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Ore 21.20 – (Il Piccolo) Mauro Milanese a inizio settimana l’aveva sottolineato: «Finalmente – aveva detto – a cinque giornate dalla fine siamo riusciti a completare la rosa, meglio che tardi che mai». Certo, forse può essere tardi, ma grazie anche alla vittoria ottenuta con il Giorgione, è il raggiungimento di un obiettivo che ancora può essere determinante ai fini della salvezza. Cinque partite sono tante, in mezzo ci sono due scontri diretti e avere finalmente una rosa più ampia a disposizione grazie ai tesseramenti di Muzzi e Monti e ad alcuni rientri dall’infermeria, può a questo punto essere decisivo. La differenza maggiore, che si spera già di vedere a cominciare dalla partita di domani contro la Virtus Vecomp Verona (al Rocco si inizia alle ore 15, arbitra Carella di Bari), va rilevata soprattutto in attacco. Anche se Fantina è ancora ai box per uno stiramento, Bordin può infatti contare, oltre a due prime punte (Giordani e Cucchiara), anche su quattro esterni offensivi: Muzzi, Skerjanc, Cuppone e Bradaschia. Per la prima volta, il tecnico avrà l’imbarazzo della scelta e potrà soppesare bene le alternative. Un surplus che sarà importante anche a partita in corso: finalmente anche dalla panchina potranno entrare giocatori in grado di essere tatticamente decisivi in corso d’opera. Con Bradaschia che rientrerà da un infortunio muscolare, forse è lui il maggior candidato a partire dalla panchina. Bordin dovrà poi pesare bene la notevole forma di Skerjanc, la voglia di debuttare di Muzzi e il rendimento fin qui positivo di Cuppone. Senza dimenticare che, schierando ipoteticamente Muzzi e Cuppone, si aprirebbe lo spazio per un altro senior a centrocampo. Quest’ultimo è un altro reparto che risulta arricchito: con l’italo-brasiliano Monti, Bordin avrà infatti a disposizione sia un’alternativa a Spadari nel ruolo di play-maker, sia una possibile mezzala che possa alternarsi ai vari Abrefah, Cornacchia e Di Dionisio. . SCONTI. Una parte importante domani l’avrà anche il pubblico. Per quella che sarà comunque l’ultima partita con la Triestina in esercizio provvisorio, il curatore fallimentare Vernì, assieme a Milanese, ha lanciato infatti un’iniziativa per cercare di portare più tifosi allo stadio, che coinvolge i più giovani ma anche i loro genitori o parenti. Per la partita di domani, infatti, tutti i giovani under 16 entreranno gratuitamente allo stadio Rocco, ma non solo: tutti i loro accompagnatori entreranno pagando metà prezzo del biglietto.
Ore 21.00 – (Corriere delle Alpi) Un punto per centrare i playoff. Manca davvero poco al Belluno per conquistare per il terzo anno consecutivo gli spareggi e la prima occasione per provare ad agguantarli è proprio domani, al Polisportivo, contro la Luparense. La squadra padovana è in forma e viene da sei vittorie consecutive che però non spaventano l’ambiente gialloblù che ha tutta l’intenzione di chiudere al più presto la pratica playoff e aumentare ulteriormente il bottino di punti in campionato, arrivato ora a 62, record dell’ultimo triennio. L’obiettivo dei padovani è però lo stesso dei bellunesi: vincere per raggiungere e superare la Virtus Vecomp. Il tecnico Vecchiato dovrà valutare all’ultimo le condizioni di Duravia e Mosca mentre il fuoriquota Farinazzo è tornato a disposizione della squadra dopo le fratture al viso rimediate contro il Monfalcone. Il trequartista di Montebelluna ha ancora qualche problemino al menisco mentre Mosca ha accusato in settimana un problema alla caviglia destra. «Duravia e Mosca non sono al meglio e valuteremo le loro condizioni nell’ultima seduta di allenamento», spiega l’allenatore del Belluno, «Farinazzo invece fortunatamente è a disposizione. Sarebbe davvero bello conquistare l’accesso automatico ai playoff davanti ai nostri tifosi ed è proprio per questo che faremo il possibile per vincere la partita. La Luparense è in un grande momento di forma: è reduce da sei vittorie consecutive e ha scalato posizioni su posizioni in classifica. Il suo attuale sesto posto però non mi sorprende perché è una squadra molto forte e di grande livello. Riuscire a centrare i playoff questa domenica, per il terzo anno consecutivo e con ancora così tante partite davanti a noi, sarebbe davvero un risultato fantastico per tutto l’ambiente gialloblù». Chi gioca? Tra i pali Vecchiato potrebbe scegliere ancora Solagna; la difesa invece dovrebbe essere formata da Mosca e Pescosta sulle corsie esterne mentre al centro ci saranno Pellicanò e Calcagnotto. Se il terzino agordino non dovesse farcela, sarà Sommacal a subentrare al centro spostando Pellicanò a sinistra. A centrocampo Bertagno va in cabina di regia supportato da Masoch e Quarzago. Davanti il duo potrebbe essere formato da Corbanese e Acampora mentre alle loro spalle potrebbe piazzarsi Miniati. Il direttore di gara sarà Claudio Panettella di Bari coadiuvato da Fabio Fabris di Pordenone e Giovanni Masini di Gorizia.
Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) Sarà la rifinitura di questa mattina a sciogliere un importante dubbio per il Pavia in attacco in vista della gara di domani a Mantova. Ferretti non si è allenato ieri per un problema all’adduttore ma un’ecografia di controllo ha escluso guai muscolari e oggi dovrebbe ritornare a lavorare con i compagni. Ieri anche Sforzini non ha disputato la parte finale dell’allenamento, ma pare solamente per una questione precauzionale. Sembra, quindi, il solo Cesarini sicuro del suo posto nel reparto offensivo. Quella di domani pomeriggio alle ore 15 al Martelli di Mantova sarà una sfida tra molti ex. Sull’asse-Pavia-Mantova sono stati tanti i movimenti nelle ultime annate sportive. Quattro i giocatori in forza ai virgiliani che hanno vestito la maglia azzurra e due quelli che, invece, sono a disposizione di mister Rossini dopo l’esperienza in biancorosso. Ad inizio stagione c’era anche Denny Cardin che ha poi rescisso a dicembre con il Pavia per accasarsi poi alla Pro Piacenza. Ma c’è anche il nome di Riccardo Maspero tecnico del Pavia lo scorso anno passato poi a luglio al Mantova dove non ha avuto fortuna ed è stato esonerato dopo la sconfitta (0-3) con il Padova all’ottava giornata di campionato e sostituito dal croato Ivan Javorcic a sua volta sostituito nel girone di ritorno da Luca Prina. L’ex allenatore azzurro è comunque ancora legato ai biancorossi da due anni di contratto. Nel gennaio scorso un’operazione di mercato ha portato in azzurro Valerio Foglio mentre strada contraria l’hanno percorsa Mattia Marchi (a titolo definitivo) e Andrea Cristini (in prestito fino al 30 giugno). Dal Mantova quest’estate il Pavia aveva già ingaggiato il difensore Angelo Siniscalchi. Lasciato libero dal Pavia Samuele Sereni aveva seguito a Mantova il suo ex allenatore Maspero. Sempre al Mantova c’è anche Manuel Scalise che ha disputato con gli azzurri solo la seconda parte di stagione nel torneo 2006-07, da gennaio in poi collezionando 11 presenze in un campionato al termine del quale ci fu la retrocessione nell’allora C2. Mantova-Pavia rimane, però, una sfida indimenticabile anche per i tifosi azzurri, quella dove nel giugno 2005 la squadra guidata da Marco Torresani si giocò la finale play off per la serie B dopo aver eliminato in semifinale il Grosseto. Promozione che andò ai virgiliani che la ipotecarono all’andata con il successo per 3-1 al Fortunati e poi bissarono davanti al loro pubblico imponendosi per 3-0. Il presente è una gara che vale l’ultima speranza per il Pavia di una difficile rimonta verso i play off, mentre il Mantova è oramai destinato ai play out per rimanere in Lega Pro.
Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) Nessuna novità particolare è emersa nella seduta di ieri pomeriggio in via Agosti. A quanto pare l’unico dubbio che mister Colombo si porterà fino alla gara di domani col Cittadella (ore 15 al Città del Tricolore) è nel reparto di centrocampo poiché Maltese continua a non allenarsi. Il centrocampista ex-Latina era stato colpito duramente dall’ex-granata Pederzoli nella sfida di sabato a Pordenone, ma la botta non è ancora stata riassorbita perciò le alternative sono due: o il recupero in extremis di Bartolomei– peraltro fuori da un paio di mesi ma con l’intera settimana di lavoro nelle gambe – ad occuparne il posto vacante lasciando invariato il resto della squadra oppure, ed è la soluzione maggiormente provata negli ultimi giorni, ci sarà l’arretramento di Siega in quel ruolo, consentendo il rientro dal primo minuto in attacco di Nolè al fianco di Arma. Confermato Danza a centrocampo, anche perBruccini, Mogos e Mignanelli non dovrebbero esserci problemi. In difesa l’unico malconcio è Spanò, per un colpo ricevuto ieri in allenamento, ma non è una situazione preoccupante e pertanto il giocatore farà reparto con Parola e Sabotic. Certamente non saranno della gara Paolo Frascatore, Antonio Loi, Gianluca Zucchini mentre resta un punto interrogativo su Francesco Rampi perché l’atleta non si allena da giorni per un problema al ginocchio. Stamattina la squadra si ritrova alle 11.30 in via Agosti per la solita rifinitura pre-partita.
