Live 24! AlbinoLeffe-Padova, -5: si torna al lavoro in vista del posticipo di lunedì

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Ore 21.40 – (Il Piccolo) Altro che i classici 90 minuti intorno a un prato. La partita di ieri si gioca tra le austere pareti del Tribunale. Durerà alla fine quattro interminabili ore, anche se a mezzogiorno, ala chiusura dei termini di presentazione delle offerte, i tifosi che arrivano alla spicciolata (come pure i giornalisti) non hanno la minima idea di cosa li aspetti. Milanese è già lì, con l’avvocato Urso: «Sono sereno». Davanti alla stanza 96 del giudice Merluzzi, su una sedia, c’è un foglio A4 con su scritto, in grande, “I tifosi vogliono Milanese”. Il primo a vederla, oltre a un paio di agenti in borghese della Digos incaricati di vigilare e evitare al caso che la situazione non trascenda, è Vernì, alle 11.58, quando esce da quella stanza (dove il giudice è già pronto con il suo staff e con quello del curatore stesso) e punta verso la cancelleria. Alle 12.03 Vernì ricompare dal corridoio. Ha le offerte in mano. Dietro di lui cinque uomini. Chi sono? Gli emissari di altrettati offerenti? Inizia a girare di tutto, come la voce secondo cui le offerte sarebbero financo sei, tra francesi, veneti e società di telefonia a far da scudo a Pontrelli (in realtà, si saprà poi, tutti e cinque rappresentano Alma: sono l’amministratore unico Marconi, l’avvocato Galantini, il commercialista Sirch e altri due consulenti). Vernì entra, i cinque aspettano fuori. Alle 12.08 riecco Vernì: «Chi ha presentato le offerte entri». Si fanno avanti i “mister X” e la coppia Milanese-Urso. Alle 12.48 riescono tutti. In gara, lo si capisce, ci sono solo Alma e Met 511: entrambe le proposte sono state esaminate e ammesse da giudice e curatore. L’appuntamento è alle 15 per l’asta. E una trentina di tifosi rompe le righe. Dopo la pausa pranzo ce ne saranno di più. Una quarantina. Il clima si fa teso, sul web nel frattempo è montato un fronte anti-Alma: lo sponsor della Pallacanestro è accusato da una parte dei calciofili di voler soffiare il pallone a Milanese e da una parte dei baskettari di volersi disimpegnare dal parquet. Di fogli A4 ne spuntano ora parecchi: “Alma pensa al basket”. Qualcuno lo esibisce ai cinque di Alma, seduti in disparte mentre i presenti accerchiano Milanese a mo’ di cordone di sostegno. Alle 15.21 Vernì apre la porta: che l’asta cominci (in realtà non comincerà mai). Entra Milanese. Applausi. Entrano gli uomini di Alma. Qualche fischio e pure qualche “buu”. Alle 16 la stanza 96 è di nuovo aperta. Il primo a sbucare stavolta è il giudice Merluzzi, che – come si può vedere dal video sul sito del Piccolo – invita alla calma, annunciando che tutto è filato liscio. In effetti non c’è stata gara. Quei quaranta minuti sono solo serviti a scrivere il verbale. «Alma ha rinunciato», annuncia l’avvocato Urso. Per i presenti è più di un gol. Qualcuno abbraccia Milanese. E parte l’inno dell’Unione. Come ai vecchi tempi. Quelli in cui si stava solo intorno a un prato senza pensare ai tribunali. E magari in tanti. E magari nel calcio che contava.

Ore 21.20 – (Il Piccolo) Erano una cauzione, necessaria a non chiudere la baracca proprio durante il cosiddetto esercizio provvisorio. Poi sono diventati un’offerta. E da offerta si sono infine trasformati nel prezzo d’acquisto dell’Unione (242mila euro di debiti sportivi a parte). Ma, più che una fredda base d’asta, i centomila euro con cui ieri la cordata di Mauro Milanese si è presa la Triestina costituiscono ora la calda base d’un sogno: quello, covato dai tifosi, di un progressivo ritorno dell’Alabarda nel calcio che conta. Sarà la volta buona? La fiducia che nutre la piazza verso “el mulo” Milanese è pari solo al grado delle sue aspettative. È altissima, se si dà credito al clima da stadio, con cori, sorrisoni e abbracci, che si è vissuto nel pomeriggio di ieri in Tribunale, nel momento in cui si sono aperte le porte dell’ufficio del giudice delegato alla procedura Riccardo Merluzzi, e lo stesso Milanese ne è uscito da vero patron, non più in pectore e basta. Qui era appena andata in scena un’asta che in realtà era finita prima di cominciare, dato che Alma, l’unico competitor, aveva fatto un passo indietro motivando l’offerta presentata entro mezzogiorno come un atto di responsabilità verso una città in cui è già sponsor del basket, qualora non ci fossero state altre offerte valide. O, ma questo lo si può solo supporre perché nessuno ne ha fatto cenno, se ce ne fossero state anche di più oltre a quella di Milanese, cioè se si fosse avvertito il rischio che la Triestina finisse preda di qualche avventuriero. Di misteriosi potenziali acquirenti, in questi giorni, e fino a ieri mattina, se n’erano fatti avanti parecchi. I fantomatici francesi, ad esempio, due volte. Ma, alla fine, le buste arrivate in cancelleria sono state due soltanto, a dimostrazione che il filtro ha evidentemente funzionato. «A conferma delle stringenti condizioni poste nel bando di gara, volte a scoraggiare offerte da parte di soggetti privi di adeguata capacità patrimoniale ed onorabilità, le uniche due proposte depositate nei termini da Met 511 Pty Ltd, società australiana riferita al signor Mario Biasin (il cugino di Milanese, l’uomo dei soldi, ndr), e da Alma Spa, all’esito di attento esame della documentazione, sono state ritenute ammissibili». Così recita il comunicato diffuso nella serata di ieri dal curatore fallimentare Giuseppe Alessio Vernì, che «a nome di tutto l’ufficio giudiziario rappresenta che il predetto esito positivo, affatto scontato, è stato conseguito in poco più di soli due mesi, grazie ai notevoli sforzi di tutti i soggetti coinvolti, nonostante la situazione finanziaria ed organizzativa riscontrata all’apertura del fallimento». «Al momento dell’apertura della gara sul prezzo – conferma poi la nota di Vernì – Alma ha rappresentato che la sua partecipazione intendeva costituire un segnale di garanzia per la città, per l’ipotesi in cui non fossero state presentate ulteriori offerte ammissibili». Ma «tenuto conto dell’ulteriore offerta ritenuta meritevole di considerazione dal Tribunale, Alma stessa, precisando altresì di essere già impegnata a Trieste a sostegno di altra attività sportiva di rilievo, ha dichiarato di ritirarsi, ritenendo assolto il proprio compito». Un compito, parafrasando, di “paracadute”. Adesso però tocca a Milanese, posto che «il Tribunale ha disposto l’aggiudicazione dell’azienda sportiva Triestina Calcio in favore della Met 511 Pty Ltd al prezzo già anticipato a titolo di cauzione di centomila euro ed utilizzato a supporto delle esigenze finanziare dell’esercizio provvisorio. Con la stipula dell’atto notarile di trasferimento aziendale, previsto per la prossima settimana, si concluderà l’esercizio provvisorio e la gestione passerà a tutti gli effetti all’acquirente». Che significa? Che entro cinque giorni lavorativi (e chissà che allora non si conosca l’esito del ricorso di Pontrelli contro il fallimento, tuttora pendente in Corte d’Appello) Milanese dovrà costituire una Srl italiana. Con sede a Trieste, con i crismi della società sportiva dilettantistica richiesti dalla Figc e con la Met 511 del cugino d’Australia come socio controllante, Ah sì. E con un nuovo nome. Quale? «Mi piacerebbe tornare all’antico – anticipa Milanese, guardando al marchio storico del 1918 – ma solo con il consenso dei tifosi». I proprietari di quel marchio, vista l’aria che tirava ieri pomeriggio in Tribunale, difficilmente ora gli gireranno le spalle. Intanto si preparano a tornare in trasferta: per esserci domenica a Dro ecco il pullman per 30 euro a testa organizzato dal Centro di coordinamento.

Ore 21.00 – (Corriere delle Alpi) «Tornare a giocare in questo finale di campionato? Non credo proprio. Non varrebbe la pena di rischiare, anche se, qualora potessi, ricomincerei domani mattina». Stefano Mosca osserverà il finale di stagione dell’Ital Lenti Belluno dalla tribuna, o al limite dalla panchina. L’infortunio riportato domenica dall’esterno agordino si è rivelato decisamente serio: distorsione di terzo grado alla caviglia e rottura dei legamenti. Con tutta probabilità lo si rivedrà all’opera in estate. «Le cose non vanno tanto bene – confessa Mosca – perché la brutta distorsione che ho riportato si è rivelata di terzo grado. E sappiamo bene che quando si subisce una distorsione così vengono interessati anche i legamenti. Ho una caviglia grossa come un melone e non posso fare altro che aspettare. Dubito di riuscire a tornare in campo nel corso di questa stagione». L’unico modo che il Belluno ha per sperare di riaverti in campo in questa stagione è andare il più avanti possibile nei play off… «Nemmeno questo posso dirlo, in tutta onestà. Certo, se fosse per me ricomincerei ad allenarmi domani mattina. Ma in questi casi bisogna avere pazienza, al di là del fatto che i tempi di recupero sono soggettivi. Bisogna curare bene questo infortunio, prima di tornare, e non vale la pena forzare o bruciare le tappe. Spero di guarire il prima possibile, un passo alla volta, e di poter tornare in campo in fretta». Infortunio a parte, che stagione è stata quella del Belluno? «Ottima. Ci siamo riconfermati ai play off per il terzo anno di fila ed era questo il nostro obiettivo. Siamo contenti, anche perché in un girone a venti squadre ottenere un risultato del genere è ancora più difficile. Ora non ci resta che continuare su questi livelli per chiudere al meglio la stagione. Quanto ai play off, prenderemo le gare di domenica in domenica, sapendo che se si vince si va avanti mentre se si perde si esce. Poi tireremo le somme». Quali sono state le sorprese più piacevoli di quest’annata che ti ha visto ancora una volta protagonista? «I giovani. Quest’anno hanno dato prova di grande maturazione e si sono comportati molto bene. L’impianto di squadra, è sempre lo stesso, così come il modo di allenarsi, da quando c’è mister Vecchiato, dunque negli ultimi anni ho visto un Belluno che ha mantenuto la sua identità».

Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) Si riparte da Aldo Preite. E’ questa la notizia del giorno in casa Pavia. Da qualche settimana dirigente responsabile della Prima squadra, l’ex capitano della squadra azzurra sarà uomo di riferimento del club anche per la prossima stagione. La conferma arriva dall’A.C.Pavia. Preite è legato al club di via Alzaia fino a giugno 2017 e sta lavorando con la dirigenza per pianificare la prossima stagione. Oltre ad essere un profondo conoscitore della piazza, lo è anche del calcio professionistico. Dopo aver lasciato il Pavia ha lavorato prima in serie B e poi in A con il Carpi. Preite e Zhu si sono conosciuti di persona, e parlati, nel week-end alla vigilia di Pavia-Alessandria. Da qui si riparte a quattro giornate al termine della stagione e per molti dei giocatori azzurri potrebbe essere anche l’ultimo mese di permanenza a Pavia. Sono diversi i giocatori in scadenza di contratto o giunti in prestito nel calciomercato di gennaio. Tra i giocatori in prestito che quindi faranno ritorno, salvo prolungamenti con il Pavia, ci sono il difensore Kastriot Dermaku (Empoli), Paulo Azzi (Spezia), Elio De Silvestro (Lanciano), Jacopo Manconi (Novara). Altri elementi arrivati a gennaio hanno contratto fino al 30 giugno: il ceko Jiri Kladrubsky e il maltese Rowen Muscat (in prestito dal Birkirkara), il terzino sinistro Fabrizio Grillo. Sempre fra gli ultimi arrivati, invece, sono sotto contratto anche per la prossima stagione Giuseppe Pirrone, mentre sia Valerio Foglio che Ferdinando Sforzini sono legati al Pavia fino al giugno 2018. A fine campionato scadrà il contratto a Dario Biasi e Federico Carraro. Molti sono, poi, i giocatori che il Pavia ha sottocontratto ma in prestito in altre società. Il portiere Antony Iannarilli che milita nella Pistoiese, l’esterno sinistro Marco Martin, arrivato la scorsa estate dal Sud Tirol e poi dato in prestito a gennaio al Pordenone, Giovanni La Camera, attualmente in B al Como. Sempre in serie cadetta anche l’italo-brasiliano Caio De Cenco, che aveva giocato la prima parte di stagione al Pordenone per poi salire di categoria per vestire la maglia dl Trapani. In prestito sono anche Rocco Sabato alla Maceratese, il centrocampista Nicola Pavan al Renate e i portieri Giovanni Volturo e Andrea De Toni rispettivamente al Locarno in Svizzera e al Pordenone. In prestito al Mantova è Andrea Cristini, ma i virgiliani lo riscatteranno in caso di permanenza in Lega Pro. L’ex capitano azzurro Andrea Soncin, attualmente all’Albinoleffe in prestito, ha ancora un anno di contratto e tornerà a giugno quindi al Pavia.

Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) In via Agosti i granata hanno iniziato a preparare la difficile e comunque importante sfida di domenica a Pavia (ore 14). La quartultima di campionato non metterà in palio punti per la zona play off, distante 10 punti per entrambe le squadre, ma servirà per blindare la partecipazione alla prossima Coppa Italia. Infatti se la Lega di serie A inserisse di nuovo nella griglia del turno preliminare le prime dieci della graduatoria dei tre gironi, la Reggiana può dormire sonni tranquilli coi suoi 10 punti di vantaggio sul trio Giana, Lumezzane e Renate ma un risultato di prestigio contro la corazzata Pavia, forse la più grande delusa del torneo con il lauto budget iniziale di targa cinese, sarebbe utile anche a livello morale ed ambientale. Sta recuperando Dario Maltese, seppur ancora al differenziato, mentre Rampi, Frascatore e Loi hanno lavorato in palestra. Spanò e Mignanelli sono stati tenuti fermi per un leggero affaticamento ma non preoccupano. Oggi Parola e compagni sono attesi da una doppia seduta e domani (ore17) dall’amichevole a Fabbrico. Giudice Sportivo. Fermato per un turno il massaggiatore Remigio Del Sole dopo l’espulsione È”per essere entrato indebitamente sul terreno di gioco durante la gara”. Si allunga la lista dei diffidati: a Bartolomei e Maltese si aggiungono Mignanelli e Nolè. Arbitro. Pavia-Reggiana sarà diretta da Fabio Pasciuta di Agrigento coadiuvato da Marco Pancioni di Arezzo e Lorenzo Li Volsi di Firenze.

Ore 20.00 – (Gazzetta di Reggio) Tra i giovani che possono utilizzare il finale di stagione per mettersi in mostra c’è anche Christian Silenzi. Figlio di Andrea, il mitico Pennellone della promozione in serie B, è arrivato dalla Primavera dell’Inter che tuttora ne detiene il cartellino. Metà stagione passata coi coetanei della Berretti poi il tecnico Colombo lo ha chiamato in pianta stabile con la prima squadra dove ha già fatto diverse apparizioni. Nella mezzora giocata col Cittadella si è creato due palle gol, dando anche il via all’azione del rigore su Nolè trasformato da Letizia. «Finalmente ho giocato più di 10 minuti – rimarca soddisfatto – sono entrato bene in campo ma ho il rammarico di non aver capitalizzato le due occasioni avute». Quale è stata la più ghiotta? «La seconda. Nella prima il portiere ha coperto bene la mentre in quella di testa potevo fare di più, magari stoppando la palla prima di tirare». Che differenze ha notato tra Berretti e prima squadra? «Sul piano fisico e tecnico è tutta un’altra cosa, qui si è molto più avanti». Si trova bene? «Dopo un inizio difficile ho legato sempre più coi ragazzi e con lo staff». Papà Andrea la segue? «Se non può venire a Reggio lo fa col computer: parliamo sempre delle mie prestazioni». Le pesa la sua ombra? «Adesso mi è quasi indifferente ma all’inizio la pressione c’era perché tutti mi paragonavano a lui mentre ci vorrà del tempo per arrivare ai suoi risultati». Cosa vi accomuna? «Entrambi siamo alti e con una bella corsa ma io… ho i capelli un po’ più corti. Magari sembro meno cattivo e grintoso ma sul campo vi garantisco che mi faccio sentire». Ha visto qualche partita di suo padre? «Alcuni filmati della sua carriera: di Reggio e di altre piazze, ricordo anche la Supercoppa». Che attaccante è? «Sono punta centrale ma posso anche svariare sull’esterno o fare il quinto di centrocampo perché non sono la classica punta statica». Come festeggerà il primo gol? «Non ci ho ancora pensato». Che rapporto ha con mister Colombo? «Gli sono grato perché è stato il primo a lanciarmi nel professionismo. Mi riprende spesso in allenamento e questo mi sta facendo crescere». Lei è dell’Inter, ma se le dicessero di restare a Reggio? «Non tocca solo a me decidere del mio futuro: dovranno parlarsi le società ma qua sarei contento perché la piazza mi piace e mi darebbe maggiori garanzie di giocare, potrebbe essere la mia rampa di lancio». Cosa si aspetta dal finale di stagione? «Allenarmi bene come sempre per essere a disposizione della squadra». Un giocatore da emulare? «Ibra o Morata». Sogno nel cassetto? «Arrivare il più in alto possibile in questo ambiente, perché lo cullo fin da piccolo». Magari in maglia granata? «Se rimanessi qua con qualche gol ed una promozione in B sarebbe il massimo, pur sapendo che il posto non mi sarebbe garantito». Le piacerebbe diventarne una bandiera come papà? «Certamente».

