Live 24! Padova-Cittadella, -5: Dionisi in permesso, Bucolo gioca la partitella. Squalificato Gorini

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Ore 22.40 – (Il Piccolo) I tre punti raccolti contro il Fontanafredda sono ossigeno puro per la Triestina, che ha potuto così celebrare nella maniera migliore la prima della gestione Milanese. Ma anche se il tecnico Doardo dice giustamente che si tratta di un campionato livellato e appena 4 punti più su si trova già il decimo posto, è ovvio che l’Unione si trova ancora in una posizione pericolosa, in piena zona playout e con le squadre sotto che non hanno affatto mollato, tra un Fontanafredda che al Rocco ha rischiato di vincere e un Ufm che comincia a trovare continuità. La domanda principale resta quindi una: è in grado questa rosa di guadagnare la salvezza? Viste alcune batoste esterne e le difficoltà incontrate anche col Fontanafredda, si direbbe di no. Viste altre gagliarde prestazioni su campi difficili e altre prove convincenti (le gare interne con Campodarsego e Tamai), forse anche sì. Di certo, sul piano di cuore, impegno e carattere, questi ragazzi stanno facendo il massimo e anche di più, considerate le condizioni in cui a lungo hanno lavorato. Qualche ritocco, insomma, sarebbe opportuno. Ma il fatto è che a metà febbraio in giro c’è poco o nulla. Inoltre le risorse a disposizione di Vernì e Milanese in questa fase di esercizio provvisorio sono poche e tutte da valutare. Di certo, le conoscenze di Milanese potrebbero aprire prospettive anche al di fuori dell’Italia, ma in ogni caso la vera necessità di questa squadra è una prima punta di esperienza che abbia feeling con il gol. Certo, Giordani con la doppietta di domenica potrebbe essersi sbloccato, ma anche lui ha sbagliato parecchio in passato, mentre Cucchiara non sembra avere un gran rapporto con la rete e Bradaschia è un trottolino inesauribile ma non di certo un bomber. Se oltre all’attaccante, arrivasse poi anche un puntello a centrocampo, sarebbe meglio. Ma in attesa di questi arrivi, e con la prospettiva che non si può certo stravolgere la squadra, la prima ricetta forse è proprio quella di dare fiducia a questi ragazzi e di stringersi con ancora più calore attorno a loro. Al di là di qualche interessante individualità, qui è il gruppo che sta tenendo a galla la squadra. Dandogli fiducia e calore, il cemento da cui scaturiscono impegno e cuore potrebbe essere ancora più solido. Fermo restando che ci sarà comunque tanto da soffrire. E qui, il vero acquisto della Triestina in questa fase finale di campionato, può essere proprio il pubblico. Da quando almeno il Centro ha dato il via libera ai club e gli spettatori si sono attestati sulle 500 presenze, il Rocco ha cominciato a farsi sentire e guarda caso sono arrivati due successi dell’Unione nei quali l’incitamento dagli spalti ha avuto la sua importanza. Mettendo da parte il passato, e riponendo nel cassetto dissidi anche chi finora è stato scettico o perplesso dovrebbe decidersi e sostenere la squadra allo stadio, se davvero tiene alla Triestina. Le scuse per il Carnevale e per l’acquazzone, non possono valere per sempre.

Ore 22.10 – (Corriere delle Alpi) Belluno, che carattere! Sotto di un gol, con un rigore sbagliato alle spalle e senza Bertagno in campo, i gialloblù sono riusciti a conquistare un punto d’oro in casa dell’Este. È stata una partita piena di emozioni, i padroni di casa avrebbero potuto vincerla, come perderla, e alla fine il pareggio è il risultato più giusto. «Siamo stati bravi a crederci, non dimentichiamoci che stavamo giocando contro una squadra forte che merita la classifica che ha – spiega Simone Bertagno – tornare a casa con un punto va più che bene, è un risultato importante e da continuità a quello che stiamo facendo. In campo si sono affrontate due belle squadre, loro come sapevamo si sono dimostrati forti, noi siamo stati bravi però a tenere la mentalità giusta e a non mollare». I sette punti in classifica di distacco tra Este e Belluno sono reali? Anche se voi avete comunque una partita in meno. «Non saprei dirlo, alla fine della stagione vedremo chi avrà fatto meglio. Sicuramente lotteremo fino alla fine per i playoff con loro e con la Virtus Vecomp». Come stai? Il colpo subìto alla gamba ti ha costretto alla sostituzione. «Ho preso una ginocchiata quadricipite, ma è solo una botta. Oggi fa parecchio male come immaginavo, spero però in due o tre giorni che mi passi così da permettermi di allenarmi regolarmente». Este e Belluno hanno giocato su un terreno che ha messo in difficoltà entrambe. «Ci ha condizionato ma sinceramente pensavo peggio – spiega il metronomo del Belluno – quando siamo arrivati era pieno d’acqua, poi ha smesso di piovere e con il vento si è asciugato. In ogni caso entrambi abbiamo espresso un bel gioco». Paolo Pellicanò recuperato. Il terzino del Belluno è subentrato ad inizio secondo tempo dimostrando di aver finalmente smaltito l’infortunio subito in trasferta contro il Fontanafredda il 17 gennaio. Sarà completamente arruolabile per il match casalingo contro il Giorgione. Chi invece ha cominciato la riabilitazione è Stefano Mosca, operato undici giorni fa al menisco sinistro. Il terzino agordino ha ricominciato in questi giorni a camminare senza stampelle e l’obiettivo è di rientrare per sabato 12 marzo, per il derby contro il Ripa Fenadora. Obiettivo difficile, ma non impossibile. Tra cinque giorni tutti al Polisportivo. Domenica il Belluno ospita il Giorgione, squadra in piena lotta salvezza e per questo molto pericolosa. Nel turno successivo i gialloblù andranno a Nereo Rocco di Trieste per affrontare la formazione alabardata. Fino a lunedì 22 sono aperte per tutti i tifosi le iscrizioni alla corriera per partecipare alla trasferta. Per maggiori informazione e per prenotarsi chiamare o recarsi alla segreteria del Belluno in Piazzale della Resistenza.

Ore 21.40 – (Gazzetta di Reggio) E iniziata ieri la settimana di allenamenti per la truppa di Alberto Colombo attesa dall’insidiosa trasferta di Meda sabato (ore 15) contro il Renate degli ex Matteo Solini e Damien Florian. Sarà la prima volta nella storia granata allo stadio “Città di Meda” proprio in un momento di buona dei nerazzurri brianzoli mentre la Reggiana sembra essersi inceppata nelle ultime due uscite, Se non dovessero arrivare i tre punti nel prossimo turno i sogni di gloria per Arma e compagni sono destinati a svanire con lagro anticipo. Tra le note positive ci sarà il ritorno in difesa di Alessandro Spanò, mentre gli altri colleghi di reparto De Biasi e Parola, saranno ancora out per infortunio. Ieri mancava all’appello anche Nicholas Siega, uscito malconcio dalla sfida col Mantova: ha lavorato in palestra insieme a Paolo Frascatore ma per entrambi si tratta solo di una botta, a giorni si uniranno al gruppo. Arma invece non era al meglio per una ginocchiata patita col Mantova ma ha stretto i denti e si è allenato regolarmente mentre Ceccarelli si è procurato una distorsione alla caviglia sinistra nei primi minuti e si è fermato a scopo precauzionale. Maltese e Nolè hanno usufruito di un permesso e torneranno oggi a disposizione per la doppia seduta: mattino in palestra al Fit Village e pomeriggio in via Agosti, pioggia permettendo (ore 14.30).

Ore 21.30 – (Gazzetta di Reggio) Il pubblico è tornato allo stadio per tifare Reggiana e così i biglietti venduti rappresentano una voce di bilancio sempre più importante nella scorsa e in questa stagione: nel 2015 i proventi del botteghino sono arrivati ad essere il 13,8% dei ricavi totali, mentre nel 2014 la stessa voce valeva il 6,4%. Un deciso balzo in avanti. In compenso nel 2015 i diritti televisivi sono diventati trascurabili, 0,8% contro il 7,7% della passata stagione (prima erano corrisposti dalla Rai mentre ora da Sportube). La fetta delle sponsorizzazioni e della pubblicità è salita dal 23,6 al 36,4% del totale dei ricavi. I contributi federali sono saliti dal 9,5 al 21,8% grazie al fatto che la Reggiana ha messo in campo molti giovani. Per quanto riguarda i costi si segnala quello per gli affitti, che ora rappresentano l’8,3% del totale contro il 5,5 del 2014. In crescita anche l’incidenza del costo del personale: 46,4% del totale delle uscite a fronte del 41,8% precedente. I compensi contrattuali ai calciatori nel 2015 hanno comportato un esborso di un milione 466 mila euro, 215 mila euro in più di quelli messi a bilancio nel 2014. Per i sei allenatori al servizio delle squadre granata il costo è stato di 202 mila euro, 14.500 euro in meno dell’anno prima.

