Live 24! Padova-Cittadella, -6: lunedì di riposo, da domani si prepara la sfida ai granata

Condividi

Clicca qui per aggiornare la diretta

Ore 22.10 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 47, FeralpiSalò e Pordenone 40, Alessandria 39, Bassano 37, Reggiana 34, Pavia e SudTirol 33, Padova 32, Cremonese 31, Giana Erminio 27, Cuneo 25, Pro Piacenza 24, Renate 22, Lumezzane 20, Mantova 19, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).

Ore 22.00 – Lega Pro girone A, fischio finale: Cittadella-Pavia 3-2.

Ore 21.40 – (Il Piccolo) «Avrei firmato per una vittoria così, ottenuta all’ultimo minuto»: Mauro Milanese festeggia il suo debutto ufficiale nelle vesti di referente dell’area tecnico sportiva della Triestina, con un successo sofferto quanto preziosissimo sul Fontanafredda. Una partita vissuta col batticuore in tribuna accanto al curatore Vernì. Milanese ieri ha potuto apprezzare poco calcio giocato causa il terreno quasi impossibile, ma alla fine ha potuto gioire per i tre punti. «Era una partita importantissima, uno scontro che indubbiamente valeva doppio: adesso il Fontanafredda è andato a 6 punti sotto, così ora si è decisamente allontanata la zona pericolosa dove si retrocede direttamente. È stata una partita sulla linea delle due precedenti sfide casalinghe con Campodarsego e Tamai: stavolta la squadra è partita forse meno bene, ma aveva anche delle precise attenuanti. Intanto era la terza partita della settimana, poi c’era un terreno pesantissimo e i nostri migliori giocatori abituati all’uno contro uno erano fermati prima dal fango che dall’avversario. Ma alla fine è andata bene e siamo contenti, era questo l’obiettivo». Da persona navigata del mondo del calcio, Milanese sa bene che in queste situazioni difficili e precarie come quelle vissute dalla squadra negli ultimi mesi, il pericolo è che tutto si sfaldi, insomma che in parecchi mollino, quantomeno dal punto di vista mentale. Ecco perché racconta che l’aspetto più significativo apprezzato ieri è proprio la tenuta del gruppo. «Sì, mi ha fatto particolarmente piacere come ha esultato il gruppo. Significa che il gruppo è vivo, ci tiene, non ha mollato. E lo dimostra anche la modalità del successo: anche all’ultimo minuto la squadra è andata a cercarsi la vittoria. Del resto, ora dobbiamo sopperire a una certa mancanza di qualità proprio con questa voglia e questa determinazione. E il successo col Fontanafredda a mio parere è davvero un segnale positivo in questo senso». Già, la mancanza di qualità: è vero che questa squadra ha grande cuore e tanto carattere, ma per poter inseguire con decisione la salvezza necessita certamente di qualche rinforzo. Pur senza far nomi, Milanese afferma che qualcosa in settimana si muoverà: «Coadiuvandomi con Vernì, in questi giorni insieme dobbiamo vedere un po’ i conti e fare qualche sforzo per migliorare l’organico. In settimana ci sarà qualche ragazzo in prova, e faremo anche un’amichevole contro la nostra squadra Juniores. Voglio vederli tutti insieme, sia quelli in prova che tutti i giovani, sarà una cosa stimolante così potranno tutti farsi vedere e mostrare le loro qualità».

Ore 21.30 – (Il Piccolo) Sei punti in sette giorni: se non fosse stato per il pesante 5-0 di Mestre, quella di Paolo Doardo sarebbe stata la settimana perfetta. Il tecnico della Triestina ammette che anche la svolta societaria di venerdì è stata salutare per i giocatori: «Già nel fine settimana ho visto i ragazzi più sereni. Dopo che è stato ufficializzato Milanese come un nuovo punto di riferimento, la squadra ha iniziato a essere più tranquilla. E abbiamo avuto anche un grande supporto dai tifosi, nonostante la giornata piovosa». Una pioggia che ha portato a un terreno di gara quasi impossibile: «Diciamo che con un campo così non è stata una partita di calcio – dice Doardo – i più penalizzati siamo stati noi, visto che abbiamo già dimostrato di non essere a nostro agio sui campi pesanti. E non dimentichiamo che il Fontanafredda, pur essendo sotto di noi, nelle ultime cinque partite aveva ottenuto tre pareggi, anche con Belluno e Mestre, squadra con cui noi non siamo certo andati bene. Insomma gli avversari non erano una squadra morta l’hanno dimostrato in campo: nel primo tempo ci hanno messo in difficoltà, hanno capito subito come giocare su questo campo mentre noi ci abbiamo messo un po’. Nel secondo tempo meglio noi in certi frangenti, ma anche loro hanno avuto delle occasioni». Poi è arrivata una vittoria frutto dei cambi in corsa, con protagonisti due elementi partiti in panchina. In entrambe le reti, infatti, corner invitanti battuti da Spadari e inzuccate vincenti di Giordani: «Sì, sono stati cambi necessari per dare anche più peso davanti, Spadari rientrava e su quei due corner ha fatto fare due gol. Del resto stavolta si poteva vincere con situazioni così, in altri modi era difficile andar dentro. E non dimentichiamo che Bradaschia non si era allenato in questi giorni». Doardo ammette che poteva anche andare diversamente, ma alla fine la squadra ci ha messo tanto cuore: «Con un campo così poteva succedere di tutto, anche che vincessero loro. E invece i ragazzi con tanto cuore ce l’hanno fatta. Vincere così al Rocco, dove ci sono sempre state tante difficoltà, dà tanto morale. Ed è fondamentale in un campionato così livellato. Ora abbiamo 6 punti sul Fontanafredda e abbiamo anche recuperato sul Levico, mentre a soli 5 punti c’è già la decima in classifica. Insomma è un campionato apertissimo. Intanto domenica andiamo a Este, dove ci aspetta una trasferta molto dura, contro una squadra che ha perso una volta sola in tutta la stagione».

Ore 21.20 – (Il Piccolo) Due vittorie consecutive al Rocco. Una rarità in questi anni di magra per la Triestina. Due vittorie davanti al curatore fallimentare (e ieri anche Milanese) inframmezzate da una pesante sconfitta a Mestre. Davanti a qualche centinaio di tifosi che hanno incitato. Pochi comunque per le necessità societarie e soprattutto per la generosità dei ragazzi scesi in campo. Gli alabardati hanno trovato il guizzo vincente quando ormai erano delle maschere di fango. Il colpo di testa (il secondo decisivo nel match) di Giordani all’ultimo minuto dei tre di recupero è stato una liberazione. Perché oltre alla bravura e alla tenacia questa Unione è stata anche baciata da quel pizzico di buona sorte che spesso spezza gli equilibri soprattutto quando si gioca con una diretta concorrente per la salvezza. Il Fontanafredda ha fatto qualcosa di più nella prima frazione, ha trovato il pareggio dopo il primo centro di Giordani, ma alla fine si è dovuto piegare a chi non ha mai mollato. Per un gruppo assemblato a più riprese e con non poche carenze tecniche il carattere e la resistenza giocheranno un ruolo decisivo per la salvezza. Ieri in questo senso un passettino in avanti è stato fatto. Il Rocco è un catino con le sabbie mobili nella fascia sotto la tribuna. Doardo decide di schierare il tridente offensivo lasciando in panca Giordani (che poi assieme a Spadari diventerà l’eroe di giornata). Il vertice è Cucchiara, sostenuto dal dribblomane Bradaschia e dal leggero Scherjanc. A centrocampo c’è Abrefah vicino a Puka. Le due contendenti fanno fatica a gestire la palla ma il Fontanafredda si disimpegna meglio. La Triestina nei primi 20’ non mette mai la testa fuori dalla sua metà campo e prima (12’) Raddrezza grazia Vezzani e poi al 34’ è il portiere alabardato a fare gli straordinari. La Triestina gioca più di prima e con palla alta e nel finale arriva la prima occasione con un sinistro di Puka dal limite. Onnivello è bravo a mettere in angolo. Nella ripresa l’Unione ringrazia il terreno martoriato del Rocco. Al 2’ in mischia il Fontanafredda meriterebbe il gol: Nastri supera Vezzani ma la palla si ferma sulla linea di porta. Buon segno. La mossa decisiva è l’ingresso di Giordani per Skerjanc. Un uomo di peso davanti assieme a Cucchiara dà più sostanza ai lanci di Puka e alle serpentine (fin troppo insistite) del bravo Bradaschia. E le occasioni arrivano prima con una mischia non sfruttata da Cucchiara e poi con un traversone non raccolto proprio dell’esterno alabardata. Non un forcing ma segni di risveglio. Vezzani si supera su incornata di Alcantara al 15’. Entra anche Spadari per un Abrefah in difficoltà. Su corner (palla carambolata sulla bandierina, altro segno del destino) il centrocampista pennella per la testa di Giordani pronto a insaccare. A 10’ dalla fine sembra fatta ma al 42’ arriva una bordata da 30 metri di Stiso che sfiora Crosato e beffa Vezzani. L’Unione subisce il contraccolpo anche per le energie spese ma le capita un’altra occasione. È il 3’ di recupero, c’è il tempo per un ultimo calcio d’angolo. Stavolta da destra: esegue ancora Spadari e sul secondo palo Giordani firma sempre di testa la doppietta che fa alzare in piedi i 500 del Rocco. Quasi subito arriva il triplice fischio. Il Fontanafredda resta dietro in graduatoria e finisce a sei punti. Per l’Unione tre punti che danno ossigeno alla classifica e al morale. Ma la scalata è solo all’inizio. Comunque un applauso.

