la certificazione della retrocessione e ospiterà domani il Cagliari: la squadra rossoblu al contrario ha fretta di festeggiare matematicamente il ritorno in serie A, contendendo al Crotone l’onore (e i contributi economici aggiuntivi) del primato assoluto.
Ore 18.30 – (Gazzetta di Mantova) I quattro punti conquistati nelle ultime due gare, contro Pavia e Alessandria, hanno risollevato un po’ il morale del Mantova ma purtroppo non cambiato molto la sua situazione in classifica. I biancorossi sono ormai condannati ai playout (manca soltanto la certezza matematica) e il loro unico, reale obiettivo può essere quello di scavalcare – o appaiare, visto che l’Acm è in vantaggio negli scontri diretti – in classifica il Cuneo quartultimo. I piemontesi, che erano tornati nel mirino la settimana scorsa, hanno però battuto la demotivata FeralpiSalò, portando il loro vantaggio a 6 punti. Dando un’occhiata al calendario (vedi tabella), nelle ultime tre giornate di campionato potrebbero anche non riuscire a fare più di tre punti. Ma il Mantova, per sperare nell’aggancio, deve necessariamente fare un filotto e intascare tutti i 9 punti ancora a disposizione. La trasferta di Busto Arsizio, contro una Pro Patria già retrocessa e l’ultima gara, in casa contro un Albinoleffe probabilmente già condannato al penultimo posto, potrebbero anche non essere ostacoli insormontabili. Il vero spartiacque sarà dunque lo scontro diretto in programma domenica (ore 18) al Martelli contro il Pro Piacenza, che è ancora in corsa per la salvezza diretta. Per spuntarla, però, il Mantova dovrà continuare nella crescita dimostrata nelle ultime partite. Se è vero infatti che la squadra sembra aver trovato finalmente solidità con il nuovo modulo 5-3-2, è anche vero che fatica tantissimo a segnare e a creare occasioni da rete. Mister Luca Prina, dopo lo 0-0 di Alessandria, ha sottolineato proprio questo aspetto, ricordando che «c’è ancora tanto da migliorare, dalla lettura delle partite (riferimento alla difficoltà nello sfruttare la superiorità numerica, ndr) fino al fatto che in quattro gare siamo riusciti a segnare soltanto una rete». Ovviamente il modulo 5-3-2 non è certo il più spregiudicato possibile, ma è chiaro che in questo momento sembra calzare a pennello a una squadra che aveva perso ogni tipo di certezza. Dunque è scontato che si andrà avanti su questa strada, ma bisognerà essere capaci fin da domenica di interpretare il match con maggior vocazione offensiva. Attaccandosi «a tutto, anche alle palle inattive» – come raccomanda Prina da settimane – ed essendo pronti nel caso a rischiare il tutto per tutto a partita in corso. Da difendere non è rimasto più nulla, da qui a fine campionato conterà soltanto vincere. E, se non ci si riuscirà, si dovrà comunque farlo ai playout, dove la squadra meglio piazzata in classifica avrà il vantaggio di potersi salvare anche con due pareggi.
Ore 18.10 – (Giornale di Vicenza) Il pallone è una questione di punti di vista. Tutti a sbuffare per il raccolto striminzito in proporzione alla semina abbondante di occasioni e c’è chi dice no. «Io invece sono proprio contento che non si sia preso gol». Parole e musica di Filippo Stevanin che poi aggiunge un altro particolare. «Non solo non ci hanno perforato, ma non ricordo rischi reali o parate di Rossi. Da difensore, se permettete, mi va benone così. Poi la vittoria ha più gusto». Considerazione obiettivamente ineccepibile e che non fa una grinza. Col Lumezzane Steva è entrato subito dopo l’intervallo con Sottili che l’ha preferito al Semenzato in edizione ridotta dei primi 45′. E il ragazzo di Angarano l’ha ripagato con una prova rombante: presente ed aggressivo dietro, veemente e scalpitante in fase di possesso. «La verità è che non giocavo da cinque partite – racconta – una leggera distorsione al ginocchio con interessamento a un legamento mi ha tolto di mezzo un mese fa alla vigilia del duello col Pordenone in un momento di condizione elevata da parte mia, perciò ho dovuto recuperare lo smalto perduto e francamente non vedevo l’ora che toccasse di nuovo a me. Sono entrato infatti con una gran spinta». Tiene a rimarcare un aspetto. «Quello che è accaduto a me, però, è la dimostrazione che quest’anno c’è un gruppo completo e un organico con più alternative, una rosa ampia dove tutti sono stati impiegati in più di una circostanza. Ecco perché ho fiducia che in caso di playoff potremo dire la nostra, sono convinto che ci arriveremo tutti in palla e tonici. Credo che la forza di questo Bassano sia proprio la varietà di soluzioni». La testa però è già a Meda domenica prossima (via alle 18, il lunedì è festivo) nel covo del Renate, sinora tabù per i giallorossi. Daniel Semenzato è in odore di squalifica, l’impressione è che toccherà proprio a Stevanin reindossare la maglia da titolare. «Per ora preferisco concentrarmi sul duello coi lombardi che per noi è basilare – confessa Filippo – anche se trovo semplicemente straordinario il cammino che stiamo compiendo, è tre anni filati che abitiamo l’alta se non l’altissima classifica, impossibile fare finta di nulla. Però testa bassa e pedalare, queste tre partite andranno interpretate a tavoletta».TIFOSERIA. Intanto i Fedelissimi si stanno mobilitando per organizzare la trasferta di Meda domenica prossima. Gli interessati contattino Fortunato Moro e Gianantonio Bertoncello. A Meda ci saranno anche gli Ultras Bassano. Loro però si muovono sempre in autonomia.
Ore 18.00 – (Giornale di Vicenza) I giorni del Condor sono tre, esattamente come i gol stampati sin qui da Pietribiasi, numeri lontani anni luce da quelli che era abituato a fatturare nel biennio precedente. Mai meno di 15 e solo nel recinto del campionato, senza contare gli orpelli di Coppa. Però Stefanone da Schio è stato onesto con se stesso e con gli altri. Non potendo ripetere le performance del passato e non potendo nemmeno affrontare ogni domenica il Lumezzane, la sua vittima preferita (la buca in continuazione), nelle scorse settimane aveva dichiarato che avrebbe puntato sulla qualità rispetto alla quantità. Gol meno frequenti, ma tutti pesanti. Beh, è stato di parola. Sabato ha vestito i panni del risolutore col sigillo che ha spedito al tappeto il Lume. Semmai avrebbe potuto arrotondare nella ripresa risparmiando quella botta di patemi aggiuntivi per la gente del Mercante, oltreché colorire ulteriormente il proprio umore. «È vero, quel pallonetto calciato sopra la traversa nel secondo tempo un po’ mi disturba, ci avrebbe evitato un po’ di sofferenza in più – riconosce il numero nove – le tante opportunità sprecate in effetti bruciano. Si sa come funziona il calcio: tu non chiudi e gli altri ti fregano. Tuttavia abbiamo messo un gran bel mattone in ottica playoff, per il momento ci siamo ripresi il secondo posto solitario a cui teniamo tantissimo e vediamo di conservarlo sino a maggio. A chi dedico la rete? Non ne sto facendo tantissime quest’anno, eppure il gol è tutto per la squadra. E volete sapere perché? Perché ce lo meritiamo. In estate mi pare che ci fosse stata chiesta la salvezza e non solo l’abbiamo raggiunta con larghissimo anticipo, ma siamo di nuovo qui a giocarci sia l’accesso ai playoff che il miglior piazzamento possibile per gli spareggi. Scusate se insisto, ma lo ritengo un gran bel risultato – sottolinea – specie noi della vecchia guardia, quelli che hanno vissuto le incertezze del possibile abbandono del club dal calcio professionistico, che poi hanno dominato la C2 a sorpresa, stupito tutti lo scorso anno in Lega Pro unica e in Tim Cup e sapete come è finita. Beh, adesso siamo ancora qui da protagonisti con le nostre carte in mano, l’orgoglio è legittimo. Quanto al mio rendimento è evidente che un attaccante viva per il gol e io non faccio eccezione – sorride – però mi sono ripromesso di lasciare il segno timbrando reti di spessore. Dite che la primavera è la mia stagione e che sboccio sempre in questo periodo? Un po’ è così, sto bene e mi sento in condizione, ma ora pensiamo al Renate, che lì non vinciamo mai».
Ore 17.50 – (Giornale di Vicenza) Rosso negativo. Il ferro finché è caldo lo batte ancora Renzo, il proprietario. Che dopo la rocambolesca prova col Piacenza aveva ovviamente sottolineato la direzione improponibile di Mastrodonato di Molfetta puntualizzando però anche le pecche della squadra alla voce atteggiamento. Sette giorni più tardi, l’1-0 e il ritorno alla vittoria col Lumezzane soddisfano solo parzialmente il Grande Capo che non fa niente per nascondere le sue perplessità. «Certo – attacca – bene la vittoria nonostante le sofferenze, bene il secondo posto, ma io sono incazzato…». Prego, scusi? «Sì sono incazzato perché a mio avviso il potenziale di questo gruppo è notevolissimo, considero questo Bassano come forza e qualità uno dei migliori di sempre e allora sono convinto che si possa fare anche meglio. E non solo nella finalizzazione sotto porta e concretizzando di più…». Messaggio niente affatto cifrato: è la seconda uscita ravvicinata che Mr. Diesel manifesta dei dubbi, non è più una casualità. Non siamo al malumore palese e ci mancherebbe altro visto il ruolino di marcia che sta fabbricando la squadra, però il patròn sospira e attende qualcosa di diverso. Naturale che R.R. si aspetti un deciso cambio di rotta già domenica a Meda contro il Renate, una squadra che sappia cioè combinare intensità, talento e produttività offensiva.SOTTILI BADA AL SODO. Intanto Stefano Sottili abbraccia la strada della prosaicità. «Col Lumezzane era essenziale vincere e stop – la fa breve il nocchiero del Soccer Team – in questa fase del torneo è indispensabile fare punti. E con questo atteggiamento dobbiamo rincorrere il massimo anche col Renate in trasferta alla prossima, contro un avversario che si gioca la salvezza e quindi ancora più pericoloso. Abbiamo visto sulla nostra pelle in questo mese che chi lotta per la vita è molto più complicato da battere ora. Dopodiché concordo sul fatto che col Lume andasse chiusa in anticipo, ma Furlan è stato straordinario, parliamo di uno dei migliori numeri uno del torneo (diverse società di B lo stanno monitorando da vicino e hanno chiesto informazioni su di lui, ndr). Signori, si è sconfitto comunque un oppositore che con la nuova guida aveva perso di misura solo a Cittadella sbagliando un rigore al 94′ e subendo molto meno di quanto abbia fatto con noi. Non scordiamocelo mai come è corretto dimensionare tutto alla nostra realtà, sennò perdiamo il senso dell’equilibrio». Il pilota della Virtus ha un pensiero da mettere in piazza. «A prescindere dai risultati che restano peraltro estremamente lusinghieri -confida il Sottilone – di una cosa vado assolutamente fiero. Quando mi capita di incrociare tifosi in città, diversi di loro mi fermano complimentandosi perché si divertono, perché il Bassano regala sempre emozioni. E alla fine il calcio è fondamentalmente sussulti, gioia e brividi. O no?». Esatto. Per questo vale la pena di inseguire l’happy ending. A cuor leggero e col sorriso sulle labbra. Che forse viene pure meglio.