Ore 21.20 – (Gazzetta di Reggio) I sogni di promozione costano. Gli investimenti per rendere la Reggiana competitiva hanno riportato entusiasmo intorno alla squadra e accresciuto in modo significativo alcune voci di bilancio, a partire dai ricavi dei biglietti e delle sponsorizzazioni. Ma Il bilancio 2015, approvato a metà dicembre, si è chiuso con una perdita di un milione e 314 mila euro, la più consistente degli ultimi cinque anni, ripianata personalmente dal presidente Stefano Compagni e soci, che sono responsabili di questo risultato solo in minima parte dato che il nuovo assetto societario risale alla scorsa estate. IL NODO DELLO STADIO Nella passata stagione si era registrato un utile di 160.796 euro, dovuto però a circostanze straordinarie, cioè l’acquisto dello stadio da parte di Mapei Stadium. La questione dello stadio è fondamentale per comprende le dinamiche economiche della società. Nel bilancio 2014 la Reggiana aveva incassato dal Sassuolo 867 mila euro per l’affitto: da quest’anno le parti si sono invertite e sono i granata a dover versare 250 mila euro per giocare all’ex Giglio. Complessivamente i granata spendono 411 mila euro per le locazioni, tra cui 57 mila euro alla Curia per i campi di via Agosti. «La stagione 2014/2015 ha visto il ritorno della Reggiana tra le compagini di vertice della Lega Pro dopo anni di risultati altalenanti e ben al di sotto delle aspettative – si legge nel bilancio -. Dal punto di vista dei risultati sportivi è stata un’annata che ha regalato grande soddisfazione al pubblico che finalmente è ritornato numeroso alla stadio. Proprio con riferimento allo stadio si segnala la stagione 2014/2015 è stata la prima annualità del contratto di affitto con Mapei Stadium». INVESTIMENTI Come detto questi risultati non sono arrivati gratis. «Dal punto di vista dei risultati economico-finanziari si registra un ritorno alla perdita frutto degli investimenti fatti nel parco giocatori della prima squadra ed anche del settore giovanile». Quest’ultimo negli ultimi anni è stato via via potenziato fino a contare alla data di chiusura del bilancio oltre 220 atleti. COSTI IN CRESCITA I buoni risultati sportivi hanno permesso di ottenere un significativo incremento dei proventi derivanti dalla vendita dei biglietti ed una maggior raccolta pubblicitaria. Analizzando il bilancio emerge come molte voci siano nettamente migliori nel 2015 rispetto all’anno precedente: dati che dimostrano una maggiore attrattività del marchio Reggiana. «Ciò non è tuttavia bastato a controbilanciare l’incremento del costo del lavoro e l’esito negativo di operazioni di mercato sui diritti pluriennali dei calciatori». Nel 2015 la vendita dei biglietti delle partite ha fruttato 517.523 euro, contro i 263.398 della passata stagione: un incremento pari a oltre 254 mila euro (+96%). Le sponsorizzazioni sono salite a un milione e 61.844 euro, erano 842.150 nel precedente esercizio. Lo sponsor tecnico quest’anno ha pagato 75.714 euro per l’acquisto del diritto ad apporre il proprio marchio sulle divise da gioco ufficiali della società. I proventi da altre sponsorizzazioni pari ad euro 986.130 si riferiscono ai corrispettivi dei contratti con sponsor istituzionali, fornitori ufficiali e tecnici e partner commerciali, sponsor di maglia oltre a sponsor per il settore giovanile (qui Vavassori ha investito 500 mila euro). PIU’ CONTRIBUTI In aumento del 108% anche i contributi federali erogati dalla Lega Nazionale Professionisti per il minutaggio dei giovani calciatori e il settore giovane: si è arrivati 818 mila euro contro i 393 mila precedenti. Si segnala anche la crescita dei proventi pubblicitari della cartellonistica dello stadio, 302.000 euro contro i 132.850 del 2014. Il merchandising e il Regia Camp hanno fruttato 72.402 euro (24.702 nel 2014). Crollano invece i diritti televisivi: erano 317.130 quelli versati dalla Rai nella passata stagione e sono scesi ai 28.272 di Sportube. Nel 2015 i ricavi sono stati di tre milioni 228.318 euro, 632 mila in meno rispetto alla scorsa stagione, dove però il Sassuolo pagava un consistente affitto per lo stadio. I debiti della società sono aumentati di 573.000 euro: sono arrivati a 3,5 milioni di euro contro i quasi 3 della passata stagione. L’indebitamento verso le banche è di 874mila euro, quello tributario di 846mila. La società deve 756 mila euro ai fornitori e 190mila ai soci.

Ore 20.50 – (Gazzetta di Mantova) Dopo due giorni di riposo seguiti al pareggio di Reggio Emilia, questa mattina (ore 11) il Mantova riprenderà gli allenamenti al “Dante Micheli” in vista della gara in programma domenica (ore 15) al Martelli contro il Cuneo. I fari sono puntati ovviamente sui tanti giocatori acciaccati che hanno dovuto saltare la trasferta di sabato. Si tratta di Masiello, Zammarini, Tripoli, Lo Bue e Cristini, tutti alle prese con noie muscolari di lieve entità. La speranza è di recuperarli tutti o quasi per lo scontro diretto con il Cuneo, ma la situazione andrà ovviamente monitorata giorno per giorno. Così come quella di Ruopolo, che a Reggio Emilia è andato in panchina per onor di firma. In settimana mister Javorcic e Graziani dovranno anche valutare l’attaccante tedesco Mattia Maggio, che dalla settimana scorsa si sta allenando in prova con i biancorossi. A giorni dovrebbe essere presa una decisione sul suo eventuale tesseramento.

Ore 20.40 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova da qui a fine stagione si giocherà in dodici partite le sue chance di salvezza. E ben 7 di questi confronti saranno giocati al Martelli contro Cuneo, Padova, Bassano, Cittadella, Pavia, Pro Piacenza e Albinoleffe. Per i biancorossi potrebbe essere un bel vantaggio, anche perché al loro fianco avranno un pubblico che nonostante il terzultimo posto in classifica dell’Acm ha pochi eguali in categoria (vedi tabella fonte stadiapostcards.com) e che nei momenti cruciali ha sempre dimostrato negli anni di saper tirar fuori “prestazioni” da fuoriclasse. Il problema è che finora la squadra, anziché far valere il fattore campo, ha dimostrato di soffrire gli impegni interni, toppando clamorosamente tutti gli appuntamenti più importanti. Scorrere il ruolino di marcia del Mantova davanti al suo pubblico (vedi ancora tabella) è sconfortante: 2 sole vittorie, di cui l’ultima il 18 ottobre, tre pareggi e ben cinque sconfitte, per un misero bottino di 9 punti, con appena 7 gol all’attivo e 14 al passivo. Peggio – di poco – hanno saputo fare soltanto Renate (8) e Pro Patria (7). Ora la tendenza va assolutamente invertita, perché in caso contrario la lotteria dei playout sarà inevitabile. Domenica (ore 15) in programma c’è lo scontro diretto con il Cuneo e di certo il popolo biancorosso non mancherà all’appuntamento, anche grazie a un’iniziativa della società che ha offerto il biglietto gratis per questa partita a coloro che hanno acquistato il tagliando per Mantova-Cremonese. Gli interessati dovranno soltanto presentarsi al Mantova Point con il biglietto del derby e un documento d’identità per ritirare gratis il ticket per domenica. Questi gli orari di apertura del negozio: giovedì e venerdì dalle 16.30 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 13.30. Se tutti (o quasi) i tifosi aderiranno, anche contro il Cuneo sugli spalti del Martelli ci saranno circa tremila persone. Numero che quasi tutte le altre piazze del girone A di Lega Pro possono soltanto sognare e che ribadisce ancora una volta la straordinaria passione della piazza nei confronti della sua squadra. Una passione che va oltre i risultati deludenti, oltre le topiche societarie, oltre ogni tipo di polemica o promessa non mantenuta. E che meriterebbe gioie enormi ma si accontenterebbe perfino di una salvezza sofferta in Lega Pro.

Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il “nuovo stadio” per Pordenone non è un argomento nuovo. Se ne parla dai primi anni Novanta. L’exploit dei ramarri sembra averlo fatto diventare un’urgenza. Come farlo, dove farlo, quando farlo? Risponde con grande realismo Sergio Bolzonello. «Di chiacchiere – esordisce – ne possiamo fare tante. La verità è che abbiamo solo tre scenari possibili. Non ce ne sono altri». BOTTECCHIA – «Possiamo – riprende il vicepresidente regionale – ristrutturare quello attuale. È fattibile. La vecchia tribuna coperta può essere risistemata e ampliata. Così come si può intervenire sulle gradinate. Sarebbe un’operazione tipo Udinese». E Portogruaro. «Anche a Pordenone – va avanti – lo stadio è di proprietà del Comune, che lo dà in concessione alla società per 99 anni. La proprietà fa i lavori e realizza un impianto, che però non credo possa superare facilmente i 7 mila posti». Basterebbero. COMPRENSORIALE – Poi Bolzonello esce dal comune. «Della seconda soluzione si parla da una trentina d’anni – sorride -: è lo stadio comprensoriale. Ne abbiamo già uno a Fontanafredda, il Tognon, sul quale basterebbe operare interventi meno importanti rispetto al Bottecchia. Farlo diventare lo stadio di tutti. Ci si scontrerebbe però con problemi di campanile, non risolvibili facilmente». DI PROPRIETÀ – «La terza via – continua l’ex sindaco – è quella che preferisco: un’iniziativa totalmente privata. Un gruppo d’imprenditori, fra i quali Lovisa e soci, si mette insieme per finanziare un impianto ex novo. Che a mio avviso non andrebbe fatto in Comina, ma vicino allo svincolo dell’A28, per non creare ulteriori problemi di viabilità. Uno stadio da utlizzare anche per spettacoli, concerti e animazione, vivibile ogni giorno dalle famiglie. Un impianto di sport e spettacolo ad alto livello, che grazie all’indotto legato a palestre, centri wellnes e servizi di medicina sportiva, diventi fonte di business». E quindi allettante anche per gli industriali, che oggi si sfilano. «Per realizzarlo – puntualizza – si potrebbe accedere a fondi di rotazione pubblici, che poi però andrebbero completamente restituiti. Quindi sarebbe una soluzione totalmente privata, senza peso per i contribuenti». MODALITÀ – Per passare dalle parole ai fatti? «Sono tutte tre – risponde Bolzonello – strade percorribili. Si tratta di mettere insieme Pordenone (Lovisa, ndr), imprenditori interessati e Pubblica amministrazione (Regione e Comune). L’iniziativa deve partire dalla società. Mauro Lovisa è un imprenditore che guarda lontano: quando il Pordenone era in Promozione, lui parlava già di B. Ci arriverà di sicuro – prevede l’amico -. Forse non quest’anno, ma credetemi, ci arriverà. E con lo stadio giusto».

Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Stadio e serie B, ci sarebbe la soluzione d’emergenza. E mentre si sprecano i progetti (per ora teorici) sulla realizzazione di un nuovo impianto moderno e tecnologico, il caro vecchio Bottecchia continua a essere l’indiziato numero uno per ospitare le gare del Pordenone anche in caso di promozione tra i cadetti. In primo luogo perché il piano del presidente Lovisa prevede il salto in tre anni (pochi, per vedere già costruito un nuovo impianto); poi perché l’investimento sarebbe notevolmente più abbordabile rispetto all’esborso necessario per un nuovo stadio. Ma, come già ribadito, oggi il velodromo non potrebbe ospitare una gara di B. RISTRUTTURAZIONE – Ecco, allora, che tornerebbe più che utile il modello Portogruaro. Non si parla, ovviamente, delle sorti economiche del club granata, sprofondato tra i dilettanti. Quella è un’altra storia e a oggi il Pordenone non rischia nemmeno lontanamente di ripercorrerla. Qui si parla soltanto dello stadio, che come il veneto Mecchia è un velodromo, e che per ospitare le gare cadette nel 2010 si era rifatto il trucco. Come? Aggiungendo le tribune prefabbricate alle spalle del velodromo. La stessa operazione sarebbe possibile al Bottecchia. L’area più indicata per aumentare la capienza fino a 5 mila posti (è la richiesta minima della Lega per la serie B) è quella che guarda in faccia il parcheggio Candiani. Lì, eliminando un campo dal calcetto, sarebbe possibile piazzare il basamento per una tribuna che costeggerebbe il velodromo, riuscendo a ospitare una sorta di curva. La tribuna centrale del Bottecchia potrebbe inoltre, sullo stesso lato, ospitare un prolungamento (sempre prefabbricato), in grado di contenere centinaia di persone e di offrire l’ultimo step all’aumento di capienza. Costo stimato dell’operazione: circa un milione di euro. IL CREDITO – C’è però chi spinge ancora per il nuovo stadio. È il caso di Giuseppe Pedicini, consigliere comunale pordenonese e primo tifoso della soluzione A, quella che guarda al futuro. «Parlare solamente di un campo di calcio – spiega – è riduttivo. Il progetto dovrebbe prevedere, come accadde 20 anni fa, un impianto polifunzionale, che nella “pancia” ospiti negozi, palestre, cinema e intrattenimento». Una specie di centro commerciale, con il prato verde al centro. «In questo modo – prosegue – gli imprenditori privati, che ora non sono interessati, potrebbero trovare conveniente l’investimento». L’area buona? «Certo non si trova a sud di Pordenone, dove il terreno è alluvionale e non lo consente. Il nuovo stadio dovrebbe sorgere a nord, nell’area di proprietà della Cimolai che doveva ospitare il carcere – è la tesi -. Tra l’altro potrebbe essere un buon assist per convincere il privato a realizzare l’impianto sul suo terreno. La ristrutturazione del Bottecchia? Non si dovrebbe più spendere nulla per quell’impianto. Lo si è già fatto, meglio guardare al futuro. A disposizione – conclude Pedicini – ci sono 80 milioni del credito sportivo, utili sia a ristrutturare l’esistente che a realizzare il nuovo».

Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ci sono giocatori che al gol, massima espressione di gioia dello sport più amato, preferiscono gli assist, simboli di altruismo e fantasia, così come d’intelligenza applicata allo sport. E il super Pordenone di Bruno Tedino non poteva essere indietro, in questa speciale statistica. Dei 33 centri dei neroverdi, ben 24 sono arrivati in seguito a un’assistenza da parte di un altro giocatore. Il nome che eccelle è quello di “Veleno” Cattaneo. È lui il miglio assist-man dei ramarri, l’uomo che oltre al gol spaziale segnato all’Azzurri d’Italia di Bergamo è stato in grado di confezionare più “regali” ai compagni. Ecco i numeri. Luca Cattaneo ha messo a referto ben 5 assist: per De Cenco (in Pro Patria-Pordenone), Mandorlini (in Giana-Pordenone), Finocchio (in Pordenone-Pro Piacenza), Strizzolo (in Albinoleffe-Pordenone) e sabato scorso per Buratto (in Pordenone-Pro Patria). A quota tre seguono Pederzoli, Mandorlini e De Cenco (oggi al Trapani), a due Buratto e Strizzolo. Un assist ciascuno per Berardi, Cosner, Filippini (problema muscolare per lui, a forte rischio in vista di sabato), Finocchio, Pasa e Valente. Tre i gol su punizione, tutti realizzati da Pederzoli, mentre nessuno è andato a segno su rigore. Annullata l’amichevole di domani ad Arzene con il Valvasone Asm. Intanto, sempre in LegaPro, il Lumezzane ha scelto Antonio Filippini per la panchina.

Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Braveheart contro Camillo Benso, conte di Cavour. È la sfida che andrà in onda sabato (20.30) allo Zini di Cremona. Rossitto contro Tedino. Passato contro presente e futuro (visto il prolungamento del contratto sino al 2018) del Pordenone. Due modi di fare, allenare e comunicare totalmente diversi. Fabio è condottiero che scalda i cuori, scatena l’orgoglio, lancia in resta arringa i suoi uomini prima della battaglia. E poi, in testa davanti a tutti, li guida allo scontro. Bruno è il generale che dall’alto del suo posto di osservazione impartisce gli ordini ai luogotenenti e guarda le truppe muoversi sullo scacchiere. Uno che non lascia nulla al caso. Conosce tutto di ogni singolo avversario, studia ogni mossa in anticipo e la fa ripetere cento volte in addestramento ai suoi soldati. Il popolo neroverde li ama entrambi. Almeno sino a venerdì, quando saluterà, sventolando i vessilli neroverdi, l’esercito naoniano in partenza per la conquista del castrum sul Po. VINCERE LA GUERRA – «Non sono quei 4 giocatori importanti che ti fanno vincere – afferma Tedino -, ma la squadra intera. Noi siamo arrivati sin qui (secondo posto, terzo attacco, 6 vittorie consecutive e 450’ d’imbattibilità) perché ciascuno è disposto al sacrificio per il bene del gruppo e si mette al servizio della squadra. Chi resta fuori tifa per chi è in campo. Chi esce non mugugna. Chi entra è pronto subito a dare il suo contributo. È questa la nostra forza». La forza di uno staff finalmente completo (assistenti, preparatori, fisioterapisti, medici), che mai in passato il Pordenone aveva avuto. Tutti collaborano in armonia, trasmettendo ai giocatori serenità professionale. Senza eccessi. Senza schiamazzi. Da College inglese. Così durante la settimana, così in campo nel fine settimana. LA CONCESSIONE DI BRUNO – Il popolo neroverde vede solo il risultato finale sul campo, dove i ramarri si muovono in sincronia, rispettando gli spazi. Ogni mossa è organizzata e ogni contromossa dell’avversario già studiata e prevista. Sei vittorie di fila costruite sull’organizzazione. Sei vittorie che hanno infiammato i supporter, attirato l’attenzione della città, suscitato la curiosità dei media nazionali. Tutti parlano di Pordenone in B. «È naturale – commenta Tedino – che dopo questa striscia i tifosi sognino. È bello, giusto e utile. La squadra trascina il pubblico, che trascina la squadra. Basta non perdere contatto con la realtà. Solo se sapremo mantenere i piedi per terra riusciremo a scalare la montagna sino in cima». Braveheart e i suoi aspettano di veder spuntare i vessilli neroverdi. Sui volti i segni grigiorossi propiziatori per lo scontro imminente. Cuore contro testa.

Ore 18.50 – (Messaggero Veneto) Ci sono anche buone garanzie tecniche per disputare la serie B, qualora il Pordenone riuscisse nel miracolo. Un esempio su tutti: l’Inter, dopo l’ottimo esperimento con Pasa, sarebbe già pronta a “spedire” al De Marchi alcuni talenti di proprietà che faticano a emergere. Stiamo parlando della società col miglior settore giovanile in Italia, che quindi può mandare a rilanciarsi prospetti di valore assoluto. Uno potrebbe essere Romanò, centrocampista classe ’93, quest’anno oggetto misterioso al Renate ma giocatore di qualità assoluta: nel 2011, con Stramaccioni, fu il miglior giocatore dell’Inter Primavera vincitrice della Champions League dei baby, la NextGen. Non solo Inter, tuttavia. La società neroverde ha intessuto ottimi rapporti pure con altre grandi società italiane. L’altro esempio arriva dalla Juventus, vedi Beltrame (che è ancora ai box): da Torino hanno detto “sì” al trasferimento in Lega Pro – all’inizio rifiutato – perché si fidavano visto il buon lavoro fatto sinora con i giovani. Merito di tutto questo, oltre che del tecnico Bruno Tedino, di Giorgio Zamuner, il consulente di mercato dei “ramarri” che ha contatti e buoni uffici in tutta l’Italia calcistica. Qualora si dovesse verificare il grande salto, dunque, il Pordenone avrebbe delle carte da giocarsi perché, tra i vari aspetti, può portare in neroverde molti talenti da valorizzare a basso costo. In generale potrebbe vivere in una categoria di alto livello perché ha idee. Lo si è visto già quest’anno: se non ci fossero state, mai si sarebbe potuto parlare di serie B col budget di inizio stagione.

Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) Quello striscione – esibito in una zona insolita dello stadio, la tribuna – è stato portato ieri al De Marchi. “Grazie ragazzi, grazie mister: primo obiettivo centrato”: questo il messaggio messo nero (verde) su bianco e appeso al centro di via Villanova di Sotto dallo storico supporter, Pablo, presente sugli spalti del Bottecchia da diverse decine di anni. Una cosa è ormai sotto gli occhi di tutti: si fa sempre più forte il legame tra la città e la squadra. Un aspetto testimoniato dai 1.400 presenti sabato al Bottecchia e dal numero crescente di pordenonesi che si recano quotidianamente al De Marchi. Adesso i tifosi stanno organizzando la trasferta di Cremona, dove sabato sono previsti almeno quaranta cuori neroverdi, che sperano di poter cantare pure allo Zini quello che ormai, vista la raffica di vittorie, sta diventando un vero tormentone sugli spalti e sul web: «Anche stasera festa verdenera».

