Sette anni non si dimenticano. Per Alessandro Salvi quella di domani contro l’Albinoleffe (alle 17.30 al Tombolato) non sarà una partita qualsiasi. Lui, che adesso vive a Tombolo, assieme alla compagna Martina e al piccolo Daniele, a Bergamo ha trascorso una fetta importante della sua vita di uomo e calciatore. «No, non può essere una gara uguale alle altre, dopo due stagioni trascorse nella Primavera bluceleste e altre cinque in prima squadra», afferma il 27enne terzino del Cittadella. «La scorsa estate, però, dopo un campionato travagliato, la squadra è stata rivoluzionata. Sono rimasti in pochissimi e l’unico con cui ogni tanto mi sento è l’attaccante Pesenti, tornato alla base dopo il prestito alla Reggiana». Anche se l’effetto nostalgia è mitigato dai cambiamenti, resta la rabbia per il ko dell’andata, il primo della vostra stagione. «Per me è stata una doppia sconfitta, perché tenevo particolarmente a quell’incontro. In molti hanno detto che abbiamo sottovalutato l’avversario, ma non sono d’accordo. Il gol subìto a freddo e il 2-0 quando stavamo cercando di rimontare ci hanno tagliato le gambe. Resta un incidente di percorso. Rispetto ad allora, però, abbiamo una maggiore consapevolezza nei nostri mezzi e più sicurezza». La doppietta di Danti, allora, vi costò pure la vetta della classifica, un’eventualità che, se non altro, ora non si potrà riverificare, viste le sette lunghezze di vantaggio sul Pordenone. Appartiene anche lei al partito di chi continua a ripetere che tutto può ancora succedere? «Lo ripetiamo perché è realmente così. I sette punti di margine sembrano tanti, ma col Pordenone che viaggia a questi ritmi non lo sono. Diciamo che se vinceremo le prossime due o tre partite allora forse cambieremo prospettiva». Lei è stato fra i protagonisti della semifinale d’andata di Coppa Italia, pareggiata mercoledì 1-1 in casa della Spal. Venturato sta usando il trofeo per mettere in mostra i suoi giovani e dare spazio a chi abitualmente gioca meno, tuttavia è un dato di fatto che a Ferrara la gara sia cambiata nella ripresa, quando il tecnico granata l’ha mandata in campo assieme a Benedetti. «È una vetrina importante e credo che la stiamo interpretando nel modo giusto. A me, comunque, il Citta non era dispiaciuto neanche nel primo tempo: tenete conto che stavamo affrontando la capolista del girone B. Il nostro cammino in coppa sta dimostrando quanto è valida e completa la nostra rosa». In occasione del derby col Padova l’abbiamo vista reinventarsi difensore centrale. Un ripiego o una soluzione replicabile? «Ho giocato in quella posizione per la prima volta nella mia carriera, perché gli infortuni di Pascali e De Leidi e l’espulsione di Cappelletti lo imponevano. Però già da qualche tempo Venturato mi aveva provato in quel ruolo in allenamento: bene o male i movimenti li conosco e, non avendo più 18 anni, so adattarmi”.
(Fonte: Mattino di Padova, Diego Zilio)