La delusione per la sconfitta nel derby è ancora forte. E non basta rendersi conto che, dopo 10 risultati utili consecutivi, perdere contro la capolista non è necessariamente un dramma. «Siamo stati sconfitti dalla squadra più forte del campionato, non fasciamoci la testa»: parole di Fabrizio De Poli, che l’altroieri ha visto giocare il “suo” Padova per la prima volta nel 2016, dopo diverse domeniche trascorse a visionare ben altri campi e ben altre formazioni. «Il Padova è stato quadrato, l’ho visto muoversi abbastanza bene e tenere testa, per oltre un’ora, ai più forti del girone. È vero, nel primo tempo abbiamo sofferto un po’ troppo, ma siamo stati capaci di tenere botta, poi, nella ripresa, abbiamo iniziato bene, scendendo in campo con buon piglio. Purtroppo, alla fine gli episodi hanno fatto la differenza». Come si spiega il primo tempo dei biancoscudati? «È stata l’unica nota negativa del derby, a mio modo di vedere. Siamo partiti un po’ troppo contratti, sia dal punto di vista tattico che psicologico: la prima frazione è stata appannaggio del Cittadella per meriti loro, certo, ma anche perché siamo scesi in campo nervosi, con un atteggiamento preoccupato, e per questo abbiamo sbagliato troppo in avvio di manovra, commettendo qualche errore squisitamente tecnico nei tempi e nella qualità delle giocate. Peccato, perché poi siamo cresciuti bene».
Si è perso per le ingenuità della squadra, ma pure per le decisioni arbitrali. È d’accordo con quanto rilevato da Pillon nel dopo-gara? «Diciamo che già durante la partita ho avuto diversi dubbi su alcune situazioni. A cominciare dal rigore prima dato e poi tolto ad Altinier: ho visto chiaramente l’indicazione del dischetto, ma poi l’arbitro è stato condizionato dall’assistente, che ha sbandierato un fuorigioco che per me non c’era. Ma poi anche sul fallo di mano di Lora in area ci sarebbe da ridire: peccato che episodi simili capitino proprio in certe partite…». A quali si riferisce? «Mi è subito venuto in mente il match di Alessandria. Era successa la stessa cosa su Neto Pereira, atterrato in area platealmente senza che gli venisse concesso il rigore, e anche allora eravamo sullo 0-0: match già difficili in partenza per noi, ma che ci vengono complicati ogni volta. Se la terna allora non aveva avuto una giornata felice, domenica la cosa si è ripetuta».
Non crede, tuttavia, che dopo aver retto l’urto nel primo tempo il Padova avrebbe potuto rischiare qualcosa in più, magari con una sostituzione anticipata? «Nella ripresa siamo partiti bene, la squadra era completamente diversa da quella dei 45’ iniziali, ed è per questo che non mi sento di contraddire le scelte dell’allenatore, non lo biasimo se in quel momento ha deciso di attendere di vedere come si sarebbe messa la sfida. Purtroppo l’altalena degli episodi non ci ha dato nemmeno il tempo di cambiare, perché il gol di Litteri è arrivato pochi secondi dopo l’espulsione di Diniz». Gli attaccanti non vanno in rete da tre giornate. Con il Renate non si potrebbe far rifiatare qualcuno, lì davanti? «Con l’innesto di Finocchio, Sparacello e Baldassin siamo arrivati due volte alla conclusione, è vero, ma Neto e Altinier non avevano demeritato: nella ripresa l’intera squadra ha giocato meglio, supportando di più gli attaccanti. Quello che succederà sabato non lo so, le scelte spettano a Pillon». La sostanza, comunque, è che la zona playout si è riavvicinata, e quella con il Renate sarà una gara fondamentale. «Sì, dobbiamo cercare di vincere a tutti i costi. Il Renate è un avversario difficile, li ho visti giocare nelle ultime due settimane e devo dire che vanno tenuti in grande considerazione. Spero che il Padova riprenda a vincere, ma non sono preoccupato per il finale di stagione».
(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)