Ore 18.10 – (Messaggero Veneto) Il Cittadella, all’ultimo istante, ha battuto il Pavia e ha così mantenuto le distanze. Il Pordenone, anche dopo l’ultima gara della quinta giornata di ritorno, è rimasto a 7 punti dalla capolista del girone A di Lega Pro. Un margine incolmabile? Non è detto. I “ramarri”, infatti, sperano di fare come il Portogruaro del 2010, quando ottenne la serie B nonostante le 7 lunghezze di distanza dall’Hellas Verona a metà febbraio. La stessa situazione di adesso. E’ lungo il campionato, e ci sono ancora tutti gli scontri diretti da giocare. Come ha detto Tedino in sala stampa, «il bello viene ora». In un contesto del genere tutti hanno qualcosa da guadagnare. Meglio premettere una cosa, visto che si sta parlando di Portogruaro. Quando si citano i granata, infatti, tutti pensano a come finì quella squadra, fallita al termine della stagione successiva in serie B e costretta a ripartire dalla Promozione. Questo Pordenone è diverso. Rispetto ai veneziani, può contare su una struttura societaria solida, un presidente-proprietario che ha un’azienda che funziona (la Vitis, al contrario della Mio, allora in declino) e, in particolare, un centro sportivo dove potersi allenare. Il Portogruaro di quegli anni, per chi non lo ricordasse, si allenava cambiando campi in continuazione lungo la provincia, sconfinando anche nel Pordenonese, specialmente sul terreno di gioco del Condor ad Azzano Decimo. C’è inoltre la precisa volontà societaria di salire in serie B. Il presidente Mauro Lovisa, prima ancora di questo exploit, ha sempre dichiarato di volere la cadetteria nel giro di tre anni. L’ha ricordato anche il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello all’indomani del successo sulla Pro Patria: il numero uno neroverde, ha ribadito, quando rilevò il club nel 2007 lo fece solo per una prospettiva di calcio di alto livello. Non per vivacchiare tra Eccellenza e serie D. C’è da sudare ancora per arrivare al sogno, ma il precedente fortunato – sportivamente parlando – del club confinante fa ben sperare. L’Hellas, quell’anno, sembrava destinato alla B. Poi il crollo. Berrettoni, in riva all’Adige quell’anno, se lo ricorda bene: il sorpasso all’ultima giornata del “Porto” maturato grazie alla vittoria al Bentegodi. Questo Cittadella corre veloce, ma il Pordenone delle sei vittorie di fila c’è e vuole provare a fare il miracolo.

Ore 17.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Dire che Stefano Sottili fosse furioso sabato dopo la rimonta del Cuneo forse è persino un eufemismo. Se si dovesse tracciare un’identikit del modo perfetto per buttare due punti, riguardare quanto accaduto in Piemonte dovrebbe essere un must, perché il Bassano era avanti di due gol e in totale controllo. Eppure qualcosa si è inceppato all’improvviso, apparentemente in modo inspiegabile, con il 2-2 arrivato in pieno recupero a gelare il sangue ai tifosi e ai giocatori in campo. «Non so se sono più arrabbiato per i gol concessi — tuona l’allenatore giallorosso — o per quelli che non abbiamo segnato. Non siamo stati bravi nella gestione della gara, perchè una squadra con le nostre qualità avrebbe dovuto gestirla diversamente. Paradossalmente loro hanno tirato maggiormente in porta nel primo tempo. Abbiamo la consapevolezza di aver buttato due punti, anche se i ragazzi hanno messo il cuore c’è mancata la forza di chiudere la gara. E’ un brutto colpo, a livello morale volevamo dare continuità alla vittoria contro il Sudtirol, ora dobbiamo già cercare di voltare e pensare alla gara di sabato prossimo». In pubblico, dunque, Sottili è stato molto attento a non affondare il colpo contro la squadra, dentro lo spogliatoio, invece, i toni usati (e lo si può capire) sono stati ben diversi. Un peccato, perché le scelte di Sottili erano parse a dir poco azzeccate, come per esempio il lancio dal primo minuto di Matteo Momentè, che ha ripagato il suo allenatore già ai tempi di Varese con un gol e una prestazione tutta sostanza. «Abbiamo lavorato tutta la settimana con un solo obiettivo — evidenzia l’attaccante di Jesolo — volevamo prenderci i tre punti, invece ne abbiamo gettati via due… Dopo il raddoppio la partita sembrava incanalata, avremmo dovuto chiuderla, invece alcuni episodi l’hanno riaperta. La mia prima rete al Bassano? La gioia del gol è soltanto a metà, perché rimane il rammarico per questi punti persi». L’occasione per l’immediato riscatto è comunque già dietro l’angolo. Sabato pomeriggio al Mercante arriva la Giana Erminio, che di questi tempi non fa paura. I tre punti, mai come stavolta, sono obbligati.

Ore 17.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 17.00 – Qui Guizza: lavoro atletico finale.

Ore 16.40 – Qui Guizza: partitella finale, non ci partecipa Dionisi che lavora a parte.

Ore 16.20 – Qui Guizza: esercitazioni per il possesso palla, scende in campo anche Dionisi.

Ore 16.00 – Qui Guizza: si torna a lavorare sul campo. Assente Dionisi.

Ore 15.40 – Qui Guizza: lavoro sui gradoni mentre il centro sportivo Geremia viene sferzato dalla pioggia.

Ore 15.20 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento sotto ad una pioggia battente.

Ore 15.00 – Giudice Sportivo, entra in diffida Diniz. Un turno di squalifica per l’allenatore in seconda del Cittadella Edoardo Gorini.

Ore 14.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Nessun complotto contro di noi, Vicario ha fatto una brutta figura, il suo non è il pensiero del Venezia che comunque quando parla di arbitri non lo fa mai per cercare alibi». Dura presa di posizione dal ds Giorgio Perinetti e dalla società contro il suo 19enne portiere Gugliemo Vicario, il quale in sala stampa dopo l’1-1 con l’Abano si era sfogato «sono allibito, forse c’è un complotto perché non è possibile convalidare una rete così chiaramente irregolare. E intanto il Campodarsego ha pareggiato con due rigori». «Il ragazzo non si doveva permettere ed è stato ripreso. Ieri mattina se n’era già reso conto da solo, probabilmente la tensione della partita e la convinzione di aver subito un torto peraltro evidente nel pareggio avversario gli ha giocato un brutto scherzo. L’episodio è chiuso». Il club ha assicurato di pensare solo alla rimonta verso la Lega Pro e ha chiesto «alla squadra di isolarsi da ogni contesto che non riguardi espressamente l’attività agonistica». Il tema arbitrale pur non volendo resta caldo, anche perché ieri a Roma il ds, mister Favarin, capitan Soligo, il team manager Servi e il segretario Brendolin hanno presenziato all’incontro con i designatori di serie D Carlo Pacifici e Vincenzo Fiorenza. «Pubblicamente ho potuto sottolineare come il vero problema sia il metro, sospeso tra fiscalità e benevolenza, con cui gli arbitri applicano il regolamento – spiega Perinetti -. Abbiamo sempre parlato portando fatti ed episodi lampanti, tuttavia ripeto che il Venezia non cerca alibi. Nel nostro spogliatoio è affisso il credo «testa, cuore e gambe» del citì Antonio Conte, non di certo la foto di questo o quel direttore di gara». L’1-1 con l’Abano non ha consentito di avvicinarsi a -1 dal Campodarsego capolista. «Siamo stati poco brillanti e la stanchezza si è fatta sentire. Non sono preoccupato perché spero che la svolta arrivi presto». Domenica derby a Noale (ore 14.30) con la Calvi reduce dal ko di Dro e che domani recupera con la Virtus Vecomp: oggi ripresa al Taliercio solo per le riserve di due giorni fa, riposo invece per i titolari. Assente Acquadro a Roma con la Rappresentativa di serie D.

Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Un’occasione sciupata e il nervosismo cresce. Il Venezia domenica non è riuscito ad approfittare del pareggio del Campodarsego a Verona, pareggiando a sua volta al Penzo con l’Abano (1-1, gol di Modolo). La classifica rimane così invariata, i punti di distacco dalla capolista continuano ad essere tre. E in casa arancioneroverde si registra una notevole tensione, che traspare anche dalle parole dei protagonisti. Domenica il portiere Vicario al termine del match aveva protestato per il gol subito, ritenuto irregolare perché viziato da un fallo ai suoi danni. E aveva addirittura parlato di «complotto» contro il Venezia in favore del Campodarsego. Parole stigmatizzate ieri dalla società arancioneroverde, mediante una nota ufficiale. Il giocatore è stato redarguito per «l’espressione infelice», subendo il doveroso rimprovero dalla dirigenza, per l’uso di «un termine pesante, fuori luogo, che la società non condivide». Ma nella nota si chiarisce il contesto, alleggerendo la dimensione dell’episodio. E lo stesso ds Giorgio Perinetti precisa: «Teniamo conto della giovane età del ragazzo, era arrabbiato per aver subito un gol irregolare. Ma non possiamo non considerare quanto sta accadendo», ha rimarcato il dirigente che da tempo recrimina sulle decisioni arbitrali troppo spesso penalizzanti per il Venezia. Ieri Perinetti ha partecipato a un incontro federale con gli arbitri e anche in quella sede ha ribadito i concetti. «Ho riportato semplicemente un dato. Il Campodarsego finora ha subito una sola espulsione, noi sette. Di solito uno scarto simile c’è tra la prima in classifica e la dodicesima, non tra due squadre che si stanno alternando in vetta. Comunque – precisa Perinetti – non vogliamo alimentare tensioni, soprattutto con i giocatori. Con loro non parliamo di arbitraggi, anche se è difficile rispondere quando ci chiedono perché succedono certi episodi. Ma in spogliatoio non si parla di arbitri». Rimane la sensazione di aver sciupato un’occasione d’oro, visto il passo falso del Campodarsego dopo cinque vittorie consecutive. «Lo sappiamo bene – chiude il ds – ma venivamo da tre partite in sette giorni. C’era un po’ di stanchezza». Non a caso oggi mister Favarin riprenderà gli allenamenti solo con i tredici che domenica non hanno giocato, mentre gli altri (tranne Acquadro in Rappresentativa) riprenderanno solo domani.

