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Ore 21.50 – (La Provincia Pavese) Seconda giornata di allenamenti ieri per il Pavia sotto la direzione di Stefano Rossini. Con il nuovo tecnico, già chiamato a gestire il dopo Marcolini (aveva guidato il Pavia alla vittoria nella trasferta di Pordenone, prima dell’avvento di Brini), sembra esserci una buona sintonia. Il gruppo ha lavorato bene con l’ex tecnico della Berretti, che in settembre aveva superato a Coverciano il corso per allenatore di seconda categoria (con relativa abilitazione a guidare squadre di Lega Pro). La Berretti è stata tra l’altro negli anni scorsi un trampolino di lancio per allenatori che si sono poi trovati a condurre la prima squadra del Pavia. Gli azzurri nonostante il tonfo di Padova non hanno perso praticamente nulla rispetto alle squadre che li precedono, grazie alle contemporanee sconfitte di Alessandria, Pordenone e FeralpiSalò: la zona play off resta al momento solo un punto più su e la gara di domenica con il Renate è un’occasione per provare e rientrarci.
Ore 21.30 – (La Provincia Pavese) Era inevitabile che sul caso Bignotti scendesse in campo l’Associazione calciatori. E ieri l’Aic, guidata da Damiano Tommasi, ha diramato un comunicato di condanna delle affermazioni del dg del Pavia, con richiesta di intervento alla procura federale. «In merito alle dichiarazioni rilasciate dal direttore generale del Pavia calcio Nicola Bignotti, gravemente lesive nei confronti dei propri tesserati e, più in generale, di tutta la categoria – dice il comunicato – l’Aic esprime totale vicinanza ai calciatori della squadra lombarda e condanna con fermezza l’ennesima grave situazione di natura esplicitamente intimidatoria». L’Aic non si limita però alla condanna e alla solidarietà ai giocatori del Pavia. «L’Associazione italiana calciatori – prosegue il comunicato – auspica inoltre che la procura federale intervenga tempestivamente per far luce sulla disdicevole vicenda, particolarmente grave laddove certe esternazioni inadeguate arrivano proprio da parte di un dirigente che opera nel settore». Aggiunge Umberto Calcagno, vicepresidente dell’Aic: «Proprio in questo momento, dopo i fatti di Foggia e di Caserta, non si sentiva il bisogno di affermazioni come quelle rilasciate da Bignotti. Siamo molto attenti alla cultura sportiva e quando un dirigente solleva affermazioni di questo tipo non possiamo lasciarle passare. Ho giocato tanti anni in serie C, sono da 30 anni nel mondo del calcio e non ricordo di aver mai sentito frasi di questo tenore. Sono state rilasciate con una tale leggerezza che mi ha lasciato basito. Faccio addirittura difficoltà a commentarle».
Ore 21.10 – (La Provincia Pavese) Basteranno le scuse – probabilmente pretese dalla società e pronunciate con un comunicato stampa sul sito del Pavia calcio – a salvare Nicola Bignotti da una defenestrazione che appariva inevitabile dopo le allucinanti affermazioni a TelePavia sui «calciatori-merde» che «farebbe piacere a tutti poter sciogliere nell’acido» (il video è disponibile sul nostro sito)? «Mi assumo le mie responsabilità per aver pronunciato la frase incriminata – dice Bignotti nel comunicato della società – penso però che per giudicarla nella maniera più corretta sia necessario contestualizzarla e ascoltare il tono con cui l’ho detta. La mia era un’iperbole, una provocazione». Una “provocazione” inquietante perché fa riecheggiare pratiche mafiose e farebbe impallidire il sergente Hartman del film di Kubrick “Full metal jacket” («Non siete neanche fottuti esseri umani, sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta “merda”»). Bignotti poi cerca di aggiustare in qualche modo il tiro nel tentativo di ricucire un minimo di rapporto con i giocatori, che non devono averla presa benissimo: «Non mi riferivo assolutamente ai miei giocatori e al mio gruppo del quale ho invece grande stima e con il quale coltivo il sogno di conquistare la B – prova, per la verità goffamente, a giustificarsi il direttore generale del Pavia – sono in questo mondo da 20 anni, conosco e ho conosciuto centinaia di calciatori e una cosa del genere mai mi sognerei neppure di pensarla. Chiedo scusa al mio presidente mr Zhu e alla società tutta». Fin qui il tentativo di scuse da parte di Bignotti, peraltro non nuovo a uscite di questo tipo, sempre all’indirizzo dei suoi giocatori come avvenne all’indomani della sconfitta con il Lumezzane che significò l’esonero di Marcolini: la squadra venne accusata di rubare lo stipendio e il direttore generale si augurò che in molti andassero via. Una presa di posizione brutale che fu il preludio di una rivoluzione dell’organico più simile a una epurazione, con giocatori «sollecitati» a cambiare squadra e altri puniti con la messa fuori rosa perché non avevano accettato il trasferimento. Un clima ad alta tensione che ha lasciato inevitabili scorie in tutto l’ambiente azzurro, e che ha inevitabilmente influito anche sulle prestazioni della squadra. Le tre vittorie di fila contro Albinoleffe, Pro Piacenza e Giana Erminio lo avevano mascherato, ma poi tutto è esploso con la sconfitta di Padova e le successive dichiarazione agghiaccianti del dg. Che ieri mattina sembrava ormai a un passo dall’essere mandato via, come era appena accaduto al tecnico Fabio Brini con tutto lo staff, al consulente di mercato Antonino Imborgia e al responsabile della prima squadra Eugenio Caligiuri, tutti uomini voluti dallo stesso Bignotti. Tra l’altro la vicenda, finita sulla stampa nazionale, ha immediatamente richiamato l’attenzione della Lega Pro, dell’Associazione calciatori e della procura federale della Figc. Il deferimento di Bignotti è scontato: troppo gravi le frasi per poter pensare di evitare una sanzione, e in quel caso la stessa società potrebbe essere chiamata a risponderne per responsabilità oggettiva. Il dg rischia una inibizione lunga, considerando i precedenti: per quel «Basta dare soldi a queste quattro lesbiche» Belloli, ex presidente della Lega dilettanti, è stato inibito per quattro mesi; per il «caccia quel filippino», con riferimento al presidente dell’Inter Thohir, il suo omologo della Sampdoria Massimo Ferrero è stato inibito per tre mesi. Il terremoto seguito alla sconfitta di Padova e voluto dal presidente Xiaodong Zhu ha lasciato macerie in una società che è tuttora in piena lotta per acciuffare i play off e inseguire l’obiettivo la promozione. Bignotti per ora rimane al suo posto.
Ore 20.40 – (Gazzetta di Reggio) La Reggiana continua questo pomeriggio in via Agosti (ore 14.30) la preparazione in vista della trasferta di sabato a Cuneo (fischio d’inizio ore 15). Ieri il tecnico Alberto Colombo ha fatto disputare ai suoi uomini una partitella “in famiglia”, con l’aiuto di molti giovani della Berretti, e ha abbozzato quello che potrebbe essere l’undici da schierare in Piemonte. L’assenza più pesante è stata quella di Alessandro Spanò (affaticamento) che ha lavorato al differenziato: il suo ruolo è stato coperto momentaneamente da Francesco Rampi, ma il giovane talento granata sabato sarà della partita e comporrà la linea difensiva insieme ad Andrea Parola e al rientrante Minel Sabotic. Sulla linea mediana la novità è quella di Dejan Danza, nella posizione di centrale tra Mirko Bruccini e Dario Maltese, perché Michele Pazienza è ancora fermo per il problema muscolare alla coscia che lo ha costretto ad uscire dal campo nella gara col Sudtirol. I due esterni del centrocampo sono stati Vasile Mogos a destra e Daniele Mignanelli a sinistra. Nel reparto avanzato il trainer ha invece individuato due coppie d’attacco: Nicholas Siega-Rachid Arma (tornato ad allenarsi dopo un paio di giorni di riposo per affaticamento) e Antonio Letizia-Raffaele Nolè. Il reparto avanzato, infatti, è numericamente l’unico che dispone di valide alternative. Nelle altre zone del campo, a parte il possibile rientro di Pazienza, sono da escludere i recuperi di Paolo Bartolomei, Riccardo De Biasi, Paolo Frascatore e Antonio Loi.
Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) Il rientro di Minel Sabotic a Cuneo, dopo il turno di squalifica, potrebbe coincidere con l’ultimo treno stagionale per i granata in direzione play off. Il giovane talento montenegrino si è fatto portavoce della squadra per spiegare le difficoltà del momento. Sabato che Reggiana ha visto dalla tribuna? «La partita è stata quella che avete visto tutti ma nulla è ancora perduto perché le nostre dirette avversarie vanno a sprazzi come noi: non mi sembra che siano scappate quindi il discorso play off riguarda ancora tutte». Però il presidente Compagni martedì mattina ha fatto visita allo spogliatoio… «È venuto per caricarci un po’, proprio perché nulla è precluso». Come mai mister Colombo non era presente? «Nessun motivo particolare. Ha voluto parlarci di persona e questo ci ha fatto piacere». Perché in campo arrivate sempre secondi sulle palle? «Quello è un discorso generale perché sabato, pur non giocando bene, non abbiamo subìto tiri in porta. A Cremona invece c’era un campaccio e senza prendere quel gol ad inizio gara probabilmente non l’avremmo persa. Quindi se siamo cotti noi, agli altri non va tanto meglio». Ora vi attendono sfide contro squadre che vi precedono in classifica… «Meglio avere squadre importanti, così aumentano gli stimoli». Prima però c’è la trasferta di Cuneo, squadra con forti problemi di classifica. «Loro avranno il coltello fra i denti ma noi dovremo vincere per forza se vogliamo puntare all’obiettivo, guardando partita dopo partita. Se arrivassero i play off sarebbe bello. Dopo Cuneo avremo gli scontri diretti, tutto è ancora possibile». Come va approcciata la sfida in Piemonte? «Serve una Reggiana più combattiva di quella vista col Sudtirol e in campo daremo tutto, poi che le cose ci vengano o meno dipenderà anche dagli avversari. So che le aspettative erano alte, ma anche al Real Madrid può capitare di perdere con le ultime». Non trova che questa rosa si sia indebolita dopo il mercato di gennaio? «Di livello calato non parlerei perché coloro che sono partiti, a parte Angiulli, non sono stati rimpianti visto che il loro rendimento veniva ritenuto inferiore alle attese. È arrivato un giocatore importante come Letizia al posto di Pesenti e Giannone che giocavano poco. Forse si poteva prendere un’altra figura di riferimento in attacco perché c’è solo Arma, e Nolè ha caratteristiche diverse, ma il tasso tecnico non è cambiato, basti pensare all’arrivo di uno come Pazienza». Il rapporto coi tifosi si è incrinato? «Quando le cose vanno male è giusto prendersi i fischi, testa bassa e pedalare, però deve passare il messaggio che noi diamo tutto quando giochiamo, poi non sempre gli episodi ci sono favorevoli». È uno dei giocatori più elogiati: sente questa responsabilità nel gruppo? «Magari da fuori risalto di più perché mi capita di fare due belle chiusure, ma nessuno deve mettere in dubbio che in campo qualcuno non dia il tutto per tutto. Da questa situazione dobbiamo uscirne tutti insieme: noi giocatori, la stampa ed i tifosi». Avverte tensioni nello spogliatoio? «Fra noi non ci sono screzi. Nell’episodio del dopo partita (il diverbio Mogos-Lusetti, ndc) forse il mio compagno ha sbagliato ma si è già tutto ricomposto». Cosa vede nelsuo futuro? «Per ora penso a fare del mio meglio qua, finché la matematica non ci condannerà. Il prossimo anno si vedrà ma mi piacerebbe continuare a Reggio».
Ore 19.50 – (Gazzetta di Mantova) Anche ieri il neoallenatore biancorosso Luca Prina ha spremuto a dovere la squadra, con due sedute di allenamento. Nel pomeriggio, al Martelli, il mister ha provato a lungo gli schemi del modulo 4-3-3, che a questo punto potrebbe essere quello da utilizzare domenica (ore 15) contro il Bassano. Prina davanti a Bonato ha provato una formazione con Lo Bue, Trainotti, Carini e Scrosta in difesa; Di Santantonio, Perpetuini e Raggio Garibaldi a metà campo; Tripoli, Marchi e Caridi in attacco. Nel corso della seduta, comunque, il tecnico ha operato anche alcune “sostituzioni”, provando in difesa Cristini e Sereni al posto di Trainotti e Scrosta e Maggio in attacco al posto di Tripoli. Fermo a bordo campo è rimasto Gonzi, che nel corso dell’allenamento ha sentito “pizzicare” il ginocchio. Le condizioni dell’esterno saranno valutate meglio oggi, ma la speranza è che non si tratti di nulla di grave e che possa immediatamente riaggregarsi alla squadra. E, in tal caso, potrebbe essere proprio Gonzi a ricoprire il ruolo di esterno destro d’attacco, eventualmente in ballottaggio con Tripoli. Fuori causa per il match contro il Bassano, oltre ovviamente a Ruopolo, restano gli infortunati Beretta e Masiello, mentre Longo potrebbe essere recuperato in extremis almeno per la panchina. Le intenzioni di Prina, in ogni caso, saranno ancora più chiare oggi pomeriggio, visto che il Mantova (ore 15) giocherà un’amichevole al Martelli contro la Berretti allenata da Elia Pavesi. Questa sarà l’occasione per provare uomini e schemi in vista della sfida con il Basano. Va segnalato, comunque, che i biancorossi si alleneranno anche questa mattina al “Dante Micheli”. Sedute mattutine sono in programma anche per domani e per sabato, quando la rifinitura chiuderà il programma di allenamento settimanale.
Ore 19.30 – (Gazzetta di Mantova) Da ormai molto tempo i soci mantovani Bompieri, Tirelli e Giovanardi si tengono molto defilati rispetto all’Acm, seguendo le partite ma evitando qualsiasi commento. In un momento cruciale della stagione, però, è doveroso ascoltare anche la voce di chi comunque continua a detenere il 30% della società biancorossa. «Siamo sempre in contatto con la proprietà – spiega Giambattista Tirelli – e personalmente sono felice che sia stato cambiato l’allenatore. Prina mi sembra un’ottima scelta e confido che con questo mister alla guida la squadra possa cercare di risalire la classifica, magari evitando i playout. Se poi dovessimo finire agli spareggi salvezza, sono convinto che li vinceremo come abbiamo fatto anni addietro». Tirelli spera che un’inversione di tendenza possa arrivare già domenica al Martelli: «Ci aspetta una gara difficile, contro un Bassano che non è secondo in classifica per caso, ma il cambio in panchina ci darà sicuramente una scossa. Se riusciremo almeno a non perdere, le cose cominceranno a cambiare e potremo giocarci tutte le nostre carte nelle ultime partite del campionato».
Ore 19.10 – (Gazzetta di Mantova) «Mi spiace molto vedere il Mantova in fondo alla classifica, ma è chiaro che domenica bisognerà lasciare da parte i setimenti, perché ci giocheremo punti importanti». È questo lo stato d’animo dell’ex biancorosso Stefano Pietribiasi in vista della sfida al Martelli. Il suo Bassano è secondo in classifica e non ha ancora abbandonato le speranze di riagganciare il Cittadella capolista: «Siamo consci che dieci punti di distacco sono tanti, ma dobbiamo provarci fino alla fine. Male che vada, bisogna difendere il secondo posto, per avere poi un minimo vantaggio nei playoff. Siamo tranquilli, perché l’obiettivo iniziale fissato dalla società era la salvezza, per cui tutto ciò che stiamo facendo è di guadagnato». Tutt’altro clima si respira a Mantova e Pietribiasi lo conosce bene, perché nel 2011-2012 visse in biancorosso una stagione molto simile a quella attuale: «Sì, io arrivai a gennaio ma anche allora furono cambiati tre allenatori e finimmo ai playout. Poi, però, in un modo o nell’altro riuscimmo a salvarci. Io auguro sinceramente al Mantova di salvarsi, da tifoso. E penso anche che abbia i mezzi per farlo nonostante la situazione di classifica sia difficile». Chiediamo allora al “Condor” cosa si sente di consigliare ai biancorossi di oggi per centrare l’obiettivo: «Di stare tranquilli, di fare quadrato e di trovare fra loro quel qualcosa in più che può portarli alla salvezza. So benissimo che non è facile, perché Mantova è una piazza esigente, che da un lato ti aiuta con il grande tifo della curva ma dall’altro ti può condizionare in negativo se le cose non vanno bene e il pubblico comincia a mugugnare. Ai miei tempi, come adesso, il Mantova non a caso faticava soprattutto in casa. L’unica cosa per superare queste difficoltà è stare tranquilli e pensare soltanto a giocare a calcio». Pietribiasi fra l’altro non sottovaluta affatto la sfida in programma domenica, nonostante la classifica sembri indicare un pronostico scontato in favore del suo Bassano: «Troveremo sicuramente un Mantova voglioso di rialzare la testa. Il cambio di allenatore dà sempre una scossa e sicuramente anche la piazza sarà curiosa di seguire il nuovo corso, dando magari un sostegno ancor più convinto alla squadra. Tutto questo a noi può fare un po’ paura, tra virgolette: sappiamo che ci aspetterà una sfida tosta, difficile – conclude Pietribiasi -, anche perché in questo campionato di partite facili proprio non ce ne sono».
