Una sfida inedita per un derby che conta molto a livello di classifica. L’antipasto di Padova-Cittadella, in programma domani alle ore 15 allo stadio Euganeo per la 23ª giornata di Lega Pro, è andato in scena ieri mattina nella redazione del “mattino”. Gli allenatori delle due squadre, Bepi Pillon e Roberto Venturato, hanno risposto alle nostre domande. Entrambi trevigiani (anche se il secondo è nato ad Atherton, in Australia, da genitori nativi di Trevignano), entrambi dal curriculum già piuttosto sostanzioso, eppure di fronte per la prima volta in carriera. Ecco cosa ci hanno detto. C’è una scuola trevigiana di tecnici, di cui siete due esponenti di punta, che sta facendo bene nel calcio professionistico. Non sembra essere solo una coincidenza… Venturato (il primo a parlare, per dovere di ospitalità): «Quindici giorni fa, a casa di papà, ho tirato fuori un vecchio giornale che riprendeva proprio questo discorso: effettivamente ce ne sono parecchi, di allenatori partiti da Treviso e che sono riusciti a fare qualcosa di importante nel mondo del pallone». Pillon: «Treviso è sempre stata una scuola di calcio, dai giovani che ha formato agli allenatori che ha prodotto, pur se a periodi alterni. Ma da Guidolin a De Biasi sono stati tanti a fare bene».
Non vi siete mai affrontati, giusto? V.: «Non ho mai incontrato Pillon, lo ricordo quand’era calciatore, era uno che vinceva i campionati, ma né sul campo né in panchina mi è mai capitato di incrociarlo. Io ero al Treviso prima che arrivasse lui, e Bepi poi ha seguito un altro percorso». P.: «Prima volta, confermo. Ma anche se Venturato non è ancora stato in Serie B, credo che la raggiungerà presto. Il Cittadella è una squadra che gioca molto bene, propositiva in fase offensiva, e il vantaggio sulle inseguitrici è meritato. Dopo una retrocessione era difficile riportare la squadra a quei livelli, allenatore e società sono stati bravi nel ricreare subito le motivazioni giuste: a questo punto della stagione 7 punti sono tanti e, se sapranno gestirli bene, non dovrebbero avere difficoltà a vincere il torneo». Parliamo della partita. È favorito il Citta, come all’andata, oppure prevedete grande equilibrio? V.: «Credo che non ci sia una favorita, in un derby come questo l’aspetto emotivo farà la differenza. Noi ci siamo comportati molto bene sinora, siamo davanti, ma dovremo prestare massima attenzione, perché il match potrebbe essere lo spartiacque per capire se siamo in grado di rimanere in testa. Chi saprà gestire meglio le emozioni può riuscire a fare qualcosa in più». P.: «Il Cittadella è sempre stato costante, ma noi non abbiamo paura di nessuno. Giochiamo contro i primi della classe, ma ce la giochiamo. Non ci facciamo impressionare». V.: «All’andata non c’era Neto Pereira, un giocatore importante, di esperienza e qualità, che sa vivere sfide come questa: qualcosa in più che il Padova avrà rispetto ad allora. Io dico sempre che la cosa più importante è sapersi conquistare le cose senza pensare ad altro: ci sarà l’aspetto emotivo, la bellezza del derby, il piacere di esibirsi davanti ad un grande pubblico, ma allo stesso tempo dobbiamo capire che per fare il risultato bisogna saperselo conquistare solo sul campo, senza condizionamenti».
I vostri punti di forza e quelli di debolezza? V.: «Lo dicono i numeri: se vogliamo rimanere in alto, dobbiamo migliorare sotto tutti i punti di vista. Siamo spesso caduti in qualche amnesia od errore di troppo, e bisogna crescere in tal senso. Il Padova ha un attacco importante, imperniato su due giocatori come Neto ed Altinier di valore assoluto per la categoria e che hanno dimostrato tutta la loro qualità anche in campionati superiori. Sarà un bel banco di prova, vogliamo metterci in discussione e porci l’obiettivo di fare meglio dietro, pur continuando ad essere propositivi in attacco. Continueremo a portare avanti il mio modo di pensare il calcio». P.: «Sono curioso di testare il nostro potenziale in difesa: giochiamo contro l’attacco più forte e credo che per noi sarà la prova del nove. Sono queste le gare che fanno capire se puoi ambire a qualcosa di più: oltre al reparto difensivo, sarà necessario migliorare anche in fase offensiva, nella costruzione della manovra, mandando più uomini alla ricerca del gol. Sarà quindi anche per noi uno spartiacque importante, da come andrà questo derby dipenderà il prosieguo della stagione. Ma non scordiamoci che stiamo costruendo il nostro futuro: sono arrivato qui per condurre la squadra alla salvezza il prima possibile, e poi per costruire il Padova che verrà. Pian piano lo stiamo facendo».
Siamo, dunque, ad una svolta della stagione per entrambe le padovane. Dodici partite, derby di domani compreso, per obiettivi precisi… V.: «Da qui alla fine ci attendono 7 trasferte e 5 gare in casa, ma nel calcio di oggi conta poco il campo sul quale giochi: l’importante è giocare sempre. È vero, abbiamo impegni difficili fuori tra Padova, Alessandria e Reggio Emilia, ma il nostro modo di scendere in campo rimane lo stesso, quello che farà la differenza saranno la concentrazione e l’avere la giusta consapevolezza di fronte a qualunque avversario, che sia il Padova all’Euganeo o la Giana al Tombolato. I punti da oggi in poi valgono doppio per tutti». P.: «Il fattore Euganeo sarà importante per noi, il pubblico ci ha sempre dato una mano. Credo che questo derby sarà una bella partita, aperta, nella quale tutt’e due le squadre vorranno vincere, ma è chiaro che il loro vantaggio è la tranquillità, avere 7 punti da gestire può aiutarli, mentre noi dobbiamo risalire la china e cercare di fare il risultato». V.: «Sette punti sono un bel vantaggio, ma con tanti scontri diretti bisogna saperli mantenere. È bello e fa piacere, ma stando in testa le responsabilità aumentano e bisogna alzare l’asticella per avere continuità». Il Citta, fra l’altro, è ancora in ballo nella Coppa Italia e mercoledì affronterà la Cremonese, mentre il Padova insegue un sogno, i playoff. V.: «Abbiamo anche la Coppa Italia, è vero, ma non dobbiamo viverla come un impegno che ci porterà via energie, semmai che ce ne può dare in più. Questa rosa può affrontare più sfide in una settimana». P.: «Il Padova ai playoff? Non ci poniamo limiti, giochiamo gara per gara senza creare ansie e pressioni, e cercheremo di vincere il più possibile. Ma per arrivare a quei livelli serve un filotto di successi. Raggiunta la salvezza, vedremo come saremo messi».
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel/Francesco Cocchiglia. Foto: Mattino di Padova)