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Ore 22.00 – (Il Piccolo) Christian Fantina corona il suo sogno e a 37 anni diventa finalmente un giocatore della Triestina. Il talentuoso attaccante triestino, che spera di dare una mano importante nella corsa alla salvezza, è il terzo rinforzo ufficiale per l’Unione in questa strana appendice di mercato. Ma quella di oggi può diventare una giornata cruciale proprio per le altre operazioni di innesti nella rosa. Dopo le firme della scorsa settimana di Cornacchia e Muzzi e quella di ieri di Fantina, per tutto il resto del pacchetto rinforzi sarà infatti quasi certamente decisivo il punto della situazione che faranno oggi assieme Mauro Milanese e il curatore fallimentare Vernì. Come noto, il mercato della Triestina si scontra in questi giorni con due tipi di difficoltà: la prima è stata ben gestita negli scorsi giorni, perché trovare svincolati adatti a rinforzare la rosa a febbraio inoltrato non era certo semplice. La seconda è di ordine economico: non serve certo ricordare che la società è stata dichiarata fallita ma ha ottenuto un esercizio provvisorio solamente grazie all’offerta di Milanese e Biasin e al deposito che consente di tirare avanti fino alla gara d’acquisto. Certo rinforzarsi in una situazione simile è davvero anomalo, eppure chi sta gestendo la situazione sta facendo di tutto per scavare il minimo necessario indispensabile per fare ancora qualche ritocchino. In sostanza oggi si faranno un po’ di conti e si vedrà se nel budget rimane ancora qualche briciola per un ulteriore sforzo. Gli obiettivi Milanese li ha già individuati chiaramente, si sono già visti quasi tutti nell’amichevole della scorsa settimana o sono qui ad allenarsi. Del resto l’attuale referente tecnico è arciconvinto che nonostante i recenti risultati positivi, la rosa necessita assolutamente di qualche rinforzo per non rischiare una retrocessione che sarebbe assolutamente da evitare. I desideri di Milanese, che ovviamente dovranno fare i conti con il budget a disposizione, sono di arruolare ancora un puntello per reparto. In attacco, dopo Fantina, si punta a Luigi Cuppone, attaccante salentino classe 1997 cresciuto nel Lecce che dopo una breve esperienza nel Carpi e nella Nazionale Under 18 di Lega Pro, la scorsa estate si era accasato in Svizzera, nelle fila del Lugano. A centrocampo invece l’obiettivo è il mancino italo-brasiliano Guilherme Monti, classe 1992, che dovrebbe portare un po’ di qualità in più. Ma serve qualcosa anche in difesa: a parte che Piscopo sarà squalificato per domenica, come centrali ci sono solamente Andjelkovic e un Di Dionisio che è stato adattato al ruolo in corso d’opera. Per rinforzare il reparto si punta su Adriano Petullo, classe 1993, che oltre a un’esperienza in Lituania ha giocato con Gallaratese, Gattinara, Viggiano, Centese e poi col Verbania, due anni fa in serie D, negli ultimi mesi invece in Promozione.
Ore 21.40 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno col fiato sospeso. La società gialloblù aspetta per oggi il comunicato del giudice sportivo per sapere se il tecnico Vecchiato sarà squalificato. Alla fine della partita casalinga contro il Giorgione, l’allenatore si è confrontato con il direttore di gara che non sembra ne abbia gradito le considerazioni, seppur pacifiche. Il fischietto di Cesena in pieno recupero ha assegnato un rigore al Giorgione, che ha così acciuffato il pareggio in extremis, scatenando la rabbia di tutto il Belluno. Tornando negli spogliatoi, Vecchiato ha espresso all’arbitro il proprio disappunto: ma non è chiaro cosa poi sia successo effettivamente. «Non so cosa aspettarmi», spiega con un sorriso l’allenatore del Belluno, «è stata una situazione strana. E’ capitato più di una volta che magari abbia alzato la voce per far valere le mie ragioni ma questa volta non ci sono stati toni alti o parole fuori posto. Rientrando negli spogliatoi l’arbitro ha detto che poteva aver anche sbagliato, io gli ho ricordato però di aver perso due punti così. Allora si è rivolto a me dicendo “si ritenga espulso”. Se mi squalificheranno, pazienza: dopo cento partite sulla panchina può succedere, sicuramente mi dispiacerebbe». Il Belluno però i due punti non li ha persi su quel rigore ma prima, quando non è riuscito a siglare il raddoppio. «Abbiamo giocato un brutto primo tempo», spiega Vecchiato, «dopo sono arrivati un palo, un gol annullato e due occasioni fallite davanti alla porta. Principalmente è colpa nostra. Il calcio però è strano, ormai è andata così e andiamo avanti. Se mi è passata? Ancora no, serve qualche giorno». Stefano Mosca ricomincia a correre. Il terzino agordino diciotto giorni dopo l’operazione al menisco sinistro è tornato alla Gol Arena per qualche “corsetta”. Niente di impegnativo, ma è sicuramente una buona notizia. Al derby contro il Ripa Fenadora mancano 17 giorni, e la sua presenza è ancora possibile». Prolungata l’iscrizione per la corriera che porterà i tifosi a Trieste. Il pullman si farà, ci sono già una trentina adesioni, iscrizioni fino a domani. Contro il Dro i giovani entreranno gratis. Mercoledì 2 marzo, in occasione del turno infrasettimanale tra il Belluno e la squadra trentina, la società gialloblù ha deciso di far entrare gratis tutti i ragazzi e le ragazze delle medie e delle superiori. Il match, a meno di comunicazioni diverse, si giocherà normalmente alle 14.30.