Ore 18.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Quando il 30 ottobre 2014 Pasquale Marino sedette sulla panchina del Vicenza, la prima partita della sua gestione si giocò a Carpi e finì 1-0 per gli emiliani di Castori. Il Vicenza era terz’ultimo ma da quella gara la squadra iniziò una scalata entusiasmante che chiuse il campionato al terzo posto e che consentì al Vicenza di giocarsi la semifinale playoff contro il Pescara per la serie A. Il popolo biancorosso, pur deluso per il grande obiettivo mancato di un soffio, applaudì Marino e la squadra ma la speranza che il campionato in corso potesse regalare le stesse emozioni è stata vana. L’avvio è stato abbastanza buono, pur tra mille infortuni e difficoltà, ma ben presto la squadra ha cominciato a fare fatica trovando inaspettate difficoltà a vincere al Menti dove i tre punti sono arrivati solo due volte. In poco meno di un anno e mezzo si è così tornati a quel terz’ultimo posto da cui iniziò Marino, ironia della sorte la stessa posizione di classifica da cui comincia Franco Lerda. L’ex tecnico di Pro Patria, Crotone, Torino e Lecce è il mister scelto dal Vicenza per raddrizzare una stagione che in pochi, in estate, immaginavano così complicata. «Senza dubbio ci troviamo in una situazione in cui non avremmo mai pensato di essere — sottolinea il capitano Nicolò Brighenti — e siamo molto dispiaciuti dell’esonero di mister Marino, perché quando viene allontanato un allenatore la sconfitta è, in primis, di noi giocatori. Perché siamo noi che andiamo in campo. In questi casi, non potendo cambiare la squadra, si cambia il tecnico ma i primi responsabili sono sempre quelli che scendono in campo». Brighenti ha fatto presente a chi di dovere la vicinanza del gruppo a Marino, ma adesso è pronto a ripartire e a dare tutto alla guida di mister Lerda. «Tutto il gruppo, unito e compatto, è consapevole del difficile momento che stiamo vivendo: spetta a noi venirne fuori. Mister Lerda è arrivato da due giorni, sta portando le sue idee e i suoi sistemi di lavoro e tutti noi lo seguiremo dando il massimo per il bene del Vicenza e per raggiungere l’unico obiettivo: la permanenza in serie B». Una meta ad oggi in fondo a una salita ripidissima ma a cui Brighenti crede fortemente. «Se non ci credessimo saremmo dei folli — sottolinea il capitano del Vicenza — mancano undici giornate con 33 punti a disposizione e la salvezza dista quattro punti. Ce la possiamo e ce la dobbiamo fare». La preoccupazione tra la tifoseria berica è tanta, così come la delusione per la stagione negativa. Anche per questo in via Schio si sta lavorando per sostituire la parte tecnica, in quanto insieme a Marino è stato allontanato anche il ds Paolo Cristallini che potrebbe essere sostituito, come noto, dall’ex ds del Lecce Antonio Tesoro, da giorni in trattativa con la società per assumere l’incarico di nuovo direttore sportivo. Società che per altro ieri, in una nota, ha ufficializzato come la scelta sia ricaduta proprio sul giovane dirigente Ieri ci sono stati numerosi contatti tra le parti, con Tesoro che ha posto alcune condizioni per accettare di entrare nello staff della società biancorossa. Probabile, ma non certo scontato, che oggi ci sia la fumata bianca.
Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Avrà la chance di rigiocare il derby col Mestre (domenica ore 15 a Mogliano) e di non far rimpiangere Acquadro, ovvero l’uomo più in forma del Venezia primo della classe. Un’occasione che Matteo Callegaro proverà a cogliere al volo, in un 2016 che finora l’ha visto ai margini dopo le undici presenze collezionate fino a dicembre. «Mi sento pronto, la condizione c’è anche se il ritmo partita è un’altra cosa. Tuttavia in vista di una partita così c’è solo da pedalare – sorride il giovane centrocampista -. Tutte le partite sono importanti, quella di Mogliano però sarà più sentita e suggestiva con stimoli super». Nella nebbia dell’11 novembre al Penzo il Venezia la spuntò per 1-0 grazie a Carbonaro, fra tre giorni il Mestre cercherà la rinvincita. «A noi invece serve il bis. Adesso con 5 punti sul Campodarsego dipende solo da noi la promozione in Lega Pro, però mancando altre sette gare dobbiamo puntare ad incrementare da subito il nostro margine per scoraggiare le speranze altrui». Gli impegni extra-Venezia di Acquadro sembrano spalancare il campo a Callegaro (favorito su Cangemi), a meno che mister Favarin non vari per la prima volta un attacco con il baby Chicchiarelli titolare e quindi con i senior Soligo-Marcolini in mediana. «Acquadro sta facendo un grande campionato e nel girone di ritorno è cresciuto moltissimo, dovesse toccare a me darò il massimo. Il Mestre sarà la prima di tre tappe, con Fontanafredda ed Este, per dare la spallata decisiva alle avversarie. Questo Venezia ha tutto per non staccare il piede dall’acceleratore». Al Taliercio Vicario, Ferrante e Di Maio sono rientrati in gruppo, Lattanzio ha l’influenza mentre Calzi accusa un principio di pubalgia. Assente (derby compreso) Acquadro che oggi con la Rappresentativa di D, dopo lo 0-0 d’esordio contro il Livorno, affronta i danesi dell’Helsingor nella seconda giornata della Viareggio Cup.
Ore 17.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Questo è un derby che mette qualcosa in palio per entrambe le squadre. Per il Venezia conta molto, in termini di classifica. Per il Mestre c’è la voglia di rivincita, dopo la sconfitta al Penzo. Ma su partite così è meglio non fare pronostici perché può succedere di tutto, al di là dei valori delle due squadre». Michele Serena, 46 anni compiuti da pochi giorni, nella sua carriera da giocatore ha vestito entrambe le maglie e all’andata per lui il derby aveva avuto un sapore particolare, perché in campo con il Mestre c’era suo figlio Riccardo. Stavolta invece il centrocampista arancionero non ci sarà, causa squalifica. E per Serena «senior», che nelle giovanili del Venezia ha l’altro figlio Filippo, l’appuntamento ha perso giocoforza un punto di interesse. Ma non per la città: ieri è arrivato l’annunciato «sold out» e questo significa che in tre giorni di prevendita sono andati bruciati tutti i 2300 biglietti disponibili. Allo stadio Panisi di Mogliano domenica (ore 15) si attendono complessivamente tremila persone, perché ai 2300 posti a sedere omologati se ne sommano altri 700 tra gli accreditati e i tesserati dei settori giovanili arancioneri. «E’ un appuntamento che sta destando molta attesa in città, questo si percepisce nettamente — osserva l’ex allenatore del Venezia che quest’anno ha chiuso anzitempo la sua stagione sulla panchina della FeralpiSalò — spero che sarà una bella festa, una bella giornata di sport. All’andata è stato così e quella partita serale, tra la nebbia, è stata davvero emozionante. I tifosi nelle curve sono stati spettacolari». Si era giocato l’11 novembre, serata infrasettimanale: al Penzo era calata una nebbia «traditrice» che sembrava poter impedire il regolare svolgimento del match. Alla fine, dopo un paio di rinvii da parte dell’arbitro, era arrivata la decisione di giocare con il sollievo di tutti, sia dei giocatori che dei 3.761 tifosi sugli spalti. Dall’ultimo derby erano passati 28 anni e mille peripezie per entrambi i colori cittadini. Serena da giocatore ha vissuto una stagione (86-87) nel Mestre, quella del suo debutto tra i professionisti e poi, l’anno dopo nel VeneziaMestre post fusione: due stagioni in arancioneroverde per lui, prima di spiccare definitivamente il volo: Juve, Fiorentina, Samp, Parma, Inter con una parentesi in Spagna con l’Atletico Madrid. «Non ho ricordi di derby precedenti alla fusione — sorride — è passato troppo tempo…». Della stagione attuale, invece, ha ben presenti le sorti di entrambe le squadre. Del Venezia e della sua altalena con il Campodarsego dice: «E’ impossibile pensare che una squadra possa vincere un campionato senza perdere mai. Il Venezia ha perso due volte, perfino. Ma ha trovato un’avversaria che ha fatto qualcosa di eccezionale. Adesso ha questo scoglio da superare, più avanti l’Este. Saranno queste le partite determinanti, secondo me». Sul Mestre, che sta vivendo un buon momento, molto realismo: «Credo che il distacco dalla zona playoff sia incolmabile — dice pensando al -8 dal quinto posto — purtroppo ha avuto risultati discontinui e le altre squadre non stanno certo ad aspettare». Proprio perché domenica suo figlio non giocherà, probabilmente mister Serena non sarà sugli spalti. «Ma — conclude — spero che sia una bella giornata di sport per tutti. Non so dire chi vincerà, è la classica partita da tripla, perché può succedere di tutto». Oggi è previsto un sopralluogo delle forze dell’ordine allo stadio Panisi, per approntare le misure di sicurezza.
