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Ore 21.20 – (Il Piccolo) Per questa settimana, a quanto pare, bisogna mettersi il cuore in pace. Dopo gli ingaggi di Cornacchia e Muzzi (quest’ultimo però ancora in attesa del transfer dalla Spagna) e quello di Christian Fantina, per la sfida di domenica contro il Belluno, a meno di sorprese, la Triestina non avrà nessuna altra novità in rosa. Solo oggi infatti Mauro Milanese e il curatore Vernì dovrebbero fare un punto della situazione sulle eventuali risorse economiche ancora a disposizione per qualche altro ritocco. Milanese ovviamente spera che qualcosa si possa ancora fare, del resto alcuni giocatori sono rimasti ad allenarsi con l’Unione in questi giorni proprio in attesa di capire se potranno restare (ad esempio Cuppone, Monti e Petullo), ma è ovvio che Vernì deve essere giustamente rigido su quello che si potrà o non si potrà spendere. In attesa di capirci qualcosa in più su questo fronte, la Triestina sta preparando la difficile sfida casalinga di domenica contro il Belluno quarto in classifica (al Rocco si gioca alle 14.30), e lo sta facendo con un’emergenza difensiva non da poco, visto che purtroppo dovrà fare a meno dello squalificato Piscopo. L’assenza del capitano è di quelle pesanti: oltre a essere un vero puntello del reparto, in queste ultime partite Piscopo è stato un vero leader della squadra e trascinatore sul campo. Come sostituirlo? Tutti gli indizi portano a una coppia formata da Di Dionisio e Andjelkovic: il primo è un centrocampista che ormai sempre più spesso viene utilizzato da centrale difensivo proprio per far coppia con Piscopo, mentre lo sloveno è un centrale di ruolo ma ultimamente ha fatto molta panchina. Certo, sono entrambi possenti e alti, ma abbastanza lenti, e i recuperi veloci di Piscopo potrebbero davvero mancare contro il Belluno. Ma visto che rinforzi in quel reparto non è stato per ora possibile averne, sembra questa la soluzione più logica. Insomma, almeno per domenica, bisognerà fare di necessità virtù.
Ore 20.50 – (Corriere delle Alpi) Simone Quarzago rientra dalla nazionale. Mercoledì sera il centrocampista gialloblù classe 1999 è tornato a casa dopo i tre giorni di stage azzurro. Questa selezione della Lega Nazionale Dilettanti under 17, ha visto partecipare ragazzi nati tra il 1999 e il 2000 che giocano in serie D e nei campionati regionali e provinciali dell’intero territorio nazionale. L’esperienza si è conclusa mercoledì pomeriggio con l’amichevole contro gli allievi della Lazio. Proprio in questo match il giovane Simone Quarzago è partito titolare giocando tutto il primo tempo. «È sempre un’emozione forte confrontarsi con ragazzi che giocano in squadre importanti – racconta il fuoriquota bellunese – erano una buona squadra e non abbiamo assolutamente sfigurato. Io ho giocato tutto il primo tempo». Sei stato via da lunedì a mercoledì, come sono state queste giornate? «È stata davvero una bella esperienza – continua il centrocampista ex Feltrese – ho trascorso tre giorni piacevoli e ho trovato un bel gruppo non solo calcisticamente parlando ma anche come persone. Lunedì ci siamo allenati il pomeriggio mentre martedì abbiamo svolto una doppia seduta. Mercoledì infine abbiamo fatto l’amichevole. Essere chiamato in nazionale per me è una grossa soddisfazione ed essendo questa una selezione, spero in un futuro che possa arrivare un’altra convocazione». In inverno hai fatto un provino con l’Udinese, e sembra che altri club importanti di serie A ti stiano seguendo. Se dovesse arrivare un’offerta importante in estate saresti pronto a partire? «In questo momento penso solamente a fare bene con il Belluno – spiega Quarzago – se in estate qualcuno dovesse chiamare, allora vedremo il da farsi». Simone Quarzago non si ferma. Dopo la convocazione nella nazionale della Lega Nazionale Dilettanti under 17, il fuoriquota del Belluno andrà, il 2 marzo, in ritiro con la rappresentativa regionale. È possibile il terzo posto? «L’Este è una buona squadra ma ci proveremo fino alla fine ad arrivare davanti a loro». Roberto Vecchiato squalificato. L’allenatore del Belluno dovrà guidare la squadra dalla tribuna per le prossime due partite per la punizione inflittagli dal giudice. La prima sarà quella in trasferta contro la Triestina mentre la seconda quella casalinga, nel turno infrasettimanale, contro il Dro.
Ore 20.20 – (La Provincia Pavese) E’ capitato una sola volta e contro una rivale per non retrocedere, il Lumezzane: il Pro Piacenza è riuscito a centrare la sua prima e unica vittoria casalinga in questo campionato il 10 gennaio scorso (1-0) con un gol di Rantier nella ripresa. Poi nel ruolino di marcia interno del prossimo avversario del Pavia ci sono tre sconfitte (contro Alessandria, Cremonese e Cittadella) e una sfilza di pareggi. Salvatosi l’anno scorso allo spareggio dopo la riduzione a -5 della penalizzazione iniziale (-8), il Pro Piacenza è attualmente al quintultimo posto, appena dentro la zona play out, assieme a Cuneo e Renate. La squadra di mister William Viali sta facendo il campionato che ci si poteva attendere, senza acuti e tutto sommato regolare: salvo poche eccezioni, il Pro Piacenza è squadra che va sotto – o al massimo pareggia – con le big del girone e vince (ma fuori casa, eccetto con il Lumezzane), solo con quelle di livello pari o inferiore (Giana, Pro Patria, Cuneo, Renate e appunto Lumezzane). Si tratta perciò non soltanto di una gara ampiamente alla portata del Pavia, ma che anzi gli azzurri sono chiamati a vincere per proseguire nella rincorsa alla zona play off che dopo il faticoso successo sull’Albinoleffe si è avvicinata a quattro punti. Certo, qualche insidia c’è perché il Pro Piacenza arriva proprio da una delle migliori gare stagionali: un gol di Barba ha consentito ai rossoneri di agguantare al 76’ il pareggio sul campo dell’Alessandria. Risultato sorprendente, anche se va detto che i grigi dal 5’ della ripresa hanno giocato in dieci a causa dell’espulsione di Sirri per fallo da ultimo uomo. E per la verità alla quarta di campionato il Pro Piacenza aveva già fatto un mezzo exploit inchiodando sull’1-1 il Cittadella, attuale dominatore del campionato (ma perdendo poi in casa nel ritorno). E in casa ha fermato sul pari anche Pordenone, Bassano, FeralpiSalò. D’altronde gli emiliani fanno della difesa il loro punto di forza (di qui le vittorie quasi solo fuori casa, da squadra contropiedista): solo otto le sconfitte totali, poche per una formazione di bassa classifica. Eccetto Albinoleffe e Pro Patria, il Pro Piacenza è la squadra che ha segnato meno: appena 17 reti. Ma il miglior marcatore, Julien Rantier, è un tipo da tenere d’occhio: il francese ex Alessandria, tra l’altro specialista delle punizioni (l’anno scorso segnò al Pavia con la maglia dei grigi) è già a quota sei gol e anche nell’ultimo turno pur non segnando ha propiziato l’1-1 della sua squadra tirando una punizione sul palo, poi trasformata in gol da Barba. Dopo di lui c’è Cristofoli (3 reti), mentre l’ex del Voghera, Danilo Alessandro, si è fermato al rigore realizzato alla prima giornata contro il Pordenone. E a proposito di ex, nelle file del Pro Piacenza c’è anche Denny Cardin, andato a via a gennaio dal Pavia. Altro ex azzurro è David Speziale, classe ’94, qui nella stagione 2013-2014 conclusa all’ultimo posto. L’attaccante è arrivato anche lui nel mercato di gennaio. Anzi è tornato, dopo la parentesi non felice alla Pistoiese: a Piacenza si era messo in mostra con i 5 gol segnati nella seconda metà della passata stagione.
