Live 24! AlbinoLeffe-Padova, -6: secondo giorno di riposo per i Biancoscudati

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Ore 20.20 – (Corriere delle Alpi) La stagione di Stefano Mosca finisce qui. Il terzino agordino ha effettuato ieri pomeriggio la visita medica decisiva, che ha confermato la distorsione di terzo grado alla caviglia destra e rottura dei legamenti. Tornerà a disposizione non prima della preparazione a luglio,. Un assist che vale i play off. Yari Masoch sta giocando una grande stagione e domenica contro la Luparense, con una grande giocata, ha servito una palla al bacio per il suo capitano Corbanese, che non ha dovuto fare altro che spingere la sfera in rete e firmare il pareggio. «Una bella azione – commenta soddisfatto il centrocampista agordino Masoch – ho fatto una percussione in area e una volta dentro ho subito pensato di tirare, all’ultimo ho cambiato idea e ho optato per la soluzione più semplice e sicura: servire il “Cobra” sul secondo palo». Luparense fermata. La squadra di San Martino di Lupari era reduce da sei vittorie consecutive e al Polisportivo ha raccolto un solo punto. «Siamo soddisfatti di aver fermato una bella squadra come questa – continua Masoch – in attacco hanno tre punte molto forti e anche i giocatori che sono subentrati sono molto forti. Questo pareggio penso sia un ottimo risultato. Il loro gol? Sono stati molto bravi loro, noi non ce lo aspettavamo proprio. Di solito siamo molto preparati a quello che potrebbero proporre gli avversari, domenica invece ci hanno sorpreso. Oltre alla bella giocata, Sottovia ha centrato proprio l’incrocio prendendo una bella matta». Ritmi bassi. La partita giocata al Polisportivo non è stata sicuramente la più bella vista durante la stagione. «Il match si è giocato a ritmi non alti, è stata una partita equilibrata anche se i primi venti minuti della ripresa potevamo anche vincerla. Dopo è stata la classica partita da X», Quattro partite alla fine. I play off sono stati centrati ma alla fine del campionato mancano ancora quattro partite, due delle quali contro la prima e la seconda della classe. Domenica sarà la volta del Venezia a Sant’Elena, dopo toccherà alla sfida casalinga contro l’Abano Terme, dopo ancora lontano dalle mura amiche contro il Campodarsego e l’ultima al Polisportivo si giocherà l’8 maggio contro la Liventina. «Ce le giocheremo tutte con serenità e consapevoli dei nostri mezzi – continua Masoch – è vero che l’obiettivo stagionale lo abbiamo raggiunto ma ovviamente proveremo a fare più punti possibile da qui fino alla fine. Con il pareggio di oggi abbiamo recuperato un punto all’Este». Ad inizio stagione avresti firmato per i play off? «Si, bisogna fare i complimenti alla società che sta dimostrando che il bellunese può dare tanto spendendo meno degli altri».

Ore 19.50 – (La Provincia Pavese) Se la sconfitta con l’Alessandria di una settimana fa era un segnale di resa quasi definitivo da parte del Pavia nella corsa ai play off, quella di domenica a Mantova ne è stata la conferma. Una squadra che più che in confusione tecnica sembra esserlo mentalmente e di motivazioni. Anche quando, come è accaduto nel primo tempo a Mantova, dimostra di avere qualcosa di più degli avversari non riesce a far male. A parte l’alibi di qualche assenza agli azzurri sembrano mancare le motivazioni. Quelle che mister Rossini aveva richiesto nuovamente alla vigilia dell’ultima gara. I rimpianti per una stagione finita male ci sono, e sono tanti. Il Pavia per la seconda stagione consecutiva ha investito molto, ma male. Il presidente Zhu ha ambizioni e lo ha confermato anche nelle parole prima di Pavia-Alessandria: dalla costruzione di uno nuovo stadio a quella di risultati che possano portare il Pavia alla promozione in serie B. Quello che sembrava un sogno dopo anni interlocutori è diventato possibile per gli investimenti economici della nuova proprietà cinese. Ma purtroppo quello che è mancata, o si è sbagliata clamorosamente, è una programmazione tecnica. Se ripartendo da zero lo scorso anno ci si è divertiti fino a un finale di stagione in calo, non va dimenticato che il Pavia aveva chiuso al terzo posto e partecipato ai play off. Da qui si doveva ripartire con innesti mirati e non con i primi stravolgimenti estivi. Poi le vicende dirigenziali di inizio luglio avevano portato a un nuovo corso. Sul piano tecnico, un vuoto a cui si è cercato di porre rimediato con la consulenza tecnica affidata ad Antonino Imborgia e che ha portato a un nuovo mister in panchina, Fabio Brini e alla rivoluzione del calciomercato di gennaio. Nuovo “reset” di questa situazione pochi mesi dopo con la “cacciata” di Brini e di Imborgia stesso. Nel finale di stagione c’era almeno da salvare il salvabile, ma soprattutto guardare al futuro. Quello che doveva partire già nelle scorse settimane e visto che si è perso tempo è ora che avvenga già da oggi, o meglio da ieri. Primo tassello il direttore sportivo della prossima stagione: oggi ad occuparsi di una collaborazione tecnica è Aldo Preite, ma fin a fine giugno. Poi ? Risposte che la società deve dare quanto prima. Per il bene del Pavia.

Ore 19.20 – (Gazzetta di Reggio) Le ambizioni di un giovane e capace dirigente incontrano la voglia della Reggiana di costruire finalmente un progetto vincente che possa portare all’atteso salto di categoria, quello ambito dai tifosi e dalla proprietà. Lo psicologo Andrea Grammatica torna a Reggio, dove era stato osservatore, per assumere il ruolo di direttore sportivo dal prossimo primo luglio. La notizia, che era nell’aria da un po’ di settimane, è stata ufficializzata ieri dalla Virtus Entella e dalla Reggiana con due note apparse sui rispettivi siti internet. «Lo seguivamo da tempo, lo abbiamo scelto con attenzione perché è un tassello importante per il nostro futuro», sono state le prime parole del presidente granata Stefano Compagni, che ha voluto anche ringraziare la disponibilità dimostrata dall’Entella, al quale il futuro ds è legato fino al 30 giugno. Per Grammatica l’arrivo a Reggio è una tappa importante nella sua carriera e una scelta sulla quale di certo ha molto riflettuto, dato che lascia un club in grande salute che milita in serie B. Il futuro ds aveva ricoperto per quattro anni il ruolo di osservatore alla Reggiana, dove ha lasciato un buon ricordo. In Liguria le sue competenze sono ulteriormente cresciute. Ieri la società lo ha ringraziato «per la grande professionalità, l’impegno, la serietà e la dedizione dimostrati in questi anni, che hanno contribuito al raggiungimento di prestigiosi risultati con la prima squadra e il settore giovanile. Il costante miglioramento dell’area scouting ha permesso l’arrivo di tanti giocatori che oggi rappresentano il futuro del nostro club». Grammatica è consapevole della sfida che ha di fronte nella nostra città. «Ho deciso di compiere una scelta professionale diversa in un ruolo che mi metterà a dura prova in prima persona – si legge in una nota diffusa dall’Entella – ma potrò contare sul prezioso bagaglio di esperienze che mi porto dietro dall’avventura chiavarese». Molto contento per questa scelta è anche Massimo Varini, attuale ds della Pro Vercelli, che lo portò dallo Spezia alla Reggiana. «Andrea è un ragazzo molto intelligente con un’esperienza enorme nelle categorie. Sento dire che ha lavorato benissimo in Liguria e so per certo che quando era il mio più stretto collaboratore si è dimostrato all’altezza. Per lui la Reggiana è un’occasione molto importante. Ha tutte le capacità per fare bene in una società come quella granata. Adesso sarà lui a decidere in prima persona: avrà l’onore e l’onere di queste scelte. Il suo grande entusiasmo e la sua voglia di fare saranno un bene per tutti». Grammatica arriverà a Reggio con un suo staff. In queste settimane ha già discusso con la dirigenza granata sulle priorità della prossima stagione. L’organigramma granata della prossima stagione è dunque in buona parte definito. Anche ieri il presidente Stefano Compagni ha però tenuto a ricordare che mancano quattro gare alla fine del campionato e nessuno deve sentirsi in vacanza. «Nelle ultime partite i giocatori dovranno conquistarsi la riconferma sul campo – ha ribadito il numero uno granata -. Mi aspetto che tutti onorino la maglia, anche per il nostro pubblico».

Ore 18.50 – (Gazzetta di Mantova) Mentre impazzano le polemiche societarie, la squadra pensa alla sfida di sabato (ore 17.30) ad Alessandria contro i grigi che sono in piena lotta per i playoff. La squadra di mister Prina riprenderà la preparazione oggi con una doppia seduta sul campo “Dante Micheli”. Il programma settimanale proseguirà con un allenamento pomeridiano domani e una seduta giovedì mattina, mentre la tradizionale rifinitura si svolgerà venerdì alle 14. Oggi dovrebbe rientrare in gruppo Ungaro dopo le noie all’adduttore. In settimana si capirà se il giovane trequartista sarà arruolabile per la sfida del “Moccagatta”.

