Live 24! Pordenone-Padova, -3: termina 8-0 l’amichevole col Campetra, doppiette per Ilari e Turea.

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Ore 22.00 – (Il Piccolo) Esattamente da una settimana Roberto Bordin ha preso in mano la Triestina e sta continuando a spron battuto la cura per prepararla alle sfide decisive per la salvezza, a partire da quella di domenica al Rocco contro la Sacilese. Ma il nuovo tecnico dell’Unione non sa ancora gli esatti effettivi che avrà a disposizione, visto che bisogna fare i conti con tre tipi di problemi, quello burocratico, quello fisico e infine quello giuridico. Sotto il profilo burocratico, in casa Triestina si stanno attendendo ancora con trepidazione i transfer di Muzzi e Monti, che permetterebbero a Bordin di avere a disposizione un veloce esterno offensivo e aggiungere un po’ di qualità a centrocampo. Al momento, però, nessuna traccia dei documenti che darebbero il via libera. Poi c’è la delicata questione fisica, ovvero l’infermeria. Purtroppo il problema muscolare che aveva accusato Bradaschia contro il Belluno, e che l’aveva poi costretto a saltare le sfide con Montebelluna e Union Ripa, è più complicato del previsto tanto che il giocatore continua a non allenarsi e solo nei prossimi giorni potrebbe tornare appena in gruppo. Ma ci sono poche speranze anche per Di Dionisio: l’eclettico centrocampista ormai trapiantato quasi in pianta stabile al centro della difesa, è da qualche giorno alle prese con la rottura di un dito del piede e pertanto anche ieri non si è allenato. Insomma, l’impressione è che sia Bradaschia che Di Dionisio saranno costretti domenica a dare forfait, e comunque di sicuro si tenderà a non rischiare un loro utilizzo, visto che poi c’è la sosta pasquale e ci sono altre due settimane di tempo per recuperare prima della trasferta a Castelfranco Veneto in casa del Giorgione. E poi c’è l’aspetto giuridico, e qui non c’è nemmeno il beneficio dell’incertezza: come noto, Abrefah infatti è stato squalificato per un turno e pertanto contro la Sacilese non ci sarà. Il rischio dunque è di avere tre assenze pesanti e inoltre l’impossibilità di poter utilizzare ancora Monti e Muzzi. Almeno una novità però è sicura, ed è Cuppone, l’attaccante salentino classe 1997 che si è già messo in evidenza con una tripletta nella Juniores e che sarà a disposizione di Bordin.

Ore 21.40 – (Corriere delle Alpi) Duravia sta meglio e la risonanza esclude, per il momento, una seconda operazione al menisco del ginocchio sinistro. Il Belluno può tirare un sospiro di sollievo e il trequartista di Montebelluna, dopo l’infortunio subito nel finale di primo tempo contro il Ripa Fenadora, non dovrà tornare sotto i ferri, anche se le sue condizioni verranno comunque monitorate dallo staff medico. Il giocatore si era già operato al menisco sinistro nel 2008, quando era nella Primavera della Juventus. La possibilità che Duravia possa essere disponibile per domenica contro il Monfalcone è comunque remota, mentre non dovrebbero esserci problemi invece per la sfida in trasferta, dopo la sosta, contro la Virtus Vecomp, il 3 aprile. «Per ora non sembra ci siano complicazioni che possano portare ad un’operazione – commenta un sollevato Duravia – dovrebbero bastare riposo e terapie. Difficile che torni già domenica, ma non escludo nulla, la sosta invece mi aiuterà sicuramente nel recupero». Eguagliati i punti delle ultime due stagioni. Con la vittoria di sabato contro i cugini del Ripa Fenadora, il Belluno ha toccato quota 59 punti, lo stesso bottino che ha raccolto nelle prime due stagioni con alla guida mister Vecchiato, che sono valsi, entrambe le volte, un biglietto per i play off. Questa volta, però, la banda gialloblù ha raggiunto il numero di punti in 31 gare, rispetto alle 34 delle stagioni precedenti e avrà tre gare per migliorare quanto fatto gli anni precedenti. Il girone a venti squadre, oltretutto, darà la possibilità al Belluno di giocare quattro partite in più rispetto al biennio passato. «Migliorarsi era uno degli obiettivi – commenta Roberto Vecchiato – abbiamo raggiunto questo traguardo ma adesso ne cercheremo altri. Quali? Sicuramente disputare i play off per il terzo anno consecutivo, poi cercheremo di fare più gol e prenderne il meno possibile». Per i play off matematici servono tre vittorie. «Non avevo fatto questi calcoli – continua Vecchiato – preferisco pensare a domenica dopo domenica. Il terzo posto? Se l’Este le vincerà tutte, bravi loro. Noi cercheremo di fare il massimo». Il presidente Perissinotto la scorsa settimana ha detto che hai rinunciato a una chiamata importante per restare qui. «Il telefono è squillato, ma l’importante è che io abbia deciso di restare. Non posso dire chi mi ha cercato, alcune informazioni devono restare private, ma tutto questo fa parte del gioco. Sinceramente però il biennale non me l’aspettavo, è una cosa che fa piacere». Domenica c’è il Monfalcone, terzultimo in classifica. «Ora le posizioni contano poco – conclude Vecchiato – le squadre a questo punto della stagione sono disperate e voglio salvarsi. Più motivati di noi? No, direi che quelle sono diverse ma non mancheranno sicuramente da parte nostra».

Ore 21.20 – (La Provincia Pavese) Sono ore tese in casa Pavia. L’ennesima rivoluzione della proprietà cinese con il cambio di allenatore e l’epurazione dello staff tecnico al completo e la conclusione del rapporto con il responsabile area tecnica Antonino Imborgia mettono la squadra di fronte alle sue responsabilità a otto giornate dal temine. Ieri mattina il capitano Davide Facchin e i rappresentanti della squadra Dario Biasi e Angelo Siniscalchi hanno voluto incontrare in sede il vice presidente Qiangming Wang smentendo la voce di una presunta lettera indirizza alla società pro-Imborgia dopo il suo allontanamento. Sulla vicenda il capitano Facchin e il vice capitano Biasi hanno voluto chiarire meglio i fatti incontrandoci prima dell’allenamento per mettere fine alle voci e presunte indiscrezioni circolate su siti e giornali. «E’ accaduto che domenica mattina il direttore generale Bignotti è venuto negli spogliatoi per comunicarci che la proprietà aveva deciso di sollevare dall’incarico sia mister Brini che il suo staff di collaboratori. Stessa decisione anche nei confronti del consulente tecnico Imborgia – spiegano Facchin e Biasi –. Ma non ci è stata comunicata quale sarebbe stata la soluzione futura per questi ruoli. Come giocatori di questa rosa ci siamo sentiti soli, a otto giornate dal termine in cui c’è da salvare il salvabile e alcuni obiettivi come i play off sono ancora alla portata, e senza spiegazioni di fronte a una nuova rivoluzione per il futuro». I due giocatori proseguono: «Abbiamo fatto presente al dg Bignotti che forse era il caso di sottolineare alla società questa nostra posizione, per il bene del Pavia e solo per il bene del Pavia». A queste osservazioni dicono Facchin e Biasi «ci siamo sentiti rispondere che se volevamo far sentire la nostra opinione potevamo raccogliere delle firme da presentare alla dirigenza e, in particolare, alla proprietà – dicono i due calciatori -. La cosa non è stata possibile perché alcuni dei giocatori erano già partiti perché lunedì c’era stato dato giorno libero. Ci siamo detti come capitano e vice che ne avremmo riparlato con i compagni martedì prima dell’allenamento». Poi, però la società ha comunicato le sue decisioni con il comunicato ufficiale: «Questo nonostante le nostre perplessità. Ma non c’era nessuna lettera. E nemmeno la raccolta di firme, che ormai non servivano. Il resto che è stato scritto sulle firme e sulla discussiona all’interno dello spogliatoio sono cose totalmente inventate». Due i messaggi con cui il portiere e il difensore azzurro vogliono chiudere questa vicenda. «Prima di tutto vogliamo far capire all’esterno che siamo uniti e non c’è quindi nessuna diversità di vedute e di intenti nello spogliatoio – ribadiscono Facchin e Biasi – Chiediamo ai nostri tifosi di sostenerci e starci vicino, come hanno sempre fatto, domenica prossima per la gara con il Renate per riprendere la corsa verso i play off».

Ore 21.00 – (La Provincia Pavese) L’ennesimo nuovo corso del Pavia della gestione cinese è iniziato ieri pomeriggio su uno dei campi di allenamento in erba vicini al sintetico del Mascherpa. Nessuna novità ancora ufficializzata dalla società ma quelle che erano state le voci circolate nella giornata di domenica si sono tradotte in realtà da ieri. In campo Stefano Rossini ha diretto il suo primo allenamento da allenatore non più ad interim come era successo nella settimana verso Pordenone a ridosso di Natale. L’allenatore della Berretti azzurra ha guidato ufficialmente la sua prima seduta settimanale e nelle prossime ore sarà ufficializzato l’adeguamento del contratto, che aveva già in essere con la società per la conduzione della Berretti, fino al 30 giugno. Con lui il suo assistente alla Berretti, che lo segue, quindi, anche per la Prima squadra, Carmine Franzese. Lo staff tecnico è completato dai “reduci” delle epurazioni di quest’anno e mezzo: il preparatore dei portieri Alfredo Geraci e quello atletico Stefano Tomarchio. Prima parte di allenamento a gruppi per la parte atletica poi lavoro tattico in cui Rossini incomincia a far capire quale sarà il suo modulo tattico: inizialmente potrebbe essere la riconferma del 4-3-1-2, ma non si può escludere successivamente a ricorrere al 4-2-3-1. Per quanto riguarda il programma di questa settimana la Prima squadra azzurra si allenerà sempre al mattino, da oggi alla rifinitura di sabato, sempre con inizio alle ore 11. Tutti a disposizione di mister Rossini ad eccezione di Tommaso Bellazzini. Ma anche per lui buone notizie: il giocatore toscano ha incominciato a lavorare, seppur ovviamente a parte, sul campo. A seguire la squadra a bordo campo era presente anche il nuovo responsabile area tecnica Aldo Preite, con il quale si ufficializzerà un legame con l’Ac Pavia da ora a fino al 30 giugno 2017. Sembrava che la trattativa con l’ex capitano azzurro di qualche stagione fa si era inizialmente complicata perché dopo la sua esperienza al Carpi non era disposto ad accettare con la società di via Alzaia un incarico a breve termine, da qui a fine giugno. Situazione risolta con una proposta di programmazione che comprende anche la prossima stagione.

Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) «Certi giocatori andrebbero sciolti nell’acido». Le dichiarazioni del direttore generale del Pavia calcio Nicola Bignotti ai microfoni di TelePavia scuotono un ambiente già turbato dal nuovo cambio della guardia all’interno dello spogliatoio azzurro. Da ieri, infatti, a seguire il Pavia è l’allenatore della squadra Berretti, Stefano Rossini (terzo cambio in panchina da inizio stagione). Ma ecco quanto ha detto Nicola Bignotti a TelePavia lunedì sera alla trasmissione “Siamo tutti allenatori”. «I giocatori si dividono in generali, soldati e m…». E pochi minuti dopo : «…identificate le merde farebbe piacere a tutti poterle sciogliere nell’acido. Purtroppo gli accordi in essere anche quelli con l’Aic sono molto tutelanti nei confronti dei calciatori…». Interpellato telefonicamente, Bignotti ha voluto precisare il contesto dell’affermazione: «Mi era stata fatta una domanda sui calciatori che non possono essere mai allontanati – spiega Bignotti -. Se un dirigente sbaglia o non piace alla proprietà viene cacciato. Con l’allenatore succede lo stesso, per i calciatori no, devono restare all’interno della squadra e gli vanno garantiti servizi e allenamenti. Questa è una situazione che io trovo molto, troppo tutelante. Ma certamente non volevo offendere nessuno». Bignotti usa spesso un linguaggio colorito. Così viene spesso giustificato. Anche se aveva fatto parlare di sé anche a dicembre, al termine della partita persa in casa contro il Lumezzane: «Chiedo scusa prima di tutto al presidente Zhu, che garantisce ai giocatori e ai dirigenti stipendi importanti, e poi ai nostri tifosi perché per quello che si è visto bisogna solo vergognarsi». Dichiarazioni che avevano fatto il giro d’Italia. Rincarate da Bignotti: «È vergognoso che giocatori come i nostri, che sono strapagati, e una squadra che costa dieci volte più del Lumezzane possa fare questa figura. Si deve dimostrare di essere uomini prima che calciatori». Del caso si sta interessando l’Associazione italiana calciatore che nella giornata di oggi ha detto che valuterà il caso. Va ricordato che la trasmissione su TelePavia è finanziata dallo stesso Pavia calcio. Fino a ieri sera il video era sulla pagina facebook di “Casa Pavia – Siamo Tutti Allenatori”

Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) Ieri doppia seduta di allenamenti per Letizia e compagni che hanno lavorato alla mattina nella palestra del Fit Village e nel pomeriggio sui campi di via Agosti. Il presidente Stefano Compagni, che lunedì era assente per motivi di lavoro, ha voluto incontrare i giocatori insieme al vice Sisto Fontanili. Un’ora di colloquio per chiedere impegno da parte di tutti in vista del finale di stagione. Sempre ieri il giocatore Mogos ha telefonato al giornalista Enrico Lusetti, con il quale aveva avuto un vivace botta e risposta sabato sera alla pizzeria Paprika: si è così chiuso un piccolo caso, indice del nervosismo che aleggia nell’ambiente granata. Il tecnico Alberto Colombo sta cercando di coinvolgere e di recuperare, anche mentalmente, tutti gli uomini a disposizione in vista di questo finale di stagione che potrebbe ancora riservare sorprese. Soprattutto se arrivassero due vittorie nelle prossime due gare, decisamente abbordabili, a partire da quella di Cuneo (che si gioca sabato alle ore 15) e poi contro la Pro Patria nel turno infrasettimanale di mercoledì prossimo, che anticipa la domenica di Pasqua. Non sono ancora emerse eventuali novità tattiche, poiché solitamente sono gli allenamenti degli ultimi giorni a darne maggiori indicazioni, ma nel frattempo iniziano ad arrivare alcune buone notizie dall’infermeria. Le visite mediche a cui sono stati sottoposti Rachid Arma e Riccardo De Biasi, infatti, hanno escluso complicazioni e i due atleti possono tornare tranquillamente a lavorare col gruppo. Arma, dopo la partita, aveva manifestato un dolore alla coscia destra che aveva fatto pensare a una possibile flebite, ma poi è risultato essere solo un problema di affaticamento e pertanto il giocatore è stato dirottato in palestra a scopo precauzionale. Insieme a lui anche Alessandro Spanò, sempre per un affaticamento. Entrambi torneranno a disposizione del mister dalla seduta di oggi. Sono tornati già a disposizione dopo il giorno di permesso Andrea Parola e Nicholas Siega, oltre a Dario Maltese dopo quello di defaticamento in palestra. Restano in infermeria, alle prese con le rispettive terapie, Paolo Frascatore e Paolo Bartolomei, e sono in corso di valutazione le condizioni di Michele Pazienza che continua a sentire dolore alla coscia: per lui si teme un problema muscolare più serio. Oggi la squadra si allena in via Agosti alle 15.

Ore 19.50 – (Gazzetta di Mantova) Dopo una settimana di assenza, che sembrava poter preludere a un divorzio-lampo dal club di Viale Te dopo il suo rientro come consigliere esterno del presidente, al “Dante Micheli” si rivede anche l’ex patron biancorosso Fabrizio Lori. Arriva proprio insieme al presidente Sandro Musso, con il quale segue tutto l’allenamento del Mantova seduto in panchina. «Mi sembra che il nuovo allenatore abbia entusiasmo e idee chiare – dice Lori a fine seduta – e, stando al primo allenamento, anche la voglia di spremere fino in fondo la squadra. Ho avuto modo di parlare a lungo con Prina e credo possa essere la persona giusta per tentare di conquistare la salvezza. Il Mantova non può retrocedere in serie D ed è giusto provarle tutte fino alla fine per evitarlo». «Domenica ci aspetta una partita difficilissima – aggiunge l’ex patron -, contro un avversario di spessore come il Bassano, ma speriamo di ritrovare la vittoria». Lori crede che sia ancora possibile evitare i playout e – anche nel caso la squadra finisse agli spareggi salvezza – invita tutti i tifosi a rimanere vicini all’Acm: «La classifica è quella che è, siamo terzultimi ma alla fine del campionato mancano otto partite e nel calcio le rimonte sono sempre possibili. Bisogna crederci e lottare al massimo in ogni partita, perché in palio ci sono ancora ben 24 punti. Se poi non dovessimo farcela a evitare i playout, dovremo affrontarli con convinzione, perché la salvezza potrebbe arrivare anche in quel modo e non sarebbe certo meno preziosa. Tutti insieme e con l’appoggio dei nostri tifosi, che sono impareggiabili – conclude Lori -, ce la faremo».

Ore 19.30 – (Gazzetta di Mantova) Tanta voglia di ripartire, scacciando le delusioni del recente passato. Gaetano Caridi analizza la situazione in casa Acm, all’indomani dell’ennesimo ribaltone tecnico e pochi istanti dopo aver concluso il primo allenamento con Prina. Fisicamente è ormai recuperato e non vede l’ora di dar battaglia nella causa per la salvezza. «La situazione è sotto gli occhi di tutti – commenta il Tano – e, come sappiamo bene, quando i risultati non arrivano più di tutti a pagare è l’allenatore. Siamo tutti dispiaciuti per come si è conclusa l’esperienza mantovana di Ivan Javorcic, personaggio di grande spessore umano. Ma anche lui, da uomo di calcio, sa come vanno le cose in casi come questi». A questo Mantova, per il capitano, servono da qui a fine stagione maggiore cattiveria agonistica e concentrazione. «Sono le armi che ci porteranno alla salvezza – prosegue -, dovessimo anche salvarci all’ultimo minuto dei playout. Questa squadra deve cambiare atteggiamento nell’interpretazione delle partite e dare sempre di più. Ora c’è un nuovo allenatore, carico, motivato, entusiasta: credo che abbia già capito di avere a disposizione un gruppo di giocatori abituato al duro lavoro e che mi auguro possa abbracciarsi per festeggiare presto la salvezza». Nonostante un ritardo di 5 punti da colmare e un calendario tutt’altro che morbido. «Ogni partita si può vincere o perdere, questo campionato ce lo sta insegnando bene. Non esistono gare dal pronostico scontato, tutti devono faticare per portare a casa punti. Chi l’avrebbe detto all’andata che avremmo incamerato 4 punti fuori casa, tra Bassano e Cittadella? Eppure è accaduto, a dimostrazione che col giusto atteggiamento nessun traguardo è precluso. Anzi, spesso abbiamo offerto le nostre migliori prestazioni contro squadre d’alta classifica, proprio perché prendono l’iniziativa lasciando giocare di più anche gli avversari. Lo ripeto, tutto è ancora possibile anche se, con sole 8 gare da giocare, il poco tempo rimasto non gioca a nostro favore». Se c’è un concetto che Caridi sottolinea più volte è quanto l’atteggiamento sia più importante dei risvolti tattici: «Occorre sfoderare tanta grinta per 100’ e correre più degli avversari. Ciò che si studia a tavolino prima del match può rivelarsi un dettaglio se poi non è supportato dall’atteggiamento necessario». Rischia di tramutarsi, quello in corso, nel torneo più sofferto della sua lunghissima esperienza mantovana. «Probabilmente lo è davvero ma se si raggiunge l’obiettivo al termine di una stagione tanto difficile anche le soddisfazioni poi sono di gran lunga superiori. Io resto convinto che alla fine ce la faremo, contando sulla forza di un collettivo che non vuole arrendersi. Ringrazio il mister per avermi citato quale elemento che può aggiungere qualità all’undici titolare ma sono anche consapevole che sarà, viceversa, il lavoro di squadra a esaltare le doti dei singoli. Così la salvezza non sarà più un miraggio».