Ore 19.50 – (Gazzetta di Reggio) È il più giovane dei giocatori arrivati due anni fa dalla Pro Patria e potrebbe diventare tra qualche tempo una miniera d’oro per la Reggiana. Brayan Mecca è qualcosa di più di una promessa; il golden boy milita negli allievi nazionali ed anche se ha solo 16 anni, da metà gennaio si allena spesso con la prima squadra, Alberto Colombo lo ha già portato in panchina nelle partite di Lega Pro contro Lumezzane, Pro Piacenza e sabato scorso a Meda con il Renate. Ha molti riflettori puntati questo lombardo acqua e sapone, sveglio e simpatico: soprattutto lo si nota per la forte personalità che non è facile riscontrare in giovani di questa età e per l’energia positiva. «Credo di aver fatto tesoro della mia lontananza da casa», dice convinto. «Sono cresciuto, ho imparato a gestirmi da solo, a organizzare i tempi. Frequento il terzo anno dell’Itis Nobili, anche qui ho buone soddisfazioni, sto molto attento in classe, cerco di ottimizzare in un paio di ore lo studio ed i compiti». Sul suo conto fioccano giudizi positivi. «Gioca da centrocampista offensivo – dice il responsabile tecnico del settore giovanile Fausto Vezzani. – Per rendere meglio l’idea è la classica mezzala sinistra col fiuto del gol, un bel prospetto, uno da tenere a tutti i costi». Brayan Mecca guarda al futuro sognando ad occhi aperti. «Mi piacerebbe fare carriera nel calcio – confida – spero di arrivare più in alto possibile. Sono un destro a cui piace giocare sulla fascia sinistra, è la zona che mi permette di amplificare le mie qualità migliori, cioè saltare l’uomo e presentarmi per le conclusioni. Devo però migliorare nella fase difensiva, non copro ancora molto bene gli spazi». Il suo allenatore è da due anni Giorgio Gherardi. «Lo scorso campionato con gli Allievi regionali siamo arrivati secondi dietro il Novara, ho segnato parecchio, dodici reti. In questo torneo degli Allievi nazionali, la squadra non sta mantenendo le attese di inizio stagione, ho realizzato finora solo un gol, siamo in corsa per i play off, vorremmo centrare almeno questo traguardo. L’Inter e l’Albinoleffe vanno troppo veloci». Come sono i rapporti con mister Colombo? «Cerca sempre di aiutare i più giovani, è molto disponibile, non si risparmia in ogni tipo di consiglio. Mi trovo bene con lui ed altrettanto con Gherardi». Come per tutti i giovani l’inserimento in una nuova realtà è avvenuto abbastanza velocemente, senza grossi problemi. «Di Reggio ammiro molto le piazze del centro, sono bellissime; un altro punto fisso è la galleria dei Petali. Mi piacerebbe scoprire qualche altra realtà del territorio, ma riesco a muovermi solo a piedi e in bici. A scuola ho toccato con mano come tanti miei coetanei tifino granata, vedo un entusiasmo che non ho trovato da altre parti». Quando gli parliamo della cucina reggiana e dei suoi gusti, il “talentino” si mette a ridere. «Vorrei mangiare quintali di gnocco, ma non posso, sono celiaco. In classe, durante l’intervallo, c’è la gara fra i ragazzi a chi ne mangia di più, io li invidio un sacco, penso alle mie sfortune alimentari, mi consolo con il Parmigiano Reggiano, quello non manca mai alla mia tavola». Nei giorni scorsi c’è stato l’addio del direttore Ferrara e del suo staff, quelli che hanno portato ache Mecca a Reggio.«Sono spiaciuto, con loro mi sono sempre trovato bene, bravissime persone, sempre disponibili. A pranzo e cena condividevo la compagnia Zullo e Armonia. Per noi che siamo lontani dai nostri cari, avere qualche riferimento è importante e loro lo erano». Come è la vita d’albergo? « I camerieri e il personale dell’hotel Airone sono in pratica la nostra famiglia allargata. Tra la scuola al mattino, gli allenamenti quotidiani, i compiti, di tempo libero ne resta poco. Mi sono fatto tanti amici in città e nello stesso istituto scolastico che frequento; come ho detto, qui c’è una passione per il calcio che è contaminante. Voglio spendere una parola anche per lo stadio di Reggio, è stupendo». Lo scorso 4 novembre Mecca è andato in Nazionale Under 17 per uno stage a Cremona. «Spero di migliorare per meritarmi ancora la maglia azzurra. Dopo tanti sacrifici ho voglia di sfondare».
Ore 19.30 – Notizie da Reggio Emilia: mister Colombo dovrà fare a meno di Bartolomei, Ceccarelli, De Biasi, Frascatore e Mignanelli per la sfida di domani con la FeralpiSalò.
Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) Non sarà solo un derby lombardo, quello di domenica fra Lumezzane e Mantova, ma anche e soprattutto sarà una sfida fra due amici come Ivan Javorcic, mister biancorosso, e Antonio Filippini, da pochi giorni chiamato alla guida dei valgobbini al posto di Paolo Nicolato e negli anni passati compagno di squadra di Javorcic con le rondinelle. In più nelle file rossoblù c’è quel Valotti che domenica ha permesso al debuttante allenatore di conquistare la vittoria sulla Pro Patria, pur con un sofferto 2-1, e che lo scorso anno nella Primavera del Brescia era stato ripetutamente utilizzato dall’attuale mister virgiliano. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti perchè quella di dopodomani sia una sfida fratricida, tanto per la lotta per la salvezza quanto per il consolidato rapporto di amicizia e stima che caratterizza i due allenatori. Nelle file del Lumezzane (che sarà privo degli squalificati Genevier e Calamai) si profila il rientro dell’esterno d’attacco Simone Russini, mentre appare meno probabile il ritorno a disposizione della prima punta Riccardo Barbuti.
Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) Samuele Sereni sta recuperando al meglio dall’affaticamento muscolare che in questi giorni lo ha costretto ad allenarsi in maniera non ottimale e che comunque non pregiudica le sue possibilità di scendere in campo dall’inizio a Lumezzane. L’esterno sinistro biancorosso è consapevole di avere offerto una buonissima prova contro il Cuneo ma anche di avere molta strada davanti prima di potere considerare raggiunto l’obiettivo salvezza. «Da tempo – sottolinea l’esterno – stiamo applicando con impegno e continuità gli schemi del mister, il lavoro alla fine paga sempre e contro il Cuneo mi pare si sia visto finalmente quel Mantova che da tanto non riusciva a far emergere le sue qualità. Invece questa è una squadra che ha la possibilità di togliersi parecchie soddisfazioni da qui alla fine della stagione». Quanto alla gara di domenica Sereni è convinto che il risultato positivo sia possibile: «Noi stiamo bene, anche loro vengono da una vittoria però se giocheremo con la stessa grinta e voglia di far bene che abbiamo avuto nelle ultime partite penso che per il Lumezzane sarà davvero arduo riuscire a fare punti». La possibilità di sorpassare i valgobbini (ora a +1), a giudizio del difensore toscano, è tutt’altro che remota: «Siamo un gruppo che lavora con la giusta intensità e che sta diventando sempre più unito, ora abbiamo bisogno di ritrovare la continuità di risultati che ci può portare fuori da questa posizione scomodissima. Personalmente sto migliorando la condizione e anche a livello fisico sono pronto a fare la mia parte. Poi ci penserà il mister, spero di esserci».