Ore 18.30 – (Gazzetta di Mantova) Nella querelle fra Sdl e sindaco Palazzi s’inserisce anche la posizione dei soci mantovani, irritati dalle parole di Di Loreto contro il primo cittadino e anche dalle accuse rivolte nei loro confronti. A parlare a nome del gruppo è Giambattista Tirelli: «Da parte nostra ci siamo impegnati ad affiancare la Sdl per un anno e stiamo rispettando alla lettera quanto ci eravamo detti in lunghi mesi di trattativa e messo nero su bianco al momento del passaggio di mano della società. Non abbiamo mai assicurato di restare per tre anni, questo è falso. Abbiamo sempre detto – e lo ribadiamo – che per il futuro avremmo valutato il da farsi. Aspetteremo e vedremo cosa accadrà: vogliamo prima capire chi guiderà il Mantova, chi eventualmente entrerà ad affiancare la Sdl, poi decideremo. Se dovessimo restare, in ogni caso, lo faremmo con posizioni più defilate rispetto al passato anche in termini di impegno economico, questo è chiaro». Tirelli aggiunge poi un altro particolare: «Avevamo avvisato Musso che trovare sostegno dall’imprenditoria locale sarebbe stato difficile e purtroppo le nostre previsioni si sono avverate. C’è scarsa sensibilità nei confronti del Mantova e questo dispiace perché la squadra è patrimonio della città. Detto questo – aggiunge l’ex vicepresidente biancorosso – non sono d’accordo con le dichiarazioni fuori luogo rilasciate da Di Loreto contro il sindaco Palazzi. Il primo cittadino ha provato a dare una mano ma non può fare miracoli. E probabilmente ha anche altre priorità».

Ore 18.10 – (Gazzetta di Mantova) Il giorno dopo lo sfogo contro il Comune e l’imprenditoria locale, il patron del Mantova Serafino Di Loreto non fa passi indietro. Anzi, ribadisce i concetti già espressi rincarando la dose: «I nostri toni sono dovuti all’esasperazione di chi per mesi ha atteso il mantenimento di alcune promesse e non l’ha ottenuto. Quando dovevamo rilevare il Mantova, il sindaco Palazzi ci ha chiamato più volte promettendoci che ci avrebbe aiutato e i soci mantovani ci hanno garantito che ci avrebbero introdotti nell’imprenditoria locale. Abbiamo rilevato il Mantova per essere capofila di un rilancio del calcio cittadino che coinvolgesse il territorio, non per fare qualcosa da soli a dispetto dei santi. E, se uno dopo averti fatto delle promesse poi si nega al telefono, non risponde a 18 sms e rinvia costantemente la concretizzazione di certe azioni, si può anche perdere la pazienza. Non ho nulla contro Palazzi – aggiunge Di Loreto – e vorrei anche che fosse chiaro che non siamo qui a piangere miseria. Non abbiamo problemi economici. Siamo a chiedere un’iniziativa forte, che coinvolga tutte le categorie di Mantova e che attraverso un tavolo istituzionale metta al centro il progetto di rilancio del calcio. Se poi capiremo che invece all’amministrazione comunale e alle forze economiche locali del Mantova non importa nulla, ne prenderemo atto. Pagheremo gli stipendi di aprile e di giugno, iscriveremo la squadra e daremo le chiavi al primo cittadino, restituendogli “pulito” il “bambino” che un anno fa ci ha chiesto di prendere in consegna». Di Loreto si rivolge poi anche ai soci mantovani: «Ci avevano detto che sarebbero rimasti al nostro fianco per tre anni, mentre adesso pare che potrebbero sfilarsi a fine stagione. Anche da loro ci aspettiamo un sostegno per rilanciare questo progetto, perché da soli – ripeto – non lo porteremo avanti. Non era questa la nsotra visione, non era questa la prospettiva che ci eravamo dati quando abbiamo iniziato questa avventura». L’alternativa è quella di trovare partner fuori Mantova: «Stiamo provando anche quella – spiega Di Loreto – e oggi (ieri per chi legge, ndr) ho incontrato a Roma il commercialista di un imprenditore, che mi dicono “serio e influente” interessato al Mantova. Abbiamo fornito tutti i numeri in vista della prossima stagione e attendiamo una risposta nel giro di dieci giorni». Oggi Di Loreto sarà a Firenze per il consiglio direttivo di Lega: «Si parlerà di tanti temi, poi il 21 l’assemblea delle società voterà il ritorno della Lega Pro a 60 squadre».

Ore 17.50 – (Gazzetta di Mantova) Il sindaco Mattia Palazzi risponde con una nota durissima alle accuse del patron del Mantova Di Loreto, che lo aveva accusato di essere «solo chiacchiere e distintivo» per non aver rispettato le promesse fatte alla Sdl in estate. Ecco il testo del primo cittadino: «Ad Al Capone ho sempre preferito Jim Malone. Di Loreto utilizza la frase di Al Capone dal film gli Intoccabili, ma non gli basta a coprire la realtà dei fatti e visti i risultati fossi in lui non farei l’arrogante. Mi sono impegnato con loro 8 mesi fa a trovare le risorse per i lavori di manutenzione allo stadio, per un importo di 40 mila euro e abbiamo mantenuto l’impegno, i lavori stanno per iniziare. Inoltre, stiamo sistemando il contro soffitto del Mantova point proprio in questi giorni. Quello di Di Loreto sembra il classico atteggiamento di chi non ne azzecca mezza e spara sugli altri in cerca di alibi. Non si scaricano sugli altri i propri insuccessi. Si erano proposti un piano triennale, dicano chiaramente se hanno intenzione di restare o meno. Si può anche cambiare idea nella vita, basta dirlo chiaramente perché per ora si nota solo confusione. Forse Di Loreto pensa che un sindaco possa obbligare gli imprenditori locali a sostenere il Mantova, ma così non è. Le sue parole tra l’altro sono l’opposto di quanto serve. La mia giunta in 9 mesi ha investito 1 milione e 200 mila euro di manutenzioni per l’impiantistica sportiva, uno sforzo che non ha eguali negli ultimi 20 anni a Mantova. Per noi lo sport è importantissimo perché insegna quel rispetto e spirito di squadra che Di Loreto dovrebbe imparare». A precisa richiesta, poi, Palazzi risponde anche sul tema dei costi del Martelli, che in estate aveva promesso di abbassare: «L’affitto è pressoché inesistente, poi faremo dei lavori sugli impianti dello stadio che porteranno dei risparmi». E sulla sensibilizzazione degli imprenditori locali cosa può dire? «Che ho provato a farlo, ma il momento è difficile e per ora non ci sono stati riscontri positivi». E alla fine si arriva anche alla “minaccia” formulata da Di Loreto di iscrivere la squadra al prossimo campionato e di consegnare poi le chiavi al sindaco: «Non la vivo come una minaccia – risponde Palazzi -. Spero che non accada, ma nel caso valuteremo il da farsi. All’amministrazione comunale il Mantova sta a cuore e personalmente non ho nulla contro la Sdl. Nel caso, poi – conclude il sindaco lanciando un messaggio preciso -, le chiavi prima di arrivare a me passeranno dagli attuali soci mantovani».

Ore 17.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Passano le settimane e la posta si alza. Passano le settimane e le sconfitte pesano, più che mai quelle casalinghe, magari con qualche episodio che fa arrabbiare. Perché gli arbitri, a qualsiasi latitudine, sono sempre più nel mirino. Tutti protestano e lo fa pure il Bassano, arrabbiato per quanto accaduto nel match di domenica contro il Pro Piacenza. Errori veri e propri, su questo non ci sono dubbi, ma secondo Stefano Sottili ci sono evidenti responsabilità da ricercare anche altrove: «Io non sono uno che si lamenta per gli errori arbitrali – chiarisce l’allenatore – ma le cose vanno dette. Cominciamo dal dire che nel primo quarto d’ora non abbiamo giocato come avremmo dovuto e che abbiamo commesso diversi errori. Sul primo gol subito credo potessimo fare decisamente meglio, ci sono stati alcuni movimenti che non sono stati eseguiti nella maniera migliore. Purtroppo ci sono state una serie di valutazioni errate da parte della terna arbitrale che lasciano l’amaro in bocca». La stilettata colpisce in pieno il bersaglio e nemmeno Guido Davì, autore di un gol che vale come il due di coppe a briscola, le manda a dire: «Siamo partiti male – evidenzia il centrocampista – concedendo troppo nei primi minuti e loro sono passati in vantaggio. Poi siamo stati sfortunati: il rigore parato, la traversa che ho colpito e alcune valutazioni sbagliate che ci hanno penalizzato. Siamo sempre lì, ad un punto, la classifica è molto corta, sabato ci aspetta un’altra partita tosta che dobbiamo puntare a vincere». Il calendario concede una seconda chance, anche se il Pordenone ha messo la freccia ed è secondo e l’Alessandria, vincendo a Gorgonzola, ha agganciato il terzo posto. C’è di che preoccuparsi e neppure il Padova, faccia a faccia alla penultima giornata, pare avere intenzione di mollare la presa. Ma prima il Lumezzane, ancora al Mercante, stavolta sabato pomeriggio alle 17.30.

