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Ore 20.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Post partita di rammarico per Pasquale Marino. Il tecnico del Vicenza analizza la sconfitta di Crotone, guardando all’imminente match-salvezza di martedì al «Menti» contro la Pro Vercelli. «Abbiamo sbagliato qualcosa nel fraseggio e perso qualche pallone, facendo nascere da queste situazioni i pericoli – spiega- La squadra non molla, non era facile fare risultato, abbiamo avuto le palle-gol per pareggiare, peccato sia andata così. Se chiudevamo la prima frazione sul pari, poteva uscire un altro risultato, loro non avrebbero tenuto ritmi alti anche nella ripresa. Dobbiamo darci una mossa, la classifica non è bella, in casa abbiamo lasciato tanti punti, per noi la partita con la Pro Vercelli diventa una finale scudetto. Anche Laverone evidenzia gli errori: «Ricci ha fatto un gran gol, ma noi al solito paghiamo un nostro sbaglio. Ci sta di soffrire contro la seconda della classe. Un momento di difficoltà, dobbiamo reagire». Amareggiato Brighenti: «Il rammarico è aver subito troppo nel primo tempo. In una partita così gli episodi fanno la differenza».
Ore 20.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Una magia allo scadere del primo tempo e un rigore in pieno recupero lanciano il Crotone verso la Serie A e affondano il Vicenza nei piani bassi della serie cadetta. Brutto stop per la formazione berica che, ieri pomeriggio, ha perso 2-0 all’«Ezio Scida». Con questa sconfitta salgono a sei le giornate senza vittoria per i veneti, sempre più invischiati nella lotta per non retrocedere. La classifica resta deficitaria dopo 28 giornate: quintultimo posto in piena zona playout. Peccato, perché in Calabria, Brighenti e compagni hanno giocato alla pari con la vice-capolista per buona parte del match. Le scelte di Marino sono condizionate dai tanti infortuni: spazio quindi ad Adejo al centro della difesa al suo esordio stagionale. Dopo la sconfitta del Cagliari venerdì a Cesena, il Crotone fiuta l’occasione di avvicinarsi ai sardi e approccia al match in maniera aggressiva. Per i primi dieci minuti il Vicenza soffre l’irruenza dei padroni di casa che, in tre momenti, si affacciano dalle parti di Vigorito. Tra gli ospiti le occasioni vengono da Giacomelli che prova un tiro-cross su cui è bravo Cordaz coi pugni e da Vita il cui destro dal limite termina di poco alto. Dopo le sfuriate iniziali la gara si addormenta per una buona mezzora. Marino è costretto subito a un cambio, mandando in campo Bellomo al posto di Vita infortunato. Sul finale di primo tempo il Crotone alza la pressione, sfiora il vantaggio con un colpo di testa ravvicinato di Budmir, poi passa complice una clamorosa ingenuità ospite in fase di impostazione. Lampo di Ricci che recupera palla a centrocampo beffando Signori, progressione al limite dell’area con la difesa biancorossa scoperta e bolide di sinistro che si insacca sotto la traversa. Nella ripresa il Vicenza ha subito l’occasione per pareggiare con Bellomo che fallisce in maniera clamorosa un rigore in movimento mettendo alto. Dall’altra parte Ferrari si esibisce in uno «scorpione» sotto-porta che si alza sopra la traversa ciccando in contemporanea il raddoppio e l’occasione di firmare il gol dell’anno. I biancorossi traballano, Marino si gioca la carta Ebagua, ma sono poche le azioni costruite per recuperare un partita che scivola senza acuti sino al terzo di recupero quando Brighenti stende Budmir che trasforma il rigore prima del triplice fischio. Urge ripartire, già da martedì quando nel turno infrasettimanale al «Menti» arriva la Pro Vercelli quartultima a -1 dal Vicenza.
Ore 19.40 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 53, Pordenone 46, Bassano 43, FeralpiSalò 41, Alessandria 40, Pavia 39, Reggiana 37, Padova 35, Cremonese e SudTirol 34, Cuneo 28, Giana Erminio 27, Lumezzane 26, Pro Piacenza e Renate 25, Mantova 22, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).
Ore 19.30 – Lega Pro girone A, fischio finale: AlbinoLeffe-Cremonese 0-1.
Ore 19.10 – (La Provincia Pavese) «Sicuramente questa è una vittoria che può essere importante per il futuro, ma non sono assolutamente contento della nostra prestazione. Non era facile giocare su questo terreno e in queste condizioni,però potevamo far meglio». Fabio Brini si presenta in sala stampa nel dopo partita e non nasconde le evidenti difficoltà avute dalla sua squadra nella gara contro il Pro Piacenza. «Per questo nel secondo tempo abbiamo cercato di giocare in altra maniera per cercare di metterli in difficoltà creando occasioni sulle fasce – spiega il tecnico del Pavia – per questo si è concesso qualcosa di più in mezzo al campo, ma dovevamo rischiare perché nel primo tempo sugli esterni non riuscivamo a chiudere nei tempi giusti e faticavamo a contenerli». Cesarini uomo-partita fuori inizialmente in panchina per scelta o gestione tecnica, visto che arrivava da un momento in cui la condizione fisica era precaria per i fastidi al ginocchio? «Ha dei piccoli problemi come altri suoi compagni e bisogna fare scelte per preservarli – risponde mister Brini – arriveranno partite importanti e saranno attori anche questi giocatori, e potranno farlo essendo decisivi partendo dalla panchina, come ha fatto stavolta Cesarini. Dovranno trovare condizione penso a elementi come Kladrusby, Grillo e Cristini. Hanno bisogno di minutaggio, però ci sono in campo altri elementi che stanno facendo bene anche sacrificandosi per la squadra, come oggi hanno fatto Ferretti e Sforzini». Un’altra buona notizia è aver accorciato sulla zona play off, oggi distante solo due punti ? «Non guardo a queste cose, come sapete, e lo sanno anche i miei giocatori – ribadisce l’allenatore del Pavia – a me interessa da adesso guardare solo al nostro prossimo impegno (domenica al Fortunati con la Giana Erminio, ndr). I conti si faranno alla fine. L’importante è affrontare con la stessa determinazione e convinzione che abbiamo avuto a Cittadella anche le altre avversarie». Visibilmente deluso, sul fronte opposto, è William Viali che incassa un’altra sconfitta. «Non so che dire, dopo partite come queste, nella quale nonostante la buona prestazione usciamo dal campo senza punti – dichiara il tecnico del Pro Piacenza – dobbiamo fare un salto di qualità, non basta ricevere i complimenti dai nostri avversari che però non ci portano niente. Da gennaio siamo migliorati molto nelle prestazioni contro qualsiasi avversario, ma se alla fine non si raccoglie nulla vuol dire che qualcosa non va. Partendo dal sottoscritto, dobbiamo capire come invertire questo trend. Indecisioni del nostro portiere sui due gol? Sinceramente dalla panchina non ho visto bene, specialmente sul gol di Cesarini ero lontano. Rivedrò le immagini».
Ore 18.50 – (La Provincia Pavese) E quando non basta Ferretti c’è Cesarini. E’ merito delle loro due reti se il Pavia si ripropone prepotentemente in zona play off, grazie anche ai tonfi di Feralpi e Alessandria. E meno male che ci sono i gemelli del gol (finora sono venti in due) a trasformare in oro una prestazione mediocre contro un avversario come il Pro Piacenza che lotta in zona play out. D’altronde ormai tocca farci il callo: il bel gioco del Pavia forse non si vedrà mai, ma i bei risultati, quelli sì che possono arrivare. Come ieri. Le luci che a metà tempo si smorzano in un Garilli vuoto in maniera desolante, e battuto da una pioggia insistente, sono l’immagine dei primi 45’ spenti del Pavia, illuminati come al solito da un Ferretti che però stavolta non basta a mettere a posto le cose. Il suo colpo di testa vincente al 31’ in area piccola, su ottimo cross di Foglio (ma complice Fumagalli che nemmeno accenna l’uscita), viene annullato da quello di potenza di Orlando, che undici minuti dopo ristabilisce la parità, (anche in questo caso con qualche responsabilità della difesa che non chiude sul centravanti del Pro Piacenza). Il Pavia – visti anche gli scontri diretti sugli altri campi – ha la possibilità di accorciare ancora di più la distanza dalla zona play off. E però paradossalmente a fare la partita è il Pro Piacenza, nonostante la qualità della rosa decisamente inferiore a quella del Pavia che schiera lo stesso tridente della gara contro l’Albinoleffe, lasciando di nuovo in panchina Cesarini (al suo posto Manconi), che si era allenato regolarmente per tutta la settimana. Tra i padroni di casa funziona bene soprattutto la catena di destra, con una menzione particolare per l’ex Cardin che fa un partitone, e la collaborazione di Aspas che produce il cross sul quale il Pro pareggia. Prima del vantaggio azzurro, al 25’, proprio Cardin aveva pilotato un traversone sulla testa di Orlando, che aveva costretto Facchin al grande intervento. Per rispondere all’occasione dei rossoneri c’era voluto un inusuale ma coraggioso gran sinistro al volo di Ghiringhelli, parato in due tempi da Fumagalli. Brini prova ad aggiustare le cose passando al 4-4-2 nella ripresa, ma anche quando il campo è ormai un pantano è sempre il Pro Piacenza a fare la gara. Cosa che il Pavia rinuncia a tentare, limitandosi ad aspettare per ripartire. Un flipper in area azzurra al 9’, su corner, con tocco di Bini che trova l’opposizione di Malomo rischia di far capitolare la difesa azzurra. Poi su un pasticcio nell’area opposta è il Pro Piacenza a correre un grande pericolo: Ferretti scarica a rete un rinvio sbilenco e Fumagalli ci mette una pezza. Cardin è di nuovo insidioso con un tiro cross in diagonale sul quale Facchin anticipa Orlando, e poi Carrus con una gran sinistro dalla distanza sfiora la traversa. Brini si gioca i tre cambi nel giro di qualche minuto e la mossa funziona. Non sotto l’aspetto del gioco, quanto perché i tre subentrati sono i protagonisti dell’azione che al 37’ vale un inaspettato successo, praticamente sull’unica sortita azzurra: da Marchi ad Azzi, che brucia la fascia e centra per il colpo di testa di Cesarini.Negli ultimi minuti la rabbia del Pro Piacenza si ferma contro il muro azzurro e tra le pozzanghere del Garilli. Ora i play off sono soltanto a meno due, e le prossime gare tutt’altro che proibitive: sarà brutto, ma il Pavia può prendere una bella rincorsa per lo scatto finale.
Ore 18.20 – Lega Pro girone A, fine primo tempo: AlbinoLeffe-Cremonese 0-0.
