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Ore 22.30 – (Il Piccolo) A volte i sogni si realizzano. Domenica, ad esempio, Christian Fantina ha realizzato il suo, indossando quella maglia della Triestina che sognava fin da ragazzino. Dopo gli allenamenti nel 2006 nell’era Tonellotto. forse ormai a 37 anni quel sogno era stato riposto nel cassetto. Fantina infatti aveva abbracciato il calcio a 7, mentre ora si apprestava a disputare il campionato carnico. Ma i sogni si avverano quando meno te lo aspetti. E quando lo fanno, regalano perfino qualcosa in più di quello che ci si aspettava. Quel dolce pallonetto che ha dato il via al raddoppio della Triestina sul Belluno, è lì a dimostrarlo. «Un esordio così non lo avevo certo previsto – confessa Fantina – onestamente io ero già contento di venir fuori dal tunnel e mettermi in panchina con la maglia della Triestina. Per me, a quel punto, il sogno si era già avverato». Poi, però, arriva il momento di entrare. E Fantina la maglia della Triestina ce l’ha davvero (sotto, come sempre, quella dell’indimenticato Gianluca Fiori). Manca poco, il risultato è in bilico e l’adrenalina a mille: «Durante il riscaldamento ero nervoso, mi tremavano addirittura le gambe – ammette – ma una volta in campo mi sono rilassato e ho trovato quel guizzo. Metterei la firma per giocare ogni volta cinque minuti in questo modo. Peccato per il palo? Se andava dentro non so cosa poteva succedere, magari dopo aver scavalcato la rete, andavo in curva e non tornavo più in campo. A parte gli scherzi, peccato, ma va benissimo così. E che vittoria: i miei compagni hanno lottato alla grande e dominato contro la quarta in classifica». In realtà, il giorno dopo Fantina quasi non ci crede ancora che sia tutto accaduto davvero. «Negli anni avevo sognato tutto, compreso salire sulla rete della curva. E ancora adesso non me rendo conto: è capitato tutto in fretta. Per me è stato il momento più bello dopo la nascita delle figlie. Ho pianto poche volte in vita mia: quando sono nate loro, quando è morta mia nonna, per la retrocessione del Muggia e poi domenica scorsa. Ne approfitto per ringraziare, senza far nomi, chi sul lavoro mi sta dando una grossa mano per potermi allenare». A dire il vero, Fantina si era già messo in mostra prima di entrare in campo: era stato infatti il più attivo a incitare i compagni. «Mi hanno accolto tutti alla grande – spiega – non so perché, forse perché sono avanti con gli anni, per il carisma o chissà che. Domenica pareva che avessi fatto gol io. Se sono subito entrato nel gruppo, è solo grazie ai miei compagni che mi hanno fatto sentire come a casa. Anche in spogliatoio mi sono stati vicino, io non capivo più niente, ero emozionato. Fuori una signora mi ha fatto fare una foto con i suoi nipoti, una cosa strana. Ma io resto el mulon della curva, sia chiaro. Cosa mi è mancato per sfondare nel calcio che conta? La testa… Troppo in giro con gli amici. Ma rifarei tutto da capo». Chissà, magari entrando in condizione Christian potrebbe ambire anche a giocare di più: «Può essere – dice – ma io sono venuto qui in punta di piedi ed è giusto così. Se ci sarà più spazio ben venga, altrimenti nessun tipo di problema».
Ore 22.10 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno è quarto, lotta per il terzo anno consecutivo per i play off, e qualcuno ha trovato un motivo per contestare la squadra gialloblù. A fine partita con la Triestina un tifoso del Belluno, forse due, hanno fatto sentire il proprio disappunto, con alcune esclamazioni non proprio leggere, per una prestazione opaca della squadra, che però non giustifica uno sfogo simile. «Non me lo spiego – commenta il vicepresidente Livio Gallio – sono tre anni che stiamo facendo benissimo. L’impegno dei giocatori e di tutto lo staff non deve essere messo in discussione. Personalmente quello che ho sentito mi scivola addosso, sono convinto che chi paga il biglietto abbia il diritto di dire come la pensa, senza però offendere. Trovo queste manifestazioni ridicole». Partita da dimenticare. Il Belluno visto al Nereo Rocco contro la Triestina non è stato quello che ci si aspettava, anzi. Questa sconfitta molto probabilmente infrange i sogni di un possibile terzo posto, perchè è dura recuperare otto punti all’Este in dieci partite, ma l’obiettivo play off e quarto posto rimane in mano a Corbanese e compagni. «Domenica si è visto un brutto Belluno e una bella Triestina – conclude Gallio – è la prima partita sbagliata che vedo quest’anno in un campionato giocato ad alti livelli. Può succedere. «Il nostro obiettivo sono i playoff e faremo di tutto per arrivare quarti – spiega l’attaccante gialloblù Antonio Acampora – in questo momento però non dobbiamo guardare la classifica ma pensare solo a noi stessi, alla fine dell’anno tireremo le somme e vedremo dove saremo arrivati». La Triestina ha dimostrato in campo di avere più grinta e voglia di vincere. «Nei primi minuti sembrava che la partita potesse mettersi nella strada giusta – continua Acampora – dopo però non è stato così. Ad inizio secondo tempo siamo andati sotto e non abbiamo avuto la forza di reagire. Ovviamente ci tenevamo a vincere per continuare a inseguire il terzo posto, dispiace non esserci riusciti». Domani arriva il Dro. Al Polisportivo il Belluno ospita la squadra trentina. Sulla panchina ci sarà ancora Ivan Da Riz, perchè Roberto Vecchiato dovrà guardare ancora la partita dalla tribuna per la squalifica rimediata contro il Giorgione. Il vice allenatore dovrà fare a meno di Yari Masoch, squalificato per l’ammonizione presa a Trieste.
Ore 21.40 – (La Provincia Pavese) Cittadella e Pordenone viaggiano a gonfie vele, entrambe sempre vincenti nelle prime sette giornate del girone di ritorno nel girone A di Lega Pro, mentre tra le squadre in corsa per i play off quella che ha raccolto meno, mediamente poco più di un punto a gara, è l’ex capolista e campione d’inverno Alessandria. Questo in cifre l’avvio della seconda parte di stagione che parla tutto a favore delle prime due squadre in classifica. La capolista Cittadella, già prima al giro di boa con 32 punti insieme all’Alessandria, ha fatto il pieno finora nel girone di ritorno, ottenendo 21 punti, tanti quanti il Pordenone. Numeri che hanno permesso ai veneti di allungare in classifica su tutte le avversarie portandosi a 53 punti. E’ salita dal settimo (a fine andata) fino al secondo posto in classifica il Pordenone: partendo dal 2-1 a Gorgonzola con la Giana, nell’ultima d’andata disputata a inizio gennaio, e proseguendo con altri sette successi nelle altrettante giornate finora giocate nel ritorno. La classifica parziale delle giornate disputate finora nel ritorno vede un netto distacco rispetto alle altre pretendenti alla B. Chi ha fatto meglio dietro alle prime due in classifica è la Feralpisalò, con 13 punti. Il Pavia di mister Brini ne ha conquistati 12 sui 21 disponibili, come Bassano, Reggiana e Padova. Hanno avuto insomma un ruolino di marcia praticamente identico le cinque formazioni che gravitano tra la terza e l’ottava posizione. Ottenendo solo 8 punti in questa prima parte di ritorno l’Alessandria ha fatto peggio di Cremonese (11) e Renate (10) e dal primo posto scivolata al quinto, ma soprattutto ha perso 13 punti sul Cittadella con cui aveva condiviso il titolo di campione d’inverno. I grigi sono la squadra che ha accusato la maggiore flessione tra gennaio e febbraio, pagando anche le fatiche della Coppa Italia, che la vedrà in campo questa sera alle ore 21 a San Siro con il Milan nel ritorno delle semifinale dopo lo 0-1 dell’andata. Nella classifica parziale le formazioni che hanno ottenuto meno punti sono Sud Tirol e Cuneo (5), Pro Piacenza (3), Albinoleffe e Pro Patria (2), tutte squadre che hanno affrontato in queste prime settimane dell’anno il Pavia. Con una classifica ancora molto corta sia nella zona play off e play out, un Cittadella lanciato verso la conquista della promozione diretta in B e la Pro Patria che pare già condannata alla D, saranno fondamentali oltre che la continuità di rendimento gli scontri diretti. Il Pavia ne avrà due casalinghi con Alessandria e Reggiana e tre in trasferta con Padova, Bassano e all’ultima giornata a Salò con la Feralpi.
Ore 21.20 – (Gazzetta di Reggio) “Basta giocare al sabato”, si leggeva su uno striscione delle teste Quadre in occasione di Reggiana-Feralpi Salò. Una richiesta, un auspicio, una protesta. Il pubblico granata risulta e si sente fortemente penalizzato dalle scelte della Lega Pro in fatto di date e anche di orari. Giocare la domenica in questa stagione rappresenta una sopra di miraggio, anticipare spesso al sabato – o anche posticipare al lunedì – le partite della Regia danneggia chi ha fatto l’abbonamento e nel contempo ha obblighi di lavoro nei giorni feriali. Danneggia poi chi si trova in difficoltà per seguire la squadra in trasferta. E danneggia anche i conti del cassiere, non solo quello granata. Quello striscione va conservato perché tornerà immediatamente buono. Giornata numero 25: Cremonese-Reggiana, sabato 5 marzo alle ore 15. Giornata numero 26: Reggiana-SudTirol, sabato 12 marzo, ore 20.30. Giornata numero 27: Cuneo-Reggiana, sabato 19 marzo, ore 15.
