Live 24! Padova-Pro Patria 3-1, biancoscudati sesti a -7 dal duo Bassano-Alessandria

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Ore 21.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Alla vigilia un po’ tutti avrebbero firmato per tornare da Cesena con un pareggio, ma al termine del match in casa biancorossa c’è molto rammarico. «Il Vicenza strameritava di vincere ma il calcio è questo – spiega a fine gara Franco Lerda – portiamo a casa un punto con molto rammarico ma sono orgoglioso di questi ragazzi: ci siamo compattati nei momenti di difficoltà e abbiamo chiuso in crescendo colpendo un palo e una traversa. Complimenti ai miei per la grande prestazione, la squadra ha dato segnali importanti sotto tutti i punti di vista. A livello fisico siamo in netta crescita ma abbiamo fatto passi in avanti anche dal punto di vista della convinzione». Soddisfatto Mario Sampirisi anche se nel finale il suo tiro ha colpito la traversa a Gomis battuto. «E’ un peccato per gli ultimi due pali – sottolinea il difensore — e forse se l’avessi presa peggio sarebbe entrata… Peccato perché avremmo meritato di vincere, siamo stati bravi a giocarcela sempre alla pari con una squadra molto più in alto in classifica. Ragusa? Bel duello e al fischio finale ci siamo abbracciati perché c’è una grande stima tra di noi».

Ore 20.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Erano in circa 700 i tifosi biancorossi presenti a Cesena e tanto affetto e sostegno al Vicenza è stato ricambiato dai biancorossi con una prestazione più che positiva. La squadra di Franco Lerda ha sofferto solo nel primo quarto d’ora quando l’ex Ragusa, attaccando dalla parte sinistra della difesa berica, ha trovato varchi interessanti andando al tiro da posizione pericolosa senza però mai trovare lo specchio della porta ben difesa da Benussi. Nei primi quindici minuti iniziali il Vicenza ha sofferto, oltre all’intraprendenza dell’ex Ragusa, anche la posizione di trequartista di Garritano che si è mosso tra la linea difensiva e la mediana biancorossa che, almeno inizialmente, non è riuscita a trovare le giuste contromisure. Superata però la sfuriata iniziale dei padroni di casa, il Vicenza ha saputo guadagnare campo e rendersi pericoloso con una bella triangolazione tra Vita, Galano e Signori, e poi trovando il gol con Ebagua che ha sfruttato un assist di Galano che l’attaccante nigeriano ha scaraventato in rete anticipando sia Caldara che l’estremo difensore del Cesena Gomis. La squadra biancorossa, sbloccato il risultato, ha gestito il vantaggio fino al riposo anche se i padroni di casa hanno avuto una reazione molto intensa che però, oltre a una serie di calci d’angolo, non ha portato ad azioni pericolose dalla parti di Benussi. Nell’intervallo Drago, che è stato secondo di Lerda sei stagioni fa quando i due hanno lavorato a Crotone, ha deciso di puntare sulla qualità di Ciano togliendo dal campo Garritano che dopo un buon avvio è andato via via spegnendosi. La mossa si è rivelata vincente perché proprio Ciano al 52’, partendo dalla trequarti berica, si è inventato una percussione centrale chiusa con un delizioso assist per Rosseti che, solo davanti a Benussi, ha trafitto il portiere berico con un tiro in diagonale che si è infilato nell’angolo lontano. Raggiunto il pareggio e sostenuto a gran voce dalla tifoseria romagnola, il Cesena per qualche minuto ha dato l’idea di poter chiudere il Vicenza nella sua metà campo, e creare le premesse per prendersi i tre punti in palio. Il Vicenza però ha saputo chiudere bene gli spazi agli avanti del Cesena, ripartendo con pericolosi contropiedi come al 64’ quando, su una palla rubata a centrocampo da Signori, Giacomelli ha servito a Vita il pallone del nuovo vantaggio che l’ex monzese però ha sprecato calciando debolmente tra le braccia di Gomis. La partita, almeno fino al 75’, è stata in equilibrio ma nel quarto d’ora finale è stato il Vicenza a prendere in mano la gara. A centrocampo Moretti e Signori riuscivano a far girare bene la palla, sfruttando la vivacità di Vita a destra e soprattutto di Galano. Proprio l’ex barese all’88’, dopo essersi liberato al limite, ha colpito il palo con un gran sinistro e al 91’ Sampirisi, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ha colpito la traversa. Al triplice fischio finale per il Vicenza c’è un punto che, per quanto visto in campo, lascia più di qualche rammarico. Ma l’importante, in un match difficile come quello del Manuzzi, era muovere la classifica e restare vivi nel gruppo che lotta per evitare la Lega Pro.

Ore 20.10 – Giuseppe Bergamin: “La rincorsa ai playoff? Già è difficile, se poi giochiamo così… Oggi sono arrivati i tre punti ma è mancata la promozione. Ho visto in campo una bella squadra, e questa è la Pro Patria. Non ho visto una bella partita e quindi non sono soddisfatto! È mancata la voglia di fare il risultato, che è arrivato solo grazie agli episodi”

Ore 20.05 – Sala stampa, Pillon: “Neto Pereira? E’ un giocatore fondamentale, un esempio anche per i giovani. Va imitato per come si comporta, soprattutto per i più giovani che magari non sputano sangue e io non regalo niente a nessuno. Se Neto merita di giocare va in campo, voglio il massimo sempre e lui lo fa. Se non abbiamo la mentalità di fare il massimo non si va da nessuna parte. Da calciatore e da allenatore mi sono sempre dovuto sudare e nessuno ha mai regalato niente e questo deve essere un insegnamento per tutti. Il mio è un discorso in generale, Neto ha avuto problemi e infiammazioni, non stava bene, ma ha fatto di tutto per esserci ed è stato il migliore in campo. A 37 anni va ammirato. Se tutti avessimo il suo atteggiamento otterremmo di più. Oggi ho visto qualcuno giocare con sufficienza e questo non mi va bene, anche se il traguardo sembra impossibile ormai. Oggi qualcosa di atteggiamento abbiamo sbagliato. Con l’Albinoleffe? Mi aspetto che andiamo la per vincere, speriamo di recuperare qualche giocatore. De Risio? Si è allungato il flessore. Quella di oggi deve essere un monito anche in futuro, perché bisogna dare tutto sempre. Oggi l’abbiamo dato solo alla fine quando ci siamo arrabbiati. Cunico? Purtroppo con questo sistema di gioco fa fatica, se parte dall’inizio soffre un po’ i ritmi. Oggi volevo farlo entrare ma poi nel susseguirsi della partita non ho potuto mandarlo in campo. Lui è un bravissimo professionista. Favalli? Ha preso una botta, bisognerà valutare bene. Adesso dobbiamo continuare a giocare per vincere, poi vedremo, non c’è altra strada”.

Ore 20.00 – Sala stampa, Pillon: “Il calcio è strano, fai la peggior partita da quando sono qua e vinciamo 3-1 poi a Pordenone perdiamo. All’inizio forse col vantaggio ci siamo illusi che sarebbe stato facile, poi invece prendi gol e vai in difficoltà. Prima della partita avevo detto che se non facevamo le cose bene andavamo in difficoltà. L’evidenza è che abbiamo anche dei problemi, quando non sei in grande condizione bisogna avere la testa giusta. E’ un periodo in cui abbiamo tanti infortuni e stiamo pagando la lunga rincorsa. Guardiamo comunque il bicchiere mezzo pieno, allora se quando giochi male fai anche risultato va bene così. I fischi? Mi dispiace, soprattutto per i calciatori, ma bisogna sapere accettare anche le critiche che nel calcio ci sono. Padova è una piazza importante e competente, vanno accettate anche queste situazioni. Sappiamo che è così. Ringrazio la Tribuna Fattori, perché nonostante la brutta partita non hanno mai mollato e ci hanno incitato sempre”.

Ore 19.55 – Francesco Finocchio: “I playoff? Noi ci speriamo come sempre, ma serve un passo falso dell’Alessandria o del Bassano. La partita? Dopo l’1-0 forse pensavamo di averla già chiusa, e invece la Pro Patria ha dimostrato che basta un episodio per riaprire tutto. Dopo il pareggio però abbiamo reagito imponendo nuovamente il nostro gioco. Il gol? Sono contento, ma è stato facile perché Neto Pereira ha fatto una grande giocata”.

Ore 19.50 – Neto Pereira: “Oggi contava soprattutto la vittoria, anche se potevamo fare meglio. Noi continuiamo a fare la nostra parte. Il mio gol? Bello ed importante, perché è arrivato in un momento in cui facevamo fatica ad imporre il nostro gioco. La gara con l’AlbinoLeffe? Sarà dura anche quella”.

Ore 19.45 – Roberto Bonetto: “I playoff? Dobbiamo sperarci finché la matematica non ci dà contro, e dobbiamo farlo anche per i nostri tifosi. Non va inoltre dimenticato che se arriviamo in alto in classifica . Non è stata una bella partita, nella ripresa ci siamo un po’ seduti ma il risultato è comunque dalla nostra parte, ed è ciò che conta. Il futuro? In settimana ci sarà un incontro coi soci”.

Ore 19.40 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 66, Pordenone 56, Alessandria e Bassano 55, FeralpiSalò 49, Padova 48, Cremonese 46, Pavia e Reggiana 45, SudTirol 40, Giana Erminio, Lumezzane e Renate 35, Pro Piacenza 34, Cuneo 30, Mantova 26, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 19.35 – Lega Pro girone A, fischio finale: Giana Erminio-Alessandria 0-3.

Ore 19.30 – Termina la partita: Padova- Pro Patria 3-1 (5′ pt Altinier (Pd), 9′ st Montini (Pp), 21′ st Neto Pereira (Pd), 43′ st Finocchio (Pd)).

Ore 18.20 – Fine primo tempo: Padova-Pro Patria 1-0.

Ore 17.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Alla vigilia un po’ tutti avrebbero firmato per tornare da Cesena con un pareggio, ma al termine del match in casa biancorossa c’è molto rammarico. «Il Vicenza strameritava di vincere ma il calcio è questo – spiega a fine gara Franco Lerda – portiamo a casa un punto con molto rammarico ma sono orgoglioso di questi ragazzi: ci siamo compattati nei momenti di difficoltà e abbiamo chiuso in crescendo colpendo un palo e una traversa. Complimenti ai miei per la grande prestazione, la squadra ha dato segnali importanti sotto tutti i punti di vista. A livello fisico siamo in netta crescita ma abbiamo fatto passi in avanti anche dal punto di vista della convinzione». Soddisfatto Mario Sampirisi anche se nel finale il suo tiro ha colpito la traversa a Gomis battuto. «E’ un peccato per gli ultimi due pali – sottolinea il difensore — e forse se l’avessi presa peggio sarebbe entrata… Peccato perché avremmo meritato di vincere, siamo stati bravi a giocarcela sempre alla pari con una squadra molto più in alto in classifica. Ragusa? Bel duello e al fischio finale ci siamo abbracciati perché c’è una grande stima tra di noi».