Ore 21.20 – (La Provincia Pavese) Alla sua terza stagione con la maglia del Pavia con cui ha collezionato finora 64 presenze realizzando cinque reti, Federico Carraro è tornato titolare nelle ultime due gare con Cittadella e Albinoleffe. «Quando il mister mi ha chiamato in causa mi sono fatto trovare pronto, ma so che posso fare molto di più. Fisicamente sto finalmente bene. Sono tornato in campo a Cittadella dopo tre mesi complicati, fra gli infortuni e la sosta. Purtroppo, come era accaduto l’anno scorso, nel mio momento migliore mi sono infortunato (stiramento di secondo grado al flessore)e ho perso un po’ di condizione». Infortunatosi nella gestione Marcolini, il 23enne centrocampista di Padova è ritornato in campo in una formazione rivoluzionata dal mercato di gennaio, con i nuovi arrivi di mister Brini e del consulente di mercato Antonino Imborgia. «E’ vero: loro non conoscevano me, io stesso non conoscevo i nuovi compagni e il tecnico. Al mio rientro ho trovato un ambiente nuovo, che ha avuto bisogno di compattarsi, ma ora ci siamo. E speriamo che continuino anche i risultati positivi da qui alla fine». A proposito dei molti cambiamenti di gennaio, l’allenatore Fabio Brini ha cambiato modulo, passando al 4-3-1-2, per sfruttare meglio il potenziale offensivo degli azzurri. «Davanti abbiamo giocatori come Cesarini, Ferretti e Sforzini che per la categoria sono un lusso: per farli rendere al massimo a centrocampo ci si deve adattare di più, lavorare anche per loro nella fase sia offensiva ma soprattutto di copertura. Correndo di più c’è il rischio di essere meno lucidi quando si ha la palla ma stiamo crescendo anche sotto quest’aspetto». Il successo con l’Albinoleffe, oltre a far salire il Pavia di una posizione in classifica (adesso è sesto), ha ridotto il distacco a 4 punti dalla zona play off, che adesso torna alla portata. «Non è lontana sia per i punti sia per il fatto che noi ci crediamo – ribadisce Carraro – Bisogna fare di più di quanto fatto finora, imporre il nostro gioco e dare più ritmo. Ora abbiamo due partite fondamentali, non facili, ma contro due squadre abbordabili, Pro Piacenza e Giana. E’ fondamentale vincere queste gare». Facciamo un passo indietro: quando avevi solo 17 anni avevi debuttato con la Fiorentina in serie A, nella stagione 2009/10, all’ultima giornata contro il Bari. In quell’annata sportiva l’allora allenatore Cesare Prandelli ti aveva fatto debuttare anche in Coppa Italia con Chievo e Lazio e avevi anche assaggiato la Champions League con due panchine a Monaco contro il Bayern (ottavi di finale) e a Liverpool. E poi ? «Le due trasferte di Champions sono un’esperienza indimenticabile – conferma Carraro – Poi…sicuramente qualcosa è mancato. Dopo l’anno di Prandelli è arrivato Mihajlovic e ho giocato anche una gara da titolare in campionato, poi la squadra doveva salvarsi e i giovani erano stati messi un po’ da parte. In Primavera in quella stagione ho vinto la Coppa Italia. Adesso a 23 anni ho ancora tempo per ritornare fuori e sto rimboccandomi le maniche. Il primo obiettivo può essere la serie B: il traguardo potrebbe essere alla portata con questa maglia, sarebbe il massimo».
Ore 21.00 – Notizie da Pavia: ancora ai box Bellazzini, Biasi e De Silvestro, mentre potrebbero rientrare Grillo e Cristini.
Ore 20.40 – (Gazzetta di Reggio) La… minestra granata aveva un sapore un po’ stantio già da qualche settimana: domenica la magra con il Renate ha scoperchiato la pentola del malumore da parte di una tifoseria numerosa e puntuale come sempre al ristorante dello chef Colombo, ma sempre più delusa dal menù. Completamente privo, oramai, di quel profumo di serie B che l’anno scorso era arrivato sino alla penultima portata. Al “Città di Meda” i tifosi granata, una volta manifestato il proprio malumore al tecnico (bravo e serio, ci ha messo di nuovo la faccia) hanno chiesto ed ottenuto spiegazioni dai giocatori soltanto in un grottesco incontro di.. delegazioni stabilito dalla rappresentate della Procura federale presente allo stadio. A parlare coi granata sono andati tre delle Teste Quadre, mentre quelli del Gruppo Vandelli hanno scelto do di salire sul pullman e tornare subito in città. La Reggiana alla ripresa degli allenamenti, lunedì pomeriggio, è stata salutata… dal nulla, dall’assoluta indifferenza. Non c’era nessuno, oltre la rete dei campi di via Agosti; nemmeno a brontolare e questa indifferenza fa sicuramente più male della rabbia perché riporta la mente ai peggiori momenti nelle relazioni tra pubblico, società e squadra. C’è il rischio che la Regia venga di nuovo abbandonata da una tifoseria che per entusiasmo e fede non ha eguali in Lega Pro e non soltanto? In realtà il Gruppo Vandelli dice: presente. Ha scelto di manifestare il proprio stato d’animo attraverso una lettera aperta, un misto di speranza e preoccupazione. Questo il testo sottoscritto dal Gruppo Vandelli 1991. *** La sconfitta di sabato contro il Renate ha lasciato in tutti noi tifosi una profonda amarezza. Lo splendido campionato disputato lo scorso anno dalla nostra A. Reggiana 1919 aveva creatO, in tutta la tifoseria, grandissime aspettative per questo stagione. Ora purtroppo la nostra situazione di classifica si é fatta piuttosto complicata». «Certamente questo non ci impedirà di sostenere con la medesima passione ovunque i nostri Colori. Ora sta ai nostri giocatori dimostrare di meritare la Maglia granata, onorandola con impegno e sudore in tutte le partite che ancora restano da disputare. Noi ancora crediamo che nulla sia definitivamente perduto e come sempre continueremo a fare la nostra parte». «In questa situazione, ancora con maggior forza e convinzione, vogliamo manifestare tutta la nostra gratitudine e la nostra stima in particolare a Stefano Compagni ed a Gianfranco Medici ma anche a tutti quegli imprenditori che, in diverse forme, stanno sostenendo economicamente la nostra A.c. Reggiana 1919. Grazie di cuore a chi non rinnega la propria Terra e le proprie origini. Mai domi !!!
Ore 20.20 – Notizie da Reggio Emilia: il tecnico Alberto Colombo (che oggi compie 42 anni) ritrova Bartolomei, Maltese e Silenzi oltre a Parola mentre per la sfida di sabato con la FeralpiSalò dovrà probabilmente fare a meno di Mignanelli e Frascatore.
Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) «L’aria adesso è più leggera». Ivan Javorcic accompagna le parole con un gesto e un sorriso, confermando alla ripresa degli allenamenti che il successo sul Cuneo (il primo casalingo della sua gestione) ha portato una ventata di fiducia e ottimismo. «Tante altre volte avevamo giocato delle buone partite, chiudendo gli avversari nella loro metà campo – afferma -, ma ci era sempre mancato quel gol che potesse sbloccarci. Contro il Cuneo è arrivato subito e l’episodio ha permesso al Mantova di esprimersi al massimo. Per questo concordo con chi afferma che questa è stata la nostra miglior prestazione stagionale». Un 2-0 che deve portare secondo il mister «entusiasmo, forza, autostima, sicurezza e ambizione», ma che va preso come «un punto di partenza. Abbiamo conquistato soltanto tre punti – sottolinea Javorcic – e domenica a Lumezzane ci aspetta una partita ancor più importante. Saranno tutte così da qui a maggio: per salvarci dobbiamo interpretare ogni match come una finale, cercando di tirarne fuori il massimo». Tornando alla gara con il Cuneo, dal campo sono arrivati tanti segnali importanti. L’esplosione del giovanissimo Falou, la risposta eccezionale di atleti che non giocavano da tanto come Sereni, l’apporto notevole di chi è entrato dalla panchina e così via. Javorcic non ne è sorpreso: «Mi capita spesso di fare qualche scelta non scontata all’ultimo momento perché interpreto sempre i segnali che mi arrivano in allenamento. Sereni ha fatto bene, ma era capitato in precedenza con Longo e all’inizio con Zammarini e Gonzi. È un messaggio per i giocatori: tutti devono stare all’erta, tutti possono conquistarsi il posto dando il massimo in allenamento. E, soprattutto, il messaggio più importante è che per salvarci abbiamo bisogno di tutti». Per il 19enne Falou, poi, Javorcic spende qualche parola a parte: «È giovanissimo, per la prima volta vive il professionismo e sta scoprendo l’entusiasmo che può suscitare un attaccante. È un ragazzo serio ma andrà gestito attentamente, per fargli capire che è bravo ma anche che deve lavorare ancora tanto per migliorare. Tutto l’ambiente spero ci aiuti a non farlo andare fuori giri». A completare il parco attaccanti, intanto, è arrivato anche l’italo-tedesco Mattia Maggio: «Abbiamo scelto d’intesa con la società di tesserarlo perché può darci una mano. Ne avevamo bisogno anche a livello numerico, ma vediamo di non caricare anche lui di eccessive responsabilità». Leggerezza sembra la parola d’ordine della settimana di Javorcic… «Sì, dobbiamo preparare bene la partita di Lumezzane: dobbiamo andare lì per vincere, ma senza crearci troppe pressioni. Giochiamo a calcio come abbiamo fatto domenica e basta».