Ore 17.00 – (Giornale di Vicenza) Renzo Rosso a dire il vero non ha preso benissimo il rovescio di domenica. Al fischio finale il proprietario del Bassano aveva il diavolo in corpo. «L’arbitraggio è stato scarsissimo, sia chiaro – l’accusa del Grande Capo – ma anche noi abbiamo delle responsabilità. Serve un altro atteggiamento in campo sin dall’inizio, maggior rabbia e tempra». Reclama la garra R.R., la determinazione e la cattiveria vista solo nel secondo tempo con la Pro Piacenza che se srotolata da subito avrebbe girato la domenica a favore del Soccer Team, al netto delle sventatezze di una terna arbitrale non all’altezza della situazione. «Sì perchè per me questa squadra è comunque molto forte – chiosa Mr. Diesel – e io ci credo tantissimo». Non occorrono i sottotitoli per ribadire che Renzo Rosso pretenda un’immediata inversione di marcia.MARTINELLI GUARDA AVANTI. Daniele Martnelli distilla pillole di saggezza. «Pensiamo a ripartire subito, sin da sabato col Lumezzane in casa – indica la strada il veterano della truppa – ricominciamo con la medesima intensità del secondo tempo con la Pro Piacenza. Quell’intensità potrà permetterci qualunque risultato. Ricordiamoci che in un punto ci sono tre squadre in classifica in zona playoff e tutto è in ballo e aperto. Dite che la partenza è stata un po’ molle? Dì sicuro potevamo fare meglio, però loro hanno segnato sull’unica opportunità costruita nella prima ora di gioco, tenuto conto che la seconda rete mi sembrava in netto fuorigioco e la terza è arrivata sull’ultima azione. Su Speziale ho scelto di mettere il corpo per arginarlo ed evitare di entrare scomposto provocando rigore ed espulsione. Dopo neanche 12 minuti non mi sembrava una grande idea. Lui è finito a terra, ho provato contrastarlo ma si è inventato questa mezza rovesciata spalle alla porta che ci ha spiazzato. Peccato, ma siamo vivi e in salute e ora rimettiamoci in moto col Lume».DAVI’ RECRIMINA. Guido Davì ha cesellato una rete d’autore, peccato non sia bastata. «Con 3 gol personali ho battuto il mio record stagionale, segnare non è il mio compito né la mia specialità, diciamo che avrei preferito timbrare in una circostanza più festosa. Poi riconosco che siamo partiti male, troppo leggeri e meno ruggenti del solito e lo abbiamo pagato. Ma dopo però ci ha detto tutto male. Io stesso ho colpito la traversa netta, il secondo palo in una settimana, senza contare le valutazioni sbagliate della terna. Non fatemi dire niente dell’arbitraggio che è meglio, va…». Il medianone di Sottili si sforza di guardare il bicchiere mezzo pieno. «Alla fine siamo sempre lì, a un solo punto dal secondo posto, restiamo in corsa alla grande ma adesso dobbiamo fare di tutto per intascare il bottino col Lumezzane in casa, non ci sono alternative sabato ai 3 punti». Anche il trainer Stefano Sottili è perentorio. «Entriamo nella fase calda del torneo – sottolinea – ed è il momento di ridurre al minimo se non proprio azzerare le disattenzioni, collettive e individuali. Rimango della convinzione che stiamo bene atleticamente ed emotivamente e per lo sprint ci siamo anche noi, eccome se ci siamo».TIFO IN RIALZO. Oltre agli storici Fedelissimi, da alcune settimane sono tornati in grande stile e a pieno organico gli Ultras Bassano nel loro abituale spicchio a lato della gradinata. Da almeno 3 o 4 gare la nuova formazione che di fatto sostituisce i Boys Bassano sostiene a gran voce i giallorossi anche nelle giornate come quella dell’altroieri in cui va tutto storto. E soprattutto lo fa fino alla fine. Ecco, la gente qua ha capito quanto l’impegno del gruppo di Sottili sia massimale e ha applaudito tanto il ko col Pavia che quello col Pro Piacenza. Ma è d’ora in poi che l’appoggio del popolo giallorosso, ultras, fedelissimi ma anche semplici sportivi non organizzati potrà tracciare il solco. Tutto è ancora in ballo, qualunque posizione dei playoff e allora sin da sabato alle 17.30 col Lumezzane di nuovo al velodromo è essenziale che gli aficionados remino ancora una volta a fianco del Bassano. Che però dovrà diventare pratico e prosaico.

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Tacopina vola ad Abu Dhabi per lo stadio, il suo Venezia fa altrettanto in classifica e mai come dopo il colpaccio di Este è vicino al ritorno in Lega Pro. Ieri, dopo aver assistito al prezioso 1-0 in terra atestina, il presidente lagunare Joe Tacopina è volato negli Emirati Arabi dove per tutta la settimana sarà impegnato in incontri con possibili partner finanziari del progetto-nuovo stadio. Un impegno a tutto campo e in prima persona quello dell’avvocato newyorkese, il quale tornerà nel weekend giusto in tempo per assistere domenica al Penzo alla sfida col Belluno (ore 15). Un big match che, grazie al sinistro imparabile di Gianni Fabiano a Este, potrebbe già valere la Lega Pro ma solo in caso di ko casalingo del Campodarsego contro un Tamai già in vacanza. In ogni caso il Venezia può esultare per il balzo a più 7 in vetta, massimo vantaggio stagionale. «Sono molto felice perché abbiamo 7 punti di vantaggio, siamo molto vicini alla promozione ma mancano ancora quattro gare perciò dobbiamo continuare così – fa il pompiere il patron Tacopina – Come ho detto dall’inizio abbiamo un unico obiettivo, andare in Lega Pro il prossimo anno e in serie B quello successivo, quindi siamo molto vicini al nostro primo risultato. Oggi possiamo sentire l’odore, toccarla, assaporare la vittoria ma non abbiamo ancora vinto niente e dobbiamo ricordarcelo». Nel prossimo turno anche solo un pareggio del Campodarsego rimanderebbe la possibile promozione del Venezia alla trasferta del 24 aprile con la Ripa Fenadora: da regolamento in caso di arrivo in vetta a pari punti non basteranno gli scontri diretti (favorevoli al Venezia) ma si andrebbe allo spareggio. «Ho molta fiducia in questo team, nella mentalità del mister e del suo staff, grazie a loro siamo molto vicini a conquistare qualcosa di davvero speciale. A Este il primo tempo non è stato bellissimo ma ci siamo svegliati nella ripresa conquistando tre punti pesanti che sono la sola cosa che conta». SOLIDARIETÀ – Domenica al Penzo la società, gli ultras della Curva Sud e l’associazione VeneziaUnited promuoveranno una raccolta fondi per acquistare un pullmino attrezzato a favore delle attività di sostegno del gruppo disabili “Il Passo”

Ore 16.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Quattro giornate al termine, sette punti di vantaggio, Este espugnata, Campodarsego che tira il freno e arranca. È fatta? Tutto lascia pensare che finalmente il Venezia possa completare la volata verso il ritorno in Lega Pro, a 360 minuti dalla fine la corazzata di Joe Tacopina pigia il piede sull’acceleratore ( e vola ad Abu Dhabi per incontrare potenziali investitori per il nuovo stadio) Il successo di Este ha messo il sorriso dei giorni migliori pure al presidente, che stavolta un po’ si sbilancia: «Tre punti sono sempre tre punti – esulta Tacopina – magari abbiamo giocato meglio in altre occasioni. Ma sono molto contento, perché questa vittoria è molto pesante. La nostra missione, tutti lo sanno, è di prenderci la Serie B in due anni. Il primo anno ci siamo prefissati di tornare in Lega Pro e ci stiamo riuscendo anche se non è fatta, il secondo passo è quello successivo al primo ed è un’altra promozione». Tacopina ha un lavoro da terminare tutto sommato appena iniziato, lo ha detto dallo sbarco in laguna e non sarà semplice. Ma chi pensa che si accontenterà del piccolo cabotaggio sbaglia di grosso. Perché quando si muove Tacopina ci sono sempre grandi progetti dietro le quinte: «Non abbiamo ancora chiuso il discorso – prosegue – ci sono quattro partite da giocare, sentiamo il profumo della promozione, ma se ci dimentichiamo di giocarle queste ultime quattro partite, rischiamo di rovinare tutto. Il Campodarsego ha pareggiato e sette punti sono tanti, ma a me hanno sempre insegnato che un lavoro non va mai lasciato a metà. E se vogliamo scrivere la storia, nelle prossime quattro settimane manca il capitolo finale, quello più importante. Quello che dobbiamo ancora scrivere e che ci riporterà, se saremo all’altezza della nostra forza, da dove siamo venuti». Parola di Tacopina, che sente la Lega Pro vicina. Più vicina di quanto mai l’abbia assaporata prima. Pronto alla festa, ma senza anticipare i tempi. Al momento giusto, si potranno accendere i fuochi. E brindare, con la bottiglia delle grandi occasioni.

