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Ore 22.40 – (Il Piccolo) Che la Triestina versione Mauro Milanese piaccia ai tifosi e desti passione e curiosità, lo si era già capito. Un’ulteriore conferma è arrivata ieri pomeriggio a Prosecco, quando per un’amichevole che vedeva impegnate prima squadra e juniores miste ai tanti ragazzi in prova di questi giorni, c’erano circa una settantina di spettatori tra i quali Vasco Vascotto che ha parlato a lungo con Milanese. Segno che c’era voglia di vedere i possibili rinforzi, certo, ma anche di stare vicino alla squadra in questo momento fondamentale sia per l’aspetto sportivo che societario. E a proposito di rinforzi, dalle sfide di ieri pomeriggio sul campo di Prosecco sono già usciti i nomi di due promossi, un attaccante e un centrocampista, che in queste ore dovrebbero andare a rinforzare le fila dell’Unione. Il primo è un figlio d’arte, Nicholas Muzzi, figlio di quel Roberto Muzzi ex bomber di Roma, Cagliari, Udinese, Lazio e Torino, e ora vice di Stramaccioni sulla panchina del Panathinaikos. Il Nicholas che dovrebbe vestire quasi sicuramente la maglia della Triestina, è un ragazzo di 20 anni, classe 1996, esterno offensivo dalle note doti fisiche che fa della corsa e della rapidità le sue doti migliori, qualità già intraviste anche ieri a Prosecco, anche se manca ovviamente ancora del ritmo partita. Dopo essere cresciuto nelle giovanili della Roma, Muzzi è transitato nelle formazioni Primavera di Cagliari e Sampdoria, mentre negli ultimi mesi ha avuto un’esperienza con lo Jumilla nella Lega Pro spagnola. L’altro promosso dopo l’amichevole di ieri è Nicola Cornacchia, centrocampista (ma può fare anche l’esterno offensivo) classe 1996 cresciuto nel Varese (per lui anche una presenza in serie B con la squadra lombarda), che poi ha vestito le maglie del Savoia e quindi del Viareggio in serie D. Ma non è finita qui: se questi sono gli innesti immediati, altri giocatori resteranno ancora in prova, soprattutto stranieri con passaporto anche italiano. E’ il caso ad esempio del brasiliano Monti e del nigeriano Benjamin Ojo Omage, che ha già avuto un’esperienza in Italia con il Corticella Bologna ed è stato convocato anche con l’under 23 del suo paese. E a parte questi, ci potrebbe essere in questi giorni anche qualche nuovo arrivo. Insomma, il difficile mercato dei rinforzi alla ricerca di svincolati non è finito qui. Ma intanto ora la squadra dovrà concentrarsi sulla difficile trasferta di Este: fare punti in casa di una formazione che ha perso una sola partita in tutto il campionato, sarà ovviamente durissima. Ma la Triestina deve provarci.
Ore 22.20 – (Corriere delle Alpi) Le firme? Non oggi. L’atteso incontro, nel quale il ds Fardin, l’allenatore Vecchiato e il suo vice Da Riz avrebbero dovuto trovare l’accordo per restare in gialloblù anche la prossima stagione, è saltato. Nessun ripensamento, ci mancherebbe. Solo che il presidente Perissinotto ha un impegno di lavoro e quindi non è proprio possibile fare nulla. Appuntamento magari già la settimana prossima, anche se per ora date fissate non ce ne sono. Mosca in fase di recupero. Saltato l’appuntamento che guarda al futuro, la testa ora può puntare esclusivamente sul Giorgione. Oltre ad Acampora, squalificato, non ci potrà chiaramente essere Stefano Mosca. L’esterno agordino, a due settimane esatte dall’operazione al menisco, sta lavorando per tornare. «Devo dire che sta andando tutto bene. Ho iniziato con un po’ di riabilitazione in piscina. Se tutto va come deve andare, ancora qualche giorno poi potrò iniziare a fare qualche corsa». L’obiettivo è quello di esserci contro il Ripa Fenadora, il 12 marzo. «Quella è la mia speranza, di solito serve appunto un mesetto prima di tornare in campo. Mi piacerebbe proprio giocare il derby». Nel frattempo la squadra sta facendo il massimo per non far pesare l’assenza di quello che, dati alla mano, resta uno dei terzini più forti dell’intero girone. «Sono contento del bel pareggio che i miei compagni hanno fatto ad Este. Peccato aver avuto tutti questi infortuni assieme. Abbiamo sempre voglia di provare ad agganciare il terzo posto. I padovani vanno però forte, noi dobbiamo andare ancora più forti». Intanto domenica, dopo due partite in cui ha dovuto tifare da casa, Mosca tornerà al Polisportivo. «Sarò sicuramente sugli spalti a tifare». Ancora posti per Trieste. C’è già una ventina di prenotazioni nella corriera che domenica 28 porterà i tifosi del Belluno al Rocco, per la partita con l’Unione Triestina. I due pacchetti che la società ha organizzato prevedono uno il viaggio e il biglietto al costo di 35 euro, mentre il secondo ha in più il pranzo completo in un ristorante locale, al costo complessivo di 50. Le adesioni possono avvenire in segreteria oggi dalle 15 alle 18. In alternativa ci si potrà iscrivere domenica durante la partita al bar dello stadio. Per tutte le info è possibile contattare il numero 333 6538902. Pareggio Virtus Vecomp. I veronesi, immediati inseguitori del Belluno, hanno perso una buona occasione per mettere il fiato sul collo ai gialloblù. Nel recupero in casa del Calvi Noale è finita 2-2, con i virtussini beffati nel finale dei due tempi. Così i punti di distacco restano quattro. Vero che c’è ancora il recupero con l’Abano, ma anche Corbanese e soci hanno da giocare ancora il derby.
Ore 22.00 – (La Provincia Pavese) L’avversario di domani pomeriggio al Fortunati alle 17,30 del Pavia sarà l’Albinoleffe, penultimo in classifica con 15 punti. Una formazione che non vince dal 29 novembre scorso quando superò a Bergamo il Renate per 1-0. Nelle ultime nove giornate i seriani hanno ottenuto solo quattro pareggi e perso le altre cinque gare disputate. L’ultima quella casalinga dell’ultima giornata per 3-1 con l’Alessandria. Ma per quasi un’ora i seriani hanno retto con i piemontesi subendo i tre gol, la doppietta di Bocalon e la rete di Iocolano, solamente dal 12’ al 20’ del secondo tempo. Fuori casa l’Albinoleffe ha conquistato finora quattro punti, frutto di altrettanti pareggi, mentre ha perso le restanti sei partite disputate lontano da Bergamo. Le statistiche dicono che i bergamaschi hanno finora fatto meglio solo della Pro Patria, per esempio anche nei gol segnati, solo 15 e nei gol subiti ben 35 contro i 39 dei bustocchi. Rispetto all’ultima gara rientrano a disposizione di mister Marco Sesia, che dal 16 novembre scorso ha preso il posto di David Sassarini, il difensore Paris e l’attaccante Girardi, sostituiti rispettivamente da Pesenti e Banegas nel match con l’Alessandria, e che potrebbero comunque partire dalla panchina. L’ex capitano azzurro Andrea Soncin, in prestito all’Albinoleffe ma legato contrattualmente al Pavia fino al 30 giugno 2017, ha finora collezionato 22 presenze, 19 da titolare con la maglia dell’Albinoleffe, realizzando 3 reti tutte su rigore, l’ultimo due settimane fa la rete dell’1-0 a Busto Arsizio con la Pro Patria, gara finita 2-2. Nell’ultima gara con l’Alessandria si è seduto inizialmente in panchina subentrando poi a Perini negli ultimi 23’ di gara. Ma domani al Fortunati dovrebbe ritornare titolare nel tridente offensivo del 4-3-3 proposto da Sesia.
