Clicca qui per aggiornare la diretta
Ore 22.30 – (Il Piccolo) Quando a inizio gennaio è partito il girone di ritorno, la Triestina era quartultima a 19 punti, a distanza di tre lunghezze dalla salvezza diretta. Nove partite dopo, quando sono trascorsi quasi due mesi, l’Unione è in pratica nelle stessa condizione: viaggia al quartultimo posto a 29 punti, sempre a 3 lunghezze dalla salvezza diretta. Intorno a lei sono cambiate un po’ le squadre e si sono mescolate le carte, ma la situazione di classifica è in pratica la medesima. Ma è un dato che solo in apparenza può sembrare stagnante, anzi, va salutato come una grande vittoria, considerato tutto quello che è accaduto in questi cinquanta giorni. Le fideiussioni mancate, la continua incertezza societaria, il fallimento, l’esercizio provvisorio, la salutare entrata in scena di Biasin e Milanese, l’ennesimo andirivieni di giocatori: tutto questo avrebbe potuto schiantare la squadra che andava in campo, che in un paio di occasioni ha effettivamente sbandato pericolosamente, ma non è mai andata al tappeto e ha saputo rialzarsi con orgoglio. A un certo punto, in effetti, la Triestina era non solo terzultima, ma era scivolata a ben 5 punti dalla salvezza diretta e anche la zona play-out sembrava in pericolo. Poi il prezioso pari di Levico, le vittorie contro Tamai e Fontanafredda, e dulcis in fundo lo 0-0 con il quale l’Unione è uscita indenne domenica da Este contro la terza in classifica, hanno non solo riportato la Triestina in rotta di galleggiamento, ma rappresentano un ideale trampolino di lancio per la salvezza. Perché a fronte di una squadra che sul campo lotta sempre, adesso la Triestina ha ritrovato la speranza di un roseo futuro societario, ha recuperato l’appoggio dei suoi tifosi che si sono stretti attorno a Milanese, e perfino un buon sostegno nelle partite casalinghe in attesa del calore più focoso della curva. Senza dimenticare i rinforzi di questi ultimi giorni che dovrebbero portare a un ulteriore salto di qualità della rosa. Insomma ritrovarsi dopo due mesi nelle medesime condizioni della fine del girone d’andata (giocato in pratica con un’altra squadra e all’inizio con elementi di ben altro spessore), è in realtà un grande successo. Proprio perché adesso è cambiato molto attorno, sia in termine di prospettive che di slancio dell’ambiente. Dopo la partita casalinga con il Belluno, la Triestina è attesa a una serie di scontri diretti contro Montebelluna, Union Ripa, Sacilese e Giorgione. E nel rush finale ci saranno le sfide contro Dro e Ufm. Ora il destino è davvero nelle mani della squadra. Se nel frattempo non ci saranno delusioni nella gara d’acquisto, e se i tifosi appoggeranno la squadra in maniera numerosa e soprattutto calorosa, la salvezza diretta per la Triestina può ancora non essere un lontano miraggio.
Ore 22.00 – (Corriere delle Alpi) Due punti persi. Il Belluno ha dovuto accontentarsi di un solo punto al Polisportivo contro il Giorgione, dopo aver subito la rete del pareggio al terzo ed ultimo minuto di recupero. Il rigore ha fatto arrabbiare non poco l’ambiente gialloblù, che ha cercato di spiegare come Calcagnotto, ammonito dall’arbitro, non avesse commesso nessun fallo e che Bertagno, l’autore del contrasto incriminato, avesse preso in pieno la palla. «Non mi piace parlare degli arbitri, sapete che non lo faccio mai – spiega il capitano Simone Corbanese – mi limito a dire che sono andato dall’arbitro a chiedere spiegazioni del rigore e che mi ha detto di aver fischiato il fallo del 6, quindi Calcagnotto, ma lui non c’entrava niente…». Se da un lato il Belluno può lamentarsi per questo rigore arrivato in maniera rocabolesca nel finale, allo stesso tempo può mangiarsi le mani per non aver chiuso la partita prima, con l’occasione nel primo tempo di D’Incà o quella nel secondo con Farinazzo. «Non abbiamo giocato una prima frazione brillante, anche se siamo stati pericolosi una volta con Ruben. Nella ripresa la squadra ha fatto meglio e loro hanno fatto praticamente un solo tiro». Vietato demoralizzarsi. Ai punti il Belluno avrebbe sicuramente meritato la vittoria, ma bisogna guardare comunque il bicchiere mezzo pieno. La squadra di Roberto Vecchiato è ancora imbattuta nel 2016 e sta lottando per i play off, obiettivo di inizio stagione. «La vittoria sarebbe stata il risultato più giusto, l’1-1 sul tabellino è amaro, soprattutto perchè è arrivato nel recupero – conclude bomber Corbanese – non possiamo però restare qui a commiserarci, ma ricominciare subito a lavorare con la solita voglia». Gol annullato. Sull’1-0 il “Cobra” avrebbe firmato il raddoppio di testa, su cross dell’instancabile Marco Duravia, ma il guardalinee ha bloccato tutto per una presunta posizione di fuorigioco. «Non so dire se ci fosse, quando parto per colpire la palla non riesco a vedere cosa ho alle spalle e nemmeno riesco a capire la regolarità o meno della posizione». Roberto Vecchiato squalificato? Lo scopriremo quandoarriverà il comunicato del giudice sportivo. Il tecnico del Belluno al rientro dagli spogliatoi ha spiegato all’arbitro di non essere d’accordo con la decisione presa nel finale e il tecnico non ha capito se il fischietto di Cesena lo abbia buttato espulso o meno. «Se è così me ne farò una ragione – ha commentato il tecnico alla fine del match – c’è una prima volta per tutto. Dopo un centinaio di partite su questa panchina, sono cose che possono succedere».
Ore 21.30 – Notizie da Reggio Emilia: ripresa degli allenamenti preceduta da un fitto colloquio di un’ora tra il nuovo direttore tecnico Giancarlo Corradini e la squadra, reduce dalla sconfitta col Renate. Torna in gruppo Parola.
Ore 21.00 – (Gazzetta di Mantova) La bella vittoria ottenuta contro il Cuneo, dopo tre mesi e mezzo di astinenza, ha riacceso l’entusiasmo dei tifosi biancorossi e le speranze di acciuffare la salvezza evitando la lotteria dei playout. Se da un lato la squadra di Ivan Javorcic ha dato seguito alla buona prova di Reggio Emilia, confermandosi in crescita con una gran prova collettiva e scoprendo in attacco un Falou a tratti incontenibile, dall’altro il popolo biancorosso ha finalmente potuto festeggiare, vedendo ripagato il sostegno mai fatto mancare alla squadra. Il 2-0 al Cuneo, però, deve essere soltanto un punto di partenza, in campo e fuori. E il primo segnale in tal senso arriva dai tifosi, che già lanciano un appello all’intera provincia, affinché domenica le tribune di Lumezzane si colorino interamente di biancorosso. A chiamare a raccolta i tifosi sono sia la Curva Te e sia il Centro di Coordinamento. Il Ccmc, fra l’altro, organizza come sempre pullman per la trasferta e gli interessati possono chiamare (dopo le ore 20) Gianluca Negretti al numero 328/4559913. Gli ultrà andranno invece a Lumezzane con auto private, come faranno del resto molti tifosi vista la non eccessiva lontananza fra le due città. La Curva Te proprio ieri ha diffuso un comunicato che pubblichiamo integralmente: «Con il seguente comunicato volevamo invitare tutti i mantovani e gli appassionati a seguire più attivamente la squadra sia in casa che in trasferta… Sappiamo che non è un periodo facile ma ci auguriamo che la vittoria di domenica sia servita a invertire la rotta e portare la scossa che serviva. Dentro noi abbiamo tutti un cuore biancorosso… Confidiamo in voi per essere più numerosi, per far sentire la nostra voce… Tutti uniti per la squadra, per la città, per la nostra curva… Tutti a Lumezzane!». A guidare l’esodo dei tifosi ce ne sarà uno speciale, Fabrizio Lori, che appena rientrato in società come consigliere del presidente Musso ha già annunciato la sua presenza domenica prossima, definendo «fondamentale» la partita contro il Lumezzane. Anche patron Di Loreto, subito dopo la vittoria sul Cuneo, ha detto che «servirebbe un esodo dei tifosi, perché vincere a Lumezzane sarebbe troppo importante». La prevendita dei biglietti dello stadio inizia oggi, il settore ospiti costa 11,50 euro. Nel Mantovano fra le rivendite autorizzate ci sono il Bar Torresani di Bagnolo San Vito e il Panda Viaggi di San Benedetto Po. Il Lumezzane non aderisce all’iniziativa “Porta un amico allo stadio”, per cui i tagliandi possono essere acquistati soltanto da chi ha la Supporter Card.