Ore 15.50 – (La Nuova Venezia) Il colpo di coda del Leone: la vittoria che può valere la Lega Pro. Manca solo la matematica al Venezia, che si ritrova con un vantaggio ampio sul Campodarsego proprio all’indomani della trasferta più temuta, quella di Este. Anche gli avversari cominciano a farsene una ragione. «Solo il Venezia potrebbe buttare il campionato con sette punti punti di vantaggio a quattro giornate dalla conclusione». Parole di Antonio Andreucci, il tecnico del Campodarsego, avversario di gran spessore per gli arancioneroverdi in questa stagione. «Non credo che possa accadere, considerando la rosa a disposizione di Favarin, noi comunque giocheremo partita dopo partita« aggiunto il tecnico della formazione padovana, «con l’obiettivo di far rinviare per almeno altre due settimane la festa del Venezia. Anche perché non vogliamo avere alcun tipo di rimpianto, qualora il Venezia dovesse commettere qualche passo falso». Il tecnico del Campodarsego giustamente non si arrende, ma fa i conti con la realtà e con un calendario in discesa per il Venezia (Belluno e Giorgione al Penzo, Union Ripa La Fenadora e Triestina in trasferta). «Intanto pensiamo a non far festeggiare il Venezia già domenica» riprende «e comunque non ci consideriamo sconfitti. Credo che senza il Campodarsego, questo campionato avrebbe avuto poca storia, noi siamo riusciti a tenerlo aperto fin quasi alla fine. Siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto, e vogliamo tenere vivo il torneo ancora per un po’, anche perché il secondo posto non è ancora blindato, l’Este ci insegue e poi ci saranno i playoff». Come a Noale, anche a Levico, il Campodarsego è stato raggiunto su calcio di rigore. «Un penalty di… fantasia, come con la Calvi, ma nell’arco di una stagione ci può stare. E quando ti trovi a dover vincere a tutti i costi» continua Andreucci «come è accaduto a noi nelle ultime settimane, non è mai semplice. Onore al Venezia, ma onore anche al Campodarsego per aver dato un senso a un campionato che altrimenti sarebbe stato in un’unica direzione». Il Venezia potrebbe essere promosso già domenica prossima, ma solo in un caso: vittoria contro il Belluno e sconfitta del Campodarsego in casa contro il Tamai. La promozione non sarebbe matematica nemmeno con 9 punti di margine perché in serie D non valgono gli scontri diretti, ma c’è lo spareggio. Ieri mattina il presidente Joe Tacopina è volato ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, dove ha una serie di incontri nel corso della settimana con potenziali investitori per il nuovo stadio. E’ atteso a Venezia sabato in tempo per assistere alla partita contro il Belluno.

Ore 15.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il punto colto a Cesena sabato ha migliorato la classifica del Vicenza, che a sette giornate dal termine è quint’ultimo: vuol dire playout da miglior classificata e salvezza con due pareggi o vittoria a parità di reti. Franco Lerda ha quindi ridato morale ad una squadra che sembrava spacciata, e che adesso lotta con concrete possibilità di restare in B. Obiettivo che, insieme all’accettazione della proposta dei rateizzare il debito Iva in 15 anni, è la condizione posta dai soci di Vi. Fin., la finanziaria che ha tirato una ciambella di salvataggio al Vicenza, di far valere l’opzione sulle quote di maggioranza della società e diventarne proprietaria. Ma a che punto è la proposta presentata all’Agenzie delle Entrate il 30 dicembre scorso? Il Vicenza circa un mese fa aveva chiesto una risposta entro fine marzo. Dunque? Il ritardo nella risposta, oltre che alle solite lentezze burocratiche, ha motivi ben più concreti. Per capire le titubanze dell’Agenzie delle Entrate bisogna risalire al luglio del 2004, quando la Lazio venne acquistata da Claudio Lotito,che ne evitò il fallimento, ottenendo la rateizzazione in 23 anni del debito fiscale. Un caso rimasto unico, perché in seguito la norma è stata cambiata anche per impedire una situazione analoga. La situazione del Vicenza è però diversa, perché la proposta è stata portata avanti facendola rientrare nell’ambito dell’accordo di una ristrutturazione del debito, che deve rappresentare almeno il sessanta per cento dei crediti. Ha quindi buone possibilità di essere accolta, ma l’esito, almeno per la durata, non è così scontato. Il perché è presto spiegato: tra le società professionistiche molti club hanno importanti debiti fiscali e, venisse accolta la proposta di rateizzazione presentata dal Vicenza, si potrebbe creare un precedente che aprirebbe inevitabilmente la strada a richieste analoghe. Una situazione che potrebbe influenzare la risposta dell’Agenzie delle Entrate, che in questi giorni probabilmente girerà la pratica alla sede regionale di Venezia. Stando ai ben informati, la risposta dovrebbe essere positiva, con l’unica incognita legata alla durata della concessione: non 15 ma 12 anni. A favore di una decisione positiva, c’è senza dubbio la necessità che non si ripetano casi come quelli di Ascoli e Bari che, sfruttando il cosiddetto «fallimento pilotato» a stagione in corso hanno azzerato i debiti fiscali lasciando le Entrate a bocca asciutta. Quello che è certo è che la società biancorossa negli ultimi giorni sta cercando di accelerare i tempi, con l’evidente intento di capire quale potrà essere il futuro, almeno fuori dal campo, del club.

Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) Stipendi e contributi: semaforo giallo. L’assemblea di Vi. Fin. che si è svolta ieri (si trattava della prosecuzione di quella di una settimana fa), ha portato alla decisione di attendere sino a oggi perchè, come spiega l’amministratore delegato Marco Franchetto, «siamo in attesa di conoscere l’importo esatto che la Fondazione per la mutualità generale negli sport professionistici a squadre ha riservato al Vicenza. Solo dopo sapremo quanti soldi dovremo aggiungere per arrivare alla cifra ncessaria». Ma l’amministratore delegato è ottimista in merito alla possibilità di riuscire anche stavolta a pagare entro la scadenza del 18 aprile? «Sì – è la risposta – lo sono sempre».Ricapitoliamo. Il club di via Schio deve mettere assieme la cifra di circa un milione e 900mila euro, che si dovrà versare come detto entro le 24 di lunedì 18 e che servirà per pagare gli stipendi dei tesserati, dei dipendenti e dei collaboratori sportivi, i relativi contributi e i premi pattuiti per il girone d’andata. Il Vicenza, insomma, sta giocando su due tavoli, entrambi estremamente importanti e collegati tra loro. Da un lato c’è l’impegno sul campo, dove la permanenza in serie B è obiettivo indispensabile per non arrivare al temuto fallimento. Dall’altro c’è la partita societaria, che da quando è nata Vi. Fin., nell’aprile 2015, si gioca con poche regole ma estremamente chiare: tenere i conti sotto controllo e soprattutto far fronte con puntualità a tutte le scadenze fiscali e federali. Tutto questo, come ha ricordato l’amministratore delegato Marco Franchetto, è costato a Vi. Fin. già 6 milioni di euro, ai quali si aggiunge ora la cifra di un milione e 900mila euro. É giusto comunque ricordare che da gennaio di quest’anno la finanziaria che sostiene economicamente il Vicenza riceve direttamente sia i soldi della mutualità della Lega di Serie B che quelli relativi ai diritti televisivi. Inoltre – ed è questo il punto che va messo a fuoco in queste ore – a Vi. Fin. arrivano anche gli introiti della Fondazione per la mutualità generale negli sport professionistici a squadre. L’importo relativo a quest’ultima voce è di circa 300-400 mila euro, si riferisce alla prima rata e dovrebbe arrivare entro la fine della settimana. Una seconda rata (della stessa entità) giungerà entro il 20 giugno. E per quella data è in programma un altro appuntamento importante. Superato infatti questo scoglio, bisognerà pagare gli stipendi relativi a marzo e aprile dei tesserati, dei dipendenti e dei collaboratori sportivi e i relativi contributi, per un importo di circa un milione e 300mila euro. Ma per quella data si dovrà dimostrare di essere in regola con tutti i parametri richiesti dalla Lega per potersi iscrivere al prossimo campionato di Serie B. Uno dei requisiti più impegnativi è quello relativo al pagamento dei debiti tributari: Iva, Irpef e Irap. E proprio per questo è importantissimo conoscere l’esito della richiesta di rateizzazione presentata dal Vicenza all’Agenzia delle entrate. La risposta dovrebbe arrivare in settimana ed è di fondamentale importanza per la sopravvivenza della società. Se infatti la richiesta non venisse accolta, il club di via Schio dovrebbe pagare in un’unica soluzione circa 7 milioni entro il 20 giugno. Ed è facile capire che a queste condizioni il piatto rischierebbe di saltare.