Ore 20.00 – (Gazzetta di Reggio) Quel che poteva e doveva essere e non sarà. Da possibile sfida promozione, Reggiana- Cittadella di domani pomeriggio se non è scesa a rango di amichevole, poco ci manca. I veneti dell’allenatore Roberto Venturato sono praticamente già in B (difficilmente, comunque, otterranno la matematica certezza nel match al Città del Tricolore anche in caso di vittoria, bisognerebbe che il Bassano perdesse in casa dal Pro Piacenza), ai granata non resta che terminare il meglio possibile il campionato e mantenere un posto nelle prime otto per guadagnarsi un passaggio in coppa Italia. L’allenatore del Cittadella, almeno a parole, non vuole snobbare la partita sul campo reggiano. «Questo è un campionato difficile, duro, non ho mai visto squadre mollare alcunché, io, poi, ho massimo rispetto della Reggiana, è una squadra che può attraversare un momento poco brillante, ma ha una rosa importante, giocatori di valore» spiega il tecnico. Cha partita dobbiamo quindi attenderci? «Vera, tra due squadre che hanno sempre giocato per vincere, per imporre il proprio gioco, che praticano un buon calcio e che cercheranno la posta piena , anche se per motivi diversi». L’ambiente della Reggiana è un poco depresso, covano diversi malumori, può essere un vantaggio da sfruttare? «Non credo di trovare una Reggiana demotivata, so che non ha centrato gli obiettivi ma è in grado di dare filo da torcere a tutti, vorrà riscattarsi, dobbiamo affrontare il match con attenzione e profilo basso, sento dire da tutti che abbiamo già vinto ma io preferisco festeggiare a risultato acquisito». Tatticamente preannuncia e si aspetta novità? «No, noi non cambiamo atteggiamento, andiamo sempre in campo per giocare e provare a vincere, penso che la Reggiana faccia lo stesso, rispetto alla partita giocata contro il Bassano dobbiamo ritrovare maggior profondità e determinazione». La Reggiana ha grandi difficoltà in fase realizzativa, facendo la tara dei rigori, hanno segnato praticamente due difensori quanto le 2 punte, è questo il problema maggiore della squadra di Colombo? «Non lo so, sarei presuntuoso se mettessi il becco in casa di chi ho visto soltanto per alcuni spezzoni di filmati e una sola volta dal vivo durante la stagione. Posso però affermare che la rosa è di qualità, che là davanti ha gente che il goal lo ha sempre fatto. Poi non posso sapere cosa sia successo quest’anno…». Il segreto del successo del Cittadella è nella continuità, nell’esperienza o nella qualità dei singoli? «Direi tutte quelle cose aggiunte alla capacità di stare in campo, il calcio è un mestiere difficile, ti presenta quanto meno te l’aspetti delle variabili, il successo o l’insuccesso dipende spesso dalla capacità di adattarsi, di saper gestire quelle variabili». Dovesse dare un consiglio alla Reggiana per attrezzarsi per un campionato vertice il prossimo anno le darebbe quello di cercare di finire nel girone B, che pare decisamente meno competitivo? «Messa così mi pare un poco superficiale, la Reggiana ha blasone, storia, è giusto che riprovi a tornare in serie B, le auguro che la società abbia le idee chiare. Se proprio lo vuole un consiglio è quello di non sbandierare propositi altisonanti, non promettere quel che non si può mantenere, un conto è dire che si vuole allestire una squadra in grado di lottare per i primi posti, un’altra parlare di promozione senza se e senza ma».
Ore 19.40 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 65, Pordenone 56, Bassano 55, Alessandria 52, FeralpiSalò 49, Cremonese 46, Padova e Pavia 45, Reggiana 44, SudTirol 40, Giana Erminio, Lumezzane e Renate 35, Pro Piacenza 31, Cuneo 30, Mantova 23, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).
Ore 19.30 – Lega Pro girone A, fischio finale: Cremonese-SudTirol 2-1, Pordenone-FeralpiSalò 3-2.
Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) Con la sconfitta casalinga rimediata nel posticipo contro l’Alessandria, il Pavia ha visto scappare proprio i grigi al quarto posto a +7 e con 5 gare ancora da giocare l’impresa di agganciare i playoff sembra difficile. Anche sulla panchina del Pavia si sono succeduti tre allenatori e l’impressione vista da fuori è che in qualche caso le decisioni siano parse affrettate. Non fosse altro perché il primo tecnico, Michele Marcolini, aveva totalizzato 23 punti in 15 gare e la squadra era in piena lotta per la promozione. Il suo sostituto, Fabio Brini, ha avuto a disposizione solo 10 gare nelle quali non ha fatto meglio, raggranellando 16 punti. Così da tre settimane è stato promosso alla prima squadra direttamente dalla “Berretti” il 45enne Stefano Rossini, mantovano di Viadana, con un buon passato da calciatore (oltre 250 gare tra A e B con le maglie, tra le altre, di Parma, Inter, Genoa ed Udinese): figlio, tra l’altro, dell’indimenticato e compianto Franco Rossini, che da tecnico e dirigente fece ottime cose a Suzzara e Viadana. Il nuovo allenatore aveva già guidato a dicembre per una giornata il Pavia in attesa dell’arrivo di Brini, espugnando Pordenone (2-0): da quando ha preso però in mano ufficialmente la squadra ha rimediato due sconfitte casalinghe ed una eclatante vittoria esterna (4-1) a Bassano. A gennaio è stata attuata una rivoluzione ancora superiore al Mantova, con 10 nuovi acquisti e 9 cessioni: è vero che sono arrivati dalla B elementi del calibro di bomber Sforzini dall’Entella o Manconi dal Novara, ma a conti fatti l’obiettivo non è stato centrato. Mister Rossini ha sperimentato moduli diversi, schierando contro l’Alessandria un 4-4-2, ma non è escluso che cambi ancora l’assetto.
Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) Prove di 4-4-2 sul manto erboso del Martelli a due giorni dalla sfida col Pavia ma solo – giurano in viale Te – per ovviare a qualche assenza e riequilibrare così le forze in campo durante la partitella di fine settimana. La novità del giorno è infatti lo stop di Mattia Marchi a causa di un fastidio alla pianta del piede, acciacco che verrà nuovamente valutato stamani prima della rifinitura. Rinunciare a Marchi proprio contro la squadra in cui ha disputato la prima parte del campionato sarebbe un handicap pesante per Luca Prina, tenuto conto che l’attaccante riminese – tre gol all’attivo con l’Acm – è elemento di qualità ed esperienza tali da ridurre gli effetti della grave assenza di Ruopolo. Insieme a Marchi anche Trainotti è rimasto ancora fermo, per un’infiammazione dietro il ginocchio. Identica la previsione di recupero per il difensore: situazione da riconsiderare nella giornata odierna, con Cristini (altro ex di turno come Sereni) pronto a raccoglierne il testimone. Fuori causa sicuramente Ungaro (riprenderà martedì) e capitan Caridi, per il quale si schiude un’ipotesi di averlo a disposizione ad Alessandria. Nella seduta di ieri è rientrato in gruppo Maggio, che a parte una breve apparizione a Gorgonzola, non ha ancora avuto possibilità di mettersi in mostra. Per la cronaca nella partitella Prina ha schierato Cristini, Carini, Scrosta e Sereni davanti al portiere Bonato, con Lo Bue – ieri collocato a centrocampo – che sarebbe l’eventuale terzino destro in una retroguardia a cinque. A centrocampo Di Santantonio, Raggio Garibaldi e Gonzi, con Masiello che pone la propria candidatura al posto dell’italofrancese. Falou e Beretta costituivano il tandem d’attacco, con Tripoli primo cambio, anche se il recupero di Marchi potrebbe rimescolare le carte.
Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) Con tanti ex in campo e un passato ai playoff che ha riscritto la storia dell’Acm, un avversario quale il Pavia dovrebbe risvegliare nel clan biancorosso quel surplus di energie con cui coronare l’inseguimento alla vittoria, merce quasi sconosciuta. Del doppio confronto del 2005 ne sono oggi testimoni, tra i reduci di viale Te, l’ex presidente Fabrizio Lori e Ciccio Graziani, oltre all’infortunato Caridi. Ma stante la delicatissima posizione di classifica della squadra ora nelle mani di Luca Prina, non è il caso di mostrare debolezze sentimentali e di farsi prendere dalla nostalgia. In sintesi, conta solo il presente – fanno capire i protagonisti interpellati – e l’obiettivo è quello di salvarsi ad ogni costo. «Non posso nascondere che il Pavia mi evochi dolci ricordi – taglia corto Lori, dopo aver assistito all’allenamento da bordo campo -. Ciò che più manca, rispetto a quelle settimane, è l’entusiasmo della piazza. E quello arriva solo con le vittorie… Io credo sia fondamentale guadagnare anche una sola posizione in classifica, perché ormai i playout mi pare siano inevitabili. Ma per quella che è anche la mia esperienza del passato, trovo che sia fondamentale giocare l’eventuale seconda gara in casa, proprio come fu con Frosinone e Pavia prima di approdare in serie B. E magari, per una squadra che segna così poco, poter contare anche su due pareggi…». Se Lori si affida alle sensazioni relative ad uno spogliatoio conosciuto solo nell’ultimo mese e mezzo, Gabriele Graziani ha da tempo il polso del rettangolo di gioco. E conosce ogni dinamica della sofferta stagione biancorossa. «Quando superi la staccionata e da calciatore diventi un tecnico anche le rivali più classiche si fanno un po’ meno speciali – replica a proposito di sfidare il Pavia che contese la B alla squadra di cui lui era il capocannoniere -. Lo sono semplicemente perché un allenatore deve destinare a tutte le avversarie la stessa attenzione, che giocoforza deve essere massima, preparando la gara nei minimi dettagli. Così, certe situazioni che vivi da giocatore si stemperano un po’ ma posso capire che per i tifosi possa essere diverso». A proposito, Ciccio tocca un tasto dolente e non vuole nemmeno pensarci, a scontentarli di nuovo, nel tardo pomeriggio di domani. «Capisco perfettamente che cosa provano gli appassionati che ancora ci seguono. Anche la civile protesta inscenata in settimana al campo d’allenamento è dettata più dall’amore per questa maglia che da altro. Siamo consapevoli di aver deluso le aspettative, la tifoseria ha ragione al 100%. Ma so anche che la squadra negli ultimi tempi ha raccolto molto meno di quanto meritava, un po’ per ingenuità commesse in mezzo a buone gare, un po’ perché la dea bendata ci ha voltato le spalle, un po’ per errori arbitrali. Ora dobbiamo remare tutti nella stessa direzione: noi, la squadra, la società, i tifosi, la stampa. Consapevoli che ci aspettano partite che valgono tutte una finale di Champions. Proveremo a non deludere».