Ore 21.40 – (La Provincia Pavese) Nando Sforzini ha già conquistato i tifosi del Pavia con tre gol nelle sue tre presenze in maglia azzurra. Con la città l’impatto è stato buono: «Mi piace Pavia, è carina – ci confida il nuovo attaccante azzurro -. Anche il freddo non mi dà fastidio, anzi mi piace». Il 31enne centravanti di Trevignano Romano, da sempre tifoso laziale, guarda all’impegno di domani per centrare una vittoria che possa rilanciare il Pavia nella corsa ai play off. Il calendario delle prossime tre gare non è impossibile (Albinoleffe, Pro Piacenza e Giana), ma bisogna guardare al presente senza fare tabelle. «Ora c’è l’Albinoleffe, accantoniamo la sconfitta di lunedì che nel finale ci ha portato via solo un punto, non tantissimo, in fondo». A un certo punto sembrava possibile espugnare Cittadella. Cosa è successo? «A parte i due gol, abbiamo avuto altre quattro-cinque occasioni da rete. Ed è un dato sicuramente positivo sul campo della prima in classifica. La nostra squadra ha fatto il suo, ha creato tanto. Purtroppo è andata male, ma ho visto un Pavia in crescita e che sta bene». Sforzini sembra in forma… «Mi trovo benissimo in questa squadra. Ho trovato un gruppo di bravissimi ragazzi che mi hanno dato una bella mano a inserirmi. Poi sono le prestazioni sul campo che aiutano a dimostrarlo però». Si dice che l’acquisto di Sforzini abbia dato non solo più qualità all’attacco azzurro, ma anche all’interno dello spogliatoio. Un ex giocatore di A e B può mettere la sua esperienza a disposizione dei compagni. «Cerco di dare una mano in generale. Dando consigli ai ragazzi più giovani. Lo faccio perché credo a questa causa, l’ho sempre fatto. Se un giocatore più esperto può dare una mano agli altri penso sia giusto e importante» La gara di lunedì, se mai ce ne fosse bisogno ha dimostrato che non ci sono problemi di coesistenza con Ferretti. «Quando c’è gente brava e intelligente si può sempre coesistere. L’importante è mettersi sempre al servizio della squadra e dei compagni». Il 4-3-1-2, nuovo modulo del Pavia proposto Cittadella e che è risultato efficace: scelta da ripetere per il futuro ? «Tocca al mister valutarlo. La settimana scorsa ha pensato a questa soluzione tattica e la sperimentazione è andata bene. Se continuerà su questa strada lo vedremo. Ma al di là del modulo conta l’atteggiamento». Con mister Fabio Brini si trova bene? « E’ una persona vera e quindi il rapporto con lui è buono. Io sono una persona corretta e non mi piace chi è falso. Forse questo in passato mi ha creato qualche problema. Preferisco essere come sono io, vero, schietto e sincero che fare il gioco delle tre carte…». Ha rimpianti o è soddisfatto della sua carriera? «Avrei fatto di più se fossi stato più superficiale. Siccome mi ritengo una persona intelligente e capisco come va questo mondo è stato più difficile. Comunque ognuno ha quello che si merita e sono contento della mia carriera, ma credo di poter dare ancora tanto al calcio». Ha avuto dei modelli o idoli? «No ho semplicemente cercato di imparare da chi aveva le caratteristiche o somiglianze fisiche alle mie. Penso a Luca Toni. O a Iaquinta e Corradi con cui mi allenavo a Udine». C’è qualche compagno di squadra che non conosceva che l’ha impressionata? «Ho trovato tanti elementi di qualità. Ferretti è uno di questi, ma l’avevo visto ai suoi esordi in B a Cesena e avevo visto in lui delle potenzialità. Anche Cesarini è molto forte«. L’ultima domanda è una curiosità: i suoi soprannomi sono Nandogol e il Tagliagole. Ci spiega l’origine del secondo? «Da una mia esultanza a seguito di un gol ispirata al wrestler Chris Benoit. Un modo di festeggiare che nasce da una scommessa che feci con un mio amico al ritorno in Italia al Grosseto, dopo l’esperienza in Romania. Lo feci dopo il mio primo gol e siccome poi ne feci cinque di fila era diventato unaspiecie di portafortuna. In seguito, dopo un gol realizzato con il Grosseto a Modena ci sono stati problemi . Fui squalificato (due giornate, ndr) ma poi vinsi il ricorso dimostrando che il mio gesto non era offensivo nei confronti di nessuno. Dopo quell’episodio decisi di non farlo più…». Resta Nandogol… «Ecco, quello va bene».
Ore 21.10 – (Gazzetta di Reggio) «Se fosse scoppiata una bomba avrebbe fatto meno danni». Il fisioterapista e massaggiatore della Reggiana Remigio Del Sole descrive così la situazione dell’infermeria granata piena all’inverosimile. Dopo l’allenamento di ieri sul sintetico della Reggio Calcio alla Canalina Del Sole si è trovato ad essere uno dei pochi presenti dello staff granata dato che anche il tecnico Alberto Colombo è stato appiedato dal virus influenzale. L’anomala seduta, piena zeppa di ragazzi delle giovanili, è stata perciò diretta dal vice allenatore Paolo Zanetti coadiuvato dal preparatore atletico Carlo Simonelli. La lista degli indisponibili di giornata è da brividi ma ancor di più lo è la certezza che almeno quattro giocatori non potranno essere convocati per la partita di domani a Meda contro il Renate (ore15): il portiere Andrea Rossini ed il centrale difensivo Alessandro Spanò mancavano per impegni di studio perciò torneranno disponibili; in quattro hanno lavorato in palestra ma solo Paolo Frascatore e Daniele Mignanelli dovrebbero farcela mentre per Andrea Parola e Riccardo Ceccarelli se ne riparlerà in ottica Feralpisalò; poi c’è il capitolo influenzati che riguarda Riccardo De Biasi, Antonio Letizia e Raffaele Nolè anche se, solo per quest’ultimo, sembrano esserci flebili possibilità di recupero; infine è stato tenuto a riposo precauzionale Paolo Bartolomei, presente in abiti civili e sul quale si nutrono speranze, per il riacutizzarsi del dolore al ginocchio procuratosi in uno scontro di gioco a Padova. L’antivigilia è solitamente il giorno in cui inizia a prendere forma l’undici per la sfida di campionato ma per tutti i motivi detti stavolta era impossibile da provare però si può ipotizzarne uno, anche in base alle aspettative di recupero di alcuni atleti: sembra chiaro il ritorno al 3-5-1-1 con Perilli in porta; Spanò, Sabotic e Frascatore nella difesa a tre; Mogos, Bruccini, Maltese, Bartolomei e Mignanelli sulla linea di centrocampo; Siega ed Arma a fare coppia d’attacco. Stamattina (ore 11) la squadra è attesa dalla rifinitura in via Agosti, prima di partire per la Brianza.
Ore 20.50 – (Gazzetta di Reggio) Il direttore generale Raffaele Ferrara era un uomo di Pietro Vavassori. Ora la società con Giancarlo Corradini, ex difensore granata, può contare su un proprio uomo di fiducia che avrà un ruolo importante di raccordo con la squadra. E’ tutto qua il senso del cambiamento avvenuto in casa granata nelle ultime ore, di cui si è discusso ieri mattina nella sede del nuovo sponsor Clean Service. Da un certo punto di vista l’era Compagni è iniziata soltanto in questi giorni, perché ora tutti gli uomini sono davvero del presidente. «Corradini farà il coordinatore tecnico e sovrintenderà ai progetti tecnici della prima squadra e del settore giovanile – ha spiegato l’ad granata Guido Tamelli – . Porta alla Reggiana un patrimonio di relazioni importanti non solo con società di Lega Pro ma anche di B e di A. E’ l’uomo giusto per fare il salto di qualità e con lui prosegue un progetto che guarda al futuro». I cambiamenti societari non sono finiti. Con l’ex dg Ferrara partono anche il capo degli osservatori, Mariano Armonia, che sarà sostituito dallo stesso Corradini, e il team manager Vittorio Zullo, il cui posto sarà occupato nuovamente da Stefano Buffagni. Presto sarà nominato anche un direttore sportivo, ma non sarà Rocco Russo, che pure è un grande amico di Compagni, e nemmeno altri nomi fatti fino ad ora. I contatti tra Corradini e la Reggiana erano iniziati già a novembre, quando ormai era chiara la frattura con Ferrara, legata principalmente al mancato ingresso di Vavassori nella compagine granata dopo un estenuante tira e molla che è stato fonte di più di una tensione. L’ex difensore granata, che da tre anni era uscito dal giro degli allenatori, dopo esperienze molto importanti soprattutto alla Juventus, ha iniziato la sua avventura granata mercoledì sera a cena con mister Colombo. Chi pensasse a una rivalità tra i due, è stato detto ieri, è fuori strada. «Entro in punta di piedi in questa società – ha detto Corradini, che ha dato l’impressione di voler partire con un basso profilo -. La Reggiana mi ha lanciato nel grande calcio e ho avuto la fortuna di centrare subito la promozione. Spero che questa circostanza possa ripetersi anche oggi. Non posso che ringraziare la Reggiana per quello che mi ha dato e sono contento di poter dare una mano in questo progetto. Spero di poter essere utile e farò di tutto per esserlo». I cambiamenti societari avvengono a stagione in corsa, dopo la chiusura del mercato invernale, fatta da un dg che aveva già le valige in mano. «Ma tra noi c’era fiducia ed era il nostro direttore generale», taglia corto l’ad Tamelli. L’arrivo di Corradini è un ulteriore importante tassello nel progetto del presidente Stefano Compagni, diventato presidente a luglio quando la squadra era già stata impostata. In questi mesi la nuova dirigenza ha lavorato per dare alla Reggiana una precisa fisionomia e l’arrivo di Corradini è un passo avanti in quella direzione. La stagione però è ancora in corso, domani c’è il Renate e i tifosi si aspettano molto. «Credo che questa sia una buona squadra – ha detto Corradini – e che i playoff siano possibili. Anche i giocatori arrivati a gennaio sono bravi. Lavoriamo tutti per questo obiettivo».