Ore 17.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Erano in circa 700 i tifosi biancorossi presenti a Cesena e tanto affetto e sostegno al Vicenza è stato ricambiato dai biancorossi con una prestazione più che positiva. La squadra di Franco Lerda ha sofferto solo nel primo quarto d’ora quando l’ex Ragusa, attaccando dalla parte sinistra della difesa berica, ha trovato varchi interessanti andando al tiro da posizione pericolosa senza però mai trovare lo specchio della porta ben difesa da Benussi. Nei primi quindici minuti iniziali il Vicenza ha sofferto, oltre all’intraprendenza dell’ex Ragusa, anche la posizione di trequartista di Garritano che si è mosso tra la linea difensiva e la mediana biancorossa che, almeno inizialmente, non è riuscita a trovare le giuste contromisure. Superata però la sfuriata iniziale dei padroni di casa, il Vicenza ha saputo guadagnare campo e rendersi pericoloso con una bella triangolazione tra Vita, Galano e Signori, e poi trovando il gol con Ebagua che ha sfruttato un assist di Galano che l’attaccante nigeriano ha scaraventato in rete anticipando sia Caldara che l’estremo difensore del Cesena Gomis. La squadra biancorossa, sbloccato il risultato, ha gestito il vantaggio fino al riposo anche se i padroni di casa hanno avuto una reazione molto intensa che però, oltre a una serie di calci d’angolo, non ha portato ad azioni pericolose dalla parti di Benussi. Nell’intervallo Drago, che è stato secondo di Lerda sei stagioni fa quando i due hanno lavorato a Crotone, ha deciso di puntare sulla qualità di Ciano togliendo dal campo Garritano che dopo un buon avvio è andato via via spegnendosi. La mossa si è rivelata vincente perché proprio Ciano al 52’, partendo dalla trequarti berica, si è inventato una percussione centrale chiusa con un delizioso assist per Rosseti che, solo davanti a Benussi, ha trafitto il portiere berico con un tiro in diagonale che si è infilato nell’angolo lontano. Raggiunto il pareggio e sostenuto a gran voce dalla tifoseria romagnola, il Cesena per qualche minuto ha dato l’idea di poter chiudere il Vicenza nella sua metà campo, e creare le premesse per prendersi i tre punti in palio. Il Vicenza però ha saputo chiudere bene gli spazi agli avanti del Cesena, ripartendo con pericolosi contropiedi come al 64’ quando, su una palla rubata a centrocampo da Signori, Giacomelli ha servito a Vita il pallone del nuovo vantaggio che l’ex monzese però ha sprecato calciando debolmente tra le braccia di Gomis. La partita, almeno fino al 75’, è stata in equilibrio ma nel quarto d’ora finale è stato il Vicenza a prendere in mano la gara. A centrocampo Moretti e Signori riuscivano a far girare bene la palla, sfruttando la vivacità di Vita a destra e soprattutto di Galano. Proprio l’ex barese all’88’, dopo essersi liberato al limite, ha colpito il palo con un gran sinistro e al 91’ Sampirisi, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ha colpito la traversa. Al triplice fischio finale per il Vicenza c’è un punto che, per quanto visto in campo, lascia più di qualche rammarico. Ma l’importante, in un match difficile come quello del Manuzzi, era muovere la classifica e restare vivi nel gruppo che lotta per evitare la Lega Pro.

Ore 16.55 – Lega Pro girone A, fischio finale: Bassano-Pro Piacenza 1-3, Mantova-Pavia 1-0, Reggiana-Cittadella 2-2.

Ore 16.40 – (Giornale di Vicenza) Alla fine l’unica squadra che può recriminare è il Vicenza e lo sa bene il tecnico del Cesena, Massimo Drago. Sa che la sua squadra ha rischiato («per fortuna non abbiamo perso», si lascia sfuggire l’ex trainer del Crotone), però ritiene che il risultato sia giusto. «Siamo stati fortunati nell’occasione del palo colpito dal Vicenza, però nell’economia generale della gara credo che il pareggio fosse il risultato giusto. Probabilmente sarebbe andata diversamente se avessimo sbloccato per primi la partita, c’è rammarico per questo. Abbiamo subìto gol al primo tiro in porta dell’avversario, mentre noi abbiamo creato tre occasioni per andare in vantaggio senza riuscirci. La rete ci ha tagliato le gambe – ammette Drago – però poi qualcosa c’è stato». Quello che più soddisfa il tecnico è la prestazione, nonostante non sia arrivato il punteggio pieno che fa perdere qualche posizione in classifica al Cesena. «La squadra ha dato tutto, nonostante la stanchezza accumulata in settimana a causa dell’influenza che ha colpito alcuni dei miei ragazzi. Avevamo preparato la partita cercando di attaccare gli spazi, vista l’assenza di Djuric e attaccando la profondità con Rosseti. Ci siamo riusciti solo per i primi venti minuti, poi ci siamo disuniti. Così ho dovuto cambiare modulo per cercare di mantenere l’equilibrio e ci siamo riusciti».

Ore 16.30 – (Giornale di Vicenza) Cristian Galano ci ha preso gusto. Dopo il sinistro fulminante all’incrocio dei pali contro il Livorno, anche a Cesena l’attaccante pugliese ha inventato una conclusione stupenda dalla distanza, respinta purtroppo dal palo. «Ho l’impressione che l’abbia toccata il portiere per mandarla sul palo, quindi gli devo fare i complimenti – dice – Quando ho visto lo spazio ci ho provato, stavolta non è andata, ma ci teniamo stretti il punto e la grande prestazione di tutta la squadra». Anche in questa partita, giocando al centro dietro il centravanti, Galano si è trovato particolarmente bene: «Posso svariare dappertutto, cercare il tiro, provare l’uno contro uno… Sono molto a mio agio in quella posizione, spero di poter continuare su questi livelli». Il gol stavolta non è arrivato, ma è arrivato l’assist perfetto per la rete di Ebagua: «È un’azione che proviamo anche in allenamento – spiega Galano -. Giulio è stato bravissimo a trovare lo spazio per concludere a rete».L’altro legno di giornata porta la firma di Mario Sampirisi: «Anche oggi ci hanno seguito in tanti e si sono fatti sentire: segnare quel gol proprio davanti a loro sarebbe stato il massimo – si rammarica il difensore siciliano – Purtroppo ho colpito la palla troppo bene, magari se la svirgolavo un po’ entrava in porta…». Nella ripresa, sulla sua fascia, il terzino si è dovuto confrontare con un vecchio amico come Tonino Ragusa: «Trovarselo di fronte è sempre bello e stimolante, perché è un cavallo che corre tanto e ti sa mettere in difficoltà – riconosce Sampirisi – Però in questa partita tutto sommato siamo riusciti a contenere bene il Cesena, dopo aver preso le misure all’inizio. Considerando i due legni colpiti, alla fine resta un po’ di rammarico, ma teniamoci stretta l’ottima prestazione. Se il Vicenza sarà sempre questo, ci toglieremo più di una soddisfazione».

Ore 16.20 – (Giornale di Vicenza) Si può pareggiare a Cesena e, anziché essere pienamente soddisfatti, masticare con un po’ di amarezza? Si può eccome, se negli ultimi minuti il Vicenza ha costretto i romagnoli nella loro metà campo, colpendo un palo e successivamente anche una traversa. Ecco perché il tecnico biancorosso, Franco Lerda, a fine partita recrimina per il successo mancato allo stadio Dino Manuzzi di Cesena: «Il Vicenza strameritava di vincere, però il calcio è questo – commenta l’allenatore subentrato a Pasquale Marino- Prendiamo solo un punto con molto rammarico, però sono orgoglioso dei miei ragazzi perché hanno giocato da squadra, sempre: anche nei momenti di difficoltà ci siamo compattati molto bene».Certo che a pensare a quei due legni colpiti nel finale…Abbiamo finito in crescendo, questo è stato evidente e mi fa molto piacere. Abbiamo colpito un palo, una traversa, ma forse il rimpianto maggiore è per quella ripartenza sei contro due clamorosa, in cui avremmo dovuto fare gol.Il Vicenza ha chiuso in crescendo negli ultimi minuti: anche questo è un segnale importante, è d’accordo?Abbiamo dato segnali importanti sotto tutti i punti di vista. Chiaro che l’aspetto atletico è rilevante, ma il fatto di aver chiuso il Cesena nella sua metà campo è anche sintomo di una personalità ritrovata, dell’atteggiamento giusto che delinea il percorso di crescita avviato: anche per questo sono orgoglioso dei miei giocatori e di come hanno approcciato l’incontro. Che cosa ha permesso, in queste settimane, di ritrovare un Vicenza più determinato e concreto?Il merito è dei miei giocatori che sono uomini veri e grandi professionisti: durante la settimana si applicano con impegno, attenzione e responsabilità negli allenamenti. Contro il Cesena hanno messo in campo una prestazione con la “p” maiuscola sotto ogni punto di vista, e hanno comunque ottenuto un risultato molto importante, perché strappare un punto su questo campo non era facile. Se poi andiamo a vedere come è arrivato questo risultato, e siamo pure qui a rimpiangere due punti persi, sono ancora più orgoglioso e fiducioso.L’appuntamento con i tre punti è rimandato a sabato prossimo, quando al Menti arriverà la Ternana?Attenzione, perché sarà una partita tutt’altro che facile, come tutte da qui alla fine. Di sicuro se continueremo a giocare in questo modo le vittorie arriveranno, ma noi dobbiamo preparare ogni singolo incontro con la stessa meticolosità. Confido nei miei giocatori, che con quest’ultima prestazione a Cesena hanno dimostrato di avere valori importanti.

Ore 16.10 – (Giornale di Vicenza) Romba il cielo di Romagna quando Giulione Ebagua piazza una zampata alla… Raicevic sottoporta. Romba ed elettrizza i biancorossi. Il minuto è il 35′ e mentre cadono i primi goccioloni di un temporale che sa d’estate, il Vicenza realizza appieno che si trova in una terra di sogni e sognatori cominciando ad accarezzare il suo. Ed è un sogno che non si spegne nemmeno al 7′ della ripresa quando Rosseti, in posizione leggermente sospetta, rettifica in rete l’assist del nuovo entrato Ciano per l’1-1 che sarà poi il risultato definitivo. Il sogno biancorosso di espugnare il “Manuzzi” non si spegne per una ragione molto semplice: perchè il Vicenza gioca a testa alta, non si accontenta del pari, mette sotto una delle terze forze del torneo e nel finale rischia di vincere con due eurogol (un tempo si diceva così e ora stabiliamo che va benissimo anche al giorno d’oggi) firmati Galano e Sampirisi. Robe che se la palla anzichè timbrare i legni finisce nel sacco le puoi raccontare ai nipotini.Che il Vicenza sia in partita lo si evince da come tiene il campo. Lerda fa esattamente quel che si era prefissato ed aveva annunciato, e cioè dispone i suoi undici uguali a quelli di Ascoli con il 4-2-3-1. Drago invece preferisce inizialmente Garritano a Ciano, tenta un iniziale 4-3-1-2 salvo poi – avendo capito che i suoi non…capiscono – tornare sui propri passi con un assetto speculare a quello del Lane che nel frattempo ha alzato le proprie insegne nelle zone nevralgiche del sintetico romagnolo e si limita a prendere un rischio (grosso, per vero dire) con Ragusa lanciato da Kessie a tu per tu con Benussi (13′, eccellente il portierone biancorosso), manda Brighenti a chiudere con grande tempismo su Rosseti (15′) e gioca come sa e può. Al 21′ Moretti s’inventa un delizioso assist per Signori il quale, appostato al limite, perde l’attimo fatale per concludere. Al 28′ è Ebagua che tenta la spaccata a tu per tu con Gomis ma ci arriva con lieve ritardo. Ed ecco, al 35′, quella che sembra la più logica conseguenza di come si stanno svolgendo le cose: Giacomelli imposta l’azione, porge a Ebagua che a sua volta libera Galano verso il fondo, a sinistra, portandosi verso la porta; il mancino del foggiano è troppo invitante per rinunciarvi e sfruttando un ritardo nell’uscita di Gomis e nella chiusura di Caldara, il nigeriano insacca e festeggia mimando il toro inseguito dai compagni: 0-1. Mirabilandia è questa. Ripresa. Drago si ricrede su Garritano e al suo posto inserisce Ciano: per il Cesena è la svolta (tardiva) della gara. Subito insidioso il neoentrato su una punizione che Benussi para (5′). È la prova prima del gol, che giunge due minuti dopo: 7′, Ciano verticalizza per Rosseti, la retroguardia biancorossa ha una titubanza fatale e la rasoiata ravvicinata non lascia scampo a Benussi. Fine delle illusioni? Macchè. Il Vicenza torna a giocare, serra i ranghi, si compatta e riparte mentre Raicevic prende il posto di Ebagua non in perfette condizioni. E al 19′ una delle occasionissime per ritrovare il vantaggio: Giacomelli s’invola, macina metri su metri, i biancorossi avanzano al galoppo e si trovano in clamorosa superiorità numerica (5 contro 2), il pallone arriva dalle parti di Vita che si produce in un sinistro trattenuto, affatto esplosivo, innocuo. L’esatto contrario di quel che ti saresti aspettato a conclusione di una fase così travolgente. Su capovolgimento di fronte riecco Ciano prodursi in un tiro al veleno sul quale Benussi compie un piccolo prodigio deviando in angolo.Passano i minuti, entra Sbrissa per Giacomelli ed è la spinta aggiuntiva che ci voleva per trovare il Vicenza arrembante nel finale quando Galano, memore della prodezza di sabato scorso, prende la mira dai 25 metri ed esplode il suo sinistro. Gomis sembra impietrito ma l’estremo difensore cesenate trova un guizzo decisivo per deviare di quel tanto che basta la palla mandandola a stamparsi sul palo alla sua destra. Romba ancora il cielo e pare voler dare la carica ai ragazzi di Lerda al punto che, nel cuore del recupero, Sampirisi (!) sgancia un destro di collo pieno in diagonale che va a scheggiare la traversa. Finita? Quasi. Perchè al 90’+4 Moretti si trova a calciare dalla mattonella preferita una punizione che pare disegnata dal destino. Ma il destino volta la testa da un’altra parte perchè la palla finisce alta, fra le braccia dei tifosi biancorossi. Comunque, e a ragione, in festa.

Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) È fatta. I supporters neroverdi possono pianificare le ferie tenendo conto delle date dei playoff. Il successo sul Feralpi è più di un’ipoteca sull’over season. I gardesani, quinti, ora sono 7 punti dietro. Ai ramarri basterebbe probabilmente arrivare quarti per ottenere il pass, ma parlare di quarto posto oggi che il Pordenone è secondo (a quota 56) in attesa del match fra Bassano (55) e Pro Piacenza, dopo quanto si è visto ieri al Bottecchia è riduttivo e ipocrita. Stefani e compagni possono contendere al Bassano la piazza d’onore e mettere pure in apprensione la capolista Cittadella alla quale faranno visita fra 8 giorni. Match stupendo. Il migliore visto a Bottecchia quest’anno. Aimo Diana, che doveva rinunciare a tre difensori squalificati, ha cercato di vincerlo con l’organizzazione. Tedino l’ha vinto con il talento dei suoi solisti. I gol d’autore di Strizzolo, Ingegneri e Filippini e la parata da videoteca di Tomei sono le perle che hanno fatto letteralmente impazzire i 1.600 tifosi naoniani accorsi al velodromo cittadino. Prima frazione quasi tutta di marca salodiana. Diana ha abbandonato il collaudato 4-3-3 per presentare un’inedito 3-5-2 (con davanti Guerra e Bracaletti senza Romero confinato in panca) che ha scombussolato i piani di Tedino partito con una prima linea composta da Strizzolo e Berrettoni supportati dall’irrazionale fantasia di Cattaneo. Parte forte la Feralpi e già al 1′ reclama (inutilmente) un rigore quando Bracaletti frana davanti a Tomei. Al 20′ Fabbro serve Guerra che tocca indietro per Tortori il cui tiro secco viene fermato miracolosamente dal braccio allargato di Tomei. Pordenone pericoloso al 32′. Cattaneo mette in area per Strizzolo che svetta di testa. Caglioni alza in angolo. Il Feralpi marca una netta supremazia e non sorprende il vantaggio al 44′, quando dopo un prolungato giro palla con cross finale di Fabris, Guerra batte Tomei con un preciso colpo di testa. Si mette bene per i gardesani che possono operare in contropiede. Il Pordenone rischia il ko in avvio di ripresa quando Guerra prima spreca (47′) e poi si fa rubare la palla da Tomei in uscita (50′). Tedino cambia: dentro Filippini per Cattaneo. Ancorà Feralpi al 59′ con Maracchi che cerca in acrobazia il gol dell’ex. La palla sorvola la traversa. Cambia la partita. I ramarri si riversano in avanti, ma il gol arriva con un colpo d’incontro di Strizzolo che, su lungo lancio di Martin (64′) “brucia” i controllori e fa secco Caglioni. Impazzisce il Bottecchia. Accusa il Feralpi. Boniotti (66′) su assist dello scatenato Strizzolo centra la traversa. Vantaggio rimandato al 72′. Caglioni devia in angolo una botta di Pederzoli. Sullo spiovente dalla bandierina stacca Ingegneri e raddoppia. Diana manda in campo i 200 centimetri di Romero subito attivo con un assist per Guerra (76′) che firma doppietta e pareggio. Non ci stanno i ramarri. Hanno fiutato il sangue della vittima e vogliono scuoiarla. Spingono e mettono in apprensione gli avversari che all’80’ rischiano l’autogol con un difensore che colpisce il legno della sua stessa porta. L’impresa però è nell’aria. Arriva all’85’. Pederzoli su piazzato scodella in area per il taglio di Filippini che in acrobazia tocca con perfetto tempismo mandando la palla a scavalcare Caglioni in uscita. E’ apoteosi neroverde in un Bottecchia che canta tutta la sua gioia.

Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) È fatta. I supporters neroverdi possono pianificare le ferie tenendo conto delle date dei playoff. Il successo sul Feralpi è più di un’ipoteca sull’over season. I gardesani, quinti, ora sono 7 punti dietro. Ai ramarri basterebbe probabilmente arrivare quarti per ottenere il pass, ma parlare di quarto posto oggi che il Pordenone è secondo (a quota 56) in attesa del match fra Bassano (55) e Pro Piacenza, dopo quanto si è visto ieri al Bottecchia è riduttivo e ipocrita. Stefani e compagni possono contendere al Bassano la piazza d’onore e mettere pure in apprensione la capolista Cittadella alla quale faranno visita fra 8 giorni. Match stupendo. Il migliore visto a Bottecchia quest’anno. Aimo Diana, che doveva rinunciare a tre difensori squalificati, ha cercato di vincerlo con l’organizzazione. Tedino l’ha vinto con il talento dei suoi solisti. I gol d’autore di Strizzolo, Ingegneri e Filippini e la parata da videoteca di Tomei sono le perle che hanno fatto letteralmente impazzire i 1.600 tifosi naoniani accorsi al velodromo cittadino. Prima frazione quasi tutta di marca salodiana. Diana ha abbandonato il collaudato 4-3-3 per presentare un’inedito 3-5-2 (con davanti Guerra e Bracaletti senza Romero confinato in panca) che ha scombussolato i piani di Tedino partito con una prima linea composta da Strizzolo e Berrettoni supportati dall’irrazionale fantasia di Cattaneo. Parte forte la Feralpi e già al 1′ reclama (inutilmente) un rigore quando Bracaletti frana davanti a Tomei. Al 20′ Fabbro serve Guerra che tocca indietro per Tortori il cui tiro secco viene fermato miracolosamente dal braccio allargato di Tomei. Pordenone pericoloso al 32′. Cattaneo mette in area per Strizzolo che svetta di testa. Caglioni alza in angolo. Il Feralpi marca una netta supremazia e non sorprende il vantaggio al 44′, quando dopo un prolungato giro palla con cross finale di Fabris, Guerra batte Tomei con un preciso colpo di testa. Si mette bene per i gardesani che possono operare in contropiede. Il Pordenone rischia il ko in avvio di ripresa quando Guerra prima spreca (47′) e poi si fa rubare la palla da Tomei in uscita (50′). Tedino cambia: dentro Filippini per Cattaneo. Ancorà Feralpi al 59′ con Maracchi che cerca in acrobazia il gol dell’ex. La palla sorvola la traversa. Cambia la partita. I ramarri si riversano in avanti, ma il gol arriva con un colpo d’incontro di Strizzolo che, su lungo lancio di Martin (64′) “brucia” i controllori e fa secco Caglioni. Impazzisce il Bottecchia. Accusa il Feralpi. Boniotti (66′) su assist dello scatenato Strizzolo centra la traversa. Vantaggio rimandato al 72′. Caglioni devia in angolo una botta di Pederzoli. Sullo spiovente dalla bandierina stacca Ingegneri e raddoppia. Diana manda in campo i 200 centimetri di Romero subito attivo con un assist per Guerra (76′) che firma doppietta e pareggio. Non ci stanno i ramarri. Hanno fiutato il sangue della vittima e vogliono scuoiarla. Spingono e mettono in apprensione gli avversari che all’80’ rischiano l’autogol con un difensore che colpisce il legno della sua stessa porta. L’impresa però è nell’aria. Arriva all’85’. Pederzoli su piazzato scodella in area per il taglio di Filippini che in acrobazia tocca con perfetto tempismo mandando la palla a scavalcare Caglioni in uscita. E’ apoteosi neroverde in un Bottecchia che canta tutta la sua gioia.

Ore 15.00 – (Messaggero Veneto) E’ stremato, alla fine, ma felice e consapevole di ciò che ha di fronte: «Sì, abbiamo un piede nei playoff». Si sbilancia Tedino. Strano, per quanto è prudente, però la classifica lo giustifica: questa vittoria spinge la FeralpiSalò – la prima rivale fuori dagli spareggi – a 7 lunghezze. «Siamo messi bene – attacca l’allenatore del Pordenone in conferenza stampa –: abbiamo totalizzato sinora 56 punti, stiamo facendo cose importanti però non è finita. Mancano ancora quattro partite e di fronte a noi c’è la sfida con la capolista, il Cittadella, contro cui giocheremo lunedì 18. Certo è che oggi (ieri, ndr) abbiamo disputato un grande match, per certi versi era già vinto in partenza». Cioè? «La Feralpi, dopo 29 gare, ha cambiato sistema di gioco e si è sistemata col 3-5-2 per contrastare il nostro gioco – argomenta –. Non è poco. Nel primo tempo abbiamo sofferto, perché l’avversario non ci ha dato la profondità. Nella ripresa noi siamo cresciuti, loro sono calati e, inserendo Filippini, abbiamo creato quel 3 contro 3 centrale che è stata la chiave del match. Voglio sottolineare una cosa – aggiunge Tedino –: sul 2-2 un’altra squadra si sarebbe accontentata di gestire, noi invece siamo andati a cercare il 3-2. Questo è il segnale della mentalità che abbiamo sviluppato». Chiusura su Filippini: “E’ il nostro Totti – chiude il tecnico –. E’ un giocatore che ha qualità fuori dal comune per questa categoria. Ha segnato un gol straordinario, che merita altri palcoscenici». Anche Matteo Tomei si gode la sua giornata di festa: tre punti e quella parata incredibile sullo 0-0 su Tortori. «La conclusione era ravvicinata e io di prima intenzione mi sono buttato – afferma il portiere –. E’ andata bene e sono contento perché è stato un intervento fondamentale nell’economia del risultato». Playoff blindati? «Ormai sono quasi assicurati – spiega –: manca poco». Grande felicità anche per Andrea Ingegneri: «Da tanto cercavo questo gol, finalmente è arrivato – gioisce –. Siamo a un passo dal traguardo, ora non molliamo». Porta bene, infine, la madrina della gara, Maria Giovanni Elmi: la storica annunciatrice Rai, omaggiata con una maglia neroverde dal presidente Lovisa, ha seguito tutto il match in tribuna, divertendosi di fronte ai 5 gol e lo spettacolo in campo e sugli spalti.

