Live 24! Padova-Cremonese, -3: voltare subito pagina dopo lo stop di Pordenone

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Ore 21.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La prima di mister Lerda sulla panchina del Vicenza non è fortunata. «La partita presentava molte difficoltà e lo sapevamo — sottolinea Lerda — ma ci abbiamo messo del nostro con l’espulsione di Pinato. Si può dire che ci sono state due partite: una nella prima frazione e una nella ripresa. In avvio siamo stati timorosi, poi ci eravamo ripresi e abbiamo lottato bene anche in dieci contro undici. Con l’1-0 tutto è diventato maledettamente complicato, ma con coraggio ci siamo buttati in avanti tenendo la partita aperta fino al 90’». Ma Lerda sperava almeno di prendere un punticino. «Stiamo recriminando per una partita che poteva smuovere la classifica — sottolinea il tecnico del Vicenza — ma non tutto è da buttare; mi è piaciuto il fatto che la squadra non si sia sfilacciata e sia stata compatta fino alla fine. Purtroppo nell’azione del secondo giallo a Pinato ci siamo fatti trovare impreparati, in quella circostanza abbiamo sbagliato. Peccato, anche un punto avrebbe fatto comodo, anche se la classifica non è cambiata rispetto a sette giorni fa e tempo e spazio per recuperare c’è». Deluso è anche Giulio Ebagua, che nel primo tempo ha avuto sulla testa la palla per sbloccare la partita. «Non era facile ma dovevo fare meglio perché un’occasione del genere va capitalizzata. Nel complesso non abbiamo giocato male, ma il campo ha detto che loro sono più forti e noi dobbiamo migliorare tanto. A dieci giornate dalla fine dobbiamo riuscire a cambiare la nostra rotta, a partire da sabato prossimo ad Ascoli dove ci giochiamo molte delle nostre possibilità di salvezza».

Ore 20.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Un cuore grande così e tanta generosità che, però, nel calcio non portano punti. E questo Vicenza di punti ne ha un bisogno disperato, come è sempre più disperata — o quasi — l’impresa che l’attende da qua alla fine. Terza sconfitta di fila, seconda consecutiva in casa dove finora i biancorossi hanno vinto in due sole occasioni. Contro la corazzata Cagliari non era facile, e la difficoltà si è ulteriormente alzata di livello sul finale del primo tempo, quando i biancorossi sono rimasti in dieci per l’espulsione di Pinato. Eppure la squadra non si è mai disunita e non ha subito il contraccolpo, dando anzi l’impressione, quasi che non ci fosse più nulla da perdere, di giocare meglio in inferiorità numerica. La cosa positiva è che nulla è ancora definitivamente compromesso: i punti di distacco dalla zona play-out erano e rimangono due, tre quelli dalla zona salvezza. Di partite ne rimangono una di meno, ora sono dieci, come a dire che di tempo per recuperare ne rimane poco ma quanto basta. Pochi giorni di lavoro per mister Franco Lerda e prime scelte, di uomini e di modulo. Alcune imposte e non volute: Benussi, Adejo e Pinato rispettivamente per Vigorito non al meglio (il portiere non è nemmeno in panca), Brighenti squalificato e D’Elia ancora fermo ai box per malanni muscolari. Altre di natura tecnica: in mezzo gioca Vita e non Signori, in avanti i due attaccanti nel 5–3–2 sono Ebagua e Galano, con Raicevic e Giacomelli inizialmente dirottati in panchina. L’inizio è confortante, i 31 punti di differenza tra la seconda e la terz’ultima in campo non si notano proprio: i biancorossi se la giocano alla pari, senza alcun timore reverenziale. Pochi gli spunti di cronaca nei primi trenta minuti, squadre contratte e coperte, evidentemente il non facile momento di entrambe impone cautela: ben venga allora il caro vecchio adagio del «prima non prenderle». Il primo squillo di una partita tutto sommato noiosa al minuto 35 per merito dei biancorossi: da azione d’angolo imperioso colpo di testa di Ebagua, che salta con buona scelta di tempo ma manda la conclusione alta. Al 42’ il Vicenza rimane in 10 per l’espulsione di Pinato: due gialli, il primo forse un tantino eccessivo, e per i biancorossi la partita si fa tutta in salita. Lerda corre ai ripari: fuori uno spento Galano per Signori per passare ad un obbligato 4–4–1. Ad inizio ripresa Rastelli si gioca la carta Melchiorri: mossa azzeccata. E’ proprio il neo-entrato l’autore del primo tiro in porta degli ospiti al 10’, con Benussi che blocca a terra. La risposta del Vicenza e’ affidata a Bellomo che dalla distanza impegna Storari alla presa plastica. Al 20’ ancora Benussi devia in in angolo un tiro di Salamon. Malgrado l’inferiorità numerica il Vicenza non si abbassa e prova a pungere. Al 23’ azione in ripartenza del Cagliari sulla destra con Melchiorri, che pesca sul fronte opposto Cinelli: il grande ex della partita, a porta vuota, insacca ma non esulta. Nel Vicenza entra Raicevic per Bellomo, fuori in barella. Ci prova Sampirisi di testa ma la sfera esce. Cuore e volontà del Vicenza ma il Cagliari si difende e riparte appena ne ha l’occasione. Quella giusta capita proprio al 90’, ancora con Melchiorri davvero molto bravo a liberarsi di Ligi e ad insaccare sul palo lungo. Risultato bugiardo, alla fine gli ultras applaudono la squadra. Adesso è dura, molto dura, anche se a volte le imprese si realizzano.

Ore 20.00 – Roberto Venturato (allenatore Cittadella): “Sarebbe stato un peccato non portare a casa questa decima vittoria. La meritavamo ampiamente. Un episodio però può cambiare la partita. Dovevamo chiuderla prima. Il primo tempo il Lumezzane ha speso molto per coprire il campo, noi abbiamo fatto fatica a creare. Il secondo tempo invece abbiamo dominato. Ripeto, dobbiamo essere più concreti e determinati. Nava sul rigore è scivolato, il rigore c’ era, per questo dico che gli episodi possono condizionare la casa. Abbiamo comunque mantenuto in mano la gara, la nostra capacità di stare alti c’ è stato, non siamo stati in grado di trovare i nostri attaccanti tra le linee. Io credo che bisogna dare merito al Lumezzane per il primo tempo, grande aggressività e dinamismo. Noi dobbiamo essere più cinici. Dobbiamo essere felici questa sera ma pensiamo già a Lunedi. 10 vittorie sono tanta roba ma non abbiamo fatto ancora nulla. Ora le gare valgono doppio. Lora ha problemi di affatticamento per questo è uscito.”

Ore 19.50 – Antonio Filippini (allenatore Lumezzane): “Diciamo che prendere goal a freddo nel secondo tempo ci ha scombussolato sicuramente. Abbiamo cercato di usare le nostre armi. Devo dire che sono contento dei miei ragazzi, peccato che non siamo riusciti a pareggiare. Abbiamo vinto al 90′ tre partite, oggi la dea bendata non ci ha concesso di fare il pareggio. C’ è un pó di rammarico per questo. Nel secondo tempo non siamo riusciti a coprire bene tutti gli spazi. Un punto qui poteva essere importante in ottica salvezza. Per il momento abbiamo fatto 10 punti in 5 partite, un buon rullino di marcia però è più importante che i ragazzi siano vivi tutte le partite. Cittadella e Pordenone sono squadre diverse, entrambe molto forti. Secondo me le squadre che possono ambire ai play off sono Pordenone, Bassano e Feralpisalo.”

Ore 19.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 62, Bassano 52, Pordenone 50, Alessandria 46, FeralpiSalò 45, Pavia 42, Padova e Reggiana 41, Cremonese 40, SudTirol 38, Giana Erminio e Renate 31, Lumezzane 30, Cuneo 28, Pro Piacenza 27, Mantova 23, AlbinoLeffe 18, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 19.25 – Lega Pro girone A, fischio finale: Cittadella-Lumezzane 1-0.

Ore 18.50 – (Gazzetta di Reggio) «Dopo la partita con il Sudtirol qualcuno ci ha stuzzicato e questa è stata la nostra risposta alle critiche». Così Vasile Mogos dopo la vittoria di Cuneo, raggiunta anche grazie al suo gol in apertura. «È arrivata una palla morbida in mezzo all’area e mi sono fatto trovare pronto. Un risultato importante, che può cambiare la nostra stagione. Venivamo da una settimana molto difficile. Sapevamo dell’assoluta necessità di fare punti, e in allenamento ci siamo confrontati e caricati moltissimo per questa partita. Dopo il mio gol, Spanò ha subito fatto il 2-0, e tra di noi abbiamo cominciato a credere nella possibilità di portare a casa il risultato. Poi nella ripresa la partita si è complicata, specialmente dopo il gol dei padroni di casa, ma abbiamo stretto i denti. Era la classica partita da chiudere prima, invece non siamo riusciti a fare il terzo gol. A complicare le cose, ci metto anche un campo piuttosto allentato, sul quale era difficile giocare, ma sono contento perchè non abbiamo mai abbassato la guardia. Contro il Cuneo, sono serviti anche gli appunti critici del mister: vincere, era troppo importante per poter tornare in corsa per i playoff». Sul fronte Cuneo, spicca la prestazione di Matteo Chinellato, ex di turno (19 presenze ed un gol nell’ormai lontana stagione 2010/11), autore della rete che ha complicato il cammino della Reggiana verso la vittoria. «Un gol purtroppo inutile – si rammarica Chinellato – che avrei volentieri barattato per un punto, che ci avrebbe fatto molto comodo. Invece incassiamo un’altra sconfitta. Nel primo tempo siamo stati infilati subito con due colpi di testa che ci hanno tagliato le gambe: sul secondo gol di Spanò, credo di fosse una posizione irregolare. Poi nella ripresa siamo tornati in campo più convinti, e ci abbiamo creduto sino alla fine. Ora dobbiamo tornare a fare punti e diventa fondamentale il turno di giovedì a Piacenza».

Ore 18.30 – (Gazzetta di Reggio) La risposta è arrivata. Con il successo di Cuneo (2-1), la Reggiana ritrova i tre punti esterni. La consistenza degli avversari non consente di esaltarsi troppo, ma il mister, giustamente, questa volta vuole «vedere solo il bicchiere mezzo pieno» e parla di tensioni intorno alla squadra, senza nominare l’ex dg Raffaele Ferrarae ma è chiarissimo che si riferisce a una sua recente intervista nella quale l’uomo di Vavassori ha lanciato frecciate al tecnico. Contro i piemontesi decide la doppietta granata, a firma Mogos-Spanò, nei primi dodici minuti della gara. Nella ripresa, i padroni di casa dimezzano lo scarto con il classico gol dell’ex, Chinellato, ma i tre punti non sfuggono alla formazione di mister Alberto Colombo. «La Reggiana mi è piaciuto dal punto di vista caratteriale, non estetico. Stiamo vivendo una situazione ambientale non facile; ci sono troppe tensioni attorno alla squadra, e questo non è davvero positivo. Al termine di una partita come quella di Cuneo, sono soddisfatto, e non solo per il risultato. Per una volta, non siamo stati negativi. Cioè, ho visto una buona reazione della squadra nel secondo tempo. Soprattutto, non ci siamo fatti chiudere dopo il gol del Cuneo che, di fatto, aveva riaperto la partita. Questo, secondo la mia opinione, è l’aspetto più importante di questa gara: non abbiamo perso mai di vista l’obiettivo della vittoria, e siamo andati maggiormente vicini noi a chiudere il match di quanto non creato dal Cuneo». Certo, le giocate dei singoli della Reggiana hanno fatto la differenza. La formazione emiliana ha puntato tutto sull’approccio, ma Colombo esalta il collettivo. «Questa è stata una prestazione di carattere da parte di tutta la squadra. Ed è quello che chiedevo in tutta la settimana, per cancellare anche le pressioni esterne che, da qualche tempo, stanno minando la tranquillità della squadra». Sul gol del Cuneo, però, ci sono le responsabilità di una difesa poco attenta. «Sulla rete non siamo stati precisi a chiudere sull’attaccante – ammette il tecnico della Reggiana – che ha avuto troppo spazio, ma non era facile, anche per le condizioni del terreno di gioco. Della Reggiana, posso dire che mi è piaciuta, e non poco, sotto l’aspetto caratteriale; meno, da quello strettamente tecnico, ma non ci siamo mai sfaldati. Nella ripresa abbiamo avuto almeno due occasioni per chiudere il risultato, ma ci è mancata freddezza, come sul colpo di testa fallito di Arma». La palla gol avuta dall’attaccante marocchino non è l’unica fallita da una Reggiana che ha rischiato grosso. «Forse non siamo stati precisi in attacco, abbiamo commesso anche degli errori, però voglio vedere sempre una squadra così. Nelle ultime trasferte non eravamo andati bene, come a Cremona, dove si era perso. Questi tre punti, li voglio vedere come un bicchiere mezzo pieno: dobbiamo ripartire da qui per inseguire l’obiettivo dei playoff». Obiettivo che resta molto difficile, soprattutto se qualcuno in attacco non inizierà a buttarla dentro regolarmente (cosa che al momento non è prevedibile).

