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Ore 22.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Quello che si presenta in sala stampa è un Marino arrabbiatissimo. «Quello che è successo in campo l’hanno visto tutti – sottolinea Marino – le due ammonizioni a Pinato onestamente non ci stanno e il danno che abbiamo subito è evidente. Avevamo disputato un ottimo primo tempo, creando anche due occasioni da gol e colpendo una clamorosa traversa con Ebagua. Nella ripresa non abbiamo potuto giocare alla pari e ormai non è più una novità; già abbiamo una lunga serie di infortuni con cui dover fare i conti, vorremo non dover pagare ogni partita decisioni arbitrali contrarie». Marino è scurissimo in volto e alla sua squadra imputa il fatto di aver mollato nel finale. «Abbiamo mollato dopo il gol del 2 a 0 e non dovevamo farlo – sottolinea il tecnico del Vicenza – pur con l’uomo in meno avevamo tenuto bene il campo andando vicino a riaprirla, ma abbiamo sbagliato a mollare nel finale. Questo non lo dovevamo fare, è il lato più negativo della giornata». Un Vicenza che a Novara era sceso in campo con un modulo diverso. «Avevamo preparato la partita nei due giorni precedenti al match lavorando su uno schieramento diverso che devo dire eravamo riusciti ad applicare bene tanto che il Novara nel primo tempo aveva avuto solo una occasione da gol. Poi la partita è stata falsata dall’espulsione di Pinato che rientrava dopo un lungo infortunio e ha fatto molto bene; adesso sarà squalificato e con D’Elia infortunato tutta la corsia di sinistra sarà indisponibile contro il Trapani».
Ore 22.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Le giustificazioni ci sono, così come le attenuanti, ma i fatti sono chiari, incontrovertibili. Del Vicenza che fu non sono rimaste tracce, se non flebili segnali ormai impercettibili. Pasquale Marino sta naufragando in un mare di contraddizioni e il 4-0 che matura al Piola è di quelli che fanno male. Anzi, malissimo. La sentenza in arrivo dal Piemonte è che adesso si fa veramente dura e chee l’allenatore siciliano rischia seriamente l’esonero. Anche a Novara il Vicenza crolla miseramente, prigioniero di insicurezze e amnesie che fanno pensare, incassa quattro gol e vede la propria classifica sempre più precaria, con la zona playout che rappresenta una triste realtà con cui fare i conti. Non solo, perché il successo della Pro Vercelli sul Pescara arrivato in serata acuisce ulteriormente la crisi del Vicenza. Che adesso è terzultimo e se il campionato finisse oggi sarebbe retrocesso in Lega Pro. Un’amara realtà con cui fare i conti. Un’eventuale retrocessione, poi, sarebbe una mazzata tremenda anche a livello finanziario, nonostante il paracadute della Lega e i tentativi disperati di far quadrare i conti nei bilanci. Il 4-0, come detto, apre inquietanti interrogativi sulla posizione dell’allenatore siciliano, che non vince da otto partite e che adesso potrebbe essere allontanato: si attende la decisione della società, che potrebbe procedere a un avvicendamento in panchina. Si comincia senza particolari accelerazioni, ma al 5’ un tiro a giro di Lanzafame spaventa non poco Vigorito. Sul taccuino, nel primo tempo, altre due occasioni importanti, una per parte. Al 19’ una fantastica azione sulla fascia sinistra di Gonzalez porta Faragò solo davanti alla porta, ma l’errore del centrocampista del Novara è semplicemente clamoroso. Chance da cerchiare in rosso pure per il Vicenza al 29’: Giacomelli scende sulla fascia e innesca Galano, che tira a colpo sicuro con la palla che esce a lato di pochissimo. Il primo tempo è tutto qui, con Ebagua che sgomita e lotta, senza però mai riuscire a compiere la giocata risolutrice. A inizio ripresa Baroni inserisce Evacuo al posto di Lanzafame e al 3’ il neo entrato ha subito un’occasione colossale per il vantaggio, con un colpo di testa che Vigorito respinge con un gran riflesso. Poco dopo Pinato si fa scioccamente espellere per doppia ammonizione e al 6’ arriva il vantaggio del Novara. Gonzalez salta Brighenti e appoggia un pallone delizioso per Corazza, che deve soltanto spingerlo in porta. Sotto di un gol e di un uomo, per il Vicenza si fa dura, eppure le possibilità di pareggiare il conto ci sono. Una per Galano al 19’ e la seconda per Ebagua, che al 33’ non riesce a sfruttare una bella sponda del neo entrato Raicevic. Ma nel finale arriva il tracollo. Il Novara segna tre volte, la prima con Evacuo che al 41’ sfrutta nonostante un controllo non perfetto un buon assist di Viola, al seconda al 43’ con Faragò che stavolta non spreca l’assist di Garofalo e la terza con Viola, che in pieno recupero cala il poker depositando in gol l’assist di Gonzalez. Il tutto fa 4-0, in un tripudio di bandiere piemontesi, senza che il Vicenza abbia più nulla da eccepire e nessuna forza per reagire. Adesso la situazione si fa veramente difficile. A dare uno sguardo alla classifica vengono i brividi: ancor più difficile capire come uscirne, perché quello in cui si è infilato il Vicenza ha tutta l’aria di essere un vicolo cieco.
Ore 22.00 – (Gazzetta di Reggio) «Passare in svantaggio dopo un minuto, su di un campo del genere, poteva farci crollare. E invece abbiamo reagito, anche se è inutile girarci intorno: siamo una squadra che gioca palla a terra e non ama i lanci lunghi. Ma ci siamo trovati a fare la guerra dal primo all’ultimo minuto e un pizzico di sfortuna ci ha condannato». Così Andrea Parola, leader e capitano della Reggiana, autore di una bella prestazione al centro della difesa. «Hanno avuto mezza palla in area di rigore – prosegue Parola – potevamo pareggiarla e invece abbiamo preso gol quando eravamo tutti avanti. E’ vero potevamo tirare da fuori, ma non si sono quasi mai creati i presupposti. Ci siamo snaturati cercando Arma con i lanci lunghi? Credo non ci fosse alternativa, il campo era al limite della praticabilità quindi dovevamo per forza adeguarci a giocare in modo diverso». Il capitano non nega tuttavia alcuni meriti alla Cremonese: «Sono una squadra molto fisica – spiega – e sulle palle lunghe erano agevolati rispetto a noi. La Cremonese è un’ottima squadra, molto forte fisicamente e anche se potevamo tirare in porta da lontano, il pallone non ce l’abbiamo mai avuto pulito. Il campionato è finito? Non ci pensiamo assolutamente. Non eravamo dei fenomeni la settimana scorsa, non siamo dei coglioni dopo questa sconfitta – continua Parola – abbiamo nove partite davanti, nove scontri diretti da giocarci fino alla fine e la speranza c’è sempre. La squadra è unita e troveremo una soluzione anche alle assenze». Ieri mister Colombo ha concesso 30 minuti a Dejan Danza. «Era un po’ che non giocavo, ma ho provato a dare il meglio di me», ha detto il talento mantovano. «Sembra andarci tutto storto. Abbiamo preso due gol molto strani. Noi però ci dobbiamo adattare alle condizioni più in fretta. Se c’è un campo così brutto bisogna giocare sulle seconde palle. Ora non abbiamo più tempo per sbagliare, bisogna rimboccarsi le maniche. Il mio sinistro al volo? Ci ho provato, il portiere è stato bravo a bloccarla perché c’era Arma lì davanti pronto a buttarla dentro. Sul secondo gol, invece, mi dispiace solo non aver seguito Pacilli, potevo fare di più». Due parole sulle prossime nove partite: «Nessuno deve mollare. Non abbiamo più margine di errore».
Ore 21.40 – (Gazzetta di Reggio) «Credo sia doveroso continuare a credere nei playoff. Ma è chiaro che la situazione si fa più complicata. Non possiamo prenderci in giro: a nove partite dalla fine non è la stessa cosa essere a sette punti dal quarto posto invece che a quattro». Alberto Colombo in sala stampa a Cremona si esprime così sulle residue speranze granata di agganciare la zona playoff. «Ai ragazzi ho detto che tutte le partite sono da dentro o fuori. La speranza magari è che gli episodi inizino a girare dalla nostra parte e magari alcuni giocatori possano essere recuperati». Questione anche di episodi questa battuta d’arresto? «Con la Feralpisalò erano stati a nostro favore. Questa volta invece sono stati negativi. Una volta in svantaggio non siamo riusciti a raddrizzare la partita, pur facendo cose discrete, soprattutto nel primo tempo, dove abbiamo avuto subito la palla per pareggiare con Arma». Quanto ha influito il campo pesante? «Quando dobbiamo interpretare una partita diversa dal solito facciamo sicuramente più fatica. Non è un alibi. E’ un dato di fatto. Non mi sento di rimproverare nulla ai miei giocatori sotto il profilo dell’impegno. Mi viene da dire che noi siamo questi, ma non in un’accezione negativa. Facciamo un certo tipo di calcio, cerchiamo di essere propositivi e di giocare. Quando dobbiamo stravolgere il nostro modo di giocare, perché non riusciamo a farlo, ad esempio come oggi su questo campo, facciamo fatica». In queste condizioni è apparso chiaro che la squadra è leggera dal punto di vista fisico. «E’ quello che dicevo. Abbiamo certe caratteristiche che non possiamo cambiare». Forse la squadra ci ha messo un po’ a capire che doveva cambiare approccio ed era inutile cercare di giocare palla a terra. «Nel secondo tempo abbimo capito che dovevano evitare le giocate corte, verticalizzare, accompagnare, ma lo facevano con pochi uomini vicini ad Arma e Letizia. Ho cercato di modificare assetto, giocando con tre davanti, avvicinando Siega. Poi quando il campo è migliorato ho messo Danza per verticalizzare meglio ma abbiamo preso gol in una loro ripartenza». Meglio la Reggiana del primo tempo? «Siamo stati più ordinati e creato i presupposti per qualche occasione da gol. Ma ripeto: sotto il profilo dell’impegno non possono recriminare nulla. Certo, creare così poco nella ripresa è stato un fatto negativo. Sabotic era diffidato e salterà la prossima partita. La situazione è sempre più complicata… «Faremo con quello che abbiamo a disposizione. Certo la coperta è corta e la mancanza di un centrale può essere un problema, come abbiamo già avuto modo di verificare in altre occasioni. Comunque rientrerà sicuramente Mignanelli». Da lunedì la squadra tornerà ad allenarsi in via Agosti in vista del match che si giocherà sabato sera alle 20.30 al Città del Tricolore contro il Sudtirol, che ha raggiunto i granata a 37 punti.