Ore 19.10 – (Gazzetta di Mantova) Mezz’ora di discorso iniziale al centro del Martelli, lontano da occhi e orecchie indiscrete, poi oltre 90 minuti di lavoro intensissimo sul prato del “Dante Micheli”, davanti a una cinquantina di tifosi. Il primo giorno di Luca Prina da allenatore del Mantova fila via così e lascia soddisfatto il tecnico biellese: «Sono felice perché il campo ha confermato ciò che tutti mi avevano detto: qui c’è un gruppo sano, disponibile a lavorare sodo e a recepire le direttive dell’allenatore. Non è una cosa di poco conto, soprattutto perché andremo ad affrontare partite in cui la compattezza e lo spirito di squadra saranno importantissimi». Il rovescio della medaglia è altrettanto chiaro: «Il primo allenamento ha confermato anche l’idea che mi ero fatto da fuori di una squadra un po’ intimorita, che deve ritrovare coraggio. Ad esempio ho dovuto interrompere la partitella perché non calciavamo mai in porta. Invece bisogna farlo spesso, non importa se sbagliamo ma bisogna avere il coraggio di provarci». Sul piano tattico, il neoallenatore biancorosso ha provato due soluzioni, mettendo di fronte una squadra schierata con il modulo 4-4-2 e un’altra con il 4-3-3. «Sì, le idee sono quelle – conferma Prina -, anche se a gara in corso sarà sempre importante adattarsi alle indicazioni che fornisce il campo». Una delle novità sarà la posizione di Caridi: «Voglio avvicinarlo alla porta – spiega il mister – in modo che un giocatore di qualità come lui incida negli ultimi trenta metri del campo. Nel 4-3-3 lo vedo attaccante esterno a sinistra, nel 4-4-2 per me sarebbe seconda punta». Al di là delle alchimie tattiche, comunque, a Prina interessa soprattutto trasmettere alla squadra l’atteggiamento giusto da tenere in campo: «Domenica affronteremo il Bassano e, se a questo punto del campionato loro sono secondi e noi terzultimi, vuol dire che hanno qualcosa in più. Per annullare questa differenza servirà un agonismo superiore da parte nostra, la voglia di lottare e di vincere i duelli. Bisognerà gettarsi sulle seconde palle, sulle palle sporche, in modo da arrivare prima degli avversari e guadagnare così coraggio e metri di campo». «Insomma – aggiunge Prina -, premesso che tutti vogliamo il risultato, la cosa fondamentale sarà uscire dal campo domenica sera potendoci dire: però, non siamo così scarsi come nelle ultime partite, non siamo così lontani dagli avversari. C’è da accendere una scintilla per tornare a credere davvero nella salvezza». L’ultima raccomandazione del mister è ancora sull’aspetto psicologico: «La cosa che ho notato è che questa squadra subise molto gli eventi negativi delle gare. Invece dobbiamo capire che nel calcio si può anche andare sotto, è normale, ma poi c’è spazio per rimontare. È cruciale che il Mantova resti sempre dentro la partita per novanta minuti. Soprattutto domenica. Noi magari avremo le armi dei poveri, ma dobbiamo usarle tutte e con grande foga. Il Bassano deve avere già paura di venire a giocare qua». Alla seduta di ieri hanno partecipato tutti i biancorossi, ma Longo ha lavorato a parte, così come Beretta e Masiello. Gli ultimi due non saranno recuperabili per domenica. Mancherà anche Scalise, squalificato per un turno dal giudice sportivo. Oggi sono in programma due allenamenti, uno al mattino e l’altro nel pomeriggio. Domani si replica ma, dopo la seduta del mattino, nel pomeriggio (ore 15) sarà giocata un’amichevole al Martelli contro la Berretti di Elia Pavesi.

Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Conto alla rovescia verso il derby di domenica a Mogliano col Mestre (ore 15), intanto il Venezia batte 3-0 il Campodarsego nella volata verso la Lega Pro. Pronostici a senso unico a favore degli arancioneroverdi di Giancarlo Favarin, volati a più 5 sui padovani, da parte degli allenatori delle tre squadre che in zona playoff inseguono le due «ammazza campionato». «Se il Campodarsego fosse a quota 73 punti e il Venezia a 68 direi che il campionato è ancora aperto, ma essendo il contrario credo sia difficile che i lagunari non vadano fino in fondo – le parole del chioggiotto Andrea Pagan, tecnico dell’Este terzo in graduatoria con 64 punti -. Il Venezia non ha mai avuto una vera crisi, solo qualche intoppo che ha superato molto bene avendo giocatori che da un lato sanno affrontare e gestire i momenti no, dall’altro sono abituati a vincere e non soffrono la pressione di doverlo fare. Non vorrei rovinare la festa a una società storica e importante, il 10 aprile però cercheremo la vittoria-bis questo è certo». La quarta forza del torneo è il Belluno (59 punti) di Roberto Vecchiato che nel finale di stagione farà visita a tutte e due le battistrada. «Mai come oggi il verdetto sembra già scritto, anche se sette giornate non sono poche e nel calcio non si può mai dire – il parere del tecnico di Rovereto -. In laguna faranno gli scongiuri, il traguardo però credo sia vicino per la squadra comunque più forte. Il Campodarsego ci ha provato e ci proverà, ha fatto un campionato incredibile rinforzandosi anche in corsa a conferma che ci credeva. I due attacchi credo si equivalgano, ma considerati gli altri reparti è in vetta l’organico più completo». La fase più delicata per gli arancioneroverdi era iniziata con il ko al 91’sul campo della Virtus Vecomp (53 punti). «Infatti la fortuna del Venezia è in primis quella di averci già incontrato – la battuta di Gigi Fresco, allenatore-presidente del club veronese -. Scherzi a parte, al di là dell’episodio anche in casa nostra i lagunari avevano tenuto il pallino del gioco da squadra matura, ma soprattutto non ho visto calciatori «montati» e questo è fondamentale per vincere. Peraltro il team di Favarin ha già superato e vinto lo scontro diretto con un Campodarsego che il suo miracolo l’ha fatto abbondantemente. Alla luce dell’attuale più 5, ma non solo, dico Venezia tutta la vita per il salto in Lega Pro».

Ore 18.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Sale la febbre da derby. Sono rimaste poche centinaia di biglietti disponibili per la sfida tra Mestre e Venezia in programma domenica allo stadio di Mogliano. Esaurita la curva dei tifosi arancioneroverdi, quasi piena anche quella dei supporter arancioneri dopo i due giorni di vendita in prelazione per gli abbonati. Rimangono meno di 300 biglietti disponibili in tribuna ma c’è da scommettere che oggi a Casa Mestre andranno bruciati in poche ore: facile che si presentino tifosi di entrambe le squadre per accaparrarsi gli ultimi posti. Le due squadre ieri hanno ripreso gli allenamenti e, per quanto riguarda il Venezia, mister Giancarlo Favarin ancora non ha digerito l’atteggiamento con cui i suoi sono scesi in campo sabato con l’Altovicentino. Ma il derby può essere l’antidoto per evitare cali di tensione. Gli arancioneri agli ordini di mister Luca Tiozzo fanno invece i conti con le assenze: la più pesante sarà quella di Riccardo Serena, squalificato proprio per il derby. Facile che manchi anche il capitano Andrea Migliorini, alle prese con un fastidio muscolare da molto tempo. Ha invece ripreso ad allenarsi con il gruppo Gaetano Capogrosso, rientrato dopo l’intervento al menisco. «Ci auguriamo che sia una domenica di festa — è l’auspicio del presidente del Mestre, Stefano Serena — l’attesa è molto alta da parte delle due tifoserie. La partita è sentita, ma non bisogna nemmeno esagerare nel caricarne le attese». Sul piano sportivo il Venezia punta a proseguire la sua corsa per non concedere più nulla al Campodarsego che insegue, mentre il Mestre è risalito ai piani alti, anche se la zona play off dista ancora 8 punti. «Sicuramente il Venezia ha da perdere molto più di noi, perché deve mantenere la vetta — osserva il presidente arancionero — ma non si dica che il Mestre punta tutto su questa partita e sulla rivincita dell’andata. Stiamo attraversando un buon momento, le somme della stagione le tireremo alla fine». Intanto il Mestre si prepara ad accogliere in famiglia un nuovo sponsor, che sosterrà il progetto sportivo arancionero anche per la prossima stagione agonistica.

Ore 18.00 – (La Nuova Venezia) Venezia nuovamente al lavoro, Vicario ha smaltito il fastidio alla rotula del ginocchio, che aveva consigliato lo stop da giovedì a sabato, Ferrante ha assorbito l’infortunio alla spalla rimediato nella trasferta a Levico, mentre Di Maio ha finalmente debellato l’attacco febbrile. Solo il centrocampista Calzi deve convivere con un fastidio muscolare. Assente, ovviamente, Alberto Acquadro, che ieri ha esordito con la Rappresentativa di serie D alla Viareggio Cup pareggiando (0-0) con il Livorno nel girone 8, il candidato principale a sostituirlo è Matteo Callegaro. Oggi inizia la vendita libera dei biglietti rimasti di tribuna per il derby a Casa Mestre. Grande successo per il “Tami Day”, l’appuntamento organizzato dal Venezia Fc con Pierluigi Tami, tecnico svizzero, attualmente alla guida del Grasshoppers, ritenuto il principale propulsore del boom del settore giovanile elvetico nelle ultime stagioni. Pierluigi Tami ha intrattenuto per più di un’ora, attraverso il supporto di slide e di video, un’ottantina di partecipanti tra allenatori e dirigenti del club arancioneroverde e delle società gemellate. Tami ha spiegato la sua filosofia, adottata anche dai club svizzeri attraverso la creazione di rappresentative composte dai giovani giocatori più promettenti.