Ore 19.40 – Notizie da Mantova: alle defezioni di Ruopolo, Zammarini, Di Santantonio e Trainotti si aggiunge quella di Beretta, che si è lussato una spalla in un incidente domestico. Torna invece in gruppo Cristini, mentre è stato tesserato il 22enne attaccante italo-tedesco Mattia Maggio.
Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Adolfo Sormani è in Qatar. Fa da secondo a Gianfranco Zola nell’Al-Arabi, in serie A. Erano già insieme al Watford di Pozzo. “Dodo” non ha problemi a parlare al telefono di Sudtirol-Pordenone: «Seguo sempre il calcio italiano e le mie “vecchie” squadre». – Pronostico da doppio ex? «La tripla. Certo, questo è il momento del Pordenone: viene da una serie di vittorie e l’entusiasmo è alle stelle. Dall’altra parte, soprattutto in casa, il Sudtirol fatica: i numeri lo dicono. L’impegno dei neroverdi è mantenere umiltà e concentrazione, con il recupero di energie nervose per esprimersi ad alti livelli. Quello del Sudtirol di riprendere il ritmo delle prime». – Lei veste il ruolo da ex con più agganci. Corsi e ricorsi sul Noncello? «La scorsa estate ebbi un colloquio con la proprietà del Pordenone, per venire ad allenare. Poi decisero altrimenti e non se ne fece niente. I neroverdi non sono secondi per caso, hanno fatto una campagna acquisti importante. Pederzoli da solo ha dimostrato di saper trasformare le squadre in cui gioca, a parte il Pavia. Aveva già portato il Sudtirol alla finale playoff. Per la sua personalità e la forza in campo, trasmette tanto al gruppo. Insieme a lui ci sono molti altri ottimi giocatori, un mix di esperienza e prospettiva. Pasa, per esempio». – Pordenone adeguato alla B? «Ho conosciuto il presidente Lovisa, ha grande passione e trasporto per il calcio, due ingredienti importanti. Il pallone ha bisogno di continuità, mi è sembrato voler costruire qualcosa d’importante. Vive emotivamente la cosa, ma ha le idee chiare per un progetto a lunga scadenza. L’organizzazione di una società è fondamentale per raggiungere gli obiettivi. I salti di categoria non sono più proibitivi come un tempo: richiedono valori morali nella squadra più importanti di quelli tecnico-tattici». – Tedino l’ha avuto come allenatore tra i ramarri e l’ha incontrato successivamente da collega. Che opinione ha di lui? «Con Bruno in panchina ricordo l’annata 1998-99 partita con grandi prospettive. Poi però la società non aveva strutture per un salto importante, nonostante i giocatori di qualità. Fu il mio ultimo anno in campo. Lui è un gran lavoratore, interessato a conoscere ciò che pensano i giocatori, ma pronto ad assumere le decisioni giuste».
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Niente scherzi, domenica a Bolzano ci sarà. Giocherà anche su una gamba sola, perché l’altra è ancora dolorante dopo l’entrata killer di Magnaghi al 90′ di Cremonese-Pordenone. «Mi ha dato una bella botta», sorride Marco Martin. Bravo ragazzo, accento smaccatamente pasianese (il paese d’origine) che strizza l’occhio al Trevigiano, in campo un macinino. A lui adesso il Pordenone non può rinunciare. E lui, adesso, non può fare a meno della partita con il Sudtirol che metterà di fronte un passato mai dimenticato e un presente che brilla. – Questo Pordenone può assomigliare al Sudtirol che due anni fa arrivò alla finale playoff? «Nessuno finora ci ha messo sotto, esattamente come accadde con la mia squadra di quell’anno. Possiamo percorrere la stessa strada, ci sono tutti gli ingredienti giusti. Di Bolzano rivedo il gruppo, senza grossi nomi ma con una fame incredibile. Anche due anni fa in Alto Adige nessuno ci pronosticava in finale, invece ci siamo arrivati. Il segreto è giocare senza particolari pressioni, quasi nell’ombra. E poi uscire. Anche le due società sono vicine: organizzate, serie, tutto come si deve». – Il Sudtirol di oggi arriva dal pari di Salò contro la Feralpi. Come se lo aspetta? «Sarà una partita bella, una delle poche. Si affronteranno due squadre che ragionano e vogliono imporre il gioco. Attenzione al campo, che non sarà un granché». – Due anni fa la finale playoff, il momento più bello della carriera? «Decisamente. Ma adesso, qui, lavoro per tornare il Martin di allora». – È arrivato un mese fa. In 30 giorni cosa ha capito di questa macchina perfetta? «Che il lavoro paga. Al Pavia non lavoravo sul campo così tanto, mentre Tedino ci fa correre. Non ho sofferto tanto il cambio, ma all’inizio ho faticato un po’. Non temo un calo: la squadra terrà botta sino alla fine, come fa in partita fino al 90’». – A Cremona è arrivata la settima meraviglia: avevate paura? «Rossitto aveva caricato tantissimo la sfida e il nostro presidente ci teneva particolarmente. Sì, c’era un pizzico di timore, ma in campo abbiamo dimostrato di essere diventati grandi. Non ho mai avuto la sensazione che i grigiorossi potessero farci un gol. E questa è la cosa più bella». – L’anno scorso segnò proprio ai ramarri, con la maglia del Sudtirol. «Domenica spero di fare la stessa cosa a parti invertite. Un gol sarebbe il massimo». – Ma lei resta in prestito, con la prospettiva di tornare a Pavia. Adesso come la prenderebbe? «Con la situazione che si è creata vorrei restare qui, a Pordenone. Poi, ovviamente, le società dovranno parlarsi». – Dopo anni di professionismo lontano, il primo ritorno a casa. Come l’ha vissuto? «Tornare dai miei, a Pasiano – sorride -, è stato strano. Ho ritrovato tanti amici e un po’ di pace».