Ore 21.20 – (Gazzetta di Reggio) Era una partita da giocare con il coltello tra i denti. Di sciabolo e non di fioretto. Nel pantano dello Zini sono emersi i limiti della Reggiana, sia fisici che di gioco. In un campo ai limiti della praticabilità gli 11 di Colombo, ieri in maglia verde, hanno provato a fare il loro gioco e poi quando hanno capito che non era possibile hanno provato ad adattarsi con i lanci lunghi, ma sono stati frenati dal fatto che sono una compagine leggera. Non a caso uno dei migliori è stato Mogos, che ha fatto valere il fisico ed è riuscito a prendere più palloni dei compagni di squadra. Il rumeno è stato anche protagonista di un incidente che per un attimo ha fatto temere il peggio: il numero 7 è finito fuori dal campo ed è precipitato giù dalle scale che portano agli spogliatoi, per fortuna senza subire conseguenze. La Cremonese vincendo 2-1 ha agguantato la Reggiana e nella città del Torrazzo sognano ancora i playoff. Per la proprietà transitiva anche i granata possono dunque continuare a sognare, ma l’impressione è che ormai sia difficile anche sperarci. La partita di ieri certifica i cronici problemi in attacco. Arma si è dato un gran daffare, è stato uno dei più attivi e ha toccato molti palloni. Ma di fronte al portiere non è più letale da un pezzo. L’attaccante poteva raddrizzare subito il match ma al 4’ a tu per tu con il portiere avversario, ben imbeccato da Letizia, ha sparato il cuio sul fondo della rete. Nel secondo tempo il marocchino ha avuto ancora la palla per pareggiare ma ha tirato di testa sopra la traversa. Non gli vale la sufficienza aver accorciato le distanze su rigore al 38’ della ripresa, fissando il risultato finale sul 2-1. Al fianco del numero 9 non ha brillato nemmeno Letizia. Il fantasista ce l’ha messa tutta, ma le condizioni del campo hanno contribuito ad annullarlo. Non si poteva giocare palla a terra ed era impossibile provare a scattare palla al piede e così le migliori qualità di Tony non si sono viste. In compenso c’era da combattere sulle palle alte e qui il giocatore campano è evidentemente penalizzato. Mister Colombo ha dovuto fare i conti con una panchina cortissima a causa dei tanti infortuni. A parziale discolpa della Reggiana c’è il fatto che il match si è messo subito male. Nemmeno tre minuti di gioco e Maiorino ha insaccato con una potente e precisa punizione, sulla quale la barriera granata non è apparsa impeccabile. I granata in svantaggio non sono più riusciti a cambiare l’inerzia della partita. Su un campo pesante e una pioggia battente per tutti i primi 45’ c’era da aspettarsi tiri da fuori, nella speranza di qualche rimbalzo anomalo, invece il portiere avversario non è quasi mai stato chiamato in causa. I padroni di casa si sono invece dimostrati più bravi a verticalizzare ed arrivare in area con pochi passaggi. Nella ripresa gli uomini di Colombo hanno avuto due occasioni con Arma ma poi non sono praticamente più andati al tiro fino al raddoppio della Cremonese, arrivato al 34’ con un tiro di Pacilli da dentro l’area. Allo Zini il mister granata ha deciso di concedere più spazio a Danza, entrato per Pazienza al 17’ del secondo tempo. Il talento mantovano ha confermato di saperci fare con i piedi e nel finale è andato al tiro da fuori dopo aver mandato fuori giri il suo marcatore con un delizioso sombrero. In occasione del raddoppio della Cremonese il centrocampista ha però perso Pacilli che poi ha raddoppiato. L’impressione comunque è che questa Reggiana abbia bisogno del talento di Dejan. Anche nella trasferta di Cremona i tifosi granata si sono distinti per grande attaccamento. In curva allo Zini erano circa 200 nonostante la pioggia. A fine gara i supporter hanno mostrato un po’ di impazienza verso i giocatori che sono andati a salutarli.
Ore 20.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Secondo exploit esterno consecutivo per il Bassano che ieri ha espugnato il campo della Pro Patria. Condizioni diverse rispetto sette giorni fa, ma medesimo risultato, con tre punti strappati e una corsa a distanza sul Pordenone che vale l’aggancio ai friulani in classifica. Ora i virtussini sono al secondo posto a -10 dal Cittadella capolista. E domenica al mercante arriveranno proprio i friulani in un match che promette scintille. Stavolta Misuraca e compagni hanno vinto di misura, con una rete segnata da Bizzotto a inizio secondo tempo che ha scelto il tempo perfetto per l’incornata vincente. Un successo che impreziosisce una classifica che (al momento) vale un posto nei playoff. La gara è stata comunque tignosa per i giallorossi, che nonostante si trovassero di fronte il fanalino di coda del torneo, hanno affrontato una squadra arcigna su un terreno di gioco reso disastrato dalla pioggia. Il Bassano trova anche la rete al 15esimo con Falzerano, ma l’arbitro annulla. Al centrocampista viene fischiata una sospetta posizione di fuorigioco. La prima frazione si snoda senza acuti e allora per veder mutare il risultato occorre attendere la ripresa dove la squadra giallorossa trova il vantaggio sfruttando un calcio piazzato. A decidere il match è Bizzotto da palla inattiva. Il capitano sfrutta al meglio una punizione scodellata in mezzo da Proietti centrando il tempo giusto dello stacco e angolando in rete. Dopo il gol la squadra vicentina è brava e fortunata a rintuzzare ogni speranza di pareggio dei tigrotti. Sul finale la Pro Patria ha due occasioni per recuperare il match. In entrambe sale in cattedra Costa. Il portiere chiamato a sostituire l’infortunato Rossi prima alza sopra la traversa un tiro-cross di Santana che si stava per infilare all’incrocio, poi è un felino su un colpo di testa ravvicinato di Montini.
Ore 20.20 – (Gazzettino) Partiamo da una considerazione: se si fosse giocato in condizioni ambientali normali il Cittadella avrebbe avuto vita facile. Fino a quando, infatti, il campo ha permesso ai granata di sviluppare qualche trama di gioco non c’è stata partita. La pioggia incessante caduta per tutto il giorno ha però presto trasformato il Tombolato in una piscina e la differenza tecnica tra le due squadre di fatto si è annullata. Per fortuna la truppa di Venturato era già riuscita ad andare in rete grazie a Jallow, fallendo il rigore del possibile raddoppio. E quello striminzito 1-0 si è trascinato fino al novantesimo, con il brivido finale di un palo colpito in mischia dall’Albinoleffe. L’ottava vittoria di fila proietta il Cittadella a +10 sul Pordenone, che oggi affronterà in casa il Lumezzane. Salvo sorprese la formazione neroverde dovrebbe riuscire a vincere e a riportarsi a sette lunghezze, ma quello che più conta è che un’altra giornata di campionato sarà alla spalle. Il primo squillo della gara lo ha firmato Iori con un destro radente, ma centrale. Il Cittadella ha continuato a premere sull’acceleratore, scontrandosi quasi subito con le difficoltà dovute al campo pesante. La seconda occasione del match è capitata sul sinistro di Chiaretti, autore di una pregevole percussione centrale: il brasiliano non è però riuscito ad angolare la mira e il portiere ha sventato la minaccia. Delizioso poi l’assist di Iori per Litteri che, tradito dalla pioggia, ha mancato l’impatto con la sfera a un passo dalla porta. Una girata di Jallow fuori di poco ha fatto da antipasto al gol che lo stesso numero undici granata ha realizzato (22’), bruciando tutti sul tempo dopo che una giocata aerea in mischia era stata respinta dal palo. Tanto ardore ha messo alle corde l’Albinoleffe che al 33’ ha rischiato di capitolare una seconda volta. L’arbitro, forse su segnalazione dell’assistente, ha infatti punito con il rigore una presunta trattenuta di Paris ai danni di Chiaretti in prossimità della linea di fondo. Sul dischetto si è presentato Iori che però ha calciato abbastanza centralmente, consentendo al portiere Amadori di respingere il tiro con i piedi. Da questo momento è cominciata un’altra partita. Il pallone ha smesso di rimbalzare ed è diventato impossibile proporre un’azione degna di questo nome. Le condizioni del terreno sono ulteriormente peggiorate nella ripresa ed entrambe le squadre sono state costrette ad affidarsi solo ai lanci a scavalcare il centrocampo per innescare le punte. Impossibili le giocate a palla radente, come anche i dribbling. E la gara si è trasformata in un confuso batti e ribatti in mezzo all’acqua, nel quale si sono esaltati Scaglia e Litteri per caparbietà e forza fisica. Quando al 37’ l’Albinoleffe è rimasta in dieci per l’espulsione dell’ex Dalla Bona (doppio giallo) il Cittadella ha forse pensato inconsciamente che ormai era fatta. Niente di più sbagliato. Gli ospiti con la forza dell’orgoglio hanno prodotto l’ultimo sforzo e solo per una questione di centimetri non sono stati premiati: il destro del nuovo entrato Calì (40’) è infatti finito sul palo a portiere battuto. I granata hanno tirato un grosso sospiro di sollievo e sulla sfida sono finalmente calati i titoli di coda.
Ore 20.10 – (Gazzettino) L’ottava vittoria consecutiva del Cittadella è stata caratterizzata da una pioggia persistente che ha reso il campo al limite della praticabilità, perciò la squadra granata ha vinto anche il ping pong con le pozzanghere d’acqua. Commenta Roberto Venturato: «La partita si è resa difficile per le condizioni del terreno di gioco per cui non è stato possibile mettere in atto le nostre qualità tecniche. La squadra è stata brava a adattarsi alle precarie condizioni atmosferiche interpretando bene la situazione in cui si è venuta a trovare». Su come ha giocato il Cittadella, continua il tecnico granata: «Cercare di tenere il possesso della palla era estremamente difficile, perciò abbiamo spesso cercato di verticalizzare la manovra e di non correre rischi nel fraseggio. Nella prima mezz’ora abbiamo espresso un buon gioco passando in vantaggio e costruendo molto con una interpretazione attenta a non commettere errori. Questo è un segnale importante che ho avuto dalla mia squadra, che ha messo in pratica quanto avevamo preparato». Non mancano gli elogi ai suoi: «Quando una squadra riesce a interpretare in modo corretto la gara anche in queste condizioni contingenti, credo che meriti pienamente il mio elogio». Il netto vantaggio sulle inseguitrici non distoglie Venturato dal tenere alti gli stimoli: «Mercoledì nel ritorno delle semifinali di Coppa Italia con la Spal (andata 1-1, ndr) punteremo alla qualificazione per le finali. Il trofeo è un motivo di orgoglio e di prestigio per noi». Anche se il primo obiettivo rimane il campionato e il ritorno in serie B. «La trasferta nel posticipo con l’Alessandria sarà per noi un’altra finale da preparare con la massima determinazione. Avvicinandosi alla conclusione del campionato i punti valgono sempre di più e noi dobbiamo restare concentrati su una partita alla volta, cercando di ottenere sempre il massimo risultato». Nelle ultime tre gare il Cittadella non ha subìto gol. Questo è un dato fondamentale, soprattutto considerando che in precedenza la difesa granata si era dimostrata piuttosto vulnerabile. Conclude il tecnico: «In passato siamo stati noi a regalare dei gol all’avversario. Mi fa molto piacere il fatto che da tre partite non prendiamo gol perchè per restare in testa una condizione importante è quella di correre meno rischi possibili. Siamo migliorati e continuiamo a impegnarci perchè abbiamo ancora margini di crescita».
