Chi fischia (pochi) e chi canta (sempre di più). Per una volta a fare notizia non è quello che è successo in campo, ma ciò che si è sentito sugli spalti del Tombolato. Alla fine dell’incontro che il Cittadella ha vinto domenica sera sul Lumezzane, Enrico Alfonso, galvanizzato dallo scampato pericolo per il rigore calciato alle stelle a tempo scaduto da Sarao, ha indossato le vesti del direttore d’orchestra, arrampicandosi sulla rete di recinzione nel settore degli ultras e guidando il coro goliardico dei tifosi. Ne è uscito un simpatico siparietto: «Volete che il Citta perda?», l’urlo del portiere granata ai sostenitori. «No», la replica dei presenti. «Allora volete che il Citta pareggi?», ha domandato ancora Alfonso. Altro «No». «Ma allora volete che il Citta vinca?». «No» è continuato, inaspettatamente, il duetto. «Come no, ma allora… cosa volete?». E i tifosi, in coro: «Noi vogliamo la “fuga” a volontà!» (com’era scritto sullo striscione steso nel settore). Solo che la parola pronunciata non era proprio… “fuga”, ma una molto simile. Inutile dire che il video ha subito fatto il giro del web. «È un coro che intonavamo alla Pro Piacenza l’anno scorso e che credo sia nato alla Pro Vercelli, anche se non so dire in che occasione e come si sia diffuso», racconta il giorno dopo lo stesso Alfonso, che spiega: «In realtà al Cittadella l’abbiamo cantato la prima volta nel corso della cena che ha chiuso il ritiro estivo di Lavarone. Tutti lo hanno accolto simpaticamente, eccetto il direttore Marchetti… Ma spero sia chiaro lo spirito goliardico con cui lo intoniamo, non vuole esserci niente di volgare in quello che facciamo». Il tutto a corollario di un pomeriggio in cui non sono mancati i fischi, da una parte del pubblico della Gradinata Est, a conclusione del primo tempo finito 0-0. Fischi che proprio il d.g. granata ha stigmatizzato a fine match: «Che si vuole di più? Questa squadra è in testa, ha 10 punti di vantaggio sulla seconda e invece di aiutarla la si critica?». «Ho sentito anch’io quei fischi, e contro il Lumezzane non è stata la prima volta», prosegue Alfonso. «Per fortuna provengono da una parte limitata del pubblico, mentre la maggioranza dei tifosi ci ha incitato dall’inizio alla fine. Che dire, di solito chi paga ha sempre ragione, ma in questo caso non penso proprio sia così, dopo una cavalcata come quella che stiamo portando avanti e, nello specifico, al termine di una partita in cui il nostro avversario ha tirato in porta una sola volta, nell’occasione del rigore. Spero che, se saremo promossi, possa gioire anche chi ora si lamenta».
(Fonte: Mattino di Padova, Diego Zilio)