Ore 20.50 – (Gazzetta di Reggio) La squadra di Alberto Colombo torna ad allenarsi oggi pomeriggio in via Agosti. Da valutare le condizioni di Siega, che ha giocato tutta la partita, ma ha accusato al termine un problema al ginocchio dopo un fallo subito a fine primo tempo. Il recupero del jolly di Colombo è fondamentale per la squadra, dato che anche contro il Mantova il numero 11 è stato uno dei migliori e ha realizzato il suo quinto gol stagionale. Il mister recupererà anche Spanò, fuori sabato per squalifica. L’allenatore dovrà dunque valutare se tornare alla difesa a tre, con Spanò, Frascatore e Sabotic o proseguire con il 4-3-3 visto nel secondo tempo di Gorgonzola e contro il Mantova. In settimana Colombo farà le sue valutazioni sulla base dei giocatori a disposizione e dello schema che riterrà migliore per affrontare sabato il Renate, una squadra alla disperata ricerca di punti, che giocherà con grande determinazione.

Ore 20.30 – (Gazzetta di Reggio) La vetta della classifica si allontana. La Reggiana è al sesto posto con 34 punti, a 10 dal Cittadella che gioca oggi contro il Pavia (quest’ultima è a una lunghezza dai granata). Al secondo e terzo posto, le posizioni che garantiscono l’accesso allo spareggio playoff, ci sono i lanciatissimi Feralpisalò e Pordenone (40 punti). Ieri la squadra bresciana ha liquidato la Cremonese per 4-2. Il Pordenone, vittorioso sabato per 3-0 in casa contro la Pro Patria, nelle ultime sei partite ha sempre preso i tre punti: i neroverdi hanno piegato Pro Patria, Mantova e Piacenza in casa e Renate, AlbinoLeffe e Giana in trasferta. Al quatro posto, quello che potrebbe assicurare la partecipazione ai playoff si trova una corazzata come l’Alessandria, che ieri ha battuto l’Albinoleffe in trasferta 3-1. I piemontesi sono a cinque punti avanti ai granata e sulla carta hanno una rosa superiore: oltre al bomber Bocalon, ieri in rete due volte, hanno acquistato a gennaio un giocatore come Iocolano, (anche lui in gol). Feralpisalò e Cittadella hanno i migliori due attacchi di tutti i gironi della Lega Pro, rispettivamente 38 e 34 reti segnate. Il Pordenone è quarto con 33. Con 13 reti subite la Reggiana è la quarta miglior difesa di tutta la Lega Pro: al primo posto, con 11 reti, c’è la Spal. Nel girone A ci sono inoltre alcuni dei bomber più prolifici. Con 12 reti Bocalon dell’Alessandria e Brighenti della Cremonese (quest’ultimo senza rigori) si piazzano al secondo posto della classifica generale, dietro solo a Scappini del Pontedera (16 gol).

Ore 20.10 – (Gazzetta di Reggio) «Con Mantova e con la Giana Erminio abbiamo perso quattro punti, che iniziano a pesare. Ma il discorso playoff non è ancora chiuso visto che tutte quelle davanti possono inciampare». Il direttore generale Raffaele Ferrara è convinto che la corsa alle prime posizioni non sia ancora compromessa, «anche se le partite a disposizione iniziano ad essere sempre meno e stiamo perdendo punti per strada». Direttore, quello di sabato è stato un pareggio decisamente deludente… «Nel primo tempo la squadra ha giocato così e così e il Mantova è andato in vantaggio al primo tiro in porta. Poi dopo il pareggiano ci aspettavamo tutti un secondo tempo di altra natura. C’è stata buona volontà ma non c’è stata la lucidità mentale per cercare di portare a casa la vittoria». Nel secondo tempo la squadra ha fatto molto poco… «C’è stato impegno, ma con il solo impegno ogni tanto non si vince. Abbiamo creato poco ed è finita così». La squadra ieri era in emergenza in difesa e tornava al tridente in avanti che era stato abbandonato all’andata già a partire della trasferta di Mantova. «Dietro c’era un po’ d’emergenza. In avanti invece Letizia può giocare benissimo prima punta, perché lo ha già fatto. Il problema non è comunque di singoli, il problema è stato di gioco. I reparti erano troppo lontani tra loro e non riuscivamo ad organizzare una manovra che mettesse in difficoltà il Mantova. Siamo andati a sprazzi». Letizia ha debuttato dal primo minuto. Come lo ha visto? «E’ un giocatore con molta forza pur non essendo grande. Può ricoprire diversi ruoli in attacco perché mette in difficoltà le difese avversarie con la sua imprevedibilità. Può giocare prima punta ma anche seconda a fianco ad Arma, o fare il terzo nel tridente. E’ un giocatori che i tifosi apprezzeranno sicuramente». Cosa salva del pareggio col Mantova? «Che non abbiamo perso». Loro erano più determinati… «Avevano bisogno di punti e devono giocare tutte le partite con il coltello tra i denti, come farà sabato il Renate. Dunque troveremo una squadra con la stessa determinazione. Sarà sicuramente una partita difficile». La cosa peggiore dell partita di ieri? «La mancanza di organizzazione». Il dubbio amletico dopo ogni partita dei granata è: i due volti della squadra si spiegano dal punto di vista mentale o fisico? «E’ un discorso mentale». Lei preferisce il 4-3-3 o il 3-5-2? «Questi due moduli sono le opzioni praticabili con i giocatori che abbiamo. Secondo me il problema principale non è il modulo ma è l’atteggiamento».

Ore 19.40 – (Gazzetta di Mantova) Il pari conquistato nel derby di Reggio Emilia ha riportato un po’ di sereno in casa biancorossa. Non perché la classifica sia migliorata (la salvezza resta a 5 lunghezze e anzi l’Acm ha perso 2 punti dal Renate), quanto perché il nuovo assetto tattico varato da Ivan Javorcic sembra aver scosso la squadra e assicurato un minimo di incisività in più alla manovra, adesso non asfittica ma votata a sfruttare maggiormente le fasce. Piccoli segnali, per carità, ma vista la via crucis delle prime 21 gare di campionato diciamo che la 22esima ha fornito qualche speranza in più in prospettiva. Già, perché è chiaro che i limiti (acuiti dal mercato di gennaio) restano e che sul modulo 4-4-2 bisognerà lavorare ancora per arrivare a interpretarlo al meglio. Ma la via tracciata sembra comunque la più adatta alle caratteristiche della rosa a disposizione. Il ritorno al gol dopo 305’ di digiuno è stata un’autentica liberazione e averlo segnato (sfiorandone altri due) proprio contro la difesa meno perforata del campionato è un altro segnale importante. Certo, mancano ancora all’appello gli attaccanti, ma anche da quel fronte al “Mapei Stadium” è arrivato qualche piccolo segnale di risveglio. Altro dato importante è l’aver reagito con grande carattere dopo due sconfitte consecutive, così come lo è l’essersi riappacificati con i tifosi (encomiabili) a fine gara. Detto tutto ciò, va anche aggiunto che il difficile arriva adesso. Se è vero infatti che il Mantova di Ivan Javorcic ha sempre dimostrato solidità in trasferta (un solo ko in otto gare, a Pordenone), lo è altrettanto che in casa il suo ruolino di marcia è disastroso, con due pareggi e 4 sconfitte. Finora la squadra ha ottenuto dieci dei suoi 19 punti in trasferta ed è chiaro che di questo passo non si può arrivare alla salvezza. Il primo obiettivo è dunque quello di riconquistare il Martelli, dove la vittoria manca addirittura dal 18 ottobre (2-0 al Lumezzane), quando in panchina c’era ancora Riccardo Maspero. L’occasione arriverà domenica, quando i biancorossi ospiteranno il Cuneo, potenziale rivale nella corsa salvezza che precede l’Acm di 6 punti in classifica. Uno scontro diretto cruciale, così come quello in programma sette giorni dopo, quando il Mantova farà visita al Lumezzane. L’errore da non ripetere è però proprio quello di scendere in campo con l’assillo dei tre punti, che evidentemente carica questa squadra di una pressione che non riesce a sostenere. Ormai troppe volte abbiamo visto i giocatori sbagliare l’approccio alle sfide interne, entrando in campo con le gambe molli oppure cercando di strafare o al contrario di liberarsi alla svelta di un pallone che sembra scottare fra i piedi. È lì, oltre che sul piano tattico, che Javorcic deve riuscire a intervenire, dando serenità al gruppo e mandandolo in campo in “formato trasferta”.

Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Sei gol subiti in meno e 5 segnati in meno, comunque tutte e due a 40 punti: il Pordenone si ritrova affiancato dalla FeralpiSalò. Sono 33 i centri dei neroverdi, utili e sufficienti per stare al secondo posto. Ai primi quattro ci sono le compagini con più di una trentina di reti ciascuna: Cittadella (34, prima di oggi), quindi Pordenone (33), FeralpiSalò (38) e Alessandria (32). Se non è “la fabbrica”, comunque, il Pordenone resta una bella cooperativa di marcatori. Sabato se ne sono associati due di nuovi, Buratto e Berrettoni. Le schede sulle segnature presentano ancora De Cenco a capo con 8 sigilli, seguito da Filippini a 7, Strizzolo a 4 e Pederzoli a 3. Bis per Cattaneo, Finocchio e Mandorlini, singola firma di Berrettoni, Boniotti, Buratto, De Agostini e Pasa. Una dozzina di “timbratori” che apre un ventaglio di soluzioni offensive buone per mantenere l’alta posizione. Tanti quanti ne conta il Cittadella capolista. Con la dedica al figlio Giosuè, Emanuele Berrettoni commenta il proprio battesimo del gol in neroverde «ringraziando tutti, dal presidente a chi lavora in sede, insieme alla squadra, perché da subito mi hanno fatto sentire a casa. Crescita continua? «Mettiamo sempre più minuti nelle gambe – risponde l’ex Ascoli – e sono contento che il mio gol abbia aiutato a chiudere la partita. Da attaccante, andare a rete fa sempre piacere. Nell’occasione ho ricevuto una bella palla sulla corsa». Obiettivo? «Abbiamo l’uno per cento di andare ai playoff, ma dobbiamo giocarcela tutta, quella possibilità, continuando a fare quello che stiamo facendo». Solo uno per cento? «Sì, perché dobbiamo avere umiltà e consapevolezza che ci sono squadre più attrezzate di noi. Gli altri però devono avere un po’ di timore nei nostri confronti ed è giusto che ce l’abbiano».

Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Salgono le quotazioni del Pordenone nella Borsa della LegaPro. Come quelle dell’oro, bene rifugio. In un campionato che non sembra dare nessuna certezza. Sabato la volatilità ha colpito Bassano (2-2 a Cuneo) e Reggiana (1-1 con il Mantova). Sudtirol e Padova (0-0) si sono stoppate a vicenda. Unica a crescere sulle ali dei 6 successi consecutivi e dei 450 minuti di imbattibilità è l’azienda di Lovisa. Solo Juventus (scusate l’azzardo) e Pordenone, fra i professionisti, mantengono immacolato il 2016. Lo spread del Pordenone, in C (riferimento la capolista Cittadella), è sceso ai minimi storici. SNOBBATECI PURE – Re Mauro scorre la classifica. «Li abbiamo lasciati indietro quasi tutti – sorride compiaciuto -. Anche le grandi. Eppure c’è ancora qualcuno che ci snobba. Non crede in noi. Dicono che molleremo. Regaleremo loro – sembra quasi che parli fra sè e sè – altre sorprese quando recupereremo anche Marchi, De Agostini e Ingegneri (gli ultimi due dovrebbero essere pronti per la trasferta di sabato a Cremona, ndr). La nostra è una crescita programmata. Riuscita nonostante i tanti infortuni patiti. Per questo – ci tiene a far sapere Lovisa – ringrazio tutto lo staff medico, i fisioterapisti e i preparatori. Un team fantastico. Da categoria superiore, il migliore in LegaPro». PATRIMONIO – Salgono anche le quotazioni dei giocatori. Davanti a Lovisa passa Buratto. «Bravo Matteo – strizza l’occhio il presidente -, continua così che aumenta la plusvalenza e a fine campionato ti metto su di un aereo con destinazione il calcio dei grandi». Già, Matteo Buratto, l’unico superstite non solo del Pordenone degli «eroi» tricolori di Carmine Parlato, ma anche di quelli «belli di fama e sventura» di Fabio Rossitto. Sabato autore del primo gol stagionale nel Pordenone di Bruno Tedino, il secondo nel 3-0 alla Pro Patria, al termine dell’azione corale più bella del match. PROFEZIE – «Me la sentivo – racconta Matteo al presidente – che avrei segnato. L’avevo sognato e me l’aveva pure profetizzato la mia ragazza». Un gol che rafforza la sua candidatura per la gara di sabato a Cremona, proprio contro i grigiorossi di Fabio Rossitto. «Parlato mi ha valorizzato – afferma Buratto -, Rossitto ha creduto in me, Tedino mi sta facendo crescere». Insieme al Pordenone tutto. Sino a quando? Sino a dove? «Intanto – scuola Tedino – stiamo facendo buon calcio e ci stiamo divertendo. Dove potremmo arrivare ce lo diranno le prossime partite. A iniziare da sabato a Cremona». Indipendentemente da dove arriverà il Pordenone per Buratto, a sentire il presidente, la B è già una certezza. «Intanto il mio contratto scade a giugno», sorride Matteo. Lo sente Lovisa. «Mercoledì ci troviamo e sistemiamo la cosa», dice dandogli una pacca sulla spalle. «Sì – annuisce Matteo -. Presidente, qui mi trovo bene con mister, compagni, società e ancor di più con i tifosi». Sembra di leggere il Dialogo leopardiano di un venditore di almanacchi e un passeggero: “Credete che sarà felice quest’anno nuovo? Oh illustrissimo, sì, certo. Come questi passato? Più più assai”.

Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) Luca Strizzolo, con il gol alla Pro Patria, ha festeggiato al meglio un traguardo importante: quello delle 100 presenze tra i professionisti. Il centravanti di Bicinicco, classe ’92, ha centrato con i bustocchi il traguardo della tripla cifra di gare nel calcio che conta. Curioso che, nei “pro”, ci sia arrivato proprio grazie all’annata a Pordenone in serie D del 2009-2010, quando esordì a 17 anni con l’attuale tecnico del Palermo Giovanni Bosi: totalizzò 21 presenze e 4 gol, un bottino tale da giustificare l’interesse, e il successivo ingaggio, del Novara. Da allora, la Primavera con i biancazzurri, quindi Pisa e l’esordio in C (2011), prima del passaggio a Treviso nel gennaio 2013. Le ultime due stagioni le ha disputate al Real Vicenza e alla Lucchese. Dalla scorsa estate è tornato a Pordenone. Con quello di sabato è il dodicesimo gol tra i “pro”, il quarto quest’anno e il secondo da quando non c’è più De Cenco: i “ramarri” hanno un nuovo loro bomber.

Ore 18.10 – (Messaggero Veneto) Il Pordenone come la Juventus. Nessun abbaglio: i neroverdi hanno qualcosa in comune con la squadra di Allegri. Sono, infatti, le uniche due squadre in Italia tra i professionisti ad avere vinto tutte le partite nel 2016: sei i “ramarri”, otto i torinesi, capaci di estromettere il Napoli da questa speciale classifica. Una statistica per dire che, attualmente, Stefani e soci sono una reale candidata alla promozione in serie B. La situazione. Non è più seconda in solitaria in campionato nel girone A di Lega Pro, ma è comunque alle spalle del solo Cittadella il Pordenone. Granata attesi stasera (alle 20) allo scontro in casa col Pavia e obbligati a vincere, se vogliono mantenere i 7 punti di distacco dalle inseguitrici. Sì, perché ora sono 4. E così vicini sono i neroverdi e la FeralpiSalò: ieri la squadra bresciana ha battuto la Cremonese di Rossitto, la prossima avversaria dei boys di Tedino, tornando così alla pari coi pordenonesi. Anche l’Alessandria ha vinto, 3-1 a Bergamo con l’Albinoleffe, superando al terzo posto il Bassano. Nonostante non si siano staccati dai gardesani e dai grigi, sinora è stata comunque una giornata favorevole ai “ramarri”: hanno allungato a 4 i punti di vantaggio sulla prima squadra fuori dei play-off, cioè il Bassano. Si sono consolidati come team da post-season, oltre che come aspirante alla serie cadetta. Il gioco. Sei vittorie di fila: è grazie a questo filotto che il Pordenone arriva a sognare la serie B. Successi costruiti non grazie alle individualità, ma col gioco, ed è qui che si trova il grande punto di forza dei neroverdi e il motivo per cui vale la pena pensare a qualcosa di grande. Anche con la Pro Patria, superata per 3-0, la squadra di Tedino è pervenuta al successo con una manovra corale, frutto di principi di gioco ben assimilati. Il team gioca a memoria e, così, possono cambiare gli interpreti che il risultato rimane sempre lo stesso: sabato mancavano Martin, Ingegneri, oltre a De Agostini, Marchi e Beltrame, eppure se ne sono accorti in pochi. Non capiterà sempre di giocare con il fanalino di coda, qualcuno obietterà, ma intanto per la prossima gara con la Cremonese dovrebbero rientrare sia Martin sia Ingegneri. Cioè due dei quattro difensori titolari. Fiduciosi. Oltre al gioco, serve mantenere la fame e l’umiltà viste sinora: Tedino è stato chiaro. Proprio perché alcune individualità sono inferiori a quelle di altre big, questa è una squadra che deve giocare d’assieme, ma soprattutto mai sotto ritmo se vuole fare risultato. Intensità è la parola d’ordine. Ce la potrà fare? E’ bene essere fiduciosi: perché tanti, nel gruppo, hanno capito che questa è un’occasione troppo grande per non essere sfruttata. C’è tutto da guadagnare, adesso: la carriera di tutti può fare un salto di qualità se questa stagione si chiude tagliando un grande traguardo.