Ore 20.20 – (Gazzetta di Mantova) Ieri mattina i biancorossi si sono allenati al “Dante Micheli”, provando a lungo il nuovo modulo 4-4-2 che verrà riproposto contro il Cuneo dopo il buon “debutto” a Reggio Emilia. Lo Bue, Masiello e Tripoli lavorano con il gruppo, anche se ovviamente tornano da infortuni e non sono al 100%. Fermi restano invece Cristini e Zammarini. Ma la notizia del giorno riguarda Francesco Ruopolo. Il centravanti biancorosso, d’intesa con lo staff medico, ha infatti deciso di sottoporsi a intervento chirurgico per risolvere definitivamente i problemi alla cartilagine del ginocchio che purtroppo hanno pesantemente condizionato il suo rendimento. I tempi di recupero saranno stabiliti più avanti, ma ovviamente non saranno brevi. Per sostituire il bomber il Mantova dovrebbe tesserare il 22enne attaccante tedesco Mattia Maggio, che dalla scorsa settimana si sta allenando in prova agli ordini di Javorcic. Il mister ha speso parole di apprezzamento per lui (vedi altro articolo in pagina), adesso sarà la società a dover trovare l’intesa economica per l’ingaggio del ragazzo.
Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) «Avanti con il 4-4-2». Ivan Javorcic conferma la decisione di proseguire sulla nuova via tattica inauguarata a Reggio Emilia e lo fa al termine di una seduta di allenamento completamente dedicata a esercitazioni «per migliorare l’applicazione di questo sistema di gioco, in modo da diventare più equilibrati e possibilmente anche più incisivi in attacco». L’allenatore biancorosso sottolinea a posteriori la prestazione fornita dalla squadra nel derby con la Reggiana e subito dopo volge lo sguardo al futuro prossimo: «A Reggio i ragazzi hanno giocato un’ottima partita e questo ci può dare la fiducia necessaria per arrivare alla sfida con il Cuneo al massimo delle nostre possibilità. Ci aspetta uno scontro diretto non decisivo – perché dopo mancheranno tante altre gare alla fine del campionato – ma che sicuramente per noi vale tantissimo. Sono fiducioso». In effetti, nelle prossime due giornate, contro Cuneo e Lumezzane, il Mantova si giocherà una bella fetta delle sue residue chance di salvezza. Ma Javorcic invita a guardare a una partita per volta: «Per noi da qui alla fine della stagione saranno tutte finali – afferma il tecnico croato -, ma quella con il Cuneo è davvero una partita importantissima. Per noi, infatti, è fondamentale sbloccarci in casa, ritrovando feeling con il nostro stadio e fiducia nei nostri mezzi. Delle ultime 12 partite ne giocheremo ben 7 al Martelli e molte di queste saranno degli scontri diretti: è dunque indispensabile cominciare a vincere davanti ai nostri tifosi». Per quanto riguarda gli atleti a disposizione, Javorcic spiega così la situazione: «Oltre a Ruopolo, sono indietro Zammarini che ha un principio di pubalgia e Cristini che è alle prese con una contrattura. Masiello, Tripoli e Lo Bue sono invece clinicamente guariti, ma dovremo verificare la loro tenuta di giorno in giorno visto che rientrano da infortuni». Il mister biancorosso, infine, si dice propenso a dare il suo ok dal punto di vista tecnico per il tesseramento dell’attaccante Mattia Maggio: «È difficile valutare un atleta in tre giorni e magari anche poco rispettoso per lui, ma devo dire che sembra un ragazzo interessante. In questo momento, visto che era fermo, non può ovviamente essere al top della condizione, ma credo che potrà darci una mano. Di certo è un ragazzo serio, con una grande cultura del lavoro: un ottimo professionista insomma. Il tesseramento? Decideremo entro la settimana insieme alla società. Dal canto mio posso dire che, vista l’indisponibilità di Ruopolo, anche dal punto di vista numerico l’ingaggio di una punta potrebbe tornare utile».
Ore 19.40 – (Gazzetta di Mantova) Il giorno dopo la dichiarazione fatta davanti a oltre cento tifosi a San Biagio («mi auguro che insieme potremo portare l’Acm in alto»), il presidente Sandro Musso conferma l’intenzione di voler collaborare con l’ex patron Fabrizio Lori richiamandolo nel Mantova. «Ci sono reciproche simpatia e stima – dice Musso -, Fabrizio è una figura che ritengo molto interessante e che vorrei al mio fianco. Con che tipo di collaborazione è ancora tutto da approfondire, ci rivedremo e ne parleremo insieme». Una cauta apertura arriva dallo stesso Lori: «L’accoglienza dei tifosi a San Biagio mi ha davvero emozionato, ho visto che c’è ancora molto affetto nei miei confronti. E da parte mia l’amore viscerale per il Mantova non è certo cambiato. Le parole di Musso mi hanno fatto molto piacere, abbiamo parlato una decina di giorni fa di una possibile collaborazione e una mano potrei anche darla. Ovviamente aspetto che venga formulata una proposta, per valutarla e capire se ci sono le condizioni per accettare. Nella mia esperienza, nel bene e nel male, ho imparato tante cose e magari potrei essere utile. Di certo ho capito che i soldi nel calcio servono ma non sono decisivi: stabilità, capacità dell’area tecnica e giocatori validi che hanno “fame” contano di più. Il gruppo è fondamentale, così come la capacità di creare entusiasmo e di instaurare un feeling fra società, area tecnica, giocatori, tifosi e stampa. Il Mantova attuale? Soffre perché era partito con altri obiettivi e perché non regge la pressione delle partite in casa: io però l’ho visto giocare e credo che ci siano tutti i presupposti per salvarsi. Cinque punti in 12 partite si possono recuperare, dobbiamo farcela». Chiuso il tema Lori, il presidente Musso ne affronta altri non meno importanti. A partire dalle scuse rivolte ai tifosi per il rendimento del Mantova: «Siamo dispiaciuti perché le cose non sono andate come avremmo voluto, c’è tanta gente scontenta e sul web leggo tanta rabbia nei nostri confronti. Purtroppo abbiamo commesso degli errori, ma ci abbiamo messo il cuore, a partire dallo scorso aprile quando pagammo gli stipendi evitando che l’Acm finisse nel baratro. Cosa non rifarei? Di certo allestirei una squadra più giovane, con soli 4-5 elementi di esperienza, per avere un approccio più soft alla Lega Pro, anche in termini di costi. Poi eviterei di sovraespormi a livello mediatico e infine curerei di più il settore giovanile. Sbagliando si impara, adesso però c’è da salvarsi e da pensare a come impostare il futuro». Ecco, parliamo di futuro. Rispetto al budget iniziale il Mantova ha speso circa un milione in più. Sarà un problema farvi fronte? «No, quello no». Per la prossima stagione, invece, resta l’impegno della Sdl ad andare avanti? «Abbiamo ribadito pochi giorni fa anche al sindaco Palazzi che non vogliamo sottrarci all’impegno. Ma, come abbiamo sempre detto dall’inizio, il nostro progetto prevede per la gestione del Mantova il nostro gruppo, quello dei soci mantovani e un altro gruppo, preferibilmente locale. Così si potrebbe costruire qualcosa di importante. Al momento, però, dal territorio non abbiamo riscontri e a farsi avanti sono stati soltanto soggetti di fuori, che non avevano le caratteristiche di serietà che richiediamo». E se questo terzo gruppo non si trovasse? «Noi non vogliamo certo sottrarci, ci siamo e ci saremo. La Sdl avrebbe anche i mezzi per fare da sola, ma l’attività primaria dell’azienda non è il calcio. Io, da membro del cda di Sdl, dico che in ogni caso il progetto andrà avanti, poi è ovvio che ci si dovrà confrontare». Su questo punto, il socio di Sdl Serafino Di Loreto rassicura: «Si andrà avanti con il progetto pluriennale annunciato, è tutto confermato». Se poi la piazza (e il riferimento non è certo ai tifosi) desse una mano in più, di sicuro non guasterebbe. Ma – come dice Lori -, per svegliare Mantova «bisogna ricreare entusiasmo». Prima in campo e poi fuori.
Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ieri erano ancora disponibili 15 posti sulla corriera che un gruppo di tifosi della gradinata ha prenotato per seguire domani il Pordenone a Cremona. Non si tratta di un club organizzato: punto di contatto è Franco Vendrame. Un’opportunità da non perdere per i sostenitori neroverdi, alla quale collabora la società. «Partiremo dal Bottecchia sabato alle 15: le porte del bus saranno aperte per accogliere quelli dell’ultimo minuto. Sempre che – precisa il superfan – ci siano ancora posti disponibili» La gara comincerà alle 20.30 «Ripartiremo da Cremona – riprende – verso mezzanotte e mezza, dopo aver salutato i nostri giocatori e brindato con i supporter grigiorossi, qualunque sia stato il risultato. Non ci sono pericoli – tiene a precisare -. Con noi verranno anche 4 bambini e un paio di anziani». Il costo pro capite per il trasporto è di 20 euro. «Con il pieno – si augura Vendrame – potremmo fare un piccolo sconto. Ovviamente chi vuole il “passaggio” deve presentarsi munito di biglietto». Il numero di telefono da contattare è 3487690205. La sfida con la Cremonese, grazie al filotto di 6 vittorie, al secondo posto conquistato da Tedino e dai suoi ragazzi e alla presenza di Fabio Rossitto sulla panca lombarda, rappresenta un forte richiamo per il popolo neroverde. Peccato per l’orario. Il disagio del rientro a notte fonda ha consigliato molti fan a seguire il match su Sportube.tv. In ogni caso saranno almeno 100 i supporter che, con pullman o mezzi propri, non rinunceranno all’emozione della gara dal vivo.
Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Senza volerlo, Federico Maracchi, ha segnato una doppietta per il Pordenone. E ha fatto un favore ai suoi vecchi tifosi, battendo proprio la Cremonese di Rossitto e allontanandola (definitivamente?) dalla zona playoff. Insomma, ha cacciato via una rivale. Oggi la mezzala di Trieste lancia i neroverdi verso la supersfida dello Zini. «È vero – ammette -, i miei due gol contro la Cremonese sono serviti anche al Pordenone, e di questo sono molto contento. La gara di sabato? Il Pordenone non sentirà le assenze e partirà da superfavorito contro Fabio. La squadra di Tedino e la mia FeralpiSalò si assomigliano – analizza l’ex idolo del tifo neroverde -: hanno trovato la compattezza, sono coese e lanciate. Difficile fermarle. È così che Rossitto ha perso la partita contro di noi». La mano del suo ex allenatore Maracchi l’ha già vista, ma alla Cremonese manca ancora qualcosa: «Abbiamo affrontato la tipica squadra di Rossitto: aggressiva e basata sul 4-3-3 tutto corsa e polmoni. Ma si vede che il tecnico è appena arrivato e dovrà ancora lavorare molto per dare ai grigiorossi la sua immagine grintosa. Appena abbiamo iniziato a giocare come sappiamo li abbiamo messi in difficoltà. È quello che dovrà fare il Pordenone, imporre il gioco: così la Cremonese è più che battibile, anche a casa sua». Tra poco più di un mese, ecco la sfida cruciale del Bottecchia: «Arrivarci con la Feralpi sarà una grande emozione. Non avrei mai immaginato di lottare per la B con il Pordenone, fianco a fianco. Non vedo l’ora».
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «La sconfitta patita può ritenersi formativa per essere ancora più uniti e compatti, con la grinta che predica il mister. La Cremonese si dimostrerà squadra brillante per la voglia di riscatto. Con entusiasmo, ben consapevoli dei tre punti in gioco, al di là del fatto che si giochi contro il Pordenone». È l’inquadratura di Simone Teso, mental coach, altro ex di turno. È stato inserito dal presidente Gigi Simoni nello staff con Fabio Rossitto. Un’analisi tecnica differenziata, la sua, perché nel calcio non contano soltanto i piedi per colpire il pallone. – Manca un giorno: come vive questa vigilia la Cremonese? «Quando siamo arrivati il gruppo difettava di consapevolezza e di un obiettivo comune. Abbiamo cercato di far capire che possiamo giocare e dire la nostra, non solo in funzione dell’avversario. L’autostima è aumentata». – Ha cominciato l’attività a Cremona in corsa, come lo scorso anno a Pordenone, dopo l’arrivo di Rossitto: le società pensano a lei solo con l’acqua alla gola? «Purtroppo sì. La mia figura non viene vista, pianificando, come possibilità di miglioramento per raggiungere gli obiettivi, ma considerata quando ci sono difficoltà. I risultati ottenuti a Pordenone sanno di miracolo sfiorato. Qui non vincevano da mesi, ma i fatti dimostrano che il lavoro funziona. Pianificando si può fare meglio». – Differenti problematiche fra Cremonese 2015-16 e Pordenone 2014-15? «Il nome del club e cosa rappresenta per città e tifosi: adesso le pressioni sono maggiori. Con i fan la società ha un confronto continuo. La situazione non è disperata, ma i risultati sono attesi, come vittorie e divertimento. Come a Pordenone, quando già ci davano per finiti, la somiglianza sta nel riportare l’entusiasmo. Lo scorso anno i supporter hanno capito quanto i ragazzi fossero attaccati alla maglia. In entrambi i casi abbiamo chiesto e ottenuto impegno massimo dai giocatori, nell’allenamento mentale come in quello con il pallone». – I neroverdi fanno senza mental coach e sono secondi: basta più qualità nei giocatori? «Ci sono tante componenti che valgono. I ramarri hanno fatto una bella campagna acquisti e sono contento, da pordenonese, che tutto questa volta fili liscio. Avere il “mental” non significa per forza vincere tutto. Sicuramente è bravo anche mister Tedino, nell’amalgama, con il suo staff. La chimica che si crea in un ambiente è frutto di diversi strumenti. Spero sia una programmazione con un futuro, non un fuoco di paglia, pur a pieno merito». – Cremonese-Pordenone giocata con la testa? «La gestione mentale della sfida ci vede impegnati a mantenere ciò che siamo, tornando con entusiasmo a rivivere la bella sensazione del successo. L’affrontiamo con determinazione, perché abbiamo un sogno da raggiungere». – Come finirà? «Sarà una bella partita: i neroverdi giocano bene e noi stiamo bene. Permettetemi una battuta: se il Pordenone avesse il mental coach sarebbe già primo e in B».
Ore 18.10 – (Messaggero Veneto) Per la Cremonese la gara col Pordenone rappresenta l’ultima vera chance per rientrare nel giro play-off. Fabio Rossitto, ex di turno, sa benw di avere perso il primo match-ball con la FeralpiSalò e che quindi adesso non può sbagliare. Per questo dovrebbe tornare alla formazione vista nelle prime, vittoriose gare e lasciare perdere alcuni esperimenti fatti sul Garda, tenendo salvo però il 4-3-3. La prima buona notizia arriva dal recupero di Sansovini. L’ex Pescara sta bene e non ha più particolari dolori alla caviglia. Salvo sorprese, si sistemerà nel tridente a destra assieme a Brighenti – che da anni viaggia a 1 gol ogni 2 gare – e Maiorino. In mezzo, almeno secondo quanto visto ieri, dovrebbero tornare a giostrare Suciu, Pesce e Scarsella, con Marconi e Briganti centrali difensivi e il ritorno sulle fasce di Gambaretti e Bianco. In porta, naturalmente, Ravaglia. E’ una formazione forte, rinforzata a suon di centinaia di migliaia di euro a gennaio con giocatori con trascorsi in A (Suciu, Pesce) e con “stellette” al petto di capocannoniere in B: perché Cremona vuole i play-off, a tutti i costi. Tanto da cambiare anche tecnico, abbandonando il difensivista Pea – record di pareggi e seconda miglior difesa – per Rossitto che, per cercare di raggiungere l’obiettivo, ha alzato di molto il baricentro della squadra. I risultati infatti con lui sono arrivati: tre vittorie, di cui due con l’Alessandria (una in coppa Italia) e l’altra nel derby col Mantova. Adesso l’esame più importante. La critica in settimana è andata giù pesante e i grigiorossi sono con le spalle al muro: i neroverdi domani sera devono essere perfetti.
Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) Se c’è un giocatore che, più di tutti, Tedino ha rilanciato, questo è Simone Pasa. Dopo due anni difficili tra Varese e Padova in B e il Prato in Lega Pro, il jolly classe ’94 in neroverde ha dato una svolta alla propria carriera, scendendo sempre in campo e diventando il pupillo del presidente Lovisa. Quella di domani sarà per lui una gara speciale: sarà il suo 50º gettone tra i professionisti. Un percorso cominciato con l’Inter in serie A nell’anno di Stramaccioni e proseguito poi nelle esperienze in B e in Toscana, prima di decollare con la maglia dei “ramarri”. Il giocatore è in prestito dall’Inter, cui è ancora legato contrattualmente. I nerazzurri, se lo vogliono tenere, devono esercitare l’opzione per allungargli il vincolo entro il 30 aprile: visto che, difficilmente, lo faranno, la dirigenza e la proprietà stanno pensando di proporre un’offerta e di blindare il difensore-centrocampista, facendolo diventare uno dei punti di forza del futuro.
Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) L’emergenza c’è ancora, ma non come prima. Bruno Tedino recupera un paio di elementi in vista della gara con la Cremonese, in programma domani alle 20.30 allo stadio Zini. Il tecnico del Pordenone riabbraccia il titolare Boniotti e, in particolare, Pederzoli, ieri rientrato col gruppo dopo un giorno di riposo. Il regista c’è, difficilmente invece ci sarà l’ex Filippini davanti. Potrebbe così scoccare l’ora di Berrettoni: l’ex Verona e Ascoli è il favorito per il posto a fianco di Strizzolo. E per lui sarebbe la prima volta da titolare. La situazione. Sino a mercoledì pomeriggio erano otto gli indisponibili: una lista lunga, se si pensa all’impegno che si andrà ad affrontare. Timore e apprensioni ora diminuiscono. Mancano sempre Marchi, De Agostini, Ingegneri (tre difensori), Beltrame e Filippini, con quest’ultimo che, salvo clamorose sorprese, starà a riposo. Ieri è stato valutato, l’elongazione (una specie di stiramento) all’adduttore non è considerata grave, ma si preferirà non rischiarlo. Almeno Tedino recupera tre elementi: Cosner, Boniotti e Pederzoli. Il primo ha ripreso col gruppo dopo lo stop di mercoledì così come il centrocampista. Novità. Davanti, complice la quasi certa assenza di Filippini, si sta scaldando Emanuele Berrettoni. Nelle esercitazioni per reparto era la seconda punta titolare e Tedino si è intrattenuto con lui in alcune circostanze. Dopo tre partite cominciate in panchina, e il primo gol realizzato con la Pro Patria, l’attaccante è pronto per giocarsi la sua chance. Fisicamente c’è, è in netta ripresa: la parentesi di Ascoli – dove ormai era fuori di ogni scelta – è un ricordo. Mentalmente sta bene ed è carico, pronto per incidere e dare il contributo in un gruppo importante. Non è qui per fare la comparsa, l’attaccante, anzi. La sua esperienza e la leadership faranno comodo allo Zini, dove lo stadio spingerà la Cremonese nella sua ultima, vera chance per agguantare i play-off. Il resto. Serve grande temperamento, domani, anche perché Rossitto, oltre a essere obbligato a vincere, non vuole perdere contro la sua fresca ex squadra. La ferita per il divorzio della scorsa estate è rimarginata, ma il ricordo di quell’addio non si è spento del tutto. Oggi il Pordenone sosterrà la seduta di rifinitura a porte chiuse, come al solito, anche se sono pochi i dubbi da sciogliere. La coppia centrale sarà composta dall’ex Stefani e Pasa, sulle fasce agiranno Martin e Boniotti, in mezzo con Pederzoli dovrebbero giocare Mandorlini e Buratto. Sulla trequarti Cattaneo. Tifosi. Per favorire l’afflusso di supporter, la società neroverde ha deciso di collaborare alla corriera già organizzata dalla tifoseria. Una quindicina i posti a disposizione, con adesioni gratuite. Partenza alle 15 di domani dallo stadio Bottecchia. Per informazioni e iscrizioni 348-7690205.
Ore 17.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.40 – Qui Guizza: sessione finale di cross e tiri.
Ore 16.20 – Qui Guizza: provate situazioni da palla inattiva.
Ore 16.00 – Qui Guizza: prove tecniche di 4-4-2, con Corti preferito a Baldassin.
Ore 15.40 – Qui Guizza: lavoro atletico, nessuna nuova defezione.
Ore 15.20 – Qui Guizza: squadra a colloquio con mister Pillon in mezzo al campo.
Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Eccola, immediata e servita dal destino, l’occasione giusta per il riscatto. La Giana Erminio è in arrivo al Mercante, non fa paura e sembra l’avversario giusto per dimenticare il clamoroso 2-2 col Cuneo. Maturato dopo aver condotto con due gol di vantaggio e a lungo il match anche nella ripresa. In questo senso anche la difesa ha le proprie responsabilità e Alberto Barison non si tira indietro: «Per ora sono contento della mia stagione — sottolinea l’ex difensore del Padova — quando sono arrivato speravo di giocare, ma non avrei mai pensato di farlo così tanto (ad oggi 19 presenza e una rete, ndr ). Ho ancora molto da migliorare e cerco di fare miei tutti i consigli che mi danno il mister, il direttore e i miei compagni. Dispiace per il Cuneo e per il fatto di non essere riusciti a blindare i tre punti». Si passa velocemente alla Giana Erminio, che il Bassano vuole sbranare per riprendersi per strada i punti persi in Piemonte. «Dobbiamo cercare di conquistare i tre punti — ammette Barison — all’andata siamo riusciti a raddrizzarla nonostante la doppia inferiorità numerica e probabilmente è stata una delle gare in cui abbiamo dimostrato più carattere. Loro sono una buona squadra, ma abbiamo lasciato troppi punti per strada e ci impegneremo al massimo perchè non riaccada. Siamo lì a tre punti dal secondo posto, con una vittoria andremmo ad Alessandria con uno spirito diverso». Barison è convinto che le sentenze definitive arriveranno più avanti: «Il campionato non si decide in queste giornate – chiarisce – l’importante è rimanere lì, i conti si faranno alla fine. Sono fiducioso, questo gruppo possiede qualità importanti, sono sicuro che il pubblico ci resterà vicino come ha fatto finora».
Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «La rabbia per l’1-1 con l’Abano ci darà una marcia in più nei due match chiave del nostro campionato. Ma solo vincendo a Noale la sfida col Campodarsego conterà davvero». Non perde tempo con i rimpianti Evans Soligo, capitano di un Venezia che si avvicina al crocevia di una stagione da raddrizzare riprendendosi la vetta. «In estate avrei firmato per fare 61 punti in 27 gare, stiamo facendo un buon percorso ma finora il Campodarsego è stato un po’ più bravo. Sapevamo non sarebbe stata una passeggiata – analizza il centrocampista di Marghera con il consueto equilibrio – tutti contro il Venezia trovano energie nascoste: serenità e convinzione non ci devono mai mancare». Recenti decisioni arbitrali hanno fatto discutere e innervosito l’ambiente. «A caldo possono scappare certe frasi che a mente fredda uno non pronuncerebbe. Dopo l’Abano la delusione c’era perché già pregustavamo il -1 dalla vetta, tutto però è finito lì. Posso assicurare che ad ogni allenamento nessuno di noi ripensa agli arbitri o ad altre distrazioni». Al Taliercio Marcolini e Di Maio ancora ko (febbre), Fabiano è rientrato mentre Lattanzio ha lavorato a parte con Acquadro. «La consapevolezza che in 180′ ci giocheremo molto ci dà la giusta concentrazione – aggiunge Soligo -. Il 28 febbraio con l’attuale distanza di tre punti potremmo giocare davanti ai nostri tifosi per l’aggancio, fermo restando che lo scontro diretto col Campodarsego non decisivo visto che poi ci saranno in palio altri 27 punti. Prima di tutto però è necessario vincere domenica a Noale (ore 14.30, ndr) con la Calvi, reduce dal 2-2 con una squadra forte come la Virtus Vecomp, e che in una giornata storica non regalerà un solo pallone. Ci aspettano due gare molto molto importanti per dare un indirizzo preciso alle nostre ambizioni». I tifosi arancioneroverdi finora hanno acquistato 200 dei 300 biglietti (200 di curva ospiti e 100 di tribuna) in dotazione al Venezia: la prevendita prosegue nella sede di viale Ancona (7 e 10 euro) ma i biglietti di tribuna saranno acquistabili anche domenica al botteghino dello stadio di via dei Tigli.
Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia si prepara al derby con la Calvi Noale e fa la conta degli influenzati. Ancora bloccati Marcolini e Di Maio, Lattanzio ieri si è allenato a parte. Virus già alle spalle, invece, per Fabiano che ieri è rientrato in gruppo. Resta da capire la condizione di Beccaro, che nei giorni scorsi aveva lamentato un affaticamento muscolare. E’ rientrato ieri anche Acquadro, nei giorni scorsi impegnato con la Rappresentativa di serie D. Per la sfida di domenica a Noale (ore 14,30) è in corso la prevendita, nella sede di viale Ancona, dei biglietti destinati ai tifosi arancioneroverdi. Il Noale ha messo a disposizione 100 tagliandi per la curva ospite e 100 per la tribuna. Ci sono ancora gli ultimi biglietti disponibili.