Ore 18.20 – Notizie da Mantova: Cristini e Sereni sulla via del recupero, mentre Zammarini e Di Santantonio potrebbero tornare nella sfida del 6 marzo col Padova.
Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Gavazzi viene al Bottecchia, no non viene. È quasi fatta. No, non si fa più. Il tormentone è andato in onda per quasi due mesi, a cavallo di Capodanno 2016. Alla fine l’ex novarese è andato al Sudtirol e domenica il Pordenone se lo troverà verosimilmente contro, pronto a fermare Strizzolo e compagni. Strizzolo lo ha già “beffato” quando giocava con il Mantova. Luca firmò il momentaneo vantaggio neroverde, poi finì 1-1 con il pareggio di Carini. ECCO PERCHÈ – Gavazzi, 27 anni, difensore centrale, nella scorsa stagione è stato uno dei protagonisti principali della promozione del Novara in B. In estate però era passato al Mantova, dove evidentemente non si è trovato bene, se a fine andata ha deciso di cambiare maglia per vestire quella biancorossa. «Ho scelto il Sudtirol – ha raccontato – perchè è una società seria, con programmi ambiziosi. Inoltre mi erano state fornite ottime referenze da Simone Corazza, già compagno in Piemonte, e da Achille Coser, che giocava con me a Bergamo nell’Albinoleffe. Queste settimane in biancorosso mi hanno fatto capire che ho fatto la scelta migliore». Già, però da quando è arrivato lui il Sudtirol ha pareggiato con il Pavia (1-1, Gavazzi in panca), perso a Bassano (0-2, ancora riserva), pareggiato con il Padova (0-0, esordio) e a Salò (1-1, titolare). Nello stesso lasso di tempo il Pordenone (7 vittorie consecutive) ha fatto 12 punti e non ha subito nemmeno un gol: 540′ d’imbattibilità. OBIETTIVI – Il Sudtirol è settimo in classifica a 33 punti insieme al Pavia, a 6 lunghezze dalla zona playoff. Dove può arrivare? «Qui ci sono giocatori di categoria – risponde Gavazzi – come Coser, Tulli, Girasole, Bissoli. Poi c’è mister Stroppa, che rappresenta un valore aggiunto in categoria. Sono convinto che possiamo ancora fare bene. Già a inizio stagione – ricorda – avevo indicato i bolzanini fra le compagini meglio allestite; secondi, ma non troppo distanti, solo a Cittadella e Alessandria». Sul Pordenone dei record, secondo vero in classifica, con 7 punti più del Sudtirol, nemmeno una parola.
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Niente nasce a caso. E anche dietro al miracolo Pordenone, che oggi fa parlare la città di un obiettivo (la serie B) fino a poco tempo fa nemmeno nominabile, c’è anche un’organizzazione societaria finalmente chiara. Da professionisti. E se i neroverdi 2014-15 avevano sbagliato da ogni punto d’osservazione (gli errori si sono manifestati in campo, ma alcuni nascevano ben prima, sulla scrivania), quello vincente di oggi nasce da una rigida struttura societaria. Ognuno ha il suo compito e non si tollera la confusione. Al vertice dell’azienda, perché di questo si tratta ormai, c’è Giancarlo Migliorini, direttore generale che rispetto al passato ha abbandonato progressivamente il rettangolo di gioco, per lavorare dietro le quinte. «Ma com’è avvenuto in campo – spiega Migliorini – anche l’organizzazione è nata dalla serie D. Molte volte da fuori non ci si rende conto di quanto serva una figura che coordini a 360 gradi quello che succede». Chiudendo il rubinetto della società quando necessario. È uno dei compiti, forse il più ingrato, del dg. «La stagione scorsa – illustra ancora Migliorini – è costata troppo alla società. Di certo è stata un’esperienza che non avremmo voluto vivere, ma alla fine è servita. Prima dell’estare ci siamo seduti al tavolo e abbiamo capito dove intervenire. Oggi abbiamo una squadra che vola in classifica, ma a costi contenuti. Quelle risorse – il riferimento torna all’anno scorso – avremmo potuto investirle in qualcosa d’altro, più utile. La lezione l’abbiamo capita, ed eccoci qua». Dove ha potuto, quindi, il Pordenone ha tagliato, limato, messo un freno alle “spese pazze” di un anno fa. La squadra ha una sorta di salary cap (come accade in B), che si attesta sui 50 mila euro annui come tetto massimo al singolo compenso. Poi tutto passa dalla supervisione del direttore. «In altre realtà – conclude – il dg entra di più in campo, mentre noi abbiamo scelto la strada del controllo gestionale e contabile». Per ora, tutto funziona.
Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Parla un federale. «Verso il Pordenone in B non ci saranno certo battute come quelle rivolte a Frosinone e Carpi mentre salivano in A. Faccio un tifo incredibile per i neroverdi e tutte le società della zona». È il consigliere nazionale della Federcalcio, Renzo Burelli, a esprimersi così. «Ho appena parlato con Mauro Lovisa, che era influenzato, facendogli i complimenti – racconta l’ex numero uno della Figc Fvg -. Tante volte si fanno ripescaggi che poi non servono a niente, invece questo del Pordenone è proprio splendido. In Federazione ripeto sempre che bisogna credere alle società serie, anche se hanno avuto problemi nella stagione precedente». Lei vede quindi una B neroverde senza complicazioni? «Pordenone raccoglie una stima grande in sede federale – assicura – e le aspettative non sono di poco conto. Si vede che c’è un’organizzazione societaria molto seria e il presidente mi ha garantito che i conti tornano. È importante che ci sia equilibrio nelle attività. Chiaro che sarebbe una soddisfazione incredibile: i ramarri lo meritano, sportivamente e per la perseveranza della dirigenza». Problema stadio risolvibile fuori regione? «La questione non avrebbe confini regionali – ribadisce Burelli -. L’importante è che la squadra tenga questo ritmo». A proposito: finora solo il Bassano ha vinto al Druso contro il Sudtirol. Era il 27 settembre. La squadra di Stroppa in casa si è imposta 3 volte e ha pareggiato altre 7 gare. Numeri invertiti con i neroverdi, che in trasferta hanno impattato in 3 casi e vinto in 7 occasioni. Il Pordenone del settebello, domenica alle 14 a Bolzano, affronterà un gran premio della montagna per salire sull’ottovolante. I ramarri di Tedino, superati l’impegno di Bolzano e quello casalingo con il Lumezzane (in calendario domenica 6 marzo alle 17.30), saranno ospiti del Bassano domenica 13 alle 15. Nel frattempo, con un volantino distribuito in città, gli steward che prestano il servizio di sicurezza negli stadi triveneti affermano di “dover attendere parecchi mesi i voucher di pagamento da parte dell’Assist di Altavilla Vicentina, la società cooperativa che gestisce l’appalto per Pordenone, Vicenza, Bassano, Cittadella e Padova. Eppure sono solo 15 euro netti a partita”. Chiarito che il Pordenone nella diatriba non c’entra (i versamenti del club neroverde all’Assist per il servizio sono sempre stati regolari e tempestivi), la coop berica replica con il presidente Andrea Fiorio. «A parte il fatto che gli euro sono 30 e non 15 – sostiene -, posso affermare tranquillamente che i voucher vengono consegnati ai ragazzi (5 i pordenonesi, ndr) come da accordi. I prossimi sono previsti lunedì 29. Certe “denunce” anonime sono soltanto strumentali». Quindi niente paura: al Bottecchia gli steward saranno regolarmente al loro posto.
