Live 24! Padova-Pavia, -4: doppia seduta, a parte Baldassin e assente Ilari

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Ore 22.40 – (Il Piccolo) La squalifica di Giordani a Montebelluna, l’infortunio di Bradaschia che ha dato forfait prima in terra veneta e poi domenica al Rocco, il mancato arrivo dei transfer dei nuovi arrivati, la stranezza della formazione iniziale vista all’opera contro l’Union Ripa: questo il micidiale cocktail che in pochi giorni ha rigettato la Triestina nell’inferno dei play-out e l’ha ricacciata due punti sotto la quota salvezza, dopo che appena una settimana fa aveva assaporato l’ebbrezza di uscire dalla zona calda. Tutti ingredienti figli di un’unica colpa originaria, ovvero la ristrettezza di una rosa ridotta all’osso dopo la ventina di partenze di dicembre. È bene ricordare che quella delle ultime partite, nonostante gli sforzi di Milanese sul mercato degli svincolati, è pur sempre l’identica Triestina uscita dal periodo Favarato con in più solamente l’innesto di Cornacchia (fin qui 315 minuti) e di Fantina (81). Degli altri innesti, Romeo non ha ancora messo piede in campo (e in effetti quello difensivo è il settore dove sembrano esserci meno urgenze), mentre per Cuppone, Monti e Muzzi si è in attesa del transfer, con tempi non brevissimi visto che tutti provenivano da una recente esperienza all’estero. Pertanto, a parte Cornacchia comunque a corto di condizione e un Fantina che per ora è uomo da finali di partita, non è stato possibile inserire nessun ricostituente a una rosa che stava già arrancando da tempo. In queste condizioni, basta appunto la squalifica di un giocatore in questo momento cardine (Giordani) e l’infortunio dell’uomo più brillante e qualitativo dell’attacco (Bradaschia), per ridurre drasticamente la pericolosità offensiva dell’Unione. Che non a caso tra Montebelluna e Union Ripa ha segnato solo un gol ininfluente in Veneto allo scadere. A questo si sono aggiunti i problemi delle tre partite in sette giorni, che ha costretto tanti elementi già spremuti e quelli non ancora in condizione a degli sforzi supplementari. Da qui anche la discussa formazione scesa in campo con l’Union Ripa: e se è vero che bisognava far rifiatare dei giocatori e qualcuno non era disponibile, forse non era il caso di stravolgere tutto l’assetto tattico. Anche se nella scelta ha ovviamente influito proprio la carenza di ricambi che riporta al problema originario. Ecco perchè in queste due settimane da qui alla sfida con la Sacilese, non solo c’è da recuperare Bradaschia, ma anche pregare che finalmente arrivino i benedetti transfer per l’utilizzo dei tre nuovi tesserati: l’iter di Muzzi è partito prima e dovrebbe ormai essere in arrivo, ma si spera di avere a disposizione prima della Sacilese anche Monti e Cuppone.

Ore 22.20 – (Corriere delle Alpi) Tre punti e la testa già al derby. Il Belluno ha archiviato il match contro la Sacilese per 2-0, senza strafare quindi, contro una squadra giovane e ormai condannata alla retrocessione, ma con la consapevolezza di preservare le forze, e i cartellini, in vista del big match di sabato contro i cugini neroverdi. «A livello mentale la partita contro la Sacilese è una tipologia di partita delle più difficili – spiega il centrocampista del Belluno Mike Miniati – non è mai facile arrivare con la mentalità giusta a partite del genere dove l’avversario è in grossa difficoltà e ormai condannato. Abbiamo fatto la nostra partita, l’importante era vincere in vista del derby contro il Ripa Fenadora. La prestazione di Trieste? Una parentesi così ci può stare nell’arco di trentadue partite. Da un lato va dimenticata, dall’altra bisogna tenerla a mente perchè può sempre servire da lezione. Dopo questa sconfitta abbiamo giocato due partite segnando cinque gol e subendone zero». Quasi tutti presenti. Per il big match di sabato mister Vecchiato avrà a disposizione l’intera rosa, fatta eccezione per il fuoriquota Simone Quarzago, che sarà debutterà giovedì a Mori (contro il Verona) con la nazionale under 17 della Lega Dilettanti, per il torneo Beppe Viola ad Arco di Trento. Domenica contro la Sacilese il tecnico ha tenuto in panchina Marco Duravia, per farlo rifiatare, oltre che Stefano Mosca, diffidato e comunque non ancora al cento per cento della condizione dopo l’operazione al menisco. In campo l’unico a rischio squalifica era Sebastiano Sommacal che ha evitato cartellini e sabato ci sarà. Miniati, il feltrino che gioca nel Belluno. Per il biondo centrocampista del Belluno sarà una partita speciale. viste le sue origini. «È ovvio che sento la partita in maniera particolare, abito ad un quarto d’ora dal Boscherai – racconta Miniati – a parte tutto però, bisognerà cercare di giocare come fosse un match normale, anche se non sarà facile». Il jolly gialloblù. Da quando è tornato al Belluno, Mike ha ricoperto molti ruoli in campo, confermandosi pedina fondamentale della scacchiera di mister Vecchiato. «Questo per me è motivo di orgoglio perchè vuol dire che l’allenatore ha molta fiducia in me. È vero, gioco un po’ dappertutto, se posso scegliere però preferisco fare la mezzala ma faccio quello che mi chiedono, che sia il terzino o il trequartista». Confronti in parità. I derby tra Belluno e Ripa Fenadora, tra campionato e Coppa Italia, sono fino ad ora in perfetto equilibrio. Il primo anno di sfida, stagione 2013-2014, le due squadre conquistarono una vittoria per parte, entrambe tra le mura amiche. In quella 2014-2015 ne uscirono due pareggi. In coppa, entrambe le volte, sono passati i feltrini ai rigori. Nel girone di andata di quest’anno, al Boscherai, è finita 1-1 con le reti di Marco Farinazzo e Francesco Peotta.

Ore 20.00 – (La Provincia Pavese) Primi minuti ufficiali nel campionato di Lega Pro per Jiri Kladrubsky. E il 30enne centrocampista ceco non può che esserne felice. Per parlare con i giornalisti nel dopopartita, però, ha bisogno di un interprete d’eccezione: via telefono mentre è in ritorno da Reggio Emilia, dove con il suo Milan è stato battuto dal Sassuolo, è il connazionale Juray Kucka a fare da traduttore. Un rapporto di amicizia tra i due giocatori che è lo stesso giocatore del Milan spiega attraverso il cellulare. «Nasce dalla nostra conoscenza sei-sette anni fa quando insieme giocavamo allo Sparta Praga. Da quel momento siamo rimasti molto legati e ci siamo sentiti sempre, anche se magari eravamo lontani uno dall’altro». Il microfono passa poi a Kladrusbky che, divertito da quest’inusuale traduzione telefonica dal ceco all’italiano, non nasconde la soddisfazione per il suo debutto: «Ovviamente sono molto contento di aver potuto entrare in campo per i miei primi dieci minuti al Pavia – dichiara il centrocampista – spero di poter essere utile alla squadra e di poter giocare sempre di più nelle prossime gare». Un ambientamento nel Pavia che prosegue bene. «Molto – risponde senza esitazioni Kladrubsky – non mi sembra di essere qui solamente da un mese. Merito dei miei compagni, mi trovo in un gruppo veramente fantastico». E arrivano anche i risultati, la terza vittoria consecutiva e il Pavia incomincia a correre. «Certo va tutto bene anche con questa vittoria». Per ora Kladrubsky fa meno fatica ad affrontare il campo che la conferenza stampa del dopopartita, ma anche fuori dimostra la volontà di migliorare. E ci lascia con le poche parole che in italiano ha già imparato: «Sì, certo…».

Ore 21.40 – (La Provincia Pavese) «La voglia di rimettere piede in campo era tantissima». Fabrizio Grillo finalmente ha potuto disputare uno scampolo di partita e rompere il ghiaccio. Il terzino sinistro romano, arrivato dal Pescara ai primi di gennaio finora ha dovuto fare i conti con un infortunio muscolare che l’ha costretto a ritardare di due mesi il suo debutto in azzurro. «Venivo da quindici mesi difficili senza giocare ed ero un marito nervoso ed un padre ansioso per questo prima di tutto dedico questo momento a mia moglie e a mia figlia che saranno sicuramente molto contenti per me – dice – ero arrivato qui con tantissima voglia. A metà gennaio quando in allenamento stavo superando un ostacolo mi sono stirato al flessore. Sfortuna, l’ennesima di questi ultimi mesi. Spero ora che sia finita». Scorrendo la sua carriera Grillo è sicuramente un giocatore che a 29 anni può dare qualcosa di importante agli azzurri. Ha un’esperienza internazionale in Bulgaria al Cska Sofia nel torneo 2010-11 dove ha disputato anche l’Europa League e stagioni in serie B con le maglie del Varese, Siena e Pescara. Il terzino romano è arrivato in prestito fino a giugno dal Pescara, dove era stato messo sul mercato la scorsa estate e poi rimasto fino a dicembre fuori lista e ai margini. Ha tanta voglia di dimostrare il suo valore e il Pavia ha puntato su di lui. Quando sarà a posto completamente si candida per il ruolo di titolare a sinistra ini difesa occupato in questo periodo da Valerio Foglio. Ora Grillo è finalmente pronto? «Da dieci giorni sono tornato ad allenarmi a pieno ritmo con la squadra e il primo quarto in campionato mi permette mettere anche di mettere minutaggio nelle gambe – spiega l’ex giocatore di Varese e Pescara – ovviamente solo giocando puoi trovare la condizione. Da qui alla fine nelle nove partite che restano cercherò di dare un contributo importante in campo e allo spogliatoio. Sono arrivato qui per questo». Un Pavia finalmente vincente con continuità. «Sono importanti le tre vittorie di fila ma bisogna ancora migliorare per sfruttare al meglio le nostre potenzialità e qualità – spiega il terzino del Pavia – i margini di miglioramento ci sono ancora, guai a sentirci arrivati. Questo poi è un campionato strano, vedi in quest’ultimo turno il pareggio del Lumezzane a Pordenone. Ora dobbiamo solo pensare di andare a Padova a fare la partita e tornare con punti da questa trasferta».

Ore 21.10 – (Gazzetta di Reggio) Nella fabbrica dei talenti della Reggiana uno che calamita interesse e potrebbe far parlare in futuro è Daniele Rocco, milanese di 17 anni. Un segnale preciso al giocatore della Berretti l’ha dato anche Alberto Colombo portandolo in panchina a Cremona. Per descrivere questo ragazzo si potrebbe fare un accostamento a un nome che a Reggio pesa tanto, Beppe Alessi: Rocco è infatti un bomber tascabile, con tanto fosforo, muscoli d’acciaio, capace di giocate geniali e imprevedibili; quelle che possono accendere la partita in qualsiasi momento. La sintesi la fa il suo allenatore Francesco Salmi: «E’ un giocatore offensivo, che lo puoi usare da attaccante esterno o da trequartista, dove secondo me mette meglio in mostra le sue qualità. Vede bene la porta, è generoso, ha grandi doti, anche se non è dotato di un fisico incredibile. Un giovane dal carattere chiuso, ma con tanti valori e con una brava famiglia». Sulla stessa lunghezza d’onda Fausto Vezzani, responsabile tecnico del settore giovanile granata. «E’ un brevilineo, veloce, devastante nei 5 metri. L’anno scorso è stato un artefice nella vittoria del campionato Allievi Nazionali, quest’anno se la Berretti si è risollevata è anche per merito suo». Daniele Rocco è un giovane sveglio, pieno di sostanza, con i piedi ben piantati per terra. «Ho fatto sinora tanti sacrifici per il calcio, il percorso è positivo, spero siano ripagati. Se non sarà così, farò comunque tesoro di questo investimento, mi porterò dietro tante esperienze che sono sicuro mi serviranno un giorno per la vita». Viene dalla Pro Patria, in precedenza aveva giocato 7 stagioni in una società da dove era partita anche la carriera dell’ex dg Raffaele Ferrara. «Non ho problemi per l’altezza, credo di averne fatto un punto di forza, perché ho sopperito con la tecnica e la rapidità, la mia caratteristica migliore è tenere palla per fare l’ultima giocata. In campo sono un generoso, preferisco mandare in porta i compagni; poi per la verità segno anch’io, ho fatto sinora 5 reti in Berretti, 7 l’anno scorso negli Allievi Nazionali». Il vento oggi gira a suo favore. «Ho accolto la chiamata in prima squadra con sorpresa ed entusiasmo: la prima telefonata è stata per i miei genitori. Una dedica particolare in questo momento va alla mia famiglia e ai miei compagni di squadra, compreso il mister, è anche per merito loro la convocazione». Uno dei ricordi più belli del suo trascorso granata è l’amichevole del 25 aprile 2015 con il Milan che giocò per 20 minuti da esterno. «Non dimentico anche un gol particolare al Parma negli Allievi Nazionli, al Mirabello c’erano un centinaio di tifosi granata che mi fecero un sacco di applausi». Della prima squadra dove spesso è chiamato ad allenarsi, Daniele Rocco ha un’ammirazione speciale per Nicolas Siega. «Io prendo esempio da lui, perché è uno che dà sempre il massimo e si adatta a qualsiasi ruolo. Poi tra i miei idoli ci sono tutti i fuoriclasse della mia stazza fisica, come Messi, Dybala, Couthino». Rocco è molto legato al capitano della Berretti Stefano Buffagni, da una decina d’anni sono suoi inseparabili compagni di Alex Tondini, Alessandro Vernocchi, Daniele Porta e Andrea Battistello, tutti cresciuti nei Soccer Boys di Turbigo.

Ore 20.50 – (Gazzetta di Reggio) La Reggiana ha ripreso ad allenarsi ieri per preparare la sfida di sabato (ore 20.30) al Città del Tricolore con il Sudtirol, squadra che condivide coi granata e la Cremonese sia l’ottavo posto che gli ambiziosi obiettivi di inizio stagione. Potrebbe essere l’ultima spiaggia per una delle due nel tentativo di agguantare quel quarto posto, distante sei punti, che al momento garantirebbe l’accesso alla griglia dei play off. L’allenamento è stato diretto da Paolo Zanetti, il vice di Alberto Colombo, poiché il capo tecnico era impegnato in uno stage a Coverciano. I problemi non mancano mai: si è aggiunta la nuova tegola di Minel Sabotic che oggi verrà squalificato per colpa di quel cartellino giallo ricevuto a Cremona. L’alternativa che lo staff tecnico sta studiando è riproporre come centrale difensivo destro Francesco Rampi con Andrea Parola in mezzo ed “Ale” Spanò sulla sinistra. Per un giocatore che sarà costretto a dare forfait sono due quelli che torneranno a disposizione: Raffaele Nolè, finalmente guarito dall’attacco influenzale, e Daniele Mignanelli che pare aver risolto il problema muscolare agli adduttori che lo ha tenuto fuori per tre settimane. Ancora nulla da fare per Riccardo De Biasi e Paolo Frascatore che continuano a lavorare in palestra e ben difficilmente saranno disponibili. Poi sono da valutare le condizioni Paolo Bartolomei, Antonio Loi e Antonio Letizia: il primo è sempre monitorato per il colpo ricevuto al ginocchio nella gara di Padova, il secondo in settimana verrà sottoposto ad esame strumentale per capire meglio da dove viene il fastidio che avverte da tempo al ginocchio, il terzo sta combattendo con l’antibiotico un’infezione al piede destro che non gli consente di allenarsi ma è l’unico dei tre sul quale c’è un certo ottimismo. Oggi la squadra tornerà sotto il controllo di Colombo: mattino al Fit ViIlagee pomeriggio in via Agosti.

Ore 20.20 – (Gazzetta di Mantova) Dopo l’umiliante e sconcertante 1-3 subìto al Martelli ad opera del Padova, che ha spedito la squadra a 5 punti dalla zona salvezza a nove gare dalla fine del campionato, il Mantova decide di cambiare. Cosa? L’allenatore bersagliato dai tifosi? La formazione? Il modulo tattico? No, il portavoce della società. Non è uno scherzo, ma l’ennesima scelta a sorpresa dei vertici del club di Viale Te, che ormai ci hanno abituato da tempo alle soluzioni più bizzarre. È stato lo stesso presidente Sandro Musso a spiegare che d’ora in poi «gli unici autorizzati a esprimere la posizione ufficiale della società» saranno il direttore generale Gianfranco Bernasconi e il direttore operativo Matteo Togni, i quali dovranno occuparsi di tutto, «anche delle decisioni sul fronte tecnico». Qualunque altro esponente del Mantova dovesse parlare («compreso me», sottolinea Musso), esprimerebbe «soltanto opinioni personali». Un’anticipazione del “nuovo corso” si è avuta ieri mattina, quando in sede i due dirigenti hanno avuto una riunione sul momento delicato che attraversa la squadra insieme al team manager Paolo Musso, al socio Piero Raccagni e a Fabrizio Lori. Assenti il ds Alfio Pelliccioni (e del resto a cosa serve l’unico esperto di calcio in organico quando si discute di cose tecniche?) e mister Ivan Javorcic, impegnato a Coverciano. La giornata post Padova, dunque, è filata via liscia, quasi come se nulla fosse successo. La squadra è sempre più vicina alla prima retrocessione in D sul campo in 105 anni di storia ma l’impressione da fuori è che nessuno si renda ben conto di quanto grave sia la situazione. E soprattutto che manchi – filo conduttore dell’intera annata – la competenza calcistica necessaria per intervenire, alla quale viene sempre preferita la “scappatoia” mediatica di turno. Insomma, un atteggiamento controproducente che induce a pensare che dietro l’immagine ci sia il nulla. Il dg Bernasconi assicura comunque che non è così e che la società si muoverà con decisione proprio per evitare «ogni minimo segnale di rassegnazione». Oggi, presumibilmente prima dell’allenamento in programma alle 14.30, sarà proprio il direttore generale Gianfranco Bernasconi a parlare con Ivan Javorcic e con la squadra. Ecco, allora, il pensiero del dg sul momento biancorosso: «L’allenatore non è in discussione e non si cambia – premette Bernasconi -, ma domani (oggi per chi legge, ndr) ci parlerò per capire come sta vivendo questa situazione e come ha intenzione di venirne fuori. Come società vogliamo sapere da lui se ha dentro la giusta carica e la giusta tensione per invertire la rotta, quella stessa carica che ovviamente va trasferita ai giocatori. Ci aspettiamo che Javorcic tiri fuori adesso tutto quello che un allenatore in difficoltà deve tirar fuori. Noi siamo al suo fianco, dunque deve stare tranquillo e non sentirsi solo e abbandonato. Anche perché lui ha le sue responsabilità, ma la società sa di averne altrettante: siamo più o meno tutti colpevoli, ma bisogna trovare la freddezza, la grinta e le motivazioni per reagire e rifarci». Bernasconi poi aggiunge: «Parlerò anche alla squadra. Non so ancora se ci sarà anche il presidente Musso al mio fianco, comunque con i giocatori dovremo fare una chiacchierata per rialzarci e ripartire dopo la pesante sconfitta di domenica contro il Padova. Ci aspettiamo dai ragazzi una reazione immediata, tutti devono capire che a questo punto le prove d’appello sono davvero finite. Non vogliamo più vedere demotivazione e ginocchia che tremano in campo: non dobbiamo più iniziare a giocare pensando che la squadra avversaria sia più forte di noi, dobbiamo lottare contro tutti con la massima convinzione. E ovviamente questo a partire da sabato – conclude Bernasconi – , nell’importantissimo scontro diretto che avremo a Gorgonzola contro la Giana Erminio».

Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) Quasi a liberarsi dello shock per la sconfitta con il Padova i biancorossi sono tornati subito in campo per preparare l’ennesimo confronto diretto per sfuggire ai playout, sabato sera (20.30) a Gorgonzola contro la Giana Erminio. Seduta a ranghi ridotti quella svolta ieri mattina al “Micheli” sotto una leggera pioggia e condotta dal vice di Javorcic, Gabriele Graziani. Il tecnico croato era infatti insieme ai colleghi di serie A, B e LegaPro al centro federale di Coverciano, per un corso d’aggiornamento coinciso con le votazioni per l’assegnazione del premio “Panchina d’oro” della passata stagione, vinto per la terza divisione dall’allenatore del Teramo Vincenzo Vivarini. Tornando alla truppa mantovana, i titolari impiegati domenica contro i biancoscudati hanno svolto solo un programma di scarico. Tra loro qualche fastidio per Falou, toccato duro a un polpaccio, Caridi, vittima di un indurimento muscolare nella stessa zona e Marchi, fermato da un lieve affaticamento all’adduttore: il senegalese si è limitato all’attività in piscina (con lui anche il convalescente Beretta), gli altri due hanno preferito non forzare, rimanendo in palestra. Fermo il portiere Pane, affetto dall’infiammazione di un linfonodo nell’inserzione dell’adduttore. Dopo il lavoro atletico d’inizio settimana, Graziani ha fatto disputare una partitella di mezz’ora, alla quale ha rinunciato in via precauzionale il solo Di Santantonio, appena ristabilitosi da un infortunio. Sono invece rientrati nella mischia Trainotti, Zammarini e Cristini, recuperati a tutti gli effetti. «L’umore, dopo questa sconfitta, non è dei migliori – ha commentato Ciccio a fine seduta -. Il ko, per come è maturato pesa parecchio, perché non è stato il solito Mantova. Ma ci sono ancora occasioni per rifarsi».

Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Quanto vale Bassano – Pordenone? Con il minimo distacco, dopo la dodicesima vittoria vicentina e l’ottavo pareggio neroverde, mirando un Cittadella a +9, se ne sono già interessati i diretti protagonisti al termine dei loro recenti impegni. Importante è l’aggettivo che ricorre più frequentemente, come ha ripetuto anche Alex Pederzoli dopo il pareggio al Bottecchia. In riva al Brenta, Daniele Martinelli è tornato al centro della difesa bassanese dal 1’ contro la Pro Patria ultima in classifica, che però ieri si è vista restituire 4 punti. «Era importante per noi tornare a casa con il bottino pieno e ci siamo riusciti – afferma il difensore veneto -. Ora affronteremo il Pordenone, squadra in salute, una delle compagini che esprime il miglior calcio. Sarà una sfida importante». Gli fa eco Nicola Bizzotto che, proprio contro il fanalino, ha trovato per la prima volta in stagione la via della rete. Per lui quel colpo di testa è stato pure il primo gol in campionato tra i Pro. «Vittoria importante, su un campo difficile, ma domenica – mette le mani avanti il capitano bassanese – ci aspettano i ramarri. Sarà una gara per noi importante: speriamo che il pubblico accorra in massa per sostenerci». Sbloccato quanto a gol? «In ritiro avevo detto a Semenzato che avrei segnato, per questo dopo sono corso verso la panchina ad abbracciarlo». Per la Virtus è la terza vittoria consecutiva. Se in generale neroverdi e vicentini hanno preso gli stessi gol, in casa i giallorossi hanno la miglior difesa: solo 5 reti patite in 7 gare. La squadra di Bruno Tedino però ha un punto in più e la possibilità di fare la voce grossa (portandosi a +4) per quanto riguarda il secondo posto. Il club neroverde organizza una corriera gratuita per i sostenitori. Per adesioni (entro giovedì mattina) contattare il 3488234864 (Pordenone Calcio), oppure lo 0434541662 (Caffè Nogaredo). Cauzione di 10 euro, che sarà restituita sul pullman. Ritrovo al parcheggio antistante la tribuna del Bottecchia, partenza alle 11.30.

Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il primo mezzo stop, arrivato in piena emergenza e dopo 8 vittorie consecutive, non cambia di molto le prospettive del Pordenone. È vero: il Cittadella se n’è andato, forse definitivamente. Ma i playoff sono ancora lì, a portata di mano. Per arrivarci, però, bisogna iniziare a calcolare. Nessuno lo ammetterà mai, ma i ramarri hanno bisogno anche di un avversario (o due) su cui puntare il mirino. Al momento si chiamano FeralpiSalò e Pavia. Si tratta delle due squadre che oggi non giocherebbero gli spareggi per un solo punto e che hanno di fronte un calendario relativamente più semplice rispetto ai neroverdi. Pavia e FeralpiSalò vivono due momenti diversi. I primi vengono da tre vittorie consecutive, i secondi sono scivolati fuori dalla post-season dopo tre turni in rottura prolungata (due pari e una sconfitta). Ma entrambi saranno favoriti sui ragazzi di Tedino nelle prossime giornate. Nel weekend la FeralpiSalò andrà a Renate, mentre il Pavia sarà impegnato a Padova. Poi la decima di ritorno, con FeralpiSalò-Albinoleffe e Pavia-Renate, due gare quasi scritte, che coincideranno con Pordenone-Padova al Bottecchia. Superare questi due turni senza perdere punti nei confronti delle prime squadre fuori dai playoff significherebbe compiere un passo importante verso gli spareggi per la B. Nell’attesa di Pordenone-Feralpi (10 aprile) e Pavia-Pordenone (il primo maggio). Il calendario favorisce gli altri, è un dato. Per questo serviranno i calcoli e le “gufate”.

Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il Lumezzane ha interrotto il filotto neroverde fatto di tutte vittorie nel 2016. La serie che ha fatto parlare tutta Italia e la mezza Europa che conta nel calcio era iniziata il 9 gennaio a Gorgonzola, con il 2-1 firmato da Filippini e Mandorlini. Seguì l’1-0 con la Pro Piacenza, favorito dall’ultimo gol neroverde di Finocchio. Perentorio il 3-0 (Filippini, Cattaneo, Strizzolo) del 23 gennaio a Bergamo sull’Albinoleffe. Il 30 gennaio i ramarri tornarono al Bottecchia per battere il Mantova (1-0, Strizzolo). Arrivarono poi il 2-0 in casa del Renate (Pederzoli e Filippini) e il 3-0 (Strizzolo, Buratto e il primo acuto di Berrettoni) ai danni della Pro Patria. Il primo vero colpaccio però fu il 2-0 (Cattaneo e Stefani su rigore) sotto i riflettori dello Zini di Cremona, sabato 20 febbraio, contro la Cremonese di Rossitto. I ramarri si confermarono alla grande lo scorso turno (28 febbraio) a Bolzano (3-1, Cattaneo e doppietta di Strizzolo), dove si fermò a 618’ l’imbattibilità di Matteo Tomei, ma dove i neroverdi rimasero soli al secondo posto. Domenica il mezzo stop (1-1) con il Lumezzane, che non ha comunque compromesso il ruolo di sfidante principale della capolista Cittadella.