Ore 19.40 – (Gazzetta di Reggio) Giocatori presi a parametro zero e sui quali ora anche i club di serie A hanno messo gli occhi. Sei giovani che dalla Primavera hanno debuttato in prima squadra nel campionato di serie B. Andrea Grammatica, che da primo luglio sarà il ds della Reggiana, all’Entella ha fatto più di un ottimo affare. Due operazioni, messe a segno come responsabile degli osservatori italiani ed esteri per il settore giovanile e la prima squadra, rappresentano il suo migliore biglietto da visita. Il colpo per eccellenza è sicuramente quello di Cheick Keita, il terzino sinistro classe 1996 preso a parametro zero dal Monaco, che lo aveva svincolato, ed ora valutato un paio di milioni di euro. Il francese, nato a Parigi da genitori del Mali, è arrivato il primo luglio 2014 e con il tempo è finito nel mirino di squadre come il Napoli e la Juventus. Un altro affare che porta la firma dello psicologo 38enne è quello del baby Francesco Puntoriere. L’attaccante è stato prelevato dalla Reggina, esclusa dal campionato, e dopo aver giocato nella Primavera ha esordito in serie B a 17 anni nella partita di Salerno. Andrea Grammatica, come responsabile dell’area tecnica, gestisce quotidianamente la Primavera. La squadra giovanile ligure è seconda in campionato, dietro alla Juventus, e rappresenta un vivaio molto promettente: quest’anno ben sei giovani hanno esordito in prima squadra, a testimonianza dell’ottimo lavoro fatto. Il futuro ds granata all’Entella si è occupato di mercato in uscita, in prima persona, ed è stato il braccio destro dell’ottimo ds Matteo Superbi. Non è dunque privo d’esperienza. Grammatica, che alla Reggiana è stato osservatore per quattro stagioni, dopo essere stato chiamato da Massimo Varini, ha fatto una scelta molto impegnativa. Ha lasciato una società in salute come l’Entella, nella quale è uno dei quattro dirigenti sui quali il presidente Antonio Gozzi fa affidamento. Il dirigente, che aveva un altro anno di contratto in tasca e il rinnovo già pronto, ha scelto di scendere di categoria per giocarsi un’occasione importante in una piazza dove le aspettative sono alte e si sogna da troppo tempo il ritorno in serie B. Lo ha convinto il presidente Stefano Compagni, che gli ha dà subito concesso molta fiducia e con il quale si è trovato d’accordo sulle linee guida intorno alle quali costruire un gruppo affiatato. Il futuro ds verrà a Reggio con la famiglia, dato che nella sua precedente esperienza si è trovato bene e ritiene la nostra città un posto dove si vive bene. Il dirigente potrebbe portarsi dietro qualcuno del suo staff, ne sta ragionando in questi giorni, ma la cosa importante sono le relazioni che ha costruito nel tempo e che fanno parte in modo indissolubile del suo bagaglio d’esperienze. L’Entella si è privato del responsabile dell’area tecnica a malincuore, ma ha compreso le sue motivazioni e i rapporti tra le parti sono dunque rimasti ottimi. E’ ipotizzabile che in futuro l’Entella possa dare in prestito alla Reggiana qualcuno dei suoi giovani per farlo maturare. La società ligure ha stima della dirigenza reggiana e dunque questo potrebbe essere l’inizio di una relazione proficua per entrambe le parti. Il nuovo ds sarà ufficializzato soltanto il primo luglio, in ossequio alle norme federali. Fino al 30 giugno proseguirà il suo lavoro a Chiavari, anche se naturalmente sta già seguendo a distanza con molto interesse le partite della Reggiana e si sta facendo un’idea sui giocatori e l’ambiente granata dove presto dovrà immergersi. Ha già in mente molte cose, ma saranno discusse a tempo debito. Quello che si può già dire è che non vede l’ora di iniziare questa avventura.

Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) Se fuori dal campo infuria la bufera, sul terreno di gioco Luca Prina assicura che tutto procede normalmente: «La squadra è fuori da queste polemiche, siamo concentrati su ciò che dobbiamo fare. Lo siamo sempre stati nell’ultimo mese, ma la vittoria ci ha ovviamente regalato un sorriso». I tre punti ottenuti contro il Pavia, hanno dato ai biancorossi anche un obiettivo concreto da perseguire: «Dobbiamo puntare il Cuneo, provando a recuperare i quattro punti di svantaggio. Ci proveremo, ma se non dovessimo riuscirci non cambierà nulla: ai playout arriveremo preparati a dovere». In vista di sabato, invece, Prina potrebbe avere qualche problema: «Marchi ha una fascite plantare, proveremo a gestirlo con cure e riposo e a rimetterlo in campo ad Alessandria. Trainotti sta meglio, vediamo come reagirà ai carichi di lavoro. Cristini farà un’ecografia, speriamo escluda lesioni muscolari. Fuori restano Ungaro e Caridi, il cui recupero procede comunque bene». Out sarà anche lo squalificato Sereni. Ieri Prina ha provato, davanti a Bonato, una difesa con Trainotti, Carini e Scrosta; Scalise a destra e Lo Bue a sinistra; in mediana Di Santantonio, Raggio Garibaldi e Gonzi; in attacco Falou e Beretta. Oggi seduta pomeridiana, con partitella finale in famiglia. Tornando a ciò che accade fuori dal campo, con la “minaccia” del patron Di Loreto di restituire le chiavi dell’Acm al sindaco a giugno, Prina la vede così: «Non conosco i fatti, per cui posso soltanto dire che le polemiche non portano nulla di buono. Di solito, comunque, dopo le polemiche arriva la pace e io spero che accada proprio questo. Sarebbe un peccato se la società non avesse continuità: io sono venuto qui proprio perché speravo di salvare la squadra e ripartire per costruire qualcosa di bello. Credetemi, spendendo meno di quanto è accaduto quest’anno, si può fare tanto. Io ho le idee chiarissime su questo e non ci vorrebbe molto per costruire una squadra da metà sinistra della classifica. Mantova è una piazza che merita questo, spero non finisca come nella mia Biella, dove la gente si è disinnamorata e le nuove generazioni si sono appassionate al basket. In una realtà storica come questa sarebbe un delitto».

Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova prova a uscire dalla rovente polemica innescata con il sindaco Palazzi, l’imprenditoria locale e in parte con i soci mantovani Bompieri, Tirelli e Giovanardi. E lo fa con un comunicato in cui la società si dissocia dalle dichiarazioni rilasciate dal patron Serafino Di Loreto, che aveva definito il primo cittadino «solo chiacchiere e distintivo», lo aveva invitato a «rispettare le promesse fatte» e aveva minacciato di restituirgli «a giugno le chiavi della società». Questo il testo integrale del comunicato: «La società Mantova Fc sente il dovere di chiarire che le uniche comunicazioni ufficiali della società stessa provengono esclusivamente dai soci e dalle persone previste dall’organigramma. Ogni altra considerazione, verbale e scritta, provenienti da soggetti non compresi fra questi va intesa come un pensiero personale. Il Mantova Fc, nella persona del presidente Sandro Musso, sottolinea che i rapporti con le istituzioni continuano all’insegna della massima collaborazione possibile per raggiungere l’unico interesse da tutti condiviso, ovvero la salvezza della squadra e la garanzia di un palcoscenico adeguato che questa città merita. Salvezza, peraltro, che non è ancora negata sul campo evitando i playout. In quella direzione vanno profusi tutti gli sforzi della squadra e dei dirigenti per un’impresa difficile ma non impossibile. Fuori dal campo l’intesa è salda con i rappresentanti locali e le istituzioni per una sempre maggiore partecipazione ad un progetto che la piazza e la tradizione impone». In sostanza Serafino Di Loreto, ufficialmente sponsor della società con la sua Sdl ma nella sostanza indicato da tutti fin dallo scorso giugno come reale proprietario del club (insieme al suo socio Stefano Pigolotti), parlerebbe dunque «a titolo personale». Lo stesso Di Loreto, raggiunto telefonicamente, cade dalle nuvole: «No, non sapevo di questo comunicato. Sì, è giusto, io sono ufficialmente sponsor e non proprietario del Mantova. Allora vorrà dire che saranno fatti suoi (il riferimento è al presidente Musso, ndr) portare avanti la società… E pensare che avevo parlato proprio a tutela di Musso, dopo che il sindaco aveva definito “una caduta di stile” il suo invito a “muovere il c…” e a rispettare le promesse fatte. Non so che dire, domani (oggi per chi legge, ndr) leggerò bene il comunicato e trarrò le mie considerazioni». È il preludio a una spaccatura dagli effetti potenzialmente devastanti per il futuro del Mantova? È soltanto un gioco delle parti per provare a salvare il salvabile? Difficile rispondere, soltanto il tempo potrà chiarire cosa stia davvero accadendo in Viale Te. Di certo Musso vuole a tutti i costi recuperare i rapporti con il sindaco Palazzi, al quale ieri ha inviato questo messaggio: «Siamo sicuramente molto provati dagli avvenimenti sportivi non certo positivi. Come sai ho personalmente più volte fatto pubblicamente autocritica e non intendo assolutamente cercare alibi. Allo stato attuale Di Loreto rappresenta lo sponsor, ma il presidente sono io. Gradirei incontrarti personalmente per ricreare la serenità che consenta a tutti di affrontare la situazione con positività per il bene del Mantova».

Ore 18.40 – (Giornale di Vicenza) Dopo i disastri compiuti dal signor Mastrodonato di Molfetta e dai suoi assistenti contro la Pro Piacenza, la designazione arbitrale non è più particolare marginale. E a dirigere il Bassano sabato contro il Lumezzane alle 17.30 ancora al Mercante sarà sempre un arbitro pugliese: si tratta di Giuseppe Strippoli di Bari, coadiuvato dai guardalinee Pierluigi Della Vecchia di Avellino e Michele Grossi di Frosinone. Strippoli ha due precedenti coi giallorossi: quest’anno ha fischiato Bassano-Cittadella 1-1 all’andata, una gara gestita serenamente e con fermezza. Lo scorso anno invece c’era lui a dirigere Lumezzane-Bassano in terra bresciana con vittoria virtussina grazie a una rete di Pietribiasi. Nell’occasione mostrò il cartellino rosso al difensore Priola a un quarto d’ora dal termine.Intanto ieri il giudice sportivo ha squalificato il terzino destro del Lumezzane, Francesco Rapidarsa che salterà la sfida del velodromo assieme al trainer dei valgobbini Antonio Filippini, appiedato pure lui. Nessun fermato tra gli uomini di Sottili, anche se sia Bizzotto che Semenzato sono entrati nella lista dei diffidati e al prossimo giallo andranno automaticamente in squalifica. Tra i provvedimenti da notare la seconda sanzione comminata al dottor Davide Mandelli, scatenato medico della Giana Erminio, già stoppato una volta in questo torneo per intemperanze e adesso ai box per le prossime 4 giornate “per comportamento offensivo verso un tesserato della squadra avversaria e di istigazione alla violenza verso un tesserato della propria squadra”, con l’aggravante della recidiva. Medico decisamente fumantino.