Ore 16.50 – (Messaggero Veneto) Da quando De Cenco, ancora capocannoniere neroverde con 8 gol, è volato a Trapani, lui è esploso: due reti, grandi prestazioni, un rigore guadagnato. «Luca è forte, bisogna dargli fiducia. Ascolti Tedino, perché con lui gli attaccanti vanno a nozze». A indicare la strada a Strizzolo, nuovo centravanti del Pordenone, è un friulano come lui ed ex neroverde, esploso in neroverde grazie a Tedino: Simone Motta. L’attaccante, che gioca e allena gli juniores della Virtus Corno, parla a pochi giorni dalla sfida tra Alto Adige e “ramarri”, di cui è doppio ex. Al Bottecchia, con l’ex ct della nazionale, è decollato (17 reti nel ’98-’99 in D); a Bolzano si è confermato tra i professionisti, siglando 30 gol dal 2000 al 2002 in C2. «Sono stati degli anni molto belli – afferma Motta, classe ’77 –. A Pordenone, dove arrivavo dal Santa Lucia, ho cominciato a pensare di poter fare realmente il giocatore. Col Suedtirol mi sono consacrato: tra l’altro arrivavo dai neroverdi, portato dal ds Mauro Gibellini e grazie alla “cura” Tedino». I due sono stati assieme anche a Pistoia, quando Motta segnò 16 gol nel 2006-2007 in C1. «Ci sentiamo ancora – continua l’ex Novara – devo andare presto a trovare al De Marchi. E’ un grande conoscitore di calcio e sa tramutare le sue idee in campo. Adesso credo sia al top, infatti i risultati si vedono. Poi Tedino è un guru per gli attaccanti». Il friulano sa quanto il tecnico gli ha dato. Per questo consiglia aStrizzolo di seguirlo. «Luca lo conosco, quando giocavo a Novara lui era in Primavera e abbiamo fatto qualche viaggio assieme – spiega –. E’ forte, soprattutto fisicamente; ha le qualità per fare la punta. Deve solo ascoltare il mister. Ha la fortuna di avere un maestro che gli può indicare la strada giusta. Non so dove può arrivare, spero più in alto possibile; ma so di sicuro – continua – che è in buone mani. Poi mi sembra che abbia trovato il contesto giusto: ci vuole anche quello per emergere». Domenica la sfida del Druso. Motta non ha dubbi: «Ho bei ricordi da entrambe le parti, ma tifo Pordenone e spero che vinca – afferma –. Sono anni che voglio una società regionale in alto: non basta l’Udinese a questa terra. Poi vedo che in squadra ci sono diversi ragazzi friulani, quindi è naturale che sostenga questa causa».
Ore 16.30 – Notizie da Pordenone: ancora a parte Beltrame, De Agostini e Marchi, ma mister Tedino può sorridere perché sono tornati in gruppo Filippini ed Ingegneri.
Ore 16.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) «Iocolano? Amici come prima, dalle 19.30 in poi. Prima, però, sul campo ognuno andrà per la propria strada». Parola di Gian Maria Rossi, che getta il guanto di sfida al suo ex capitano, che domani alle 17.30 affronterà per la prima volta da avversario la squadra che gli ha permesso di farsi conoscere al calcio che conta. C’è un’atmosfera particolare, al quartier generale giallorosso, soprattutto perché Alessandria-Bassano non può essere una partita come le altre. E, man mano che si avvicina il momento dell’appuntamento, la tensione sale: «Simone ha numeri di categoria superiore – sorride il portiere giallorosso – ed è comprensibile che tante squadre abbiano cercato di acquistarne il cartellino. Ci conosciamo da una vita, siamo stati compagni di squadra, sarà strano incontrarlo da avversario. L’Alessandria è una grandissima squadra, credo che assieme al Cittadella sia la più forte del girone A. Molto forte in attacco, dovremo cercare di limitarne il potenziale e di sfruttare nella maniera migliore possibile le nostre qualità. In zona promozione può accadere ancora di tutto, ci sono tante squadre che possono ambire al traguardo finale, noi siamo in ballo e cercheremo di ottenere un posto fra le elette fino alla fine. Quello di domani sarà a tutti gli effetti uno scontro diretto, i punti in palio sono pesanti e valgono molto». Il Bassano, secondo Rossi, ha lasciato per strada qualche punto di troppo: «La prestazione – evidenzia il portiere giallorosso – l’abbiamo quasi sempre fatta. Il problema è che in alcune occasioni non abbiamo raccolto. E abbiamo perso qualche punto lungo il percorso che potrebbe pesare». Nel frattempo la Lega Pro, in relazione ad esigenze organizzative della Pro Patria e in accordo con il club di Renzo Rosso, ha disposto che la partita Pro Patria-Bassano di sabato prossimo 5 marzo, abbia inizio alle ore 17,30, anziché alle ore 20,30 come inizialmente previsto. Niente impegno serale, quindi, per i ragazzi di Stefano Sottili, che invece affronteranno di domenica il Pordenone: appuntamento per il 13 marzo al Mercante alle ore 15.
Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Gli è mancato solo il gol per coronare una prestazione da uomo squadra, in un Venezia che sembra aver compreso la necessità di badare al sodo. Il 2016 di Denis Maccan si può dire sia iniziato domenica scorsa a Noale, con la prima maglia da titolare dopo due mesi e mezzo, a chiudere un lungo periodo fra tribuna, panchina e spezzoni di partita. Ma ora che arriva il Campodarsego co-capolista – dopodomani, ore 14.30 al Penzo (200 finora i biglietti venduti) – anche l’attaccante pordenonese è in piena corsa per la riconferma in campo dal primo minuto. «Non mi succedeva da tanto tempo di giocare una partita quasi per intero, è stata abbastanza dura ma ho cercato di mettermi al servizio dei compagni – le sensazioni del 31enne – e alla fine la vittoria, con tanto di aggancio in vetta, è stato un fantastico premio». A differenza del 2005/06, quando lo scarso utilizzo nel Venezia di Di Costanzo l’aveva spinto a cambiare aria a gennaio, stavolta Maccan ha sposato la prospettiva di un minutaggio ridotto. «Dieci anni in più di esperienza servono a qualcosa sul piano della maturità – sorride l’ex bresciano – senza mai essere passivi, naturalmente. Io cerco sempre di spingere a mille per giocare, se non succede sono comunque parte di un Venezia che ha come obiettivo la vittoria del campionato per risalire tra i professionisti». Il faccia a faccia col Campodarsego mette in palio il +3 in vetta per la vincente; poi mancheranno altre 9 giornate. «Non è una gara come le altre anche se il campionato ce lo giocheremo un po’ più avanti. Veniamo da una domenica fortunata e vogliamo sfruttare la scia, con la giusta serenità e l’esperienza del gruppo possiamo prenderci il primato solitario. La differenza poi potranno farla i tifosi, un gran cornice di pubblico sarebbe molto stimolante». Ieri al Taliercio a fine allenamento Serafini (rientrato subito in gruppo) e compagni hanno ricevuto l’incoraggiamento dai bambini del Venezia Soccer Academy.