Ore 21.00 – Notizie da Reggio Emilia: ben nove gli assenti alla prima seduta di allenamento settimanale, difficile il recupero di Bartolomei, De Biasi, Frascatore, Mignanelli e Mogos in vista della sfida di Cremona di sabato.
Ore 20.40 – (Gazzetta di Mantova) Tanto nei guai sul campo quanto apprezzato fuori. Sono queste le due facce della medaglia Mantova, ben fotografate da un lato dal ko di domenica a Lumezzane e dal terzultimo posto in classifica, dall’altro dalla nomina (ufficializzata ieri a Firenze) del patron Serafino Di Loreto a presidente della Calcio Servizi Lega Pro. Un incarico di prestigio, alla guida della Spa “cassaforte” della terza serie, che per il proprietario della Sdl rappresenta il suggello di una carriera intellettuale (insegna in tre università) e professionale, ma che ha grande valenza anche per Mantova, da decenni non più rappresentata nella “stanza dei bottoni” e a questo punto certa di un impegno duraturo della Sdl al timone di Viale Te. Serafino Di Loreto è soddisfatto della nomina e precisa «di aver chiesto e ottenuto di rinunciare a qualsiasi compenso, perché ritengo la Lega un ente pubblico in senso lato. I due consiglieri che mi affiancheranno hanno fatto lo stesso». Il primo pensiero del patron biancorosso va poi a Bompieri, Tirelli e Giovanardi: «Mi preme ringraziarli – spiega -, perché tutto ciò è stato possibile grazie agli immensi sforzi che hanno compiuto per il bene del Mantova negli anni scorsi e che stanno continuando a fare al nostro fianco. Nonché, ovviamente, alla grande storia e tradizione che può vantare il nostro club». Dalla settimana prossima Di Loreto prenderà materialmente possesso degli uffici e comincerà a lavorare sul piano operativo. Ma già ieri, a Firenze, dove si è svolta l’assemblea delle società di Lega Pro, sono emerse le prime direttrici su cui bisognerà lavorare. «La Calcio Servizi Spa, come dice il nome, è un’azienda nata per fornire servizi ai club di Lega Pro e per agevolare al massimo il loro compito, anche attraverso reperimento di risorse, risparmi, iniziative di marketing eccetera. Fra i primi temi di cui dovrò occuparmi c’è il capitolo del ticketing unico su tutto il territorio nazionale, per rendere più accessibile l’ingresso dei tifosi agli stadi. Altro capitolo riguarda i diritti televisi – aggiunge Di Loreto -, ai quali si lega il progetto per i playoff del prossimo anno, che vedranno impegnate 28 squadre (fino alla decima classifica) e che prevederanno poi una final eight in un’unica città. Occasioni, queste, per avere più spettacolo ma anche più incassi e possibilmente introiti da sponsor e diritti tv. C’è poi il progetto per il fair play finanziario e tante altre iniziative in cantiere». Altra cosa che interessa da vicino il Mantova è poi il ritorno della Lega Pro a 60 squadre: «Questa decisione è stata votata ieri all’unanimità dall’assemblea delle società – informa Di Loreto -, che chiedono di non passare attraverso ripescaggi gravati dal versamento di 500mila euro a fondo perduto ma attraverso un’operazione gratuita di “riempimento” degli organici. Dovremo lavorare su queste indicazioni dell’assemblea. Ne potrebbe beneficiare il Mantova? Sì, così come tutte le altre squadre invischiate nella lotta salvezza». E da qui ci si aggancia per parlare delle dolenti note. E a farlo è stavolta il presidente Sandro Musso: «Sì, nell’assemblea abbiamo votato per il ritorno alle 60 squadre e questa potrebbe essere una scappatoia da usare in etremis, ma adesso non dobbiamo neanche pensarci. Noi vogliamo salvarci sul campo e dobbiamo riuscirci, pur consapevoli che ci sarà da lottare e soffrire fino all’ultimo minuto della stagione». Musso non ha ancora assorbito il ko di Lumezzane: «È stata una mazzata e devo dire che, al di là di tutti gli errori compiuti, è innegabile che quest’anno non ce ne giri bene mai una. Su mister Javorcic sono piovute molte critiche, perché sul 2-2 ha provato a vincere la gara anziché difendere il pareggio, ma se avessimo segnato noi al posto del Lumezzane adesso saremmo qui a parlare del tecnico come di un eroe. La verità è che in quel momento sembrava possibile piazzare il colpaccio e ci abbiamo provato, ma è andata male». Ancor più infuriati i tifosi sono apparsi con il portiere Pane e qui Musso fa mea culpa: «In effetti, quando tempo addietro ci confrontammo con il mister sul tema, lui ci disse che il ragazzo non gli sembrava ancora pronto. Poi debuttò molto bene nella prima gara, ma evidentemente avremmo fatto bene a dargli retta. E questo tenendo sempre presente che tutti possono sbagliare». I margini di errore adesso sono però ridotti al lumicino: «Non dobbiamo mollare – conclude Musso – bisogna reagire e sono convinto che il Mantova saprà farlo già domenica al Martelli contro il Padova. Tutti uniti possiamo farcela, vogliamo la salvezza a tutti i costi».
Ore 20.20 – Notizie da Mantova: fiato sospeso per mister Javorcic, che per la sfida col Padova proverà a recuperare i vari Cristini, Di Santantonio, Trainotti e Zammarini, afflitti da fastidi muscolari. Non saranno invece della gara Beretta e Ruopolo, con quest’ultimo che verrà operato domani.
Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La squadra di Bruno Tedino sta mantenendo un ruolino di marcia che, nella storia, farà da riferimento per i migliori confronti positivi. Per quanto trapela da palazzo, comunque, è meglio sbrigarsi a salire. Perché gli spazi in B si stanno per restringere. Secondo le novità comunicate dal presidente Andrea Abodi, entro fine marzo verrà varata una riforma tra i cadetti che permetterà nell’arco di due stagioni di scendere a 20 squadre. «A questo punto abbiamo il dovere di andare avanti – sostiene lo stesso Abodi – e mi auguro che diventi significativa proprio la convergenza con la LegaPro». CALENDARIO A TRIANGOLO – Tenendo conto che partite facili non ce ne sono, come ripetono i protagonisti, consideriamo quando le attuali prime tre in graduatoria (tutte del Nordest) si confronteranno. Cominceranno a duellare Pordenone e Bassano, domenica 13 marzo alle 15, in casa dei vicentini. La capolista attende a domicilio le inseguitrici. Si salterà poi ad aprile per assistere a Cittadella – Bassano: domenica 3, salvo modifiche da definire. Due settimane dopo, a metà mese, il Cittadella riceverà il Pordenone. A quel punto mancheranno solo tre giornate. Andrea Schenetti, autore del gol dei padovani contro la Giana, sostiene che «i ramarri stanno facendo un grande campionato, raccogliendo successi importanti, ma non ci saranno solo loro a lottare sino alla fine con noi. Dobbiamo essere bravi e non possiamo sbagliare niente, perché dietro non mollano di un centimetro». DERBY SABATO – Dopo i due impegni domenicali, il Lumezzane in casa e la trasferta dal Bassano, i neroverdi torneranno a giocare in anticipo. Sabato 19 marzo, alle 17.30, si disputerà Pordenone – Padova, valida per la decima giornata di ritorno. Diversi gli ex tra i biancoscudati di Bepi Pillon, che ha preso il posto di Carmine Parlato.
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Almeno sotto un punto di vista, il Pordenone viaggia al ritmo del Cittadella. E, al pari della capolista, guida anche la classifica del rendimento in trasferta. Squadra da esportazione, quella allenata da Bruno Tedino, che grazie alla vittoria maturata al Druso di Bolzano è riuscita a tenere il passo dei padovani. Nel dettaglio, ramarri e granata hanno messo a referto 27 punti a testa, lontano da Bottecchia e Tombolato. Staccata per la prima volta la FeralpiSalò, che a causa del pesante stop del Mapei Stadium contro la Reggiana in esterna è rimasta a quota 24. C’è poi un altro dato, che stavolta pone il Pordenone al di sopra di tutti in LegaPro. Nessuna squadra della Terza serie nazionale ha un attacco così prolifico in trasferta. I 24 gol realizzati dalla banda di Tedino sono inarrivabili: al secondo posto si piazza la FeralpiSalò con 21 centri e al terzo il Matera (girone C) con 20. Attacco super lontano dal Bottecchia e grandi prestazioni individuali. Luca Cattaneo, autore del “missile” valso il provvisorio 0-2 a Bolzano, ha segnato tutti e 4 i suoi gol stagionali in trasferta. Anche Luca Strizzolo (doppietta domenica, la prima in carriera) ha infilato 4 dei suoi 6 centri in campionato lontano dallo stadio amico. Spicca poi il dato riferito ad Alberto Filippini, che al Bottecchia non è ancora riuscito a incidere e che i suoi 7 gol li ha realizzati tutti fuori. Ora l’obiettivo è quello di migliorare a domicilio: “solo” 19 punti e media non da playoff.
Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Questo Pordenone è come il mio Sudtirol della stagione 2013-14». Lo garantisce Alex Pederzoli, dopo il 3-1 dei ramarri sul campo che lo vide protagonista della scalata altoatesina verso i playoff. I biancorossi guidati da Claudio Rastelli chiusero la stagione regolare al terzo posto, guadagnando l’appendice nobile. Nell’overseason eliminarono Como e Cremonese. Il sogno fu interrotto nella doppia finale da Vercelli: 0-1 al Druso, 1-1 al Piola. Ieri intanto il dg di FriulAdria-Crédit Agricole, Roberto Ghisellini, su invito del presidente Mauro Lovisa, ha visitato il De Marchi. Ci sono contatti per un progetto serio, coinvolgendo squadra, banca e territorio. HIGHLANDER – È ancora presto per parlare: al termine della stagione regolare mancano 10 giornate. Però si può continuare a sognare, con qualche eccesso di presunzione, anche qualcosa più dei playoff. I marziani di Cittadella stanno “solo” 7 lunghezze sopra. Continuano a vincere pure loro. Quella di Bergamo (1-0 con l’Albinoleffe) è stata la settima vittoria consecutiva. Nel 2016 hanno perso solo con il Sudtirol (2-3). Avvincente il duello con i ramarri, sempre vincenti nel nuovo anno, giunti all’ottavo sigillo. Ormai gli highlander di Tedino sono ritenuti dalla critica nazionale gli unici avversari dei padovani. Il successo al Druso ha permesso al Pordenone (46) di mantenersi a +3 dal Bassano (43), impostosi nello scontro diretto ad Alessandria (grigi a 40), e di allungare il distacco dalla FeralpiSalò (41, battuta 3-0 a Reggio). INVESTITURA – «Domenica – riprende Pederzoli – anche i miei ex compagni e i miei ex tifosi hanno detto che sembriamo il Sudtirol di due stagioni or sono, quello che cercava di salire in B. Speriamo solo – sorride – che il finale sia diverso». Pederzoli, dotato indubbiamente di qualità da categoria superiore, in neroverde ha imparato a giocare per la squadra e a soffrire per il bene collettivo. Al Druso lo abbiamo visto nel momento di maggior pressione dei padroni di casa spazzare l’area come i “liberi” di una volta. «Sì – annuisce -, ora penso che sia giunto il momento di pensare in grande. A patto – precisa – di mantenere l’umiltà e la determinazione che ci hanno permesso di arrivare sin qui». Detto dalla “stella” del De Marchi, fuoriclasse – era stato definito in presentazione – dal carattere difficilino, è un proposito ammirevole. Nuova testimonianza della forza di persuasione di Tedino che, se non ha letto Perloff (The Dynamic of persuasion), deve essere dotato naturalmente della capacità di convincere quasi tutti a credere ciecamente nelle sue parole.
Ore 18.50 – (Messaggero Veneto) Presentato ieri, nel corso della riunione dei club, il nuovo format play-off della Lega Pro, che salvo sorprese dovrebbe entrare in vigore con il campionato 2016-2017. Se adesso, alla post-season, accedono le due migliori quarte dei tre gironi più tutte le seconde e terze classificate (in totale 8 squadre), con l’idea nata dal gruppo del presidente Gravina, il supplemento di stagione guadagnerebbe ben 27 formazioni. Fuori dal nuovo format le prime dei tre gironi: salgono in B direttamente. Accedono alla fase eliminatoria nazionale le seconde classificate più la vincente della coppa Italia. Queste entrano in scena dopo il primo turno, che si disputa tra le squadre dal terzo al decimo posto di ogni girone: gara secca tra loro, chi vince avanza. Si vanno così a formare gli ottavi di finale. Chi passa, va alla final eight, manifestazione che si svolge in un’unica città. La vincitrice sale in B. «E’ un progetto che punta a rendere più avvincente e spettacolare il campionato», ha affermato ieri al termine della riunione il presidente della Lega Pro Giuseppe Gravina. Intanto sempre la Lega Pro ha reso note le date e gli orari della decima giornata di ritorno. Pordenone-Padova si giocherà sabato 19 marzo alle 17.30. Prima, Bassano-Pordneone domenica 13 alle 14.30.
Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) Negli ultimi anni, i tifosi del Pordenone sono stati fortunati: hanno visto gol e giocate di pregevole fattura. Prima Andreolla, poi Zubin, quindi De Cenco e infine Cattaneo. Già, il fantasista di Porlezza, con la rete di domenica scorsa a Bolzano, sta entrando di diritto nella piccola galleria d’arte dei “pittori” neroverdi. Un’altra conquista, dopo essere diventato un giocatore molto apprezzato da Tedino e, inoltre, l’idolo dei tifosi, che incontrerà giovedì al Caffè Nogaredo. Basta andare a rivedere ciò che ha combinato nell’ultimo mese, i due centri “spaziali” messi a segno. Il primo, forse irripetibile per bellezza: quello siglato all’Albinoleffe. Era sabato 23 gennaio: minuti finali della partita, punteggio di 1-0 per i neroverdi. Lancio dalla retrovie di Mandorlini, la palla passa sopra al giocatore che, d’istinto, si coordina e calcia al volo di sinistro. E’ a più di venti metri dalla porta: la parabola è perfetta, la sfera sbatte sulla traversa e termina in rete. Eurogol. Che fa il giro del web e della tv, tanto che approda pure a Striscia la notizia. Episodio isolato? No: perché Cattaneo si specializza e diventa l’uomo dai gol impossibili, visto che all’Alto Adige ne sigla un altro straordinario. Suggerimento di Buratto dalle retrovie, il trequartista si porta avanti il pallone e, dai 20 metri, fa partire un diagonale mancino: palla all’incrocio più lontano, momentaneo 2-0 e partita in cassaforte. Velocità di esecuzione, grande tecnica e un briciolo di follia: così Cattaneo riesce a segnare gol che, a distanza di anni, saranno ricordati esattamente come quelli dei suoi predecessori. Impossibile, infatti, dimenticare il grande gol di Maki Mvondo propiziato da una “rabona” di Andreolla, datato 2009; oppure le punizioni divine di Zubin (all’Ufm, all’Este, al Montebelluna), quelle di Andrea Migliorini (tre in particolare, al Real Vicenza, all’Albinoleffe e al Mantova) o le rovesciate di De Cenco. L’istantanea acrobazia con l’Alto Adige, nella gara d’andata, la si può ancora trovare al De Marchi. Cattaneo ora prepara alla prossima perla: scalda il sinistro, il piede dei più grandi, ed è pronto per raccogliere l’ennesima gioia di questa stagione. Che potrebbe portarlo molto in alto.
Ore 18.10 – (Messaggero Veneto) Il secondo posto in Lega Pro e l’ottava vittoria di fila sono biglietti da visita scintillanti. Così il Pordenone delle meraviglie comincia a fare gola. Alla città e agli sponsor. Come a Friuladria: la banca popolare, già finanziatrice di diverse realtà pordenonesi, sarebbe interessata a investire nel settore giovanile dei neroverdi. Ieri, in questo senso, si è tenuta una riunione al De Marchi tra il presidente dei ramarri, Mauro Lovisa, e il direttore generale dell’istituto creditizio, Roberto Ghisellini. Sul tavolo una possibile partnership per la prossima stagione, relativa come detto al vivaio. Ma la notizia è , soprattutto, che il tessuto economico del territorio comincia ad aprire gli occhi e s’accorge delle potenzialità di questa squadra per i ritorni d’immagine. Incontro. Fa rumore il ritmo vertiginoso che sta tenendo il gruppo neroverde in Lega Pro. Una cadenza inarrestabile che, alla fine, ha portato nuovamente il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Sergio Bolzonello, a salutare ieri al De Marchi Lovisa e il tecnico Bruno Tedino. Una visita fatta per complimentarsi con la società, visto ciò che sta facendo. In contemporanea, in via Villanova di Sotto, il “meeting” tra Lovisa e la Friuladria. «Il suo direttore generale – spiega il presidente del Pordenone – ha una particolare attenzione per le realtà del territorio. Vuole investire qui e il nostro progetto piace. Già due stagioni fa era un nostro partner, in un progetto relativo al fair-play. Adesso – continua Lovisa – si tratterebbe di un investimento più importante, legato al settore giovanile». Potenza. La collaborazione è ancora da definire: si è alla fase embrionale del rapporto. Il punto è un altro, cioè che può avvicinarsi al Pordenone una della società più sane e attente allo sport. Friuladria è stata già partner del Pienne basket, sino alla scorsa stagione in una serie nazionale (la B) della palla a spicchi. Attualmente è sponsor ufficiale della Benetton rugby – una delle maggiori in Italia – e il gruppo di cui fa parte, ovvero Cariparma Crédit Agricole, è una realtà che da anni appoggia lo sport di alto livello: affianca la nazionale italiana di rubgy, impegnata al momento nel Sei Nazioni. Prospettive. Insomma, Banca popolare Friuladria sarebbe un partner molto importante in un progetto di crescita societaria. L’obiettivo del Pordenone, ora, è cercare altri investitori, allargare il più possibile il suo portafoglio in modo da non risultare dipendente da un unico partner. «Io credo – sostiene Lovisa – che non ci debba essere un solo sponsor “pesante”: basterebbe un piccolo contributo da parte di tutti. Allora così si può parlare non solo di serie B, ma anche, addirittura, di qualcosa di più importante».
