Enrico Alfonso, dica la verità: quanto le girano le scatole, da uno a cento? «Eh, parecchio. Secondo me l’arbitro ha commesso un errore enorme, riaprendo una partita che, pur non giocando benissimo, avevamo ormai portato a casa. Dal punto di vista strettamente personale, poi, mi sentivo protagonista, perché ero stato in grado di salvare il risultato con un paio di parate notevoli. E invece… Di rigori ingiusti me ne sono stati fischiati diversi in carriera, ma mai uno del genere». Il portiere del Cittadella confessa di non aver dormito molto, fra domenica e ieri. Troppa la rabbia per il 2-2 del “Mapei Stadium-Città del Tricolore”, con i granata avanti 2-0 – e con un piede e trequarti già in Serie B – raggiunti dalla Reggiana negli ultimi 20’. Una rimonta iniziata con il penalty concesso dal signor Boggi di Salerno (figlio d’arte, se così si può dire, ndr) e trasformato da Letizia al 28′ della ripresa. Ha passato la notte a rimuginare attorno all’episodio? «Sì, ci ho pensato tanto. Sono uscito su Nolè e ho colpito nettamente la palla, che stava rotolando in fallo laterale. Poi, dato che ero lontano dai pali, ho cercato di tornare il più velocemente possibile a guardia della porta e quando ho sentito il direttore di gara fischiare ho pensato che avesse sanzionato un fallo a mio favore. Sono rimasto di sasso quando l’ho visto indicare il dischetto. Ovviamente dietro alla decisione non vedo malafede, ma soltanto un errore umano, che però è gravissimo». Forse l’arbitro è stato tratto in inganno dallo slancio del suo intervento. «Ho riflettuto anche su questo. Avrei potuto provare l’uscita bassa di mano, ma, a quel punto, mi sarei ritrovato steso a terra e avrei impiegato più tempo a rialzarmi. Probabilmente sì, si è fatto fuorviare dall’entrata di piede. Che dire, l’amarezza è tanta, anche perché è la seconda partita di fila in cui subìamo torti, dopo il clamoroso rigore non concesso per un fallo su Litteri nel derby con il Bassano». E così tocca sfogliare il calendario e mettersi a studiare le combinazioni che possono portarvi alla promozione già lunedì sera. «No, scusate ma io non penso proprio ai calcoli da fare. Vincendo a Reggio Emilia avremmo praticamente chiuso ogni discorso: se non l’abbiamo fatto, vuol dire che proveremo ad infilare l’ultimo tassello del mosaico contro il Pordenone, la squadra che, secondo me, per il modo che ha di stare in campo e la capacità di non mollare mai più assomiglia alla nostra. È vero che giocheremo conoscendo i risultati delle altre, ma non credo che per noi ci siano alternative alla vittoria: non penso che il Bassano possa sbagliare due partite di fila! La sconfitta con la Pro Piacenza l’ha punto nell’orgoglio, ma noi, di sicuro, non ne abbiamo meno di loro». In mezzo, giovedì sera, ci sarà la finale di ritorno della Coppa Italia di Lega Pro, contro il Foggia. A rischio di sembrare pomposi, non sembra sbagliato dire che questa è la settimana più importante della storia recente del Cittadella. «Sin qui abbiamo compiuto un percorso straordinario e i risultati delle ultime partite non spostano di una virgola il giudizio, anche perché dopo il record di 11 successi di fila un rallentamento poteva starci». Adesso, però, occorre riprendere a correre, già dal match con i pugliesi. «All’andata ci hanno affrontato quasi con la formazione-tipo e mi hanno davvero impressionato. Non nascondo che rimontare due gol sarebbe stato più fattibile rispetto al 4-1 dell’andata, ma aggiungo anche che sono convinto che quella di giovedì sarà tutta un’altra partita, soprattutto se sbloccheremo presto il risultato».
(Fonte: Mattino di Padova)