Ore 18.40 – (Messaggero Veneto) Sono tanti i motivi per cui il Pordenone si trova lassù, al secondo posto in Lega Pro. Ma i principali sono due. Uno sta dietro la scrivania, l’altro in campo. Facile capire i protagonisti: Giorgio Zamuner e Bruno Tedino. Se i ramarri lottano per la serie B è soprattutto merito loro, del consulente di mercato e del tecnico, sicuramente tra i migliori acquisti fatti dalla società cittadina negli ultimi 20 anni. Non era facile ripartire da una retrocessione, da un ripescaggio e con un budget limitato per allestire la squadra. Loro ce l’hanno fatta, creando questo straordinario miracolo sportivo. «Il mio sogno è allenare in A – ha ammesso Tedino alla trasmissione “A tutto campo” di Telefriuli –. Ma prima porto i “ramarri” in B». Gli approcci. Chi si occupa di mercato e il tecnico devono andare d’amore e d’accordo. Avere una visione comune del calcio e della squadra. Tedino e Zamuner, in questo senso, sembrano fatti l’uno per l’altro. Ed è grazie a questo feeling che, prima, sono venuti a contatto e poi hanno fatto volare la squadra. I due si conoscono da anni, avendo avuto – tra le altre cose – San Donà come punto calcistico comune. Quando c’è stato il primo approccio, la scorsa estate, il Pordenone non aveva ancora la certezza di essere in Lega Pro. Ma Tedino, ricevuta la chiamata, è stato chiaro: «Se ci sei tu – ha detto a Zamuner – vengo ovunque». Il tecnico neroverde ha sempre messo davanti il progetto alla categoria. E al De Marchi c’era qualcosa apposta per lui: una persona di cui si fidava ciecamente, una squadra da allestire con giovani e giocatori da rilanciare. Il boom. E così, dopo la sesta giornata di ritorno, si può che dire che la coppia ha fatto il botto. In particolare Zamuner, all’esordio in questa veste, ha dimostrato di avere grandi qualità. Ha saputo trovare i calciatori che più esaltano le qualità del mister: quest’ultimo, poi, è tra i migliori a lavorare sul campo e a tradurre in pratica la sua teoria. Questione di feeling tra i due, che arriva da lontano ma è anche affinità caratteriale. Zamuner è pacato, riflessivo, qualità che assistono al meglio Tedino, talentuoso e quindi anche un po’ sanguigno e a volte difficile da gestire. In comune, la grande conoscenza del calcio italiano e del suo mondo: se un giocatore come Pasa è arrivato qui, è merito di Zamuner; se è diventato un top della Lega Pro è merito di Tedino. Una coppia così è destinata a lasciare Pordenone, a meno che il club neroverde non decolli assieme a loro. Che, alla fine, è l’auspicio di tutto l’ambiente vicino ai ramarri.
Ore 18.20 – Notizie da Prodenone: rientro in gruppo imminente per De Agostini e Marchi, mentre difficilmente per la trasferta di Bolzano mister Tedino avrà a disposizione Filippini ed Ingegneri nonché Beltrame, il quale sta lavorando ancora in palestra. Prevista una cinquantina di tifosi neroverdi al “Druso”.
Ore 18.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Si sapeva che ci si sarebbe reincontrati. E che quel momento sarebbe arrivato molto presto. Potenza di un calendario che si è divertito a rimettere Simone Iocolano contro il suo passato ad appena un mese dal suo addio. Sabato alle 17.30 al Moccagatta ecco Alessandria-Bassano che, anche questo si sapeva, mette in palio un posto nei playoff promozione: «Eh si – sorride Iocolano – sappiamo tutti quello che è successo l’anno scorso e sapevo sin dall’inizio che avrei affrontato il Bassano molto presto. È una fortuna non tornare subito al Mercante, perché già sarà incredibile trovarmi Proietti come avversario, figuriamoci il mio vecchio stadio subito. Ammetto che non è stato facile essere catapultati in una nuova realtà così da un momento all’altro, ma qui ad Alessandria sono stato accolto in modo incredibile, la gente mi scrive, mi chiama, mi segue tantissimo e mi fa sentire amato. Una cosa che non mi sarei mai aspettato». Perché l’Alessandria? Una scelta non semplice, quella di Iocolano, che sapeva che, se avesse atteso fino a giugno, avrebbe varcato la soglia della B passando per Trapani: «So bene quello che avevo detto – ammette l’ex capitano giallorosso – che avrei cambiato squadra solo per una di categoria superiore. Poi c’è stato questo sviluppo inatteso e velocissimo, nello spazio di tre giorni è stato fatto tutto. Non me l’aspettavo nemmeno io, sono rimasto spiazzato perché andare in una concorrente del Bassano non era esattamente la cosa più semplice di questo mondo. L’aspetto economico ha contato perché attualmente un giocatore di Lega Pro non guadagna le cifre di qualche anno fa. Volevo tornare vicino a casa, questo ha fatto pendere l’ago della bilancia verso Alessandria. È vero, a fine anno sarei andato via comunque, ma sono convinto di aver fatto la scelta giusta. Sinora è andata meglio a livello personale che a livello di squadra, ma la B è ancora possibile. E sabato vogliamo fare il primo passo».
Ore 17.40 – Coppa Italia Lega Pro, fischio finale: Cittadella-Cremonese 3-2, i granata affronteranno in semifinale la Spal.
Ore 17.20 – Coppa Italia Lega Pro, fine primo tempo supplementare: Cittadella-Cremonese 3-1 nonostante il rigore sbagliato da Coralli. Ristabilita la parità numerica in campo.
Ore 17.00 – Coppa Italia Lega Pro, fine secondo tempo: Cittadella-Cremonese 1-1 e granata in 10. Si va ai supplementari.
Ore 16.50 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.30 – Qui Guizza: partitella finale in corso.
Ore 16.10 – Qui Guizza: si rivede anche Cunico, corsa a parte anche per il capitano.
Ore 15.50 – Coppa Italia Lega Pro, fine primo tempo: Cittadella-Cremonese 0-1.
Ore 15.20 – Qui Guizza: si allena a parte Sbraga, corsa per il centrale difensivo.
Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) È proseguita ieri pomeriggio con una seduta pomeridiana al « Morosini», la preparazione del Vicenza in vista della difficile trasferta di sabato a Crotone. Pasquale Marino ritroverà Federico Moretti a centrocampo, e sta valutando il recupero di Nicolò Brighenti, ancora sofferente al legamento collaterale del ginocchio sinistro infortunatosi durante il match interno contro la Virtus Lanciano. In difesa il tecnico dei berici spera anche di poter disporre di Daniel Adejo che ieri è stato provato anche tra i presunti titolari, e che è in attesa di essere a tutti gli effetti un giocatore del Vicenza. «Ieri abbiamo completato e depositato la documentazione necessaria per tesserare Adejo – ha spiegato il direttore generale del Vicenza Andrea Gazzoli – manca però ancora il nulla osta dalla Federazione greca che dovrebbe arrivare oggi. Problemi non ce ne sono, è solo una questione burocratica considerato che Adejo si è svincolato dalla società greca AEL Kalloni a metà gennaio e quindi libero di accasarsi dove preferiva». Adejo, considerato che per Thomas Manfredini la stagione è già finita, andrà a completare il reparto difensivo orfano dell’ex atalantino, e numericamente limitato. L’ex difensore della Reggina ha giocato per sei stagioni in Calabria, (159 presenze) con una discreta esperienza nel torneo cadetto che gli dovrebbe consentire di ambientarsi ed integrarsi rapidamente. A Crotone il Vicenza spera di poter disporre anche di Mario Sampirisi, squalificato per due giornate dopo l’ingiusta espulsione subita nella gara Pescara-Vicenza del 13 febbraio. Domani la società berica, presso la Corte di Giustizia Federale della Figc di Roma, discuterà il ricorso contro la squalifica di due giornate, nel tentativo di vedersela ridotta a una. «Andiamo a Roma cercando di spiegare le nostre motivazioni, di chiarire i fatti e di vedere accolta la nostra richiesta – ha sottolineato Gazzoli – siamo consapevoli che non sarà semplice perché i due turni di squalifica sono stati inflitti uno per l’espulsione e l’altro per proteste, vogliamo che i fatti vengano esaminati con attenzione perché lo spazio per il ricorso c’è». Gazzoli non ha preso bene nemmeno i 4.000 euro di multa inflitti dal giudice sportivo per i cori contro l’arbitro e a un giocatore avversario da parte della tifoseria biancorossa. «Premesso che non entro nel merito della questione – ha precisato Gazzoli – ma 4.000 euro di multa mi sembrano veramente esagerati e rappresentano una percentuale molto alta del nostro incasso netto della partita in questione».