Ore 18.20 – (Giornale di Vicenza) Lume è rock. Da quando c’è Antonio Filippini alla guida dei valgobbini, cioè da 8 partite, i suoi schitarrano di brutto, alla maniera del Boss, Bruce Springsteen, di cui Filippini è seguace indefesso.Sequenza positiva di risultati masticati uno dietro l’altro e squadra fuori persino dalla zona playout. Di un punto, certo, ma comunque fuori, quando prima rischiavano persino di chiudere penultimi. Due mesi per avviare la rivoluzione da quelle parti.«Se ci salviamo faccio un concerto allo stadio con la mia band», ha promesso Filippini che nel tempo libero è rocker appassionato e si diletta a suonare coi suoi amici.Intanto è cambiata la musica e il Lumezzane in campo le sta suonando a tanti. Quindici punti in 8 gare, un ruolino da playoff, quando prima con Nicolato al timone ne erano stati raccolti 20 in 22 gare. Un cambio di rotta impressionante, una sola sconfitta con Filippini al volante (1-0 a Cittadella col rigore del pari fallito al 94′).Col nuovo trainer il cambio più che nei numeri è nella mentalità: ora il Lume gioca per vincere, sempre e contro chiunque, infischiandosene della posizione in graduatoria.Si segna di più (11 reti) e si subisce meno (8 gol al passivo), frutto di 4 vittorie, 3 pareggi e una sola caduta. Prima del suo avvento i rossoblù avevano bollato 21 volte in 22 partite, incassandone 30, cifre ribaltate drasticamente.Con Filippini su 8 incontri il Lume ne ha vinti 4, la metà, mentre in precedenza ne aveva conquistati solo 6 su 22 turni. Una svolta epocale, insomma, se si pensa che il cammino con Nicolato annotava 14 sbandate e solo una con Filippini.Uno che all’occorrenza sa anche pareggiare. Ne ha totalizzati 3 in meno di due mesi, con Nicolato erano stati 2 in 6 mesi.MODULO E UOMINI. Filippini predilige il 4-3-3 con Serao (9 centri sinora per lui), leader offensivo e finalizzatore a fianco del rilanciato Bacio Terracino.Dietro Belotti e Nossa sono i due califfi della retroguardia, mentre Varas a centrocampo è una costante spina nel fianco. Ecco Bassano dovrà tenere gli occhi bene aperti e drizzare le antenne. Il ruzzolone con la Pro Piacenza, pur condizionato da episodi oltremodo penalizzanti deve fungere da monito. Perché al netto delle ripetute corbellerie collezionate dalla terna, il primo quarto d’ora a gambe molli che è costato lo 0-1 esterno è esclusiva colpa dei giallorossi, al pari del rigore fallito in avvio di ripresa o del 2-2 sprecato clamorosamente da Fabbro al 32′ della ripresa. Tre passaggi che avrebbero potuto sterzare la sceneggiatura della partita a prescindere dalle fischiate sbilenche. Se non si rimarca questo aspetto, poi si fa un cattivo servizio, altrimenti l’1-3 da solo non si spiega. E allora ha ragione Sottili quando sostiene che adesso le sbavature vanno azzerate poiché d’ora in poi possono cambiarti l’annata. E quindi col Lume il Bassano dovrà essere ringhiante e ruggente. Dal pronti via.

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Ci manca solo la certezza matematica ma è la cosa più importante. Per chiuderla il prima possibile ci servono altre due vittorie». Il vantaggio incrementato da 5 a 7 punti sul Campodarsego non incanta Giorgio Perinetti. Il direttore sportivo, infatti, esorta il Venezia a non alzare il piede dall’acceleratore e a pensare solo a vincere, anche domenica al Penzo col Belluno (ore 15) nella quart’ultima di campionato. Novanta minuti che in caso di successo, e qualora il Tamai riuscisse nell’impresa di battere il Campodarsego in trasferta, consegnerebbero subito la Lega Pro agli arancioneroverdi senza rinvio del verdetto alle restanti tre giornate. Festeggiamenti quindi «in corso d’opera», intanto però la società ha stabilito l’ingresso gratuito per i tifosi fino a 18 anni (compiuti e con documento alla mano): un’iniziativa che sarà accompagnata dal consueto coinvolgimento dei settori giovanili dei club affiliati e che dà seguito al lancio, due settimane fa, dei miniabbonamenti per le ultime sfide casalinghe (61 quelli sottoscritti con totale degli abbonati salito a 847). «Vogliamo il suggello della matematica il prima possibile – assicura Perinetti – ottenendo sei punti per chiudere in bellezza un campionato di alto livello. Vincendo a Este, contro la terza in classifica che non aveva mai perso in casa, il Venezia ha dato una prova di forza nonostante un altro approccio poco brillante, ma si sa che l’ultima pedalata è sempre la più dura». Il massimo vantaggio stagionale di 7 punti è frutto di 8 vittorie e 3 pareggi, che il team di Giancarlo Favarin ha inanellato dopo lo 0-1 al 91’in casa della Virtus Vecomp. «Domenica è stato bello vedere e sentire tanto entusiasmo da parte della tifoseria, ce lo aspettavamo e sta crescendo. A Favarin va un plauso per come a Este, dopo il vantaggio di Fabiano, ha cambiato assetto inserendo Marcolini per avere più solidità. Puntiamo a vincere al più presto per guardare subito al futuro: personalmente sto già lavorando alle prime importanti conferme, ma per scaramanzia non dico ancora niente». Contro il Belluno mancherà lo squalificato Beccaro ma sempre al centro della difesa rientrerà Modolo che ha scontato il suo turno di stop. Ieri alla ripresa lavoro differenziato per Maccan e Fabiano attesi già oggi in gruppo.

Ore 17.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Prepariamo la festa promozione per la partita con l’Union Ripa». C’è molta scaramanzia, ma anche un pizzico di sano realismo nelle parole del direttore generale arancioneroverde Dante Scibilia. Sulla carta, una chance di festeggiare il traguardo della Lega Pro ci sarebbe anche questa domenica: se infatti il Venezia batterà il Belluno e il Campodarsego perderà in casa con il Tamai, si potrà già stappare. Ma è difficile che la squadra padovana alzi bandiera bianca davanti al proprio pubblico, peraltro contro una squadra appagata della salvezza raggiunta e senza velleità per i playoff. Ma anche il match con il Belluno non appare così scontato: «La squadra ha speso molto contro l’Este», analizza il dg ripensando alla battaglia di tre giorni fa che ha portato la squadra di mister Favarin a toccare quota 80 punti, a +7 sul Campodarsego. Più facile che i punti promozione arrivino dunque nel turno successivo, a Seren del Grappa contro l’Union Ripa La Fenadora. Intanto, però, la società chiama a raccolta i tifosi per la penultima sfida al Penzo (almeno per la stagione regolare). E lo fa con una promozione ad hoc, riservata agli under 18 che potranno entrare gratuitamente allo stadio: dovranno esibire il biglietto gratuito da ritirare fino a venerdì nella sede di viale Ancona 43, oppure al botteghino direttamente domenica, presentando un documento d’identità. «Credo che sia importante manifestare il proprio affetto alla squadra, sia nei momenti in cui le cose vanno male sia, a maggior ragione, adesso che vanno bene. Dunque – chiude Scibilia – ci aspettiamo una grande partecipazione al Penzo». Ieri intanto la squadra ha ripreso gli allenamenti, con Maccan a parte e Fabiano fermo per una botta.

Ore 17.20 – (La Nuova Venezia) «Ci mancano 6 punti, la matematica dice questo». Giancarlo Favarin sorride, sa che il Venezia ha messo in cassaforte la promozione in Lega Pro, ma allo stesso tempo vuole tenere i suoi giocatori sulla corda. «Solo un disastro potrebbe rovesciare la situazione» aggiunge il tecnico pisano «ma dobbiamo essere consapevoli che nessuno ci regalerà nulla. Meno che meno il Belluno, che reputo la migliore squadra vista da quando sono arrivato al Venezia. Siamo vicinissimi al traguardo, l’obiettivo è arrivare il prima possibile. Volevamo dare una bella scossa, l’abbiamo data. Non sarebbe cambiato nulla, anche se il Campodarsego avesse vinto a Levico». Venezia che ha dato un bel segnale al campionato a Este con la vittoria numero 24. «Per aver giocato solo 45’, sicuramente» rincara Favarin, che domenica torna in panchina avendo scontato le due giornate di squalifica, «il primo tempo della mia squadra non mi è piaciuto, non l’abbiamo giocato da squadra che vuole chiudere i conti, e infatti abbiamo sofferto l’Este. Al contrario, abbiamo disputato un ottimo secondo tempo, da capolista, dimostrando tutte le nostre qualità». Contro l’Este, Giancarlo Favarin ha completato il suo “personale” girone d’andata, iniziato proprio a Belluno dopo l’esonero di Favaretto, conquistando 46 punti in 19 partite. A San Martino di Lupari il Venezia ha conosciuto il momento più complicato della stagione. «Ci siamo ritrovati nuovamente a 3 punti dal Campodarsego, dopo avere scavalcato i padovani. Non ho mai avuto timori, l’unica preoccupazione era un pareggio arrivato dopo che non avevamo ancora riassorbito la botta della settimana prima a Verona quando abbiamo perso una partita che avremmo meritato di vincere». Ieri il Venezia ha ripreso la preparazione, lavoro differenziato per Denis Maccan, che deve riassorbire il fastidio al ginocchio, oggi il giudice sportivo squalificherà Daniel Beccaro. Iniziativa. Promozione per la partita con il Belluno: il Venezia ha predisposto l’ingresso gratuito per gli under 18, i tagliandi possono essere ritirati in sede fino a venerdì (ore 18) oppure domenica ai botteghini del Penzo presentando un documento d’identità. Progetto scuola. Ancora un appuntamento per il Progetto Scuola con lo staff tecnico guidato da Giancarlo Favarin, a colloquio ieri mattina con gli studenti dell’istituto comprensivo Spallanzani.