Ore 20.00 – (Gazzettino) Battere l’Albinoleffe sulla carta sembrava scontato, ma le condizioni atmosferiche hanno scombussolato i valori in campo delle due squadre. Per questo il successo finale riveste un’importanza ancora maggiore dell’ottava vittoria di fila. «Siamo stati concreti – afferma Amedeo Benedetti in sala stampa – Magari non s’è visto il miglior Cittadella ma in queste condizioni l’unica cosa che contava era la vittoria, contro un avversario assetato di punti come noi». Un solo brivido, nel finale: «Hanno colpito il palo, noi potevamo chiuderla prima con il rigore di Iori». Sotto l’incessante pioggia, con un campo al limite della praticabilità, nessuno ha mai pensato di sospendere l’incontro: «All’arbitro non è stata fatta alcuna richiesta, abbiamo pensato soltanto a giocare, sino alla fine». La Feralpisalò ha perso altri due punti nei confronti del Cittadella. «Noi dobbiamo pensare a noi stessi, a vincere tutte le partite». Fa uno strano effetto vedere Chiaretti muoversi sul campo allagato: «Per me è un anticalcio giocare in queste condizioni, ma nonostante la pioggia e il terreno pesante il Cittadella ha disputato una grande prova. Ci siamo adattati, evidenziando un grande spirito di gruppo. Vincere otto partite su otto significa che siamo davvero una buona squadra». I giocatori hanno seguito le direttive di Venturato: «Ci ha chiesto di rischiare il meno possibile, un passaggio corto in quelle condizioni poteva essere davvero pericoloso, innescare le ripartenze degli avversari. Abbiamo provato ad andare in profondità, sfruttando gli episodi». Sul rigore, il brasiliano racconta: «C’è stato il tocco del difensore, magari ho cercato il contatto in area, ma il suo intervento era falloso». Sul parapiglia alla fine del primo tempo: «Ho cercato di calmare gli animi, non siamo scesi in provocazioni».
Ore 19.40 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 56, Pordenone 47, Bassano 46, Alessandria 43, FeralpiSalò e Pavia 42, Padova 38, Cremonese, Reggiana e SudTirol 37, Cuneo 28, Giana Erminio e Lumezzane 27, Pro Piacenza 26, Renate 25, Mantova 22, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).
Ore 19.30 – Lega Pro girone A, fischio finale: Pavia-Giana Erminio 2-0, Pordenone-Lumezzane 1-1.Ore 19.20 – (Mattino di Padova) Non si ferma più, questo Cittadella che sta dominando il girone A di Lega Pro dall’alto dei suoi 56 punti (ottenuti in 25 partite). È arrivato a quota 17 vittorie, e poco importa che adesso la sua marcia sia scandita dagli 1-0 (è il terzo di fila): se si raccoglie l’en plein in otto partite su otto – quelle disputate sin qui nel girone di ritorno – con 40 gol fatti (primi anche a tale “voce” insieme alla FeralpiSalò, in attesa del Pordenone), significa che si è lassù, solitari in vetta, con pieno merito. E gli altri si devono accontentare di… guardare e puntare alle posizioni di rincalzo. Contro l’Albinoleffe, sotto la pioggia battente, Iori & C. hanno meritato l’intera posta in palio, anche se si sono complicati un po’ la vita e hanno rischiato di essere raggiunti negli ultimi minuti di una gara aspra e combattuta, intensa sul piano agonistico ma purtroppo povera di contenuti tecnici per ovvii motivi. Tombolato ridotto a piscina. Premessa necessaria, prima di addentrarci nella partita: si è giocato su un campo ai limiti della praticabilità, che in molti punti era ridotto ad un vero acquitrino. E questo non ha certo agevolato la capolista, più tecnica e agile dal centrocampo in su, ma tornata solida comunque in difesa. Dopo una palla-gol capitata a Schenetti, che in piena area ha calciato verso il bersaglio trovando le mani aperte di Amadori a rintuzzarne la conclusione, il Citta ha preso gradualmente in mano le redini della sfida, lasciando solo poche ripartenze ai bergamaschi, in formazione largamente rimaneggiata, tra squalificati e infortunati. Jallow non sbaglia. A far pendere la bilancia dalla parte dei granata è stato, ancora una volta, l’attaccante nativo del Gambia, che ha sbloccato l’incontro con una giocata da opportunista d’area. Al 22’ Schenetti, imbeccato da Chiaretti, ha crossato da destra sotto porta, dove Jallow è saltato in mezzo al grappolo davanti al portiere, indirizzando verso l’angolo: palla sul palo e ancora Jallow ha messo dentro da due passi. Quarto sigillo per lui in campionato. Il capitano sbaglia il rigore. La reazione dell’Albinoleffe si è ridotta ad un solo pericolo creato dalle parti di Alfonso, con un centro insidioso da sinistra di Danti e testa di Soncin, che ha allungato per Muchetti, murato dai difensori al momento di battere a rete (28’). Poi il Citta ha avuto la grande opportunità di chiudere i conti già nel primo tempo, quando al 33’ Paris ha spinto Chiaretti che lo aveva saltato, rientrando dalla linea di fondo sulla destra verso l’area. Un contatto non nettissimo, che però ha indotto l’arbitro Strippoli, supportato nella sua decisione dall’assistente sotto la Tribuna est, Mauro di Monza, ad assegnare il penalty. Iori è andato sul dischetto, ma il suo tiro, troppo centrale, è stato intuito da Amadori, che ha respinto con le gambe. Gol annullato e palo. Nella ripresa, su un terreno di gioco ridotto sempre più a risaia, gli uomini di Venturato hanno cercato con insistenza la rete della tranquillità, ma senza successo. Una conclusione da lontano di Soncin ribattuta con i pugni da Alfonso (3’) ha fatto da preludio alla rete annullata a Jallow per fuorigioco (4’, colpo di testa su punizione battuta da Zaccagni) e ad una deviazione aerea di Litteri finita sulla traversa, su spiovente dalla sinistra di Benedetti, ma anche in questa occasione la posizione del centravanti è risultata irregolare (12’). Da lì alla fine solo tante mischie e palloni calciati in qualche modo ma frenati quasi sempre dall’acqua. In più, l’espulsione di Dalla Bona (ex molto in ombra), per doppia ammonizione, al 37’. Nel finale, il brivido che non poteva mancare: un tiro di Calì, deviato, è finito sul legno alla sinistra di Alfonso (39’). Adesso la Coppa. La marcia al vertice dei granata continua, dunque, senza conoscere battute d’arresto. Con 10 punti di vantaggio su Pordenone (di scena oggi contro il Lumezzane) e Bassano (passato a Busto Arsizio), non si vede oggettivamente chi possa togliere la Serie B ad un gruppo che sta dimostrando, numeri alla mano, di essere il più forte in assoluto. E che ora può già tagliare il primo traguardo della stagione, la finale di Coppa Italia di Lega Pro: dopodomani, contro la Spal, si parte dall’1-1 dell’andata. E si gioca al Tombolato. Un vantaggio non trascurabile, se capitalizzato a dovere.
Ore 19.00 – (Mattino di Padova) Il camaleonte granata. Come il rettile che sa cambiare pelle, il Cittadella ha saputo adeguarsi alla situazione. E proprio questa capacità di adattamento è stata particolarmente elogiata da Roberto Venturato a fine match. «È stata una partita molto difficile, perché le condizioni del campo non permettevano di esprimere la qualità di gioco che, in genere, riusciamo a produrre. Siamo stati bravi ad adattarci, portando a casa una vittoria meritata», sottolinea il tecnico del Cittadella in sala-stampa. «Se una squadra riesce ad interpretare bene la partita come abbiamo fatto noi con l’Albinoleffe, significa che ha chiaro in testa come ci si deve comportare». Ha dato direttive particolari ai suoi prima del fischio d’inizio? «In un campo del genere occorre mettersi in testa che non è possibile tenere il possesso della palla, per questo l’indicazione era quella di verticalizzare subito. Soprattutto nella prima mezz’ora siamo riusciti a farlo in modo efficace, trovando il gol e andando vicini al raddoppio in più di un’occasione. Mi riferisco all’episodio del rigore, ma anche alle conclusioni pericolose di Jallow e Chiaretti». Un rilievo statistico merita di essere sottolineato: se questo Citta aveva un difetto, era quello di concedersi qualche distrazione di troppo in difesa. Invece, con questa, sono tre partite che non incassa gol. «È un dato che mi piace molto riscontrare, perché mantenere la propria porta inviolata è un primo passo per riuscire a rimanere in testa. Sappiamo di avere qualità importanti nel reparto offensivo, ma, effettivamente, in molte occasioni abbiamo concesso gol, regalandoli agli avversari. Ora finalmente abbiamo imboccato la strada giusta. Merito di tutti i giocatori della rosa, che svolgono un lavoro importantissimo ogni giorno». A proposito di lavoro: anche quella che si apre sarà una settimana impegnativa, con la semifinale di ritorno di Coppa Italia di Lega Pro da giocare mercoledì con la Spal. «Dopo la domenica di riposo, da domani torneremo in campo per preparare la gara di Coppa. Arrivati a questo punto, e dopo l’1-1 dell’andata a Ferrara, non possiamo non avere come obiettivo la finale. Subito dopo ci sarà un’altra sfida importante, quella di campionato in casa dell’Alessandria, lunedì prossimo. Siamo nella fase cruciale, gli elogi ci stanno e sono il primo a farli ai miei uomini, ma è fondamentale non mollare sul piano della concentrazione e della voglia di migliorarsi». Fra i più positivi, nella “piscina” del Tombolato, è stato Amedeo Benedetti, pendolino in continuo movimento lungo la fascia sinistra. «Siamo stati bravi, perché in queste condizioni non era facile giocare», il suo commento. «Fosse andato dentro il rigore di Iori, la partita avrebbe preso una piega diversa, invece abbiamo dovuto lottare sino alla fine. Dobbiamo continuare ad essere noi stessi e a provare vincere sempre, indipendentemente dagli altri».