Ore 14.10 – (La Nuova Venezia) Doveva essere un turno favorevole al Venezia, non lo è stato, nonostante la Virtus Verona sia riuscita a fermare il Campodarsego. Occasione sprecata? Sì, perché è il Venezia all’inseguimento. Non bisogna comunque perdere la calma, così il club arancioneroverde ieri ha smorzato i contenuti delle dichiarazioni postpartita del portiere Guglielmo Vicario, soprattutto il termine “complotto”, che sarebbe ordito alle spalle del Venezia. Si tratta di un’espressione chiaramente “infelice” e da “non condividere”, è la posizione ufficiale della società, anche se si deve “necessariamente contestualizzare e ridimensionare la sua dichiarazione”. «Erano trascorsi pochi minuti dal termine della gara» si legge nel comunicato diffuso ieri dalla società, «Vicario, classe 1996, arriva in sala stampa convinto di aver subito un torto, a caldo utilizza il termine “complotto”, un termine pesante, fuori luogo che la società non condivide». Vicario puntava soprattutto il dito sul fallo subìto, e non rilevato dall’arbitro, in occasione del pareggio dell’Abano Un’uscita poco felice da parte di Vicario che non poteva passare inosservata. Il portiere aveva poi sottolineato come, contemporaneamente, al Campodarsego impegnato a Verona fossero stati assegnati due rigori. «Pur comprendendo la reazione del giocatore dettata da un momento di sconforto e concitazione, la società ha prontamente provveduto a chiarire la questione con il proprio tesserato e ritiene quindi chiusa la vicenda». Incontro. E proprio ieri era in programma a Roma un incontro delle società di serie D con il designatore degli arbitri, Carlo Pacifici, il segretario della Lega Nazionale Dilettanti, Mauro De Angelis, e il coordinatore del Dipartimento Interregionale, l’avvocato Luigi Barbiero. Il Venezia si è presentato con il direttore sportivo Giorgio Perinetti, il team manager Alessandro Servi, il segretario Davide Brendolin, il tecnico Giancarlo Favarin e il capitano Evans Soligo. Acquadro. Tre giorni a Roma per Alberto Acquadro, il centrocampista arancioneroverde convocato dal commissario tecnico Augusto Gentilini, per il raduno da lunedì a domani della Rappresentativa di serie D. Allenamento sui campi dell’Acqua Acetosa, a Roma, chiusura domani (ore 14.30) con l’amichevole contro la Primavera del Latina. Giovani & scuola. Stamattina, nella nuova sede, il Venezia Football Club presenterà il programma del “Progetto Scuola 2016”, coordinato da Riccardo Bovo e Francesco Beltramelli. Ripresa. Mezza giornata di riposo in più per chi ha giocato domenica contro l’Abano, gli altri (tredici in tutto) riprenderanno oggi pomeriggio al Taliercio.

Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Archiviato il pareggio di venerdì sera a Pescara, il Vicenza ha ripreso ieri ad allenarsi al centro tecnico di Isola Vicentina e Pasquale Marino si ritrova ancora una volta a fare la conta dei presenti. Oltre a Thomas Manfredini che ha già chiuso la stagione a causa della rottura del tendine d’Achille destro, in difesa resta in forte dubbio anche Nicolò Brighenti che è rientrato a gennaio ma si è di nuovo fermato sette giorni fa a causa di uno stiramento al collaterale del ginocchio sinistro. E si considera che Lorenzo Laverone gioca da inizio stagione con problemi al ginocchio destro, si capisce come la situazione nel reparto arretrato sia precaria e che un rinforzo sarebbe molto utile. Lo staff tecnico già nell’ultimo giorno di mercato aveva contattato l’ex difensore della Reggina Daniel Adejo, svincolato dai greci del Kalloni ma dalla controllante Vi.Fin. era arrivato un parere negativo all’acquisto del difensore nigeriano. Il nuovo stop capitato a Brighenti ha probabilmente convinto i vertici a valutare la possibilità di tesserare uno svincolato e il Vicenza ieri ha chiesto nuovamente la disponibilità di vestire il biancorosso ad Adejo, che nel frattempo si sta allenando col club scozzese dell’Aberdeen. Il Vicenza nella tarda serata di ieri attendeva una risposta dal difensore nigeriano che, dopo la chiusura del mercato, era rimasto l’unico obiettivo possibile, considerando le norme vigenti sul regime di svincolo. In attesa di sapere se Adejo andrà a rinforzare la linea arretrata del Vicenza, tiene sempre banco anche la vicenda societaria che dopo la richiesta presentata il 30 dicembre corso dallo studio «Casa e Associati» di Vicenza all’Agenzie delle Entrate di rateizzare il debito Iva a quindici anni, non ha portato ad altre novità. La risposta, attesa per la metà di febbraio, potrebbe slittare ulteriormente dopo la richiesta di altra documentazione fatta pervenire in via Schio, e a questo punto pare chiaro che i vertici di Vi.Fin, attenderanno la risposta ufficiale dell’Agenzia delle Entrate prima di far valere il diritto di opzione, che scadrà a dicembre, sulle quote di Finalfa Srl che detiene la maggioranza delle azioni del Vicenza calcio. Nel frattempo però Vi.Fin, oltre ad operare un’azione di controllo sulla società biancorossa, sta anche lavorando per quello che potrebbe essere il Vicenza della prossima stagione, e a tal riguardo una decina di giorni fa Alfredo Pastorelli ha incontrato l’amico Giambattista Pastorello, ex presidente del Verona, e Pasquale Sensibile, ex direttore sportivo di Novara, Sampdoria e Mantova, che attualmente collabora con la Roma. L’incontro era finalizzato a proporre a Pasquale Sensibile il ruolo di direttore sportivo del Vicenza per la prossima stagione, ma il dirigente ha declinato l’offerta biancorossa, decidendo così di restare alla Roma.

Ore 13.10 – (La Provincia Pavese) «Il gol era sicuramente regolare, ma una terna arbitrale che riceve indicazioni dal cameraman non è mai capitato da nessuna parte». Il dg del Pavia Nicola Bignotti contesta la scelta del gol prima annullato, poi convalidato. «Non è la nostra ricostruzione, è andata così: il cameramen ha segnalato ai dirigenti del Cittadella, quindi hanno avvisato il terzo uomo che l’ha segnalato all’arbitro, che ha cambiato idea convalidando la rete. Siamo stati condannati dalla prova così. La vogliono fare in Uefa, beh, in Lega Pro c’è già». Il Pavia ha già contestato l’arbitro Giovani in precedenza. “E’ vero – dice Bignotti – lo abbiamo già segnalato alla Procura federale per un episodio increscioso accaduto a Bassano che non voglio ricordare ora. Ma ho trovato assurdo che il designatore ce lo abbia mandato. E con questi risultati, con il debutto della prova tv in una partita così delicata». E’ una sconfitta amara quella di Cittadella, perché contro la capolista il Pavia ha mostrato carattere e qualità di gioco. Senza Cesarini Ferretti e Sforzini hanno giocato con una perfetta intesa, con Ferro più largo e Sforzini davanti alla porta. Il mister del Cittadella Roberto Venturato rivendica la vittoria: «Quello contestato sicuramente era gol: ha sbagliato il segnalinee. Tutto sommato meritavamo di vincere – dice nel post partita – abbiamo giocato con la squadra sempre molto alta evmolto aggressiva. Certo, rischiavamo sempre con Ferretti e Sforzini, ma per le occasioni create il 3-2 ci sta. Ci hanno già annullato un gol contro il Mantova. Toglierci questo gol era veramente un’ingiustizia. Tornare sulla decisione strana, ma motivata perché gol regolare. Un errore nell’alzata. Mi dispiace, perchè crea questa situazione, il dato oggettivo che il gor era regolare, la partita l’abbiamo vinta giustamente anche se abbiamo concesso due o tre situazioni di errori gravi»

Ore 12.50 – (La Provincia Pavese) Nel finale da luna park, con occasioni da una parte e dall’altra, la bambolina la vince il Cittadella, mentre il Pavia torna a casa con lo sconforto di chi questa gara poteva certo perderla, ma anche vincerla, rilanciandosi così nella lotta per i play off. E invece si torna a casa con zero punti e una sconfitta arrivata con un gol, quello del 3-2 in pieno recupero, prima annullato dall’assistente per fuorigioco e poi convalidato dall’arbitro: c’è da dire che la decisione pare giusta, perché sulla linea di porta un azzurro tiene in gioco Iori che solissimo di testa appoggia in rete. E dire che l’azione che nel primo tempo aveva porta al primo vantaggio azzurro aveva dimostrato che Ferretti e Sforzini possono coesistere. Ma anche che la qualità di Carraro negli inserimenti è preziosa: su palla recuperata da Muscat, è lui che al volo dal limite dell’area imbecca Ferretti, la carezza a chiudere il triangolo chiama in causa l’ex Entella che scaraventa sotto la traversa. Peccato che lo 0-1resista una manciata di secondi, il tempo per il Cittadella di battere la ripresa del gioco e per Jallow di bersi Dermaku in un imprudente tentativo di anticipo: la volata del gioiellino dei granata si conclude con un rasoterra in diagonale che fulmina Facchin. Lo stesso Facchin che aveva salvato la sua porta in un paio di occasioni, prima di piede su Iori, al 16’, quindi 20’ in stile Nembo Kid sulla capocciata da vicino di Jallow. Il Pavia, schierato con un inedito (per Brini) 4-3-1-2 evidentemente con l’idea di annullare l’identico modulo avversario, gioca a contenere per poi provare a ripartire o sfruttare palle mal gestite dal Cittadella. Come al 12’, quando Ferretti calcia male una palla invitante su rinvio lungo, o come al 23’, quando Sforzini si avventa su un rinvio sbilenco della difesa granata ma il destro secco è smorzato dalle braccia di Alfonso. Nel complesso però la costruzione del gioco degli azzurri è arrancante, con Azzi che non sembra a suoi agio da trequartista. Il Pavia si affida più alla corsa di Marchi e agli inserimenti di Carraro, mentre più convincente e ragionata, anche se non del tutto incisiva, la manovra del Cittadella. E però il lampo che porta avanti il Pavia è sorprendente fino a un certo punto. Fatto l’1-1, il Cittadella non riesce a sfruttare l’inerzia a favore. Il secondo segnale della coesistenza possibile tra Ferretti e Sforzini arriva al 7’ della ripresa. Meraviglioso sinistro in girata del primo, con gittata di quaranta metri che serve al bacio Sforzini da solo in fuga verso il gol, ma aspetta troppo e si fa rimontare da Cappelletti che chiude in corner. Il bomber si rifà sull’angolo: testa di Dermaku in avvitamento all’indietro, Alfonso smanaccia sulla traversa con palla che cade sui piedi di Sforzini, l’1-2 è un gioco da ragazzi. Ancora l’accoppiata Ferretti in veste di rifinitore e Sforzini in quella di esecutore produce un altro contropiede che stavolta l’ex Entella gestisce bene, il cambio di gioco per Marchi porta al diagonale fuori. Dal possibile 1-3 si passa in un batter d’occhio al 2-2 sull’ennesima percussione di Jallow che sul fondo salta Foglio e mette al centro per il tocco vincente di Litteri di petto al 23’. Nella finale del match si va sulle montagne russe: palle-gol da una parte e dall’altra: Facchin salva miracolosamente in uscita su Zaccagni, poi Manconi prima fa il pelo alla traversa, poi con un rasoterra impegna Alfonso, che si supera sul gran sinistro in girata di Ferretti che pare già gol, al 40’. Ma nel folle finale torna alla carica il Cittadella con Sgrigna che svirgola a porta spalancata, con Litteri fermato ancora da Facchin e quindi con la beffa del gol prima annullato e poi convalidato . Che mazzata.

