«La differenza fra Padova e Cittadella in questi anni l’ha fatta Stefano Marchetti. È lui il vero fenomeno dietro la scrivania, l’oro nei forzieri della società. Non ho paura a utilizzare questo termine, penso che Marchetti sia un fuoriclasse assoluto fra i direttori sportivi italiani». Totò Di Nardo, doppio ex di Padova-Cittadella in arrivo domenica all’Euganeo, non ha dubbi. Il suo elogio va subito al dg granata. «Un top assoluto, non considerato e spesso sottovalutato – prosegue Di Nardo – che meriterebbe palcoscenici superiori. Posso capire che non stia simpatico a molti, ha un carattere molto particolare ed è schivo. Ma non è un “lecchino”, a differenza di tanti altri suoi colleghi. E il presidente Gabrielli, una persona squisita che ho avuto modo di conoscere, deve baciarsi le mani di avere un dirigente del genere». Parole chiare da parte di un giocatore che ha vissuto sulla pelle entrambe le piazze. Diverse, diversissime, ma che sgomitano per tornare nel calcio che conta.
Cittadella è a un passo dal ritorno in B, Padova probabilmente dovrà rimandare ogni discorso alla prossima stagione. «Marchetti ha sbagliato pochissimo – prosegue Di Nardo – andate a rivedere i bilanci degli anni scorsi e i giocatori che ha fatto esplodere… La retrocessione dello scorso anno ci può stare quando rappresenti un centro di 20mila abitanti». Di Nardo, a 37 anni, sta chiudendo la carriera alla Frattese, club campano in lotta per la promozione in Lega Pro in un’entusiasmante volata, ma Padova rappresenta forse il capitolo più emozionante della sua carriera: «Sono passato dalla Lega Pro quasi alla serie A nello spazio di due anni – sorride – e il legame che ho avuto con questi colori rimarrà inossidabile. Sono stato bene anche a Cittadella ma parliamo di un’altra cosa. Come finirà domenica? Non lo so ma se devo spendere due nomi, allora dico Neto Pereira e Manuel Iori. A Neto faccio i complimenti, perché giocare così a 37 anni è degno di un autentico cavallo di razza. Iori lo conosco bene e sono contento che sia tornato ai suoi livelli perché è un centrocampista di assoluto valore».
(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello)