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Ore 22.00 – (Il Piccolo) Cambio di panchina alla Triestina: il nuovo allenatore è Roberto Bordin, 51 anni, da un decennio vice di Mandorlini e proprio come lui ex alabardato. Anzi, Bordin la casacca dell’Unione l’ha indossata proprio da giocatore, in serie C2, nella stagione 1998-99. L’addio di Doardo era un po’ nell’aria dopo la sconfitta interna di domenica contro l’Union Ripa, ma ovviamente non è solo questione di risultati. Doardo è sempre stato ritenuto un po’ uomo della precedente gestione Favarato, inoltre in molti hanno fin dall’inizio messo in dubbio le sue capacità, considerato il curriculum che si limitava solo al settore giovanile, dai Pulcini agli Allievi, di Vicenza e Cittadella. Insomma, una carenza di esperienza per navigare nelle difficili acque della lotta salvezza in serie D. Ieri a Prosecco c’è stato comunque un passaggio di consegne molto cordiale: Doardo ha salutato tutti e i giocatori gli hanno anche tributato un applauso, mentre Bordin ha già iniziato a dirigere il suo primo allenamento. Alla fine, se c’era da cambiare, giusto farlo adesso che ci sono due settimane prima della prossima partita. Anzi, dopo la Sacilese ci sarà anche la pausa pasquale, per cui con una sola partita in quasi un mese il nuovo tecnico avrà tutto il tempo di lavorare con la squadra. Certo un cambio di panchina in questa fase di esercizio provvisorio può sembrare una cosa piuttosto anomala, ma sotto questo aspetto il curatore fallimentare Vernì assicura: «Ovviamente tutto è stato fatto nelle regole della procedura. La sostituzione è stata fatta su indicazione di Milanese (ieri a Londra, ndr), a Doardo vanno i ringraziamenti per il lavoro svolto, comunque ripeto che per l’avvicendamento è stata trovata una formula che non aggravia la procedura». Quanto al nuovo tecnico, il curriculum di Bordin è di quelli di tutto rispetto, anche se quella di Trieste sarà la sua prima esperienza come allenatore titolare. Nato in Libia nel 1965 ma ben presto trasferitosi a Sanremo, da calciatore vanta una lunga carriera e tanti anni di serie A con le maglie di Cesena, Atalanta, Napoli (qui è stato compagno di squadra di Milanese) e Piacenza, per poi scendere fino in C2 proprio con la Triestina (quell’anno l’Unione giunse seconda e perse i play-off con il San Donà). Bordin chiude la carriera a La Spezia (e sarà avversario della Triestina nei play-off del 2002, quelli della promozione alabardata in B) ma con una parentesi a Vicenza. Appese le scarpette al chiodo, Bordin comincerà la lunga carriera di vice allenatore di Mandorlini, seguendolo a Bologna, Padova, Siena, Sassuolo, in Romania con il CFR Cluj e poi negli ultimi cinque anni a Verona con la scalata fino alla serie A. Proprio quest’estate, però, il rapporto con il Verona non si era rinnovato e dopo tanti anni si era così interrotto il rapporto con Mandorlini: in questo modo, però, Bordin si è risparmiato il pessimo campionato dell’Hellas. Adesso lo aspetta un’altra missione, quella di mantenere la Triestina in serie D.
Ore 21.40 – (Corriere delle Alpi) Roberto Vecchiato firma un biennale con il Belluno. Non è facile vedere in serie D accordi di più di una stagione con gli allenatori, ma la società gialloblù non ha voluto rischiare di perdere il suo allenatore, uno degli artefici di questo triennio ad altissimi livelli, e gli ha offerto un rinnovo di due anni che ha sorpreso il tecnico stesso, ma lo ha anche lusingato e lo ha portato ad accettare l’accordo. Insieme a Vecchiato, sono stati confermati per la prossima stagione anche il responsabile del settore giovanile Ivan Da Riz e il direttore sportivo Augusto Fardin. Per quanto riguarda il ruolo di Da Riz, è stato confermato per il settore giovanile, mentre per il ruolo di vice si discuterà soltanto a fine anno visto che il doppio ruolo comunque richiede una presenza costante e un impegno senza sosta. «Il lavoro svolto da Fardin, Vecchiato e Da Riz è sotto gli occhi di tutti ed era doveroso dare continuità a quanto fatto in questi anni – spiega il presidente Perissinotto – la riconferma di un allenatore bravo e preparato come Roberto è un grande risultato per la società, soprattutto perché è normale che altre squadre potessero essere interessate al nostro tecnico. Per il ruolo di vice, discuteremo con Ivan a fine stagione». Dopo le parole del numero uno di Piazzale della Resistenza arriva il commento felice dell’allenatore, che se rimarrà fino a fine dell’accordo biennale sarà il secondo allenatore più longevo sulla panchina gialloblù dopo Eros Beraldo, che guidò la squadra per sette anni, dal 1968 al 1975. «A Belluno si sta davvero bene e ci sono tutte le condizioni per migliorare ulteriormente i risultati ottenuti in questi anni – commenta Vecchiato – tutti noi siamo consapevoli che ripetersi non è mai facile ma questa è una società solida, composta da persone alle quali personalmente devo molto. Fare nomi non è mai semplice, si rischia sempre di dimenticare qualcuno, ma voglio ringraziare Fardin per avermi dato la possibilità di iniziare la mia carriera da allenatore qui a Belluno e il Cda, in particolare il presidente Gianpiero Perissinotto, i vice Sergio Carbonari e Livio Gallio, l’amministratore delegato Paolo Polzotto e Alberto Lazzari. La proposta di un accordo biennale è stata una sorpresa anche per me, ma ho accettato con entusiasmo questa nuova sfida».
Ore 21.20 – (La Provincia Pavese) Come previsto il giudice sportivo di Lega Pro ha squalificato per una giornata Alessandro Malomo e Alessandro Cesarini che nella gara disputata domenica scorsa con la Giana Erminio hanno rimediato la loro quinta ammonizione stagionale e per loro è scattato il provvedimento di stop per recidività in ammonizioni. Intanto è stato designato l’arbitro della gara di sabato Padova-Pavia sarà Andrea Capone di Palermo. Il fischietto siciliano ha diretto in questa stagione nove gare in Lega Pro, ma solamente una nel girone A quella del 10 ottobre scorso a Bergamo tra Albinoleffe e Pavia vinta dagli azzurri per 2-1 con doppietta di Andrea Ferretti. Capone aveva diretto gli azzurri anche nel campionato 2014-15 in occasione della gara casalinga vinta per 3-0 con la Giana. In vista della gara di Padova prosegue la preparazione degli azzurri, iniziata già lunedì e proseguita ieri pomeriggio. In gruppo per la prima parte di seduta anche Giuseppe Pirrone, che domenica era uscito a metà primo tempo per un fastidio muscolare. L’ex centrocampista dell’Ascoli ha saltato solamente la partitella finale e viene gestito in quest’inizio di settimana. Oggi l’allenamento è previsto per la mattinata con inizio alle 10,30. Intanto da ieri è attiva la prevendita per la gara Padova-Pavia e terminerà venerdì alle ore 11 presso i punti vendita del circuito Ticket One della Lombardia al prezzo unico di favore di 7 euro (più commissione). Sabato, invece, l’acquisto del biglietto d’ingresso direttamente all’Euganeo avrà un costo di 13 euro e sarà possibile farlo dalle 13, un’ora prima del fischio d’inizio della gara. Per assistere alla gara in trasferta è obbligatoria la tessera del tifoso.