Ore 17.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Stasera al Menti, contro la Pro Vercelli, sarà un vero spareggio per cercare di alzare la testa dalle zone basse della classifica. Una partita che Pasquale Marino ha definito come una gara che il Vicenza non può fallire, anche considerando che la vittoria manca da parecchio tempo. «La nostra realtà al momento è questa — spiega l’allenatore del Vicenza — noi per primi sappiamo che le parole contano poco per non dire nulla: quindi dobbiamo fare i fatti perché il tempo stringe e il campionato di serie B non ti aspetta. Ci aspetta una sfida importantissima, servirà mettere in campo attenzione, grinta e determinazione. Quando parlo di approccio racchiude tutto, in primis la cura dei dettagli, il mettere in pratica quello che prepariamo e che abbiamo dimostrato di saper applicare in campo». Dopo la sconfitta a Crotone, la squadra biancorossa è scivolata al quint’ultimo posto, posizione da cui bisogna togliersi al più presto. «Ho già detto che questa per il Vicenza è la partita più importante del campionato — sottolinea Marino — dobbiamo essere consapevoli del momento e fare risultato. Bisogna trovare il giusto mix tra la consapevolezza del momento e la volontà di venirne fuori». E Marino, sul piano della voglia e del lavoro, nulla ha da dire ai suoi. «Stanno lavorando con determinazione, uniti e compatti con l’obiettivo di risolvere i problemi. Capisco anche l’aria che si respira intorno a noi ma come professionista sono abituato a vivere i momenti positivi e di esaltazione, come nella scorsa stagione, e i momenti negativi. Ma questa squadra ha le potenzialità per salvarsi. Per farlo dovremo continuare a credere in quello su cui abbiamo lavorato finora, la salvezza passa attraverso il gioco, perché le partite non si vincono per fortuna e i risultati vanno conquistati ritornando a giocare come nella prima parte del campionato». Per tornare alla vittoria servirà limitare al massimo gli errori sia in fase difensiva che offensiva. «Contro la Pro Vercelli tutto sarà fondamentale, bisognerà mettere in pratica quello che sappiamo fare — sottolinea Marino — bisognerà anche giocare con intelligenza e personalità, dimostrare che siamo squadra e che abbiamo le potenzialità per salvarci. Dovremo avere pazienza, contando anche su un pizzico di buona sorte che finora non si può dire sia stata dalla nostra parte; se pensiamo alla serie di infortuni e a qualche errore arbitrale, siamo in credito con la sorte. Ma niente alibi, con la Pro Vercelli dovremo vincere, il resto non conta». Insomma, tre punti fondamentali nel mirino e tanto basta, almeno per ora: il resto può anche aspettare.
Ore 17.10 – Flash di Fabrizio De Poli su Corti: “Ha una lesione di primo/secondo grado al collaterale del ginocchio destro, sicuramente dovrà restare fuori tre/quattro settimane”.
Ore 17.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.50 – Qui Guizza: lavoro atletico finale.
Ore 16.30 – Qui Guizza: partitella finale.
Ore 16.10 – Qui Guizza: esercizi ad alta intensità col pallone, in gruppo anche Cunico.
Ore 15.50 – Qui Guizza: lavoro sui “gradoni”. Si allena coi Biancoscudati da oggi anche Fisayo Adarabioyo, attaccante classe 1995 di origini inglesi che può vantare nel curriculum anche esperienze col Manchester United Under 18 e con le squadre Under 21 di Manchester City e Crystal Palace.
Ore 15.30 – Qui Guizza: lavoro atletico, assente Corti. Da capire l’entità dell’infortunio al collaterale del ginocchio.
Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per il primo allenamento settimanale.
Ore 14.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Bravi a battere il Campodarsego, ora però non abbiamo margini di errore ed è troppo importante trovare continuità nelle vittorie per non ricominciare un’altra volta da capo». Giorgio Perinetti ne ha viste troppe per non guardare subito oltre il primato solitario che il Venezia ha ritrovato superando per 2-0 con le firme di Maccan e Lattanzio. D’altra parte domani gli arancioneroverdi fanno visita al Levico (ore 14.30 senza lo squalificato Fabiano) e domenica al Penzo arriva il Tamai. «Queste due partite, pareggiate all’andata, ci erano costate l’aggancio in vetta dal Campodarsego – ricorda il ds – quindi proprio ora, che in 180′ abbiamo rimesso in piedi una situazione che noi stessi avevamo compromesso, dobbiamo rimanere attenti e concentrati per non avere rivali». Quella di due giorni è stata una sfida accesa in campo e a parole, proseguita dopo il 90’con le critiche all’arbitro Ayroldi del presidente padovano Daniele Pagin. «Il Venezia non ha mai voluto mancare di rispetto a un Campodarsego da applausi per quanto sta facendo tenendoci testa. Quando ci siamo lamentati l’abbiamo fatto alla luce di statistiche e dati oggettivi, mai per «strategia». Dico solo che domenica finalmente abbiamo avuto un arbitraggio che non ha regalato niente a nessuno». Perinetti confida che «venerdì avevamo coperto il prato del Penzo con i teloni presi a Treviso per rischiare il bis della gara con l’Abano con le fasce laterali allagate» per poi passare alla disamina tecnica di un big match che ha vissuto «aggrappato» alla recinzione dietro la panchina. «In tribuna soffro troppo, le partite le ho sempre «giocate» a bordo campo ma al Penzo non c’è la panchina aggiuntiva. Complimenti a mister Favarin, non solo per aver preparato una gara perfetta nello spirito, azzeccando poi tutte le mosse, ma anche per come sta gestendo la rosa ampia». Al Penzo per la gioia del presidente Tacopina (ieri rientrato a New York) è tornato un pubblico numeroso. «Il calcio soffre la presenza «virtuale» di spettatori, ma le grandi conquiste si fanno insieme con la presenza «fisica» dei tifosi. A Noale e col Campodarsego i benefici si sono toccati. Un grazie a tutti ma il nostro campionato non è finito qui». TRASFERTA – La Curva Sud VeneziaMestre organizza la trasferta di domani a Levico in treno, con partenza alle ore 10.56 da Venezia-Santa Lucia e alle 11.08 da Mestre (ritorno ore 16.52, costo 19.80 euro).
Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Una partita eccellente per determinazione e per attenzione». Il 2-0 al Penzo sul Campodarsego ha riportato il Venezia in vetta da solo a +3 e adesso c’è la ferma volontà di non concedere più nulla agli inseguitori. «Ci sono nove partite, a cominciare da quella con il Levico. Ognuna di queste dovrà essere vissuta come se fosse uno scontro diretto con il Campodarsego ma giocato in campo neutro», avverte Giorgio Perinetti, che al di là della soddisfazione per il risultato del Penzo mette in guardia sull’atteggiamento da tenere d’ora in avanti. «I ragazzi hanno disputato un’ottima partita. E hanno dimostrato che se in campo mettono la giusta attenzione, il Venezia sul piano della tecnica non ha rivali in questo campionato». Per questo il ds ora chiede lo stesso livello di tensione per la sfida di domani in Trentino. «La partita con il Levico fu l’inizio dei nostri guai, all’andata. Invece adesso bisogna pensare a dare continuità al successo sul Campodarsego». All’andata il Venezia aveva 4 punti di vantaggio, subito dimezzati con il pareggio interno con il Levico. Da lì era iniziato il «periodo nero» degli arancioneroverdi, culminato con il sorpasso del Campodarsego e il lungo inseguimento che può dirsi concluso solo ora, tolta la breve parentesi di gennaio. E’ per questo che Perinetti chiede attenzione e, insieme a mister Favarin, insiste nel far passare il messaggio che il campionato non è certo finito qui. «Adesso abbiamo noi il campionato in mano e non possiamo lasciarcelo sfuggire. Ai ragazzi l’abbiamo detto chiaramente: non ci si può distrarre, bisogna scendere in campo sempre concentrati». La squadra domenica ha dominato in campo, lasciando ben poco spazio agli avversari. Il gol del vantaggio, firmato da Maccan, è arrivato dopo appena 7 minuti. Mentre a chiudere il match ci ha pensato nella ripresa Lattanzio al 38’. Nel mezzo, poco o nulla dal Campodarsego che però, per bocca del suo presidente Daniele Pagin, recrimina sull’arbitraggio di Ayroldi e promette battaglia fino alla fine del campionato: «Non ne risentiremo a livello psicologico – assicura – e lotteremo fino alla fine». Domani, nel turno infrasettimanale, la sfida a distanza si giocherà tra il campo del Levico e il Gabbiano dove il Campodarsego affonterà la Liventina, reduce dalla scoppola incassata domenica per mano della Luparense (6-0). Il Levico arriva dal 3-0 esterno sul Dro e Favarin dovrà fare a meno di Fabiano, squalificato per somma di ammonizioni. Facile che rimaneggi qualcosa in modo da far recuperare le forze in funzione dell’impegno infrasettimanale. Ieri seduta defatigante per chi ha giocato domenica, oggi giorno di rifinitura e poi la partenza per il Trentino.