Ore 17.30 – (La Nuova Venezia) Un rigore procurato a Levico Terme, una traversa su punizione con il Tamai, il “bomber del derby” sta affinando la mira in vista del match contro il Mestre. Paolo Carbonaro pescò il jolly verso la fine del primo tempo, trasformando in gol una verticalizzazione che tagliò a metà la difesa del Mestre. «Per ora èil gol più importante che ho realizzato nel Venezia» dice l’attaccante siciliano, «e ci sono andato nuovamente vicino con il Tamai». Quarta partita, quella contro i friulani, vissuta inizialmente in panchina. «Ultimamente gioco poco, ma siamo in tanti, il tecnico ha ampia scelta e manda sempre in campo quella che ritiene la formazione migliore. Chi subentra deve sempre farsi trovare pronto, questa deve continuare a essere la nostra forza». Nove reti nel girone d’andata con le doppiette finali a Giorgione e Triestina, ancora a secco nel girone di ritorno. «Ci aspetta una partita impegnativa, il Mestre proverà a sgambettarci, ma sono quelle gare che si preparano da sole e sappiamo che tutti contro il Venezia giocano la partita dell’anno. Ho sempre negli occhi lo spettacolo di tifosi nella notturna del Penzo, io sono tranquillo, aspetto la chiamata». Ieri doppia seduta al Taliercio, rientrato dalla febbre il difensore Di Maio, si è fermato per lo stesso motivo Lattanzio, mentre Calzi ha lavorato a parte per un affaticamento muscolare. Curva Sud. La Curva Sud ha dato appuntamento a tutti i tifosi arancioneroverdi domenica alle 13, in Piazza dei Caduti, a Mogliano, per poi raggiungere tutti assieme lo stadio, situato in una delle tante laterali di via Ronzinella. «Per chi vuole raggiungere Mogliano in treno, l’invito è salire sul mezzo in partenza da Venezia Santa Lucia alla 12.04 e da Mestre alle 12.16, mentre suggeriamo gli ampi parcheggi gratuiti di Via XXIV Maggio (dietro la piazza) per chi volesse invece raggiungere la piazza in auto».
Ore 17.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.40 – Qui Guizza: provate soluzioni da palla inattiva.
Ore 16.20 – Qui Guizza: lavoro a parte per Corti e Petkovic.
Ore 16.00 – Qui Guizza: prove tecniche di 4-4-2, confermato l’undici vittorioso con Mantova e Pavia.
Ore 15.40 – Qui Guizza: lavoro atletico, assente Dionisi.
Ore 15.20 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 15.00 – (Mattino di Padova) Sta portando avanti la tradizione dei “vicentini dell’Este”. Carlo Caporali, 21 anni, è solo l’ultimo dei tanti giocatori di fede biancorossa a segnare al Nuovo Stadio. Prima di lui, infatti, i vari Rondon, Rubbo, Moresco, Lelj e Beghetto, tutti berici doc, hanno fatto esultare (ed esaltare) il pubblico atestino. “Capo” è la tipica mezzala, ma ha già dimostrato di avere una certa familiarità con il gol. Sabato scorso ha segnato la rete che, di fatto, ha messo al tappeto la Sacilese (2-0 il risultato finale), la quarta stagionale: «È pure il mio record, finora ne avevo realizzate al massimo tre con la Primavera del Padova», confessa il centrocampista, che ha già vestito le maglie di Montecchio e Real Vicenza, rispettivamente in Serie D e Lega Pro. «Mi è sempre piaciuto buttarmi negli spazi e fortunatamente qui a Este ho trovato mister Pagan che punta molto sugli inserimenti». Caporali è arrivato alla corte dei fratelli Lucchiari a fine agosto, con l’inizio del campionato ormai imminente. In quel periodo nessuno pronosticava il terzo posto per l’Este, a quattro lunghezze dalla seconda in classifica: «Dopo le prime partite pensavo che avremmo lottato per il quinto posto», ammette. «Alcuni compagni erano pure più pessimisti di me. Poi, però, abbiamo acquisto consapevolezza nei nostri mezzi, tant’è vero che nessuna squadra è riuscita a sovrastarci, neanche il Venezia. E poi abbiamo i fuori quota migliori del girone: ragazzi come Marcandella, Tiozzo e Maldonado, solo per citarne alcuni, ce li invidiano tutti». I giallorossi possono seguire il testa a testa fra Venezia e Campodarsego da posizione privilegiata. «Sì, tuttavia non vogliamo restare a guardare le prime due da spettatori. Il Campodarsego è a 4 punti e possiamo raggiungerlo. Il Venezia, invece, è già avviato verso la vittoria del campionato. È una squadra fortissima, ma a mio parere, quando vinse la Serie D quattro anni fa, era ancora più forte. Quell’anno giocavo nel Montecchio e non ricordo nomi altisonanti, ma “vecchie volpi” che conoscevano alla perfezione la categoria». Domenica prossima l’Este affronterà la Virtus Vecomp al Nuovo Stadio. I veronesi, quinti a quota 53 punti, occupano l’ultima posizione utile per disputare i playoff, obiettivo ormai quasi matematicamente raggiunto da Caporali e compagni: «È un peccato che gli spareggi diano solo la possibilità di rientrare in una graduatoria per i ripescaggi», si rammarica il mediano. «Sarebbe più bello giocarsi una promozione sul campo. Le squadre di vertice meriterebbero questa possibilità».
Ore 14.30 – (Gazzettino) Ci ha messo più tempo del previsto Manuel Pascali per rientrare dopo l’infortunio ai flessori della coscia destra. Mezza partita in Coppa Italia con la Cremonese e tre di fila in campionato (Giana Erminio, Albinoleffe e Alessandria) lo hanno rilanciato al suo posto, centrale difensivo in coppia con Filippo Scaglia. «Si pensava ad un infortunio meno complicato – precisa l’ex capitano del Kilmarnock – Abbiamo dedicato più tempo al recupero, è stato un sacrificio, ma ne è valsa la pena. Adesso sto bene, è stata la scelta migliore e ringrazio lo staff medico e quanti mi sono stati vicini». Nel girone di andata il Cittadella eccelleva più per l’attacco che per la difesa. Adesso i numeri dicono il contrario. «È cresciuta l’intera squadra. Ci è voluto del tempo perchè la difesa era nuova, ma siamo migliorati tutti sia nelle individualità che nell’intesa di gruppo trovando il giusto equilibrio. La fase difensiva era una garanzia già prima del mio rientro, anche cambiando qualche elemento i meccanismi funzionano perchè ognuno sa come deve muoversi». Tre partite senza prendere gol con Padova, Giana e Albinoleffe, poi sul doppio vantaggio granata la rete del 2-1 lunedì scorso ad Alessandria. «Mi ha seccato molto aver preso quella rete su punizione di Loviso. D’accordo che è stata ininfluente per il nostro obiettivo di portare a casa i tre punti, ma stava diventando una soddisfazione da coltivare quella di prolungare l’inviolabilità della nostra porta. Ripartiremo per fare meglio nelle prossime partite». Nove punti di vantaggio sul Bassano, secondo in classifica, sono tantissimi a 8 turni dalla fine. «Non contano niente finchè non sarà raggiunto il nostro primo obiettivo. Abbiamo tutti una gran voglia di fare festa dopo aver tagliato il traguardo. Adesso bisogna pedalare con umiltà, fame e massima determinazione, concentrati su una partita alla volta. Chi ha vissuto la retrocessione dello scorso campionato vuole rifarsi e tutti gli altri non sono da meno perchè vogliamo la B, molti per la prima volta, me compreso. Avanti come stiamo facendo, senza distrarci su altre cose, ci sono altre otto giornate di campionato e le due finali di Coppa Italia». Sul Lumezzane, conclude: «L’ho visto con il Pordenone, è squadra fra le più in forma in questo momento. Hanno fiducia e dopo l’arrivo di Filippini in panchina stanno facendo bene. Dobbiamo affrontarli con la massima attenzione».