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Fossi diplomatico direi che «è come tutte le altre». Io però non faccio il politico e so benissimo quanto sia importante una prova di forza del Venezia contro il Campodarsego». La prima cosa che Joe Tacopina ha fatto ieri, subito dopo esser atterrato al Marco Polo da New York, è stata quella di recarsi al Taliercio per abbracciare ad uno a uno dirigenti, tecnici e giocatori. È iniziato così in casa arancioneroverde il conto alla rovescia verso il big match che domenica al Penzo (ore 14.30) opporrà le due pretendenti alla promozione in Lega Pro. «Se sono felice per l’aggancio in vetta? Sicuramente sono soddisfatto, per essere felice però c’è tempo, prima bisogna arrivare al traguardo che ci siamo prefissati – descrive il suo stato d’animo Tacopina -. L’aspetto che più mi conforta è aver visto un Venezia di combattenti, un gruppo compatto nel quale i «vecchi» sono leader e trascinano i giovani. Non ho mai avuto dubbi sul lavoro di Giorgio (il ds Perinetti, ndr) che mi ha sempre fatto dormire sonni tranquilli. Siamo primi, dove dovevamo essere e non è certo una sorpresa, ma l’importante è stare lassù tra dieci giornate». L’avvocato newyorkese ha assistito come sempre dagli States alla partita del suo team. «Con la sconfitta di Verona e il pareggio con la Luparense abbiamo vissuto un momento delicato, la risposta è stata ottima con 10 punti conquistati sugli ultimi 12 in palio. Il calcio è così, per questo ribadisco che il nostro progetto va avanti a prescindere dal risultato domenicale. A Noale mi ha fatto piacere vedere tanti tifosi al seguito, una Curva Sud fortissima che ci ha fatto giocare in casa spingendoci a un successo fondamentale». In realtà anche meglio che in casa, considerate le ultime magre affluenze al Penzo. «Non sono deluso dai nostri tifosi, chi c’è sempre va applaudito e ringraziato. È chiaro però che la passione della gente è una componente chiave del nostro percorso, mi auguro che contro il Campodarsego gli appassionati accorrano in tanti per salire sulla barca arancioneroverde e remare tutti assieme nella stessa direzione. Sono sicuro che i tifosi faranno la loro parte». Al Taliercio il lavoro è ripreso a ranghi pressoché completi, per il tecnico Favarin l’unico dubbio riguarda il terzino Ferrante dopo una botta al ginocchio.
Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia si prepara al big match di domenica contro il Campodarsego al Penzo e ieri, alla ripresa degli allenamenti, la squadra ha ricevuto la visita del presidente Joe Tacopina arrivato dagli Usa. Il numero uno arancioneroverde è atterrato all’ora di pranzo e si è recato direttamente al campo del Taliercio per salutare i giocatori e caricarli di energia. Rimarrà a Venezia fino a lunedì, giusto il tempo di assistere alla super sfida di domenica e di presentare venerdì mattina a Ca’ Sagredo il «Venezia Soccer Experience», un progetto nato in sinergia con gli albergatori dell’Ava. «La partita di domenica non sarà comunque decisiva per il campionato – è il commento del presidente Tacopina -. Lo so che sarebbe politicamente corretto dire che vincere o non vincere con il Campodarsego non cambia nulla, perché poi ci saranno altre nove gare fino alla fine del campionato. Ma è un match importante e noi cercheremo di vincere così come, però, cercheremo di vincere anche le successive gare che affronteremo». Lo spirito condiviso da società, dirigenza e staff tecnico è proprio questo: far passare il messaggio che con la partita di domenica non finisce il campionato e che per arrivare fino in fondo bisogna affrontare poi le rimanenti nove gare. È anche vero che essere ritornati davanti al Campodarsego ha rovesciato le parti, in termini di pressione e non solo. «Essere di nuovo in vetta ci ha riportato serenità – commenta il dg Dante Scibilia -. Arriviamo allo scontro diretto nelle condizioni migliori, con maggiore serenità. Siamo tutti molto carichi e speriamo che anche il meteo ci assista: avere bel tempo – osserva il dg – sarebbe importante sia per l’aspetto tecnico che per i tifosi». Le previsioni per il momento non sono buone, ma c’è margine perché possano migliorare. Intanto è scattata la prevendita, con già 100 biglietti venduti. Ieri la squadra si è allenata al completo, con il solo Ferrante a parte. È invece rientrato a pieno regime Beccaro.
Ore 13.10 – (La Nuova Venezia) Non perde tempo, Joe Tacopina. Sceso dall’aereo, un passaggio in sede, il pranzo, e poi via al Taliercio. Per salutare Favarin, lo staff e i giocatori, gratificato dal primo posto in classifica, ma con il sogno di iniziare domenica la fuga decisiva verso la Lega Pro. Arriva poco dopo le 14.30, il presidente americano, accompagnato dal segretario generale Davide Brendolin, una sosta sul piazzale, poi all’interno del centro sportivo per parlare ai giocatori. «Felice? Parola grossa. Sono soddisfatto che il Venezia sia ritornato in testa alla classifica, siamo dove dobbiamo essere» si fa capire Tacopina, «adesso dobbiamo completare l’opera. In ogni caso, il progetto Venezia va avanti spedito». Se poi arrivano anche i risultati sul campo tanto meglio. La settimana “horribiis” tra Verona e San Martino di Lupari sembra ormai alle spalle con il Venezia capace di conquistare dieci punti in quattro partite con l’unico mezzo passo falso con l’Abano al Penzo. «Non avevo alcun dubbio che ci sarebbe stata una reazione» aggiunge il numero uno arancioneroverde, «ho grande fiducia nelle capacità di Giorgio Perinetti e c’è un gruppo di giocatori, i “senatori” come Serafini, Fabiano, Maccan, Calzi o Carbonaro, che sono d’esempio per i più giovani. Sanno come comportarsi in determinate situazioni». Domenica lo scontro diretto con il Campodarsego, che potrebbe costituire la svolta della stagione in caso di successo. «Se vogliamo usare il politichese, allora diciamo che dopo la gara di domenica ce ne sono altre nove, se vogliamo metterci in una posizione di privilegio, dobbiamo vincere. Non sarà determinante, però vincere domenica sarebbe molto importante» . Tacopina si aspetta una buona risposta, tipo derby, anche da parte dei tifosi. «Il Venezia ha uno zoccolo duro di tifosi, che ci seguono sempre e ci hanno sempre sostenuto. Domenica l’incitamento della Curva Sud a Noale ci ha fatto sentire a casa nostra. È una partita importante, più gente verrà a sostenerci e meglio sarà». Intanto venerdì mattina, a Venezia, sarà presentata una nuova iniziativa della società: “Venezia Soccer Experience”, nata in collaborazione con l’Associazione Veneziana Albergatori. La squadra. Lattanzio e Marcolini, out a fine settimana per la febbre, sono rientrati in gruppo, lavoro differenziato solo per Ferrante che sabato durante la rifinitura ha subito un colpo al ginocchio. Sono stati venduti circa 200 biglietti in prevendita per la partita con il Campodarsego.