Ore 18.00 – (Gazzetta di Reggio) Dario Maltese è stato uno dei migliori, se non il migliore dei granata nonostante non sia entrato nel tabellino come marcatore. Tuttavia ha messo lo zampino sul secondo gol di Spanò e si è reso pericoloso più volte con assist, cross e tiri dalla distanza. Una delle migliori prestazioni da quando gioca mezzala. «Regista o mezzala? Non lo so nemmeno io. All’inizio mi ero abituato a giocare da regista – spiega il palermitano – ma mi serviva tempo per adattarmi al ruolo di interno». Maltese analizza la vittoria così: «Siamo stati bravi ad attendere l’avversario e altrettanto a ripartire ed essere incisivi nell’attaccare l’area della Feralpi- Il cross per il raddoppio di Spanò? Per la verità quei palloni sono per Rachid (Arma, ndc) e per Mogos che attacca il secondo palo. Però ci è arrivato Ale e va bene lo stesso». La Reggiana è arrivata alla vittoria dopo una settimana pesante da un punto di vista psicologico. «Ci siamo rimasti male anche noi, a Meda e volevamo vincere a tutti i costi per la classifica e per noi. Finalmente è arrivata la vittoria e ora siamo più fiduciosi per il resto del campionato che non è assolutamente finito. Pazienza? E’ un giocatore di esperienza, parla molto e ti aiuta in campo. E’ fondamentale. Il mio tiro nel finale? Peccato, vorrei tanto andare anche io ad esultare sotto la curva». NICHOLAS SIEGA. Autore del definitivo 3-0 è giunto al sesto centro stagionale. «Dicono che sono un terzino? Beh, il mio ruolo sarebbe un po’ più avanti ma mi adeguo alle scelte del mister e dove mi mettono provo a dare sempre il massimo». Dopo il ko col Renate, con quale testa la Reggiana affrontava una gara così delicata? «Devo essere sincero, queste partite con le formazioni di vertice ci esaltano, mentre andiamo in difficoltà con quelle che si chiudono. Abbiamo indirizzato la partita fin dai primi minuti per meriti nostri e per demeriti della Feralpi. Questa partita rappresentava una specie di rivincita dopo la brutta prestazione di sabato scorso. Sin dai primi minuti si è visto: volevamo bene». Il gol del 3-0 è una pregevole azione personale: »Il difensore ha temporeggiato e ho pensato di poter tirare in porta – conclude l’esterno – ora dobbiamo continuare su questa strada, anche se la classifica è quella che è».
Ore 17.40 – (Gazzetta di Reggio) «Dopo una settimana tormentata serviva proprio una chiara vittoria. Tutto merito della squadra che ha reagito con orgoglio ed ha offerto una ottima prova in fase difensiva cogliendo al meglio anche le occasioni da gol. Ancora una volta – ci tengo a sottolinearlo – gli episodi sono stati fondamentali». Prima di presentarsi in sala stampa Alberto Colombo si è fatto una bella doccia calda : sia per riprendersi dal gelo della serata che per gustare sino in fondo la gioia del tre a zero contro una delle compagini che primeggiano in graduatoria. Il trainer granata ha avuto così anche il tempo per ripensare a ciò che ha sentito dire nei giorni appena trascorsi ed allora esordisce lodando i suoi ragazzi ma spiegando anche le ragioni di qualche giornata storta e di qualche commento amaro. « Sapevo che la a loro è una formazione da prendere con le pinze perché sa lavorare bene negli spazi e se le si lascia strada finisci che le buschi. Per questo ho chiesto ai ragazzi di stare un po’ bassi per guadagnare campo in profondità. Poi è arrivato il primo gol che ci ha spianato la strada e poco dopo sono arrivate le atre due reti. Fortuna e bravura hanno incanalato immediatamente l’esito della partita». «E’ andata in modo decisamente diverso da quanto accaduto nelle altre partite giocate negli ultimi tempi». Colombo poi passa ad analizzare le prove dei singoli e si sofferma in particolare su due atleti che hanno toccato decine di palloni. «Il rientro di Parola ha regalato maggior sicurezza alla difesa – precisa il trainer granata – ed anche l’asse centrale ne ha tratto beneficio. Pazienza, inoltre, ha saputo leggere le diverse situazioni dando ordine alla manovra. Il calcio si gioca con i piedi ma anche con le parole e lui ha saputo dettare i tempi giusti al centrocampo. In Lega Pro in effetti si corre molto ma a volte serve di più un suggerimento». Non manca poi una lode al soldatino Nicholas Siega che, gli fanno notare, chiede ogni volta di poter scendere in campo ma poi sa ripagare la fiducia che gli viene accordata. «Potete ben vedere – conclude Colombo con un sorriso – che anch’io ho fiducia in lui e per questo lo faccio giocare sempre». Ricominciamo allora a guardare alla classifica ed a chi viaggia nelle prime fila? «Noi ci siamo – conclude il mister – ed a fine stagione mancano ancora dieci partite, il cammino è molto lungo». IL TECNICO OSPITE. Aimo Diana, allenatore dei gardesani, è comprensibilmente meno allegro ma anche lui sceglie di indicare nei singoli episodi la chiave della partita. «Siamo entrati in campo disattenti – afferma – e siamo stati subito puniti. Non ho capito bene dove abbiamo brillato in disattenzione per cui fatico a dare un giudizio alla nostra prestazione. Brava però la Reggiana ad approfittarne. Noi ci faremo un esame di coscienza e chiedo scusa alla società ed ai nostri tifosi». Poi la lode ai granata: «Una scoppola simile non ci era mai capitata. E meno male che alla fine abbiamo evitato di subire una autentica goleada perché, se continuavamo come all’inizio non so come poteva finire questa partita».
Ore 17.20 – (Gazzetta di Reggio) Tre punti per continuare a sperare nell’aggancio alla zona playoff. Una bella prova d’orgoglio dopo il brutto ko di Meda che aveva inevitabilmente spento gli entusiasmi di tutto l’ambiente. La Reggiana vista ieri al Città del Tricolore, nel freddo e sotto la pioggia, è decisamente quella che non ti aspetti. Dopo le prove incolori contro il Renate e il Mantova la squadra di Colombo ha sfoderato una sicurezza e una continuità nell’arco dei 90’ che non si vedevano da tempo. A farne le spese è stata una delle corazzate del campionato, il Feralpisalò di cui la Reggiana è decisamente la bestia nera. All’andata e al ritorno la partita è finita con lo stesso risultato: un rotondo 3-0 maturato in entrambi i casi nel primo tempo. Sulle rive del Garda c’erano voluti 26’ per chiudere la pratica, ieri il risultato è stato fissato al 24’. Chi giudicasse i bresciani dallo spettacolo offerto nelle due gare con i granata penserebbe a una squadra da bassa classifica. Ma il Feralpisalò è arrivato a Reggio forte della terza posizione, il miglior attacco e il miglior rendimento esterno del campionato. La partita di ieri si è incanalata bene per i granata già nei primi minuti (all’andata nei primi secondi). Al 14’ Spanò, ormai un bomber aggiunto, ha deviato sotto misura un pallone colpito di testa da Arma sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Un episodio che ha spianato la strada alla Reggiana, che ha avuto il merito però di continuare ad attaccare. Se in altre gare si era vista una squadra dai due volti, ieri c’è stato solo un monologo granata, nel primo come nel secondo tempo. Spanò ha raddoppiato di testa al 21’, siglando il suo quinto gol in campionato, con il portiere che ha parato ma si è portato la palla dentro la porta. Poi è arrivato il 3-0 di Siega, che dopo un bello scambio con Maltese, si è involato sulla sinistra verso la porta e da posizione abbastanza defilata ha fatto secco il portiere Caglioni. Quando si parla del numero 11, al suo sesto centro stagionale, si rischia di essere monotoni: segna in tutti i modi, corre, copre in ogni zona del campo. Inoltre non si segnala mai per un comportamento sopra le righe, dentro e fuori il campo. La partita di ieri conferma anche il grande stato di forma di Maltese, decisamente padrone del centrocampo. Il ritorno di Parola al centro della difesa ha ridato al gruppo un pizzico di personalità in più. Letizia è già un beniamino del pubblico: è molto dinamico, tira, scarta e non si risparmia. Quando è uscito al 27’ della ripresa la curva lo ha applaudito, come del resto ha fatto anche quando sono entrati Danza ed ha esordito il giovane Mecca. Dopo ieri il quarto posto dista quattro lunghezze. Ma guai fare calcoli. Bisogna solo pensare alla Cremonese.
Ore 16.50 – Lega Pro girone A, fischi finali: Giana Erminio-Cittadella 0-1, Lumezzane-Mantova 3-2.
Ore 16.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Altro che salvezza e obiettivi ridimensionati. Magari Simone Iocolano sarà pure convinto di aver fatto la scelta giusta lasciando il Bassano a gennaio per passare alla concorrenza. Certo è che, da quando è arrivato, l’ex capitano giallorosso ha incassato tante delusioni e pochissime soddisfazioni. L’ultimo sgarbo è quello della sua ex squadra, capace di espugnare il «Moccagatta» per 2-1 e di scavalcare in un colpo solo l’Alessandria e la Feralpisalò battuta dalla Reggiana. Il Pordenone è avanti di un solo punto, se si eccettua il Cittadella che in questa Lega Pro pare fare corsa a sé, la volata per il secondo posto è più che mai aperta. Si gioca in un clima da tregenda: freddo, pioggia e vento gelido. L’Alessandria parte forte e un sinistro giro di Marras al 5’ finisce a lato di poco. Tre minuti dopo passa il Bassano: angolo di Candido, grande inserimento di Stevanin che buca Vannucchi. La risposta dell’Alessandria, però, arriva tre minuti dopo: calcio d’angolo battuto da Vitofrancesco e colpo di testa poderoso di Mezavilla che firma l’1-1. L’Alessandria insiste con Bocalon e poi Nicco, ma Rossi risponde sempre presente. La migliore chance è per Proietti che, al 27’, costringe Vannucchi a un super intervento. Al 37’ si vede pure l’ex Iocolano che trova sulla sua strada un ottimo Rossi, bravo a bloccare a terra. Al 41’ Rossi è nuovamente eccellente, reattivo in tuffo su un diagonale di Marras. La ripresa comincia con un cambio per Sottili che inserisce Martinelli per Barison. La partita corre sul filo dell’equilibrio, anche se i portieri non sono molto sollecitati. Poi all’improvviso il Bassano passa: il cronometro segna il 37’, un’incertezza di Terigi innesca un contropiede dei giallorossi, concluso in maniera superba da Candido, che firma il 2-1. È il colpo del ko, anche perché la reazione dell’Alessandria è poca roba: da segnalare solo una conclusione «monca» di Marconi e un tentativo di Sperotto che, però, non fanno neppure il solletico all’attentissimo Rossi.
Ore 16.00 – Lega Pro girone A, fischio finale: SudTirol-Pordenone 1-3.
Ore 15.50 – Lega Pro girone A, fine primi tempi: Giana Erminio-Cittadella 0-0, Lumezzane-Mantova 1-0.