Ore 17.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Franco Lerda è il nuovo allenatore del Vicenza ma Antonio Tesoro, ieri mattina, non è stato presentato come nuovo direttore sportivo, al posto di Paolo Cristallini. «Non ho mai parlato con Antonio Tesoro», ha spiegato ieri l’amministratore delegato del Vicenza, Dario Cassingena, ma l’ex direttore sportivo del Lecce è a Vicenza da lunedì e in questi giorni ha tenuto più di un contatto con la società biancorossa, tanto che la candidatura di Tesoro come nuovo ds del club non era un segreto per nessuno. Cosa sia successo ieri mattina tra Tesoro e il club berico è stato impossibile verificarlo, ma è chiaro che Lerda è arrivato a Vicenza in un progetto a più largo respiro che prevede (o meglio prevedeva?) anche l’inserimento in società del giovane dirigente pugliese. Pare però che Antonio Tesoro non abbia gradito l’idea che potesse essere lui il «cavallo di Troia» per portare anche il padre Savino all’interno della società di via Schio, perché la sua intenzione sarebbe quella di venire a Vicenza a svolgere il ruolo di direttore sportivo portando le sue idee e impostando anche un progetto per i prossimi campionati. Ad oggi quindi non è chiaro se Antonio Tesoro diventerà a breve il nuovo direttore sportivo del Vicenza calcio, oppure se la soluzione sia saltata almeno per questa stagione sportiva. Così come non è chiaro che futuro potrà avere la società biancorossa se, malauguratamente, dovesse sprofondare ancora (e sarebbe la quarta volta nella gestione di Sergio Cassingena) in Lega Pro. Nel consiglio di amministrazione che ha determinato lunedì sera l’esonero di Pasquale Marino e l’allontanamento del direttore sportivo Paolo Cristallini, i vertici di Vi.Fin. — Alfredo Pastorelli in primis — non erano presenti, e non è chiaro se il presidente Gian Luigi Polato, Antonio Mandato e Leonardo Adamo abbiano deciso come membri del consiglio di amministrazione del Vicenza calcio nominato da Finalfa Srl, oppure anche come rappresentanti di Vi. Fin. Il tutto a conferma che la confusione societaria continua, con una situazione di stand-by che non accenna a sbloccarsi. Ma è ormai chiaro che anche il futuro del club dipenderà quasi esclusivamente dal risultato in classifica della squadra.

Ore 17.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il primo giorno di Franco Lerda in biancorosso è iniziato con una netta presa di posizione del nuovo tecnico sulla situazione. «La classifica è delicata ma ho la convinzione di poter raggiungere l’obiettivo — spiega il tecnico — conosco la squadra, l’ambiente e i giocatori, conosco la passione della gente e la cultura sportiva di questa piazza. Vengo a sostituire un collega preparato come Pasquale Marino, ma ora voltiamo pagina: è l’unica via per venire fuori da questa situazione». Lerda sa bene che a Vicenza la salvezza è un traguardo tanto difficile quanto fondamentale per il futuro della società berica. «Tutti assieme possiamo e dobbiamo centrare l’obiettivo e per centrarlo dobbiamo commettere meno errori possibili; quello che conta è compattarsi, sbagliare poco a partire dal sottoscritto, dalla squadra e dalla società. Adesso vediamo tutto nero, ma sono convinto che saprò costruire un’empatia con i ragazzi e cercherò di entrare subito nella loro testa. In questo momento sono loro che stanno subendo il contraccolpo maggiore: se tutti assieme lavoriamo nella stessa direzione sono convito che raggiungeremo l’obiettivo. Se lo facciamo all’ultima giornata bene; se lo dovessimo fare con lo spareggio bene lo stesso, l’importante è restare in serie B». Come tutti gli allenatori, Lerda porterà il suo credo tattico e probabilmente cambierà l’idea di calcio che finora il Vicenza ha sviluppato. «Il modulo o lo schieramento in campo sono importanti ma non determinanti — spiega Lerda — ma prima voglio comunque valutare sul campo le possibili soluzioni che avrò a disposizione. Senza dubbio dobbiamo avere le idee chiare su cosa fare, ma è importante capire che dobbiamo farlo tutti assieme, in modo compatto, sempre, nel bene e nel male. La prima cosa su cui intervenire è dare consapevolezza a coloro che sino a qualche mese fa avevano una considerazione importante di se stessi». Un concetto importante su cui Lerda va nel profondo: «In questo momento non ce l’hanno e per questo conterà entrare nella loro testa per risolvere tutti i problemi che hanno portato a questa situazione. La cosa primaria, direi essenziale, è sempre la testa, cercare di togliere le incertezze e le paure che limitano il rendimento di un gruppo che può dare di più». A riguardo Lerda vuole subito togliere alibi e scuse alla squadra. «Basta parlare degli arbitri — sottolinea l’allenatore — quello è un aspetto deleterio che ci toglie energie e concentrazione. La mia idea è che dobbiamo andare oltre, pensare a giocare e basta». Lerda mette poi in risalto uno dei problemi più gravi che ha bloccato il Vicenza, cioè la difficoltà di vincere al Menti. «A Vicenza c’è una tifoseria importante, una curva da serie A, e questo ci può essere di grande aiuto. Finora può essere che la troppa emotività dei ragazzi li porti talvolta ad essere frenati, a non rendere al meglio delle loro possibilità. Ma adesso serve invertire nella maniera più assoluta questo trend perché alla fine i numeri hanno la loro importanza, e se finora il Vicenza ha vinto in casa solo due volte un motivo sicuramente c’è». Lerda ha firmato un contratto fino a giugno del 2016 con un premio salvezza. «Per me i contratti valgono zero — sottolinea — se riuscirò a centrare l’obiettivo salvezza il mio contratto l’ho vinto, altrimenti no. Se sono qui è perché credo di poter salvare il Vicenza, il resto conta poco». Sabato al Menti l’esordio contro un Cagliari che viene da due sconfitte di fila. «Giocare contro il Como o il Cagliari cambia poco — chiude Lerda — dovremo costruire il nostro finale di torneo cercando di puntare sempre alla vittoria».

Ore 16.45 – Qui Camposampiero, fischio finale: Padova-Campetra 8-0.

Ore 16.44 – Qui Camposampiero: doppietta personale anche per Turea con una girata al volo di sinistro. 8-0.

Ore 16.42 – Qui Camposampiero: è proprio Bottalico a segnare il settimo gol con un sinistro dai 20 metri. 7-0.

Ore 16.38 – Qui Camposampiero: Bottalico subentra ad Altinier.

Ore 16.25 – Qui Camposampiero: sesto gol del Padova, entra nel tabellino dei marcatori Bearzotti con un destro all’incrocio. 6-0.

Ore 16.22 – Qui Camposampiero: “manita” biancoscudata, rasoiata rasoterra di De Risio da fuori area.

Ore 16.09 – Qui Camposampiero: poker dei Biancoscudati, rete di Turea che, imbeccato alla perfezione da Bucolo, scarta il portiere ed insacca a porta sguarnita. 4-0.

Ore 16.06 – Qui Camposampiero: tris del Padova, a segno Altinier di testa su cross dalla destra di Cunico. 3-0.

Ore 16.00 – Qui Camposampiero: inizia il secondo tempo. Questo l’undici della ripresa, schierato con un inedito 3-4-1-2: Reinholds; Pastorelli, Sbraga, Favalli; Turea, De Risio, Bucolo, Finocchio; Cunico; Altinier, Bearzotti.

Ore 15.48 – Qui Camposampiero: fine primo tempo, Padova-Campetra 2-0.

Ore 15.41 – Qui Camposampiero: raddoppio del Padova e doppietta personale per Ilari. 2-0.

Ore 15.29 – Qui Camposampiero: vantaggio biancoscudato, in gol Ilari dopo 26 minuti. 1-0.

Ore 15.03 – Qui Camposampiero: inizia l’amichevole.

Ore 15.00 – Qui Camposampiero: squadre in campo.

Ore 14.40 – Qui Guizza: Qui Camposampiero: squadre in campo per il riscaldamento. Questo l’undici iniziale del Padova: Favaro; Diniz, Dell’Andrea, Fabiano, Anastasio; Ilari, Mazzocco, Baldassin, Petrilli; Neto Pereira, Sparacello.

Ore 14.30 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Domenica tutti al Tombolato”) Partiamo dai numeri: diciotto vittorie su ventisei partite (nove su nove nel girone di ritorno), 42 gol fatti, dieci punti di vantaggio sul Bassano secondo in classifica quando mancano otto giornate alla fine della regular season. Ormai sono esauriti gli aggettivi per sottolineare la straordinaria stagione del Cittadella che lunedì sera ad Alessandria ha compiuto un passo importantissimo verso la promozione in serie B. Certo, fanno bene Venturato e il diggì Marchetti a tenere un profilo basso e a ripetere quasi quotidianamente che la strada è ancora lunga e disseminata di ostacoli, ma la forza tecnica e la solidità morale del gruppo granata sembrano davvero a prova di ogni imboscata. Ora occhio al Lumezzane, l’avversario di domenica, che dopo l’arrivo di Filippini in panchina ha ottenuto tre successi e un pareggio (in casa del Pordenone) nelle ultime quattro gare. Un Tombolato ribollente di tifo e di passione sarebbe il miglior biglietto da visita.

