Lucas Chiaretti, fatto baldoria l’altra notte? «Macché! Pensate che per tornare prima a casa abbiamo cenato a panini direttamente in pullman, senza soste, rientrando alle 2 di notte», sorride il trequartista carioca del Cittadella, un gol con tanto di dribbling al portiere e un assist nel match vinto dai granata allo stadio Moccagatta di Alessandria. Niente riedizioni in spogliatoio del coro portafortuna dedicato ai fratelli Touré, allora? «No, quello lo intoniamo a seconda del momento, ma stavolta avevamo fretta». Però i motivi per festeggiare non mancano: 10 punti di margine sul Bassano secondo in classifica, a otto giornate dal termine, sono una garanzia. E adesso non dica che la promozione è ancora in bilico… «Sono sicuramente un vantaggio importante, ma se cominciamo a pensare di essere già in Serie B, allora rimettiamo tutto a rischio. Come dice il nostro tecnico Venturato dobbiamo essere umili e rimanerlo almeno sino a quando non avremo la certezza matematica della promozione». Se non sbagliamo, proprio lei ha sempre considerato l’Alessandria come la rivale meglio attrezzata sulla vostra strada, al di là del ritardo che, anche prima della partita di lunedì sera, aveva accumulato. «E lo penso ancora. Per questo la vittoria acquista ancora più valore. L’abbiamo ottenuta grazie ad un primo tempo di altissimo livello e ad una ripresa in cui non siamo più riusciti a tenere su il pallone come prima, ma dove siamo stati bravi a resistere alla pressione avversaria. Detto questo, dobbiamo tornare a metterci in discussione già dalla partita di domenica con il Lumezzane». Ma lei s’immaginava che vi sareste trovati così saldamente al comando a questo punto del cammino? «Di essere in testa sì, non con questo distacco però. E sinceramente non credo ci sia stata una gara della svolta, ma un processo di crescita continuo, attraverso il quale abbiamo acquisito una consapevolezza sempre maggiore dei nostri mezzi. È stato importante riuscire a superare lo spettro della retrocessione, che ancora pesava sull’ambiente nei primi mesi e poi, anche, capire la categoria: in Lega Pro bisogna correre tanto, faticare, e a volte trascurare la qualità privilegiando la quantità. Ecco perché vogliamo tornare a un calcio diverso da questo, quello della B». Ripensa ancora a quando Zeman voleva portarla con sé al Pescara? «Ogni tanto. Ci torno con la testa, penso a come la carriera avrebbe potuto prendere una piega diversa, al problema al ginocchio che ho avuto. Per fortuna è arrivata questa stagione, a scacciare quei ricordi e a regalarmi grande fiducia». Qualche mese fa ha dichiarato che puntava a chiudere l’anno con 10 gol. «Eh, mi sa che dovevo rimanere un po’ più prudente (e ride, ndr). Con quello di Alessandria, che voglio dedicare a Paolucci, nell’attesa di riaverlo assieme a noi, sono a 5 reti: difficilmente arriverò in doppia cifra, ma quel che conta è che si vinca, non che segni io. E poi c’è da dire che un conto è poter affrontare squadre che giocano a calcio, come l’Alessandria o il Pavia, un conto vedersela con la gran parte delle altre, avendo sempre un uomo addosso e magari compiti di copertura». Se il Citta sarà promosso, nel suo contratto è prevista un’opzione per il rinnovo automatico. «E io sono molto contento di poter rimanere, qui c’è un ambiente sano e un bel clima».
(Fonte: Mattino di Padova, Diego Zilio)