Ore 18.20 – Lega Pro girone A, fine primo tempo: Cittadella-Lumezzane 0-0.

Ore 18.10 – (Gazzetta di Reggio) La Reggiana vista al Paschiero di Cuneo fa della concretezza la sua arma migliore: la pratica è risolta in un amen, in dodici minuti di follia dei padroni di casa che si lasciano travolgere dai colpi di testa di Mogos e di Spanò. Non c’è nemmeno stato il tempo di riordinare le idee o di provare a rimettersi in carreggiata per il Cuneo: la Reggiana è stata cinica come non le succedeva da tempo, ha risolto i problemi di un attacco inceppato con due che di mestiere non sono proprio delle punte, anzi. Spanò però lo sta diventando, perché con i suoi sei gol si rivela ancora una volta micidiale quando gli arrivano cross dalle sue parti. E lo stesso Mogos ha già tolto più in altre occasioni le castagne dal fuoco. Restano alcuni problemi evidenti: l’attacco non segna e la squadra non ha chiuso la partita quando poteva, complicandosi un po’ la vita. Di positivo c’è stato il primo tempo e soprattutto il fatto che la squadra si è adeguata al brutto campo sul quale ha dovuto giocare (a differenza di quanto accaduto a Meda) e non è andata troppo per il sottile. Dopo aver subito il gol gli 11 granata non si sono chiusi ma hanno continuato a giocare. Dal punto di vista caratteriale dunque c’è di che essere soddisfatti. Colombo torna a sorridere, anche se è meglio non pensare ai play off ma solo alla prossima sfida con la Pro Patria, che all’andata finì a sorpresa 0-0. Il 3-5-2 annunciato si dimostra efficace: l’intenzione della Reggiana è quella di attaccare nonostante le numerose assenze che costringono Colombo a scelte (quasi) forzate. L’infermeria s’è tornata a riempire (oltre ai lungodegenti Frascatore, Loi, De Biasi e Bartolomei, anche Pazienza e Zucchini danno forfait per la trasferta piemontese) ma qualche buona notizia arriva pure dai ritorni: Mogos si riprende la corsia di destra con risultati più che soddisfacenti, Sabotic ridà muscoli ed energia al terzetto difensivo e Danza, all’esordio dal primo minuto, sostituisce Pazienza a centrocampo alternandosi con Maltese nella fase di costruzione del gioco. Quello della Reggiana è un assedio che si materializza dai primi istanti di una gara che fa capire da subito cosa succederà: la Reggiana spinge, tiene alto il suo baricentro e cerca d’imporre il proprio gioco senza concedere nulla ad un Cuneo che dà l’impressione di accontentarsi di un copione che non cerca nemmeno di cambiare. Il giro palla rapido degli ospiti coinvolge un po’ tutti, anche i tre di difesa che si ritrovano spesso sulla linea di centrocampo a dettare i tempi e le giocate di una Reggiana che dopo soli cinque giri di lancette è già davanti: Mignanelli trova Mogos che con un terzo tempo perfetto insacca alle spalle di Tunno. Il Cuneo accusa il colpo, non fa nulla per rialzarsi e quasi in fotocopia subisce il raddoppio che taglia definitivamente le gambe: stavolta segna Spanò – sempre di testa – con un’incornata da vero uomo d’area di rigore. E’ un inno alla concretezza per una Reggiana che improvvisamente si ritrova e dà un calcio alle critiche piovute negli ultimi periodi. È l’ennesima testimonianza che la squadra di Colombo – nei primi 45′ – trova le energie che spesso le mancano nei finali di partita. Succede anche a Cuneo, dove lo 0-2 sembra essere un buon motivo per stare sereni ma Chinellato ci tiene alle sue medie personali e s’inventa dal nulla il gol che improvvisamente ridà speranze al Cuneo: il suo pallonetto dal limite dell’area sorprende Perilli ch’è un po’ nella terra di nessuno e l’ex di giornata segna il suo settimo gol nelle ultime sette gare (59′). Ripagate le scelte di Jacolino che con i suoi cambi aveva cominciato a preparare una sorta d’assedio: era passato al 4-2-4 con l’ingresso di Cristofoli ma dopo l’invenzione di Chinellato il Cuneo (ri)scompare. Mignanelli, nelle sue costanti ed interessanti discese sulla sinistra, offre prima a Siega e poi ad Arma due palloni per chiudere la pratica. Sbagliano entrambi, poi in contropiede (dopo che Conrotto aveva lasciato i suoi in 10) è lo stesso esterno a permettersi il lusso di sbagliare l’1-3 che sarebbe servito solo alle statistiche. Da questa mattina la squasdra torna ad allenarsi in vista della partita di mercoledì con la Pro Patria.

Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Domato anche il Padova. Quello di Bassano (0-1) di domenica scorsa è stato uno scivolone. Il ramarro è vivo, morde ancora e per un’altra notte almeno risale al secondo posto, alle spalle del Cittadella. Il temuto Padova (i biancoscudati arrivavano da tre vittorie) è stato mandato una prima volta al tappeto dopo appena 4′ da una giocata d’alta classe di Alex Pederzoli. Il fantasista ha controllato la sfera, l’ha accarezzata un paio di volte cercando in senso orizzontale il varco giusto e, trovatolo, ha liberato un destro secco e angolatissimo. Favaro è rimasto fermo a guardare il pallone infilarsi a fil di palo alla sua destra. Partita subito in discesa per il Pordenone anche perché il Padova ha “sentito” il colpo e ha fatto fatica a rialzarsi. I ramarri hanno potuto così regalare ai 1.400 supporters neroverdi accorsi al Bottecchia (800 invece quelli biancoscudati) un primo tempo da grande squadra. Il team di Pillon si è svegliato solo al rientro dagli spogliatoi quando (49′) ha colpito una traversa con Fabiano, ha creato qualche altra occasione, ma ha poi subito il colpo d’incontro dei padroni di casa (raddoppio di Buratto). Si è rialzato questa volta il Padova e ha reagito rabbiosamente, approfittando del calo del Pordenone dovuto anche all’infortunio di Pederzoli. È riuscito ad accorciare, ma gli è mancato il tempo per trovare l’aggancio. Tedino ha scelto il 4-3-3 inizialmente con Cattaneo, Strizzolo e Martignago in prima linea. Pillon ha risposto con il 4-4-2 confidando nelle doti realizzative di Neto Pereira e Altinier. In realtà l’esperta coppia non è stata mai servita a dovere da un centrocampo lento e privo di fantasia che ha perso nettamente il confronto con Pederzoli, Mandorlini e Pasa, spesso coadiuvati da Cattaneo. Splendida la cornice di pubblico. Organizzato il tifo patavino, ma nell’occasione non ha sfigurato quello naoniano. Duello di cori in un clima corretto che ha fatto vivere l’atmosfera del calcio dei grandi. Dopo la prodezza di Pederzoli (4′), un buco clamoroso della difesa patavina lascia via libera a Strizzolo (14′) che spreca l’occasione. Solo Pordenone in campo e al 16′ un lancio dell’ispirato Pederzoli raggiunge Cattaneo che serve Pasa: libera la difesa ospite. Imbarazzanti al 19′ i centrali difensivi veneti che costringono Favaro a uscire a valanga su Strizzolo. Cade il centravanti in area. Per il signor Fourneau è simulazione. Al 25′ Mandorlini devia alto di testa un pallone crossato da Pederzoli e 2′ dopo Favaro in tuffo impedisce il raddoppio di Strizzolo. Solo al 44′ si sveglia Altinier che centra l’esterno della rete. In avvio di ripresa Fabiano colpisce la traversa (49′). Provano la conclusione senza fortuna Neto (58′) e Ilari (61′). È un altro Padova, ma è ancora il Pordenone a passare con Buratto (entrato da appena 2′) su servizio di Strizzolo. Il Padova reagisce e va a segno con Altinier (pallone deviato di testa sotto la traversa su traversone di Neto). I cambi sembrano favorire gli ospiti. I ramarri soffrono, ma resistono sino al triplice fischio e in mezzo al tripudio del popolo neroverde incassano tre punti che profumano di playoff. Un unico rammarico: il giallo che costringerà Pederzoli (diffidato) a saltare la trasferta di giovedì ad Alessandria.

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Questo è calcio vero». Come sempre quando non riesce a trattenere la soddisfazione (e succede spesso in questa annata) Mauro Lovisa è il primo a presentarsi in sala stampa. «Serata fantastica – continua -, grande partita, la migliore secondo me degli ultimi otto anni. Per quanto si è visto in campo, per il tifo sugli spalti». Gara importante e risultato ancora più importante: «Certo – annuisce re Mauro -. Abbiamo allontanato il Padova, ora a -9. I playoff? Ora sono decisamente più vicini. Ci siamo quasi». Arriva poi Bruno Tedino. Contento sì, ma sembra come che abbia qualcosa che gli è rimasto sullo stomaco: «Abbiamo dato una risposta – esordisce – a chi credeva che il Pordenone si fosse spento a Bassano. È stata una vittoria di grande carattere, ottenuta da una squadra che ha saputo restare sempre umile e compatta. Difficile vedere gare di questo livello in Lega Pro. Abbiamo – il tecnico rivede mentalmente il film del match – disputato un grande primo tempo. Nel secondo tempo abbiamo sofferto, è vero. Nella ripresa Pederzoli ha sentito un dolore a un gluteo e la sua prestazione ne ha risentito, tanto che ho dovuto sostituirlo. Siamo comunque riusciti a portare il risultato sino in fondo grazie al sacrificio di tutti. Potevamo soffrire la loro fisicità. Invece abbiamo resistito bene. Davanti il Padova ha due attaccanti di serie superiore (Altinier e Neto Pereira, ndr). Non è stato facile limitarli. Credo che ci siamo riusciti». Inevitabile la domanda: playoff più vicini? «Ci mancano 10 punti da fare – qui finalmente gli scappa un sorrisetto – da incassare in 7 partite».

Ore 17.00 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 59, Bassano 52, Pordenone 50, Alessandria 46, FeralpiSalò 45, Pavia 42, Padova e Reggiana 41, Cremonese 40, SudTirol 38, Giana Erminio e Renate 31, Lumezzane 30, Cuneo 28, Pro Piacenza 27, Mantova 23, AlbinoLeffe 18, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 16.55 – Lega Pro girone A, fischio finale: Mantova-Bassano 0-2, Pavia-Renate 1-2, Pro Patria-Alessandria 0-1.