Ore 12.30 – (Gazzettino) Il Cittadella vince con il Pavia (quinto successo di fila), lo taglia fuori dalla corsa per il primo posto e riallunga a +7 sulle immediate inseguitrici. Tre punti conquistati con il cuore dopo una gara rocambolesca e densa di emozioni. Si gioca sotto una pioggia incessante, il terreno è scivoloso ma regge bene. In difesa torna Salvi mentre Nava si sposta a sinistra al posto di Benedetti. A centrocampo Schenetti è preferito a Zaccagni che aveva giocato a Piacenza. Confermato il duo d’attacco Litteri-Jallow. Proprio quest’ultimo è subito protagonista: scatta sul lancio di Cappelletti e un attimo prima di entrare in area è spinto da tergo da Malomo. Ci sarebbero gli estremi del fallo da rosso su chiara occasione da gol, l’arbitro Giovani non è però di questo avviso. Sono trascorsi appena 40 secondi. Il Cittadella fa la partita, il Pavia attende per ripartire, ma la squadra lombarda nei primi 20 minuti rischia di andare sotto in almeno un paio di circostanze. Dopo il colpo di testa di Chiaretti, centrale, al quarto d’ora Iori quasi da fondo campo mette in mezzo dov’è appostato Litteri, salva il portiere in angolo. Facchin è fortunato al 20′, o forse sarebbe meglio dire che si mangia un gol colossale Jallow, che da due passi di testa gli tira addosso. Perfetto il cross di Litteri, il Cittadella poteva tranquillamente trovarsi già in vantaggio. Si vede anche il Pavia al 23′ con Sforzini che impegna a terra Alfonso. Lo stesso centravanti ospite lascia il segno al 31′: Iori perde il pallone al momento di ripartire, dopo una serie di rimpalli e carambole la sfera arriva a Ferretti in area che appoggia per Sforzini, facile il tocco vincente sotto la traversa. Il Cittadella non si scompone e rimette subito le cose a posto: Jallow si beve Foglio e scarica un gran diagonale che fa secco Facchin. I granata tornano a pressare a tutto campo, il Pavia fatica a contenere tanta aggressività. Si rientra negli spogliatoi con il Cittadella che ha dominato i primi 45 minuti senza però riuscire a capitalizzare la grande mole di lavoro. È il Pavia, invece, a passare nuovamente in vantaggio, dopo il gran recupero di Cappelletti su Sforzini pronto a calciare a rete. Dall’angolo Dermaku gira di testa, Alfonso respinge corto, sul pallone arriva Sforzini tutto solo che appoggia nella porta sguarnita. Scaglia è in ritardo nella chiusura. La squadra di casa ha la forza di reagire anche questa volta e acciuffa il 2-2 (24′): discesa di Jallow e pallone scodellato sotto porta dove intervengono Litteri e Siniscalchi, è quest’ultimo a infilare il proprio portiere. I granata di Venturato vogliono la vittoria. Alla mezz’ora il nuovo entrato Zaccagni è tutto solo davanti al portiere bravo a respingere, quindi Sgrigna è rimpallato da Dermaku. Il colpo di testa di Litteri al 35′ finisce a lato, quindi è Ferretti a impegnare Alfonso in angolo. Il finale è davvero concitato. Sgrigna calcia sull’esterno della rete. Quasi allo scadere, su azione d’angolo, il gol partita firmato da Iori di testa. Dapprima l’arbitro annulla su errata segnalazione di fuorigioco da parte dell’assistente sotto la tribuna. Poi torna sulla decisione e convalida giustamente la rete: appostato sul primo palo, infatti, c’era Carraro che teneva in gioco tutti. E il Tombolato fa festa.

Ore 12.10 – (Gazzettino) La decisione dell’arbitro di convalidare il gol di Iori dopo averlo inizialmente annullato per fuorigioco, catalizza l’attenzione del dopo partita. Spiega il tecnico Roberto Venturato: «Una situazione analoga c’era capitata contro il Mantova sul gol di Coralli. Toglierci anche questo sarebbe stata una grande ingiustizia. La decisione del direttore di gara ha rimesso le cose a posto. Il motivo per cui arbitro e assistente sono tornati sulla decisione non ho avuto modo di chiederlo, perché sono subito dovuto andare alle interviste a bordocampo della Rai». Sulla partita continua: «Abbiamo vinto con merito anche se qualche amnesia ci è costata i due gol. Il Cittadella ha disputato un grande incontro per gran parte dei novanta minuti, concedendo poco ma bisogna essere più cattivi davanti e lasciare ancora meno spazi in difesa. Sforzini e Ferretti infatti sono giocatori che non sbagliano quando capita l’occasione. Noi dobbiamo migliorare per non dare all’avversario queste possibilità. Mi aspettavo che giocassero assieme, perché sono calciatori che possono coesistere, non so invece cosa possa essere successo a Casarini, un altro che avevo ipotizzato potesse essere della partita». Sull’episodio sorvolato dall’arbitro a inizio partita sul fallo di Jallow da parte di Molomo, Venturato spiega: «A mio avviso c’erano rigore ed espulsione per fallo su chiara occasione da gol». Il tecnico guarda avanti: «Bisogna lavorare molto e non mollare mai, abbiamo ancora margini di miglioramento e ogni partita sarà sempre più importante, da qui alla fine». Sull’uscita di Jallow: «Aveva i crampi, mentre Lora ha dovuto lasciare il campo perché aveva preso una botta alla caviglia». Iori è stato ammonito per proteste in occasione del suo gol: «Ritengo che l’ammonizione debba essere cancellata in considerazione della successiva decisione arbitrale». In vista del derby, conclude Venturato: «Sappiamo che è una partita molto sentita, che dovremo affrontare con grande rispetto dell’avversario. Per noi è molto importante, dovremo prepararla e saperla affrontare con la giusta determinazione». Il diggì Marchetti elogia la squadra: «Merita il mio elogio, ha dato tutto in campo, meritando la vittoria. E aggiungo un plauso all’arbitro per essere tornato sulla sua decisione, rendendo giustizia a un episodio chiave».

Ore 11.50 – (Mattino di Padova) All’ultimo minuto dei tempi regolamentari il Citta pesca il jolly che può valere mezza promozione in Serie B. Un gol da raccontare, perché è successo di tutto in quei concitati secondi: angolo di Sgrigna da sinistra, Litteri di testa allunga la traiettoria del pallone di testa e, sul secondo palo, sempre di testa Iori infila. L’arbitro Giovani – il peggiore in campo – accorre dall’assistente Campitelli (di Termoli) sotto la tribuna, il quale ha la bandierina alzata, segnalando un fuorigioco dello stesso capitano granata che non c’è, perché Carraro è lì, sul palo, a tenerlo in posizione regolare. Fitto conciliabolo fra i due, mentre Marchetti viene cacciato per proteste e i giocatori di casa non credono ai loro occhi. Il guardalinee ricostruisce l’azione con il direttore di gara e si corregge, ammettendo l’errore (forse consigliato, via radio, da qualcuno che ha visto le immagini alla tv): la rete è valida e l’incubo svanisce, fra le proteste stavolta degli ospiti. Finisce così una sfida intrisa di emozioni e brividi, infarcita di tanti errori (soprattutto da parte delle due difese), ma che conferma la forza della capolista, il cui vantaggio sulle inseguitrici Pordenone e FeralpiSalò rimane di 7 punti. Quattordicesimo successo stagionale (su 22 partite) e quinto di fila (su 5 incontri) nel girone di ritorno, dove la marcia della squadra di Venturato è impressionante. Botta e risposta. All’inizio l’inerzia della gara è tutta dalla parte della capolista, che reclama il rigore dopo soli 55 secondi per una spinta di Ghiringhelli al lanciatissimo Jallow, che l’arbitro neppure punisce, anche se il fallo (netto) era iniziato fuori area. La squadra di Brini è costretta a rimanersene rintanata nella sua metà campo, perché la manovra del Citta è avvolgente: Facchin è chiamato subito al superlavoro, su colpo di testa di Chiaretti (11’), su una conclusione di Jallow (12’) e poi ancora su Iori, che cerca di beffarlo sul primo palo (respinta di piede in angolo, 16’). La palla-gol per passare in vantaggio i primi della classe ce l’hanno al 20’: cross di Litteri dalla destra e Jallow, di testa, gira di testa a colpo sicuro, ma l’estremo difensore ospite è bravo ad evitare la beffa. Alfonso non è da meno, volando su un sinistro in diagonale dell’ex Azzi (23’), prima dei due gol, uno di seguito all’altro. Al 31’ Iori perde palla poco fuori dall’area, il Pavia riparte in modo frenetico, la difesa cincischia e Sforzini mette sotto la traversa da due passi. Sul rovesciamento di fronte Jallow salta Foglio nell’uno contro uno, entrando da destra e trafiggendo Facchin con un diagonale sul palo opposto (32’). Terzo sigillo personale, e secondo consecutivo, per l’attaccante del Gambia. Altro recupero. La ripresa è un concentrato di ingenuità ed emozioni. Dopo che Cappelletti rimedia all’ultimo sul lanciatissimo Sforzini (7’), l’ex bomber di Pescara e Virtus Entella fa centro, approfittando ancora una volta di una disattenzione collettiva della retroguardia padovana: Alfonso non riesce a smanacciare oltre la traversa un pallone colpito da Dermaku, e il centravanti è il più lesto a lanciarsi sulla sfera che danza sulla linea di porta, scaraventandola dentro (8’). Il Citta barcolla, ma ha carattere da vendere e al 23’ centra il nuovo pareggio: Jallow va via stupendamemte sulla destra e dal fondo mette sotto porta un pallone che toccano sia Litteri che Siniscalchi, con deviazione decisiva del difensore (23’). Da lì in avanti succede di tutto: una doppia occasione sprecata prima da Zaccagni e poi da Sgrigna (30’), con Facchin e la difesa lombarda che si arrangiano come possono, poi Alfonso si riscatta su Manconi e su girata diretta all’angolo di Ferretti (38’ e 40’). Sgrigna manca il 3 a 2 battendo da ottima posizione fuori di un soffio (42’), sino alla già ricordata azione che decide il match, con un gran bailamme in mezzo al terreno di gioco. Ora c’è il derby, ma questo Citta sembra inarrestabile. E ha una personalità indomita. Il Padova è avvisato.