Ore 12.40 – (Gazzettino) Anticipo di campionato sabato alle 14.30 per l’Este che affronta la trasferta con l’Union Ripa Fenadora, mentre le altre padovane giocheranno domenica: Campodarsego con il Venezia (fuori), Abano con Montebelluna e Luparense San Paolo con Liventina (in casa).
Mercoledì è in programma il turno infrasettimanale, ma alcune partite sono state fatte slittare: l’Este con la Sacilese giocherà sabato 12 marzo, mentre la Luparense San Paolo affronterà in trasferta il Tamai domenica 13, giornata quest’ultima nella quale anche l’Abano recupererà la sfida con la Virtus Vecomp non disputata lo scorso 7 febbraio.
Ore 12.10 – (Gazzettino) Alle 15 al Tombolato si gioca Cittadella-Cremonese, gara secca dei quarti di finale della Coppa Italia di Lega Pro. Un reale obiettivo di stagione o un appuntamento del quale si sarebbe volentieri fatto a meno? Sicuramente la prima ipotesi per il Cittadella, che intende puntare all’accoppiata campionato-coppa senza indugio. E pazienza se Roberto Venturato opterà per un massiccio turnover: l’allenatore pretende da tutti il massimo impegno, anche perché la vetrina di Coppa Italia rappresenta un banco di prova indicativo in ottica campionato. «Le partite di Coppa si giocano in mezzo alla settimana, lo sappiamo dall’inizio della stagione, il Cittadella è arrivato fino ai quarti e punterà a proseguire il cammino nella competizione». È chiaro il messaggio del tecnico, che spiega: «Anche se siamo nel momento topico della stagione, si tratta di una gara ufficiale e quindi dobbiamo affrontarla con l’attenzione e il piglio giusto, ma nello stesso tempo tenere presente che domenica ci attende una impegnativa trasferta di campionato». Tre partite in otto giorni: quanto peseranno a livello fisico e mentale? «Dobbiamo gestire le risorse, perché chi giocherà in Coppa potrà essere determinante anche domenica in campionato. Siamo arrivati sin qui nella manifestazione, dobbiamo esserne orgogliosi e trovare le necessarie energie per affrontare con entusiasmo e positività la partita con la Cremonese». Roberto Venturato ripete sempre che ogni gara di campionato dev’essere vissuta come una finale, quella di Coppa Italia lo è veramente perché solo una squadra andrà avanti: dove si deciderà la sfida? «Sarà importante sfruttare bene le occasioni che si dovessero presentare nell’arco della partita. Confido nelle capacità e nel valore del gruppo indipendentemente da chi sarà chiamato a giocare. Per il resto non cambierà il nostro modo di presentarci in campo. Voglio un Cittadella aggressivo, mi aspetto molto soprattutto da chi non ha avuto tante occasioni da mettersi in mostra. Valuterò chi avrà più bisogno di riposare dopo le fatiche di Padova, abbiamo comunque una rosa all’altezza per affrontare il doppio impegno». Il presidente Gabrielli tiene alla Coppa Italia, trofeo assente nella bacheca granata. «Ce la giocheremo – conclude l’allenatore granata – consapevoli che il passaggio del turno spalancherebbe scenari importanti. Sappiamo però che anche la Cremonese arriverà con le nostre stesse ambizioni». Per quanto riguarda la formazione, in porta ci sarà Vaccarecci; in difesa potrebbe tornare Pascali, al suo fianco Cappelletti (squalificato per una giornata in campionato). A centrocampo rivedremo Sgrigna nelle vesti di play maker, mentre Minesso agirà dietro le punte, che dovrebbero essere Coralli e Bizzotto. Venturato ha convocato anche tre giovani della Berretti (Varnier, Maniero e Fasolo). Biglietto unico a 10 euro per la tribuna est. Chi vince la sfida del Tombolato affronterà la Spal in semifinale.
Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Guai a chiamarle seconde linee. A pensarci bene, elementi come Sgrigna, Coralli o Minesso, solo per fare tre nomi, sarebbero titolari non solo in tutte le squadre della terza serie nazionale, ma pure in tante dell’attuale Serie B. A loro si affida Roberto Venturato per far proseguire la corsa del Cittadella nella Coppa Italia Lega Pro, giunta ai quarti di finale. Questo pomeriggio alle 15, al Tombolato, i granata se la vedranno con la Cremonese in gara secca, con tanto di eventuali supplementari e rigori in caso di parità al termine dei tempi regolamentari. Il tecnico granata, che ha convocato tre Berretti (Varnier, Fasolo e Maniero), lasciando a riposo diversi “big”, chiarisce subito che il turnover sarà massiccio: «Essere arrivati fino a qua è un merito, ma siamo nel momento topico della stagione, dovremo essere bravi a pensare all’obiettivo qualificazione ma anche all’importantissima gara di domenica in casa della Giana. Occorrerà gestire le risorse e le capacità di recuperare di chi ha giocato di più. Da chi ha giocato meno mi aspetto il piglio giusto», afferma Venturato alla vigilia. Di fronte c’è una delle sue ex squadre, una formazione profondamente diversa da quella battuta appena un paio di mesi fa in campionato, a domicilio: a guidarla non è più Pea, sostituito dal più “spavaldo” Rossitto, che schiera i suoi con il 4-3-3. La Coppa manca dalla bacheca di entrambe le società, ma se per i granata resta la seconda competizione stagionale, per la Cremonese è diventata qualcosa di più prezioso, visto che i grigiorossi difficilmente potranno rientrare in corsa per i playoff. «Il recente filotto di risultati positivi ci dà energie e fa morale. In Coppa non cambieremo atteggiamento: rimaniamo “una squadra” indipendentemente da chi gioca, proveremo come sempre a proporci, senza aspettare l’avversario. Abbiamo una rosa importante e tutti devono sentirsi coinvolti, consapevoli che passare il turno significa avere ulteriori possibilità di mettersi in mostra». In difesa, facile ipotizzare l’impiego di Cappelletti (squalificato per un turno dopo il rosso del derby) e quello di Pascali, che potrebbe approfittare della partita per riprendere confidenza col campo, al rientro dal suo infortunio. Per questa gara è previsto un tagliando unico per la Tribuna coperta Ovest al prezzo di 10 euro e per gli under 14 l’ingresso al prezzo simbolico di un euro. I botteghini apriranno alle 13.30. La vincente dovrà poi vedersela in semifinale con la Spal, formazione che sta dominando il Girone B, mentre dall’altra parte del tabellone s’incrociano (già oggi l’andata) Siena e Foggia. Se supereranno i grigiorossi, Iori e soci giocheranno mercoledì 2 marzo in trasferta e il 9 o il 16 marzo al Tombolato. Queste le probabili formazioni. CITTADELLA (4-3-1-2): Vaccarecci; Nava, Cappelletti, Pascali, Amato; Xamin, Sgrigna, Minesso; Schenetti; Coralli, Bizzotto. A disposizione: Alfonso, Benedetti, Varnier, Iori, Zaccagni, Maniero, Bonazzoli, Fasolo. Allenatore: Venturato. CREMONESE (4-3-3): Galli; Gambaretti, Zullo, Russo, Crialese; Formiconi, Rosso, Suciu; Ciccone, Magnaghi, Pacilli. A disposizione: Ravaglia, Aiolfi, Bianchi, Brighenti, Ferrara, Gremizzi, Guglielmotti, Haouhache, Maiorino, Marconi, Sansovini, Scarsella. Allenatore: Rossitto. ARBITRO: Balice di Termoli (Lipizer-Bassutti).