Ore 15.30 – (Gazzettino) L’Este ha messo le quattro frecce nel momento più delicato della stagione. I giallorossi non vanno oltre il pareggio nella trasferta di Pedavena, gettando al vento un’altra buona occasione per scalare ulteriormente la classifica. La squadra di Pagan tentenna nel primo tempo, poi piazza la zampata e ancora una volta dimostra non saper gestire un vantaggio troppo ravvicinato. I ragazzi di Lauria, dal canto loro, ci mettono tutto l’impegno che serve e portano a casa un bel punto. Ne esce un match piacevole solo a tratti, infarcito di errori sottorete e di occasioni sfumate. Gli ospiti partono molto contratti e si sbloccano nel miglior momento dell’Union: al 20′ Rosina sfodera uno dei suoi soliti cross con il contagiri e Caporali batte tutti sul tempo, inzuccando in rete. La risposta del Ripa sta tutta in una punizione di Santi che alla mezz’ora sfiora il montante. A questo punto torna in cattedra la formazione padovana, che costruisce un’occasione facile facile per il bomber Mastroianni. Ferrara approfitta di un errore avversario sulla mediana e si invola verso l’area avversaria, dove lo aspetta l’attaccante. Il tocco sembra facile, invece Mastro-gol cerca il piattone e angola troppo il tiro da pochi metri. La prima frazione di gioco si chiude con l’espulsione di Santi, che rifila una gomitata a un difensore ospite e viene mandato anzitempo negli spogliatoi dal direttore di gara. La ripresa si apre con i padroni di casa molto più pimpanti, nonostante l’uomo in meno, con i giallorossi sembrano patire il ritorno degli avversari. Gjoshi ha la palla buona ma la spara fra le braccia di Lorello da due passi. Al quarto d’ora Ferrara decide di fare tutto da solo, ma si incarta al momento del tiro a botta sicura. Al 32′ Marcandella tira giù in area Dall’Ara e l’arbitro decreta il penalty: dagli undici metri Lorello ipnotizza Madiotto, ma sul corner che ne consegue Savi piazza la zampata che chiude il match.
Ore 15.10 – (Mattino di Padova) Pareggio molto pesante quello ottenuto dall’Union al Boscherai di Pedavena contro la corazzata Este, giunta sul sintetico bellunese forte di statistiche da prima della classe. Nonostante l’uomo in meno per l’espulsione al 41′ di Santi e sotto di una rete, i feltrini sono riusciti con grande cuore e orgoglio a raccogliere un pareggio che alla vigilia sarebbe stato sottoscritto da molti. Già al quarto d’ora si vedono gli ospiti in attacco con Mastroianni e Ferrara ben ispirati dal fuoriquota Maldonado. L’Union cerca di sfruttare al meglio l’altezza di Guzzo e la solidità di Ianneo per anticipare e neutralizzare gli ospiti. Al 20’ punizione per i neroverdi battuta da Campagnolo, ma Lorello blocca il tiro. Sul capovolgimento di campo anche l’Este conquista una punizione sulla trequarti, piuttosto angolata: la pennellata è però precisa a cercare Caporali che a due passi dalla porta mette in rete il gol del momentaneo vantaggio. Il Ripa prova subito a reagire e Santi regala l’illusione del gol su punizione, in realtà la palla esce a fil di palo. Poco dopo il bomber del girone Mastroianni clamorosamente non inquadra la porta da due passi. Al 41’, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Santi viene espulso per una presunta gomitata in area avversaria su Guagnetti. In realtà si tratterebbe di uno scontro aereo fra i due mal interpretato dal direttore di gara, peraltro non sempre all’altezza della situazione. Dopo l’intervallo e nonostante l’uomo in meno l’Union scende subito in campo nella ripresa per cercare il pareggio: Savi serve bene Madiotto il cui tiro viene però neutralizzato da Lorello. L’Este capisce che non può chiudersi in difesa ed inizia a cercare il gol per chiudere la gara. Ci provano in tanti, ma Scaranto fa sempre buona guardia supportato dalla propria difesa. Si rivede quindi il Ripa: Salvadori si lancia in fascia e mette a centro area per Gjoshi che però calcia il pallone tra le mani del portiere ospite. Peotta, appena entrato, ci prova subito al volo ma senza fortuna e poco dopo guadagna un rigore lanciandosi in area e obbligando Marcandella al fallo. Sul dischetto si porta Madiotto, ma Lorello si supera e salva in angolo. Nemmeno il tempo di rimpiangere l’occasione mancata che dalla bandierina il cross è preciso per Savi, lesto a siglare il pareggio riaprendo le sorti della gara. Nell’ultimo quarto d’ora, più 5′ di recupero. l’Este si rimette alla ricerca del 2-1 ma i feltrini, anche in 10, si diifendono bene e provano a sfruttare anche un paio di contropiedi.
Ore 14.50 – Lega Pro girone A, fine primo tempo: SudTirol-Pordenone 0-2.
Ore 14.20 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova prova a mettere la freccia e scende in campo oggi a Lumezzane con l’obiettivo di vincere lo scontro diretto e scavalcare in classifica la formazione valgobbina. Un successo permetterebbe a Caridi e compagni di agganciare anche la zona salvezza, visto che Renate e Pro Piacenza hanno perso e sono ferme a quota 25 punti. I biancorossi sono galvanizzati dalla liberatoria vittoria ottenuta sette giorni fa contro il Cuneo, che sperano di trasformare nella svolta del loro campionato offrendo il bis oggi al “Tullio Saleri”. Ivan Javorcic per l’occasione conferma in blocco la formazione e non fatica a spiegare il perché: «È giusto dare continuità e riconoscenza agli 11 che hanno giocato domenica scorsa. Sempre tenendo presente che chi entrerà dalla panchina avrà la stessa importanza e potrà cambiare la partita». Vista l’importanza della posta in palio e il meteo che prevede pioggia, il tecnico biancorosso inquadra così il match: «Sarà una battaglia, una partita tosta e complicata che si giocherà su buoni ritmi e che entrambe le squadre proveranno a vincere. La qualità del gioco, poi, dipenderà anche dalle condizioni del terreno di gioco, che spero sia il meno pesante possibile». Sull’approccio del suo Mantova, Javorcic è ottimista: «Dopo la vittoria sul Cuneo siamo carichi e dobbiamo soltanto riuscire a incanalare nel modo giusto questa energia. Mi aspetto che i ragazzi vadano in campo con spirito combattivo, consapevoli della loro forza e decisi a provare a vincere: poi vedremo cosa ci darà il campo». Per l’avversario il mister croato spende parole al miele: «Il Lumezzane ha ritrovato la vittoria contro la Pro Patria e questo ha dato sicuramente fiducia a tutto l’ambiente. Sono convinto che giocherà una gara molto attenta sul piano difensivo, perché quello di subire molte reti era il difetto principale della squadra prima dell’arrivo del nuovo allenatore. Ma il Lumezzane ha anche buone individualità e giocatori in attacco che possono dar fastidio. Ripeto, sarà una partita complicata ma di quelle che è bello giocare perché si tratta di uno scontro diretto in cui la posta in palio vale davvero tanto». Javorcic dovrà fare a meno degli infortunati Trainotti, Cristini, Zammarini, Di Santantonio, Beretta e Ruopolo, anche se quest’ultimo andrà in panchina per fare gruppo. In panchina non ci saranno difensori centrali, mentre l’unico mediano sarà il giovane Boccalari, aggregato dalla Berretti: «Sono incidenti di percorso che capitano – commenta Javorcic -, ma non cerchiamo alibi. Facciamo di necessità virtù e troviamo soluzioni alternative, come Boccalari che è un ragazzo interessantissimo». Sull’altro fronte, Antonio Filippini sarà privo degli squalificati Genevier e Calamai e degli infortunati Sarr e Sicurella. Al seguito dei biancorossi dovrebbero esserci oltre 150 tifosi.
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Se vinceremo a Bolzano, vorrà dire che saremo diventati grandi anche noi». Bruno Tedino prova ad allentare la presa. Non quella sul campo, che è sempre altissima. Quella davanti a microfoni, taccuini e telecamere. Evidentemente si rende conto che, dopo 7 vittorie consecutive, una striscia di 540 minuti d’imbattibilità della porta di Tomei e una settimana di attenzione mediatica a livello nazionale, per essere rimasto l’unico tecnico sempre vincente nel 2016, deve alzare anche il tono delle dichiarazioni. NUOVO OBIETTIVO – «Abbiamo raggiunto il nostro primo obiettivo (leggi salvezza, ndr), con largo anticipo rispetto ai programmi. Ora possiamo fissarne un altro». Quale non dice, mister Bruno, abituato a fare un passetto per volta. Nemmeno dopo essere stato protagonista anche sulle pagine della Rosea, menziona la parolina playoff. «Abbiamo fatto tanto – dice l’allenatore -, ma non abbiamo fatto ancora niente. Ovviamente non ci spiace tanta attenzione intorno al Pordenone. I conti però si fanno soltanto alla fine. Da parte nostra non c’è alcuna intenzione di mollare. Se ci accontentassimo, saremmo da manicomio». NUMERI – Se il Pordenone arriva al Druso da 7 successi di fila, l’approccio del Sudtirol è decisamente meno appariscente. Il team di Stroppa non vince dal 9 gennaio: 3-2 in casa del Cittadella. Al Druso non succede addirittura dal 19 dicembre dello scorso anno, con il 2-1 alla Pro Piacenza. Negli ultimi 6 turni i biancorossi hanno incassato soltanto 5 punti. È altrettanto vero, tuttavia, che sul rettangolo bolzanino gli altoatesini hanno perso solo con il Bassano, a fine settembre 2015. SOFFERENZA NEROVERDE – «Il Sudtirol – racconta ancora Tedino – ha un tipo di modulo, il 3-5-2, che noi soffriamo. Attacca molto e su tutto l’arco del campo, in mezzo fa molta densità e dietro ha una difesa decisamente muscolare. Inoltre è squadra che non molla mai, come ha dimostrato nel match d’andata, recuperando negli ultimissimi minuti una gara già persa». Dal 2-0 per i ramarri si passò al 2-2, con doppietta di Gliozzi. «Noi ci siamo preparati bene in settimana e abbiamo studiato anche qualche soluzione che potrebbe dare loro fastidio. Peccato – aggiunge il tecnico – per le condizioni atmosferiche. Conosco il rettangolo del Druso (Tedino ha allenato il Sudtirol nella stagione 2003-04, ndr) e quando è pesante penalizza fortemente chi fa gioco». Resta da vedere chi ne guadagnerà, visto che il Sudtirol nello scorso turno ha fatto un partitone a Salò, portando a casa un pareggio (1-1) avarissimo. CONFERMATI – Convocati anche Filippini e Marchi, che hanno recuperato dagli infortuni, ma andranno inizialmente in panchina. «Probabilmente – anticipa il mister neroverde – giocheranno gli stessi undici che hanno sbancato Cremona». Con Tomei fra i pali si schiereranno allora Boniotti, Stefani, Pasa e Martin. A centrocampo spazio a Buratto, Pederzoli e Mandorlini. In prima linea confermato Berrettoni al fianco di Strizzolo, con Cattaneo libero di scegliersi la posizione migliore. PRECEDENTI – Compreso il 2-2 dell’andata al Bottecchia, Sudtirol e Pordenone fra i pro si sono incontrate 5 volte. Nelle altre quattro tutte vittorie per chi giocava in casa. La gara di oggi, con inizio alle 14, verrà diretta da Prontera di Bologna. TRASFERTA AL DE MARCHI – Chi non seguirà i ramarri in Alto Adige potrà ugualmente assistere alla sfida sul maxischermo della sala conferenze del Centro De Marchi, che come al solito la società metterà a disposizione dei supporter neroverdi. La partita verrà proposta da sportube.tv. Si accede alla sala attraverso il bar, che nell’occasione rimarrà aperto, a disposizione di chi parteciperà alla “minitrasferta” nell’area degli impianti sportivi di via Villanova.
Ore 13.40 – (Messaggero Veneto) «Se ci accontentiamo siamo da manicomio»: è chiaro, martellante sempre sullo stesso concetto del non accontentarsi, Bruno Tedino, perché è consapevole che il pericolo di una squadra reduce da sette vittorie di fila può essere quello dell’appagamento. Nonostante l’ultima settimana con i riflettori ancor più puntati addosso, però, il tecnico è fiducioso nel gruppo: «Vedo i ragazzi che lavorano e non si rilassano nonostante le numerose battute giornalistiche. Speriamo di essere riusciti a tenere alta la tensione perché per continuare a tenere questo ritmo dobbiamo continuare ad allenarci con la stessa intensità messa finora». Non sarà facile affrontare il Südtirol, sia per le capacità degli altoatesini sia per il terreno di gioco: «Il campo non sarà sicuramente un alleato del bel gioco – commenta Tedino – e questo penalizzerà entrambe. Mi aspetto una partita difficile perché il Südtirol è una squadra che dà ampiezza e ha molta qualità. Inoltre attaccano sempre con 7-8 uomini e il loro 3-5-2 garantisce molta densità a centrocampo. Nella gara d’andata hanno dimostrato carattere, pareggiando nei minuti finali, ma questo comunque è un altro match e noi più che agli avversari dobbiamo guardare a noi stessi». Anche il ritorno da Bolzano con un punto, comunque, non sarebbe visto in maniera negativa: «É comunque un buon risultato, sappiamo che la striscia di vittorie potrebbe interrompersi». Il volo neroverde continua, ma la classifica è ancora un tabù per Tedino e i suoi ragazzi: «Adesso non la stiamo guardando – ammette – perché è ancora presto e mancano ancora tante giornate alla fine. Sarà il caso di farlo quando mancano 4-5 partite, ma non ora. Abbiamo raggiunto un obiettivo, la salvezza, ora vogliamo raggiungerne un altro».
Ore 13.30 – (Messaggero Veneto) L’Alto Adige nel girone di ritorno non ha ancora vinto, il Pordenone sempre. Ma guai a fermarsi alle statistiche. Si correrebbe il rischio di sottovalutare una rivale che oggi (inizio alle 14) potrebbe mettere in seria difficoltà il pur strepitoso Pordenone di questo periodo. Fortino. Al Druso, lo stadio di Bolzano teatro della sfida odierna, il team allenato dall’ex milanista Giovanni Stroppa è in serie utile da 9 giornate. L’unica squadra che è sinora riuscito ad espugnarlo è il Bassano, lo scorso 27 settembre. Un fortino che il Pordenone proverà a violare usando le armi che ne stanno caratterizzando il meraviglioso 2016 sfociato nel secondo posto solitario: attenzione in difesa (non subisce gol da oltre 540 minuti), possesso palla e concretezza in fase offensiva. Conferma. Tutto ciò che si è visto nella trasferta di Cremona, brillantemente superata grazie alle reti di Cattaneo e Stefani. E allora, perché cambiare? Devo esserselo chiesto pure il tecnico Bruno Tedino, che nonostante i preziosi rientri di Ingegneri e Filippini, è intenzionato a schierare lo stesso undici impostosi sulla formazione dell’ex Rossitto. Dall’altra parte Stroppa avrà tutti a disposizione (compreso l’ex sacilese, Alberto Spagnoli, che partirà dalla panchina) e dovrebbe riproporre il consueto 3-5-2: unici dubbi Fink o Girasole in mezzo, Gliozzi (autore di una doppietta al Bottecchia) o Kirilov in attacco. Luci. Obiettivo: l’ottava vittoria consecutiva. Assumerebbe contorni ancora più da record la marcia neroverde, di cui già si sono occupati in settimana tutti i maggiori media nazionali. Ma mister Tedino anche per questo ha richiamato tutti alla massima concentrazione. Si spengano le luci della ribalta, si accendano solo quelle sul campo. Un terreno che il tecnico neroverde conosce bene: ha condotto l’Alto Adige a un passo dalla C1 nella stagione 2003-04, perdendo la finale play-off con la Cremonese. Altri attesi ex della sfida il regista Pederzoli e, soprattutto, il laterale Martin: ben 164 presenze con la maglia altoatesina.
Ore 13.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) All’esordio erano partite vincendo, ed oggi, all’alba della 29. giornata, Venezia e Campodarsego si ritrovano (loro malgrado) a braccetto prima di sfidarsi sul prato del Penzo (ore 14.30). Capoliste alla ragguardevole quota di 64 punti – la terza più alta della serie D dopo Piacenza (73) e Parma (66) – con lo stesso score di vittorie (19), pareggi (7) e sconfitte (2), nonostante i lagunari abbiano segnato molto di più (62 volte a 47) e subito un pò meno (18 gol contro 24). Pronostico ovviamente «da tripla», da verificare sul campo la personalità delle due squadre nel lasciarsi alle spalle le ripetute frecciate a distanza di questi mesi, figlie dello stress di una lotta a due che ha visto il favoritissimo Venezia a più 4 ma anche a meno tre. «Le sensazioni sono positive, c’è voglia di giocare sfruttando la scia di carica ed entusiasmo dell’aggancio in vetta riuscitoci vincendo a Noale – scalpita il fantasista arancioneroverde Gianni Fabiano -. In palio ci sono i soliti tre punti, poi mancheranno altre nove giornate quindi oggi non ci sarà in nessun caso una sentenza. Tuttavia lo scontro diretto avrà un peso importante per il prosieguo». Dopo l’1-1 con la Luparense che aveva lanciato il Campodarsego a +3 il presidente Joe Tacopina (oggi in tribuna, dove è annunciata la «prima» del sindaco Luigi Brugnaro) si era sbilanciato «il 28 febbraio daremo una lezione di calcio ai padovani». I quali, dal canto loro, hanno replicato a distanza di non avere nulla da perdere oggi al Penzo. «Noi siamo consapevoli che la nostra società ha fatto importanti investimenti e il presidente Tacopina vuole costruire qualcosa di grande. Il Campodarsego però sta facendo un super campionato, è una piccola realtà ma giustamente vorrà provarci, altrimenti avrebbe già staccato il piede dall’acceleratore. Venezia è una piazza tranquilla ma la pressione, intesa come senso di responsabilità nel rappresentarla assieme ai tifosi, deve darci una marcia in più. Anche Juve-Napoli non aveva offerto calcio champagne con le due squadre un pò timorose. Succede quando la posta è alta. Noi finora stiamo rispettando le aspettative e oggi faremo di tutto per dare una spallata tornando primi da soli».
Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il giorno del big match. Al «Penzo» arriva il Campodarsego e in questa sfida tra prime della classe il Venezia vuole lanciare un segnale. «Vogliamo vincere, potrebbe essere importante sul piano psicologico» osserva mister Giancarlo Favarin. Le due squadre sono in vetta alla Serie D a quota 64, col Venezia in recupero grazie allo stop del Campodarsego di domenica. «Arrivando da una sconfitta – osserva il tecnico arancioneroverde – forse loro faranno qualche calcolo in più. Staranno più attenti soprattutto all’inizio, ma non mi aspetto che si mettano a buttar palloni in laguna per tutto il tempo». Vincere e portarsi a più 3 potrebbe risultare determinante per la corsa del Venezia alla promozione, anche se finora il testa a testa con la squadra di mister Andreucci ha sempre avuto scarti minimi e sono stati gli arancioneroverdi a inseguire. «Loro continuano a dire che non hanno niente da perdere, ma credo ci tengano quanto noi. Mi aspetto una partita equilibrata – prosegue Favarin – con poche occasioni. Dovremo essere bravi a sfruttare quelle che avremo. Chi riuscirà a capitalizzare per primo risarà favorito. Il Campodarsego ha un grande potenziale offensivo, dietro soffre un po’ di più se li si fa salire». Il Campodarsego in settimana ha espresso grande tranquillità, nonostante la sconfitta interna con la Luparense. «Una partita importante, ma non decisiva, dato che poi ci saranno altre 9 partite – le parole di mister Antonio Andreucci – Il nostro obiettivo da qui alla fine dev’essere fare più punti possibili, mentre il Venezia deve vincere il campionato. Dobbiamo rimanere nella nostra dimensione». Il Venezia è al completo, recuperati anche Ferrante, Beccaro e Marcolini. Quest’ultimo potrebbe essere gettato nella mischia in caso di campo pesante. Il meteo non prevede nulla di buono, contro una squadra fisica come il Campodarsego, Marcolini potrebbe risultare utile. Per lo stesso motivo, oggi dovrebbe essere confermato davanti Maccan. «Domenica scorsa ha fatto un buon lavoro. Ha le caratteristiche per partite come queste» conclude Favarin. In tribuna al «Penzo» ci sarà il presidente Joe Tacopina, venuto apposta dagli States per assistere allo scontro diretto.
Ore 12.50 – (La Nuova Venezia) Il giorno della sfida diretta: Venezia contro Campodarsego, le due squadre che hanno dominato il girone C. Tra sorpassi, controsorpassi e agganci, si è arrivati al match del Penzo a pari punti (64): chi vince, al di là delle frasi di circostanza, non ipoteca la promozione in Lega Pro (mancano ancora nove gare), ma darebbe un sonoro schiaffone all’avversario, un pareggio conserverebbe lo status quo e le due squadre si giocherebbero a distanza il salto tra i pro. Il tempo non promette bene, si spera che il campo tenga. Il primato è sempre stato un gioco a due (Venezia 17 volte capolista, Campodarsego 11), i risultati di una settimana fa hanno ristabilito l’equilibrio che oggi potrebbe anche non spezzarsi. Pretattica fino alla fine per Favarin, che ha convocato tutti i giocatori (28) della rosa, mentre Andreucci punta sulle ripartenze dei suoi attaccanti. Rosa al completo, si diceva, solo l’imbarazzo della scelta per Favarin, anche se l’undici di partenza non dovrebbe discostarsi molto dalla squadra che ha espugnato Noale. Ferrante, ristabilito, va in ballottaggio con Luciani, mentre Taddia sulla corsia mancina potrebbe spuntarla nuovamente su Galli, in mezzo al campo il tandem Soligo-Acquadro offre ampie garanzie, con Marcolini pronto qualora le condizioni del campo richiedessero un panzer. Attacco aperto a qualsiasi opzione: Maccan, sia per la prestazione di Noale che per il campo pesante, favorito su Carbonaro come punta avanzata, poi Serafini a smistare palloni e uomo-fondamentale sui calci piazzati avversari, infine quattro uomini (Innocenti e Lattanzio, Fabiano e Volpicelli) per le maglie da esterni Trentadue punti conquistati (dieci vittorie, due pari e una sconfitta a Este), tanti quanti presi in casa, solo otto reti incassate: è il biglietto da visita del Campodarsego versione trasferta. Andreucci rischia il tutto per tutto confermando il 4-3-3 con il trio Kabine-Aliù-Radrezza (o l’ex Cacurio) oppure si copre un po’ inserendo Michelotto e spostando Pelizzer in avanti come fatto a Verona. Aliù (13 gol), Cacurio (8), Kabine (7) e Radrezza (4): una macchina da canestri con l’esperienza di Bedin davanti alla difesa e, all’occorrenza, anche quella dell’ultimo arrivato Zecchin. Diretta twitter. L’occasione è importante, per cui la Nuova ripristina il servizio della diretta twitter. Collegandosi al sito www.nuovavenezia.it ci non sarà allo stadio potrà seguire fase per fase, minuto per minuto, tutto quello che succede in campo. Probabili formazioni. Venezia (4-2-3-1): 1 Vicario; 2 Luciani, 5 Cernuto, 6 Modolo, 3 Taddia; 4 Soligo, 8 Acquadro; 10 Fabiano, 9 Serafini, 7 Innocenti; 11 Maccan. A disposizione: 12 Andreatta, 13 Ferrante, 14 Galli, 15 Beccaro, 16 Marcolini,17 Callegaro, 18 Carbonaro, 19 Lattanzio, 20 Volpicelli. Allenatore: G. Favarin. Campodarsego (4-3-3): 1 Vanzato; 2 Bortot, 5 Ruopolo, 6 Poletti, 3 Buson; 7 Pelizzer, 4 Bedin, 8 Piaggio; 11 Kabine, 9 Aliù, 10 Radrezza. A disposizione: 12 Merlano, 13 Favero, 14 Arthur, 15 Rubin, 16 Zecchin, 17 Gal, 18 Galliot, 19 Michelotto, 20 Cacurio. Allenatore: A. Andreucci. Arbitro: Ayroldi di Molfetta.