Ore 14.40 – (Messaggero Veneto) Mauro Lovisa, che risiede nella patria delle barbatella, può già mettere in freezer il suo spumante più pregiato: manca poco per festeggiare. Sontuoso Pordenone. La squadra di Tedino, infatti, supera la FeralpiSalò e blinda i playoff di Lega Pro a 4 turni dalla fine. Ora i bresciani, prima squadra fuori dalla post-season si trovano a 7 punti, distanza forse insormontabile a questo punto. È l’epilogo di una gara vibrante, incredibilmente bella: i ramarri vanno sotto, rimontano, avanzano, vengono recuperati ma poi chiudono vincendo grazie al suo giocatore forse di maggiore talento, cioè Alberto Filippini, capace di inventarsi un gol da fuoriclasse all’85’ e regalare la vittoria ai suoi. Pensate: “Pippo” non aveva mai segnato in casa. Si è sbloccato nel giorno più importante e ora è a quota 8 reti, tante quante De Cenco, bomber brasiliano ora al Trapani. Entra e spacca la partita, il giocatore bresciano, che proprio all’andata aveva segnato un altro bel centro. Bravo Diana. Out Ranellucci e Leonarduzzi – i due centrali difensivi – e Tantardini, il terzino sinistro: trequarti della difesa titolare fuori per la FeralpiSalò. Cosa fa allora Diana, che è giovane ma non sprovveduto? “Apparecchia” un reparto arretrato a tre, adattando l’esterno Allievi come ultimo baluardo, e sistema sulle fasce due cursori come l’ottimo Fabris e Belfasti. Morale tattica: 3-5-2, con la linea di difesa e centrocampo attaccate e molto basse, volte a non dare profondità ai neroverdi. Scelta intelligente: chissà, magari avrà preso spunto dalla Reggiana, arrivata otto giorni fa al Bottecchia con lo stesso, efficace vestito, fatto sta che Diana imbriglia il Pordenone, togliendo i suoi punti di forza, il fraseggio e l’attacco allo spazio. Così il primo tempo è più di marca ospite che locale, tanto che già al 1’ sembra esserci un rigore su Tortori, non fischiato dall’arbitro. E’ l’inizio di una manovra martellante, con la miglior occasione arrivata al 23’: incurisione di Fabris sulla destra, palla in mezzo per Bracaletti che serve Tortori. Tiro perfetto da due passi per quest’ultimo, ma Tomei sembra Pagliuca e riesce a fare il miracolo. Il Pordenone fatica, il 4-3-1-2 di Tedino non è ficcante come al solito. Si fa pericoloso con Strizzolo – vola Caglioni a deviare in angolo l’inzuccata – ma nulla può al 45’, quando il tempo è quasi scaduto. Grande azione di Fabris sulla destra, cross teso al bacio per Guerra, ben liberatosi di Boniotti, colpisce di testa in solitudine: gol, vantaggio meritato e duplice fischio. La svolta. Primo tempo di grande spessore quello della Feralpi, che però spende molto e, nella ripresa, col passare dei minuti comincia ad abbassare l’intensità: così, dopo un tiro di Maracchi neutralizzato da Tomei, esce il Pordenone, che si guadagna la profondità al 20’ e colpisce. Lancio di Martin per Strizzolo, che brucia Carboni sullo spazio e, arrivato di fronte a Caglioni, non ha pietà: è l’1-1 e la svolta della gara, perché saltano gli schemi e il ritmo riprende a salire. Il Pordenone colpisce così una traversa con Boniotti, sfiorando quel 2-1 che trova 5’ più tardi: corner di Pederzoli, dal centro dell’area sbuca “Yuma” Ingegneri che di testa insacca: primo gol per il difensore in campionato. Paura e delirio. Diana capisce che c’è da cambiare qualcosa: dentro il pivot Romero (2 metri d’altezza) Feralpi a trazione anteriore. La mossa dà i suoi frutti. Palla proprio su Romero, che la smista per Guerra. Destro imparabile del bomber della Feralpi e 2-2. Tutto da rifare? Sì, proprio così, ma il Pordenone è in credito su un aspetto: Filippini, entrato nella ripresa, dei 7 gol segnati non ne ha ancora uno in casa. La rete al Bottecchia la cerca da tanto, non la trova: il tabù si spezza al 40’. Punizione deliziosa di Pederzoli, inserimento di Filippini, colpo in spaccata aerea e rete. E’ il fantastico gol del 3-2, delirio al Bottecchia. Il Pordenone poi conserva il vantaggio ed esulta con 1.600 tifosi. Play-off ormai a un passo.

Ore 14.10 – (La Provincia Pavese) Ogni qual volta si parla di Mantova-Pavia si pensa alla finale play off di serie C1 che nel giugno 2005 proiettarono i virgiliani in serie B. La gara di oggi al Martelli (ore 15) ha sicuramente peso diverso per due squadre che sono alle prese con una insoddisfazione comune. Per il Pavia quella di oggi è l’occasione almeno per dimostrare che dopo il ko interno con l’Alessandria c’è la volontà da parte dei giocatori di onorare la maglia fino alla fine, mantenendo aperto, almeno matematicamente, il discorso play off. E sul tema Stefano Rossini al termine della rifinitura di ieri mattina è stato chiaro con i suoi giocatori. «Dobbiamo solo pensare a fare il meglio possibile e finché la matematica non ci condanna credere ancora ai play off – ha spiegato il tecnico azzurro – ma soprattutto siamo professionisti e dobbiamo dare il massimo fino alla fine. Chi non se la sente deve essere sincero e dirlo. Ognuno deve spingere oltre il suo limite». Vuole risposte dalla sua squadra l’ex allenatore della Berretti del Pavia e non crede a un Mantova in difficoltà nonostante il terzultimo posto in classifica e cifre che dicono che la formazione allenata ora da Luca Prina, terzo mister biancorosso dopo Riccardo Maspero e Ivan Javorcic è un avversario in piena crisi: solo sette punti conquistati nel girone di ritorno e 395’ senza segnare reti, praticamente da quattro partite e mezza, dopo aver perso le ultime tre. «Se affrontiamo il Mantova pensando che sia in un momento difficile sbagliamo di grosso. Lo è per risultati, ma non per gioco – dichiara Stefano Rossini – la settimana scorsa a Salò nel primo tempo ha fatto la partita e ha perso di misura (0-1) solamente per un rigore subito nel finale (87’)». Ma a rendere più difficile la gara sono i problemi fisici che costringono il Pavia a rinunciare per problemi fisici ad Andrea Ferretti (fastidio muscolare all’adduttore), Azzi (guaio al tallone) e con uno Sforzini non al meglio per un problema cartilagineo al ginocchio. Sul finire della rifinitura di ieri anche Marco Cristini ha accusato un fastidio muscolare e ha dovuto dare forfait. Rientrano Carraro e Marchi, che saranno titolari a centrocampo in uno schieramento 3-5-2. Dal 1’ dovrebbero giocare gli ex Valerio Foglio e in difesa Angelo Sinicalchi a fianco di Malomo e Biasi. Nel Mantova Caridi fuori uso per uno stiramento, mentre l’ex Mattia Marchi, sofferente alla pianta del piede, dovrebbe stringere i denti e giocare a fianco di Beretta.

Ore 13.50 – (Gazzetta di Mantova) Sono giorni caldi per il Mantova anche fuori dal terreno di gioco. La Sdl, ufficialmente sponsor dell’Acm ma di fatto proprietaria (attraverso persone fisiche) del 55% del club sta stringendo i tempi per capire come portare avanti il progetto biancorosso. E anche “se” portarlo avanti. Il patron Serafino Di Loreto, infatti, non nasconde che «se tutti i soggetti su cui contavamo fin dal nostro arrivo per fare questo viaggio insieme dovessero abbandonarci, noi trarremmo le conseguenze. Siamo gente seria, per cui pagheremmo tutto ciò che c’è da pagare e iscriveremmo la squadra al prossimo campionato, ma poi consegneremmo le chiavi a chi di dovere (il sindaco, ndr) e non resteremmo a dispetto dei santi». Di Loreto precisa subito che questa è un’ipotesi limite, perché «la nostra intenzione è quella di andare avanti. Auspichiamo che i soci mantovani restino al nostro fianco e che le istituzioni aprano un tavolo per sensibilizzare tutte le categorie produttive (e non solo), affinché si riesca a dare slancio al progetto Mantova. Quando siamo arrivati, salvando la società e versando 400mila euro per pagare gli stipendi dello scorso campionato, il quadro era questo: Bompieri, Tirelli e Giovanardi sarebbero rimasti al nostro fianco per tre anni e il sindaco Palazzi chiamava il presidente Musso a mezzanotte, invitandolo a entrare nell’Acm e assicurandogli che poi ci avrebbe sostenuto coinvolgendo l’imprenditoria locale. Ciò finora non è avvenuto, ma noi continuiamo a sperare che avvenga. Bisogna capire se il Mantova, che sul piano giuridico è una società privata ma che nei fatti ha una straordinaria rilevanza sociale, interessa davvero alle forze del territorio. Noi saremmo disposti ad allargare il più possibile la base societaria, il mio sogno sarebbe addirittura quello di coinvolgere tutte le categorie in società, per poi nominare un direttorio che abbia il compito di agire nel concreto». Nel frattempo, la Sdl guarda anche all’esterno per trovare potenziali partner: «Oggi o domani incontrerò dei professionisti che rappresentano industriali del Nord Italia – spiega Di Loreto -. Siamo ai primi passi, dobbiamo fornire loro cifre e informazioni, poi vedremo cosa ne verrà fuori. Siamo i primi a darci da fare per rafforzare il progetto, ma ripeto: quando siamo arrivati, abbiamo sempre detto che non volevamo fare da soli, ma contribuire a un progetto che avesse una marcata presenza mantovana. Se ciò non sarà possibile e ci troveremo abbandonati, ne trarremo le conseguenze».

Ore 13.40 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova torna in campo al Martelli contro il Pavia e va a caccia dei primi punti della gestione Prina, finora caratterizzata da tre sconfitte e anche dalla mancanza di gol. L’avversario è tecnicamente d’alto calibro, ma potrebbe avere un calo di motivazioni visto il ritardo (ormai probabilmente incolmabile) che accusa dalla zona playoff. Non a caso, alla vigilia del match il tecnico mantovano Stefano Rossini, che allena il Pavia, chiede ai suoi di «onorare il campionato fino alla fine», mentre sul fronte biancorosso Luca Prina tuona: «Dobbiamo avere più fame di loro, ho chiesto ai ragazzi di mettere in campo fin dal primo minuto più rabbia, più determinazione e più orgoglio degli avversari. Sono infastidito, anzi inc… Adesso voglio punti e basta, con gli alibi nel calcio non si va da nessuna parte». Fra i possibili “alibi” di giornata ci sono le assenze di capitan Caridi («un elemento per noi importantissimo») e Trainotti («verrà in panchina ma non sta bene»), nonché le condizioni precarie di Marchi «che ha dolore al piede ma spero ce la farà». Se desse forfeit anche lui, in attacco Prina schiererebbe «Falou o Tripoli» al fianco di Berretta. Quest’ultimo sarà la novità della domenica insieme ai rientranti Lo Bue, Di Santantonio e Cristini. Proprio Cristini insieme a Marchi è l’ex di turno ma non sfiderà il fratello Marco, che gioca nel Pavia e si è infortunato nella rifinitura di ieri mattina. Oltre al centrocampista, il Pavia dovrà fare a meno anche del bomber Ferretti e dell’attaccante brasiliano Azzi. Potrebbero essere in campo dall’inizio, invece, gli ex biancorossi Siniscalchi e Foglio. Per quanto riguarda il match, mister Prina oltre a chiedere ai suoi una grande prova d’orgoglio, spera anche che per una volta gli episodi girino per il verso giusto: «Ho rivisto anche la partita di Salò e ci sarebbe tanto da recriminare, ma da sempre la sfortuna accompagna le squadre più deboli – dice il tecnico -. Siamo noi che dobbiamo andarci a cercare gli episodi favorevoli, attaccandoci a tutto e soprattutto alle palle inattive e ai contropiede, che saranno aspetti decisivi anche quando arriveremo ai playout». Sul match incombe anche l’incertezza sull’atteggiamento del pubblico, visto che in settimana al Te è comparso un enorme striscione contro la squadra: «Questo non mi preoccupa – dice Prina al riguardo – preferisco avere mille persone che mi aspettano fuori piuttosto che vivere nell’indifferenza. Quella fa più male, credetemi perché l’ho provata sulla mia pelle. E poi, la gente ha ragione: se io fossi stato un tifoso e avessi vissuto un’annata così, avrei fatto sicuramente ben di peggio. La critica del pubblico va rispettata – conclude l’allenatore -, sta a noi meritarci affetto con prestazioni all’altezza». In prevendita sono stati acquistati 179 biglietti, dei quali 26 di curva ospiti.

Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Penna, carta, calcolatrice. E tanta voglia di scrollarsi di dosso quelle incertezze che continuano a dominare la scena, soprattutto se capitano giornatacce come quella contro il Pavia. A Bassano, però, il successo contro il Cittadella ha fatto tornare il buon umore a tutto l’ambiente, che adesso crede nell’impresa di staccare la concorrenza e, chissà, magari di dare un po’ di fastidio pure alla capolista. Intendiamoci: il primo posto pare oggettivamente fuori dalla portata ma Stefano Sottili tiene alta la tensione proprio per non lasciare nulla d’intentato. A guardare il calendario, infatti, il Cittadella ha la salita più complicata, da affrontare comunque comodamente con un tesoretto di ben dieci punti. «Oggi (calcio d’inizio alle ore 15, ndr ) contro il Pro Piacenza — evidenzia l’allenatore giallorosso — ci aspetta un’altra partita difficile, contro un avversario che ha conquistato molti punti in trasferta grazie alle proprie caratteristiche fisiche e grazie alla capacità di difendere basso e ripartire in velocità. Possono contare su giocatori offensivi temibili e rapidi come Rantier, Speziale, Alessandro, Orlando e Barba, che credo sia anche uno tra i giovani più interessanti in Lega Pro. Non dovremo avere fretta e frenesia, servirà invece molto equilibrio, personalità e capacità di fare la partita, stando attenti alle loro eventuali ripartenze e non concedendo loro palle inattive, nelle quali sanno essere molto pericolosi». Sottili ha un pensiero particolare dopo il blitz del Tombolato ed è una mano tesa ai tifosi, che non hanno fischiato dopo il 4-1 subito in casa dal Pavia, applaudendo anzi la squadra: «La vittoria di Cittadella la voglio dedicare ai nostri tifosi, che dopo la gara persa in malo modo in casa contro il Pavia ci hanno applaudito comunque — sottolinea l’allenatore — non era una cosa scontata, è un segnale che anche il nostro pubblico è maturato e sono contento che molti di questi abbiamo potuto gioire insieme a noi al Tombolato». Riguardo alla formazione, pochi dubbi. Voltan è ko, Piscitella ben difficilmente sarà della partita dopo l’uscita di scena anticipata di lunedì a Cittadella. Tutte indicazioni che vengono confermate dal tecnico giallorosso anche se Piscitella verrà «testato» nelle ore che precedono il fischio d’inizio del match. «Purtroppo Voltan ha avuto un problema al tibiale nei giorni scorsi — chiude Sottili — e spero di poterlo recuperare al più presto, anche perché aveva dimostrato di stare bene e di potersi quindi ritagliare il proprio spazio».

Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Il pericolo in domeniche del genere è credere di potersi recare allo stadio in infradito e telo da bagno a stendere la tovaglia del pic nic e lo sdraio abbronzante. Capita dopo le grandi imprese, perchè la scorribanda di Cittadella va ascritta di diritto a questo filone. Poi però arrivano squadre come la Pro Piacenza, cioè il pane più duro da mordere di questo campionato, figurarsi da spezzare. «Infatti chi giudica semplice una partita simile – avverte Sottili – sa poco di Lega Pro e ancora meno di calcio. Sono i duelli più insidiosi, contro una formazione che in trasferta sinora ha fatto benissimo, che è reduce dallo scoppiettante 0-4 di Bergamo e che, soprattutto, pare fatta apposta per farti male negli spazi. Inoltre lotta per la salvezza e quando si battaglia per la vita si produce sempre qualcosa di più».Ergo, leggere attentamente il foglietto con le istruzioni distribuito dallo skipper: «Loro difendono basso e difendono bene – illustra il Pelatone – quindi ripartono in gran velocità poggiando su un tridente rapidissimo, Rantier e Barba ai lati e Speziale o Alessandro al centro e sulla regia illuminata di Carrus. Senza contare che hanno un’altra pedina come Orlando che conosce mille modi per metterti in difficoltà. Ci vorrà equilibrio e pazienza – incalza Sottili – dovremo avere la personalità per fare la partita senza prestare il fianco ai loro capovolgimenti perchè in tanti ci lasciano le penne. Il nostro pubblico è speciale: il raid a Cittadella è dedicato ai tifosi che ci hanno applaudito a lungo dopo le quattro scoppole in casa col Pavia. Una dimostrazione di affetto straordinaria, molti di loro c’erano anche al Tombolato lunedì e speriamo di averli ripagati con una gioia particolare».RITMO. Sottili è un cultore della manovra impostata dai difensori e non rinnega nemmeno stavolta il suo credo.«L’azione mi piace costruirla da lì – argomenta – quando lo facciamo con continuità diventiamo un problema per gli avversari. A patto però di accelerare il fraseggio quando serve, velocizzare certe verticalizzazioni sugli esterni o sulla punta per poterci esprimere in campo aperto ed essere molto più incisivi. So che non è facile, ma dobbiamo sforzarci di crescere sotto questo profilo. Da luglio a oggi si sono fatti passi da gigante sotto questo punto di vista».BALLOTTAGGI. Con Candido recuperato, Voltan fuori uso e Piscitella in bilico – tra l’altro tutti laterali d’attacco – va in onda il ballottaggio Laurenti/Candido per la maglia numero 11 nella speranza di riattivare Piscitella per uno spicchio di match. «Valuterò solo nel riscaldamento prima del via» taglia corto il trainer. Scatta l’implacabile e inesorabile volatona playoff: Bassano dimostri di avere più birra degli altri. Che la spumetta da sola non ha mai fatto punti.

Ore 12.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Un fortino da espugnare per puntare alla Lega Pro. Oggi il Venezia fa visita all’Este, imbattuto sul campo del Comunale, con un solo obiettivo: «Vogliamo vincere, per noi questa è una partita importantissima», afferma mister Giancarlo Favarin. La posta in palio per gli arancioneroverdi è altissima: «Se alla fine dei 90 minuti avremo ancora 5 punti sul Campodarsego, saremo sulla buona strada verso la promozione», spiega il tecnico pisano che anche oggi assisterà al match dalla tribuna, a causa dell’ultimo turno di squalifica da scontare. A cinque giornate dal termine, la trasferta di oggi rappresenta l’ostacolo più insidioso da superare. Lo sanno bene anche i tifosi arancioneroverdi che oggi arriveranno in massa: circa 400 i supporter attesi, tra tribuna e curva, tanto che venerdì la società aveva dovuto richiedere all’Este altri cento tagliandi per far fronte a tutte le richieste. E sugli spalti ci sarà anche il presidente Joe Tacopina, arrivato ieri apposta per assistere al big match. «Affrontiamo un’avversaria importante, che sta bene e ha raggiunto l’obiettivo playoff, ma contro di noi vorrà fare la partita della vita», avverte mister Favarin. Il ko di domenica scorsa con il Dro ha rovinato i piani della squadra di mister Pagan, che quasi certamente puntava sulla partita di oggi per tentare di riaprire i giochi. «Probabilmente domenica scorsa — è la spiegazione di Favarin — avevano già la testa sulla nostra partita». Invece, a -10 dal Venezia (che è a quota 77), l’Este può solo sperare di operare il sorpasso sul Campodarsego, che con 72 punti si trova esattamente a metà strada tra gli arancioneroverdi e i giallorossi. Oggi la seconda forza del campionato andrà a fare visita al Levico e non sarà una partita scontata, visto che i trentini rischiano di rimanere invischiati nella zona playout. «Sarebbe importante — è l’auspicio di mister Favarin — rimanere a +5 su di loro». Il Venezia dovrà fare a meno di Modolo, squalificato, e al centro della difesa sarà Beccaro ad affiancare Cernuto, mentre rientrano dalla squalifica Soligo e Serafini che riprenderanno il loro posto, nonostante la buona prova di chi li aveva sostituiti domenica (Marcolini e Carbonaro). «Sono stati bravi a farsi trovare pronti, ma la squadra ormai ha una sua fisionomia», conferma Favarin. Qualche cambiamento, in realtà, sarà obbligato visto che davanti mancherà Denis Maccan: il problemino al ginocchio, emerso tra giovedì e venerdì, non è migliorato e l’attaccante non figura tra i convocati (out anche Callegaro). Probabile che venga schierato Carbonaro. Imbattuto in casa, con appena due sconfitte in tutta la stagione, l’ultima rimediata domenica scorsa con il Dro, l’Este è la bestia nera del Venezia, caduto lo scorso 22 novembre al Penzo (1-2). «E’ una buonissima squadra, forse la migliore che ho visto fino ad ora», avverte Favarin. Fu proprio quel ko a determinare l’esonero di Favaretto. «Ho avvertito una certa voglia di rivalsa nei ragazzi, c’è voglia da parte loro di rimettere le cose a posto, dopo quella sconfitta che di sicuro — chiude Favarin — non è stata digerita».

Ore 12.40 – (La Nuova Venezia) Venezia a Este tappa cruciale del cammino. Con i giallorossi, all’andata, finì l’era-Favaretto e iniziò l’era-Favarin, Marcolini era sulla sponda giallorossa e il Venezia sembrava aver perso la bussola. Adesso altra storia: cinque tornanti ancora da scalare, ma cinque punti di vantaggio per gli arancioneroverdi che provano a mandare un segnale chiaro e preciso anche da Este ai sogni che coltiva il Campodarsego. I tifosi del Venezia sentono il profumo della Lega Pro e oggi in tanti, più di trecento, seguiranno il Venezia nella Bassa Padovana, e saranno sintonizzati anche su Levico dove è di scena il Campodarsego. Carro armato. Venezia a Este senza il suo carro armato: il fastidio al ginocchio non è smaltito e Maccan ha dovuto dare forfait. Ballottaggio tra Carbonaro (espulso all’andata) e Lattanzio per il ruolo di attaccante centrale, seppur con caratteristiche diverse da Maccan, mentre Serafini (rosso anche per lui a fine novembre) ritorna al suo posto insieme a Fabiano e Innocenti. A centrocampo rientra anche Soligo, mentre in difesa al posto dello squalificato Modolo ci sarà Beccaro, ultima partita da titolare al Penzo contro l’Abano quando sostituì il febbricitante Cernuto. Giallorossi. Este privo del difensore centrale Montin, squalificato, padovani che puntano a scardinare la difesa arancioneroverde con il capocannoniere del girone, Mastroianni (22 gol), affiancato da Marcandella e Ferrara, a segno nel match del Penzo con Arvia, da non perdere di vista nemmeno Caporali, temibile incursore di centrocampo (5 reti). L’Este, già sicuro dei playoff (+17 sulla Luparense) ha interrotto domenica scorsa a Dro (0-1) la serie positiva, durata 24 partite, e il Nuovo Stadio è l’unico campo imbattuto del girone. Bestia nera. Venezia battuto all’andata (1-2) e per niente a suo agio con l’Este in serie D, soprattutto in trasferta, dove ha collezionato un pareggio (0-0 con Favaretto ad Albignasego, dopo il rinvio del match al Nuovo Stadio per ordine del prefetto di Padova) e una sconfitta (2-3 con Cunico in panchina), dopo essere stato in vantaggio 2-0 (reti di Ferretti e Casagrande) e rimonta firmata da Moresco, Rubbio e ancora Moresco (a 2′ dalla fine). Nuovo Stadio ore 15. Este (4-3-3): 1 Lorello; 2 Tiozzo, 5 Favaro, 6 Guagnetti, 3 Rosina; 4 Arvia, 8 Caporali, 7 Maldonado; 11 Marcandella, 9 Mastroianni, 10 Ferrara. A disposizione: 12 Corsato, 13 Colombara, 14 Canton, 15 Destro, 16 Favre, 17 Dascalu, 18 Busetto, 19 Niselli, 20 Coraini. Allenatore: Andrea Pagan. Venezia (4-2-3-1): 1 Vicario; 2 Luciani, 5 Beccaro, 6 Cernuto, 3 Galli; 4 Soligo, 8 Acquadro; 10 Fabiano, 9 Serafini, 7 Innocenti; 11 Carbonaro. A disposizione: 12 Andreatta, 13 Ferrante, 14 Busatto, 15 Di Maio, 16 Marcolini, 17 Cangemi, 18 Chicchiarelli, 19 Lattanzio, 20 Volpicelli. Arbitro: Cudini di Fermo.