Ore 18.40 – (Mattino di Padova) Stefano Marchetti è soddisfatto, anche se ha tribolato non poco per un successo, a dire il vero, mai in discussione. Il direttore generale del Cittadella ha un solo rammarico: «Abbiamo giocato su un campo ai limiti, dove siamo stati evidentemente penalizzati. La nostra è una squadra abituata a dialogare in velocità, con palla a terra, e con ripartenze che fanno spesso male. Proprio per questo riconosco ai ragazzi di essersi adattati subito alle condizioni del terreno e di aver interpretato la gara molto bene». Poi l’analisi prosegue con l’episodio del rigore sbagliato. «Lì avremmo potuto chiuderla», allarga le braccia il dirigente granata, «ma nonostante tutto il Cittadella non si è disunito. Anzi, ho visto la voglia di contrattaccare sempre, segno che il gruppo desiderava fortissimamente i tre punti». Vietato chiedergli della quota promozione, nè tantomeno di stilare tabelle di marcia verso la Serie B, e allora è meglio parlare della stretta attualità, la semifinale di ritorno di Coppa Italia di mercoledì con la Spal. «È un altro impegno importante, dobbiamo mettere in mostra i nostri ragazzi, che sono arrivati sin qui con indiscutibili meriti. Vogliamo far bene, esponendo come in una vetrina i prodotti del nostro vivaio, oltre naturalmente a chi ha dato loro una grossa mano per giungere così in alto».
Ore 18.20 – Lega Pro girone A, fine primi tempi: Pavia-Giana Erminio 2-0, Pordenone-Lumezzane 0-1.
Ore 18.00 – (Corriere del Veneto) La strada verso l’immediato ritorno in Serie B pare segnata: una volta per tutte. Un gol, un rigore sbagliato, un palo dell’Albinoleffe a cinque minuti dalla fine. Non sarà bellissimo, ma il Cittadella di Roberto Venturato è incredibilmente concreto: la fuga solitaria alla (ri)conquista della cadetteria sta portando in alto una squadra che bada al sodo e raramente fallisce. I granata, sotto una pioggia torrenziale, riescono ad avere la meglio su un avversario che all’andata era riuscito a infliggere una delle pochissime sconfitte stagionali alla capolista del girone A della Lega Pro.
A decidere il match un gol di Jallow al 22’: l’attaccante gambiano sfrutta al meglio un magistrale servizio dalla destra di Schenetti e insacca. La prima occasione, poco prima, era toccata a Litteri al 15’: ma il magistrale lancio di Iori che lo pesca solo davanti ad Amadori non viene sfruttato a dovere. Al 33’ potrebbe calare il sipario sul match: Dalla Bona stende Chiaretti e l’arbitro concede il rigore. Sul dischetto va Iori, che però fallisce la trasformazione facendosi ipnotizzare da Amadori. Finale di tempo nervoso, con rissa sfiorata fra Pascali e Girardi e il dg Marchetti a fare da paciere. Nella ripresa la pioggia abbondante condiziona il match e l’unica occasione arriva al 40’, quando Calì dalla distanza colpisce un clamoroso palo ad Alfonso battuto. Finisce 1-0, il Cittadella in festa per l’ennesimo successo sulla strada della B. «È stata una partita difficile per le condizioni del campo – spiega nel dopopartita Roberto Venturato – ma abbiamo comunque rischiato poco creando qualcosa in più rispetto all’Albinoleffe. La vittoria è meritata perché la squadra ha capito cosa significa lottare per conquistare i risultati; dovevamo mostrare di poter applicare tutto ciò che abbiamo provato in settimana, la prima mezz’ora abbiamo fatto molto bene, interpretando bene la partita e dando un forte segno di maturità, mi piace elogiare la squadra che riesce ad interpretare la gara in maniera corretta. Ora l’Alessandria, avanti così».
Ore 17.40 – Francesco Finocchio (centrocampista Padova): Finocchio: “Sono contento per i gol e per la vittoria. Abbiamo preparato bene la partita, partendo forte. Loro poi sono andati in difficoltà mentale e noi siamo stati bravi a sfruttare le occasioni. Il mister in difficoltà? Non ho fatto niente, devo solo giocare bene quando riesco. La dedica? I miei compagni che mi hanno messo a mio agio, alla famiglia e ai tifosi che anche oggi erano tantissimi. Il primo gol? Avevo già avuto un occasione simile contro l’Alessandria a Pordenone e al tempo Tomei mi disse di tirare in alto perché i portieri tendono a tuffarsi sempre a terra”.
Ore 17.30 – Cristian Altinier (attaccante Padova): “Abbiamo fatto una bella partita, forse una delle migliori, Finocchio è stato bravo a segnare un gran gol. Loro sono stati bravi ad accorciare le distanze, ma siamo subito riusciti a fare il terzo gol e gli episodi cambiano le partite. Abbiamo fatto una grande partita. Non so come mai segno adesso,io cerco di dare il mio contributo. C’è anche la componente fortuna. Io non ho esultato perché sono cresciuto qua,vivo qua,è un segno di rispetto ma io sono un giocatore del Padova e io devo dare il massimo. La priorità è sempre la squadra. Matematicamente non siamo ancora salvi ma mancano ancora qualche punto. È un grande obbiettivo conquistato presto adesso possiamo sperare in qualcosa di lontano, che sarebbe grandioso”.
Ore 17.20 – Giuseppe Pillon (allenatore Padova): “Faccio i complimenti al Padova per come ha giocato oggi. Abbiamo quasi raggiunto la salvezza che era il primo obbiettivo, ora ci giochiamo le nostre possibilità una alla volta. Le prossime due diventano importanti, la squadra sta bene, siamo migliorati anche nella fase offensiva. Giocarci le nostre carte non costa nulla. Ovvio che ho qualche rammarico per i punti persi per strada. Non è facile, proviamoci. Siamo stati bravi a essere subito aggressivi, l’approccio è stato ottimo. Abbiamo sfruttato bene le corsie e li è stata fatta la partita. La cosa più importante è che li abbiamo aggrediti alti e le distanze si sono accorciate. Abbiamo lavorato tanto sulle chiusure, dovevamo aggredire alti a costo di rischiare qualcosa,ma adesso va bene così. Il terzo gol? Ci siamo arrabbiati. Adesso testa bassa e pedalare e vediamo cosa riusciamo a fare. I nuovi? Si sono inseriti, ora sanno come comportarsi e questo è importante. Sono felice di loro come di tutti. Diniz? Ho pensato che mettendo lui sulla fascia avremmo potuto arginare i loro che mi erano piaciuti vedendo le partite”.
Ore 17.10 – Giuseppe Bergamin (presidente Padova): “Direi che abbiamo raggiunto un obiettivo importante penso che se continueremo a giocare così potremo toglierci delle belle soddisfazioni. Mi sono divertito con la partita di oggi abbiamo giocato bene, adesso possiamo guardare avanti e affrontare le prossime partite con la convinzione dei mezzi che abbiamo. Sugli scontri: strano modo di salutarsi fra i tifosi ma pare che sia tutto rientrato”
Ore 16.55 – Fischio finale: Mantova-Padova 1-3.
Ore 15.50 – Fine primo tempo: Mantova-Padova 2-0, doppietta di Finocchio.
Ore 15.05 – Inizia Mantova-Padova.
Ore 14.20 – (La Provincia Pavese) «Non penso tanto alla classifica, ma alla continuità che vincere darebbe ai nostri risultati e aiuterebbe ad aumentare la convinzione e l’entusiasmo nei nostri mezzi». Seppur l’obiettivo play off sia quello inseguito dal Pavia, Fabio Brini pensa soprattutto a proseguire nella crescita della sua squadra che passa da migliorare le prestazioni abbinate a vittorie che consentano comunque di scalare posizioni e ridurre il margine sulla zona di vertice. Per questo la terza vittoria consecutiva è il compito richiesto agli azzurri nella gara odierna al Fortunati (ore 17,30) contro l’ostica Giana Erminio. Un avversario, che seppur naviga poco sopra alla zona play out e venga da un inizio di ritorno non brillante e da due sconfitte consecutive con Bassano e Cittadella, non ha demeritato sul piano del gioco e lo stesso allenatore del Pavia lo sottolinea. «E’ una gara che va affrontata con la giusta determinazione – dichiara Fabio Brini – la Giana è una squadra che non merita assolutamente la posizione di classifica che occupa attualmente. Ha disputato in quest’avvio di ritorno buone prestazioni raccogliendo meno di quanto meritato, ma questo dimostra che può dare fastidio a chiunque». Ci vuole, quindi, un Pavia che alla fine esca con una vittoria come è accaduto a Piacenza la settimana scorsa, ma che sul piano del gioco offra sicuramente ben altra prova. Per affondare la Giana non ci sono dubbi che mister Brini si affidi ancora al consolidato 4-3-1-2, ma qualche novità negli interpreti potrebbe esserci rispetto all’ultima uscita. Se non ci saranno problemi dell’ultim’ora il tecnico marchigiano rilancerà dal 1’ Alessandro Cesarini, decisivo a Piacenza entrando a gara in corso, dietro a Ferretti e Sforzini. Se in difesa davanti a Facchin il Pavia sembra aver trovato una sua “stabilità” con Dermaku e Malomo centrali e sulle fasce Ghiringhelli e Foglio, finora a centrocampo si sono viste sempre soluzioni diverse. Nelle ultime uscite Muscat e Pirrone sono stati sempre le certezze di Brini e anche oggi dovrebbero avere due posti garantiti. I dubbi rimangono, invece, per la terza maglia dove sono in ballottaggio con una soluzione più offensiva Manconi e Carraro, o con una più coperta Marchi. Nella Giana, stesso undici delle ultime uscite ma con al posto di Perna squalificato in attacco Gasbarroni con l’ex Cogliati. L’esperto Bruno, reduce da problemi muscolari, dovrebbe ancora partire inizialmente dalla panchina.
Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Emergenza in difesa. Con Stefani squalificato, De Agostini e Marchi ancora indisponibili, Bruno Tedino corre il rischio di dover rinunciare anche a Pasa, febbricitante, nel match di questo pomeriggio al Bottecchia (inizio alle 17.30) contro il Lumezzane. «Sarebbe un bel problema – ha sottolineato ieri mattina in conferenza stampa il tecnico -. Mi auguro che Simone ce la faccia. Altrimenti, al fianco del rientrante Ingegneri dovrò far giocare uno fra Berardi, Ramadani e Mandorlini». Probabilmente la scelta cadrebbe su quest’ultimo, che ha già occupato in passato anche quel ruolo, ma lo staff medico farà il possibile e anche qualcosa di più per rimettere in piedi Pasa. Il Lumezzane, tredicesimo in classifica con 26 punti (20 in meno dei neroverdi, secondi), non preoccuperebbe molto il Pordenone se non tornasse alla memoria la beffa della gara d’andata, dominata sul campo dei bresciani, ma persa per 0-2. Era però un girone fa e segnò anche l’ex Riccardo Barbuti. Oggi gli uomini di Tedino viaggiano con il vento in poppa, con rotta verso la nona vittoria consecutiva di questo 2016 tutto d’oro. IL VIZIETTO – Tutta Italia e parte dell’Europa parlano della fantastica striscia e del miracolo neroverde. Tedino però non ha perso il vizietto (non del tutto, almeno) di cercare difficoltà per tenere alta la concentranzione dei suoi uomini. «Il Lumezzane – avvisa – è tutt’altro che un avversario facile. Basti ricordare il match d’andata. Dietro ha una difesa di sostanza, a centrocampo giocatori “di gamba”, davanti un attaccante grande e grosso come Sarao, intorno al quale giostrano elementi di grande dinamicità. Sono tutti bravissimi nelle ripartenze. Ho visto – racconta Bruno – la sfida che hanno vinto (3-2 con reti di Rapisarda, Sarao e Varas, ndr) contro il Mantova, durante la quale sono ripartiti in velocità almeno una decina di volte. Dovremo stare molto attenti, se vorremo evitare guai». NIENTE TABELLE – Al termine della stagione regolare mancano 10 partite. I tifosi più informati fanno tabelle e ipotizzano i punti necessari per restare in zona playoff. I più ottimisti, addirittura, per operare il sorpasso ai danni della capolista Cittadella. «Noi – garantisce Tedino – non facciamo tabelle. Dobbiamo soltanto pensare a dare in ogni partita il 101% delle nostre capacità. Se riusciremo a farlo sempre, da qui a fine stagione – concede il mister -, con ogni probabilità ci ritroveremo nei playoff. La condizione fisica e quella atletica non bastano. Dovremo anche essere maturi di testa e pensare sempre e solo all’avversario di turno. Indipendentemente da come si chiami e da quale posizione occupi in classifica». PARENTESI NEROVERDI – Proviamo allora a indovinare la formazione che uscirà dal tunnel questo pomeriggio, usufruendo di un paio di parentesi. Con Tomei fra i pali, dovrebbero giocare dietro Boniotti, Ingegneri, Pasa (Mandorlini) e Martin. A centrocampo Buratto, Pederzoli e Mandorlini (Berardi). In attacco Cattaneo alle spalle di Strizzolo e Berrettoni, con Filippini pronto a entrare in corsa. Arbitrerà la sfida Antonio Di Martino. C’è un precedente non felice con il fischietto di Teramo. Il 14 novembre del 2014 diresse la gara persa (2-3) dai ramarri di Foschi contro la Pro Patria, durante la quale annullò al Pordenone due reti. MIMOSE ALLE SIGNORE – Biglietto a 5 euro e mimose alle signore per anticipare l’8 marzo, con tanto d’intrattenimento musicale e buffet a fine partita. La biglietteria centrale di via Stadio aprirà alle 14.30. Resterà chiusa quella per gli ospiti. I lucchetti dai cancelli del Bottecchia verranno tolti alle 16.
Ore 13.40 – (Messaggero Veneto) Il dubbio legato alla presenza di Pasa, com’è normale che sia, non lo lascia tranquillo. Ma Bruno Tedino attende con fiducia buone nuove e si concentra sulla partita, indipendentemente da chi gioca. E dice: «Da oggi comincia un altro campionato: sono in palio i trenta punti più importanti dell’anno». Mancano dieci match alla fine della stagione regolare e il tecnico del Pordenone carica come si deve la sfida col Lumezzane, tappa fondamentale nella corsa play-off. «I grandi traguardi – sostiene – si centrano superando le squadre che sono in una posizione inferiore di classifica rispetto alla propria. Per questo l’incontro di questa domenica è molto importante. E noi, se vogliamo centrare un sogno, non possiamo permetterci passi falsi: la serie B non è un obiettivo, ma siamo lì e ce la giochiamo. Dobbiamo però andare al 101 per 100. Solo così possiamo farcela». Bisogna andare oltre i propri limiti, insomma. Soprattutto col Lumezzane, perché Tedino teme molto il rivale odierno. «Ha sostanza, tanta forza in mezzo al campo e soprattutto sa ripartire ed è capace in contropiede di creare una decina di occasioni – spiega il mister neroverde -. Dobbiamo essere molto bravi nelle chiusure preventive, essere dunque sempre attenti in ogni situazione di contropiede a loro favore». Sulla carta può arrivare la nona vittoria di fila, ma Tedino tiene i piedi per terra: «Non ricordiamoci del nostro filotto – risponde il tecnico del Pordenone -. Concentriamoci sul Lumezzane con cui all’andata abbiamo perso. Non dobbiamo fare tabelle di marcia, il nostro obiettivo dev’essere giocare concentrati senza sottovalutare nessuno». Dall’altra parte Antonio Filippini carica la sua squadra: «Il Pordenone – afferma l’allenatore del Lumezzane – è una squadra con molto carattere, ma sono sicuro che con un po’ di aggressività riusciremo a fornire un’ottima prestazione».
Ore 13.20 – (Messaggero Veneto) Beethoven chiama, il Pordenone risponde? Appuntamento oggi al Bottecchia alle 17.30: i neroverdi, al cospetto del fastidioso Lumezzane, provano a suonare la nona sinfonia. Tradotto, la squadra di Tedino cerca la vittoria di fila numero 9, con cui si avvicinerebbe alla striscia del gruppo-promozione in Lega Pro di Parlato (autore di 10 squilli consecutivi), terrebbe vivo il sogno primo posto, visto che il Cittadella con il successo sull’Albinoleffe ha al momento 10 punti di vantaggio e, soprattutto, tornerebbe da solo al secondo posto, distanziandosi da quel Bassano salito in compagnia dei neroverdi a quota 46 dopo l’affermazione sulla Pro Patria e prossima avversaria dei “ramarri”. Non sarà facile, perché il “Lume” è in salute e perché Tedino è alle prese con un dubbio importante, legato a Pasa. Il difensore centrale è stato vittima di un attacco influenzale. A ieri aveva la febbre a 38,5°: il suo impiego sarà valutato stamattina. Un’assenza come un’altra? No, perché manca già Stefani, il capitano, squalificato e sinora sempre presente. Esattamente come l’ex Inter, sceso in campo per tutte e 24 le partite. Insomma, rischia di mancare il reparto difensivo titolare e, se un posto lo rileva Ingegneri, al rientro dopo l’infortunio, l’altro è un punto di domanda: con Marchi ai box, così come De Agostini, Tedino non ha alcun difensore centrale di ruolo. Il tecnico starebbe pensando di arretrare Mandorlini, già in terza linea a Pisa, sistemando Berardi in mezzo; oppure impiegare Ramadani o lo stesso Berardi assieme a Ingegneri. Dubbi, perplessità, che saranno sciolte solo stamattina non appena si controlleranno le condizioni di Pasa. L’altro ballottaggio, quello di seconda punta, pare deciso. Dovrebbe giocare Berrettoni e non Filippini al fianco di Strizzolo. Da come si capisce, la squadra arriva alla partita dopo una settimana tribolata. Già un pareggio, in queste condizioni, può essere visto bene. Ma la mentalità di Tedino è sempre quella di andare a vincere la partita e, dunque, oggi la squadra manterrà il suo dna, votato alla costruzione del gioco e forte di una striscia di 8 vittorie consecutive. Sarà a ogni modo un Pordenone attento, conscio che il “Lume”, all’andata, causò la prima sconfitta in campionato, e che può fare male, ripartendo con le “frecce” Bacioterracino e Cruz. Osservazione finale: il Pordenone, da Cuneo in poi, ha sempre vinto con le squadre in una posizione inferiore la sua in classifica. Può fermarsi ora, con l’odore di play-off così intenso?
Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Scivoloni vietati per un Venezia che battendo il Tamai al Penzo (ore 14.30) manterrà, male che vada, l’attuale vantaggio di tre punti su un Campodarsego chiamato all’insidiosa trasferta di Abano. A una settimana dal 2-0 rifilato ai padovani nello scontro diretto gli arancioneroverdi cercano l’ultima zampata prima della sosta, che darà l’arrivederci al derby del 20 marzo col Mestre. «Dopo l’immeritato ko di Verona e il mezzo falso con la Luparense abbiamo risposto da grande squadra quale siamo – sottolinea i meriti del gruppo l’attaccante Paolo Carbonaro – conquistando 16 dei successivi punti in palio. Aver battuto il Campodarsego con una prestazione tutta grinta, ma non solo, ci ha dato ancor più consapevolezza e aver vinto subito a Levico è un altro merito. Il primato deve rimanere nostro ad ogni costo». In terra trentina Carbonaro è tornato a graffiare, portando energia dalla panchina e conquistando il secondo dei due rigori poi trasformato da Serafini. Gli basterà per tornare titolare? «Io ci spero, il morale è altissimo e mi sono allenato come sempre per conquistarmi il posto. Sono una punta e non vedo l’ora di trovare la mia prima rete del 2016, dopo un girone di andata da giocatore importante. Ho giocato meno perché siamo in tanti, ma il mister ha sempre scelto bene visto che chi ha giocato, per ultimi Maccan e Lattanzio, hanno fatto il loro trovando anche gol pesanti come quelli al Campodarsego». Il Tamai è sesto (45 punti contro i 70 del Venezia) dopo aver vinto 1-0 a Verona con la Vecomp e riposato mercoledì. «I friulani hanno potuto preparare con tutta calma la trasferta di Venezia, mentre noi ci apprestiamo alla terza gara in otto giorni. Se c’era un infrasettimanale non si capisce perché siano stati consentiti dei posticipi a favore di qualcuno e a discapito di altri. Non c’è problema, saremo più forti anche di questo». Il 27enne palermitano prevede una gara scorbutica. «Mi aspetto un Tamai molto chiuso e pronto a ripartire in contropiede. Oltre ad avere la massima attenzione possiamo batterli con l’intensità e sulla velocità».