Ore 13.20 – (La Nuova Venezia) Fascia di capitano e gol, un pomeriggio di gloria per Alberto Acquadro, il centrocampista del Venezia che ha partecipato al quinto stage della Rappresentativa di serie D in vista della “Viareggio Cup”. Rientrato mercoledì in tarda serata dalla capitale, ieri Acquadro ha lavorato a parte, pronto comunque per il derby di domenica a Noale contro la Calvi. «Sono stati tre giorni molto interessanti, pieni», ha sottolineato il ventenne centrocampista arrivato dal Palermo, «poter giocare nella Rappresentativa di serie D è motivo di orgoglio. Ancor di più quando mi è stata assegnata la fascia di capitano». Bagnata con un gran gol su punizione, il primo della Rappresentativa al Latina Primavera (4-1 il finale). «Spero di poterla indossare anche alla Viareggio Cup», ha aggiunto Alberto Acquadro, «per me sarebbe la terza partecipazione consecutiva visto che nel 2014 e nel 2015 l’ho giocata con il Palermo». Acquadro ha infatti già dieci presenze alla Viareggio Cup dove è arrivato anche in semifinale, nel 2014, quando il Palermo si arrese solo ai calci di rigore all’Anderlecht (4-6), mentre lo scorso anno è stato eliminato (2-3) negli ottavi dalla Roma. Piemontese cresciuto nella Biellese e poi proiettato in serie D dal Borgosesia, Alberto Acquadro compirà 21 anni il prossimo 27 marzo, a Palermo era arrivato nel gennaio del 2014 dal Borgosesia, finora ha totalizzato 22 presenze e due reti con Dro e Monfalcone, decisa allo scadere. «Con il centrocampo a due mi trovo molto meglio, sta crescendo la convinzione, ho più possibilità di inserirmi, tanto è vero che sono arrivati anche due gol». All’andata con la Calvi Noale rimase seduto in panchina, domenica potrebbe essere uno dei grimaldelli tattici di Giancarlo Favarin. «Pensiamo solo a noi e non al Campodarsego, al quale rivolgeremo le nostre attenzioni la prossima settimana. Bisogna vincere, punto e basta. Non sarà semplice, è un derby e tutti ci aspettano per la partita della stagione, noi stiamo però inseguendo e, quanto meno, vogliamo presentarci allo scontro diretto del prossimo turno con lo stesso svantaggio in classifica». La Calvi Noale ha giocato anche mercoledì, dovendo recuperare la partita con la Virtus Verona. «Potrebbe essere un elemento a nostro vantaggio, poi bisognerà vedere in quanti scenderanno in campo anche contro di noi. Bisogna essere più cinici, chiudere le partite quando possiamo, altrimenti rischiamo le beffe come con l’Abano, che tra andata e ritorno ci ha preso 4 punti». Ancora bloccati a casa dalla febbre Marcolini e Di Maio, Fabiano si è ripreso e si è allenato regolarmente, oltre ad Acquadro, anche Lattanzio ha svolto un lavoro differenziato, al rientro dall’attacco influenzale.
Ore 12.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Daniel Adejo ieri si è allenato agli ordini di Pasquale Marino al centro tecnico Piermario Morosini ma l’ufficialità dell’ingaggio del difensore nigeriano in serata non era ancora arrivata. Dopo aver sostenuto in mattinata le visite mediche, Adejo era in attesa dell’arrivo dalla Grecia della documentazione necessaria per poter procedere al tesseramento: in via Schio ci si augura che tutto possa arrivare oggi per poter disporre di Adejo già nella partita con l’Avellino in programma domani al Menti. L’ex difensore della Reggina andrebbe a rinforzare la linea arretrata del Vicenza, che contro gli irpini dovrà rinunciare a Sampirisi, squalificato, e non sa ancora se potrà contare su Nicolò Brighenti che ieri ha provato a forzare nel test amichevole. Il tecnico del Vicenza, che dovrà rinunciare a Manfredini per il resto della stagione a causa della rottura del tendine d’Achille destro, ieri non ha potuto contare nemmeno su D’Elia, alle prese con un fastidio al polpaccio e di Signori che è stato bloccato da un lieve attacco influenzale. Ma la lista dei problemi si allunga con la sicura indisponibilità di Urso a centrocampo e il dubbio su Ebagua che risente ancora di una forte contusione alla caviglia sinistra. Ecco quindi che per Marino le scelte contro l’Avellino rischiano di essere ancora una volta quasi obbligate, con il solito ricorso ai Primavera di Daniele Fortunato per completare la lista dei convocati. Ieri, al centro tecnico di Isola Vicentina, l’allentore biancorosso ha alternato Benussi e Vigorito tra i pali, con la linea difensiva a quattro composta da Laverone, Brighenti (con El Hasni in alternativa), Ligi e Pinato, considerato che D’Elia ha svolto lavoro a parte. A centrocampo tutto lascia pensare che sarà Bellomo a prenderà il posto davanti alla difesa lasciato vuoto dallo squalificato Moretti, con Sbrissa a destra e Vita a sinistra, in attesa di sapere se Signori riuscirà a superare l’attacco influenzale e ad essere disponibile. In avanti confermati Galano e Giacomelli sugli esterni con Raicevic che torna nel ruolo di punta centrale. Insomma, i dubbi per Marino non mancano e solo dopo la seduta di rifinitura il tecnico potrà avere un quadro più chiaro di chi sarà disponibile in una partita in cui il Vicenza deve cercare a tutti i costi i tre punti.
Ore 12.20 – (Gazzettino) Nel derby “brasiliano” di domenica Neto Pereira e Chiaretti si trovano di fronte per la prima volta, ma Chiaretti conosce già bene il nonnazionale. Spiega il fantasista del Cittadella: «Neto è un giocatore importante e nel corso della partita può sempre fare la differenza. Rispetto a me è più un attaccante d’area, mentre io mi muovo meglio come trequartista. Sarà una bella sfida, non tanto fra di noi quanto fra due squadre che stanno attraversando un buon momento». Oltre a Neto Pereira nel Padova ci sono Fabiano e Diniz. «Con loro due mi sono trovato fuori dal campo qui nel Veneto. Da turisti, con le nostre ragazze. Siamo amici». Sul derby riprende: «Noi affronteremo il Padova con il massimo impegno e con grande rispetto, come cerchiamo di fare in tutte le partite. Questo però è un evento diverso, lo stiamo notando durante la settimana. In particolare l’ambiente e i tifosi ci tengono molto. Questa atmosfera molto calorosa è una cosa positiva e queste sono le partite che mi piacciono di più perchè sono belle sia da vedere che da giocare. Sono convinto che entrambe le squadre cercheranno la vittoria. Avevo pronosticato una bella partita anche con il Pavia e così è stato nonostante la serata con pioggia. La stessa cosa e forse ancor di più sarà il derby all’Euganeo». All’andata il Cittadella vinse per 3-1 e per Chiaretti è stato il primo derby. Continua il giocatore: «Noi abbiamo disputato una grande partita e abbiamo vinto con merito. Ma ciò non conta niente per la prossima sfida perchè ci si ritrova di fronte in situazioni molto diverse». In particolare il Padova è migliorato molto. Conferma il fantasista di Belo Horizonte: «Con il nuovo allenatore ha acquisito un atteggiamento mentale diverso e perciò noi dovremo metterci la massima attenzione. Anche noi, però, siamo migliorati e cerchiamo di crescere costantemente perchè il percorso è ancora molto duro e difficile. Mancano dodici partite che per noi devono essere come dodici finali. Siamo convinti nei nostri mezzi e credo che siamo sulla strada giusta». Ieri pomeriggio al Tombolato è continuata la preparazione con Manuel Pascali che ha svolto l’intero programma con il gruppo. Completamente rientrata la botta alla caviglia sinistra di Filippo Lora. A parte i soliti Donazzan, Paolucci e De Leidi.
Ore 12.00 – (Mattino di Padova) È sempre il prossimo il derby più importante? «Sì, resto della stessa opinione. Fa parte del mio modo di vedere le cose: preferisco pensare al futuro piuttosto che voltarmi indietro. Io ne ho vissuti tanti, di derby, e ogni volta li sento molto. È bello gustarsi le emozioni che si vivono prima di partite così importanti. Ma poi, una volta giocati, si resetta tutto e si guarda avanti». Stefano Marchetti non ha cambiato idea rispetto allo scorso ottobre. Anche allora, prima del match d’andata, il direttore generale del Cittadella, che pure ha giocato nelle giovanili biancoscudate vincendo uno scudetto, e vestito per due stagioni la maglia della prima squadra (nel campionato 1981/82 in Serie C/1, collezionando tre presenze e una rete, e in quello 1985/86: 28 presenze e 3 reti, contro Virescit, Fano e Modena), sorvolò sul passato. «Se devo soffermarmi su quello che è stato, più che a un episodio ripenso a una persona, Vittorio Scantamburlo, che mi ha allenato negli anni del settore giovanile insegnandomi molto. Lo ricordo sempre con affetto e, anzi, ne approfitto per ringraziarlo pubblicamente per tutto quello che mi ha trasmesso». Allora veniamo al presente: che derby sarà, quello all’Euganeo? «Una volta si parlava di partite da tripla. E credo proprio che questa faccia parte della categoria. Mi attendo una gara difficile e tesa, probabilmente molto maschia. Dovremo essere bravi a controbattere colpo su colpo a un Padova che sta bene e che, come noi, domenica si giocherà tanto. Da quello che leggo e sento, credo che si respiri un’aria elettrica in entrambi gli ambienti. I tifosi ti chiedono di vincere e ti fanno capire quanto conti quest’incontro. Inoltre, non dimentichiamolo, nel girone di ritorno i punti in palio valgono sempre qualcosa di più». Su come sia andata a finire lo scorso 10 ottobre al Tombolato non serve indugiare troppo: un 3-1 convincente per Iori e compagni. Rispetto ad allora nei reparti offensivi ci saranno due protagonisti in più: Neto Pereira, che era infortunato, e Jallow, che era squalificato. «Sarà tutta un’altra sfida. Loro sono cresciuti molto e stanno attraversando un ottimo momento. Avranno Neto in più, ma non è il caso di parlare di un solo giocatore: è un attaccante forte e importante per l’economia del gioco della sua squadra, ma è la punta dell’iceberg di un organico di livello. Un discorso che vale per il Padova come per noi, a prescindere dal singolo». Alla fine chi festeggerà? «Per partite come queste pronostici non ne faccio. Ci sono troppe sfaccettature di cui tener conto, troppe variabili, e spesso sono gli episodi a risultare decisivi. Quello che pretendo dai miei giocatori non è il risultato, ma la grande prestazione: tutti sanno che dovranno dare più del 100%». Se questo Cittadella ha un difetto, è legato alle amnesie difensive che puntualmente si ripresentano. In questo senso il rientro di Pascali al centro del reparto arretrato potrebbe rivelarsi molto utile. «Pascali proprio ieri ha ripreso ad allenarsi col gruppo, ma dovremo valutare nelle prossime ore come risponderà al lavoro svolto. In queste settimane di assenza dal campo la sua è stata comunque una presenza preziosa nello spogliatoio. Ma se non ci sarà lui ci sarà un altro giocatore valido al suo posto. Di questo, effettivamente, trovo che si parli poco…». Di cosa, prego? «Di come siamo arrivati sin qui dovendo fare i conti con una serie di infortuni pesanti. Cito solo i più gravi: abbiamo perso Bobb sino a fine campionato, Paolucci è fuori da diverse settimane e ne avrà ancora per un po’, Pascali sta rientrando solo adesso. Abbiamo saputo sopperire ad assenze serie. Non è da tutti riuscirci».