Ore 15.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Una partita che vale molto più di tre punti. Ne è convinto il presidente Joe Tacopina, a tre giorni dal big match di domenica al Penzo (ore 14,30) tra il Venezia e la co-capolista Campodarsego. «Psicologicamente è molto importante, perché la squadra che vince può riceverne forza e acquisire la convinzione di poter vincere il campionato». Un match a cui Tacopina, arrivato nei giorni scorsi in città, non si vuol perdere. Presidente, cosa ha detto ai giocatori quando li ha incontrati? Ha parlato dell’importanza della sfida con il Campodarsego? «Non ce n’è bisogno, sanno quanto sia importante questa partita. Piuttosto, ho detto loro di guardarsi negli occhi e ciascuno nel proprio cuore, per essere pienamente consapevoli che hanno l’occasione di entrare nella storia del club». Quando era stato qui l’ultima volta, un mese fa, dopo la sconfitta con la Virtus VeComp e il pareggio con la Luparense, non era però molto contento della squadra e dei risultati. Ora ha visto la scossa che sperava? «Non ho detto di non essere contento della squadra, ma ero molto dispiaciuto dei risultati. So quanto questa squadra sia valida e ho delle aspettative molto alte. Quando si vince sono più contento, ma questo è il calcio. Il Venezia ha molti leader, penso a Serafini, Carbonaro, Soligo, Maccan, Luciani…Grandi giocatori con esperienze diverse e sono convinto che insieme otterremo grandi cose». Il Venezia è stato costruito per vincere il campionato e salire subito in Lega Pro. Ma la squadra ha incontrato alcune difficoltà e infatti è in corso il testa a testa con il Campodarsego. Si aspettava che la Serie D fosse così complicata? «È la prima cosa che mi ha detto Perinetti (il ds, ndr ) all’inizio. Sapevo che questa categoria era difficile perché ci sono regole diverse: l’obbligo dei quattro under da mettere sempre negli undici. Poi perché ci sono campi che non sempre sono a un livello professionistico. E anche per altre cose…». Quanto sarà importante la presenza dei tifosi allo stadio domenica e, in generale, quanto conta il loro coinvolgimento? «I tifosi sono importantissimi, lavoriamo insieme per lo stesso obiettivo, tifosi, squadra, staff, dirigenti. Il nostro motto è “Uniti ripartiamo”. Penso al derby con il Mestre, ero orgoglioso della curva Sud e anche i giocatori hanno avvertito tutto il loro sostegno». Proprio con i tifosi ha dialogato in chat nel pomeriggio. Molti, presidente, le hanno chiesto notizie sullo stadio nuovo. Ci sono novità? «Lavoriamo costantemente alla realizzazione dello stadio. Progettisti e vari professionisti stanno facendo valutazioni, realizzando rendering. In tre anni avremo lo stadio e posso dire che sarà il migliore d’Italia. Questo è il tempo giusto, ora c’è la legge sugli stadi che ne favorisce la costruzione, c’è bisogno di nuovi impianti». C’è un modello di stadio al quale si ispira? «Mi piacciono il campo e le sedute dello Juventus Stadium, meno le aree interne ed esterne. Per questi aspetti preferisco l’Allianz Arena di Monaco e altri stadi negli Usa, come il Citi Field di New York. Ma il nostro stadio avrà uno stile veneziano».
Ore 14.50 – (La Nuova Venezia) Venezia a 360º: la squadra al Taliercio, impegnata a preparare la sfida al Campodarsego, il presidente Joe Tacopina in sede, a rispondere per un’ora ai quesiti dei tifosi sulla pagina Facebook della società, e poi a Venezia. Un’idea che il numero uno arancioneroverde aveva in mente da tempo e che si è concretizzata ieri pomeriggio, un altro segnale del rapporto sempre più stretto che Tacopina vuole instaurare con i tifosi. Nuovo stadio, Penzo, maglie e sponsor, nuovi soci e marketing, ambizioni e affari: un cocktail di domande, alcune formulate anche in inglese, alle quali Tacopina ha risposto con pazienza. In primis sul nuovo impianto. «Il nuovo stadio è uno dei nostri obiettivi, serviranno 2-3 anni. In Italia mi piace lo Juventus Stadium, ma preferisco l’Allianz di Monaco di Baviera. Il Penzo ha delle limitazioni per risistemarlo, ma cercheremo di renderlo più confortevole. Rispettiamo la storia, ma società e città meritano uno stadio di primo livello». Poi spazio a sponsor e maglie. «Il nostro rapporto con la Nike al momento ci limita a utilizzare maglie con basi bianche e nere, stiamo però considerando tutte le opzioni e terremo conto dei suggerimenti. Stiamo anche lavorando per attivare un negozio on line, non manca molto». Maglie a cui manca il main sponsor. “Stiamo parlando con molte aziende, ma siamo anche molto selettivi», ha risposto Tacopina, “la nostra maglia è il nostro biglietto da visita. Molte società si sono dimostrate interessate al nostro progetto, tra queste anche la Legends. Credo che Venezia abbia un potenziale unico per fare business nel calcio». La conferma dei progetti ambiziosi anche in un’eventuale Lega Pro. «Non sono venuto per stare in serie D, ma nemmeno in Lega Pro o in serie B: la squadra sarebbe attrezzata per provare a salire in serie B. Mi aspetto di essere in serie A tra cinque anni». Il Venezia Football Club non cambierà denominazione. «Abbiamo aperto un’era nuova, ma questa società rappresenta Venezia e Mestre allo stesso modo». Goliardico, il finale di Joe Tacopina. «Grazie a tutti! Per me è stato molto divertente, spero che lo sia stato anche per voi, grazie a tutti. Adesso vado all’inaugurazione del negozio dei Gondolieri a Rialto». Le news. Ieri allenamento a porte chiuse per il Venezia in vista del big-match con il Campodarsego. Possibili i rientri di Ferrante, Marcolini e Carbonaro dal primo minuto. Questa mattina (ore 11.30), nella sala della Musica dell’Hotel Ca’ Sagredo, in centro storico, il presidente Joe Tacopina, accompagnato dal direttore generale Dante Scibilia, illustrerà i contenuti del progetto “Venezia Soccer Experience”, in collaborazione con l’Associazione veneziana albergatori, che sarà rappresentata dal presidente Vittorio Bonacini, dal consigliere AVA per gli hotel 5 Stelle e general manager di Ca’ Sagredo Lorenza Lain e dal consigliere Ava Alessandro Mazzetto.
Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) È stato il grande protagonista del mercato biancorosso di gennaio, il giocatore al centro di vari intrighi, tra cui Juventus e Napoli. Una situazione che potrebbe anche aver disturbato Filip Raicevic, centravanti montenegrino che ha finora segnato dieci gol, con la miglior media reti della serie B in base ai minuti giocati. «Questa storia che sarei deluso dal mio mancato approdo a un grande club non è vera – sottolinea Raicevic – anche perché la società mi ha fin da subito spiegato che sarei rimasto a Vicenza fino a fine stagione in ogni caso. Non nego che l’interesse di grandi club mi abbia fatto piacere, ma per quello c’è tempo e ritengo che Vicenza è senza dubbio la piazza migliore per dimostrare il mio valore e dove voglio continuare a fare bene. Questa è una cosa che deve essere ben chiara a tutti, perché la determinazione e la voglia di fare ancora tanti gol con la maglia del Vicenza è massima. Solo così – spiega – potrò di nuovo meritarmi il salto di categoria. Adesso però nella mia testa c’è solo il Vicenza, quello che posso promettere è il massimo impegno anche perché io con Vicenza e i suoi tifosi sono in debito per la fiducia che mi hanno concesso, e farò di tutto per sdebitarmi». Vista la classifica i gol di Raicevic servirebbero come l’aria, ma l’ex attaccante della Lucchese sposta l’attenzione sulla squadra. «Normale che il mio compito sia segnare e che ci provi sempre – sottolinea Raicevic – ma se realizzo e si perde, non sono per niente soddisfatto. Il massimo è fare un gol che porti i tre punti, ma se segna un altro e il Vicenza vince sono contentissimo lo stesso. Adesso dobbiamo toglierci dalla zona pericolosa della classifica, e non c’è spazio per pensare ai singoli. Noi siamo una buona squadra – continua il bomber – quando giochiamo uniti e compatti, quando teniamo alta la concentrazione e quando riusciamo a mettere in pratica quanto proviamo in settimana. In questo campionato alcune volte non siamo riusciti a farlo, e quasi sempre abbiamo perso; questo ci deve servire da lezione per il proseguo del campionato». Domani a Crotone l’impegno sarà molto difficile considerato il valore degli avversari che occupano, con merito, la seconda posizione in classifica. «Sarà senza dubbio una partita che presenterà tante difficoltà – ammette Raicevic – ma eravamo sfavoriti anche a Pescara e poi avremmo meritato di vincere, e i tre punti ci sono sfuggiti anche per errori non nostri. Questo a conferma che se noi giochiamo come sappiamo, è dura anche per i nostri avversari; inoltre la serie B si conferma un campionato equilibrato, in cui nessuno risultato è scontato. Per questo a Crotone andremo a giocarcela, sperando stavolta che magari la dea bendata guardi dalla nostra parte».
Ore 13.50 – (Gazzettino) L’inedita coppia d’attacco Coralli-Fasolo ha lanciato il Cittadella in semifinale di Coppa Italia Lega Pro superando la Cremonese per 3-2. Doppietta per dell’esperto bomber di Borgo San Lorenzo, mentre il diciassettenne di Grisignano di Zocco ha fatto l’esordio in prima squadra con il gol della differenza. Claudio Coralli con otto reti in questa stagione è il vero e proprio “Re di Coppe, ma il suo sogno va oltre: «Ci terrei a fare gol in campionato, dove sono andato a segno solo con il Pavia (più una rete non convalidata con il Mantova), chi sta fuori ci sta male, ma siamo primi e sono contento lo stesso. Vorrà dire che vinceremo la Coppa Italia, che fra i professionisti manca al Cittadella. Con la Cremonese è stato importante passare il turno». Anche se è stata dura con i tempi supplementari. «Era successo anche con il Sudtirol -precisa il bomber-, lì ero uscito a sette minuti dal termine, mentre stavolta sono rimasto in campo fino alla fine. Ero stanchissimo, avevo i crampi, è stata una maratona». La partita stentava a decollare. «Non è facile giocando poco dare subito il meglio, inoltre avevamo quattro giovani della Berretti». Fasolo è stato una rivelazione. «Sono contento per lui -conclude Coralli-, mi ha procurato anche il rigore che mi sono fatto parare. Ringrazio i compagni che mi hanno rincuorato, poi Minesso e Benedetti sono stati strepitosi nel costruire l’azione per il mio raddoppio». Giulio Fasolo, dopo due panchine in Coppa con Sudtirol e Bassano, nel dopogara era ancora avvolto da un sogno. Ha sostituito Bonazzoli al 35′ della ripresa dando la svolta alla partita. «Debuttare in prima squadra e realizzare un gol è il massimo -spiega-, ho fatto ciò che so fare e mi è venuto tutto bene. Spero di avere altre opportunità. Coralli mi ha aiutato tanto con i suoi consigli. Nella Berretti gioco prima o seconda punta, ringrazio l’allenatore Giulio Giacomin e anche Venturato che in precedenza mi aveva fatto giocare nell’amichevole con l’Abano». Sulle sue caratteristiche, conclude Fasolo: «Faccio dell’esplosività e della velocità le mie armi migliori, vado su tutti i palloni. Sul fallo del rigore ero in vantaggio e l’avversario mi è venuto addosso. Ci poteva stare. Studio a Vicenza in un istituto professionale».
Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Il vecchio – detto con tutto il rispetto del caso, e considerando la lunghezza di una carriera iniziata a livello professionistico a Tivoli, nel 2002 – e il bambino. L’uomo dei record granata e il ragazzino che spera di seguirne i passi. Cittadella-Cremonese di mercoledì, oltre che per la qualificazione degli uomini di Venturato alla semifinale di Coppa Italia di Lega Pro, sarà ricordata per quanto fatto da loro, Claudio Coralli e Giulio Fasolo. Coralli, in particolare, con la doppietta messa a segno è diventato il miglior attaccante di sempre con la maglia del Citta, superando i 49 centri di Enrico Sambo, che sino all’altro giorno lo affiancava in testa, grazie alle reti realizzate fra le stagioni 1987/1988 e 1990/1991. «Ci tenevo molto, perché sapete tutti quanto sia legato a questa maglia», le parole del “Cobra”. «Non ero aggiornato sul conto esatto, ma sapevo di esserci vicino e con Sambo, che conosco bene, ogni tanto ci scherzavo». In realtà, dietro alle statistiche, presenti anche sulla pagina a suo nome su Wikipedia, c’è un piccolo “giallo”. Nell’elenco on line, infatti, non figuravano i tre gol dell’allora “Coppa Italia di Serie C” siglati nella stagione 2007/08, mentre compare la rete di Pavia nel campionato di quest’anno, che però la Lega Pro ha ufficialmente rubricato come autogol di Biasi. Tra somme e sottrazioni, con la doppietta ai lombardi si arriva a 51 (39 tra B e C/1, più 12 in Coppa), 2 più di Sambo e 11 più di Meggiorini, terzo in questa speciale graduatoria a quota 40. Nessuno ha fatto meglio sotto le Mura. «Adesso spero di non fermarmi qui e magari di sbloccarmi anche in campionato, realizzando qualche gol importante, dopo quello dubbio di Pavia e quello annullato con il Mantova», sottolinea “Ciccio”. «Intanto, la gara di mercoledì è servita per mettere minuti nelle gambe. Nel primo tempo la partita ha faticato a decollare perché pochi fra noi erano abituati a giocare regolarmente, c’erano diversi ragazzi della Berretti e il solo Cappelletti utilizzato con una certa frequenza. Ma adesso, arrivati sin qui, vogliamo la Coppa, anche perché il Cittadella ne ha vinta una fra i Dilettanti, ma mai questa». Ed è significativo che il terzo gol, mercoledì, sia stato firmato dal 17enne Fasolo, quasi a sancire un simbolico passaggio di testimone. «Mi ha fatto molto piacere che abbia segnato lui», prosegue Coralli. «È entrato in un momento di difficoltà e non sapeva come muoversi, così gli ho dato alcune indicazioni. È stato bravissimo, si è procurato il rigore e si è fatto trovare pronto in zona-gol. Personalmente mi spiace di non aver rimpinguato ancor più il bottino con il tiro dal dischetto. Subito dopo l’errore, però, i compagni mi si sono avvicinati per dirmi: “Vedrai che farai di nuovo gol prima della fine”, una frase che è servita per tirarmi su». E Fasolo che ci racconta? «Prima di entrare Venturato mi ha detto: stai dietro a “Ciccio” e sfrutta i palloni che sporcherà lui. Mi è andata fin troppo bene», rivela questo ragazzo di Grisignano di Zocco, che studia in un istituto professionale di Vicenza e che si ispira «ad Hazard, trequartista del Chelsea, anche se lui gioca in posizione leggermente più arretrata rispetto a me. Ringrazio il mister e tutto lo staff della prima squadra, che mi ha offerto questa opportunità, ma anche Giacomin, il mio allenatore alla Berretti, con cui in questa stagione ho messo a segno 9 gol. Per me è solo l’inizio, spero ci siano altre occasioni per dimostrare quello che so fare».
Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Ieri gruppo granata diviso in due per l’allenamento al Tombolato: seduta defaticante per chi ha giocato in Coppa, più intensa per gli altri. Intanto, sono state ufficializzate date e orari delle semifinali: Spal-Cittadella si giocherà mercoledì 2 marzo, alle 14.30, allo stadio Mazza di Ferrara; il ritorno al Tombolato mercoledì 9, sempre alle 14.30. All’andata non ci saranno Amato, espulso con la Cremonese, e Sgrigna, ammonito: i due sono stati fermati per un turno.
Ore 12.40 – (Gazzettino) «Solo dando tutto possiamo riuscire a centrare un risultato positivo». Tra l’altro, dopo la prima sconfitta della gestione Pillon maturata con il Cittadella, avrete grande voglia di riprendere il vostro cammino. «Senza dubbio. Lo stop nel derby è solo un episodio, ora guardiamo avanti e cerchiamo di tornare al successo». Nelle partite in cui ha giocato il suo partner è stato sempre Diniz, domani invece avrà al suo fianco Sbraga. «Non ci sono problemi, ci capiamo bene in campo. Lui e gli altri ragazzi che sono arrivati a gennaio si sono integrati subito al meglio nel gruppo, e si può dire che oggi il Padova è più forte di prima». Il suo contratto scadrà a fine giugno. C’è stato un primo approccio con la società per parlare dell’eventuale rinnovo? «Al momento non ho sentito ancora nessuno. Devo dimostrare sul campo di meritarmi il rinnovo, fermo restando che la mia volontà è rimanere al Padova dato che mi trovo molto bene in questa squadra e in questa città».
Ore 12.30 – (Gazzettino) A Lumezzane dopo aver segnato Neto Pereira è venuto a festeggiare proprio da lei in panchina. «In quel momento non dico che ero giù di morale, ma ero un pò dispiaciuto per la situazione. È venuto a consolarmi e mi ha fatto molto piacere». Anche se il tecnico ha fatto ultimamente scelte diverse, si sente comunque un giocatore importante per il Padova. «Mi sento di dare ancora di più a questa squadra. Domani cercherò prima di tutto di non fare prendere gol, ma mi piacerebbe anche segnare dopo i sigilli già realizzati all’andata con Lumezzane e Feralpi Salò. Speriamo che sia il momento giusto». Passando al Renate, è una compagine che ha ingranato una marcia diversa da quando ha cambiato conduzione tecnica, con cinque vittorie (tre in trasferta) in otto partite. «Vero, è una compagine completamente diversa da quella che abbiamo incontrato all’andata. Anche con le squadre più forti si è comportata bene, quindi ci aspetta una partita difficile nella quale dovremo prestare grande attenzione».
Ore 12.20 – (Gazzettino) Rientra l’allarme per Andrea Sbraga. Ieri per la prima volta in settimana il difensore si è allenato regolarmente insieme ai compagni, e tutto lascia pensare che la botta al piede rimediata nel derby con il Cittadella non gli impedirà di essere regolarmente al suo posto domani nella sfida con il Renate all’Euganeo. Tanto più che nel corso delle esercitazioni tattiche Sbraga è stato schierato nell’undici titolare facendo coppia al centro del pacchetto arretrato con Fabiano che rimpiazzerà Diniz, costretto ai box per squalifica. Quanto a Fabiano, il suo è un ritorno nello scacchiere base dopo essere sempre andato in panchina nelle ultime cinque partite proprio per fare spazio al collega ex Carrarese. «Mi sto allenando al meglio e adesso mi si presenta questa opportunità di tornare a giocare, nella quale cercherò di dare il massimo come sempre. Quando si rimane fuori, nessuno è contento, però siamo un gruppo di bravi ragazzi e si rispettano le scelte dell’allenatore. Con il Renate farò del mio meglio per meritarmi di giocare anche nelle prossime partite».
Ore 11.55 – Su Bucolo: “Novità? Ho parlato col ragazzo, si sta allenando bene e soprattutto si sta comportando bene. Ci penso su e lunedì ne parlerò con la società”. Termina la conferenza stampa.
Ore 11.50 – Sulle scelte: “Sbraga si è allenato anche oggi ma non è ancora al 100%, parlerò con lui e valuteremo. Alternative? Abbiamo provato anche Favalli centrale all’occorrenza. Ballottaggio Altinier-Sparacello in avanti? Mi prendo una notte per decidere”.
Ore 11.45 – Arriva Pillon. Sul Renate: “Bisogna ripartire, sappiamo che non sarà una partita facile perché sono in un buon mento ed arrivano dalla vittoria con la Reggiana. Aspettano e ripartono, sono molto bravi in questo. L’importante è non partire come domenica, stiamo cercando di capire perché accade ciò… Loro hanno motivazioni importanti, per noi è quasi uno scontro diretto! La sconfitta col Cittadella è ormai smaltita, ora pensiamo solo al Renate. E dobbiamo attaccare maggiormente lo spazio”.
Ore 11.40 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 11.30 – Qui Guizza: provate soluzioni da palla inattiva.
Ore 11.20 – Qui Guizza: partitella in corso.
Ore 11.00 – Qui Guizza: prove tecniche di 4-4-2, ballottaggio Altinier-Sparacello.
Ore 10.40 – Qui Guizza: regolarmente in gruppo Sbraga.