Ore 17.20 – (La Provincia Pavese) «Il suo pane si chiama gol. Ciao Christian». Un commovente striscione esposto dalla curva sud del Pavia ha ricordato con grande affetto Christian Corazza, il giovane di 17 anni travolto e ucciso da un treno alla stazione di Villamaggiore. Quella curva che ha frequentato da tifoso del Pavia, oltre che grande appassionato di calcio. Nei distinti è stato esposto un secondo striscione, realizzato dagli ex compagni di squadra : «Da vero bomber, segna sempre tu». L’amore per il calcio di Christian lo raccontano papà Flavio e mamma Flora ieri presenti sulla tribuna del Fortunati per assistere a Pavia-Reggiana: «Cerchiamo di trovare la forza per andare avanti – spiegano i genitori del ragazzo, ottimo giocatore della juniores del Certosa Marcignago -. Siamo venuti qui a vedere giocare quel Pavia che nostro figlio tifava. Andava in curva con la maglietta azzurra. Ci avevano detto che tanti suoi amici e compagni di tifo lo avrebbero voluto ricordare. Li ringraziamo e il grande affetto che in tanti ci stanno testimoniando ci aiuta in questo momento di dolore». Oltre La passione per il calcio era una promessa del calcio juniores. Tante maglie vestite in anni di settore giovanile: Casarile, Landriano, Bornasco Zeccone, Lacchiarella e l’ultima quella del Certosa, di cui era il bomber della formazione provinciale Juniores. «Il sogno – spiegano papà e mamma – era quello un giorno di poter giocare in questo stadio….Era bravo a calcio, ha segnato in questi anni quasi 400 gol. Ma era anche tanto orgoglioso e diceva “Se il Pavia mi vuole mi verrà a cercare…”. Per questo motivo non aveva mai sollecitato provini. E intanto tifava da sempre per questi colori azzurri». Anche la madre lo ha sempre seguito durante le sue partite nelle categorie giovanili. «Andavo sempre a vederlo giocare – dice mamma Flora – Il calcio era la sua passione e ci aveva coinvolto nelle sue partite in giro per i campi della provincia». La mamma racconta della capacità di coinvolgere gli altri nelle passioni che Christian aveva: «Ora io seguo il calcio sempre con grande passione». Ma non solo sugli spalti si è voluto rendere omaggio alla passione sportiva del giovane calciatore tragicamente travolto dal treno. Per ché Pavia e Reggiana si sono fermate un minuto per ricordare, prima nel silenzio, poi tra gli applausi del pubblico, il giovane Christian.
Ore 17.10 – (La Provincia Pavese) Cosa ci si poteva aspettare da una gara ormai inutile per il campionato di Pavia e Reggiana, partite per obiettivi alti e ritrovatesi con buon anticipo persino fuori dai play off? Più o meno quello che si è visto ieri al Fortunati, in una giornata dal clima estivo che suggeriva l’idea di un’ amichevole di inizio stagione, ma un po’ turbolenta sugli spalti semideserti: soprattutto alla fine, con contestazione a capitan Facchin, «reo» di non essere andato sotto la curva a prendersi la sua dose di critiche nonostante l’ottima prestazione personale e il successo 2-0 del Pavia. E pensare che a questo successo platonico il portiere azzurro ha contribuito parecchio, soprattutto nel primo tempo, con due parate super quando si era ancora sullo 0-0 con una Reggiana fino a quel momento più intraprendente: al 27’ Facchin si avventa come un marine in addestramento su Siega pronto a sbattere in rete una palla carambolata sul rasoterra di Bruccini; al 35’ vola sulla schiacciata di testa di Nolè che sembrava imprendibile. E due minuti dopo questa seconda prodezza arriva la rete del vantaggio del Pavia: Carraro pesca in verticale Ferretti che da ala va sul fondo e scarica di potenza un tiro cross sul quale Malomo, dalla parte opposta, entra in scivolata vincente. Fa piacere che a segnare sia proprio il difensore romano, uno di quelli dal rendimento garantito. E fa piacere che dopo la pausa sia Ferretti, già autore prima del vantaggio di un assist per Marchi concluso sull’esterno della rete, a siglare il raddoppio con un’azione tipica: affondo verso la porta, rientro sul sinistro e calcio a giro dalla parte opposta. Ma nel 2-0 c’è lo zampino del gemello del gol Cesarini, subentrato al 46’ a uno Sforzini quasi immobile (e beccato dal pubblico): sgroppata alla sua maniera e apertura calibrata per Ferretti. L’intesa tra i due funziona anche in una gara insipida come quella di ieri, e unita alla buona vena di Carraro produce la palombella di Ferretti di destro appena alta, la girata precisa ma debole del bomber – arrivato ieri a quota 14 reti – e la rovesciata di Cesarini spettacolare ma centrale al termine di una bella azione. Poi ci pensa ancora Facchin, dopo una rischiosa carambola Mogos-Siega davanti alla sua porta, a murare al 44’ Letizia spegnendo gli ultimi fuocherelli della Reggiana. Il Pavia porta a casa una vittoria che serve solo per la partecipazione alla Coppa Italia del prossimo anno. Quella Coppa dalla quale in estate era cominciata alla grande la stagione del Pavia, prima che la dissennata politica societaria, tra esoneri e giostre di calciatori a gennaio, scardinasse poco a poco le certezze. Si finisce con Grillo, stirato ma costretto a restare in campo, che chiede all’arbitro di fischiare la fine un po’ prima degli eccessivi 6’ di recupero. E pare quasi l’immagine simbolo di una stagione balorda.
Ore 16.50 – (Gazzetta di Reggio) In sala stampa nel dopopartita allo stadio Fortunati di Pavia oltre a mister Colombo, si presenta il solo capitano Andrea Parola. Certamente tanti i motivi per recriminare su punti lasciati per strada e che non premiano la prestazione per larghi tratti positivi della formazione emiliana. «Il risultato alla fine, però, è quello che conta – dice il capitano della Reggiana -. In 90’ abbiamo subito complessivamente solo tre contropiedi e preso due gol e quasi un terzo. Poi per il resto se guardiamo il possesso di palla è stato nettamente a nostro favore. Siamo venuti a Pavia per fare la gara e lo abbiamo dimostrato dall’inizio». Alla fine un Pavia più cinico della Reggiana e questo ha fatto la differenza e premiato con una vittoria la formazione lombarda. «Oltre a un primo tempo positivo anche nella seconda frazione loro si sono chiusi dietro per poi ripartire – continua la sua analisi Andrea Parola – C’è poco altro da dire dispiace per l’ennesima volta per tutti, per chi ci ha seguito fino a Pavia sostenendoci dal 1’ all’ultimo minuto, per il fatto che durante la settimana si lavora bene per preparare le partite e non siamo ripagati dai risultati nel modo giusto. Secondo me oggi eravamo di una categoria superiore al Pavia per quello che si è visto, ma poi nei singoli episodi loro sono stati più abili di noi. Ma è inutile stare qui a parlare di sfortuna perché a questo si attaccano i più deboli. I fatti dicono che con un miracolo Facchin ci ha tolto un gol praticamente fatto e poi in altre cinque-sei occasioni dentro l’area non siamo riusciti ad andare in rete». Ora l’obiettivo è di provare a far meglio nelle ultime tre gare. «Evitando di fare figuracce e raccogliere più punti possibili e cercando di onorare fino alla fine una stagione inferiore alle nostre aspettative – conclude il capitano della Reggiana -. Dei difetti li abbiamo e non possiamo nasconderlo perché altrimenti avremmo più punti di quelli che oggi dice la nostra classifica. Arriviamo fino ai venti metri con facilità come oggi contro il Pavia e poi non siamo riusciti a colpirli. Loro sono stati, invece, più bravi di noi ed è quello che si deve fare per vincere anche quando magari si subisce tanto come è accaduto al Pavia».
