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Ore 21.50 – (Il Piccolo) La Triestina si lecca le ferite dopo la sconfitta di Montebelluna. Un ko che ha ribadito, per chi si fosse illuso del contrario dopo i recenti successi interni, che la rosa ridotta all’osso porta a queste rovinose cadute, non appena si verificano un paio di forfait importanti. Ed è stato il caso di mercoledì, quando le assenze di Giordani (squalifica) e Bradaschia (risentimento muscolare) hanno quasi azzerato il potenziale offensivo dell’Unione. Ecco perché, infortuni e squalifiche a parte, si spera che arrivino presto i transfer riguardanti Muzzi, Cuppone e Monti. Solo per il primo, il figlio d’arte del bomber Roberto che per tanti ha calcato i palcoscenici della serie A, c’è qualche speranza che arrivi l’ok per la partita di domenica con l’Union Ripa. Per gli altri l’obiettivo è averli alla ripresa del campionato al 20 marzo, contro la Sacilese. Ma mentre sul campo la Triestina si dibatte fra vittorie e capitomboli, prestazioni più o meno convincenti, non si esauriscono ovviamente le ripercussioni delle precedenti gestioni societarie. Stanno infatti venendo al pettine i nodi irrisolti della passata stagione, ovvero quelli riguardanti le pendenze di giocatori che non erano state interamente saldate. Dopo quella di Sittaro di qualche tempo fa, sono entrate in fase operativa altre due vertenze. L’altro ieri infatti sono stati resi noti i provvedimenti della Commissione Accordi Economici, riunitasi lo scorso 11 febbraio. Tra le altre decisioni, sono state presi in considerazione i reclami presentati qualche mese fa da Ivan Milicevic e Anselmo Antonelli, giocatori in forza all’Unione 2012 nello scorso campionato. Milicevic, a fronte di un accordo economico con la società per una corresponsione lorda di 23.969 euro, ne ha percepiti in realtà solamente 13.969, mentre Antonelli, a fronte di un accordo per un lordo di 13.428 euro, ne ha percepiti 10.428. Fatte le dovute verifiche, la Commissione ha pertanto condannato l’Unione Triestina 2012 al pagamento di 10mila euro a Milicevic e di 3mila euro a Antonelli entro 30 giorni. Il rischio, in caso di insolvenza nei termini previsti, è il solito, ovvero quello di incorrere in punti di penalizzazione. Altri 13mila euro in totale che si sommano a un’altra vertenza molto pesante che si è trascinata per le lunghe, anch’essa risalente alle stagioni precedenti, riguardante il tecnico Maurizio Costantini e il suo staff. Un debito sostanzioso di circa 30mila euro non ancora saldato, e il cui esito riguardo a possibili penalizzazioni per questo campionato, è però ancora controverso e oggetto di discussioni e incertezze, considerata la particolare situazione di esercizio provvisorio della società.
Ore 21.20 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno è tornato in carreggiata. Dopo lo scivolone di Trieste ha archiviato la pratica Dro senza troppi problemi grazie ad una prestazione solida e di quantità, che ha permesso alla banda di Roberto Vecchiato di conquistare tre punti importanti in chiave play off, oltre che per avvicinarsi al terzo posto e difendere il quarto dalla Virtus Vecomp. «Abbiamo fatto la partita che dovevamo – commenta soddisfatto Sebastiano Sommacal – nel primo tempo eravamo un po’ contratti, nel secondo tempo però siamo stati bravi a scacciare l’insicurezza ed è andata meglio. Volevamo vincere meritatamente e penso che ci siamo riusciti. A fine primo tempo in spogliatoio ci siamo detti di stare tranquilli e di cercare di vincere con merito, è andata così». Il Belluno ha recuperato due lunghezze sul terzo posto, occupato dall’Este, e ha aggiunto due punti tra se e la Virtus Vecomp, quinta forza del girone. «Per il terzo posto ci proviamo, sperando anche in un passo falso delle squadre davanti a noi. Dobbiamo pensare a noi stessi, l’obiettivo alla fine però sono i play off». Terzino o centrale? Sebastiano Sommacal nasce come centrale difensivo ma all’occorrenza, in questo triennio targato Vecchiato, ha giocato spesso sulla corsia di destra con prestazioni assolutamente positive. «Più ruoli sai interpretare, più sei utile alla squadra e di conseguenza hai la possibilità di giocare – conclude “Seba” – io non ho nessun problema, il mister decide e io scendo in campo dove serve». Domenica c’è la trasferta a Sacile. Sarà pure l’ultima in classifica, ma la Sacilese non va assolutamente sottovalutata. I tre punti in palio dopo domani sono fondamentali per il finale di stagione, sia per un possibile terzo posto, che per la difesa del quarto e di una posizione play off. Sulla panchina tornerà Roberto Vecchiato, che ha scontato le due giornate di squalifica rimediate contro il Giorgione, oltre a lui tornerà a disposizione Yari Masoch, costretto a saltare il Dro per le cinque ammonizioni accumulate. Simone Quarzago ancora in azzurro. Il centrocampista classe 1999 del Belluno partirà lunedi per il torneo Beppe Viola, ad Arco di Trento, dove la Nazionale under 17 della Lega Dilettanti affronterà squadre blasonate come Milan, Verona e e Juventus.
Ore 20.50 – (La Provincia Pavese) Prosegue la preparazione degli azzurri in vista della gara di domenica pomeriggio al Fortunati con la Giana. Ieri seduta pomeridiana per gli azzurri con mister Brini che gradualmente incomincia ad avere a disposizione quasi l’intera rosa. Lavorano a parte, ma sul campo, anche Biasi e De Silvestro che dopo gli infortuni muscolari della trasferta di Bolzano stanno proseguendo il periodo di recupero e si apprestano nelle prossime settimane a rientrare con il resto del gruppo. A questo punto il solo Bellazzini continua il potenziamento dopo la convalescenza dall’intervento per la lesione di terzo grado del collaterale mediale del ginocchio sinistro. Il giocatore toscano era stato operato al San Matteo lo scorso 14 dicembre scorso al San Matteo ed erano previsti tre mesi di recupero ed è pienamente nei tempi. Senza forzarne il rientro probabile che possa tornare disponibile dopo Pasqua. Dopo la gara di Piacenza domenica mister Brini non dovrebbe cambiare il suo modulo, adottato dopo le operazioni di mercato di gennaio, il 4-3-1-2 per sfruttare il potenziale offensivo del Pavia. Prevedibile, salvo intoppi, che Alessandro Cesarini, decisivo partendo dalla panchina nella gara con la Pro Piacenza possa tornare titolare dal 1’ dietro al consolidato duo Ferretti-Sforzini. Anche in difesa Foglio a sinistra è attualmente la soluzione adottata dal tecnico marchigiano in vista di lanciare Grillo, che a Piacenza, come Cristini, è rientrato nella lista dei convocati ed è andato in panchina. Con più soluzioni anche nel reparto arretrato, Malomo-Dermaku sembra oggi la coppia di centrali “preferita” da Brini. Dove l’allenatore del Pavia non sembra aver ancora trovato altrettante certezze è a centrocampo.
Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) Il programma odierno della Reggiana prevede la rifinitura mattutina in via Agosti poi, nel primo pomeriggio, la squadra partirà per la Lombardia dove domani, con fischio d’inizio alle 15 allo stadio Zini, farà visita alla Cremonese nella sfida dell’ottava giornata di ritorno del campionato di Lega Pro, girone A. Stessa malasorte per queste due compagini dalla tifoseria gemellata: per una squadra grigiorossa in forte emergenza difensiva (mancheranno Bianco e Briganti per infortunio e Marconi per squalifica) e con altri pezzi da novanta in condizioni non ottimali come l’attaccante Sansovini (che a gennaio è stato molto vicino ad accasarsi a Reggio), infatti, c’è una formazione granata che si presenterà all’appuntamento con assenze persino più pesanti, seppur suddivise equamente nei vari reparti. Già da tempo si sapeva del forfait dei difensori De Biasi e Frascatore e dei centrocampisti Mignanelli e Bartolomei, tutti per infortuni, ma nelle ultime ore vanno loro aggiunti anche gli attaccanti Loi, per un problema al collaterale che verrà valutato la prossima settimana, e Nolè, che non ha ancora smaltito l’attacco influenzale. Ma i problemi per Alberto Colombo non finiscono qui poiché è molto lunga anche la lista degli acciaccati che potrebbero non garantire il 100% in campo, in quanto provenienti da una settimana di lavori in palestra o differenziati: si tratta dei vari Siega, Mogos, Rampi (tornati solo ieri parzialmente in gruppo) oltre a Pazienza, Parola, Spanò e Panizzi che hanno terminato la seduta prima dei compagni. Per quanto riguarda l’aspetto tattico, l’idea del tecnico è di mantenere invariato il modulo di gioco, il 3-5-2, utilizzando gli stessi uomini vittoriosi sabato nel match casalingo con la FeralpiSalò, sperando che non peggiorino ulteriormente le condizioni di quelli sopracitati. Questo sovraffollamento dell’infermeria, tuttavia, ha spinto il trainer a far allenare la prima squadra insieme alla rappresentativa Berretti, mescolando gli atleti, perché è ovvio che stavolta sarà costretto a portarsi in panchina molti di loro e la possibilità che si verifichino altri esordi, dopo quelli di Silenzi e di Mecca, esiste. Doveroso, dunque, farli sentire già parte integrata della rosa, palleggiando coi vari Bruccini, Maltese ed Arma.
Ore 19.50 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova che affronterà il Padova domenica alle 15 al Martelli sarà molto simile a quello uscito sconfitto dal campo del Lumezzane. Se si esclude il probabile avvicendamento tra i pali, con Bonato che dovrebbe prendere il posto di Pane, infatti, tutto fa pensare che mister Ivan Javorcic insisterà sul 4-4-2 utilizzato nelle ultime settimane. Al centro della difesa, considerando che Trainotti e Cristini non sono al meglio, sembra scontata la conferma della coppia Carini-Scrosta. A sinistra Sereni sembra sicuro del posto viste le ultime due buone prestazioni, mentre a destra Lo Bue è in vantaggio sia su Longo sia su Scalise. Il centrocampo, da destra a sinistra, dovrebbe essere composto da Gonzi, Perpetuini, Raggio Garibaldi e Caridi. Di punta Falou e Marchi ad oggi sono le prime scelte. Ieri mattina al “Dante Micheli”, nel corso della partitella di fine allenamento, Javorcic ha mischiato le carte provando a lungo la difesa a 3, che resta un’opzione a partita in corso come dimostrato nello sfortunato finale di Lumezzane. Diversi biancorossi ieri hanno lavorato a parte. Tra loro anche Marchi, che però già oggi tornerà in gruppo. Non ha svolto l’ultima parte della sessione mattutina Carini ma anche nel suo caso nessun allarme in vista di domenica, soltanto uno stop precauzionale per un lieve affaticamento. Meno certezze, invece, per gli altri biancorossi che si sono allenati a parte: Trainotti, Di Santantonio, Zammarini e Cristini. Tutti e quattro oggi dovrebbero tornare in gruppo. Non è da escludere a priori che Trainotti in caso di completo recupero possa contendere una maglia da titolare a Scrosta. Da verificare, le condizioni di Pane, uscito dolorante dalla seduta di ieri per un problema all’adduttore. Ancora fuori causa Beretta.
Ore 19.30 – (Gazzetta di Mantova) Francesco Bonato è pronto. Con tutta probabilità sarà lui a difendere la porta del Mantova nella sfida di domenica al Martelli con il Padova (ore 15). Dopo la giornata nera di Lumezzane, infatti, Pasquale Pane sembra destinato a partire dalla panchina. Per il portiere campano il periodo è decisamente negativo e ieri anche la sfortuna ci ha messo lo zampino: l’estremo difensore campano ha terminato in anticipo la seduta di allenamento al “Dante Micheli” per colpa di un fastidio all’adduttore. Ufficialmente mister Ivan Javorcic non ha ancora sciolto le riserve e quindi ad oggi si può parlare di ballottaggio. Bonato conferma: «È vero, l’allenatore non ha detto nulla a riguardo. Per me non è un problema, nel caso in cui dovessi essere chiamato in causa mi farò trovare pronto». Le parole del 22enne veronese vanno prese sul serio visto che a metà settembre, quando Pane si infortunò al ginocchio, il Mantova si ritrovò in casa un secondo portiere extra lusso, sicuro nonostante la giovane età, autore di diversi interventi decisivi e sempre sul pezzo. Bonato ha perso il posto da titolare alla seconda di ritorno. Ora, dopo sei partite in panchina, potrebbe tornare in campo. «Ovviamente è una situazione un po’ strana – commenta il diretto interessato – ma ribadisco che io sono sempre stato pronto. Nonostante la sconfitta con il Lumezzane, siamo in crescita sia come squadra sia come gruppo e domenica dobbiamo fare il possibile per vincere». Inevitabile, poi, una domanda sul collega Pane, antieroe di questo scorcio di stagione in cui il Mantova sembra aver trovato la quadratura del cerchio dal punto di vista tattico (leggi 4-4-2), ha raccolto buoni risultati (pareggio a Reggio, vittoria con il Cuneo) ma si è suicidato, sportivamente parlando, con il Lumezzane: «Il rapporto con Pasquale è buono e lo è sempre stato – assicura Bonato – Dall’inizio della stagione abbiamo sempre lavorato bene insieme e tra di noi non mancherà mai una pacca sulla spalla nel momento del bisogno. Se abbiamo parlato di quello che è successo domenica? Sinceramente no, non me la sono sentita perché se fosse capitata a me una situazione del genere (due papere che costano altrettanti gol, ndr) non sarei voluto tornare sull’argomento. Mi sono comportato così perché ho provato a mettermi nei suoi panni: meglio non parlarne e guardare avanti». Domenica al Martelli arriva un Padova in salute che non vuole abbandonare il sogno playoff. La formazione veneta, reduce dalla vittoria casalinga contro il Renate (1-0), è una delle più in forma del campionato ma Bonato non cerca alibi: «Da qui alla fine del campionato non possiamo fare calcoli, servono punti e dobbiamo cercare di vincere ogni volta che scendiamo in campo. Su due piedi non saprei dire come sta andando ultimamente il Padova – conclude l’ex numero uno del Castiglione – so solo che dobbiamo lottare e dare tutto per vincere la partita». E su questo non ci piove.
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Dopo tre mesi e mezzo ai box è tornato disponibile Riccardo Barbuti. Proprio quando il Lumezzane sta per arrivare a Pordenone. «Mi sono ripreso da un brutto infortunio – riferisce l’attaccante ex neroverde – e c’è la piena disponibilità a giocare. Immagino però di partire dalla panchina, perché non ho ancora il minutaggio giusto». – A ottobre segnò contro la sua ex squadra il primo dei due gol che valsero la vostra vittoria. Il programma? «Sarà una gara stimolante, come quella dell’andata. Però vedo una situazione diversa. La società neroverde è strutturata. Io mi sono trovato bene a Pordenone e ora l’ambiente si sta rivelando ciò che anche lo scorso anno doveva essere. Queste sono i veri club di C, quelli sani, dove non manca niente. Ma pochi lo sono davvero. Tifo anche per loro, per le posizioni di alta classifica». – Forse domenica un po’ meno? «Magari ci facessero un piacere, perché abbiamo bisogno di punti. Sarà battaglia, azzerando tutti i pensieri fin dopo la partita. Servono punti a noi per salvarci, come a loro per sperare nella promozione». – Lei è stato testimone del peggior periodo della scorsa stagione: scorie purificate? «Era normale che salendo dalla D ci fossero difficoltà. Dagli errori hanno imparato molto. All’epoca ebbi l’offerta da un mister come Bucchi, per me speciale, scegliendo di cambiare con l’idea di crescere. Ero sicuro che i ramarri potessero uscirne: hanno sfiorato l’impresa». – Nessun pentimento? «Cambiare mi è servito e nelle prime partite di quest’anno si è visto. Con Rossitto si lavorava bene, ma io mi ero già impegnato, per mia volontà e spinto da altre cause. Sento ancora Fabio, che si sta confermando allenatore di alti livelli». – Pronostico? «A noi basta un risultato positivo, dando continuità e muovendo la classifica. Dico 1-1 con gol dell’ex, ossia mio».
Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Alberto Filippini è il simbolo del 2016 scintillante che sta vivendo il Pordenone. Nella prima parte di stagione era quasi un oggetto misterioso: un lungo infortunio, pochissimi minuti in campo, un desaparecido. Poi è esploso, segnando 7 gol uno dietro l’altro e trascinando la squadra nel filotto che dura ancora oggi. Ma gli manca qualcosa: una rete al Bottecchia, davanti alla sua gente. «Domenica può finalmente arrivare il mio momento anche in casa – dice l’attaccante cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta – anche se segnare in casa non deve diventare un assillo. Penso comunque che succederà presto». Filippini sta meglio, ha giocato 20’ contro il Sudtirol ed è pronto a riprendersi il posto nell’attacco neroverde: «Al Druso – ammette – ho fatto un po’ di fatica, ma era normale. Questa settimana mi sono allenato bene e adesso sono pronto. Guardare la squadra dalla tribuna non è mai bello, ma mi fidavo ciecamente delle qualità dei miei compagni». Un rammarico? «La gara contro la Pro Patria avrei potuto saltarla». Poi l’attenzione si sposta sul Lumezzane, che domenica alle 17.30 proverà a giocare il secondo scherzetto stagionale al Pordenone. «Loro fuori casa faticano – analizza il match Filippini – ma con il nuovo tecnico (Filippini anche lui, ndr) hanno cambiato marcia». All’andata maturò un inopinato 2-0 che ancora oggi suona come la sconfitta più strana del Pordenone di Bruno Tedino. «Avremo il dente avvelenato proprio per quello – garantisce il ramarro, che non era in campo -: vogliamo rifarci di quel rovescio. Non meritavamo di perdere, a Lumezzane, e adesso dobbiamo riprenderci tutto». Una volta fatto il suo dovere, il Pordenone potrà pensare alla classifica: «Il Cittadella lo guarderò solo dopo aver battuto il Lumezzane. Poi, tra qualche partita, inizierò a controllarlo davvero». Infine il rinnovo, pronto sul piatto: «Resto al Pordenone – garantisce Filippini -. Il presidente – ride – mi ha chiesto di continuare per altri 3-4 anni».
Ore 18.20 – (Messaggero Veneto) E’ arrivato a fine gennaio per giocare, per dare un contributo. Ma sinora non è mai sceso in campo, a causa di un infortunio. Il Pordenone, e i suoi tifosi, stanno ancora aspettando Stefano Beltrame. Ebbene, l’attaccante, classe ’93, di proprietà della Juventus, ne avrà ancora per due settimane. Se tutto va bene sarà convocato per la sfida del 19 marzo, in programma al Bottecchia con il Padova. In questi giorni si sta allenando ancora a parte, mentre la prossima settimana dovrebbe essere aggregato al gruppo. Comincerà gradualmente e, da lunedì 14, sosterrà lo stesso lavoro dei suoi compagni. Questo, in teoria, il “suo” calendario, che sarà rispettato se non si verificheranno sorprese. L’infortunio, a quanto fa sapere la società, è in via di guarigione. La punta piemontese aveva subìto uno stiramento all’adduttore appena arrivato in città, gli ultimi giorni di gennaio. Aveva alzato i carichi di lavoro rispetto alla Pro Vercelli, dov’era prima del trasferimento a Pordenone, e il fisico ne ha risentito andando in cortocircuito. Da lì in poi tante sedute in palestra e le domande dei tifosi: che fine ha fatto Beltrame? Il popolo neroverde è smanioso di vederlo in campo, considerato che è forse il prospetto più talentuoso di scena al De Marchi negli ultimi anni. Il ragazzo è sereno, s’intrattiene con i fan neroverdi al De Marchi, ma allo stesso tempo è dispiaciuto e non vede l’ora di rientrare: sa che in questa squadra, se sta bene, può dare un contributo importante. Sarà l’arma per il finale, per la volata play-off. Per quello la società intende non bruciare le tappe del rientro e averlo al meglio per l’ultimo mese e mezzo. Quando le partite si faranno ancora più dure e c’è bisogno di un colpo di genio per risolverle.
Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Definirlo bestia nera è troppo. Però evoca brutti ricordi. E quindi fa tenere alta l’attenzione, nonostante sia una squadra che lotta per salvarsi. Occhio Pordenone, domenica arriva il pericolo Lumezzane. Con i bresciani, infatti, i “ramarri” hanno perso il match del ritorno tra i professionisti e pure rimediato il primo ko di questa stagione, dopo 7 risultati utili consecutivi. Per questo si respira grande prudenza dalle parti del De Marchi e tra i tifosi: quelle due sconfitte sono ancora nel ricordo di tutti. L’esordio. Quella dello scorso campionato, per certi versi, è impossibile da cancellare. Dopo 11 anni il Pordenone tornava in serie C e la gara sembrava alla portata. I rossoblù erano partiti per salvarsi, esattamente come il team di Zauli. Che tuttavia, dopo essere partito bene, aveva subìto il gol dell’1-0 e, dopo una ripresa a cercare la rete del pari, ha incassato la rete del raddoppio in contropiede. Finale 2-0, con l’espulsione di Placido a inizio ripresa, quella di Mattielig alla fine e pure quella dello stesso Zauli. Un esordio del genere era stato duro da accettare. La calma di Lovisa fu subito messa a dura prova e il tecnico ex fantasista del Palermo venne esonerato 4 giornate più tardi. Immeritato. Se quella sconfitta, a conti fatti, era giusta, diametralmente opposta è stata quella incassata all’andata dal Pordenone di Tedino. Che, dopo aver disputato un buon primo tempo, e un inizio ripresa tutto all’attacco, ha incassato due gol nel giro di pochi minuti, perdendo anche in questo caso 2-0. Una giornata sfortunata, in cui la squadra aveva raccolto molto meno di quanto meritasse: se i “ramarri” avessero pareggiato, o anche vinto, nessuno avrebbe gridato allo scandalo. La sconfitta è stata a suo modo decisiva: Tedino, da lì in poi, ha impostato una squadra più concreta e così è arrivata – una settimana più tardi – la prestigiosa affermazione col Bassano. La nona sinfonia. Il precedente in casa aiuta: successo (pure qui per 2-0) a gennaio 2015, con reti di Maccan e Maracchi. Soprattutto quello deve tenere a mente il Pordenone, che di fronte al proprio pubblico cerca la nona sinfonia e lo scatto per arrivare almeno con lo stesso vantaggio di 3 punti allo scontro diretto di Bassano, in programma la settimana successiva. Sarà una gara molto importante in chiave play-off: arrivare con un “cuscinetto” di 2 risultati su 3 a disposizione, sarebbe il viatico migliore.
Ore 17.40 – (Messaggero Veneto) Berrettoni o Filippini? Chi dei due al fianco di Strizzolo? Alla fine è solo questo il dubbio che Tedino in vista della formazione da schierare domenica, quando al Bottecchia arriverà al Lumezzane (il via alle 17.30). Ieri si è visto, nell’allenamento che il Pordenone ha sostenuto per la prima volta sul sintetico di Casarsa. Nel lavoro tattico, infatti, il tecnico dei “ramarri” ha prima schierato l’ex Bassano, titolare nelle ultime due – vittoriose uscite –; quindi ha impiegato Filippini, assente (dall’inizio) sia a Cremona sia a Bassano ma comunque capocannoniere della squadra e chiave della grande risalita neroverde. Sono ore di domande, per Tedino, perché non è facile prendere questo tipo di scelta. Che, alla fine, è l’unica. Il resto della formazione è fatta: assente Stefani, squalificato, la coppia difensiva sarà formata per la prima volta da Pasa e Ingegneri, che rientra dopo 20 giorni. Per la prima volta il capitano è fuori, sarà un inedito il duo difensivo. Poi larga fiducia agli altri nove visti a Cremona e a Bolzano. Oggi seduta pomeridiana (al De Marchi): la gara col Lumezzane si avvicina.