Ore 14.10 – (Gazzettino) Ieri pomeriggio il Cittadella ha ripreso la preparazione, dopo il giorno di riposo di martedì. Lamin Jallow, uscito dolorante alla coscia destra lunedì sera durante la partita con l’Alessandria, si è sottoposto a controllo da parte del medico sociale Ilario Candido, che ha rilevato soltanto un affaticamento muscolare. Da oggi sarà valutato sul campo come il giocatore reagirà nella fase di smaltimento di questo fastidio muscolare. Niente di preoccupante, invece, per Emiliano Bonazzoli, colpito duramente al naso da Sirri, che ha ripreso la preparazione. Oggi e domani allenamenti regolari al pomeriggio, sabato alle 11,30 la rifinitura, domenica alle 17,30 partita al Tombolato con il Lumezzane, arbitrerà Giosuè Mauro D’Apice di Arezzo. Per i biglietti continua la vendita nella sede della società granata dalle 9 alle 12,30 e dalle 15 alle 18,30; sabato dalle 9 alle 11,30 e domenica ai botteghini dello stadio che apriranno alle 15,30.
Ore 13.50 – (Mattino di Padova) È il Cittadella più vincente di sempre, almeno nei campionati professionistici. Nove vittorie una in fila all’altra la squadra granata non le aveva mai ottenute. Di cavalcate esaltanti ce ne sono state altre, come ad esempio quella che chiuse la stagione 1999/2000, premiata dalla promozione nei cadetti attraverso i playoff, con sette successi e un pareggio fra la 10ª e la 17ª giornata di ritorno. Ma a nove no, non si arriva mica. «Non ho controllato le statistiche, ma a memoria credo sia proprio così», commenta il dato il d.g. Stefano Marchetti, nel giorno della ripresa degli allenamenti dopo la scorribanda di Alessandria. «È un numero che ci riempie d’orgoglio, tuttavia non bisogna togliersi dalla testa che non abbiamo ancora conquistato nulla». Continua a predicare prudenza, nonostante le 10 lunghezze di margine sul Bassano, secondo in classifica? «Eh, lo so che divento ripetitivo, ma Trapattoni aveva ragione quando sosteneva che non bisogna dire gatto se non ce l’hai nel sacco… È quello che ho ribadito anche ai ragazzi in spogliatoio nel dopo-partita: in questo momento è naturale che ci sia entusiasmo e tutti meritano ogni complimento, ma abbiamo solo gettato le basi. E poi l’avete guardato il calendario?». Domenica c’è il Lumezzane al Tombolato, poi avrete il turno pre-pasquale a Mantova, la finale d’andata di Coppa Italia a Foggia, il derby con il Bassano, la trasferta a Reggio, la finale di ritorno e il Pordenone. «Non è per niente agevole, a partire proprio dall’impegno insidioso con il Lumezzane, che è lanciatissimo e ha raccolto tre vittorie e un pareggio nelle ultime quattro gare. Si spenderanno molte energie, nervose prima ancora che fisiche, e ci saranno meno giorni a disposizione per allenarsi tutti al completo». Però questo non sembra certo un gruppo sul punto di mollare. Viene da pensare che, se l’anno scorso ci fosse stata un po’ della personalità che hanno iniettato a questa rosa elementi come Iori e Pascali, forse sarebbe andata a finire in modo diverso… «Sono confronti che non ha senso fare, tra squadre e categorie differenti. Questo è sicuramente un gruppo molto affiatato, in cui i più giovani seguono chi ha più esperienza e in cui il lavoro è sempre stato messo al centro, già dal ritiro estivo Lavarone. E i complimenti più sinceri sono da rivolgere a chi ha giocato meno, ma ha capito con quale spirito affrontare la stagione, dando sempre il massimo». Uno spirito che si è visto, in particolare, proprio in Coppa Italia. Contenti di giocare in casa la finale di ritorno? «Indubbiamente fa piacere, non solo perché è bello poter vivere al Tombolato, davanti ai nostri tifosi, l’ultimo atto di un trofeo a cui teniamo molto, ma anche per le ragioni a cui accennavo prima: una trasferta come quella di Foggia comporta un dispendio di energie notevole». Intanto Jallow, uscito anzitempo dal Moccagatta per un fastidio alla coscia, si è sottoposto ad accertamenti: nessuna lesione, ma un affaticamento muscolare. Ieri è stato tenuto a riposo. Pullman di tifosi per Foggia. Il Club Granata Cittadellese, in collaborazione con il Centro Coordinamento, organizza il viaggio in pullman Gran Turismo per i tifosi che vorranno seguire il Citta nella finale d’andata di Coppa Italia allo stadio Zaccheria (giovedì 31, ore 20.15). Le iscrizioni sono già aperte. Info e prenotazioni: Ortofrutta da Lena, via Garibaldi Cittadella (Roberto Zanon 347.2380283) e nelle sedi e presso i responsabili dei club affiliati al CCCG.
Ore 13.30 – (Corriere del Veneto) Lamine Jallow è stato sottoposto nella giornata di ieri a risonanza magnetica, per valutare l’entità dell’infortunio di lunedì sera ad Alessandria, quando l’attaccante gambiano era stato costretto ad abbandonare anzitempo il campo, durante il posticipo tv del Moccagatta vinto 2-1 al Cittadella. Scongiurate lesioni muscolari, Jallow potrà tornare in campo in tempi brevi, ma è da capire se Roberto Venturato deciderà di rischiarlo già dalla prossima partita. Al momento pare difficile ipotizzare un suo impiego domenica contro il Lumezzane, anche perché si parla comunque di un sovraccarico muscolare e ieri l’attaccante non si è allenato con i compagni. Saranno decisivi i prossimi due allenamenti per comprendere se ci saranno gli spazi per un eventuale recupero a tempo di record. Per il resto gruppo al gran completo, con De Leidi che ha ricominciato a lavorare con la palla. Filippo Lora, autore del primo dei due gol messi a segno lunedì, sceglie ancora una volta il profilo basso sintonizzandosi sulle frequenze di tutto l’ambiente. «Non abbiamo ancora fatto niente — taglia corto il centrocampista granata — e se pensiamo di essere già promossi commettiamo un grosso errore. Nelle ultime partite abbiamo visto che, se molliamo qualcosa, immediatamente i nostri avversari ne approfittano. L’Albinoleffe ci ha messo in difficoltà fino alla fine, la Spal e l’Alessandria sono rimasti aggrappati alla partita dopo il nostro 2-0 segnando un gol e premendo fino alla fine». In pochi pensavano che Lora sarebbe stato schierato dall’inizio, visto che in settimana Venturato lo aveva impiegato anche in Coppa Italia. «Le scelte le fa l’allenatore — dice il diretto interessato — credo che stavolta abbia avuto ragione visto che ho segnato e che avevo già sfiorato la rete prima di firmare l’1-0. Siamo contenti, siamo un gruppo unito e andiamo avanti senza paura e con la giusta umiltà».
Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Due anni, con 57 presenze e 8 gol a Padova. Una stagione, 7 gare e tanti ricordi a Pordenone. C’è un ex speciale che accomuna neroverdi e biancoscudati, di nome Ezio Vendrame. RE DELL’APPIANI – Vendrame arrivava dal Napoli (1974-75), dove giocò ben poco, anche per i rapporti infuocati con mister Luis Vinicio. A Padova in serie C, dal 1975 al ’77, chi lo conosce bene sa che il gesto più “intimo” di Vendrame non fu, per esempio, punire l’Udinese 3-2 con una doppietta (una rete da calcio d’angolo), dopo aver ricevuto una significativa offerta economica per giocare male. Si scatenò dopo aver sentito fischiare dal pubblico il proprio nome, annunciato dall’altoparlante. Non fu nemmeno quando, in una partita “combinata” con la Cremonese di Mondonico, dribblò tutti i suoi partendo dall’attacco e arrivando davanti al portiere, fingendo di tirare e arrestando poi la palla sulla linea di porta. Un tifoso morì d’infarto. Era il “vero” Ezio quando, visto sugli spalti l’amico cantautore e poeta Piero Ciampi, fermò il gioco per onorarlo pubblicamente. PADRONE DEL BOTTECCHIA – A Pordenone passa (’78-79) prima di giocare gli ultimi due anni a Casarsa. Non poteva non lasciare ricordi indelebili, lampi di genio e non solo. Come quando implorò un arbitro di annullare l’espulsione di un compagno, con il compassionevole motivo (falso) che al ragazzo era morta la mamma in settimana e che il rosso avrebbe significato abbatterlo del tutto. I compagni di squadra, come Tita Da Pieve, ricordano facilmente Romano Lombardo. Scontro diretto primi contro secondi, Pordenone dietro di un punto e sotto di un gol. Vincono i neroverdi con una rete di Vendrame, che scarta metà degli avversari, fa sedere il portiere e conduce la palla fin sulla riga. Lì si mette in piedi, posizionato sulla sfera, con la mano sulla fronte a scrutare l’orizzonte. Infine la tocca dentro. Esultando, grida ai compagni: «Forza ragazzi, che stasera in pullman ci divertiamo».