Ore 14.10 – (Gazzettino) La partita fra Alessandria e Cittadella ha avuto nel gol del raddoppio di Lucas Chiaretti la perla di un match giocato in maniera sontuosa dai granata: Gianluca Litteri si è accentrato dalla destra imbucando la palla in uno spazio sul quale è piombato come un falco il brasiliano che ha evitato il portiere in uscita deponendo nel sacco. Schema o fantasia fra fuoriclasse? «Tra noi ci capiamo sempre meglio – spiega il trequartista – Ho percepito i movimenti di Litteri e mi sono inserito nei tempi giusti. Durante gli allenamenti proviamo questi schemi, ma in partita le situazioni vengono gestite sul momento con intuito e fantasia». L’importanza della vittoria sui grigi di Gregucci è lampante. Riprende Chiaretti: «Era uno scontro diretto sul campo di quella che ritengo la squadra più forte del girone. Volevamo affrontarlo con lo spirito giusto e ci siamo riusciti, in particolare nel primo tempo dove siamo stati tempestivi a tutto campo e concreti». Quinto gol per il brasiliano del Cittadella. «L’ultimo lo avevo messo a segno al Tombolato con il Sudtirol. Avevamo perso quella partita, perciò mi era rimasto indigesto. Vorrei che i gol servissero sempre per far vincere la squadra, questo con l’Alessandria è stato bello, sono contento anche a livello personale. Lo dedico ad Andrea Paolucci, che è fuori da parecchio tempo. So quanto è dura, lui è bravo e mi auguro che torni a disposizione fin dalla prossima partita». Dopo la brillante vittoria di Alessandria tutto si è normalizzato in casa granata. «Siamo arrivati a Cittadella alle due di notte consapevoli di avere fatto ciò che si doveva. Eravamo contenti e rilassati, io ho anche dormito nel viaggio di ritorno in pullman». Eppure la visibilità è stata altissima grazie alla diretta televisiva. «Fa piacere, c’era molta aspettativa fra due ottime squadre. Queste sono le partite che mi piacciono di più, ma dobbiamo girare pagina subito senza pensare alla classifica. Finchè l’obiettivo non sarà matematicamente raggiunto, dobbiamo restare con i piedi per terra e continuare umili, pensando ad una partita alla volta e sempre con tanta voglia di vincere. Guai se molliamo, è pericoloso». Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’altro goleador della serata piemontese, Filippo Lora, al suo terzo centro dopo Pro Patria e Renate: «Non abbiamo ancora vinto niente. Gli avversari sono di valore e se concediamo loro qualcosa si fanno valere immediatamente. Sia con la Spal che con l’Alessandria siamo passati dal 2-0 al 2-1». Dopo avere giocato in Coppa Italia con la Spal, il centrocampista vicentino è stato riproposto nell’undici di partenza in campionato. È una scelta che indica il suo buon momento. «Le valutazioni spettano all’allenatore – riprende – Ad Alessandria mi sono trovato bene fin dall’inizio entrando nel vivo dell’azione e sfiorando il gol già prima di quello realizzato». Un liscio di Jallow è diventato un assist involontario per Lora, che ha battuto il portiere di casa in diagonale. Questa la dedica: «È per i miei compagni. Siamo un gruppo unito che si aiuta molto». Oggi la ripresa della preparazione: da valutare le condizioni di Jallow, uscito dal campo nel finale del secondo tempo per un risentimento alla coscia sinistra. Intanto sono slittate di un giorno le date della finali di Coppa Italia con il Foggia: andata giovedì 31 marzo alle 20.15, ritorno al Tombolato il 14 aprile alle 20.30.

Ore 13.50 – (Mattino di Padova) Lucas Chiaretti, fatto baldoria l’altra notte? «Macché! Pensate che per tornare prima a casa abbiamo cenato a panini direttamente in pullman, senza soste, rientrando alle 2 di notte», sorride il trequartista carioca del Cittadella, un gol con tanto di dribbling al portiere e un assist nel match vinto dai granata allo stadio Moccagatta di Alessandria. Niente riedizioni in spogliatoio del coro portafortuna dedicato ai fratelli Touré, allora? «No, quello lo intoniamo a seconda del momento, ma stavolta avevamo fretta». Però i motivi per festeggiare non mancano: 10 punti di margine sul Bassano secondo in classifica, a otto giornate dal termine, sono una garanzia. E adesso non dica che la promozione è ancora in bilico… «Sono sicuramente un vantaggio importante, ma se cominciamo a pensare di essere già in Serie B, allora rimettiamo tutto a rischio. Come dice il nostro tecnico Venturato dobbiamo essere umili e rimanerlo almeno sino a quando non avremo la certezza matematica della promozione». Se non sbagliamo, proprio lei ha sempre considerato l’Alessandria come la rivale meglio attrezzata sulla vostra strada, al di là del ritardo che, anche prima della partita di lunedì sera, aveva accumulato. «E lo penso ancora. Per questo la vittoria acquista ancora più valore. L’abbiamo ottenuta grazie ad un primo tempo di altissimo livello e ad una ripresa in cui non siamo più riusciti a tenere su il pallone come prima, ma dove siamo stati bravi a resistere alla pressione avversaria. Detto questo, dobbiamo tornare a metterci in discussione già dalla partita di domenica con il Lumezzane». Ma lei s’immaginava che vi sareste trovati così saldamente al comando a questo punto del cammino? «Di essere in testa sì, non con questo distacco però. E sinceramente non credo ci sia stata una gara della svolta, ma un processo di crescita continuo, attraverso il quale abbiamo acquisito una consapevolezza sempre maggiore dei nostri mezzi. È stato importante riuscire a superare lo spettro della retrocessione, che ancora pesava sull’ambiente nei primi mesi e poi, anche, capire la categoria: in Lega Pro bisogna correre tanto, faticare, e a volte trascurare la qualità privilegiando la quantità. Ecco perché vogliamo tornare a un calcio diverso da questo, quello della B». Ripensa ancora a quando Zeman voleva portarla con sé al Pescara? «Ogni tanto. Ci torno con la testa, penso a come la carriera avrebbe potuto prendere una piega diversa, al problema al ginocchio che ho avuto. Per fortuna è arrivata questa stagione, a scacciare quei ricordi e a regalarmi grande fiducia». Qualche mese fa ha dichiarato che puntava a chiudere l’anno con 10 gol. «Eh, mi sa che dovevo rimanere un po’ più prudente (e ride, ndr). Con quello di Alessandria, che voglio dedicare a Paolucci, nell’attesa di riaverlo assieme a noi, sono a 5 reti: difficilmente arriverò in doppia cifra, ma quel che conta è che si vinca, non che segni io. E poi c’è da dire che un conto è poter affrontare squadre che giocano a calcio, come l’Alessandria o il Pavia, un conto vedersela con la gran parte delle altre, avendo sempre un uomo addosso e magari compiti di copertura». Se il Citta sarà promosso, nel suo contratto è prevista un’opzione per il rinnovo automatico. «E io sono molto contento di poter rimanere, qui c’è un ambiente sano e un bel clima». Ansia Jallow. Tra le note meno liete legate al posticipo c’è l’infortunio di Lamin Jallow, costretto ad abbandonare il campo poco dopo la mezz’ora della ripresa, dolorante alla coscia sinistra. Soltanto oggi, alla ripresa degli allenamenti, saranno eseguiti accertamenti: la speranza è che si tratti di un semplice affaticamento. Nessuna frattura, ma solo una brutta botta, per Emiliano Bonazzoli, colpito al naso da Sirri. Finale Coppa, si slitta. La Lega ha fatto slittare di un giorno le due gare della finale di Coppa Italia, comunicando gli orari. Foggia-Cittadella, match d’andata, si svolgerà giovedì 31 marzo allo stadio Zaccheria alle 20.15. La sfida di ritorno, al Tombolato, si giocherà giovedì 14 aprile alle 20.30. Dirige D’Apice. Ad arbitrare Cittadella-Lumezzane (domenica, alle 17.30, al Tombolato) è stato designato Giosuè Mauro D’Apice, della sezione di Arezzo. Ad assisterlo Antonio Vono di Soverato e Ylenia D’Alia di Trapani.

Ore 13.30 – (Corriere del Veneto) Dieci punti di vantaggio sul Bassano secondo in classifica, Alessandria espugnata, nove vittorie consecutive. Il Cittadella avanza come un rullo compressore sulla strada del ritorno in serie B, ormai più che scontato dopo gli ultimi risultati. Impensabile che si possa gettare al vento un simile «tesoretto», al punto che gli abbracci di lunedì sera dei giocatori sul campo del Moccagatta erano assai significativi. Perché la trasferta di Alessandria era con ogni probabilità l’ultimo vero ostacolo da superare sulla strada dell’immediato ritorno nella cadetteria. «Sono felice di questa splendida vittoria — ammette Roberto Venturato — abbiamo disputato uno straordinario primo tempo, poi ci siamo messi in trincea e siamo riusciti a difenderci dal ritorno dell’Alessandria. Ci sono anche gli avversari e quando sono forti come in questo caso è ancora più complicato portare a casa il risultato. Lo abbiamo fatto ma non per questo dobbiamo pensare di aver tagliato il traguardo. Rimbocchiamoci le mani e andiamo avanti». Il dg Stefano Marchetti ai microfoni di Raisport ha già lanciato qualche segnale, a precisa domanda, sulla prossima stagione lasciando intendere che la volontà sarebbe quella di confermare praticamente in blocco la rosa, con qualche piccola eccezione. Ad esempio sono già stati avviati i colloqui con la Ternana per il riscatto di Gianluca Litteri, che l’estate scorsa era stato prelevato in prestito. Si parlerà anche col Chievo di un rinnovo dei prestiti di Bobb e Jallow, ma in questo caso il club gialloblù, a seconda delle indicazioni che verranno ricevute da Rolando Maran, potrebbe decidere di promuovere in prima squadra uno dei due, più probabilmente Jallow. Quest’ultimo è uscito lunedì anzitempo dal campo per un guaio muscolare. Ieri non sono arrivate notizie precise, si teme uno stiramento (stop di 15 giorni), anche se i primi segnali non erano negativi. Se Jallow dovesse alzare bandiera bianca, con il Lumezzane si aprirebbe la corsa alla sua sostituzione. Nelle ultime partite è stato spesso impiegato Bonazzoli a partita in corso, ma il centravanti di Asola non ha mai convinto ed ecco che le candidature di Bizzotto e di Coralli sono più che credibili. Discorsi in ogni caso prematuri, che andranno affrontati alla ripresa degli allenamenti fissata per oggi.

Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Confermato: i 500 mila euro del Pordenone, versati a fondo perduto per poter essere ripescati, rimangono (più che un’autentica una tantum) un vero unicum nella storia di LegaPro. Mauro Lovisa, che è consigliere federale, l’ha sentito con le proprie orecchie, in diretta, durante il vertice dirigenziale di Terza serie. Facilmente individuabile l’umore conseguente. TORNA LA SESSANTINA – La prossima estate, come era stato anticipato, per riportare la LegaPro al format di 60 squadre, ci saranno delle riammissioni, ma non dei ripescaggi. La modalità sarà quella dell’entrata non a pagamento. Dopo che si saranno svolti regolarmente playoff e playout, dunque senza blocco delle retrocessioni. Tenendo conto, in teoria, della situazione debitoria dei vari club. Uno di quelli in corsa per gli spareggi che contano, il Pavia appena bastonato dal Padova (prossimo avversario del Pordenone), per esempio, si trova ad affrontare un doppio esposto portato avanti dal suo ex direttore generale, Massimo Londrosi. Uno lo ha presentato alla Guardia di Finanza, per i fondi esteri arrivati da Hong Kong tramite il presidente cinese Xiandong Zhu. L’altro esposto lo ha inoltrato alla Procura federale, ipotizzando un bilancio «falso o quantomeno redatto in forma scorretta». Tanto per riscaldare già l’estate. MULTA – L’infruttuosa trasferta a Bassano del Grappa trova strascichi pure nelle decisioni del giudice sportivo. Era preventivata la squalifica per doppia ammonizione di Filippini. La brutta sorpresa sono i 500 euro di multa inflitti alla società perché «propri sostenitori in campo avverso, più volte durante la gara, intonavano cori offensivi nei confronti dell’arbitro». Entrano in diffida Alex Pederzoli (nona ammonizione) e Matteo Buratto (quarta). Nessuna squalifica nel Padova. Sabato pomeriggio allo stadio Bottecchia dirigerà Francesco Fourneau di Roma, coadiuvato dagli assistenti Marchi e Saccenti.

Ore 12.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Pro Patria “maledetta”: ha bloccato la continua crescita di Alberto Filippini. L’attaccante l’ha ammesso: «Contro i bustocchi avrei dovuto fermarmi, invece ho scelto di giocare e di accettare lo stop a Cremona». E da quell’infortunio ora “Pippo” fatica a riprendersi. Adesso, ciliegina sulla torta, è arrivata pure la doppia ammonizione di Bassano, che gli costerà il posto in Pordenone-Padova di sabato e costringerà il tecnico a ripensare a un attacco formato da Berrettoni, Cattaneo e Strizzolo. Poco male, pensando che lo stesso tridente ha sbancato sia lo Zini di Cremona che il Druso di Bolzano. Ma la forma di Filippini che ha preceduto l’infortunio di febbraio manca tanto alla squadra di Bruno Tedino. L’attaccante non sembra più lo stesso di un mese e mezzo fa e sta faticando a tornare decisivo. Un po’ come gli era successo a inizio stagione, quando rimaneva “nascosto” in panchina alle spalle del tornado De Cenco. Numeri alla mano, oggi Filippini non segna dal 6 febbraio, nella trasferta contro il Renate (sigillo a tempo praticamente scaduto), mentre un gol “da punti” gli manca da Albinoleffe-Pordenone del 23 gennaio. Poi 6 partite passate fra tribuna e panchina. Ora la squalifica, che lo costringerà di nuovo a guardare la gara dagli spalti. L’unico lato positivo è rappresentato dall’occasione fornita dallo stop: Filippini potrà recuperare con calma, mettere benzina nel motore e prepararsi allo sprint finale. Il Pordenone ha bisogno dei suoi gol pesanti. Nessuno, dati alla mano, ne può garantire così tanti.

Ore 12.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il popolo biancoscudato è già in fibrillazione. I 9 punti di fila conquistati dai ragazzi di Pillon, e soprattutto il roboante 3-0 inflitto al Pavia (doppietta di Altinier e centro di Neto Pereira), hanno entusiasmato i quattromila dell’Euganeo che hanno cantato durante tutti i 94′. Gli ultrà sono letteralmente impazziti di gioia e hanno già cominciato a tappezzare i locali e i luoghi di ritrovo con manifesti che invitano a “invadere” Pordenone sabato alle 17.30. La gradinata ospiti (mille posti) sarà una sola grande macchia biancorossa. EX DEGLI ANNI ’80 – Grande entusiasmo anche fra i giocatori, che al termine del match hanno “girato” un selfie sotto le bandiere della tribuna Fattori, visibile sul sito www.padovacalcio.it. Più tranquillo e sereno sembra Giuseppe Pillon, il tecnico che a dicembre aveva sostituito Carmine Parlato. Anche Bepi è un ex ramarro. Vestì neroverde nella stagione 1981-82, la prima di Gregoris, che insieme a Fioretti, Martellossi, Barbui, Tassan, Verardo, Mengo e i fratelli Della Gaspera rilevò il club dagli “assessori” traghettatori dopo la lunga era di Superugo Caon. Doveva essere il ramarro dell’Associazione industriali. Una chimera. Infatti nella successiva Giuseppe Gregoris restò solo con l’amico Sandro Pighin. Nemmeno in campo le cose andarono bene (12. posto in C2), nonostante la rosa roboante, che oltre a Pillon vedeva scendere sul rettangolo giocatori come Da Pieve, Rosi, Dolce, Fantinato, Fava, Pianca, Ravioli, Fortunato, Vriz e Zavarise. In panca Reja, sostituito in corso da D’Alessi. BEPI AL BIVIO – Proprio il Bottecchia sarà per Bepi Pillon il bivio della stagione del Padova. «Arriviamo da tre vittorie – dice il tecnico – e stiamo bene. Contro il Pavia abbiamo disputato una grandissima partita, anche se nella ripresa siamo un po’ calati. La condizione fisica e mentale della squadra è buona. Stiamo cogliendo i frutti del tanto lavoro fatto negli ultimi tre mesi. Scaliamo la classifica, ma – sottolinea – siamo ancora 6 punti sotto quel terzo posto occupato dal Pordenone, che garantisce l’accesso certo ai playoff». È quello l’obiettivo. «Ora che abbiamo scacciato l’incubo della retrocessione possiamo sognare – assicura il mister veneto -. Non intendiamo mollare. Il filotto deve continuare. Dobbiamo cercare di vincere più partite possibili, a partire da quella di sabato al Bottecchia. Alla fine – conclude – vedremo dove saremo arrivati». MUTANTI BIANCOSCUDATI – Pillon spiega la trasformazione del Padova che vince e piace. «È cambiata la situazione psicologica – afferma -. Ora possiamo anche sbagliare, mentre quando lotti per la salvezza non puoi farlo e sei teso. Adesso i ragazzi non hanno più quel timore. Il gruppo – continua Bepi – ha acquisito certezze. Siamo più squadra. Tutti lottano, sia in difesa che in attacco. Stiamo pian piano – trova finalmente un sorriso – arrivando a giocare come piace a me». RAMARRO AVVISATO – L’autostima di Altinier e compagni è al massimo, così come l’entusiasmo dei supporter, che vedono i playoff e “annusano” addirittura la B. Il Padova non sarà un avversario facile per il Pordenone che oltretutto, dopo il pareggio con il Lumezzane e la sconfitta di Bassano, potrebbe aver perso certezze e autostima. Tante altre gare sono state esageratamente definite chiavi di volta della stagione. Quella con i biancoscudati lo sarà veramente. Per la squadra, la società, i tifosi e la città. Per questo, tutto il popolo naoniano dovrà essere in campo sabato con i ragazzi di Bruno Tedino.

Ore 12.00 – (Messaggero Veneto) Tutti a disposizione, tranne Michele De Agostini. Nessuna sorpresa per Bruno Tedino alla ripresa degli allenamenti dopo la sconfitta di misura patita a Bassano. Nella prossima gara interna con il Padova, però, il tecnico neroverde dovrà rinunciare all’attaccante Alberto Filippini, squalificato come previsto dal giudice sportivo per una giornata, dopo l’espulsione subita domenica scorsa. Farà da contraltare il rientro di Strizzolo. Il club cittadino è stato pure multato di 500 euro «perché propri sostenitori, più volte durante la gara, intonavano cori offensivi verso l’arbitro». Intanto, continua a crescere l’attesa per il match di sabato. E pure la prevendita, ora incentivata dal provvedimento dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, che ha stabilito, in deroga a quanto avviene solitamente, che i residenti nelle province di Treviso e Venezia potranno accedere regolarmente allo stadio Bottecchia, anche se non in possesso della supporter card. La deroga (che non avrà valore nel settore ospiti) è stata concessa su richiesta del Pordenone, e con parere favorevole della Questura, per non penalizzare i numerosi appassionati provenienti dalle due province confinanti.