Ore 14.10 – (La Nuova Venezia) Tre punti e oltre 3000 spettatori: il Venezia fa il pieno. Era dalla serata di fine novembre contro il Mestre che il Penzo non si riempiva, nonostante la giornata non proprio propizia. «Portare oltre tremila persone al Penzo in serie D e, soprattutto, in un contesto meteo non proprio ideale è sicuramente un buon numero» sottolinea il direttore generale Dante Scibilia, «abbiamo avuto la risposta che volevamo e il coinvolgimento dei tifosi è stato collettivo. Nel sostenere la squadra durante la partita, nel festeggiare tutti insieme al fischio finale. Credo che almeno 700-800 persone in più le avremmo portate allo stadio se fosse stato bel tempo». Tra paganti e abbonati erano 3.128 le presenze. E in classifica il lungo inseguimento è terminato. «Si sta decisamente meglio rispetto a due settimane fa» continua Scibilia, «preferisco sempre essere inseguito che indossare i panni dell’inseguitore. Sono state poste solide fondamenta, però mancano due mesi alla fine del campionato con nove partite. E’ ancora tutto aperto, adesso non dobbiamo lasciarci condizionare dal sorpasso. Si è visto come nell’arco di una settimana può accadere di tutto». «Vittoria importante» aggiunge Alessandro Vasta, consigliere d’amministrazione del Venezia, «sul piano psicologico sono stati preziosi i risultati della settimana precedente con l’aggancio al Campodarsego prima dello scontro diretto, un aggancio che ci ha consentito di preparare questa partita senza l’assillo di dover vincere a tutti i costi». Ieri mattina il presidente Joe Tacopina è ritornato a New York, dopo aver dato indicazioni sulla questione merchandising. «Sono già stati firmati i contratti, ispezionati i locali, ora bisogna allestire le vetrine. A breve ufficializzeremo le date di inaugurazione. Uno sarà a Venezia in centro storico e uno in terraferma a Mestre» conferma Scibilia. Sul fronte squadra, ieri ripresa immediata con lavoro differenziato per chi ha giocato contro il Campodarsego. Favarin a Levico dovrà fare a meno di Fabiano, squalificato. Possibile un minimo di tour over, considerando anche l’arrivo domenica del Tamai, niente di rivoluzionario, ma due-tre pedine da far rifiatare, oltre a Fabiano, ci stanno. Il Levico, in compenso, ha perso due elemento per squalifica, il difensore centrale Federico Tobanelli e i centrocampista esterno Marco Musso, mentre il Campodarsego non potrà schierare Mehdi Kabine contro la Liventina.
Ore 13.40 – (Gazzettino) Tre gol in un solo tempo li aveva già messi a segno tre anni fa quando giocava con il Marano nella partita con il Fersina Perginese, e anche allora suo allenatore era Enrico Cunico. Marco Beccaro si è ripetuto domenica spianando la strada ai Lupi nella goleada (6-0) con la Liventina e confermandosi il bomber del momento dato che nel turno precedente ha contribuito con una doppietta al successo nel derby con il Campodarsego. «Sono contento a livello personale e per la squadra. Con la Liventina è arrivata la prestazione che volevamo, nel senso che dopo la grandissima prova con il Campodarsego abbiamo dato un bel segnale di maturità. La mia sostituzione all’intervallo? Essendo in diffida e vincendo 4-0 era meglio non rischiare, e per lo stesso motivo è uscito anche Giglio». Impossibile non tornare sulla doppietta con il Campodarsego. «Sono di Reschigliano, praticamente ho giocato a casa. È stata un’emozione unica e in tribuna c’erano tanti amici. Mi è solo dispiaciuto che non ci fosse mio padre che era ammalato e ci teneva molto». In campionato Beccaro è arrivato a quota 14 sigilli. «Ho eguagliato il mio record ai tempi del Real Vicenza, ora naturalmente non voglio fermarmi. Sono quasi sempre andato in doppia cifra, ma a inizio stagione non mi aspettavo di segnare così tanto. Il merito va anche ai miei compagni». Oltre a essere il goleador, è anche il capitano della squadra. «Dopo la partenza di Nichele mi è stata data questa responsabilità. In ogni partita do sempre il cento per cento per questa maglia e per essere d’esempio ai più giovani».
Ore 13.20 – (Mattino di Padova) È il personaggio del momento in Serie D. Nove reti in 24 giornate di campionato, poi 5 nelle ultime due partite: Marco Beccaro in otto giorni ha scalato come nessun altro la classifica marcatori del girone C, trascinando la sua Luparense fuori dal guado. E con 14 gol ha già eguagliato il suo primato storico di marcature stagionali. «Non me l’aspettavo nemmeno», ammette l’attaccante dei Lupi. «Quattordici gol era il mio massimo stagionale, e l’ho già raggiunto pur avendo ancora nove partite per migliorarmi. Mi godo il momento, sono davvero felice per me, ma soprattutto per la squadra: in queste due partite i miei gol sono serviti a portare a casa 6 punti, e ora dobbiamo andare avanti, continuare così e provare a risalire ancora di più». Doppietta al Campodarsego, tripletta alla Liventina: in otto giorni Beccaro ha riscritto la storia del suo campionato. «Paradossalmente proprio i due gol al “Campo” sono stati il momento più bello. Finora avevo messo a segno una sola tripletta in carriera, quando ero a Marano, e quella dell’altroieri è stata la seconda. Sono contentissimo, ma due domeniche fa, vivendo a Campodarsego, è stato un momento unico. Il massimo, in tutti i sensi: mi spiace per i biancorossi, ma sono stato felicissimo di segnare alla squadra del mio paese, due gol alla prima in classifica davanti alla mia gente». La squadra di Enrico Cunico ha così allontanato – definitivamente, si spera – lo spettro dei playout. «Questo non può che essere positivo. Probabilmente, però, questa nostra risalita fa crescere un po’ di amarezza per qualche partita buttata, per i tanti punti persi per strada nella stagione. Abbiamo fatto grandi prestazioni, alternandole ad altre molto negative: lo spirito delle ultime due gare deve accompagnarci da qui alla fine, perché vogliamo dare continuità ai nostri risultati e solo così possiamo farlo». Dove può arrivare, allora, questa Luparense? «L’obiettivo è far bene, toglierci prima possibile da una posizione di classifica che non può farci stare ancora del tutto tranquilli. Quando succederà, poi potremo vivere alla giornata e vedere cosa succederà. I playoff sono lontani, ma non si sa mai: cerchiamo di vincerle tutte, e alla fine faremo i conti». Percorso particolare, il suo: poco più di un anno fa avrebbe potuto spiccare il volo con il Padova, se solo la Sacilese non avesse alzato le barricate. E invece eccolo, con tutto il rispetto, ad inseguire la salvezza con i Lupi. «Padova è Padova, lì ho fatto tutto il settore giovanile, e mi è dispiaciuto che quella trattativa non si sia concretizzata: per me avrebbe potuto essere un grande salto in avanti, ma in futuro chissà cosa potrà succedere. Sono state prese altre strade, ma va bene lo stesso».
Ore 12.50 – (Gazzettino) «Lotteremo fino all’ultimo con il Venezia perché abbiamo la voglia e la forza di farlo. Se saremo più bravi bene, altrimenti complimenti a loro». La sconfitta nello scontro diretto al Penzo non ha scalfito il morale del Campodarsego, come si evince dalla parole del direttore sportivo Attilio Gementi. Domenica era naturalmente al fianco della squadra a Sant’Elena, prima di imbarcarsi (ieri) sul volo aereo per raggiungere San Paolo in Brasile dove resterà fino a venerdì 11 marzo per visionare alcuni giocatori insieme ai colleghi Nereo Bonato (Sassuolo) e Davide Vagnati (Spal). «Ci sta perdere con il Venezia – prosegue Gementi – semmai dispiace la sconfitta con la Luparense San Paolo nella quale abbiamo commesso errori e non siamo riusciti a raddrizzare la partita come in altre occasioni: se l’avessimo vinta, oggi saremmo in vetta a pari punti con gli arancioneroverdi. Ma la battuta d’arresto di domenica non ridimensiona la nostra squadra dato che abbiamo fatto il nostro costringendo gli avversari nella loro metacampo, tanto che ad un certo punto il tecnico Favarin ha inserito anche un giocatore di maggiore contenimento come Marcolini al posto di Innocenti. Il Venezia non ha dimostrato di esserci tanto superiore». Il Campodarsego, scivolato a tre lunghezze di ritardo, si può aggrappare anche al fatto che il cammino è ancora lungo. «Mancano nove gare e il Venezia dovrà affrontare partite insidiose con Mestre, Este e Belluno. Loro restano i favoriti, quanto a noi siamo pronti a dare battaglia. E ovviamente dobbiamo ripartire subito con la Liventina senza farci ingannare dal fatto che hanno perso 6-0 con la Luparense e che hanno fuori quattro giocatori». Occasione, tra l’altro, nella quale i padovani dovranno rinunciare a Piaggio (rottura dello zigomo) e a Kabine che è stato ammonito domenica ed era in diffida. Due sconfitte consecutive non erano mai state incassate quest’anno. «Ultimamente abbiamo preso troppi gol, dobbiamo ricompattarci. Però non molliamo e continuiamo a credere alla possibilità di riconquistare la vetta. A questo punto del girone andata eravamo staccati di quattro lunghezze e poi ci siamo laureati campioni d’inverno, tutto è ancora possibile».