Ore 20.40 – Notizie da Mantova: problemi per mister Javorcic, che in vista della sfida col Lumezzane rischia di perdere Trainotti, Di Santantonio e Zammarini. A loro va aggiunto anche Francesco Ruopolo, che mercoledì prossimo verrà operato alla cartilagine del ginocchio e che quindi salterà il match col Padova del 6 marzo.
Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il presidente e il capitano della promozione in LegaPro e dello scudetto dilettanti si sono ritrovati domenica a Tamai. Mauro Lovisa non sa stare senza calcio nemmeno quando le formazioni neroverdi (dalla prima squadra alle giovanili) sono in pausa. Erà lì, nel Borgo che considera la sua seconda casa, dove si trova benissimo. Non è la prima volta. Era anche l’occasione per salutare Zubo, l’autore del primo dei due gol rifilati alle Furie di Verardo dall’Ufm, dove oggi milita insieme a Mattielig. «Mi ha fatto piacere – dice Zubin -. Il Pordenone mi è rimasto nel cuore e lo seguo sempre. Dove può arrivare? Difficile – scuote la testa il bomber – fare il grande salto quando hai davanti uno squadrone come il Cittadella. Basta leggere i nomi del roster. È squadra già da serie B. Però – sorride – non si sa mai. L’entusiasmo del presidente può spingere il gruppo verso traguardi insperati. Da parte mia – parla ancora da capitano – rivolgo un grosso “in bocca al lupo” a lui, alla società, alla squadra e a tutto il popolo neroverde, con il quale ho condiviso le gioie più importanti della mia carriera di attaccante».
Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Buongiorno, presidente. «Mi chiami mister». Dall’altra parte del telefono c’è Gigi Simoni, appena rientrato a Cremona. Con calma, torna sul confronto con il Pordenone di sabato sera: impressione? «Ho osservato una partita persa da noi meritatamente. I neroverdi sono un’ottima squadra, molto attenta dietro, con giocatori di personalità. Mi sono proprio piaciuti – assicura -. Eravamo partiti abbastanza bene, ma non abbiamo sfruttato le occasioni e poi hanno cominciato a fare la partita loro. I ramarri hanno avuto poche occasioni e meno possesso, ma ci hanno chiuso bene. Nella ripresa c’è stata solo una nostra padronanza sterile». Soddisfatto di aver preso Fabio Rossitto ad allenare? «Siamo contenti, è bravo – replica -. Si vede che adesso giochiamo diversamente, a parte sabato. Comunque abbiamo sempre costruito palle-gol, anche quando abbiamo perso». Avete appena incontrato FeralpiSalò e Pordenone, le inseguitrici del Cittadella: come vede il duello? «Ci hanno battuto entrambe, giocando in maniera diversa. Almeno contro di noi i bresciani hanno pensato più ad attaccare. Li vedo un attimo più forti davanti e meno in difesa. Il Pordenone a Cremona ha mostrato buone cose dietro e a centrocampo. Per il primato penso che il Cittadella non abbia problemi. Certo però sono soddisfazioni, per i neroverdi, trovarsi in quella posizione».Dopo la partita il presidente Mauro Lovisa si è infuriato perché non ha avuto accesso agli spogliatoi per festeggiare con la squadra. «Forse è stato fortunato ad avere sempre la possibilità di passare subito – sorride Simoni -. Io ho lo stesso ruolo e spesso mi fanno aspettare come gli altri. Non è una cosa strana, penso sia già capitato anche a lui. Poi capisco la fretta di congratularsi. Accetto che a volte si passi prima, e allora ringrazio, e altre dopo, e dunque paziento. Non mi sono mai lamentato». Come valuta il contrasto di Lovisa con il vostro attuale mental coach Simone Teso? «Non ne so niente – conclude -. So solo che sopportare qualcosa non è un segno di debolezza, anzi. Soprattutto quando si vince: ecco, lì sarebbe anche più facile».
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) I ramarri in campo sono inarrestabili, ma la striscia di 7 vittorie può far bene anche al portafoglio. E se non dovesse arrivare subito la B, questa Legapro sfavillante potrebbe essere monetizzata. Non siamo ancora al modello Udinese, che negli anni ha riempito le casse della famiglia Pozzo e fatto la felicità dei tifosi, ma anche a Pordenone ora si può pensare a qualche plusvalenza significativa, in grado di far affrontare alle casse del club un futuro senza patemi e con i conti positivi. Lo dicono i dati di Transfermarkt, punto di riferimento per gli esperti di mercato. Emerge che, a campionato iniziato, il gruppo neroverde valeva circa un milione di euro. Poco più, poco meno. Sono passati i mesi, se n’è andata l’ansia da retrocessione e quei giocatori in cerca di rilancio si sono proiettati verso le zone alte della classifica. Accade così che anche il borsino del mercato abbia dovuto rivedere le sue quotazioni. Oggi la rosa del Pordenone vale praticamente il triplo: da un milione di euro è passata a circa 3 milioni e 200 mila. I due pezzi da novanta ora sono Luca Cattaneo e Simone Pasa, che sul mercato varrebbero circa 275 mila euro a testa. Dietro di loro (200 mila) c’è Alex Pederzoli. Quotazioni in rialzo anche per Michele De Agostini, passato da 75 a 150 mila euro in pochi mesi. Stessa cifra per il giovane Alberto Boniotti, una delle rivelazioni del campionato. C’è poi chi, come Valente, ha giocato poco, ma grazie al rendimento di squadra ha visto la propria quotazione salire fino a 100 mila euro.
Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Pronti per la B». Dopo il 2-0 a Cremona, firmato Cattaneo e Stefani, tutta l’Italia del calcio guarda verso Pordenone. Il Bologna ha fermato la Juve (0-0) e quella di Tedino ora è l’unica squadra Pro ad aver vinto tutte le gare giocate nel 2016. Sono 7 consecutive. Mauro Lovisa si gode il sogno e non ha intenzione di svegliarsi. SOGNO E REALTÀ – «No – ribatte subito -, non è un sogno. Parlo da sveglio e con le idee chiare. Siamo pronti per la B – ripete e lancia un messaggio alla squadra -. La società è organizzata anche per la categoria superiore sin dalla scorsa estate. Ora finalmente si sta facendo conoscere anche fuori dai “confini” della Destra Tagliamento. Si sono accorti di noi – gongola re Mauro -. Siamo secondi e diamo fastidio. Voglio continuare a darlo sino alla fine. Senza mollare di un pelo. Lo stadio dove giocare? Ho detto già che posso risolvere la cosa in una settimana. Quello è l’ultimo dei nostri problemi. Adesso – Lovisa guarda a Bolzano – i ragazzi devono pensare soltanmto alla gara con il Sudtirol. Vogliamo e possiamo allungare la serie». NUMERI VINCENTI – Sette vittorie di fila, secondo posto in classifica a 7 lunghezze dalla vetta occupata dal Cittadella, 35 gol fatti e solo 18 subiti, miglior difesa del girone, grazie ai 540′ di imbattibilità di Matteo Tomei, grande protagonista anche allo Zini. «Sì, ma non è merito mio – precisa subito con la consueta onestà Matteo -, bensì di tutta la squadra. Rispetto a inizio stagione, quando ci facevamo rimontare (resta vivo il ricordo del 2-2 al Bottecchia proprio contro il Sudtirol, che segnò due reti negli ultimi minuti, ndr), ora siamo più maturi e riusciamo a gestire partita e risultato. Abbiamo migliorato tantissimo la fase di non possesso – spiega l’estremo – che parte dal lavoro che fanno attaccanti e centrocampisti pronti a pressare, rendendo poco fluida la manovra degli avversari. Questo facilita il compito di una difesa già forte di suo, guidata da Stefani, nostro grande capitano». MATURITÀ – Allo Zini però non è stato facile. «Certo che no – concorda Tomei -. La Cremonese ha una caratura diversa rispetto alla Pro Patria, con tutto il rispetto. Tirarsi indietro quando sei in vantaggio con una grande squadra è normale. Ci siamo chiusi bene – conclude il portiere meno battuto del girone – e abbiamo portato a casa un risultato importantissimo». Ieri Tedino ha concesso alla squadra una giornata di riposo. Gli allenamenti al De Marchi riprendono oggi.