Ore 11.40 – (Messaggero Veneto) La si chiama legge dell’ex e ha l’intuibile significato di mettere in allerta chi gioca contro una vecchia conoscenza. Sulla presunzione che dopo il divorzio, la voglia di rivincita si tramuti in gol. E’ una legge particolarmente temuta, perché spesso ci azzecca. Lo sarebbe stata (temuta), e in parte lo rimane, pure per Pordenone-Padova, il big match di sabato. Ma il destino sembra divertirsi a falcidiare chi quella legge potrebbe attuarla. Maledizione. Da inizio stagione a oggi sembra caduta una sorta di “maledizione” sui reduci del Noncello approdati in biancoscudato. Basti pensare al raffronto tra andata e ritorno. Lo scorso 8 novembre all’Euganeo il Pordenone si trovò a sfidare un’autentica colonia di ex: sulla panchina del Padova sedeva Carmine Parlato, l’allenatore dell’accoppiata promozione-scudetto di serie D, e al suo fianco il preparatore atletico Alan Marin. In campo, tra le fila dei padroni di casa, ci andarono Daniel Niccolini e Matteo Dionisi, due colonne della retroguardia del Pordenone che colse lo storico “double” nel 2014, così come il giovane Enrico Bearzotti, promettente attaccante classe ’96, già pupillo di Parlato nella sua esperienza in neroverde. Più il veterano Cunico. Il superstite. Ebbene, di quella piccola colonia, sabato, alla meglio, potrebbe vedersi Bearzotti, che però ultimamente sta trovando poco spazio in campo e molto in panchina. Mister Parlato è stato esonerato lo scorso novembre dopo uno scialbo 0-0 a Busto Arsizio con la Pro Patria e 15 punti in 13 giornate. Assieme a lui se n’è andato pure Marin. Ma non basta. Perchè nel turno prima di Natale, in casa col Bassano, Niccolini si è scontrato in maniera fortuita col suo portiere Petkovic, riportando una doppia frattura. Per il difensore stagione finita. Di ieri, invece, la notizia dell’infortunio a Dionisi, uscito dolorante dall’allenamento del mattino a causa di un problema a un polpaccio che potrebbe tenerlo lontano dai campi di gioco per qualche settimana. Di certo, sabato non ci sarà, così come Cunico, anche lui fuori uso. Il nuovo. Se fossimo in Bepi Pillon, nel frattempo subentrato a Parlato al timone della formazione biancoscudata, riserveremo un occhio di riguardo a Francesco Finocchio. E’ lui il nuovo pericolo per Stefani e compagni. Almeno sulla base di quella legge tanto temuta. L’italo-brasiliano ha cominciato la stagione a Pordenone, mettendosi in luce con alcune buone prestazioni (e due gol, di cui uno decisivo alla Pro Piacenza), prima di prendere la strada verso Padova nel mercato invernale. Pillon, dopo averlo studiato, l’ha lanciato da titolare nelle ultime due gare, coincise con altrettante vittorie. E Finocchio ha risposto pure con una doppietta (al Mantova). In altre parole, presumibile aspettarselo nell’undici di partenza al Bottecchia. Missione. Sul versante neroverde non ci sarà, come riferiamo a parte, Alberto Filippini, squalificato. E qui la “maledizione” si ribalta: l’attaccante sarebbe stato un illustre ex della sfida, avendo vestito la maglia del Padova anche in serie B. Ma con o senza di lui, il compito della squadra di Tedino, graziata dai risultati delle rivali (Bassano a parte, nessuna concorrente play-off ha guadagnato punti sui ramarri) nell’ultimo turno, rimane uno solo: vincere per rimanere saldamente sul podio ed eliminare il Padova dalla corsa al terzo posto.

Ore 11.20 – (Gazzettino) SQUADRA. Prosegue la marcia di avvicinamento allo scontro diretto con il Pordenone: seduta atletica al mattino, mentre nel pomeriggio lavoro con il pallone. È tornato in gruppo Ilari. Oggi alle 15 Neto Pereira e compagni scenderanno in campo a Camposampiero per un’amichevole con il Campetra che milita in Prima categoria. Intanto oggi la Lega dovrebbe dare il proprio benestare a spostare alla sera (ore 20.30) la sfida di mercoledì 23 marzo all’Euganeo con la Cremonese, come richiesto dalla società biancoscudata. GIUDICE. Nessun provvedimento a carico del Padova, mentre nel Pordenone sarà assente per squalifica l’ex Filippini. TIFOSI. Sono già quattrocento i biglietti acquistati dai tifosi biancoscudati per seguire al “Bottecchia” il Padova lanciato all’inseguimento dei play off che distano due lunghezze a seguito della sconfitta dell’Alessandria (quarta in classifica). Per questa trasferta è attiva in prevendita l’iniziativa “Invita due amici allo stadio”. Domani il Gruppo operativo sicurezza deciderà se vendere i biglietti del settore ospiti anche il giorno della gara. Il prezzo è di 10 euro (più diritti prevendita): oltre che sul sito http://www.ticketland1000.com, si possono acquistare al Tabacchi Drago Samuele di via Buonarroti 89-91.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Sospetta lesione al soleo della gamba sinistra. È questo il responso a caldo dell’infortunio capitato ieri mattina a Matteo Dionisi. Un guaio non di poco conto, considerato che nel pomeriggio il difensore riusciva a camminare soltanto con le stampelle. È lo stesso Dionisi, comprensibilmente amareggiato per l’accaduto, a raccontare la dinamica dell’infortunio: «L’allenamento stava quasi volgendo al termine ed effettuando una corsa ho sentito una fitta al polpaccio, come se mi avessero tirato un sasso. Sento ancora un po’ di fastidio, farò di nuovo ghiaccio e poi vediamo cosa risulterà dalla risonanza». Il giocatore sarà ovviamente sarà assente nella trasferta di sabato con il Pordenone. Si teme però lo stop possa prolungarsi per tre-quattro settimane. Nelle ultime due partite (Mantova e Pavia) Dionisi è rimasto in panchina per fare posto a Fabiano al centro della difesa, con conseguente dirottamento a destra di Diniz, ma la sua assenza prolungata potrebbe costituire un grosso problema per Pillon alla luce del fatto che Diniz è in diffida e alla prossima ammonizione scatterà la squalifica. A quel punto il tecnico dovrebbe trovare una soluzione alternativa andando a pescare tra i giovani, tanto che ieri nelle esercitazioni tattiche è stato provato Turea che però a differenza di Anastasio e Dell’Andrea non è propriamente un terzino.

Ore 11.00 – (Gazzettino) Ieri in un primo momento era stato annunciato ai cronisti che nel pomeriggio Bonetto e Bergamin si sarebbero presentati insieme alla Guizza durante l’allenamento della squadra, poi il dietro front. «Le cose in sede sono andate un po’ per le lunghe. Abbiamo parlato anche di queste voci, cercando di capire come mai ci sia stata quest’uscita. Bergamin ha sentito Pillon, il quale ha detto che la squadra è impermeabile a questi discorsi che personalmente mi hanno lasciato un po’ perplesso». Ecco un flash del presidente Giuseppe Bergamin: «Pura fantasia. Non è un’indiscrezione perché manca l’oggetto. Disturba un po’, ma la lascio scivolare via e non crea alcun problema psicologico. Ho parlato anche con il tecnico, la squadra è serena. In questo momento abbiamo bisogno di tranquillità ed essere concentrati sul campo». Intanto, domani alle 13 in sede si terrà un consiglio d’amministrazione per l’approvazione del bilancio dei primi sei mesi della stagione.

Ore 10.50 – (Gazzettino) «Sono rimasto basito, non c’è nulla di vero». Replica così Roberto Bonetto all’indiscrezione fatta lunedì sera nel corso della trasmissione “Tuttincampo spogliatoi”, su un possibile disimpegno della famiglia Bonetto dal Padova a fine giugno. «La famiglia Bonetto e la famiglia Beccaro hanno preso un impegno triennale davanti al sindaco e alla città – prosegue l’amministratore delegato biancoscudato – Oggi non c’è alcuna volontà di farsi da parte, poi nella vita non si sa mai cosa può succedere. Tra il sottoscritto e Bergamin c’è il massimo rispetto, non c’è una divisione in atto e continuiamo ad andare avanti cercando di goderci questo momento della squadra e speriamo di poter avere anche una maggiore felicità. Ora concentriamoci sulla prossima partita, per il resto abbiamo lavorato bene e siamo andati sempre d’accordo. Se un giorno ci fossero delle incomprensioni come può accadere in tutte le famiglie, cosa che però al momento non esiste, tra persone intelligenti si risolverebbero. E comunque il Padova non sarà mai lasciato allo sbando, ci sarà sempre una proprietà forte che lo porta avanti».

