«La sconfitta del derby lascia un po’ di amarezza, ma non avrà ricadute mentali e non cancella quanto di buono si è fatto». Nel mirino del Padova c’è già la sfida casalinga di sabato con il Renate, ma se l’interlocutore di turno è Cristian Altinier diventa inevitabile un passo indietro per tornare su quanto successo domenica, in particolare ripensando a quel rigore inizialmente concesso dall’arbitro per l’intervento nei suoi confronti di Scaglia. «Sono partito in verticale sul taglio di Petrilli – racconta l’interessato – e vedendo che la palla era un po’ laterale, che si arrivava in velocità insieme al difensore e che ero in anticipo, gli ho tagliato la strada e lui mi ha messo giù». Ma il rigore c’era? «La dinamica dell’azione mi portava a fare quella giocata e, anche se Scaglia non ha fatto nulla per colpirmi, nell’incrocio in velocità l’impatto era inevitabile. Fa parte della mentalità dell’attaccante cercare simili situazioni. Ero quindi convinto ci fosse e infatti l’arbitro l’aveva concesso».
Salvo poi fare dietrofront per il fuorigioco segnalato dall’assistente: «Non ho protestato più di tanto perché dal campo non potevo giudicare. Poi ho rivisto gli highlights e con il fermo immagine la posizione era probabilmente regolare. Una situazione al limite, non facile da giudicare, ma nel dubbio in quei casi si lascia correre». Episodi a parte, cosa resta del derby? «Spiace per la sconfitta perché a quella sfida tenevamo molto, ma non ne siamo usciti ridimensionati. A parte la prima mezz’ora in cui il Cittadella ha esercitato un predominio territoriale e giocato meglio, nel resto della gara, pur senza creare occasioni clamorose, penso meritassimo il pareggio». Proprio le poche occasioni a disposizione degli avanti biancoscudati, estendendo l’analisi anche alla precedente partita con il Sudtirol, sono effettivamente un tema da sviluppare, con lo stesso Altinier che in due gare, oltre al penalty non concesso, ha avuto una sola vera opportunità a Bolzano, dove, anticipato il difensore, si era visto ribattere il tap-in dal portiere.
«Effettivamente per me è stata l’unica opportunità, ma abbiamo affrontato squadre toste che occupano le posizioni di vertice. È naturale che ci sia voglia di segnare (l’ultima volta per lui a Lumezzane il 30 gennaio, ndr) e per una punta il gol è la vita, ma non bisogna pensarci troppo. L’importante è lavorare per la squadra e, con l’aiuto dei compagni, farsi trovare al posto giusto». Qualche rammarico in più ripensando alla sfida di andata con il Renate in cui Altinier ha fallito a tempo scaduto il rigore della possibile vittoria: «Non voglio neanche ricordarlo, meglio affrontare la gara come fosse un avversario nuovo. In palio ci sono punti importanti per centrare prima possibile l’obiettivo salvezza, ma troveremo una squadra che ha recuperato bene e che ha messo in difficoltà anche il Cittadella. Un impegno da prendere con le molle, senza dare nulla per scontato, anche perché il suo nuovo allenatore Colella, che ho avuto a Como, fa giocare bene le sue squadre».
(Fonte: Gazzettino, Andrea Miola)