Ore 11.30 – (Corriere del Veneto) L’appuntamento è di quelli da cerchiare in rosso sul calendario. Non tanto e non solo perché si parla di Coppa Italia, quanto piuttosto perché c’è la voglia di mettere in bacheca un trofeo ufficiale mai conquistato prima. Sarà gara secca alle 15 al Tombolato, ai quarti di finale l’avversario di turno è la Cremonese e Roberto Venturato, pur annunciando il solito turnover, lancia il guanto di sfida: «Siamo nel momento topico della stagione dobbiamo avere la capacità di affrontare questo tipo di partite combinando la voglia di andare avanti nella competizione pensando però alla partita con la Giana, importantissima sulla strada per la B. Siamo tanti ma chi va in campo dovrà saperlo tenere per 90 minuti. Dopo il derby dovremo gestire le energie, qualcuno starà fuori, ma abbiamo una rosa ampia e di qualità. Passare il turno darà possibilità di giocare ancora, è un aspetto che non va sottovalutato».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Non si tratta della prima multa stagionale comminata alla società biancoscudata, che nella trasferta a Gorgonzola con la Giana Erminio (12 dicembre) era stata sanzionata con un’ammenda di 1.500 euro e nella trasferta a Lumezzane poche settimane fa con cinquecento euro, in entrambi i casi per lo scoppio di un petardo. Tanto che a inizio febbraio, proprio dopo quest’ultimo episodio, il presidente Bergamin aveva fatto pubblicare sul sito ufficiale della società un appello ai tifosi nel quale chiedeva che tali comportamenti non si ripetessero più perché, oltre alla sanzione economica per il club, mettono in cattiva luce la tifoseria. «In quel caso si trattava di petardi, questa volta il fatto è più grave. Speriamo che non succeda più perchè questi comportamenti non sono tollerati e tollerabili». Da inizio anno, come detto, il Padova ha dovuto sborsare complessivamente settemila euro per pagare le ammende. «È senz’altro fastidioso, anche perché quando facciamo il budget non sono contemplati come voce in uscita. Quindi sarebbe meglio che non ci fossero».
Ore 10.50 – (Gazzettino) E tra l’altro non è purtroppo neppure il primo caso: nel novembre del 2011 il Padova era stato punito con seimila euro di ammenda per i cori di alcuni tifosi all’indirizzo di Jerry Mbakogu, all’epoca dei fatti attaccante di proprietà dei biancoscudati in prestito alla Juve Stabia che in quella partita (2-2) aveva segnato un gol con tanto di esultanza. Tornando a quanto è accaduto domenica all’Euganeo, ecco il presidente Giuseppe Bergamin: «Al di là del verdetto del campo, domenica è stata una bella festa, ma purtroppo è stata rovinata da questo episodio che non ci voleva. Sono molto dispiaciuto, d’altra parte i cori ci sono stati e sono stati sentiti da tutti. Se ci aspettavamo la sanzione? Si sa che su queste cose gli organi competenti sono particolarmente fiscali, non è sicuramente bello quello che è accaduto. Il colore della pelle non deve essere un fattore di discriminazione. Ripeto, è stata rovinata una bella festa, oltre al danno economico per la società che è pesante».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Costa molto caro il derby al Padova. Oltre alla sconfitta maturata sul campo, il giudice ha inflitto un’ammenda di 5 mila euro alla società «perchè propri sostenitori, durante la gara, intonavano ululati qualificabili come manifestazione di discriminazione razziale in occasione delle giocate di un calciatore di colore della squadra avversaria (sanzione attenuata per la fattiva collaborazione dei dirigenti locali)». Il giocatore del Cittadella in questione è Lamin Jallow, preso di mira nei minuti iniziali della partita da alcuni tifosi posizionati in tribuna Fattori. E dire che pochi istanti prima del fischio d’inizio si era assistito a un autentico spettacolo sugli spalti con le coreografie a tinte biancorosse nelle tribune est e Fattori, oltre a quelle dei tifosi granata in curva nord. Insomma, una cornice degna di un derby d’alto livello come tale è stato sul rettangolo di gioco, salvo appunto l’increscioso episodio di discriminazione razziale nei confronti del giovane attaccante granata.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Ripresa della preparazione in vista della sfida con il Renate di sabato alle 15 all’Euganeo. Come prevedibile, ieri il grande assente è stato Sbraga: solo terapie per lui al piede destro, sul quale si è formato un ematoma a causa di una tacchettata rimediata nel primo tempo con il Cittadella. Le sue condizioni saranno rivalutate oggi (allenamento alle 15) con l’auspicio che possa farcela per sabato. Anche perché al centro del pacchetto arretrato è già costretto a rimanere ai box Diniz per squalifica, e un’eventuale defezione del centrale ex Carrarese sarebbe dura da digerire. Di sicuro Fabiano tornerà nell’undici di partenza dopo essere stato in panchina nelle ultime cinque partite per fare posto proprio a Sbraga, e al suo fianco ieri Pillon ha provato a lungo Favalli che potrebbe essere la soluzione d’emergenza. Quanto agli ingredienti della sessione pomeridiana, il tecnico si è soffermato molto sulla finalizzazione della manovra provando ripetutamente situazioni di attacco contro difesa. Intanto, la prevendita per la sfida con il Renate è già iniziata: biglietti a metà prezzo per i tifosi che hanno assistito al derby.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Io penso la stessa cosa: abbiamo giocato bene, con il Cittadella non meritavamo di perdere, quindi da oggi pensiamo solo al Renate senza farci distrarre da quel che è stato». Un match, quello di sabato prossimo all’Euganeo, che diventa fondamentale: senza una vittoria, la zona playout si rifarebbe minacciosamente vicina. «Una partita molto importante, è vero, perché prima ci salviamo e meglio è», ammette Fabiano. E l’augurio è che la gara d’andata abbia insegnato qualcosa: con quel rigore fallito al 91’ da Altinier, e una condotta di partita tutt’altro che buona, quella di Meda fu per il Padova la madre di tutte le occasioni perdute. «Sarà un match molto diverso, perché oggi il Renate è la dimostrazione più lampante di come nel girone di ritorno non ci siano più partite facili. All’andata era una squadra che faceva fatica a segnare, e lo dimostrò anche contro di noi, oggi invece vanno in rete con una certa frequenza e domenica scorsa hanno battuto la Reggiana. Non ci sono più squadre meno attrezzate di altre per competere, ormai tutti gli avversari si conoscono e diventa sempre più difficile. Ma se noi riusciremo a non perdere più occasioni, la salvezza arriverà presto».