Ore 18.20 – Lega Pro girone A, fine primo tempo: Cremonese-SudTirol 1-0, Pordenone-FeralpiSalò 0-1.
Ore 17.50 – (Giornale di Vicenza) Roby Candido in ripresa, Giammario Piscitella un po’ meno. Il borsino degli esterni giallorossi – ammaccati – segnala il parziale recupero dell’ala ex Pro Patria che potrebbe anche sedere in panchina domenica alle 15 al Mercante contro la Pro Piacenza. Bisognerà aspettare un altro po’, invece, per Piscitella, destinato al forfait nel duello con gli emiliani dopo il guaio muscolare patito a Cittadella, nella speranza di riattivarlo almeno tra i convocati per la successiva gara interna col Lumezzane di sabato 16 aprile. Così al momento Sottili per la maglia di laterale offensivo di sinistra ha le opzioni Laurenti/Voltan col primo favorito rispetto al secondo.Intanto stanno peggio ad Alessandria dove hanno perso il centravanti Marconi per almeno 40 giorni per uno strappo a una coscia. Nel frattempo a Bolzano è tempo di esami: l’Alto Adige che puntava a un approdo playoff ha messo tutti in discussione: le ultime 5 partite serviranno a guadagnarsi la riconferma per il tecnico Stroppa e i giocatori.
Ore 17.30 – (Giornale di Vicenza) Lui, abituato a scapicollarsi sulla fascia per mestiere, la corsa più importante e col cuore in gola l’ha compiuta il martedì precedente il sacco di Cittadella. Via in tutta fretta verso Montebelluna per stare vicino alla sua Nicole che stava per renderlo papà.«Mi hanno avvertito alle 16.30 che ero all’allenamento – racconta Daniel Semenzato – ho mollato tutto e mi sono catapultato verso l’ospedale in tempo per assistere al parto. È stata un’emozione indescrivibile, unica, non ci sono parole per spiegarla. Indubbiamente la più intensa della mia vita». Ora Vittoria è una dolcezza di bimba che è il tesoro del babbo. Peraltro messo subito in guardia dagli altri padri dello spogliatoio: «Guarda che ora è tutto bello e facile, dorme sempre – mi hanno detto – ma il duro viene più avanti, preparati…». Presumiamo che Piscitella, recordman per distacco di notti insonni con le sue instancabile gemelline Asia e Zoe sia stato il più solerte ad avvisarlo. «Incominciamo ad essere parecchi papà in squadra – osserva divertito il Seme – io, Pietribiasi che ha due bimbe, Martinelli che ha due figli più grandicelli, il portiere Rossi, le gemelline di Piscitella e il piccolo di Misuraca. Se facciamo il conto sette femmine e due maschi, una netta maggioranza». Il lieto evento comporterà le paste e i brindisi da portare alla squadra e allo staff («Me l’hanno già ricordato») e soprattutto l’immancabile giro di spritz con gli amici del bar di Arcade, il paese della Marca, di cui è originario il terzino di fascia virtussino. In assenza di gol personali da celebrare, i calici si alzano in altro modo.«Loro trovano sempre un motivo per festeggiare e farsi pagare un bicchiere – sorride Daniel – è che gli anni scorsi si erano abituati bene, si gioiva a ogni rete (10 in due stagioni, un bel po’ per un difensore, ndr), mentre quest’anno è ancora all’asciutto. Ma essere a secco non implica rinunciare al Prosecco e allora cin cin: per la Vittoria neoarrivata e la vittoria (minuscola) del derby, ma maiuscola nella prestazione. Niente di paragonabile ovviamente, ma entrambe sequenze indimenticabili di una settimana perfetta. Tra l’altro Semenzato da fresco babbo ha squadernato una prova robustissima coi granata. «Avevamo bisogno di una reazione immediata dopo la sbandata col Pavia, in una serata comunque sfortunatissima. A Cittadella ci siamo riusciti: corti, compatti e aggressivi. Quando ci esprimiamo così è difficile per tutti. Il rigore reclamato dal Citta? Ero lì vicino e vi assicuro che non c’era, Bizzo non ha toccato Litteri». Ma ora incombe domani la Pro Piacenza al Mercante, altra grana. «Infatti è tremendamente più complicata che col Cittadella, tantopiù che questi in trasferta fanno sempre risultato. Quanto al secondo posto non ne farei un’ossessione. Dico che è molto più importante entrarci ai playoff, ma arrivarci in condizione. L’esempio del Como lo scorso anno proprio ai nostri danni in finalissima è lì a dimostrarlo. Hanno fatto irruzione agli spareggi all’ultmo istante e alla fine li hanno vinti loro. Noi avevamo speso troppo di energie emotive e fisiche e avevamo meno alternative di quante ne possediamo adesso». Stranamente è ancora a quota zero negli exploit sottoporta. «Beh, perchè preferisco tenerli eventualmente per le gare che contano. O no?». Dal Seme nascono solo buoni frutti. Nel segno della Vittoria, of course.
Ore 17.00 – Lega Pro girone A, fischio finale: Lumezzane-Cuneo 1-0, Renate-AlbinoLeffe 2-0.
Ore 16.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Non sarà decisiva, ma se battiamo la FeralpiSalò “scolliniamo” e l’ultimo mese sarà in discesa». Questa volta anche «mister prudenza», al secolo Bruno Tedino, vede il traguardo playoff. Al Bottecchia, questo pomeriggio alle 17.30, arriverà la Feralpi, quinta con 49 punti in classifica, 4 meno del Pordenone. Se, dopo aver «eliminato» Padova e Reggiana, il Pordenone dovesse battere e «tagliare» dalla corsa anche i lombardi, la post season sarebbe praticamente certa. Lo sa anche il popolo naoniano: oggi convergerà in massa nell’impianto che, grazie alla latitanza dei supporter avversari e alla “convocazione” di tutti i tesserati del settore giovanile, sarà un’unica grande macchia neroverde. LEONI FERITI – La dea della fortuna, come con la Reggiana, strizza l’occhio al ramarro. I leoni del Garda arriveranno in riva al Noncello privi almeno di tre elementi di primissimo livello: Tantardini, Ranellucci e Leonarduzzi. Tutti a disposizione invece gli uomini più importanti di Tedino. «Potrebbe essere un vantaggio – ammette il tecnico neroverde -. Ricordo però che noi sul piano del carattere e della determinazione abbiamo fornito una delle migliori prove a Cuneo (1-0, ndr), dove giocammo in formazione largamente rimaneggiata. Inoltre – continua Tedino – la Feralpi a mio avviso sviluppa il miglior gioco del girone, dopo quello del Cittadella. Maracchi, ex ramarro, e compagni “cacciano” la palla in tutte le zona del campo e da tutte le zone sono capaci di ripartire. Il loro è un gioco piacevole, fluido e veloce. «Non per nulla – ricorda Tedino – è la squadra che sin qui ha segnato più gol (45 contro i 44 del Cittadella e i 42 del Pordenone, ndr)». Davanti hanno Romero (8 centri), che andò a segno insieme ad Allievi anche nel 2-1 dell’andata per i gardesani. «È una prima punta di 200 centimetri, agile e forte – lo dipinge il mister di casa -, abilissimo sulle palle lunghe, difficilissimo da marcare». UN SOLO DUBBIO – Tedino indica la via: «Aggressività, impegno, cattiveria». Squadra fatta per 10 undicesimi. L’unica incertezza riguarda la «spalla» di Strizzolo in attacco, per il cui ruolo sono in lizza Filippini (autore del gol neroverde a Salò) e Berrettoni. Il resto è immutabile: Tomei fra i pali; Boniotti, Stefani, Ingegneri e Martin in difesa; Pasa, Pederzoli e Mandorlini a centrocampo, con Cattaneo alle spalle delle due punte. Arbitrerà Marco Piccinini di Forlì. PICCOLI RAMARRI – Per la sfida da «scollinamento» Mauro Lovisa ha «convocato» tutti i tesserati del settore giovanile che, vista l’assenza di tifo organizzato da Salò, occuperanno la gradinata normalmente riservata agli ospiti con striscioni e bandierone. L’altra gradinata e la tribuna dovranno essere da tutto esaurito. Tedino, in conferenza stampa, facendo il verso al popolare gruppo Fb, ha lanciato l’invito: «Sei di Pordenone se… sarai anche tu al Bottecchia a fare la stora del ramarro insieme a noi». Cancelli aperti dalle 16. Maria Giovanna Elmi sarà la “madrina” della sfida. Romana di nascita, ma friulana di adozione, vanta una carriera interamente sotto i riflettori: come fotomodella, annunciatrice, conduttrice, cantante e attrice. Nell’area hospitality incontrerà i tifosi parlando del libro “Bellezza”, scritto con Francesca Schenetti. Salvo maltempo, intrattenimento musicale di Nica Band & Nicole Pellicani. SOSTEGNO – In questo entusiasmante rush finale il Pordenone si arricchisce di un importante partner. Recycla, azienda leader nel settore ambientale legata al territorio, fa il suo ingresso tra i main sponsor. Il suo logo comparirà sul retro delle maglie dei giocatori, sotto il numero.
Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) «Certo, se battiamo la Feralpi non si aprirà di fronte a noi una discesa, ma almeno ci sarà un falsopiano». Come dire: playoff messi sotto chiave in caso di tre punti. Usa una metafora ciclistica Bruno Tedino per descrivere l’orizzonte della sua squadra, giunta al nodo cruciale della stagione. «Mancherà il conforto della matematica – afferma il tecnico del Pordenone –, ma da campionato fantastico possiamo trasformarlo in capolavoro. Mi aspetto che il pubblico sostenga e stia vicino a questi ragazzi, che ora dovranno fare il sacrificio più importante del campionato». Sarà così, perché si annuncia un Bottecchia gremito. Dev’essere così perché la Feralpi, secondo Tedino, è una squadra temibile nonostante le numerose assenze nel reparto arretrato. «Lo dicono i numeri – spiega il trainer –. Sono quinti in classifica con 49 punti. Inoltre ha un modo di giocare che mi piace molto, è una squadra che muove bene la palla in ogni zona del campo ed è capace di riconquistarla dappertutto, sapendo anche ripartire. Dovremo fare un grande lavoro sugli esterni e cercare soprattutto di limitare Romero, il loro centravanti – indica –. In caso di difficoltà mettono sempre la palla alta per lui che riesce a governarla e gestirla, dall’alto dei suoi due metri». Nulla, sotto il profilo delle motivazioni, può temere questo Pordenone. «Abbiamo un’incredibile voglia di vincere e siamo sicuri di disputare una partita di grande intensità – afferma Tedino –. Ripeto: mi aspetto un grande sostegno da parte del pubblico, che ci può aiutare a spingere ancora più forte e portare a casa questi tre punti». In casa FeralpiSalò – arrivata ieri pomeriggio in ritiro – si respira tensione, perché si sa che la vittoria è l’unico risultato a disposizione per poter continuare a sperare. Anche Federico Maracchi, ex di turno, l’ha ribadito sulla pagina Facebook della società. «Il pari non serve a nulla, perdere vorrebbe dire staccarsi. Dobbiamo soltanto vincere».
Ore 16.10 – (Messaggero Veneto) A Tedino non piacciono molto i giri di parole. E allora è giusto dire che la gara di oggi è quella dell’anno. Il Pordenone, con la FeralpiSalò, si gioca una enorme fetta di playoff. Il via alle 17.30 per tre punti che pesano come non mai: se i neroverdi vincono spingono i gardesani – prima squadra fuori della post-season – a 7 lunghezze, cioè a una distanza siderale, quando mancano soltanto quattro giornate al termine del campionato. Tutto il club sa di quale chance usufruisce questo pomeriggio. E vuole mettere a segno un altro match-point, dopo il primo andato a buon fine con la Reggiana. Ce la può fare, la squadra di Tedino? E’ la favorita e non tanto perché è in una migliore posizione di classifica (53 punti contro 49) quanto perché la Feralpi, a Pordenone, ci arriva in condizioni di estrema emergenza. Oggi, infatti, Diana deve rinunciare a tre difensori titolari su quattro (Tantardini, Ranellucci e il friulano Leonarduzzi, squalificati) e affidarsi a un centrale inventato (Codromaz, altro friulano) e un altro adattato (Allievi). Non è finita, perché Bertolucci, altro ex, giocherà non al meglio sulla fascia sinistra. Insomma, è pur vero che la Feralpi rimane un’ottima squadra, ma certe assenze si riescono a gestire meglio con una squadra magari meno quotata, non con un Pordenone al completo e con la giusta adrenalina per ottenere il risultato positivo. Già, perché i “ramarri”, questa settimana, hanno vissuto al meglio il lavoro quotidiano: con la consapevolezza, cioè, di vedere (quasi) concretizzato il loro sogno sportivo. Per fare questo enorme passo in avanti Tedino, salvo sorprese, si affida al modulo (4-3-1-2) e alla squadra che, in questi mesi, gli hanno permesso di infilare l’incredibile serie di risultati positivi. Quindi, davanti a Tomei, la solita difesa a quattro con Boniotti, Ingegneri, Stefani e Martin. A centrocampo i tre sultani, vale a dire Mandorlini, Pederzoli e Pasa. Sulla trequarti dovrebbe tornare Cattaneo, in appoggio alle due punte, Strizzolo e Filippini, favorito su Berrettoni. Out Beltrame, Talin e Cosner, Martignago è tra i candidati a entrare nella ripresa.
Ore 15.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) La volata promozione scalda i tifosi, sicuri già in 300 al seguito del Venezia nella tana dell’Este. Cinque giornate al termine della serie D, il traguardo Lega Pro si avvicina e anche gli appassionati arancioneroverdi sembrano volersi stringere accanto al team di Giancarlo Favarin. Ieri pomeriggio, infatti, il Venezia ha reso noto di aver venduto per tre quarti i 400 biglietti avuti in dotazione dall’Este, ma domani in terra padovana (ore 15) il numero dei supporter provenienti dalla laguna crescerà ancora considerato che i botteghini del Nuovo Stadio Comunale saranno aperti, e che la maggior parte degli ultras della Curva Sud non ha acquistato i biglietti in prevendita. D’altra parte sul campo la capolista farà visita alla terza forza del torneo, distanziate di 10 punti (77 a 67 per Soligo e soci), mentre il Campodarsego (72) salirà a Levico contro il team trentino bisognoso di punti salvezza. «Vincere potrebbe significare mettere un piede e mezzo in Lega Pro, anche se poi ci saranno altre quattro partite – la vigilia di Daniel Beccaro, domani titolare in difesa al posto dello squalificato Modolo -. Impossibile sottovalutare l’Este, il nostro dente è ancora avvelenato dal ko dell’andata, vorranno fare la gara della vita ma li batteremo sull’aggressività». A Este ci sarà pure il presidente Joe Tacopina, in arrivo oggi a Venezia. «Non vediamo l’ora di coronare il nostro grande campionato – ribadisce Beccaro – personalmente non gioco dal 1’da quasi due mesi (dall’1-1 con l’Abano, ndr) ma sto bene e con Cernuto l’intesa è rodata. Siamo sereni, molto carichi, vogliamo continuare a girare alla grande per restare, mal che vada, ancora a più 5 sul Campodarsego». Per Favarin in dubbio Maccan (botta al ginocchio), nel caso è pronto Carbonaro. PROGETTO SCUOLA – Ieri mattina i giocatori Acquadro, Luciani e Chicchiarelli si sono intrattenuti con i giovani alunni della scuola Baracca, nell’ultimo incontro del Progetto Scuola nel plesso Da Vinci. Martedì 12 aprile appuntamento all’istituto comprensivo Spallanzani.
Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Sale la febbre dei tifosi per il big match di domani a Este (ore 15). Sono già 300 i biglietti acquistati in prevendita dai supporter arancioneroverdi, che hanno di fatto bruciato i tagliandi messi a disposizione del Venezia. Per questo ieri la dirigenza arancioneroverde ha richiesto ulteriori cento biglietti di tribuna coperta, subito messi in vendita. Si potrebbe arrivare, dunque, ad avere sugli spalti dello stadio comunale circa 400 tifosi, pronti a sostenere il Venezia in una delle partite chiave della stagione. «Questa partita conta tantissimo per noi. Se vinciamo possiamo pensare di avere almeno un piede in Lega Pro», è il pensiero di Daniel Beccaro, candidato a un posto da titolare al centro della difesa mancando Marco Modolo per squalifica. Il difensore ritrova il campo dal primo minuto dopo un bel po’ di tempo passato in panchina, visto che l’ultima partita giocata dall’inizio è stata quella con l’Abano dello scorso 14 febbraio. Dovrebbe essere questa l’unica variazione rispetto all’undici standard di mister Favarin (ancora in tribuna per il secondo e ultimo turno di squalifica), visto che rientreranno al proprio posto Soligo e Serafini. L’unico dubbio riguarda Maccan, che ha accusato un fastidio al ginocchio e per il quale si deciderà solo all’ultimo. In alternativa, è pronto Carbonaro. «Stiamo attraversando un buon momento e in più abbiamo il dente avvelenato per la sconfitta dell’andata», ricorda Beccaro ripensando al primo ko stagionale del Venezia, da cui derivò l’avvicendamento in panchina. Ieri intanto al campo di allenamento del Taliercio il diesse Giorgio Perinetti ha accolto in visita Erjon Bogdani, collaboratore tecnico di Gianni De Biasi, ct della nazionale albanese e Leandro Rinaudo, ex difensore del Palermo e fino al gennaio scorso al Vicenza in serie B. Oggi arriverà il presidente Joe Tacopina, che assisterà alla partita di Este. Ripartirà lunedì ma non farà rientro negli Usa: dopo una serie di impegni il presidente rientrerà in laguna per assistere al match con il Belluno e poi per quello con l’Union Ripa: potrebbe infatti cadere da queste parti la promozione in Lega Pro.