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) L’ottovolante neroverde è sceso a terra. Intendiamoci, non è precipitato. È solo atterrato sul verde del Bottecchia, costretto da qualche meccanismo usurato, un paio di rotelle in manutenzione, ma anche da un Lumezzane decisamente più tosto di quanto poteva far pensare l’anemica classifica. L’1-1 contro i rossoblù può essere visto in due modi: come occasione persa per restare nella scia della capolista Cittadella (ora a +9) e tenere a distanza di sicurezza il Bassano (ora a -1) alla vigilia dello scontro diretto al Mercante (domenica alle 15) o con soddisfazione per il risultato recuperato in condizioni d’emergenza, dopo il momentaneo vantaggio dei bresciani e le due paratone di Tomei che avevano mantenuto in partita i ramarri sullo 0-1. MANCA UN GOL – Nemmeno Mauro Lovisa riesce a prendere una posizione decisa, considerati anche i primi 25′ “regalati” al Lume. «Senza Stefani e Pasa – premette re Mauro – la squadra è stata necessariamente stravolta sul piano tattico e abbiamo pagato il tempo necessario a sistemarci. Oltre al gol abbiamo subito un paio di ripartenze pericolose. Poi però, spinti dal nostro pubblico, abbiamo comandato, pareggiato e costruito tanto. Ci è stato pure annullato un gol (Strizzolo, ndr) regolare. Tutto sommato avremmo meritato i 3 punti. Stop inatteso? Non si può – si arrende Lovisa – sempre vincere». SCONTRI DIRETTI – Resta comunque il secondo posto, posizione di vantaggio nella corsa playoff con Bassano (-1), Alessandria (-4), Pavia e FeralpiSalò (-5). «Se ce lo avessero predetto a luglio – sorride -, nemmeno io ci avrei creduto. Il bello però comincia adesso: Bassano, Padova, Alessandria, Reggiana e Feralpi. In un mese ci giochiamo i playoff. Saranno tutte finali. Con i rientri di Stefani e Pasa e i recuperi di Beltrame e Marchi potremo dire la nostra sino in fondo. Intanto – strizza l’occhio il presidente – stiamo facendo divertire i nostri tifosi e parlare di noi tutta Italia. Sono già – conclude Lovisa – grandi risultati e grandi soddisfazioni». GOL DA COMPLEANNO – Il rigore che ha permesso al Pordenone di pareggiare è stato procurato da Strizzolo, ma trasformato da Alex Pederzoli che domenica festeggiava il 32. compleanno (Piacenza, 6 marzo ’84). Per lui, come per Luca Cattaneo il 30 gennaio, l’attentissimo popolo neroverde ha cantato tutto in coro il tradizionale «Tanti auguri a te».

Ore 18.10 – (Messaggero Veneto) Amico-rivale. È atteso al Bottecchia sabato 19 marzo, quando allo stadio cittadino si presenterà il Padova di Bepi Pillon. Intanto lui pensa ad alimentare i sogni play-off dei biancoscudati. Di chi si tratta? Di Francesco Finocchio. Il fantasista ex neroverde, passato nel corso dell’ultimo mercato invernale dalla città del Noncello a quella del Santo, è stato il grande protagonista dell’ultima vittoria dei veneti a Mantova. Sua, infatti, la doppietta che ha aperto la strada del successo già nel primo tempo, prima del definitivo sigillo di Altinier nella ripresa. Due gol di ottima fattura che hanno, come Finocchio ha rivelato al termine della gara, almeno in parte una matrice legata al club neroverde. Prima rete di potenza e di sinistro, dopo un pregevole doppio passo in area. Proprio descrivendo la prodezza, il giocatore italo-brasiliano ha raccontato un aneddoto davvero particolare, così sintetizzabile: «se ho segnato, merito del portiere del Pordenone, Matteo Tomei». Ebbene sì, sarebbe stato proprio il suo ex compagno di squadra nella recente parentesi neroverde a consigliargli in situazioni simili di calciare alto, e non cercare il cosiddetto colpo di precisione. «L’avevo provato – ha fatto sapere Finocchio – quando giocavo col Pordenone, contro l’Alessandria, e Matteo (Tomei, ndr) allora mi disse la prossima volta di concludere così, perché in quei frangenti il portiere si distende per coprire lo specchio della porta. Ho ascoltato il suo consiglio e ho segnato». La seconda rete è arrivata di testa, esattamente come aveva firmato la sua ultima perla in neroverde: il decisivo 1-0 con la Pro Piacenza dello scorso 16 gennaio. Alla prima da titolare, una doppietta. E ora per Pillon sarà difficile rimandarlo in panchina. Soprattutto al cospetto dei suoi ex compagni.

Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) É l’annoso dilemma che accompagna un po’ tutti i pareggi. Soprattutto quelli in cui il confine con la vittoria è stato sottilissimo: due punti persi o uno guadagnato? Il giorno dopo il primo mezzo passo falso del Pordenone nel 2016, la domanda è inevitabile. E la risposta tende al positivo. Immutato. Il pari conquistato al Bottecchia con il Lumezzane non ha mutato le gerarchie al vertice. Secondo era e secondo è rimasto il team neroverde. Sebbene abbia visto avvicinarsi tutte le rivali nella corsa ai play-off, Bassano in primis (ora a un punto), e allontanarsi forse irrimediabilmente la capolista Cittadella, spintasi a più 9. Trattasi, ad altrettante gare dal traguardo, di una seria ipoteca sulla promozione diretta in B. I numeri tornano a sorridere, in chiave neroverde, dando un’occhiata alla differenza reti delle battistrada: il Pordenone (più 19) mette in riga Cittadella (17), Alessandria (15), Pavia (14), Bassano (13) e Feralpisalò (10). Rimanendo in tema di classifica, ieri la Corte d’appello federale ha restituito 4 punti alla Pro Patria (riducendo la penalizzazione da -7 a -3): bustocchi sempre ultimi, ma ora a quota 6. Attenuanti. Non è con gli alibi che si può sognare in grande. Ma non si possono neppure ignorare i dati di fatto. Il Pordenone si è trovato ad affrontare il match con il Lumezzane, una delle formazioni più in forma del momento (veniva da 2 successi di fila), senza il cuore della difesa. Non solo Stefani, squalificato, per la prima volta assente dallo scacchiere di partenza, ma in extremis si è aggiunto pure il forfait di Pasa, alle prese con l’influenza. In pratica, in un solo colpo, la squadra si è trovata a giocare senza entrambi i giocatori da cui solitamente parte l’azione. Un minimo di disorientamento era preventivabile. Così come, almeno all’inizio, l’esigenza di assemblare alcune novità, come l’arretramento di Mandorlini sulla linea dei 4 davanti a Tomei. Sollievo. Col Bassano si dovrebbero rivedere sia Stefani sia Pasa. Possono tirare un sospiro di sollievo i tifosi neroverdi per le condizioni di Alex Pederzoli, uscito anzitempo dopo aver realizzato il rigore dell’1-1. Un compleanno a due volti per lui: la festa per il gol, i crampi che l’hanno costretto uscire. Ma proprio perchè crampi, nulla di preoccupante. Domenica, invece, non ci sarà Strizzolo, (inspiegabilmente) ammonito e incappato nella recidiva. Per provare a scardinare la difesa del Bassano, assieme all’ex Berrettoni, già scalpita Filippini.

Ore 17.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) L’estate scorsa rinunciò, non senza tormenti, alla proposta del Padova. E adesso si gode il meritato premio per la fedeltà dimostrata al Bassano: «Meglio tardi che mai …», ha scherzato Nicola Bizzotto sul suo profilo ufficiale Fb per celebrare il primo gol in maglia giallorossa. Un gol pesantissimo, servito per battere la Pro Patria e avvicinare ulteriormente il secondo posto. Fra il Pordenone e il Bassano, infatti, adesso c’è un solo punto di differenza in classifica e, se è vero che il Cittadella pare irraggiungibile, non altrettanto si può dire del secondo gradino del podio, che garantisce un approdo ai playoff da posizione privilegiata. «Venerdì sera in ritiro — sorride il neocapitano giallorosso — ho detto a Semenzato che con la Pro Patria avrei segnato, per questo dopo averla buttata dentro sono corso verso la panchina ad abbracciarlo. Dedico la mia prima rete a mio padre e alla mia famiglia, alla mia fidanzata Julia e al nostro ex compagno Enrico Zanella».

Ore 16.50 – Baldassin ed Ilari non hanno lavorato col gruppo a causa di due contusioni subite nella partita col Mantova, ma entrambi dovrebbero pienamente recuperare in vista della gara di sabato col Pavia.

Ore 16.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.10 – Qui Guizza: partitella finale a campo ridotto.

Ore 15.50 – Qui Guizza: lavoro atletico, regolarmente in gruppo anche Sparacello.

Ore 15.30 – Qui Guizza: lavoro atletico sui campi in erba naturale nonostante le forti piogge. A parte Baldassin, assente Ilari.

Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano.

Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Un anno fa il Vicenza di Pasquale Marino volava verso le zone alte della classifica con la possibilità di puntare addirittura alla serie A senza nemmeno dover passare attraverso i playoff. Poi è finita come tutti sanno, ma di quel Vicenza a distanza di dodici mesi è rimasto ben poco. Partiti Di Gennaro e Cocco, infortunati Brighenti e Manfredini, la squadra ha perso la sua «spina dorsale» e non è riuscita, nonostante un buon avvio, a rimanere lontana dalla zone pericolose della graduatoria. La sconfitta di Novara, maturata anche a causa dell’ennesimo e clamoroso errore arbitrale, ha relegato il Vicenza al terz’ultimo posto, posizione che inevitabilmente ha abbassato l’autostima dei giocatori, incapaci di uscire da una situazione a dir poco complicata. Come sempre accade quando una stagione nasce storta, tutto va nella direzione sbagliata a partire dai numerosi infortuni che non hanno mai consentito a Marino di avere l’organico al completo. Ma è naturale che le cause di questo tracollo siano da ricercare anche in una situazione societaria piuttosto precaria, gravata da quasi 15 milioni di debiti. Una situazione molto pesante, con un debito Iva di oltre sei milioni di euro e con una mancanza totale di liquidità tanto che dall’aprile scorso il tutto è tenuto in piedi dalla Vi.Fin, la finanziaria costituita da un gruppo di imprenditori vicentini che hanno fin qui onorato le scadenze relative agli stipendi e contributi dei tesserati, consentendo a giugno alla società di iscriversi regolarmente al campionato. Vi.Fin. il 30 dicembre scorso ha proposto all’agenzia delle Entrate la rateizzazione del debito Iva in 15 anni, e sta lavorando per presentare un piano di ristrutturazione del debito che il tribunale di Vicenza dovrà omologare. Vi.Fin. tramite l’ad Marco Franchetto, ha fatto sapere che eserciterà il diritto di opzione all’acquisto delle quote di maggioranza detenute da Finalfa solo se il Vicenza rimarrà in serie B: e qui il quadro si fa buio, considerato il momento nero. Chi si assumerà l’onere delle decisioni riguardanti la parte tecnica fino alla fine del campionato? Sarà Vi. Fin — che finora ha di fatto tenuto in vita la società — oppure sarà il consiglio di amministrazione nominato da Finalfa, attuale proprietaria del Vicenza, a decidere sul futuro biancorosso? Un quesito importante che finora non ha una risposta certa, anche perché le idee dei due schieramenti, soprattutto sulla posizione di Pasquale Marino, non sono proprio concordanti.

Ore 14.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Dal Venezia via libera al derby del 20 marzo col Mestre, mentre Tacopina incontra Zamparini e dà l’ok a Perinetti per blindare il «gioiellino» Acquadro in vista della Lega Pro. È già tempo di programmazione dopo il 2-0 al Tamai che, alla vigilia della sosta, ha regalato lo scatto in vetta da +3 a +5 sul Campodarsego. Primo fronte caldo è quello «burocratico» per riportare il derby di Mogliano a domenica 20 marzo (ore 15) annullando così il posticipo forzato a mercoledì 30. L’intesa Venezia-Mestre sta per essere comunicata alla Lega Dilettanti che, il 26 febbraio, aveva rinviato d’ufficio le partite delle squadre con giocatori impegnati nella Viareggio Cup. Per il Venezia è il caso del centrocampista Alberto Acquadro che giocherà la Coppa Carnevale da capitano della Rappresentativa di serie D, in campo domenica 20 a La Spezia contro il Torino nella gara forse per accedere agli ottavi. E proprio alla luce della crescita del giovane classe ’96 il ds Perinetti sta per esercitare («Già in settimana») il diritto di riscatto di Acquadro dal Borgosesia, club piemontese di serie D che in estate l’aveva prestato in laguna. Intanto il nome del presidente Joe Tacopina è stato accostato a quello dell’ex patron Maurizio Zamparini, intenzionato a vendere il suo Palermo di serie A. «Sì ho incontrato Zamparini, ha chiesto di vedermi assieme a Giorgio Perinetti che conosce dai tempi del Palermo – conferma Tacopina dagli States -. Abbiamo discusso in generale come diversi anni fa quando ero vicepresidente della Roma, parlando di possibili investitori interessati al Palermo dato che molti americani di origine siciliana negli Usa. È stata solo una conversazione preliminare e privata, come sapete in passato ho portato altri due investitori nel mercato italiano (James Pallotta alla Roma e Joey Saputo al Bologna, ndr) e cerco sempre di mettere in contatto possibili «proprietà forti» con le squadre italiane. Vedremo». Sull’allungo del Venezia Tacopina si dice ovviamente «molto felice dell’ennesima bella prestazione della squadra. Questo è il Venezia che conosco, quello che se gioca come sa nessuno può battere. Complimenti, però abbiamo ancora 7 gare da giocare e non abbiamo ancora vinto nulla». La squadra riprenderà domani al Taliercio e sabato a Valdagno (stadio Dei Fiori ore 14.30) disputerà un’amichevole di allenamento con i pari categoria dell’Altovicentino.

Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Prove di fuga. Dopo il lungo testa a testa, il Venezia stacca di 5 lunghezze il Campodarsego e, a sette giornate dal termine, vede avvicinarsi il traguardo. Ma prima c’è da pensare al derby con il Mestre, che non slitterà al 30 marzo ma si disputerà regolarmente domenica 20 allo stadio di Mogliano: ieri le due società si sono accordate per mantenere la data originaria e adesso non rimane che comunicarlo alla Lega per l’ufficializzazione. Il 2-0 di domenica sul Tamai (reti di Luciani e Serafini) è il punto esclamativo di un ultimo mese perfetto: 12 punti nelle ultime quattro partite, a fronte di un Campodarsego che ha segnato il passo e non solo per la sconfitta nello scontro diretto. Reduci dal 3-3 con l’Abano, i padovani nelle ultime quattro gare hanno messo in cassaforte appena quattro punti e, se si conta anche il pareggio con la Virtus Vecomp, il ruolino di marcia delle ultime cinque giornate segna due ko, due pareggi e una sola vittoria. Adesso il Venezia deve solo pensare a non concedere più alcuna chance di rimonta alla diretta concorrente. Altri pericoli non dovrebbero profilarsi visto che la terza in classifica, l’Este, è a -12. «Quando noi diamo il 100 per cento non ce n’è per nessuno. Non pensiamo alla classifica, giochiamo partita dopo partita e vogliamo vincerle tutte», commenta Alberto Acquadro che da ieri è a Coverciano al pre-raduno della Rappresentativa di Serie D. L’impegno della «selezione» al torneo di Viareggio impone nel prossimo weekend la sosta del campionato. Per ovviare all’inattività, è stata fissata per sabato (ore 14,30) un’amichevole con l’Altovicentino allo stadio dei Fiori di Valdagno, mentre la squadra riprenderà solo domani gli allenamenti. La convocazione di Acquadro aveva inoltre fatto scattare lo slittamento d’ufficio del derby con il Mestre, originariamente fissato il 20 di marzo. Lo spostamento avrebbe però comportato una pausa di ben 24 giorni, comprensiva della Pasqua: decisamente troppo per mantenere alta la tensione. E’ per questo che ieri le due società si sono accordate, come previsto dalla circolare della Lnd, per conservare la data del 20: si giocherà dunque tra due settimane a Mogliano, alle 15. Il Mestre, da parte sua, sta attraversando un ottimo momento: domenica ha battuto in trasferta il Dro per 1-0 ed è questo il sesto risultato utile consecutivo per gli arancioneri, adesso a -5 dalla zona playoff. «Abbiamo avuto una stagione di alti e di bassi — commenta il presidente Stefano Serena — adesso stiamo vivendo una buona fase. Abbiamo scontato il fatto di essere partiti con tanti giocatori che non si conoscevano. Adesso siamo una squadra, prima solo un insieme di buoni elementi». Domenica no, invece, per il Noale sconfitto 1-0 dalla Luparense e la Clodiense, battuta 2-0 dall’Imolese.