Ore 12.20 – (Gazzettino) È il Nuovo Comunale di Este oggi alle 15 il campo principale della quint’ultima giornata di campionato. Davanti ai giallorossi (terzi) ci sarà la capolista Venezia in una sfida che promette spettacolo, anche per la cornice di pubblico sugli spalti: cinquecento i tagliandi riservati ai tifosi ospiti, mentre la prevendita ha toccato ieri quota 240 biglietti. I botteghini saranno aperti alle 13.45. Passando al campo, l’Este è chiamato a riscattare l’inaspettato stop di sette giorni fa con il Dro che ha interrotto una serie di 24 risultati utili di fila, e di sicuro non tradirà le attese: già all’andata ha sconfitto il Venezia, e punta a concedere il bis per ridurre l’attuale distacco di 10 punti in classifica. «Se avessimo vinto domenica scorsa, questa partita avrebbe avuto anche significati diversi – esordisce Andrea Pagan – È arrivata invece una sconfitta, ma la squadra l’ha superata bene e ora dobbiamo ricominciare dall’atteggiamento visto nella ripresa con il Dro. Stiamo bene e ce la giochiamo, sono fiducioso: il nostro primo obiettivo è difendere il terzo posto, l’altro è avvicinarci al secondo posto». Naturalmente non mancheranno le difficoltà. «Incontriamo la squadra più forte e verrà per non rischiare di vedersi ridurre il vantaggio in classifica. Per loro anche un pareggio sarebbe un risultato negativo. Ma troveranno un Este che andrà in campo solo per vincere, non ci interessa altro. Voglio vedere una prestazione importante dai miei ragazzi come abbiamo fatto con Campodarsego, Virtus Vecomp e Belluno». Assente per squalifica Montin. CAMPODARSEGO. Chi attende buone notizie dal Nuovo Comunale è il Campodarsego, secondo con cinque lunghezze di ritardo dal Venezia e altrettante di vantaggio sull’Este. I biancorossi sono di scena sul campo del Levico. «Qualcosa sicuramente cambierà in classifica affrontandosi Este e Venezia – spiega Antonio Andreucci – ma tutto dipende da noi per riuscire a fare quei punti che ci servono per usufruire di qualche errore degli avversari. Non dobbiamo comunque avere la testa a Este, ma pensare alla nostra partita che può essere uno spartiacque: dobbiamo affrontarla con lo spirito giusto, tanto più che le sfide con squadre che hanno l’acqua alla gola sono sempre insidiose». Piaggio torna a disposizione, Zecchin in dubbio per un leggero risentimento muscolare. LUPARENSE SAN PAOLO. Cerca la settima “perla” consecutiva nella trasferta con il Belluno per alimentare la speranza di agganciare i play off, distanti tre lunghezze. Non ci saranno Severgnini (squalificato), Andrea Praticò e Pittarello (acciaccati). Ecco Enrico Cunico: «Non arriviamo nelle condizioni ottimali essendo un po’ contati in difesa, ma vogliamo continuare a inseguire il nostro sogno e ci crediamo. Al Belluno basta un punto per essere matematicamente qualificato ai play off, ma non troveremo una formazione appagata». ABANO. Con la consapevolezza di essere in una posizione di classifica tranquilla affronta la trasferta con il Mestre. «Incontriamo una delle squadre più forti – afferma Karel Zeman – Proveremo a fare la nostra gara, ci vuole una partita di sacrificio, come abbiamo fatto con il Venezia». Maistrello è squalificato.

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) È iniziato il conto alla rovescia per le quattro squadre padovane di Serie D. La quint’ultima giornata di campionato (calcio d’inizio alle 15) deciderà moltio in vista del rush finale per Este, Campodarsego, Luparense ed Abano, impegnate rispettivamente con Venezia, Levico, Belluno e Mestre. Este. Il risultato di Este-Venezia potrebbe riaprire i giochi o chiuderli quasi definitivamente. Sono 10 i punti che separano i giallorossi dai Leoni Alati: non ci sono speranze iridate per i giallorossi, ma il secondo posto fa gola. Un eventuale colpaccio potrebbe favorire il Campodarsego (Levico permettendo), ancora a -5 dalla vetta. Il Venezia, che si porterà al Nuovo Stadio circa 350 tifosi (è previsto il tutto esaurito), non perde da 10 partite e pare lanciato verso la promozione in Lega Pro. Capitan Lorello e compagni, invece, hanno interrotto la serie positiva da record (24 partite) proprio domenica scorsa a Dro e con il Venezia (arbitro Cristian Cudini di Fermo) vorrebbero riscattare l’inatteso ko. Non sarà della partita lo stopper Nicolò Montin, squalificato. Formazione Este (4-3-3): Lorello; Arvia, Tiozzo, Guagnetti, Rosina; Busetto, Caporali, Maldonado; Marcandella, Ferrara, Mastroianni. All.: Pagan. Campodarsego. Battere il Levico sperando nell’Este. Il Campodarsego salirà in Trentino (arbitro Filippo Bonassoli di Bergamo) per tenere viva la speranza di riavvicinare il Venezia. Il Levico è però in piena lotta per evitare i playout. Di sicuro i biancorossi hanno i mezzi per acciuffare i tre punti, utili peraltro a tenere a debita distanza i cugini dell’Este. La vittoria col Montebelluna dell’ultimo turno, arrivata dopo i pareggi di Abano e Noale, ha restituito fiducia agli uomini di mister Antonio Andreucci, che oggi avrà a disposizione pure Tommaso Piaggio, a 40 giorni dalla frattura allo zigomo, riportata nel corso della sfida col Venezia. Formazione Campodarsego (4-3-3): Merlano; Bortot, Gal, Ruopolo, Buson; Pelizzer, Bedin, Cacurio; Radrezza, Kabine, Aliù. All.: Andreucci. Luparense. Da grande delusione a vero e proprio fenomeno. La Luparense, in una decina di partite, ha cambiato faccia e si è portata a ridosso dei playoff. Ma sono state le sei vittorie consecutive racimolate nell’ultimo mese e mezzo a regalare la possibilità di puntare ancora più in alto. Col Belluno, altra squadra che disputerà sicuramente la post-season (arbitro Claudio Panettella di Bari), la compagine di Enrico Cunico proverà a insidiare il quinto posto, occupato dalla Virtus Vecomp (che affronterà la Triestina al “Nereo Rocco”), avanti di tre punti. Non saranno della partita Nicolò Severgnini (squalificato), Andrea Praticò e Filippo Pittarello (infortunati). Formazione Luparense (3-4-3). Rossetto; Antonello, Baggio, Pregnolato; Faggin, Pignat, Cavallini, Roveretto; Di Fusco, Sottovia, Beccaro. All. Cunico. Abano. L’Abano a Mogliano Veneto avrà la possibilità di superare il Mestre (arbitro Maria Sole Ferrieri Caputi di Livorno) per chiudere la pratica salvezza e godersi l’ultimo mese senza assilli. La formazione veneziana arriva dalla sconfitta con il Monfalcone e sta cercando di portare a termine un campionato piuttosto sottotono, con tanto di doppio avvicendamento in panchina tra Luca Tiozzo e Francesco Feltrin. Una situazione da sfruttare al massimo per i ragazzi di mister Karel Zeman, galvanizzati dal buon gioco e dal successo casalingo col Tamai. Il Boemo jr non potrà contare su Mattia Maistrello, fermato per un turno dal Giudice sportivo. Formazione Abano (4-3-3): Bettin; Tescaro, Thomassen, Pramparo, Zattarin; De Cesare, Ballarin, Bortolotto; Gnago, Fusciello, Caridi. All.: Zeman.

Ore 11.50 – (Gazzetta di Reggio) Detto che il campionato è ormai compromesso, c’è comunque una stagione da portare a termine con dignità e in modo professionale. E’ quello che viene chiesto alla squadra, al di là di polemiche e veleni che ultimamente la fanno da padroni. Insomma, dovrà essere un finale di stagione giocato a testa alta. Buttarla via non gioverebbe a nessuno. «E’ vero che dal punto di vista della classifica c’è poco da chiedere – spiega il tecnico Colombo al termine della rifinitura – ma è una questione di orgoglio e dignità. E il fatto di incontrare avversari di valore, dovrà rappresentare uno stimolo in più». Per questo finale di stagione ci sarà il famoso «largo ai giovani» ? «Solo per chi se lo merita. Non vedo perché dovremmo concedere vantaggi ai nostri avversari. Personalmente credo che il mio compito sia quello di mettere in campo sempre la miglior formazione possibile». Quindi, visto il forfait di Maltese, spazio a Nolè alle spalle di Arma con Siega sul centrocampo? «Esatto. Maltese non ce la fa però ci sarà il ritorno di Bartolomei anche se non dall’inizio. Per Nolè, che tra l’altro ha un altro anno di contratto, questa partita rappresenta l’occasione per riscattarsi e per dimostrare a tutti il giocatore che è». Saranno partite importanti anche per lei? Per blindare ulteriormente il contratto che ha già per il prossimo anno? «Certo. E’ vero che il contratto può essere una tutela professionale, ma rimane comunque un impegno morale e personale a fare bene comunque. Questo per evitare che ci possano essere dei ripensamenti. Già ora non tutti i giudizi sull’allenatore sono positivi, immaginiamo cosa potrebbe succedere in caso di un finale di stagione deludente». Ormai è diventato un appuntamento fisso quello con la polemica settimanale e questa volta è toccato a Pazienza. Di sicuro l’aggettivo “inviolabile” non si può usare per questo spogliatoio. «Certamente no. Questo è un problema che deve risolvere la società, ossia quello della fuga di notizie. Già ci sono problemi e non mi sembra il caso di buttare ulteriore benzina sul fuoco. Può diventare pericoloso: per tutti. E questo può essere, in piccola parte, uno dei problemi che hanno fatto andare in un certo modo questa stagione». Ha parlato di fuga di notizie: secondo lei nell’interesse di chi? «Evidentemente qualcuno ha interesse a far uscire queste notizie. Ormai è acqua passata e non credo sia il caso di gettare altra benzina sul fuoco. E’ il momento di calmare le acque, di riflettere e di non alimentare queste polemiche». A proposito di polemiche: nelle ultime settimane se ne sono viste di tutti i colori, è riuscito a trovare un aspetto positivo in tutto questo caos? «Sicuramente metterò tutto nel mio bagaglio di esperienze. E’ un mio arricchimento per quanto riguarda la gestione del gruppo, e in futuro ne farò certamente tesoro». Rifarebbe tutto? «Certe cose sono state sbagliate e certamente non le rifarei. E’ anche vero che l’analisi va fatta nel contesto in cui queste cose sono capitate. Ci sono scelte che magari da fuori sembrano sbagliate ma che in quel momento erano obbligate. Mi spiego: certi errori sono stati obbligati. Detto questo, quando una stagione non va bene tutti hanno delle colpe allenatore compreso». Ultimo appello: perché i tifosi dovrebbe venire a vedere Reggiana – Cittadella? «I tifosi hanno sempre dimostrato, nel bene e nel male, di seguire la Reggiana. Poi perché, vista la caratura dell’avversario, si prospetta anche una bella partita. Ma anche perché dobbiamo impedire al Cittadella di festeggiare nel nostro stadio».