Ore 15.10 – (La Nuova Venezia) Cresce l’attesa per il big match di Este, e non solo all’interno del gruppo di Giancarlo Favarin. I tifosi del Venezia sentono l’avvicinarsi del traguardo, sono circa trecento i biglietti già acquistati in prevendita, esauriti in tre giorni i 100 tagliandi di tribuna, tanto che ieri mattina su richiesta del Venezia, l’Este ne ha recapitato un altro centinaio dello stesso settore. La Curva Sud ha già completato il pullman, ma in tantissimi seguiranno il Venezia con mezzi propri nella Bassa Padovana. «La voglia di giocare è talmente tanta che i giocatori vorrebbero scendere in campo domenica e mercoledì» osserva Giancarlo Favarin, che non potrà disporre dello squalificato Modolo, ma ritrova Soligo e Serafini, mentre la rifinitura odierna gli chiarirà definitivamente le idee sullo stato del ginocchio di Maccan. «Non dovrebbe essere nulla da pregiudicare la sua presenza» aggiunge il tecnico pisano, «ma voglio rivederlo oggi». Beccaro prenderà il posto dello squalificato Modolo, riformando la coppia centrale con Cernuto, come in avvio di stagione. «L’Este? Una gran bella squadra, solida e compatta» commenta Favarin, «ha giocato un ottimo calcio e solo qualche pareggio di troppo ha impedito ai giallorossi di essere più vicini a noi e al Campodarsego. Credo che abbia raggiunto l’obiettivo di inizio stagione e nei playoff potrà essere protagonista, ma so perfettamente che giocherà la partita dell’anno contro di noi per ripetere la vittoria del Penzo. Mi ha sorpreso la sconfitta dell’Este a Dro, ho come avuto la sensazione, vedendo il video, che pensasse già alla partita contro di noi». Este potrebbe risultare l’ultimo serio ostacolo verso la Lega Pro. «Nessuno ci regalerà niente, come è stato per tutta la stagione» osserva Favarin, «ma se domani sera il Venezia avrà ancora lo stesso vantaggio sul Campodarsego, il traguardo si avvicinerebbe sensibilmente. Sarà una partita apertissima, tra due squadre che vorranno vincere». La sconfitta dell’andata non è stata dimenticata dal gruppo di Favarin. «Io non c’ero, ma avverto una grande voglia di prendersi la rivincita da parte dei giocatori. Mi hanno raccontato di una partita strana, condizionata sull’1-0 da un rigore non concesso per un fallo di mano e dall’espulsione di Carbonaro, arrivando poi all’1-2 incassato nei minuti di recupero». Senza quella sconfitta, forse, Giancarlo Favarin non sarebbe ritornato a Venezia, ma capitan Serafini (anche lui espulso nei minuti di recupero) e compagni proveranno a restituire all’Este il calice amaro della sconfitta. La partita è stata affidata a Cristian Cudini di Fermo, che ha già al suo attivo 17 presenze stagionali in serie D.
Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Dopo le due fondamentali vittorie ottenute con Ascoli e Livorno, il Vicenza affronta oggi la difficile trasferta di Cesena puntando ad un ritrovato morale e ad una maggior convinzione nelle proprie possibilità. «La serenità è un aspetto importante e quando i risultati arrivano la si trova più facilmente — sottolinea mister Franco Lerda — ci apprestiamo ad affrontare un avversario importante come il Cesena con la giusta concentrazione, entusiasmo e determinazione. La squadra romagnola è stata costruita per un campionato di vertice e quindi l’impegno è senza dubbio arduo. Però siamo ottimisti e fiduciosi, confido nei miei ragazzi e sono convinto che disputeremo una buona partita. Al di là dei moduli di gioco in queste settimane abbiamo lavorato sui principi, sui concetti di come stare in campo, e devo dire che la squadra sta molto meglio sotto diversi punti di vista. Il mio calcio è fatto di distanza, ordine, ed equilibrio, e dal primo giorno in cui sono arrivato, dal quel punto di vista, la squadra è senza dubbio migliorata». Purtroppo gli infortuni continuano a falcidiare il gruppo e gli uomini a disposizione sono contati. «Questi siamo — sospira il tecnico del Vicenza — e purtroppo in settimana ho perso anche Cisotti, che si è procurato un infortunio grave: mi dispiace molto perché è un ragazzo serio, che ci avrebbe potuto dare una grossa mano. Abbiamo anche parecchi diffidati ma non possiamo fare calcoli, casomai dovremo fare attenzione ad evitare gialli superficiali. Dovremo stare ben concentrati perché troveremo un ambiente caldo, un pubblico che in casa incita e sostiene la squadra, che in questo modo può avvalersi di una situazione ambientale molto favorevole. Sarà un ostacolo in più, ma potrebbe anche darci una grande carica ed è proprio quello che spero accada». Da una parte un Lerda consapevole delle difficoltà che la trasferta di Cesena presenterà per i suoi, dall’altra c’è un Massimo Drago mette le mani avanti ammonendo i suoi sulle insidie che la partita potrebbe presentare durante i 90 minuti. «Il Vicenza vale molto di più della classifica che ha — spiega i tecnico del Cesena — non dimentichiamoci che l’anno scorso hanno disputato i playoff mantenendo in questo torneo parte dello stesso organico. Sono stati sfortunati sotto l’aspetto degli infortuni, hanno perso per tutto il girone d’andata Brighenti e per tutta la stagione Manfredini, Bellomo, e Pozzi; adesso hanno pero anche Vigorito e Cisotti, ma a dispetto di tutte le sfortune, Il Vicenza è una squadra in crescita che possiede sempre grandi qualità». Il confronto con Lerda rappresenterà per Drago un tuffo nel passato, quando l’allenatore dei romagnoli lavorò a Crotone come secondo proprio di Lerda. «Ho un gran bel ricordo di quell’annata — precisa Drago — ho lavorato insieme a Franco un anno a Crotone e posso dire che a livello generale abbiamo idee di gioco simili; domani (oggi per chi legge, ndr ) spero valga il detto che recita “l’allievo h superato il maestro” perché questo significherebbe che il Cesena ha battuto il Vicenza».
Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Un’autostima che sta crescendo di partita in partita, una squadra che si sta dimostrando sempre più matura e lo ha fatto anche a Bari nell’ultima partita. Un pareggio prezioso per il Cesena, che al San Nicola ha mantenuto la porta inviolata e ha mantenuto la terza posizione in classifica alle spalle di Cagliari e Crotone. La prova del nove, però, è oggi, contro un Vicenza che il tecnico del Cesena, Massimo Drago, teme tantissimo. Scelte obbligate per l’ex trainer del Crotone che dovrà rinunciare allo squalificato Valzania e agli infortunati Sensi e Djuric, out per venti giorni.In questo momento forse il Vicenza è il peggior avversario che potevate affrontare…Sono d’accordo, perché non va dimenticata la qualità di questa squadra, nonostante la posizione in classifica deficitaria. Finora il Vicenza è stato anche sfortunato, dal punto di vista degli infortuni, però nelle ultime partite ho visto una squadra in salute, in crescita, che ha delle caratteristiche importanti per la categoria e giocatori di un certo livello. Conosco bene Lerda (Drago è stato suo collaboratore a Crotone, ndr) e a livello di gioco abbiamo idee simili. Per riuscire ad avere la meglio bisognerà avere pazienza nelle giocate, essere equilibrati tra i reparti perché una delle armi migliori del Vicenza è proprio il contropiede. Sarà un Cesena diverso dal solito visto l’infortunio di Djuric che vi costringerà a giocare senza un vero centravanti?L’assenza di Milan sicuramente ci porterà meno qualità nel gioco aereo, però ne guadagneremo in altro. L’attacco che scenderà in campo, infatti, sarà magari più leggero rispetto al solito però potremo attaccare meglio la profondità. Senza dubbio bisognerà evitare di giocare palle alte dalla difesa, ma avere maggiore pazienza nel possesso del pallone per cercare lo spazio ed affondare. Dopo il pareggio di Bari la squadra ha più autostima?La convinzione nei nostri mezzi non è mai mancata, neppure nel girone d’andata. La sterzata l’abbiamo data in questo 2016, dove abbiamo perso poche partite ma anche quando non siamo riusciti ad ottenere i risultati la prestazione non è mai mancata. E questi sono segnali importanti per me. È un finale di campionato rovente, non c’è ancora nulla di scritto. Come si dovrà comportare il Cesena per raggiungere i playoff?Dovremo mantenere la serenità che abbiamo adesso, perché ritengo che solo con una buona lucidità mentale si può riuscire a rendere al meglio anche sotto il profilo atletico.
Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Questa è la storia di Tonino, Alessio e il suo sogno. «Mister, ora che sono il capofamiglia deve aiutarmi ad arrivare ad alti livelli. Voglio realizzare il mio sogno, che prima di tutto è anche quello di papà». Il mister è Antonino Asta. Il sogno è quello di Alessio Vita. Che dopo quel discorso, avvenuto negli spogliatoi del Monza nel dicembre di tre anni fa, dice: «È diventato il mio secondo padre, mi conosce così bene…». E allora tocca a lui, a Tonino, raccontare la storia di Alessio.Via con le similitudini: «Alessio parla poco come me, e allo stesso modo il suo primo obiettivo è la squadra, non la prestazione personale». Si ritrova?Certo. A me piace vincere: per questo mi metto a disposizione della squadra, e fare una corsa in più non mi pesa mai. Credo sia un pregio.«E come me, gli piace stare in quella zona di campo dove ha la linea di riferimento».Infatti a ogni allenamento mi prendeva e diceva: “Ti devi mettere lì, crossare così, in diagonale rispetto alla palla…”. A volte in partita capitava che lo mandassi a quel paese, ma sono più le volte in cui ho fatto gol e sono corso ad abbracciarlo. Era un rapporto di “odio” e amore. Ma con più amore.Come quando, dopo la promozione alla Primavera del Torino, non l’ha fatta mai giocare…Non scorderò mai le 11 tribune consecutive. L’ho “odiato” ma sempre nel rispetto del suo ruolo, perché sapevo che l’opportunità me l’avrebbe data. Ero arrivato al punto di non guardare più neanche le convocazioni… Ci stavo male, tornavo a casa e piangevo, ma il lunedì successivo mi ripresentavo al campo sempre più voglioso. E infatti, la gara più importante della stagione (playoff contro l’Inter, ndr) l’ho giocata, tutta quanta. È stata come una rivincita.«Sotto l’aspetto emotivo Alessio vive le partite a mille all’ora, e spesso spreca energie nervose quando non servono». È d’accordo?Sorride. «Questa cosa me l’ha inculcata lui! Sentendo la gente, dicono che siamo quasi uguali: lui per primo andava a duecento all’ora su e giù per quella fascia».Ancora: «Sotto l’aspetto tecnico è un po’ timido, troppe volte si limita al compitino».E infatti ha ragione, devo migliorare. A volte potrei tentare un tiro e invece preferisco fare un passaggio. Ma la Lega Pro è tutta un’altra storia, probabilmente là sentivo più responsabilità e prendevo più coraggio. «Quando ho saputo che arrivava Lerda, l’ho voluto mettere in guardia: per le qualità che ha Alessio, è il suo allenatore ideale».Io ho fatto quattro anni giocando con il 4-2-3-1, è il modulo che esalta le mie caratteristiche. Ma anche la squadra vedo che risponde in maniera positiva.È vero che se ha scelto il Sassuolo – e quindi il prestito a Vicenza – è anche merito di Asta?Sì, con lui mi confrontavo molto. È stata la prima società che ha bussato alla mia porta, ma qualche ora prima che mi incontrassi col Sassuolo era arrivata la chiamata dell’Inter. E quando chiamano loro fa un certo effetto. Poi papà era dell’Inter… e ho pensato: è da pazzi rifiutarlo. Però ragionando mi sono chiesto: un giorno Alessio potrà giocare nell’Inter? Trovata la risposta, ho scelto il Sassuolo.Che già sapeva l’avrebbe girata in prestito a Vicenza: il primo impatto?Ero abituato a giocare al massimo davanti a 500 persone, alla prima giornata ho esordito col Trapani e c’era la curva piena. Mi son detto: qui è una bolgia! Avevo quasi un po’ di paura, venendo dalla Lega Pro a metà anno… mi chiedevo se ero all’altezza. Ma fare calcio vero è il sogno di tutti, e quando il mister mi ha detto “vai a scaldarti” mi giravo ogni tre minuti verso la panchina, non vedevo l’ora. Adesso si sente un giocatore da Serie B?Sì. E poi era il sogno di mio padre, sperava in un figlio che riuscisse a realizzarsi. Mi dispiace che non possa vedermi: so che mi guarda da lassù, ma saperlo sugli spalti e magari poterlo salutare a fine partita sarebbe un’altra cosa. Per questo voglio arrivare fino in fondo, anche per lui.«Alessio è un buono, e lo sarà sempre. Solo deve imparare a essere un po’ s…, ogni tanto». Io sono un buono, non ce la faccio neanche a rimproverare un mio compagno.È un limite?In questo mondo sì, perché un po’ si paga. Ma io sono contento di essere così, voglio raggiungere i miei obiettivi per ciò che sono.L’obiettivo del Vicenza è la salvezza: queste due vittorie consecutive significano che state guarendo?Se in classifica non è cambiato quasi nulla, a livello mentale abbiamo preso consapevolezza dei nostri mezzi, cosa che avevamo perso col tempo. Ma anche con il Cagliari avevamo dimostrato di essere vivi, nonostante Cinelli abbia azzeccato la porta sbagliata…E a Cesena troverete un altro ex ancora, Ragusa. Preoccupato?Io mi preoccupo per noi stessi. Sono gli altri che si devono preoccupare di noi, se stiamo bene.
Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Franco’s eleven, gli undici di Franco Lerda. Con le vittorie aumentano le certezze, a cominciare da quelle legate alla formazione titolare: ecco allora che, per la terza partita consecutiva, il tecnico biancorosso oggi al Manuzzi (fischio d’inizio alle 15) manderà in campo contro il quotato Cesena una squadra praticamente identica per modulo ed interpreti.LA STAFFETTA. Si profila dunque una nuova staffetta tra i due centravanti in organico al Vicenza, Giulio Ebagua e Filip Raicevic. Il nigeriano, al rientro della squalifica, dovrebbe tornare a guidare l’attacco biancorosso come aveva fatto ottimamente ad Ascoli segnando una doppietta, prima di farsi espellere ingenuamente per doppia ammonizione dopo mezz’ora. Il giovane montenegrino, che pure la settimana scorsa con il Livorno si è distinto per una prestazione di quantità e qualità, impreziosita dallo splendido gol di testa, dovrebbe invece tornare a sedere in panchina.EQUILIBRI PRESERVATI. A dire il vero, in settimana Lerda aveva fatto più di un pensierino all’idea di schierare i due giocatori in coppia dall’inizio, con Raicevic in posizione avanzata ed Ebagua qualche metro più indietro: in questo caso il sacrificato sarebbe stato Giacomelli. Dopo le prove svolte al Morosini, però, pare che il tecnico biancorosso abbia preferito toccare il meno possibile gli equilibri che hanno dimostrato di funzionare a dovere, consentendo al Vicenza di vincere le ultime due importantissime sfide salvezza contro Ascoli e Livorno. Galano potrà così rimanere nella posizione di mezzapunta centrale che sembra gradire particolarmente, e Vita potrà dare il suo contributo di spinta (e cross) sulla destra; resta la speranza che Giacomelli, appannato nelle ultime partite, possa ritrovare a sinistra lo spunto giusto per tornare ad essere una spina nel fianco nella difesa avversaria.CROCIATO PER CISOTTI. Tra l’altro proprio il sostituto più simile per caratteristiche al piccolo fantasista umbro, ovvero Juri Cisotti, come si temeva ha chiuso la sua stagione prima ancora di esordire in biancorosso. L’esito della risonanza ha confermato quanto si era temuto da subito vedendolo accasciarsi in allenamento mercoledì, ovvero la rottura del legamento crociato anteriore di destra. Lo sfortunatissimo ragazzo di Tolmezzo, quindi, dovrà affrontare lo stesso lungo percorso di recupero (sei mesi circa) che ha appena iniziato l’altrettanto sventurato Nicola Bellomo. Auguri di cuore.PACCHETTO CONFERMATO. Tornando alla formazione titolare, come si diceva, di fatto ricalcherà per dieci undicesimi quella che ha battuto il Livorno, mentre sarà una copia carbone fedele di quella che ha espugnato Ascoli. Davanti al portiere Benussi, coppia centrale difensiva composta da Adejo e capitan Brighenti, con Sampirisi e D’Elia come terzini; in mezzo al campo giostreranno Moretti e Signori, mentre sulla trequarti, come spiegato, Vita, Galano e Giacomelli imbeccheranno Ebagua. Tutto questo al netto di eventuali sorprese messe a punto da Lerda nel segreto della rifinitura effettuata ieri mattina a porte chiuse al Menti, prima della partenza per Cesena. PINATO A CASA. Sul pullman diretto in Romagna alla fine non è salito Marco Pinato, che continua dunque ad avere qualche problema muscolare. Come previsto, sono rimasti a casa pure gli acciaccati Laverone e Modic, mentre rispetto alla scorsa settimana ha recuperato El Hasni, che assieme a Ligi e Bianchi garantirà ricambi numericamente sufficienti almeno nel reparto arretrato.PERICOLO GIALLO. Attenzione alla situazione disciplinare: il Vicenza conta ben sei giocatori diffidati (Laverone, Ligi, Ebagua, Raicevic, Vita, Signori) per i quali al prossimo cartellino giallo scatterà la squalifica. Considerando la rosa ristretta a disposizione di Lerda, sarà il caso di evitare ogni ammonizione non strettamente necessaria.
Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Anche ieri Benedetti ha lavorato a parte, ancora alle prese con la contrattura ai flessori della coscia destra rimediata nella sfida con il Bassano. A questo punto è probabile che la coppia di terzini in campo domani pomeriggio a Reggio Emilia sia composta da Nava (a destra) e Salvi (a sinistra), con Donazzan pronto a subentrare. Tutti in gruppo gli altri, ad eccezione di Bonazzoli, fermo per la frattura ad una costola. I TIFOSI. Saranno almeno 150 i sostenitori al seguito del Cittadella al “Mapei Stadium”. La corriera da 50 posti organizzata dal club “Angelo Gabrielli – Granata x Sempre” è andata completamente esaurita, ma partiranno almeno altri due (forse tre) pullmini, senza contare le numerose auto al seguito. Anche se difficilmente sarà la gara che regalerà la promozione, l’entusiasmo non manca. Intanto, dopo alcuni disguidi tecnici non dipendenti dalla società, è finalmente possibile acquistare in prevendita anche i tagliandi per l’ultimo atto della Coppa Italia di Lega Pro con il Foggia, in cartellone giovedì 14, alle 20.30, al Tombolato: i prezzi vanno dai 10 euro in Curva Nord Ospiti e Tribuna Coperta Est (un euro gli under 14) ai 20 per la Tribuna Ovest, sino ai 30 per la Tribuna Fedelissimi.