Ore 14.40 – (Giornale di Vicenza) Tra un gol segnato e un gol solo sfiorato, la differenza spesso è minima: questione di centimetri, di una frazione di secondo, di una deviazione impercettibile, di un legno amico o nemico (per informazioni, rivolgersi a Cristian Galano…). Eppure proprio queste inezie fanno una differenza enorme per un attaccante, il cui rendimento – piaccia o non piaccia – è giudicato soprattutto per la sua capacità di buttare la palla in fondo al sacco. Scorrendo la classifica cannonieri del campionato, a questo proposito, saltano all’occhio alcuni nomi e alcuni numeri in particolare.TOP & FLOP. Prima di tutto va sottolineato il rendimento stratosferico di Gianluca Lapadula, supercannoniere del Pescara in anno di grazia, giunto già a quota 21 reti (le stesse, peraltro, segnate in Lega Pro con il Teramo). Impossibile, rimanendo al Pescara, non pensare di contro alla mesta annata di un certo Andrea Cocco, centravanti che fece sognare Vicenza con 20 centri e adesso rimane per lo più a guardare in panchina, fermo a un’unica gioia personale.RIVELAZIONI. Alle spalle di Lapadula, sia pure con un distacco considerevole, meritano una menzione d’onore due rivelazioni come il centravanti croato del Crotone Ante Budimir e il “figlio d’arte” del Como Simone Andrea Ganz, entrambi già a quota 14 nel loro primo campionato in serie B. In particolare il bottino di Ganz è di tutto riguardo, visto che gioca con la squadra ultima in classifica, per la quale da solo ha segnato poco meno della metà dei gol complessivi (32). Davvero ottima anche la stagione di Massimo Coda, già autore di 12 centri con un’altra formazione in lotta per la salvezza come la Salernitana.INOSSIDABILI. Nelle prime posizioni della classifica marcatori non mancano ovviamente attaccanti navigati e inossidabili. L’aria di Chiavari sta facendo un gran bene a Ciccio Caputo, che con 16 gol sta tenendo in corsa la sorprendente Entella per i playoff ed è a una sola rete dal suo record personale (17 con il Bari nel campionato 2012/13). Si conferma centravanti affidabile pure Daniele Cacia, che ha appena steso il Cagliari con una doppietta raggiungendo quota 11 anche con il modesto Ascoli: gli stessi gol segnati l’anno scorso, ma con il Bologna. Diverso il discorso per i migliori marcatori del Cagliari (Farias con 13 reti) e del Bari (Maniero con 12): considerando le formazioni in cui militano e il loro valore personale, sarebbe stato lecito attendersi anche qualche golletto in più da entrambi, comunque più che sufficienti nel loro rendimento.STAFFETTA BIANCOROSSA. E il Vicenza? Il nome nuovo e impronosticabile nell’attacco biancorosso, come tutti sappiamo, è quello di Filip Raicevic, già autore di 11 gol belli e importanti in questa stagione, andata ampiamente oltre ogni aspettativa della vigilia per quanto lo riguarda. Il centravanti montenegrino, però, nel girone di ritorno ha ridotto di molto la sua frequenza realizzativa, anche perché sia Marino prima, sia Lerda poi, gli hanno spesso preferito il nuovo arrivato Ebagua. Contrariamente a quanto vorrebbero molti “allenatori in pectore” che seguono il Vicenza, entrambi i tecnici di professione hanno infatti valutato che questa squadra, per i suoi equilibri, non può averli in campo insieme nel suo modulo-base: la “coppia pesante” può essere l’eccezione, non la regola. Lerda ha subito puntato su Ebagua come terminale avanzato del suo 4-2-3-1 ed è stato ripagato: dopo aver esultato per due volte ad Ascoli, il “torello” biancorosso ha incornato pure il Cesena, firmando il suo quarto gol con il Vicenza (settimo stagionale, dopo i tre messi già a segno con il Como). C’è da augurarsi che si sia finalmente sbloccato e possa trascinare i biancorossi alla salvezza.SU E GIÙ. Anche tra i fantasisti del Vicenza c’è stata una sorta di staffetta. Stefano Giacomelli, che aveva tirato la carretta durante la prima metà del campionato, come spesso gli è accaduto in passato è calato nel rendimento alla distanza. Fortunatamente, però, proprio adesso ha trovato la condizione migliore Cristian Galano: un assist per Ebagua ad Ascoli, un gol fantastico con il Livorno, altro assist per Giulio (e altra bordata finita sul palo) a Cesena. Guai a fermarsi proprio adesso…ZERO ALTERNATIVE. Anche perché, scorrendo i nomi disponibili in rosa, Lerda non dispone di alternative di ruolo ai titolari per il suo 4-2-3-1: può solo alternare il centravanti (Ebagua e Raicevic, peraltro entrambi diffidati), ma per quanto riguarda le tre mezzepunte ha solo Vita, Galano e Giacomelli. Sbrissa è un centrocampista adattato, così come lo sarebbero Laverone o Pinato, peraltro sempre alle prese con acciacchi fisici. Dita incrociate.

Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Si confronteranno le due regine della casa, le compagini che più hanno raccolto sul proprio campo. Solo che lunedì sarà il Cittadella a ospitare, mentre il Pordenone giocherà il ruolo del doppio inseguitore: nella classifica generale e in quella dei punti ottenuti nelle gare interne. UN KO DI PIÙ – Tre volte ha perso in casa il Cittadella, una in più rispetto ai neroverdi. La prima a sconfiggere l’attuale capolista a domicilio fu la FeralpiSalò: era il 13 dicembre e i gardesani si imposero 2-0. Alla ripresa del campionato, il 9 gennaio, ci riuscì pure il Sudtirol: 3-2. Lo scivolone più recente è stato quello contro il Bassano (0-2), con una prestazione parsa non certo al massimo delle possibilità, da parte dei padovani. Un esito già pesante per la graduatoria allora, che potrebbe rivelarsi determinante nel conteggio con il bilancino che sarà probabilmente necessario a fine stagione per la griglia playoff. Per completare l’analisi, l’unico ad avere la meglio sui padovani in versione trasferta fu l’Albinoleffe: era il 24 ottobre e vinsero i bergamaschi per 2-0. STREAMING NEWS – LegaPro Channel, la web-tv ufficiale di LegaPro che trasmette ogni weekend in diretta streaming tutte le gare dei 3 gironi del campionato professionistico, cambia le proprie regole. Si tratta di un primo passo, prima di arrivare al canale a pagamento. Come già anticipato da parte del presidente Gravina, per la prossima stagione il servizio non sarà più gratuito. Da oggi, intanto, i milioni di tifosi e appassionati dei 54 club di Terza serie che intendano seguire le dirette e le repliche di tutti gli incontri potranno farlo solo registrandosi su www.sportube.tv/legapro. La registrazione è ora gratuita e può essere effettuata in qualsiasi momento da smartphone, tablet o pc. Basta collegarsi al canale www.sportube.tv/register e cliccare il tasto «registrati», seguendo la procedura indicata per creare user e password personali. Per pagare ci sarà tempo a fine estate.

Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) In un colpo solo il Pordenone ha trovato (e ritrovato) tutto quello che serve per puntare al secondo posto, nuovo obiettivo stagionale che consentirebbe ai ramarri di giocare il turno preliminare dei playoff al Bottecchia. Contro la FeralpiSalò la squadra di Bruno Tedino ha centrato quattro traguardi in una sola volta: la prima rimonta completa della stagione, il primo gol in casa di Alberto Filippini, il ritorno alla rete dell’attacco neroverde e la terza vittoria consecutiva tra le mura amiche. Ma bisogna partire dal dato più importante. Non era mai successo, quest’anno, che il Pordenone riuscisse a vincere una partita dopo essere passato in svantaggio. Al massimo il club neroverde era riuscito a recuperare un gol dell’avversario e a portare a casa un pareggio da situazioni partite ad handicap. Mancava, insomma, la remuntada piena. È arrivata nel momento più importante. La prova mentale si è rivelata determinante. Ma il Pordenone cercava anche i gol degli attaccanti. Mancavano dal 28 febbraio, quando a Bolzano segnarono Strizzolo e Cattaneo. Da quel giorno in gol sono andati solo i centrocampisti. Contro la Feralpi, invece, punte di nuovo determinanti: buona notizia. Poi l’acuto del singolo. L’arpione di Filippini è stato il primo squillo dell’attaccante al Bottecchia, dopo 7 centri in trasferta. Infine la terza vittoria consecutiva in casa, un filotto riuscito soltanto all’inizio del girone di ritorno, ma corresponsabile di quelle 8 vittorie consecutive che hanno lanciato il Pordenone verso la B.

Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Adesso il ramarro preoccupa anche il Cittadella. I granata contavano di arrivare a questo punto della stagione avendo già sistemato la pratica promozione. Invece in 180’ hanno raccolto un solo punto e il distacco dal Pordenone secondo (a 4 giornate dal termine) è di 10 lunghezze. Tantissime, ma non sufficienti a prendere sottogamba la sfida di lunedì alle 20 al Tombolato. Non solo: Tyche, dea della fortuna, sorride nuovamente a Tedino e ai suoi. Giovedì al Tombolato arriverà il Foggia per la finale di ritorno di Coppa Italia. L’andata in Puglia era finita con la vittoria rossonera: 4-1. Un’onta che Litteri e compagni proveranno a lavare. Poi Venturato avrà solo 3 giorni per preparare il confronto con il Pordenone. Tedino e il suo staff ne hanno 8 per studiare l’avversario e approntare le giuste contromisure. LA SFIDA DI RE MAURO – Mauro Lovisa ha tenuto conto di tutto questo e lanciato la sfida: «Andiamo a Cittadella, liberi di mente, a fare l’impresa». Il momento è giusto. I suoi ramarri hanno «eliminato» nelle ultime 4 gare tre rivali, Padova, Reggiana e FeralpiSalo, riguadagnando il secondo posto e mettendo già un piede e quattro dita nei playoff. Arriveranno alla sfida di lunedì sera caricatissimi dal successo sui leoni del Garda, abbattuti dalle prodezze di Strizzolo, Ingegneri e soprattutto da quella di Filippini, autore di una spettacolare acrobazia a 5′ dal termine. NERVOSISMO GRANATA – I padovani invece hanno alle spalle lo 0-2 al Tombolato con il Bassano e il 2-2 di Reggio Emilia. Non è passo da capolista. Emerge in casa granata anche un certo nerovosismo. «Non sono uno che normalmente parla degli arbitri – dichiara ieri Roberto Venturato -, ma in una settimana siamo stati danneggiati due volte. Adesso – avvisa i suoi ragazzi il tecnico – dobbiamo prestare le dovute attenzioni alla gara di Coppa di giovedì e soprattutto a quella di lunedì con il Pordenone». Il posticipo consentirà al Cittadella, così come ai neroverdi, di scendere in campo conoscendo già i risultati delle altre. Un successo sul ramarro consentirebbe ai veneti di festeggiare (in diretta su RaiSport) la B. Il pari basterebbe solo nel caso il Bassano il giorno prima non fosse riuscito a battere il Lumezzane. La vittoria dei ramarri diminuirebbe a 7 punti (a 3 giornate dal termine della stagione regolare) il divario fra le due contendenti, aumentando il nervosismo della capolista.