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Non è il periodo migliore nella stagione del Campodarsego. All’indomani della sconfitta con il Venezia, tornato in vetta da solo nel girone C di Serie D, sul morale dei biancorossi è piombata come un macigno la diagnosi relativa all’infortunio occorso a Tommaso Piaggio. Il centrocampista 21enne, uscito dal campo al 18’ della ripresa dopo uno scontro aereo con Acquadro, ha riportato una frattura multipla dello zigomo destro e stamane verrà operato all’ospedale di Padova. La situazione, a dire il vero, era parsa fin da subito piuttosto preoccupante, tanto da costringere il ragazzo, accompagnato dai familiari, a prendere un taxi per raggiungere la Casa di cura di Abano Terme, prima di rivolgersi agli specialisti del Policlinico universitario. Al termine dell’intervento si conosceranno con precisione i tempi di recupero, anche se per questo tipo di traumi facciali lo stop si aggira di solito intorno ai 35-40 giorni. Una botta (in tutti i sensi) dura da smaltire per il ragazzo ma anche per la squadra, priva di un titolarissimo. Domani il Campodarsego sarà impegnato nel turno infrasettimanale contro la Liventina, reduce dalla debacle di San Martino di Lupari (6-0 con la Luparense). Ricomincia dallo stadio “Gabbiano”, dunque, la sfida (a distanza) con il Venezia, resa ancora più infuocata da un dopo-gara ricco di polemiche. Il presidente degli arancioneroverdi, Joe Tacopina, in particolare, ha sventolato davanti ai giornalisti un foglio con stampato un post apparso sabato sera in una pagina Facebook dedicata al Campodarsego, nel quale si diceva, in sostanza, che l’entourage del Venezia è solito criticare gli arbitri perché teme i padovani. Provocazione che ha fatto imbufalire il dirigente americano, il quale negli spogliatoi ha pure scambiato qualche occhiataccia con il patron del “Campo” Daniele Pagin. «Quel messaggio è apparso sulla pagina dei tifosi del Campodarsego», ha spiegato a bocce ferme Pagin. «Non voglio sapere chi ha scritto quelle cose, non è importante, ma preferisco che eventuali profili gestiti da ragazzini del settore giovanile o da simpatizzanti indichino espressamente di non essere voci ufficiali della società. Ho già fatto qualche telefonata e penso che nel giro di poco tempo il problema verrà risolto». Detto, fatto: da ieri la pagina che ha infastidito Tacopina ha modificato il nome da “Campodarsego Serie D” a “Supporters Campodarsego”.
Ore 13.10 – (Corriere del Veneto) Ora la vera domanda che rimbalza a Campodarsego e dintorni è la seguente: come reagirà la squadra al contraccolpo psicologico negativo del doppio ko con Luparense e Venezia? Risposta non banale. E se si aggiunge il pareggio contro la Virtus Vecomp, a qualcuno è sorto il dubbio che la benzina della matricola terribile della Serie D, che finora ha tenuto sotto scacco la corazzata di Joe Tacopina, sia finita. «Devo fare i complimenti al Venezia – sottolinea il tecnico Antonio Andreucci – ha giocato una partita umile lottando su ogni pallone e meritando il successo. La partita è cambiata dopo il primo gol, averlo subito nei primi dieci minuti ha indirizzato nel modo peggiore per noi il match. Il problema per noi sarà metabolizzare questo risultato ma sono convinto che non ci perderemo d’animo, è un bene che si giochi già domani con la Liventina». E così, mentre il presidente Daniele Pagin si lamenta dell’arbitraggio di Ayroldi definendolo «da terza categoria», ricordando inoltre che «il campionato non e da parte nostra daremo filo da torcere al Venezia fino alla fine», l’impressione è che il Campodarsego sia al bivio. O reagisce e batte la Liventina, oppure il Venezia può avere la strada spianata verso l’immediato ritorno in Lega Pro.
Ore 12.40 – (Gazzettino) Enrico Alfonso, il portiere del Cittadella scuola Inter arrivato quest’estate dalla Pro Piacenza, è stato uno dei protagonisti del successo ottenuto domenica in casa della Giana Erminio. Almeno tre le sue parate decisive per il risultato finale. «Una sullo 0-0 nel primo tempo – racconta il numero uno granata – e le altre due dopo il gol di Schenetti. Sono soddisfatto per avere dato il mio contributo alla squadra, è stata una vittoria molto sofferta, ma importante per il nostro obiettivo». La descrizione del portiere vicentino, ma nato a Padova, è minuziosa: «Nel primo tempo Cogliati si è presentato un po’ defilato, ma non ha calciato nel modo ottimale. Io sono rimasto fermo il più possibile e ho fatto scudo con il corpo. L’intervento più difficile però è stato quello su Gasbarroni che, entrato dalla panchina, ha avuto subito un buon impatto sulla partita. Lui è bravo e si è destreggiato bene nella nostra area calciando fra le gambe di un nostro giocatore. Mi sono buttato sulla parte più scoperta, a sinistra, e sono riuscito a respingere di piede mettendoci tutti i miei 45 centimetri. Il terzo intervento su Perna è stato quello stilisticamente più bello. Ero ben posizionato per leggere e respingere il tiro». La difesa del Cittadella in più di qualche occasione è stato il punto debole della squadra, ma da due partite non prende gol. Riprende Alfonso: «Con Padova e Giana Erminio è andato tutto bene. Magari in precedenza eravamo stati sfortunati in certi episodi, ma ora sta emergendo il lavoro che facciamo sia per la fase difensiva che per quella d’attacco. Faccio i complimenti ai miei compagni di reparto perchè nelle ultime partite non sono mai scesi in campo gli stessi giocatori. Abbiamo una rosa competitiva e affidabile in ogni elemento. Un cenno particolare lo rivolgo al nostro preparatore Andrea Pierobon e al collega Matteo Vaccarecci, che sta facendo bene in Coppa Italia. Stiamo lavorando in maniera davvero ottimale». Sabato, con fischio d’inizio alle 17.30, sarà di scena al Tombolato l’Albinoleffe, unica squadra ad avere battuto (2-0) finora il Cittadella in trasferta. Nella gara d’andata, allo stadio Azzurri d’Italia di Bergamo, ci furono errori grossolani da parte della difesa, non esente il portiere granata. Alfonso sottolinea: «È ormai mezzo campionato che il solo nome Albinoleffe rievoca per noi una giornataccia. Non vedo l’ora che si torni in campo per cancellare questo brutto ricordo con una chiara rivincita nei loro confronti. Anche l’ultima prestazione a Gorgonzola va letta in questo senso perchè il Cittadella è capace di ben altro. Credo che, non solo a livello personale, ci sia in tutti noi la volontà di alzare il livello di attenzione e metterci il massimo impegno. Prendere sottogamba avversari che non stanno occupando posizioni di alta classifica – conclude il portiere granata – si è già rivelato un grave errore. La lezione ci è servita, siamo cresciuti e dobbiamo sempre dimostrarlo in campo».
Ore 12.20 – (Gazzettino) Ieri pomeriggio la squadra si è allenata in due gruppi sul campo sintetico: chi aveva giocato domenica a Gorgonzola ha svolto un lavoro defaticante con il preparatore atletico Andrea Redigolo, il resto del gruppo si è messo a disposizione di Venturato. Sulla via del recupero Donazzan e Paolucci, ancora differenziato per De Leidi. Oggi pomeriggio ultimo allenamento prima del trasferimento domani mattina a Ferrara, dove alle 14.30 si giocherà la semifinale d’andata di Coppa Italia con la Spal. Ampio il tournover previsto: gli squalificati Sgrigna e Amato potrebbero essere sostituiti da Iori e Benedetti. Fino a stasera i biglietti per la partita di Coppa sono disponibili al bar Stadio (prezzo 10 euro più due di prevendita). Intanto la Lega ha comunicato gli orari della 10. giornata di ritorno: Cittadella-Lumezzane si giocherà domenica 20 marzo alle 17.30.
Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Un lusso. Avere in rosa un giocatore del valore di Alessandro Sgrigna ed utilizzarlo con il contagocce è un “privilegio” che, se il Cittadella non viaggiasse così spedito, sconfinerebbe nello spreco. Fra i migliori della sfida di Coppa Italia di Lega Pro vinta a spese della Cremonese, il fantasista romano non ha scialacquato un pallone nel quarto d’ora che gli ha concesso Venturato domenica a Gorgonzola. «Dopo un infortunio come il mio (la lacerazione del tendine d’Achille, ndr), era nell’ordine delle cose che ci volesse un po’ di tempo per recuperare la condizione. Ma adesso sento di essere tornato quello di prima», ammette Sgrigna. E magari ora spera di giocare un po’ di più… «Pure questo è normale. Ma so anche che è difficile andare a toccare una squadra che sta andando così bene e in cui, a causa del problema che ho avuto, mi sono reinserito tardi». È un peccato non poterla rivedere in campo domani a Ferrara contro la Spal nella semifinale di Coppa, per via della squalificata rimediata dopo il “giallo” preso con la Cremonese. «Quell’ammonizione è stata quantomeno ridicola: avevo solo chiesto all’arbitro che venisse rispettata la distanza della barriera e lui ha punito me. Mi spiace molto, perché noi che in questa stagione abbiamo giocato soprattutto in Coppa viviamo ogni partita come se fosse una finale. Con la Spal, poi, sarà una bella sfida, visto che anche gli emiliani stanno dominando il loro girone». Nel vostro solo il Pordenone, reduce da 8 successi consecutivi, sembra poter tenere il passo. Lo incontrerete, però, soltanto il 17 aprile al Tombolato. E prima, il 3 aprile, ci sarà il derby con il Bassano, che si sta rilanciando. Sono quelli i due snodi fondamentali della stagione? «Ora pensiamo solamente all’impegno con l’Albinoleffe di sabato, che all’andata ci inflisse un 2-0 che ancora brucia, e alla successiva trasferta di Alessandria. Non lo dico per rifugiarmi dietro ad una frase fatta, ma perché ritengo che sia ancora presto per cominciare a fare calcoli». Ma si aspettava di ritrovarsi il Pordenone così in alto, dopo che l’avete battuto 3-1 al Bottecchia? «No, anche se ricordo che, prima di ritrovarsi sotto, ci ha messo in difficoltà e ha mostrato di saper giocare a calcio. Se è per questo, tuttavia, non immaginavo neppure che altre rivali accusassero distacchi come quelli attuali». Ad ogni sessione di mercato, compresa l’ultima a gennaio, il suo nome rimbalza fra quelli dei possibili partenti. È mai stato vicino a separarsi dal club? «Avessi voluto lasciare Cittadella, sarei andato via in estate e non a campionato in corso. Ma dopo un’annata balorda come quella passata, mi sentivo in obbligo di rimanere, per provare a tornare subito in B». Sin qui, quando ha giocato, l’abbiamo vista più spesso nei panni del regista che non in attacco. Si sta “evolvendo” per l’ultima parte della carriera? «No, preferisco il ruolo di trequartista, ma per esigenze tattiche mi sono adattato in mezzo al campo. Nel complesso non credo di essermi comportato male, tolto un errore in copertura contro il Sudtirol». Da “playmaker”, poi, tocca molti più palloni. «Sì, ma mi diverto di più in attacco. Ho ancora “gamba” per giocare a ridosso dell’area e non ho ancora la necessità di preservarmi dal punto di vista fisico. Però arretro senza problemi, perché prima di tutto c’è la squadra».