Ore 16.50 – (Messaggero Veneto) Esame superato, e a pieni voti. Dalla città e dal Bottecchia, che ha accolto 800 tifosi arrivati da Padova senza disordini e un totale di oltre 2.300 persone che hanno intasato strade e parcheggi nei dintorni dello stadio, ma anche e soprattutto dalla squadra. Serviva una prova convincente per dimenticare Bassano: eccola qui. Sconfitto (con merito) il blasonato Padova dei due attaccanti tra i top in categoria grazie a un primo tempo sontuoso e a una ripresa di gestione intelligente. Prestazione di spessore, di grande intensità e cattiveria agonistica. Esattamente quello che ci voleva contro un’avversaria del genere, senza dubbio superiore sul piano tecnico e lanciatissima dopo tre vittorie di fila. Fisico e ordine. Il Pordenone la vince così, mettendola sul fisico, ma anche mostrando il solito, encomiabile ordine tattico, grazie a un 4-3-3 indovinato in pieno da Tedino, che in fase di non possesso diventa 4-1-4-1, con un feroce Pederzoli bravissono a fare il mediano e a chiudere ovunque e Cattaneo e Martignago sempre pronti a sacrificarsi in appoggio alle due mezze ali Mandorlini e Pasa. Aggressività e ripartenze veloci che in avvio sorprendono il Padova: al 4’ è già gol. L’ex Pederzoli, stoppa a seguire un pallone sulla trequarti, la difesa ospite tarda a salire, lui si accentra e col suo destro fatato mira l’angolino dai 20 metri. Favaro non ha neppure il tempo di tuffarsi, palla nel sacco. La rete sconquassa i biancoscudati, che con determinazione e forse troppa frenesia si gettano a capofitto nella metà campo di casa, ma Neto e Altinier faticano a trovare gli spazi giusti, controllati a vista dagli impeccabili Stefani e Ingegneri. Rigore negato. Dopo una buona occasione per Mandorlini, il Pordenone potrebbe raddoppiare al 21’: Sbraga fallisce l’anticipo su Strizzolo, che vola verso Favaro. Il portiere esce alla disperata sul centravanti, che in piena area cade forse troppo platealmente e l’arbitro lo ammonisce per simulazione. Ma rivedendo le immagini il c’è: rigore ed espulsione avrebbero forse chiuso il conto. Invece si va avanti e al 26’ al primo angolo a favore Ingegneri tocca di testa e Mandorlini sotto porta incorna alto. Il Padova preme, crea mischie, ma occasioni nitide zero, almeno sino al 39’, quando esce un colpo di testa di Ilari. Raddoppio e resistenza. Nella ripresa gli ospiti partono forte e all’8’ solo la traversa ferma una sventola ravvicinata di Fabiano. Al 14’ Pasa perde un pallone pericoloso e Altinier ne approfitta sfiorando il bersaglio. Ma il Pordenone, scampati i pericoli, riprende a spingere con la freschezza di Buratto, subentrato a Martignago. Proprio lui al 24’ trova il gol del raddoppio: rilancio del Padova, palla rispedita in avanti da Pederzoli, Strizzolo resiste a Fabiano e di testa prolunga per l’inserimento di Buratto, che beffa Diniz, si presenta a tu per tu con Favaro e realizza, tra le copiose proteste dei patavini, i quali reclamano il fuorigioco dei due ramarri e pure un’irregolarità di Strizzolo. Il Bottecchia, nel frattempo, esplode di gioia. Partita in ghiaccio? Non ancora, perché i biancoscudati non ci stanno e nel quarto d’ora finale si riversano in attacco, dimezzando lo svantaggio al 33’ grazie a uno stacco da campione sul primo palo di Altinier, che anticipa tutti sul traversone di Ilari. Ma da qui in poi il Pordenone controlla bene, e a parte una paratona di Tomei a gioco fermo su Neto (fuorigioco) non rischia nulla. Vittoria pesantissima, che praticamente elimina il Padova dalla zona play-off e vale una mezza ipoteca sugli spareggi per la B. Oltre che il ritorno al secondo posto, almeno per una notte.

Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Bruno Tedino, come spesso capita, fa parlare le cifre: «Abbiamo battuto una squadra che, nelle ultime 13 gare, aveva perso solo una volta. Basta questo per dire che è una vittoria pesante». Ed è anche per questo che il tecnico del Pordenone, dopo il 90’, è soddisfatto per il successo dei suoi, con cui torna momentaneamente al secondo posto e cancella la mini-serie di due gare senza i tre punti. «Affermazione di grande carattere – attacca Tedino –. La squadra è sempre stata compatta, unita, ed è stata capace di soffrire nell’ultima parte di match. Abbiamo disputato un ottimo primo tempo poi, in coincidenza col calo di Strizzolo, abbiamo fatto fatica: Luca, col suo lavoro – continua – tiene alta tutta la squadra. A ogni modo sono molto soddisfatto, perché il Padova è una squadra forte, con due attaccanti top per la categoria». Il Pordenone torna al successo e mette così a tacere chi, in settimana, aveva pronosticato un calo. «Non abbiamo mai mollato – precisa Tedino –. Abbiamo disputato anche un grande match a Bassano: purtroppo, nel calcio, ci si ferma al risultato e non si va oltre. Così ne risentono i giudizi». Quanto è importante questo successo in chiave play-off? «Per centrare la post-season – analizza il tecnico neroverde – servono 60 punti. Ce ne manca una decina: se ce la facciamo è un risultato storico per il club e per tutta la città». Raggiante il presidente dei ramarri, Mauro Lovisa. «La più bella partita vista negli ultimi 10 anni al Bottecchia – attacca in sala stampa –. È stata una gara vera, con una cornice spettacolare: è stupendo scendere in campo con così tanto pubblico. Una gran bella pagina di sport. Per quanto riguarda la mia squadra – prosegue Lovisa –, devo dire che ha superato una grande prova di maturità. Non era facile battere questo Padova, reduce da tre vittorie consecutive e dai grandi valori tecnici. Sono contento e… il sogno continua». Prossima tappa Alessandria, giovedì alle 18, al Moccagatta: altro scoglio determinante da superare.

Ore 16.10 – (Messaggero Veneto) «Non voglio aggrapparmi all’arbitraggio, però è difficile vedere una direzione di gara simile. Bisogna avere competenza per poter fare questo lavoro». Bepi Pillon, allenatore del Padova, tira una bordata a Fourneau di Roma, fischietto dell’incontro con il Pordenone. «Non ho potuto vedere se c’era rigore su Strizzolo – afferma il trainer – ma dico al contempo che, oggettivamente, è impossibile non vedere tre irregolarità in una stessa azione, cioè quella della rete del 2-0 di Buratto. Sono amareggiato per questo». L’allenatore analizza poi il match. «Nei primi minuti non eravamo né corti né compatti – spiega – e il Pordenone ha giocato meglio. Dal 25’ in poi abbiamo avuto la gara in mano e abbiamo creato molte occasioni. E’ andata così. Ora ripartiamo». Matteo Buratto, centrocampista dei neroverdi, esulta per la vittoria e per la rete del 2-0 da ex. «Una giornata straordinaria – afferma –. Abbiamo ottenuto un successo importante e meritato. Io sono entrato e ho cercato di dare il mio contributo, anche se il ruolo che il mister mi ha chiesto di ricoprire non lo facevo da molto tempo. Sembrava di essere tornati ai tempi di Parlato. Poi – continua – ho trovato il gol ed è stato fantastico. Adesso dobbiamo continuare a lavorare: mancano ancora 7 partite, altrettanti scontri diretti e non possiamo pensare di abbassare la guardia. La strada per i play-off è ancora lunga, non si è chiusa certo dopo questo match».

Ore 15.50 – Lega Pro girone A, fine primi tempi: Mantova-Bassano 0-1, Pavia-Renate 0-2, Pro Patria-Alessandria 0-1.

Ore 15.40 – (Gazzettino) Non siamo ancora al match-point, la matematica non lo permette con 24 punti ancora a disposizione, ma Cittadella-Lumezzane è un’occasione troppo ghiotta per i granata per dare un’altra spallata al campionato, avvicinandosi così al fatidico obiettivo mai tenuto nascosto, quello di ritornare subito in serie B. Il presidente Andrea Gabrielli, nell’intervista rilasciata al nostro giornale, ha giustamente ammonito chi vede già la promozione in tasca, ma la bava alla bocca aumenta giornata dopo giornata, un po’ come succede al vantaggio in classifica del Cittadella sulle immediate inseguitrici. Neppure il tecnico Roberto Venturato cade nel tranello, focalizzando l’attenzione solo ed esclusivamente sull’impegno di oggi: «In questo momento del campionato, con otto turni ancora da giocare, dobbiamo guardare partita dopo partita senza fermarci sulla classifica. Lo ripeto da tanto tempo e ne sono tutt’ora convinto, la strada da percorrere è ancora lunga». Sotto con il Lumezzane, allora. «È una squadra in grande salute, sta molto bene e arriva da un mese nel quale ha raccolto risultati positivi anche contro avversari di levatura. Ci vorrà quindi grande attenzione da parte del Cittadella, perché per rimanere dove ci troviamo in questo momento non dobbiamo sbagliare niente. Siamo consapevoli che sta iniziando la parte più bella del campionato, dove ti giochi la stagione, ma anche la più difficile». Guai perciò a sottovalutare la formazione di Filippini. «Ogni avversario merita rispetto, le insidie sono sempre dietro l’angolo, e i punti devi conquistarteli sul campo perché nessuno regala niente. Il Lumezzane è una buona squadra, ha entusiasmo e bravi giocatori, un mix tra esperti e giovani di corsa, gamba e qualità tecniche. Ha ripreso il cammino di inizio stagione: sa chiudere bene gli spazi e ripartire, sfruttando a livello tattico un ragionatore come Genevier. Lotterà in ogni situazione, in ogni particolare per strappare un risultato positivo, noi dovremo fare lo stesso». Comincia la primavera, le condizioni atmosferiche e i terreni di gioco aiuteranno le squadre più tecniche. «I campi belli ci permettono di esprimerci al meglio, e tra noi ci sono diversi giocatori di grande qualità, ma l’importante è che tutti ci siano con la testa, con la mentalità giusta». Non ci saranno grosse novità rispetto all’undici che ha vinto ad Alessandria. Jallow, uscito nel corso del posticipo di lunedì, è disponibile. «Ha avuto soltanto crampi, è a posto», rassicura Venturato. Non c’è ancora Paolucci tra i convocati, anche se il suo rientro è ormai alle porte: «Tornerà in gruppo la prossima settimana. De Leidi invece continuerà ancora a parte, sta lavorando sodo per rientrare prima possibile».
Venturato potrebbe far rifiatare Salvi (al suo posto Nava), mentre a centrocampo c’è Zaccagni che scalpita.

Ore 15.20 – (Mattino di Padova) Spegnere il Lume per mettere ancora più… luce fra sé e le inseguitrici: per gli amanti dei paradossi, ecco quello del giorno. Il Cittadella capolista questo pomeriggio proverà ad allungare a dieci partite il suo record di vittorie consecutive in Lega Pro contro il lanciatissimo Lumezzane di Antonio Filippini. E che sia un match fra due squadre in salute, sia pure con ambizioni ben diverse, lo attestano gli ultimi risultati: da quando l’ex centrocampista del Brescia ha preso in mano la formazione lombarda, i rossoblù hanno incamerato tre vittorie, contro Cremonese, Mantova e Pro Patria, e un pareggio, pesante, a Pordenone. Se non bastasse questo, a mantener alta la tensione in casa granata c’è il ricordo della sfida d’andata, in cui capitan Iori e compagni non seppero andare oltre l’1-1, venendo raggiunti nel finale. «Niente cali di tensione». Il rischio di un rilassamento, dopo l’impresa di Alessandria, per Venturato in ogni caso non esiste. «I ragazzi lo sanno: l’ultimo tratto di strada è il più bello ma anche il più difficile da affrontare, perché in questa fase ogni squadra va in campo con obiettivi importanti da inseguire. Li ha il Lumezzane e li abbiamo noi. Con otto partite ancora da giocare non ha senso guardare il nome dell’avversario che hai davanti e fare calcoli legati alla classifica, è invece necessario pensare a una gara alla volta. In più sappiamo di aver di fronte un Lumezzane in un ottimo momento: viene da un mese in cui riesce a fare risultato con continuità, anche contro avversari d’alta classifica. Per questo l’attenzione è alta, in noi c’è la consapevolezza che ogni risultato va conquistato». Jallow c’è. Il tecnico di Atherton ha convocato 21 elementi per questa sfida, rimandando alla prossima settimana il rientro di Paolucci. Nessun dubbio sulle condizioni di Jallow, uscito anzitempo dalla gara del Moccagatta. «Ad Alessandria ha accusato problemi di crampi, legati alla stanchezza, ma non ha avuto nulla di grave: sicuramente sarà dei nostri», le parole dell’allenatore. Al solito, gli unici ballottaggi riguardano così i terzini e gli interni di centrocampo, con Nava e Zaccagni che potrebbero tornare fra i titolari dopo la “pausa” dell’ultimo turno. Occhio a Genevier. Il Lumezzane dovrebbe presentarsi al Tombolato in una versione leggermente più accorta rispetto alle partite precedenti, schierato con il 4-4-2 utilizzato nella ripresa dell’incontro vinto per 2-1 sulla Cremonese e non con il consueto 4-3-3. «È una squadra che ha entusiasmo e buoni elementi, a partire da Genevier, uomo di grande intelligenza tattica, attorno a cui ruota tutto il gioco lombardo. E poi nelle sue file ci sono tanti giovani che hanno corsa e tecnica, e due attaccanti come Barbuti e Sarao che hanno ottime qualità e che sanno farsi valere in zona gol», prosegue Venturato nella sua disamina. «Mi sembra che con l’avvento di Filippini, il Lumezzane sia tornato quello d’inizio stagione».

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto) Più che un sentiero di montagna, di quelli che ogni tanto si biforcano e non sai quale direzione prendere, la strada che conduce al termine della stagione per il Cittadella pare proprio una comoda e larga discesa. Di quelle che, dopo la fatica della scalata, puoi percorrere comodamente stando solo attento a non prendere troppa velocità. Oggi al Tombolato (17,30) arriva il Lumezzane, definito dal prudentissimo Manuel Pascali come «l’avversario più difficile in questo momento». Sarà, ma è anche vero che se il Lumezzane dopo il cambio di allenatore e l’ingaggio di un tecnico rampante come Antonio Filippini se la sta cavando egregiamente, al Cittadella non può certo fare paura questo avversario. Magari ci sarà un po’ da sudare ma l’impressione è che sulla carta il rapporto di forze preluda all’ennesimo successo della capolista in fuga solitaria da settimane. «Credo che in questo momento del campionato — osserva Roberto Venturato alla vigilia — noi dobbiamo guardare partita per partita e non pensare alla classifica. Il Lumezzane viene da risultati importanti con avversari di spessore, serviranno attenzione e motivazione. Per rimanere dove siamo ci serve concentrazione. L’ultima parte del campionato è bella ma allo stesso tempo difficile, bisogna conquistarsi tutto sul campo. Non scendere in campo con le giuste motivazioni sarebbe un grave errore, i ragazzi lo sanno e credo non si faranno trovare impreparati». E Venturato mette a fuoco le caratteristiche della squadra bresciana. «Il Lumezzane ha buonissimi giocatori e tanti giovani con dinamismo e qualità, hanno gamba e sanno chiudere bene gli spazi. Filippini ha aiutato la squadra ad esprimersi meglio e a riportare determinati concetti e situazioni con continuità». Sin qui il «solito» Venturato, che però subito dopo una concessione la fa, quando si tratta di dipingere un quadro credibile del finale granata: «Finalmente arriva la primavera — evidenzia — con i campi in buone condizioni ci si può esprimere meglio sotto il punto di vista tecnico e noi abbiamo parecchi giocatori in grado di giocare la palla con qualità». Insomma, il meglio deve ancora venire. E la bella notizia è che Lamine Jallow corre come nei giorni migliori. Poche o nessuna traccia dell’infortunio muscolare che lo aveva fatto spaventare lunedì ad Alessandria. È già un ricordo, si può tirare dritto senza timori.

Ore 14.30 – (La Provincia Pavese) Le polemiche di inizio settimana vano messe alle spalle e il presente oggi è solo il Renate per il Pavia a caccia dei play off. Inizia questo pomeriggio alle ore 15 contro i brianzoli una nuova gestione tecnica per gli azzurri quella affidata a Stefano Rossini, promosso definitivamente dalla Berretti alla Prima squadra. L’ex giocatore di Inter, Parma e Genoa, era già stato per una settimana, ma in quell’occasione era stata una scelta transitoria, a guidare gli azzurri ottenendo la vittoria a Pordenone (2-0) con una squadra in grande emergenza e nel passaggio tra l’esonero di Marcolini e l’avvento di Brini. Poi Rossini era tornato a lavorare con la “sua” Berretti e lo ha fatto fino a lunedì scorso. Da martedì pomeriggio gli è stata affidata ufficialmente la panchina del dopo Brini. Dopo la gara di Pordenone difficilmente avrebbe pensato di tornare in Prima squadra. «Onestamente non me lo sarei mai aspettato ma questo è anche il bello del calcio – risponde al termine della rifinitura di ieri mattina mister Rossini – A Pordenone ho vissuto sulla panchina del Pavia una bellissima giornata che ha coronato una settimana vissuta con grande entusiasmo. Una settimana che mi ha arricchito molto. Ora il discorso è diverso…». Com’è stato il suo approccio con la squadra? «Anche questa è stata una settimana vissuta sull’entusiasmo. Tecnicamente mi sono concentrato di più sulla fase del possesso, della costruzione. Ho cercato di trasmettere i miei concetti alla squadra. Mi fa piacere dire che da martedì alla rifinitura di sabato ho visto una squadra costantemente in crescita. Il mio compito è quello di ridare autostima a questo gruppo dall’allenamento alle partite». Rossini non nasconde che ha accettato con convinzione la guida della Prima squadra. «Per me questa è sicuramente un’occasione importante e l’ho intrapresa cercando di trasmettere quelli che sono i principi che ci vogliono nel calcio, non tanto pensando a un modulo o a un altro». A questo proposito, senza rivoluzionare in cinque giorni di lavoro quello che ha ereditato, Rossini dovrebbe ripresentare uno schieramento 4-3-1-2 con qualche novità negli interpreti. Oltre a Bellazzini, che continua il suo recupero, sono indisponibili Siniscalchi per un problema al ginocchio e Pirrone che non ha recuperato dal problema muscolare accusato due settimana fa. Diversi i ballottaggi nell’undici iniziale: in difesa dove Malomo rientrerà da centrale e al suo fianco Marino potrebbe prendere il posto di Dermaku con Grillo alla sua prima da titolare a sinistra. A metà campo il trio di Padova con Muscat affiancato da Marchi e Carraro potrebbe essere riproposto. Nessun dubbio, invece, sul trio offensivo con Cesarini alle spalle di Ferretti e Sforzini. «Il Renate? Davanti ha due giocatori molto bravi – conclude Rossini – come Napoli e Florian a cui non concedere spazi».

Ore 14.10 – (Gazzetta di Mantova) «Siamo tutti convinti che possiamo fare una grande prestazione». Il neomister Luca Prina chiude con queste parole la sua prima settimana in biancorosso e si dichiara «fiducioso» in vista della sfida odierna con il quotato Bassano. Il tecnico biellese conosce bene il valore dell’avversario («la classifica dice che è fortissimo») ma dal suo arrivo in Viale Te ha lavorato soprattutto sulla testa dei suoi calciatori e ciò spiega perché afferma «preferisco comunque giocare contro il Bassano che contro la Pro Patria». «L’avversario non interessa – insiste Prina -, noi dobbiamo concentrarsi su noi stessi. E devo dire che la mia prima settimana si chiude in modo molto positivo, le risposte che ho avuto dalla squadra sono andate oltre le mie aspettative». Risposte che l’allenatore spiega di aver avuto su due fronti: «Ho avuto innanzitutto la conferma che qui c’è un gruppo sano, predisposto al lavoro. Insomma, un bel gruppo. Ma questo non è sufficiente, perché non sono venuto qui a fare il prete ma a salvare la squadra. E allora mi conforta aver visto che in ogni giorno di allenamento i ragazzi hanno messo dentro qualcosa, hanno capito che così non si può andare avanti e che dobbiamo fare qualcosa di diverso rispetto a prima. Bisogna cambiare testa, è necessario mettere in campo rabbia e determinazione. In allenamento ci è riuscito ciò che volevamo fare, per cui sono fiducioso. Anche se queste restano soltanto chiacchiere e noi invece abbiamo bisogno di fatti». Fatti che Prina immagina così: «Sono convinto che faremo una grande prestazione: in questo momento noi dobbiamo ritrovarci, poi da lì il Mantova potrà rinascere e ripartire in campionato per quest’ultima fase della stagione». Prina non ufficializza la formazione, ma anche ieri mattina ha provato il nuovo modulo 4-3-3 e gli undici schierati giovedì nell’amichevole contro la Berretti. Rispetto all’ultimo match, si rivedranno dunque fra i titolari Lo Bue, Trainotti, Di Santantonio e Caridi. Fuori causa sono invece lo squalificato Scalise e gli infortunati Masiello, Ungaro e Beretta. Dopo le gare di ieri, il distacco del Mantova dalla zona salvezza è rimasto di 5 punti, ma in giornata bisognerà seguire anche l’esito della trasferta del Renate a Pavia. È ovvio che sarebbe importantissimo vincere, ma contro un Bassano che non perde fuori casa da novembre anche un pareggio potrebbe essere un buon punto di (ri)partenza. I veneti al Martelli dovrebbero confermare la formazione che la settimana scorsa ha battuto il Pordenone, con l’ex di turno Pietribiasi a guidare l’attacco. L’altro ex Momentè dovrebbe invece partire dalla panchina.

Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La notizia che anima la vigilia di Mantova-Bassano, prima ancora che tecnica, è di «politica» calcistica: Stefano Rosso sta per diventare consigliere federale. E’ questa l’indiscrezione che circola con insistenza in Lega Pro, che potrebbe vedere per la seconda volta un presidente di un club nelle vesti inedite di rappresentante «politico» della categoria dopo Gabriele Gravina. Il Consiglio federale del 31 marzo dovrebbe procedere all’investitura ufficiale ed eleggerà anche i due nuovi vicepresidenti: si pensa a due figure tecniche con navigata esperienza nel settore gestionale. Ma l’attenzione è concentrata sulla trasferta di oggi al Martelli, dove il Bassano proverà a dare continuità agli ottimi risultati delle ultime settimane, ultimo dei quali il successo nello scontro diretto col Pordenone che ha permesso l’aggancio al secondo posto dietro al Cittadella. «Si affronteranno due squadre che proveranno a superarsi fino alla fine — osserva Stefano Sottili nella conferenza stampa pre match — per questo sarà ben complicato portare a casa i tre punti, che è ovviamente il nostro obiettivo. Il Mantova questa settimana si è allenato con il nuovo mister Prina, un allenatore che in carriera ha fatto cose importanti e che avrà portato entusiasmo, spezzando gli equilibri che magari si erano creati precedentemente. Noi siamo pronti per andare lì e provare a vincere, abbiamo tutte le carte in regola per farlo, sfruttando al meglio le nostre armi». Sottili vede un futuro roseo, perché i segnali colti nel corso della settimana convergono verso un’unica direzione e cioè quella di una coesione all’interno del gruppo, premessa prima per un gran finale di campionato. «I ragazzi si allenano con qualità — evidenzia l’allenatore giallorosso — e il fatto che chiunque entri riesca a farsi trovare pronto è un bel segnale e potrebbe essere l’arma in più che potrebbe fare la differenza da qui alla fine del campionato. L’obiettivo è vincere più partite possibili: a parte il Cittadella che ha un buon vantaggio, tutte le altre sono lì a lottare, dobbiamo sudare ad ogni gara. Formazione? Sono tutti convocati, anche se tre giocatori hanno avuto dei problemi e per loro decideremo all’ultimo». Ancora una volta, dunque, carte coperte. Anche in questo caso, verrebbe da aggiungere, nessuna novità. Sottili ama il poker, dare vantaggi all’allenatore avversario non rientra nel suo modus operandi.

Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Alle ore 9 del mattino newyorkese sarà puntuale davanti al suo pc per «giocare» il derby minuto per minuto. Un Mestre-Venezia dal quale Joe Tacopina si aspetta la quinta vittoria di fila, a due settimane dal 2-0 sul Tamai che è valso lo scatto forse decisivo a più 5 sul Campodarsego. «Ci sarò con lo spirito e mi mancherà il fatto di vivere la partita, mi piacerebbe esserci sempre ma ora la nostra priorità – spiega il presidente arancioneroverde – è continuare la ricostruzione, non tanto della squadra ma della società. Ciò vuol dire lavorare sul fronte del nuovo stadio e su vari altri progetti. Molti dei miei incontri di lavoro sono qui, in America del nord, e assicuro che sto spendendo bene il mio tempo per il Venezia Fc». Tacopina, quindi, sta già guardando al futuro in una Lega Pro da conquistare nelle restanti sette giornate di serie D. «Quella odierna sarà sicuramente una gara eccitante per tutti i tifosi, per noi però è una sfida come le altre, che dobbiamo vincere per continuare la striscia positiva e raggiungere la promozione. È un derby «simbolico» con un Mestre che reclama una sua legittimità? È una cosa che non mi riguarda, noi siamo il Venezia Fc, rappresentiamo le città di Venezia e Mestre e siamo molto orgogliosi di esser nati come brand globale nel nostro primo anno di vita. Come ho sempre detto non mi preoccupa nessun’altra squadra, se giochiamo secondo le nostre capacità nessuno ci può battere». All’andata, in un nebbioso mercoledì novembrino, al Penzo accorsero quasi 4000 appassionati. Oggi l’affluenza sarà giocoforza inferiore essendo le due squadre costrette ad affrontarsi in provincia di Treviso in un impianto omologato per meno di 2.400 spettatori. «È vero, tutti sappiamo che la città di Venezia nel suo complesso ha grossi problemi di impianti, ed è proprio per questo che il progetto dello stadio è una priorità su cui lavoriamo incessantemente e per la quale ogni giorno coinvolgiamo professionalità nuove. Intanto però vinciamo per avvicinare ancor più la Lega Pro».

Ore 13.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Una domenica di emozioni, da assaporare in campo e sugli spalti. Oggi è di scena l’attesissima sfida Mestre-Venezia, derby che promette spettacolo. Un confronto inedito, che rispolvera passioni sopite da anni e riaccese con la gara d’andata che portò al Penzo 3700 tifosi e che oggi, nell’esilio arancionero di Mogliano, ne conterà tremila: è questa la capienza massima dello stadio, esaurito da giorni. «Vorrei dire che è una partita come tutte le altre ma non è così. Il tutto esaurito sugli spalti, il fatto che questa sfida non si giocava da quasi trent’anni: è una partita speciale», sono le parole del tecnico arancionero Luca Tiozzo. E anche il suo omologo arancioneroverde, Giancarlo Favarin, riconosce l’eccezionalità dell’evento: «Mi aspetto una partita particolare. Per noi è un esame di maturità, una squadra che vuole vincere il campionato deve saper affrontare sfide come questa». L’andata All’andata, in novembre nella sfida in notturna, nella nebbia del Penzo, vinse il Venezia 1-0. «Un gol nato da un episodio dubbio, che la classe dei giocatori del Venezia ha saputo tramutare in vantaggio. Perché questa — osserva mister Tiozzo — è una delle caratteristiche dei nostri avversari: grandi capacità individuali, ma anche grande equilibrio di squadra, soprattutto dopo l’arrivo di Favarin». A novembre il tecnico arancioneroverde ancora non sedeva sulla panchina del Venezia e dunque la sfida odierna sarà per lui una novità assoluta: «So solo che quelli del Mestre — dice — vorranno vivere una domenica da leoni ma anche qui di leoni ce ne sono tanti e hanno un obiettivo da raggiungere. Questa, per noi, è già una partita da match point». La situazione Il Venezia capolista con 5 punti di vantaggio sul Campodarsego punta al traguardo stagionale e, a sette giornate dal termine, affronta contro il Mestre uno degli scogli più insidiosi. «Vorrei che al termine dei 90 minuti ci fosse quantomeno lo stesso vantaggio sul Campodarsego», è l’auspicio di Favarin che pensa all’impegno della squadra padovana a Noale. Il Mestre, da parte sua, è risalito ai piani alti della classifica, ma la zona playoff dista ben otto punti. «Viviamo di giornata in giornata — spiega mister Tiozzo — e i conti li faremo alla fine, ma cercheremo di chiudere nel migliore dei modi. Magari gettando le basi per proseguire anche il prossimo campionato». Le assenze Entrambe le squadre fanno i conti con alcune assenze. Il Mestre non è riuscito a recuperare capitan Migliorini, ancora infortunato, e in più manca Serena squalificato. Rientra invece Capogrosso dopo il lungo infortunio. Il Venezia deve fare a meno di Acquadro, impegnato con la Rappresentativa: al suo posto in mediana dovrebbe iniziare Callegaro, unica soluzione disponibile per non stravolgere la distribuzione degli under. I tifosi Cinquecento i biglietti disponibili per i tifosi arancioneroverdi, che però, oltre alla curva, si mescoleranno ai loro concittadini avendo approfittato anche della vendita libera dei biglietti da parte del Mestre. Molti di loro arriveranno in treno e raggiungeranno lo stadio a piedi. Annunciate super coreografie da parte degli «Orange Insanity», i supporter arancioneri che mantengono però rigorosamente «top secret» i dettagli. Le misure di sicurezza Disposta dalla questura di Treviso la presenza della polizia di Treviso e di Venezia, più i carabinieri di Mogliano. La polizia municipale si occuperà degli accessi allo stadio, separati. La zona dello stadio sarà presidiata: vietato avvicinarsi a chi è senza l biglietto. Vietata la vendita di alcolici dalle 13 alle 18. I cancelli apriranno alle 13,30 e si consiglia di arrivare con largo anticipo.

Ore 12.50 – (La Nuova Venezia) Tre punti per spiccare il volo verso la Lega Pro, tre punti per vivere un giorno di gloria: Venezia da una parte, Mestre dall’altra con sogni opposti. Il derby di casa nostra, che si gioca nella Marca Trevigiana, a Mogliano, una curiosità non da poco. Venezia che prova a bissare il trionfo del Penzo, quando in mezzo alla nebbia novembrina sbucò la colombella di Paolo Carbonaro, Mestre che punta ancora ai playoff, ma che intanto vuole sgambettare gli arancioneroverdi nello loro rincorsa alla promozione. Stadio troppo piccolo, il “Panisi” di Mogliano, duemilatrecento biglietti bruciati in poche ore, ma sarà ugualmente una festa del tifo e dello sport, come quattro mesi al Penzo. Per il Venezia è la prima delle sette finali che portano alla Lega Pro, da vivere tutte in apnea, anche se Mestre, Este e Belluno saranno i test più probanti. Giancarlo Favarin non ha convocato Di Maio e Calzi, non al top della condizione, sarà interessante vedere anche come le squadre torneranno nella mischia dopo la sosta. Il Venezia va a caccia della quinta vittoria consecutiva, è imbattuto da sette gare e Vicario non subisce reti da 342′ (l’ultimo è stato della Calvi Noale su calcio di punizione), ma il Mestre ha incamerato 11 punti nelle ultime cinque partite. Favarin potrà giostrare a suo piacimento la rosa a disposizione, anche se l’assenza di Acquadro (impegnato a Viareggio con la Rappresentativa di serie D) è rilevante a centrocampo e le condizioni di Lattanzio (appena ristabilitosi da un virus influenzale) impongono al tecnico pisano rotazioni meno ampie come tenuta. Dietro non si cambia, Modolo e Cernuto offrono ampie garanzie, Luciani e Galli stanno crescendo, c’è Ferrante che scalpita per uscire nuovamente dai box, ma il terzino è fuori gioco dalla trasferta di Levico quando si infortunò alla spalla destra. Assente Acquadro, impegnato con la Rappresentativa della Serie D al torneo di Viareggio, l’alternativa più logica è Callegaro, collocando il quarto under a centrocampo, sembra complicato che Favarin si avventuri in un esperimento (doppio “vecchio” con Marcolini al fianco di Soligo) in una partita complicata come il derby, anche se la tempra agonistica dell’ex giallorosso non farebbe male in mezzo al campo. Attacco affidato dal poker delle ultime settimane: Maccan centravanti, in grado di battagliare con i difensori avversari e di far risalire la squadra, con alle spalle l’intelligenza tattica di Serafini, abile anche nei ripiegamenti sui calci piazzati e nello sfruttare gli spazi concessi dai raddoppi sul compagno di reparto. Fasce affidate a Innocenti e Fabiano: imprevedibilità e fiuto del gol da una parte, invenzioni ed esperienza dall’altra. «Sono partite che si preparano da sole» si è limitato a dire Giancarlo Favarin, «dopo una sosta è paradossalmente meglio ripartire contro una squadra forte come il Mestre, così non ci saranno cali di concentrazione». E alla fine si andrà a vedere il risultato del Campodarsego a Noale. E chi non sarà allo stadio può collegarsi sul nostro sito per la diretta twitter.

Ore 12.30 – (Gazzettino) Formazioni padovane in campo oggi alle 14.30 nel campionato di serie D. CAMPODARSEGO. Nella trasferta con il Calvi Noale punta al bottino grosso nell’auspicio di rosicchiare terreno alla capolista Venezia (5 punti avanti) impegnata nel derby con il Mestre, e di tenere a bada l’Este (4 punti dietro). «Scendiamo in campo per raccogliere il massimo – sottolinea Antonio Andreucci – poi bisogna vedere cosa ci concede l’avversario che in casa ha dimostrato sempre una certa solidità. Ci vuole il migliore Campodarsego, sono fiducioso perché i ragazzi stanno bene a parte Tanasa che ha avuto una piccola ricaduta», mentre Bortot è squalificato. Riguardo alla situazione di classifica, il tecnico aggiunge: «Può accadere di tutto. Continuiamo a fare la corsa su noi stessi e guardiamo sempre davanti, mai alle nostre spalle perché non abbiamo paura di nessuno». ESTE. Appuntamento al Nuovo Comunale con la Virtus Vecomp, sfida che per i giallorossi rappresenta un match point in chiave play off avendo 19 lunghezze di vantaggio sull’accoppiata Tamai-Mestre. Ecco Andrea Pagan: «Se vinciamo abbiamo la certezza matematica di centrare un ulteriore obiettivo. I ragazzi stanno bene nella testa e nelle gambe, mi aspetto una partita da squadra importante e pur avendo undici punti di vantaggio sulla Virtus Vecomp non dobbiamo avere un atteggiamento presuntuoso, ma essere umili». Curiosità: sarà anche una sfida tra i fratelli Guagnetti, Andrea difensore dell’Este e Matteo portiere della Virtus Vecomp. Tutti a disposizione a parte Niselli. LUPARENSE SAN PAOLO. Insegue la quinta vittoria di fila andando a fare visita al Fontanafredda, invischiato nella corsa salvezza. Così Enrico Cunico: «Ci aspetta una gara difficilissima di fronte ad una squadra in salute che ha dimostrato nelle ultime partite di voler venire fuori a tutti i costi dalle zone pericolanti. Con Virtus Vecomp e Monfalcone ha giocato bene facendo punti, dopo il cambio di allenatore ha trovato compattezza e nuovi stimoli. Va affrontata con il coltello tra i denti, esibendo personalità e determinazione». ABANO. Va a caccia dell’immediato riscatto (ko con Virtus Vecomp) sul campo del Levico per ipotecare la salvezza. «Saremmo dei polli se ci facessimo risucchiare, dobbiamo evitarlo in tutti i modi – spiega Karel Zeman – Abbiamo un avversario più alla portata rispetto a domenica scorsa, dobbiamo imporre il nostro modo di giocare». Sono indisponibili Cuccato, Ginestra, Rampin e Ballarin.