Ore 21.00 – (La Provincia Pavese) Tornato titolare domenica scorsa contro la Giana, Alessandro Marchi ha dimostrato di essere in forma e di poter dare il contributo in un momento dove il Pavia vuole continuare a crescere. «Quando si cambia tanto come è accaduto a noi a gennaio non è scontato far bene, ma rispetto alle prime uscite dell’anno nelle ultime giornate sono arrivate tre vittorie e anche segnali di crescita – dichiara il centrocampista originario di Urbino, ma cresciuto calcisticamente nel Rimini – Dobbiamo, però, continuare su questa strada perché il campionato ci insegna che tutte possono vincere con tutte e quindi occorre rimanere concentrati sempre. Sabato andremo a Padova per una partita in cui con l’atteggiamento giusto e con la grinta e le qualità che abbiamo possiamo ottenere un risultato positivo». Il centrocampo dove agisce Marchi è il reparto che ha cambiato completamente volto con il mercato di gennaio e mister Brini sta provando varie soluzioni anche per coprire una squadra molto offensiva con Cesarini, Ferretti e Sforzini, tutti insieme. «Prima in mezzo al campo avevamo un regista puro come La Camera, ora c’è Muscat bravo come impostazione ma anche nel dare equilibrio alla squadra – analizza Marchi -. Con mister Brini abbiamo iniziato prima a due ora siamo passati a tre. Ci voleva del tempo giocando insieme per trovare la giusta intesa e ora siamo sulla strada giusta. Quando hai davanti giocatori importanti per la categoria come Cesarini, Ferretti e Sforzini è giusto sfruttare tutto il potenziale offensivo. L’equilibrio è la cosa più importante e dire che lo stiamo trovando come dimostra il fatto che nelle ultime gare si sono subiti pochi gol. Sul piano del gioco possiamo e dobbiamo migliorare giorno dopo giorno, ma intanto la solidità la stiamo già avendo». Anche a livello personale Marchi ha dimostrato di essersi ripreso dall’infortunio di inizio 2016. «Sono abbastanza soddisfatto di quanto fatto finora anche se mi piacerebbe anche trovare qualche gol da qui alla fine sempre nell’interesse della squadra che viene prima di tutto – dichiara l’ex centrocampista della Cremonese -. Nella prima parte di stagione sono stato bene fino a novembre, poi come il resto della squadra ho avuto un appannamento, una fase che è costata la panchina a mister Marcolini, perché come sempre in questi casi paga il momento no l’allenatore. Con il nuovo mister stavo recuperando ma poi ho avuto un infortunio al ginocchio che mi ha fermato. Per fortuna per caratteristiche sono leggero e ritrovo la condizione in fretta e ora sto bene». Ora testa solo a Padova. «Inutile pensare a più in là bisogna concentrarsi sulla trasferta di sabato da cui tornare con punti».
Ore 20.30 – (Gazzetta di Reggio) Ieri doppia seduta di allenamenti per gli uomini di Colombo: in palestra al Fit Village in mattinata, il sintetico della Tricolore Reggiana nel pomeriggio. Il tecnico ha ripreso le redini della squadra, dopo la parentesi di lunedì a Coverciano che aveva comportato il passaggio momentano di consegne al secondo Paolo Zanetti. Colombo ha iniziato a studiare gli schemi da adottare nel match di sabato contro il Sudtirol. Non ci sono novità in organico, continuano a mancare i… soliti cinque. Paolo Frascatore, Paolo Bartolomei e Riccardo De Biasi hanno lavorato tutto il giorno in palestra perciò il loro rientro slitta quantomeno alla prossima settimana; invece Antonio Loi ed Antonio Letizia hanno maggiori possibilità di tornare presto in gruppo. In particolare, il primo aspetta l’esito dell’esame strumentale al ginocchio per capire l’origine del fastidio che avverte da alcuni giorni mentre il secondo è in attesa di guarire dall’infezione al piede destro che non gli permette di correre e calciare la palla regolarmente. Assenze a parte il morale del gruppo pare sollevato, nonostante lo stop di Cremona, tanto che i giocatori hanno scherzato spesso fra di loro e col mister e si sono viste anche giocate interessanti nelle azioni di cross dal fondo. La pioggia invece ha fatto da guastafeste perciò anche oggi la squadra si allenerà lontano da via Agosti: alle 10.30 alla Canalina sul sintetico della Reggio Calcio, un campo con dimensioni più grandi dove si inizierà ad intuire il prossimo undici titolare che, certamente, sarà diverso dalle ultime uscite vista l’assenza obbligata di Minel Sabotic (e forse Letizia) ed i rientri di Daniele Mignanelli e Raffaele Nolè tra gli atleti disponibili.
Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) Incassato il rinnovo della fiducia da parte della società, Ivan Javorcic guarda avanti con realismo: «So bene che i risultati non mi danno ragione e che vincere è l’unico modo per dimostrare che il mio lavoro è di qualità. La cosa non mi spaventa, perché io sono nato in una terra che ha l’orgoglio nel dna. Se qualcuno mi dice che non valgo nulla, la mia prima reazione è dimostrare che si sbaglia: si chiama rispetto per se stessi ed è questo che chiedo anche ai giocatori». Il tecnico, a mente fredda, ha poco da aggiungere a quanto accaduto domenica contro il Padova: «Abbiamo perso male, punto. In settimana avevo chiesto di vedere in campo ritmo, attenzione e responsabilità: tutto questo non c’è stato e dunque la colpa non può che essere mia». Domenica Javorcic aveva anche detto di aver capito il “male oscuro” del Mantova ma di non poterlo dire pubblicamente. A distanza di due giorni, il mister la spiega così: «Volevo dire che non è il caso di entrare in un’analisi profonda mentre stiamo ancora combattendo la battaglia. Ma il senso generale del discorso è che il problema del Mantova sta tutto o quasi nell’aspetto emotivo, mentale. Non è possibile che la stessa squadra che ha tritato il Cuneo dopo due settimane si esprima così male contro il Padova. E non si spiega neppure che un gruppo che ha sempre subìto poco nei mesi scorsi, ora prenda 6 gol in due partite con tanta facilità. Queste cose – insiste Javorcic – non si spiegano con il modulo tattico o con altre cose tecniche, alla base di tutto c’è la nostra tendenza a subire e a moltiplicare per cento ogni episodio negativo che accade in campo. Dobbiamo cambiare, questo aspetto mentale non può più condizionarci in questa maniera». Javorcic resta comunque convinto che il Mantova possa ancora salvarsi: «Sono certo che l’obiettivo lo raggiungeremo, se non succederà sarà innanzitutto un mio fallimento. Ne verremo fuori tutti insieme ma l’unico modo possibile è quello di andare a vincere sabato a Gorgonzola. Serve un’impresa, la musica deve cambiare. E noi ci proveremo con umiltà e silenzio – conclude -, lavorando sodo ma soprattutto dando sabato in campo tutto ciò che abbiamo dentro».
Ore 19.40 – (Gazzetta di Mantova) Il “nuovo corso” del Mantova inizia al Martelli con un lungo colloquio fra la società e Ivan Javorcic prima e fra la società e i giocatori dopo. E società da ieri significa il direttore generale Gianfranco Bernasconi e il direttore operativo Matteo Togni, delegati da Sandro Musso a gestire tutto da qui a fine stagione. Il presidente, dal canto suo, come spiega Bernasconi «si occuperà del futuro del club». Un futuro – e questo è importante – che l’attuale proprietà «garantisce in ogni categoria e in ogni caso, anche se non sarà possibile trovare un gruppo di imprenditori che ci affianchi. A costo di gestire il club al centesimo». Detto ciò, si torna ai guai sul campo, che non sono pochi. Fiducia rinnovata a Javorcic: «Il mister ha smaltito la batosta di domenica – dice Bernasconi, che ha avuto questi incontri con al fianco Togni e il socio Piero Raccagni -, l’ho trovato convinto e pronto a preparare la gara di sabato, importantissima». Incontro positivo anche con i giocatori: «Ho detto loro che chi non credeva più nella salvezza poteva uscire dallo spogliatoio. Non ho visto rassegnazione ma volontà di rialzarsi. I ragazzi sono coscienti del fatto che sta a loro tirarsi fuori da questa situazione e che la storia del finale di questo campionato non è ancora scritta. Abbiamo davanti nove partite e bisogna crederci fino in fondo, affrontando ogni avversario con la convinzione di far punti». Terzo aspetto affrontato da Bernasconi, il capitolo ds. Alfio Pelliccioni, che quest’anno non ha scelto gli allenatori sedutisi sulla panchina biancorossa e che ha avuto pochissima voce in capitolo anche sul mercato e su qualsiasi scelta tecnica, al punto che dopo il successo sul Cuneo la società l’ha lasciato andare in ferie per una settimana a Dubai, d’ora in avanti avrà un ruolo più attivo: «Ci ho parlato e sa cosa ci aspettiamo da lui. Deve essere più presente e più incisivo, mi aspetto di vederlo costantemente sul campo in settimana, nel pre-gara e nel post-gara. Voglio che guardi negli occhi i ragazzi, che colga tutte le sfumature che possono aiutarci a salvarci». «Attraverso la direzione generale – aggiunge Togni -, d’ora in avanti ciò che riferirà Alfio sarà legge». Capitolo finale: il fatto che si sia defilato Musso, prelude anche un addio di Fabrizio Lori, rientrato in società come consigliere del presidente? L’ex patron ieri al “Dante Micheli” non c’era, ma è stato al Martelli per parlare con Bernasconi: «Ci siamo incontrati – spiega il dg -, abbiamo fatto una chiacchierata e ci siamo chiariti su cosa si può fare. Lori rimane, sarà come sempre al campo e continuerà a fornirci quella rappresentanza locale e conoscenza del calcio mantovano a cui teniamo molto».
Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) Dopo lunghe riunioni allo stadio, la squadra ieri pomeriggio si è allenata sul tardi al “Dante Micheli”. A parte hanno lavorato Caridi e Falou, che dovrebbero comunque essere a disposizione per la trasferta di sabato. Fuori causa rimangono Beretta e ovviamente Ruopolo, da valutare la situazione di Pane. La preparazione della squadra continuerà oggi e domani con sedute mattutine, mentre venerdì pomeriggio Ivan Javorcic dirigerà la rifinitura e poi la squadra partirà in pullman per il ritiro pre-partita nel Milanese. È quasi certo che Javorcic continuerà con il modulo tattico 4-4-2, ma è altrettanto scontato che potranno esserci novità in formazione dopo la pessima prova contro il Padova. Intanto a dirigere Giana Erminio-Mantova è stato designato l’arbitro Vito Mastrodonato della sezione di Molfetta, che verrà coadiuvato dagli assitenti Luca Cassarà di Cuneo e Riccardo Locatelli di Novara. Per quanto riguarda il giudice sportivo, nessun biancorosso è stato squalificato, ma Sereni si è aggiunto alla lista dei diffidati, che comprende anche Scalise e Caridi.
Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il mondo neroverde li ama. Bassano li ricorda e li teme. Sono i 4 ex giallorossi che stanno facendo grandi i ramarri: Marcelo Mateos (direttore di campo), Luca Cattaneo (30 presenze, 7 gol), Andrea Ingegneri (11 presenze) ed Emanuele Berrettoni. Domenica gli ultimi dovrebbero essere nell’undici iniziale che sfiderà i veneti. In palio c’è il secondo posto, attualmente detenuto dai neroverdi con una sola lunghezza di vantaggio. «C’eravamo tanto amati», è l’esordio dell’articolo che il Giornale di Vicenza dedica ai 4 ex. «Marcelino – riporta la testata – (7 stagioni, 153 presenze e 23 gol) ha ottenuto il patentino di ds a Coverciano, alla soglia dei 36 anni, e guida l’area tecnica del sodalizio neroverde. Gli altri tre che scenderanno invece sul rettangolo del Mercante hanno un passato di ricordi ed emozioni forti. Sono i volti di un passato recente ricco di suggestioni per il popolo giallorosso». Il più “amato” sembra essere l’ultimo arrivato al De Marchi, «Lele Berrettoni, 5 anni e mezzo – ricorda il sito del club veneto – con il Soccer Team in due distinte parentesi, scandite da oltre 180 presenze ufficiali e 75 reti». Intanto Marchi ha ripreso gli allenamenti. Solo De Agostini lavora a parte.
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) In strada verso il Mercante di Bassano, il fortino della LegaPro. Il Pordenone, archiviato il pareggio contro il Lumezzane, inizia a pensare allo scontro playoff di domenica. E deve già fare i conti con un dato che fa paura. Il Bassano in casa è praticamente imperforabile. Sono riuscite a “colpirlo” soltanto quattro squadre, che in totale hanno violato la porta giallorossa cinque volte in tutto il campionato. L’ultimo gol subìto dal club allenato da Stefano Sottili al Mercante risale al 23 gennaio. Nel dettaglio erano stati due, realizzati dalla FeralpiSalò. Fu l’unica volta, quella, in cui i vicentini presero più di una rete in casa. L’unica e l’ultima, perché da quel giorno i giallorossi non hanno più perso tra le mura amiche. E nelle ultime due gare al Mercante non hanno nemmeno più preso gol. Una difesa di ferro, quella veneta, che però non si accompagna a un attacco monstre. Sempre nelle gare giocate sul rettangolo amico, gli uomini ingaggiati dalla famiglia Rosso soffrono di una certa anemia. Le reti segnate al Mercante sono state solo 15, contro le 24 messe a segno dal Pordenone in trasferta. Quattordici, invece, i giocatori andati a bersaglio in tutta la stagone, contro i 13 del Pordenone, De Cenco incluso. Un altro motivo per il quale i neroverdi dovrebbero sorridere è legato al rendimento della Virtus contro le grandi. In casa i giallorossi hanno vinto match di pari livello solo contro il Sudtirol, mentre i ramarri sono ormai abituati alle super prestazioni da esportazione.
Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ha preso casa a Pordenone più o meno da 6 mesi. Prima abitava a Bassano e faceva il pendolare. Marcelo Mateos, Marcelinho per i Fedelissimi del Mercante, domenica sarà diviso a metà: testa tutta neroverde, cuore ancora giallorosso. – Ragione e sentimento, come si fa a renderli compatibili? «Difficile – risponde il direttore di campo -. Del resto come posso dimenticare 7 stagioni complessive con la Virtus, 2 promozioni (2005 e 2014, ndr), uno scudetto dilettanti (2005), ma anche i playoff del 2007 (Bassano battuto in semifinale dal Lecco) e quelli del 2013, quando fummo messi fuori dal Monza ancora in semifinale, squadra che evidentemente mi regala sempre dispiaceri, come la scorsa stagione nei playout». – Il ricordo più prezioso? «In campo il gol su punizione realizzato nel 2005, all’ultimo minuto contro il Rovigo, che valse la promozione in C2 e ci spalancò la strada verso il Tricolore. Fuori campo i momenti spesi con Stefano (Rosso, figlio del presidente, ndr), quasi mio coetaneo, e le grigliate del “terzo tempo” con i Fedelissimi. Altro che ristoranti». – L’amore per Bassano e la Virtus è contraccambiato, come si evince sul sito ufficiale giallorosso che in occasione di questa vigilia ricorda il passato e definisce Mateos direttore sportivo neroverde. «Finalmente – sorride Marcelo – qualcuno si è accorto di quello che sto facendo qui. Non è amore condiviso solo con il calcio bassanese, ma con tutta la città. Io sono di Conegliano, nato in Germania, vivo a Pordenone, ma sento casa mia Bassano. È lì che tornerò quando vorrò mettere definitivamente radici». – Intanto però bisogna provare a dare un dispiacere agli «amici lontani». Giusto? «Ovvio, lavoro per il Pordenone e sento anche mio questo secondo posto. Se non altro, per aver portato qui le persone giuste. Stiamo vivendo un sogno costruito con le nostre mani. Tutti, dalla proprietà ai dirigenti, dai tecnici ai giocatori. E non vogliamo svegliarci». – Andrete al Mercante senza lo squalificato Strizzolo, l’uomo del momento. Come la vede? «Tedino sa trovare soluzioni alternative. L’ha fatto anche dopo la partenza di De Cenco, inventando Filippini centravanti di movimento. Sarà così anche domenica». – Il Bassano con il successo sulla Pro Patria si è portato a -1. Come si fa a batterlo? «Con tanta pazienza. Dote fondamentale nel calcio. In campo e – strizza l’occhio – anche fuori». – Lei assisterà alla gara dalla tribuna. Qualche posto specifico in particolare? «No, anche perché conosco ogni zolla del terreno del Mercante. Un paio di volte sono stato pure in panca, ma in tribuna – ride di gusto – non ci sono andato mai».
Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) Difficile non notarlo sugli spalti del Bottecchia. Se non altro per chi ne ha seguito il volo pindarico da Mestre sino a Madrid, sponda Atletico, passando per Juventus, Sampdoria, Fiorentina. E proseguendo con Inter e Parma. Insomma, una carriera da giocatore di tutto rispetto quella di Michele Serena. Ora, l’ex allenatore della Feralpisalò, si sta dedicando allo studio. Domenica scorsa ha visto il Pordenone nel pareggio con il Lumezzane. A qualche giorno di distanza, Serena torna sul match del Bottecchia e anticipa alcuni dei temi della prossima supersfida a Bassano. Mister, che Pordenone ha visto? «Dopo otto vittorie, ho assistito al primo pareggio, ma fermarsi al risultato sarebbe un errore. Ho visto una formazione tosta, che corre e non molla. Nell’occasione forse penalizzata da qualche assenza, ma avrebbe potuto vincere con un pizzico di fortuna in più». C’è qualcosa che l’ha impressionata più di altro? «Ero curioso di vedere da vicino questa squadra dopo averne sentito parlare così bene. Sono rimasto soddisfatto. Al di là del gioco si respira un clima di grande armonia dentro e fuori dal terreno di gioco. Penso sia un aspetto fondamentale per continuare sulla strada intrapresa». Si aspettava un Pordenone così in alto dopo due terzi della stagione? «Forse così in alto no, ma la consideravo una possibile outsider del torneo. Un campionato che ritenevo molto equilibrato, fatta eccezione per il Cittadella, squadra fuori portata. L’attuale classifica mi sta dando ragione». Dunque, Cittadella già in serie B e Pordenone in lotta sino alla fine per i play-off? «Nove punti da recuperare sono obiettivamente tanti in altrettante partite. Bisognerebbe che i giocatori del Cittadella si fermassero per tre giornate. Anche se c’è ancora lo scontro diretto, il Pordenone penso debba concentrarsi sui play-off, cui sono convinto possa approdare. Sarebbe un’autentica impresa, pensando alle corazzate del calibro di Alessandria, Reggiana e Bassano ancora in corsa». Domenica neroverdi attesi proprio dal Bassano. Che sfida si immagina? «Una grande partita tra due squadre che fanno del collettivo la loro arma migliore. Basti pensare che nel mercato invernale il Pordenone ha ceduto De Cenco e il Bassano Iocolano, due giocatori che fanno la differenza. Eppure entrambe le società hanno saputo rimanere ai vertici. I neroverdi troveranno un’avversaria molto organizzata e solida, ma il risultato è apertissimo. E comunque non sarà una sfida decisiva». Al Pordenone potrà pesare l’assenza di Strizzolo, uno degli attaccanti più in forma del momento? «Certo, si tratta di un ottimo giocatore, ma le alternative a Tedino non mancano. Penso in primis a Filippini, altro elemento che ha fatto la differenza in questo splendido campionato del Pordenone». E se dovesse puntare su un giocatore come possibile match-winner? «Forse sarò scontato, ma nomino due ex: Cattaneo e, soprattutto, Berrettoni potrebbero fare un brutto scherzo ai loro ex tifosi. Se fossi nell’allenatore del Bassano non starei tranquillo». Un’ultima curiosità: domenica sarà allo stadio Mercante? «Penso di sì, perchè si tratta di una delle gare più interessanti del weekend. Da quando ho divorziato con la Feralpi (lo scorso novembre, ndr) mi aggiorno andando a vedere i giocatori e le squadre migliori. Il Pordenone è tra queste».
Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) Buone notizie alla ripresa degli allenamenti per il tecnico neroverde Bruno Tedino. È tornato regolarmente in gruppo il difensore Simone Pasa, che aveva dovuto dare forfait nell’ultimo match casalingo con il Lumezzane a causa di un improvviso attacco influenzale. Nessun problema pure per Pederzoli, uscito dopo la mezzora della ripresa a causa di crampi. Altra buona notizia giunge dalle condizioni del difensore Paolo Marchi, uno degli infortunati di lungo corso della squadra neroverde: per lui allenamento con il resto dei compagni, sebbene senza forzare. Ancora lavoro a parte, invece, per l’attaccante Stefano Beltrame, così come per il laterale, Michele De Agostini. Per loro, dunque, niente trasferta di Bassano. In vista della supersfida in programma domenica (alle 15) allo stadio Mercante, la società neroverde ha comunicato che è stata aperta la prevendita dei biglietti. I tifosi potranno acquistare il tagliando della gara nei consueti punti vendita del Bar Libertà a Pordenone e al Caffè Nogaredo di Cordenons. Il prezzo del biglietto per il settore ospiti è di 12 euro (oltre diritti di prevendita). I tagliandi sono acquistabili anche online attraverso il circuito Ticketland1000. I residenti in regione dovranno essere titolari di tessera del tifoso per poter acquistare il biglietto. Il Pordenone nel frattempo ha reso noto di aver aperto in via eccezionale già la prevendita anche per la prossima gara casalinga, in programma sabato 19 marzo (alle 17.30) con il Padova. Un derby triveneto per il quale si prevede l’afflusso al Bottecchia del pubblico delle grandi occasioni. Ieri, nel frattempo, è stato designato l’arbitro del big-match di Bassano. A dirigere l’incontro sarà Marco Mainardi della sezione di Bergamo, il quale sarà coadiuvato dagli assistenti di linea Maurizio Loni di Cagliari e Daniele Argento di Palermo.
Ore 17.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.30 – Coppa Italia Lega Pro, fischio finale: Cittadella-Spal 2-1, i granata affronteranno in finale il Foggia.
Ore 16.10 – Qui Guizza: lavoro col pallone, tempo coperto e vento freddo. A parte anche oggi Ilari, mentre rientra in gruppo Baldassin.
Ore 15.40 – Qui Guizza: lavoro atletico.
Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 14.35 – Inizia Cittadella-Spal, semifinale di ritorno di Coppa Italia di Lega Pro.
Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Terz’ultima posizione, con la Salernitana penultima ad un punto dopo la vittoria di Cesena e permanenza in B sempre più appesa ad un filo. Una situazione a dir poco difficile e Nicolò Brighenti, capitano del Vicenza, prova a fotografare il momento. «Purtroppo la classifica è peggiorata e questo non ci aiuta — sottolinea — ma noi abbiamo il dovere di lottare fino alla fine perché c’è tempo e modo per venirne fuori e perché fa parte del nostro dovere di calciatore». A fare rumore nelle ultime ore è la dichiarazione del presidente di Vi.Fin. Alfredo Pastorelli che ha dichiarato che se tra cinque giornate, in concomitanza con la scadenza degli stipendi e relativi contributi del 16 aprile, il Vicenza non avrà speranze di salvezza non pagherà quanto dovuto. «Ne prendiamo atto — risponde secco il difensore biancorosso — per quanto ci riguarda però non cambia niente perché noi dobbiamo solo pensare a giocare e a fare punti. Questo è il momento di rispondere sul campo, le parole stanno a zero, di conseguenza anche in questo caso di più è meglio non dire». Un esame tecnico del momento del Vicenza però Brighenti accetta di farlo, a cominciare dal cambio di modulo. «Abbiamo giocato con tre difensori centrali ma direi che il nostro modo di giocare più di tanto non è cambiato — spiega Brighenti — la cosa importante è che fin che siamo restati in undici contro undici abbiamo giocato alla pari con il Novara. L’errore che non dovevamo commettere è stato quello di mollare sul 2-0, ne abbiamo parlato e abbiamo capito dove si è sbagliato». Qualcuno ha pensato che in quei minuti finali si potesse scorgere un alzare bandiera bianca, ma Brighenti lo esclude nella maniera più assoluta e carica i suoi. «Fino al 2-0 ci credevamo e avevamo dato tutto per recuperare — spiega Brighenti — poi è subentrata un po’ di delusione. Ma siamo una squadra costruita per giocare in un determinato modo, abbiamo dimostrato di saperlo fare, adesso abbiamo l’obbligo di trovare la giusta determinazione nell’affrontare le gare che mancano al termine del campionato». Quella grinta da mettere in campo che secondo alcuni è mancata finora. «Non sono d’accordo — spiega Brighenti — a noi manca una vittoria che ci darebbe morale e convinzione ma sappiamo che per ottenerla dobbiamo dare di più: se finora abbiamo vinto poco la responsabilità è nostra. Dobbiamo fare meglio, ridurre gli errori e far parlare il campo: come detto, adesso le parole stanno a zero».