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Allenamento sul sintetico, ieri pomeriggio, per Iori e compagni, con il gruppo granata diviso in due: seduta defaticante per chi ha giocato contro la Giana, più intensa per gli altri. La buona notizia del giorno è data dal rientro a tempo pieno di Nicola Donazzan: il terzino sinistro, che a causa della pubalgia non gioca una partita ufficiale dal match con il Bassano dello scorso 22 novembre, potrebbe tornare fra i convocati in occasione della gara con la Spal di domani pomeriggio. Anche Andrea Paolucci migliora: ha svolto gran parte della seduta, saltando solo la partitella finale. Ad allenarsi con i “grandi” c’erano pure i Berretti Varnier, Fasolo, Zonta e Maniero, che possono sperare nella chiamata di Venturato per la sfida di Coppa. A tifare sugli spalti dello Stadio “Mazza” di Ferrara sarà presente anche una ventina di sostenitori granata, in partenza da Cittadella con mezzi propri.
Ore 11.20 – (Corriere del Veneto) Missione possibile: staccare la concorrenza, decollare in direzione serie B e magari fare pure un pensierino alla Coppa Italia. Perché d’accordo che l’obiettivo prioritario è e resta il ritorno in B, con avversari che annaspano squagliandosi come neve al sole, ma domani c’è pure la semifinale di Coppa Italia con la Spal. Due giri di giostra e poi, se arriverà il verdetto sperato, ci si giocherà tutto nella finalissima per un trofeo da apporre in bacheca con la grinta dei giorni migliori. Intanto Roberto Venturato, che ha sconfitto ogni scetticismo a suon di risultati eccellenti, si gode l’ennesima scommessa vinta: modificare il ruolo di un esterno come Schenetti, trasformato all’occorrenza in mezzala. Ripagato come se non bastasse con un altro gol decisivo come quello segnato alla Giana Erminio, già punita all’andata. «Si vede che è un avversario che mi porta bene – scherza il diretto interessato dopo il terzo gol della stagione – e devo dire che per un giocatore è il massimo quando si segnano gol che permettono alla squadra di portare a casa un risultato pieno. Quello di domenica era uno schema, lo proviamo spesso in allenamento con l’inserimento della mezzala che raccoglie il cross dal fondo. In questo caso è andata bene, in una domenica in cui avevamo avuto qualche difficoltà». Il resto lo ha fatto Enrico Alfonso, ancora una volta decisivo e attento tra i pali, come accaduto nel derby con il Padova. Oggi, intanto, andrà in scena l’ultima rifinitura in vista dell’andata di Coppa a Ferrara. Ci sarà turnover ma qualche titolare (anche se a Venturato il termine non piace) potrebbe anche essere impiegato ugualmente, nonostante le fatiche di campionato. E intanto la Lega ha diramato gli orari di un’altra giornata. Contro il Lumezzane si giocherà domenica 20 marzo alle ore 17,30.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Il Padova targato Bepi Pillon è molto diverso da quello visto all’opera nella prima parte di stagione. Cosa è cambiato? «Siamo una squadra più compatta che difende con ordine e infatti prendiamo pochi gol». Qualcosa va invece migliorato nella fase d’attacco, come ha sottolineato anche lo stesso Pillon. «Sono d’accordo. Metabolizzata la fase difensiva, dobbiamo metterci indubbiamente qualcosa in più nel gioco offensivo, forse essere anche un po’ meno preoccupati ad esporsi per fare male all’avversario. Anche con il Renate non abbiamo creato molto, a parte l’eurogol di Altinier e l’episodio del rigore. Dobbiamo creare più opportunità, fermo restando che è una questione di squadra e non di reparto». Un flash sul suo futuro: contratto in scadenza a fine giugno, ha già iniziato a pensare se continuare anche l’anno prossimo? «Per come mi sono calato in questo recupero al ginocchio – conclude Cunico – ho ancora tanta voglia di fare bene, poi a fine stagione vedremo con la società se avrà qualcosa da dirmi».
Ore 10.40 – (Gazzettino) «Abbiamo perso solo una partita in più del Cittadella che guida la classifica e se incastriamo un filotto di due-tre vittorie possiamo andare a riprendere le squadre che ci precedono. Si può fare, basta guardare anche al Pordenone: alla fine del girone d’andata aveva un punto in più di noi, e adesso è lassù. Dobbiamo provarci sempre, questo è lo spirito che dobbiamo tenere nelle ultime dieci partite». Tornando a lei, la stagione scorsa è stato un trascinatore della squadra anche in termini di gol, andando in doppia cifra, nell’attuale campionato invece è ancora a secco. Una cosa insolita. «Vero, non mi è mai capitato di non segnare in una stagione e sarebbe tardi iniziare proprio adesso (ride, ndr). Spero di farne almeno uno, magari bello e importante che valga doppio, anche se in questo momento il mio pensiero principale è quello di continuare a lavorare per rientrare in fretta e poter dare una mano alla squadra per queste ultime partite. Non voglio che sia un finale di campionato anonimo per noi, ma che ci sia sempre l’obiettivo di provare a riprendere le squadre che ci sono davanti».