Ore 12.50 – (Gazzettino) Domani al Mapei Stadium di Reggio Emilia (inizio ore 15) Reggiana-Cittadella sarà anche la sfida fra due difese in gran spolvero: quella di casa è la meno battuta del campionato con sole 18 reti subìte, mentre quella granata nelle ultime sette giornate ha incassato appena tre gol, di cui due nell’ultimo match con il Bassano. «Abbiamo lavorato molto per migliorare la fase di non possesso – spiega Filippo Scaglia – Nel girone di andata avevamo preso diciassette gol, mentre nel ritorno sono soltanto nove. Dopo la vittoria per 3-2 sul Pavia c’è stata una svolta perchè ci siamo detti che una squadra che vuole vincere il campionato prima di tutto deve prendere pochi gol. I risultati ottenuti sono la conseguenza di un lavoro di tutta la squadra, perchè la difesa è solo l’ultimo baluardo. Ultimamente difendiamo più alti e limitiamo notevolmente l’avversario nelle sue possibilità di concludere. L’importanza dei centrocampisti e anche degli attaccanti in fase di copertura è fondamentale». Sulle due reti subìte dal Bassano, precisa :«Abbiamo analizzato attentamente la partita e in particolare questi due gol. Sono stati due episodi diversi. La prima rete è stata piuttosto fortuito per i giallorossi che hanno beneficiato di tre rimpalli favorevoli. Sulla seconda circostanza sono stati molto bravi a sfruttare una ripartenza, la loro arma migliore perchè hanno esterni veloci ed efficaci. Noi però ci abbiamo messo del nostro in quanto dovevamo stare più attenti e reattivi in questi momenti che hanno determinato il risultato, inoltre abbiamo commesso diversi errori di precisione nei passaggi e siamo stati poco efficaci in fase offensiva». Sulla Reggiana, continua: «Era partita per vincere il campionato. È comunque una squadra temibile con spiccate individualità e una buona organizzazione di gioco. Noi dobbiamo affrontarla con umiltà e massima determinazione. Abbiamo fame e voglia di riscatto, giocheremo per vincere e mettere un altro mattone per raggiungere il nostro obiettivo». Sull’ex Rachid Arma, che guida l’attacco avversario, aggiunge: «L’ho conosciuto per sei mesi a Torino, io ero nella Primavera e ci allenavamo insieme. Ha buone doti in rapidità e fase aerea, ma sarà l’intera Reggiana da tenere d’occhio». Sulle tre gare ravvicinate (a Reggio Emilia, la finale di ritorno di Coppa Italia con il Foggia al Tombolato giovedì 14 e il posticipo con il Pordenone lunedì 18), che potrebbero decidere la stagione del Cittadella, il diggì Stefano Marchetti dribbla: «Intanto concentriamoci sulla partita con la Reggiana, che per noi deve essere giocata come una finale. Poi ci saranno altre quattro partite di campionato e una di Coppa Italia che per noi devono essere prese una alla volta come altre finali. Il futuro è in mano nostra, ma non possiamo commettere errori di distrazione». Ieri ancora lavoro differenziato per Benedetti, pronti a sostituirlo Nava o Donazzan. Questa mattina la rifinitura, alle 16 la partenza per l’Emilia.
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) La barba è sempre più lunga, l’aria sempre più quella del profeta. E lui stesso ci scherza su: «Se volete, parlo anche con un tono di voce basso, da predicatore». Sorride Manuel Iori. E ci mancherebbe! Non può essere certo il ko nel derby con il Bassano a scalfire il buonumore della truppa granata. Il capitano del Cittadella sa bene che non è il caso di farsi prendere dall’ansia, in vetta con 10 lunghezze di margine sulla prima inseguitrice – proprio la squadra giallorossa – a cinque giornate dal termine. «Ma se dico che non è il caso di mettersi a fare drammi, non mi riferisco soltanto ai punti di vantaggio sulla concorrenza. Lo dico perché sono convinto che rimanere sereni sia indispensabile. Quando si scivola dopo un filotto come il nostro e un girone “da marziani”, è normale che la caduta faccia rumore. Altre squadre, però, hanno perso molte più gare e sono riuscite a ripartire. Ed è quello che faremo pure noi. Dobbiamo trasformare la delusione in rabbia, per raggiungere un obiettivo che è a portata di mano ma che non abbiamo ancora conquistato». Però domani affronterete al “Mapei Stadium” proprio la rivale che, assieme al Bassano, più ha saputo mettervi in difficoltà all’andata, anche se l’avete superata per 2-1, con un gol di Litteri e uno suo. «Sarà una gara tosta, in casa di una squadra indicata da tutti ad inizio stagione tra le favorite e che poi si è trovata a condurre un campionato diverso rispetto alle attese. Gli emiliani vantano la miglior difesa del torneo, con appena 18 reti incassate, e prima della sconfitta di Pordenone erano reduci da due vittorie consecutive. Contro i friulani, poi, hanno perso giocando bene e vedendosi annullare un gol che probabilmente era regolare». Non a caso le indicazioni che filtrano dall’ambiente reggiano lasciano presuppore che l’undici in campo domani sarà molto simile a quello del turno precedente, con la sola novità legata all’impiego di Nolé (a bersaglio al Tombolato) accanto ad Arma, “ex” di turno. Tornando a voi: la stanchezza generale vista nell’ultima mezz’ora del derby di lunedì scorso deve preoccupare i tifosi? «Non credo proprio si possa parlare di una flessione atletica. Vero è che dover rincorrere costantemente l’avversario ci ha messo in difficoltà. Sapete, quando ti trovi a coprire più volte di seguito 60-70 metri di campo, poi finisce che ti sfianchi prima del tempo». Esclude che possa ricapitare? «Analizzeremo gli errori commessi per non ripeterli e per cercare a Reggio Emilia un pronto riscatto. Prima del derby avevamo in mente una partita diversa e invece ci siamo ritrovati ad esaltare le qualità del Bassano, concedendo 4 o 5 ripartenze con cui ci ha punito. Nel primo tempo ci siamo fatti prendere dalla smania di strafare e siamo stati troppo frenetici, forzando diverse giocate che avremmo potuto gestire diversamente. Nel secondo abbiamo messo in mezzo tanti cross che non erano mai precisi e cercato con eccessiva insistenza gli uno contro uno, perdendo le distanze fra i reparti. E a quel punto ci siamo trovati a rincorrere gli avversari». In parte, probabilmente, dipende dalla tendenza a voler arrivare in porta con il pallone. Per dire: non si ricordano vostri gol da fuori area nemmeno considerando l’intero arco del campionato. «Ma non è questione di non voler calciare, si tratta solo di essere più lucidi. Anche lunedì sera abbiamo avuto diverse occasioni in cui avremmo potuto essere più cattivi. Non c’è bisogno di cercare chissà quali rimedi, semplicemente serve tornare a fare quello che abbiamo sempre fatto».
Ore 12.10 – (Gazzettino) Testa al presente, ma anche una sbirciatina al futuro. E proprio riguardo a Pillon c’è in ballo il discorso di un eventuale rinnovo del contratto. «Prima di tutto ci dobbiamo trovare con la società per fare alcune valutazioni, anche insieme all’allenatore». Fosse per lei confermerebbe il tecnico? «Non dipende solo da me, dipende soprattutto dalla società e anche dallo stesso Pillon. Per quanto riguarda il lavoro che ha svolto, posso dire di essere contento». E lei sarà il direttore sportivo del Padova anche la prossima stagione? «Ho ancora un anno di contratto, ma sono un dipendente della società come lo sono anche allenatore e giocatori. Voglio dire: se mi tengono rimango, altrimenti no. Entro un mese inizieremo a parlare del futuro, anche del mio». Non manca un ultimo flash di nuovo sulla squadra. Cosa le piace di più? «Prendiamo pochi gol, è dura batterci. Questo campionato è più difficile rispetto a quello dell’anno passato visto che ci sono compagini di buonissimo livello, e il fatto di esserci stabilizzati nella zona medio alta della classifica fa sicuramente piacere».
Ore 12.00 – (Gazzettino) A suo giudizio il Padova ammirato negli ultimi mesi meriterebbe il premio di giocarsi i play off? «La squadra ha fatto bene per un lungo periodo ed è logico volere chiedere sempre di più. Veniamo da un trend importante, anche se purtroppo siamo mancati nei match clou con Cittadella e Pordenone pur non meritando di perdere. Forse potevamo avere qualche punto in più, ma se abbiamo questa classifica significa che siamo questi». All’andata il pareggio incolore con la Pro Patria era costato la panchina a Carmine Parlato, rimpiazzato da Bepi Pillon. E con quest’ultimo la squadra ha trovato piano piano una sua identità iniziando la scalata in classifica. «Sono soddisfatto perché tutta la squadra è migliorata nel tempo e la cosa che balza all’occhio è che non abbiamo mai avuto una prestazione da quattro in pagelle, nel senso che non abbiamo mai avuto cali importanti».
Ore 11.50 – (Gazzettino) «Fino a quando la matematica non ci condanna, dobbiamo credere ai play off». È un’impresa titanica quella che attende i biancoscudati, chiamati a recuperare un ritardo di 7 punti dal quarto posto in appena cinque partite per sperare di agganciare gli spareggi promozione, ma come si evince dalle parole di Fabrizio De Poli ci si deve provare per non lasciare nulla di intentato. Calendario alla mano, i biancoscudati devono vedersela con tre squadre pericolanti (Pro Patria, Albinoleffe e Giana Erminio) prima di arrivare a quello che potrebbe essere un doppio scontro diretto finale (Bassano e Alessandria). Intanto, tutte le attenzioni sono doverosamente rivolte ai bustocchi, che hanno praticamente già un piede e mezzo in serie D (se perdono all’Euganeo la condanna è automatica). Ma l’input che arriva dal direttore sportivo è eloquente: «Sono proprio queste le partite che nascondono le maggiori insidie. Puoi pensare che sia tutto facile con l’ultima in classifica, poi invece in campo ti trovi magari davanti a un muro che non riesci a oltrepassare. Ci vorrà massimo impegno e applicazione da parte dei ragazzi».