Ore 12.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Loro verranno a fare la partita della vita, ma qui troveranno pane per i loro denti». E’ ancora più grintoso del consueto Giancarlo Favarin, alla vigilia del match di oggi pomeriggio al Penzo contro il Tamai. Le «furie rosse» inseguono il treno play off e cercheranno di agganciarlo proprio qui in laguna a spese del Venezia. «Mercoledì hanno riposato, posticipando il loro turno infrasettimanale. Buon per loro – aggiunge il tecnico arancioneroverde – anche se noi mercoledì abbiamo giocato, ho 27 giocatori da poter ruotare. E tutti aspettano questa partita dal girone d’andata». A novembre il Venezia incappò in rocambolesco pareggio. Come spesso è capitato in questa stagione, gli arancioneroverdi subirono il gol del 2-2 nei minuti di recupero, fu praticamente una beffa. Ci furono anche strascichi polemici, per le decisioni del giudice sportivo che, sulla base di quanto riferito dall’arbitro, punì Calzi con due giornate di squalifica e il ds Perinetti con quasi un mese di inibizione, a seguito di presunte proteste nel dopo partita. Tutti fattori che oggi torneranno buoni per alzare il livello agonistico del match. «Noi – prosegue Favarin – cercheremo di passare una domenica da leoni. Loro hanno fatto bene a chiedere di posticipare il turno infrasettimanale, visto che gli è stato consentito. Per me non esiste una cosa del genere, nel senso che allora tanto valeva spostare tutte le partite al turno di sosta. Comunque, è andata così». Il Venezia è reduce dalle fatiche del big match con il Campodarsego di domenica scorsa e dalla trasferta di mercoledì a Levico. Ma può contare su un’ampia rosa da turnare. Sarà anche per questo motivo, oltre che per confondere un po’ le acque, che mister Favarin ha convocato tutti gli effettivi per oggi, tranne Di Maio. L’aveva già fatto con il Campodarsego e sta diventando una «regola aurea» dal sapore tattico. In realtà, all’interno della lista quasi certamente darà forfait Ferrante, che mercoledì ha preso un colpo alla spalla ed è ancora dolorante. Rientra invece Fabiano dalla squalifica ed è pienamente recuperato Marcolini. Facile che alla fine mister Favarin riproponga la formazione scesa in campo domenica scorsa con il Campodarsego: «A questo punto della stagione c’è poco da cambiare, ormai ci sono alcune certezze imprescindibili». Il Tamai è reduce dalla vittoria di domenica scorsa con la Virtus Vecomp ed è a meno quattro punti dalla zona play off, con una partita in meno da giocare. Il Venezia è in vetta a più tre punti sul Campodarsego e spera in un favore da parte dell’Abano. «E’ chiaro – conferma Favarin – che un orecchio andrà alla partita di Abano. Ma noi dobbiamo stare concentrati e pensare a fare bene la nostra partita». Sarà importante avere fin dal primo minuto il giusto approccio, dopo che a Levico la squadra ha faticato ad entrare in partita. «Non possiamo permetterci di regalare un tempo a nessuno. Tantomeno – conclude Favarin – a una squadra come il Tamai».
Ore 12.20 – (La Nuova Venezia) Arrivare alla sosta quanto meno con lo stesso vantaggio: è l’imperativo del Venezia che oggi a Sant’Elena sfida il Tamai, mentre il Campodarsego sarà impegnato nel derby di Abano. Due gare insidiose: scorbutico il Tamai, in splendida forma l’Abano, secondo solo al Venezia nel girone di ritorno. Venezia con in mente la beffa di Tamai, dal pareggio di Paladin in pieno recupero dopo il guizzo vincente allo scadere di Serafini all’espulsione di Calzi con un torrido post partita. Come con il Campodarsego, Favarin ha convocato tutti i giocatori disponibili, fatta eccezione per Di Maio, ma anche Ferrante presente nella lista sembra fuori dai giochi con la spalla destra dolorante. Un po’ di pretattica non guasta nella volata promozione. «Il Tamai verrà al Penzo per fare la partita della vita» spiega il tecnico del Venezia, «lo sappiamo e sarà così contro di noi per tutte le squadre che affronteremo. Io ho 27 giocatori che non si sono dimenticati quanto accaduto all’andata e che aspettano da allora questa partita». Venezia che ha giocato mercoledì, Tamai che ha riposato posticipando la gara con la Luparense. «Tutto è concesso, noi non ci possiamo fare niente, se non andare in campo per portare a casa altri tre punti. Lo avevo detto prima di Levico, lo ripeto adesso: voglio arrivare alla sosta con almeno lo stesso vantaggio che ho adesso in classifica, se poi dovesse aumentare, meglio». Favarin recupera Fabiano in attacco, anche Marcolini è guarito, ma in partenza il tecnico non si priverà di Soligo. Quanto ai friulani, arrivano riposati alla sfida del Penzo, reduci una settimana fa dal blitz di Verona, targato Diaw, rientrato da una squalifica di quattro giornate poi ridotte a tre. De Agostini ha recuperato anche Peresson, ma tra i pali dovrebbe esibirsi Carniel, Colombera e Concas. Oltre a Diaw, occhio a Paladin, autore della doppietta (2-2) dell’andata, a centrocampo con Furlan, Ursella e Petris grande esperienza, ma uno darà il posto all’under Kryeziu, come in difesa col tandem Faloppa-Giacomini. Probabili formazioni. Venezia (4-2-3-1): 1 Vicario; 2 Luciani, 5 Modolo, 6 Cernuto, 3 Galli; 4 Soligo, 8 Acquadro; 10 Fabiano, 9 Serafini, 7 Innocenti; 11 Maccan. A disposizione: 12 Andreatta, 13 Busatto, 14 Beccaro, 15 Taddia, 16 Marcolini, 17 Callegaro, 18 Volpicelli, 19 Lattanzio, 20 Carbonaro. Allenatore: G. Favarin. Tamai (4-3-3): 1 Carniel; 2 Cudicio, 4 Giacomini, 6 Faloppa, 3 Bignucolo; 7 Kryeziu, 5 Ursella, 8 Petris; 10 Diaw, 9 De Poli, 11 Paladin. A disposizione: 12 Peresson, 13 Perin 14 Bozzetto, 15 Tuan, 16 Righini, 17 Perfetto, 18 Concas, 19 Sellan, 20 Colombera. Allenatore: S. De Agostini. Arbitro: D’Ascanio (Ancona)
Ore 12.00 – (Gazzetttino) ‘è l’Abano sulla strada del Campodarsego lanciato all’inseguimento del Venezia nella giornata di serie D in programma oggi alle 15. A Monteortone va in scena un derby tutto da gustare, visto che il passo tenuto dagli aponensi nel girone di ritorno (21 punti) non ha nulla da invidiare a quello dei biancorossi (22), tanto più che l’Abano ha anche una partita in meno (recupero con la Virtus Vecomp in programma tra sette giorni). «Affrontiamo un avversario che ha molti più punti di noi in classifica – sottolinea Karel Zeman – pertanto gli stimoli sono enormi, come nella gara pareggiata con il Venezia: vogliamo dimostrare di non essere inferiori al Campodarsego. Un derby ad armi pari? In linea di massima è così, poi sarà il campo a dare il responso, spero di vedere il migliore Abano. Anche se abbiamo avuto pochi giorni per preparare questa sfida, non ho visto problemi di concentrazione nei ragazzi e siamo pronti a giocarcela». Cosa può fare la differenza? «Le motivazioni sono alla base di tutto, chi ne avrà di più farà propria la partita. Spero che il campo non sia troppo pesante perché ci penalizzerebbe essendo una squadra che cerca sempre di giocare palla a terra». Indisponibili Rampin (influenzato), Ginestra (infortunato) e Zattarin (squalificato). In casa Campodarsego si vuole tenere il fiato sul collo del Venezia (tre lunghezze avanti) impegnato con il Tamai. E a Monteortone sarà caccia al bottino pieno, pur consci di avere davanti un Abano in salute. «Un’ottima squadra che fa un buon calcio – afferma Antonio Andreucci – Sappiamo che ci attende una partita difficile, ma siamo anche consapevoli di giocarci le nostre carte con la volontà di fare nostra la gara. Dovremo avere un occhio di riguardo al loro reparto avanzato che può mettere in difficoltà chiunque». Cosa può decidere la gara? «Gli episodi potrebbero essere determinanti e anche le condizioni fisiche, avendo giocato entrambi mercoledì. Mi aspetto un Campodarsego consapevole della propria forza e desideroso di arrivare più in alto possibile». Unico assente Bortot (squalificato). ESTE. Vuole riassaporare il gusto della vittoria dopo tre pareggi di fila, ed è con questo obiettivo che affronta la trasferta con il Giorgione. Ecco il tecnico Andrea Pagan: «Gli ultimi risultati hanno lasciato un po’ di amaro in bocca, ma ci devono dare anche la forza e la voglia di ripartire. Bisogna tornare al successo dato che i nostri obiettivi sono cambiati in corsa alla luce del nostro cammino. Ho visto i ragazzi molto carichi e quindi ho grande fiducia». Squalificato Maldonado, Niselli è ai box (caviglia), Canton recupera. LUPARENSE SAN PAOLO. Reduce dai successi con Campodarsego e Liventina, vuole allungare la striscia di vittorie nella sfida a domicilio con il Calvi Noale. Così l’allenatore Enrico Cunico: «I ragazzi sono carichi e sanno che devono dimenticare il 6-0 rifilato alla Liventina. Fino a quando non siamo al sicuro in classifica, non voglio cali di tensione: conta soltanto vincere sbagliando il meno possibile. Spero che i miei giocatori vogliano riscattare la sconfitta dell’andata, devono entrare in campo con lo spirito delle ultime due partite». Non sarà della gara Giglio, costretto ai box per un problema muscolare. Indisponibili per infortunio anche Andrea e Alfredo Praticò.