Ore 10.30 – (Gazzettino) Il Padova potrà contare anche su Marco Cunico per il rush finale di stagione. A tre settimane esatte dall’intervento al menisco, il rientro del capitano biancoscudato è ormai dietro all’angolo. Un recupero lampo il suo, tanto da avere ripreso già a correre la settimana scorsa alla Guizza. E la voglia di tornare è così tanta che si è allenato anche domenica e ieri, giornate dedicate al riposo per il resto dei compagni. «Sono in anticipo sui tempi di recupero e il ginocchio finora ha risposto bene. Questa settimana conto di aggiungere qualche esercitazione in più per ritrovare confidenza con i ritmi e la palla. Confido di tornare a fare tutto con il gruppo da martedì prossimo per essere a disposizione con il Pavia». Anche se in questo periodo non è potuto scendere in campo, Cunico è stato sempre al fianco della squadra. «Mi è mancata la quotidianità degli allenamenti e dello spogliatoio, nonché il confronto con i compagni. Li ho sempre seguiti in occasione delle partite e devo dire che siamo una squadra tosta, difficile da battere».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Dopo avere staccato la spina per due giorni, i biancoscudati si ritrovano oggi pomeriggio alla Guizza per riprendere la preparazione in vista della trasferta di domenica con il Mantova. Partita nella quale Bepi Pillon potrà contare sul rientro dalla squalifica di Diniz, che resta però in diffida. Della comitiva biancoscudata in terra mantovana dovrebbe fare parte anche Petkovic: il portiere tornerà ad allenarsi proprio oggi dopo avere effettuato un ciclo di terapie in Serbia per curare l’acciacco alla coscia destra che si è procurato nel finale di partita con il Feralpi Salò. LEGA. Ieri il presidente Giuseppe Bergamin e il socio Massimo Poliero hanno rappresentato il Padova nella riunione di Firenze. Si è parlato di controlli gestionali delle società e di un possibile nuovo format per la prossima stagione. Nel prossimo incontro entro fine marzo saranno prese le decisioni in propositivo. La Lega ha anche comunicato date e orari della 10. giornata di ritorno: Pordenone-Padova si giocherà sabato 19 marzo alle 17.30.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Una situazione abbastanza paradossale, visto che anche dalla piazza più volte, nelle ultime settimane, era giunto l’invito a valutare il recupero del giocatore, uno tra i migliori e più apprezzati nella prima parte della stagione. Ma tant’è: nelle ultime settimane De Poli deve aver portato avanti questa trattativa sotto traccia, conscio del fatto di avere ancora in lista un posto libero. La sopraggiunta “redenzione” di Bucolo, quindi, potrebbe essere arrivata troppo tardi: una rescissione contrattuale, se il siciliano dovesse davvero rimanere escluso fino a giugno dall’elenco dei giocatori utilizzabili in Lega Pro, non sarebbe certo un’ipotesi impossibile. Oggi alla Guizza. In attesa di capire come evolverà questa doppia situazione parallela, oggi alle 15 è fissata la ripresa degli allenamenti della prima squadra alla Guizza. Dopo i due giorni di riposo concessi ai biancoscudati in seguito alla vittoria sul Renate, Pillon comincerà a lavorare in vista della trasferta di domenica (ore 15) al “Martelli” di Mantova. Con il recupero di Diniz il tecnico avrà tutti a disposizione, eccetto Petkovic, Niccolini e Cunico. In casa virgiliana il grande assente sarà invece Francesco Ruopolo, che domani si opererà al ginocchio.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Non si tratta, però, di Alexander Kolev, nato invece nel 1992, che nella prima metà di stagione ha giocato con i bulgari del Botev Blovdiv, e che per tutto gennaio era stato inseguito da De Poli: il Padova aveva cercato – invano – di portarlo in Italia, mentre dalla Polonia era forte l’interesse anche dello Jagiellonia Byalistok, squadra nota negli ambienti biancoscudati, visto che tre anni fa aveva venduto all’allora diesse Fabrizio Salvadori il polacco Thiago Cionek. Da allora, di Kolev si sono perse le tracce: all’inizio di gennaio ha svolto qualche allenamento in Belgio, con l’ASV Geel, ma poi non è stato tesserato. Quando giungerà alla Guizza, per essere visionato da mister Pillon e, in prima persona, dalla società biancoscudata, questo misterioso attaccante, del quale non si conosce nemmeno la nazionalità? Domani, con ogni probabilità, ma non è da escludere che già nelle prossime ore possano fioccare le sorprese. Paradosso. Se il Padova dovesse convincersi delle sue qualità, e decidere di inserirlo in rosa, viene da sé che Bucolo si troverebbe con le spalle al muro. Dopo essersi riguadagnato non senza difficoltà la fiducia di Pillon – «Si sta comportando bene», aveva detto il tecnico solo venerdì scorso – il centrocampista rischierebbe comunque di rimanere ai margini
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Tra Bucolo e il Padova c’è… un misterioso attaccante. Sono ore decisive per il futuro del centrocampista catanese: oggi, alla ripresa degli allenamenti, Bepi Pillon spiegherà la sua posizione al direttore sportivo Fabrizio De Poli, e, stando alle dichiarazioni della scorsa settimana, pare proprio che il tecnico trevigiano comunicherà alla società il suo benestare al reintegro in rosa del mediano arrivato al Padova la scorsa estate, che era stato escluso dalla “lista” dei 24 dopo il battibecco con il mister avvenuto a metà gennaio. Nonostante sembri pronto a cadere, quindi, il primo e principale impedimento al reinserimento di Bucolo (ovvero il “niet” dell’allenatore, che sino a pochi giorni fa era stato categorico), non è detto che questi possa occupare l’ultimo posto libero nella lista-campionato. Sullo sfondo, infatti, ci sarebbe un’ulteriore alternativa. Volto nuovo. La società, infatti, starebbe pensando di valutare molto attentamente l’innesto di un attaccante straniero, segnalato in arrivo nelle prossime ore. Si tratta di una punta, sembra del 1995, attualmente svincolata, e quindi libera di mettersi all’opera facendosi valutare dal Padova in un classico periodo “di prova”.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Ecco il programma della 10ª giornata di ritorno (27ª complessiva) del girone A: sabato 19 marzo, ore 14 Sudtirol-Giana Erminio; ore 15 Cuneo-Reggiana; ore 17.30 Cremonese-Pro Piacenza e Pordenone-Padova; ore 20.30 Feralpisalò-Albinoleffe; domenica 20 marzo, ore 15 Mantova-Bassano, Pavia-Renate e Pro Patria-Alessandria; ore 17.30 Cittadella-Lumezzane. Ieri, intanto, si è svolta a Firenze la riunione fra il presidente di Lega Pro, Gabriele Gravina, e i rappresentanti delle società iscritte ai tre gironi. Al termine è stato presentato il format innovativo del campionato 2016/17. «La formula prevede: promosse in B le prime di ciascun girone, come adesso», ha spiegato Gravina, «mentre sarebbero ammesse alla fase eliminatoria su base nazionale le seconde più la vincente della Coppa Italia. Le squadre dal 3º al 10º posto di ciascun girone si sfiderebbero tra loro in partite secche. Agli ottavi andrebbero 16 squadre e le 8 promosse si giocherebbero l’ultimo posto utile per salire fra i cadetti in una Final Eight».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Il centrocampista siciliano, come già emerso durante la scorsa settimana, verrà quasi certamente reinserito nella lista dei 24 giocatori consegnata alla Lega Pro. «Per quanto ci riguarda — spiega il direttore sportivo Fabrizio De Poli — abbiamo la facoltà di comunicare qualsiasi variazione nella lista alla Lega Pro il giorno prima della partita. Ora parlerò con Pillon e prenderemo una decisione in merito a Bucolo». Decisivo il comportamento positivo del centrocampista siciliano nelle ultime settimane e il faccia a faccia fra i due andato in scena giovedì scorso, nel quale l’allenatore gli aveva fatto intendere che la sua volontà sarebbe stata quella di rimetterlo in pista dopo un mese di «esilio» forzato. Bucolo è stato perdonato e tornerà ad essere un’importante arma a disposizione di Pillon a partire in vista della trasferta di Mantova di domenica. Partita spartiacque, come l’ha definita il presidente Giuseppe Bergamin, sulla strada dei playoff: «Andiamo avanti di settimana in settimana — chiude De Poli — e non è retorica. Cercheremo di fare più punti possibile, magari lanciando qualcuno dei nostri giovani nel finale di stagione. Può accadere di tutto, anche le squadre migliori sono inciampate nella classica buccia di banana». Insomma, il traguardo dei playoff resta lì, vicino ma non troppo ma abbastanza per tenere alta la tensione. Nel frattempo la Lega ha comunicato che Pordenone-Padova, valevole per la decima giornata di ritorno, verrà disputata allo stadio Bottecchia sabato 19 marzo alle 17,30.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Alla fine, a ben guardare, è il solito limbo. Un passo falso con una big (il Cittadella) e una vittoria di misura, per quanto importante, su una pericolante (il Renate). Il Padova per adesso è questo, ma a Giuseppe Pillon si può rimproverare ben poco. La società non gli aveva e non gli ha chiesto tuttora i playoff ma a volerli è proprio lui, il «Baffo di Preganziol», che non si è ancora arreso alla sentenza che il campionato deve emettere. Difficile, non certo per una classifica che ancora potrebbe migliorare non poco: non è lontano il quarto posto che, è bene ricordarlo, non garantisce gli spareggi promozione perché bisognerà verificare il rendimento delle pari grado degli altri due gironi. È l’andamento stagionale a far propendere per la bocciatura biancoscudata in chiave promozione o comunque playoff. Perché, tra chi sta sopra, soltanto il Feralpisalò ha pagato dazio contro il Padova, per il resto i successi sono arrivati tutti contro le squadre che al momento sono in una posizione di classifica meno favorevole rispetto ai biancoscudati. Vorrà pur dire qualcosa, se è vero che anche le virgole in campionati simili fanno la differenza. Per tentare una rimonta che, sino a questo momento, non è suffragata proprio da questi aspetti tutt’altro che trascurabili, da oggi Pillon dovrebbe avere nuovamente a sua disposizione anche Rosario Bucolo.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 53, Pordenone 46, Bassano 43, FeralpiSalò 41, Alessandria 40, Pavia 39, Reggiana 37, Padova 35, Cremonese e SudTirol 34, Cuneo 28, Giana Erminio 27, Lumezzane 26, Pro Piacenza e Renate 25, Mantova 22, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventiquattresima giornata: Cuneo-Pro Patria 2-1 (Chinellato (Cn) al 24′ pt e al 22′ st, Montini (Pp) al 30′ st), Padova-Renate 1-0 (Altinier (Pd) al 46′ pt), Alessandria-Bassano 1-2 (Stevanin (Ba) al 8′ pt, Mezavilla (Al) al 11′ pt, Candido (Ba) al 37′ st), Pro Piacenza-Pavia 1-2 (Ferretti (Pv) al 31′ pt, Orlando (Pp) al 42′ pt, Cesarini (Pv) al 36′ st), Reggiana-FeralpiSalò 3-0 (Spanò (Re) al 14′ pt e al 21′ pt, Siega (Re) al 23′ pt). SudTirol-Pordenone 1-3 (Strizzolo (Pn) al 32′ pt, Cattaneo (Pn) al 45′ pt, Strizzolo (Pn) al 13′ st, Spagnolli (St) al 33′ st), Giana Erminio-Cittadella 0-1 (Schenetti (Ci) al 32′ st), Lumezzane-Mantova 3-2 (Rapisarda (Lu) al 5′ pt, Sarao (Lu) al 14′ st, Gonzi (Mn) al 22′ st, Marchi (Mn) al 36′ st, Varas (Lu) al 43′ st), AlbinoLeffe-Cremonese 0-1 (Sansovini (Cr) al 6′ st).
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E’ successo, 29 febbraio: secondo giorno di riposo per i Biancoscudati dopo la vittoria sul Renate