Ore 17.10 – Brutte notizie per Petkovic, costretto a restare nuovamente ai box. Queste le dichiarazioni del ds De Poli a riguardo: “L’ecografia ha evidenziato che non è ancora del tutto a posto e quindi dovrà stare fermo. Gli faremo un’altra visita specialistica, ha questa lesione al retto femorale che non è ancora guarita del tutto. Tempi di recupero? Aspettiamo la visita specialistica”.
Ore 17.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.50 – Qui Guizza: cross e tiri in porta finali.
Ore 16.30 – Qui Guizza: provate soluzioni da palla inattiva.
Ore 16.10 – Qui Guizza: possibili ballottaggi Diniz-Dionisi, Mazzocco-Baldassin, Finocchio-Petrilli ed Altinier-Sparacello.
Ore 15.50 – Qui Guizza: prove tecniche di 4-4-2, continui cambi tra difesa e centrocampo.
Ore 15.30 – Qui Guizza: lavoro atletico, assente Petkovic.
Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano.
Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Archiviato l’amaro pareggio con la Pro Vercelli, il Vicenza si appresta ad affrontare domani un lanciatissimo Novara, che viene dalla vittoria ottenuta a Cagliari. Un match difficile, ma che i biancorossi non possono permettersi di perdere, vista la precaria posizione di classifica. «Siamo ancora arrabbiati per il pari di martedì — spiega il centrale Nicolò Brighenti — volevamo vincere a tutti i costi ma non ci siamo riusciti, nonostante una ripresa giocata in una sola metà campo. Non era facile segnare con loro chiusi in undici dietro la linea della palla, ci abbiamo provato dando tutto quello che avevamo e per questo non abbiamo niente da rimproverarci. Siamo consapevoli — continua il capitano del Vicenza — che il momento è delicato, ma lotteremo fino alla fine per restare in serie B, ci crediamo eccome». Un Vicenza che a fine partita è stato pesantemente contestato e Brighenti ci tiene a spiegare la sua posizione. «Non posso dire nulla ai tifosi perché un supporto simile non ce l’ha nessuno in serie B — sottolinea — però per chi va in campo la contestazione è controproducente, perché se remiamo tutti dalla stessa parte possiamo essere più forti. Capisco la delusione della tifoseria biancorossa, ma adesso quello che conta è venire fuori da questa situazione. La mia idea è che non siamo affatto una squadra allo sbando come vuol far credere qualcuno, se giochiamo come sappiamo fino alla fine della stagione ci salveremo». Un Brighenti che, da buon capitano, spende parole positive sul futuro del Vicenza, anche se ora non sono concessi altri passi falsi: una ulteriore sconfitta potrebbe mettere a forte rischio la permanenza di Pasquale Marino sulla panchina biancorossa. Dopo lo scorso campionato, in cui è stato giustamente ritenuto il protagonista della grande cavalcata del Vicenza, Marino ha finora vissuto una stagione tutta in salita, con in estate una permanenza in biancorosso quasi «forzata» dopo che tutto lasciava pensare che per lui ci fosse un futuro a Catania. Rimasto poi a Vicenza, Marino aveva pensato di andarsene dopo la cessione di Cocco nell’ultimo giorno del mercato estivo, finendo per restare alla guida del Vicenza dove adesso una parte della dirigenza starebbe valutando la possibilità di sollevarlo dall’incarico in caso di sconfitta a Novara. Tra dirigenza vecchia e nuova le idee sul da farsi sono abbastanza diverse: prevedere adesso cosa succederà con un eventuale ko in Piemonte non è affatto facile. Anche perché in via Schio il rebus societario non ha finora trovato una soluzione, con Vi.Fin. che dopo aver presentato, tramite lo studio Casa & Associati di Vicenza, la proposta di rateizzazione del debito Iva a quindici anni all’Agenzia delle Entrate, si è chiusa in un silenzio difficilmente interpretabile. Per altro non è da escludere che, se il Vicenza dovesse scivolare in Lega Pro, Vi.Fin. possa non esercitare il diritto di opzione sulla maggioranza delle quote della società, che scadrà il 31 dicembre. Oggi i soci di Vi.Fin. si troveranno per fare il punto della situazione e se ne saprà forse di più, anche se le premesse portano ad un confronto interlocutorio in attesa della risposta dell’Agenzia delle Entrate e di un’indicazione più netta anche sulla situazione di classifica della squadra.
Ore 14.20 – Rosario Bucolo torna a parlare alla Guizza dopo il reintegro in rosa: “La mia versione dei fatti? Non la racconto, sarò breve perché è giusto così, sappiamo noi cos’è successo ed è giusto che certe cose rimangano tra di noi perché siamo persone di calcio e soprattutto siamo delle bravissime persone. Ora c’è solo da lavorare, non da parlare… Ringrazio soprattutto il mister perché ha visto in me la buona fede, e poi la proprietà, i compagni e tutti i tifosi. Ho sofferto? Non lo auguro neanche al mio peggior nemico, è stato lacerante ma adesso voglio solo ripartire e vestire questa maglia con orgoglio ed umiltà. È giusto che se una persona sbaglia poi chieda scusa con umiltà e coraggio. I tifosi? Mi sono arrivati tantissimi attestati di stima, lì ringrazio uno ad uno perché mi hanno fatto sentire tutto il loro affetto e non pensavo di essere riuscito ad entrare nel loro cuore in così poco tempo. Speravo che finisse così, ho pregato molto e fortunatamente tutto si è risolto per il meglio. Io me la gioco da qua alla fine! È stato un periodo difficilissimo, ringrazio mia moglie e tutta la mia famiglia che mi è stata vicina”.
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Fondamentale aver vinto a Levico nonostante una prestazione in chiaroscuro. Ho detto alla squadra che voglio arrivare alla sosta almeno a +3, quindi dopodomani (ore 14.30 al Penzo, ndr) occorrerà un altro sforzo per battere assolutamente anche il Tamai». Giancarlo Favarin è ben lungi dal mollare la presa, proprio ora che il suo Venezia ha ripreso in mano il primato e il proprio destino, grazie ai 2-0 ravvicinati su Campodarsego e Levico. «In casa dei trentini l’approccio non è stato quello di domenica scorsa, abbiamo giocato abbastanza male regalando 35′ – ammette il tecnico arancioneroverde -. Ci siamo incartati da soli, complicandoci la vita nel tentativo di manovrare contro un Levico che si accontentava di star lì. Avessero osato di più avremmo potuto avere dei problemi e questo deve servirci da monito per il Tamai che, peraltro, non si sa bene perché ha potuto riposare saltando il turno infrasettimanale». La svolta è arrivata nella ripresa. «Siamo migliorati subito, è cresciuta l’intensità, abbiamo avuto più iniziativa e coraggio, componenti necessarie per togliere fiato e fiducia ai trentini. Mi aspettavo e può starci un calo dopo aver dato tutto col Campodarsego, però non lo giustifico e dobbiamo continuare a spingere. Sta al Venezia non dare più speranze ai padovani che battendo la Liventina solo su rigore al 92′ hanno confermato di non vivere un momento eccezionale». Un rigore, anzi due (l’ultimo risaliva al 13 dicembre nel 6-0 al Giorgione) sono stati provvidenziali anche per il team di Favarin. «Direi che c’erano entrambi, sul primo Modolo è andato giù in mischia e loro non hanno nemmeno protestato, sul secondo Carbonaro è stato fermato nettamente con la mano e Serafini l’ha calciato molto meglio. Ecco, sia Carbonaro sia Soligo hanno avuto un buon impatto entrando nella ripresa, dando vigore al nostro gioco fino a trovare il 2-0 di Innocenti». Domenica al Penzo col Tamai rientrerà Fabiano che ha scontato la squalifica, da verificare le condizioni di Ferrante (botta alla spalla) e Marcolini che aveva saltato la trasferta per un virus intestinale.
Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Un inizio non da noi. Forse ci eravamo un po’ rilassati dopo la partita con il Campodarsego, avevamo speso molto. Ma poi ci siamo parlati in spogliatoio e abbiamo ritrovato la carica». La forza di un gruppo come il Venezia sta anche nel saper trovare al proprio interno le risorse per reagire a una mezza giornata storta, come quella che si stava profilando mercoledì a Levico. «Le qualità le abbiamo e, quando c’è la determinazione giusta, vengono fuori», conferma Giacomo Innocenti, autore del gol del 2-0 che ha chiuso il match, dopo il rigore di Serafini. Tutto nel secondo tempo, perché nei primi 45 minuti gli arancioneroverdi non avevano certo brillato. Pur avendo comunque fatto la partita. «Qualche occasione l’abbiamo avuta anche nel primo tempo. Ma tutto è cambiato nella ripresa», conferma l’attaccante al suo sesto centro stagionale. Merito della inevitabile «strigliata» di mister Giancarlo Favarin, ma anche del confronto costruttivo tra i giocatori. «La nostra è una squadra che ha qualità ma abbiamo capito che in questo campionato può non bastare. Ci vuole sempre la giusta attenzione da mettere in campo. E per fortuna — aggiunge Innocenti — abbiamo l’esperienza per saperci ritrovare, anche dopo gli errori». Dopo la vittoria di domenica sul Campodarsego, era inevitabile un calo di tensione, nonostante gli «avvertimenti» dati alla vigilia sia da Favarin che dal ds Perinetti. Fondamentale, ora, rimane la continuità nei risultati perché dall’altra parte gli inseguitori, sempre a -3, non mollano la presa. «Non dobbiamo guardare agli altri. Dobbiamo pensare a noi stessi e continuare per la nostra strada. In fin dei conti — sottolinea l’ex Spezia — adesso sono loro che a fine partita devono informarsi del nostro risultato, non noi…». Domenica il confronto a distanza vedrà il Venezia impegnato al Penzo con il Tamai, mentre il Campodarsego sarà in trasferta ad Abano. «Non dobbiamo preoccuparci del Campodarsego. Li abbiamo affrontati e sono una buona squadra. Ma la più forte che ho finora incontrato — dice Innocenti — è quella che affronto ogni giovedì nella partita tra di noi. Siamo noi i più forti. Adesso pensiamo alla partita di domenica, sarà impegnativa perché ogni squadra che affronta il Venezia fa sempre qualcosa in più. Ma noi cercheremo di superare anche questo ostacolo». Ieri la squadra scesa in campo a Levico ha svolto una seduta defaticante, mentre l’altro gruppo ha disputato una partitella contro la juniores. Dal giudice sportivo è arrivata una nuova inibizione per il team manager Alessandro Servi, che mercoledì era stato allontanato dall’arbitro ed è stato inibito fino al 9 marzo: aveva da poco terminato di «scontare» la precedente misura, successiva alla partita di San Martino di Lupari. A Bucarest, invece, il dg Dante Scibilia e l’avvocato Alessandro Vasta hanno partecipato al convegno promosso dallo studio «Tonucci & Partners» su «Gli investimenti nelle infrastrutture sportive». Il presidente Joe Tacopina ha inviato un video messaggio.
Ore 13.10 – (La Nuova Venezia) Distanze invariate, ma con una partita in meno, e con l’obiettivo già puntato sull’insidioso Tamai per il Venezia, mentre nemmeno il Campodarsego (che era sprofondato a -5 fino al 47′ del secondo tempo) potrà distrarsi tanto nel derby padovano di Abano. Poi ci sarà la sosta (13 marzo) in coincidenza con la Viareggio Cup, preludio della sfida contro il Mestre. Due rigori in meno di un quarto d’ora a Levico, dopo che il Venezia ne aveva avuti a favore solo tre nelle precedenti 29 partite (trasformati da Serafini contro la Sacilese a San Donà e a Tamai, da Fabiano contro l’Union Ripa La Fenadora al Penzo che regalò a Favarin la prima vittoria dopo il ritorno in arancioneroverde). Subito in campo. Seduta defatigante per chi ha giocato mercoledì a Levico, il resto della rosa è stata impegnata al Taliercio in una sgambata contro la Juniores di Andrea Turato. Contro il Tamai, Favarin avrà nuovamente a disposizione Gianni Fabiano, che ha scontato a Levico il turno di squalifica, mentre nel gruppo dei diffidati è entrato nuovamente Marco Modolo, al nono cartellino giallo della stagione in Valsugana. Il Campodarsego dovrà invece fare a meno per due giornate del difensore Tommaso Bortot, espulso con la Liventina. C’è poi l’interrogativo legato a ferrante. Il difensore è uscito dal campo con la spalla sinistra dolorante, ieri è stato sottoposto a radiografia a Monastier. Stagione complicata per l’esterno difensivo, bersagliato dagli infortuni soprattutto nel girone di ritorno. Difficile vederlo in campo domenica, oltrettutto in un ruolo in cui c’è un Luciani in ottime condizioni. Da valutare anche le condizioni di Matteo Marcolini, altro giocatore bersagliato dai contrattempi, che è stato costretto a saltare la trasferta in Valsugana a causa di un virus intestinale. Convegno a Bucarest. Ieri pomeriggio il direttore generale Dante Scibilia e il consigliere di amministrazione Alessandro Vasta hanno partecipato a Bucarest (Romania) al convegno “Gli investimenti nelle strutture sportive: soluzioni e prospettive”, organizzato dallo Studio Tonetti&Parteners, di cui Vasta fa parte. Non ha potuto prendervi parte il presidente Joe Tacopina, rientrato lunedì mattina a New York, che comunque ha fatto pervenire un proprio intervento, tramite un video fatto vedere ai relatori e ai pubblico intervenuto. All’incontro era stato invitato anche Diego Brasioli, l’ambasciatore italiano in Romania. Servi. Ancora un’espulsione a Levico Terme, la terza della stagione dopo Tamai e San Martino di Lupari, per il team manager Alessandro Servi, mandato negli spogliatoi dall’arbitro Ceccon per proteste dopo l’annullamento del gol di Modolo per fuorigioco (dalle immagini sembra irregolare la posizione di Acquadro appostato sul palo al momento del colpo di testa di Maccan). Alessandro Servi è stato inibito dal giudice sportivo fino al 9 marzo per cui domenica andrà in panchina Edoardo Rivola.
Ore 12.40 – (Gazzettino) Torna al successo il Campodarsego, l’Abano impatta sul campo del Calvi Noale. Questo il responso del turno infrasettimanale di serie D andato in scena mercoledì per le due padovane che domenica saranno avversarie nel derby in programma a Monteortone. Reduce da due stop di fila, incluso quello nello scontro diretto con il Venezia che è costato il primato in classifica, il Campodarsego supera 1-0 a domicilio la Liventina grazie a un penalty in pieno recupero (fallo su Aliù) realizzato da Cacurio. Tre punti che consentono a Bedin e compagni di restare in scia al Venezia, vittorioso 2-0 con il Levico grazie ad altrettanti rigori. «Una vittoria meritata – sottolinea Antonio Andreucci – ma anche sofferta perché nella partita con il Venezia avevamo sprecato molte energie e mercoledì avevamo davanti una squadra che ha badato a difendersi. È stato un risultato importante, i ragazzi hanno tirato fuori carattere e voglia di raggiungere insieme l’obiettivo. E poi sono contento di non avere preso gol dopo un periodo nel quale ne abbiamo incassato qualcuno di troppo». Non è mancato un battibecco tra Andreucci e Radrezza, con quest’ultimo che non ha preso bene la sostituzione (al suo posto Zecchin). «Apprezzo che un giocatore voglia rimanere in campo per continuare a dare il suo contributo, ma sono molto sensibile al fatto che ci sia sempre grande rispetto anche nei confronti di chi non gioca». Il Venezia resta tre lunghezze avanti in classifica. «È un confronto che ci siamo regalati grazie al nostro spirito e alla nostra volontà. Se commetteranno qualche passo falso, speriamo di essere vicini». Intanto il giudice sportivo ha emesso i suoi provvedimenti e Tommaso Bortot ha preso due giornate di squalifica. L’Abano pareggia 1-1 con il Calvi Noale. Al vantaggio veneziano di Meite, è De Cesare a rispondere nella ripresa. Un risultato che consente di dare continuità al girone di ritorno super degli aponensi che viaggiano alla media di due punti a partita. «Quando non vinciamo, non sono mai soddisfatto – afferma Karel Zeman – Però abbiamo giocato una partita di alto livello e alla fine avevamo molta più benzina nelle gambe degli avversari. Abbiamo avuto occasioni importanti e potevamo fare meglio. Spero che la squadra continui a giocare con il coltello tra i denti, pretendo il massimo fino alla fine del campionato».
Ore 12.10 – (Gazzettino) Archiviato il primo round della semifinale di Coppa Italia, tutte le attenzioni in casa Cittadella sono rivolte all’appuntamento in campionato con l’Albinoleffe in programma domani alle 17.30 al Tombolato. Obiettivo dei granata è inanellare l’ottava vittoria consecutiva , con la consapevolezza però che ci sarà da sudare anche alla luce del passo falso all’andata con i bergamasch. E le parole del direttore generale Stefano Marchetti sono eloquenti. «Non ci sono partite facili quando affronti squadre che hanno l’acqua alla gola e che devono fare punti, l’abbiamo visto anche con la Giana Erminio. Sappiamo che con l’Albinoleffe sarà difficile e ci stiamo preparando con grande serenità e determinazione, consapevoli che ogni gara è come una finale con tre punti che possono essere determinanti». Granata con sette lunghezze sul Pordenone. «Non dobbiamo gestire il vantaggio, dobbiamo giocare per fare più punti possibile ed è con questo spirito che bisogna affrontare i prossimi impegni. In questo momento guardo relativamente la classifica, anche se è senz’altro meglio stare davanti e non dietro: in vetta stiamo benissimo e non abbiamo pressioni, fermo restando che tutte le partite ancora da giocare sono dure». Marchetti ha parole al miele per la squadra imbottita di giovani che ha pareggiato con la Spal. «Sono molto contento, abbiamo dimostrato che alle spalle c’è anche un futuro che sta crescendo e che fa ben sperare. Non era facile pareggiare con la Spal che ha schierato una squadra importante, ma i ragazzi si sono contrapposti bene dando il massimo e meritano i complimenti». Un flash sulla prova in Coppa anche di Roberto Venturato. «Una prestazione molto positiva, sono soddisfatto. Il passaggio del turno? Resta cinquanta e cinquanta, anche se è un pareggio importante avendo segnato un gol fuori casa». Nel mirino c’è già l’Albinoleffe. «Siamo molto concentrati su questa partita, ci vorrà una forte motivazione sapendo che gli avversari se la giocheranno con grande determinazione. In palio ci sono punti pesantissimi sia per noi e sia per loro». Per Andrea Pierobon il ritorno al «Paolo Mazza» di Ferrara è stato all’insegna dell’amarcord: otto anni alla Spal (1997-2005) che il pubblico estense non ha dimenticato riservandogli un fragoroso applauso. «Sono passati undici anni e mi fa molto piacere che la gente mi abbia acclamato, vuole dire che ho lasciato un buon ricordo sul piano calcistico e umano. È la prima volta che torno a Ferrara da avversario, anche se mi sarebbe piaciuto tornare da giocatore». Ora il suo compito è fare crescere al meglio Alfonso e Vaccarecci. «Per me non ci sono titolari o riserve, sono entrambi portieri di buon livello e i risultati si stanno vedendo. Però bisogna restare con i piedi per terra dato che ci aspettano dieci finali per cercare di tornare in serie B. La retrocessione dell’anno scorso non mi è andata giù, anche perché non mi era mai capitato prima in carriera. Ho un piccolo debito da saldare e siamo sulla strada giusta. Abbiamo un pò di vantaggio in classifica, ma è vietato mollare anche di un solo millimetro».
Ore 11.50 – (Gazzettino) È finita 1-1 la semifinale di andata della Coppa Italia di Lega Pro mercoledì al “Mazza” di Ferrara, risultato che consente al Cittadella di guardare con ottimismo alla sfida di ritorno mercoledì al Tombolato. A siglare il pareggio al 43′ della ripresa è stato Cappelletti che ha depositato la sfera nella porta sguarnita, gol contestato dalla Spal per una presunta carica ai danni del portiere sugli sviluppi di un fallo laterale di Salvi.
Nel primo tempo Cappelletti si è reso invece protagonista in negativo provocando il rigore per una trattenuta su Zigoni, che dal dischetto ha portato momentaneamente in vantaggio gli estensi. Non sono mancate altre emozioni: un’opportunità per Coralli, un paio di conclusioni di Bizzotto, un salvataggio sulla linea di porta dell’ex granata Gasparetto sul tiro di Maniero e un quasi autogol di Spighi, ma anche due traverse (Beghetto e Spighi) e altrettante occasioni di Posocco per i locali. CITTADELLA (4-3-1-2): Vaccarecci; Zonta (st 10′ Salvi), Cappelletti, Varnier, Donazzan (st 1′ Benedetti); Maniero, Xamin, Minesso; Bizzotto; Bonazzoli (st 23′ Fasolo), Coralli. All. Venturato.
Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Sette anni non si dimenticano. Per Alessandro Salvi quella di domani contro l’Albinoleffe (alle 17.30 al Tombolato) non sarà una partita qualsiasi. Lui, che adesso vive a Tombolo, assieme alla compagna Martina e al piccolo Daniele, a Bergamo ha trascorso una fetta importante della sua vita di uomo e calciatore. «No, non può essere una gara uguale alle altre, dopo due stagioni trascorse nella Primavera bluceleste e altre cinque in prima squadra», afferma il 27enne terzino del Cittadella. «La scorsa estate, però, dopo un campionato travagliato, la squadra è stata rivoluzionata. Sono rimasti in pochissimi e l’unico con cui ogni tanto mi sento è l’attaccante Pesenti, tornato alla base dopo il prestito alla Reggiana». Anche se l’effetto nostalgia è mitigato dai cambiamenti, resta la rabbia per il ko dell’andata, il primo della vostra stagione. «Per me è stata una doppia sconfitta, perché tenevo particolarmente a quell’incontro. In molti hanno detto che abbiamo sottovalutato l’avversario, ma non sono d’accordo. Il gol subìto a freddo e il 2-0 quando stavamo cercando di rimontare ci hanno tagliato le gambe. Resta un incidente di percorso. Rispetto ad allora, però, abbiamo una maggiore consapevolezza nei nostri mezzi e più sicurezza». La doppietta di Danti, allora, vi costò pure la vetta della classifica, un’eventualità che, se non altro, ora non si potrà riverificare, viste le sette lunghezze di vantaggio sul Pordenone. Appartiene anche lei al partito di chi continua a ripetere che tutto può ancora succedere? «Lo ripetiamo perché è realmente così. I sette punti di margine sembrano tanti, ma col Pordenone che viaggia a questi ritmi non lo sono. Diciamo che se vinceremo le prossime due o tre partite allora forse cambieremo prospettiva». Lei è stato fra i protagonisti della semifinale d’andata di Coppa Italia, pareggiata mercoledì 1-1 in casa della Spal. Venturato sta usando il trofeo per mettere in mostra i suoi giovani e dare spazio a chi abitualmente gioca meno, tuttavia è un dato di fatto che a Ferrara la gara sia cambiata nella ripresa, quando il tecnico granata l’ha mandata in campo assieme a Benedetti. «È una vetrina importante e credo che la stiamo interpretando nel modo giusto. A me, comunque, il Citta non era dispiaciuto neanche nel primo tempo: tenete conto che stavamo affrontando la capolista del girone B. Il nostro cammino in coppa sta dimostrando quanto è valida e completa la nostra rosa». In occasione del derby col Padova l’abbiamo vista reinventarsi difensore centrale. Un ripiego o una soluzione replicabile? «Ho giocato in quella posizione per la prima volta nella mia carriera, perché gli infortuni di Pascali e De Leidi e l’espulsione di Cappelletti lo imponevano. Però già da qualche tempo Venturato mi aveva provato in quel ruolo in allenamento: bene o male i movimenti li conosco e, non avendo più 18 anni, so adattarmi. Ieri allenamento sul sintetico per Iori & C. Buona la risposta di Donazzan, che a Ferrara è tornato in campo dopo oltre tre mesi di stop: il terzino sinistro ha lavorato in gruppo. Vicino al rientro anche Paolucci.
Ore 11.10 – (Corriere del Veneto) La Coppa Italia va (temporaneamente) in archivio in mezzo alle immancabili polemiche arbitrali con le proteste della Spal per il gol di Cappelletti, ritenuto irregolare. Ma ci sono anche belle scene da ricordare, come la straordinaria accoglienza riservata dai tifosi ferraresi all’ex di turno Andrea Pierobon. Tappeti rossi, applausi e un boato al momento del suo ingresso in campo per effettuare il riscaldamento dei due portieri. Pierobon è rimasto di stucco, anche se sapeva bene di aver lasciato un buon ricordo: «Era la prima volta che tornavo a Ferrara da avversario dopo il mio addio alla Spal. Mi sarebbe piaciuto tornarci da giocatore ma ho smesso sette mesi fa ed ora ho intrapreso questa nuova carriera da preparatore, con la speranza di fare bene come nella mia precedente esperienza sul campo. L’applauso del pubblico mi ha sorpreso per l’intensità, ma sapevo che da queste parti mi vogliono bene. Fa molto piacere aver lasciato un buon ricordo, non solo dal punto di vista calcistico ma anche umano». E su questo nessun dubbio, perché Pierobon è stimato ovunque sia stato. «Auguro alla Spal di essere promossa — sorride — e spero che ci si possa ritrovare in serie B. Spero che anche il Cittadella possa farcela, magari il prossimo anno ci sfideremo in una categoria superiore. È stato bello vedere quanto entusiasmo ci sia di nuovo a Ferrara dopo anni difficili. Mi sono tornati in mente gli anni in cui sono stato qui, in cui abbiamo fatto grandi cose. Quando cantava, la curva era da brividi e credo che oggi sia ancora così». Adesso si torna a pensare al campionato. Oggi è in programma la rifinitura pre-Albinoleffe. Si giocherà alle 17.30 al Tombolato, certo il rientro di Pascali in pianta stabile tra i titolari accanto a Scaglia. Un recupero pieno ed importante per Venturato in attesa del rientro ormai imminente di Paolucci, ristabilito dal grave infortunio subito a inizio anno.
Ore 10.40 – (Gazzettino) In generale i biancoscudati sembrano avere i maggiori margini proprio in fase realizzativa: «Noi esterni diamo molto fisicamente in fase difensiva e non sempre possiamo essere determinanti davanti, ma non mi attacco a queste cose, anche perché i risultati stanno arrivando e va bene lavorare sulla compattezza. Non vedo grandi lacune, ci siamo misurati con squadre di vertice, creando occasioni e segnando due gol al Feralpi». Crede ancora ai play off? «Ci credevo pure quando eravamo a otto punti, ma le squadre sopra sono tante e quindi non dobbiamo solo vincere noi. Raggiungiamo la salvezza e poi avremo la mente libera e un atteggiamento più sbarazzino». Traguardo virtualmente raggiungibile già a Mantova: «Sarebbe meglio fare bottino pieno per staccare le squadre alle nostre spalle e dire che ci siamo a chi ci precede». Assente il solo Corti, indisponibile con i lombardi, ieri si sono regolarmente allenati Favalli, Cunico, ormai vicino al rientro, e Petkovic.
Ore 10.30 – (Gazzettino) C’è sempre una luce in fondo al tunnel, insomma, e così Petrilli spera di cancellare prima possibile a modo suo la delusione per quel rigore parato. «Ancora oggi – conferma – faccio fatica a buttarla giù, anche perché qualcuno si è divertito a gettare fango su di me; credo invece di avere fatto una buona gara e ho sempre dato tanto». Il penalty? «Rivedendolo, è stato bravo il portiere perché avevo calciato forte e tenuto bassa la palla. Sulla sua respinta, poi, ho colpito a botta sicura e l’ho preso in faccia». Poco prima i compagni gli avevano dato il via libera per batterlo: «Con Neto Pereira ci scherzavo su tempo fa, chiedendogli di lasciarmelo per aumentare il mio bottino. In quel momento gli ho fatto un cenno e lui mi ha dato l’ok, come Altinier. Hanno fatto un grande gesto ormai raro nel calcio». L’ultimo exploit a Piacenza il 23 gennaio quando a tempo scaduto, su assist di Cunico, ha permesso al Padova di pareggiare: «Il gol mi manca e regala carica e forza per affrontare diversamente la settimana. Vuol dire che segnerò su azione, ma come viene, viene».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Rosario Bucolo è stato reinserito nella lista dei 24 presentata in Lega e dunque torna a piena disposizione di Pillon, con cui poco più di un mese fa aveva avuto un alterco. Decisivo sul suo reintegro, oltre al comportamento tenuto nel frattempo dal giocatore, il via libera dello stesso tecnico e l’avvallo della società. Un’arma in più, dunque, in vista della partita di domenica a Mantova, sfida rimasta nel cuore a Nicola Petrilli, autore all’andata della sua prima doppietta da professionista, ma reduce da un errore dal dischetto sabato scorso con il Renate. «E pensare – racconta – che quella domenica si preannunciava triste dato che ero partito dalla panchina, ma poi la voglia di dimostrare che in campo ci potevo stare ha superato ogni cosa e ne è uscita una delle giornate più belle della mia carriera». E pure il suo primo gol – tiro da posizione decentrata dopo avere saltato tre giocatori e il portiere – è al numero uno della sua personale classifica: «Reti del genere capitano una volta nella vita».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) E anche se la presa di posizione di allora, sia della società che dell’allenatore, era stata netta, ogni decisione può essere rivista, l’importante è che non ci sia la malafede. Il ragazzo ha combinato un “casino”, Pillon si era giustamente indignato, ma ora è acqua passata». Un ultimo aspetto, non di minore importanza, è quello legato agli ultimi avvenimenti: se Corti non fosse stato costretto ad un mese di stop da un fastidioso infortunio al ginocchio, Bucolo sarebbe comunque rientrato in rosa? «Sì”, taglia corto De Poli, «L’infortunio di Corti non ha inciso nella decisione, perché quella del tecnico e della società è stata una valutazione su una questione di valori, di rispetto e di rapporto tra tecnico e giocatori, non certo su aspetti tecnici della squadra. A Bucolo viene data un’altra chance: senza le sue scuse e l’atteggiamento tenuto nelle ultime settimane, non sarebbe rientrato nemmeno se fossimo stati in emergenza totale». COSA CAMBIA. Bucolo sarà a disposizione già dalla trasferta di domenica, a Mantova, se entro le 15 di domani la società comunicherà alla Lega Pro la sua decisione di inserirlo nella lista dei 24 per il campionato: da ora in avanti, perciò, nessuno più potrà uscirne o essere inserito, visto che è stato raggiunto il limite massimo di giocatori. E una delle vicende più controverse e spinose della stagione, così, sarà finalmente archiviata.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Pillon, già alla vigilia della gara di sabato scorso con il Renate, era stato decisamente possibilista: «Si sta comportando bene», aveva detto, «E con la società valuteremo se reinserirlo». Ieri, dopo la comunicazione della decisione di riammetterlo a tutti gli effetti tra i giocatori a disposizione, Bucolo è stato invitato dalla stessa società a non rilasciare dichiarazioni: lo farà probabilmente oggi, tornando davanti ai microfoni dopo oltre un mese di silenzio per raccontare la sua verità. E nemmeno mister Pillon non ha detto la sua, sulle motivazioni che abbiano portato ad un dietrofront che un mese fa pareva inimmaginabile, vista la dura presa di posizione sua e dei dirigenti nei confronti del giocatore. LA DECISIONE. «Mister Pillon ha deciso di dare una ulteriore chance al ragazzo, e la società ha appoggiato ciò che l’allenatore ha ritenuto giusto fare», la spiegazione del direttore sportivo, Fabrizio De Poli. «Questo è un atto di fiducia del tecnico nei confronti del ragazzo: quello che è avvenuto a fine gennaio è stato un brutto episodio, la decisione della società era stata doverosa. Nell’ultimo mese, però, Bucolo si è allenato bene, sicuramente soffrendo perché star fuori non è bello per nessuno.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Trentacinque giorni da separato in casa, più di un mese ai margini senza poter prendere parte alle sedute di tattica, alle rifiniture pre-gara e, soprattutto, alle partite ufficiali. Ieri, la svolta: Rosario Bucolo torna a tutti gli effetti ad essere un calciatore biancoscudato. Il comunicato ufficiale, firmato direttamente dal presidente Giuseppe Bergamin, è giunto poco prima dell’inizio dell’allenamento del pomeriggio: «La società Calcio Padova prende atto ed avalla la decisione del mister Giuseppe Pillon di reinserire il giocatore Rosario Bucolo nella rosa della prima squadra»,la nota giunta da viale Rocco. «Il giocatore sarà integrato come ventiquattresimo nella lista e a disposizione a tutti gli effetti per il rimanente del campionato in corso». I FATTI. Tutta la vicenda era nata lo scorso 28 gennaio, quando nel corso di un allenamento tra Bucolo e Pillon erano volate parole grosse, fino alla “cacciata” dal campo del giocatore. Da lì le mancate convocazioni e la decisione, il 2 febbraio, di lasciarlo fuori dalla lista dei 24 consegnata in Lega Pro. Il reintegro del centrocampista catanese, dopo un mese da “epurato”, era nell’aria ormai da qualche giorno.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La marcia di avvicinamento alla trasferta di Mantova sta entrando nel vivo. E il Padova è pronto a sbarcare al “Martelli”, impianto nel quale l’ultima vittoria biancoscudata risale ormai a 15 anni fa. Era il 12 maggio del 2001, ultima giornata di un campionato di C/2 che il Padova aveva già aritmeticamente vinto: i biancoscudati di Varrella vinsero 3-2 in casa dei virgiliani grazie alle reti di Pietranera (doppietta) e Baglieri, nonostante il “rosso” rimediato da Marcuz dopo soli 6′, e poi riequilibrato dall’espulsione di un certo… Carmine Parlato, che allora vestiva la maglia del Mantova, al 55′. Quel giorno un giovanissimo Altinier era in panchina con i lombardi, mentre domenica prossima dovrebbe essere regolarmente in campo: nell’allenamento di ieri Pillon ha mischiato le carte sia in difesa che a centrocampo, ma almeno in avanti dovrebbe avere le idee chiare e confermare il tandem Altinier-Neto Pereira. Per sostituire l’infortunato Corti, al momento Baldassin sembra e in vantaggio su Mazzocco: oggi ulteriori prove tattiche nella seduta delle 15, domani alle 10 l’ultima rifinitura alla Guizza.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Bergamin esclude che la decisione arrivata ieri sia consequenziale a quanto accaduto a Daniele Corti, che dovrà rimanere fuori almeno un mese e mezzo per un infortunio al ginocchio piuttosto serio. Insomma, una situazione che vede il reintegro in rosa di Bucollo come una sorta di toccasana per rafforzare la mediana biancoscudata. «La situazione era già cambiata da qualche giorno — ammette il numero uno biancoscudato — quindi non credo che ci sia stato un legame con quanto accaduto a Bucolo. Piuttosto è stato il buon comportamento del ragazzo a farlo rientrare nei ranghi. Adesso pensiamo al campo e a vincere a Mantova, questa vicenda è chiusa». Una vicenda chiusa, quindi, nella maniera più positiva per il centrocampista biancoscudato, che ora potrà dare il suo contributo alla causa nella rincorsa ai playoff. Nessun commento ufficiale da parte di Pillon e di Bucolo, come ha fatto sapere la società, mentre il ds Fabrizio De Poli si è così espresso a Tuttomercatoweb: «Il mister ha ritenuto di dare un’altra chance al ragazzo — chiarisce — e la società ha avallato questa sua scelta. Tutto dimenticato, è una chance in più che abbiamo deciso di concedere al ragazzo. A giugno? Ci sono tre mesi, Bucolo dovrà meritarsi l’eventuale conferma: niente è precluso».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) C’è voluto più di un mese, oltre a una decisa presa di posizione del tecnico biancoscudato Giuseppe Pillon, che ha chiesto alla società di avallare la sua scelta. Da ieri Rosario Bucolo è nuovamente a disposizione dell’allenatore trevigiano e non è neppure da escludere che possa essere impiegato dal primo minuto già domenica contro il Mantova. Considerata l’assenza di Corti per infortunio e il fatto che lo stesso Pillon ha impiegato Baldassin e Mazzocco quasi sempre sull’esterno e non nel ruolo di centrocampisti centrali, l’ipotesi di un rilancio del centrocampista catanese non è da escludere. «La situazione era nata da un comportamento del ragazzo ritenuto non appropriato — sottolinea il presidente Giuseppe Bergamin — e da parte nostra abbiamo ascoltato le esigenze dell’allenatore, che ha chiesto di riaverlo a disposizione. Una volta preso atto della sua presa di posizione, abbiamo ritenuto di supportarlo dando l’ok a questa svolta positiva. Pillon aveva già espresso giudizi positivi su Bucolo, che in queste settimane si è allenato senza mai andare sopra le righe. Insomma, ha dimostrato di aver capito e per questo da oggi torna a disposizione».
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 53, Pordenone 46, Bassano 43, FeralpiSalò 41, Alessandria 40, Pavia 39, Reggiana 37, Padova 35, Cremonese e SudTirol 34, Cuneo 28, Giana Erminio 27, Lumezzane 26, Pro Piacenza e Renate 25, Mantova 22, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventiquattresima giornata: Cuneo-Pro Patria 2-1 (Chinellato (Cn) al 24′ pt e al 22′ st, Montini (Pp) al 30′ st), Padova-Renate 1-0 (Altinier (Pd) al 46′ pt), Alessandria-Bassano 1-2 (Stevanin (Ba) al 8′ pt, Mezavilla (Al) al 11′ pt, Candido (Ba) al 37′ st), Pro Piacenza-Pavia 1-2 (Ferretti (Pv) al 31′ pt, Orlando (Pp) al 42′ pt, Cesarini (Pv) al 36′ st), Reggiana-FeralpiSalò 3-0 (Spanò (Re) al 14′ pt e al 21′ pt, Siega (Re) al 23′ pt). SudTirol-Pordenone 1-3 (Strizzolo (Pn) al 32′ pt, Cattaneo (Pn) al 45′ pt, Strizzolo (Pn) al 13′ st, Spagnolli (St) al 33′ st), Giana Erminio-Cittadella 0-1 (Schenetti (Ci) al 32′ st), Lumezzane-Mantova 3-2 (Rapisarda (Lu) al 5′ pt, Sarao (Lu) al 14′ st, Gonzi (Mn) al 22′ st, Marchi (Mn) al 36′ st, Varas (Lu) al 43′ st), AlbinoLeffe-Cremonese 0-1 (Sansovini (Cr) al 6′ st).
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