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Ore 21.50 – (Il Piccolo) La posizione ufficiale della Curva Furlan dopo l’acquisizione della Triestina da parte della cordata di Milanese e Biasin, sarà resa nota oggi con un comunicato, ma in pratica si è già capito il percorso che la parte più calda del tifo alabardato ha deciso di intraprendere. Il gruppo aveva detto più volte che voleva agire con coerenza e che sarebbe ritornato a seguire la squadra solo quando il marchio sarebbe riapparso sulle maglie dell’Unione. Proprio per questo la Curva Furlan aveva deciso di non ritornare allo stadio anche dopo che la società era entrata in esercizio provvisorio, con Milanese a fare il referente sportivo. Adesso però l’acquisizione di Milanese e Biasin è definitiva, e soprattutto ieri i tifosi hanno concesso alla società che sarà costituita il marchio verbale e figurativo. Quindi, oltre allo storico stemma sulle maglie, ci sarà anche la denominazione Unione Sportiva Triestina 1918 ad attendere nuovamente la parte calda del tifo. Per cui il ritorno ufficiale in massa del gruppo della curva è previsto per la partita con l’Ufm, ma già a Dro ci sarà piena libertà per i singoli componenti di seguire la squadra in Trentino, ma ancora senza drappi o simboli. «Noi coerentemente aspettiamo l’ufficialità di martedì e quindi che il marchio possa abbinarsi alla nuova società – spiega Lorenzo Campanale, portavoce della Curva Furlan – per cui l’obiettivo è che la nostra gente torni tutta sugli spalti in casa nostra, al Rocco, e per una partita decisiva come sarà quella con l’Ufm. Anzi, siamo pronti a delle iniziative proprio per cercare di ripopolare lo stadio per l’occasione. Perché per noi il vero azionariato popolare è proprio questo, ovvero andare allo stadio: è la risposta più giusta. Ed è anche il momento giusto per ricompattare tutta la tifoseria attorno alla squadra, siamo contenti che la società avrà finalmente il suo vero nome, perché quello della 2012 vogliamo proprio dimenticarlo. Per quanto riguarda la trasferta di Dro abbiamo dato carta bianca: chi vuole va, ma senza simboli. Quelli si rivedranno contro l’Ufm».
Ore 21.30 – (Il Piccolo) Dopo quello del tribunale con l’acquisizione della Triestina nell’asta di martedì, Mauro Milanese ottiene anche l’ok dai tifosi per il marchio e la denominazione della nuova società, che saranno entrambi presenti a partire dalla partita con l’Ufm di domenica 24 aprile. Ma andiamo con ordine: per il futuro dell’Alabarda, Milanese in pratica partirà dal passato: ma non dal passato prossimo dell’Unione Triestina 2012, un nome che ha portato mille sventure e un nuovo fallimento, e che ora finirà in cantina, ma da quello storico e glorioso. La società sportiva che Mauro Milanese andrà a costituire si chiamerà infatti Unione Sportiva Triestina 1918 (e fra due anni potrà festeggiare il suo centenario): il nuovo sodalizio che verrà costituito martedì, con la stipula dell’atto notarile di trasferimento aziendale farà calare definitivamente il sipario sull’esercizio provvisorio. Il via libera a marchio e nome è arrivato dal summit di ieri pomeriggio tra lo stesso Milanese, il presidente del Centro di coordinamento Sergio Marassi e il portavoce della Curva Furlan Lorenzo Campanale. Ieri Marassi, in qualità di presidente dell’Associazione nazionale Triestina Club, che ricordiamo è titolare del marchio sia figurativo che verbale, ha infatti concesso alla società di nuova costituzione, di cui Milanese detiene la procura speciale notarile, il diritto all’utilizzo del marchio e della denominazione per tre anni. La durata di tre anni si spiega con il fatto che in tribunale Milanese ha presentato per ora un programma triennale. In sostanza si tratta di una prima autorizzazione, in modo da velocizzare le operazioni per la costituzione della nuova società e per essere pronti a rimettere lo storico marchio sulle maglie dell’Unione la prossima settimana. Le parti si sono però impegnate a stilare entro 30 giorni una scrittura privata che sarà il vero e proprio comodato d’uso gratuito, che conterrà delle clausole e alcuni paletti. Un percorso che conferma lo stesso Marassi: «Sì, contro l’Ufm potremo finalmente rivedere il marchio sulle maglie della Triestina». Il presidente del Centro di coordinamento ne approfitta anche per esprimere la sua soddisfazione per come si è conclusa la vicenda: «Sono molto contento, credo che quella con Milanese fosse la soluzione migliore, e sono felice che l’abbia portata un triestino. Certo fa riflettere che a salvare la Triestina sia stato Biasin, uno che è emigrato da Trieste fin da piccolo. Questo dovrebbe far pensare tanta gente qui in città che avrebbe potuto intervenire ma non l’ha mai fatto. La salvezza invece è arrivata dall’altra parte del mondo, e questo è tutto dire».
Ore 21.10 – (Corriere delle Alpi) «Espugnare Venezia? Voglio fare il colpaccio, ma se mi proponessero un pareggio firmerei subito». Augusto Fardin vuole andare in laguna e portare a casa i tre punti, ma il dirigente gialloblù è consapevole della forza del Venezia. «Voglio vincere ovviamente, ma sarò sincero, firmerei subito per un punto – commenta con un sorriso il direttore sportivo del Belluno Augusto Fardin – sicuramente il Venezia vorrà chiudere il discorso campionato, ma noi faremo la nostra partita. Avevo detto dall’inizio che il Venezia avrebbe vinto il campionato e non ci voleva uno scienziato per fare questo pronostico. Per fare risultato servirà giocare bene e anche un pizzico di fortuna». Mercato già in movimento. Dietro le quinte qualcosa è normale che si stia già muovendo, ma Augusto Fardin ha una sola preoccupazione per adesso, confermare lo zoccolo duro della squadra. «Prima di tutto bisogna trattenere l’ossatura della squadra. Hanno fatto anche quest’anno un’ottima stagione e hanno delle richieste da altre squadre. Problemi? Non credo ce ne saranno, ma nel calcio non si sa mai. Madiotto? Mi piace come giocatore senza dubbio, mentre per quanto riguarda Duravia non so se abbia delle richieste sinceramente. Spero rimanga, ma se andrà via ce ne faremo una ragione». Rebus difesa. Il reparto arretrato, probabilmente, sarà quello che subirà più cambiamenti in estate. Paolo Pellicanò non sarà più fuoriquota, mentre bisognerà decidere chi confermare dei giovani. «Dovremo decidere se confermare Andrea Franchetto, mentre Giovanni Pescosta ha il problema dello studio – conclude Fardin – Ruben D’Incà e Antonio Acampora, invece, ad oggi sono al 50% e dovremo vedere. Ruben ha bisogno sicuramente di giocare di più». Come raggiungere il Pier Luigi Penzo? I tifosi che vorranno seguire la squadra dovranno scegliere se raggiungere Venezia in treno fino alla stazione ferroviaria, oppure in macchina, fino a Piazzale Roma. In entrambi i casi, per raggiungere lo stadio le possibilità per continuare sono due: a piedi oppure con il vaporetto. Andando via “terra” bisogna però mettere in conto un’ora di camminata circa; da Piazza San Marco ci voglio circa altri trenta minuti, o poco meno, per raggiungere il Penzo. Il traghetto invece lo si può prendere da Piazzale Roma o dalla ferrovia. Per chi ha tempo e vuole fare un giro visitando tutta Venezia, può scegliere di prendere la linea 1, che ci mette circa sessanta minuti a raggiungere la fermata S. Elena, dove bisogna scendere. Chi invece vuole metterci la metà del tempo può prendere la linea 4.1 (circa 35 minuti) oppure la 5.1 (circa 30 minuti). Per tornare si può prendere la linea 1, la 4.2 o la 5.2. Occhio ai prezzi dei vaporetti, che si aggirano intorno ai 7 euro solo per l’andata, e quindi altrettanti per il ritorno.
Ore 20.50 – (Gazzetta di Reggio) Oggi test in provincia per gli uomini di Alberto Colombo sempre alla ricerca della quadratura in ottica della difficile trasferta di Pavia, in programma domenica alle ore 14, e valevole per la 14esima giornata di ritorno del campionato di Lega Pro. La Reggiana infatti sarà ospite questo pomeriggio del Fabbrico, con fischio d’inizio alle ore 17 al comunale “Soprani” di via delle Sport 2, in quello che è diventato un appuntamento fisso negli ultimi anni con la formazione della Bassa che attualmente milita nel campionato di Promozione. Ovviamente saranno risparmiati i giocatori più acciaccati, dal momento che la stagione non è ancora finita ed i granata la vorranno onorare fino all’ultimo, perciò ci sarà spazio per chi è stato meno impiegato e probabilmente anche per alcuni esperimenti già in funzione del prossimo anno con l’utilizzo di alcuni giovani della Berretti. La partita è stata organizzata nell’ambito delle celebrazioni per il 90° anniversario della fondazione della società Ac. Fabbrico. La squadra della Bassa, allenata Cristian Iori, milita in promozione. Ieri intanto la Reggiana ha effettuato la doppia seduta, palestra mattutina al Fit Village e campi di via Agosti nel pomeriggio, evidenziando sette assenze: i lungodegenti Frascatore e Loi hanno svolto solo lavoro in palestra ma praticamente hanno chiuso la stagione da tempo; solo palestra anche per Siega, Mignanelli e Spanò, tutti alle prese con problemi muscolari che saranno monitorati giornalmente; infine allenamento differenziato per Maltese e Rampi che potrebbero tornare a disposizione tra breve. Il tecnico ieri ha lavorato molto sul possesso di palla coi due “tocchi”, i tre “tocchi” ed infine “libero” chiedendo la squadra corta ed aggressiva.