Ore 13.10 – (Messaggero Veneto) Categoria che vai, playoff che trovi. E tantissime regole da imparare. Considerato, dunque, che il Pordenone ha un piede dentro, è bene spiegare i meccanismi che regolano la post-season, alla quale accedono – innanzitutto – otto squadre: le seconde e le terze classificate dei tre gironi, più le due migliori quarte. Otto team a giocarsi l’ultimo posto libero in serie B, dopo le tre promozioni dirette delle prime classificate. Si comincia il 15 maggio con i quarti di finale in gara secca. La migliore seconda affronta la peggiore quarta, la seconda migliore seconda sfida l’altra quarta classificata, la peggiore seconda sfida la migliore terza e, infine, giocano contro le due terze rimaste. Il match si disputa in casa della migliore classificata. Se al 90’ il risultato è in parità, si procede con supplementari e rigori. Non si guarda il miglior piazzamento in graduatoria di campionato: tale ragionamento vale per le sfide dei playout. Chi avanza passa alle semifinali, da giocarsi nell’arco dei 180’: il ritorno si disputa sul campo della squadra meglio piazzata al termine della stagione regolare. Anche in questo caso, supplementari e rigori in caso di parità. Le date: 22 maggio andata, 29 ritorno. Si arriva così alla finale. Anche in questo caso, gara-1 e gara-2. Lo schema è quello del penultimo atto, non cambia nulla. Chi arriva in fondo disputa 5 match e allunga la propria stagione di un mese. Se il campionato finisse oggi, il Pordenone affronterebbe il Bassano nei quarti di finale: lì inizierebbero quei trenta giorni che possono valere la storia e, in molti casi, la carriera dei giocatori. Andare più avanti possibile significa salire in B, in primis, ma anche strappare eventualmente contratti più remunerativi la prossima stagione. I playoff danno una grandissima chance e, a volte, non è detto che arrivare secondi sia sempre la cosa migliore. E’ sicuramente un punto di vantaggio, anche se la post-season rimane una sorta di roulette alla quale bisogna arrivare in forma. La scorsa stagione, infatti, a guadagnare la Cadetteria fu il Como, arrivato quarto al termine della regular season ma in piena salute: i lariani batterono prima il Benevento in Campania, quindi il Matera e infine il Bassano. Una scalata emozionante, in cui contò molto l’ottimo periodo di forma di Ardito e soci.

Ore 12.50 – (Messaggero Veneto) Scacciato il pericolo FeralpiSalò – ormai fuori dai giochi – e superato il Bassano, ora il Pordenone ha un solo obiettivo in quest’ultimo mese di campionato: conservare il secondo posto. Sarebbe troppo importante arrivare ai playoff come vice-capolista. Al di là di tutto, infatti, mantenere la piazza d’onore farebbe sì che il primo scontro della post-season – su gara unica – si disputi in casa, col vantaggio quindi del fattore pubblico, assolutamente da considerare qualora dovesse capitare una rivale del Sud. Ce la può fare, la squadra di Tedino: attualmente è la favorita e non solo perché, la medaglia d’argento, è attualmente sul suo collo. I neroverdi, infatti, partono per lo sprint finale consapevoli di avere il calendario pressoché simile ma, alla fin fine, anche migliore delle due rivali, cioè Alessandria e Bassano. Si vada ad analizzarlo: il grosso scoglio, per i ramarri, è rappresentato dal prossimo turno, quello cioè con la capolista Cittadella. Ai granata basta un punto per brindare alla matematica promozione in serie B: qualora dovesse finire in parità la partita, Mandorlini e soci potrebbero essere superati da Alessandria e Bassano che, sulla carta, hanno rivali “gestibili”, cioè Mantova e Renate (squadre che lottano per la salvezza). Attenzione, però, perché nulla è scritto e lo dimostra la vittoria della Pro Piacenza col Bassano due giorni fa, utile ai neroverdi per rientrare al secondo posto. Dopodiché si arriva agli ultimi tre turni, che si giocheranno in contemporanea. Pordenone e Bassano affronteranno rispettivamente Cuneo e Renate, che giocano per non retrocedere; l’Alessandria troverà un Alto Adige senza patemi e forte, con qualità per vincere una singola partita. Il penultimo turno è sulla stessa falsariga: Pavia (per i neroverdi), Padova (per il Bassano) e Reggiana (per i grigi) vogliono cercare il colpaccio dopo una stagione al di sotto delle aspettative. I 90’ finali sono di nuovo così per i vicentini e l’Alessandria (rispettivamente Reggiana e Padova) mentre il Pordenone ospiterà una Giana Erminio che potrebbe essere già salva (ora è fuori dai play-out). Si giocherà insomma sul dettaglio e, soprattutto, si può pensare che non ci saranno sconti, in particolare dai club blasonati: pur non avendo infatti alcun obiettivo di classifica, vogliono chiudere al meglio la stagione. Basti vedere il Padova con la Pro Patria (ora retrocessa in D aritmeticamente): i biancoscudati volevano assolutamente vincere e il tecnico Pillon, a fine gara, era comunque arrabbiato per la prestazione non all’altezza dei suoi. Parte lo sprint, il Pordenone – dopo aver messo un piede nella post-season – vuole metterci l’altro e possibilmente da seconda forza. Per poter così avere ancora più chance di centrare il sogno serie B.

Ore 12.20 – (Gazzettino) Andrea Gabrielli sente il traguardo della serie B molto vicino. E fa un pensierino anche alla Coppa Italia. Il patron del Cittadella non perde il suo proverbiale aplomb nel momento cruciale della stagione, predica calma e serenità per affrontare al meglio gli ultimi impegni, quelli decisivi, e non si scompone nemmeno parlando degli evidenti errori arbitrali subiti nelle ultime due partite, che potevano indirizzare i risultati finali in un altro verso. Con la possibilità di vedere i granata già matematicamente in serie B. Presidente, con il Bassano un rigore non concesso su Litteri, a Reggio Emilia uno inventato per l’intervento regolare di Alfonso. Persino una persona pacato come Venturato questa volta si è lamentato pubblicamente. «L’errore arbitrale a inizio campionato ha un peso, quando invece capita nelle ultime partite, quelle che decidono tutto, ne ha un altro, ben più rilevante. Giustifico il nostro allenatore per questa ragione, perché sente il traguardo vicino e lo vorrebbe già in tasca, come tutti. Senza il rigore probabilmente non si sarebbe riaperta la partita, Alfonso è entrato sul pallone». Tre punti a Reggio Emilia avrebbero cambiato la classifica, con il Pordenone si poteva giocare sul velluto. «Peccato, mi dispiace, anche noi in panchina dopo il 2-0 ci siamo fatti prendere da troppo entusiasmo. Rispetto a una settimana fa abbiamo comunque fatto un passo in avanti grazie ai risultati delle altre, e manca una partita in meno da giocare». Siamo davvero a un metro dal traguardo: lunedì è il primo match-point. «Sta a noi vincere il campionato, la strada più sicura e diretta è fare affidamento su noi stessi senza aspettare gli altri, mantenendo la giusta dose di cattiveria e concentrazione. Abbiamo visto con la Reggiana quanto poco ci vuole per rimettere in gioco una partita che sembrava chiusa, un paio di errori e vai in tilt». È cominciata la settimana più importante della stagione, con il ritorno della finale di Coppa Italia e il posticipo di campionato con il Pordenone. Come si vivono questi giorni così intensi e determinanti? «È normale che si avverta una certa tensione, ma bisogna rimanere calmi e sereni mentalmente. Non dobbiamo farci prendere dall’ansia, serve l’ultimo sforzo e non è facile, come ha sottolineato Marchetti. Cercheremo di onorare il calcio nel migliore dei modi, anche in Coppa». Quando ci tiene a questo trofeo? «Gli attribuisco la giusta importanza, l’abbiamo interpretata cercando di gratificare tutti i giocatori della rosa, non vi nascondo che mi piacerebbe vincerla, in casa davanti ai nostri tifosi, per dedicarla a papà Angelo che alla Coppa ci teneva davvero tanto». Giovedì sarà dura rimontare dal 4-1, ma si potrebbe festeggiare la promozione in B al Tombolato. «La risposta del pubblico con il Bassano è stata davvero buona, mi auguro si possa vedere lo stesso entusiasmo con il Pordenone, anzi: vorrei ancora più gente allo stadio lunedì prossimo, perché l’appuntamento è di quelli che vale l’intera stagione».