Ore 12.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Sarà un Bottecchia tutto esaurito quello di sabato alle 17.30 per la sfida con il Padova. DISPONIBILITÀ LOCALI – Ieri erano già stati assegnati (abbonamenti compresi) oltre 600 dei 700 posti disponibili in tribuna (centrale e laterale). I pochi rimasti sono destinati a essere venduti entro oggi. Per la gradinata locali sarebbero ancora a disposizione poco meno di 400 tagliandi (900 i posti autorizzati). Chi vuol essere certo di poter assistere alla gara dell’anno farà bene a contattare subito i punti autorizzati alla prevendita: Bar Libertà di Pordenone e Caffè Nogaredo di Cordenons. SETTORE OSPITI – Dei 1000 biglietti disponibili per la gradinata ospiti, già 500 hanno preso la via di Padova. Non è detto che tutti i rimanenti siano lasciati a disposizione dei tifosi biancoscudati. Oggi il Gruppo operativo sicurezza deciderà se limitare la disponibilità per creare una sorta di cordone di sicurezza da interporre fra le due tifoserie e, soprattutto, se lasciare chiuso il botteghino del settore nel giorno della gara. RECORD STAGIONALE – In ogni caso i 1600 ticket venduti sino a ieri sono già sufficienti a spazzare via i record d’afflusso precedenti di questa stagione: 1400 spettatori con Lumezzane e Pro Patria, 1300 con il Cittadella. A rischio anche il primato di LegaPro, ottenuto nel 2014-15 per Pordenone-Albinoleffe: in 2300 trascinati allo stadio dall’entusiasmante rincorsa verso la salvezza (vanificata poi dall’esito dei playoff) dei ragazzi di Fabio Rossitto. Nell’occasione (10 maggio 2015) il boato del popolo neroverde al gol di Maracchi (54′) si sentì sino in piazzetta Cavour. Se, come sembra, verranno venduti tutti i tagliandi, si toccherà quota 2600, capienza massima autorizzata al Bottecchia. A CHI DI COMPETENZA – Il tutto easurito sarebbe un segnale forte per gli imprenditori del territorio che si disinteressano dello sport e per i politici, anche (e non solo) in prossimità delle elezioni comunali di giugno. Società e squadra in questa stagione hanno fatto abbondantemente la loro parte. È arrivata l’ora che anche i pordenonesi dichiarino con i fatti, con la loro presenza e con il loro incitamento, se veramente vogliono il ramarro in B. Magari non sarà per quest’anno, ma già ora possono essere gettate le basi per la promozione in cadetteria. Con l’una tantum versata per il ripescaggio (mezzo milione di euro) e con i soldi che hanno speso e stanno spendendo, Mauro Lovisa e soci hanno già dimostrato d’essere degni della C e di voler crescere ancora. Spetta al popolo neroverde seguire re Mauro e i suoi paladini verso glorie nemmeno ipotizzabili solo un lustro addietro. VOCE DEL POPOLO – Pordenone deve dimostrare di essere pronta al grande salto. Riuscirà a farlo se il Bottecchia sarà pieno e se Stefani e compagni si sentiranno in casa anche sotto il settore degli organizzatissimi supporter biancoscudati. Gente che ha conosciuto le categorie superiori, misurandosi con il tifo dei grandi club. Ma essere presenti non basterà: bisognerà farsi sentire e vedere, nei limiti di correttezza sportiva ed educazione. E allora, come avrebbe urlato dagli altoparlanti del Bottecchia l’indimenticato “rosso” Aldo Casotto: «Forza ramarri, forza neroverdi, forza Pordenone».
Ore 12.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Non siamo in flessione e contro il Padova ci sarà un Pordenone bello arrabbiato». La sconfitta di Bassano è alle spalle, digerita già nello spogliatoio del Mercante. Matteo Tomei l’ha archiviata con un «ci può stare». Adesso? «Ci siamo chiusi tra le nostre quattro mura – racconta – e ci siamo detti che tutto sommato ci poteva stare. Ma subito dopo abbiamo messo gli occhi sulla partita di sabato: dovrà essere gagliarda». Insomma, dovrà tornare il Pordenone che rischia, diverte, mette in difficoltà anche le squadre che portano al Bottecchia storia e blasone. «E tanti tifosi – puntualizza Tomei facendo riferimento all’invasione di supporter biancoscudati -. Sarà uno spettacolo, una cosa nuova per la città. Noi vogliamo dare una soddisfazione ai nostri fan, disputando la partita perfetta». Lottando, è chiaro, anche contro la stanchezza. «Abbiamo fatto finora un cammino eclatante – il portiere ripercorre le tappe -. Con risultati e fatica abbiamo conquistato la salvezza, il nostro primo obiettivo». Oggi però qualcuno tira il freno, appesantito dallo sforzo immane profuso per arrivare fino al secondo posto, perso solo domenica a Bassano. «Ci sta – commenta Tomei – è fisiologico, ma la stanchezza non dovrà essere una scusante. Stringeremo i denti, contro il Padova, perché vogliamo ancora risultati buoni per raggiungere il nostro nuovo obiettivo: i playoff». Sulla strada c’è una delle squadre più in forma, reduce dalla rullata al Pavia: «Il Padova – puntualizza – ha ingranato, trovando la quadratura. Sarà super motivato. Noi potremmo essere un po’ stanchi, ma assolutamente non in flessione. Ci crediamo e lotteremo». E per una volta, al momento giusto ecco gli uomini giusti: «Possiamo finalmente sfruttare i recuperi – chiude Tomei, riferendosi ai rientri di Beltrame e Marchi su tutti -. Ci possono dare il giro giusto. Fino a oggi abbiamo lotatto anche contro gli infortuni». Ieri Tedino ha provato la staffetta avanzata Beltrame-Martignago al posto di Berrettoni, alternando 4-3-3 e 4-3-1-2.
Ore 12.00 – (Messaggero Veneto) Mai, in un anno e mezzo di Lega Pro, si è visto il settore ospiti pieno di tifosi: l’eccezione, la gara con l’Albinoleffe, quando lo spicchio a fianco la gradinata locale è stato riservato ai supporter neroverdi. Adesso potrebbe esserci la “vera” prima volta, regalando così alla città una “vera” partita da serie C sugli spalti. Sabato, per il match del Bottecchia con il Padova, sono attesi dal capoluogo veneto non meno di sette-ottocento fan del club bianoscudato. Sinora, infatti, sono stati già venduti circa 500 biglietti in prevendita ai supporter patavini. Altri duecento ticket dovrebbero essere staccati tra la giornata di oggi e domani, andando così a riempire la parte riservata agli ospiti. Se si conta, poi, che almeno un centinaio si sistemeranno tra la tribuna centrale e laterale, si potrà registrare quasi un migliaio di spettatori provenienti dalla città padovana, dove il tifo per la squadra di calcio è molto sentito e all’Eugano la quota spettatori si attesta spesso intorno a quota 4 mila. Le mille previste presenze ospiti sono una cifra sontuosa per gli standard di Pordenone, giustificata da due fatti: la vicinanza tra le due città e, in particolare, il momento che la squadra sta attraversando. Anche Alessandria, Cremonese e Pavia, per fare qualche nome, hanno tifoserie importanti, ma queste sono frenate nel raggiungere il Bottecchia dai chilometri di distanza. Per Padova non è così. Ancor più adesso con Finocchio e soci reduci da due vittorie consecutivi e attesi a un match che può valere la candidatura ai play-off: il Pordenone, insomma, dovrà essere forte anche nell’affrontare il muro di tifosi biancorossi. e i supporter neroverdi dovranno affrettarsi ad acquistare i tagliandi in prevendita. Intanto la squadra di Pillon prosegue nella sua marcia di avvicinamento all’incontro del Bottecchia. Ieri, in amichevole, ha battuto 8-0 il Campetra Savio, formazione locale. In evidenza Ilari con una doppietta. Oggi seduta pomeridiana.