Ore 16.40 – (Gazzetta di Reggio) «Diventa difficile commentare a posteriori questa partita e alla fine il passivo di 0-2 è sicuramente immeritato e non rende giustizia alla nostra prestazione». Il tecnico della Reggiana Alberto Colombo non può nascondere la delusione per un risultato che non fotografa certo quello che si è visto in campo nei 90’ di gioco. Soprattutto nel primo tempo la Reggiana ha avuto occasioni per portarsi in vantaggio, ma non le ha concretizzate e trovato sulla sua strada il portiere avversario Davide Facchin in grande giornata e autore di almeno due-tre parate decisive nei primi 45’. Interventi che hanno precluso alla Reggiana un vantaggio che piano del gioco sarebbe stato meritato . «Abbiamo giocato un’ottima prima frazione, ma al primo mezzo errore siamo stati puniti dal Pavia – continua nell’analisi del match l’allenatatore granata -. Gli episodi contano tantissimo per cui la partita diventa nettamente più complicata quando sono negativi e vai sotto immeritatamente. Nel secondo tempo si è cercato di recuperare il risultato anche giocando con più punte, ma con questa scelta si è perso sicuramente nell’equilibrio tattico e nelle trame di gioco che ci avevano garantito un buon possesso palla e sviluppi efficaci nel primo tempo». Decisivo poi il raddoppio del Pavia in avvio di ripresa che ha chiuso i giochi e sull’episodio del 2-0 di Ferretti il tecnico della Reggiana non nasconde qualche colpa della difesa. «Quando hai di fronte certi giocatori non ti puoi permettere l’errore di posizionamento. Sappiamo che contro un mancino devi tenerlo fuori e un po’ l’inesperienza di Panizzi in quel caso ha permesso a Ferretti di andare alla conclusione vincente – mister Colombo – Subito il secondo gol è diventato ovviamente tutto più difficile nel cercare di rientrare in gara». La gara di Pavia è anche lo specchio della stagione della Reggiana. «Come potenziale c’erano di fronte due squadre che potevano essere davanti in classifica con le altre che ci sono oggi. In un campionato così equilibrato il distacco aumenta di domenica in domenica quando una squadra come la nostra oggi gioca bene e non vince. Non siamo cinici abbastanza – ammette l’allenatore della Reggiana -. Facciamo tanto possesso palla, ma non finalizziamo la nostra mole di gioco. Ritengo che in ogni partita in questo campionato non ci sono tante occasioni e quando le hai devi sfruttarle per mettere la partita in un certo modo». L’esclusione di Arma poi è spiegata da motivI tattici. «Considerando lo schieramento a tre difensivo del Pavia ho preparato la gara con l’idea di schierare Nolè e Siega per colpire i nostri avversari con la velocità, la rapidità, senza dare un punto di riferimento come poteva essere Arma – dice mister Colombo -. Quello che Siega è riuscito a fare nel primo tempo, poi nella ripresa loro sono stati più bassi e chiusi e quindi anche gli spazi sono stati di meno per le nostre ripartenze. Di conseguenza abbiamo avuto meno occasioni e sul 2-0 il Pavia ci ha dato meno possibilità in fase offensiva».
Ore 16.30 – (Gazzetta di Reggio) Il “derby” fra le deluse del campionato se lo aggiudica il Pavia, in una partita che per la Reggiana ha rappresentato in tutto e per tutto l’emblema del suo campionato. Un 2-0 che lascia tanti rimpianti alla squadra granata, anche perché per oltre mezz’ora, e cioè fino al gol di Malomo che di fatto ha spezzato l’equilibrio, c’era stata solo lei in campo. La Reggiana ha iniziato benissimo, ha fatto la partita per 36 minuti, venendo colpita su un errore di posizionamento dei propri difensori. Una difesa “improvvisata” e d’emergenza senza Minel Sabotic (tenuto fermo per problemi muscolari) e con il veterano Parola fra Spanò e Panizzi.Troppo leggera, però, la squadra di Alberto Colombo in avanti. Il tecnico granata ha scelto di tenere Rachid Arma per oltre un’ora in panchina – ed è stata la prima volta in tutta la stagione – affidandosi al tandem Siega-Nolè che ha creato tanto, ma ha sprecato anche tanto, in particolare col primo. LA CRONACA. Una gara,si diceva, ben iniziata dalla Reggiana. Ad aprire le danze..è Danza, con una conclusione di poco fuori (6′), poi è iniziato lo show dei giocatori offensivi della formazione granata Al quarto d’ora ci ha provato Bruccini, con un tiro dalla distanza che ha trovato pronto Facchin, mentre due giri di lancette più tardi Siega impatta l’assist di Bartolomei ma non inquadra lo specchio. Il più attivo della Reggiana è il numero 11, che a metà frazione spreca una ripartenza micidiale facendo tutto da solo e non servendo Nolè che si era smarcato al centro dell’area di rigore. Altra chance per Siega al 27′, ma il jolly offensivo granata calcia addosso al portiere Facchin. La prima volta che il Pavia la si affaccia dalle parti di Simone Perilli è un minuto più tardi, in un botta e risposta in piena regola, con Marchi che sfiora di un soffio il gol. L’altro botta e risposta arriva a 10′ dalla fine del primo tempo, ed è quello decisivo. Perché la Reggiana sbaglia, o meglio, sbatte contro Facchin che dice no da campione a Nolè, mentre il Pavia non fallisce. Azione personale di Ferretti che trova sul secondo palo Malomo, il quale in scivolata firma l’1-0. Un gol che taglia le gambe alla Reggiana, che non riesce a reagire o quantomeno ad abbozzare un briciolo di reazione. Anche perché ad inizio ripresa (nel Pavia fuori un evanescente Sforzini) i lombardi raddoppiano e spengono le velleità dei granata. Ferretti punta Spanò entrando in area di rigore e batte Perilli, non impeccabile, con un sinistro a giro. La Reggiana prova a rientrare in partita con Siega, che però conferma di avere le polveri bagnate e sbaglia un gol già fatto. Colombo si gioca le carte Letizia e Arma, cambiando volto ai suoi con un poker d’attaccco di tutto livello, ma che non riesce ad incidere. Infatti è il Pavia a sfiorare a più riprese il gol del tris, ancora con Ferretti in ben due occasioni al 23′ e al 29′. Fa poco, invece, la Reggiana che ha un sussulto soltanto nel finale con Letizia. L’ex attaccante del Matera per due volte prima del 90′ ha l’opportunità per accorciare le distanze e dare un senso ai sei minuti di recupero concessi dall’arbitro. In piena area prima trova l’opposizione del superlativo Facchin, poi non riesce ad impattare la sfera. Soltanto rammarico per la Reggiana, che va ad aggiungersi alla delusione globale per un campionato che poteva essere diverso. Guai a dirlo però al Pavia e soprattutto ai tifosi biancazzurri, che per tutta la durata del match hanno contestato la loro squadra. I play off potevano essere alla portata per entrambe le contendenti , invece li dovranno guardare da spettatori. Per la Reggiana ora l’obiettivo residuo di una stagione che era inziata con ben altre aspettative dovrà essere almeno l’accesso alla Tim Cup.
Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) I quindici minuti di inizio ripresa sono stati fatali, perché una squadra come il Venezia può punire al minimo errore. C’è delusione nelle parole di mister Roberto Vecchiato dopo il 4-1 che condanna il Belluno alla quarta sconfitta esterna stagionale. «Il Venezia dispone senza dubbio di un organico fortissimo, ma potevamo fare meglio perché nei primi 15’ della ripresa sarebbe servita maggior attenzione. Dispiace per il risultato, troppo pesante per quanto visto in campo, poi la differenza l’ha fatta la qualità della rosa veneziana. Anche cambiando giocatori il loro livello resta altissimo», è l’analisi del tecnico gialloblù dopo lo stop che interrompe la striscia di due successi esterni sui campi di Virtus Vecomp e Sacilese. A livello tattico, il Belluno ha forse sofferto troppo il gioco sulle fasce veneziano, in particolare l’intraprendenza di Volpicelli sulla sinistra che ha schiacciato Pescosta. «Abbiamo cercato di raddoppiare ma a volte non ci siamo riusciti, ho anche cambiato gli esterni alti ma a destra abbiamo accusato di più la vivacità del Venezia. Però è anche vero che proprio Pescosta ha poi trovato il gol del vantaggio». Passivo pesante, che forse non rispecchia totalmente l’andamento della gara ma che comunque non compromette il quarto posto in campionato in chiave playoff. «Nel primo tempo non abbiamo sofferto eccessivamente, abbiamo giocato una gara di spessore e ricordo solo il palo di Volpicelli – ripercorre il film del match Vecchiato – ma anche due grandi occasioni, soprattutto con Miniati nel secondo tempo su cui è stato bravissimo Vicario. Purtroppo abbiamo commesso qualche errore di troppo per pigrizia e anche nell’1-1 di Modolo siamo usciti tardi con la difesa sugli sviluppi del calcio d’angolo. Ciò non toglie i meriti del Venezia, squadra che per qualità merita il primato e il cammino che sta compiendo lo dimostra».
Ore 15.40 – (Corriere delle Alpi) Da Belluno alla provincia di Belluno, perché se il Venezia non ha centrato ieri la promozione in Lega Pro, è più di un’ipotesi che possa farlo domenica prossima sul campo di Rasai, tana dell’Unione Ripa La Fenadora. Eppure i gialloblù di Vecchiato hanno provato a rovinare i piani alla capolista, ma l’illusione è durata poco più di mezz’ora, intervallo compreso: il tempo trascorso tra il vantaggio di Pescosta e il gol di Modolo, che ha fatto capire come di lì in poi non si sarebbe scherzato. In effetti in settimana i gialloblù avevano suonato la carica verso il “Penzo”, forti del quarto posto in classifica e di una squadra che ha dimostrato di non essere lì per caso. Ma questo Venezia è di un’altra categoria, è una squadra che non appena decide di mettere il piede sull’acceleratore fa male, eccome, all’avversario. Inoltre i giocatori non solo si divertono, ma pure si aiutano: particolari non indifferenti. Aggiungiamoci pure le assenze da una parte (bellunese), mentre in casa lagunare mister Favarin ha solo l’imbarazzo della scelta, ed ecco tirati i conti. Il Venezia ha voglia di festeggiare, di raggiungere in fretta la categoria superiore, ma il Belluno non è arrivato in laguna per fare il turista. Il 4-1 finale è frutto di diversi errori, il primo sulla rete del pareggio veneziano: prima nessuno va a contrastare Acquadro libero di mettere in mezzo con una certa tranquillità, poi sulla stessa azione Modolo stacca da solo a pochi metri dalla porta e infilare Solagna è stato un gioco da ragazzi. Lo stesso Solagna ci ha messo del suo pochi più tardi, perché il vantaggio di Carbonaro è arrivato da una mezza papera: diagonale non irresistibile, il portiere gialloblù si tuffa, ma la palla passa sotto il braccio e finisce nell’angolino. E in quel momento termina la partita dei gialloblù, perché il Venezia capisce le difficoltà del belluno e attacca la preda per darle il colpo finale. Non è un caso che il tris arrivi da Volpicelli, vero uomo in più degli arancioneroverdi, che ha fatto diventare matta mezza difesa bellunese. La linea davanti a Solagna aveva tremato pure nella prima parte di gara ma il palo dello stesso Volpicelli e un paio di tiri sbagliati, avevano graziato il gruppo. E sembrava un segno del destino il vantaggio di Pescosta, una sorta di “chi troppo sbaglia alla fine è punito”. Anche in questo caso si registra una disattenzione del reparto arretrato: dopo uno scontro Galli-Acampora la sfera arriva sul piede del difensore gialloblù che infila in diagonale. Il Venezia sembra stordito, la truppa di Vecchiato fa le cose per bene sul piano tattico, riuscendo a coprire bene ogni varco e ribattendo alle incursioni lagunari. A Corbanese e compagni manca il colpo conclusivo, ma l’errore fatale è rimettere subito in sella gli uomini di Favarin non appena rientrati dallo spogliatoio. L’uno-due targato Modolo-Carbonaro ha tagliato le gambe a Corbanese e compagni, che da lì in poi hanno sofferto l’entusiasmo di casa. Con un orecchio teso a Campodarsego per capire se il Tamai facesse il regalo di giornata, il Venezia ha continuato ad attaccare segnando forse più del dovuto. I rimpianti della ripresa sono tutti sui piedi di Miniati, che si è trovato davanti un muro chiamato Vicario e il passaggio dal 2-2 al 3-1 è breve: l’attacco ha fatto poco, di conclusioni vere ce ne sono state poche e pure queste non hanno trovato fortuna per imprecisione. Ma il Belluno non esce ridimensionato. Di consolatorio c’è che di Venezia ce n’è uno solo e il prossimo anno non farà più questo campionato.