Ore 17.40 – (Mattino di Padova) La Luparense cade per la sesta volta in stagione tra le mura amiche, e contro il Montebelluna lo fa nel modo peggiore. «Dispiace», mastica amaro Raffaello Brazzale, «perché nel primo tempo saremmo potuti andare sul doppio vantaggio. Fa rabbia perché il Montebelluna non meritava di portare a casa i tre punti. Non abbiamo costanza di risultati, magari oggi non abbiamo giocato male ma questa è una partita che non devi perdere. Tanto più contro una diretta inseguitrice che ora si è avvicinata». Nella ripresa la gara si è decisa. E la Luparense, seconda peggior difesa del girone, ha pagato un errore difensivo: «Nel secondo tempo siamo calati male, forse abbiamo sentito anche la partita di Abano nelle gambe. Ma sulle palle inattive dobbiamo fare meglio, prendiamo troppi gol».

Ore 17.20 – (Mattino di Padova) La cronica incapacità di trovare continuità di risultati affonda ancora una volta la Luparense: il Montebelluna, in crisi nera e reduce da 5 sconfitte consecutive, passa nel finale a San Martino di Lupari dopo aver concretizzato una delle poche occasioni da rete create in tutta la gara, e con l’1-0 firmato dal colpo di testa di Zecchinato riapre ogni discorso in chiave salvezza, ricacciando i Lupi a soli tre punti dalla zona playout. La Luparense parte forte, e pur priva dello squalificato Pignat va vicina in un paio di occasioni al vantaggio: Beccaro ci prova dal limite all’11’, ma trova la respinta a terra di Rigo, al 13’ è Dal Santo, dopo aver scambiato in area con Pittarello, a cercare l’assist per Roveretto, che non ci arriva. Il Montebelluna ci mette un po’ a prendere le misure all’avversario, e si fa vedere per la prima volta in avanti al 25’: Nardi pennella dalla trequarti un traversone sul secondo palo, Zecchinato sfugge alla marcatura di Baggio e svetta sopra a Severgnini, ma la sua incornata è preda di Rossetto. Sul finire del primo tempo, le due occasioni migliori sono ancora di marca locale: al 34’ Beccaro serve Di Fusco, che sfodera un cross mancino sul quale arriva Del Santo, il cui colpo di testa trova Rigo bravo a mettere in angolo. Prima dell’intervallo, Beccaro riprova a mettersi in proprio: al 44’ converge dalla sinistra saltando Dal Compare e calcia sul primo palo, trovando solo l’esterno della rete. Nella ripresa, incapace di sfruttare la buona onda della prima frazione, la squadra rossoblù pur mantenendo un leggero predominio territoriale non riesce più a pungere. Tanto che il primo brivido corre lungo la schiena di Rossetto: al 10’, su un pallone vagante sulla trequarti, Zecchinato carica un sinistro meraviglioso, che dai 25 metri colpisce l’incrocio dei pali. Cunico, ancora squalificato, dalla tribuna comanda di cambiare: con l’ingresso di Sottovia i Lupi passano al 4-2-4, mossa che non paga come avvenuto mercoledì ad Abano. Gli attacchi sono sterili e confusionari. E nel finale, al 41’, un Montebelluna cinico trova il colpaccio: Fantinato pennella dalla bandierina, Zecchinato svetta in faccia a Baggio e insacca di testa. E nel finale c’è tempo solo per la sciocca espulsione di Sanavia.

Ore 16.50 – (Corriere delle Alpi) Turbolenze. C’è parecchia tensione al rientro negli spogliatoi. I due gol annullati e il rigore sbagliato fanno infuriare l’Este e così da una parte e dall’altra c’è qualche scambio di opinione un po’ colorita. Mister Vecchiato vuole comunque partire dal verdetto del campo: «Direi che abbiamo interpretato bene una partita molto dura, contro una squadra forte. Avevamo dei problemi di formazione, con qualcuno che ha giocato con la febbre ma alla fine si poteva anche vincere, come poteva capitare di perdere. Sono comunque contento di questo pareggio. Le squadre sono state brave, nonostante il campo pesante, a provare sempre a fare cose buone. La classifica credo proprio sia giusta così». Il merito del Belluno è sicuramente stato quello di non essersi fatto abbattere dal rigore sbagliato e, fattore non meno importante, dalla bandiera bianca alzata da Simone Bertagno: «Certamente in quel frangente siamo stati molto bravi. Ripeto, questi due episodi, Calcagnotto con la febbre, Pellicanò che è tornato dopo un bel periodo di stop e altre defezioni avevano un valore importante per noi. Direi quindi che siamo stati bravi. Le complicazioni dei tanti problemi che abbiamo avuto e della forza dell’avversario sono state superate dal grosso impegno messo sul campo da chi ha giocato. Quel che è certo è che noi non puntiamo al terzo posto, ma solo a entrare nei play-off». Meno bello il finale, anche se con l’adrenalina in corpo si rischia sempre di eccedere: «Loro hanno avuto da ridire su cose che abbiamo detto, ma anche noi non è piaciuto sentirci chiamare ladri dopo il rigore avuto a favore. Penso sarebbe sempre meglio tacere, anche perché tutte le ammonizioni sono arrivate a noi». Più agitato l’allenatore dei giallorossi padovani Andrea Pagan, anche se dopo c’è stato l’abbraccio e il chiarimento con il collega bellunese: «Non capisco perché non posso commentare l’operato dell’arbitro senza prendermi parole dagli avversari. Da chi doveva giocare mercoledì e invece ha rinviato, sarebbe preferibile il silenzio. Non dico che l’arbitro abbia sbagliato in generale, solo che ha regalato loro un rigore che per fortuna Lorello ha parato, dopo che non avevano mai fatto un tiro in porta. Sono orgoglioso dei miei e penso che avremmo meritato i tre punti. Certo, ognuno la vede a modo suo, visto che pare quasi che sia stato il Belluno a fare la grande partita. Il calcio è un’altra cosa».

Ore 16.30 – (Corriere delle Alpi) Tanto tuonò che…non piovve. E non solo meteorologicamente. A Este arriva il pari tra le due principali inseguitrici della coppia di testa. Tutto nel secondo tempo, quando le squadre hanno iniziato a farsi male davvero, dopo i primi 45’ di gioco decisamente meno spettacolari. Grosse colpe le ha comunque il terreno di gioco, molto pesante dopo una mattinata di diluvio nella cittadina padovana. Il Belluno si è ritrovato sotto appena rientrato dagli spogliatoi per un errore difensivo. Non bastasse, ha visto uscire per infortunio Bertagno e il proprio capitano Corbanese fallire un rigore. Poteva essere una mazzata per chiunque. Non per i gialloblù, che quarti a caso non sono. Un paio di minuti ed ecco il pari di Acampora. Poi di nuovo equilibrio, prima di un finale che ha fatto arrabbiare l’Este per un paio di gol annullati e un possibile penalty non fischiato, anche se gli strascichi si sono avuti soprattutto al rientro negli spogliatoi. Non bastasse l’assenza di Mosca e le condizioni non ideali dell’altro terzino Pellicanò, c’è Marta Bettina a casa con la febbre. Influenza pure per Calcagnotto e Masoch comunque in distinta, il primo da titolare e il secondo in panca. Brino ritrova i guantoni da titolare, mentre è Sommacal deputato a coprire l’out di sinistra dietro, con Franchetto centrale. Duravia arretra in mediana, affiancando Bertagno e Miniati. Corbanese, davanti, è supportato da Acampora e Farinazzo. Buon per la squadra di Vecchiato che nei giallorossi sia costretto a martcare visita il capocannoniere Mastroianni, sostituito da Coraini. Come detto le due squadre si rispettano e se la giocano in maniera attenta, consci che la sconfitta potrebbe cambiare qualche carta in tavola. Un primo sussulto lo tenta l’interessante Marcandella, bravo ad andare via sul lato corto del campo ma non altrettanto con la scelta di tiro. Franchetto prova a deviare di testa in rete un angolo di Duravia. Coraini è degno sostituto dell’assente bomber di casa e impegna più di una volta Sommacal, bravo ad usare l’esperienza rispetto alla velocità dell’avversario. Il tridente più incisivo è quello dei padovani, mentre la metà campo maggiormente precisa è quella del Belluno. Dopo un buon lavoro corale, c’è una punizione interessante che porta Duravia a scagliare il primo tiro in porta. Ha un grosso brivido il Belluno in chiusura di tempo. Lo scatenato Coraini coglie il palo, il pallone danza sulla linea prima di venire allontanato in corner. Pericolo scampato, ma il conto sarà salatissimo dopo due giri di lancette del secondo tempo. Caporali è lesto ad intrufolarsi tra le maglie larghe della difesa gialloblù e a freddare Brino. Era già entrato Pellicanò per Franchetto nel frattempo e, prima dell’infortunio a Bertagno, Corbanese manca di un soffio il tap-in dopo una respinta corta su tiro di Acampora. Cresce il Belluno. Sgusciante Farinazzo, fermato da Rosina in area: rigore ma battuta debole del capitano gialloblù. Ma il pari, nonostante tutto, arriva. Spiovente di un imperioso Pellicanò, Corbanese si fa rimpallare il colpo di testa, Acampora si avventa sulla sfera e piazza il pari sotto il legno. Ci sarà qualche tiro da lontano, prima che nel finale vengano annullati due gol per fuorigioco a Ferrara e gli etestini reclamino pure un possibile rigore su Caporali. Le immagini darebbero comunque ragione alla terna, che esce tra gli insulti. Pure il Belluno qualcuno se lo prende, assieme al punto che conta molto, molto di più.