Ore 20.30 – (Gazzetta di Reggio) Prima delle mosse di mercato, degli acquisti o delle cessioni dei giocatori, la Reggiana della prossima stagione sta nascendo intorno a un’idea di gruppo e di regole per gestire i rapporti interni ed esterni. La stagione in corso non è da buttare, nonostante la delusione per il mancato raggiungimento dei play off, ma di certo ha evidenziato alcuni problemi che la dirigenza ha chiaramente individuato e vuole risolvere. A ciascuno il suo. Il primo obiettivo della società è quello di creare un gruppo di lavoro dove i compiti sono ben definiti ed ognuno opera nel proprio ambito. Per fare un esempio, le critiche in piazza al lavoro del mister, non rientrano nelle competenze di un ds o di un dg. Nella prossima stagione non dovrà nemmeno esserci un dominus che ha in mano lo spogliatoio, il mercato, gli osservatori e che arrivi ad avere una posizione di potere personale che può utilizzare contro la società in caso di tensioni. Il mister quest’anno ha passato mesi a difendersi da attacchi provenienti da varie direzioni. Salvo il diritto di critica ed espressione che vale per tutti, difficilmente questa situazione sarà lo standard il prossimo anno. Ai giocatori potrebbe essere fatto firmare un documento nel quale si impegnano a non rilasciare dichiarazioni lesive degli interessi della società. Patti chiari. Regole chiare per tutti vuol dire, ad esempio che i giorni di riposo, il fatto che bisogna tornare a casa in pullman dopo una trasferta ed altri aspetti logistici saranno stabiliti in modo molto rigoroso per evitare fraintendimenti, come quelli accaduti a ridosso della Pasqua, quando nello spogliatoio ci sono state discussioni sul giorno nel quale fare l’allenamento. In queste settimane il presidente Stefano Compagni e il futuro ds Andrea Grammatica si sono confrontati su questi temi e si sono trovati d’accordo. Grammatica lavorerà prima di tutto su questi aspetti: chi lo conosce dice che non ha la presunzione del primo della classe, ma tiene a costruire le condizioni nelle quali i rapporti tra le persone possano essere proficui. E poi, non dimentichiamolo, ha pur sempre una laurea in psicologia. Rosa competitiva. E il mercato? Certo è un aspetto fondamentale e un professionista come Grammatica avrà già affrontato anche l’aspetto cruciale del budget. Molti a Reggio si chiedono se il prossimo anno la società granata dovrà ridimensionarsi, visto il mancato arrivo di Vavassori. I fatti dicono che i soci hanno ripianato il debito e nel bilanci si fa menzione di un finanziamento acceso per mettere in sicurezza la società anche per le prossime stagioni. Il budget a disposizione della prima squadra non dovrebbe subire ritocchi significativi mentre verranno fatti delle razionalizzazioni, ma non tali da ridimensionare le ambizioni granata. L’obiettivo dichiarato è allestire una rosa competitiva. Tutti sotto esame. I giocatori granata possono contare sul fatto che il ds Grammatica non è abituato a giudicare solo in base al rendimento di una stagione o una parte di essa. L’attuale dirigente dell’Entella sa che in un’annata storta o in un momento di tensione i veri valori possono fare fatica ad emergere. Nessuno sarà bocciato a priori, senza che si valuti le sue potenzialità. Poi ci sarà il momento, fondamentale, del mercato. Quest’anno alcune mosse sono state sbagliate, in qualche caso il flop non era prevedibile, in altri invece è stato commesso un errore di valutazione. Grammatica si cimenterà con gli acquisiti solo in estate. Troppo tardi? La vicenda della Virtus Entella dimostra che per fare un buon mercato c’è sempre tempo. La squadra di Chiavari quest’anno è stata riammessa in B dopo l’esclusione del Catania e ha avuto 15 giorni per mettere a punto una rosa che si è dimostrata competitiva per la promozione in A. L’importante evidentemente è conoscere i giocatori. Da chi si riparte. Alberto Colombo ama il 4-3-3 e quest’anno ha dovuto cambiare modulo per adeguarsi ai giocatori che si è ritrovato. Il futuro ds dovrà confrontarsi con il mister per cercare di portargli i giocatori che si adeguano alla sua visione di gioca. In questo momento è presto per dire chi chi farà parte della Reggiana del 2016-2017. C’è comunque un nucleo di giocatori su quale c’è grande fiducia, a partire dal portiere Perilli, Sabotic, Spanò, Maltese e Siega se rinnova. Parola si è dimostrato fondamentale in due ruoli e si sta lavorando per il rinnovo. Danza potrebbe restare un altro anno, anche grazie ai rapporti con il ds della Pro Vercelli Massimo Varini, che tra l’altro ha portato Grammatica alla Reggiana nella sua prima avventura. Le richieste di mercato possono ovviamente cambiare le carte in tavola. Siega e Sabotic, ad esempio, interessano ad alcune squadre di serie B e bisogna vedere se qualcuno si farà avanti per Nolè e Arma, che nella categoria hanno sempre fatto bene e godono di estimatori in Lega Pro. Il cantiere granata è dunque aperto e i lavori, anche se sottotraccia, fervono. Questo non deve distogliere dal fatto che alla fine del campionato mancano quattro gare, tre delle quali con formazioni di vertice, con le quali ci aspetta prestazioni importanti, anche per proseguire nelle valutazioni dei giocatori e per rispettare il pubblico.
Ore 20.10 – (Gazzetta di Mantova) Sembra complicarsi il progetto di recupero dell’attaccante Mattia Marchi che anche ieri non ha potuto allenarsi regolarmente con il gruppo a causa di una fascite plantare al piede destro. Per quanto riguarda l’idea di formazione verso Alessandria nei test di ieri Bonato è stato confermato fra i pali, mentre la difesa aveva Scalise e Lo Bue esterni sulle fasce, con Trainotti, Carini e Scrosta nel ruolo di centrali; a metà campo Di Santantonio, Raggio Garibaldi e Gonzi con Tripoli e Falou Samb in avanti. Stamane nuovo allenamento alle 10.30.
Ore 19.50 – (Gazzetta di Mantova) Sembra un teatrino, anzi, sembra il gioco della palla avvelenata che nessuno vuole tenere tra le mani. È, purtroppo, la situazione del Mantova. Ieri una nuova puntata di una querelle che sembra solo agli albori. Il patron biancorosso Serafino Di Loreto, chiamato in causa dal comunicato ufficiale del “suo” Mantova, ha voluto rispondere con una lunghissima lettera (che trovate per esteso sul sito gazzettadimantova.it) dove sostanzialmente fa un passo indietro negli interessi del club. La vicenda è nota: il presidente Musso attacca il sindaco Mattia Palazzi invitandolo a sostenere concretamente la società, il primo cittadino risponde di petto e il numero uno di Viale Te chiede scusa. Parallelamente però Di Loreto lo attacca («È solo chiacchiere e distintivo») e il sindaco sbotta («Non ne azzecca mezza e prova a scaricare tutto su di me»). Poi la clamorosa – e per certi versi ridicola – presa di posizione del club che si dissocia dalle parole di Di Loreto («Parla a titolo personale»). Peccato però che la Sdl, sponsor biancorosso nella forma, è nella sostanza la spina dorsale del nuovo Mantova che si è creato la scorsa estate: «Il problema è molto semplice – spiega lo stesso Di Loreto – quando siamo arrivati in società c’erano delle condizioni imprescindibili per poter impostare il futuro. La prima era la permanenza per tre anni dei soci mantovani Tirelli, Bompieri e Giovanardi. La seconda era un aiuto concreto da parte dell’imprenditoria locale. La terza era l’impegno delle istituzioni per abbassare i costi di gestione e trovare sostegno sensibilizzando gli industriali. Al momento queste tre condizioni stanno venendo meno: i mantovani hanno detto che resteranno solo fino a fine stagione, il sindaco non è riuscito a trovare soluzioni e non c’è stata risposta dall’imprenditoria locale. A titolo personale dico che continueremo a lavorare sodo per far sì che queste condizioni tornino a palesarsi per proseguire nel nostro progetto». Da parte loro i soci mantovani ribadiscono un concetto espresso in diverse occasioni: «C’è un contratto sottoscritto che parla chiaro – afferma Giambattista Tirelli – e che dice che noi ci siamo impegnati per restare nel Mantova per un anno e che poi avremmo deciso se e come proseguire. Stiamo facendo le nostre valutazioni, ma l’accordo era di un anno fin dall’inizio». Il Mantova però continua ad essere invischiato nella lotta per non retrocedere e parallelamente c’è da definire i programmi per il futuro prossimo: «Non siamo al capolinea – sottolinea Di Loreto – c’è il tempo e la possibilità di sistemare le cose. Chiaramente però non resteremo da soli a tenere il cerino in mano, abbiamo sempre detto che il club è un bene di tutti. Se a qualcuno interessa questa squadra è arrivato il momento di farsi avanti. Attenzione, non è una questione di soldi. Stiamo proseguendo con i pagamenti e la società è pulita. Non vogliamo assolutamente restare da soli in questo progetto e per questo stiamo proseguendo nei colloqui con possibili nuovi investitori». Arriva però un segnale ambiguo dalla stessa Sdl. In una nota il presidente della società bresciana Piero Calabrò specifica quanto segue: «Seguo con grande interesse l’impegno profuso, quale sponsor, da Sdl per la storica squadra di calcio locale, appassionandomi alla sua situazione sportiva. Ma sono assolutamente convinto che lo sponsor non abbia titolo per intromettersi nella gestione sportiva del club. Esistono un presidente ed una dirigenza pienamente legittimati a svolgere con competenza questo ruolo. Pertanto, pur rivestendo la carica di presidente di Sdl Centrostudi, ritengo doveroso esimermi da ogni possibile ingerenza». In pratica il presidente (ma non il proprietario) di Sdl dice che è giusto che Di Loreto (ovvero il numero uno della stessa Sdl) non deve intromettersi nella gestione della squadra che di fatto ha acquisito la scorsa estate. A margine di questo un dubbio rimane: la Sdl sarà anche solo lo sponsor dell’Acm, ma nella sua sede sono avvenute le riunioni per impostare la stagione sportiva, uno dei soci (lo stesso Di Loreto) si è seduto in panchina per quasi tutto l’anno, ha parlato alla squadra nei momenti clou, ha impostato i cambi di rotta e ha partecipato al mercato di riparazione. In poche parole, la Sdl si è mossa in tutto e per tutto come proprietaria del club. «Musso si è assunto in toto la paternità dei risultati negativi – prosegue nella sua disamina scritta Di Loreto – anche se i veri o comunque i maggiori responsabili del disastro di classifica sono altri: ci metto chi ha costruito la formazione garantendo a Musso dall’alto della propria competenza ed esperienza dichiarata e sbandierata quantomeno un campionato tranquillo e di metà classifica. Taccio, per amor di patria, sul comportamento senza amore, impegno e passione di diversi, troppi giocatori». Ma torniamo al futuro assetto del club. Se legalmente un domani Sdl potrà staccarsi dalle vicende societarie senza problemi, dal punto di vista morale sarà difficile non essere chiamata in causa. «Durante questo anno – prosegue Di Loreto – Musso mi ha sempre più coinvolto nelle vicende societarie e sportive del Mantova ed io per amicizia e per essere il proprietario della società che è co-main sponsor gli sono stato vicino e solidale poiché ho sempre ritenuto e ritengo che Musso possa veramente essere il motore, il promotore ed il collante di un gruppo serio che voglia stabilizzare questa importante realtà e risorsa sportiva cittadina. Per quanto riguarda poi la situazione economico finanziaria che tanto sta a cuore a tutti so che lo sponsor Sdl ha già effettuato e creato le dinamiche affinchè i trasferimenti finanziari necessari siano per tempo nelle disponibilità del presidente per coprire le varie necessità operative, così come il resto delle rimanenti necessità finanziarie della stagione in corso sono coperte dalla fidejussione (garantita sempre da Sdl) per 400mila euro. E tutto ciò non mi sembra roba da poco e sia sufficiente per dare serenità all’ambiente. Detto questo auguro sinceramente al Mantova tutti i successi che merita ed agli attori protagonisti di superare questo difficile momento con il restare tutti uniti per il più alto valore che tutti abbraccia: viva il Mantova».