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Buone notizie per Venturato. Pascali e Lora ieri pomeriggio sono tornati ad allenarsi in gruppo, dopo il lavoro differenziato svolto negli scorsi giorni. Per quanto riguarda il centrocampista, non sembrano esserci dubbi circa la sua presenza nel derby, dopo la leggera distorsione che si è procurato nel match con il Pavia. Per il difensore, che non gioca una partita ufficiale da Cittadella-FeralpiSalò dello scorso 13 dicembre, la questione è diversa: certo un suo ritorno fra i convocati, da valutare se sarà gettato subito nella mischia, dovendo fare i conti con la necessità di evitare ricadute dopo la lesione ai flessori della coscia destra. Intanto dopo il derby, la Coppa Lega Pro. Sono disponibili da ieri i biglietti per Cittadella-Cremonese, gara dei quarti di finale che si giocherà al Tombolato mercoledì prossimo, alle ore 15. Previsto un tagliando unico per la Tribuna coperta Ovest al prezzo di 10 euro e per gli Under 14 l’ingresso a un euro. La vincente dovrà poi vedersela in semifinale con la Spal, mentre dall’altra parte del tabellone s’incroceranno Siena e Foggia.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Non avrà giocato il derby d’andata, ma le strade di Neto Pereira e del Cittadella si sono incrociate diverse volte in serie B quando il brasiliano militava con il Varese. «Ricordo che sono state partite complicate, il Cittadella è una squadra che ha dato sempre filo da torcere e sarà così anche domenica. È una compagine che lotta fino alla fine, basta vedere anche la loro ultima vittoria con il Pavia». Nelle fila granata c’è un suo connazionale, Lucas Chiaretti. «Non lo conosco personalmente, ma l’ho visto giocare e anche all’andata aveva dimostrato di essere un giocatore con grande qualità e tecnica. È senz’altro da tenere d’occhio». Il capitano biancoscudato elogia anche un altro attaccante granata. «Litteri aveva disputato una grandissima partita nella sfida al Tombolato, è senza dubbio un giocatore di categoria superiore. Anche se dobbiamo stare attenti a tutto il Cittadella dato che hanno molti giocatori di valore». Tornando a lei, ha realizzato al momento sei sigilli, l’ultimo nella trasferta vittoriosa con il Lumezzane. Cosa darebbe per segnare domenica il gol decisivo per i biancoscudati? «Se dovessi segnare sarei naturalmente molto contento. Però firmerei non tanto per un mio gol, quanto piuttosto per la vittoria del Padova».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Della serie, i granata guideranno anche la classifica, ma i biancoscudati non si sentono inferiori. «Proprio così. Li rispettiamo, ma sappiamo che possiamo dire la nostra e cercheremo di fare il massimo anche per rendere felici i nostri tifosi. Tengono molto a questa partita, ci sono stati sempre vicino anche nei momenti più difficili, e ci teniamo a fare a loro un regalo». Tra l’altro, la prevendita prosegue a gonfie vele dato che ieri sono stati staccati altri 770 biglietti (194 nel settore ospiti) e il totale dei tagliandi venduti ha già toccato quota 1.020 (274 ospiti). Un successo con il Cittadella vorrebbe anche dire tornare in corsa per un posto in zona play off. «Sono d’accordo. Battere i granata sarebbe un’ulteriore iniezione di fiducia sul piano morale, oltre a dare continuità a quello che stiamo facendo. Sarebbe senz’altro un segnale importante per il nostro prosieguo. Io credo nei play off, e fino a quando c’è la possibilità di raggiungerli dobbiamo crederci. Sarebbe un peccato non farlo».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Al Tombolato era stato costretto per infortunio a fare lo spettatore, questa volta invece sarà regolarmente al suo posto. Stiamo parlando di Neto Pereira, pronto a guidare da vero capitano i biancoscudati nel derby con il Cittadella. «All’andata ero in tribuna ed è sempre brutto restare fuori e soffrire senza poter dare una mano alla squadra. Domenica sarò a disposizione e speriamo che la partita possa andare diversamente». Rispetto a quella sconfitta rimediata lo scorso 10 ottobre, oggi il Padova è un’altra squadra. «Stiamo vivendo un momento positivo nel quale riusciamo a fare risultati con continuità. Di sicuro è un Padova più fiducioso e consapevole dei propri mezzi. Sappiamo comunque che ci aspetta un derby molto difficile dato che davanti avremo la capolista: il Cittadella è una compagine di grande valore, però siamo consci della nostra forza e arriveremo pronti a questo appuntamento».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Prosegue la preparazione dei biancoscudati che hanno effettuato una lunga seduta tattica provando schemi in chiave Cittadella sempre restando fedeli al 4-4-2. Il tutto sotto lo sguardo del presidente Giuseppe Bergamin che ha assistito alla seduta. Stando alle indicazioni, sembra profilarsi a centrocampo un ballottaggio tra Baldassin e Corti, e se ne saprà di più oggi alle 15 quando la squadra tornerà di nuovo in campo per un’ulteriore seduta. Intanto, ieri è passato alla Guizza anche l’ex attaccante biancoscudato Savio Amirante che domenica sarà allo stadio per tifare i suoi vecchi compagni.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) «Ma col senno di poi quella sconfitta ci fece fare un bagno di umiltà, e forse proprio da quella partita, conoscendo la squadra e i giocatori che avevamo, cambiammo atteggiamento arrivando, a fine anno, alla prima, storica promozione in Serie B. Al di là di quell’episodio in quegli anni Padova e Cittadella se la giocavano sempre alla pari». In vista di domenica, cosa le fa sperare in un epilogo diverso da quello che fu all’andata? «Il Cittadella arriverà all’Euganeo da primo in classifica, e sono convinto che cercherà di fare il possibile per vincere questa gara. Ma il Padova adesso ha una quadratura diversa, una struttura importante, una compattezza di gruppo maggiore. Sostanzialmente siamo quelli di inizio campionato, dell’undici titolare sono cambiati solo due giocatori, ma qualcosa è cambiato nello spirito». Rispetto all’andata, però, avrete un Neto Pereira in più. Potrà fare la differenza? «È un giocatore importante, ed è sempre meglio averlo a disposizione. Il Cittadella, però, ha la rosa migliore del girone, perché hanno giocatori di grande qualità e ne hanno tanti. Quindi, se vogliamo provare a batterlo, dobbiamo provare a blindarli e cercare di fare la partita. Solo così potremo avere qualche chance contro una squadra davvero forte».