Ore 13.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «L’allungo in vetta? Cinque punti di vantaggio sono un margine considerevole ma assolutamente non gestibile. Questo Venezia ha tutto per provare a vincere tutte o quasi le restanti sette partite». Non può che essere soddisfatto il ds Giorgio Perinetti alla luce dello scatto a più 5 del suo Venezia, proprio alla vigilia della sosta cui seguirà il derby di Mogliano con il Mestre, stracittadina riportata da mercoledì 30 alla data originaria di domenica 20 marco (ore 15) grazie alla rinuncia del club arancioneroverde ad aspettare il rientro di Acquadro dalla Viareggio Cup (di ieri la conferma ufficiale). «Non sarebbe stato giusto privare gli appassionati di un importante avvenimento che, giocato in infrasettimanale, non sarebbe lo stesso – spiega Perinetti -. Ci dispiace molto dover rinunciare ad Acquadro, tuttavia non avendo nessuna squalifica in arrivo preferiamo rispettare la normale cadenza del calendario evitando di intasarlo in seguito». Per il 19enne centrocampista Alberto Acquadro, che della Rappresentativa è peraltro il capitano, il futuro sarà ancora a tinte arancioneroverdi. «Da Vicario a Luciani fino a Galli, tutti i nostri giovani sono cresciuti moltissimo, ma con Acquadro a centrocampo possiamo dire che è come se stessimo giocando con un senior in più e con tre anziché quattro under – i complimenti del ds -. Per questo in settimana stiamo per riscattarlo dal Borgosesia (club di serie D che l’ha girato in prestito, ndr), Tacopina mi ha dato via libera per procedere subito così da continuare a puntare su un ragazzo che sta facendo un campionato strepitoso». Analizzando il primato rinsaldato Perinetti guarda oltre la partita vinta sul Tamai, terzo 2-0 consecutivo in otto giorni dopo Campodarsego e Levico. «In tre partite non abbiamo praticamente concesso un tiro in porta, finalmente sono spariti i fronzoli a favore della concretezza che sapevamo essere nelle nostre corde. Più dei 5 punti sul Campodarsego mi confortano le ottime prestazioni, giocando così abbiamo tutto per conquistare i restanti 21 punti. Emblematico dello spirito un Serafini che al 91′ e sul 2-0 rincorreva ancora gli avversari». Oggi pomeriggio ripresa degli allenamenti al Taliercio e sabato test con l’Altovicentino (ore 14.30 a Valdagno) vicecapolista nel girone D di serie D a meno 6 dal Parma.
Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Ora è ufficiale, il derby con il Mestre si giocherà domenica 20 marzo a Mogliano, alle ore 15. Le due società avevano già trovato un accordo lunedì e ieri è arrivata anche la ratifica della Lega. Nessuno slittamento al 30 marzo, dunque, come originariamente stabilito dalla Lnd per le squadre con propri giocatori impegnati in Rappresentativa al Torneo di Viareggio: il Venezia ha Alberto Acquadro convocato e per questo era arrivato lo slittamento d’ufficio. Ma dirigenza e staff tecnico hanno valutato che non fosse utile allungare la sosta ulteriormente, visto che già non si giocherà in questo weekend. Da qui l’incontro positivo con il Mestre, che allo stesso modo aveva espresso il desiderio di non posticipare. «Abbiamo preferito così, anche sulla base delle valutazioni tecniche fatte dal ds Perinetti e da mister Favarin», spiega il dg Dante Scibilia. L’appuntamento della domenica, inoltre, favorirà certamente l’afflusso dei tifosi. I numeri del campo di Mogliano non saranno certo quelli del Penzo, dove lo scorso 11 novembre si registrarono 3700 spettatori sugli spalti. Stavolta saranno all’incirca 2300, considerata la capienza dello stadio Arles Panisi e le necessarie e inevitabili misure di sicurezza. Ai tifosi arancioneroverdi la società mestrina ha destinato due settori, per un totale di circa 500 posti: la prevendita inizierà lunedì 14 marzo, quando il Mestre consegnerà il blocco dei biglietti alla società arancioneroverde che si attiverà con i canali del proprio circuito. Il Venezia, in realtà, avrebbe preferito far partire già da oggi la prevendita, ma il Mestre ha deciso diversamente comunicando ieri le date e le modalità stabilite. Anche per quanto riguarda i tifosi del Mestre, la prevendita scatterà lunedì 14, presso il Mestre store di Calle del Sale.
Ore 13.00 – (La Nuova Venezia) Trovato l’accordo e spedita la richiesta comune, Mestre e Venezia hanno ricevuto ieri pomeriggio la risposta della Lega Nazionale Dilettanti. Adesso è ufficiale: il derby si giocherà domenica 20 marzo, ore 15, allo stadio “Panisi” di Mogliano. Ieri il Mestre, oltre a ufficializzare giorno e data della sfida, ha comunicato anche che la prevendita per i propri tifosi partirà lunedì (inizio ore 15.30) al Mestre Store, al piano terra di Casa Mestre, in calle del Sale 43 a Mestre. La prevendita proseguirà fino a sabato 19 durante gli orari di apertura del negozio (mattino 10- 13, pomeriggio 15.30-19.30). Per questa partita il Mestre ha organizzato due settori per i propri tifosi: tribuna centrale coperta (15 euro) e tribuna laterale curva (5 euro). Il quantitativo di biglietti riservati al Venezia verrà consegnato direttamente alla società arancioneroverde nella giornata di lunedì 14, la vendita avverrà solo nella sede di viale Ancona, secondo orari e disposizioni che saranno comunicati nei prossimi giorni. Dopo due giorni e mezzo di riposo, il Venezia riprende oggi al Taliercio la preparazione, con doppia seduta domani e venerdì, settimana chiusa dall’amichevole di sabato a Valdagno contro l’Altovicentino. Nuovo incontro, organizzato dal Venezia FC, nel programma di valorizzazione del settore giovanile. Lunedì 14 marzo è in calendario il “Tami Day”, nella sala conferenze dell’Antony Palace Hotel di Marcon, protagonista Pierluigi Tami, attualmente al Grasshoppers Zurigo, che è stato uno pei propulsori dello sviluppo del settore giovanile elvetico nelle ultime stagioni. L’appuntamento è riservato a tutti i tecnici del settore giovanile arancioneroverde e a tutti i tecnici delle società gemellate.
Ore 12.30 – (La Nuova Ferrara) Dentro o fuori. Oggi pomeriggio al “Tombolato” di Cittadella si deciderà il destino della Spal in Coppa Italia Lega Pro. Tra i biancazzurri c’è ancora un po’ di rammarico per la rete dell’1-1 subìta nel finale mercoledì scorso da Cappelletti. Un motivo in più per affrontare la gara odierna con lo spirito giusto. Leonardo Semplici è determinato: la Spal ce la metterà tutta per conquistare la finale. Mister Semplici, quale l’approccio alla sfida di ritorno con i veneti? «Dovremo provare a segnare almeno un gol. Affronteremo un avversario in salute come noi e cercheremo di disputare una bella gara, com’è successo anche all’andata. Bisognerà fare più attenzione alla fase difensiva, anche perché siamo consapevoli delle loro qualità. Sarà una partita molto difficile, ma proveremo fino all’ultimo a conquistare la finale». Come nelle altre partite di Coppa, darà spazio ai giocatori meno impiegati in campionato? «Sì, sarà ancora così. Mi sembra giusto, sia per il momento in cui ci troviamo, ma anche perché coloro che hanno giocato meno si sono guadagnati l’accesso alla semifinale. Mi auguro quindi che possano disputare una buona gara, con l’obiettivo di arrivare fino in fondo. Dovremo cercare di dare il massimo per cercare di ottenere la finale, perché significherebbe dare ulteriore lustro alla nostra stagione, alla società ed ai tifosi». Con il Cittadella però dovrà rinunciare ad alcuni giocatori… «Purtroppo è così, ma spero di poterli recuperare per domenica. Però sono convinto che chi scenderà in campo lo farà nel migliore dei modi e quindi penso che non sentiremo l’assenza degli infortunati». Non è mai facile tenere alta la concentrazione su due obiettivi… «I ragazzi sono questo aspetto sono stati molto bravi. Chi giocherà con il Cittadella avrà voglia di mettersi in evidenza, e in questo modo domenica potrò scegliere l’undici migliore. Questa semifinale è molto importante anche per la crescita di tanti giocatori». La formazione Ritornerà tra i pali il secondo portiere Contini, mentre gli esterni saranno Posocco e Beghetto. De Vitis (al rientro dall’infortunio muscolare accusato proprio all’andata) sarà il regista difensivo, affiancato da Silvestri e Ceccaroni. A centrocampo, da destra a sinistra, il trio composto da Spighi, Bellemo e Gentile. In avanti la coppia Zigoni-Ferri. Convocati anche il difensore Curci ed il centrocampista Della Vedova della Berretti di mister Perinelli.