Ore 15.20 – (La Nuova Venezia) Tra scaramanzia e concentrazione da mantenere, negli occhi dei giocatori c’è chi sa di avere messo tre mattoni importanti verso la Lega Pro. E poco importa se da Campodarsego non è arrivato il risultato giusto, perché tra sei giorni, in casa della Ripa La Fenadora, altra bellunese, si potrebbe stappare lo champagne: manca solo un mattoncino. «Abbiamo fatto un’ottima gara» spiega Emilio Volpicelli, senza dubbio tra i migliori in campo «e nonostante fossimo andati in svantaggio in modo immeritato, siamo stati bravi a pareggiare a inizio ripresa». Volpicelli è stata una delle chiavi del successo, ha fatto ammattire la difesa ospite, creando quella superiorità numerica rivelatasi decisiva. «In settimana abbiamo preparato la gara in questo modo» continua l’autore del terzo gol «ma tra il primo e il secondo tempo eravamo convinti di poter ribaltare lo 0-1. Ora serve solo un punto, ma andremo a Feltre per vincere». A Marco Modolo va il merito di aver aperto la difesa bellunese e dato il via al poker del secondo tempo. Per il difensore è il terzo gol stagionale. «È il più importante sinora» commenta «e lo dedico a Denis Maccan, reduce da un piccolo infortunio. Voleva giocare, ci teneva e nei momenti difficili ci ha sempre aiutati. La mia rete è stata liberatoria, poi abbiamo avuto tutto il tempo per ribaltare lo svantaggio». Tempo di dediche anche per Paolo Carbonaro, entrato in campo nella ripresa in versione “scatenato”, tanto da mettere in fondo al sacco la rete che ha fatto esplodere il Penzo. La prestazione non è passata inosservata al presidente Joe Tacopina, che a fine gara lo ha elogiato. «Dedico la rete al mio procuratore scomparso di recente» dice «e ormai manca poco per raggiungere il traguardo. È stata una giornata fantastica. Sono entrato nella ripresa e Favarin, come spesso capita, mi ha chiesto di dare un’impronta diversa alla partita. Potevo segnare una doppietta ma Volpicelli non mi ha visto: cose che capitano». Timbro numero 18, invece, per Matteo Serafini, che ha nel mirino il suo record stagionale di 19. A tre giornate dalla fine, l’attaccante bresciano potrebbe non solo eguagliarlo ma pure superarlo. «L’obiettivo primario resta la promozione» aggiunge «e stavolta abbiamo reagito bene allo svantaggio, attraverso il gioco. Siamo consapevoli di avere il traguardo a un passo e aspettiamo la matematica prima di festeggiare. Mi torna in mente ancora l’agosto scorso, quando si è partiti da zero ma abbiamo lavorato tanto: abbiamo creato un buon entusiasmo attorno a noi». Guglielmo Vicario ha fatto poche parate ma una in particolare su Miniati, che ha impedito al Belluno di pareggiare. «Nel mio piccolo ho dato una mano» osserva il portiere «e anche sul primo gol ci sarei arrivato: c’è stata una leggera deviazione di Cernuto. Ora andiamo a Feltre per prenderci la Lega Pro».
Ore 15.10 – (La Nuova Venezia) Un po’ di parole giuste durante l’intervallo e il Venezia è rientrato in campo mettendo subito in chiaro le cose: rimonta e gara subito in discesa. L’allenatore Giancarlo Favarin si gode la prestazione e l’obiettivo, ormai è a un solo passo. «Abbiamo fatto un’ottima partita» dice il tecnico arancioneroverde «anche se il loro vantaggio è arrivato da un nostro errore. Sino a quel momento, avevamo creato diverse occasioni da gol. Sapevamo di dover incontrare un avversario difficile ma durante la settimana abbiamo lavorato bene. È stata una soddisfazione anche per il presidente, gli abbiamo fatto il regalo di compleanno». Volpicelli è stata una delle mosse-chiave dell’incontro. «Può spaccare le partite» continua Favarin «ed è un giocatore molto importante per noi. Ho a disposizione un gruppo di grande qualità, tutti stanno facendo bene. Anche stavolta hanno fatto vedere in campo di essere i più forti». Se il Campodarsego ha impedito al Venezia di fare festa davanti al suo pubblico, l’appuntamento è rimandato di qualche giorno. «Ci basta un punto domenica prossima» commenta Favarin «per tornare qui l’1 maggio (con il Giorgione ndr) e celebrare il ritorno il Lega Pro con i nostri tifosi. Non ero così convinto di centrare la promozione contro il Belluno, abbiamo fatto il nostro dovere, come dovevamo fare». Il presidente Joe Tacopina sente ormai profumo di Lega Pro, tappa intermedia verso il progetto più ambizioso chiamato serie B. «Ci siamo svegliati nella ripresa» dice il number one, «ed è stata una bella giornata. Non è importante quando arriverà la matematica promozione, guardiamo già oltre. Faccio i complimenti a Carbonaro, che ha dato il cuore ed è un esempio per tutti». Tacopina fa sapere che domenica prossima non ci sarà per impegni familiari ma rientrerà giusto in tempo per le gare contro il Giorgione (1 maggio) e di Trieste (8 maggio). E parla del viaggio in settimana a Dubai per lo stadio, invocato dai tifosi. «Ho riscontrato interesse» aggiunge «nelle persone incontrate».
Ore 15.00 – (La Nuova Venezia) Festa rinviata? Ma no, la festa continua, la sagra del gol a Sant’Elena non chiude mai, il campionato è una marcia trionfale e solo i santommasi maniaci della matematica vi diranno di aspettare ancora una settimana. Intanto bottiglie in fresca e pronti per il conto alla rovescia come a Capodanno. Invitato, suo malgrado, stavolta il Belluno. Che è una valida squadra, lo dice la classifica e per mezza partita riesce a far la voce grossa, andando all’intervallo con l’idea di riuscire nel colpaccio. Nel secondo tempo succede quello che la settimana scorsa è successo a Este, il Venezia dice stop e con quattro colpi d’acceleratore rovescia la partita, legittimando il successo con una serie di giocate da applauso. 4-1 finale, il punteggio ci sta e nonostante questo il Belluno esce a testa alta, non strapazzato. Battuto da una squadra d’altra categoria. Il concentrato della partita è qui. Con Favarin che stupisce tutti al momento della formazione: fuori Carbonaro e Innocenti, dentro Volpicelli e Lattanzio. Invece la mossa è calcolata, Volpicelli semina il panico nella difesa bellunese, Lattanzio la sfianca con i suoi movimenti rapidi e di passo corto, due toreri che sfiancano il toro piantando le banderillas e poi cedono il posto ai colleghi (Carbonaro e Innocenti) per il colpo finale. Olè. Parte spavaldo il Belluno, crea un paio di pericoli, ma rischia in contropiede. Insomma, subire il contropiede in casa della capolista è comunque un invito alla prudenza e Vecchiato chiede di rischiare meno. E passa in vantaggio, si scontrano Galli e Acampora, la palla resta là, arriva Pescosta, gran botta (Vicario giura sulla deviazione) e 1-0 per il Belluno. Il secondo tempo è altra musica: al primo corner “avanti le torri”, Modolo presente, capocciata di forza e 1-1. Altra partita, Favarin molla l’ormeggio di Carbonaro e l’ex monzese ci mette poco, diagonale e 2-1, una liberazione per questo ragazzo che in panchina soffre da matti. Gestione saggia delle operazioni, anche il Belluno puntella i corridoi esterni e cerca di limitare i danni ma ormai la partita è cambiata. Serafini svaria dalla trequarti all’area di rigore e distribuisce palloni invitanti per tutti, dall’altra parte il Belluno graffia una sola volta, ma Vicario ancora in versione Orange è grandissimo su Miniati. Il 28’ è il minuto del Volpicelli show, finta e controfinta sinistro dal limite ed eccoci ad annotare il 3-1, parziale consolazione per una azione ancor più spettacolare, sfumata nel primo tempo. Al 37’ il 4-1 è spettacolare, dalla metacampo veneziana parte un pallone in verticale, Innocenti si infila in un corridoio che buca tutta la difesa bellunese, supera il portiere, si allarga, offre l’assist al centro per Serafini che ha tempo, lucidità e lasse, per lo stop, la mira, e la botta. A proposito, cosa fa il Campodarsego? Se a qualcuno interessa, 0-0 con le furie rosse del Tamai. Si torna il battello facendo i conti inutili: 9 punti a tre partite dalla fine, almeno lo spareggio è assicurato. Ma quale spareggio? Ve lo vedete il Venezia giocare domenica prossima il punticino? Via.