Ore 16.10 – (Gazzettino) Il finale concitato della gara fra Este e Belluno si è trasformato in un “tutti contro tutti” nella pancia del Comunale. Protagonisti di un duro confronto sono stati i due tecnici, Andrea Pagan e Roberto Vecchiato, che però hanno avuto modo di chiudere con un abbraccio una divergenza di vedute sugli episodi della partita. «Non posso neanche commentare l’operato dell’arbitro e prendo parole dalla squadra avversaria – tuona però il tecnico atestino, che nel finale ha avuto da ridire con un giocatore bellunese – che si prendano il loro punto e se lo portino a casa. Non posso accettare queste cose, men che meno da chi non ha giocato mercoledì. Mi prendo tutte le mie responsabilità di quello che ho detto all’arbitro, se vorrà squalificarmi lo deciderà lei». Sull’arbitro l’allenatore è un fiume in piena. «Non è che l’arbitro abbia fatto male in generale, è che ha dato un rigore inesistente, e poi voglio vedere quei due gol annullati. Comunque sono orgoglioso della mia squadra, i ragazzi hanno fatto una gara straordinaria e meritavamo i tre punti – continua Pagan – sono entrato negli spogliatoi e ho fatto i complimenti a tutti». Il pareggio di ieri stoppa il filotto giallorosso di dieci vittorie di fila in casa. «Ma io non gioco per i record – taglia corto il tecnico – e poi se ti fermi così, pareggiando una partita come questa e giocandola fino all’ultimo secondo mi va più che bene. Inoltre avevamo giocato mercoledì e, alla luce di come si sono messe le cose, questo punto vale molto più di altre vittorie. Ora andiamo avanti per la nostra strada». Protagonista dal match è il solito capitan Lorello, in grado di parare un rigore a Corbanese. «Si può sempre fare meglio – ammette il portiere – credo che vadano analizzati gli episodi della partita, ma voglio rivedere quei due gol annullati. Se erano regolari il rammarico sarà davvero grande, perché a pochi minuti dalla fine sarebbe stato difficile per loro prenderci di nuovo. Penso comunque che ce la siamo giocata – spiega Lorello – peccato, perché anche se non guardiamo alle due davanti, i pareggi di Venezia e Campodarsego potevano farci comodo».

Ore 15.50 – (Mattino di Padova) Una domenica uggiosa, due squadre toste e una bella dose di veleno. Il pareggio è il risultato più giusto per il big match tra Este e Belluno. L’1-1 del Nuovo Stadio riassume le gesta delle due compagini, una più intraprendente (l’Este) l’altra più cattiva (il Belluno). In classifica, però, non si muove una biglia perché pareggiano pure Campodarsego, Virtus Vecomp e Venezia. Tutto come prima, insomma, ma con uno scontro diretto in meno da giocare. E scusate se è poco. Decidono le reti di Caporali e Acampora, con qualche scaramuccia nel post gara tra le due panchine e tante proteste nei confronti degli assistenti del fischietto livornese Carina Vitulano. All’Este, infatti, vengono negati due gol, di Ferrara: il primo sembra regolare, il secondo viziato dalla posizione di fuorigioco dell’attaccante. E tutto negli ultimi cinque minuti, sul finire di una sfida combattuta a suon di tattica. Il Belluno ha un guizzo nelle prime battute, su calcio piazzato: l’angolo di Duravia esalta lo stacco di Franchetto, poco preciso di testa (10’). I padroni di casa, senza il bomber Mastroianni bloccato da uno stiramento, si affidano ai lampi di Coraini e Ferrara: Coraini sfonda sulla destra al 21’, ma l’imbeccata non raggiunge il collega. Per un’altra fiammata dell’Este bisogna aspettare il 39’ quando Marcandella serve Coraini che spara per due volte verso Brino senza trovare l’angolino giusto. La ripresa è più frizzante con i giallorossi che si portano in vantaggio grazie ad un inserimento di Caporali sul filtrante di Coraini: per l’ex mediano del Real Vicenza si spalanca un portone che Brino non serra in tempo (47’). Il ritorno del Belluno è veemente: al 55’ il tiro di Acampora spaventa Lorello, bravo a respingere verso la zona “franca”, dove Corbanese non può intervenire. Gli uomini di Roberto Vecchiato hanno pure l’occasione migliore per pareggiare 5’ più tardi con un penalty concesso per il fallo di Rosina su Farinazzo. Dal dischetto Corbanese batte malino, Lorello si tuffa e blocca. L’1-1, in ogni caso, non tarda: al 64’ il tiro di Pellicanò costringe Lorello alla respinta corta che Acampora ribatte in rete. Dopo le scorribande bellunesi, l’Este si rimette a graffiare: al 68’ Coraini è ancora bulldozer sulla destra e trova al centro Ferrara, tradito dal suo piede destro mentre alla mezz’ora Marcandella tenta la conclusione a giro che sfiora il palo lontano. Nei minuti finali, Ferrara realizza due reti fotocopia, cassate su segnalazione del guardalinee. Il triplice fischio chiude le ostilità, ma si trascina polemiche dal centro del campo fino al tunnel degli spogliatoi.

Ore 15.20 – (La Nuova Venezia) Facce deluse, dire da funerale sarebbe troppo, ma sapere che il Campodarsego poteva essere a un passo, fa crescere il rammarico tra i giocatori del Venezia per una partita sbloccata e poi gettata a mare. A questo punto, il derby di domenica prossima a Noale diventa una tappa fondamentale per affrontare il Campodarsego la settimana successiva al Penzo. Eppure quel gol di Marco Modolo sembrava aver tolto non pochi grattacapi agli arancioneroverdi. «C’è rammarico» dice Modolo senza tanti giri di parole «perché sono partite da vincere. Dovevamo portarla a casa, sull’1-0 non si può pareggiare». Invece Fusciello ha frenato la corsa alla vetta del Venezia. «Vicario è stato bravo» prosegue l’autore del gol veneziano «ma non dobbiamo concedere quelle occasioni su palle inattive. Dobbiamo lavorare per migliorare le sbavature». Il portiere veneziano è stato tra i protagonisti della gara ma al 90’ cambia ruolo e passa a fare l’attaccante. «Intanto ho subito una carica, ho toccato la palla e preso delle spinte» dice Guglielmo Vicario parlando del pari dell’Abano «e anche stavolta siamo stati penalizzati. Sono stati concessi due rigori al Campodarsego, forse c’è un complotto contro di noi, sono allibito». Messo sul tavolo il carico da undici, Vicario chiama in causa anche la sfortuna. «Non possiamo rimproverarci nulla» continua «è un’occasione persa ma non vedo campanelli d’allarme». Daniel Beccaro, al rientro, ha visto da vicino la rete ospite. «Sono arrivato in scivolata e ho colpito alla testa Fusciello» racconta il difensore «ma la palla è entrata. C’è rammarico: dopo i pareggi di Campodarsego ed Este potevamo fare un salto in graduatoria. Stavolta abbiamo concesso tre occasioni all’avversario, dobbiamo stare più attenti, non abbiamo gestito bene la partita». Ma almeno c’è una nota lieta in questo pomeriggio piovoso: il ritorno in campo. «Sono contento» sostiene «e devo sempre farmi trovare pronto quando mi chiamano in causa». Altro rientrante Luciano Gualdi, sostituito poco prima del gol di Modolo. «Ringrazio i miei compagni» spiega «perché mi hanno sempre sostenuto. Abbiamo perso due punti, per quantità e volume di gioco siamo stati superiori ma Vicario è stato spinto. Siamo stati un po’ imprecisi nell’ultimo passaggio, causa la pioggia, sulle fasce non si riusciva a giocare, a centrocampo il pallone si fermava o schizzava. Peccato per il pareggio. Per quanto mi riguarda, invece, ho fatto un buon primo tempo». Paolo Carbonaro è stato tra i veneziani che hanno fatto più fatica. «In alcune zone del terreno» dice l’attaccante «non si riusciva a portare avanti la palla. Abbiamo perso due punti, questo è chiaro ma siamo un gruppo che s’impegna parecchio, in settimana ci alleniamo come forsennati, sputiamo sangue ma il calcio è questo. Non abbiamo vinto ma non abbiano neppure perso terreno dal Campodarsego».