Ore 16.50 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.30 – Qui Guizza: partitella finale.

Ore 16.00 – Qui Guizza: rientrano in gruppo Corti e Dionisi.

Ore 15.40 – Qui Guizza: assenti De Risio e Favalli per problemi muscolari e Mazzocco per un fastidio alla schiena. Assente Petkovic, solo corsa per Altinier.

Ore 15.20 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Un giorno in meno alla scadenza del 18 aprile, data entro la quale dovranno essere pagati gli stipendi dei tesserati, dei dipendenti e dei collaboratori sportivi, i relativi contributi e i premi pattuiti per il girone d’andata, e ancora non si è arrivati ad avere la certezza che la scadenza verrà onorata. «Anche oggi (ieri, ndr ) non abbiamo avuto notizia certa nè dell’importo, né della data in cui arriveranno gli introiti della Fondazione per la mutualità generale negli sport professionistici a squadre – spiega l’amministratore delegato di Vi. Fin. Marco Fanchetto (in foto a sinistra ) – anzi è probabile che entro il 18 la somma che attendiamo non arrivi e questo complica un po’ le cose». Il leader di Pulitalia e di Caffè Vero però ostenta un cauto ottimismo, puntando al fatto che anche stavolta i soci di Vi.Fin. rispetteranno entro i termini la scadenza fissata per lunedì prossimo. «Sono concretamente fiducioso – sottolinea Franchetto – di sicuro se fossero arrivati i soldi dalla Fondazione sarebbe stato meno difficile raccogliere i quasi 1,9 milioni che servono, ma abbiamo fatto tanto finora e sarebbe poco logico fermarsi qui». L’amministratore delegato di Vi. Fin. esclude anche che il pagamento possa avvenire a metà, pagando cioè solo gli stipendi, rimandando ad altra data i contributi dei tesserati e collaborati della società. «La ritengo una soluzione che avrebbe poca logica – sottolinea – anche perché, in ritardo, ma li dovremmo pagare ugualmente. Inoltre questi comporterebbe una penalizzazione in classifica che si sconterebbe nel prossimo campionato, ma è una eventualità alla quale non vogliamo arrivare». Anche perché la squadra biancorossa sabato giocherà al Menti contro la Ternana, e martedì sera, il giorno dopo la scadenza del 18, sarà di scena a Salerno in un match importantissimo per entrambe le squadre nella corsa alla permanenza in B, e arrivarci rispettando la scadenza per stipendi e contributi sarebbe ovviamente importante. Così come è fondamentale anche la risposta che in settimana, forse domani, arriverà dalla Agenzie delle Entrate sulla proposta di rateizzazione del debito Iva a 15 anni. «Siamo in attesa, e ormai dovremmo proprio esserci – chiude Franchetto – Tutta la documentazione, le integrazioni, e le garanzie sono state depositate e quindi manca solo il pronunciamento che tutti ci auguriamo sia positivo».

Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) L’Europa li osserva. E forse, una volta terminato il campionato, non resterà più solo ad osservarli. Su Cristian Galano e Filip Raicevic avrebbero messo gli occhi alcuni club stranieri. La cosa non sorprende più di tanto, dal momento che il foggiano e il montenegrino (17 gol in due) stanno offrendo un contributo importante al Vicenza in ottica salvezza. Se Raicevic è stato il protagonista indiscusso di tutta la prima parte della stagione, con le sue prodezze aeree e non solo, Galano in questa fase sembra aver trovato la gamba ma anche lo spirito giusto per colpire e affondare difese e portieri. Sull’attaccante pugliese “suonerebbero” sirene tedesche. E tra l’altro non si tratterebbe di una prima volta. Già un paio di stagioni fa, infatti, quando Galano militava nel Bari, i panzer si erano fatti avanti: Norimberga e Monaco volevano acquisire le sue prestazioni, ma alla fine Galano rimase al Bari e successivamente passò al Vicenza. Per quanto riguarda Raicevic, protagonista del tormentone invernale (va alla Juve? O al Napoli? O al Carpi? Alla fine è rimasto, e rimarrà almeno fino a giugno in biancorosso), anche per lui sarebbero calde le piste straniere, anche se non è dato sapere quali squadre sarebbero sulle sue tracce. Si vedrà.Intanto il Vicenza di Franco Lerda ha un campionato da portare a termine e una salvezza da conquistare con le unghie e con i denti. Dovrà contare anche e soprattutto sulla verve di Galano e Raicevic, con quest’ultimo che dopo l’esordio in nazionale ha ritrovato il feeling con il gol (nella sfida casalinga vinta con il Livorno) ed è apparso molto motivato. Ecco, suonino pure le sirene, a patto che non deconcentrino i due beniamini dei tifosi biancorossi che ora si attendono un finale speciale.

Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Una settimana, tre turni di campionato. A partire da sabato la serie B vivrà un passaggio cruciale, condensando per l’ultima volta un trittico di incontri: si giocherà sabato-martedì-sabato. Dopo questo tour de force, mancheranno solo quattro giornate, e a quel punto per qualche squadra potrebbe essere già troppo tardi per inseguire ancora concretamente l’obiettivo della salvezza. Ecco perché vale la pena analizzare in maniera più approfondita la situazione nella lotta per non retrocedere alla vigilia di questo “terno al lotto”, che per qualcuno potrebbe far saltare il banco…SPACCIATO. Una formazione sembra essere già da tempo tagliata fuori, ed è il Como fanalino di coda. La compagine lariana, già staccata sul fondo, probabilmente accumulerà un distacco ancor più incolmabile considerando che dovrà affrontare in sette giorni le prime tre squadre della classifica: Bari, Como e Crotone. A meno di miracoli sportivi, neppure i gol del prolifico cannoniere Simone Andrea Ganz potranno bastare per tenere in vita le speranze dei lombardi.IN VANTAGGIO. Parte con un leggero ma importante vantaggio in classifica l’Ascoli, grazie all’inattesa (e meritata) vittoria sul Cagliari, affondato dai gol del sempre letale Daniele Cacia. I marchigiani, però, non avranno un calendario agevole: prima la trasferta a Trapani, contro i siciliani lanciatissimi all’inseguimento dei playoff; poi al Del Duca arriverà il Bari in lizza per il terzo posto; solo l’atterraggio finale potrebbe essere morbido, contro una Ternana che, in apparenza, dovrebbe avere poco da chiedere a questo finale di stagione. Attenzione però: gli umbri, oggi a 44 punti, nelle prossime tre partite affronteranno altrettante squadre che lottano per non retrocedere; se contro Vicenza (al Menti) e Pro Vercelli (in casa) non dovessero arrivare i punti della tranquillità, allora quello del Liberati con l’Ascoli diverrebbe un confronto diretto caldissimo. Non può dirsi ancora del tutto al sicuro nemmeno l’Avellino, a sua volta a quota 44, soprattutto per la crisi in cui è piombato: se sabato a Perugia arrivasse una nuova sconfitta, le due partite successive contro Trapani e Pro Vercelli diventerebbero estremamente delicate anche per gli irpini.SCONTRI DIRETTI. La Ternana non sarà l’unica formazione ad affrontare tre dirette concorrenti nell’arco della stessa settimana. Anche la Salernitana, infatti, sarà artefice del proprio destino: prima la trasferta a Vercelli, poi due incontri davanti al pubblico amico dell’Arechi con Vicenza e Livorno. E si è ampiamente visto sabato scorso contro il Latina quanto il fattore-campo (e non solo, a voler pensar male…) possa favorire la squadra di Lotito.TRITTICO DI FUOCO. Calendario alla mano, proprio il Latina sembra essere atteso da una settimana veramente di fuoco. I ciociari prima ospiteranno il Lanciano, poi andranno a Livorno per un’altra sfida-salvezza e infine riceveranno l’Entella, che ha buone possibilità di presentarsi a questa sfida potendo ancora inseguire i playoff. Ma si prospetta un trittico terribile anche per i due prossimi avversari dei pontini: il Lanciano (Latina fuori, Novara in casa, Cagliari fuori) e il Livorno (a Novara, in casa con il Latina, a Salerno), a maggior ragione considerando la crisi nera in cui imperversano i toscani, già attardati in classifica.VINCERE LA PROSSIMA. Il Vicenza può affrontare questo passaggio cruciale con la fiducia e la maggiore serenità garantiti dall’ottima serie positiva (vittorie con Ascoli e Livorno, pareggio “stretto” a Cesena). Pur volendo preparare ogni partita senza preconcetti, l’ostacolo meno arduo sulla carta nel percorso settimanale dei biancorossi è chiaramente proprio quello di sabato al Menti contro la Ternana. Poi bisognerà provare ad uscire indenni dalla bolgia di Salerno, e reggere l’urto con una corazzata che viaggia a pieno regime come lo Spezia di Mimmo Di Carlo, miglior formazione per rendimento nel 2016. Ecco perché conquistare tre punti subito, contro gli umbri dell’ex Roberto Breda, sarebbe estremamente importante.

Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Magari sarà all’ultima curva, ma il traguardo dovrebbe essere tagliato. La scadenza per poter pagare gli stipendi dei tesserati, dei dipendenti e dei collaboratori sportivi, i relativi contributi e i premi pattuiti per il girone d’andata è fissata per lunedì 18 alle 24. La cifra da versare è impegnativa: si tratta infatti di circa un milione e 900mila euro. Vi. Fin., la finanziaria presieduta da Alfredo Pastorelli che sostiene il Vicenza dall’aprile del 2015, è in attesa di conoscere con esattezza quanti soldi arriveranno dalla Fondazione per la mutualità generale negli sport professionistici a squadre. Il Cda della Fondazione, riunitosi lunedì, ha stabilito intanto la cifra totale che poi verrà suddivisa tra le 22 società di serie B. Si tratta di 25 milioni e 700mila euro. Domani il Consiglio d’amministrazione si riunirà nuovamente e renderà noto quanto spetterà a ogni sodalizio della cadetteria. Va precisato che questo importo non verrà diviso in parti uguali tra tutti i club. La ripartizione verrà effettuata in base ai vari progetti infrastrutturali e non infrastrutturali presentati (entro novembre 2015) dalle singole società. Il Vicenza ne ha proposti ben quattro e i soldi che arriveranno nelle casse di Vi. Fin. saranno proporzionali al numero dei progetti accolti. In attesa dunque di conoscere l’esatto ammontare dell’importo, non si dovrebbe sbagliare di molto ipotizzando una cifra di circa 500mila euro sia per la prima rata che per la seconda. La prima arriverà di sicuro al massimo nei primi giorni della prossima settimana, la seconda entro il 20 giugno. Ecco perchè ieri Marco Franchetto, amministratore delegato di Vi. Fin., ci ha detto che non aveva novità in merito alla somma che si è in attesa di ricevere della Fondazione. É chiaro poi che per arrivare alla cifra di un milione e 900mila euro ci sarà bisogno di un ulteriore sforzo da parte delle finanziaria. Quello di lunedì non è comunque l’unico scoglio che il Vicenza deve superare. Particolare importanza, infatti, riveste la tanto attesa risposta dell’Agenzia delle entrare in merito alla richiesta di rateizzazione in 15 anni del debito tributario relativo a Iva, Irpef e Irap. Il verdetto dovrebbe arrivare a giorni. E sarà fondamentale, così come è indispensabile continuare a conquistare risultati positivi sul campo.

Ore 13.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Otto gol erano già stati fatti da “Superpippo” a Como, nel 2011 (in 17 presenze), ma uno spettacolare come quello che ha deciso sabato sera il match con la Feralpi (3-2) e che ha fatto il giro del web, non lo aveva fatto mai. Alberto Filippini, festeggiatissimo ieri alla ripresa degli allenamenti al De Marchi, se lo sta ancora godendo tutto. BIRICHINATA – «In realtà lo schema era un altro – sorride Superpippo come chi sa di averla fatta grossa -. Alex (Pederzoli, da fermo, ndr) e io l’abbiamo cambiato all’ultimo momento. Lui è stato bravo a mettermi una palla perfetta. Io sono andato (in cielo, ndr) a prenderla. Con un pizzico di fortuna – si schernisce quasi – è andato tutto per il meglio». RECORD – Nella stessa stagione ’11-12, nel mercato invernale, Filippini passò poi alla Cremonese, dove collezionò altre 14 presenze, ma un solo altro gol. In tutto 9, massimo personale. In neroverde, pur saltando 9 partite per recupero di condizione e infortuni è già arrivato a quota 8 e mancano ancora 4 gare della stagione regolare e i playoff. «Sinceramente – premette Filippini – non faccio caso a queste cose. Mi ha fatto piacere però raggiungere in classifica marcatori Caio (De Cenco, ndr passato in B al Trapani lo scorso gennaio, ndr) che, fra altro, avevo sentito e aveva pronosticato il mio gol. Ma soprattutto – strizza l’occhio Suerpippo – rispondere a “Striz” (Strizzolo, ndr) che poco prima aveva raggiunto me a quota 7 con il gol del momentaneo 1-1». PRIMO IN CASA – L’ottavo stagionale è stato anche il primo al Bottecchia: «Già – annuisce Filippini -. Arrivato al momento giusto: nel finale di una gara splendida e combattuta contro una grande rivale come il Feralpi. Ha scatenato – si rivede mentalmente il film di quanto accaduto – un entusiamo incredibile sia in campo che sugli spalti. Indimenticabile. Oltre a tutto – ricorda – era anche la vigilia del mio compleanno». Modo fantastico per festeggiarlo dopo un periodo piuttosto travagliato. ORA LA CAPOLISTA – Superpippo è “tornato” al momento giusto. Lunedì il Pordenone andrà al Tombolato e non ha nessuna intenzione di fare da invitato alla festa promozione di granata. «Il Cittadella è primo meritatamente e all’andata ci ha battuto (1-3, ndr) – premette Alberto -, ma noi stiamo vivendo un sogno e non vogliamo svegliarci. Chi avrebbe potuto immaginare un campionato così lo scorso luglio? Siamo secondi, pure noi meritatamente, squadra, staff, società e tifosi. Giocheremo queste ultime 4 partite come fossero finali per blindare i playoff». AVVERSARIE – All’over season arriveranno probabilmente squadre impegnative e dal nobile passato come Pisa, Foggia, Lecce, probabilmente Alessandria e Casertana, oltre a Bassano e Maceratese. Filippini non ha preferenze come avversario per il primo turno: «Sono tutte forti e blasonate – taglia corto -. Saranno sfide affascinanti che ci vogliamo godere sino in fondo per far impazzire ancora tutto il popolo neroverde».

Ore 13.00 – (Messaggero Veneto) Visto che nel mondo del calcio l’unica cosa che conta davvero sembrano essere i risultati, ultimamente il nome di Bruno Tedino sta circolando parecchio nell’ambiente, con il “suo” Pordenone in zona playoff. Il trainer neroverde finito sul taccuino di diversi club di Lega Pro e anche di serie B. Si era parlato di un interessamento da parte della Reggiana nei suoi confronti ma, in particolare, è emerso anche un sondaggio informale da parte del Brescia, club blasonato e attualmente tra i cadetti. Non si va oltre le voci, per ora, ma è già un segnale che il suo lavoro venga apprezzato in giro per l’Italia. Intanto ieri la squadra si è ritrovata dopo i due giorni di riposo concessi dallo stesso Tedino. Oggi amichevole a Casarsa coi gialloverdi locali (il via alle 16.30). Attiva da ieri la prevendita dei biglietti per la gara di Cittadella, in programma lunedì 18 alle 20: obbligatoria la Supporter Card (i granata non aderiscono all’iniziativa “Porta un amico allo stadio”). I prezzi vanno dai 13 ai 30 euro. Ticket acquistabili su www.ticketone.it oppure al bar Libertà.

Ore 12.40 – (Messaggero Veneto) Dagli 800 spettatori della gara con l’Albinoleffe – la prima in casa della stagione – ai 1.600 di sabato scorso con la FeralpiSalò: l’amore per il Pordenone, lo dicono le cifre, è raddoppiato. È ormai un rito, per molti, seguire la squadra della città. Un passatempo che emoziona e al quale si sono avvicinati in tanti, anche i pordenonesi da sempre poco interessati poco al calcio. I risultati, in primis, ma anche il gioco spumeggiante di Tedino hanno portato la gente allo stadio e a far parlare di una società, che sino a due stagioni fa era seguita soltanto da qualche appassionato. Le presenze. I dati indicano che, ormai, sono dieci partite casalinghe di fila che al Bottecchia si presentano almeno mille spettatori, con la tribuna praticamente sempre esaurita. L’inizio della serie è datato sabato 31 ottobre con il Bassano, quando i “ramarri” hanno vinto 3-0 sotto i riflettori e davanti a mille tifosi. Quindi si è toccato quota 1.200 con l’Alessandria (domenica 15 novembre), 1.300 presenze al cospetto del Cittadella (sabato 5 dicembre) e, per chiudere il 2015, mille col Pavia (sabato 20 dicembre). Quest’ultima cifra è stata ripetuta con la Pro Piacenza alla prima partita del 2016 (sabato 16 gennaio). Da lì in poi è stata un’escalation, dovuta anche alle 8 vittorie in fila della squadra: 1.100 spettatori col Mantova sabato 30 gennaio (quarto successo consecutivo), 1.400 con la Pro Patria sabato 13 febbraio, quindi 1.400 col Lumezzane (domenica 6 marzo), giorno del primo pareggio dopo la serie vincente. Lì, ad amore scoppiato, il consolidamento e l’ulteriore crescita, col picco dei 2.200 spettatori col Padova sabato 19 marzo, i 1.500 con la Reggiana (sabato 2 aprile) e, appunto, i 1.600 con la FeralpiSalò pochi giorni fa. La fedeltà. Per molti, ormai, è diventato un rito presenziare al Bottecchia. Anche gli allenamenti, al centro De Marchi, sono seguiti da un numero sempre maggiore di tifosi. I giocatori, poi, sono spesso riconosciuti quando camminano lungo le vie del centro. Ecco, in questo senso anche Stefani e soci hanno un merito: facendosi vedere, risultando sempre disponibili per qualche chiacchiera con i fan, hanno fatto sì che si creasse attorno alla squadra quell’effetto curiosità che mancava da tanto tempo e che era iniziato ai tempi dell’anno della vittoria in serie D. In una piazza come questa, dove non si è mai sviluppato un gran legame attorno a squadra e giocatori, la loro disponibilità è stata determinante per creare il giusto attaccamento ai colori.