Ore 14.30 – (Mattino di Padova) Qualche azione e poca, anzi pochissima, corsa. Un atteggiamento poco “zemaniano” costa caro all’Abano, battuto senza se e senza ma dal Fontanafredda, giunto al Nuovo Stadio di Este (casa temporanea dei neroverdi) con tanta voglia di salvarsi. La compagine aponense, invece, cincischia e finisce per fare una figuraccia. Non basta, infatti, il possesso palla del primo tempo per ammaestrare i pordenonesi, poco belli da vedere ma determinati, quasi rabbiosi. Come gli stessi gol di Sadio e Tonizzo, due conclusioni di rara potenza (entrambe nella ripresa) che la dicono lunga sulle speranze della penultima in classifica, staccata ancora di tre punti da Giorgione e Triestina. L’Abano domina senza strafare e il match, manco a dirlo, non decolla. Si stenta fino al 27′, quando Caridi calcia dritto per dritto un pallone deviato da un difensore in chiusura su Fusciello. Il problema non sussiste per Buiatti, che poco dopo deve solo controllare la traiettoria del colpo di testa di Bortolotto (corner di Caridi). A dirla tutta, l’Abano al 42′ segna pure un gol con De Cesare, annullato per una carica di Tescaro, autore dell’assist, sul diretto marcatore. Il Fontanafredda alza la testa al 44′, quando Stiso prova la conclusione, facile per Rossi Chauvenet. Lo stesso Stiso rientra in campo nella ripresa con un fare ancor più sbarazzino. L’esterno sinistro rossonero, al 46′, si libera dell’esordiente Ceccarello e poi cerca di piazzare l’1-0 alla sinistra di Rossi Chauvenet, centrando invece il palo. Basta una decina di minuti per capire che gli ospiti hanno una marcia in più: prima il cross di De Crescenzo per la zuccata di Nastri (54′), poi la botta di Stiso (56′) esaltano l’istinto dell’estremo aponense e galvanizzano ulteriormente gli ospiti. Prima di affondare, l’Abano ha un sussulto con De Cesare, imbeccato dal traversone di Bortolotto: Ortolan interviene e salva il risultato. Il Fontanafredda sblocca e chiude la pratica fra il 79′ e l’85’: Sadio firma la rete del vantaggio al terzo tentativo (una respinta e una traversa nella stessa azione) sparando da pochi metri. Sotto l’incrocio dei pali s’infila invece la punizione dalla lunga distanza di Tonizzo che vale il 2-0. Ha detto. «Mi vergogno per la sconfitta di oggi». Nel post-gara, il tecnico dell’Abano Karel Zeman non usa mezzi termini. L’Abano ha disputato una partita sotto ritmo, concedendo tutto il secondo tempo agli avversari: «Abbiamo tenuto il possesso di palla per 45 minuti, poi siamo spariti» aggiunge il Boemo jr. «Anche se la salvezza è ormai raggiunta dobbiamo onorare gli impegni e uscire dal campo ogni domenica con la consapevolezza di aver dato tutto. Oggi (ieri), però, alcuni giocatori non hanno corso abbastanza».
Ore 14.20 – (Mattino di Padova) Dopo il pareggio con il Belluno, la Luparense riprende la marcia: a San Martino il Mestre cade 4-2 sotto i colpi di uno straordinario Sottovia, autore di una tripletta, che trascina i compagni alla settima vittoria nelle ultime otto uscite. Per la squadra di Cunico, a tre giornate dalla fine del campionato, i playoff distanti tre lunghezze sono ancora alla portata, ma da Verona la doccia fredda è arrivata a un quarto d’ora dalla fine: la Vecomp ha avuto ragione dell’Union Ripa solo nel finale, altrimenti la corsa sarebbe stata ancora più avvincente. La gara. Poco male, perché se anche i Lupi non riusciranno ad arrivare ai playoff la stagione sarà comunque positiva: lo spettacolo mostrato anche al cospetto del Mestre, infatti, vale eccome il prezzo del biglietto. Di fronte ai veneziani di Feltrin, i Lupi hanno messo la freccia nella ripresa dopo un primo tempo equilibrato. Dopo aver fallito al 31′ la palla del vantaggio con Roveretto, la squadra di Cunico ha trovato l’1-0 al 33’: cross dalla destra di Dal Santo, e tuffo di testa vincente di Sottovia. Gli arancioni, però, un minuto più tardi hanno trovato l’immediato pareggio con il penalty realizzato da Ferrari e concesso per un fallo di Pregnolato su Nobile. Prima dell’intervallo, ancora emozioni: al 37′ il nuovo vantaggio dei Lupi, siglato da Roveretto in contropiede, quindi al 43′ l’incredibile 2-2, realizzato da Capogrosso dopo la torre di Niero sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Dopo il botta e risposta iniziale, c’è voluta tutta la classe del singolo per far pendere la bilancia da una parte: bomber Dario Sottovia s’è caricato la squadra sulle spalle, e al 3’ della ripresa s’è inventato, dai trenta metri, un destro imprendibile a giro sotto l’incrocio. Quindi, al 17′, ha calato il poker e la personale tripletta, battendo Cont Zanotti di testa sul perfetto invito di Di Fusco. Sul 4-2, la gara praticamente si è chiusa con il risultato messo in cassaforte: né la girandola dei cambi, né le ultime forze mestrine, sono riuscite a spostare la partita dai binari della Luparense, che nel finale ha addirittura sfiorato il pokerissimo con la traversa colpita da Roveretto. Le voci. «Nei primi 25′ il Mestre ci ha messo in grossa difficoltà», le parole a caldo del tecnico dei Lupi, Enrico Cunico, «ma poi siamo cresciuti e ce la siamo giocata alla pari contro un’ottima squadra. Penso che alla fine sia stata veramente una bella partita, sono contento del nostro girone di ritorno: all’inizio eravamo a 14 punti dai playoff, oggi di distanza ne abbiamo solo tre, e anche se non riusciremo, nelle prossime tre gare, a raggiungere la Vecomp al quarto posto, abbiamo dimostrato di essere una grande squadra».
Ore 14.10 – (Mattino di Padova) Playoff in tasca, secondo posto raggiungibile ma (tutto sommato) inutile e sindrome di appagamento di rito: dall’Este, ora come ora, non si può pretendere di più. Non stupisce, infatti, la sconfitta con il Monfalcone, un 2-1 esterno che fa male perché si aggiunge ai k.o. di Dro e Venezia ma non muove una foglia in classifica. Tuttavia, il terzo gradino del podio (che garantisce la prima partita della post season in casa), per ora, è al sicuro, così come il giudizio positivo sulla stagione della compagine atestina. Il Monfalcone, invece, si deve salvare senza passare per gli spareggi e, com’è noto, in questi casi le motivazioni non latitano: Montebelluna, Levico e Liventina sono ancora davanti (a +2 e +1) e il colpaccio, anche grazie alla vittoria con l’Este, è alla portata degli uomini di mister Zanuttig. Una domenica fiacca, quella dei giallorossi, in vantaggio dopo un quarto d’ora grazie all’autogol di Battaglini, che devia alle spalle di Ciroi la conclusione di Marcandella (servito da Mastroianni). L’Este si vede negare un rigore al 22’ per un presunto fallo di Fernandez su Coraini, mentre dagli undici metri (tocco di mano netto di Montin) il Monfalcone trova l’1-1 con il sempreverde Zubin (26’). I padroni di casa hanno pure l’occasione per completare la rimonta, ma il tiro di Godeas colpisce la traversa, a Lorello battuto (31’). Dall’altra parte Ciroi alza in angolo il destro di Mastroianni (34’). Nella ripresa l’Este fa qualcosa di più: su punizione non ha fortuna Arvia che scheggia il palo dopo 10’. Il Monfalcone resiste e, al 64’, centra un altro legno con il solito Godeas. Gli ospiti hanno l’occasione più ghiotta al 68’, quando Mastroianni serve Maldonado che, a sua volta, appoggia per Coraini: Ciroi si allunga devia in angolo. La ritrovata intraprendenza degli atestini non basta perché il Monfalcone segna il 2-1 all’89’ con Mattielig, bravo a coordinarsi per la volée di sinistro. Dopo la gara, il tecnico dell’Este Andrea Pagan non vuol saperne di musi lunghi. I giallorossi hanno perso le ultime tre partite ma, a suo dire, non hanno mai demeritato: «Il risultato è lo stesso, è vero, ma nelle ultime tre uscite ho visto una squadra propositiva e volonterosa» afferma Pagan. «I ragazzi, però, un po’ per la classifica che ci vede terzi a +4 sul Belluno, un po’ per un calo fisiologico, non sono più lucidi e brillanti come un mese fa». «Oggi (ieri,ndr) meritavamo un punto, ma il Monfalcone ha trovato il tipico gol della domenica» chiude l’allenatore chioggiotto. «Il risultato negativo ci costringe a un cambio di rotta: già dalla sfida di domenica prossima con la Luparense bisogna tornare a vincere».