Ore 15.00 – (La Nuova Venezia) Mettiamoci il campo allentato, mettiamoci pure che far gioco in situazioni del genere non è mai facile e che sbloccare sembrava la cosa più difficile da fare nel corso della gara e poi non si è riusciti a vincerla, ma l’allenatore del Venezia Giancarlo Favarin ha da ridire sull’arbitro. «Un gol viziato da un doppio fallo» esordisce «perché un attimo prima di quello su Vicario in occasione del pareggio, Acquadro ne aveva subito uno a centrocampo. E poi Gnago ne ha commessi diversi e non è stato ammonito». Messo da parte il torto, Favarin analizza una partita che si poteva vincere ma anche perdere se in certe situazioni non ci fosse stato San Vicario. Stavolta poteva essere una buona occasione per accorciare le distanze dalla capolista Campodarsego, invece tutto è rimasto come prima e c’è un incontro in meno da disputare. «Abbiamo fatto il massimo» spiega «con questo campo anche calciare diventava difficile e siamo stati i più penalizzati. Ma è indubbio che siano due punti persi. Il pallone non girava e loro mettendosi dietro hanno avuto dei vantaggi. Siamo stati distratti sui calci da fermo avversari e ci hanno un po’ graziati».

Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Rimpianti? Quando torni imbattuto da Venezia non puoi averne e prevale sicuramente la contentezza».
Non ripensa alle nitide occasioni sprecate Karel Zeman, tecnico di un Abano che al Penzo non rubato nulla. «Il pallino del gioco è sempre stato in mano ai padroni di casa, noi però siamo stati senza dubbio più pericolosi – l’analisi del 39enne tecnico palermitano, figlio d’arte del più noto boemo Zdenek – Siamo stati propositivi? Per la verità un po’ meno rispetto alle nostre abitudini, colpa del campo pesante che ci ha portato ad essere fin troppo accorti e rinunciatari puntando su lanci lunghi che di solito evitiamo». Il Venezia ha lamentato una carica sul portiere Vicario in occasione dell’1-1. «Dalla mia panchina ero troppo distante: dico solo che, purtroppo, nelle nostre abitudini sembra esserci la necessità di fare 7-8 tocchi prima di spingere il pallone oltre la linea», commenta in maniera lapidaria l’allenatore neroverde. Sull’episodio taglia corto anche il “colpevole”, Tobia Fusciello: «Io non ho certo spinto Vicario: ero dietro di lui e poi, quando da terra ho colpito la palla di testa, ho preso anche un gran calcione. Ciò che conta è il gol e basta: liberatorio per me visto che ho avuto tre chances pulite prima riuscire a segnare. L’1-1 meritatissimo ci ripaga in parte del ko amaro con la Luparense».

Ore 14.20 – (Mattino di Padova) Ennesima occasione sprecata. Il punticino conquistato ieri dal Venezia, perché tale è di fatto, lascia la classifica invariata perdendo l’occasione di accorciare le distanze sul Campodarsego. Quella contro l’Abano era un’altra di quelle partite da vincere, e invece il pareggio che ne è venuto fuori (1-1) lascia ai giocatori del Venezia l’amaro in bocca, ma è pure un mezzo miracolo. A vedere il bicchiere mezzo pieno c’è da ringraziare San Guglielmo da Udine, perché se l’Abano non ha fatto il colpaccio al Penzo lo si deve proprio a Vicario. Almeno quattro le parate decisive, aspetto che deve far riflettere perché i padovani di Zeman junior sono arrivati a Sant’Elena per portarsi a casa l’intera posta in palio e lo hanno dimostrato per tutti i 90’ più recupero. FANGO Tanto sul prato del Penzo. La fascia sotto la tribuna era allagata, e all’altezza della bandierina del corner sotto la curva sud si potevano usare le pinne. La colpa sarebbe tutta da addebitare alla pista sintetica di atletica, che ancora si trova in quel tratto di campo sotto il manto erboso. Ci sono voluti i badili per togliere un po’ dell’acqua caduta nelle ore precedenti la partita. OCCASIONI Pochine quelle viste nel primo tempo, vuoi perché il Venezia attaccava controvento e la tramontana non favoriva i lanci lunghi, vuoi perché Zeman ha preferito mantenere un atteggiamento più guardingo. Favarin ha schierato in attacco Gualdi e Volpicelli dal 1’, lasciando in panchina Serafini e Fabiano, con Beccaro titolare in difesa accanto a Modolo. Venezia che comunque ha fatto la partita, ma senza sfondare, e così si è arrivati fino al 43’ prima di vedere un diagonale rasoterra di Innocenti terminare sul fondo dopo aver sfiorato il palo. PAURA E’ il 3’ della ripresa quando Modolo e Caridi si scontrano di testa. Il primo si rialza subito, il secondo no. Bravo l’arbitro a capire la situazione e fermare il gioco. L’attaccante dell’Abano è uscito poco dopo sorretto per le braccia e sostituito da Bortolotto. GOL Più spumeggiante la ripresa, e così nel freddo del Penzo, ieri davvero per pochi intimi, l’Abano ha capito di poter fare lo sgambetto al Venezia. Quattro le conclusioni salvate da Vicario, mentre sulla sponda opposta Acquadro, Serafini e Fabiano hanno gettato alle ortiche le opportunità a disposizione. Di mezzo i due gol di Modolo e Fusciello per l’1-1 finale. Di testa entrambe le reti: netta la conclusione su corner del difensore arancioneroverde che ha anticipato tutti, sporca quella dell’attaccante dell’Abano, arrivato in una mischia che ha coinvolto anche Beccaro, Vicario e Creati. Il Venezia ha chiesto il fallo sul portiere, l’arbitro l’ha pensata in modo diverso. Tutto invariato a quindici giorni dallo scontro diretto con il Campodarsego, ma per conquistare la vetta serve qualcosa in più, e a questo Venezia non basta saper soffrire.

Ore 13.50 – (Gazzettino) «Non sono contento dato che abbiamo sbagliato il rigore, ma va bene così dato che sto vivendo un sogno e non posso dire niente ai ragazzi per quello che stanno facendo». Sono le parole con le quali il presidente Daniele Pagin commenta l’ 1-1 in terra veronese, dove naturalmente è stato al fianco della squadra. «Anche se sono rimasti in dieci, loro si sono chiusi bene. Abbiamo avuto la possibilità di vincere, ma tra il campo stretto e la loro bravura non ce l’abbiamo fatta. Vincendo potevamo allungare a più cinque sul Venezia e a più dieci sull’Este, avremmo trascorso una settimana radiosa. Sono comunque felice di avere sempre tre lunghezze di vantaggio sul Venezia, male che vada arriveremo allo scontro diretto a pari punti. Sono convinto che ce la giocheremo fino alla fine dato che gli arancioneroverdi non ci sono superiori». Non manca naturalmente la chiave di lettura di Antonio Andreucci. «È un pareggio che bisogna accettare dato che la Vecomp si è comportata bene pur restando con un uomo in meno. Ci abbiamo provato nel primo tempo, nella ripresa si è fatto sentire un po’ di appannamento e di mancanza di freschezza dato che eravamo reduci da una partita impegnativa giocata mercoledì con il Monfalcone. Però i ragazzi hanno interpretato bene questa gara, che è stata comunque soddisfacente». Quindi va avanti. «Alla vigilia non avrei messo la firma per un pareggio perché in campo andiamo sempre per cercare di ottenere il più possibile, ma tenuto conto dell’avversario che avevamo davanti e delle condizioni pesanti del campo, è un risultato che ci può stare e, ripeto, bisogna accettarlo. Naturalmente non posso dire di essere contento, ma c’è soddisfazione». Nella ripresa per cercare di scardinare le strette maglie di casa ha provato a inserire anche Cacurio e Radrezza, con quest’ultimo che si è anche procurato il secondo rigore. «Ho cercato di dare un pò di brio al reparto avanzato sfruttando l’uomo in più, anche se abbiamo rischiato qualcosa sulle ripartenze della Vecomp». Adesso vi attende il derby casalingo con i Lupi, a seguire la trasferta con il Venezia. Due tappe fondamentali. «Intanto pensiamo alla Luparense che è una buona squadra e poi ci concentreremo sul Venezia».

Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Impresa della Virtusvecomp. In dieci per quasi un’ora di gioco blocca la capolista omaggiata dalla terna arbitrale anche di due rigori. Il primo siglato in apertura da Michelotto il secondo, ad un quarto d’ora dalla fine, parato da Guagnetti. In mezzo l’immediato pari con una perla di Alba e un palo centrato da Pelizzer, complice la respinta del numero uno scaligero. Su di un campo reso pesante dalla pioggia le due squadre non si risparmiano giocando a viso aperto fino a quando il direttore di gara non decide di fare il protagonista e s’inventa il rosso diretto nei confronti di N’Zè autore di un fallo su Aliù considerato da ultimo uomo. Peccato che nella circostanza la difesa della Virtusvecomp sia schierata con Peroni pronto al recupero in diagonale e Rossi addirittura alle spalle dello stesso N’Zè. Una regalo per il Campodarsego che si trova con la possibilità di puntare al bottino pieno. E invece i patavini hanno dimostrato l’incapacità di sfruttare la superiorità numerica nonostante mister Andreucci nella ripresa abbia rinforzato il pacchetto offensivo inserendo una terza punta, Cacurio, per un esausto Bedin e Radrezza al posto di Michelotto. E’ stato nel momento di massimo forcing della prima della classe che è emersa la compattezza tra i reparti dell’undici veronese con Allegrini indietreggiato sulla linea difensiva lasciando a Burato e Santuari il compito di presidiare la zona nevralgica del campo mentre in avanti Cernigoi, prima, e Mensah,poi, hanno fatto sportellate contro la coppia Ruopolo-Poletti. Il tutto in una sfida d’alta quota dove si è corso molto, senza però creare più di tante occasioni da rete a dimostrazione di una gara molto tattica con i due allenatori attenti ai particolari. Fresco che rispetto alla Virtusvecomp vincente con il Venezia e la Liventina manda in campo dal primo minuto, sempre come seconda punta, Armani (’97) al posto di Agazzani (’96). Non rinuncia invece, a ragione, alla difesa esperta con Peroni e Maccarone sugli esterni a puntellare la coppia N’Zè-Rossi. Dopo un tiro di Piaggio, su assist di Aliù, al limite dell’area di poco a lato la Virtus ha la ghiotta occasione per sbloccare il punteggio. Vanzato prende con le mani un retropassaggio di Poletti: inevitabile la punizione a due in area ma il tiro di Cernigoi si perde a lato. Prima della mezz’ora fa tutto da solo Kabine in area viene atterrato da Rossi. Dal dischetto il tiro di Michelotto entra in rete nonostante la deviazione di Guagnetti. La risposta dei locali è veemente. Armani, servito da Maccarone, dall’area piccola tutto solo non trova di meglio che “sparare” su Vanzato. Nel prosieguo dell’azione Peroni apre sul fronte opposto dove Alba concretizza con un diagonale al fulmicotone. L’incontro sembra decollare ma arriva l’incredibile rosso a N’Zè a cambiare il copione che diventa di marca biancorossa. Prima del riposo Aliù dà palla a Pelizzer che dal lato sinistro dell’area chiama Guagnetti alla deviazione del pallone sul palo. Nella ripresa è un assedio del Campodarsego. Al 68’ Kabine impegna Guagnetti che si ripete poco dopo su Aliù. E’ il preludio alla grande occasione ospite con il neo-entrato Radrezza che conquista un secondo penalty per fallo di Maccarone. Dagli undici metri, dopo un conciliabolo tutt’altro che amichevole, va Kabine: il suo tiro è forte ma centrale con Guagnetti che in due tempi abbranca la sfera e regala il pari alla Virtus.

Ore 13.00 – (La Provincia Pavese) «Un confronto stimolante». Così Fabio Brini giudica la sfida di stasera (diretta Tv, ore 20) al Tombolato sul campo della capolista Cittadella. Rispetto alla gara d’andata, visti gli undici punti di distacco tra i veneti e gli azzurri, non si può parlare di un vero e proprio confronto diretto, ma certamente di una partita che può dare delle risposte per il futuro di Facchin e compagni. Se non un bivio per la stagione del Pavia e la sua rincorsa ai play off, sicuramente una prova che può offrire indicazioni su quale ruolo gli azzurri possono avere in questa rimanente parte del girone di ritorno. Certamente un’eventuale vittoria sul campo della capolista – non lo si può nascondere – cambierebbe molto non tanto sul fronte della classifica, ma per il morale. «Certamente ottenere i tre punti sarebbe importantissimo per creare entusiasmo e dare maggiore consapevolezza nei propri mezzi – ammette mister Brini – Ma quello che sarà fondamentale da qui alla fine è trovare soprattutto continuità di rendimento e di risultati». Superando Cuneo, Pro Patria, Renate e Pro Piacenza il Cittadella ha allungato dando uno “strappo” a una classifica che fino al termine del girone d’andata era molto equilibrata. «Una squadra che fa del gruppo, al di là delle sue qualità individuali, la forza che l’ha portata ad ottenere questi risultati», dichiara il tecnico del Pavia analizzando la forza del Cittadella. Sull’altro fronte mister Roberto Venturato si aspetta un Pavia a trazione anteriore: «A gennaio il Pavia ha inserito molti nuovi giocatori tra cui elementi di categoria superiore come Pirrone e Sforzini – dice l’allenatore del Cittadella – Mi aspetto che venga a giocarsela a viso aperto e non mi sorprenderebbe l’impiego insieme delle tre punte Cesarini, Ferretti e Sforzini». Formula che in effetti Brini ha provato in settimana con un 4-3-3 con Muscat, Pirrone e Marchi a sostenere il tridente. «E’ una possibilità che si può valutare come altre a partita in corso – ammette Brini – Ma per caratteristiche non penso di snaturare quello fatto fino ad oggi». Se le parole del tecnico del Pavia non sono semplicemente pretattica più probabile un modulo 4-2-3-1 con il ballottaggio tra Siniscalchi e Malomo a fianco di Dermaku al centro della difesa e il debutto dal 1’ del maltese Muscat con Pirrone davanti al reparto arretrato. Azzi e Manconi saranno gli esterni con Cesarini dietro a Sforzini che dovrebbe partire al posto di Ferretti, nonostante la doppietta di quest’ultimo contro il Cuneo. Per il tridente potrebbe esserci eventualmente spazio a gara in corso.

Ore 12.40 – (Gazzettino) Il Cittadella stasera nel posticipo di campionato con il Pavia (diretta tv su Raisport 1) proverà a ristabilire le distanze in classifica dalle immediate inseguitrici – Pordenone e Feralpisalò – che nel frattempo hanno ridotto a quattro i punti di distacco dalla squadra granata, mentre a cinque c’è l’Alessandria. E per riuscirvi, il tecnico Venturato chiede il sostegno del pubblico: «In questo momento decisivo della stagione abbiamo bisogno dei tifosi allo stadio. Spero di vedere una bella cornice di pubblico con il Pavia, perché giocare in un Tombolato pieno penso possa darci una marcia in più e può fare la differenza». Sulla loro strada i granata troveranno un avversario che punta quasi obbligatoriamente alla vittoria. In caso contrario, infatti, molto probabilmente i ragazzi di Brini sarebbero tagliati fuori dalla corsa per il primo posto. «Il Pavia da un paio d’anni sta puntando al salto di categoria – spiega Venturato – Nel mercato di riparazione è cambiato molto, con innesti mirati al gioco di Brini. È chiaro che verranno a Cittadella per tentare il colpaccio, del resto la rosa è di altissima qualità, individualmente i giocatori pavesi sono molto forti, per prevalere servirà un Cittadella tosto». Il tecnico si aspetta le tre punte: «Per me giocheranno sia Ferretti che Sforzini, possono coesistere senza problemi. Alle loro spalle prevedo Cesarini, giocatore in grado di fare la differenza in Lega Pro. Il Pavia può disporre di un potenziale offensivo davvero ragguardevole, dotato sotto tutti i punti di vista». Ecco perché Venturato chiede un’altra prova di spessore ai suoi: «All’andata, a Pavia, abbiamo disputato un’ottima gara, dobbiamo ripeterci. Ripeto sempre di alzare l’asticella, sarà così anche questa volta perché senza una prova maiuscola il Cittadella farà fatica contro un’avversaria davvero forte». Giocare conoscendo già i risultati delle dirette avversarie di classifica è un vantaggio oppure no? «A me piacerebbe che tutte le partite si giocassero alla stessa ora, capisco che per esigenze legate al format del campionato questo non è possibile. Pensare ai risultati delle altre squadre, comunque, non è l’atteggiamento giusto, il Cittadella deve guardare soltanto alla propria partita e avere grande rispetto per tutti. Il girone, infatti, è molto equilibrato, saranno tante le formazioni che lotteranno sino alla fine per il primo posto». Dove c’è in corsa anche il sorprendente Pordenone, sempre indicato dal tecnico granata come una delle squadre da tenere sott’occhio: «Per me non è una sorpresa, lo dico dall’inizio del campionato che il Pordenone è una compagine completa, sorretta da una società solida e concreta». Le piogge copiose del week end, il maltempo annunciato anche per oggi e il terreno di gioco inevitabilmente pesante potrebbero influire nelle scelte di Venturato? «Le condizioni meteorologiche non mi faranno cambiare le idee, magari penalizzeranno il bel gioco. In questi casi serviranno tenacia e grande personalità». Confermata la difesa di Piacenza, in mezzo al campo Zaccagni dovrebbe essere preferito a Schenetti, in avanti scalpita Bonazzoli: la sua fisicità questa sera potrebbe fare davvero comodo.

Ore 12.20 – (Gazzettino) Con una squadra letteralmente rivoluzionata nel mercato di gennaio, sono molti i dubbi sulla formazione che oggi Brini metterà in campo, a partire dal modulo, con probabile scelta del 4-4-2 o del 4-2-3-1. Tra i pali Facchin, al centro della difesa Dermaku, Malomo e Siniscalchi si giocano due maglie, con Ghiringhelli e Foglio sulle fasce. In mediana probabile esordio del maltese Muscat, affiancato da uno tra Pirrone e Marchi, mentre l’ex Azzi agirà a destra, con Manconi sulla corsia mancina. In attacco spazio alla coppia formata da Sforzini, al rientro da un turno di squalifica, e Cesaretti, ma non è da escludere la soluzione Ferretti che scalpita dopo la doppietta realizzata nell’ultima gara a spese del Cuneo. Prima di quel successo il Pavia aveva ottenuto quattro pareggi.