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Una domenica tostissima. La dodicesima giornata di ritorno regalerà sicuramente emozioni, tra derby e partite insidiose: match clou di giornata sarà Abano-Campodarsego, ma non avranno vita facile nemmeno Este e Luparense, impegnate rispettivamente a Castelfranco con il Giorgione redivivo e a San Martino di Lupari contro la Calvi Noale (calcio d’inizio alle 14.30). CAMPODARSEGO. Dopo la sconfitta col Venezia, il “Campo” ha ricominciato subito a macinare, sia pure un po’ a fatica. Nel turno infrasettimanale, infatti, è arrivata una vittoria (risicata) con la Liventina che ha permesso di mantenere invariato il distacco (tre punti) dal Venezia, lanciatissimo pure a Levico. Attenzione, però: Abano e Tamai (avversari odierni dei lagunari) sono compagini imprevedibili. I neroverdi di Karel Zeman, in particolare, sembrano in grado di battere chiunque. Di sicuro i biancorossi, allo stadio delle Terme (arbitro Michele Somma di Castellamare di Stabia) partiranno avvantaggiati: vincere, a questo punto del campionato, è diventato un obbligo, per non perdere ulteriormente terreno e, in caso di passi falsi degli arancioneroverdi, per ripigliarsi il primo posto perduto. Il tecnico del Campodarsego Antonio Andreucci dovrà fare a meno di Piaggio (infortunato) e Bortot (squalificato per due giornate). Formazione Campodarsego (4-3-3): Vanzato; Arthur, Poletti, Gal, Buson; Bedin, Pelizzer, Cacurio; Radrezza, Kabine, Aliù. All. Andreucci. ABANO. Mercoledì scorso l’Abano ha raccolto un buon 1-1 in quel di Noale. Un pareggio in rimonta che ha confermato la ritrovata identità degli aponensi nel girone di ritorno, finalmente competitivi e galvanizzati da un cammino degno della zona playoff. Al momento, tuttavia, la post-season non sembra un obiettivo alla portata dei neroverdi, che si accontentano così di mostrare buon calcio e altrettanto carattere in giro per il Triveneto. Ecco perché agli uomini di Zeman servirà la carica giusta per battere il Campodarsego, in vista del recupero di domenica prossima a Verona contro la Virtus. Non saranno della partita Ginestra (infortunato), Rampin (influenzato) e Zattarin (squalifica). Formazione Abano (4-3-3): Bettin; Tescaro, Cuccato, Thomassen, Pramparo; De Cesare, Ballarin, Creati; Gnago, Bortolotto, Fusciello. All. Zeman. ESTE. A Castelfranco (arbitro Luca Testi di Livorno) i giallorossi dovranno essere subito sul pezzo perché il Giorgione vuole assolutamente salvarsi: i trevigiani, infatti, hanno dimostrato di potersela giocare pure a Pedavena, battendo 5-3 l’Union Ripa. La formazione atestina, dal canto suo, è reduce da tre pareggi consecutivi ma ha dalla sua parte la voglia di ritornare a insidiare le prime due della classe. Mister Andrea Pagan dovrà rinunciare a Maldonado (squalificato). Formazione Este (4-3-3): Lorello; Tiozzo, Montin, Guagnetti, Rosina; Arvia, Caporali, Favre; Marcandella, Mastroianni, Coraini. All. Pagan. LUPARENSE. Al “Gianni Casée” contro la Calvi Noale (arbitro Angelo De Leo di Molfetta) la Luparense avrà la possibilità di allungare ulteriormente verso una salvezza matematica che, ormai, sembra questione di dettagli. Resteranno ai box per infortunio Giglio e i fratelli Andrea e Alfredo Praticò. Formazione Luparense (3-4-3): Rossetto; Antonello, Severgnini, Pregnolato; Sanavia, Cavallini, Pignat, Di Fusco; Pittarello, Sottovia, Beccaro. All. Cunico.
Ore 11.20 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova dopo la cocente delusione di Lumezzane torna al Martelli per cercare di rialzare la testa nella difficile sfida con il Padova. La squadra veneta, che non perde in trasferta da ottobre e che con Pillon in panchina ha totalizzato la bellezza di 20 punti in 11 gare, spera infatti di vincere per continuare a rincorrere i playoff. I biancorossi, dal canto loro, hanno ancora più bisogno di un successo per non perdere ulteriore terreno dalla zona salvezza. All’andata un rotondo ko (3-0) costò la panchina a Riccardo Maspero: Ivan Javorcic spera ovviamente di non fare la fine del suo predecessore. Il tecnico croato per l’occasione conferma in blocco l’undici sceso in campo nelle ultime due partite: quella vittoriosa con il Cuneo e quella, amarissima, di Lumezzane. L’unica novità sarà fra i pali, dove tornerà Bonato al posto dell’infortunato Pane, travolto dalle critiche dopo gli errori commessi nell’ultima trasferta bresciana. Rispetto alle precedenti uscite Javorcic avrà comunque più frecce al suo arco: i recuperati Cristini, Zammarini e Di Santantonio saranno in panchina, così come l’attaccante italo-tedesco Maggio tesserato nei giorni scorsi. A gara in corso, insomma, si potrà tentare di cambiare qualcosa. «Affrontiamo una squadra solida, esperta e ben strutturata fisicamente, che in attacco ha qualità per risolvere in qualsiasi momento il match – è l’analisi di Javorcic -. Per venirne a capo dovremo giocare una grande partita, facendo un mix delle cose buone messe in evidenza a Reggio Emilia e contro il Cuneo. Serviranno ritmi alti, grande attenzione in fase difensiva e coraggio per aggredire gli avversari e provare a vincere la sfida sfruttando tutte le armi a nostra disposizione». In casa biancorossa l’ex di turno è il difensore Carini, mentre il grande assente è Ruopolo, che all’andata fu bersagliato per tutto il match dai tifosi veneti a causa dei suoi precedenti con il calcioscommesse. Sull’altro fronte, manco a dirlo, il giocatore più atteso è Cristian Altinier. Mantovano e tifoso biancorosso da sempre, l’ormai ex “Bomberino” la scorsa estate fu a un passo dal ritorno in Viale Te ma alla fine accettò la proposta del Padova, club che si era mosso per primo sulle sue tracce. E in Coppa Italia, al Martelli, segnò ad agosto il gol del vantaggio del Padova (poi pareggiato da Ruopolo), mentre nel match di andata fu tenuto in panchina dall’allora mister Parlato. Oggi Altinier tornerà da avversario al Martelli per un match vero e c’è da scommettere che per lui sarà una giornata decisamente particolare. Nel Padova c’è poi un altro ex biancorosso, l’attuale viceallenatore Rino Lavezzini, che guidò l’Acm in C2 alla fine degli anni Novanta.
Ore 11.00 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Favaro; Diniz, Sbraga, Fabiano, Favalli; Ilari, De Risio, Mazzocco, Finocchio; Neto Pereira, Altinier.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Quanto alla tattica di gara, non sarà un Padova che aspetta per poi sfruttare gli spazi. «Ho in mente una partita diversa. Dobbiamo cercare di pressarli alti e di essere offensivi sfruttando le nostre caratteristiche, sempre che il Mantova ci permetta di farlo». Dalla sua il Padova ha anche un trend in trasferta da fare invidia, basti pensare che l’ultimo stop risale alla gara con il Pavia praticamente un girone fa. Pillon si concede un piccolo gesto scaramantico, quindi replica: «Dobbiamo migliorare proprio in trasferta, per quello che è il nostro modo di giocare potevamo vincerne qualcuna in più. C’è un po’ il rammarico di avere lasciato qualche punto per strada facendo qualche pareggio di troppo». Passando alla formazione, anche nel corso della rifinitura è arrivata conferma che molto probabilmente si assisterà a qualche variazione negli interpreti in tutti i reparti. «Al posto di Corti (infortunato, ndr) giocherà uno tra Mazzocco e Baldassin, come esterno sinistro ho provato Finocchio e Bearzotti, ma prima di decidere ci penserò sopra bene. Ho qualche dubbio anche in difesa: Fabiano ha disputato un’ottima gara con il Renate e Diniz rientra. Qualsiasi scelta faccia dietro va bene, visto che tutti mi danno grandi garanzie». Stando alle indicazioni dal campo a essere sacrificati dovrebbero essere Dionisi e Petrilli. Li ha visti un po’ scarichi? «Ci sta che nell’arco di un campionato ci sia qualche calo fisico e mentale, e un allenatore è obbligato a fare delle scelte in base a quello che vede. Se noto che qualcuno è più in forma, è giusto farlo giocare».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Una sorta di match point per archiviare in largo anticipo il discorso salvezza. È con questa consapevolezza che oggi il Padova affronta il Mantova, invischiato più che mai nella lotta per la permanenza in categoria. Un bottino pieno al “Martelli” proietterebbe i biancoscudati a quota 38 punti in classifica, con la possibilità di provare a mettere nel mirino un traguardo più prestigioso (play off) nelle restanti nove partite. Prima però bisogna fare il proprio dovere in terra virgiliana. «Abbiamo questa grande opportunità di chiudere la pratica salvezza che è il nostro primo obiettivo – esordisce Bepi Pillon – però bisogna raggiungerlo, ed è per questo che per noi è una partita molto importante. Me l’aspetto molto tosta, di fronte a un avversario che metterà in campo tutto e di più per fare bene dato che si gioca molte delle sue possibilità per salvarsi». I biancoscudati hanno il vantaggio di essere mentalmente più tranquilli, a differenza del Mantova che ha una classifica particolarmente deficitaria (terz’ultimo posto) ed è reduce da una sconfitta pesante con una diretta concorrente come il Lumezzane. «Hanno grandi aspettative contro di noi, ma saranno anche particolarmente tesi, quindi per loro può essere un’arma a doppio taglio. Ho visto la partita che hanno vinto 2-0 in casa con il Cuneo, potevano segnare anche molto di più. Sono una squadra organizzata che attua un calcio propositivo e ha giocatori di qualità come Caridi. Dobbiamo andare in campo a fare la nostra partita senza sbagliare approccio: se andiamo lì in punta di piedi è un disastro, se siamo tosti, aggressivi e gagliardi diventiamo difficili da battere».