Ore 13.40 – (La Nuova Venezia) Alberto Acquadro sarà il capitano della Rappresentativa di serie D che parteciperà alla 68ª edizione della Viareggio Cup. Questo comporterebbe il rinvio della partita contro il Mestre, ma la partita si giocherà ugualmente domenica 20 marzo. Ieri il direttore generale Dante Scibilia ha contattato Giuseppe Del Bianco, il suo alter ego del Mestre, accordandosi per presentare insieme la domanda per giocare come da calendario domenica 20 a Mogliano. Cambia leggermente l’orario di inizio, alle 15 e non alle 14.30. «Abbiamo ritenuto più giusto giocare di domenica che non infrasettimanalmente per garantire un afflusso maggiore di tifosi» spiega il direttore generale Scibilia. Le due società hanno tempo fino a venerdì 11 per inviare alla Lega Nazionale Dilettanti la domanda per chiedere il ripristino della data iniziale. Acquadro. Sulle qualità di Acquadro, centrocampista piemontese il Venezia crede anche per il prossimo anno. «Andremo a definire il riscatto del giocatore» conferma il diesse Perinetti, «c’è già un accordo con il Borgosesia, che detiene il cartellino del giocatore. I giovani si stanno disimpegnando bene, Acquadro sta avendo una continuità eccezionale, in pratica è come se giocassimo con otto senior in ogni partita». Un segnale che non appena il Venezia sarà ancor più vicino alla promozione, Perinetti getterà le fondamenta della prossima squadra. Vantaggio. Per la prima volta nel corso della stagione il Venezia ha un vantaggio di 5 punti sulla più immediata inseguitrice visto che gli arancioneroverdi hanno avuto 4 lunghezze di margine tra la 5ª e la 10ª^ giornata del girone di andata, sempre sul Campodarsego. Nelle ultime quattro gare, dopo il pareggio interno con l’Abano, il Venezia ha infilato quattro vittorie consecutive “mangiando” 8 punti alla formazione padovana. «Adesso dobbiamo tenere duro» puntualizza Scibilia, «perché il nostro calendario è sulla carta un po’ più complicato di quello del Campodarsego. Se facciamo altri 6 punti nelle prossime due partite con Mestre e Fontanafredda ci avvicineremo sensibilmente al traguardo». «Al di là del vantaggio» aggiunge Perinetti, «conforta ancor più la determinazione, la qualità e la ferocia della squadra, in aggiunta a un’ottima condizione atletica». avarin ha concesso due giorni e mezzo di riposo ai giocatori, fissando la ripresa per domani pomeriggio. Doppio allenamento giovedì e venerdì, poi sabato amichevole a Valdagno contro l’Altovicentino (stadio dei Fiori, ore 14.30), seconda nel girone D alle spalle del Parma.

Ore 13.10 – (Gazzettino) Lamin Jallow goleador, insolito per un africano considerando le condizioni atmosferiche proibitive durante le partite con il Pavia e l’Albinoleffe, nelle quali il ventenne granata ha messo a segno due reti. Dopo il gol alla prima giornata con il Cuneo, il gambiano non aveva più segnato, ma i tre centri nelle ultime cinque gare lo hanno riportato prepotentemente alla ribalta. «Sono molto contento – sottolinea – perchè sono stati gol importanti che hanno deciso il risultato. In precedenza non avevo mai giocato come punta nel 4-3-1-2 dato che facevo l’ala nel 4-4-2. L’allenatore quest’anno mi ha chiesto questo cambiamento e io mi sono adattato. Sono contento perchè ho più libertà di movimento e ci sono Pascali e Iori che mi danno sempre buoni consigli». In questo ultimo periodo la fiducia di Venturato lo sta facendo giocare con continuità come spalla di Litteri. Sulla punta catanese, riprende Jallow: «Ha grandi qualità ed è uno che corre molto aprendomi spazi preziosi con i suoi movimenti. Non ci ostacoliamo, anzi con lui ci completiamo bene». Sulle condizioni del Tombolato, che nella partita contro l’Albinoleffe pareva una piscina, precisa: «Una giornata con tanta acqua così non l’avevo mai vista. In Africa è tutta un’altra cosa, ma ci siamo adattati tutti e abbiamo ottenuto un risultato importante. Anche a Gorgonzola le condizioni ambientali non erano ideali per il campo lungo e stretto, mentre io mi trovo bene quando c’è spazio. Meglio il Tombolato». Nonostante le situazioni non siano state favorevoli, fare gol diventa ancora più importante. Dopo le dediche a Yusupha Bobb e a Zita, che gestisce il bar stadio, quella dell’ultimo gol con l’Albinoleffe è ancora più speciale: «È per la mia mamma che in Gambia mi pensa sempre. Si chiama Mariama e anch’io la penso spesso». Sul suo inseparabile amico Bobb, che a Verona sta seguendo le terapie dopo un grave infortunio, aggiunge: «Sta migliorando e ha cominciato a fare palestra. Gli telefono spesso, dopo la partita con l’Albinoleffe mi ha chiamato lui facendomi i complimenti per il gol. Lo trovo sereno, anche se dovrà stare lontano dal calcio giocato ancora per parecchio tempo. Adesso fra campionato e Coppa abbiamo un periodo molto intenso, ma appena sarò nelle condizioni di poterlo fare andrò a trovarlo». Sulle sue prospettive future, continua: «Sogno di vincere questo campionato e giocare in serie B con il Cittadella. Sono in prestito dal Chievo, ma spero che si trovi una sistemazione che soddisfi i miei desideri. Qui a Cittadella mi trovo veramente bene sotto tutti gli aspetti e la mia volontà è quella di continuare in questo ambiente». Sugli ululati generici che ci sono stati allo stadio Euganeo durante il derby con il Padova, precisa: «Personalmente non li ho sentiti. Ero molto concentrato sulla partita e poi queste cose non meritano attenzione». Quanto al suo italiano, ancora piuttosto anglofono, conclude: «Ho frequentato un corso di lingua, ma adesso ho smesso. Voglio però riprendere questa estate perchè è per me importante riuscire a comprendere e parlare bene l’italiano».

Ore 12.50 – (Gazzettino) Ieri è ripresa degli allenamenti sul campo sintetico con Andrea Paolucci in gruppo, oggi seduta al pomeriggio. Domani (ore 14.30 al Tombolato) la gara di ritorno delle semifinali di Coppa Italia con la Spal, quindi la preparazione continuerà fino a sabato. Domenica mattina la rifinitura, poi la partenza per Alessandria in vista del posticipo di lunedì. Domani alle 12.30 al ristorante Da Godi a Fontaniva ci sarà il “terzo tempo” fra i Centri di coordinamento delle tifoserie di Spal e Cittadella con ricevimento ufficiale del presidente del Salf granata club Silvano Birollo. Questo evento vuole rinsaldare l’amicizia fra i due sodalizi, che trova in Andrea Pierobon il comune beniamino con otto anni alla Spal e dieci al Cittadella.

Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Il piccolo Gervinho ha imparato a segnare. Lo conoscevamo come un esterno d’attacco dal dribbling facile e dall’accelerazione devastante, adesso Lamin Jallow si è messo pure a indossare le vesti del bomber. «E sono contento che i miei gol abbiamo contribuito a spingere il Cittadella ancora più su in classifica, verso l’obiettivo promozione». Già, c’è il suo marchio dietro all’ultimo allungo della squadra granata, ora a +9 sul Pordenone («Ma dobbiamo continuare così a partire dalla gara di Alessandria, ancora non abbiamo raggiunto niente»). E non sono mica reti banali. Dopo il debutto con timbro personale del girone d’andata, questo 21enne gambiano ha atteso un intero girone per concedere il bis ma, una volta ri-sbloccatosi, non si è più fermato, risultando decisivo nel 2-1 alla Pro Piacenza, nel 3-2 sul Pavia e, sabato scorso, nell’1-0 da attaccante opportunista inflitto all’Albinoleffe. Ancora non si fida a parlare italiano, Lamin, anche perché da qualche settimana ha interrotto lo studio della lingua. «Ma so quanto sia importante arrivare a padroneggiarla, sicuramente al termine del campionato mi ci rimetterò sotto», racconta sorridendo. E sulla sua nuova dimensione di attaccante, spiega: «Fino a questa stagione avevo sempre giocato come esterno, destro o sinistro, nel 4-4-2. Venturato invece mi ha provato come seconda punta nel 4-3-1-2, in un ruolo in cui mi trovo bene. Ho molta più freedom (libertà, ndr) adesso e mi diverto. Accanto a me c’è un elemento come Litteri, con cui è facile giocare, perché è un very good player, un centravanti di grandi qualità che non si limita a stare fermo in area ma corre tanto e apre spazi per gli inserimenti dei compagni. E poi, in campo, a spingermi ci sono i consigli dei due giocatori che sanno far sentire la loro personalità: uno è Pascali, che parla un ottimo inglese avendo giocato per diversi anni in Scozia, e l’altro è Iori, che lo parla meno spedito ma si fa capire lo stesso. Loro due, stanno aiutando molto a crescere». Il precedente gol lo aveva dedicato alla signora Zita, che gestisce il bar dello stadio, dove si ferma spesso, dato che vive nell’appartamento a ridosso del locale. «Questo invece è tutto per mia madre Mariama, chissà che in qualche modo possa leggere questa dedica». E poi un pensiero speciale Jallow lo rivolge all’amico e connazionale Yusupha Bobb, che sta seguendo il suo percorso di recupero a Verona, dopo la frattura del perone subita a Cuneo. «Sono andato a trovarlo l’ultima volta tre settimane fa e indossava ancora il tutore, ma ci sentiamo praticamente ogni giorno. Dopo il gol contro l’Albinoleffe è stato lui a telefonarmi per farmi i complimenti. Credo che, superati speriamo in maniera positiva il turno di Coppa di domani e il posticipo di lunedì ad Alessandria, avremo un po’ di più tempo a disposizione, tornerò a trovarlo appena possibile».