Ore 11.40 – (Messaggero Veneto) Martignago che parte dall’inizio, per la prima volta nel 2016, dando così il cambio a Berrettoni, titolare nelle ultime quattro uscite? Bruno Tedino ci sta pensando. Anzi, ci sta provando. Nella seduta pomeridiana di ieri, in cui la squadra ha disputato la solita partitella in famiglia, l’attaccante di Montebelluna ha giocato il primo tempo nella possibile formazione titolare. Potrebbe dunque scalzare Berrettoni, titolare nelle ultime partite, sistemandosi al fianco di Strizzolo e davanti a Cattaneo nel 4-3-1-2. Nel mezzo il trainer ha provato il centrocampo dei sogni – Mandorlini, Pederzoli, Pasa – con il reparto arretrato composto dai terzini Boniotti e Martin e la coppia di centrali formata da capitan Stefani (che sarà al rientro dalla squalifica) e Ingegneri. Ma se la squadra, dal reparto di mezzo in giù, pare decisa, è davanti che si annidano i dubbi, tanto che Tedino nella ripresa ha cambiato la composizione del settore avanzato, sistemando i suoi col 4-3-3, con Strizzolo punta centrale e la coppia Berrettoni-Martignago sugli esterni. Da come si vede, l’attaccante trevigiano è stato impiegato in ogni “progetto” tattico. Evidentemente Tedino ha bisogno di un altro giocatore potente al fianco di Strizzolo, che sappia attaccare la profondità e capace di ripartire: il Padova è forte nel reparto arretrato, ma può subire giocatori con queste caratteristiche. Oggi intanto seduta pomeridiana al De Marchi (15).
Ore 11.10 – (Gazzettino) EX CON IL CONTAGOCCE. Tra squalifiche, infortuni ed esoneri, si è drasticamente ridotto rispetto all’andata il numero di protagonisti in campo e fuori al Bottecchia con precedenti nella formazione avversaria. In casa biancoscudata non ci sono più il tecnico Parlato, promosso in lega Pro con i friulani nel torneo 2013-14 e poi non confermato, e il preparatore atletico Alan Marin, ma lo stesso Pillon ha giocato nel Pordenone nella stagione 1981-82 sotto la guida di Edj Reia. Oltre a Dionisi, poi, non sarà del match per infortunio Niccolini ed è difficile immaginare un posto da titolare per Bearzotti e Cunico. Unico ex dall’inizio potrebbe dunque essere Francesco Finocchio, approdato all’ombra del Santo a gennaio, senza dimenticare che il portiere Favaro è nato in provincia di Pordenone (San Vito al Tagliamento) e ha giocato a Sacile. Più nutrito il fronte friulano che conta sul portiere Tomei, Pasa e Pederzoli, mentre salterà la sfida per squalifica Filippini.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Più vivace e prolifica la ripresa, aperta da una rete di testa di Altinier, servito da un cross dalla destra di Cunico e proseguita con una doppietta di Turea, nel primo caso pescato in area da un taglio di Bucolo e poi con una pregevole girata al volo, oltre alle marcature di Bearzotti, De Risio (conclusione dal limite) e del giovane Bottalico. Dietro difesa a tre formata da Rafael Pastorelli, giocatore brasiliano in prova, Sbraga e Favalli, con Turea e Finocchio esterni alti e Cunico dietro alle punte. «Nel caso di specie mi sono basato sugli uomini a disposizione – ha poi spiegato Pillon – ma questa può essere un’alternativa tattica da utilizzare a gara in corso, come già capitato a Piacenza. Per il resto un buon allenamento e l’occasione per fare giocare chi trova meno spazio. Stiamo tutti bene, anche se mi dispiace per Dionisi che perdiamo per un pò». E sarà necessario attendere la risonanza di domani per conoscere i tempi di recupero del giocatore, anche ieri in stampelle per non forzare il muscolo del polpaccio. Oltre a lui mancheranno ancora Petkovic e Corti. Arbitrerà Francesco Fourneau di Roma. Oggi seduta alla Guizza alle 15, domani alle 10 la rifinitura.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Otto gol per il Padova, con gli occhi ormai puntati sull’attesa sfida di sabato a Pordenone, nel test infrasettimanale a Camposampiero contro il Campetra Savio, formazione di Prima categoria, davanti a un centinaio di spettatori tra cui il tecnico Gianfranco Bellotto e lo storico massaggiatore Rino Baron. Pillon ha ruotato tutti gli effettivi, schierando inizialmente la squadra con il consueto 4-4-2 e provando nella ripresa un inedito 3-4-1-2, ma mischiando i protagonisti. Attacco un pò distratto fino all’intervallo, con due sole reti realizzate, a fronte di un buon numero di opportunità, entrambe firmate da Ilari che in precedenza, con un tiro fuori a porta sguarnita e un altro a colpo sicuro involontariamente respinto da Neto Pereira, sembrava destinato a proseguire anche in amichevole la maledizione che ancora non lo ha visto segnare in campionato. Nell’undici proposto dal tecnico Diniz è stato confermato laterale di destra, Con Dell’Andrea e Fabiano centrali.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Le ultime tre vittorie in campionato hanno acceso l’entusiasmo del popolo biancoscudato che sogna i play off e seguirà in massa la squadra sabato a Pordenone. Nel tardo pomeriggio di ieri erano infatti oltre 500 i biglietti venduti per la gradinata ospiti dello stadio «Bottecchia». Il settore può contenere circa un migliaio di tifosi e c’è tempo fino alle 19 di domani, (per i soli possessori di Tessera del Tifoso), per munirsi del tagliando (10 euro più diritti) alla tabaccheria Drago in via Buonarroti 89/91 o attraverso il sito ticketland1000.com. Oggi l’ufficio Gos comunicherà se i padovani potranno acquistare i tagliandi sul posto il giorno della partita, ma vale comunque solo in prevendita l’iniziativa che permette a ogni tifoso tesserato di acquistare il biglietto per due persone non fidelizzate. Già esaurito il pullman dell’Aicb, resta una decina di posti per quello del club Fossa dei Leoni (10 euro, info 338-6818524) con ritrovo alle 14 a Cadoneghe al capolinea del 4 a Bragni (fronte scuola elementare Falcone e Borsellino) anziché dalla Castagnara.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Si aspettava di arrivare in così breve tempo a due punti dal quarto posto? «Abbiamo fatto delle buonissime partite nelle ultime settimane. Sono qui da quasi due mesi, e mi sono accorto che, se davvero giochiamo come sappiamo, non abbiamo nessuno da temere. Certo che se ci avessero detto che in due gare avremmo recuperato 6 punti all’Alessandria, nessuno ci avrebbe creduto». Il meglio viene adesso? «Non dobbiamo abbassare la guardia, sabato ci aspetta una partita molto importante contro un Pordenone agguerrito, che ha perso a Bassano e si vorrà riscattare a tutti i costi. Prima di tutto l’importante sarà non prendere gol, stare molto attenti, perché davanti poi possiamo contare su attaccanti assai bravi, capaci di sfruttare anche pochi centimetri di spazio come hanno fatto Neto e Altinier contro il Pavia». Quant’è cresciuta questa squadra da gennaio? «Molto, nel gioco e nell’intensità: Pillon ci ha chiesto gara dopo gara di alzare il pressing sempre di più e di cercare di dare forza per tutta la durata della gara. Poi sono arrivati i risultati, e la fiducia ci ha fatto sentire ancora più forti. C’è entusiasmo, ma non perdiamo il giudizio, perché il calendario potrebbe sembrare in discesa, ma non è così: delle ultime gare la più difficile è stata quella con il Renate, eravamo in casa e ci hanno messo un po’ sotto, cosa che, ad esempio, non è successo con il Pavia».