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Turno pre-pasquale per le quattro padovane di Serie D (inizio alle 14.30). Oggi Campodarsego, Este, Abano e Luparense scenderanno in campo per la 13esima di ritorno. CAMPODARSEGO. Il “Campo”, a differenza delle “cugine”, la settimana scorsa non ha avuto recuperi da disputare. La (vera) volata inizierà proprio oggi in quel di Noale (arbitro Eduart Pashuku di Albano Laziale), contro una squadra (settima in classifica) che ha ormai pochissime possibilità di accedere ai playoff. Per capitan Bedin e compagni potrebbe essere l’occasione perfetta per rosicchiare qualche punto al Venezia, ora a +5: il derby col Mestre a Mogliano, infatti, potrebbe costituire uno degli ultimi ostacoli per la cavalcata degli arancioneroverdi. Per la sfida odierna, mister Andreucci dovrà però rinunciare a Bortot (squalificato), Tanasa e Piaggio (infortunati). Formazione (4-3-3): Vanzato; Arthur, Gal, Poletti, Buson; Michelotto, Bedin, Pelizzer; Radrezza, Kabine, Aliù. ESTE. Chi spera in una battuta d’arresto del Campodarsego è l’Este, terzo e di scena fra le mura amiche con la Virtus Vecomp (arbitro Vincenzo Madonia di Palermo). La compagine allenata da Gigi Fresco, quinta a quota 53 punti, domenica scorsa ha fermato l’Abano confermandosi una bestia nera delle padovane. I giallorossi, dal canto loro, sono ancora imbattuti al Nuovo Stadio, anche se nell’ultimo match interno, con la Sacilese, non hanno convinto sotto il profilo del gioco. Il tecnico atestino Andrea Pagan avrà tutti i giocatori a disposizione e potrà così schierare l’undici migliore. Una curiosità: il portiere della Virtus Matteo Guagnetti è il fratello minore dello stopper dell’Este Andrea. Sarà dunque un derby in famiglia per i due bresciani. Formazione (4-3-3): Lorello; Tiozzo, Montin, Guagnetti, Rosina; Arvia, Caporali, Maldonado; Marcandella, Mastroianni, Ferrara. ABANO. L’Abano deve rialzarsi dopo l’amara trasferta in terra veronese. Il Levico, però, è in piena lotta per la salvezza e nell’ultimo turno è riuscito ad allungare sul Monfalcone (terzultimo) con una splendida vittoria. Ai neroverdi, decimi a -2 dalla Calvi Noale, mancano tre o quattro punti per chiudere la pratica salvezza. In Trentino (arbitro Jacopo Bertini di Lucca) non sarà comunque facile per il Boemo jr., che dovrà pure rinunciare ad alcune pedine importanti come Cuccato, Rampin, Ballarin e Ginestra. Formazione (4-3-3): Bettin; Tescaro, Pramparo, Thomassen, Zattarin; De Cesare, Maistrello, Creati; Bortolotto, Gnago, Caridi. LUPARENSE. In casa Lupi regna la serenità. Con i suoi 44 punti, la compagine di Cunico può già considerarsi bella che salva. Le quattro vittorie consecutive racimolate nell’ultimo mese hanno messo in cassaforte un obiettivo che, fino a dicembre, sembrava in forte dubbio. Si gioca molto di più l’avversario di giornata, il Fontanafredda (arbitro Massimiliano Aly di Lodi), penultimo ma ancora in piena lotta per non retrocedere. Formazione (3-4-3): Rossetto; Antonello, Severgnini, Pregnolato; Dal Santo, Pignat, Cavallini, Di Fusco; Roveretto, Sottovia, Beccaro.

Ore 11.50 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Ko che fa male, ma è doveroso crederci ancora”) Questo stop non ci voleva proprio. Poco fortunato il Padova negli episodi che hanno deciso la gara, anche se nel primo tempo la truppa di Pillon (che a fine gara se l’è presa con l’arbitro) non è apparsa brillante e compatta come nelle ultime esibizioni. Decisamente meglio la ripresa, rovinata però dal secondo gol concesso al Pordenone tra molte proteste. I biancoscudati hanno però avuto il merito di non disunirsi, riaprendo la partita con il sigillo numero 11 di Altinier e provando in extremis ad acciuffare il pareggio. Ora sono otto le lunghezze di distacco dal terzo posto occupato dal Bassano (che gioca oggi), ma guai a pensare che la rincorsa ai play off sia compromessa. Sono ancora tanti i punti in palio da qui alla fine del campionato, come anche gli scontri diretti. E questo Padova, in grado di giocarsela alla pari con chiunque, ha il dovere di provarci fino in fondo. Il tutto in attesa di capire che ne sarà delle fibrillazioni societarie che – nonostante le smentite di facciata – stanno rischiando di logorare il rapporto tra il presidente Bonetto e l’amministratore delegato Bergamin.

Ore 11.40 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Pierpaolo Spettoli): Favaro 6; Diniz 6, Sbraga 5.5, Fabiano 6, Favalli 6; Ilari 6 (st 36′ Sparacello sv), Mazzocco 5.5 (Cunico sv), De Risio 6, Finocchio 6 (Petrilli sv); Neto Pereira 6.5, Altinier 6.5.

Ore 11.30 – (Gazzettino) Nel finale di frazione il Padova trova la reazione sfiorando il pareggio. Altinier e Diniz non trovano il guizzo in mischia. Poi sul cross mancino di Favalli è Ilari di testa a non inquadrare la porta. E qualche attimo prima dell’intervallo l’1-1 sembra fatto sul destro piazzato di Altinier con palla che tocca il palo ed esce. Caricano a testa bassa in avvio di ripresa i biancoscudati. Squadra costantemente nella metacampo dei friulani che agiscono di rimessa. Solo la sfortuna nega il pareggio. Lo schema su punizione è lo stesso che ha mandato in gol Neto Pereira con il Pavia, questa volta la sponda di Diniz libera Fabiano che calcia a botta sicura, sfera contro la traversa e il successivo tocco di Altinier risulta debole. La spinta è continua e il cross invitante di Ilari non trova compagni pronti all’appuntamento. Giocando a trazione anteriore, qualcosa dietro si concede ed è prodigioso un recupero in chiusura di Finocchio, che qualche istante più tardi lascia il posto a Petrilli. A metà frazione arrivo però il raddoppio della squadra di casa. Lancio di Stefani per Strizzolo che si libera di Fabiano, supera di testa Sbraga con palla a Buratto che elude Diniz e insacca da due passi. Sembra tutto compromesso e invece il Padova torna in partita. Il cross di Neto Pereira è un invito a nozze per Altinier che di testa insacca sul primo palo. A questo punto Pillon gioca il tutto per tutto inserendo anche Sparacello (fuori Ilari) e Cunico (Mazzocco). Si gioca a una porta, ma non basta. E alla fine il popolo biancoscudato applaude comunque la squadra.

Ore 11.20 – (Gazzettino) Dopo tre vittorie consecutive si ferma la corsa del Padova, e l’inseguimento ai play off si fa decisamente in salita anche se nulla è compromesso mancando ancora sette gare alla fine. L’ex Pederzoli in avvio di gara e poi Buratto nella ripresa condannano i biancoscudati, comunque lodevoli fino alla fine tanto da riaprire la gara con una prodezza di Altinier. Anche un pizzico di sfortuna sulla strada di Neto Pereira e compagni che sull’1-0 hanno colpito un palo con Altinier e una traversa con Fabiano. Molto contestato invece il raddoppio del Pordenone, per un fallo su Fabiano e un doppio fuorigioco, ma arbitro e assistente non sono stati dello stesso avviso. Formazione tipo in avvio, con Sbraga recuperato in extremis. Si viaggia subito a ritmi elevatissimi, anche se la partenza è ad handicap. Nasce tutto da un fallo laterale sulla sinistra con sfera a Martin che appoggia per Pederzoli, l’ex biancoscudato non è contrastato da Mazzocco e lascia partire un destro che sorprende Favaro. Lo svantaggio non demoralizza il Padova che nei primi dieci minuti si procura quattro angoli, senza però esito. Ma la squadra non sembra quella pimpante ammirata con Mantova e Pavia. Così è il Pordenone a sfiorare il raddoppio. Rilancio di Pasa svirgolato da Sbraga, Strizzolo prende il tempo a Favaro che sembra toccare in area l’attaccante il quale cade a terra e reclama il rigore. L’arbitro è però di un altro avviso e ammonisce il giocatore di casa per simulazione. Pochi minuti ed è ancora brivido, questa volta sugli sviluppi di un angolo di Pederzoli, spizza di testa Ingegneri e Mandorlini tutto solo non trova la porta. Ancora due minuti e altro rischio. Sul rilancio di Martin, Strizzolo vince prima il duello con Sbraga e poi con Fabiano che viene bruciato sulla corsa, il suo mancino rasoterra è sventato con la mano sinistra da Favaro.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Prima del fischio d’inizio Bergamin si è intrattenuto in mezzo al campo per qualche minuto con l’amministratore delegato Roberto Bonetto: cosa vi siete detti? «Ci siamo salutati e abbiamo fatto quattro chiacchiere, niente di particolare». Arriva anche Fabiano: «È maturata una sconfitta, però guardiamo alle cose positive. La squadra ha lottato fino alla fine, adesso rimbocchiamoci le maniche e pensiamo alla Cremonese». Cosa è successo in occasione del raddoppio del Pordenone? «Stavo andando indietro e Strizzolo mi ha ostacolato, non potevo fare più niente. Poi mi hanno detto che c’era anche fuorigioco. L’ammonizione? Perché ho protestato». Per il brasiliano anche una traversa clamorosa. «Purtroppo non è entrata, doveva essere una giornata così. Ripeto, guardiamo avanti e non molliamo niente». Tocca a Cristian Altinier: «C’è amarezza perché era uno scontro diretto importante, però abbiamo la consapevolezza di avere disputato un’ottima prestazione come atteggiamento e dobbiamo andare avanti su questa strada». Sul suo sigillo, undicesimo in campionato: «Poteva essere anche importante dato che ha riaperto i giochi, siamo stati magari un po’ sfortunati prima in occasione della traversa di Fabiano e anche sul mio tiro nel finale di primo tempo che ha toccato il palo, lì non sono riuscito a dare il giro giusto alla palla che è andata dritta». Sui play off: «Guai se molliamo un centimetro, dobbiamo crederci fino a che c’è speranza». Il gol preso a freddo ha scombussolato un po’ i vostri piani? «Di sicuro ha cambiato l’inerzia della partita, ma la squadra se l’è giocata fino in fondo». LUTTO. È mancata nella notte tra venerdì e sabato Laura Quartesan, madre di Moreno Beccaro, socio e consigliere del Padova.