Ore 11.35 – Sulla squadra: “Fabiano e Neto Pereira? Hanno dato la loro disponibilità, stanno bene. Corti? Non è ancora a posto. Dionisi? Sta svolgendo un lavoro di recupero. Petkovic? È da valutare”. Termina la conferenza stampa.
Ore 11.30 – Arriva Pillon. Sulla Pro Patria: “Bisogna cominciare a vincere da domani. Se non scendi in campo con l’atteggiamento e la concentrazione giusta si rischia di fare brutta figura, non diamo per scontato nulla. Dobbiamo cercare di giocare bene, partire aggressivi e continuare a fare bene in casa. Ho visto una risposta psicologica della squadra in settimana, tutti i giocatori hanno voglia di giocare e di mettersi in evidenza nonché di crederci ancora perché nel calcio non si sa mai… Se poi le altre squadre faranno bene complimenti a loro, noi dobbiamo fare il nostro”.
Ore 11.20 – Qui Guizza: termina la rifinitura.
Ore 11.00 – Qui Guizza: ultime prove di 4-4-2 con Petrilli esterno sinistro e Finocchio seconda punta.
Ore 10.40 – Qui Guizza: presenti Fabiano, Petkovic e Neto Pereira.
Ore 10.20 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per la rifinitura.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Se Neto non ce la farà, infatti, toccherà all’italo-brasiliano Finocchio spalleggiare il capocannoniere Altinier in avanti, con capitan Cunico possibile outsider. Un 4-4-2 identico nella forma a quello utilizzato negli ultimi mesi, ma ben diverso nella sostanza. Verso il futuro. Se Neto Pereira rischia, dunque, di rimanere fuori dalla formazione da opporre al fanalino di coda della classifica, questo non significa che rimarrà comunque lontano dall’attualità in casa biancoscudata. Si vocifera, infatti, che verso la fine della prossima settimana dovrebbero arrivare in città gli agenti dell’attaccante brasiliano per cominciare ad intavolare con il Padova i discorsi legati al rinnovo contrattuale. Neto, giunto l’estate scorsa, è legato infatti al club di viale Rocco da un contratto di un anno con opzione di rinnovo: la sua volontà sarebbe quella di giocare un’altra stagione a Padova, dove con la famiglia si trova bene, per poi, eventualmente, ponderare l’ipotesi di un ritorno al Varese (precipitato in Eccellenza, ma già certo della promozione in Serie D per la prossima stagione) per chiudere la carriera con la maglia che ha vestito per cinque stagioni. Ma prima di pensare al mercato, il Padova deve decidere il futuro di De Poli e Pillion.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Neto Pereira, invece, dopo essere rimasto a riposo giovedì, mentre i compagni disputavano il test amichevole di Conselve, ieri ha provato ad allenarsi con la squadra, ma dopo pochi minuti di riscaldamento è stato costretto a fermarsi, ancora colpito dalla fastidiosa infiammazione al ginocchio sinistro che rischia di tagliarlo fuori dai disponibili per domani. E pure Lazar Petkovic, che solo da un paio di settimane era rientrato pienamente in gruppo, ieri ha abbandonato il campo lamentando un dolore muscolare. Nuovi esperimenti. Se tutte queste defezioni dovessero essere confermate anche oggi, la formazione che Pillon domani manderà in campo sarà, per forza di cose, molto rimaneggiata, e diversa per quattro/undicesimi rispetto a quella che domenica scorsa era stata proposta a Cuneo. In difesa il tecnico di Preganziol ha provato l’inedita coppia di centrali composta da Sbraga e Bucolo: il mediano catanese, che una settimana fa si era adattato a fare il terzino destro, stavolta potrebbe essere girato al centro della retroguardia, così da avere, con Diniz e Favalli, un’adeguata spinta sulle corsie laterali. A centrocampo è scontato il rientro di De Risio al fianco di Mazzocco, e, se sulla destra sarà confermato Marco Ilari, è probabile che sulla corsia di mancina si riveda dal primo minuto Nicola Petrilli.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) L’infermeria biancoscudata è sempre più affollata. E alla vigilia del match con la Pro Patria, che vedrà il Padova scendere in campo all’Euganeo domani alle 17.30, Bepi Pillon potrebbe essere costretto ancora una volta a varare una formazione sperimentale. Perché oltre ai vari Dionisi, Corti e Baldassin (quest’ultimo out per squalifica), il rischio concreto è che pure Petkovic, Fabiano e Neto Pereira siano costretti ad alzare bandiera bianca. E i recuperi di Diniz e De Risio, che contro il Cuneo erano rimasti fuori per squalifica, basteranno solo in parte a tamponare l’emorragìa di titolari. Uomini contati. Questa mattina alle 10 alla Guizza andrà in scena la rifinitura, e solo allora si capirà se Fabiano, e soprattutto Neto Pereira potranno essere in grado di partecipare alla gara con i bustocchi. Il difensore brasiliano anche ieri pomeriggio non si è presentato all’allenamento poiché ancora a letto con la febbre alta: se questa mattina riuscirà ad allenarsi, potrebbe recuperare in extremis e giocare domani, con il rischio di pagare però dal punto di vista fisico il malanno degli ultimi due giorni.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Da martedì 12 si potranno vedere le dirette e le repliche di tutti gli incontri di Lega Pro solo registrandosi su www.sportube.tv/legapro. La registrazione è gratuita, semplice, veloce e può essere fatta in qualsiasi momento da smartphone, tablet o pc. Basta collegarsi al canale www.sportube.tv/register , tasto “registrati”, seguire la procedura indicata per creare user e password personale e con un solo click entrare nel “mondo Lega Pro” .
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Di Nardo al termine dell’attuale stagione appenderà le scarpe al chiodo. Chiuderà il campionato con la Frattese e poi tenterà, forse, la carriera di allenatore. «In questi giorni mi diverto ad allenare un gruppo di bambini, ma non è nulla di serio — sorride Totò — forse sono stato io a creare un equivoco pubblicando una foto sul mio profilo facebook. Comunque penso che sì, a fine stagione smetterò, ormai è arrivato il momento anche se mi alleno sempre e mi sento bene. Ripensando al passato, mi viene sempre in mente la partita con la Pro Patria della stagione regolare giocata all’Euganeo. Finì 0-0, ma Do Prado a pochi minuti dalla fine ebbe un’occasione sventata da Cano con una parata eccezionale. Loro sarebbero stati promossi e noi probabilmente saremmo rimasti in Lega Pro. Invece poi il destino è girato e il Padova è tornato in serie B». Un pensiero, infine, sul Cittadella: «Avevo pronosticato il loro primo posto tempo fa — chiude Totò — ma sapete che vi dico? Saranno promossi, ma hanno un calendario difficile e dovranno penare. Conosco bene il dg Marchetti e so il suo stato d’animo ora. E vedrete che il Bassano alla fine arriverà più vicino di quanto si pensi. E il Padova? Se c’è programmazione l’anno prossimo può essere quello buono, anche se ci sono poche promozioni e la concorrenza è tanta».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Dal 21 giugno 2009 al 10 aprile 2016. L’avversario è lo stesso, l’atmosfera completamente diversa, in palio adesso c’è poco. O meglio: ci potrebbe essere qualcosa solo per il Padova ma ci vorrebbe un miracolo o quasi, per agganciare gli spareggi promozione. Quegli stessi spareggi che sette anni fa riportarono il club di viale Nereo Rocco in serie B, quasi un destino segnato per i colori biancoscudati. «E’ logico che la situazione sia diversa — spiega un indimenticato ex come Totò Di Nardo, protagonista di una doppietta a Busto Arsizio che mise al tappeto la Pro Patria regalando al Padova un posto fra i cadetti — e se devo essere sincero credo poco in un Padova che riesca ad agganciare il treno playoff, ma questo non significa che si stia parlando di una stagione fallimentare. Anzi, non lo è affatto: da quando è arrivato Pillon la squadra ha viaggiato a ritmi altissimi ma quando devi recuperare anche un pari può essere interpretato come un passo falso quando in realtà non lo è. La Pro Patria è retrocessa, penso che il Padova vincerà ma che abbia troppe squadre davanti per rimontare. Cinque giornate sono poche e credo anche che il Bassano farà un gran finale di stagione».
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 65, Bassano 55, Pordenone 53, Alessandria 52, FeralpiSalò 49, Padova e Pavia 45, Reggiana 44, Cremonese 43, SudTirol 40, Giana Erminio 35, Lumezzane e Renate 32, Pro Piacenza 31, Cuneo 30, Mantova 23, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventinovesima giornata: Cremonese-Renate 2-0 (Scarsella (Cr) al 4′ pt, Magnaghi (Cr) al 24′ pt), SudTirol-Lumezzane 1-1 (Tulli (St) al 25′ pt, Sarao (Lu) al 44′ st), Pro Patria-Giana Erminio 0-2 (Cogliati (Ge) al 14′ st, Perico (Ge) al 38′ st), Pordenone-Reggiana 1-0 (Pasa (Pn) al 29′ st), Cuneo-Padova 1-1 (Chinellato (Cn) al 13′ st, Neto Pereira (Pd) al 32′ st), FeralpiSalò-Mantova 1-0 (Guerra (Fs) su rigore al 42′ st), AlbinoLeffe-Pro Piacenza 0-4, Cittadella-Bassano 0-2, Pavia-Alessandria 0-2.
Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 8 aprile: allenamento pomeridiano, assenti Dionisi, Fabiano, Neto Pereira e Petkovic