Il De Marchi, il Bottecchia, la squadra, sono ambienti per lui familiari: poco più di un mese fa era un neroverde. E non sarebbe andato via: «È stata una scelta della società». Francesco Finocchio ha lasciato a malincuore il Pordenone, club con cui è ancora sotto contratto e che a giugno lo vedrà rientrare. Ma Padova, dov’è in prestito, è la nuova casa dell’attaccante: la sfida di sabato è sua, è un ex freschissimo che però mette a bada nostalgia e sentimenti. E dice: «Sabato voglio fare gol per la mia nuova squadra. E se segno, esulto». Finocchio, cominciamo da qui: nessun formalismo, dunque. «Chi non gioisce dopo una rete manca di rispetto alla sua squadra. Quindi se segnerò esulterò, anche se al Pordenone sono ancora legato, sotto tanti punti di vista». Il presente è Padova. Come si sta trovando? «Bene. Ho trovato una società e un gruppo sano. Stiamo facendo bene e quella di sabato sarà una sfida fondamentale in chiave play-off. Arriviamo da tre vittorie di fila e di certo non vogliamo fermarci». Che partita sarà sabato? «Il Pordenone è una delle migliori squadre della categoria. Non dovremo avere cali di concentrazione. Noi però siamo tosti, in grande forma. Sarà una grande gara, con una bella cornice di pubblico. Mi farà piacere rivedere i tifosi del Pordenone».
Onestamente: quanto le è pesato lasciare i “ramarri”? «La dirigenza ha fatto una scelta. E io ho l’rispettata. Ho salutato un gruppo straordinario. Io sarei rimasto, ma certe scelte si fanno in due. Si è presentata l’opportunità di Padova e l’ho accettata, perché ho subito capito che si trattava per me di una grande occasione. Un pubblico e una piazza come questa, in categoria, non hanno eguali». Ma a fine stagione torna neroverde. Ci pensa ogni tanto? «In questo momento no. Io ora voglio fare il bene del Padova e segnare per la mia squadra, come ho fatto a Mantova con una doppietta due settimane fa. Al termine del campionato ci siederemo attorno a un tavolo. E lì parleremo del mio futuro. E’ chiaro che non mi dispiacerebbe tornare a Pordenone, anzi. Ma vedremo». Il rapporto che ha col gruppo è forte: con alcuni giocatori del Pordenone si sente tuttora… «Non questa settimana, però (sorride, ndr). Siamo tutti concentrati sulla partita. Per me sarà una gara diversa dal solito, non lo nego mai. Sono carico, ho voglia di far bene e di lasciare il segno nel match». E può farlo, visto che è in grande forma. Il Pordenone ha un avversario da tenere particolarmente sott’occhio.
(Fonte: Messaggero Veneto, Alberto Bortolotto)
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C’è un giocatore che attende Pordenone-Padova con trepidazione, più di chiunque altro. Perché la sfida in casa dei neroverdi è la “sua” partita: può permettergli di dimostrare, proprio davanti a chi due mesi fa ha deciso di “scaricarlo”, di aver commesso un errore. Francesco Finocchio oggi è diventato uno degli elementi portanti del Padova spumeggiante delle ultime apparizioni. E tornare al “Bottecchia” da avversario, per lui che fino a gennaio vestiva la maglia dei “ramarri” (che ne detengono ancora il cartellino) porterà grandi emozioni. «Penso di essere andato via da Pordenone perché qualcuno ha pensato che non fossi adatto al modulo di Tedino», si rammarica l’esterno italo-brasiliano. «Sono state prese altre decisioni, le nostre strade si sono separate, e a me un po’ è dispiaciuto, perché lì avevo un bel rapporto con tutti, e non è mai facile lasciare un posto in cui si sta bene. Ma sono arrivato in una società importantissima e in un gruppo ambizioso, quindi non potevo chiedere di meglio: Padova è una piazza prestigiosissima, forse la più importante della categoria, e con questa maglia adesso voglio giocarmela». Per la terza settimana di fila, domani Finocchio sarà in campo dal primo minuto. E proverà in tutti i modi a prendersi la sua piccola rivalsa. «Non c’è alcun rancore, però ho tanta voglia di far bene, anche se non devo dimostrare niente a nessuno. Se la partita dovesse andare bene, sarei doppiamente felice: sarebbe una piccola rivincita per me, e un grande passo in avanti per la squadra. Io sono in un momento positivo, e sono davvero carico in vista di questa gara».