Ore 14.00 – (Mattino di Padova) Finisce a reti bianche tra il Campodarsego e il Tamai, dopo una gara avara di emozioni in generale, seppur con qualche spunto in più da parte dei padovani. La classifica pertanto recita rispettivamente 74 e 49 punti, con la capolista Venezia che allunga di due e l’Este in terza posizione che ne regala uno. Bisogna aspettare il quarto d’ora per la prima vera azione, per il bello scambio tra Kabine e Aliù: quest’ultimo improvvisa un tiro-cross che si perde nel fondo. Al 25′ l’episodio che potrebbe cambiare tutto: cross su punizione di Radrezza, colpo di testa perfetto di Aliù che però colpisce la traversa. Lo stesso Radrezza ci prova di prima su passaggio di Pelizzer, fuori misura. Ancora Aliù si gira su un perfetto lancio di Bedin, tiro respinto in angolo dalla retroguardia. Allo scadere del primo tempo, altra iniziativa dei padroni di casa, ottimo spunto dal calcio piazzato di Bedin, si tuffa coraggiosamente Buson ma senza colpire il pallone. Al rientro dagli spogliatoi, è Radrezza ad avere la prima vera occasione che temporeggia troppo e fa partire un rasoterra senza rischi per Peresson. Continuo batti e ribatti, altro angolo per i padovani con Buson che manda alle stelle. Il Tamai, che fino a quel momento non ha ancora tirato in porta, ci prova con una punizione di Furlan che termina sul fondo. Nessun rischio per Vanzato neanche sul tentativo di Tuan. Dall’altra parte schema su calcio piazzato, che si conclude un’altra volta con un nulla di fatto. Tornano in attacco i friulani, con Sellan che dribbla il portiere e crossa: scongiura il gol il solito Buson, che la butta in corner. Nel finale spazio per un ottimo cross del neoentrato Zecchin, pennellato per l’accorrente Aliù che, tuttavia, non riesce a ingranare i tempi giusti e ne scaturisce un passaggio inutilizzabile per Cacurio. Il risultato non si blocca neppure nell’ampio recupero, al netto di una semirovesciata di Poletti ribattuta dal portiere, con l’arbitro che poi ferma per fuorigioco. Una volta terminata la partita, Antonio Andreucci riconosce un calo di intensità: «Abbiamo trovato una squadra che si è chiusa bene e in questi casi se non la sblocchi, non vinci. Purtroppo a questo punto del campionato si accusa inevitabilmente la stanchezza. Di positivo il fatto che non abbiamo preso gol, limitando tutte le possibili occasioni». Per il collega De Agostini un match a due volti: «Nel primo tempo abbiamo subito molto di più le loro iniziative, mentre nella ripresa abbiamo alzato il baricentro e in alcuni momenti li abbiamo messi in difficoltà. Noi comunque avevamo come obiettivo la salvezza, già raggiunta, o dopo l’inevitabile calo di tensione cercheremo di chiudere al meglio la stagione». Il Campodarsego accede ai playoff.
Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Se giocheremo sempre come a Pordenone, andremo lontano». Così Roberto Venturato dopo il match d’andata al Bottecchia, vinto dal Cittadella per 3-1. «Dobbiamo essere – aveva allora indicato la strada il tecnico granata – prima di tutto squadra. Capisco che chi non sta giocando possa essere deluso, ma ogni elemento di questa rosa è determinante. Anche chi resta fuori. Bizzotto – indicava allora – è stato fuori, ha saputo aspettare; adesso sono due partite che gioca e oggi ha segnato anche un gol molto importante». BABY BIZZOTTO – Il messaggio del tecnico è stato recepito da tutta la squadra che oggi, con i suoi 8 punti di vantaggio sulla seconda (Bassano), vincendo con il Pordenone chiuderebbe definitivamente i conti approdando in B con 3 giornate d’anticipo. Giulio Bizzotto, classe ’96, dovrebbe trovar spazio anche oggi, vista la squalifica di Lamin Jallow. «Ci tengo particolarmente – dice il bassanese -. Ho fatto gol all’andata, ma soprattutto con il Pordenone è la gara più importante e noi vogliamo che diventi anche decisiva per la promozione. Sappiamo che sarà difficile, perché loro sono una buona squadra. Noi però ce la metteremo tutta per far festa insieme ai nostri supporter». CLUB PRONTI – Fra i club granata c’è molto fermento, anche se nulla appare, forse per scaramanzia. Di certo hanno preparato qualche grossa sorpresa da estrarre all’ultimo istante qualora le cose dovessero andare bene in campo. LAST MINUTE – Non c’è stata grande prevendita: alla vigilia erano stati venduti poco più di mezzo migliaio di tagliandi. Un centinaio di questi sono stati acquistati a Pordenone. I ramarri quindi non saranno soli, in un Tombolato tutto granata. Botteghini aperti anche oggi per il last minute. Per coloro che pur restando a Pordenone volessero vivere il clima da stadio, resta il maxischermo al De Marchi. I più pigri invece resteranno a casa a gustarsi la sfida su RaiSport alle 20, oppure al computer sul sito www.sportube.tv (con registrazione), che proporrà le immagini dalla stessa ora.
Ore 13.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ramarro con la forza dei nervi distesi. Nonostante la «strana» domenica di lavoro, vigilia del match di questa sera al Tombolato (inizio alle 20) con la capolista Cittadella, davanti alle telecamere nazionali di RaiSport. Quasi quasi sono più agitati i granata che nell’occasione, in caso di vittoria, potrebbero festeggiare il ritorno in serie B. Non hanno scalfito il morale dei ramarri (almeno sino a questa sera quarti in graduatoria) né il nuovo sorpasso della Virtus Bassano (58 punti), né l’aggancio dell’Alessandria (56). Con ogni probabilità, infatti, per arrivare ai playoff basterà il quarto posto. A VISO APERTO – «Ce la giocheremo – promette Bruno Tedino – a viso aperto. Il Cittadella è forte, merita il primo posto e la promozione, ma non è scritto da nessuna parte che debba ottenerla proprio al termine del match contro di noi. Non andiamo – sorride il tecnico dei ramarri – al Tombolato da invitati alla festa. Non ci stiamo proprio a perdere. Faremo come sempre la nostra partita, giocando a viso aperto». Paradossalmente l’occasione di timbrare il pass per la B e la prevedibile eccitazione sugli spalti potrebbero condizionare il team di Venturato, favorendo il Pordenone. CORSI & RICORSI – «Ho giocato con il Cittadella nella stagione 1983-84 – racconta Bruno, ex centrocampista – e conosco l’ambiente. Non credo che i tifosi prepareranno grandi feste. È gente tranquilla, con i piedi per terra. Questo non vuol dire che non saranno pronti nel caso dovesse succedere. In campo però – prevede l’allenatore – nessun condizionamento. Sarà anche per loro una gara importante. Tutto qua». SPINA DORSALE GRANATA – All’andata, lo scorso dicembre, i padovani si imposero al Bottecchia per 3-1. Fu forse l’unica volta che i ramarri soffrirono veramente gli avversari davanti al pubblico amico. È anche vero però che era un altro Pordenone. Quello vero è sbocciato (con 8 vittorie consecutive) nel gennaio del 2016. «Il Cittadella – blocca subito Tedino – resta di un altro livello rispetto alle altre del gruppo. Difficile indicare gli uomini migliori. Si farebbe un torto agli altri. È forte la squadra intera, per valore dell’organico e organizzazione di gioco, supportata da una società ottimamente strutturata. Dovessi proprio indicare il loro valore aggiunto direi Scaglia, Iori, Chiaretti e Litteri, ovvero la spina dorsale del gruppo granata. Ci aspetta – riprende il mister dei ramarri del Noncello, già a Pordenone per un biennio all’inizio degli anni 2000 – una gara di grande sofferenza, ma anche stimolante. Da giocare al massimo, con la consapevolezza che comunque dopo avremo altre tre partite per arrivare a quota 60, dove ci attende la garanzia di riuscire ad allungare la stagione». DUBBIO SUPERPIPPO – Un fastidioso virus intestinale mette un punto di domanda sull’utilizzo di Filippini, il 18 volante della vittoria sulla FeralpiSalò. Superpippo non vorrà perdersela. Se proprio non dovesse farcela, davanti ci sarà Berrettoni al fianco di Strizzolo, con Cattaneo alle loro spalle. Invariato il resto, con Pasa, Pederzoli e Mandorlini a centrocampo; Boniotti, Stefani, Ingegneri e Martini davanti a Tomei. Arbitrerà Robilotta di Sala Consilina. AMARCORD – In gara uno al Bottecchia, giocata lo scorso 5 dicembre, il Pordenone passò in vantaggio al 13′ con il laterale destro Boniotti. Il Cittadella non si perse d’animo e pareggiò al 21′ con Litteri. Dopo 13′ Bizzotto firmò il gol del 2-1. A inizio ripresa (3′) l’italobrasiliano Chiaretti fissò il risultato sul 3-1.
Ore 12.50 – (Messaggero Veneto) Filippini sì o no? E’ il dubbio che tormenta Tedino alla vigilia del match odierno. Già, perché l’attaccante, capocannoniere del Pordenone e reduce dal gol-vittoria con la Feralpi, non è ancora al top a causa di un’indisposizione accusata tra venerdì e sabato. Solo oggi il tecnico dei neroverdi capirà se potrà impiegarlo: dovrebbe farcela, Filippini, ma resta la prudenza. Se “Pippo” gioca, si sistemerà davanti al fianco di Strizzolo, mantenendo il 4-3-1-2. In alternativa c’è Berrettoni, molto pimpante in settimana. Sulla trequarti pare tornato il momento di Cattaneo, out dal 1’ negli ultimi due match. Difficile l’impiego del tridente in linea provato in settimana. Più probabile che Martignago, ex di turno, potenziale ala sinistra titolare, venga inserito nella ripresa. Confermato il resto della squadra, cioè il blocco difesa-centrocampo. In casa Cittadella, squalificato Iallow: al suo posto giocherà Bizzotto. Rombo anche per i granata, sistema di gioco su cui hanno costruito la promozione.
Ore 12.30 – (Messaggero Veneto) Se i granata vincono, festeggiano la vittoria del campionato e il salto in serie B. Una bella prospettiva, che i neroverdi vogliono rovinare per riprendersi il secondo posto. E’ tempo del posticipo della quart’ultima giornata di Lega Pro, è il momento del big-match Cittadella-Pordenone (inizio alle 20, diretta tv su Raisport). Al Tombolato si affrontano la capolista e la sua (potenziale) vice che, scesa al quarto posto in seguito ai risultati di Bassano e Alessandria, vuole tornare dov’era. «Perché l’obiettivo – dice il tecnico Bruno Tedino – è salire a 62 punti, quota in cui i play-off sono sicuri. E dove noi vogliamo arrivare prima possibile». All’attacco. E quindi il Pordenone, stasera, giocherà per vincere, salire a 59 punti ed essere così a tre lunghezze dal traguardo. Nessuna intenzione di giocare per il pareggio, anche se è un risultato da non scartare quando si gioca sul campo della capolista. «Non mi sono mai accontentato, prima del fischio d’inizio, e non vedo perché bisogna farlo adesso – attacca il trainer dei ramarri –. Sappiamo che è una partita difficile e che il Cittadella è la squadra più forte del campionato. Ma noi vogliamo fare qualcosa d’importante». E’ chiaro che i risultati di Bassano e Alessandria condizionano il match di stasera. «Ma pensiamo – dice al riguardo Tedino – solo a noi stessi e al nostro cammino. Sarà un finale di campionato incandescente, in cui anche il Padova può rientrare in corsa per l’ultimo posto playoff. Quindi dobbiamo concentrarci a ottenere il massimo a Cittadella». Rispetto. Venturato, tecnico dei granata, rispetta il Pordenone, lo elogia («già all’andata dissi che era in grado di far un gran campionato») e soprattutto manda un bel messaggio a Tedino, «allenatore molto preparato, che ha raccolto in carriera meno di quanto meritava». Sarà pure una sfida tra trainer di livello, che con il loro gioco hanno lasciato un segno in questo campionato. Del Cittadella in calo – un punto nelle ultime due gare – nessuno si fida, men che meno Tedino, però è certo che questo Pordenone, per motivazioni e stato di salute mira al colpaccio. Anche perché vuole cancellare il ko dell’andata, l’unico davvero meritato dell’intero torneo. L’impressione è che sarà un grande match, con ottimi contenuti tecnici. E se i neroverdi lo fanno proprio possono già pensare di stappare lo spumante, messo in fresca dopo il successo con la FeralpiSalò.