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Pordenone – Alessandria, anziché Pordenone – Bassano, diventerebbe il primo incontro playoff. Il completamento dei posticipi delle trentesime giornate nei tre gironi di LegaPro muta l’avversario diretto, ma ancora limita i “danni”, senza gli incroci più lontani. MOVIMENTO – Il “borsino” degli accoppiamenti è comunque destinato a cambiare sino all’ultima giornata, visto che si gioca punto a punto e che, come in questo caso, per stabilire l’ordine di merito per uno stesso piazzamento bisogna ricorrere alla classifica avulsa. Rispetto alla prima formulazione, i ramarri scalano alle spalle del Foggia, che vanta una miglior differenza reti (neroverdi terzi fra le seconde), mentre l’Alessandria rappresenta oggi la peggiore terza. SUPERCOPPA – Il Foggia, che attualmente contende ai neroverdi il piazzamento fra le seconde, è oggi l’avversario del Cittadella nella finale di ritorno di Coppa Italia. I padovani, che attendono lunedì sera il Pordenone al Tombolato, hanno due coppe per la testa. Oltre a quella odierna, tentando l’impresa di recuperare il 4-1 dell’andata, la primatista del girone A sta già guardando alla SuperCoppa di LegaPro. È il trofeo messo in palio fra le squadre classificate al primo posto dei tre nuclei territoriali: se lo disputeranno (con la B in tasca) in gruppo unico sabato 14 maggio, mercoledì 18 e sabato 21. Con meno patemi rispetto a chi affronterà i playoff, che cominceranno il 15 maggio con il primo turno a eliminazione diretta. Arriveranno poi due fasi con andata e ritorno (22 e 29 maggio, 5 e 12 giugno), fino a determinare la vincente e ulteriore promossa in B.
Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Dopo le voci circolate l’anno scorso non ho mai smesso di sognare la B. Ci voglio arrivare con il Pordenone, con la maglia che ormai ho tatuata sulla pelle». E ancora: «A Cittadella avremo più cartucce da sparare rispetto alla capolista. Noi ci giocheremo tutto, loro qualcosa di meno». È la grinta di Matteo Buratto, forse il miglior dodicesimo del girone A di LegaPro. Poi, ma questo si sa, è l’unico superstite della cavalcata vincente in D. Uno che potrebbe ripetere la scalata in stile Carpi, giocando dal dilettantismo alla B. «È il mio obiettivo: proseguire con il Pordenone per arrivare sempre più in alto. Non sono nato in città, ma con il neroverde addosso ho gioito, sofferto e sognato – giura il “tuttocampista” -. Non posso non esserne diventato tifoso. Sì, la B resta il mio obiettivo, ma vorrei conquistarla qui». A partire da lunedì, nella tana della capolista. «Abbiamo un obiettivo – assicura -, che è quello di arrivare secondi in campionato. È fondamentale giocare la prima gara dei playoff in casa, anche perché si tratterà di uno scontro diretto. Per questo credo che a Cittadella andremo in campo con più motivazioni rispetto alla capolista, che non è aritmeticamente prima ma quasi. Ci giocheremo l’anima». Buratto, provato ieri da Tedino nell’amichevole di Casarsa, è pronto a rivestire ancora una volta i panni del dodicesimo. «Mi piace anche subentrare – prosegue – e ultimamente mi è riuscito piuttosto bene (gol al Padova, tuttora fondamentale in chiave playoff, ndr). È importante chi entra dalla panchina, mi sento un ottimo dodicesimo». In realtà ha fatto di più: da dimenticato (l’anno scorso) è tornato al centro di un progetto. «Merito di Tedino – assicura – che mi conosceva da Sandonà e ha saputo toccare le corde giuste del mio carattere. Mi ha lasciato tranquillo, ha creduto in me come nessun altro. È merito suo se posso ancora sognare la B. Per raggiungerla dovrò rimanere umile, come sempre». E magari regalare anche qualche altro punto al Pordenone.
Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il poker ce l’aveva nel mazzo Nicola Valente, ma il Comunale di Casarsa ha dato un’altra notizia: continua il momento magico di Alberto Filippini, che si candida per un posto da titolare nella supersfida del Tombolato contro il Cittadella. Nell’amichevole di ieri tra Casarsa e Pordenone (7-2 per i ramarri il risultato finale, doppietta di Tedesco per i gialloverdi), Pippo ha messo altri 45’ nelle gambe. Fondamentale, per lui che è stato fermo dopo l’ennesimo stop, ritrovare la forma eccellente del periodo legato alle 8 vittorie consecutive. Ora, dopo il gol-gioiello segnato alla FeralpiSalò, può immaginare e sognare una partenza negli 11 che lunedì sfideranno la capolista. Suo il gol che ha aperto l’amichevole di Casarsa. Poi un tempo di qualità, fino alla sostituzione arrivata nell’intervallo. Un buon test, con benzina nel motore. Benzina che ha ritrovato anche Nicola Valente, autore dell’assist che ha propiziato il gol di Filippini, ma anche di quattro reti spalmate tra primo e secondo tempo. L’ex Legnago è andato a segno anche su punizione, nella ripresa. Bruno Tedino, va detto, ha presentato le riserve. De Toni in porta; linea a quattro composta da De Agostini (test fondamentale per lui), Ramadani, Marchi (90’ per l’infortunato storico del Pordenone) e Cosner; centrocampo con Castelletto, Uliari e Buratto; attacco iniziale con Filippini, Martignago (doppietta) e Valente. Nella ripresa tutta la panchina in campo. Al mattino, invece, i titolarissimi avevano svolto la seduta regolare. IL TECNICO – Prima della partita sono arrivate le parole di Tedino in vista del Cittadella. Dichiarazioni tese a fugare ogni dubbio sulla sua permanenza in panchina. Si sa: chi fa bene sale nelle preferenze, ma il tecnico giura fedeltà al progetto neroverde. «Sono concentratissimo sul Pordenone, sulla trasferta di Cittadella – assicura Tedino -, sullo splendido percorso che stiamo facendo tutti assieme e su quanto potremo fare in futuro. Sono orgoglioso di far parte di un progetto triennale, come quello neroverde». LE SANZIONI – La Corte sportiva d’Appello nazionale ha parzialmente accolto il doppio ricorso presentato dal presidente Mauro Lovisa e dal Pordenone Calcio in merito alle sanzioni decise dal giudice sportivo dopo la sfida di Alessandria. È stato ridotto il quadro accusatorio, che vedeva Lovisa inibito sino al 26 aprile e la società multata di 2500 euro. L’inibizione scadrà domenica 17, mentre l’ammenda è stata ridotta a 1500 euro.
Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) Le sirene ci sono. Ma di tentazioni, al momento, non vuol nemmeno sentirne parlare. Troppo preso dal Pordenone e da un finale di stagione che lo potrebbe consacrare ancor di più nella storia del club neroverde. Così Bruno Tedino, dopo le voci di un interessamento di diversi club di Lega Pro e di uno di serie B, il Brescia, ha tenuto a precisare: «Sono concentratissimo sul Pordenone, sulla trasferta di Cittadella, sullo splendido percorso che stiamo facendo tutti assieme e su quanto potremo fare in futuro. Orgoglioso di far parte di un progetto, triennale, come quello neroverde, e legato ai tifosi, alla città e al territorio». Insomma, per ora non se ne parla di distogliere lo sguardo dalle vicende neroverdi. Anche perché c’è da preparare il match di lunedì sera con la capolista. Ieri altra tappa di avvicinamento con l’amichevole disputata a Casarsa. I neroverdi si sono imposti per 7-2. Tedino ha schierato un 4-3-3 con De Toni in porta, Cosner, Marchi, Uliari e De Agostini nelle retrovie, Castelletto, Ramadani e Buratto in mezzo, Valente, Filippini e Martignago di punta. E’ stato il match-winner di sabato scorso ad aprire le marcature dopo un cross rasoterra di Valente, autore del raddoppio e del quarto gol. Nel mezzo il gol d’opportunismo di Martignago, che si ripete prima dell’intervallo: una prodezza dopo una serie di dribbling. Ma c’è spazio pure per la doppietta del promettente casarsese Stefan Vutcariov. Nella ripresa lo scatenato Valente confeziona il poker personale, prima di testa quindi su calcio di punizione.