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Giustizia è fatta. Dopo un finale concitato come quello del posticipo, nell’intervista post-partita a Roberto Venturato è inevitabile partire dalla fine. E il pensiero del tecnico del Cittadella è chiaro: «Ci avevano già annullato un gol identico, sullo stesso schema da calcio d’angolo, contro il Mantova, allora aveva segnato Coralli. La decisione dell’arbitro è stata strana, è vero, ma se non fosse tornato sui suoi passi sarebbe stata un’ingiustizia. La partita l’abbiamo vinta meritatamente, con una dimostrazione di grande carattere. Di occasioni da gol ne abbiamo create parecchie. In più, dopo neanche un minuto c’era un calcio di rigore per noi, con annessa espulsione del difensore, e non ci è stato concesso. Peraltro, anche l’azione che ha portato al momentaneo 2-1 del Pavia era viziato da una spinta su Iori a centrocampo». Nel nervoso finale si è assistito anche all’espulsione del d.g. Marchetti e all’ammonizione di Iori. «E quel giallo proprio non l’ho capito, visto che poi il gol è stato concesso. Spero solo che adesso gli venga tolto». A macchiare la vittoria restano le solite sbavature difensive. Riuscirà mai a evitarle, questo Cittadella che per il resto viaggia ancora spedito come un Tgv? «Abbiamo concesso due o tre occasioni da gol su errori gravi che dobbiamo evitare. Sono amnesie che ritornano. Stavolta sapevamo di avere di fronte un avversario con grandissime qualità in attacco, con elementi come Sforzini e Ferretti che hanno i mezzi per fare male. Per questo dico che dobbiamo imparare a essere più cinici, anche in difesa, concedendo meno opportunità. Se dobbiamo subìre gol, deve succedere perché sono bravi gli altri, non perché siamo noi a fare regali. Se riusciamo a tenere il controllo della partita, dobbiamo anche essere capaci di gestirla con più serenità». Rispetto alle attese Brini ha operato diverse modiche nel suo Pavia. Se l’aspettava così? «Mi aspettavo Ferretti e Sforzini entrambi in campo. Non so come mai invece non ci fosse Cesarini, mi attendevo pure lui (è rimasto fuori per un fastidio al ginocchio, ndr)». Ci parli delle sue scelte: Jallow è uscito subito dopo aver propiziato il gol del pareggio, come mai? «L’ho tolto perché era stanco, cominciava ad accusare i crampi». Anche Lora stava giocando bene… «Filippo è incappato in una piccola distorsione alla caviglia poco prima della sostituzione». Bonazzoli si è fatto valere in area avversaria. «Bonazzoli l’ho messo dentro per avere un elemento che sapesse tenere la palla vicino alla porta avversaria, ha fatto quello che gli avevo chiesto». E adesso vi tocca preparare il derby col Padova… «Sarà una partita da affrontare con grande rispetto dell’avversario e con determinazione. Sarà una gara importante per noi come per loro, dovremo giocarla, però, con la stesso spirito di tutte le altre: mettiamoci in testa che ogni match è una finale, è una sfida da dentro o fuori».

Ore 11.10 – (Corriere del Veneto) Vittoria di forza, grazie alla panchina, alla forza di una rosa extralusso e una volontà di ferro. Torna a +7 il Cittadella, batte il Pavia 3-2 e fugge via con una visuale sul derby di chi può quasi sedersi in poltrona a sgranocchiare popcorn. Piove e tira vento al Tombolato, la serata è di quelle in cui molti volentieri rimangono a casa seduti comodamente davanti alla tv. Brini cambia qualcosa rispetto alle previsioni della vigilia e sceglie il 4-3-1-2 a specchio rispetto allo schieramento della capolista, con Marchi e Carraro a girare attorno a Muscat e Azzi impiegato trequartista dietro al duo Ferretti-Sforzini. Venturato esclude Zaccagni, nonostante l’ottima prova di Piacenza e gli preferisce Schenetti, mentre la buona prova del Garilli permette a Jallow di guadagnarsi la conferma accanto a Litteri. Passano 40 secondi e la partita potrebbe già cambiare: Jallow lanciato a rete viene steso appena fuori area. A rigor di regolamento ci starebbe il fallo e, in questo caso, il cartellino rosso. L’arbitro, però, lascia proseguire fra le proteste del pubblico. Il Pavia gioca, ma dietro soffre terribilmente e solo per puro caso non subisce gol. Al 20’ Salvi pesca Jallow, che di testa costringe Facchin a un autentico miracolo. Intervento da applausi, che vale un gol oltre che una menzione speciale. Il Pavia cresce con il passare dei minuti, sfiora il vantaggio al 28’ con l’ex Azzi anticipato in extremis da Alfonso e timbra il cartellino con Sforzini, che chiude con un tiro sotto la traversa un’azione di sfondamento originata da un errore di Iori. Nemmeno il tempo di esultare che Jallow, largamente il migliore in campo, pesta sull’acceleratore e con uno splendido diagonale mette alle spalle dell’incolpevole Facchin. Due considerazioni: la prima è che la difesa del Pavia sembra un castello di cartapesta, la seconda è che il Citta non appena accelera sembra poter colpire. Ma ancora una volta è Sforzini a spostare gli equilibri: Alfonso (8’) salva su Dermaku, la palla arriva proprio all’ex Vicenza che non deve nemmeno fare fatica per siglare il 2-1. E dire che il Pavia, per il resto, non incanta. In difesa balla, a centrocampo talvolta (anche per le assenze di Bellazzini e Cesaretti) difetta in personalità. Il Cittadella rimane in agguato ma deve anche coprirsi per non rischiare di rimettere in moto il bomber pavese. A deludere, però, sono i suoi compagni di reparto, Azzi e Ferretti in particolare, abulici e senza mordente. E così, quando Marchi fallisce il 3-1 su assist di Sforzini lanciato a rete, la sensazione è che il match abbia ancora tanto da dire. Jallow sembra Gervinho, scherza ancora Foglio e innesca Litteri, a cui il pallone sbatte letteralmente addosso per il 2-2. A quel punto Venturato decide (perché?) di togliere il migliore campo, Jallow, per mettere Bonazzoli. Dentro anche Sgrigna, che al 31’ innesca Zaccagni, il quale però trova ancora un super Facchin sulla sua strada. Finale palpitante: due occasioni per il Pavia (Alfonso super, Ferretti e Anastasia pericolosissimi), una clamorosa per il Cittadella, con Facchin ancora una volta determinante con un’uscita di piede eccellente. Ma al 91’ accade l’incredibile: angolo di Sgrigna, torre di Bonazzoli e Iori segna da due passi di testa. Il guardalinee fra l’incredulità generale annulla per fuorigioco che non esiste, essendoci un difensore del Pavia appostato sulla linea. Marchetti viene espulso, l’arbitro ci ripensa e poi, giustamente, convalida. È 3-2, il Tombolato esplode, il Cittadella vola e vince ancora. Questa volta nel modo più rocambolesco possibile.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Tra i pregi della squadra c’è senz’altro la solidità difensiva: appena quattro sigilli incassati sotto la sua gestione. «A me piace che tutti e undici i giocatori partecipino alla fase difensiva, come anche a quella d’attacco, ed è questa la filosofia che cerco di trasmettere. Credo che in campo si veda ed è una delle nostre armi se stiamo facendo bene». Quando è arrivato al Padova si aspettava di centrare un filotto del genere? «Sinceramente no, dato che c’erano difficoltà oggettive. Ma questa squadra ha potenzialità per fare bene e sono stati bravi i ragazzi». Sul Gazzettino di ieri Diniz ha sottolineato che la sua bravura è stata quella di saper trasmettere concetti semplici e di essere un grande lavoratore sul campo. «Lo ringrazio, è molto importante avere giocatori che ti seguono. È un gruppo che si applica molto ed è sempre pronto a seguirmi, e questo mi dà una soddisfazione enorme». Tra l’altro sono arrivati anche cinque nuovi giocatori: Sbraga e De Risio che impiega sempre, senza dimenticare Sparacello, Finocchio e Baldassin. «Sono molto contento di tutti, sono ragazzi di grande avvenire. Acquisti azzeccati che hanno alzato la qualità della squadra, lo si vede anche in allenamento con la palla che viaggia più velocemente». Dodici giornate alla fine: un pensierino ai play off? «Dipende da noi. Per arrivare ad alti livelli devi fare un filotto di vittorie. Ma dobbiamo ragionare sempre di partita in partita cercando di vincere il più possibile e senza metterci ansia addosso».

Ore 10.30 – (Gazzettino) «Sono molto contento dei nostri tifosi, ci stanno dando una grossa mano. Anche nelle difficoltà ci aiutano sempre e speriamo di dare a loro una grande soddisfazione, a partire dal derby di domenica. Anche la squadra sente questo entusiasmo: è cresciuta molto nell’autostima e nella consapevolezza dei propri mezzi, e il tutto è arrivato attraverso i risultati e il lavoro che stiamo portando avanti. I ragazzi sono consci della loro forza e che ce la possiamo giocare con tutti. L’importante è mantenere alta la concentrazione e continuare a lavorare per migliorarci». Dove si attende qualche ulteriore progresso? «Nella cattiveria negli ultimi metri. Costruiamo molto, bisogna essere più decisi in zona gol: quando capita l’occasione, bisogna buttarla dentro, tanto più che spesso sono gli episodi a decidere le partite». Fa riferimento all’opportunità di Altinier nel finale di primo tempo con il Sudtirol? «No, lì ha fatto un miracolo con il piede il loro portiere. Ma nella ripresa abbiamo preso in mano la partita spingendo sempre, ed è mancata la zampata vincente». Nel primo tempo invece? «Loro sono partiti molto forte trovando fiducia dopo quel palo su punizione, fallo tra l’altro che non c’era ed è stato invertito. Ma dopo il primo quarto d’ora abbiamo sistemato le cose».