Ore 12.30 – (Gazzettino) È arrivato il momento tanto atteso dello scontro diretto alle 14.30 al “Penzo” tra Venezia e Campodarsego. Biancorossi e arancioneroverdi sono appaiati in vetta alla classifica, anche se a prescindere dal risultato i giochi resteranno ancora aperti mancando altre nove partite. Ma è un faccia a faccia che dirà molto, tanto più che nell’ultimo turno di campionato i veneziani sono riusciti ad operare l’aggancio, complice il passo falso di Bedin e compagni nel derby con i Lupi. Stop che non ha lasciato strascichi nei padovani. «Dispiace sempre perdere – afferma l’allenatore Antonio Andreucci – ma la squadra ha giocato un grande secondo tempo. Ho visto l’ambiente carico in vista di questa sfida: tutti i giocatori vogliono fare parte della gara e per me è motivo di soddisfazione. Siamo contenti di giocarci una partita del genere». Qualche settimana fa il presidente Tacopina aveva dichiarato che nello scontro diretto il Venezia avrebbe dato una lezione di calcio al Campodarsego. «Hanno giocatori con anni di professionismo alla spalle, è un’affermazione giusta. Siamo orgogliosi di avere la stessa classifica del Venezia che è così forte. Se prenderemo una lezione, vuole dire che diventeremo più bravi». Che partita si aspetta? «Loro detteranno i tempi della gara, ma vedremo un Campodarsego coraggioso». Firmerebbe per il pareggio? «La nostra aspirazione è centrare un risultato positivo». A dirigere l’incontro sarà Giovanni Ayroldi di Molfetta, figlio dell’ex internazionale. «Non possiamo spostare la nostra attenzione su queste cose. Se siamo arrivati a questo punto in classifica, è solo grazie alle nostre qualità». Passando alla sponda veneziana, ecco Giancarlo Favarin. «Vogliamo vincere, ma mi aspetto un avversario che pur facendo qualche calcolo e scendendo in campo molto accorto con una difesa a cinque non potrà comunque rinunciare a giocare. Non mi aspetto un match con tante occasioni, dovremo essere più bravi a capitalizzare gli episodi sapendo che il Campodarsego davanti ha un potenziale importante, ma in difesa soffre. La possiamo vincere con l’intelligenza e l’equilibrio tra osare e aspettare con pazienza». ABANO. Affronta a Monteortone il Montebelluna. Fusciello e Maistrello sono ai box per acciacchi muscolari, De Cesare non è al top, Caridi è in forte dubbio, si rivede in panchina Maniero. Così il tecnico Karel Zeman: «Il fatto di non essere al completo e di non avere ancora la continuità nei novanta minuti rende questa partita insidiosa. Affrontiamo una squadra che corre molto e dovremo essere al loro livello. Dobbiamo fare ancora un po’ di punti per sentirci tranquilli in classifica, speriamo di farli quanto prima». LUPARENSE SAN PAOLO. È di scena al “Gianni Casée” con la Liventina. «Bisognerà fare la partita cercando di non commettere gli stessi errori dimostrati con il Montebelluna – afferma Enrico Cunico – I ragazzi devono giocare con la stessa grinta di Campodarsego. Avremo davanti una squadra ostica, serviranno determinazione e soprattutto testa». Tornano a disposizione Roveretto, Abubakar e Sanavia.
Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Se ne parla da mesi. In effetti, Venezia-Campodarsego potrebbe essere il crocevia della stagione. Allo stadio “Pierluigi Penzo” oggi (calcio d’inizio alle 14.30) si affronteranno due squadre che guardano la Serie D dall’alto, appaiate a quota 64 punti e in cerca del guizzo per frantumare le certezze della diretta concorrente. È carico il Venezia, obbligato a lanciare un segnale e a ristabilire le gerarchie nei confronti del Campodarsego, matricola inaspettata e mal digerita in laguna per intraprendenza e risultati. A San Marco la pressione si sta facendo sentire, mentre dalle parti di Reschigliano regna l’emozione. La stessa che traspare dalle parole del presidente del “Campo” Daniele Pagin: «Andare a giocare una sfida così importante al “Penzo” è un evento storico per Campodarsego», ammette il patron. «A mio parere sarà la partita decisiva: una vittoria, infatti, potrebbe darci la carica giusta per affrontare le ultime nove partite. E poi darebbe più consapevolezza a tutto l’ambiente, soprattutto per il futuro». Pagin non parla di Lega Pro per scaramanzia, ma è lampante che il match di oggi rappresenti buona parte del “sogno”. Poi aggiunge: «Stamattina (ieri, ndr) ho parlato con i ragazzi nello spogliatoio mentre domani (oggi, ndr) resterò con loro per tutta la giornata. Possiamo farcela, ma dobbiamo restare compatti e concentrati». I 90 minuti del “Penzo” serviranno a dare un calcio anche alle polemiche sugli arbitraggi, a detta dei dirigenti del Venezia favorevoli al Campodarsego. «Si dice che a noi vengano assegnati troppi rigori» sbotta Pagin. «A mio parere è il gioco della squadra a fare la differenza. I rigori può segnarli, certo, ma anche sbagliarli, come ci è pure successo». Per quanto riguarda la formazione, mister Antonio Andreucci avrà tutti i giocatori a disposizione. Rispetto al match con la Luparense non dovrebbero esserci particolari stravolgimenti. Resta qualche dubbio sul portiere – il promettente Vanzato o l’esperto Merlano? – e sullo stopper che farà coppia con Ruopolo, uno fra Gal e Poletti. Rosa al completo, solo l’imbarazzo della scelta per il tecnico pisano Favarin, anche se l’undici di partenza del Venezia non dovrebbe discostarsi molto dalla squadra che ha espugnato Noale. Attacco aperto a qualsiasi opzione: Maccan, sia per la prestazione di Noale che per il campo pesante, favorito su Carbonaro come punta avanzata, poi Serafini a smistare palloni e uomo-fondamentale sui calci piazzati avversari. Arbitrerà l’incontro Giovanni Ayroldi della sezione di Molfetta. Formazione Venezia (4-2-3-1): Vicario; Luciani, Cernuto, Modolo, Taddia; Soligo, Acquadro; Fabiano, Serafini, Innocenti; Maccan. A disposizione: Andreatta, Ferrante, Galli, Beccaro, Marcolini, Callegaro, Carbonaro, Lattanzio, Volpicelli. Allenatore: Giancarlo Favarin. Formazione Campodarsego (4-3-3): Vanzato; Bortot, Ruopolo, Gal, Buson; Pelizzer, Bedin, Piaggio; Radrezza, Aliù, Kabine. A disposizione: Merlano, Poletti, Cacurio, Zecchin, Michelotto, Arthur, Favero, Rubin, Galliot. All. Antonio Andreucci.
Ore 12.00 – (Gazzettino) Roberto Venturato ama definirle tutte “finali”. Al Cittadella ne mancano undici prima di tagliare il traguardo tanto atteso, ma i 7 punti di vantaggio sulle immediate inseguitrici (Pordenone, che deve ancora scendere in campo, e Bassano che ieri pomeriggio ha espugnato Alessandria), consentono di preparare ogni singolo incontro con la necessaria tranquillità. Oggi tocca alla Giana Erminio, squadra che attualmente staziona nella seconda metà della classifica. «Quella lombarda è una formazione costruita con logica – sottolinea il tecnico – Ha tanti giocatori anche bravi che possono portare esperienza e sicurezza a tutto il gruppo. La Giana è compagine che corre tanto, sa stare bene sul rettangolo di gioco ed è in grado di giocarsela con tutti». Mai abbassare la guardia, quindi. «Il Cittadella deve stare molto attento e concentrato perchè in questo momento ogni gara vale doppio. Dobbiamo avere l’atteggiamento della squadra umile, che deve andare a Gorgonzola e giocarsi la partita, ma sappiamo che non sarà facile». Venturato sta guardando anche alle dirette avversarie di classifica? «Quello che ci succede attorno logicamente interessa i nostri colori, ma prima di tutto il Cittadella deve pensare a se stesso e rimanere concentrato sulla sua partita. Da qui in avanti cominceranno gli scontri diretti anche per noi, perciò il campionato entrerà nel momento decisivo». Dopo un filotto importante come quello centrato dal Cittadella, con le ultime due vittorie nei big match con Pavia e Padova, si possono temere rilassamenti? «Entusiasmo ed energia positiva fanno sicuramente bene alla squadra, accrescono la consapevolezza dei propri mezzi, ma si deve rimanere con i piedi piantati per terra perché nel calcio, in ogni categoria, non c’è mai niente di scontato. La strada è ancora lunga, mai abbassare la guardia». Il Cittadella è ancora in corsa in Coppa Italia: potrebbe in qualche modo distrarre l’attenzione dal campionato? «La Coppa è importante, ma va valutata con il giusto peso. Abbiamo una rosa a disposizione che può fare bene anche in questo torneo, siamo alle semifinali, cercheremo di affrontarle con la necessaria serenità. La Coppa però si gioca mercoledì, c’è tempo per pensarci, ora concentriamoci solo sul campionato». L’allenatore recupera Pascali, ma dovrà fare a meno dello squalificato Cappelletti. «Pascali era già tornato a disposizione per il derby con il Padova, ha una settimana di allenamento in più nelle gambe, e mercoledì ha disputato un tempo in Coppa Italia. Si è trattato di un impegno ufficiale, adesso deve trovare la migliore condizione, anche psicologica, dopo l’infortunio. Valuteremo l’opportunità di farlo giocare o meno, mentre Donazzan e Paolucci non sono ancora disponibili: dovrebbero tornare in gruppo la prossima settimana». Pascali formerà la coppia centrale con Scaglia, in preallarme c’è comunque Salvi che può giocare nel mezzo. In mediana Zaccagni e Lora sono in vantaggio rispetto a Schenetti, in attacco confermatissimi Jallow e Litteri.
Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Dopo il dolce del derby e il torrone della Coppa, è l’ora del formaggio. Potrà pure sembrare ingordo questo Cittadella che in campionato vince da sei partite consecutive e che mercoledì si è pure sbafato la Cremonese nel secondo trofeo stagionale, ma, a frequentare il Tombolato, si capisce che nella pancia granata c’è posto anche per una settima portata. A Gorgonzola, Paese di circa ventimila abitanti della provincia milanese che ha dato i natali al celebre formaggio, Iori e compagni puntano a proseguire il proprio pasto contro la Giana Erminio e rafforzare così il primato in classifica. Ed è Roberto Venturato stesso, partito assieme ai suoi uomini verso la cittadina lombarda ieri pomeriggio dopo la rifinitura svolta al mattino, a chiarire che il rischio di un rilassamento, dopo un simile filotto, non sembra esistere. «Questi risultati ci hanno regalato ulteriore consapevolezza dei nostri mezzi e un entusiasmo indubbiamente positivo, ma allo stesso tempo sappiamo di dover mantenere i piedi ben piantati per terra, perché ogni partita va conquistata e non c’è nulla di scontato. Stiamo entrando nel vivo del campionato: tra marzo e aprile si decidono solitamente le sorti di ogni stagione. La concentrazione va tenuta alta, a partire da questa partita, che affronteremo con spirito di abnegazione». Buone nuove dall’infermeria. Giocare ogni tre giorni costringe a ponderare accuratamente ogni decisione. Venturato, in questo senso, ha operato scelte nette, risparmiando in Coppa Italia Lega Pro quasi tutti i giocatori scesi in campo col Padova. Questo pomeriggio riproporrà una formazione molto simile a quella del derby, ma con Pascali al rientro in campionato dopo più di due mesi di assenza, al posto dello squalificato Cappelletti. In attacco, poi, lo Jallow straripante degli ultimi turni sarà confermato accanto a Litteri, con Chiaretti libero di svariare alle loro spalle. E l’infermeria, finalmente, pare destinata a svuotarsi. «Pascali ha disputato 45’ contro la Cremonese: è chiaro che gli manca l’abitudine alla gara e che deve ritrovare la condizione, ma le sensazioni sono positive. Fra i 20 convocati non ci sono ancora Paolucci, che rientrerà con cautela la prossima settimana per poi aggregarsi al gruppo in quella successiva, e Donazzan, che dovrebbe già tornare a disposizione nei prossimi giorni». Occhio a Bruno e Gasbarroni. La Giana è reduce dal 2-0 incassato al Mercante di Bassano nello scorso turno e non conquista il bottino pieno dalla trasferta di Lumezzane del 16 gennaio, seguita da due sconfitte e tre pareggi. All’andata, però, dopo una prima frazione dominata dai granata, in gol con Schenetti, riuscì a mettere in difficoltà Iori e compagni al Tombolato. Venturato lo ricorda bene e ha parole di stima nei confronti del prossimo avversario: «La sua rosa è stata costruita con logica. In organico presenta diversi elementi di valore, alcuni provenienti da categorie superiori, come Gasbarroni, Polenghi, Bruno e Grauso, che portano un patrimonio di esperienza e sicurezza alla Giana, una squadra che sa stare in campo e punta molto sulla corsa. In questo campionato si è visto come sappia affrontare qualsiasi avversario e possa giocarsela sino in fondo. Ci presenteremo in casa sua con grande rispetto, perché senza non si vince da nessuna parte». Il club meneghino, che deve il suo nome a Erminio Giana, 19enne sottotenente caduto sul Monte Zugna nel corso della prima guerra mondiale, è alla ricerca di punti salvezza. Da ammirare il suo cammino nelle ultime stagioni: ha infilato tre successi consecutivi in Promozione, Eccellenza e Serie D, raggiungendo senza patemi la salvezza in Lega Pro lo scorso anno. Ma, riconosciuto l’onore al merito, il Cittadella non può certo fermarsi adesso.
Ore 11.40 – (Corriere del Veneto) Uno sguardo alla classifica e un altro alla concorrenza. Dopodiché si tira dritto per la propria strada, da primi in graduatoria. Con l’obiettivo di azzerare o di minimizzare i rischi inconsci da appagamento o cali di concentrazione che, in altre occasioni, sono state l’unico vero nemico di una squadra senza rivali in questa Lega Pro. E che va a mille. Roberto Venturato parla alla vigilia di Giana Erminio-Cittadella (fischio d’inizio alle 15) e illustra il momento granata, fissando qualche concetto interessante su cui riflettere. «Se mi chiedete se inconsciamente potrebbe esserci un po’ di appagamento dopo il derby vinto – spiega il tecnico – rispondo che non lo so, ma che non lo credo. La squadra ha capito che pensare una partita alla volta è la nostra unica possibilità se vogliamo arrivare in fondo e sottolineo che la Coppa Italia non la vivo come un fastidio ma, anzi, come un’opportunità. A questi livelli è una competizione importante, mi piacerebbe vincerla così come piacerebbe ai ragazzi». Pascali è recuperato, Donazzan e Paolucci quasi. «Stanno entrambi molto meglio – ammette l’allenatore – Donazzan dovrebbe tornare in gruppo la prossima settimana, Paolucci sta recuperando tono e forma fisica, dovrebbe ricominciare coi compagni la settimana successiva. Pascali è già in gruppo dalla settimana scorsa, potrebbe anche giocare, valuterò». Uno sguardo alla classifica. «Certo che la guardo – riconosce serenamente Venturato – poi però la filosofia rimane la stessa. Affrontiamo un impegno alla volta, anche in Coppa con la serenità di chi sta facendo bene, ma che sa che la strada è ancora molto lunga». Capitolo formazione. Pascali è stato provato negli ultimi allenamenti fra i titolari, la squalifica di Cappelletti e il recupero della condizione perduta durante la riabilitazione dall’infortunio che lo ha tenuto fuori a lungo gli spalanca le porte della formazione titolare. Davanti Jallow e Litteri sono certi del posto, così come Chiaretti, a centrocampo il ballottaggio è fra Zaccagni e Schenetti, con il primo leggermente favorito. Lungo le corsie esterne potrebbero spuntarla Salvi e Benedetti, ma anche Nava è stato inserito più volte fra i titolari nelle prove di metà settimana. Potenza di una rosa che regala tante certezze e pochissime preoccupazioni.
Ore 11.20 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Favaro 6; Dionisi 5.5, Sbraga 6, Fabiano 6, Favalli 6.5; Ilari 5.5 (Baldassin sv), Corti 6 (Mazzocco sv), De Risio 6, Petrilli 5.5 (Finocchio 6); Altinier 7, Neto Pereira 6.5.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Una prodezza di Altinier quasi al tramonto del primo tempo ha permesso al Padova di conquistare tre punti sofferti. Fino all’ultimo infatti il Renate ha cercato di acciuffare il pareggio, tenendo in apprensione i tifosi di casa. Pochi gli squilli di una partita tecnicamente modesta, dove la truppa biancoscudata ha evidenziato ancora una volta i suoi disagi in fase offensiva. Troppo lento lo sviluppo della manovra, con gli attaccanti il più delle volte costretti a ricevere il pallone con le spalle alla porta. Ridotta all’osso anche le spinta sulle corsie esterne dove Petrilli e Ilari solo in rare occasioni sono riusciti ad affondare i colpi. A complicare ancora di più i piani di Pillon c’è stato poi il rigore fallito in avvio di ripresa da Petrilli (all’andata aveva sbagliato Altinier). Con il passare dei minuti il Padova è indietreggiato pericolosamente, lasciando di fatto l’iniziativa al Renate. Per fortuna anche gli attaccanti lombardi hanno palesato più di qualche imbarazzo e così i biancoscudati sono riusciti a tagliare felicemente il traguardo. Che la gara avrebbe fatto fatica a decollare lo si è intuito già dopo le prime schermaglie. La squadra di casa ha provato a prendere in mano le redini della gara, ma si è trovata subito di fronte un Renate aggressivo a centrocampo e bravo a chiudere quasi tutte le linee di passaggio. Morale della favola? I rifornimenti per le punte sono arrivati con il contagocce e il portiere ospite non ha corso mai seri pericoli. Chi invece ha dovuto effettuare una parata importante è stato Favaro (25’) dopo una velenosa conclusione di Napoli. Il numero 1 biancoscudato ha visto anche sibilare poco lontano dal palo un destro a rientrare di Ntow dopo un pallone perso ingenuamente in area da Corti. Quasi tutto il peso della manovra offensiva del Padova è finito sulle spalle di Neto Pereira, spesso maltrattato dai difensori ospiti. Il brasiliano ha conquistato più di qualche punizione e un paio di volte è stato anticipato dagli avversari proprio al momento di concludere. Non pervenuto invece Altinier, che però allo scadere del primo tempo ha fatto ricredere tutti con una giocata da fuoriclasse: l’attaccante ha girato di prima intenzione un cross dalla trequarti di Dionisi, mandando la sfera a infilarsi nell’angolo più lontano. Il vantaggio ha messo i biancoscudati nelle condizioni di affrontare la ripresa con un piglio più deciso. Dopo neanche un minuto Favalli si è incuneato nell’area del Renate, forse sopra le righe la trattenuta di Pavan e l’arbitro non ha avuto esitazioni a fischiare il rigore. Ripensando all’errore dell’andata, Altinier ha lasciato il tiro dagli 11 metri a Petrilli il cui destro radente è stato respinto da Castelli, bravo poi a ribattere anche la successiva conclusione ravvicinata del numero undici del Padova. Il mancato raddoppio ha avuto l’effetto di minare la tranquillità del Padova, al contrario il Renate ha trovato nuova linfa e si è lanciato in avanti. Una pressione disordinata quella degli ospiti, che la difesa biancoscudata ha controllato abbastanza agevolmente se si eccettua un’accelerazione di Ekuban disinnescata da Favaro e un’uscita bassa non impeccabile dello stesso portiere alla quale ha posto rimedio Sbraga con tempestività. E l’1-0 è andato in archivio.