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) E come sempre, l’ha fatto con il sorriso, anche se in cuor suo, nell’ultimo mese, deve aver rosicato non poco. «Ho giocato le prime partite con mister Pillon, poi con il mercato c’è stata questa staffetta con Sbraga, almeno per ora. Ma è un evento che ci sta, il calcio è anche questo, e quello del Padova è un gruppo sano, composto da bravi ragazzi, ognuno dei quali è qui per dare il suo contributo. Sabato per me arriverà una nuova opportunità, e cercherò di dare il massimo per sfruttarla. Non sono stato del tutto contento, è normale, perché nessuno è felice di stare in panchina, ma l’importante è non perdere mai di vista il vero obiettivo, e lavorare al massimo perché prima o poi arriva sempre una nuova chance». Un’occasione per lui di dimostrare il suo valore, ma anche per l’intera squadra di riprendersi subito dopo la sconfitta nel derby.«Con Pillon abbiamo parlato, abbiamo analizzato gli errori commessi, e ci siamo buttati tutto alle spalle. L’allenatore ci ha detto che, a parte qualche errore, la nostra partita l’abbiamo fatta, e per questo dobbiamo dimenticarci in fretta di un risultato che alla fine non ci è stato favorevole».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Protagonista a fasi alterne. Com’è stata strana, sin qui, la stagione del brasiliano Fabiano: dopo essere giunto in biancoscudato la scorsa estate, nella prima parte di campionato era diventato perno portante della retroguardia di Parlato, insieme al conterraneo Diniz. Poi, dopo le tre gare precedenti all’esonero nelle quali il tecnico partenopeo gli aveva preferito Niccolini, con l’avvento di Pillon era tornato titolare inamovibile. Fino a che il mercato non ha portato Andrea Sbraga, che dal match di Piacenza in poi si è preso il posto da titolare: dopo cinque gare da comprimario, e solo 13’ giocati subentrando dalla panchina, contro il Renate Fabiano è pronto a riprendersi la difesa del Padova. Toccherà a lui, al posto dello squalificato Diniz, difendere la porta di Favaro in una delle partite più importanti di questo finale di stagione. «Lo spero, io sono pronto», ammette il brasiliano. «Ho sempre lavorato duramente, sapendo che prima o poi una nuova chance sarebbe arrivata anche per me».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Si sa che queste cose sono perseguite, è una brutta notizia che non ci fa sicuramente bene. La multa in sé ci crea un problema dal punto di vista economico, ma mi dispiace soprattutto che una bella domenica con un grande pubblico e un ambiente eccezionale ora passi in secondo piano. Chi ha rilevato il fatto penso che ne avesse tutte le ragioni: i regolamenti sono questi, e la buona educazione dipende dal comportamento di ognuno. Ancora una volta dobbiamo pagare perché qualcuno si improvvisa contestatore. Non so se faremo ricorso, decideremo domani (oggi, ndr)». I biancoscudati hanno ripreso ieri gli allenamenti in vista del match di sabato alle 15 all’Euganeo contro il Renate. Assente Andrea Sbraga, che dopo il pestone rimediato da Jallow domenica è rimasto a riposo, ma dovrebbe recuperare in tempo per sabato, quando invece non ci sarà lo squalificato Diniz. Designati i direttori di gara della prossima giornata: Padova-Renate sarà arbitrata dal signor Luciano di Lamezia Terme, Giana-Cittadella (domenica) da Vesprini di Macerata.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Cinquemila euro di multa per ululati razzisti. È questo l’ultimo strascico che il derby di domenica ha portato con sè: il giudice sportivo della Lega Pro, Pasquale Marino, ieri ha deciso di infliggere questa pesante ammenda al Padova “perchè i propri sostenitori, durante la gara”, c’è scritto nella motivazione, “intonavano ululati qualificabili come manifestazione di discriminazione razziale in occasione delle giocate di un calciatore di colore della squadra avversaria – sanzione attenuata per la fattiva collaborazione dei dirigenti locali”. I fatti si riferiscono a quanto avvenuto nel corso del derby col Cittadella, ed in particolare al primo tempo, quando i granata attaccavano sotto la Tribuna Fattori: il giocatore in questione è l’attaccante gambiano Jallow, più volte “beccato” dalla tifoseria biancoscudata. «Li ho sentiti anche io, c’è poco da fare», allarga le braccia patron Giuseppe Bergamin.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Pare che il presidente Giuseppe Bergamin ritenga sufficiente il provvedimento punitivo deciso dopo la scenata fatta da Bucolo durante e dopo un allenamento, con urla e porta dello spogliatoio danneggiate. Per due volte il mediano ha presentato le proprie scuse a Pillon, alla società e al gruppo, senza, per ora, venire reintegrato. Riguardo all’ultimo posto libero in lista c’era stata una trattativa in fase molto avanzata per l’attaccante bulgaro Alexander Kolev, 23 anni, punta centrale del Botev Plovdiv che può essere impiegato indifferentemente come esterno alto destro o sinistro: «Lo abbiamo seguito per un lungo periodo – ammette De Poli – ma poi non c’è stata la possibilità di chiudere alle condizioni migliori per noi. Al momento non ci sono possibilità che possa arrivare, così come non abbiamo altre situazioni in piedi». Siamo alla resa dei conti, dunque. Se si arriverà alla rottura definitiva, Bucolo rescinderà il proprio contratto con il Padova. Ieri intanto il giudice sportivo ha inflitto 5 mila euro di multa al Padova dopo il derby col Cittadella «perché propri sostenitori, durante la gara, intonavano ululati qualificabili come manifestazione di discriminazione razziale in occasione delle giocate di un calciatore di colore della squadra avversaria».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) La settimana che chiuderà il mese di febbraio sarà anche quella decisiva per conoscere il destino di Rosario Bucolo. Il centrocampista siciliano era stato escluso, di fatto, dal progetto tecnico alla fine di gennaio, dopo un violento litigio con Giuseppe Pillon. Nelle ultime ore di mercato si erano prefigurate tre diverse opzioni per Bucolo: il Lumezzane, che però vive un momento societario di caos e che ha visto esonerato l’allenatore Nicolato; il Rimini, che tuttavia non ha pagato gli stipendi e che versa in una situazione finanziaria gravissima: il Martina, in crisi tecnica e che ha recentemente incassato alcune sconfitte davvero pesanti. Il giocatore ha rifiutato tutte e tre le destinazioni, mentre avrebbe accettato il trasferimento a Catania, disponibile a uno scambio alla pari con il cartellino di Ivan Castiglia. Dopo un mese di purgatorio ai margini della squadra e senza una convocazione, Bucolo adesso vuole conoscere il suo destino: «Entro pochi giorni – spiega il direttore sportivo Fabrizio De Poli – prenderemo una decisione definitiva, in un senso o nell’altro. Al momento non abbiamo ancora una posizione ufficiale. Parlerò con l’allenatore e con la società e chiuderemo questa situazione in modo definitivo».
E’ successo, 23 febbraio: doppia seduta per i Biancoscudati, assente Sbraga. 5.000 euro di multa al Padova per ululati razzisti.