Ore 11.00 – (Gazzettino) «Non voglio aggrapparmi all’arbitraggio, ma il loro raddoppio è una cosa che non si può vedere nel calcio. C’era fallo su Fabiano e un doppio fuorigioco nella stessa azione, bisogna avere competenza per fare questo lavoro». È l’ultimo biancoscudato a presentarsi in sala stampa Bepi Pillon, che con la sua dichiarazione fa però chiaramente intuire come la direzione del fischietto romano Fourneau non sia piaciuta. «C’era anche una trattenuta su Neto Pereira nel secondo tempo, quello è rigore. E l’arbitro era sempre lontano dall’azione» rincara la dose. Sviste arbitrali a parte, il tecnico biancoscudato si sofferma sulla prestazione della squadra: «L’unico rammarico è che nei primi venticinque minuti non eravamo corti e compatti come siamo di solito. Abbiamo preso subito gol e abbiamo rischiato qualcosa ancora, dovevamo essere più attenti. Poi però la squadra si è ripresa e ha fatto bene, non posso dire niente ai ragazzi. Dispiace perché hanno dato tutto». Il terzo posto che vale l’accesso sicuro ai play off si allontana, ma Pillon crede ancora alla possibilità di agganciare un piazzamento per gli spareggi promozione: «Non è ancora perso niente. Dobbiamo cercare di vincere il più possibile, a cominciare da mercoledì con la Cremonese». Qualche minuto prima, aveva parlato il presidente Giuseppe Bergamin: «Parlare di sfortuna non va bene (il riferimento è al palo di Altinier e alla traversa di Fabiano, ndr). Il pareggio sarebbe stato un risultato più giusto, ma gli episodi hanno fatto la differenza. C’è da recriminare anche su qualche svista arbitrale, però i ragazzi ce l’hanno messa tutta. Prendere gol subito crea delle situazioni psicologiche, anche se la squadra ha cercato di riacciuffare il risultato fino all’ultimo. Il Padova esce a testa alta da questa sfida, e adesso dobbiamo ripartire con lo spirito e l’entusiasmo di sempre per inseguire il nostro obiettivo», appunto i play off.

Ore 10.40 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Arbitri, la solita litania: sono scarsi. Ma la squadra si è svegliata tardi”) Prima il Cittadella, adesso il Pordenone. Il Padova è caduto contro le prime due della classe (almeno sino ad oggi pomeriggio, quando conosceremo il risultato del Bassano a Mantova) e questo significa pur sempre qualcosa. Ma non è andato al tappeto in modo netto, ineccepibile, come se la superiorità degli avversari, in entrambe le partite, fosse stata schiacciante. Eppure c’è un filo comune che accomuna il k.o. subìto dai “cugini” nel derby a quello patito ieri dai “ramarri” friulani: le pessime direzioni arbitrali nei due match. E qui verrebbe facile aprire un capitolo a parte nei confronti di chi viene chiamato a dirigere partite di tale livello e si dimostra, alla fine, il peggiore in campo. Mainardi di Bergamo (contro i granata) e Fourneau di Roma (contro i neroverdi): ricordateveli bene questi nomi, perché siamo curiosi di capire se, da quanto si sussurra nelle stanze dell’Aia, li troveremo l’anno prossimo sui campi della Serie B. Se così fosse, ci sarebbe da chiedersi se a certi livelli capiscono di calcio oppure se vigono, per stabilire le varie promozioni di categoria, criteri che sfuggono all’umana comprensione. Tanto più quando non si conoscono mai (ma proprio mai) i rapporti stilati dai commissari in tribuna, che poi riferiscono al designatore, che per la Lega Pro è il signor Giannoccaro di Lecce. A noi preme ribadire un paio di punti, sui quali non si può più far finta di niente: 1) un arbitro deve correre ed essere vicino all’azione, non, come si è visto in questa circostanza, a 30-40 metri dal punto in cui si gioca il pallone; 2) gli assistenti vanno istruiti e testati di più sulle situazioni di fuorigioco con prove ripetute ai raduni organizzati nelle varie Coverciano o Sportilia. Ci sembra chiaro che il loro grado di preparazione lasci assai a desiderare. Domanda: siete convinti che ci sia trasparenza nella casa arbitrale, nel senso di rendere pubbliche le valutazioni di chi giudica il loro operato? Risposta: ma non scherziamo, per favore, il giorno in cui ciò dovessere accadere, ci troveremmo davvero davanti alla vera“rivoluzione” del calcio professionistico. Della serie: aspetta e spera… Esaurito il capitolo arbitri, torniamo al Padova e a ciò che non ha funzionato. Intanto, l’approccio alla sfida: a parte il gol-choc di Pederzoli, la squadra non è parsa brillante e compatta nel primo tempo come in passato. Da cosa sia dipeso, è compito che spetterà a Pillon e ai giocatori: l’impressione è che, oltre all’indiscutibile qualità dell’avversario, soprattutto il centrocampo non sia stato capace di alzare i ritmi, trovando pochi canali utili per arrivare nelle vicinanze della porta difesa da Tomei. Il 4-4-2 ha bisogno, per essere dirompente, di incursioni sulle fasce laterali e di sovrapposizioni da parte dei terzini. Queste ci sono state, ma in misura inferiore al solito. Prendete, ad esempio, l’azione del 2-1 di Altinier: concepita e concretizzata grazie ad un affondo di Neto Pereira sin quasi sulla linea di fondo e ad un cross al bacio per il centravanti, che non perdona quando riceve l’assist giusto. In conclusione: un passo indietro a livello di prestazione. Come se ci si fosse svegliati tardi, una volta incassati i due pugni da ko. Per il futuro sarà utile evitare di ricadere nello stesso errore. Ma è anche vero che solo sbagliando si cresce. E il Padova può dire ancora la sua, lì sopra, sino a maggio.

Ore 10.30 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Volpe): Favaro 6; Diniz 6.5, Sbraga 5.5, Fabiano 6, Favalli 6; Ilari 6 (Sparacello sv), Mazzocco 5.5 (Cunico sv), De Risio 6, Finocchio 6 (Petrilli 5.5); Altinier 6.5, Neto Pereira 6.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) La reazione del Padova? Lascia un po’ a desiderare, anche se l’ultimo quarto d’ora è tutto di marca ospite. Ma per un verso o per l’altro Tomei non è costretto agli straordinari: c’è una mischia furibonda in area, su angolo di Ilari, con Altinier e Diniz, anticipato da Strizzolo in fase di ripiego, che perdono l’attimo fuggente (35’), c’è un colpo di testa di Ilari in corsa, su traversone lungo di Favalli che sorvola la traversa (39’), e c’è infine un destro di Altinier dal limite che sfiora il bersaglio (45’). Traversa e monologo di 15’. Nella ripresa la partenza di Neto & C. è incoraggiante e l’occasione per pareggiare i conti capita a Fabiano, la cui girata da dentro l’area, su appoggio aereo di Diniz, manda la sfera a stamparsi sulla traversa e poi Altinier, sulla ribattuta, calcia debolmente tra le braccia del portiere (8’). Un cross pericolosissimo di Ilari attraversa tutto lo specchio della porta di Tomei, senza che nessuno intervenga (13’), e Altinier “spara” fuori da ottima posizione (14’). Il raddoppio da annullare. Dopo un salvataggio di Finocchio su Mandorlini al momento di battere a rete (16’), il Pordenone incrementa il proprio bottino con un’azione “viziata” da un fallo e da un fuorigioco. Verticalizzazione di Stefani per Strizzolo, che, saltando, spinge Fabiano, facendogli perdere l’equilibrio, la sfera finisce al neo-entrato Buratto, il quale, in posizione irregolare, brucia sul tempo Diniz e infila (24’). Le proteste nei confronti dell’assistente Marchi di Bologna, che opera sotto la tribuna, sono vibranti ma inutili. Altinier non basta. Colpito, ma non affondato, il Padova si getta in avanti e riduce le distanze con una perfetta combinazione Neto Pereira (cross dalla destra)-Altinier (colpo di testa vincente), al 33’. Il generoso forcing finale dei biancoscudati (in campo addirittura 4 punte, compreso Cunico) non serve a riequilibrare le sorti del match. Addio al sogno playoff, dunque? Non è ancora detto, ma le cose si sono complicate per il terzo posto.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) È amaro il verdetto del “Bottecchia” per il Padova, che incappa nella seconda sconfitta della gestione Pillon (la sesta complessiva stagionale, la prima in trasferta dopo un girone), fra recriminazioni per alcune decisioni arbitrali ed errori propri. Il dato di fatto è sotto gli occhi: il Pordenone (tornato al successo dopo un pareggio e una sconfitta, e ora sono 9 vittorie in 11 giornate) si allontana dai biancoscudati, tornando al secondo posto (in attesa del Bassano, impegnato oggi) e infligge un duro colpo alle speranze di approdare agli spareggi-promozione da parte di Neto Pereira & C. Peccato, ma c’è da dire che quella di Tedino è una signora squadra, capace di un pressing continuo e insidiosissima quando ha la possibilità di ripartire. La vendetta dell’ex. Neppure il tempo di sistemarsi in campo e di prendere nota che c’è anche Sbraga, recuperato in qualche modo dal virus intestinale che lo aveva colpito nella notte fra giovedì e venerdì, e il Padova va sotto. Meno di 4 minuti dal via e, sugli sviluppi di una rimessa laterale di Martin, il pallone giunge sui piedi di Pederzoli, che si accentra da sinistra e prima di essere contrastato da Mazzocco esplode un gran destro che lascia di stucco Favaro, talmente sorpreso dalla “botta” del centrocampista da non accennare neppure la parata. Al primo tocco l’ex era stato fischiato dagli 800 tifosi ospiti, al secondo colpisce. Niente male, una “vendetta” servita su un piatto che più indigesto di così non potrebbe essere. Biancoscudati in difficoltà. I piani di Pillon, ovviamente, vengono stravolti dall’inaspettato vantaggio neroverde e non è che la reazione sia rabbiosa e pungente come ci si potrebbe attendere. Al 21’ i friulani invocano il rigore per un contatto fra Strizzolo, lanciato verso la porta avversaria da una “svirgolata” di Sbraga, e Favaro, che il pessimo arbitro Fourneau giudica da simulazione, quando forse è da punire con il tiro dal dischetto degli 11 metri. Il Pordenone insiste, comunque, e sfiora il 2 a 0 nel giro di 120 secondi, prima con Mandorlini di testa sugli sviluppi di un angolo di Pederzoli (la palla esce di poco a lato del palo, 26’), poi con Strizzolo, che sfugge a Fabiano in contropiede e tira, trovando il braccio teso di Favaro ad intercettargli il diagonale, con Favalli che alla fine sbroglia la matassa (28’).