Ore 12.10 – (Gazzettino) Novanta minuti che possono mettere la parola “fine” a una rincorsa che dura un anno intero. Questa sera il Cittadella contro il Pordenone si gioca il primo dei quattro “match point” che ha a disposizione per ottenere il conforto della matematica sulla promozione in serie B. Anche il tecnico Roberto Venturato non si tira più indietro: «Non dobbiamo nasconderci, stiamo per affrontare una partita decisiva, se vinci sei in serie B. È giusto dirlo ma è bene sapere che ci sono ancora quattro partite, quattro finali: ognuna potrebbe essere quella buona per raggiungere il nostro obiettivo». Il Cittadella vuole farlo stasera, davanti ai propri tifosi, al pubblico che dopo aver mancato la Coppa Italia vuole rifarsi in fretta, e aspetta con trepidazione di festeggiare il ritorno tra i cadetti dopo un anno di “purgatorio” in Lega Pro. Il traguardo è davvero vicino: ci sono otto punti di margine sul Bassano (che ha già giocato) a quattro turni alla fine, ma solo la vittoria con il Pordenone garantirebbe la promozione con tre turni di anticipo, altrimenti bisognerà rimettere in frigo lo champagne e aspettare ancora. L’attesa è tanta, per società, tecnici, giocatori: anche una piazza notoriamente sempre tranquilla e serena avverte una certa ansia. Venturato cerca di pacare gli animi: «Non credo vada esasperata questa partita, sappiamo che ci sono pressioni sul Cittadella, ma devono essere aspettative solo di segno positivo. In fondo sono questi i momenti più belli da vivere nel calcio, quando ti appresti ad affrontare una partita che mette in palio un grande risultato, nel caso nostro la promozione in serie B. Chi fa il nostro mestiere sogna le gare come quella con il Pordenone, che possono coronare il lavoro di un anno intero». Un punto in due partite, con Bassano e Reggiana: non è che fallendo anche il posticipo l’ansia possa lasciare lo spazio a un po’ di paura? «Chi gioca a calcio non deve avere paura, ma coraggio e consapevolezza delle proprie capacità – spiega Venturato – Non pensiamo ad altro che non sia la gara con il Pordenone, restiamo concentrati per compiere l’ultimo passo, quello decisivo, che vale un’intera stagione». L’avversario di stasera rappresenta la sorpresa più bella dell’intero girone: in pochi avrebbero scommesso sul Pordenone, tra questi c’è Venturato, che ha sempre messo la squadra di Tedino tra le più accreditate del campionato. «Dobbiamo avere grande rispetto del Pordenone. Credo abbia una rosa di assoluto valore, composta da bravi giocatori, alcuni molto importanti, che sono allenati da un tecnico che considero da sempre molto bravo e che in carriera ha forse raccolto meno di quanto meritasse. Sta disputando una grande stagione, e non mi meraviglia la posizione di classifica dei nostri avversari, che possono giocarsi la partita al pari del Cittadella. Voglio una squadra umile, determinata, solo così possiamo vincere il confronto». Per quanto riguarda la formazione, pochi i dubbi per Venturato, che schiererà in campo ci non ha giocato giovedì sera in Coppa Italia. A centrocampo quindi Zaccagni affiancherà Iori e Schenetti, in attacco Litteri avrà vicino Bizzotto (Jallow è squalificato).
Ore 11.50 – (Gazzettino) Se il Cittadella ha ipotecato il primo posto grazie a una striscia di undici vittorie di fila nel girone di ritorno, il Pordenone ha costruito gran parte delle sue fortune in chiave play off su un’analoga serie di otto successi a inizio 2016 a cui hanno fatto seguito altre tre affermazioni (Padova, Reggiana e Feralpi), intervallate da un pareggio e due sconfitte negli scontri diretti con Bassano e Alessandria. L’undici friulano può così pensare in grande e lo stesso presidente Mauro Lovisa pensa alla promozione. «Ho ormai visto tutte le avversarie del nostro girone – le sue parole – e so che possiamo giocare alla pari con chiunque. E siccome non credo che il girone A sia inferiore agli altri due, dico che arriveremo sino in fondo». Nel consueto 4-3-1-2 probabile conferma degli undici schierati contro il Feralpi e un unico dubbio in avanti al fianco di Strizzolo, con Filippini, in non perfette condizioni, in ballottaggio con Berrettoni. In mediana Pederzoli verrà affiancato da Pasa e Mandorlini. «Ce la giocheremo – promette il tecnico Bruno Tedino – a viso aperto. Il Cittadella è forte e merita la promozione, ma non è scritto da nessuna parte che debba ottenerla proprio contro di noi e non ci stiamo proprio a perdere. Ci aspetta una gara di grande sofferenza, ma stimolante e da giocare al massimo consapevoli che comunque avremo poi altre tre gare per accedere ai play off».
Ore 11.30 – (Mattino di Padova) L’aria primaverile e il cielo limpido sembrano quasi dare ancora maggiore serenità al classico ambiente pacato di Cittadella. Le uniche urla (sportive) che si sentono arrivare dagli impianti del Tombolato sono quelle dei Giovanissimi granata, in campo per la propria partita di campionato. A seguirli anche qualche giocatore della prima squadra, in attesa di iniziare il proprio allenamento. Sguardi tranquilli, sorrisi nemmeno troppo tesi, prima di quella che potrebbe essere stata l’ultima seduta prima della promozione in Serie B. Il Cittadella è ad un passo dal traguardo e oggi è chiamato a compiere l’ultimo scatto. Vincendo nel posticipo di questa sera contro il Pordenone, terzo in classifica, i granata sarebbero promossi in B per la terza volta nella propria storia, a meno di 12 mesi dall’ultima retrocessione. È il primo match point per loro, e non vogliono palpitare ancora dopo un campionato dominato soprattutto nel girone di ritorno, archiviando in fretta la delusione di Coppa. «È un momento estremamente positivo per tutto quello che abbiamo fatto, non solo in campionato ma anche in Coppa Italia», le parole alla vigilia del tecnico Roberto Venturato. «Per me è un grande orgoglio essere arrivato in fondo ad entrambe le competizioni e credo che sia merito del lavoro di tutti quanti. Adesso inizia la parte più importante e dobbiamo giocarcela con la testa giusta, sapendo che la gara contro il Pordenone può essere decisiva per vincere la Lega Pro, ma che allo stesso tempo ci sono altre tre partite per potersi aggiudicare il torneo». In poche parole, se non si riuscisse a vincere, meglio conquistare a tutti costi un pareggio, rispetto ad una sconfitta, per tenere a distanza i diretti concorrenti? «Io non ho mai pensato né in questo campionato né nella mia carriera di giocare per il pareggio. Sia Cittadella che Pordenone cercheranno di vincere, noi dovremo solo avere la consapevolezza che i 3 punti ci porteranno a trionfare in campionato. Dovremo saperla vivere con la giusta pressione, sapendo che le cose vanno conquistate sul campo, facendo le cose che sappiamo fare». Quale sarà l’aspetto decisivo? «La testa conterà più di tutto. Dovremo saper far bene oni cosa, con il giusto aspetto mentale». Si aspettava il Pordenone così in alto in classifica? «Sì. È una squadra di valore, che ha giocatori importanti, guidati da un allenatore molto bravo, che sinora ha ottenuto meno di quanto meritato. Non mi meraviglia che possano giocarsi questa partita. Dovremo avere molto rispetto dell’avversario e giocare con umiltà e determinazione, i valori che ci hanno sempre contraddistinto». Teme che, se non si dovessero chiudere i conti subito, potrebbe subentrare un po’ di paura di farcela nei suoi giocatori? «Vivere partite come queste è un aspetto estremamente positivo, tutti quelli che fanno questo mestiere vorrebbero viverle. Nessuno ti regala niente, avremo bisogno di coraggio per prenderci la gara». Da parte sua come sta vivendo quest’attesa? Le tornano in mente ricordi particolari, legati alla sua carriera? «Ogni volta è unica e diversa. Voglio vincere il mio quarto campionato, perché un successo potrebbe aprirci grandi strade. Lo vivo con orgoglio, serenità e grande concentrazione per raggiungere il risultato». Venturato non si sbilancia ma Bizzotto sostituirà lo squalificato Jallow, con Bonazzoli ancora out per il problema alle costole.
Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Sono fermi a poco più di 500 i biglietti venduti per la “partitissima” di questa sera, che può regalare la promozione in B al Cittadella. Ieri i botteghini erano chiusi e la società punta ad incrementare la vendita nella giornata di oggi, per regalare il miglior colpo d’occhio possibile allo stadio Tombolato. La sede di via Ca’ dai Pase, dove è possibile acquistare i tagliandi, sarà aperta dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17, mentre dalle 18 in poi saranno in funzione anche i botteghini dello stadio. Finora sono circa un centinaio i biglietti acquistati dai tifosi del Pordenone, ma nessuno in curva ospiti, con i supporter in arrivo dal Friuli che saranno quindi disseminati negli altri settori dell’impianto. L’obiettivo della società sarebbe quello di avvicinare i 4.000 spettatori fatti registrare contro il Bassano due settimane fa, ma difficilmente si dovrebbe superare quota 3.000. In ogni caso i tifosi sono pronti a far festa, con il Centro Coordinamento Club Granata e i Supporter Granata che hanno preparato una coreografia speciale, in tribuna Est, all’ingresso delle squadre in campo.