Ore 12.10 – (La Nuova Ferrara) Una finale è una finale. Non ci si sputa sopra, al contrario. È quindi logico, giusto, comprensibile che la Spal provi a qualificarsi per l’atto conclusivo della Coppa Italia di Lega Pro. Dipenderà tutto dall’esito della gara di oggi alle 14.30 al “Tombolato” di Cittadella, contro la formazione veneta capolista del girone A. Prima contro prima, 56 punti contro 55. Siamo lì. Valori equivalenti. Ma il campionato è una cosa, la Coppa un’altra. Ed in prospettiva, immediata, per le contendenti odierne ci sono le partitissime: la Spal domenica al “Mazza” contro la Maceratese, il Cittadella lunedì sera ad Alessandria. I biancazzurri, oggi, per qualificarsi hanno due possibilità: o vincono, con qualsiasi punteggio, o pareggiano segnando più di un gol (2-2, 3-3…). Tutto ciò in virtù del risultato del match d’andata, mercoledì scorso a Ferrara: 1-1 col sapore di beffa per gli uomini di mister Semplici (raggiunti allo scadere, dopo aver sfiorato più volte il raddoppio che solo due traverse – e qualche errore di mira – hanno negato). Se la partita di Cittadella dovesse terminare con medesimo 1-1, allora si andrà ai tempi supplementari. E, in caso di persistente identico equilibrio, si farà ricorso ai calci di rigore. La Spal proverà a qualificarsi? Certo, ci proverà. Ma senza effettuare scelte sconsiderate. Non verrà spremuto chi ha giocato in campionato sabato ad Aprilia e dovrà scendere in campo con la Maceratese. Non verrà rischiato chi convive con qualche acciacco o male di stagione (ne parliamo a parte), senza considerare che Cottafava – dopo l’operazione allo zigomo – è out sia su un fronte che sull’altro. Quindi, spazio a chi ne sta trovando meno nei fine settimana “che contano”.Tornano a riottenere minutaggio il portiere Contini e l’attaccante Ferri, abitualmente schierati in Coppa ma esclusi dagli undici la settimana scorsa. E si è capito che mister Semplici “rischierà” sia Silvestri che Ceccaroni, gli unici due difensori centrali di ruolo attualmente arruolabili (già che Gasparetto e Giani seguono un lavoro specifico e cure per giocare domenica). Se avesse deciso di non farlo, non avrebbe avuto soluzioni testuali, e anche utilizzandone uno solo avrebbe dovuto completamente inventare il reparto. In ogni caso sarà una Spal competitiva, determinata, in cerca di un traguardo che nobiliterebbe ulteriormente una stagione il cui fine è però ovviamente ben preciso. Tra l’altro, la finale d’andata (il 30 marzo) sarebbe nell’imminenza della “madre di tutte le partite”, quella di Pisa. Ma ci sarà tempo per pensare all’una (eventualmente) come all’altra (con certezza, chiaro). Intanto, sotto con il Cittadella.
Ore 11.50 – (Gazzettino) Il Cittadella è pronto a scrivere un’altra pagina della sua storia. Al Tombolato si gioca la gara di ritorno della semifinale di Coppa Italia con la Spal: si parte dall’1-1 dell’andata, risultato favorevole alla squadra di Roberto Venturato. Arrivati a un passo dal traguardo – il Cittadella non ha mai vinto il trofeo – sarebbe davvero un peccato vedere sfumare la finale. Certo, apparentemente non è difficile scegliere tra la Coppa che, ricordiamo, non mette in palio alcun titolo sportivo, e il campionato dove il Cittadella ha nove punti di vantaggio sulla seconda e può regalare l’immediato ritorno in serie B, ma un pensierino è d’obbligo. «È una semifinale di Coppa Italia – sottolinea il tecnico – e perciò va giocata con l’attenzione che merita una gara ufficiale e importante. Sappiamo che di fronte ci sarà un avversario difficile, che sta dominando il proprio girone ed è reduce da un largo successo nell’ultimo turno di campionato. In questo momento perciò dico che abbiamo il 50 per cento di possibilità a testa di passare in finale. Noi ci proveremo fino in fondo, con grande rispetto per la Spal». Due sfide di campionato in condizioni atmosferiche difficili e su campi pesanti, in mezzo la gara di Ferrara. Oggi il ritorno di Coppa e lunedì il posticipo di Alessandria: cinque partite in due settimane, si mettono davvero alla prova le energie fisiche e mentali di un gruppo. «Dobbiamo tenerne conto, bisogna cercare di ottimizzare al meglio le risorse a disposizione. Abbiamo una rosa di livello, con valori importanti, e su questo dobbiamo contare per provare a fare bene in entrambe le competizioni. Voglio tutti i giocatori preparati e pronti a partecipare al meglio a questi impegni ravvicinati, perché c’è bisogno di tutti. Il Cittadella ha ancora dei margini sui quali lavorare e migliorare, come atteggiamento voglio un gruppo che si renda conto che si può fare ancora qualcosa in più, salire di un altro scalino. Non bisogna accontentarsi di quanto di buono fatto finora, ma essere consapevoli che ora comincia la parte più importante e difficile della stagione, dove tutti i risultati contano tantissimo e sono decisivi, a partire dall’impegno di Coppa Italia». Tanto turnover nelle fila granata: rientra Sgrigna che potrebbe fare il trequartista, Lora in cabina di regia, in attacco ci sarà Coralli che proprio in Coppa Italia ha raggiunto quota 51 gol in granata, record di tutti i tempi per il Cittadella. In caso di parità di punteggio e di gol realizzati, quelli in trasferta hanno maggiore valore: con lo 0-0 va in finale la squadra di Venturato, il 2-2 invece premierebbe la Spal. Con l’1-1 si andrebbe ai supplementari ed eventualmente ai calci di rigore. Nell’altra semifinale il Foggia ha ribaltato il 2-5 dell’andata a Siena vincendo in casa per 6-1.
Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Cittadella-Spal, fuori i secondi. O meglio: fuori i primi, visto che, stando alle rispettive classifiche in campionato, entrambe le formazioni sono al comando del proprio girone, e con ampio margine: 9 punti per i granata, 7 per gli emiliani. Ecco dunque una sorta di ideale spareggio fra due delle compagini meglio attrezzate nell’intero lotto della Lega Pro, chiamate non a caso a confrontarsi questo pomeriggio alle 14.30 al Tombolato nella semifinale di ritorno della Coppa Italia di categoria. Dopo l’1-1 dell’andata, ai granata potrebbe bastare anche un pareggio a reti bianche per qualificarsi. «Ma io dico che le possibilità di accedere alla finale sono del cinquanta per cento a testa. A questo punto si tratta di una sorta di partita secca, in cui episodi, qualità nel gioco e qualità individuali faranno la differenza. Giunti qui, sappiamo di dover prestare al confronto l’attenzione che merita una competizione così importante. Giochiamo contro una squadra che si sta comportando molto bene, viene dal 5-1 esterno rifilato nello scorso turno di campionato alla Lupa Roma ed è in salute», chiarisce Roberto Venturato alla vigilia del match, per cui ha convocato 19 giocatori. La partita arriva al culmine di un vero e proprio tour de force: è il sesto impegno granata nel giro degli ultimi 18 giorni. In sostanza, ogni tre giorni Iori e soci hanno disputato una partita. «Ed è un altro aspetto da considerare», prosegue Venturato, «Quando si affrontano più competizioni le energie e le risorse vanno suddivise. Tra coppa e campionato, siamo entrati nella fase più difficile della stagione e ora non vogliamo accontentarci. Lo dico anche pensando ai nostri giovani in campo: per capire il loro vero valore, servono le partite vere. Quella con la Spal è una di queste». Il Citta, peraltro, avrà a disposizione un paio di giorni in più rispetto agli avversari per preparare il prossimo impegno di Lega Pro, visto che affronterà l’Alessandria soltanto lunedì sera, mentre la Spal già sabato dovrà vedersela con la Maceratese, terza in classifica. Facile pensare che sia Venturato che Semplici, tecnico dei ferraresi, ricorreranno ampiamente al turnover. Nelle file di casa quel che è sicuro è il rientro di Sgrigna che, al pari di Amato, era squalificato all’andata: il fantasista romano potrebbe essere impiegato nel ruolo che predilige, da trequartista alle spalle delle due punte, oppure essere riproposto in cabina di regia. I BIGLIETTI. Anche per questa sfida è previsto un biglietto unico d’ingresso per la sola Tribuna coperta Ovest, a 10 euro, mentre gli Under 14 entreranno allo stadio al prezzo simbolico di un euro. I botteghini a Cittadella apriranno alle 13. IL TERZO TEMPO. Bel prologo alla partita grazie all’incontro tra il Centro Coordinamento Spal Club, presente con una decina di tifosi capitanati dalla responsabile Valentina Ferrozzi, e il Centro Coordinamento Club Granata. Appuntamento a pranzo alle ore 12.30 al Ristorante da Godi a Fontaniva, sede dell’omonimo club retto da Silvano Birollo. I due gruppi pranzeranno assieme e poi raggiungeranno il Tombolato insieme per assistere al match. PRIMA FINALISTA. Chi passa oggi, in finalissima sfiderà il Foggia, che ieri ha clamorosamente battuto per 6-1 il Siena dopo la sconfitta per 5-2 dell’andata.
Ore 11.10 – (Corriere del Veneto) Importante, certo, ma di concessioni penalizzanti in chiave campionato non se ne parla nemmeno. E così oggi al Tombolato (fischio d’inizio alle 14.30) Cittadella e Spal schiereranno ancora una volta due formazioni imbottite di riserve, nonostante in palio ci sia la finale di Coppa Italia di Lega Pro. Si parte dall’1-1 dell’andata, con il gol di Daniel Cappelletti mai andato giù alla Spal, che ha messo sotto accusa la direzione arbitrale per quell’episodio. «Affrontiamo un avversario che viene da un 5-1 in trasferta — evidenzia Roberto Venturato — un segnale di quanto forte sia la Spal. Al momento abbiamo il 50% a testa di passare il turno e di andare in finale. Credo che la squadra abbia un valore importante ed è necessario che tutti i giocatori si sentano parte del progetto. In ogni momento c’è bisogno di tutti e credo ci siano margini ancora inesplorati all’interno del nostro organico. Comincia la parte fondamentale della stagione, tutti i risultati contano». Venturato schiererà una formazione molto simile a quella dell’andata e in attacco toccherà ancora una volta al tridente formato da Bizzotto, Bonazzoli e Coralli. «La Coppa Italia è una vetrina per i nostri giovani — ammette Venturato — ma abbiamo una possibilità importante per andare in finale. Va considerato il fatto che una società come il Cittadella deve poter esprimere il valore dei propri giovani e servono le partite vere. Quella con la Spal è una di queste, i nostri ragazzi devono poter dimostrare quanto valgono. E’ come una partita secca, dobbiamo dimenticarci dell’andata». Al Citta, comunque, per passare il turno basterà anche chiudere sullo 0-0 davanti ai propri tifosi. In campo toccherà nuovamente a Sgrigna, che ha scontato la squalifica, caricarsi sulle spalle il centrocampo nell’insolita ma ormai assimilata posizione di regista arretrato, mentre in difesa dovrebbe essere confermato il giovanissimo Varnier.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Sul Gazzettino di ieri l’amministratore delegato Roberto Bonetto ha espresso la sua solidarietà e vicinanza ai tifosi del Padova per l’aggressione subìta, dicendosi tra l’altro perplesso del come mai le forze dell’ordine non siano intervenute anche nei confronti degli autori dell’agguato. «Analoghe lamentele, ma in senso opposto, ci sono state fatte dai tifosi del Mantova», sottolinea la dottoressa Adami. Al riguardo, Bonetto è tornato ieri sull’argomento: «A nome della società posso dire che la gestione dei flussi della tifoseria poteva essere fatta meglio e con maggiore attenzione da parte della questura di Mantova. I nostri tifosi stavano tranquillamente mangiando e bevendo, non si può portare i pullman dei tifosi ospiti vicino a una potenziale sede degli ultras di casa. Da lì poi è partito l’attacco e il lancio di oggetti, con la polizia che si è messa in mezzo a fare da cordone. Dopo avere vagliato la cosa – aggiunge l’amministratore delegato del Padova – continuo a sostenere che non sono stati i nostri tifosi a comportarsi male: quando c’è stato da dire a loro qualcosa, come società abbiamo preso sempre posizione. Ma domenica si sono comportati in modo corretto».
Ore 10.30 – (Gazzettino) «Non mi risulta che ci siano state cariche delle forze dell’ordine. C’è stata un’azione per frapporsi tra le due opposte fazioni di tifosi e l’unico contuso è nelle nostre fila». È il portavoce della questura di Mantova, dottoressa Gianna Adami, a tornare sui momenti di tensione vissuti domenica fuori dallo stadio Martelli prima della partita e immortalati anche da un video pubblicato sul sito dell’emittente televisiva Tv7 Triveneta. Immagini riprese proprio nelle vicinanze di uno dei pullman padovani che era parcheggiato nel settore apposito, e dalle quali si può notare un indietreggiamento di un nutrito gruppo di tifosi biancoscudati a fronte dell’avanzata delle forze dell’ordine. «I padovani – continua la portavoce della questura virgiliana – stavano scendendo dal loro pullman ed è arrivato un gruppetto di tifosi del Mantova che ha lanciato delle bottiglie. L’episodio non è stato sottovalutato, si tratta di intemperanze sulle quali al momento è in corso un’attività informativa e investigativa. I nostri uomini della Digos insieme a quelli di Padova stanno lavorando per identificare se c’è qualche responsabilità e se sarà eventualmente sanzionabile con Daspo o altro. Al momento un tifoso è stato identificato, e non è del Mantova». Nel gruppo degli ultras di casa sembra che ci fosse anche qualche supporter del Brescia. «Quando il Mantova gioca in casa quasi sempre ci sono tifoserie affiliate, tra le quali quella del Brescia e di altre squadre gemellate».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Ilari e Baldassin ai box per contusioni che non sembrano però preoccupare. Si è aperta così la settimana biancoscudata che culminerà sabato alle 14 nella sfida all’Euganeo con il Pavia. Doppia seduta tra esercizi fisici e con il pallone per Neto Pereira e compagni, al termine della quale non è un mancato un doppio brindisi per festeggiare i compleanni di Cunico e del team manager Pontin. Intanto, sono state fissate due amichevoli: mercoledì 16 marzo a Camposampiero con il Campetra e giovedì 24 al Vallini con la Piovese. GIUDICE. De Risio è entrato in diffida avendo rimediato con il Mantova la quarta ammonizione, e affianca così Diniz che è pure diffidato. Sabato invece nelle fila del Pavia non ci saranno per squalifica Malomo e Cesarini, quest’ultimo vice cannoniere dei lombardi con dieci sigilli. TIFOSI. È già attiva la prevendita per la trasferta con il Pordenone di sabato 19 marzo. Con l’apertura anticipata si è voluto agevolare le tifoserie dato che è previsto un notevole afflusso. I tagliandi possono essere acquistati a Padova al Tabacchi Drago in via Buonarroti 89, e sul sito Ticketland.