Ore 18.50 – (Messaggero Veneto) Il sogno è andare a prendere il Cittadella, sempre distante 7 punti. Ma l’obiettivo principale, ora, è raggiungere i play-off. Il Pordenone da domenica prossima, a Bolzano con l’Alto Adige, sino all’8 maggio, in casa con la Giana, proverà a completare il suo miracolo sportivo: undici partite, 33 punti in palio. Per centrare la post-season servirà farne almeno 22-24 e, quindi, migliorare lo score dell’andata, quando nelle stesse gare la squadra ne raccolse “solo” 15. Bisogna correre, ma un gruppo che arriva da 7 vittorie di fila non ha paura di niente e di nessuno. Il cammino. Si entra nella fase cruciale del campionato, si decidono i giochi e quindi è il momento per capire se il Pordenone può realmente puntare ai play-off, se non addirittura al primo posto. I “ramarri” hanno di fronte un calendario impegnativo. Dopo l’Alto Adige in trasferta, sarà la volta del Lumezzane in casa. Poi il clou: Bassano al Mercante, Padova al Bottecchia, il giovedì prepasquale trasferta ad Alessandria, quindi Reggiana e FeralpiSalò in casa, la capolista Cittadella al Tombolato, il Cuneo in casa e il Pavia in trasferta. Gran finale al Bottecchia con la Giana. In buona sostanza: tre scontri con le rivali play-off, l’impegno con la capolista, tre gare toste quali saranno quelle con Padova, Reggiana e Pavia e gli scontri con team che lottano per salvezza. Ruolino. All’andata, in questi 11 impegni, arrivarono quattro vittorie (Bassano, Reggiana, Cuneo e Giana), tre pareggi (Alto Adige, Alessandria, Padova) e quattro sconfitte (Lumezzane, FeralpiSalò, Cittadella e Pavia). Quel ruolino di marcia, se ripetuto, potrebbe non essere sufficiente per approdare alla post-season. Tuttavia, rispetto allo scorso girone, il Pordenone è un’altra squadra: migliorata, più sicura di sé, vincente, blindata. E, soprattutto, ha fame. In molti, a Cremona, temevano un risultato negativo dopo i sei successi con le “pericolanti”, dovuto magari a un po’ di appagamento. Invece è arrivato il “settebello”. Sorpresa. Possono fare dunque meglio rispetto a mesi fa, i neroverdi, e ripetere il cammino di quel Bassano che, la scorsa stagione, nessuno immaginava potesse approdare ai play-off. Una sorpresa c’è sempre, in ogni campionato: può essere l’anno del Pordenone anche per questo motivo. Adesso tutti hanno qualcosa da guadagnare, dalla serie B ai contratti top per la prossima stagione: i ramarri sono pronti a dare l’assalto decisivo.
Ore 18.30 – Notizie da Pordenone: pronti a tornare in gruppo Filippini, Ingegneri e Talin. Lavorano invece ancora a parte De Agostini, Marchi e Beltrame, con quest’ultimo che potrebbe però recuperare in vista della sfida di domenica col SudTirol.
Ore 18.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Eternamente sottovalutato, con ogni probabilità. Degno di essere, forse, considerato maggiormente. Giacomo Cenetti incarna però perfettamente lo spirito del Bassano. Low profile, zero polemiche, testa bassa e pedalare in attesa che arrivi il suo momento. Quel momento era sabato, quando Stefano Sottili lo ha fatto alzare dalla panchina per sostituire Guido Davì. Detto, fatto: gol e grande prestazione per dimostrare a tutti che il suo ruolo è qualcosa di più di quello di un comprimario. Lui che in estate era stato sondato con decisione dal Padova, lui che di qualità ne ha da vendere e che, soprattutto, è quella riserva speciale da estrarre per gli appuntamenti più importanti, quando serve un colpo a effetto per mettere a tacere la concorrenza. «Una dedica? A me stesso — dice col sorriso sulle labbra — quest’anno ho avuto diversi problemi fisici, chi ha giocato ha fatto bene e la cosa più importante è sempre e solo il gruppo. Il campionato è lungo, di sicuro noi abbiamo commesso degli errori, ma il calcio è anche questo. Pensiamo a noi stessi senza guardare i risultati delle altre, siamo il Bassano e andremo ad Alessandria senza paura». Il momento della verità è arrivato. L’ex Simone Iocolano attende il Bassano, per ora la sua nuova avventura non sta andando come avrebbe voluto: la squadra non gira e ha perso per strada molti punti preziosi. Ci saranno anche tanti tifosi, perché l’occasione è di quelle speciali e il tifo organizzato si sta muovendo per raggiungere il Piemonte. «Abbiamo bisogno dei nostri tifosi — precisa Cenetti — siamo un gruppo di giocatori vincenti che vuole continuare a vincere. Il successo con la Giana ci ha dato morale e fiducia, vogliamo proseguire su questa strada per arrivare più in alto possibile». Appuntamento a sabato, quando alle 17.30 andrà in scena forse la partita più appassionante e ricca di temi d’interesse dell’attuale stagione giallorossa.
Ore 17.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Archiviato il pareggio a reti inviolate con l’Avellino, il Vicenza si prepara alla difficile trasferta di Crotone e Pasquale Marino spera di poter recuperare qualche giocatore che, contro i lupi irpini, non era disponibile. Non ci dovrebbero essere problemi per il rientro di Moretti che ha scontato il turno di squalifica mentre è ancora presto per stabilire se Brighenti supererà il problema al collaterale del ginocchio sinistro. Oggi dovrebbe essere il giorno dell’ufficializzazione dell’ingaggio di Daniel Adejo, che ha dovuto rifare quasi tutta la documentazione richiesta per l’idoneità considerato che dalla Grecia l’incartamento arrivato in via Schio era incompleto. «A Crotone ci attende una partita difficile — spiega Marino — ma non era facile nemmeno a Pescara e alla fine sappiamo tutti com’è finita. A Crotone conto di poter contare su qualche giocatore in più rispetto a sabato, anche se sono soddisfatto di quello che ha prodotto la squadra. Alla fine ci resta un punto che non buttiamo via anche perché la settimana non è stata semplice, complice le squalifiche e infortuni importanti. Sapevamo che l’Avellino ha grande qualità, è una squadra molto fisica con giocatori bravi in attacco. Noi abbiamo concesso poco, l’occasione a Mokulu in cui è stato perfetto Vigorito, e una su angolo a causa di una nostra disattenzione. Per il resto abbiamo tenuto bene, quindi dal punto di vista difensivo sono più che soddisfatto della prova dei miei». Uno dei migliori in campo è stato l’ex avellinese Ligi, che ha marcato Mokulu, riuscendo a limitarlo sfruttando spesso l’arma dell’anticipo. «La squadra è scesa in campo con la mentalità giusta come a Pescara — spiega Ligi — perché eravamo consci forza dell’Avellino. Abbiamo corso pochi rischi con quella punizione a due in area in cui l’arbitro ha valutato il mio tocco, come retropassaggio: decisione che ci poteva costare la partita e che non condivido, perché il pallone l’ho sfiorato con la punta del piede ma non poteva essere un retropassaggio. Poi è successa la stessa cosa dall’altra parte ma l’arbitro non ha fischiato». Ligi era un ex contro l’Avellino e sabato l’esperienza si ripeterà a Crotone. «Con quella maglia ho ricordi molto belli — spiega — ma ormai dell’organico di oggi ne conosco solo tre, sarà una partita quasi come le altre. Emozione ci sarà quando entrerò allo Scida ma poi la concentrazione sarà massima per centrare un risultato positivo. E anche se il pronostico è tutto per il Crotone io sono convinto che faremo bene».
