Protagonista a fasi alterne. Com’è stata strana, sin qui, la stagione del brasiliano Fabiano: dopo essere giunto in biancoscudato la scorsa estate, nella prima parte di campionato era diventato perno portante della retroguardia di Parlato, insieme al conterraneo Diniz. Poi, dopo le tre gare precedenti all’esonero nelle quali il tecnico partenopeo gli aveva preferito Niccolini, con l’avvento di Pillon era tornato titolare inamovibile. Fino a che il mercato non ha portato Andrea Sbraga, che dal match di Piacenza in poi si è preso il posto da titolare: dopo cinque gare da comprimario, e solo 13’ giocati subentrando dalla panchina, contro il Renate Fabiano è pronto a riprendersi la difesa del Padova. Toccherà a lui, al posto dello squalificato Diniz, difendere la porta di Favaro in una delle partite più importanti di questo finale di stagione. «Lo spero, io sono pronto», ammette il brasiliano. «Ho sempre lavorato duramente, sapendo che prima o poi una nuova chance sarebbe arrivata anche per me».
E come sempre, l’ha fatto con il sorriso, anche se in cuor suo, nell’ultimo mese, deve aver rosicato non poco. «Ho giocato le prime partite con mister Pillon, poi con il mercato c’è stata questa staffetta con Sbraga, almeno per ora. Ma è un evento che ci sta, il calcio è anche questo, e quello del Padova è un gruppo sano, composto da bravi ragazzi, ognuno dei quali è qui per dare il suo contributo. Sabato per me arriverà una nuova opportunità, e cercherò di dare il massimo per sfruttarla. Non sono stato del tutto contento, è normale, perché nessuno è felice di stare in panchina, ma l’importante è non perdere mai di vista il vero obiettivo, e lavorare al massimo perché prima o poi arriva sempre una nuova chance». Un’occasione per lui di dimostrare il suo valore, ma anche per l’intera squadra di riprendersi subito dopo la sconfitta nel derby.«Con Pillon abbiamo parlato, abbiamo analizzato gli errori commessi, e ci siamo buttati tutto alle spalle. L’allenatore ci ha detto che, a parte qualche errore, la nostra partita l’abbiamo fatta, e per questo dobbiamo dimenticarci in fretta di un risultato che alla fine non ci è stato favorevole».
«Io penso la stessa cosa: abbiamo giocato bene, con il Cittadella non meritavamo di perdere, quindi da oggi pensiamo solo al Renate senza farci distrarre da quel che è stato». Un match, quello di sabato prossimo all’Euganeo, che diventa fondamentale: senza una vittoria, la zona playout si rifarebbe minacciosamente vicina. «Una partita molto importante, è vero, perché prima ci salviamo e meglio è», ammette Fabiano. E l’augurio è che la gara d’andata abbia insegnato qualcosa: con quel rigore fallito al 91’ da Altinier, e una condotta di partita tutt’altro che buona, quella di Meda fu per il Padova la madre di tutte le occasioni perdute. «Sarà un match molto diverso, perché oggi il Renate è la dimostrazione più lampante di come nel girone di ritorno non ci siano più partite facili. All’andata era una squadra che faceva fatica a segnare, e lo dimostrò anche contro di noi, oggi invece vanno in rete con una certa frequenza e domenica scorsa hanno battuto la Reggiana. Non ci sono più squadre meno attrezzate di altre per competere, ormai tutti gli avversari si conoscono e diventa sempre più difficile. Ma se noi riusciremo a non perdere più occasioni, la salvezza arriverà presto».
(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)