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Come si spiega questo inizio non perfetto? «Sapevo che il Pordenone sarebbe partito forte, e che probabilmente sarebbe anche calato nella ripresa. Non so dire perché ci sia stata questa partenza al rallentatore, mi spiace che sia successo, ma a parte per quell’avvio di partita i ragazzi poi hanno dato tutto quello che avevano». Non siete sembrati ficcanti e pericolosi come al solito… «Io non ho avuto questa impressione: nel primo tempo abbiamo avuto due palle-gol importanti, con Altinier e Ilari, poi nella ripresa abbiamo colpito quella traversa con Fabiano: se la palla fosse entrata, avrebbe cambiato completamente il volto della gara. Ma il Pordenone è una buona squadra, non potevamo certo pensare di venir qui e creare dieci o più occasioni da gol. L’unico rammarico è legato a quei primi 20’, nei quali non eravamo compatti, corti e messi bene come al solito. Forse la frenesia o l’ansia di voler vincere ci ha giocato un brutto scherzo». Qualche imprecisione di troppo c’è stata. Concorda? «Tra un rinvio sbagliato, una giocata “sporca”, un colpo di testa mancato, le migliori occasioni del Pordenone gliele abbiamo create noi da soli. Ciò la dice lunga…». Questa sconfitta ridimensiona le vostre ambizioni? «Non abbiamo compromesso niente: abbiamo cercato di vincere, e per questo si è rischiato qualcosa di troppo. Ma è la filosofia che voglio portare avanti: ora proviamoci di nuovo con la Cremonese».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Il Padova si è svegliato troppo tardi. Inevitabile che, al cospetto di un Pordenone che ha saputo far male e sfruttare le indecisioni biancoscudate, il risultato potesse essere negativo. Bepi Pillon incassa la seconda sconfitta della sua gestione, e anche se pure stavolta, come dopo il derby con il Cittadella, il bicchiere è mezzo pieno, i reprimenda del tecnico biancoscudato riguardano prima di tutto la sua squadra, ma poi anche il direttore di gara. «Questa partita l’abbiamo persa perché nei primi venti minuti non siamo partiti con la giusta concentrazione», spiega il tecnico di Preganziol nel dopo-gara del “Bottecchia”. «Ma devo dire che mi pare impossibile che nessuno, della terna arbitrale, sia stato capace di vedere quanto avvenuto sul gol del raddoppio del Pordenone: c’era un doppio fuorigioco, sia di Strizzolo che di Buratto, e pure una spinta evidentissima su Fabiano sul lancio lungo». Secondo lei, quindi, il Padova ha di che recriminare sul risultato finale? «Non voglio aggrapparmi alle decisioni della terna, ma ritengo che per fare questo lavoro ci voglia la necessaria competenza. Io la metto per tutta la settimana, ma se poi arrivo al sabato e vedo prendere un gol del genere… Avevamo la partita in mano in quel momento, subìre un gol così fa male. Se poi ci aggiungiamo che c’era pure un evidentissimo rigore su Neto Pereira, pure quello non fischiato, il gioco è fatto». Però non ritiene che non sia stato il Padova delle ultime uscite? «Siamo partiti male, incassando subito il gol di Pederzoli, e la gara in quel momento è diventata difficile: nei primi venti minuti abbiamo rischiato tanto, soprattutto sui contropiedi del Pordenone, e avremmo dovuto essere più attenti, più concreti, più precisi. Ma dal 25’ del primo tempo in poi la gara l’abbiamo comandata noi».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La sensazione di uscire a testa alta e la voglia di non appigliarsi agli episodi arbitrali. Come si suol dire in questi casi, i giocatori biancoscudati prendono la sconfitta con molta sportività, proiettandosi già al turno infrasettimanale. Tra i protagonisti (anche per le occasioni da moviola) del match c’è Fabiano, ammonito per proteste dopo il raddoppio del Pordenone, che l’ha visto cadere a terra per un contrasto con Strizzolo. «Stavo indietreggiando, l’avversario mi è venuto addosso e io non potevo che evitare la caduta», racconta il difensore centrale. «In più mi hanno anche detto che c’era fuorigioco netto. Però non voglio fare polemiche, per me l’importante è che la squadra abbia lottato sino alla fine, mostrando un grande carattere». Resta il rammarico per una sconfitta evitabile, arrivata però contro un avversario in piena corsa per il secondo posto. «Ci sono state delle cose negative, ma io voglio vedere gli aspetti positivi che abbiamo messo in mostra. Nonostante il gol subìto in avvio, non ci siamo fatti mettere sotto, loro hanno attaccato ma più che altro con tanti palloni alti. A lungo andare abbiamo preso in mano la partita, potevo anche pareggiare, ho preso la traversa e poi non si capisce in che modo la palla sia rimasta in mano al portiere. Ora pensiamo alla Cremonese, ci sono ancora tanti punti a disposizione». Il Padova non esce ridimensionato da questa sconfitta anche secondo Cristian Altinier, a segno per la quarta gara consecutiva: «C’è tanta amarezza per il risultato», il commento del centravanti, «ma allo stesso tempo la consapevolezza di aver sfoderato un’ottima prestazione contro una squadra in grande forma. La sconfitta ci può stare, ma dobbiamo continuare su questa strada perché abbiamo mostrato personalità e carattere». Che contraccolpo può determinare il ko in Friuli? «Guai a mollare di un centimetro! Sarebbe troppo facile farci trascinare dagli eventi, dobbiamo mantenere l’equilibrio e pensare a rifarci già dalla prossima sfida».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) L’amarezza per la sconfitta si mischia alla consapevolezza che, nonostante tutto, il Padova sia riuscito fino all’ultimo a rendere la vita difficile ad un Pordenone che alla mezz’ora della ripresa pareva avere la strada spianata. E anche in società, a parte il risultato finale, il bicchiere appare mezzo pieno. «Parlare di sfortuna non va mai bene, ma secondo me il pareggio sarebbe stato più giusto», è il commento del presidente Giuseppe Bergamin. «Purtroppo gli episodi hanno fatto la differenza, e tutto sommato non possiamo dire che il Pordenone abbia “rubato” qualcosa. Noi, però, dobbiamo recriminare per qualche svista arbitrale, ma sono contento comunque perché i ragazzi hanno dimostrato, pur partendo in salita perché il gol iniziale di Pederzoli ci ha creato un po’ di confusione mentale, di avere la grinta e la voglia per provare a riprendere il risultato fino al 94′. Abbiamo trovato un avversario che non ci ha permesso di giocare come al solito, e forse qualche incertezza di troppo l’abbiamo avuta, ma la squadra si è impegnata al massimo». Una sconfitta che non pregiudica alcun obiettivo. «Il Padova esce a testa alta da questa partita, giocata contro un avversario di qualità. Ora non dobbiamo perdere lo spirito che ci ha contraddistinto nelle ultime giornate, credo che uno stop ogni tanto possa anche capitare». Lutto in casa Beccaro. Il Padova avrebbe voluto dedicare un risultato positivo anche al socio e consigliere Moreno Beccaro, ma non ci è riuscito: la mamma, Laura Quartesan, era infatti venuta a mancare proprio nella notte tra venerdì e sabato.

Ore 09.10 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto, Dimitri Canello): Favaro 6; Diniz 6, Sbraga 6.5, Fabiano 6, Favalli 5.5; Ilari 5 (Sparacello 6.5), Mazzocco 5 (Cunico sv), De Risio 5.5, Finocchio 6 (Petrilli 5.5); Altinier 7, Neto Pereira 6.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) È difficile capire se le note che arrivano da Pordenone siano quelle del de profundis nella marcia verso i playoff del Padova. Quel che è certo, è che al Bottecchia non si doveva perdere e che invece esce un 2-1 pesantissimo. Passi un pareggio ma un ko fa male. Tremendamente male. Il Pordenone adesso ha nove punti di vantaggio, il Bassano è momentaneamente scavalcato dai friulani e che quel che balza all’occhio è che la strada verso gli spareggi promozione è ancora più irta di ostacoli. Non basta l’undicesimo gol stagionale di Cristian Altinier per evitare il secondo ko dell’era Pillon: a questo punto il gradino più basso del podio del girone A della Lega Pro è praticamente irraggiungibile, salvo miracoli al momento difficili da immaginare. Rimane, quello sì, una speranza di tornare in corsa come seconda migliore quarta del girone A, ipotesi ancora possibile ma pur sempre complicata, considerato che l’Alessandria giocherà oggi e che ha la possibilità di allungare. Troppi «se» e troppi «ma» in definitiva, ragion per cui sarà bene riporre in un cassetto, almeno per qualche giorno, i sogni di gloria. Pillon recupera in extremis Sbraga in difesa, in campo con antiepiretici e antidolorifici dopo il violentissimo attacco influenzale accusato nella notte fra giovedì e venerdì. Ma sul campo il difensore romano inizialmente fatica e si capisce il perché, salvo poi riprendersi nel corso della partita con un paio di ottime chiusure. Tedino lascia fuori Berrettoni e Buratto, tenendo entrambi come arma a partita in corso, Pillon conferma uomini e modulo che avevano funzionato a meraviglia col Pavia all’Euganeo. Eppure al 4’ il Pordenone è già in vantaggio, con uno splendido destro da fuori area dell’ex Pederzoli che s’infila alla sinistra di un immobile e sorpreso Favero. Rivedendo l’azione, però, è difficile attribuire colpe specifiche all’ex portiere della Sacilese, il tiro è potente e angolatissimo. Il Padova accusa il colpo e rischia per due volte di subire il raddoppio: al 26’ con Mandorlini, che spedisce incredibilmente a lato da pochi passi su azione d’angolo e al 28’ con Strizzolo, che trova sulla propria strada un ottimo Favaro. La reazione biancoscudata è tardiva, ma nel finale di tempo Ilari ha la chance per il pari al 39’ ed è soprattutto Altinier, con una strepitosa azione appena fuori dall’area di rigore, ad andare a un passo dall’1-1. In apertura di ripresa al 6’ Fabiano colpisce una clamorosa traversa su torre di Diniz, poi Pillon prova a giocarsi le carte Petrilli e, tardivamente, Sparacello e Cunico per rimettere in piedi il match. Missione fallita, perché al 24’ è Buratto, entrato dalla panchina, a firmare il 2-0 su assist di Strizzolo in sospetto fuorigioco. Nell’occasione ci potrebbe pure stare un fallo su Fabiano, che infatti è quello che protesta più di tutti e incassa pure un cartellino giallo. Sembra finita qui, ma al 33’ Altinier (migliore in campo per distacco tra i suoi) riapre uno spiraglio segnando di testa il suo undicesimo gol stagionale su assist di Neto Pereira. Inutile l’assalto finale del Padova, che non riesce a strappare il pari e che torna a casa con una sconfitta che brucia. Tutto sommato è stato un match vivace, con un pubblico degno delle grandi occasioni e tanti tifosi partiti da Padova alla volta dello stadio Bottecchia. Addio ai sogni di gloria? Forse sì, a meno di un miracolo o quasi. Ma, dopotutto, siamo pur sempre nella settimana di Pasqua…

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Sereno, nonostante la sconfitta. Il presidente Giuseppe Bergamin analizza il 2-1 di Pordenone: «Gli episodi ci sono stati sfavorevoli — argomenta il numero uno biancoscudato — può darsi che qualcosa ci sia girato per il verso storto. Il Pordenone non ha rubato nulla ma credo che sarebbe stato più giusto il pareggio. Sfortuna? Non mi piace parlare di sfortuna, cerco di valutare la partita per quello che ha proposto». Fabiano Medina Da Silva si è molto lamentato in occasione del secondo gol friulano: «Ho protestato perché ho subito un’ostruzione e magari c’era anche fuorigioco — sospira il centrale brasiliano — dispiace molto per questo ko, avremmo meritato qualcosa di più. Adesso non dobbiamo fermarci, dobbiamo ripartire subito perché mercoledì si gioca contro la Cremonese, dobbiamo riprenderci i tre punti persi». Chi attacca l’arbitro, invece, è Pillon: «La partita l’abbiamo fatta e nel secondo tempo potevamo segnare. Abbiamo preso un gol irregolare, c’erano due fuorigioco nella stessa azione e pure fallo. Non si può lavorare tutta la settimana e poi vedere certe cose. Siamo stati penalizzati». Chiude Altinier: «Il gol segnato è amaro, era una partita importante per noi. Ma non dobbiamo mollare, abbiamo fatto una buona partita».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 59, Pordenone 50, Bassano 49, FeralpiSalò 45, Alessandria 43, Pavia 42, Padova e Reggiana 41, Cremonese 40, SudTirol 38, Giana Erminio 31, Lumezzane 30, Cuneo e Renate 28, Pro Piacenza 27, Mantova 23, AlbinoLeffe 18, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventisettesima giornata: SudTirol-Giana Erminio 0-1 (Bonalumi (Ge) al 5′ st), Cuneo-Reggiana 1-2 (Mogos (Re) al 6′ pt, Spanò (Re) al 13′ pt, Chinellato (Cn) al 14′ st), FeralpiSalò-AlbinoLeffe 3-1 (Soncin (Al) al 19′ pt, Romero (Fs) al 26′ pt, Pinardi (Fs) su rigore al 14′ st, Fabris (Fs) al 37′ st), Cremonese-Pro Piacenza 1-0 (Brighenti (Cr) al 39′ pt), Pordenone-Padova 2-1 (Pederzoli (Pn) al 4′ pt, Buratto (Pn) al 24′ st, Altinier (Pd) al 33′ st). Oggi, ore 15.00 Mantova-Bassano, Pavia-Renate, Pro Patria-Alessandria. Oggi, ore 17.30 Cittadella-Lumezzane.

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 19 marzo: i Biancoscudati perdono 2-1 al Bottecchia, inutile la rete di Altinier.




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