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Tanto rumore per nulla, allora? Sembrerebbe di sì, ma in una fase così importante della stagione è doveroso fare dei “distinguo”: 1) l’aspetto sportivo (leggasi squadra) deve prescindere da quello imprenditoriale (la conduzione del club), anzi è bene che le due realtà vivano davvero di un’autonomia propria, pur sotto lo stesso cappello; 2) solo uniti si può sperare di arrivare a centrare un traguardo (i playoff) impensabile sino ad un mese fa; 3) le discussioni fra i soci (che ci sono, e sono spesso aspre, come si è visto anche in passato) fanno parte di quel processo di crescita di una realtà che, proprio perché si chiama Padova, attira su di sè attenzioni e interessi superiori a tante altre. Intanto, per domani alle 13, in sede, è convocato il Consiglio d’amministrazione: all’ordine del giorno l’approvazione della relazione finanziaria semestrale. Il bilancio si chiuderà in passivo (perdite sotto i 2 milioni di euro). E a Padova e dintorni non è che trovi industriali pronti a dare una mano per il calcio, questo va detto e ripetuto sino alla noia. Mai dimenticarlo.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Ovviamente, ieri non si è parlato d’altro. E fra i tifosi e gli addetti ai lavori è rimbalzata una sola domanda: ma davvero la B&B (dalle iniziali dei personaggi coinvolti, ndr) è vicina a dividersi, a poco più di un anno e mezzo dalla (ri)fondazione del Padova, costretto a ripartire dai dilettanti dopo la sciagurata gestione Penocchio-Cestaro? Non è stata una mattinata semplice per i due imprenditori dell’Alta, attorno ai quali si sono raccolti, strada facendo, altri tre industriali (Poliero, Salot e Tosetto), presi entrambi dai propri impegni ma bersaglio di numerose, eppure necessarie, richieste di chiarimento. Alla fine, in sede all’Euganeo, nel primo pomeriggio Bergamin e Bonetto si sono confrontati direttamente. Il presidente si è limitato ad un solo commento: «Che bisogno c’è di puntualizzare? Non è successo nulla…». E l’a.d. ha aggiunto: «Che tra il sottoscritto e Bepi esistano visioni diverse, è normale. Ma questo avviene in ogni famiglia: si discute, si litiga, e poi si trova la quadra, come suol dirsi. Abbiamo un obiettivo comune: un patto triennale per provare a raggiungere la Serie B. Non ho alcuna intenzione, insieme a mio figlio Edoardo e a Beccaro, di derogare da tale impegno, ripeto».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Pochi minuti dopo, lo stesso Roberto Bonetto è intervenuto telefonicamente. «Hai detto delle cose fuorvianti, che sono fuori della realtà», la sua stizzita replica al conduttore. «Mi stupisco che in un momento come questo, con la squadra in piena lotta per i playoff, andiamo a creare dei rumours. Non esiste, non sta né in cielo né in terra. Questa è una “bufala”, chi ti ha dato la dritta si è sbagliato di grosso, anche perché io davanti al sindaco Bitonci ho promesso insieme a Bergamin che il nostro è intanto un progetto triennale. Se poi lungo la strada ci fossero delle incomprensioni tra la famiglia Bonetto e la famiglia Bergamin, sicuramente laveremmo i panni sporchi tra di noi e soprattutto il Padova non resterebbe in braghe di tela, perché il Padova sarà sempre tutelato da Bonetto o da Bergamin. Non sono qua per business, e sia chiaro che il Padova non ha problemi economici, tanto che la Covisoc ci ha detto che siamo l’unica società che paga mensilmente gli stipendi e una delle poche in ordine in Lega Pro».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Ci eravamo tanto amati e ora ci lasciamo perché non andiamo più d’accordo sulle strategie da seguire? In estrema sintesi, il dubbio sulla fine anticipata del sodalizio, calcistico e finanziario, tra Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto al vertice del Calcio Padova, paventata da una tv privata, ha contrassegnato l’intera giornata di ieri, scatenando reazioni e commenti preoccupati sui social network e negli ambienti del tifo biancoscudato. Sino a quando, a metà pomeriggio, l’a.d. di viale Rocco ha smentito qualsiasi ipotesi di abbandono: «La famiglia Bonetto e il suo socio in Thema Moreno Beccaro non hanno intenzione di mollare», le sue parole. «Nessuna uscita di scena al 30 giugno, ma rapporto con Bergamin improntato sul rispetto reciproco». L’annuncio di Tv 7 Triveneta. Riavvolgiamo il nastro, posizionandolo a quanto accaduto lunedì sera, a “Tuttincampo spogliatoi”, su Tv 7 Triveneta, quando Giorgio Borile ha spiazzato l’uditorio con un annuncio-choc: «La famiglia Bonetto ha già un accordo verbale con Bepi Bergamin e lascerà il Padova il 30 giugno, non prima di aver rispettato ogni impegno economico stipulato fino a tale data».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Sono cinque oggi i soci del Calcio Padova, ma in realtà l’azionista di maggioranza è Giuseppe Bergamin. Perché, dopo l’ingresso di Massimo Poliero, Giampaolo Salot e Walter Tosetto, che si sono aggiunti ai due fondatori del club, il pacchetto azionario, prima in mano al titolare della “Sunglass” di Villafranca e al proprietario della Thema di Piazzola sul Brenta, è stato suddiviso in cinque parti: Bergamin e Bonetto hanno il 30% a testa, agli altri tre il 40% rimanente. La quota di Tosetto, titolare dell’omonima azienda di carni di Campo San Martino, è stata, però, garantita dallo stesso patron, il quale detiene così il 42% delle azioni, pur avendo l’amico in Cda come consigliere. Del Consiglio d’amministrazione fanno parte anche Edoardo Bonetto (vice-presidente), Moreno Beccaro (socio di Bonetto nella Thema), Marco Bergamin (figlio di Bepi), Sandro Vecchiato (sponsor con Birra Antoniana) e Roberto Vitulo (responsabile amministrativo della Sunglass).

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Di fronte, nell’undici di Bruno Tedino, mancherà invece l’ex biancoscudato Alberto Filippini: l’attaccante, che fu del Padova di Sabatini, domenica scorsa, a Bassano, è stato espulso e quindi non sarà della gara poiché squalificato. A dirigere l’incontro, infine, sarà Francesco Fourneau, fischietto della sezione di Roma 1 al suo primo anno in Lega Pro. Assistenti di linea saranno Marchi di Bologna e Saccenti di Modena. L’esodo. Una gara che, nonostante le assenze sull’uno e l’altro fronte, si preannuncia spettacolare, e che di certo richiamerà una cornice di pubblico imponente. E la caccia al biglietto ha fatto registrare un autentico “boom” da parte dei supporters biancoscudati: nei primi due giorni di vendite, tra lunedì e martedì, a Padova sono già stati staccati quasi 400 biglietti. E almeno altri 200 dovrebbero essere venduti sino alle 19 di venerdì, giorno di vigilia, quando chiuderà la prevendita: circa 600 unità, infatti, è la quota di padovani in trasferta stimata dalla società e dalle forze dell’ordine. Domani a Pordenone si svolgerà l’importante tavola operativa del Gos (Gruppo Operativo di Sicurezza), che dovrà decidere se permettere la vendita dei biglietti ai tifosi ospiti anche il giorno della partita, al di fuori dello stadio: una decisione che, ad ora, sembra andare verso il parere negativo, e per questo ai tifosi del Padova viene raccomandato di munirsi del tagliando di ingresso entro venerdì.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Sei punti recuperati all’Alessandria in due sole gare, e quarto posto a sole due lunghezze di distanza. Il pensiero stupendo del Padova volge ad una delle sue tappe fondamentali: sabato a Pordenone (ore 17.30) si scontreranno due delle squadre più in forma dell’ultima parte di stagione. Ma il Padova, e soprattutto Bepi Pillon, ci arriveranno senza uno dei grandi “ex” della gara. Matteo Dionisi, infatti, ieri si è fermato per un sospetto stiramento al polpaccio sinistro: mentre effettuava lavoro di forza atletica nel corso dell’allenamento mattutino, il terzino biancoscudato ha sentito tirare il muscolo ed ha abbandonato il campo visibilmente dolorante, tanto che nel pomeriggio ha assistito alla seduta dei compagni sostenendosi sulle stampelle. Per lui si sospetta una lesione (probabilmente seria) al soleo del polpaccio sinistro: rimarrà a riposo per un paio di giorni, prima di effettuare le visite del caso. Prove generali. Questo pomeriggio, alle 15, il Padova sarà impegnato a Camposampiero in un’amichevole contro il Campetra Savio, che milita nel girone E di Prima Categoria. Un test utile, per Neto Pereira & C., per cominciare a testare i meccanismi dell’undici che scenderà in campo al “Bottecchia”. Una squadra che, oltre ai vari Corti, Petkovic e Niccolini, dovrà fare a meno, dunque, anche di Dionisi.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) E, al momento, non ci sono sviluppi in tal senso e nemmeno trattative avanzate con eventuali soggetti interessati. Nel mini-summit Bergamin e Bonetto hanno anche valutato di presentarsi alla Guizza per rassicurare i giocatori, decidendo però alla fine di accantonare questa opzione. Gli stipendi sono sempre stati pagati regolarmente e puntualmente, la solidità societaria non è in discussione e non c’è alcun tipo di segnale che faccia ipotizzare una crisi in atto tanto grave da prefigurare strappi fragorosi. Vero è che le opinioni dei due talvolta divergono, soprattutto sull’operato del ds Fabrizio De Poli, sul conto del quale mesi fa si era arrivati a un passo dalla rottura. Ma sono tutti discorsi che verranno nuovamente affrontati a fine stagione, non certo adesso. Ieri, intanto, Matteo Dionisi si è procurato in allenamento una sospetta lesione al soleo, anche se la certezza definitiva si avrà con un secondo esame in programma a stretto giro di posta, dopo due giorni di riposo. I tempi di recupero dovrebbero aggirarsi attorno alle tre settimane ma potrebbero anche essere più lunghi, visto che il giocatore ieri è uscito dal campo in stampelle.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto vanno avanti insieme. Ieri pomeriggio i due imprenditori, presidente e amministratore delegato del Padova, si sono incontrati per fare il punto dopo le ultime voci che mettevano in dubbio un percorso comune nella prossima stagione. Voci smentite categoricamente da entrambi. «Abbiamo preso un impegno triennale davanti al sindaco — dice Bonetto — e né da parte mia né della famiglia Beccaro c’è la benché minima intenzione di non rispettarlo. Siamo persone serie». Dietro le quinte si chiacchiera e si discute, certo, ma si fa anche notare che gli ultimi due mesi fra i due sono stati i più tranquilli mai vissuti da un anno a questa parte dal «tandem» di viale Nereo Rocco. Sottolineando pure che, se mai un giorno si dovesse arrivare a una separazione, cosa al momento non all’orizzonte, prima di tutto bisognerebbe trovare un acquirente disponibile a rilevare la quota dell’uno o dell’altro.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 59, Bassano 49, Pordenone 47, Alessandria 43, FeralpiSalò e Pavia 42, Padova 41, Reggiana e SudTirol 38, Cremonese 37, Lumezzane 30, Cuneo, Giana Erminio e Renate 28, Pro Piacenza 27, Mantova 23, AlbinoLeffe 18, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventiseiesima giornata: Padova-Pavia 3-0 (Altinier (Pd) al 26′ pt, Neto Pereira (Pd) al 41′ pt, Altinier (Pd) al 47′ st), AlbinoLeffe-Cuneo 2-0 (Girardi (Al) al 5′ st e al 45′ st), Renate-FeralpiSalò 1-0 (Pavan (Re) al 34′ st), Pro Piacenza-Pro Patria 1-1 (Alessandro (Ppi) al 29′ pt, Montini (Ppa) al 41′ pt), Giana Erminio-Mantova 0-0, Reggiana-SudTirol 0-0, Lumezzane-Cremonese 2-1 (Sansovini (Cr) al 11′ pt, autogol di Zullo (Cr) al 24′ st, Bacio Terraciano (Lu) al 49′ st) Bassano Virtus-Pordenone 1-0 (Misuraca (Ba) su rigore al 28′ st), Alessandria-Cittadella 1-2.

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 15 marzo: doppia seduta per i Biancoscudati, infortunio al soleo della gamba sinistra per Dionisi.




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