Ore 12.10 – (Gazzettino) Faceva caldo ieri pomeriggio alla ripresa della preparazione al Tombolato, mentre il rombo del trattorino di Angelo, l’addetto alla manutenzione del campo, accoglieva l’arrivo dei giocatori tosando l’erba a strisce orizzontali da ovest verso est, come tirava il vento. L’atmosfera era quella di sempre, anche se questa è una settimana speciale perchè domani sera si chiuderanno i conti della Coppa Italia e probabilmente lunedì quelli del campionato con il Pordenone. Puntuale prima dell’allenamento, il direttore generale Stefano Marchetti fa il supervisore a tutto, affinchè ogni cosa proceda come sempre, preparando i dettagli e puntando sempre alla vittoria. Lo fa capire chiaramente senza proferir parola. Intanto il bomber Gianluca Litteri si è sbloccato a Reggio Emilia segnando il dodicesimo gol personale nello stadio del Tricolore. Come aveva fatto alla Reggiana all’andata, ora si prepara a famknre tredici lunedì sera con il Pordenone, cercando di bissare il gol realizzato al Bottecchia nella partita vinta dai granata per 3-1. Ma occorre farlo, senza dirlo. «Mi dispiace – precisa Litteri – non avere vinto con la Reggiana. Abbiamo buttato via due punti per un rigore fasullo, mentre a noi non danno quelli sacrosanti. Ma non voglio soffermarmi su questi episodi, noi dobbiamo guardare avanti e fare il nostro compito». Poteva starci la doppietta a Reggio e sarebbe stato un gol spettacolare in rovesciata. «Bravo il portiere» sottolinea il bomber catanese. Per il dodicesimo gol ha una dedica speciale: «È per mio suocero Claudio, glielo avevo promesso». Intanto la B è sempre più vicina grazie alla vittoria della Pro Piacenza a Bassano. «A quattro giornate dalla fine abbiamo il match-point con il Pordenone. Serve la vittoria senza fare calcoli ed è quello che noi abbiamo sempre cercato di fare, sia in casa che in trasferta. Ci prepariamo durante la settimana per puntare al successo, sia in campionato che in Coppa Italia». Sulla partita di domani sera con il Foggia, conclude: «Partiamo con tre gol di svantaggio, sarà dura perchè il Foggia è una buona squadra e sta attraversando un ottimo momento. A noi serve l’impresa, ma abbiamo la volontà e i mezzi per farlo, indipendente da chi scenderà in campo. Le motivazioni da parte nostra ci sono, contiamo anche sull’appoggio di un numeroso pubblico. Non c’è niente di facile e nulla è impossibile, insieme si può vincere meglio».

Ore 11.50 – (Gazzettino) Una buona notizia per Venturato alla ripresa della preparazione: anche Amedeo Benedetti è rientrato in gruppo. Come previsto è arrivata la squalifica di Jallow. Oggi allenamento alle 15.30, poi le convocazioni per la finale di ritorno di Coppa Italia con il Foggia in programma domani sera al Tombolato (ore 20.30, arbitra Alessandro Prontera di Bologna): i granata devono ribaltare il 4-1 dell’andata. Finora sono stati venduti 1.100 biglietti, di cui 200 nella curva ospiti. La segreteria del Cittadella è aperta oggi dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18,30; domani solo al mattino con i botteghini allo stadio che apriranno dalle 17. Saranno presenti anche il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina e il direttore della serie B Ghirelli, che consegneranno la Coppa alla squadra vincitrice. I club granata sono particolarmente in fermento per preparare coreografie e sollecitare una numerosa presenza di tifosi allo stadio. Stasera nella sala stampa del Tombolato ci sarà una riunione straordinaria del Centro di coordinamento. Nel caso lunedì sera la squadra fosse promossa in serie B è prevista una invasione festosa in campo a fine gara, mentre i festeggiamenti veri e propri saranno organizzati nei giorni successivi.

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Il gioco del “dagli all’arbitro!” non fa per lui. Stefano Marchetti si smarca dalle critiche rivolte al signor Boggi di Salerno dopo la sfida di Reggio Emilia, e invita a guardare avanti, anche perché i prossimi sei giorni saranno a dir poco cruciali per il Cittadella. «Sul 2-0 a nostro favore eravamo dentro ad un sogno, ma ci siamo svegliati di colpo», osserva il direttore generale granata. «Sull’episodio del rigore l’arbitro ha sbagliato, regalando entusiasmo alla formazione emiliana e riaprendo così una gara chiusa. Tuttavia non lo colpevolizzo, perché, se non abbiamo chiuso il discorso promozione già al “Mapei Stadium”, è stata anche colpa nostra». A quali errori si riferisce? «Agli episodi, che fanno la differenza. A qualche fallo evitabile, a qualche pallone gestito male. Dopodiché è vero che, se non fosse stato concesso quel rigore che non c’era, la partita sarebbe terminata lì. Io, però, invito a non concentrarsi su quel torto, ma sull’insegnamento che una gara del genere ci lascia: non bisogna rilassarsi nemmeno un secondo. Mai! Domenica si è capito ancora una volta quanto questo campionato sia difficile, partite come quella di Reggio Emilia danno ancora più valore al nostro primo posto, perché testimoniano che abbiamo compiuto un percorso straordinario». Voltare pagina significa concentrarsi sulla finale di ritorno della Coppa Italia di Lega Pro di domani sera. Con che spirito ci arrivate? «Non nascondo che, se avessimo vinto domenica, l’avremmo affrontata con la testa più libera. Teniamo al trofeo, anche se non possiamo cancellare l’impegno ancora più importante di lunedì sera. In campo andremo comunque per cercare l’impresa, questo dev’essere chiaro». Rivedremo il massiccio turnover del match d’andata o una sua versione più “ragionata”? «Secondo me c’è un concetto di fondo sbagliato dietro a tutte le critiche piovute dopo la partita dello “Zaccheria”. In campo è andata una squadra competitiva, che ha sbagliato completamente i primi 20 minuti e si è scontrata con un Foggia cinico e bravo, ma questo non vuol dire che le scelte fatte non fossero quelle giuste. Se siamo in testa al campionato con 10 punti di vantaggio sulla seconda e allo stesso tempo siamo in finale di Coppa è proprio perché abbiamo gestito la stagione in questo modo. E poi volete sul serio dirmi che giocatori come Sgrigna, Coralli, Minesso, Paolucci o Cappelletti, solo per citarne alcuni, sono da considerare riserve? Non scherziamo…». Di fatto il Cittadella è entrato nella settimana più importante della sua storia recente. Nel giro di pochi giorni si trova a disputare due finali, la seconda delle quali, quella di lunedì sera con il Pordenone, conoscendo già i risultati di Bassano e Alessandria, che saranno in campo sabato rispettivamente contro Lumezzane e Mantova. «I calcoli non li sappiamo fare e non li faremo. Torno su un concetto: sarà importante mantenere la testa più sgombra possibile, tenendo conto che dopo la gara con i friulani ne avremo altre tre davanti». All’andata gli uomini di Tedino si presero una bella “mazzata”: crede che vi affronteranno con qualche remora, ricordando il 3-1 del “Bottecchia”? «Forse è stata la nostra miglior partita. Ne abbiamo giocate anche altre di belle, ma non con la continuità nei 90′ mostrata allora. E comunque no, il Pordenone non ha nulla da perdere, e non si farà bloccare dalla pressione. Non contiamoci».

Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Sospiro di sollievo. Sia Benedetti, che aveva saltato la trasferta di Reggio Emilia per una contrattura muscolare, che Pascali, uscito anzitempo dal match per un fastidio al ginocchio, ieri, alla ripresa della preparazione, si sono allenati regolarmente al Tombolato. Oggi seduta di rifinitura pomeridiana, prima del match di domani sera (ore 20.30, al Tombolato, diretta tv su Rai Sport 1) con il Foggia. JALLOW SQUALIFICATO. Come previsto, l’attaccante gambiano Lamin Jallow è stato squalificato per una giornata in campionato, avendo raggiunto la quinta ammonizione stagionale al “Mapei Stadium”, dove si era visto sbandierare il cartellino giallo per gioco scorretto. Salterà perciò la gara con il Pordenone: probabile, a questo punto, il suo impiego contro i rossoneri pugliesi nella finale di domani. GLI ARBITRI. È stata ufficializzata la designazione del direttore di gara per l’incontro con i rossoneri di De Zerbi cha ssegnerà la Coppa di Lega Pro (risultato dell’andata: 4-1). Si tratta di Alessandro Prontera della sezione di Bologna, che sarà coadiuvato da Giorgio Ceravolo e Rosario Zinzi, entrambi di Busto Arsizio. Deciso anche il fischietto che dirigerà l’importantissimo match di lunedì sera con il Pordenone: si tratta di Ivan Robilotta di Sala Consilina (Guglielmi e Colizzi gli assistenti). FOGGIA, NARCISO E LOIACONO OUT. Il portiere del Foggia, Antonio Narciso, squalificato dopo essere stato espulso nella finale d’andata e per di più infortunatosi alla spalla nella gara con l’Akragas, e il difensore Loiacono, ammonito e squalificato anch’egli perché diffidato, salteranno la partita del Tombolato.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Ciò che appare evidente, è che quello di ieri è stato solo il primo atto di un percorso nel quale gli argomenti che gli azionisti devono trattare, e sposare, sono molteplici: finanziari, organizzativi e tecnici. Pertanto la seconda metà di aprile si preannuncia come un periodo piuttosto intenso su questo fronte. E l’impressione è che prima della fine del mese difficilmente saranno svelati i piani futuri, anche tenendo conto del fatto che il campionato è ancora in corso e che la squadra di Pillon sta lottando alla ricerca di un piazzamento per gli spareggi promozione, e non si vuole creare alcuna eventuale turbativa. Come dire, in questo momento la parola d’ordine è dare tranquillità.