Ore 17.00 – Aggiornamenti su Sbraga: solo terapie per il centrale difensivo biancoscudato, il cui piede destro si è gonfiato dopo una tacchettata subìta domenica col Cittadella. Le sue condizioni verranno rivalutate di giorno in giorno, si cerca il recupero in vista di sabato col Renate.
Ore 16.40 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.30 – Qui Guizza: termina la partitella.
Ore 16.10 – Qui Guizza: partitella a metà campo.
Ore 15.50 – Qui Guizza: lavoro col pallone.
Ore 15.30 – Qui Guizza: assente Sbraga.
Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano.
Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) l Venezia «benedice» il momento d’oro di Acquadro ed esulta per il primato ritrovato alla vigilia della sfida verità col Campodarsego domenica al Penzo (ore 14.30). Trascorse 38 gare e a dieci dal termine è fondamentale l’aggancio in vetta del team arancioneroverde dopo una serie di reciproci sorpassi e controsorpassi con i padovani. Uomo del giorno è Alberto Acquadro, il quale dopo aver segnato su punizione mercoledì scorso con la Rappresentativa di serie D (di cui è capitano) si è ripetuto l’altro ieri a Noale realizzando il decisivo gol del 2-1. «Mister Favarin quando ha saputo che avevo fatto gol dal limite dell’area mi ha invitato a provare, sabato mattina in allenamento avevo calciato bene e domenica prima della partita mi ha detto di provarci senza problemi qualora ce ne fosse stata l’occasione – racconta il 19enne piemontese -. Per fortuna prima dell’intervallo Soligo si è conquistato un’ottima «mattonella», ho guardato Fabiano che mi ha detto «vai tranquillo», aver infilato un portiere che ha fatto tanta serie A come Fortin è stato fantastico». Rete pesantissima per il giovane centrocampista, la prima da fermo dopo quelle altrettanto importanti contro Dro e Monfalcone. Ora la testa corre allo scontro diretto con ritrovato entusiasmo. «Battere il Campodarsego sarebbe un gran colpo, siamo tanto umili quanto convinti di poter fare lo strappo decisivo con 9 punti prima della sosta. A Noale finalmente abbiamo giocato in casa, un grazie va ai nostri tifosi che hanno faticato con noi. Ora vogliamo un Penzo pieno e rumoroso, la vittoria sul Campodarsego inizieremo a costruirla già dal riscaldamento non appena guarderemo gli spalti». Il big match con i padovani – in tribuna il presidente Joe Tacopina, oggi di nuovo in città – inaugurerà un altro ciclo di tre gare in otto giorni, con la trasferta di Levico (mercoledì 2 marzo) e al Penzo col Tamai (domenica 6): seguiranno la sosta e il derby col Mestre (20 marzo). Cinque i diffidati, Soligo, Serafini, Fabiano, Galli e Beccaro. AL PENZO – Attiva la prevendita per Venezia-Campodarsego. I biglietti (5 euro curva sud, 15 tribuna laterale, 25 tribuna centrale) sono acquistabili nella sede societaria di viale Ancona a Mestre e negli sportelli Vela di Piazzale Roma, Lido-Sme, Tronchetto, Mestre-via Verdi, Dolo-via Mazzini e Sottomarina-viale Padova.
Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Come passare dalla notte al giorno in soli 90 minuti e arrivare allo scontro diretto nella migliore delle condizioni. Con la vittoria di domenica a Noale (1-2, reti di Luciani e Acquadro), il Venezia è risalito in vetta alla classifica alla pari con il Campodarsego, fermato in casa dalla Luparense (2-3 il risultato al Gabbiano). Le due squadre sono appaiate a 64 punti, ma la differenza reti (44-23) pende decisamente in favore degli arancioneroverdi che, dunque, stanno sopra. E adesso la pressione è, anche, sulla squadra padovana che dovrà giocarsi la permanenza in vetta domenica prossima al Penzo. «Siamo soddisfatti — commenta il ds Giorgio Perinetti — è stata una domenica positiva, ma come ce ne sono state tante altre. Avere 64 punti in classifica non è da tutti. Solo il Parma ha due punti in più, nel girone D. Vuol dire che il cammino fatto fin qui è stato molto buono». Il problema è che finora ha fatto altrettanto bene anche la squadra di mister Andreucci, che non a caso fino a sabato aveva tre punti di vantaggio sul Venezia. E se il primo passo falso non aveva avuto conseguenze — visto che il Venezia non aveva saputo approfittare del pari degli avversari con la Virtus Vecomp — molto più pesante è stato il ko di due giorni fa. Adesso le parti si sono invertite e lo scontro diretto di domenica al Penzo arriva nel momento migliore per la squadra di Favarin. «Noi ci arriviamo con il morale alto, ben diverso da come ci sentivamo una settimana fa — osserva il dirigente arancioneroverde pensando al pareggio casalingo con l’Abano — è importante però non deprimersi quando le cose vanno male, né esaltarsi quando vanno bene. Questa è una squadra che ha alte credenziali e alla quale non posso rimproverare nulla. Si tratta di avere un atteggiamento positivo fino alla fine, per giocarci tutte le nostre carte». Con la sfida al vertice, in ogni caso, non finirà il campionato e la corsa a due continuerà. Anche se riuscire a mettere tre punti di distacco sul Campodarsego potrebbe avere effetti a lunga scadenza, anche sul morale della diretta concorrente. «Ora anche loro sentono la pressione. Noi dobbiamo riuscire ad essere sempre concentrati e attenti, perché non possiamo sapere quando questa corsa a due si chiuderà». Intanto però, dopo tanti fischi avversi al Venezia, anche il Campodarsego recrimina sulle decisioni arbitrali per presunti rigori mancati. «Ci vuole coraggio però per lamentarsi — sottolinea Perinetti — quando una settimana fa loro hanno avuto due rigori e hanno giocato per 60 minuti con un uomo in più…». La settimana di preparazione inizierà oggi e Favarin dovrà verificare le condizioni di Beccaro e Ferrante, out domenica, mentre conta di recuperare definitivamente Marcolini, uomo chiave anche per la sua grande esperienza in campo. Entro domani, inoltre, dovrebbe arrivare a Venezia il presidente Joe Tacopina, che ha in programma di assistere alla sfida di domenica con il Campodarsego. «La sua presenza è positiva per la squadra, perché – spiega Perinetti – il presidente è uno che porta sempre una ventata di energia». Da ieri, infine, sono in vendita i biglietti per il big match del Penzo.
Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) Fino a domenica scorsa nessuno in questo campionato aveva espugnato lo stadio di Campodarsego. A riuscirci per prima è stata la Luparense di Enrico Cunico. Una vera impresa, e un successo che permette al Venezia di tornare in vetta alla classifica a una settimana dallo scontro diretto proprio con i biancorossi. Ed è lo stesso tecnico vicentino, ex del Venezia, a spiegare come ha fatto ad abbattere la capolista sul suo terreno. «Sapevamo di dover giocare su un campo piccolo, e che loro ultimamente passavano dal 4-3-3 al 4-4-2 nel corso della partita. Se avessi giocato con il 4-3-3 la mia squadra avrebbe sofferto in mediana. Il Campodarsego si è schierato con il 4-3-3, e allora noi abbiamo giocato con il 3-5-2 con due punte e Giglio ad agire da trequartista per mescolare le carte. Così avrei avuto meno attività in mezzo al campo e più incisività davanti. Quando loro si sono visti aggrediti hanno puntato sul lancio lungo, e noi li abbiamo arginati bene con la fisicità della difesa, evitando di subirli nel gioco aereo e di trovarci nell’uno contro uno specie su Kabine e Radrezza. Il tutto ci ha portati a giocare in contropiede, e i nostri tre gol sono nati tutti in questo modo, con i centrali del Campodarsego in difficoltà su palloni tagliati e profondi. In settimana avevo lavorato molto sulle palle inattive, ma per vari infortuni avevo la rosa ridotta all’osso, e dovevo fare di necessità virtù». Ma Cunico ci tiene a sottolineare i meriti della Luparense. «In svantaggio all’inizio siamo poi stati bravi a recuperare, e sul 3-1 abbiamo anche avuto tre occasioni in contropiede per fare la quarta rete. Obiettivamente è stata una vittoria meritata e netta. In casa sua il Campodarsego si può attaccare con la profondità e non sugli spazi del campo, viste le dimensioni ristrette». Dopo aver stoppato il Venezia il mese scorso, Cunico aveva promesso massimo impegno a Campodarsego, ed è stato di parola. «Sono vicentino e non tifo per nessun altro, ma ho sicuramente un bel ricordo dei tempi passati in laguna, e quindi per forza il Venezia non lo posso scordare». Poi guarda alla sfida al vertice di domenica. «Sulla carta il Venezia arriva più carico mentalmente. Il fatto di essere davanti e raggiunti è ben peggiore. L’ho provato con il Pordenone sulla mia pelle. Ma il Venezia sarà avvantaggiato anche dal campo più grande e dalla grande esperienza dei suoi giocatori. Il Campodarsego ha 3-4 uomini pericolosi davanti, ma pure il Venezia. C’è da capire come terranno le due linee di difesa. Mi aspetto un Campodarsego più attendista, e il Venezia a fare la partita. Ma non sarà un match decisivo. La situazione è ancora aperta. Sarà promosso chi ne avrà di più da qui all’8 maggio».
Ore 13.40 – (La Nuova Venezia) Un mese all’inseguimento, aggancio realizzato proprio a sette giorni dalla sfida diretta al Penzo. Venezia e Campodarsego si presenteranno appaiate in classifica al big-match di domenica dopo nove partite vissute sull’altalena del sorpasso arancioneroverde (10 gennaio), poi del controsorpasso-allungo padovano (24-31 gennaio) con il Venezia (20 punti) leggermente meglio del Campodarsego (19) nel girone di ritorno che vede in testa l’Este (21). Adesso lo scontro diretto, che potrebbe spezzare ancora l’equilibrio ricordando che in caso di arrivo in parità a fine stagione è previsto lo spareggio. «A Noale è stata una domenica perfetta» racconta il direttore generale Dante Scibilia, «due risultati che ci consentono di arrivare a pari punti con il Campodarsego allo scontro diretto. Credo che in ogni caso, qualunque sia il risultato di domenica, non sarà la partita che deciderà l’esito del campionato visto che poi ne mancheranno altre nove e si è visto come nel girone di ritorno ogni incontro nasconda insidie per tutti. Lo abbiamo sperimentato a nostre spese contro l’Abano». Due squadre che stanno correndo (64 punti) nei gironi a 20 squadre: il Parma, capolista nel girone D, ne ha conquistati solo due in più (66), la Caronnese (A) uno in meno (63), solo il Piacenza (B) vola (73). Prevendita. Aperta ieri con la vendita dei biglietti in sede, in viale Ancona, i biglietti costano 5 euro (curva sud), 15 euro (tribuna laterale) e 25 euro (tribuna centrale). I tagliandi possono essere acquistati direttamente nella sede del Venezia, fino a venerdì compreso (orari 9.30-12.30 e 15-18), oltre naturalmente nei punti Vela convenzionati con il club arancioneroverde al Tronchetto (tutti i giorni 8.30-18), a Piazzale Roma (tutti i giorni 8.30-18.30), in via Verdi a Mestre (lunedì-venerdì 8.30-18.30, sabato 8-13) , al Lido di Venezia (tutti i giorni 8.30-18.30), a Dolo via Mazzini (lunedì-sabato 8.30-18.30) e Sottomarina viale Padova (tutti i giorni 8.30-18.30). Scuole. Come in occasione del derby con il Mestre, il Venezia favorirà l’affluenza del pubblico garantendo l’ingresso gratuito alle società satellite e in questa circostanza anche agli studenti che partecipano al Progetto Scuola 2016 e ai loro genitori. «Tutti dovranno comunque comunicare la loro presenza» aggiunge Scibilia, «alla nostra sede. Distinti chiusi? Al momento sì, pensiamo a riempire intanto i posti disponibili, che sono più di 5000». Tacopina. Il presidente Joe Tacopina arriverà oggi da New York e ritrova la squadra in testa alla classifica. «Contento lo è di sicuro, aver ritrovato il primo posto in classifica è positivo» dice ancora Scibilia, «posso comunque assicurare che anche quando è negli Stati Uniti, il presidente manca solo fisicamente, ma si fa sentire ogni giorno al telefono oppure manda mail. Una presenza costante». Levico. Il prossimo turno in trasferta del Venezia porterà gli arancioneroverdi in Valsugana: il neopromosso Levico giocherà regolarmente sul suo campo, in Viale Lido, il match contro il Venezia. Marzo. Dopo lo scontro diretto, ci sarà un mese di marzo anomalo con due turni ravvicinati (mercoledì 2 e domenica 6), la prima sosta (domenica 13), la giornata della sfida col Mestre (domenica 20, Campodarsego a Noale), poi seconda sosta ( domenica 27) in coincidenza con la Pasqua. Ripresa. Oggi il Venezia ritorna in campo: Favarin punta a recuperare per il big-match tre pedine preziose, una per reparto: Ferrante, Marcolini e Lattanzio. Serafini entra in diffida accanto a Beccaro, Galli, Soligo e Fabiano.
Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Antonio Andreucci è così: tanto lavoro, altrettanta allergia alle polemiche e una tranquillità quasi disarmante. Il tecnico toscano domenica prossima, allo stadio “Penzo” di Venezia, guiderà il Campodarsego nella partita più importante della stagione in Serie D. E lo farà dopo due risultati, classifica alla mano, non troppo positivi. Perché se il pareggio con la Virtus Vecomp di dieci giorni fa non aveva mosso una piuma (grazie ai “cugini” dell’Abano, bravi a inchiodare il Venezia sull’1-1), la sconfitta con la Luparense (2-3) nell’ultimo turno ha permesso ai Leoni Alati di riagganciare la vetta. Mister, la sconfitta nel derby con la Luparense è stata piuttosto inaspettata. Cosa ha detto ai suoi nel dopo-gara? «Li ho ringraziati per l’ottimo secondo tempo. Mi aspettavo un derby difficile e la Luparense ha sbagliato meno di noi. Sia chiaro: quella di domenica è una sconfitta che, nell’arco di una stagione, ci può stare. A dirla tutta, con un po’ di fortuna si poteva anche pareggiare ma, visti gli errori, il punto non sarebbe stato meritato». Il k.o. ha permesso al Venezia di raggiungervi. Pensa che la rimonta favorisca i vostri avversari per domenica 28? «Ciò che deve stupire, a mio parere, non è tanto l’aggancio del Venezia quanto la presenza in vetta del Campodarsego. Ad inizio stagione non ci avrebbe creduto nessuno. Il Venezia deve ringraziarci perché abbiamo ravvivato un girone che, altrimenti, sarebbe stato a senso unico. Noi, invece, dobbiamo essere onorati di andare a giocare una sfida così importante». Come si prepara una sfida come quella di domenica in casa della “corazzata” che avrebbe dovuto monopolizzare il campionato? «È più facile preparare una partita del genere che tante altre. Di sicuro noi abbiamo già raggiunto il nostro obiettivo, che era quello di stupire, mentre il Venezia si gioca molto di più». In queste settimane dirigenti e giocatori arancioneroverdi hanno lamentato alcuni favori arbitrali nei confronti del Campodarsego. Inoltre, il patron dei lagunari Joe Tacopina ha dichiarato che il Venezia vi darà una lezione di calcio. Cosa ne pensa? «Le polemiche sull’operato degli arbitri mi interessano relativamente poco, anche perché sono fatte apposta per mettere pressione. Per quanto riguarda la lezione di calcio, se è gratuita la prendiamo volentieri. Abbiamo voglia di imparare (e ride, ndr). A parte gli scherzi, domenica sarà una partita importante ma non decisiva: chi vincerà potrà sicuramente affrontare le ultime nove gare, ancora troppe per cantare vittoria, con il morale altissimo». Dica la verità: lei ci crede nella Lega Pro? «Alla Lega Pro non ci ho mai pensato, e non lo dico per scaramanzia. La classifica non cambia la mia mentalità: voglio fare più punti possibile, affrontando una partita alla volta. Alla fine vedremo dove saremo arrivati».
Ore 12.50 – (Corriere del Veneto) Non è lo scivolone che non ti aspetti, perché la Luparense è la classica «mina vagante» che può sparigliare ogni certezza. Il Campodarsego, però, si augurava di arrivare allo scontro diretto con il Venezia, che vale una stagione, davanti di almeno un punto. Ma non è andata così. L’umore al quartier generale biancorosso è buono e, anzi, il presidente Daniele Pagin fa professione di fede. «Non è stata una giornata positiva — sospira — ma non facciamo drammi. Siamo stati sfortunati in alcuni episodi, ma in altre occasioni eravamo stati fortunati. Ci può stare. Ora andremo a giocare a Venezia in condizione di parità e con le stesse sconfitte. Vedremo al termine delle prossime undici giornate come sarà la situazione, la strada è ancora lunga». Serena l’analisi di Antonio Andreucci: «Abbiamo perso una partita – dice l’allenatore – rientra nella normalità delle cose. Andiamo avanti, domenica c’è lo scontro diretto e ce la giocheremo alla pari».
Ore 12.20 – (Gazzettino) La vittoria dell’Euganeo ha fatto fare i salti di gioia al popolo granata. L’euforia dei tifosi dopo il successo sul Padova quasi si poteva toccare con mano, tant’era genuina e sincera. Ma ha lasciato il segno anche nella squadra, nei tecnici e nella dirigenza. Il presidente Andrea Gabrielli ha assaporato la sfida da vicino, dalla panchina, per vivere le emozioni fino in fondo: «Sentivo il contatto con il terreno di gioco, con la partita. Era una bella giornata, e la cornice di pubblico testimoniava l’importanza dell’evento. È stato un bel derby per i nostri colori». Anche Gabrielli è saltato in campo al triplice fischio dell’arbitro, ma durante i novanta minuti non ha mai perso l’aplomb che lo contraddistingue: «Nel sederti in panchina c’è l’emozione iniziale che è più forte, poi però sei troppo coinvolto dalla partita che quasi la vivi con una tensione minore di quando la guardi dalla tribuna. Alla fine i festeggiamenti ci stavano tutti». Lo stereotipo della giornata perfetta, insomma. «Il derby è sempre speciale, per noi rappresentava una tappa importante. Ci ha permesso di mantenere immutato il vantaggio sulla seconda, il traguardo si avvicina sempre di più, a quello stiamo puntando». Degna dell’evento anche la curva dei tifosi granata, che dopo gli sfottò della settimana si sono presentati allo stadio con il cappello di paglia. «Un po’ di goliardia fa bene al calcio, dà pepe e ancora più interesse alla partita, l’importante è che tutto rimanga tra le righe, nel rispetto reciproco». L’allenatore biancoscudato Pillon si è lamentato dell’arbitraggio. «Non ho sentito le sue parole, ma non credo si sia fermato a discutere soltanto del direttore di gara, sarebbe riduttivo. Abbiamo avuto anche noi un espulso, prima del Padova, ma chi ha visto la partita credo si sia reso conto delle tante occasioni che ha avuto il Cittadella, specie nel primo tempo, quando il portiere Favaro ha compiuto interventi decisivi. Davvero bravo l’estremo difensore del Padova, un giovane dal grande avvenire». Presidente, durante i novanta minuti ha mai pensato di non riuscire a vincere il derby? «Sì, perché quando vedevo che la squadra costruiva tanto senza riuscire a concretizzare alcunché, temevo la beffa, ero quasi spaventato. Era la tipica situazione in cui avevi tutto da perdere, invece il calcio ti riserva sempre sorprese. Nel momento forse più sofferto abbiamo sfruttato al meglio una delle poche occasioni avute nella ripresa. Va dato merito a chi ci ha creduto e fatto il gol». A Litteri in particolare, attaccante vero, di grande spessore per la categoria. «È uno che sta facendo la differenza, un valore aggiunto notevole per il Cittadella. Incarna perfettamente il cosiddetto “falco d’area”, quello che negli ultimi metri non sbaglia». Non ha sbagliato nemmeno Venturato nel preparare il derby. «Mi è piaciuto tantissimo, direi che è stato perfetto anche nei cambi. Il suo contributo nel costruire il gruppo è tangibile, mi auguro che anche per Venturato arrivi la grande soddisfazione finale». Domani c’è la Coppa Italia, quanto ci tiene il Cittadella? «Faremo del nostro meglio per passare il turno, non lasceremo niente di intentato perché non abbiamo mai vinto la manifestazione di Lega Pro. Ci sarà poi l’opportunità di far giocare coloro che hanno trovato meno spazio, ma che meriterebbero al pari degli altri». Ora in campionato si aspetta anche un Tombolato pieno. «Con il Pavia nonostante il tempo avverso, non mancava la gente. Il pubblico spero sia sempre più coinvolto, è fondamentale per centrare l’obiettivo che abbiamo in mente».
Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Presidente Andrea Gabrielli, iniziamo dalle discussioni finali, così leviamo subito il dente e l’eventuale dolore. Pillon, al termine del derby vinto dal Cittadella all’Euganeo, ha aspramente contestato alcune decisioni arbitrali, dal rigore concesso e poi cancellato nel primo tempo per il presunto fallo di Scaglia su Altinier al tocco di mano in area di Lora in chiusura di partita. Lei che impressioni ha avuto? «Scusate, ma preferisco non soffermarmi sugli episodi e non dare così adito a polemiche», replica il numero uno granata. «Dico solo che, se il direttore di gara avesse voluto sul serio favorirci, non avrebbe espulso Cappelletti. E aggiungo che mi hanno fatto piacere le parole pronunciate dal presidente Bergamin, che a fine gara ha detto che non “esiste che ce la si prenda con l’arbitro”. Subito dopo il triplice fischio ci siamo salutati cordialmente davanti agli spogliatoi, augurandoci l’”in bocca al lupo”. Per questo, più che degli episodi, vorrei parlare di un Cittadella che, se avesse chiuso il primo tempo in vantaggio, non avrebbe rubato nulla, e che nel secondo ha saputo reagire al momento più difficile». Scusi se insistiamo. Nel turno precedente, contro il Pavia, c’era stata un’altra decisione arbitrale anomala, con il gol – valido – annullato e poi concesso a Iori. Niente “guanti di velluto” nei confronti della capolista? «Non ho avuto questa impressione né contro i lombardi né all’Euganeo. E comunque vale lo stesso discorso fatto in precedenza: un arbitro intenzionato ad aiutarci avrebbe subito convalidato la rete di Iori, che era regolare, senza tutte quelle discussioni, no?». E allora veniamo più direttamente al derby. Cos’ha pensato subito dopo la gara? «Che vincerlo, in una cornice splendida come quella offerta dall’Euganeo, è diverso dal vincere le altre partite. E poi che era fondamentale esserci riusciti per aver mantenuto i 7 punti di vantaggio sulle inseguitrici. Due obiettivi centrati in un colpo solo». Possiamo abbandonare ogni prudenza e dire che quello compiuto è un passo avanti deciso verso la riconquista della Serie B? «No, perché non possiamo permetterci di mollare assolutamente nulla, considerato come corrono le inseguitrici. A partire da questo Pordenone che non si ferma più e che è andato a vincere in casa della Cremonese: speravo che potesse scapparci almeno un pareggio…». Rovesciamo la domanda: si sarebbe immaginato di essere così avanti un mese fa? «No. Stiamo “governando” il girone da tempo, ma ripensando a come era iniziato il campionato, non avrei mai ipotizzato un margine del genere. Con i tre punti a partita, però, bastano un paio di gare sbagliate per ritrovarsi di nuovo tutti lì, per questo dico che i giocatori devono scendere in campo pensando di essere a +1, non a +7 sul secondo posto». Chi l’ha impressionata di più domenica? «È stata ancora una volta la vittoria della squadra. Tuttavia, se proprio volete qualche nome, faccio quelli di Scaglia e Iori. Di solito i riflettori sono puntati su chi segna, ma Scaglia è stato un vero e proprio gladiatore, a cui non è sfuggito nulla. E Iori forse nelle ultime due partite ha commesso qualche errore più del solito, ma si è fatto ampiamente perdonare, facendosi trovare pronto in zona gol: è uno che si fa sempre sentire in campo, anche nelle giornate meno positive. E poi c’è un altro uomo da elogiare». Chi? «Venturato. Ha impostato ottimamente la gara e l’ha saputa gestire al meglio, risistemando la squadra quando si è trovata in dieci uomini. Merita tutti i complimenti del caso».
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Nessuna sosta per i granata di Roberto Venturato, che ieri pomeriggio, all’indomani del derby conquistato all’Euganeo, hanno ripreso subito gli allenamenti, in vista della gara dei quarti di finale di Coppa Italia contro la Cremonese di domani (ore 15 al Tombolato, arbitrerà Antonello Balice di Termoli, coadiuvato da Lipizer di Udine e Bassutti di Maniago). Il tecnico ha diviso il gruppo in due: gli undici titolari della sfida con il Padova si sono limitati ad una seduta defaticante dedicata in particolar modo allo stretching, lavoro più intenso invece per chi è rimasto in panchina e per i tre subentrati (Nava, Schenetti e Bonazzoli). Oggi pomeriggio, dopo l’allenamento, Venturato, assieme ai tecnici del vivaio granata, si confronterà con Alessandro Dal Canto, mister della Nazionale italiana Under 17, in visita a Cittadella per seguire gli allenamenti del settore giovanile sul sintetico dello stadio.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Palla allora a Fabrizio De Poli che è telegrafo sull’argomento: «Prossimamente ci sarà l’occasione di incontrarci, adesso però non c’è fretta». Anche il diesse si sofferma sulla prestazione biancoscudata nel derby: «Nel primo tempo eravamo troppo nervosi, preoccupati e stavamo bassi, nella ripresa invece siamo entrati in maniera diversa e abbiamo giocato di più tanto che nel nostro momento migliore il Cittadella è rimasto in dieci. Purtroppo però c’è stato lo scivolone di Diniz e mentre il tecnico stava facendo riscaldare Fabiano abbiamo preso gol. L’arbitro? Alla fine le cose si compensano nel bene e nel male, anche se non mi sono piaciute certe decisioni della terna. Naturalmente i ragazzi erano abbacchiati al termine della partita perchè ci tenevano a fare bene. Siamo stati comunque competitivi, sono stati quei due-tre episodi a decidere il derby». Sul fatto che il Padova segna poco, ecco la sua ricetta: «Devono alzarsi di più difensori e centrocampisti per creare i presupposti alla finalizzazione, che non compete soltanto agli attaccanti».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Pur avendo perso, i biancoscudati non escono ridimensionati dal confronto con la capolista. «Il Padova è una squadra con qualità, purtroppo in questo momento facciamo pochi gol, e si vince solo segnando. Con questo non ne faccio una colpa a qualcuno, sono contento di avere questi attaccanti. Ma lo dicono i numeri. Abbiamo ottenuto qualche pareggio di troppo nella striscia di dieci risultati positivi, fermo restando che una sconfitta non fermerà il nostro percorso di crescita che ci permetterà di toglierci qualche soddisfazione». Il sogno dei play off va dunque rimesso nel cassetto? «Il buon senso dice che bisogna restare con i piedi per terra. Questo è un campionato di transizione che ci deve fare capire come si gestisce la Lega Pro, ed è ciò che stiamo facendo». Avete già abbozzato qualche discorso per il rinnovo del contratto di Pillon? «È un po’ presto per parlarne, spetterà al direttore sportivo incontrare Pillon per capire determinati discorsi contrattuali. Ma siamo contenti di ciò che sta facendo il nostro tecnico».
Ore 10.50 – (Gazzettino) È ancora troppo fresca la sconfitta nel derby per essere stata del tutto smaltita, tanto che nell’ambiente biancoscudato rimane un retrogusto amaro per almeno un paio di decisioni arbitrali che hanno negato altrettanti penalty. «È stata una partita dai due volti – esordisce l’amministratore delegato Roberto Bonetto – con un primo tempo nel quale il Cittadella ha dimostrato la sua superiorità, mentre nella ripresa siamo partiti con il piede giusto giocando più alti e mettendo in difficoltà i granata, e con l’espulsione di Cappelletti la gara si era messa nella giusta direzione. Resta un po’ di amarezza perché a quel punto credevo che potessimo farcela a portare a casa i tre punti, purtroppo invece è arrivato il rosso a Diniz e poco più tardi il gol del Cittadella. Di solito non parlo mai dell’arbitro, ma le decisioni sul rigore ai danni di Altinier e sul fallo di mano del giocatore granata, la dicono tutta sul fatto che non era in giornata». Lei sposa quindi la tesi di Bepi Pillon che nell’immediato dopo partita ha criticato aspramente il direttore di gara, al contrario del presidente Bergamin il quale ha dichiarato che è inutile recriminare sull’arbitraggio? «Io sposo la mia tesi. Il fuorigioco su Altinier non c’era e il rigore era netto, tanto che anche i dirigenti del Cittadella che avevo vicino hanno detto che la decisione dell’arbitro è stata incredibile. E nel secondo tempo il giocatore granata ha stoppato la palla con le braccia, se non è penalty quello…»
Ore 10.40 – (Gazzettino) Ripresa della preparazione oggi alla Guizza per i biancoscudati che si cimenteranno in una doppia seduta di lavoro in vista del prossimo appuntamento in programma sabato con il Renate all’Euganeo. Sarà anche l’occasione per valutare le condizioni di Sbraga che ha riportato una tacchettata sul collo del piede con tanto di ematoma che si deve riassorbire, e proprio per questo motivo difficilmente il giocatore riuscirà ad allenarsi oggi con i compagni. Le sue condizioni saranno monitorate, ma non dovrebbe essere a rischio per sabato, tanto più che con il Renate mancherà Diniz per squalifica.