Ore 10.20 – (Gazzettino) Si respira a pieni polmoni aria di derby in casa biancoscudata, tanto che Bepi Pillon è andato a vedere con i propri occhi ieri sera il Cittadella al Tombolato. Ad accompagnarlo Fabrizio De Poli. Se il diesse era al suo posto in occasione della sconfitta (3-1) rimediata all’andata, non altrettanto si può dire per il tecnico trevigiano che si appresta a vivere la sua prima sfida con i granata. «Se comanda la classifica vuole dire che ha meriti e valori importanti. Sta facendo un grande cammino, e non era facile dopo la retrocessione dell’anno scorso. Faccio i complimenti al Cittadella, poi naturalmente domenica ce la giochiamo». Restando in tema di derby, Pillon in carriera ne ha affrontati diversi. Ma ce ne è uno su tutti che rammenta. «Quando ero ad Ascoli era molto sentito quello con l’Ancona: dentro e fuori dal campo c’era sempre un’atmosfera particolare. Ricordo che abbiamo vinto in casa e pareggiato fuori nell’anno della promozione in serie B, e nella stagione successiva ci siamo ripetuti in trasferta». A proposito di atmosfera, nell’ambiente biancoscudato si è creato un clima di grande entusiasmo attorno alla squadra alla luce del filotto (quattro vittorie e cinque pareggi) inanellato con Pillon, e certificato dall’attaccamento dei tifosi che anche a Bolzano hanno seguito in massa Neto Pereira e compagni.

Ore 10.10 – (Gazzettino) Dopo avere goduto di un giorno di riposo, i biancoscudati tornano ad allenarsi oggi pomeriggio alla Guizza iniziando a mettere a fuoco i primi schemi in vista del derby con il Cittadella che è in programma domenica alle 15 all’Euganeo. Intanto, auguri ad Altinier che ieri ha compiuto 33 anni. PREVENDITA. È già iniziata per la sfida con i granata e i biglietti possono essere acquistati fino alle 12.30 di domenica nei punti vendita Ticketone e nell’omonimo sito internet, mentre domenica alle 13.30 saranno aperte le biglietterie. Inoltre, il Padova ha deciso di premiare coloro che acquisteranno il biglietto per il derby sul web o nei punti vendita abilitati dando la facoltà di acquistare anche al prezzo scontato del 50 per cento il tagliando (stesso settore) per la gara casalinga con il Renate che si disputerà sabato 27 febbraio alle 15. Coloro che compreranno invece il tagliando alla biglietteria sud dell’Euganeo il giorno del derby, dovranno conservarlo e presentarlo alla stessa biglietteria sabato 27 per avvalersi del prezzo speciale con il Renate. Per quanto riguarda i sostenitori del Cittadella, non è richiesta per alcun settore la Tessera del tifoso.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Il Padova riprenderà oggi pomeriggio ad allenarsi alla Guizza dopo il giorno di riposo concesso ieri: occhi puntati su Petrilli, che nelle ultime due settimane si è allenato a mezzo servizio per una leggera infiammazione. I biglietti. A Cittadella è già partita la mobilitazione degli aficionados granata, favoriti dal fatto che non sarà richiesta la Tessera del Tifoso per accedere sia al settore Ospiti che altrove. E a Padova, in risposta, la società ha deciso di lanciare una doppia promozione: in vista della doppia gara casalinga (la settimana successiva c’è il Renate), chi acquisterà il biglietto per il derby, sul web o presso i punti vendita Ticketone abilitati, potrà avere insieme anche il tagliando per il match contro i nerazzurri lombardi (in programma sabato 27, alle 15) con il 50% di sconto. Filippini al Lumezzane. Dopo aver esonerato il tecnico Paolo Nicolato, il Lumezzane ha affidato la panchina ad Antonio Filippini, già in seno al club bresciano come tecnico delle giovanili ed ex allenatore nel vivaio di Brescia e Feralpi Salò.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Ci è riuscito il Padova, quattro anni fa, vincendo 4-1 al Tombolato e 1-0 all’Euganeo, imitato dai granata di Foscarini due stagioni fa: nell’anno della retrocessione, i biancoscudati persero sia in trasferta che in casa, in quel fatidico 0-4 che ancora brucia sulla pelle dei tifosi padovani. Se ci aggiungiamo la sconfitta del match d’andata di quest’anno, quando i granata si sono imposti per 3-1, il Cittadella arriva all’appuntamento reduce, per l’appunto, da tre successi di fila nelle sfide con i “cugini”. E domenica il Padova farà di tutto per invertire un trend che non lo vede sorridere ormai da quasi tre anni e mezzo: l’ultimo successo, arrivato proprio all’Euganeo, risale alla gestione Pea, quando Raimondi decise il confronto con una doppietta dei minuti finali dopo le reti di Cutolo e Giannetti.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) In trasferta, a spiare l’avversario. Ieri sera, in tribuna al Tombolato, c’era mezzo Padova: il direttore sportivo Fabrizio De Poli, mister Bepi Pillon e il team manager Giancarlo Pontin. Attenti a studiare la capolista che domenica, alle 15, sbarcherà all’Euganeo per il derby di ritorno. L’ultima vittoria. Il Padova ha perso gli ultimi tre, e non era mai successo nella storia delle sfide tra biancoscudati e granata che arrivasse un simile filotto di successi da parte di una delle due contendenti. Statisticamente, infatti, Padova e Cittadella si sono quasi sempre divisi i punti in palio, nelle varie stagioni nelle quali si sono incontrati a partire dal 1998: solo due volte, nel corso dell’ultimo ventennio, una delle due squadre ha vinto entrambi i derby stagionali, sia all’andata che al ritorno.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Un atteggiamento umile che piace alla società e anche all’allenatore. Il quale è disposto a perdonargli qualche imperfezione che potrà essere corretta strada facendo. All’esordio a Piacenza, infatti, si perse l’uomo al momento del vantaggio di Rantier, errore poi ripetuto a Lumezzane, per fortuna senza conseguenze. Qualche sbavatura anche a Bolzano nei primi venti minuti, ma nel complesso il centrale romano piace per la sicurezza e capacità di impostare. Dove il Padova continua a palesare problemi è sulle fasce. Dionisi, che pure è migliorato notevolmente nelle ultime settimane, spesso crossa dalla trequarti senza affondare come potrebbe e Ilari sul fondo non ci va mai. A differenza di Petrilli e di Favalli, che spesso hanno costruito azioni incisive proprio con queste sovrapposizioni. Per questo, per migliorare il rendimento del reparto offensivo in vista del derby, sarà innanzitutto necessario migliorare il rendimento degli esterni. Perché Altinier va servito adeguatamente e Neto Pereira non può certo lottare da solo con i mulini a vento.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Meglio, finora, ha fatto solo la Reggiana, con 13 gol subiti. Con appena 17 reti al passivo il Padova, però, al momento ha la seconda miglior difesa del campionato. Invertendo l’ordine dei fattori, del resto, il prodotto non cambia. Fuori Fabiano e dentro Sbraga, la retroguardia biancoscudata inizia ad assomigliare a un bunker quasi inespugnabile. E se, in precedenza, appariva francamente sconcertante l’esclusione di Fabiano per fare spazio a Niccolini, adesso che sta giocando Sbraga la scelta di Giuseppe Pillon appare decisamente più comprensibile. Sbraga, infatti, è un capitale societario, su cui il Padova ha investito a gennaio: ha 23 anni e un futuro roseo di fronte a sé e l’avvicendamento ci può stare. Fabiano, ovviamente, non ha preso bene l’esclusione, anche perché quello dei centrali difensivi pareva davvero l’ultimo dei problemi della squadra. A differenza di Rosario Bucolo, tuttavia, il trentaquattrenne centrale brasiliano ha incassato con eleganza l’esclusione attendendo nuovamente il suo momento. Si interroga sul perché della sua esclusione, che non può essere certamente motivata dalla scarsa condizione fisica palesata a inizio stagione. «Ma il più giovane sono io — ha scherzato Sbraga — e da Diniz e Fabiano ho solo da imparare».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 47, FeralpiSalò e Pordenone 40, Alessandria 39, Bassano 37, Reggiana 34, Pavia e SudTirol 33, Padova 32, Cremonese 31, Giana Erminio 27, Cuneo 25, Pro Piacenza 24, Renate 22, Lumezzane 20, Mantova 19, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventiduesima giornata: Cuneo-Bassano 2-2 (Candido (Ba) al 25′ pt, Momenté (Ba) al 8′ st, Chinellato (Cn) al 29′ st e al 45′ st), Lumezzane-Renate 1-3 (Napoli (Re) al 22′ pt, Cruz (Lu) al 23′ st, Graziano (Re) al 39′ st, Curcio (Re) al 43′ st), Pordenone-Pro Patria 3-0 (Strizzolo (Pn) al 11′ pt, Buratto (Pn) al 14′ st, Berrettoni (Pn) al 18′ st), SudTirol-Padova 0-0, Reggiana-Mantova 1-1 (Gonzi (Mn) al 17′ pt, Siega (Re) al 32′ pt), Pro Piacenza-Giana Erminio 1-1 (Cogliati (Ge) al 5′ pt, Bini (Pp) al 29′ pt), AlbinoLeffe-Alessandria 1-3 (Bocalon (Al) al 12′ st e al 16′ st, Iocolano (Al) al 20′ st, Checcucci (Al) al 26′ st), FeralpiSalò-Cremonese 4-2 (Brighenti (Cr) al 9′ pt, Tortori (Fs) al 20′ pt, Maracchi (Fs) al 24′ pt, Tortori (Fs) al 35′ pt, Maracchi (Fs) al 12′ st, Brighenti (Fs) al 36′ st), Cittadella-Pavia 3-2 (Sforzini (Pv) al 31′ pt, Jallow (Ci) al 32′ pt, Sforzini (Pv) al 8′ st, aut. Ghiringhelli (Pv) al 24′ st, Iori (Ci) al 45′ st)

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 15 febbraio: giorno di riposo per i Biancoscudati, mentre il Cittadella vince in extremis sulPavia e torna a +7 sulle seconde.




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