Ore 11.40 – (Gazzetta di Reggio) Sarà un derby granata quello che oggi pomeriggio (ore 15) andrà in scena tra Reggiana e Cittadella al Città del Tricolore. A cinque gare dal termine, gli ospiti, vincendo, metterebbero la parola fine sul primo posto anche se i festeggiamenti saranno rinviati al prossimo turno visto l’impegno agevole del Bassano con la Pro Piacenza. In casa granata invece la matematica non condanna ancora la truppa di Alberto Colombo all’esclusione dai play off, ma dopo la sconfitta nello scontro diretto di Pordenone centrare l’obiettivo è utopia. Per l’intero gruppo è il momento di guardare avanti, onorando maglia e tifosi con una prestazione convincente, per riconquistare quella simpatia che alla piazza ultimamente è venuta a mancare. Non sarà facile giocare senza obiettivi ma incrociare una corazzata che sta per laurearsi campione deve essere già di per sé fortemente stimolante per Bruccini e compagni, magari ricordando la buona prova dell’ andata in cui dove venne immeritatamente battuta per 2-1 dopo aver creato almeno tre ghiotte palle gol . Tra l’altro non è il periodo migliore per l’undici dell’ex Sgrigna perché negli ultimi dieci giorni ha seriamente compromesso la finale di Coppa Italia di Lega Pro, perdendo 4-1 nell’andata di Foggia, oltre ad aver incassato il 2-0 interno lunedì scorso ad opera del rivale Bassano. Analizzando però la classifica i 21 punti di distacco tra le due squadre, considerando che pure la Reggiana era partita con proclami di vittoria, mettono in luce la clamorosa differenza di organico tra le due rose oltre al fatto che quest’anno in via Agosti non è girato nulla per il verso giusto: prima divergenze tra dirigenti, poi polemiche a non finire e soprattutto giocatori fragili fisicamente e (alcuni) emotivamente. In tal senso, chi di calcio ne ha masticato parecchio come Renzo Corni, in settimana aveva sottolineato come «un gruppo deve essere come una famiglia» poichè «se è coeso può dare dei punti importanti quando gli obiettivi non sono lontani». Insomma, seppur delusa, la società sta già programmando la nuova stagione e le ultime gare serviranno anche per stabilire alcune conferme. Oggi però il tecnico granata non pare intenzionato a fare esperimenti particolari ed è pronto a continuare con gli stessi uomini di sabato scorso, fatta eccezione per l’infortunato Maltese sostituito da Nolè (in gol all’andata), invariato sarà anche il 3-5-2 ma più offensivo. Sono attese contestazioni allo stadio? Ieri era presente alla rifinitura una pacifica delegazione del Gruppo Vandelli. L’esasperazione per i tanti “magoni” ingeriti negli ultimi anni sarà comunque destinata a trasformarsi in entusiasmo, come la storia reggiana insegna, alla prima risposta positiva della squadra.

Ore 11.30 – (Gazzettino) La festa-promozione dovrà attendere ancora, perché il Pordenone nell’anticipo di campionato ha battuto in extremis e con qualche sofferenza il Feralpi Salò e si è portato a -9, ma la trasferta di Reggio Emilia riveste grande importanza nell’economia futura del Cittadella. Con la mente sgombra da calcoli, quindi, la squadra di Roberto Venturato deve voltare pagina dopo il ko interno con il Bassano e rimettersi a fare punti, per evitare che le ultime giornate di campionato possano diventare un’ossessione. L’obiettivo è davvero vicino, si tocca quasi con la mano: 9 punti di margine sul Pordenone (che ha già giocato) e 10 sul Bassano rappresentano un tesoretto importante, che dovrebbe far dormire sogni tranquilli, ma prima si chiudono i conti, meglio è. Anche perché dopo la Reggiana, al Tombolato arriverà proprio il Pordenone. «Da qui alla fine sono tutte partite importanti, i punti contano tantissimo, e noi dobbiamo essere concentrati sino all’ultimo» sottolinea il tecnico Venturato alla vigilia della trasferta in terra emiliana. La Reggiana, che a inizio stagione era indicata tra le squadre più attrezzate della categoria, anche se in parte ha disatteso i pronostici rimane un’avversaria ostica, difficile da affrontare: «Ha una rosa importante, con giocatori di qualità. Arriva dalla sconfitta di Pordenone, e davanti ai propri tifosi vorrà rifarsi immediatamente. Sarà una sfida da interpretare bene, mantenendo la giusta umiltà e un profilo basso». Venturato analizza la squadra di Colombo nel dettaglio: «Ha dimostrato in tutta la stagione di avere grande equilibrio e attenzione alla fase difensiva, ma sottolineo il fatto che ci sono giocatori di valore anche in attacco. È una delle rose con più qualità dell’intero girone. Il Cittadella deve fare una grande prestazione per portare a casa un risultato positivo, bisognerà vivere la trasferta di Reggio con grande intensità, nel calcio moderno è una caratteristica essenziale per ottenere grandi risultati». Il passo falso interno con il Bassano è vissuto come un episodio che può starci dopo una grandiosa cavalcata come quella fatta dal Cittadella. «Abbiamo vinto undici partite di fila, ne abbiamo persa una. Sicuramente qualche errore l’abbiamo commesso, dobbiamo semplicemente ripartire con lo spirito giusto e la voglia di tornare subito a vincere». La promozione è molto vicina. «Arrivati a questo punto della stagione, le motivazioni sono determinanti. Abbiamo ben chiaro in testa che ogni gara può essere quella fondamentale». Tra i convocati non figurano Benedetti (che tornerà in gruppo da domani) e Bonazzoli, tutti gli altri sono disponibili. In difesa ci sarà quindi Nava sulla corsia di sinistra, in mezzo al campo il solito ballottaggio tra Schenetti, Lora e Zaccagni per due maglie; in avanti pochi i dubbi, con Litteri e Jallow che comporranno la coppia offensiva, quella chiamata a portare a casa tre punti che potrebbero mettere il sigillo a una stagione esaltante.

Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Non sarà B neanche oggi, visto che il Pordenone ieri ha vinto. Ma se il calcio fosse solo una questione di motivazioni, questa partita nemmeno si dovrebbe giocare. Da una parte il Cittadella, di scena al Mapei Stadium, vuole chiudere quanto prima il discorso promozione; dall’altra la Reggiana padrona di casa, dopo la sconfitta subita nello scorso turno a Pordenone, non ha più nulla da chiedere alla stagione, che certo aveva iniziato con ben altre ambizioni. Eppure sarebbe un grave errore pensare a un impegno facile per capitan Iori e soci che, con un orecchio, resteranno in attesa di notizie dal “Mercante” di Bassano, dove i giallorossi se la vedranno con la Pro Piacenza. REGGIANA SOLIDA. Rovinare i piani della capolista e guadagnarsi la riconferma nella prossima stagione. È l’obiettivo dei granata emiliani, forti della difesa meno battuta del campionato, con appena 18 reti incassate (26 quelle subite dagli uomini di Venturato). «La Reggiana ha dimostrato di poter contare su un grande equilibrio tattico e di essere una squadra solida, con elementi di valore pure in fase offensiva. La rosa a sua disposizione non si discute, in più giocherà in casa e vorrà riscattare la sconfitta dell’ultima giornata. Non sta a me esprimere giudizi sul perché non sia più in alto in classifica, indipendentemente dai punti raccolti rimango dell’idea che sia una delle avversarie meglio attrezzate in questo girone», le parole del tecnico di Atherton alla vigilia del match. Come d’abitudine l’allenatore del Citta evita di fare calcoli e soffermarsi sulle inseguitrici. «Davanti abbiamo una partita importante, come lo sono tutte nel finale di stagione». Stop. BENEDETTI OUT. Con sé, Venturato ha portato 20 elementi. Come si poteva immaginare, Bonazzoli e Benedetti rimarranno a casa, il primo fermo per la frattura alla costola rimediata in Coppa, il secondo per la contrattura che l’ha fermato già nel corso del derby con il Bassano. Al suo posto si sposterà Salvi, con Nava chiamato a impossessarsi della fascia destra. Per il resto, non ci saranno rivoluzioni dopo il ko che ha interrotto la striscia record di 11 affermazioni consecutive. E se gli si chiede se ha in mente qualche variazione tattica per regalare nuovi stimoli al gruppo in questo rush finale, che proseguirà giovedì con la gara di Coppa contro il Foggia, la risposta è secca: «Gli stimoli ci sono già. Adesso occorre conservare quel profilo basso che ci ha consentito di ottenere molti risultati». ARMA, L’EX. Settimana turbolenta per i padroni di casa, che oggi saranno guidati in attacco da Arma, ex di turno, affiancato da Nolè, già a segno nel match d’andata. Subito dopo la sconfitta di Pordenone, la Digos ha rimosso nei pressi del ritiro emiliano uno striscione che paventava “conseguenze” per i giocatori, dopo il deludente campionato. Non solo: il centrocampista Pazienza è stato nel giro di un paio di giorni escluso per motivi disciplinari e poi reintegrato in rosa. In tutto questo, il tecnico Colombo dice: «L’annata ormai è stata compromessa, ma non possiamo permetterci un finale negativo, proveremo a rialzare la testa già con il Cittadella».

Ore 11.10 – (Corriere del Veneto) Il ko con il Bassano ha lasciato il segno. Non perché la strada che porta alla serie B si sia fatta in salita, quanto perché il calendario non è certo un alleato della capolista e, a ben guardare, quanto dichiarato dal dg Stefano Marchetti ha il suo perché. Meglio non cullarsi troppo sugli allori, anche se resta evidente che la serie B la possa perdere solo il Cittadella, che può gestire nove punti di vantaggio sulla seconda della classe (ora il Pordenone) a cinque giornate dalla fine. Reggiana, Pordenone e Feralpisalò, tuttavia, sono tre ostacoli non da poco da superare e Roberto Venturato ha fretta di blindare il primo posto. Oggi al Mapei Stadium (ore 15), visto il risultato del Pordenone (3-2 sulla Feralpi) non basterà nemmeno una vittoria per mettere in cassaforte la promozione. Missione complicata, non c’è che dire, anche se l’impressione è che l’appuntamento con la promozione sarà eventualmente solo rinviato per la formazione granata e i suoi tifosi. «Una partita importante contro una squadra con grandi valori — evidenzia Venturato — la Reggiana giocherà in casa, viene da una sconfitta col Pordenone e non sarà facile. Alla Reggiana, vale la pena sottolinearlo, è difficile fare gol, ha dimostrato di avere grande equilibrio e attenzione alla fase difensiva, ma anche in fase offensiva ha giocatori di valore. Dobbiamo dimostrare quanto valiamo ma con il solito profilo basso». Venturato a inizio stagione aveva indicato gli emiliani come uno degli avversari più pericolosi sulla strada della scalata alla B. «Forse mi aspettavo una Reggiana più in alto in classifica — ammette — ma non sta a me dirlo, continuo a pensare che abbia una delle rose di maggior livello tecnico». Venturato ha qualche preoccupazione sullo stato psicologico della squadra dopo il ko al Tombolato. «Dopo undici vittorie consecutive è arrivata una sconfitta che pesa ma che ci poteva stare — taglia corto — anche se tutti vogliono vincere sempre e penso il gruppo abbia somatizzato bene il tutto. Siamo pronti per scendere in campo e vedo la mia squadra motivata». Capitolo formazioni. Non ci sarà Benedetti, sostituito quasi certamente da Nava mentre a centrocampo il solito ballottaggio tra Schenetti, Zaccagni e Lora. Ko Bonazzoli dopo la frattura a una costola rimediata a Foggia. La Reggiana dovrebbe presentare solo una novità rispetto a Pordenone, con Nolè che andrà ad affiancare Arma in attacco.