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Andrea Paolucci è tornato a lavorare in gruppo. È la notizia più bella alla ripresa degli allenamenti dei granata, dopo la domenica di pausa. La seduta si è svolta sul campo sintetico, visto che a Cittadella ieri ha continuato a piovere. Resta da vedere se il centrocampista abruzzese, fuori da gennaio per una lesione all’adduttore, sarà convocato per il match di Coppa Italia di domani pomeriggio. A dirigere la sfida con la Spal (in programma alle 14.30 al Tombolato) è stato designato Francesco Guccini di Albano Laziale. I biglietti sono acquistabili rivolgendosi alla sede del Cittadella, mentre domani i botteghini di via Gabrielli apriranno alle 13.

Ore 11.50 – (Corriere del Veneto) Video di esultanze incontenibili, selfie, clima festoso, interviste scherzose, abbracci e tanti applausi. Il mondo Cittadella ormai straripa, in un crescendo testimoniato solo in parte dai nove punti di vantaggio sul Pordenone secondo in classifica. La squadra è solida come la roccia, è sempre sul pezzo anche nelle giornate di scarsa vena. Insomma, la scalata verso la B è ormai cosa fatta, salvo stravolgimenti impensabili. E la rosa offre garanzie eccellenti, a cominciare da Andrea Paolucci, rientrato in gruppo e nuovamente a disposizione di Roberto Venturato. Poi c’è Lucas Chiaretti, l’ennesima intuizione di Stefano Marchetti, che lo prese a mercato chiuso a parametro zero dopo aver accarezzato a lungo l’idea Juan Antonio. Mai scelta fu più azzeccata, considerato che il fantasista sudamericano, oltre ad essersi guadagnato una maglia da titolare, ha accesso l’entusiasmo dei compagni di squadra. «Siamo in un bellissimo momento — sorride Chiaretti — riusciamo sempre a portare a casa i tre punti, anche quando l’avversario ci mette in difficoltà. Subiamo pochi gol e riusciamo sempre a farne almeno uno, per questo credo che il vantaggio in classifica sia più che meritato. Anche sabato, nonostante la pioggia ed il campo, siamo andati oltre le difficoltà e il successo ci fa capire che la squadra ha un ottimo spirito di gruppo. Ci siamo adattati bene cercando di crearci gli episodi necessari a portare a casa l’intera posta in palio». E Chiaretti torna anche sull condizione generale del gruppo. «Potevamo chiudere la partita con il rigore, ma purtroppo Iori non è riuscito a trasformarlo. È contro squadre con il Padova e il Pavia, però, che siamo riusciti a esprimere al meglio il nostro calcio. Era un nostro obiettivo arrivare a marzo in queste condizioni, ma non è ancora chiuso il discorso: l’Alessandria è un’ottima squadra. E adesso pensiamo alla Coppa Italia, perché vogliamo la finale».

Ore 11.20 – (Gazzettino) A maggiore ragione se si prendono in esame le prossime due sfide con dirette rivali a un posto negli spareggi promozione, vale a dire Pavia e Pordenone. Insomma, il Padova può scrivere davvero il suo destino. «La vittoria con il Mantova è stata bellissima e siamo contenti di avere raggiunto la salvezza che era il primo obiettivo. Anche se a dire il vero la nostra squadra non è stata costruita per salvarci, ma abbiamo attraversato un momento difficile e da quel tunnel ne siamo usciti bene grazie al lavoro del tecnico e dei ragazzi. Adesso ci attendono Pavia e Pordenone, partite che ci diranno molto sulla possibilità di agganciare i play off. Ripeto, bisogna crederci, qualcuno davanti a noi potrebbe perdere qualche punto». Viene da pensare che se l’avvicendamento in panchina fosse avvenuto prima, oggi le quotazioni sarebbero magari più alte. «Con i “se” non si costruisce la storia, la si fa solo con i fatti. C’è il rammarico per avere perso qualche punto per strada: Pillon non ha digerito la sconfitta con il Cittadella e lo stesso vale per me, penso anche al rigore sbagliato all’andata con il Renate. Ci sono però ancora 27 punti in palio e tutto si può ancora verificare». Novità sull’eventuale rinnovo contrattuale dell’allenatore? «In questo momento dobbiamo restare il più tranquilli possibile. Lasciamo passare le prossime due partite e poi chissà che dentro l’uovo di Pasqua ci sia la sorpresa».

Ore 11.10 – (Gazzettino) «Questo è un gruppo di giocatori importante nel quale credo fortemente, potrebbe davvero scrivere un pezzo di storia del Padova se riuscisse a riportarlo in serie B. Abbiamo davanti ancora nove partite e se inanelliamo un filotto di vittorie abbiamo la possibilità di raggiungere un obiettivo che al momento è un sogno. Ma i sogni si possono anche raggiungere, e farlo dopo una rimonta del genere sarebbe un’impresa mica da poco. Bisogna crederci: ci vuole fame per arrivare fino in fondo». Parole dette a ragion veduta, perché da quando c’è Pillon al timone i biancoscudati si sono trasformati. Una metamorfosi che li ha portati a essere una delle compagini più solide e in forma del campionato, e la dimostrazione di forza esibita in terra virgiliana ne è stata un’ulteriore riprova. «Dopo il mercato di gennaio la squadra si è rinforzata e l’allenatore ha maggiori possibilità di scegliere. Oltre alla qualità, è cresciuta molto anche la nostra autoconvinzione: Pillon ha lavorato sull’aspetto psicologico e si vede che i ragazzi sono più sicuri su quello che devono fare in campo. Rispetto alle partite precedenti nelle quali eravamo un po’ timorosi, vedo un’altra squadra proprio nella mentalità dato che è più affamata, aggressiva e determinata. Del resto siamo il Padova, e sono gli avversari che ci devono temere. Escluso il primo posto del Cittadella, tutto può ancora succedere».

Ore 11.00 – (Gazzettino) La solidarietà ai tifosi per l’agguato di Mantova, la cavalcata della squadra nella rincorsa a un posto nei play off e il sogno della serie B. È un fiume in piena l’amministratore delegato Roberto Bonetto che affronta a tutto tondo i temi caldi del pianeta biancoscudato. Il suo primo pensiero è per i tifosi aggrediti domenica prima della partita. «Voglio esprimere loro la mia vicinanza perchè hanno subìto un’ingiustizia. Sono stati aggrediti dagli ultras del Mantova, insieme ai quali c’erano anche quelli del Brescia, e non riesco a comprendere il motivo per cui dopo il danno, sono stati anche caricati dalla polizia, che invece non è intervenuta nei confronti dei tifosi di casa e del Brescia protagonisti di questo atto vandalico. È una cosa che mi lascia perplesso, come società sentiremo chi di dovere per fare chiarezza». Dai tifosi alla squadra: semmai Pillon e giocatori avessero bisogno di una spinta in più per il rush finale, sono accontentati. Perché le parole di Bonetto suonano come un’iniezione di fiducia e di carica allo stato puro nell’ottica di andare a prendersi i play off. E anche qualcosa di più.

Ore 10.50 – (Gazzettino) È mancato domenica all’età di 73 anni Valeriano Barbiero, padovano ed ex terzino che con i biancoscudati ha giocato 111 partite in serie B. Mossi i primi passi nella squadra della parrocchia di Brusegana, fu notato in occasione della finale di un torneo ad Abano da Mario Alfonsi che lo mandò a fare un provino con il Padova, entrando a farne parte del vivaio. Il suo debutto in prima squadra risale alla sfida vinta 1-0 in trasferta con il Brescia (16 giugno 1963) e proprio con le Rondinelle terminò la carriera biancoscudata con un’altra vittoria in trasferta per 4-0 (22 giugno 1969).
Tra le sue presenze, anche quella nella finale di Coppa Italia persa all’Olimpico di Roma con il Milan (14 giugno 1967), dopo avere eliminato in semifinale l’Inter allenata da Helenio Herrera. È il Padova di Humberto Rosa, che scese in campo con Pontel, Cervato, Barbiero, Frezza, Barbolini, Sereni, Carminati, Bigon, Morelli, Fraschini, Novelli. In carriera Barbiero disputò complessivamente tredici campionati, dei quali dieci in serie B: 111 partite con il Padova, 82 con la Reggiana e 33 con l’Alessandria. Appese le scarpe al chiodo, allenò qualche squadra dilettantistica padovana, tra le quali il Petrarca.