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Con il Pavia è stata la sua gara migliore da quando è qui? «Continuo a lavorare perché so che posso dare molto di più. Pochi giorni fa abbiamo fatto tutti, nessuno escluso, una partita davvero buona. Mi sto riprendendo quello che non avevo avuto a Castellammare: quando inizi a giocare poco, per infortuni o qualcos’altro, la voglia di rivalsa ti cresce dentro. Adesso spero solo di continuare così sino alla fine, perché in una piazza come Padova, che ha visto ben altre categorie, mi sto accorgendo che l’ambiente può darmi tutti i presupposti per crescere. Sto avvertendo molta serenità. Devo migliorare ancora molto, ma spero che Padova sia la piazza giusta per farlo». Il centrocampo gira a meraviglia, nonostante l’infortunio di Corti. «Stiamo facendo bene, stiamo cavalcando l’onda. Abbiamo una difesa molto forte, e attaccanti che ci aiutano tanto: l’importante è continuare a pensare che, quando scendiamo in campo, se non molliamo di un centimetro nessuna squadra è più forte di noi». L’ha sorpresa l’ingresso così importante di Mazzocco? «Davide è un ragazzo che si applica molto, sabato scorso ha fatto benissimo. Io e lui in allenamento parliamo molto, ci aiutiamo, lui s’impegna e ha delle grandi qualità».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Serenità: chiamatelo pure così. Carlo De Risio è il centrocampista che ha fatto fare al Padova il salto di qualità: il classico coniglio estratto dal cilindro, il colpo a lungo inseguito e che, dopo sole 7 partite, si è preso il Padova a tutto tondo. Padova-Pavia, 13º minuto: De Risio è spalle alla porta avversaria, pressato dal regista lombardo, nel pieno della metà campo biancoscudata. All’improvviso l’idea risolutrice: finta sulla sinistra, “ruleta” sulla destra, Euganeo a bocca aperta e Muscat a farfalle. È il giocatore capace di far sembrare semplici anche le cose più difficili. E il suo segreto è proprio la serenità con cui lo fa. «Parliamoci chiaro, nei primi dieci minuti avevo commesso due cag…e incredibili», sorride De Risio, alludendo ai due passaggi sbagliati che rischiavano di mandare il Pavia in porta. «Se avessi perso pure quel pallone, sarebbe diventato un problema. Quelle due “veroniche” mi hanno fatto riprendere, dopo di che tutto è venuto più semplice. Ho grande fiducia in me stesso, mi sento bene».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Nella ripresa, poi, Pillon ha mischiato ancora di più le carte, mettendo in campo un 3-4-1-2 con Cunico trequartista e l’inedita difesa a tre formata da Sbraga, Favalli e dal giovane brasiliano Rafael Pastorelli, giunto in prova poche ore prima della partita. I biancoscudati hanno dilagato: a segno sono andati Altinier con un colpo di testa, Turea (doppietta), prima scartando il portiere e poi con una girata al volo, quindi De Risio dal limite, Bearzotti con un bel destro sotto l’incrocio e infine l’ultimo entrato, Bottalico, con un sinistro dal limite dell’area. La squadra oggi pomeriggio tornerà ad allenarsi alla Guizza, dove domattina sosterrà poi l’ultima rifinitura prima del match in Friuli. Sempre domani, infine, Dionisi dovrebbe effettuare gli esami che riveleranno l’entità del suo infortunio muscolare.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il Padova si avvicina alla supersfida di Pordenone con 8 gol in amichevole e un Ilari in grande condizione. Questo, in sintesi, il quadro emerso dal test disputato ieri pomeriggio dai biancoscudati a Camposampiero: la squadra di Pillon, ancora sperimentale e ben lontana negli interpreti rispetto a quella che dovrebbe giocare sabato al “Bottecchia”, ha superato per 8-0 i padroni di casa del Campetra (Prima Categoria). «Un test utile soprattutto per dare minuti a chi fin qui ha giocato meno degli altri», ha spiegato poi il tecnico biancoscudato. Nel primo tempo, nel 4-4-2 classico, hanno trovato spazio anche i vari Dell’Andrea, Anastasio e Sparacello, ma a fissare il 2-0 con il quale si è chiusa la frazione è stato Marco Ilari: l’esterno romano ha messo a segno la sua doppietta tra il 26’ (destro dal centro dell’area su invito di Anastasio) ed il 32’, con un destro in diagonale.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Si va verso il “tutto esaurito” allo stadio “Bottecchia” per sabato: procede, infatti, spedita la prevendita dei biglietti in vista del big match fra neroverdi e biancoscudati. I posti già assegnati per la gara sono al momento circa 1.600. Sono in esaurimento, e nelle previsioni saranno esauriti nella giornata odierna, i tagliandi relativi ai settori Tribuna centrale e Tribuna laterale. Restano, invece, circa 400 biglietti disponibili nella Gradinata locali. Oltre 500, infine, i tagliandi staccati per il settore ospiti (10 euro + diritti). Dalla società friulana ieri hanno rinnovato l’invito a procurarsi i biglietti con congruo anticipo, attraverso i punti-vendita attivi nelle due province: il Tabacchi Drago Samuele di via Buonarroti 89/91 a Padova, il Bar Libertà di Pordenone, il Caffè Nogaredo di Cordenons. L’acquisto on line è possibile su www.ticketland1000.com. Insomma, prima ci si assicura il posto nel vetusto impianto friulano e meglio è: il rischio è, infatti, quello di non poter assistere alla partita. Intanto, questa mattina si riunisce il Gos (Gruppo Operativo Sicurezza), che deciderà, in particolare, se dopodomani, giorno della gara, sarà possibile acquistare biglietti da parte dei supporter padovani per il settore ospiti e si pronuncerà su altre eventuali limitazioni. Il Pordenone Calcio informa che comunicherà tramite il proprio sito ufficiale le decisioni prese nella riunione.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Pillon ha mischiato le carte, proponendo nella ripresa anche la difesa a tre: «Anche a Piacenza abbiamo chiuso la partita con quella disposizione tattica — spiega l’allenatore trevigiano — diciamo che è stato un esperimento favorito dal fatto che, in quel momento, avevo determinati giocatori a disposizione e il modulo veniva di conseguenza. In ogni caso credo che, a parte Dionisi, la condizione generale sia ottima. Andiamo a Pordenone per giocarcela senza timori, a questo punto lottiamo fino in fondo». Curiosamente Pordenone-Padova poteva essere la partita degli ex e invece, per un motivo o per l’altro, non sarà così. Resistono, per modo di dire, Francesco Finocchio e Alban Ramadani, mentre Daniel Niccolini è infortunato e Dionisi pure. Carmine Parlato (per il quale si parla di un interessamento della Cremonese) è stato esonerato, Alberto Filippini è squalificato e di Enrico Bearzotti, a segno ieri in amichevole, si sono perse da tempo le tracce nella formazione tipo e anche nelle rotazioni a partita in corso. Andamento molto buono, infine, dalla prevendita dei biglietti, che supera già le 500 unità per quanto riguarda il settore degli ospiti. Se il ritmo sarà lo stesso fino a sabato, è possibile che al Bottecchia siano presenti non meno di 800 padovani. Segno chiaro che il popolo biancoscudato, nei playoff, ora ci crede.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Un mese di stop per Matteo Dionisi. Queste le prime indicazioni emerse, in attesa degli esami strumentali che verranno effettuati oggi, sulle condizioni dell’esterno biancoscudato. Dionisi salterà quindi la trasferta di Pordenone in programma sabato e dovrà osservare un periodo di stop non breve. «Non abbiamo ancora notizie precise in merito — spiega il tecnico Giuseppe Pillon — ma quello che sappiamo è che purtroppo lo perderemo per un po’. Ha avuto questo problema muscolare al soleo e adesso attendiamo che i medici ci facciano sapere». Le sensazioni sono negative: il giocatore avverte molto dolore e martedì è uscito dall’allenamento con le stampelle, oltre che con una vistosa fasciatura al soleo. Che si tratti di uno stiramento e di una lesione muscolare sembra scontato; resta da valutarne l’entità, che sarà decisiva per calcolare i tempi di recupero. Nel frattempo ieri è andata in scena un’amichevole infrasettimanale a Camposampiero, contro il Campetra. Il risultato finale ha visto prevalere il Padova con il punteggio di 8-0 e le doppiette di Ilari e Turea, a cui si aggiungono i gol di Altinier, Bottalico, De Risio e Bearzotti.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 59, Bassano 49, Pordenone 47, Alessandria 43, FeralpiSalò e Pavia 42, Padova 41, Reggiana e SudTirol 38, Cremonese 37, Lumezzane 30, Cuneo, Giana Erminio e Renate 28, Pro Piacenza 27, Mantova 23, AlbinoLeffe 18, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventiseiesima giornata: Padova-Pavia 3-0 (Altinier (Pd) al 26′ pt, Neto Pereira (Pd) al 41′ pt, Altinier (Pd) al 47′ st), AlbinoLeffe-Cuneo 2-0 (Girardi (Al) al 5′ st e al 45′ st), Renate-FeralpiSalò 1-0 (Pavan (Re) al 34′ st), Pro Piacenza-Pro Patria 1-1 (Alessandro (Ppi) al 29′ pt, Montini (Ppa) al 41′ pt), Giana Erminio-Mantova 0-0, Reggiana-SudTirol 0-0, Lumezzane-Cremonese 2-1 (Sansovini (Cr) al 11′ pt, autogol di Zullo (Cr) al 24′ st, Bacio Terraciano (Lu) al 49′ st) Bassano Virtus-Pordenone 1-0 (Misuraca (Ba) su rigore al 28′ st), Alessandria-Cittadella 1-2.
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E’ successo, 16 marzo: i Biancoscudati battono 8-0 in amichevole il Campetra Savio, doppiette per Ilari e Turea e reti di Altinier, De Risio, Bearzotti e Bottalico.