Ore 10.50 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Favaro; Diniz, Sbraga, Fabiano, Favalli; Ilari, Mazzocco, De Risio, Petrilli; Altinier, Finocchio.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Il canovaccio del match Pillon se lo immagina così: «Loro giocheranno sotto la linea della palla e ripartiranno. Davanti hanno un giocatore di grande qualità come Santana che è molto bravo nell’uno contro uno e negli spazi, quindi ci vuole attenzione. Il Padova? Deve fare una partita aggressiva e disputare una bella prestazione come ultimamente sta facendo, tranne un po’ a Cuneo». Proprio il pareggio di sette giorni fa in terra piemontese ha complicato i piani in chiave play off, come hanno reagito in settimana i giocatori? «Tutti hanno voglia di giocare, anche chi è stato impiegato più spesso ha fatto di tutto per recuperare ed essere della partita e questo è un dato molto significativo perché vuole dire che non si molla. Ci dobbiamo credere, nel calcio può succedere di tutto. Andiamo avanti per la nostra strada, poi si vedrà». Tanto più che all’ultima giornata c’è un ipotetico scontro diretto con l’Alessandria. «Infatti, pensiamo a vincere le nostre partite. Poi se gli altri saranno bravi, complimenti a loro. Ma noi dobbiamo fare il nostro». Passando alla formazione, l’allarme è rientrato visto che Fabiano e Neto Pereira hanno effettuato regolarmente la rifinitura con i compagni. Se il difensore partirà titolare, non è detto che lo stesso valga per l’attaccante. Pillon ha provato una soluzione offensiva alternativa, con Finocchio e Altinier di punta supportati sulle fasce da Ilari e Petrilli. Tra i convocati anche il terzo portiere Reinholds perchè Petkovic non sembra ancora al top.

Ore 10.30 – (Gazzettino) Vincere per alimentare le residue speranze di play off. Con questo imperativo il Padova affronta il terz’ultimo appuntamento casalingo della stagione con la Pro Patria, sempre più isolata in fondo alla classifica e a un passo dalla retrocessione che diventerebbe matematica in caso di sconfitta all’Euganeo. Sulla carta il pronostico è a senso unico, ma la parola d’ordine in casa biancoscudata è non abbassare la guardia per evitare spiacevoli sorprese. All’andata proprio il pareggio con i bustocchi era costato la panchina a Carmine Parlato, rimpiazzato da Bepi Pillon che ha trasformato pian piano la squadra dandole un’identità precisa accompagnata da un trend di risultati che hanno suggellato l’ascesa in classifica. E ora che mancano cinque giornate, pur essendo molto arduo recuperare 7 punti all’Alessandria (quarta), non si vuole lasciare nulla di intentato. «Intanto dobbiamo vincere, che è la cosa principale – sottolinea Pillon – Tutti lo danno per scontato, ma non è così nel calcio. Se non scendi in campo con la testa giusta, rischi anche di fare brutte figure. La Reggiana ha battuto la Pro Patria all’83’, anche l’Alessandria ha faticato a batterla, e con la Giana Erminio i bustocchi hanno perso solo perché un giocatore è incespicato sulla palla, altrimenti sarebbe finita diversamente. Dobbiamo andare in campo con grande concentrazione perché queste sono le partite più pericolose».

Ore 10.10 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Favaro; Diniz, Sbraga, Fabiano, Favalli; Ilari, Mazzocco, De Risio, Finocchio; Neto Pereira, Altinier.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) La classifica vi taglia quasi fuori dalla lotta playoff: ha avuto la sensazione che qualche giocatore si sia un po’ rassegnato? «Tutti hanno voglia di giocare, e questo è un lato molto significativo: sono contento della risposta psicologica del gruppo, nessuno intende mollare, tutti vogliono mettersi in evidenza e crederci ancora. La situazione dei due che erano in dubbio fino a ieri? «Abbiamo recuperato entrambi, fortunatamente. Neto mi ha dato la sua disponibilità, mi ha detto che sta bene, e anche Fabiano ha smaltito l’influenza che per due giorni l’ha tenuto a casa. A parte Corti, che non è ancora a posto, e Dionisi, che continua il suo percorso personalizzato di recupero, ci sono tutti». Neto è disponibile anche per partire dall’inizio, o potrebbe essere un rischio? «È a posto, nella rifinitura ha fatto tutto e ha giocato anche la partitella senza problemi. Quando un giocatore mi dice che è a disposizione, lo è a tutti gli effetti. Poi starà a me decidere se mettere lui o Finocchio al fianco di Altinier. Petkovic? Dobbiamo valutarlo insieme ai medici: ha avuto un leggero risentimento muscolare dove si era fatto male l’ultima volta, e dobbiamo decidere se portarlo in panchina».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Ma la Pro Patria è praticamente retrocessa: sulla carta un impegno non certo proibitivo… «E invece non sarà facile, perché la Reggiana l’ha battuta solo negli ultimi minuti, e la Giana la scorsa settimana ha avuto la meglio grazie ad un errore individuale di un difensore bustocco. Noi dobbiamo andare in campo e giocarci la nostra partita, essere umili e determinati, con grande concentrazione, perché queste sono le partite più pericolose». Si aspetta un avversario arroccato in difesa? «Credo di sì, probabilmente giocheranno in undici dietro la linea della palla cercando poi la ripartenza. Davanti hanno Santana, un giocatore di grande qualità, molto bravo nell’uno contro uno, e soprattutto a lui dovremo fare molta attenzione». Che gara deve fare il Padova? «Aggressiva, cercando di giocare bene e di fare una bella prestazione. Spero che la mia squadra giochi come ha sempre fatto nelle ultime uscite, a parte forse la gara di Cuneo, una partita difficile contro una squadra molto aggressiva. Ma la strada del gioco e dell’aggressività dev’essere perseguita fino alla fine».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) L’impresa è quasi impossibile, ma provarci è l’unico modo per non avere rimpianti. Il Padova è a sette punti dal quarto posto, e mancano solo cinque giornate alla fine del campionato: riuscire a ricucire un simile divario in così poche partite sarebbe una vera impresa, ma a cominciare dalla sfida di questo pomeriggio (all’Euganeo si gioca alle 17.30) con la Pro Patria la squadra di Bepi Pillon vuole quanto meno giocarsi tutte le carte che ha per provare, l’8 maggio, ad arrivare allo scontro diretto finale con l’Alessandria senza aver sciupato occasioni per avvicinarsi. Dopo una settimana tormentata da una pioggia di infortuni, nelle ultime ventiquattro ore è tornato… il sole: sia Neto Pereira che Fabiano sono recuperati, e molto probabilmente scenderanno in campo dal primo minuto, e con i rientri dalla squalifica di Diniz e De Risio (erano assenti a Cuneo) la formazione è quasi quella “tipo”. «Se vogliamo provare a crederci, prima di tutto bisogna cominciare a vincere», è la grinta alla vigilia del tecnico Pillon, «perché di scontato, nel calcio, non c’è mai nulla. Alcune partite degli anni passati, e una recentissima come Bologna-Verona in Serie A (vinta la settimana scorsa dagli scaligeri, che tutti danno per già condannati alla retrocessione, ndr), dimostrano che se non si scende in campo con l’atteggiamento giusto e con la concentrazione alta, si rischia di fare brutta figura».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) L’esile filo che tiene in vita la Pro Patria potrebbe spezzarsi già oggi: se la formazione bustocca perderà all’Euganeo, sarà infatti aritmeticamente retrocessa in Serie D. La sconfitta dell’Albinoleffe di ieri, sul campo del Renate, tiene accese ancora flebili speranze, ma in caso di sconfitta col Padova la Pro rimarrebbe a 12 punti dai bergamaschi a 4 gare dalla fine (e con gli scontri diretti a sfavore), finendo ufficialmente nei dilettanti. All’Euganeo la Pro Patria si presenterà comunque con uno spregiudicato 4-3-3, la cui punta di diamante è l’ex Fiorentina e Chievo Santana. Non ci sono gli infortunati Taino, D’Alessandro, Bigazzi e Jidayi (fratello dell’ex biancoscudato William), mentre al centro della difesa Pisani sarà l’unico reduce della finale playoff del 2009. Infine, l’ultima curiosità riguarda la panchina: il tecnico è Angelo Mastropasqua, che però siederà in tribuna in quanto, sprovvisto del patentino, lavorava con una deroga speciale della Figc che però è scaduta due settimane fa. Al suo posto l’amico Luigi Alvardi.

Ore 09.10 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Favaro; Diniz, Sbraga, Fabiano, Favalli; Ilari, De Risio, Bucolo, Finocchio; Altinier, Neto Pereira.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Per quanto riguarda la formazione, non dovrebbero esserci grandi novità. Scontato il rientro di Diniz e De Risio dalla squalifica, a fare spazio saranno Baldassin e Mazzocco, davanti Altinier e Neto Pereira, mentre Petrilli non ha convinto nell’amichevole infrasettimanale e dovrebbe ancora partire in panchina. La società ha chiesto a Pillon di lanciare qualche giovane ed è probabile che nella ripresa possa esserci spazio per qualcuno su cui investire, come per esempio Turea. Anche Sparacello reclama spazio e potrebbe averlo a partita in corso. La Pro Patria non ha alcuna intenzione di recitare il ruolo di vittima sacrificale, ecco perché il tecnico Angelo Mastropasqua non molla la presa nonostante la retrocessione. «Delle cinque partite rimaste questa è la più dura — ammette — ma i ragazzi sono carichi e ci tengono a centrare un risultato di prestigio. Giocheremo a quattro dietro con Degeri davanti alla difesa, Sampietro rimarrà a riposo. Pisani sarà a disposizione anche se non ha terminato l’allenamento. I ragazzi devono giocare per loro stessi, per provare a strappare un nuovo contratto in Lega Pro anche l’anno prossimo. Il Padova partirà forte, pressandoci alto e noi dovremo essere bravi a gestire il pallone». Si gioca alle 17.30, con un occhio al calendario: dopo la Pro Patria, ecco la trasferta con l’Albinoleffe, la Giana all’Euganeo, il Bassano fuori e il gran finale contro l’Alessandria, sempre all’Euganeo. Ci si proverà fino in fondo, su questo nessun dubbio.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) La salita ormai è impraticabile, la cima non si vede, il morale della truppa è basso. Ma Giuseppe Pillon non si arrende, mentre pensa al suo futuro che potrebbe non essere a Padova per sua scelta. Difficile capire come andrà a finire, ma l’allenatore sta meditando di non proseguire il rapporto con il club biancoscudato nella prossima stagione a prescindere da come finirà la corsa playoff ormai alle battute finali. Ormai solo la matematica tiene in vita la speranza, il Padova deve recuperare sette punti all’Alessandria, sperare che le altre (Feralpisalò e Pavia) rallentino almeno un po’ e fare l’enplein nelle ultime cinque gare da qui al termine della stagione. Un po’ troppo difficile, almeno a prima vista. Circa il suo futuro Pillon ci penserà, i dubbi ci sono ma non è tempo di prendere decisioni definitive. Almeno non ora: «Bisogna cominciare a vincere e non dobbiamo mollare — evidenzia l’allenatore trevigiano — se non scendi in campo con l’atteggiamento e la concentrazione giusta si rischia di fare brutta figura, non diamo per scontato nulla. Dobbiamo cercare di giocare bene, partire aggressivi e continuare a fare bene in casa. Ho visto una risposta della squadra in settimana, i giocatori hanno voglia di giocare e di mettersi in evidenza nonché di crederci ancora perché nel calcio non si sa mai. Se poi le altre squadre faranno bene complimenti a loro, noi dobbiamo fare il nostro».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 65, Pordenone 56, Bassano 55, Alessandria 52, FeralpiSalò 49, Cremonese 46, Padova e Pavia 45, Reggiana 44, SudTirol 40, Giana Erminio, Lumezzane e Renate 35, Pro Piacenza 31, Cuneo 30, Mantova 23, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentesima giornata: Lumezzane-Cuneo 1-0 (Sarao (Lu) al 34′ pt), Renate-AlbinoLeffe 2-0 (Scaccabarozzi (Re) al 33′ pt, Ekuban (Re) al 47′ pt), Cremonese-SudTirol 2-1 (Maiorino (Cr) al 7′ pt, Sansovini (Cr) al 22′ st, Fink (St) al 24′ st), Pordenone-FeralpiSalò 3-2 (Guerra (Fs) al 44′ pt, Strizzolo (Pn) al 21′ st, Ingegneri (Pn) al 28′ st, Guerra (Fs) al 33′ st, Filippini (Pn) al 40′ st). Ore 15.00 Bassano-Pro Piacenza, Mantova-Pavia, Reggiana-Cittadella. Ore 17.30 Giana Erminio-Alessandria, Padova-Pro Patria.

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ sucesso, 9 aprile: rifinitura mattutina per i Biancoscudati, recuperati Fabiano e Neto Pereira.




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