Ore 11.00 – (Gazzettino) «Poteva essere una vittoria più facile, ma alla fine abbiamo meritato». Esordisce così il presidente Giuseppe Bergamin in sala stampa subito dopo il ritorno al successo dei biancoscudati. «Sono stati tre punti sofferti perché abbiamo la capacità di complicarci la vita, ma era importante ripartire dopo la sconfitta con il Cittadella per ritrovare una nostra tranquillità, e adesso possiamo guardare ai prossimi impegni con fiducia e vedere qualcosa di più anche sul piano dello spettacolo dato che in questa occasione se ne è visto poco. Se vinciamo nella prossima trasferta con il Mantova, possiamo guardare alla successiva sfida con il Pavia come uno scontro diretto per guardare più in alto». Il patron biancoscudato si sofferma ancora sulla prestazione della squadra. «Abbiamo chiuso il primo tempo con un bel gol e a inizio ripresa abbiamo avuto la possibilità di chiuderla con quel rigore, che si può comunque anche sbagliare. Poi abbiamo sofferto, ma non siamo andati in difficoltà. Di sicuro potevamo tenere meglio il campo, ma alla fine non credo che il Renate possa recriminare per la nostra vittoria». Non manca un flash su Bucolo, il cui reintegro in lista sembra ormai quasi scontato dopo l’apertura del tecnico. «In questo mese ha dimostrato grande serietà, quindi trovo giusto che venga reinserito nella squadra». Bada al sodo Bepi Pillon, ovviamente soddisfatto per il risultato: «Ciò che contava di più era vincere e ripartire, ci tenevo in modo particolare e il merito è dei ragazzi. Poi la prestazione non è stata magari ottimale perché ci siamo complicati la partita da soli: se facciamo il 2-0, i ragazzi giocano più tranquilli e si vede tutta un’altra partita. Invece restando sul vantaggio minimo cresce l’ansia da risultato e magari prendi anche gol con un episodio. Ripeto, era essenziale vincere: questo era uno scontro diretto e questi tre punti ci permettono di avere un vantaggio di dieci lunghezze rispetto al Renate». Il tecnico non nasconde di avere vissuto giorni complicati dopo la sconfitta (prima della sua gestione) nel derby con il Cittadella. «L’ho digerita malissimo e sono stato molto nervoso in settimana, forse anche i ragazzi l’hanno percepito. Ho rivisto il derby, non meritavamo di perdere e ci sono rimasto male per gli episodi, ce li hanno dati tutti contro. L’arbitro ci ha tolto davvero qualcosa con il Cittadella, c’erano addirittura tre rigori. Questa vittoria ci dà serenità per guardare avanti, fermo restando che dobbiamo ancora migliorare. Dobbiamo affrontare al massimo le partite che mancano e cercare di vincerne il più possibile». Nella fase offensiva Pillon si aspetta qualcosa di più. «Bisogna essere più propositivi. Sono i terzini e gli esterni a dover fare la differenza, altrimenti siamo piatti avendo un centrocampo di corsa e interdizione. Dobbiamo soprattutto attaccare maggiormente la profondità». Proprio riguardo al reparto avanzato, alla vigilia Altinier era in ballottaggio con Sparacello, e alla fine la scelta di Pillon si è rilevata azzeccata. «Ho visto rabbioso Altinier durante la rifinitura, e quando un giocatore ha quella voglia è giusto schierarlo».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Dopo avere fatto appieno il suo compito sotto porta, Cristian Altinier veste i panni di genitore e dedica il suo gol vittoria alla piccola Melita. «Era allo stadio ed è la prima volta che mi vede segnare dal vivo, ma questo sigillo è anche un premio per la squadra dato che questo successo è fondamentale per il prosieguo. Era da un po’ di tempo (vittoria con il Lumezzane, ndr) che non segnavo davanti ai nostri tifosi, e quindi sono doppiamente contento». Con questa prodezza è salito a quota 7 centri stagionali ed è l’attaccante più prolifico della squadra. «Mi è sembrato anche un bel gol, lo rivedrò sicuramente. Il compito di un attaccante è quello di andare su tutti i palloni e di provarci sempre, è andata bene. Questa era una partita molto difficile, e riuscire a sbloccare era davvero importante». Pochi metri più in là c’è Andrea Sbraga, sceso in campo anche se in settimana si è allenato a corrente alternata per un problema al piede rimediato con il Cittadella. «Ho provato prima della partita e ho stretto i denti, è andata bene. Era importante tornare alla vittoria e anche in questa occasione abbiamo dimostrato che l’organizzazione e la compattezza sono uno dei nostri punti di forza. Ci siamo comportati bene tutti, anche i compagni che sono entrati a gara in corsa hanno dato il loro contributo: basti pensare a Finocchio che all’ultimo minuto si è sacrificato in copertura. Se attaccanti e centrocampisti danno una mano in ripiegamento, anche il lavoro dei difensori risulta più facile».
Ore 10.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Giusto mister, prima la salvezza e poi programmare il futuro”) Se date un’occhiata alla classifica del girone A di Lega Pro, vedrete confermata, anzi accentuata, la tendenza ad grande equilibrio che si registra nelle posizioni di vertice: in attesa di Sudtirol-Pordenone, in programma oggi, e assodato che solo il Cittadella può buttare via la vittoria finale, dai neroverdi friulani, che sono secondi, in giù, sino agli altoatesini, che in questo momento sono noni, dietro ai biancoscudati, la “forbice” si allarga sino ad un divario massimo di 9 punti, da 43 a 34. Come dire: con il conforto della matematica, c’è spazio per tutti nella rincorsa ai posti che assicurano la disputa dei playoff, dai quali scaturirà la quarta squadra (oltre alle tre vincitrici dei gironi Nord, Centro e Sud) promossa in Serie B. In realtà, proprio per come il torneo si è dipanato sin qui, il discorso che riguarda la zona spareggi per il salto di categoria ci sembra circoscritto a non più di 5 squadre: Pordenone, Bassano, FeralpiSalò, Alessandria (in questo momento fuori anche dal quarto posto) e Pavia. Ci sarebbe anche la Reggiana, distante 6 lunghezze dalle due vice-capolista (una delle quali, però, scende in campo oggi). A questo punto, per il Padova le chance si ridurrebbero a zero o quasi. E così è in effetti, perché in tutta onestà ci sembra molto, molto difficile, pensare ad una rimonta dei biancoscudati verso il podio, che avrebbe del sensazionale se fosse coronata da successo. Bisognerebbe che tante, troppe avversarie che li precedono rallentassero tutte contemporaneamente, un’ipotesi francamente azzardata. Meglio pensare, allora, come sostiene Pillon, a raggiungere in fretta la quota-salvezza (che dovrebbe aggirarsi intorno ai 42 punti) e lasciare ad altri i sogni di gloria? Noi crediamo di sì, anche se il tifoso più sfegatato ha tutto il diritto di sperare in un risultato che i numeri sul piatto (ci sono 30 punti a disposizione) in teoria non escludono. Il bilancio del tecnico trevigiano è lusinghiero: 5 vittorie, 5 pareggi e 1 sconfitta. Venti punti raccolti su 33. La mission a cui era stato chiamato ai primi di dicembre, dopo l’esonero di Parlato, viene portata avanti con grande professionalità e sano realismo, ma soprattutto con il mestiere che deriva da una onorata carriera. Il quale Pillon può essere, una volta centrato l’obiettivo, la base da cui iniziare a programmare il futuro, ovverosia un campionato importante – almeno nelle attese della piazza – dopo il necessario assestamento seguito al ritorno tra i professionisti. Alla società spetta il compito di definire le linee strategiche, tenendo conto anche delle indicazioni che provengono dal girone di ritorno: con gli innesti di qualità operati a gennaio il tasso tecnico dell’organico si è elevato parecchio ed ora sta per essere reintegrato anche Rosario Bucolo, centrocampista di esperienza e grinta, che se non fosse per quel carattere fumantino che si ritrova strada ne avrebbe fatta molta di più in passato. Ma quello che il Padova dovrà valutare a fondo, in proiezione 2016/17, sarà come migliorare il suo attacco: troppo poche le 24 reti realizzate sino ad oggi, compresa quella al Renate. Sette ne ha segnate Altinier, sei a testa Neto Pereira e Petrilli: le altre sono di Fabiano (2), Favalli e Corti. Nove squadre hanno fatto meglio, e alcune sono alle spalle. Su questo, a nostro avviso, bisogna lavorare a fondo.
Ore 10.20 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia): Favaro 6.5; Dionisi 6.5, Sbraga 6.5, Fabiano 6, Favalli 7; Ilari 6 (Baldassin 6), Corti 6 (Mazzocco sv), De Risio 6.5, Petrilli 5.5 (Finocchio 6); Neto Pereira 5.5, Altinier 7.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Cross di Dionisi dalla destra e il centravanti al volo, di destro, ha girato da centroarea nell’angolo basso alla sinistra dell’estremo difensore brianzolo, anticipando di netto Di Gennaro. Prima palla utile per lui, capitalizzata al massimo: a conferma che, se rifornito in un certo modo, il giocatore non si fa pregare due volte per metterla dentro. Il rigore sbagliato. Psicologicamente rasserenato proprio dal fatto di essere andato in vantaggio a ridosso dell’intervallo, il Padova si è presentato in campo, all’inizio della ripresa, con il piglio di chi vuole apporre i sigilli definitivi alla sfida. Un minuto è bastato a Favalli per seminare il panico tra le linee arretrate avversarie e, una volta venuto a contatto in area con Pavan, finire a terra. L’arbitro Luciano ha indicato il dischetto: rigore apparso piuttosto generoso, ma con tutti quelli non fischiati quest’anno ai biancoscudati non ci si può scandalizzare se un direttore di gara ne concede uno non proprio cristallino. Al tiro è andato a sorpresa Petrilli – gli specialisti sono Altinier e Neto – calciando alla destra di Castelli, che ha intuito respingendo. Pallone di nuovo a Petrilli, che da due passi ha trovato ancora il portiere nerazzurro strepitoso nel deviare. Come all’andata – con Altinier – il penalty è, dunque, un tabù contro i brianzoli. Pericolosi solo una volta. Non è che il Renate, da lì in poi, abbia fatto vedere i sorci verdi agli uomini di Pillon, però una cosa è certa: il Padova ha patito quell’errore, alzando oltremodo la soglia di attenzione e, con essa, il livello di sofferenza. La squadra di Colella si è resa pericolosa con Ekuban, che, superato Sbraga, ha calciato a rete vedendosi respingere il tiro da Favaro, e subito dopo con Malgrati, la cui conclusione ha sfiorato la traversa. Cambiati gli esterni, con Finocchio e Baldassin al posto di Petrilli e Ilari, i biancoscudati hanno retto sino alla fine, rischiando poco o nulla ma perdendo spesso banalmente il pallone fuori dalla loro area. Adesso si va a Mantova. Probabilmente con Bucolo in più, reintegrato nella rosa, e il morale decisamente in rialzo. Si va avanti alla giornata, difficile pensare ad altri obiettivi.