Ore 18.10 – (Messaggero Veneto) Lunedì sera (inizio alle 20) a Cittadella, il presidente Mauro Lovisa potrà tornare al fianco della sua squadra. Non soltanto incitandola dagli spalti. La Corte sportiva d’appello nazionale ha infatti parzialmente accolto il ricorso presentato dal club neroverde, attraverso l’avvocato Eduardo Chiacchio, contro la squalifica del massimo dirigente, avvenuta in seguito alle proteste del post partita di Alessandria del 24 marzo scorso: gara in cui il Pordenone è uscito sconfitto di misura e tra le polemiche per un atteggiamento forse troppo parziale da parte dei locali nel gestire i palloni di gara. Inizialmente inibito sino al 26 aprile, al presidente neroverde è stata ridotta la sanzione, che ora scadrà domenica prossima. Giusto in tempo per il big match di lunedì. Accolto parzialmente anche il ricorso contro l’ammenda che aveva subito nella circostanza la società: in questo caso si passa da 2.500 a 1.500 euro. Stasera (alle 20.30), intanto, la prossima rivale dei ramarri scenderà in campo per giocarsi il primo trofeo della stagione, la coppa Italia. Un’impresa attende il Cittadella di Venturato, chiamato a rimontare in casa il 4-1 subito nella finale di andata a Foggia. Ci sarà il forte centrocampista Lamin Jallow, viceversa squalificato per la sfida con il Pordenone.
Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) Forse non si sono mai amati. Ma sembravano esserci i presupposti per una riconciliazione. Invece no. Per il secondo anno consecutivo, tra il Pordenone e la società che gestisce gli impianti sportivi di Piancavallo è calato il gelo. E i tifosi neroverdi potrebbero dover ancora uscire dai confini provinciali per seguire il ritiro estivo dei neroverdi. Un nuovo casus belli, dopo quello che un anno fa portò il Pordenone a scegliere la sede di Arta Terme per preparare il riscatto in Lega Pro. E proprio la località udinese, anche stavolta, è la favorita. “Apriti cielo” se sarà il ritiro di una neopromossa in serie B, il sogno che stanno cullando tutti i tifosi dei ramarri: le polemiche potrebbero lievitare. Precedente. Dodici mesi fa, i responsabili della Piancavallo 1265, che ha in gestione il campo della località montana, si rifugiò in corner, sollevando il necessario rispetto del regolamento: era stato il Venezia a prenotare per primo, dunque al Pordenone spettava al più un diritto di subentro in caso di rinuncia dei lagunari. Eventualità che si verificò, ma a quel punto i vertici neroverdi, probabilmente risentiti per il diniego ricevuto in precedenza dopo 3 anni di permanenza ai piedi del monte Cavallo, scelsero di rivolgersi altrove. Sorpresa. Stavolta, la diplomazia, alias alcuni rappresentanti dell’amministrazione comunale, si era mossa con largo anticipo. Secondo indiscrezioni, già dalla scorso novembre si sarebbe cercato di riannodare il rapporto con il Pordenone. E dopo un’iniziale ritrosia, il club neroverde si era convinto. Tanto che a gennaio, sempre secondo indiscrezioni, dal De Marchi è partita una mail all’indirizzo della cooperativa Piancavallo 1265 con la richiesta di poter utilizzare il campo per una decina di giorni a metà luglio per il ritiro pre-campionato. Pronta, ma dal contenuto inaspettato, sarebbe stata la risposta: «L’impianto è già prenotato». A quanto pare, ancora una volta dal Venezia, pronto allo sbarco in Lega Pro. Commento. Malinteso, gioco d’anticipo del club lagunare, che la scorsa stagione alla fine salì sui monti pordenonesi, divergenze da appianare? Diverse le ipotesi. Ma sta di fatto che il Pordenone fra qualche mese, in Lega Pro o serie B che sia, dovrebbe tornare a sudare in terra udinese, precisamente ad Arta Terme. «Nulla è stato deciso – si limita a commentare il dg neroverde, Giancarlo Migliorini – posso soltanto dire che ad Arta ci siamo trovati molto bene, sia per quanto riguarda gli impianti sia per le strutture ricettive. E a oggi l’ipotesi di tornarci è più che concreta». Aggiungiamoci che quell’aria ha portato, al momento, un inatteso secondo posto e la candidatura diventa quasi investitura.
Ore 17.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Alzi la mano chi avrebbe immaginato uno scivolone tanto rovinoso come quello in cui è incappato il Bassano contro il Pro Piacenza. Scivolone che fa male ma molto diverso da quello contro il Pavia, dov’era mancato pure il gioco. La sostanza, alla resa dei conti, è la stessa, perché due sconfitte nelle ultime due uscite casalinghe non sono in linea con le ambizioni di una squadra che vuole agganciare i playoff e centrare l’impresa fallita per un soffio lo scorso anno. Sabato al Mercante arriva il Lumezzane e il margine di errore, fa notare un veterano come Mattia Proietti, è ridotto quasi a zero. «Ci dispiace anche per gli altri risultati maturati nell’ultimo weekend – sospira il centrocampista giallorosso – sono stati tutti negativi per noi visto che hanno vinto tutte le nostre principali concorrenti. Ora non abbiamo più margine d’errore, se prima potevamo essere padroni del nostro destino ora dipendiamo anche dai risultati delle altre. Dobbiamo cercare di conquistare sei punti nelle prossime due partite». Difficile spiegare il perché degli ultimi due passi falsi casalinghi, che hanno complicato la volata playoff. Dietro non mollano e davanti corrono quasi tutte. «Paradossalmente abbiamo creato di più rispetto a molte altre partite — evidenzia Proietti — diciamo che se crei quello che abbiamo creato noi e rigiochi la partita, dieci volte su dieci la vinci. E’ stata una giornata no sotto tanti punti di vista. Dopo aver subito la seconda rete, abbiamo continuato ad attaccare con lucidità. Sono qui da cinque anni ormai, sono molto legato a tutto l’ambiente, ho vissuto ogni emozione con questi colori ed è normale cercare di scendere in campo dando sempre il massimo, anche se per carattere non sono di certo uno che si tira indietro. Andremo avanti fino alla fine, cercando di centrare il nostro obiettivo».
Ore 17.10 – (Giornale di Vicenza) Con oltre 150 gettoni complessivi in giallorosso (terzo nella classifica di sempre tra i professionisti dopo Basso e Berrettoni) e cinque anni di anzianità di servizio, Mattia Proietti possiede i gradi e le stellette per intervenire con cognizione di causa sulla situazione virtussina, indipendentemente dal fatto che 24 anni non possono conferirgli ancora lo status di veterano. Ma la lucidità di pensiero e l’equilibrio, tuttavia, sono da leader riconosciuto.Lo incontriamo con lui in vista della partita di sabato contro il Lumezzane Proietti, ora comincia un minitorneo…Esatto. Quattro partite che diventano altrettante finali per agguantare il miglior piazzamento playoff e in cui i margini di errore non esistono più. Certo l’obiettivo, di riffa e di raffa, una volta raggiunta la salvezza, era quello di centrare gli spareggi, ma ora che siamo in ballo e possiamo ancora afferrare la posizione più golosa, vogliamo provarci e possibilmente arrivarci.Magari evitando le partenze al rallentatore come accaduto con Pavia e Pro Piacenza…Io la vedo diversamente. Col Pavia c’è stato effettivamente un approccio sbagliato da non ripetere. Col Piacenza invece no, domenica abbiamo sbagliato nel primo quarto d’ora i tempi di talune uscite sui portatori di palla avversari e questo ci è costato lo 0-1. Poi di fatto si è giocato solamente noi, al di là degli episodi arbitrali che hanno propiziato l’1-3.Sarebbe anche più opportuno calciare in porta più spesso senza pretendere di arrivare in rete col pallone tra i piedi…Oddìo, col Piacenza si è battuto 15 corner creando tante di quelle occasioni che normalmente finirebbe 4-0 a stare stretti. Se la giochiamo così altre 10 volte la vinciamo tutte e 10. Quest’anno va così, i punti conquistati sono tutti guadagnati e nessuno piovuto per caso o in modo fortuito. Sfido chiunque a dire il contrario. Quanto al tirare più spesso da dentro l’area non è tanto nelle nostre corde, lo ammetto. Lì dipende dalle caratteristiche degli interpreti, qui ce ne sono molti che sono fantasisti di creatività che danno del tu al pallone. Però è come quando vedi una bella ragazza: io sono di quelli che andrei per concludere subito, altri preferiscono portarla a cena… Ma il gol di pregevolissima fattura di Davì, non uno specialista del ramo, suggerisce che è meglio se ci proviamo tutti e più spesso, puoi sempre pescare una deviazione amica. Ad esempio a me con la Pro Patria in casa è andata proprio così.Col Lumezzane in gran spolvero sabato al Mercante è un’altra brutta gatta da pelare….Già, ma a questo punto, anche se loro sono in palla e lanciatissimi è necessario essere pratici e badare al sodo e non all’estetica.Dopo tutto questo tempo a Bassano si finisce anche per tenere di più alla maglia…È innegabile. Col Bassano ho vissuto tutto il vivibile: retrocessione, campionato vinto in C2, playoff pazzeschi un anno fa, una Supercoppa conquistata, il cammino a sorpresa in Tim Cup. Mi mancano solo i playout. Ma non ci tengo.
Ore 16.40 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.20 – Qui Guizza: partitella finale.
Ore 16.00 – Qui Guizza: intenso lavoro col pallone.
Ore 15.40 – Qui Guizza: assenti Favalli, Mazzocco, Petkovic e De Risio, non si allena Diniz. A parte Dionisi.
Ore 15.20 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano.