Ore 10.20 – Biancoscudati in campo alla Guizza per l’allenamento mattutino.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Non crede, tuttavia, che dopo aver retto l’urto nel primo tempo il Padova avrebbe potuto rischiare qualcosa in più, magari con una sostituzione anticipata? «Nella ripresa siamo partiti bene, la squadra era completamente diversa da quella dei 45’ iniziali, ed è per questo che non mi sento di contraddire le scelte dell’allenatore, non lo biasimo se in quel momento ha deciso di attendere di vedere come si sarebbe messa la sfida. Purtroppo l’altalena degli episodi non ci ha dato nemmeno il tempo di cambiare, perché il gol di Litteri è arrivato pochi secondi dopo l’espulsione di Diniz». Gli attaccanti non vanno in rete da tre giornate. Con il Renate non si potrebbe far rifiatare qualcuno, lì davanti? «Con l’innesto di Finocchio, Sparacello e Baldassin siamo arrivati due volte alla conclusione, è vero, ma Neto e Altinier non avevano demeritato: nella ripresa l’intera squadra ha giocato meglio, supportando di più gli attaccanti. Quello che succederà sabato non lo so, le scelte spettano a Pillon». La sostanza, comunque, è che la zona playout si è riavvicinata, e quella con il Renate sarà una gara fondamentale. «Sì, dobbiamo cercare di vincere a tutti i costi. Il Renate è un avversario difficile, li ho visti giocare nelle ultime due settimane e devo dire che vanno tenuti in grande considerazione. Spero che il Padova riprenda a vincere, ma non sono preoccupato per il finale di stagione».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Si è perso per le ingenuità della squadra, ma pure per le decisioni arbitrali. È d’accordo con quanto rilevato da Pillon nel dopo-gara? «Diciamo che già durante la partita ho avuto diversi dubbi su alcune situazioni. A cominciare dal rigore prima dato e poi tolto ad Altinier: ho visto chiaramente l’indicazione del dischetto, ma poi l’arbitro è stato condizionato dall’assistente, che ha sbandierato un fuorigioco che per me non c’era. Ma poi anche sul fallo di mano di Lora in area ci sarebbe da ridire: peccato che episodi simili capitino proprio in certe partite…». A quali si riferisce? «Mi è subito venuto in mente il match di Alessandria. Era successa la stessa cosa su Neto Pereira, atterrato in area platealmente senza che gli venisse concesso il rigore, e anche allora eravamo sullo 0-0: match già difficili in partenza per noi, ma che ci vengono complicati ogni volta. Se la terna allora non aveva avuto una giornata felice, domenica la cosa si è ripetuta».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La delusione per la sconfitta nel derby è ancora forte. E non basta rendersi conto che, dopo 10 risultati utili consecutivi, perdere contro la capolista non è necessariamente un dramma. «Siamo stati sconfitti dalla squadra più forte del campionato, non fasciamoci la testa»: parole di Fabrizio De Poli, che l’altroieri ha visto giocare il “suo” Padova per la prima volta nel 2016, dopo diverse domeniche trascorse a visionare ben altri campi e ben altre formazioni. «Il Padova è stato quadrato, l’ho visto muoversi abbastanza bene e tenere testa, per oltre un’ora, ai più forti del girone. È vero, nel primo tempo abbiamo sofferto un po’ troppo, ma siamo stati capaci di tenere botta, poi, nella ripresa, abbiamo iniziato bene, scendendo in campo con buon piglio. Purtroppo, alla fine gli episodi hanno fatto la differenza». Come si spiega il primo tempo dei biancoscudati? «È stata l’unica nota negativa del derby, a mio modo di vedere. Siamo partiti un po’ troppo contratti, sia dal punto di vista tattico che psicologico: la prima frazione è stata appannaggio del Cittadella per meriti loro, certo, ma anche perché siamo scesi in campo nervosi, con un atteggiamento preoccupato, e per questo abbiamo sbagliato troppo in avvio di manovra, commettendo qualche errore squisitamente tecnico nei tempi e nella qualità delle giocate. Peccato, perché poi siamo cresciuti bene».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il Padova torna al lavoro dopo il giorno di riposo: questa mattina alle 10 i biancoscudati si ritroveranno alla Guizza per il primo dei due allenamenti programmati (il secondo, sempre oggi, alle 15), per cominciare la marcia di avvicinamento alla sfida con il Renate, fissata per sabato 27, alle ore 15, ancora all’Euganeo. Quasi certamente non ci sarà Andrea Sbraga, almeno per la seduta mattutina: il difensore romano domenica è rimasto vittima, nel corso del match con il Cittadella, di un trauma contusivo al piede sinistro, che ha provocato anche un leggero ematoma. Il suo recupero verrà valutato giorno per giorno, ma diventa indispensabile in vista del confronto di sabato con la formazione lombarda, visto che Marcus Diniz sarà certamente squalificato dopo il “rosso” rimediato nel derby. Il difensore brasiliano si aggiungerà così all’elenco degli indisponibili: nessuna speranza, infatti, di recupero per Cunico e Petkovic.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Il presidente Giuseppe Bergamin sceglie, invece, il profilo basso: «Non esiste prendersela con l’arbitro — ha tagliato corto — dobbiamo rendere merito ad un avversario che si è dimostrato di livello: avremmo meritato di più ma non dobbiamo demoralizzarci». Questo, infine, il pensiero di Roberto Bonetto: «Il Cittadella è una grande squadra, e non è prima per caso — spiega l’ad biancoscudato — peccato che l’espulsione ci abbia penalizzato. Mon voglio entrare nelle situazioni arbitrali ma mi pare strano che appena riusciamo a guadagnarci un rigore ce lo tolgano…». Ben altra atmosfera a Cittadella dove il gol di Gianluca Litteri, l’undicesimo dell’attuale stagione, spalanca le porte alla volata verso la serie B. La squadra ha dominato per un tempo, meritando nel complesso la vittoria e ha già ricominciato a lavorare, perché domani al Tombolato (ore 15) c’è la Coppa Italia contro la Cremonese, in cui verranno impiegate le cosiddette «riserve» con il turnover. Poi, domenica, la trasferta a Gorgonzola contro la Giana Erminio, un avversario in netta difficoltà con la concreta possibilità di allungare ulteriormente in vetta. I tifosi gongolano, gli sfottò aumentano, la tensione tra città e provincia pure. Segno dei tempi che cambiano: dopotutto, a pensarci bene, niente è veramente immutabile.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Gol, rigori dati e poi negati, polemiche, un calcio sulla schiena che vola in tribuna d’onore per un’esultanza forse un po’ scomposta, accuse incrociate. Il derby Padova-Cittadella va in archivio con un verdetto chiaro ma contestatissimo. Il Cittadella vince 1-0, domina per un tempo poi perde quota e rischia grosso, soprattutto perché gli episodi fanno male al Padova. Rigore dato per fallo di Scaglia su Altinier dall’arbitroe poi cancellato dallo sbandieramento del guardalinee. Rigore negato nel finale per un mani più che sospetto di Lora, rigore possibile per fallo di mano di Salvi su cross di Petrilli. Ce n’è in abbondanza per soffiare sul fuoco di una rivalità che aumenta anno dopo anno. Basta farsi un giro panoramico sui social per capire che la tensione si è alzata ben oltre il livello di guardia. Curioso anche notare le diverse reazioni all’arbitraggio in casa Padova. Pillon è su tutte le furie: «L’arbitro ha condizionato la partita — attacca l’allenatore — è stato decisivo. Io di solito non parlo mai del direttore di gara, ma in questo caso devo farlo perché non è stato all’altezza della partita. Già dall’inizio si era capito come sarebbe andata, ogni mezzo fallo ci veniva fischiato contro».
E’ successo, 22 febbraio: giorno di riposo per i Biancoscudati dopo il ko inerno col Cittadella.