Ore 12.00 – (Gazzettino) Dopo il giorno di riposo concesso da Venturato, oggi pomeriggio il Cittadella torna al lavoro. Il primo appuntamento di una settimana decisiva è quello di giovedì sera, alle 20.30 al Tombolato, per la gara di ritorno della finale di Coppa Italia di Lega Pro. Si parte dal 4-1 dell’andata per il Foggia: servirà dunque l’impresa per ribaltare un passivo così pesante. Proprio per questo la società chiede il sostegno dei tifosi. Finora sono stati venduti 750 biglietti, un centinaio della curva ospiti. I tagliandi si possono acquistare alla sede del Cittadella dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30, nelle rivendite TicketOne oppure online sul sito TicketOne, questi i prezzi: tribuna fedelissimi 30 euro, tribuna coperta e scoperta ovest 20 euro, tribuna coperta est 10 euro, under 14 solo 1 euro. Intanto è stata indetta una riunione straordinaria del gruppo di coordinamento dei Club Granata per domani sera in vista del posticipo di campionato di lunedì prossimo con il Pordenone, decisiva ai fini della promozione in serie B, gara trasmessa in diretta tv su Rai Sport 1 dalle 20. I vari club organizzeranno adeguate coreografie per l’evento, oltre a studiare il modo per diffondere al meglio l’invito ai tifosi per andare allo stadio per sostenere il Cittadella. I display luminosi del territorio comunale, come con il Bassano, annunceranno la partita.

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Enrico Alfonso, dica la verità: quanto le girano le scatole, da uno a cento? «Eh, parecchio. Secondo me l’arbitro ha commesso un errore enorme, riaprendo una partita che, pur non giocando benissimo, avevamo ormai portato a casa. Dal punto di vista strettamente personale, poi, mi sentivo protagonista, perché ero stato in grado di salvare il risultato con un paio di parate notevoli. E invece… Di rigori ingiusti me ne sono stati fischiati diversi in carriera, ma mai uno del genere». Il portiere del Cittadella confessa di non aver dormito molto, fra domenica e ieri. Troppa la rabbia per il 2-2 del “Mapei Stadium-Città del Tricolore”, con i granata avanti 2-0 – e con un piede e trequarti già in Serie B – raggiunti dalla Reggiana negli ultimi 20’. Una rimonta iniziata con il penalty concesso dal signor Boggi di Salerno (figlio d’arte, se così si può dire, ndr) e trasformato da Letizia al 28′ della ripresa. Ha passato la notte a rimuginare attorno all’episodio? «Sì, ci ho pensato tanto. Sono uscito su Nolè e ho colpito nettamente la palla, che stava rotolando in fallo laterale. Poi, dato che ero lontano dai pali, ho cercato di tornare il più velocemente possibile a guardia della porta e quando ho sentito il direttore di gara fischiare ho pensato che avesse sanzionato un fallo a mio favore. Sono rimasto di sasso quando l’ho visto indicare il dischetto. Ovviamente dietro alla decisione non vedo malafede, ma soltanto un errore umano, che però è gravissimo». Forse l’arbitro è stato tratto in inganno dallo slancio del suo intervento. «Ho riflettuto anche su questo. Avrei potuto provare l’uscita bassa di mano, ma, a quel punto, mi sarei ritrovato steso a terra e avrei impiegato più tempo a rialzarmi. Probabilmente sì, si è fatto fuorviare dall’entrata di piede. Che dire, l’amarezza è tanta, anche perché è la seconda partita di fila in cui subìamo torti, dopo il clamoroso rigore non concesso per un fallo su Litteri nel derby con il Bassano». E così tocca sfogliare il calendario e mettersi a studiare le combinazioni che possono portarvi alla promozione già lunedì sera. «No, scusate ma io non penso proprio ai calcoli da fare. Vincendo a Reggio Emilia avremmo praticamente chiuso ogni discorso: se non l’abbiamo fatto, vuol dire che proveremo ad infilare l’ultimo tassello del mosaico contro il Pordenone, la squadra che, secondo me, per il modo che ha di stare in campo e la capacità di non mollare mai più assomiglia alla nostra. È vero che giocheremo conoscendo i risultati delle altre, ma non credo che per noi ci siano alternative alla vittoria: non penso che il Bassano possa sbagliare due partite di fila! La sconfitta con la Pro Piacenza l’ha punto nell’orgoglio, ma noi, di sicuro, non ne abbiamo meno di loro». In mezzo, giovedì sera, ci sarà la finale di ritorno della Coppa Italia di Lega Pro, contro il Foggia. A rischio di sembrare pomposi, non sembra sbagliato dire che questa è la settimana più importante della storia recente del Cittadella. «Sin qui abbiamo compiuto un percorso straordinario e i risultati delle ultime partite non spostano di una virgola il giudizio, anche perché dopo il record di 11 successi di fila un rallentamento poteva starci». Adesso, però, occorre riprendere a correre, già dal match con i pugliesi. «All’andata ci hanno affrontato quasi con la formazione-tipo e mi hanno davvero impressionato. Non nascondo che rimontare due gol sarebbe stato più fattibile rispetto al 4-1 dell’andata, ma aggiungo anche che sono convinto che quella di giovedì sarà tutta un’altra partita, soprattutto se sbloccheremo presto il risultato».

Ore 11.20 – (Mattino di Padova) È prevista per questo pomeriggio, alle 15.30, la ripresa degli allenamenti del Cittadella, che si ritroverà alla stessa ora anche domani. Da valutare ci sono le condizioni di Pascali, uscito anzitempo dal campo di Reggio Emilia per un lieve fastidio al ginocchio, che tuttavia non sembra preoccupare. In vista della finale di ritorno di Coppa Italia di giovedì sera, in programma alle 20.30 al Tombolato, è probabile l’impiego di Jallow, che era diffidato e salterà per squalifica il prossimo turno di campionato dopo l’ammonizione ricevuta al Mapei Stadium. Prevendita a 750. Sono già 750 i biglietti venduti per la gara contro i rossoneri di De Zerbi (di cui un centinaio destinato ai sostenitori pugliesi): i tifosi granata credono nella rimonta. Le tariffe vanno dai 10 euro in Curva Nord Ospiti e Tribuna Coperta Est (un euro per gli under 14) ai 20 per la Tribuna Ovest, sino ai 30 euro per la Tribuna Fedelissimi. Saranno invece disponibili da oggi on line e nelle rivendite TicketOne i biglietti per la gara di lunedì, alle 20, con il Pordenone. Come sempre, entrambi i tagliandi si possono acquistare anche rivolgendosi alla sede del Cittadella, con orari 9.30-12.30 e 15-18.30. Riunione tifosi. È fissata per domani sera alle 20, nella sala-stampa dello stadio Tombolato, la riunione straordinaria dei club affiliati al Centro Coordinamento Club Granata-CCCG, estesa al gruppo Supporters Cittadella, per preparare le coreografie in vista dei due decisivi impegni alle porte, entrambi trasmessi in diretta da Rai Sport. In programma anche l’organizzazione delle prossime trasferte di campionato.

Ore 11.00 – (Corriere del Veneto) La festa è rinviata, ma questo lo si sapeva. Quello che ancora non si sapeva è che il Bassano sarebbe scivolato sulla classica buccia di banana contro il Pro Piacenza, che la Reggiana avrebbe rimontato due gol in venti minuti e che per staccare il pass promozione il giorno buono potrebbe essere lunedì prossimo, 18 aprile, quando alle 20 arriverà al Tombolato il Pordenone. In quell’occasione, in caso di successo pieno, il Cittadella potrà festeggiare il matematico ritorno in Serie B. In caso di pareggio, invece, servirà che il Bassano non batta il Lumezzane, altrimenti l’eventuale successo giallorosso creerebbe un distacco in classifica di 9 punti. E non si potrà ancora alzare le braccia al cielo, considerato che l’attuale terza forza del girone A del campionato di Lega Pro avrebbe il vantaggio dello scontro diretto a favore, al contrario dell’Alessandria (sconfitta dal Cittadella sia all’andata che al ritorno). Comunque la questione continua ad essere non tanto «se» il Cittadella tornerà in B, ma «quando». La classifica continua ad essere ottima, i dieci punti sul Pordenone e gli undici sul duo Bassano-Alessandria sono una voragine, la squadra è in salute e prima o dopo chiuderà il conto. Nemmeno questa settimana, in ogni caso, mancano le polemiche sul fronte arbitrale. A Reggio Emilia protestano per un gol fantasma non concesso per salvataggio sulla linea di Scaglia (immagini non chiare) e per un mancato rigore; nella città murata si replica sottolineando come il rigore dell’1-2 trasformato da Letizia non ci fosse. E Roberto Venturato, ancora una volta, non ha mancato di sottolinearlo: «Io non sono uno che si lamenta con gli arbitri, ma siamo di fronte all’ennesimo rigore inventato contro di noi».