Ore 15.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Battere il Belluno e «gufare» il Campodarsego o, per dirla più elegantemente, fare il proprio dovere e tifare Tamai. Comunque la si voglia mettere il Venezia per festeggiare la Lega Pro già domenica – ore 15 al Penzo – avrà anche bisogno dell’aiuto di un proprio ex, Stefano De Agostini che oggi allena le «furie rosse» friulane ma che poco meno di vent’anni fa vestiva l’arancioneroverde in serie B. «Il Venezia è una grande squadra e non ha mai avuto bisogno di favori da nessuno – sorride il 51enne allenatore del Tamai – figuriamoci adesso che è volato a più sette. La sorte di questo campionato è ormai segnata, l’augurio migliore che posso fare è di non rivederci più in serie D». Il Tamai viene da due sconfitte di fila contro Abano e Calvi Noale, ko che De Agostini non ha digerito granché bene. «A Campodarsego andremo battaglieri prima di tutto per noi stessi, siamo settimi e la matematica salvezza è arrivata un mese e mezzo fa, però ci tengo che finiamo bene senza sporcare quanto di buono abbiamo fatto finora. Con la Calvi dopo un primo tempo sontuoso abbiamo fatto una ripresa raccapricciante. Nonostante i miei sfoghi soffriamo di cali di tensione, un motivo ulteriore per provare a regalarci un pomeriggio di gloria in terra padovana». Il 6 marzo scorso a Sant’Elena i gol di Luciani e Serafini firmarono il 2-0 lagunare sui friulani di De Agostini. «Il campionato sta andando verso l’epilogo più ovvio, il Campodarsego ha tenuto duro pure troppo, diventando una bella sorpresa a discapito di altre squadre che avrebbero dovuto ostacolare il Venezia come Vecomp, Luparense e forse il Mestre». Nella serie B 96/97 l’allora centrocampista De Agostini giocò 11 gare in arancioneroverde. «Non fu il mio miglior periodo, furono sei mesi da meteora in un Venezia forte sulla carta con Bellucci, Silenzi e Cristiano Zanetti, ma debole come spogliatoio oltre che frastornato dai cambi di allenatori da De Vecchi e Fontana a Bellotto. Il ritorno in Lega Pro mi auguro posso essere il primo passo naturale verso categorie più consone alla città». Col Belluno tifosi gratis fino ai 18 anni: per entrare allo stadio servirà comunque il biglietto che può essere ritirato (esibendo un documento) nella sede della società in viale Ancona 43 a Mestre (fino alle ore 18 di domani) o ai botteghini del Penzo.
Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Vogliamo chiudere quanto prima la pratica promozione». Il Venezia è a un passo dalla Lega Pro e dirigenza e staff tecnico puntano a tenere alta la soglia di attenzione. «Dopo la vittoria con l’Este — osserva il ds Giorgio Perinetti — si può correre il rischio di pensare che sia fatta. Invece non abbiamo ancora vinto nulla, finché non c’è la matematica non possiamo rilassarci. Ma vedo i ragazzi determinati, anche loro vogliono chiudere la pratica quanto prima. Penso che le prossime due partite saranno decisive». Venezia a quota 80, con 7 punti di vantaggio sul Campodarsego: se domenica gli arancioneroverdi batteranno il Belluno al Penzo e i padovani verranno sconfitti in casa dal Tamai si potrà festeggiare la promozione, con tre giornate d’anticipo. Non basterà invece il pareggio del Campodarsego, perché con un vantaggio di 9 punti sarebbe ancora possibile chiudere la classifica a pari merito e in questo caso il regolamento prevede che si disputi lo spareggio. Un’eventualità remota, certo, ma tecnicamente possibile. Difficile, in ogni caso, che il Campodarsego si lasci superare dal Tamai davanti ai propri tifosi. Per questo il mirino del Venezia è puntato sulla sfida del 24 aprile a Seren del Grappa, contro l’Union Ripa. «Potrebbe essere quella la partita della promozione», conferma Perinetti che ieri sera era a San Siro per assistere alla finale di ritorno di Coppa Italia tra le squadre Primavera di Inter e Juve con l’occhio vigile su eventuali talenti da portare in laguna. «Sarebbe bello riuscirci, ma non è facile». Il ds sta già pensando alla costruzione della squadra del prossimo anno. «Ci vedremo la settimana prossima con il presidente per definire il budget, di cui avevamo già parlato a inizio stagione». Ieri è arrivata la squalifica di Beccaro, mentre non si è allenato Serafini.
Ore 14.30 – (La Nuova Venezia) Il peso di gol, magari contro lo stesso avversario, ma con una valenza diversa. Gianni Fabiano ha segnato domenica a Este il gol che vale mezza promozione in Lega Pro, all’andata il fantasista arrivato dalla Pro Vercelli aveva sbloccato ugualmente il risultato contro i padovani al Penzo, ma quella rete era valsa poco o niente. Ci sono partite che resteranno impresse più di altre nella memoria dei giocatori: Maccan con la Calvi Noale, Carbonaro con il Mestre, ad esempio. Gianni Fabiano metterà in testa alla sua lista personale la gara con l’Este al Nuovo Stadio, come il festeggiamento con i propri tifosi, a imitare Kate Winslet a braccia aperte sulla prua del Titanic. «Peccato che il “mio” Di Caprio sia stato Luciani» se la ride Gianni Fabiano, «mi è venuto spontaneo, dopo il gol. Stavo andando a esultare sotto la curva dei nostri tifosi e ho visto la scaletta. Ci sono salito sopra. Momenti bellissimi. Mi sembrava di essere quasi in curva». Un gol importante per Fabiano per vari motivi, uno anche a livello personale. «Sono momenti in cui hai la conferma di aver fatto la scelta giusta, quando ho accettato di venire al Venezia scendendo dalla serie B. Mi sono messo in discussione in un campionato nuovo, che non conoscevo. È stato un gol molto importante perché ha permesso al Venezia di dare al campionato il segnale che volevamo. Ci tenevamo poi a battere l’Este sia perché non avevamo scordato il modo in cui era maturata la sconfitta all’andata, e soprattutto le conseguenze di quel passo falso che costò la panchina a Favaretto, sia perché quella di Pagan era l’unica squadra imbattuta in casa. Sono partite impagabili per un calciatore». Un gol che può aver chiuso il campionato. «Siamo a un passo, è vero, ma quel passo dobbiamo ancora farlo» avverte Fabiano, «vogliamo compierlo già domenica contro il Belluno». Avversario di primo livello con il quale sono vietati cali di tensione. «Prima arriviamo in Lega Pro, e meglio è. Non importa chi avremo davanti domenica, siamo concentrati sul nostro obiettivo, senza fare calcoli». Ieri è arrivata puntuale la squalifica per una giornata per il difensore Daniel Beccaro, ma ritorna a disposizione Marco Modolo. Il Belluno, invece, ha perso per questo finale di stagione il terzino sinistro Stefano Mosca, che contro la Luparense ha riportato la distorsione di terzo grado della caviglia e lesione dei legamenti. Intanto i dirigenti di Ripa La Fenadora, prossima avversaria del Venezia (al momento si giocherà al “Rasai” di Seren del Grappa), e Feltrese stanno lavorando per dar vita a un’unica società.
Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) All’andata il Vicenza si presentò al Liberati con sei punti di vantaggio ma fu la Ternana ad avere la meglio con un netto 2-0. E alla vigilia della sfida di sabato sono gli umbri dell’ex Roberto Breda ad avere sei punti in più dei biancorossi. Ovviamente i tifosi del Vicenza si augurano che stavolta siano loro a prendersi i tre punti e a fare festa. «Il pareggio contro il Cesena è stato un ottimo risultato anche se forse avremmo meritato di più — sottolinea Francesco Signori — abbiamo disputato un’ottima partita e ora dobbiamo andare avanti su questa strada. Sabato al Menti affronteremo la Ternana, una squadra forte con individualità di spicco, non sarà facile anche se in serie B non ci sono mai gare semplici. La chiave del match deve stare nel fatto che noi giochiamo in casa e dobbiamo vincere, perché se riusciremo a prenderci i tre punti faremo un primo piccolo passo per costruire la nostra salvezza». Signori quindi lancia il grido di battaglia e ammonisce l’ambiente sulle difficoltà del match, e a confermare che la Ternana è pronta a vendere cara la pelle ci pensa il difensore degli umbri Damiano Zanon. «Per noi sarà importantissimo non perdere a Vicenza perché un risultato positivo al Menti vorrebbe dire salvezza quasi matematica. Dopo il Vicenza avremo due partite dove sfruttare il fattore campo e giocare con più tranquillità. Tornare da Vicenza con zero punti potrebbe consentire a chi sta dietro di accorciare nei nostri confronti — sottolinea Zanon — e costringerci poi a dover vincere a tutti i costi. Questo non deve succedere, quindi abbiamo l’obbligo di presentarci al Menti e dare tutto». Zanon è consapevole che il Vicenza con Franco Lerda in panchina ha cambiato passo, ma non teme i biancorossi e punta sulla forza della Ternana. «Il Vicenza ha centrato sette punti nelle ultime tre gare — sottolinea — e questo dice molto sulla salute della squadra biancorossa, ma anche la Ternana sta bene e ha dimostrato soprattutto in trasferta di potersela giocare alla pari con tutti. Noi rispettiamo il Vicenza e siamo consapevoli che dispone di un organico che vale più dell’attuale classifica, ma in serie B ogni gara è aperta a tutti i risultati. Nel Vicenza ci sono giocatori forti come Giacomelli, Ebagua e Raicevic, ma se andiamo a guardare i nomi si nota come siano quasi tutti gli stessi che lo scorso anno hanno disputato i playoff. Cosa sia successo al Vicenza da lontano è impossibile dirlo — chiude Zanon — ma non ci deve interessare perché l’unica cosa a cui dobbiamo puntare è mantenere concentrazione e voglia di fare un risultato che ci deve aiutare a vivere quest’ultimo mese e mezzo in tranquillità». Insomma, non sarà certo una passeggiata per i biancorossi di Lerda, che comunque nelle ultime partite hanno fatto vedere di potersela giocare a viso aperto con tutti e di aver anche ritrovato una maggior confidenza con il gol. Ed è inutile ricordare che strappare tre punti con gli umbri sarebbe per la squadra un’iniezione di fiducia formidabile.
Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Mala tempora currunt, sono davvero tempi tribolati per i tifosi del campionato cadetto. Quelli del Vicenza, oltre a sostenere la squadra di Lerda affinché si salvi sul campo, sono in fiduciosa attesa che Vi. Fin. provveda a versare contributi e stipendi entro il 19 aprile, e devono pure incrociare le dita per la concessione della “spalmatura” del debito Iva. Ma c’è addirittura chi sta peggio. I sostenitori della Virtus Lanciano, infatti, sono già rassegnati a vedere nelle prossime ore la propria squadra del cuore scendere in classifica di almeno altri due punti, probabilmente quattro, o addirittura di più.Piccolo riassunto delle puntate precedenti. Già oggi la società abruzzese è gravata da due punti di penalità (uno inflitto a novembre 2015, l’altro a febbraio 2016) per le inadempienze nei pagamenti riscontrate fino ad ottobre 2015: al posto dei 41 punti guadagnati sul campo, Di Francesco e compagni se ne vedono così “convalidati” solo 39, uno più del Vicenza. I biancorossi, però, quasi certamente si ritroveranno questa concorrente diretta alle proprie spalle dopo la discussione in programma oggi pomeriggio presso la corte federale del nuovo deferimento a carico del Lanciano, relativo stavolta alle scadenze non rispettate lo scorso dicembre. Ma non è finita qui: oltre agli ulteriori due punti di penalizzazione per questi mancati pagamenti, infatti, stavolta la situazione dei frentani è aggravata – e non di poco – dal “caso Turchi”. Il calciatore degli abruzzesi Manuel Turchi, che è anche marito della presidentessa del Lanciano Valentina Maio, sarebbe infatti coinvolto in un errore di procedura relativo alla presentazione di una sua ipotetica rinuncia agli stipendi di novembre e dicembre: il documento in questione, secondo l’accusa della procura, potrebbe essere addirittura non veridico, e comunque irregolare. Ecco perché il Lanciano, quando (tra stasera e sabato) diventerà ufficiale ed effettivo il verdetto emesso oggi pomeriggio della corte federale, potrebbe ritrovarsi nella migliore delle ipotesi a 37 punti (uno in meno del Vicenza, uno più del Modena), ma più plausibilmente finirà per essere affossato a 35 (a pari con la Salernitana) o addirittura più in giù. Una situazione davvero disperata per la piccola società abruzzese, che pare destinata a chiudere nel peggiore dei modi la sua esperienza in serie B durata per quattro stagioni consecutive, con l’ombra del fallimento sempre più minacciosa. Nel frattempo il Vicenza, aggrappato alla speranza di salvarsi e sopravvivere, potrebbe guadagnare un po’ d’ossigeno almeno in classifica, uscendo finalmente dalla zona playout dopo molte settimane in apnea. Mors tua – tristissimo a dirsi, ma a questo siamo ridotti… – vita (almeno momentanea) mea.
Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Brindare a tachipirina non è certo il massimo. Però è questo ciò che offre l’influenza a Franco Lerda, oggi festeggiato biancorosso per il suo primo mese sulla panchina del Vicenza. ANALOGIE. «La dura vita del nuovo allenatore biancorosso» sembra il titolo di una di quelle fiction che vanno tanto di moda adesso. E che assomigliano terribilmente alla realtà: durissima era stata lo scorso anno per Pasquale Marino, cominciare con accanto le gigantografie del capitano Gianni Lopez che alzava la coppa Italia. E durissima è stata anche per Franco da Fossano, quando il 14 marzo ha accettato di succedere a «Mago Marino» arrivato lo scorso anno a un passo dalla A. CAMBIAMENTI. Ma un triestino insegnava: «Chi gà paura, non scenda». Franco Lerda è sceso dalla macchina, è entrato al centro tecnico di Isola e ha cominciato dalle basi: colloquio faccia a faccia con Nicolò Brighenti che da subito chiamerà in un modo soltanto, «capitano». E poi, a cascata, con tutti gli altri. Mossa d’astuzia, per alcuni. Gesto intelligente, per altri. Ma è quando si tocca il campo che i tacchetti di Lerda cominciano a lasciare impronte. La prima, il cambio di modulo. In previsione del debutto artificiale con il Cagliari, il tecnico studiò (e mise in pratica) un 5-3-2 che fece borbottare gli addetti ai lavori come fa il coperchio quando l’acqua in pentola bolle. Dopo la semina della prima settimana, ecco il 4-2-3-1 dei giorni nostri. Il raccolto? Sette punti in tre gare. Passo indietro: come ci si arriva? Coltivando ciò che si è seminato. Con gli allenamenti, per cominciare. Il nuovo allenatore ha stravolto le abitudini e gli orari: doppia seduta due volte a settimana (da ieri, però, su questo si è tornati a regime), allenamento singolo al mattino e non più al pomeriggio, rifinitura sempre al Menti e “partenze intelligenti” (con pranzo itinerante) per le trasferte. E a proposito di pranzi: la cura del dettaglio sta anche nell’alimentazione, per informazioni chiedere a Diego Fortuna, nutrizionista che collabora con la squadra. Basterà? Intanto è allo studio un soprannome ad hoc, nel caso la storia finisse con il sorriso di questi giorni.
Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Franco Lerda sta guarendo il Vicenza con punti ricostituenti per la classifica, ma si è ammalato lui. Dopo aver saltato per la febbre il ritrovo dei tifosi nel ricordo di Piermario Morosini martedì sera, il tecnico biancorosso ieri mattina non ha diretto l’unico allenamento disputato ad Isola. Il gruppo dei giocatori, numericamente davvero ridotto, ha quindi seguito le indicazioni dell’allenatore in seconda, Giacomo Chini, e del preparatore atletico Marco Bresciani. ASSENTI CERTI. Come sempre in questa stagione tribolata, la prima occhiata è stata dedicata alla conta degli assenti. Cinque, come si sa, i giocatori che purtroppo non saranno più disponibili da qui alla fine del campionato: Manfredini, Bellomo, Vigorito, Cisotti e Pozzi. Non ci sono possibilità di poter contare per il prossimo trittico di partite nemmeno su Pinato (piccola lesione al flessore di destra riportata nell’allenamento di martedì, ennesimo guaio muscolare in un anno personalmente molto sfortunato sotto questo aspetto), e pure Laverone e Modic continuano a trascinarsi problemi ormai cronici che non consentono loro di allenarsi in gruppo.AZZURRINO A SEGNO. Qualcun altro, fortunatamente, dovrebbe invece essere disponibile sabato al Menti contro la Ternana. Già oggi ad esempio si allenerà nuovamente in gruppo Giovanni Sbrissa, assente ieri per l’amichevole giocata con l’Under 19 a Parma (partita alla quale non ha invece preso parte invece l’altro convocato biancorosso Pinato, per l’infortunio di cui si diceva prima). Il giovane centrocampista di Castelfranco, peraltro, ieri si è pure tolto la soddisfazione del gol personale con la maglia azzurra, andando a segno nel primo tempo per il momentaneo vantaggio dell’Under 19, ribadendo in gol un tiro di Crecco respinto dalla traversa.IN STAND BY. Sta osservando l’ormai consueta gestione personalizzata finalizzata al recupero invece D’Elia, la cui presenza sabato non pare in discussione. Qualche apprensione in più è legata purtroppo a Stefano Giacomelli, ormai da diverse settimane alle prese con una caviglia destra malconcia per la quale non può allenarsi bene e al sabato deve ricorrere agli antidolorifici. Nei giorni scorsi il problema è tornato a tormentare l’attaccante umbro in maniera sensibile: bisognerà vedere come evolverà la situazione tra oggi e domani, per capire se il numero 10 potrà stringere i denti e scendere comunque in campo contro la Ternana o dovrà alzare bandiera bianca.PIANO B. Nell’allenamento di ieri Chini ha comunque provato il “piano B”, ovvero una formazione da schierare in assenza di Giacomelli. L’ipotesi, già presa in considerazione la scorsa settimana, è quella di far giocare insieme Ebagua e Raicevic dal primo minuto: il montenegrino sarebbe in prevalenza il riferimento più avanzato, ma i due attaccanti giocherebbero molto vicini e spesso si scambierebbero la posizione. In questo schieramento, Galano andrebbe a destra e Vita a sinistra, entrambi con licenza di accentrarsi e concludere a rete, come ha fatto benissimo proprio Vita nella partitella in famiglia di ieri mattina, segnando un gran gol.PIANO C. In realtà, a dispetto di una rosa ridotta al lumicino, c’è pure una terza ipotesi, un “piano C”, che consentirebbe a Lerda di lasciare invariata per dieci undicesimi la formazione titolare schierata con successo ad Ascoli e Cesena: Sbrissa potrebbe prendere il posto di Giacomelli, chiaramente interpretando il ruolo in maniera diversa, come ha già fatto subentrando negli ultimi minuti contro Livorno e Cesena. In questo modo Galano potrebbe mantenere la posizione di trequartista centrale, libero di svariare dietro alla prima punta, che sta dimostrando di gradire e interpretare benissimo. Lerda si riserverà fino all’ultimo allenamento (l’ormai immancabile rifinitura a porte chiuse al Menti di domattina) per valutare quale delle tre opzioni adottare.
Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Il colpo di coda del Leone: la vittoria che può valere la Lega Pro. Manca solo la matematica al Venezia, che si ritrova con un vantaggio ampio sul Campodarsego proprio all’indomani della trasferta più temuta, quella di Este. «Solo il Venezia potrebbe buttare il campionato con 7 punti di vantaggio a 4 giornate dalla conclusione”: parole di Antonio Andreucci, il tecnico del Campodarsego, avversario di gran spessore per gli arancioneroverdi in questa stagione. «Non credo che possa accadere, considerando la rosa a disposizione di Favarin, noi comunque giocheremo partita dopo partita», ha aggiunto il tecnico della formazione padovana, «con l’obiettivo di rinviare per almeno altre due settimane la festa del Venezia. Anche perché non vogliamo avere alcun tipo di rimpianto, qualora il Venezia dovesse commettere qualche passo falso». Non è una resa, quella del Campodarsego, ma il tecnico fa i conti con la realtà e con un calendario in discesa per il Venezia (Belluno e Giorgione al Penzo, Union Ripa e Triestina in trasferta). «Intanto pensiamo a non far festeggiare il Venezia già domenica. Credo che senza il Campodarsego, questo campionato avrebbe avuto poca storia, noi siamo riusciti a tenerlo aperto fin quasi alla fine. Siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto e vogliamo tenere vivo il torneo ancora per un po’, anche perché il secondo posto non è ancora blindato. E poi ci saranno i playoff». Come a Noale, anche a Levico, il Campodarsego è stato raggiunto su calcio di rigore. «Un penalty di… fantasia, come con la Calvi, ma nell’arco di una stagione ci può stare. E quando ti trovi a dover vincere a tutti i costi, come è accaduto a noi nelle ultime settimane, non è mai semplice. Onore al Venezia, ma onore anche al Campodarsego per aver dato un senso a un campionato che altrimenti sarebbe stato in un’unica direzione». Il Venezia potrebbe essere promosso già domenica prossima, ma solo in un caso: vittoria contro il Belluno e sconfitta del Campodarsego in casa contro il Tamai. La promozione non sarebbe matematica nemmeno con 9 punti di margine perché in Serie D non valgono gli scontri diretti
Ore 12.10 – (Gazzettino) Missione (quasi) impossibile. Il Cittadella per ribaltare il 4-1 dell’andata a Foggia stasera deve vincere 3-0 per alzare il trofeo, risultato difficile da pronosticare, ma Roberto Venturato, nella conferenza stampa della vigilia, non dà niente per scontato, anzi: pur ammettendo la posizione di vantaggio del Foggia, concede un bel pò di credito al suo Cittadella. «Direi che loro hanno 60 possibilità di vincere la Coppa contro le nostre 40. Il punteggio dell’andata favorisce la squadra di De Zerbi, non ci sono dubbi in proposito, anche perché all’andata ha dimostrato di essere forte, con grandi valori tecnici». Ma come arriva il Cittadella all’appuntamento di stasera? «Consapevole delle difficoltà dell’impresa che l’attende, ma nella testa e nell’atteggiamento scenderà in campo una formazione che cercherà in tutti i modi di provare a ribaltare il risultato dell’andata. Il Foggia lo considero favorito, ma il Cittadella non lascerà niente di intentato». Con un successo a Reggio Emilia sarebbe cambiato qualcosa anche in Coppa? «Ci mancano quattro partite da qui alla fine del campionato, sappiamo bene di poter chiudere i conti prima della scadenza naturale ma tutto ciò non deve diventare un’ansia per noi. Il campionato ha una sua storia, e credo sarebbe cambiato poco o niente anche se il Cittadella avesse vinto domenica con la Reggiana». Anche stasera ci sarà la diretta tv, e dopo il 4-1 di Foggia quanta voglia di rivalsa c’è nei giocatori granata? «Nello sport il risultato conta, sempre. La sconfitta dell’andata non è piaciuta a nessuno, specialmente ai giocatori che hanno vissuto quella gara. C’è grande voglia di tentare l’impresa, sapendo che sarà difficile». Il tecnico granata come al solito non anticipa le scelte sulla formazione, ma ci tiene a ribadire che non c’è un Cittadella 1 e un Cittadella 2: «Ho una rosa di 23 giocatori dello stesso livello, le mie valutazioni terranno conto anche dell’impegno di campionato di lunedì sera. Cercherò quindi di mandare in campo chi sta meglio a livello mentale e fisico. È chiaro che spetta all’allenatore fare le scelte, l’importante è arrivare alla partita di Coppa Italia determinati al punto giusto, indipendentemente da chi scenderà in campo nella finale con il Foggia». La squadra pugliese ha recuperato posizioni in campionato e vede il primo posto in campionato, è possibile che il nuovo scenario possa distrarre le attenzioni dalla Coppa? «Credo che il Foggia faccia il nostro stesso ragionamento, con una rosa importante, in grado di sostenere le due competizioni come ha fatto, bene, sinora. Cercherà di schierare un undici equilibrato». Oggi è il compleanno di Venturato, il regalo che vorrebbe l’allenatore è scontato… «Sarebbe una gran bella soddisfazione ribaltare il risultato di Foggia, per i ragazzi e anche per me». Sono 1.500 i biglietti venduti in prevendita, c’è una buona risposta del pubblico, anche di quello pugliese, con quasi 300 tagliandi acquistati del settore ospiti. Per la formazione, Jallow affiancherà Coralli in attacco, probabile l’impiego di Sgrigna alle spalle delle due punte.
Ore 11.50 – (Mattino di Padova) La coppa per festeggiare il compleanno. Sarà pure una vera e propria impresa, quella a cui è chiamato il Cittadella, in campo stasera alle 20.30 contro il Foggia nella finale di ritorno della Coppa Italia di Lega Pro, ma Roberto Venturato, nato il 14 aprile 1963, un pensierino al trofeo lo fa volentieri. «Beh sì, il regalo più bello per me sarebbe ribaltare il risultato», sorride il tecnico granata, riferendosi al 4-1 con cui si è chiusa la gara d’andata. 60% a 40%. «Sicuramente il punteggio maturato in Puglia favorisce il Foggia, non possiamo nasconderlo. Sarà difficile farcela, ma il Cittadella andrà in campo con l’atteggiamento che ha sempre avuto e la voglia di provarci fino in fondo, anche se i rossoneri hanno almeno il 60% di probabilità di riuscire a portare a casa il trofeo. Però aver perso con quel risultato allo “Zaccheria” non è piaciuto né a me né a chi è sceso in campo». FUORI IN 6. Per l’occasione, Venturato ha convocato 23 elementi, lasciando in tribuna i difensori Benedetti, Scaglia e Pascali e il fantasista Chiaretti, oltre agli infortunati Bobb e Bonazzoli. Considerando il cruciale impegno di campionato di lunedì sera, quando al Tombolato sarà ospite il Pordenone in un match che potrebbe regalare la Serie B, è chiaro che le forze saranno dosate. Venturato non anticipa le mosse e precisa: «Anche se avessimo chiuso il discorso campionato a Reggio, non sarebbe cambiato nulla nelle mie scelte. Dobbiamo metterci in testa che in campionato ci sono ancora 4 partite. Abbiamo la possibilità di chiudere lunedì battendo i friulani, ma non deve diventare un motivo di ansia». JALLOW C’È. Rispetto alla partita di due settimane fa qualcosa potrebbe cambiare in difesa, considerato che Donazzan era squalificato e De Leidi ancora ai box, ma pure in avanti: Jallow, fermato dal giudice sportivo per il match di lunedì sera, quasi sicuramente andrà ad affiancare Coralli in attacco. Per contro sono 25 i giocatori convocati da De Zerbi, allenatore dei “satanelli”, che ha portato con sé anche gli indisponibili Narciso, Lanzaro, De Giosa, Agostinone, Loiacono e Viola. Certi in campo Iemmello, a segno due volte allo “Zaccheria”, e Agnelli: entrambi sono squalificati in campionato. FOGGIA IN RISALITA. È una squadra in salute, reduce da quattro successi consecutivi in campionato, l’ultimo per 2-1 a Caserta, tornata prepotentemente in corsa per la vetta del girone C, con il Benevento lontano 4 lunghezze. Che i pugliesi possano essere distratti dal campionato? «Non so quali scelte opererà De Zerbi, ma il Foggia, come noi, può contare su una rosa importante e di qualità», replica Venturato. 1.500 BIGLIETTI. La sfida sarà ripresa da Rai Sport 1 in diretta. Saranno presenti anche il presidente della Lega Pro Gravina e il direttore della Lega B Ghirelli, che consegneranno la coppa ai vincitori di questa 43esima edizione del trofeo, nel 2015 conquistato dal Cosenza. 1.500 i biglietti venduti a ieri sera, di cui 270 destinati ai tifosi pugliesi in Curva Nord. Oggi la sede granata resterà a disposizione fino alle 12, mentre i botteghini dello stadio alzeranno le serrande alle 17.
Ore 11.30 – (Corriere del Veneto) Si irrigidisce, in conferenza stampa, quando gli viene posta la domanda che non vorrebbe sentire. «Non chiedetemi se giocano i titolari o le riserve — sbotta Roberto Venturato — sapete che è un argomento che non concepisco in questo modo o come lo intende qualcun altro. Abbiamo una squadra di 25 titolari e vanno messi sullo stesso piano. Non ha senso dire gioca questo o quello, se siamo arrivati qui è perché il gruppo ha contribuito con ogni elemento a questa finale». Il frullatore è in funzione e il menù settimanale propone Cittadella-Foggia. Finale di Coppa Italia di Lega Pro, una partita di ritorno da disputare questa sera alle 20.30 in un Tombolato che avrebbe preferito giocarsi tutte le proprie fiches in altro modo. Il 4-1 subito all’andata, infatti, sa molto di condanna anticipata, ma in questo senso il pensiero di Venturato va controcorrente e attribuisce al Cittadella molte più possibilità di quanto non si potesse immaginare. «Siamo sfavoriti dopo la partita persa allo Zaccheria — chiosa l’allenatore — il 4-1 mette il Foggia in una posizione di vantaggio e su questo non ci sono dubbi. Ma non mi sono certo già arreso, nessuno di noi lo ha fatto, poi come finirà lo vedremo domani sera (stasera per chi legge, ndr ). Quante possibilità abbiamo? Al momento loro hanno il 60 per cento di probabilità di alzare la Coppa, noi il restante 40 per cento. Proveremo a rimontare, certo, ma dobbiamo pensare anche al campionato perché quello rimane il nostro obiettivo principale». Insomma, un indizio chiarissimo su chi potrà scendere in campo stasera. Una formazione con molte «riserve» (di lusso, sì, ma pur sempre tali), con qualche piccola chance per una comparsata di qualche titolare. Come ad esempio Lamine Jallow, squalificato in campionato. Con lui potrebbero esserci Lora, Minesso, Paolucci, dietro Donazzan e magari chissà, pure Scaglia anziché Cappelletti, magari per dare un senso compiuto al tentativo di rimonta, se mai si concretizzerà.