Ore 10.30 – Biancoscudati in campo alla Guizza per il primo allenamento settimanale.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Non pronunciate nemmeno la parola “playoff”? «È un obiettivo ancora troppo lontano, possiamo solo rimboccarci le maniche. Le ultime due vittorie di fila ci hanno permesso di guadagnare diverse posizioni in classifica, e il fatto si può spiegare proprio con la continuità». Sabato all’Euganeo arriva il Pavia. In questa nuova prospettiva, è uno scontro decisivo? «È uno scontro diretto, il Pavia ha qualche punto in più, ma noi vogliamo fermare una diretta concorrente e salire ancora. Sarà un match molto importante». Proprio a Pavia risale l’ultima sconfitta esterna della stagione. È partita da quella serata la vostra rincorsa. «La continuità dà i suoi frutti, è naturale. Abbiamo perso una sola gara nelle ultime 13 partite (quella all’Euganeo nel derby con il Cittadella, ndr) e adesso anche quei pareggi che potevano sembrare passi falsi stanno diventando importanti per sognare certi traguardi. A questo punto, proviamoci».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Come ripartite, dopo la terza vittoria esterna della stagione? «Con la consapevolezza di aver disputato forse una delle migliori partite dell’ultimo periodo. Bravo è stato Finocchio a sbloccarla con un gran gol che ci ha aperto la strada. Il Mantova ha avuto una bella reazione ad inizio ripresa, ci ha messo in difficoltà e ha trovato il gol che ha accorciato le distanze, ma noi abbiamo avuto un momento di tensione e abbiamo subito riportato la gara dalla nostra parte». E Altinier, al “suo” Mantova, ha fatto male un’altra volta. «E non ho esultato perché con quella maglia ci sono cresciuto, vivo a Mantova e ho giocato per tanti anni in quella città, non posso negare l’affetto che mi lega a quei colori». La salvezza è ormai acquisita? «Aritmeticamente no, ma mancano davvero pochi punti. È un grande obiettivo, e centrarlo così presto è un bel traguardo. Adesso diamoci dentro, non molliamo di un centimetro perché c’è ancora modo e possibilità di sperare in qualcosa di più importante, qualcosa di grandioso».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Nella sua Mantova il “Duca” ha colpito ancora. L’aveva fatto ad agosto, in Coppa Italia, si é ripetuto domenica, ricacciando indietro i virgiliani che avevano sperato, per due minuti, di poter riprendere in mano la partita. E Padova ringrazia: Cristian Altinier, il “bomber da trasferta” di Pillon, dopo aver percorso i primi mesi a braccetto con Neto e Petrilli, nelle ultime due gare ha preso il largo in classifica marcatori. Per la prima volta è andato in rete in due gare consecutive, e adesso, dopo aver segnato ben sei dei suoi otto gol in trasferta, deve prendersi l’Euganeo. «Finalmente ho segnato in due gare di fila, faccio gli scongiuri e spero di continuare così», incrocia le dita il bomber mantovano. «Sono arrivato a quota otto reti, e di queste ben sei le ho segnate lontano dal nostro stadio: non so nemmeno io se sia solo una casualità, credo che sia anche inutile provare a cercare una motivazione. L’importante è che i gol arrivino, e le statistiche le lascio ad altri».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Dopo il giorno di riposo concesso ieri dallo staff tecnico, oggi alle 10 il Padova si ritroverà alla Guizza per cominciare la marcia di avvicinamento al match di sabato all’Euganeo (ore 14) contro il Pavia: la squadra sosterrà un allenamento anche alle 15. Sarà regolarmente presente Claudio Sparacello, che domenica nel finale del match di Mantova era stato costretto ad uscire per un colpo alla testa, che non ha provocato ulteriori conseguenze. Proverà ad esserci anche Marco Cunico: dopo l’intervento al menisco e un mese di stop, sabato potrebbe tornare tra i convocati. Dopo Renate e Mantova, Pillon cercherà la terza vittoria consecutiva: un evento mai accaduto in questa stagione.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Si è spento ieri, all’età di 73 anni, l’ex terzino biancoscudato Valeriano Barbiero. Padovano, nato il 6 novembre 1942, Barbiero è stato uno dei giocatori più rappresentativi del Padova degli anni Sessanta. Dopo essere diventato campione italiano Juniores nel 1960, in sei stagioni in prima squadra, tra il 1962 e il 1969, collezionò 111 presenze, entrando nella ristretta elite dei “centenari” biancoscudati, e fu tra i protagonisti di una delle imprese memorabili nei 105 anni di storia della società: nel 1967, con la squadra allenata da Humberto Rosa in Serie B, arrivò in finale di Coppa Italia dopo aver eliminato anche l’Inter di Helenio Herrera: perse 1-0 contro il Milan, con gol di Amarildo. Barbiero era arrivato al Padova, non senza difficoltà, quando aveva 11 anni: mentre disputava una partita ad Abano con il Brusegana, venne notato da Mario Alfonsi, ma al provino al velodromo “Monti” c’erano così tanti ragazzini che lui non riuscì a farsi apprezzare; vi tornò un mese più tardi, e venne preso. La data dei funerali non è ancora stata resa nota.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Chi aveva dubitato delle sue qualità, sicuramente da domenica si sarà tolto gli ultimi residui dubbi. «Non ho fatto niente — taglia corto Finocchio — devo solo giocare bene quando riesco, anche se sono ovviamente molto contento della prestazione e della doppietta. La dedica è per i compagni che mi hanno messo a mio agio, alla famiglia e ai tifosi. Il primo gol mi è venuto proprio bene, avevo già avuto un occasione simile contro l’Alessandria a Pordenone e al tempo Tomei mi disse di tirare in alto perché i portieri tendono a tuffarsi sempre a terra». Ragazzo serio e attento anche ai dettagli, Finocchio ha già fatto breccia nel cuore dei tifosi. E scherza su quella volta che un allenatore fu espulso per averlo chiamato per cognome: «La “leggenda” è vera — sorride — era una partita di campionato Primavera fra Bologna e Parma e il mister avversario Paolo Magnani fu espulso, l’arbitro pensò fosse un insulto, poi l’equivoco fu chiarito». Ma l’esterno biancoscudato non ci ha mai fatto caso, da ragazzo intelligente qual è. «Sono cresciuto a Napoli, quanti sfottò mi sono preso… Il resto? Amo il basket e sono un tifoso della Pallacanestro Reggiana. Nel tempo libero studio Management sportivo all’Università, ora voglio pensare anche al mio futuro».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Tra il Padova e i playoff ora ci sono cinque punti. Oppure otto, se il calcolo delle due migliori quarte al termine della regular season penalizzerà il girone A. Fatto sta che, dopo il ko nel derby col Cittadella, Giuseppe Pillon si è rimboccato le maniche e si è ripreso con gli interessi quanto smarrito lungo il percorso battendo Renate e Mantova e facendo il pieno di punti. Un paio di ritocchi all’undici titolare (Fabiano al posto di Dionisi con lo spostamento di Diniz a destra e Finocchio al posto di uno spento Petrilli) e il cambio di passo è diventato realtà. L’acquisto di Francesco Finocchio, in particolare, è stato il vero «colpo di genio» di gennaio, anche se l’operazione che ha portato allo scambio con Alban Ramadani non è stata, per stessa ammissione del ds, farina del sacco di Fabrizio De Poli: «Devo ringraziare una persona in società che mi ha dato l’imbeccata», raccontò De Poli nel giorno della presentazione dell’esterno italo-brasiliano. Quella persona non è mai stato chiarito chi fosse, gli indizi vanno su uno tra il responsabile degli osservatori Simone Tognon e il vicepresidente Edoardo Bonetto. In attesa che il mistero venga svelato, con il Mantova Finocchio ha esordito da titolare come meglio non avrebbe potuto. Doppietta da urlo, con un primo gol strepitoso e una prestazione da applausi lungo la fascia sinistra.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 56, Pordenone 47, Bassano 46, Alessandria 43, FeralpiSalò e Pavia 42, Padova 38, Cremonese, Reggiana e SudTirol 37, Cuneo 28, Giana Erminio e Lumezzane 27, Pro Piacenza 26, Renate 25, Mantova 22, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 6 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della la venticinquesima giornata: SudTirol-Cuneo 1-0 (Tulli (St) al 45′ st), Cremonese-Reggiana 2-1 (Maiorino (Cr) al 3′ pt, Pacilli (Cr) al 34′ st, Arma (Re) al 39′ st), Cittadella-AlbinoLeffe 1-0 (Jallow (Ci) al 22′ pt), FeralpiSalò-Pro Piacenza 1-1 (Tortori (Fs) al 22′ st, Alessandro (Pp) al 46′ st), Pro Patria-Bassano 0-1 (Bizzotto (Ba) al 12′ st), Mantova-Padova 1-3 (Finocchio (Pd) al 18′ pt e al 38′ pt, Marchi (Mn) al 10′ st, Altinier (Pd) al 12′ st), Renate-Alessandria 0-4 (Branca (Al) al 16′ pt, Bocalon (Al) al 13′ st, Branca (Al) al 26′ st, Marconi (Al) al 47′ st), Pavia-Giana Erminio 2-0 (Foglio (Pv) al 37′ pt, Cesarini (Pv) al 39′ pt), Pordenone-Lumezzane 1-1 (Sarao (Lu) al 7′ pt, Pederzoli (Pn) al 25′ st).

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 7 marzo: giorno di riposo per i Biancoscudati, reduci dalla vittoriosa trasferta di Mantova.




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