Nei giorni scorsi, i messaggini con i vecchi compagni non sono mancati. «Alberto Filippini è l’amico più caro che ho lasciato lì, e in settimana ci siamo mandati a vicenda i classici sfottò. Lui ha giocato in passato con il Padova, ma contro di noi non ci sarà, dal momento che è squalificato. Forse è un bene, visto che finora è stato l’attaccante che da loro ha segnato di più: lui mi ha fatto scherzosamente gli auguri, io l’ho preso in giro, anche se so che teneva molto ad esserci per questa gara». Superata l’emozione iniziale, Finocchio cercherà di dare una mano al Padova per tentare l’impresa. A maggior ragione visto che nessuno, meglio di lui, conosce il modo di giocare dei neroverdi e di Bruno Tedino. «Il Pordenone è una squadra veloce ed intensa, che fa dell’intensità e dell’aggressività le sue armi migliori. E poi ha un vantaggio: quello di conoscere il terreno di gioco, che è molto piccolo e stretto. Nonostante siano due squadre propositive, Padova e Pordenone hanno comunque delle diverse peculiarità: i neroverdi fanno più possesso palla, hanno una struttura fisica diversa dalla nostra, visto che sono più piccoli e rapidi. Ma il Padova ha bisogno di fare risultato se vuole rimanere agganciato al treno playoff: sarà difficile, ma dobbiamo crederci». Oggi alle 10 la rifinitura alla Guizza: ultime prove generali per Pillon, che dovrebbe confermare lo stesso undici che ha battuto il Pavia.
(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)
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«Ci tengo tantissimo a fare bene e se segno esulto perchè non farlo sarebbe una mancanza di rispetto per i nostri tifosi». Per Francesco Finocchio non può essere una partita come le altre quella con il Pordenone, club che è proprietario del suo cartellino (scadenza giugno 2017) e con il quale ha disputato la prima parte di stagione siglando due sigilli, uno nel successo 1-0 con la Pro Piacenza e l’altro nel pareggio 2-2 con il Sudtirol. Nonostante il legame contrattuale con i neroverdi, testa e cuore sono rivolti ai biancoscudati nei quali è approdato nell’ultimo giorno del mercato invernale. «In questo momento penso solo al Padova e voglio fare del mio meglio fino al termine della stagione, poi vediamo cosa succederà. Qui mi trovo benissimo e l’ipotesi di restare anche l’anno prossimo sarebbe bellissima, ma quando si ha un contratto pluriennale non dipende solo dal giocatore. Adesso, comunque, sono concentrato sul presente».
Naturalmente al “Bottecchia” non mancherà un filo di emozione in più. «È senz’altro una partita più importante delle altre avendo giocato sei mesi con loro. Oltre all’aspetto personale, è anche una sfida importantissima dato che vincere o fare punti ci consentirebbe di restare agganciati al treno play off che nelle ultime giornate è diventato un obiettivo alla nostra portata, e dobbiamo crederci e provarci». Sei sono le lunghezze di ritardo in classifica dai friulani, e domani è un’occasione d’oro per dimezzare il distacco dal terzo posto che garantisce sicuramente l’accesso agli spareggi promozione. Che sfida si aspetta? «Siamo due squadre bene organizzate, e in partite del genere l’episodio può rivelarsi decisivo. È fondamentale mantenere alta la concentrazione e restare sul pezzo per tutto l’incontro».
«Il Pordenone è una squadra che solitamente parte molto forte e fa dell’intensità una delle sue caratteristiche principali anche perché le dimensioni del campo sono quasi al limite del regolamento, ma noi abbiamo la fortuna di avere al nostro seguito tantissimi tifosi: non dico che giocheremo in casa, però si faranno sentire alla grande e ci daranno una mano». Tornando sul piano personale, sta attraversando un ottimo momento di forma. È partito titolare nelle ultime due sfide vinte con Mantova e Pavia, con tanto di doppietta nella trasferta con i virgiliani. «Dopo un periodo iniziale di ambientamento per capire gli schemi della squadra, mi è stata data l’opportunità di giocare e sono stato bravo e fortunato a sfruttarla nel migliore dei modi. Adesso serve dare continuità a prestazioni e risultati sapendo che ogni partita è fondamentale». Con il Pavia quando è stato sostituito ha ricevuto una marea di applausi dal popolo dell’Euganeo. «Sono davvero felice, è stata un’emozione molto bella ed è uno stimolo a fare ancora meglio».
(Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli)