Fisico possente, gamba svelta, buone capacità con i piedi. È sbarcato alla Guizza, con 24 ore di anticipo sulla tabella originariamente prospettata, il misterioso attaccante in prova con i biancoscudati. Si tratta del britannico (ma di origini nigeriane) Fisayo Adarabioyo, punta centrale, che un mese fa ha compiuto 21 anni. Per la prima volta, ieri pomeriggio, si è allenato con la squadra di Pillon sotto gli occhi attenti del direttore sportivo Fabrizio De Poli: i prossimi tre o quattro giorni di “test” potrebbero convincere il Padova a puntare su di lui, perlomeno per la prossima stagione. «Starà qui con noi qualche giorno», ha spiegato il ds. «È un giocatore che ci è stato segnalato e consigliato: ce l’hanno descritto come un buon attaccante, e quindi ho deciso di vederlo all’opera con i miei occhi. Comunque è di passaggio: se riterremo interessante il suo profilo, ci potremmo pensare per la prossima stagione. Se anche ci convincerà in pieno, non credo che lo tessereremo sin da subito, perché non penso che ora ce ne sia bisogno. Ma prima che vada da altre parti, meglio vederlo all’opera».
Calciatore dalla prestanza fisica notevole, e capace anche di giocare come punta esterna oltre che da centrale, Adarabioyo è nato a Londra, ma è cresciuto calcisticamente nel Manchester City: dopo aver spiccato il volo con le giovanili azzurre, è stato prelevato dal Birmingham, che a 17 anni gli ha fatto sottoscrivere il suo primo contratto da professionista, quindi ha viaggiato tra Crystal Palace e Macclesfield, nei campionati minori inglesi. Con quest’ultima negli ultimi mesi ha collezionato solo tre presenze. «Aveva la possibilità di andare in un paio di squadre, ma non ha trovato l’accordo con le società ed è rimasto fermo. Ma fisicamente sta bene». Suo fratello Tosin, di due anni più giovane, è invece un difensore centrale e per ora ha avuto più fortuna: è uno dei punti fermi della seconda squadra del City, e ha già esordito con i “grandi” in FA Cup. Nei prossimi giorni Fisayo avrà modo di farsi notare dallo staff tecnico e dalla dirigenza del Padova: se son rose, l’estate prossima fioriranno.
(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)