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Cos’è cambiato, un girone più tardi? «Innanzitutto la continuità di risultati. Basta guardare i numeri, siamo la squadra che ha pareggiato più di tutte le altre, e questo significa che siamo tosti, quadrati, che abbiamo acquisito una fisionomia. C’era da migliorare la proposizione, c’era da pareggiare meno e vincere di più: a Mantova ci siamo riusciti, e la strada è quella giusta». Della squadra, invece, cosa le dà fiducia per il finale di stagione? «In questo ultimo mese sono stato costretto a vedere le partite dalla tribuna, e questo mi ha permesso di notare che ora il Padova gioca davvero da squadra. Si muove tutto insieme, e questa è una sensazione che ho percepito proprio da fuori. E poi abbiamo cominciato a fare risultato anche lontano dall’Euganeo: per noi è sempre stato più facile fare punti tra le mura amiche, ma sono i risultati esterni che ci hanno fatto fare il definitivo salto di qualità». Da pochi giorni ha compiuto 38 anni, nei quali ha segnato e vinto tanto. Ha ancora un sogno nel cassetto? «Sì, ed è molto immediato. Sogno di poter essere decisivo, e di esserlo davvero, in questo rush finale della stagione. Ma questo non significa per forza segnare gol: voglio fare qualcosa che lasci un piccolo segno, e quindi regalare qualcosa alla squadra e ai tifosi».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Cunico ci crede? «Penso che avremo buone possibilità se non perderemo terreno dal quarto posto nelle prossime tre gare: se passiamo con risultati positivi Pavia, Pordenone e Cremonese, poi avremo qualche gara sulla carta abbordabile per poterci avvicinare. La gara di sabato può avere un significato importante per la nostra stagione, ma io ho buone sensazioni, perché a Mantova abbiamo giocato con autorevolezza, e perché percepisco un entusiasmo che qualche settimana fa non c’era». Le classiche “sliding doors”: da Pavia a Pavia, il campionato del Padova è cambiato del tutto. «La partita di andata è stata la più amara di tutta la stagione: oltre alla sconfitta, ci fu uno strascico pesante causato da un’altra vicenda (il famigerato “caso Amirante”, che portò alla messa in discussione del direttore sportivo De Poli, ndr), che ci portammo dietro per tutta la settimana. Un girone più tardi, la classifica è diversa, e noi con essa: adesso siamo sereni, ma questo non ci deve togliere la voglia di provare ad aggrapparci a qualcosa di ancora più importante».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) L’infortunio al menisco è finalmente dimenticato. E dopo oltre un mese di assenza, dopo il ko e l’intervento al ginocchio, il capitano del Padova è pronto per tornare. Marco Cunico sabato con il Pavia sarà di nuovo a disposizione di mister Pillon. «Adesso posso dirlo, è arrivato il momento», annuncia il capitano biancoscudato. «E sono molto contento. Non abbiamo voluto forzare i tempi: avrei potuto essere a disposizione già per la gara di Mantova, ma abbiamo preferito riprendere a pieno regime solo questa settimana. Penso che ora sia arrivato il momento giusto, speriamo che non ci siano contrattempi». Torna proprio per la gara più importante… «Ci aspetta un test tanto bello quanto fondamentale: se battiamo il Pavia, diamo definitivamente il segnale che ce la possiamo giocare per i playoff, qualcosa che fino a qualche settimana fa sarebbe sembrato assurdo. Ma ora c’è la consapevolezza che si può fare».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Tre impegni che possono decidere il cammino del Padova nel finale di stagione. Si comincia sabato all’Euganeo con il Pavia (arbitrerà il palermitano Andrea Capone): prevendita attiva attraverso il circuito Ticketone, non ci saranno i due squalificati lombardi, Malomo e Cesarini. Sabato 19 marzo (ore 17.30) sarà poi tempo di Pordenone-Padova: visto che al “Bottecchia” si prevede un notevole afflusso di pubblico, la prevendita è già aperta nell’unico punto disponibile in città – tabaccheria di via Buonarroti 89 – o registrandosi al sito ticketland1000.com. Il trittico si completerà con Padova-Cremonese, fissata per le 15 di mercoledì 23 marzo: ma le due società hanno chiesto il posticipo in orario serale, si attende la risposta della Lega Pro. Fissate anche due amichevoli: mercoledì 16 marzo in casa del Campetra (Prima Categoria) e venerdì 25 con la Piovese.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) E Fabiano, comunque, dall’alto della sua esperienza non esclude alcuno scenario nel futuro biancoscudato, tantomeno l’aggancio alla zona dei playoff per la serie B, che pure rimane abbastanza distante. Abbastanza ma non troppo, fa capire il difensore brasiliano. «Se potremo ambire a qualcosa di più lo scopriremo fra Pavia e Pordenone — dice — che sono due scontri diretti». Sinora il Padova ha «tradito» le attese soprattutto contro le big del girone A, battendo soltanto la Feralpisalò tra le squadre che lo precedono in classifica. «Effettivamente i numeri e le cifre dicono questo — ammette Fabiano — ma è anche vero che il nostro trend è in netta crescita. Per i playoff abbiamo il dovere di provarci, non sono così distanti, anche se sappiamo tutti che sarà molto difficile conquistarli. Dobbiamo fare almeno quattro punti fra Pavia e Pordenone, non abbiamo scelta. Se vogliamo fare il salto di qualità dobbiamo mettere la quinta e tirare come degli ossessi fino a fine stagione. Poi faremo i conti e scopriremo dove finiremo il nostro campionato». E per il futuro il difensore fa una mezza promessa, che è anche un assist servito ai vertici della società di viale Nereo Rocco: «A Padova io e la mia famiglia — dice Fabiano — ci troviamo a meraviglia. Mi piacerebbe molto restare qui. Se la società vuole…». Il messaggio è stato lanciato, ora si attende la risposta.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Ha sofferto in silenzio, senza mai alimentare una virgola di polemica. Anzi, negando anche i malumori che montavano dietro le quinte, da perfetto professionista qual è sempre stato. Persino quando con Carmine Parlato gli veniva preferito Daniel Niccolini, una decisione tecnicamente senza spiegazioni. Fabiano Medina Da Silva ha atteso in silenzio il suo momento, ha firmato una prestazione impeccabile contro il Renate e ha convinto Giuseppe Pillon a confermarlo anche a Mantova. Fuori Dionisi, dentro Diniz sulla destra e coppia con Sbraga che ancora una volta ha funzionato a meraviglia. «Non è stato facile stare fuori — ammette Fabiano — ma il gruppo e la squadra vengono prima di tutto, ho accettato e rispettato ogni decisione di tutti gli allenatori che ho avuto. L’ho fatto sempre, senza mai fare polemiche, anche quando non ero d’accordo. Se ho qualcosa da dire, eventualmente ne parlo con chi di dovere in privato e non a mezzo stampa. In ogni caso sono contento delle mie prestazioni, ho avuto queste possibilità e credo di averle sfruttate. Ma sono molto più contento delle due vittorie che sono arrivate. Con il Cittadella non meritavamo di perdere, adesso ci siamo presi sei punti e siamo lì, salvezza in tasca».
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 56, Pordenone 47, Bassano 46, Alessandria 43, FeralpiSalò e Pavia 42, Padova 38, Cremonese, Reggiana e SudTirol 37, Cuneo 28, Giana Erminio e Lumezzane 27, Pro Piacenza 26, Renate 25, Mantova 22, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 6 (-3 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della la venticinquesima giornata: SudTirol-Cuneo 1-0 (Tulli (St) al 45′ st), Cremonese-Reggiana 2-1 (Maiorino (Cr) al 3′ pt, Pacilli (Cr) al 34′ st, Arma (Re) al 39′ st), Cittadella-AlbinoLeffe 1-0 (Jallow (Ci) al 22′ pt), FeralpiSalò-Pro Piacenza 1-1 (Tortori (Fs) al 22′ st, Alessandro (Pp) al 46′ st), Pro Patria-Bassano 0-1 (Bizzotto (Ba) al 12′ st), Mantova-Padova 1-3 (Finocchio (Pd) al 18′ pt e al 38′ pt, Marchi (Mn) al 10′ st, Altinier (Pd) al 12′ st), Renate-Alessandria 0-4 (Branca (Al) al 16′ pt, Bocalon (Al) al 13′ st, Branca (Al) al 26′ st, Marconi (Al) al 47′ st), Pavia-Giana Erminio 2-0 (Foglio (Pv) al 37′ pt, Cesarini (Pv) al 39′ pt), Pordenone-Lumezzane 1-1 (Sarao (Lu) al 7′ pt, Pederzoli (Pn) al 25′ st).
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E’ successo, 8 marzo: doppia seduta per i Biancoscudati, a parte Baldassin ed assente Ilari.