Ore 11.00 – (Gazzettino) DIONISI E TUREA CI CREDONO. Erano loro i rappresentanti del Padova presenti alla festa e nessuno dei due ritiene chiuso il discorso playoff. «La speranza è l’ultima a morire – le parole del primo – e noi abbiamo il diritto, il dovere e la voglia di provarci. Su chi fare la corsa? Ultimamente l’Alessandria sta macinando punti e il Bassano fa più fatica, ma dobbiamo solo pensare a fare il pieno e poi vedremo». «Andremo fino in fondo – ha replicato Turea – sperando che la fortuna giri dalla nostra parte. Mi piacerebbe giocare, ma in questo momento prevalgono per tutti gli obiettivi di squadra». Piemontesi e vicentini hanno sette lunghezze di vantaggio, ma entrambi devono ancora affrontare il Padova che nel frattempo dovrà rosicchiare a una delle due squadre quattro punti nelle rimanenti tre gare. L’Alessandria giocherà in casa con Mantova e Reggiana e fuori con il Sudtirol, mentre il Bassano ospiterà i Lumezzane e farà visita a Renate e Reggiana. Seguiranno la squadra lunedì gli ultras che raggiungeranno Bergamo con mezzi propri; ritrovo alle 16.30 al parcheggio sud dell’Euganeo.
Ore 10.50 – (Gazzettino) A completare il quadro, niente allenamento ieri per Mazzocco (problema alla schiena) e solo corsa per Altinier per un fastidio sopra al polpaccio sinistro di cui dovrà essere accertata la natura, senza dimenticare Petkovic, non ancora ristabilito dal proprio problema muscolare. Le poche note liete riguardano Corti, regolarmente in gruppo come Neto Pereira, domenica uscito affaticato. Tornerà infine a disposizione Baldassin che era squalificato. Oggi doppia seduta. CROCE VERDE IN FESTA. Una sessantina di iscritti e simpatizzanti del club erano presente martedì sera all’agriturismo La Scacchiera per celebrare i quattro anni di attività del sodalizio dell’Aicb presieduto da Marco Toso. Insieme a lui, il presidente della Croce Verde di Padova, Carlo Bermone. La passione per i colori biancoscudati viaggia a braccetto con la solidarietà e martedì è stata esposta Polly, l’ambulanza allestita e arredata a misura di bambino anche grazie al ricavato della festa dell’anno scorso. In questa occasione i proventi della lotteria saranno destinati all’oncologia pediatrica, alla Fondazione Foresta e al Cuamm Medici per l’Africa.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Un’infermeria, quella biancoscudata, nelle ultime settimane in versione «sliding doors» con un via vai continuo di giocatori in entrata e uscita. Ieri, alla ripresa della preparazione in vista della trasferta di lunedì (ore 20) con l’Albinoleffe, a prevalere sono state le notizie negative, pur con alcune situazioni che potrebbero evolvere in senso migliorativo nei prossimi giorni. Fermi in primo luogo i due giocatori usciti anzitempo con la Pro Patria. A De Risio gli esami hanno riscontrato una piccola lesione al flessore che lo metterà fuori causa per almeno una decina di giorni. Il centrocampista salterà sicuramente la sfida di lunedì e probabilmente quella successiva con la Giana Erminio. Per Favalli solo una contrattura che lo terrà fermo un paio di giorni. Resta comunque in dubbio per l’Albinoleffe, così come Dionisi. Dall’esame a cui si è sottoposto ieri la lesione al polpaccio risulta cicatrizzata, ma il giocatore attenderà ancora qualche giorno prima di forzare e ieri ha svolto lavoro atletico a parte.
Ore 10.20 – In corso ala Guizza la seduta mattutina di allenamento, prevalentemente incentrata sul lavoro atletico.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) E il più brutto? «Certamente il mese di marzo: per tre gare consecutive sono andato in panchina senza nemmeno alzarmi per andare a fare il riscaldamento». Qual è il bilancio della squadra, invece? «Si poteva fare di più, ci saremmo potuti togliere diverse soddisfazioni già quest’anno. Anche se la matematica non ci condanna, dobbiamo essere realisti: che l’Alessandria perda tre delle prossime quattro partite mi sembra impossibile». Tra un anno di anni ne farà 30, una quota che spaventa diversi calciatori. Lei come se l’immagina? «Sarò qui di sicuro, e mi auguro di poter festeggiare una promozione. Poi, quanto all’età, c’è gente che ha esordito in Serie A a 31 anni». DE RISIO KO. Ennesima tegola per il centrocampo: De Risio ha una lesione ai flessori della coscia e ne avrà per almeno tre settimane: il suo campionato potrebbe essere finito. Oggi doppio allenamento alla Guizza.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) In compenso ripensare a Legnago-Padova, un anno dopo, cosa le provoca? «Bei ricordi, penso che calcisticamente i primi sei mesi del 2015 sono stati una favola, per il Padova e per me». Un anno dopo? «Ormai la ricerca del gol è diventata per me una questione psicologica: voglio sbloccarmi. Negli ultimi tempi il campo mi è mancato, ho ritrovato una maglia da titolare con la Pro Patria ma non sono riuscito a segnare, e mi dispiace. Spero che a Bergamo (lunedì sera con l’Albinoleffe, ndr) vada diversamente…». La stagione ormai viaggia verso la conclusione: qual è il momento che ricorderà come il più bello? «Ce ne sono due. il primo è la doppietta al Mantova, segnata subentrando dalla panchina: qualcosa di unico. E poi c’è il rinnovo contrattuale: quel giorno ho ricevuto la gratifica più grande che potessi avere, ed è anche quello che mi ha tenuto su anche nei momenti più difficili. La fiducia della società mi rende orgoglioso, mi fa sentire fortunato, anche nei momenti in cui passi dall’essere protagonista all’essere “uno qualunque”».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Un anno fa, pochi giorni dopo il suo compleanno, segnava a Legnago uno dei gol più importanti della sua carriera, quello che riportava il Padova in Lega Pro. Ieri, invece, Nicola Petrilli ha festeggiato i suoi 29 anni a casa, e poi al campo di allenamento alla Guizza con i compagni. «Sapete, ormai il tempo dei grandi festeggiamenti è passato da qualche annetto», ci racconta l’attaccante torinese. «Il regalo, invece, quello me lo sarei voluto fare domenica scorsa con la Pro Patria, e spero che ci siano altre possibilità per regalarmi un altro gol, visto che da gennaio in poi sembra sia caduta una maledizione su di me». Alla fine del girone d’andata era a quota cinque, ora è fermo a sei. È stato un compleanno un po’ meno felice di quello dell’anno passato? «In realtà anche l’anno scorso era stato un brutto compleanno: avevo perso mio zio il giorno prima, e segnare a Legnago mi aiutò solo in parte a mettermi alle spalle quel momento».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Grande festa per il club Avis Biancoscudato, che ha radunato 300 studenti di medie ed elementari di Vigonza che hanno potuto incontrare alcuni giocatori del Padova, maschile e femminile. L’obiettivo “8.000 sacche di sangue” che si era prefissato l’Avis provinciale lo scorso anno è stato raggiunto grazie anche all’impegno del club, che per l’occasione ha rilanciato, puntando a raggiungere quota 9.000. E per farlo ha sensibilizzato anche le ragazze del Padova, che per le prossime partite di campionato scenderanno in campo con lo slogan sulla maglietta: “Avis, un gol per la vita”. Obiettivo raggiunto anche per il club Croce Verde Biancoscudata, che ha festeggiato all’agriturismo La Scacchiera. Presenti una sessantina di tifosi e i giocatori Turea e Dionisi. La lotteria è servita per finanziare i progetti della Croce Verde, legati ai medici del Cuam e al reparto di Oncomatologia pediatrica dell’ospedale di Padova. Ma il fiore all’occhiello era la presenza, all’esterno dell’agriturismo, dell’ambulanza Polly, acquistata grazie ai fondi raccolti dalla Croce Verde e dal club presieduto da Marco Toso. Polly è un ambulanza allestita per il trasporto di bambini, è entrata in funzione lo scorso gennaio e ha già percorso 10mila chilometri.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Appeso a un filo di speranza con vista playoff, il club di viale Nereo Rocco registra grandi manovre dietro le quinte a livello societario. Si cercano imprenditori che possano rinforzare la cabina di comando per tentare la scalata alla serie B, ma non sarà facile. In attesa di capire come si assesteranno le strategie dei vari soci e quale linea comune verrà trovata, si pensa anche al presente. Proprio per non lasciare nulla d’intentato, l’obiettivo è un blitz a Bergamo lunedì con l’Albinoleffe. Altri tre punti per sperare in un aggancio al quarto posto che avrebbe del miracoloso. Difficile che al Comunale ci possa essere Carlo De Risio, infortunato domenica nella partita con la Pro Patria e ieri out al primo allenamento settimanale.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 66, Pordenone 56, Alessandria e Bassano 55, FeralpiSalò 49, Padova 48, Cremonese 46, Pavia e Reggiana 45, SudTirol 40, Giana Erminio, Lumezzane e Renate 35, Pro Piacenza 34, Cuneo 30, Mantova 26, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentesima giornata: Lumezzane-Cuneo 1-0 (Sarao (Lu) al 34′ pt), Renate-AlbinoLeffe 2-0 (Scaccabarozzi (Re) al 33′ pt, Ekuban (Re) al 47′ pt), Cremonese-SudTirol 2-1 (Maiorino (Cr) al 7′ pt, Sansovini (Cr) al 22′ st, Fink (St) al 24′ st), Pordenone-FeralpiSalò 3-2 (Guerra (Fs) al 44′ pt, Strizzolo (Pn) al 21′ st, Ingegneri (Pn) al 28′ st, Guerra (Fs) al 33′ st, Filippini (Pn) al 40′ st), Bassano-Pro Piacenza 1-3 (Speziale (Pp) al 13′ pt, al 16′ st e al 47′ st, Davì (Ba) al 28′ st) Mantova-Pavia 1-0 (Marchi (Mn) al 18′ st) Reggiana-Cittadella 2-2 (Litteri (Ci) al 32′ pt, Cappelletti (Ci) al 24′ st, Letizia (Re) al 30′ st e al 44′ st), Giana Erminio-Alessandria 0-3 (Bocalon (Al) su rigore al 32′ pt, Sperotto (Al) al 18′ st, Iocolano (Al) al 32′ st).
Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 13 aprile: primo allenamento settimanale per i Biancoscudati, out Altinier, De Risio, Dionisi, Favalli, Mazzocco e Petkovic.