Ore 10.20 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per la rifinitura dopo una breve seduta video.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Già, il Pordenone. Lei è ancora di proprietà del club friulano e di questo passo la prossima estate potrebbe ritrovarsi in Serie B. «Il Pordenone sta facendo un campionato straordinario e il secondo posto che occupa credo sia assolutamente meritato. Hanno qualità e auguro loro il meglio. Io, però, penso solo al Padova e voglio mettere in mostra qui le mie qualità». Tra l’altro, in spogliatoio ha trovato una folta colonia brasiliana, che l’avrà aiutata a rispolverare le sue origini. «La mamma è brasiliana, mentre papà è campano. Da piccolo andavo spesso a Rio, i miei parenti tifano Flamengo e sono stato qualche volta al Maracanà. Con Diniz, Fabiano e Neto parliamo ogni tanto in portoghese, così mi esercito per quando torno in Brasile». Le sue origini calcistiche, invece, quali sono? «A 15 anni mi sono trasferito con tutta la famiglia in Emilia, perché ero stato ingaggiato dal Parma. I genitori mi sono sempre stati vicini, ho fatto la trafila delle giovanili e poi ho girovagato un po’ in prestito. Il fallimento della società ducale mi ha lasciato a piedi, dopo che avevo firmato un contratto triennale. Ci ho rimesso anche dal punto di vista economico e non mi aspettavo questa fine, anche se negli ultimi mesi le avvisaglie erano tutt’altro che positive sul conto del club gialloblù».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) C’è il rischio che il k.o. contro il Cittadella possa abbattere il vostro morale dopo dieci risultati utili di fila? «Non abbiamo nemmeno il tempo di demoralizzarci. Una sconfitta ci può stare e domenica scorsa nella ripresa stavamo conducendo il gioco. Purtroppo in pochi attimi, dall’espulsione al gol subìto, gli episodi ci hanno girato contro e dato la mazzata. Io sono entrato quando la squadra aveva accusato un po’ il colpo, siamo stati bravi a riprenderci ma non è bastato». In un quarto d’ora lei ha fatto vedere qualche spunto interessante, un paio di dribbling e cross pericolosi. Sono questi i suoi punti forti? «Mi piace andare sul fondo, puntare l’uomo e soprattutto trovare l’ultimo passaggio per smarcare i compagni. Ruolo preferito? Credo che la mia arma in più sia la duttilità. Posso giocare da esterno di un 4-4-2 o di un tridente o anche da seconda punta». Domani arriva il Renate, squadra che, nonostante la bassa classifica, concede poco. «Si difendono bene e hanno due punte molto veloci, che possono far male in contropiede. All’andata finì 0-0, e anche quando li affrontai con il Pordenone, la partita si concluse con lo stesso risultato».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Nessun gol nelle ultime due partite e un disperato bisogno di aumentare peso, potenza e pericolosità offensiva, per non doversi rassegnare a vivere una stagione anonima. Il Padova s’interroga su cosa non va in attacco e Giuseppe Pillon sembra sia pronto a studiare nuove alternative. Se Sparacello rappresenta un outsider credibile per le due punte, il nome nuovo per le fasce è quello di Francesco Finocchio. Dopo aver esordito negli ultimi minuti nel derby contro il Cittadella, l’ex Pordenone scalpita e potrebbe anche rappresentare la mossa a sorpresa in vista della sfida di domani contro il Renate. «Io sto bene», sorride Finocchio. «Non vedevo l’ora di debuttare e ci tenevo molto a farlo in una gara così sentita, con lo stadio pieno e una tifoseria come la nostra che, devo dire, mi ha regalato grandi emozioni. Sono contento di aver scelto Padova e voglio far bene». Tutto bello, se non fosse per una sconfitta che, a sentire l’umore dei tifosi, brucia ancora parecchio.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Andrea Sbraga è rientrato definitivamente in gruppo ed è questa la notizia migliore giunta ieri pomeriggio dall’allenamento svoltosi alla Guizza. Il difensore centrale romano ha smaltito la contusione rimediata nel derby contro il Cittadella e domani con il Renate (ore 15) sarà regolarmente in campo al fianco di Fabiano, che prenderà il posto dello squalificato Diniz. Per il resto, Pillon ha mischiato un po’ le carte, anche se pure contro i brianzoli sembra intenzionato a confermare la solita formazione, con Altinier-Neto Pereira coppia offensiva e Ilari e Patrilli sulle fasce laterali. Questa mattina, alle 10, è prevista la rifinitura, al termine della quale l’allenatore biancoscudato incontrerà i giornalisti.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Ancora dubbi, invece, sulla capienza delle curve. Nel disegno mostrato da Bitonci sembra che quella riservata ai tifosi biancoscudati sia il doppio rispetto a quella ospite. Considerata la capienza di 12mila posti annunciata (o comunque pensata) dall’amministrazione, si può ipotizzare che la bozza che, va ribadito, non è ancora un progetto definitivo, preveda una capienza di 2000 posti per il settore locali e di 1000 posti per il settore ospiti. Per molti sono sufficienti per le esigenze del pubblico padovano, per altri invece bisognerebbe accrescere la capienza a 3500, in previsione di un ritorno nelle categorie che contano. Tra frustrazione, sogni e realtà difficili da maneggiare, il popolo biancoscudato s’interroga sulla bontà del progetto, mentre Bitonci concede un breve aggiornamento della situazione: «Sta procedendo tutto regolarmente – chiarisce – abbiamo definito due accordi con il presidente del Plebiscito Lino Barbiero e un privato, in altri casi si procederà ad espropri. Il progetto preliminare è stato approvato, adesso l’esecutivo entro pochissimi giorni. Procediamo spediti».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «Ecco la bozza del progetto con le dimensioni del campo regolamentare per il calcio e il rugby professionistico al Plebiscito. #AvantiTutta». Una bozza pubblicata su Facebook, qualche piccolo dettaglio, un paio di precisazioni in ordine sparso. Il progetto relativo al «Nuovo Plebiscito», l’unico per il momento tenuto in considerazione dal sindaco Massimo Bitonci va avanti. A far compagnia al post, l’immagine postata dal primo cittadino nella tarda serata di mercoledì sul proprio profilo Facebook ufficiale, in cui si comprendono meglio i dettagli di quanto sta per accadere. In attesa di capire se l’idea dell’amministratore delegato del Calcio Padova Roberto Bonetto porterà a un approdo concreto per l’Euganeo, per quanto riguarda il Plebiscito le cose procedono, anche se il progetto esecutivo ancora non c’è. Difficile capire di quanto potranno dilatarsi i tempi per vedere i primi cantieri, ma intanto si comincia a capire, per esempio, che la distanza delle curve dal campo sarà di 10,50 metri, mentre il sindaco ha anche risposto a un tifoso che chiedeva lumi sulla convivenza nell’impianto fra calcio e rugby, invocandone l’esclusività per il Petrarca: «Il Petrarca gioca sempre alla Guizza – ha tagliato corto Bitonci – al Plebiscito vengono disputate solo alcune partite come il “Derby Day” quando lo si gioca a Padova. Si potranno giocare comunque incontri anche internazionali».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Fumata bianca. Salvo sorprese, Rosario Bucolo dovrebbe essere reintegrato nella lista ufficiale dei giocatori da comunicare alla Lega Pro dalla prossima settimana. Il centrocampista siciliano, messo ai margini del progetto alla fine di gennaio dopo un litigio con Giuseppe Pillon, ieri ha avuto un colloquio chiarificatore con l’allenatore in cui gli è stato comunicata la decisione del club. Si attende a questo punto solo l’ufficialità, ma di fatto Bucolo è stato perdonato da Pillon dopo un mese di esilio forzato.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 50, Pordenone 43, FeralpiSalò 41, Alessandria e Bassano 40, Pavia 36, Reggiana e SudTirol 34, Padova 32, Cremonese 31, Giana Erminio 27, Cuneo, Pro Piacenza e Renate 25, Lumezzane 23, Mantova 22, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della ventitreesima giornata: Bassano-Giana Erminio 2-0 (Cenetti (Ba) al 36′ pt, Misuraca (Ba) al 19′ st), Renate-Reggiana 1-0 (Valagussa (Re) al 41′ st), Pro Patria-Lumezzane 1-1 (Sarao (Lu) al 23′ st, Santana (Pp) al 41′ st, Valotti (Lu) su rigore al 49′ st), Pavia-AlbinoLeffe 1-0 (Ferretti (Pv) al 28′ st), Alessandria-Pro Piacenza 1-1 (Vitofrancesco (Al) al 31′ pt, Barba (Pp) al 31′ st), Cremonese-Pordenone 0-2 (Cattaneo (Pn) al 27′ pt, Stefani (Pn) su rigore al 45′ pt), Mantova-Cuneo 2-0, Padova-Cittadella 0-1, FeralpiSalò-SudTirol 1-1.
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È successo, 25 febbraio: allenamento pomeridiano, torna regolarmente in gruppo Sbraga