Ore 10.40 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Favaro; Diniz, Sbraga, Fabiano, Favalli; Ilari, Baldassin, Bucolo, Finocchio; Neto Pereira, Altinier.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Passando alla squadra, le defezioni sono rappresentate da Petkovic, De Risio e Dionisi. «Abbiamo qualche problema, ma sono sicuro che i giocatori che andranno in campo daranno il massimo come sempre. Non dobbiamo avere alibi , ma fare la nostra gara giocando bene ed evitando gli errori commessi con la Pro Patria. Anche se affrontiamo la penultima in classifica, ci vuole l’atteggiamento giusto». Riguardo al probabile undici di partenza, anche in occasione della rifinitura all’Appiani è emerso che Bucolo e Baldassin sono in pole position in mezzo al campo, con Ilari e Finocchio sulle corsie laterali. Dietro la consueta linea a quattro con Diniz, Sbraga, Fabiano e Favalli, e davanti il tandem Neto Pereira e Altinier. La squadra partirà per Bergamo nel primo pomeriggio.
Ore 10.20 – (Gazzettino) Questa sera, tra l’altro, se il Cittadella battesse il Pordenone che è appaiato in classifica all’Alessandria potrebbe farvi indirettamente un favore. «Vero, ma noi dobbiamo guardare più all’Alessandria avendo lo scontro diretto all’ultima giornata. Inutile negare l’evidenza: ripeto, dobbiamo vincerle tutte per essere lì se i piemontesi perdono un colpo». La testa comunque è tutta rivolta alla sfida di questa sera. Chiederà ai suoi giocatori di incanalare subito la partita sui binari giusti? «Non dobbiamo avere l’ansia di fare tutto e subito, perché magari corri rischi e comprometti tutta la gara. Bisogna fare la nostra partita come sempre, restando compatti e cercando di fare girare dalla nostra gli episodi. A Cuneo, per esempio, non abbiamo sfruttato nel primo tempo due-tre palle gol e poi la gara è diventata difficile. Dobbiamo andare in campo con cattiveria e concentrazione giuste, se non lo facciamo diventa dura. Mi aspetto una sfida complicata specialmente sul piano agonistico dato che anche loro hanno l’obbligo di vincere».
Ore 10.10 – (Gazzettino) Un’occasione d’oro per accorciare a cinque lunghezze il distacco dall’Alessandria e coltivare ancora l’obiettivo play off. Non resta che vincere questa sera al Padova nella trasferta con l’Albinoleffe e capitalizzare così l’aiutino arrivato sabato dal Mantova che ha fermato proprio i piemontesi, dando al tempo stesso una spinta ulteriore ai biancoscudati. «Sicuramente il pareggio dell’Alessandria ci dà una carica in più – afferma Bepi Pillon – ma l’importante è che noi facciamo il nostro, altrimenti tutti questi discorsi li porta via il vento. Dobbiamo vincere per portarci a cinque punti, poi sappiamo che non dipende solo da noi. In ogni caso dobbiamo vincere tutte le partite che restano, perché solo così possiamo pensare di arrivare ai play off».
Ore 10.00 – (Gazzettino) Il pari dell’Alessandria e il ko del Feralpi riaccendono le speranze del Padova che, con un successo a Bergamo, balzerebbe al quinto posto a cinque lunghezze dall’Alessandria – quarto a quota 56 – che affronteranno all’Euganeo all’ultima giornata. Visto il pareggio dell’andata, i biancoscudati con un successo sarebbero avanti negli scontri diretti e dunque occorre arrivare all’appuntamento dell’8 maggio con non più di tre lunghezze di ritardo. Restano così da rosicchiare altri due punti ai piemontesi che quindi non dovrebbero vincere una delle prossime due gare con Suditol (in trasferta) e Reggiana, sempre che il Padova faccia il pieno con Giana e Bassano. Negli scontri diretti Diniz prevalgono con il Feralpi e in caso di arrivo a tre con bresciani e piemontesi. Finendo terzi appaiati ad Alessandria e Pordenone, tutto dipenderebbe dal risultato dell’8 maggio. E siccome ai play off vanno le due migliori quarte, sorride il Padova anche per il ko casalingo di ieri con la Spal dell’Ancona che resta a 50 punti e stasera potrebbe essere sorpassato.
Ore 09.40 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Favaro; Diniz, Sbraga, Fabiano, Favalli; Ilari, Baldassin, Bucolo, Finocchio; Neto Pereira, Altinier.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Come sta il Padova? «Corti è convocato, ma non può ancora partire dall’inizio perché a livello fisico non è totalmente a posto. Mazzocco sta bene, e devo scegliere tra lui, Bucolo e Baldassin chi mettere in mezzo. Non ci sono Petkovic, De Risio e Dionisi». Che gara dovrete fare? «L’importante è non avere l’ansia del risultato: ce la possiamo giocare, senza fretta. Il Padova dovrà essere compatto e dovrà cercare di far girare gli episodi dalla sua parte: saranno importanti il giusto atteggiamento, la cattiveria e la concentrazione. L’Albinoleffe si gioca molto, sarà una partita di grande agonismo e non sarà facile». La squadra. Il 4-4-2 biancoscudato di stasera sarà molto vicino alla formazione-tipo: difesa e attacco sono quelle titolari, sulle fasce agiranno Ilari e Finocchio, mentre in mezzo, di fianco a Bucolo, è ballottaggio tra Baldassin e Mazzocco, con il primo favorito.
Ore 09.20 – (Mattino di Padova) Il loro 0-0 con il Mantova vi dà una carica in più? «Sicuramente sì, nel calcio può succedere di tutto e specialmente nel finale di stagione. Se l’Alessandria sbaglierà ancora un colpo nelle prossime due gare, noi dovremo essere pronti ad approfittarne». Confida anche in una mano da parte del Cittadella? «Il Pordenone è lì, ma sinceramente non lo considero: contro l’Alessandria avremo uno scontro diretto all’ultima giornata all’Euganeo, e questo è l’unico calcolo che possiamo fare». Come arriva la squadra all’appuntamento odierno? «Abbiamo qualche defezione, ma sono sicuro che chi scenderà in campo darà il suo apporto come sempre. Non voglio crearmi l’alibi delle assenze, cercheremo di giocare bene e di non ripetere gli errori di domenica scorsa». Che cosa ha detto alla squadra dopo la prova non perfetta di otto giorni fa? «Ho spiegato gli errori, li abbiamo rivisti insieme, ho detto che, se non scendiamo in campo con l’atteggiamento giusto, non conta che di fronte ci sia l’ultima in classifica: il rischio è sempre quello di mettere in salita partite che non lo sarebbero».
Ore 09.10 – (Mattino di Padova) Il pareggio dell’Alessandria con il Mantova riapre una possibilità di sperare ancora nel quarto posto. La sfida che attende stasera a Cittadella il Pordenone, anch’esso quarto a quota 56, invita a credere ancora in un finale tutto da scrivere. Questa sera il Padova sbarca a Bergamo, allo stadio “Atleti Azzurri d’Italia”, dove può coltivare il sogno di riportarsi a cinque punti dal quarto posto, l’ultimo utile per i playoff, e di giocarsi tutto nelle ultime tre gare: per farlo deve battere l’Albinoleffe, penultimo in classifica, e conquistare i tre punti che permetterebbero di issarsi da solo sul quinto gradino del girone A. «Dipende tutto da noi», spiega Bepi Pillon. «Dobbiamo solo vincere e poi vedere cosa succede nelle ultime giornate. Molto dipenderà anche dai risultati degli altri, ma noi dobbiamo fare il nostro, cercando di vincere tutte le partite».
Ore 09.00 – (Mattino di Padova) L’orario non aiuta, la distanza non è indifferente, ma anche questa sera allo stadio di Bergamo i tifosi biancoscudati risponderanno “presente”. Dovrebbero essere almeno un centinaio quelli che tra Aicb e Tribuna Fattori si presenteranno nel settore ospiti dello stadio “Azzurri d’Italia”: tutti si muoveranno con mezzi propri, con gli ultras che partiranno dallo stadio Euganeo alle 16.30. Visto l’orario serale, il rientro a Padova, senza intoppi, non avverrà prima della mezzanotte. L’incognita, però, è rappresentata dal terreno di gioco: ieri, alle 12.30, si è giocata sullo stesso campo la combattutissima Atalanta-Roma sotto una fitta pioggia, e non è detto che a 24 ore di distanza il manto erboso possa essere rimesso in condizioni ottimali. Nell’Albinoleffe di Facciolo in avanti c’è l’ex Andrea Soncin, mentre non ci sono gli infortunati Gianola, Pesenti e Cremonesi. Inoltre gli acciaccati Danti, Magli e Checcucci sono ancora in dubbio. L’unico ballottaggio aperto per la formazione è in mediana: se non gioca Muchetti, spazio a Legras.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 66, Bassano 58, Alessandria e Pordenone 56, FeralpiSalò 49, Padova e Pavia 48, Cremonese 46, Reggiana 45, SudTirol 43, Giana Erminio 38, Renate 36, Lumezzane e Pro Piacenza 35, Cuneo 33, Mantova 27, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentunesima giornata: Cuneo-FeralpiSalò 1-0 (Chinellato (Cn) al 37′ st), Alessandria-Mantova 0-0, Bassano-Lumezzane 1-0 (Pietribiasi (Ba) al 24′ pt), Pro Piacenza-Renate 0-0, Giana Erminio-Cremonese 2-1 (Perico (Ge) dal 29′ pt, Brighenti (Cr) al 6′ st, Bruno (Ge) al 23′ st), Pavia-Reggiana 2-0, Pro Patria-SudTirol 0-1. Oggi, ore 20.00 AlbinoLeffe-Padova, Cittadella-Pordenone.
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Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 17 aprile: rifinitura all’Appiani per i Biancoscudati, assenti Petkovic e De Risio mentre Dionisi continua a lavorare a parte.