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Come mai andò via dopo la promozione? «Lasciare Cittadella è stato doloroso, ma decisi di farlo pensando che per me ci sarebbe stato un percorso diverso. Arrivò la chiamata del Genoa, e anche se entrambe le squadre erano in Serie B decisi di accettarla iniziando una nuova avventura: è stata una mia volontà e per questo non ho mai avuto nulla da rimproverare al Cittadella». E proprio quando lasciò i granata, nacque il progetto della fusione, fino a che Piergiorgio Gabrielli e Alberto Mazzocco, con le tifoserie in rivolta, non decisero di lasciar perdere. «E sono convinto che abbiano fatto bene. Non continuare la fusione è stata la scelta giusta, ogni società ha dimostrato negli anni di avere uno spirito e una forza di appartenenza che è giusto siano rimasti a sé stanti. Una storia e una tradizione che va vissuta alla loro maniera, ognuno per i fatti propri». Proprio da dirigente, però, ha vissuto i suoi primi derby: come li ricorda? «Ne giocammo diversi, ma uno mi rimase sulla pelle. In una partita di Coppa Italia, era l’1 settembre del 1999, venimmo all’Euganeo e perdemmo 4-0. Fu una bella botta, finita la partita ero incazzato nero con la mia squadra».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) È da più di due mesi che non osserva all’Euganeo una partita dei biancoscudati. Troppi impegni, troppi giocatori da guardare in altri campi, troppe partite e squadre da scrutare in cerca dei colpi del futuro. Ma domenica Fabrizio De Poli ci sarà, perché Padova-Cittadella è la sua partita. E la vivrà sempre con uno spirito particolare, lui che ha giocato con la maglia biancoscudata dopo aver mosso i primi passi da calciatore a Cittadella, prima di tornare da dirigente sotto le Mura negli anni d’oro a cavallo del nuovo millennio e di rivestirsi, dalla stagione scorsa, dei panni del Padova da dietro la scrivania. «Questo derby mi riporta indietro, mi fa rivivere tanti ricordi», ammette il direttore sportivo biancoscudato. «Cittadella è stata la mia prima casa, quando avevo dieci anni cominciai a giocare a calcio proprio sotto le Mura, e vi rimasi fino a che non presi la via del professionismo andando a Treviso, per poi tornare come dirigente. A occhio e croce, quasi 15 anni della mia vita li ho passati in granata».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Più in generale, quello granata è il secondo miglior attacco del girone, con 37 reti, solo una in meno della FeralpiSalò. Il Padova, invece, ha la seconda miglior difesa, con 17 gol subiti, 4 in più della Reggiana. In casa biancoscudata la coperta è un po’ corta, tanto che il Padova vanta ancora il primato di squadra con meno giocatori a segno di tutto il girone. Appena 7, di cui 2 (Corti e Sparacello) a segno per la prima volta due domeniche fa. Chi ne ha mandati in rete più di tutti? Ovviamente il Cittadella, che ha già 13 goleador. L’ultimo dato, infine, può essere indicativo sul tipo di partita a cui potremmo assistere domenica. Il Padova quando è andato in vantaggio non ha mai perso e in casa si è fatto rimontare una sola volta, dal Bassano. Il Citta, invece, per sette volte si è trovato costretto a rincorrere (e spesso ha superato), dato inusuale per una capolista. Uno dei due trend, domenica, rischia di essere interrotto.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il prossimo derby tra Padova e Cittadella sarà un po’ come la sfida degli opposti. Di fronte si troveranno l’attacco più formidabile del momento e la difesa maggiormente impenetrabile, la squadra che difficilmente si fa rimontare contro quella che sembra svegliarsi solo se subisce uno schiaffo, la formazione che manda più giocatori in rete e quella in cui segnano sempre gli stessi. Una precisazione è d’obbligo: opposti in questo caso significa due modi diversi di raggiungere il successo. Il Cittadella ha trovato fin da subito la propria identità, il Padova ci ha messo un po’ di più ma con il nuovo allenatore ha una fisionomia chiara. Se si prendono in considerazione, infatti, solo le partite dalla 14esima giornata in poi (ovvero dall’avvento di Pillon), il derby sarebbe uno scontro di vertice. Con il Cittadella primo a pari merito con il Pordenone e con il miglior attacco, e il Padova terzo, quattro punti dietro, e con la miglior difesa.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) E il terzo giorno il derby si accese: nella giornata di ieri, dopo 48 ore di vendite a rilento, la prevendita dei tagliandi per Padova-Cittadella ha subìto un’impennata improvvisa, arrivando a chiudere il dato (ancora parziale, visto che le prevendite chiuderanno domani alle 19) a quota 1020 tagliandi staccati, di cui 274 per il settore ospiti. Più si avvicina la sfida, più sale la febbre del derby: sia la tifoseria biancoscudata che quella cittadellese stanno studiando le coreografie che saluteranno l’ingresso in campo delle squadre, in un Euganeo che si preannuncia caldissimo. La squadra biancoscudata oggi pomeriggio sosterrà il penultimo allenamento prima della rifinitura fissata per domani alle 10. Pillon, recuperato a pieno Petrilli, che dunque sarà verosimilmente nell’undici titolare contro i granata, medita un cambio a centrocampo: ieri é stato “testato” a più riprese, al fianco di De Risio, l’ultimo acquisto Baldassin. Il giovane centrocampista, dopo aver assaggiato il campo sabato scorso contro il Sudtirol, potrebbe scalzare Corti.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Cittadella è a un passo dal ritorno in B, Padova probabilmente dovrà rimandare ogni discorso alla prossima stagione. «Marchetti ha sbagliato pochissimo – prosegue Di Nardo – andate a rivedere i bilanci degli anni scorsi e i giocatori che ha fatto esplodere… La retrocessione dello scorso anno ci può stare quando rappresenti un centro di 20mila abitanti». Di Nardo, a 37 anni, sta chiudendo la carriera alla Frattese, club campano in lotta per la promozione in Lega Pro in un’entusiasmante volata, ma Padova rappresenta forse il capitolo più emozionante della sua carriera: «Sono passato dalla Lega Pro quasi alla serie A nello spazio di due anni – sorride – e il legame che ho avuto con questi colori rimarrà inossidabile. Sono stato bene anche a Cittadella ma parliamo di un’altra cosa. Come finirà domenica? Non lo so ma se devo spendere due nomi, allora dico Neto Pereira e Manuel Iori. A Neto faccio i complimenti, perché giocare così a 37 anni è degno di un autentico cavallo di razza. Iori lo conosco bene e sono contento che sia tornato ai suoi livelli perché è un centrocampista di assoluto valore».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «La differenza fra Padova e Cittadella in questi anni l’ha fatta Stefano Marchetti. È lui il vero fenomeno dietro la scrivania, l’oro nei forzieri della società. Non ho paura a utilizzare questo termine, penso che Marchetti sia un fuoriclasse assoluto fra i direttori sportivi italiani». Totò Di Nardo, doppio ex di Padova-Cittadella in arrivo domenica all’Euganeo, non ha dubbi. Il suo elogio va subito al dg granata. «Un top assoluto, non considerato e spesso sottovalutato – prosegue Di Nardo – che meriterebbe palcoscenici superiori. Posso capire che non stia simpatico a molti, ha un carattere molto particolare ed è schivo. Ma non è un “lecchino”, a differenza di tanti altri suoi colleghi. E il presidente Gabrielli, una persona squisita che ho avuto modo di conoscere, deve baciarsi le mani di avere un dirigente del genere». Parole chiare da parte di un giocatore che ha vissuto sulla pelle entrambe le piazze. Diverse, diversissime, ma che sgomitano per tornare nel calcio che conta.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) La sorpresa del derby potrebbe essere Luca Baldassin. Il centrocampista è stato alternato nella seduta di ieri con Daniele Corti, che non ha mai avuto respiro da inizio stagione. Baldassin si sta allenando bene, è in forma e si candida per una maglia da titolare. A Cittadella, intanto, nessun problema per Jallow, che ha lavorato ieri con i compagni, ma le buone notizie arrivano da Lora e Pascali, in gruppo nella seduta del giovedì. Per Pascali è complicato ipotizzare una presenza dal primo minuto, Lora è insidiato da Zaccagni, positivo anche lunedì nello spezzone che Venturato gli ha concesso col Pavia.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 47, FeralpiSalò e Pordenone 40, Alessandria 39, Bassano 37, Reggiana 34, Pavia e SudTirol 33, Padova 32, Cremonese 31, Giana Erminio 27, Cuneo 25, Pro Piacenza 24, Renate 22, Lumezzane 20, Mantova 19, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventiduesima giornata: Cuneo-Bassano 2-2 (Candido (Ba) al 25′ pt, Momenté (Ba) al 8′ st, Chinellato (Cn) al 29′ st e al 45′ st), Lumezzane-Renate 1-3 (Napoli (Re) al 22′ pt, Cruz (Lu) al 23′ st, Graziano (Re) al 39′ st, Curcio (Re) al 43′ st), Pordenone-Pro Patria 3-0 (Strizzolo (Pn) al 11′ pt, Buratto (Pn) al 14′ st, Berrettoni (Pn) al 18′ st), SudTirol-Padova 0-0, Reggiana-Mantova 1-1 (Gonzi (Mn) al 17′ pt, Siega (Re) al 32′ pt), Pro Piacenza-Giana Erminio 1-1 (Cogliati (Ge) al 5′ pt, Bini (Pp) al 29′ pt), AlbinoLeffe-Alessandria 1-3 (Bocalon (Al) al 12′ st e al 16′ st, Iocolano (Al) al 20′ st, Checcucci (Al) al 26′ st), FeralpiSalò-Cremonese 4-2 (Brighenti (Cr) al 9′ pt, Tortori (Fs) al 20′ pt, Maracchi (Fs) al 24′ pt, Tortori (Fs) al 35′ pt, Maracchi (Fs) al 12′ st, Brighenti (Fs) al 36′ st), Cittadella-Pavia 3-2 (Sforzini (Pv) al 31′ pt, Jallow (Ci) al 32′ pt, Sforzini (Pv) al 8′ st, aut. Ghiringhelli (Pv) al 24′ st, Iori (Ci) al 45′ st)
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E’ successo, 18 febbraio: allenamento pomeridiano per i Biancoscudati, nessuna nuova defezione