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Nel freezer dell’Euganeo – temperatura oscillante fra i 4 e i 5 gradi – e in un pomeriggio sferzato da pioggia e vento, un gran gol di Altinier riscalda il Padova, restituendo il sorriso alla truppa di Pillon dopo la sconfitta, intrisa di “veleno”, subìta dal Cittadella. Il Renate è la vittima da sacrificare alla voglia di riscatto dei biancoscudati, interpreti di una prova concreta ma un po’ sofferta nel finale, anche se non eccelsa dal punto di vista della qualità della manovra. È l’ottava vittoria in campionato, su 24 gare, ed è una vittoria da etichettare sotto la voce “pesante”: perché allontana, se mai si fosse palesato, lo spettro di un nuovo coinvolgimento nella lotta per evitare i playout e perché arriva al momento giusto, proprio dopo il ko con i “cugini” granata, a restituire fiducia e serenità all’ambiente, al quale è stata prospettata una stagione di transizione, e che tale si sta rivelando, con una salvezza sempre più vicina. Non era facile. Il Renate, che ha cambiato allenatore (da Boldini a Colella), si è presentato all’Euganeo come ci si aspettava: tre difensori dietro, cinque centrocampisti e due punte veloci. Scopo: cercare il colpo a sorpresa. Squadra bene organizzata, che corre, prestante fisicamente dietro, ma leggerina sotto porta. Eppure in grado di creare problemi ad un Padova che è partito con il suo solito passo, un po’ lento a dire il vero, incontrando problemi sulle corsie laterali, là dove il 4-4-2 del tecnico trevigiano dovrebbe esaltare al meglio le caratteristiche degli esterni. Invece, si è ecceduto nei lanci lunghi dalla retroguardia, a scavalcare il centrocampo, per raggiungere Altinier e Neto Pereira, controllati bene dai difensori lombardi e soprattutto costretti a muoversi sempre o quasi spalle alla porta di Castelli. Giocata superba del bomber. Non è che sia stato un primo tempo da applausi, anzi, eppure lo stadio – che presentava larghi vuoti nei settori abitualmente occupati dagli abbonati, complice l’inclemenza del tempo già ricordata – è venuto giù quando, nel primo, e unico, minuto di recupero la partita si è sbloccata (e risolta) con la prodezza di Cristian Altinier.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Era indeciso tra Altinier e Sparacello: cosa l’ha convinta a puntare sul primo? «L’ho visto rabbioso in rifinitura, e, quando vedo i giocatori applicarsi così, mi convincono a metterli in campo. Chissà, forse aveva capito che ci sarebbe potuta stare la staffetta…». Cos’è accaduto, invece, sul calcio di rigore? «Di norma i rigoristi sono Altinier, in prima battuta, e Neto Pereira se il primo non se la sente. Anch’io dopo ho chiesto come mai avesse tirato Petrilli, e mi hanno spiegato che proprio Nicola aveva chiesto loro di lasciarglielo tirare: forse volevano farlo segnare, a me basta che decidano in base a come se la sentono». Il lato negativo è che l’attacco alla profondità non si è visto neanche stavolta… «Vero, perché dobbiamo essere più propositivi. In un 4-4-2 come il nostro, i due terzini e gli esterni devono fare la differenza: anche oggi (ieri, ndr) non abbiamo sfruttato le corsie esterne attaccando lo spazio in profondità, sebbene ci avessimo lavorato in settimana. Dobbiamo crederci di più, e magari essere anche più rapidi nel giro palla». Siete a 10 punti dai playout: è un margine rassicurante? «Questo era uno scontro diretto importante, e 10 punti sono un buon margine. Ma non sapendo quale potrà essere la quota-salvezza, resto con i piedi per terra». A salvezza raggiunta, Pillon rimarrà al Padova? «Se me ne danno la possibilità, sono ben contento. Ma intanto penso alla prossima settimana: innanzitutto devo parlare con la società riguardo a Bucolo, perché mi hanno appoggiato sulla mia prima scelta, e ora devo chiarire se lo rimetto in squadra e perché lo faccio».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Tre punti importanti, per il morale e la classifica. Anche se la partita non verrà certo ricordata per la bontà del gioco espresso. Ma tant’è: Bepi Pillon si tiene stretta la vittoria sul Renate, e ci mancherebbe pure, visto che adesso, a 10 giornate dalla fine del campionato, 10 sono anche i punti di vantaggio del Padova sulla zona playout. «Quello che contava maggiormente era ottenere i tre punti e ripartire dopo la sconfitta con il Cittadella», le parole del tecnico nel dopo-gara. «Se avessimo giocato benissimo, ma avessimo portato a casa un pareggio, non sarebbe stata la stessa cosa». Non è stata una bella partita: l’aveva messo in conto? «La prestazione non è stata ottimale, e la cosa più grave è che ci siamo complicati la vita da soli. Se avessimo realizzato il rigore, avremmo potuto giocare tutta la ripresa con più serenità, invece, rimanendo sull’1-0, ci è salita un po’ di ansia da risultato, perché sarebbe bastato un episodio sfavorevole per rischiare di pareggiarla». Un successo che permette di dimenticare definitivamente il derby? «Abbiamo passato una brutta settimana a livello mentale, era importante ripartire e metterci tutto alle spalle. Sarò onesto: io per primo non ho digerito facilmente la sconfitta, perché, dopo essermi rivisto l’intera gara, e soprattutto alcuni episodi, ci sono rimasto davvero male. La gara con il Cittadella ci ha tolto qualcosa che meritavamo, se ci avessero massacrato sul campo capirei, ma al conto ci mancano tre rigori e per questo per tutta la settimana mi è salito un nervosismo incredibile, che spero di non aver trasmesso alla squadra».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) L’uomo del match è il nuovo capocannoniere solitario del Padova. Ma non esultava in casa da ben 5 mesi. Piccolo paradosso di una squadra solida ma che fatica a segnare, anche se più di così è difficile chiedere a Cristian Altinier, che si sbatte più che può e che pure ieri ha trovato la porta alla prima palla utile. Settimo gol, ma appena il secondo in casa, dopo quello realizzato al Lumezzane alla terza giornata. «Mi mancava segnare all’Euganeo», confessa il centravanti. «Credo sia stata una coincidenza non aver trovato il gol nel nostro stadio per così tanto tempo, ma sono contento il doppio proprio per aver riassaporato la gioia di esultare davanti ai tifosi biancoscudati». Tra l’altro è anche stato uno dei gol più spettacolari della stagione. «Bello e importante, perché era una gara ostica e in queste partite non sempre arrivano palle nitide in area. Bisogna andare su tutti i palloni e crederci sempre. Io ci provo ed è andata bene. Segnare alla fine del primo tempo è stato decisivo, il Renate è bravissimo a farti giocare male». Peccato non aver chiuso la partita con il rigore fallito da Petrilli, che fa il paio proprio con il suo errore dal dischetto all’andata. «In allenamento proviamo i rigori io, Neto, Cunico e Petrilli. Nicola se la sentiva, ci ha chiesto di tirarlo e io gliel’ho lasciato volentieri, memore anche dell’errore dell’andata. Purtroppo capita di sbagliarli». Dedica speciale per la piccola Melita, di 4 mesi? «È il primo gol che mia figlia vede dalla tribuna, a meno che non stesse dormendo. Ma la dedica è anche per i miei compagni, perché la vittoria è il premio al lavoro del gruppo». Tra i migliori Andrea Sbraga, recuperato a tempo di record dopo il pestone rimediato con il Citta. «Il piede fa ancora male, ma ho stretto i denti», sottolinea il centrale. «Sono contento perché siamo ripartiti al meglio dopo la sconfitta nel derby. L’organizzazione della squadra è una delle nostre forze, attacco e centrocampo ci aiutano e per noi difensori il compito è più facile». A cosa può ambire adesso il Padova? «Meglio non dire niente e pensare gara dopo gara. Anche perché se vinciamo una partita si parla di playoff, se perdiamo dicono di stare attenti alla salvezza. Ora siamo concentrati solo sul Mantova».
Ore 09.10 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto, Dimitri Canello): Favaro 6; Dionisi 6, Sbraga 6, Fabiano 7, Favalli 7; Ilari 5 (Baldassin sv), Corti 5.5 (Mazzocco sv), De Risio 6, Petrilli 4.5 (Finocchio 6); Neto Pereira 6, Altinier 7.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Anzi, strettissimo. Più che mai osservando le sbavature di Sbraga, che qualche errore da matita blu lo commette, alternandolo a giocate difensive degne della sua ottima tecnica. Ma tutto il resto sembra un po’ involuto, senza sussulti. Nel primo tempo il Renate piace maggiormente e in un paio di occasioni va pure vicino al vantaggio, in particolare al 25’ con una bordata di Scaccabarozzi che termina di poco a lato. Del Padova nessuna traccia, se si eccettua un tiro debole di Corti facilmente parato da Castelli. Poi, quando tutto lascia pensare che al riposo si finirà sullo 0-0, Altinier inventa una girata al volo straordinaria trasformando in oro un innocuo cross dalla trequarti di Dionisi. Dopo il rigore fallito da Petrilli, sostituito da Finocchio, il Renate sfiora il pareggio con Ekuban, su cui è bravo Favaro e con Malgrati che per poco non firma l’eurogol dai 30 metri con un tiro alto di poco. Per il resto qualche brivido e poco altro. L’1-0 è striminzito, ma basta per placare ansie e preoccupazioni, anche se quasi certamente il Padova a metà classifica difficilmente rientrerà in gioco in chiave playoff.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Lo spettacolo e il gioco, almeno per ora, è meglio dimenticarseli, ma quanto a concretezza il Padova continua a fallire raramente. Un lampo nel buio di Cristian Altinier e poi il nulla o quasi. Il Padova vince contro il Renate e respira, dopo un primo tempo davvero scadente, in cui un avversario segnalato in chiara ripresa aveva addirittura sfiorato in due occasioni il vantaggio. All’«Euganeo» esce l’1-0, il resto è un deserto di emozioni, se si eccettua il rigore concesso in apertura di ripresa per fallo di Pavan su Favalli. Sul dischetto si presenta Petrilli che però si fa ipnotizzare da Castelli e getta alle ortiche la possibilità di chiudere definitivamente il conto. Curiosità: anche all’andata di questa Lega Pro il Padova ebbe un rigore e anche in quella occasione il penalty fu fallito da Altinier. Le considerazioni generali complessive non sono entusiasmanti. Il tema base è il solito 4-4-2, che non varia mai, neppure quando ci sarebbe la possibilità di farlo e il canovaccio tattico alla lunga diventa prevedibile, soprattutto se gli esterni continuano a latitare. Pillon non ha nulla da invidiare ad alcun avversario quanto a solidità difensiva e Fabiano dimostra, con una prestazione impeccabile, che il ruolo di rincalzo di lusso gli sta stretto.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Basta osservarlo quando, dopo la prodezza di Altinier, entra in campo per abbracciare l’autore della prodezza risolutrice per capire quanta rabbia abbia in corpo. Giuseppe Pillon è carico, battibecca in tv quando qualcuno gli muove rilievi sulla gestione del derby col Cittadella, poi contrattacca. «Dovevamo chiudere la partita su rigore – evidenzia l’allenatore trevigiano – l’importante era vincere. Era uno scontro diretto, andava vinto. Non è stata una bella partita, loro aggrediscono molto mentre noi dovevamo stare attenti alla velocità dei loro attaccanti, complimenti ai difensori: bellissima partita. Dovevamo vincere per ritrovare serenità, ora dobbiamo proseguire. Dò due giorni di riposo, in settimana abbiamo consumato molte energie». Bergamin pensa positivo: «Se vinciamo le prossime due partite possono succedere ancora tante cose». E scherza: «Contro il Renate non segneremo mai un rigore».
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 50, Bassano e Pordenone 43, FeralpiSalò 41, Alessandria 40, Pavia 39, Reggiana 37, Padova 35, SudTirol 34, Cremonese 31, Cuneo 28, Giana Erminio 27, Pro Piacenza e Renate 25, Lumezzane 23, Mantova 22, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventiquattresima giornata: Cuneo-Pro Patria 2-1 (Chinellato (Cn) al 24′ pt e al 22′ st, Montini (Pp) al 30′ st), Padova-Renate 1-0 (Altinier (Pd) al 46′ pt), Alessandria-Bassano 1-2 (Stevanin (Ba) al 8′ pt, Mezavilla (Al) al 11′ pt, Candido (Ba) al 37′ st), Pro Piacenza-Pavia 1-2 (Ferretti (Pv) al 31′ pt, Orlando (Pp) al 42′ pt, Cesarini (Pv) al 36′ st), Reggiana-FeralpiSalò 3-0 (Spanò (Re) al 14′ pt e al 21′ pt, Siega (Re) al 23′ pt). Ore 14.00 SudTirol-Pordenone. Ore 15.00 Giana Erminio-Cittadella, Lumezzane-Mantova. Ore 17.30 AlbinoLeffe-Cremonese.
Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 27 febbraio: il Padova torna alla vittoria battendo 1-0 il Renate grazie ad un eurogol di Altinier.