Ore 10.30 – (Gazzettino) A guardare quanto finora successo, il segno X sembrerebbe la soluzione più scontata per la sfida di oggi dato che si affrontano le due squadre che in campionato hanno pareggiato di più (11 volte i biancoscudati, una in meno gli avversari), ma al Mantova, terz’ultimo a quattro punti dalla zona salvezza e reduce da un ko beffardo a Lumezzane maturato a tempo scaduto, un punto farebbe ben poco comodo. Sulla panchina dei lombardi, esonerato Maspero proprio dopo la sconfitta per 3-0 dell’andata all’Euganeo, è subentrato Ivan Javorcic che però non è riuscito a modificare più di tanto un trend sempre deficitario, tanto che i successi complessivi fin qui ottenuti sono solo quattro, uno in più dell’Albinoleffe e tre della Pro Patria, uniche formazioni messe peggio anche in classifica. Prima della sconfitta a Lumezzane, tuttavia, i lombardi, capaci in generale di improvvisi colpi di coda come la vittoria a Bassano e i pareggi esterni con Cittadella e Pavia, avevano dato segni di ripresa, pareggiando a Reggio Emilia e superando il Cuneo in casa. Molte le novità nel mercato di gennaio che ha visto partire gente d’esperienza come Momentè, Dalla Bona e Foglio e l’ingaggio dei difensori Lo Bue, Cristini e Masiello, del centrocampista Perpetuini e dell’esterno offensivo Tripoli a cui venerdì si è aggiunta la punta Mattia Maggio che coprirà i vuoti lasciati dagli infortuni di Ruopolo, operato al ginocchio mercoledì (per lui stagione finita) e Beretta. Nelle ultime gare Javorcic ha puntato sul 4-4-2 di cui dovrebbe confermare gli interpreti tra cui l’ex Carini in difesa. Un unico cambio tra i pali, con il ritorno di Bonato al posto di Pane (risentimento muscolare), autore di due gravi errori a Lumezzane, e dovrebbero al massimo ripartire dalla panchina i difensori Trainotti e Cristini e i centrocampisti Zammarini e Di Santantonio, reduci da problemi fisici. In avanti spazio alla coppia Marchi-Samb. Previsti circa 300 tifosi al seguito del Padova. Oggi però i sostenitori biancoscudati non potranno acquistare il biglietto sul posto.
Ore 10.10 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Favaro; Diniz, Sbraga, Fabiano, Favalli; Ilari, Mazzocco, De Risio, Finocchio; Neto Pereira, Altinier.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Pensa a qualche variazione nell’undici di partenza? «Corti è infortunato, e devo scegliere tra Mazzocco e Baldassin con chi sostituirlo. Sulle corsie esterne ho provato sia Finocchio che Bearzotti, e ho qualche dubbio anche in difesa, dove Fabiano ha fatto una grande partita contro il Renate e con il rientro di Diniz devo scegliere chi lasciar fuori. Tutti mi danno ottime garanzie, ci penserò sopra bene». Dionisi e Petrilli potrebbero aver bisogno di rifiatare? «Nell’arco di una stagione un piccolo calo, sia mentale che fisico, ci può stare. Scelgo chi è più in forma o può offrirmi maggiori garanzie, come sempre sulla base di ciò che percepisco e vedo in allenamento: chi è sul pezzo e sta bene fisicamente è giusto che giochi». Perdete Corti, ma riguadagnate Bucolo. «Rosario è convocato: ho deciso di riammetterlo in gruppo perché si è comportato bene, spero abbia capito la lezione. Cunico (che ieri ha compiuto 38 anni, ndr), invece, si è allenato solo questa settimana, sta bene ma non è ancora pronto per il rientro: viene via con noi perché è il nostro capitano, ma non sarà in panchina perché non potrei comunque utilizzarlo».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) In caso di vittoria, il discorso-salvezza sarebbe chiuso? «Abbiamo la grande possibilità di chiudere la pratica. Ma possiamo raggiungere il primo obiettivo stagionale solo con le nostre forze, per questo sarà una gara importantissima. Il Mantova si gioca gran parte delle chance di salvezza che gli rimangono: a 10 partite dalla fine, e in quella situazione di classifica, metteranno tutto e forse di più per portare a casa punti pesanti. Ma anche noi abbiamo l’obbligo di far bene». Il Padova non perde in trasferta da 4 mesi: numeri importanti. «Ma dobbiamo ancora migliorarli, perché possiamo e dobbiamo vincere qualche partita in più. Il rammarico che ci rimane è quello di aver perso qualche punto per strada, con qualche “X” che avrebbe potuto essere una vittoria, soprattutto visto il nostro modo di giocare abbiamo il dovere di provare a vincere». Il Mantova ha sicuramente molto più da perdere: è un vantaggio per voi? «Li ho visti contro il Cuneo, e avevano giocato molto bene. Sono una squadra organizzata, che sfodera un calcio propositivo, potendo contare anche su giocatori di un certo livello, per esempio Caridi. Ma loro saranno molto tesi, le aspettative sono alte e questa può essere un’arma a doppio taglio».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Vincere per chiudere il discorso salvezza. Il Padova di Bepi Pillon entra nel rush finale del campionato di Lega Pro: 10 giornate per decidere cosa fare da grande. Quella di oggi, però, può già virtualmente chiudere la bagarre salvezza: i biancoscudati, con 10 lunghezze di vantaggio sulla zona playout, sbarcano a Mantova, dove, con una vittoria che manca al “Martelli” da ben 15 anni, spedirebbero i virgiliani 16 punti più indietro, condannandoli ad un finale di stagione sul filo di lana e conquistando, a 9 giornate dal termine della stagione, un margine più che rassicurante sulla zona “calda” della classifica. La posizione del Padova, comunque più vicina ai playoff che ai playout, non preclude però alcun obiettivo: con una marcia in trasferta decisamente positiva – i biancoscudati non perdono lontano dall’Euganeo dalla gara di Pavia, un girone fa – la squadra di Pillon può amministrare una discreta tranquillità e cercare i tre punti per poi sognare la rimonta playoff. «È una gara importantissima», avverte Pillon. «Questa partita ci farà capire a cosa potremo ambire nel finale di stagione. Sarà un match di grande agonismo, arrivati a questo punto tutti lottano per qualcosa, ma ce la giocheremo».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il popolo mantovano ha il morale sotto i tacchi, quello padovano crede ancora nella possibilità di allungare nel finale di stagione. E per questo il dato della prevendita per Mantova-Padova è emblematico: fino a venerdì sera, in tutto, per il match erano stati staccati 455 biglietti, e di questi ben 250 (più della metà) erano stati acquistati da tifosi padovani. Dovrebbero sfiorare le 300 unità, quindi, i supporter biancoscudatu che questo pomeriggio, con due pullman e molte auto private, raggiungeranno il “Martelli” per spingere Pillon e la sua squadra al successo. Nei due precedenti stagionali, un pareggio a Mantova (1-1) in Coppa Italia, reti di Altinier e Ruopolo, e una larga vittoria biancoscudata (3-0) nel match d’andata, grazie a Petrilli (doppietta) e Neto Pereira. Qui Mantova. Problemi di classifica e di formazione per Ivan Javorcic. Il tecnico dei virgiliani deve rinunciare al portiere Pane e al difensore Trainotti, ma soprattutto ai due attaccanti più pericolosi dell’intera rosa: out, infatti, sono sia l’ex biancoscudato Francesco Ruopolo, operato mercoledì al ginocchio (la sua stagione è già finita), che il giovane Beretta, acciaccato. In panchina va il nuovo acquisto Mattia Maggio, attaccante svincolato con un passato nei campionati tedeschi e una breve esperienza al Novara. Al centro della difesa un altro ex biancoscudato, Filippo Carini, mentre in attacco, nel 4-4-2 del tecnico croato, spazio a Samb Falou e Marchi.
Ore 09.00 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Favaro; Diniz, Sbraga, Fabiano, Favalli; Ilari, De Risio, Mazzocco, Finocchio; Neto Pereira, Altinier.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) A dire la verità è già da un po’ che il fantasista piemontese non sta rendendo a dovere, tenendo ben presente che dopo il rinnovo contrattuale non ha più dato grossi segnali in termini di prestazioni. La speranza è che sia soltanto un periodo di flessione, fatto sta che oggi potrebbe accomodarsi in panchina per scelta tecnica: «Sarà una partita molto tosta – sottolinea Pillon – loro si giocano molto in quanto devono salvarsi. A dire il vero matematicamente neanche noi lo siamo, quindi bisogna arrivarci il prima possibile e oggi potrebbe essere il momento opportuno per farlo. Faremo la nostra partita come sempre, ci sarà molto agonismo in campo. Cercheremo di essere aggressivi e di pressarli molto, loro hanno giocatori importanti e ben messi fisicamente, hanno qualità e l’hanno dimostrato contro il Cuneo. Se entriamo in campo in punta di piedi saremo schiacciati, quindi servirà grande determinazione sin dal primo minuto». E così, mentre Pillon ammette di aver lasciato qualche punto per strada e che «avremmo potuto farne di più», il vero obiettivo dell’allenatore trevigiano è quello di compiere il definitivo salto di qualità. Perché, nonostante la società non gliel’abbia chiesto, Pillon vorrebbe arrivare proprio sul rettilineo finale ad agganciare il premio promozione. L’impressione è che manchi ancora qualcosa, a cominciare da un successo contro le big della categoria. Per ora, in tal senso, l’unico squillo rimane quello contro la Feralpisalò. Un po’ poco, per ambire a sedersi al tavolo delle elette.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Le novità di giornata: Mazzocco e Finocchio potrebbero partire dal primo minuto oggi pomeriggio a Mantova nella trasferta in programma al Martelli. Lo fa intuire Giuseppe Pillon nella conferenza stampa prepartita della vigilia, in cui il tecnico trevigiano tra le righe semina indizi piuttosto interessanti sulla formazione che oggi tenterà il bis del successo col Renate all’interno di una difficoltosa rincorsa ai playoff. Almeno sulla carta ancora possibili e raggiungibili: «Devo scegliere tra Mazzocco e Baldassin – ammette Pillon – mentre sull’esterno ho provato anche Finocchio e Bearzotti. Diniz terzino è una possibilità, perché Fabiano ha fatto una grande partita sabato scorso. E poi mi baso anche su quello che vedo durante la settimana negli allenamenti. Per quanto riguarda Cunico, è sulla strada del recupero, ma ci vorrà ancora un po’ di pazienza. Verrà con noi da buon capitano e andrà in tribuna, in attesa di tornare pienamente a disposizione». Dichiarazioni interessanti, che fanno capire diverse cose. Ad esempio, ma questo già lo si era capito, che Rosario Bucolo dovrà sgomitare parecchio per riprendersi il posto da titolare, dopo essere tornato a disposizione del suo allenatore. Oppure che Fabiano viene tenuto in grande considerazione da Pillon, che conosce molto bene il valore del giocatore. Non una virgola di polemica da parte del brasiliano, nonostante oggettivamente la sua esclusione sia stata molto complicata da digerire per una serie di ragioni. Poi si capisce che Petrilli potrebbe finire in panchina, dopo la prestazione negativa di sabato scorso contro il Renate, con tanto di rigore fallito.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 56, Bassano e Pordenone 46, FeralpiSalò 42, Alessandria 40, Pavia 39, Cremonese, Reggiana e SudTirol 37, Padova 35, Cuneo 28, Giana Erminio 27, Lumezzane e Pro Piacenza 26, Renate 25, Mantova 22, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).
Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 5 marzo: rifinitura mattutina, verso la promozione nell’undici titolare Mazzocco e Finocchio.