Ore 10.30 – (Gazzettino) Oltre alle questioni di politica societaria e finanziaria, naturalmente sarà oggetto di discussione anche il progetto tecnico in vista della prossima stagione. E le posizioni da analizzare in questa fase sono essenzialmente due, vale a dire direttore sportivo e allenatore. Il tutto basandosi sull’operato che hanno svolto nel corso della stagione. Anche su questo tema in seno alla società c’è da trovare probabilmente una posizione comune: Fabrizio De Poli è forte comunque di un contratto che lo lega ai biancoscudati anche per un altro anno, non altrettanto vale invece per Bepi Pillon che ha guidato la risalita della squadra dopo aver preso il posto di Carmine Parlato. Senza dimenticare che quest’ultimo aveva firmato in estate un contratto biennale (come De Poli) e quindi sarà a libro paga del Padova anche nella stagione 2016-2017 se non troverà squadra.

Ore 10.20 – (Gazzettino) E probabilmente c’è da smussare anche qualche angolo di troppo. La sensazione è che prima della fine del mese difficilmente saranno svelati i piani per il futuro, anche alla luce del fatto che la squadra è comunque ancora impegnata nella ricerca di un piazzamento per gli spareggi promozione, e non si vuole creare alcuna eventuale turbativa. Ma dietro alla parvenza di normalità, qualcosa nel modo di intendere il futuro societario tra i soci probabilmente va chiarito, e va ritrovata appunto un’unità d’intenti. Diversamente si potrebbe arrivare a decisioni clamorose. È in questo senso che può essere letta anche l’indiscrezione rivelata qualche settimana fa di un’uscita di scena al termine della stagione della famiglia Bonetto perchè non più in sintonia di vedute con Bergamin. Indiscrezione peraltro smentita in maniera perentoria dai diretti interessati, anche se il rumors non è ancora del tutto sopito. Come anche continua ad aleggiare la voce relativa alla ricerca di eventuali nuovi soci, e quindi di nuove forze economiche fresche, per rendere ancora più forte il club.

Ore 10.10 – (Gazzettino) Sono giorni importanti per il futuro del Padova. Non tanto per le vicende del campo, con la squadra aggrappata alle risicate speranze di agganciare i play off (7 punti da recuperare all’Alessandria o al Bassano nelle ultime quattro giornate), quanto per l’impostazione delle linee guida da dare alla società. Allo stesso tavolo si ritroveranno i soci, vale a dire gli azionisti di maggioranza Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto insieme ai colleghi Massimo Poliero, Moreno Beccaro e Giampaolo Salot, con l’intento, come avviene nelle buone famiglie, di trovare una visione condivisa, sempre avendo chiaro in mente come obiettivo finale una cosa sola: il bene del Padova. Nel dopo-partita con la Pro Patria i diretti interessati hanno confermato che in settimana ci sarà un incontro, destinato probabilmente a non essere però l’unico proprio perché gli argomenti da trattare sono molteplici: finanziari, organizzativi e tecnici.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Dopo il fallimento e il ritorno immediato in Lega Pro, quest’anno la squadra si è salvata in anticipo. Pensa si stiano gettando buone basi per il futuro? «Il problema, se così possiamo chiamarlo, è che comunque stiamo parlando di Padova: una città importante, dov’è normale che per i tifosi la speranza sia quella di fare come minimo la Serie B. Quella biancoscudata è una piazza importante e ambiziosa, sono contento di vederli risalire in fretta, ma credo sia giusto, dopo essere ripartiti da zero, mettere a terra basi adeguate per arrivare in certe categorie con una buona solidità, societaria e tecnica». Se la sente di dare un piccolo consiglio alla nuova società? «Da fuori è sempre difficile. Quello che mi sento di fare è un semplice augurio, sia per i tifosi che per la società: spero che il Padova arrivi al più presto in una categoria superiore, in un campionato che conti e nel quale merita di stare». Torniamo a lei, invece: cosa le sta dando questa esperienza in azzurro? «Qualcosa di unico, di fantastico. Essere in Nazionale significa confrontarsi con un calcio europeo, totalmente diverso dal nostro, ed avere a che fare con gente che di calcio sa davvero molto, dalla quale imparare».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) In passato la vedevamo spesso all’Euganeo. Quando tornerà? «Gli anni scorsi, è vero, ho potuto assistere a diversi incontri del Padova. Ma quest’anno, invece, mi è sempre stato impossibile: il sabato e la domenica vado ad osservare e a valutare coloro che potrebbero far parte dell’Under 21». Domani tornerà nel “suo” Appiani: ha raccontato alla squadra cosa significano quelle tribune per lei e per Padova? «I ragazzi che sono qui non lo conoscono, ma per me sarà una vera emozione. Forse non sarà facile far capire loro il valore di quello stadio, tutto il calcio è un’altra cosa rispetto ad allora, ma proverò comunque a spiegare cosa significa l’Appiani per il calcio, per Padova, e per il sottoscritto». Segue ancora le sorti della squadra biancoscudata? «Sempre, e anche se non riesco ad essere all’Euganeo m’informo sui risultati dei biancoscudati. Ormai non conosco nel dettaglio tutte le vicissitudini che ci sono dietro, ma che sia il sabato o la domenica uno sguardo a cosa abbia fatto il Padova non manca mai».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Una ventata di azzurro in un tempio tutto biancoscudato. Domani, a ben 23 anni di distanza dall’ultima volta, lo stadio Appiani (che non si veste del tricolore da Italia-Portogallo Under 21 del lontano 1993) torna ad ospitare una partita della Nazionale. Toccherà all’Under 18, e a guidarla contro la Francia, in aiuto al Commissario tecnico Roberto Baronio, non ci sarà una persona qualunque. Perché tra Padova e Carmine Nunziata il legame è sempre stato stretto: sei stagioni in maglia biancoscudata, 199 presenze (comprensive degli spareggi di Cremona e Firenze) e un’indimenticabile promozione in Serie A fanno dell’ex centrocampista partenopeo uno dei giocatori più amati dell’ultimo trentennio. E “Nino” a Padova si è rivisto spesso, per seguire all’Euganeo le partite di una squadra che gli è rimasta nel cuore. «Ci torno sempre volentieri», spiega Nunziata, «perché dopo sei anni in questa città, dopo le tante vittorie e anche le tante sofferenze, fa sempre piacere rimettervi piede. Ho ancora molti amici, a questo posto mi legano tanti bellissimi ricordi».

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Bisogna prendere esempio da Neto Pereira, un professionista esemplare che ha fatto una partita eccezionale, che a 37 anni ha lottato su ogni pallone e che non ha mai lesinato, nemmeno per un secondo, l’impegno che tutti dovrebbero avere». Le condizioni dell’attaccante brasiliano, del resto, andranno verificate oggi alla ripresa degli allenamenti, in vista della trasferta di lunedì a Bergamo contro l’Albinoleffe. Neto Pereira, per il quale si è mosso pure un inviato di una famosa televisione brasiliana presente domenica all’Euganeo, ha sentito tirare un muscolo nel finale e, considerati i precedenti, c’è qualche timore. Anche se va sottolineato come la stagione del brasiliano sia stata nettamente migliore, quanto ad acciacchi fisici, rispetto a quelle a cui aveva abituato la sua platea. Intanto la resa dei conti in società è vicina. In settimana, probabilmente mercoledì o giovedì, ci sarà un incontro nel quale verranno discusse le strategie future. A cominciare dagli equilibri fra i soci, senza dimenticare le conferme di Fabrizio De Poli e Giuseppe Pillon, tutt’altro che scontate. Nodi da risolvere il prima possibile, in modo da mettere in moto la macchina organizzativa per la stagione 2016-2017 senza perdere tempo prezioso.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Il lumicino della speranza è sempre acceso, ma sette punti sono tanti, forse troppi per immaginare il miracolo di un aggancio ai playoff. E l’atteggiamento in campo di diversi giocatori domenica all’Euganeo contro la Pro Patria ha fatto arrabbiare un po’ tutti. Innanzitutto il presidente Giuseppe Bergamin, che non ha mancato di criticare la squadra nonostante un 3-1 che proietta il Padova al sesto posto in classifica. «Inutile fare tanti giri di parole – ha spiegato il numero uno di viale Nereo Rocco – già le possibilità di agganciare i playoff sono poche, se poi noi ci mettiamo a giocare in un certo modo, diventano ancora meno e possiamo anche scordarceli definitivamente. Al contrario, tutti i giocatori, chi va in campo e chi subentra ha il dovere di provarci fino in fondo». Senza dimenticare quello che ricorda Giuseppe Pillon, che affonda il colpo nonostante il successo: «E’ stato il più brutto Padova che io ricordi da inizio stagione – tuona l’allenatore – non ho visto l’atteggiamento giusto da parte di diversi giocatori. Non è questo il modo di dimostrare attaccamento alla maglia e che crediamo ancora nella possibilità dei playoff. Torno a ribadire un concetto, abbiamo il dovere di provarci fino in fondo. Chi non se la sente lo dica pure e resti a casa.

E’ successo, 11 aprile: giorno di riposo per i Biancoscudati dopo la vittoria sulla Pro Patria.




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