Ore 10.30 – (Gazzettino) Fin qui la versione ufficiale, ma tutto lascia pensare che l’occasione sia stata propizia anche per cominciare a discutere dei motivi che sembrano aver creato qualche frizione all’interno dello “stato maggiore del club”, perchè il punto è questo: dietro a una parvenza di normalità, è proprio sul modo di intendere il futuro societario che probabilmente Bergamin e l’amministratore delegato Bonetto non sono al momento allineati sulla stessa lunghezza d’onda e urge ritrovare al più presto un’unità d’intenti per evitare che si arrivi a decisioni clamorose.Beninteso, anche nelle migliori famiglie non mancano i momenti di disaccordo e confronto, ma quel che conta alla fine è ricompattarsi avendo a cuore il bene comune. E nel caso specifico si chiama appunto Padova.

Ore 10.20 – (Gazzettino) Il primo passo è stato fatto, e nei prossimi giorni ne seguiranno altri. L’atteso incontro tra i soci del Padova è andato in scena ieri negli uffici della sede di viale Nereo Rocco, dove seduti allo stesso tavolo si sono ritrovati gli azionisti di maggioranza Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto insieme ai colleghi Moreno Beccaro, Massimo Poliero e Giampaolo Salot per iniziare a impostare le linee guida da dare alla società. «Abbiamo fatto una panoramica generale della situazione in modo da cominciare a pianificare un po’ di cose per le prossime settimane – spiega il presidente biancoscudato – Si è parlato della situazione sportiva di questa stagione, e abbiamo programmato successivi incontri su questo argomento e su altre situazioni che si presenteranno».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) La convivenza tra De Poli e Roberto Bonetto, invece, già dalla passata stagione ha vissuto momenti altalenanti, con il picco massimo di tensione raggiunto lo scorso novembre sul “caso Amirante”, che fece impennare sino ai livelli di guardia i rapporti tra amministratore delegato e diesse, prima che una riunione-fiume portasse alla riappacificazione per il bene della società. De Poli sarebbe ben contento di continuare il suo rapporto con il Padova, e con lui pure Giuseppe Bergamin parrebbe orientato a far valere il contratto in essere, ma tutto sta nel capire se i Bonetto (oltre a Roberto, c’è, appunto, anche il figlio Edoardo) saranno propensi ad accettare questa soluzione, e in che termini. Se dovesse arrivare il ribaltone alla guida della gestione tecnica, è naturale che anche la posizione di Pillon verrebbe messa in discussione: cambiare direttore sportivo, per poi tenere comunque l’allenatore scelto dal diesse eventualmente congedato, nel calcio è un evento più unico che raro.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Il diesse è legato al Padova da un altro anno di contratto, ma la sua permanenza in biancoscudato dev’essere confermata dallo stato maggiore della società. Il tecnico di Preganziol, invece, è in scadenza di contratto a giugno, ma è chiaro che, dopo aver diretto la squadra per una mezza stagione positiva nonostante il mancato approdo ai playoff, sarebbe ben contento di rimanere qui. «Sarà un confronto con un unico obiettivo: il bene del Padova», spiega il vice-presidente Edoardo Bonetto, che non si sbottona sulla data precisa del summit societario. «Come in ogni azienda, è giusto trovarsi per confrontarsi su ciò che va e che non funziona. Bisognerà intavolare dei colloqui per capire se stiamo andando tutti nella stessa direzione, e lavorare per il bene della società. L’interesse collettivo è correggere gli errori commessi e migliorare in ottica futura». Le forze in gioco. E qui entrano in gioco i rapporti di forza all’interno del gruppo di azionisti. Il primo sostenitore del direttore sportivo, da sempre, è il presidente Giuseppe Bergamin.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Del futuro del Padova si comincerà a parlare questa settimana. Ancora non è chiaro quando, ma i cinque soci che siedono al tavolo della Spa di viale Rocco presto si riuniranno per discutere di programmi e strategie del club. E la prima, pesante pietra da porre in vista del nuovo anno sarà quella della gestione tecnica della squadra. I nodi da sciogliere. Sul tavolo di discussione, ovviamente, ci sono i ruoli di direttore sportivo e allenatore dei biancoscudati per la prossima stagione. Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto, i soci fondatori, dovranno cominciare a riflettere, insieme a Moreno Beccaro, Giampaolo Salot e Massimo Poliero, se proseguire o meno il rapporto con Fabrizio De Poli e se prolungare quello con il tecnico Bepi Pillon.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È fissata per oggi pomeriggio, alle ore 15, la ripresa della preparazione del Padova alla Guizza, in vista della partita di lunedì 18 aprile (alle ore 20) in programma allo stadio di Bergamo contro l’Albinoleffe e valevole per la 14ª giornata del girone di ritorno, 31ª complessiva. Da verificare ci saranno le condizioni di Favalli, uscito dal campo contro la Pro Patria per una sospetta contrattura, e soprattutto di De Risio, per il quale si teme un guaio muscolare di entità superiore. Pillon potrà recuperare sia Diniz che Baldassin, assenti contro i bustocchi per squalifica, e Corti, che dovrebbe essere aggregato a tempo pieno con il gruppo dopo essere rimasto lontano dai campi di gioco ben sette partite. Da valutare, infine, le condizioni di Dionisi. ARBITRO ABRUZZESE. Un altro Dionisi, Federico, di L’Aquila è stato designato a dirigere la gara di lunedì allo stadio “Atleti Azzurri d’Italia”. Sarà assistito da Dell’Università di Aprilia e Rabotti di Roma2.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Tutte idee che al momento si sposano con un budget da definire e con la voglia di accontentare Giuseppe Pillon, che per rimanere vorrebbe avere in mano una squadra in grado di tentare il salto di categoria. Al momento, la volontà è quella di rimandare ogni discorso a più avanti, quando ci saranno certezze in merito alla rincorsa playoff. Fino a quando, come al momento si prefigura, ci sarà anche una minima chance di agganciare gli spareggi promozione, non verranno prese decisioni. È stata, infine, smentita ancora una volta e da più parti la possibile uscita di scena della famiglia Bonetto (non c’è la volontà di violare il patto triennale stipulato a suo tempo con il Comune e il sindaco Massimo Bitonci). E, a proposito di Cittadella-Foggia. De Poli vedrà dal vivo i granata, che schiereranno Jallow (squalificato in campionato) dal primo minuto per tentare di rimontare il pesantissimo 4-1 subito all’andata.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Una finale di ritorno di Coppa Italia da una parte, il futuro prossimo dall’altra. Cittadella e Padova si preparano a un finale di stagione diametralmente opposto, i granata con in testa il Foggia e una rimonta quasi impossibile da completare, il Padova con la voglia di programmare già la prossima stagione. Tanto che il direttore sportivo Fabrizio De Poli, uno dei nodi del contendere dell’incontro fra i soci avvenuto ieri (ma ce ne sarà un altro a stretto giro di posta, forse già entro la fine della settimana) sta già lavorando per la prossima stagione. È stato segnalato nello scorso weekend a Lumezzane per la partita con il Cuneo; ha allacciato rapporti con Genoa e Juventus strappando qualche mezza promessa per diventare una destinazione privilegiata per alcuni giovani di valore dei rispettivi vivai; marca stretto Luca Tremolada dell’Arezzo e assisterà domani a Cittadella-Foggia per vedere dal vivo ancora una volta Pietro Iemmello e Pietro Arcidiacono, due pallini da tempo nel mirino del dirigente biancoscudato.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 66, Pordenone 56, Alessandria e Bassano 55, FeralpiSalò 49, Padova 48, Cremonese 46, Pavia e Reggiana 45, SudTirol 40, Giana Erminio, Lumezzane e Renate 35, Pro Piacenza 34, Cuneo 30, Mantova 26, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentesima giornata: Lumezzane-Cuneo 1-0 (Sarao (Lu) al 34′ pt), Renate-AlbinoLeffe 2-0 (Scaccabarozzi (Re) al 33′ pt, Ekuban (Re) al 47′ pt), Cremonese-SudTirol 2-1 (Maiorino (Cr) al 7′ pt, Sansovini (Cr) al 22′ st, Fink (St) al 24′ st), Pordenone-FeralpiSalò 3-2 (Guerra (Fs) al 44′ pt, Strizzolo (Pn) al 21′ st, Ingegneri (Pn) al 28′ st, Guerra (Fs) al 33′ st, Filippini (Pn) al 40′ st), Bassano-Pro Piacenza 1-3 (Speziale (Pp) al 13′ pt, al 16′ st e al 47′ st, Davì (Ba) al 28′ st) Mantova-Pavia 1-0 (Marchi (Mn) al 18′ st) Reggiana-Cittadella 2-2 (Litteri (Ci) al 32′ pt, Cappelletti (Ci) al 24′ st, Letizia (Re) al 30′ st e al 44′ st), Giana Erminio-Alessandria 0-3 (Bocalon (Al) su rigore al 32′ pt, Sperotto (Al) al 18′ st, Iocolano (Al) al 32′ st).

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

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