Ore 12.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Qua si fa la storia per chiudere la pratica in 7 giorni”) I risultati di ieri nel girone A di Lega Pro hanno confermato che, oltre ad un grande equilibrio al vertice della classifica, il Cittadella ha una grossa chance a portata di mano per confermare di essere la candidata numero uno alla vittoria finale. La FeralpiSalò, sconfitta a Padova otto giorni fa, e l’Alessandria hanno risposto con perentorietà all’allungo del Pordenone, vera sorpresa del torneo, capace con i suoi sei successi consecutivi di restare sul secondo gradino del podio insieme ai gardesani e sopra i grigi di Gregucci, che devono ancora disputare la semifinale di ritorno di Coppa Italia con il Milan a San Siro. Dietro c’è il Bassano, quinto e staccato di due lunghezze dai piemontesi. Le altre, più lontane, sembrano tagliate fuori dalla corsa ai playoff, anche se nel calcio non si può mai dare nulla per scontato. Dicevamo dell’occasione che si presenta agli uomini di Venturato, di scena stasera al Tombolato contro il Pavia dei cinesi (imprenditori che hanno persino quotato la società alla Borsa di Hong Kong), i cui investimenti anche nella finestra di gennaio del “mercato” sono stati cospicui, come a voler ribadire che, nonostante crisi e crisette, l’ambizione di lottare per un traguardo importante c’è sempre. Ma il Citta, che ha iniziato il girone di ritorno con un passo impressionante,facendo proprie quattro partite su quattro, con 12 punti in carniere, non può più sdrucire l’abito sontuoso che si è cucito addosso. Ha il dovere di provarci, proprio per i numeri che sfoggia a riprova della sua (meritata) leadership, e di ribadire a tutte le concorrenti dirette che la lotta è circoscritta solo alle posizioni di rincalzo, utili a garantire la partecipazione agli spareggi-promozione. Non c’è nulla di facile, sia chiaro, per Iori & C., anche se sono davanti a tutti, ma l’immagine che dà di sè la capolista è quella di una squadra solida, bene organizzata, che sa perfettamente ciò che vuole e che dispone di una forza d’urto offensiva tale da mettere i brividi a chiunque. L’unico “neo”, sul quale tra l’altro il tecnico sta lavorando da settimane, è rappresentato da quei momenti, nell’arco della partita, in cui l’attenzione viene meno e che sono costati gol evitabilissimi. Come se la luce, intensa ed abbagliante sin lì, si riducesse ad un lumicino fioco fioco, per un’improvvisa perdita di corrente. Conoscendo l’ambiente sotto le Mura, che smussa con abilità qualsiasi “frizione” e gestisce al meglio le (poche) pressioni a cui viene sottoposto durante la settimana, ci sembra di poter affermare che in sette giorni il Citta ha davvero in mano la possibilità di chiudere o quasi la pratica campionato. L’avversario odierno è sicuramente un osso duro, ma chi può permettersi di avere una panchina di uomini-gol e giocatori di grande esperienza come Venturato? Siamo sinceri, nessuno. I Gabrielli e il d.g. Marchetti, piaccia o no, rappresentano un modello difficilmente imitabile di efficienza e pragmatismo, di oculatezza negli investimenti e di sana gestione finanziaria, e preconizzare loro l’immediato ritorno in Serie B è il minimo. Ecco perché, fra stasera e domenica prossima, il Citta si gioca tanto, anzi tantissimo in chiave salto di categoria. Dovesse centrare altre due vittorie, chi ne tarperebbe più il volo verso il traguardo di maggio? Uno alla volta, gli ostacoli più insidiosi sono concentrati proprio nella seconda metà di febbraio, e il derby non è più scontato come all’andata, quando obiettivamente i granata misero la freccia e non si fecero più riprendere dalla “matricola”, il cui organico non era quello attuale. Ma ci sarà tempo per parlare della sfida dell’Euganeo da domani in poi, visto e considerato che il Padova è in serie positiva, al pari dei “cugini”, ed ha acquistato più consapevolezza nei propri mezzi. Ora il primo responso ci dovrà dare la misura della solidità mentale, prima ancora che fisica, raggiunta dalla capolista, che anche quando non è al top ha sempre nel suo arco frecce tali da rivelarsi mortifera al momento giusto. Se arriverà lo squillo di tromba che tutti si aspettano, ci si dovrà rassegnare: solo il Cittadella potrebbe buttare via il pass per la cadetteria. E non ci pare proprio di cogliere segnali diversi da chi vuole fortissimamente tornare là dov’era un anno fa.

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) «Per loro è una partita importante? Beh, per noi è la più importante». Roberto Venturato scandisce le parole, in modo che si colga il peso dell’articolo determinativo. E conta poco se probabilmente pronuncerà la stessa frase anche prima del derby di domenica prossima all’Euganeo e andrà avanti a ripeterla da qui alla fine della stagione. Il messaggio del tecnico granata, che vuole riportare subito a 7 punti il margine sulle inseguitrici e allungare a 5 partite la striscia vincente del suo Cittadella, è chiaro: «Dobbiamo scrivere una nuova pagina del nostro cammino. Contro questo Pavia, dichiaratamente costruito per salire di categoria, serviranno carattere, personalità e temperamento. Ci attende un bel banco di prova». Jallow si ricandida. La seduta di rifinitura, svolta ieri mattina sotto la pioggia, non ha regalato sorprese. Pascali, che si è allenato a parte, non rientrerà in extremis. Non è pertanto il caso di attendersi grossi cambiamenti nell’undici iniziale rispetto alla solida prova offerta a Piacenza nel turno precedente: al solito, il vero ballottaggio riguarda il nome dell’attaccante che affiancherà Litteri, con Jallow, tornato al gol allo stadio Garilli, e Bonazzoli, che potrebbe essere favorito dal terreno pesante, a contendersi una maglia. Poco probabile che venga toccato Chiaretti, pur non troppo brillante nelle ultime uscite: «Qualche prestazione meno positiva nell’arco del campionato ci sta, ma Lucas è un elemento importantissimo dal punto di vista della testa e della qualità che riesce a garantire», la riflessione di Venturato sul trequartista carioca. Attenti a quei tre. Davanti ci sarà un Pavia pronto ad affrontare la partita a viso aperto, anche perché gli 11 punti che lo separano dalla capolista lo spingeranno a giocare per l’intera posta. Venturato ne è convinto, tanto da ipotizzare un cambio di modulo per la formazione avversaria, che potrebbe presentarsi al Tombolato con il tridente: «Sforzini o Ferretti? Io mi aspetto di vederli entrambi, con Cesarini ad agire alle loro spalle. Sforzini sa fare da riferimento, Ferretti dà il suo meglio proprio da seconda punta, Cesarini in queste stagioni ha mostrato quanto vale: parliamo di un terzetto offensivo che unisce fisicità e qualità. E non dimentichiamo gli innesti operati nel mercato di riparazione, con l’inserimento di un elemento come Pirrone a centrocampo, sceso dalla Serie B. A gennaio il Pavia è cambiato in base alle indicazioni di Brini, il suo nuovo allenatore, uno che ha sempre fatto molto bene ovunque sia stato e che sa tirare fuori il massimo dai gruppi che ha a disposizione». L’asticella. La scorribanda dell’andata allo stadio Fortunati chiarì all’intero girone quali potenzialità avesse il Citta, capace d’imporsi per 2-1. «Fu una grandissima gara», ricorda Venturato, «da cui prendere spunto, provando ad alzare ancora di più l’asticella». Iori & C. giocano in orario serale per la terza volta in questo campionato, dopo le vittorie colte nel derby d’andata e con la Reggiana. Caleranno il tris?

Ore 11.20 – (Mattino di Padova) L’appello di Venturato ai tifosi arriva da solo, a fine conferenza-stampa, senza bisogno di domande: «Mi auguro che al Tombolato venga tanta gente per la partita con il Pavia e per le prossime, perché giocare in uno stadio pieno può fare la differenza e noi abbiamo bisogno della partecipazione più ampia possibile». Ed è quasi un invito a non accontentarsi della diretta tv di Rai Sport 1, che trasmetterà il posticipo di stasera. Chi non avesse già acquistato il biglietto potrà farlo anche oggi, presentandosi alla sede del Cittadella, aperta dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17, mentre i botteghini dello stadio saranno aperti dalle 18.30 e sino alla fine del primo tempo. Qui Pavia. «È una gara stimolante, sappiamo che non sarà facile vincere a Cittadella. Riuscirci, però, ci consentirebbe di fare un vero salto di qualità». Lo ha affermato ieri pomeriggio Fabio Brini, da fine dicembre alla guida del Pavia, dopo aver diretto la seduta di rifinitura. Per il match di stasera i lombardi recuperano Siniscalchi in difesa e Sforzini in attacco, entrambi al rientro dalla squalifica. Lumezzane. Il Lumezzane ha reso noto ieri sera di aver esonerato il tecnico Paolo Nicolato. La squadra è temporaneamente affidata a Nadir Brocchi, entro martedì verrà reso noto il nome del nuovo allenatore.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Pur non parlando la stessa lingua come con Fabiano, l’intesa con Sbraga, suo nuovo compagno al centro della difesa, sta funzionando al meglio. «Sono tre o quattro gare che giochiamo insieme, ci troviamo bene e lui è un ragazzo giovane con belle prospettive davanti a sè». Cosa è cambiato nel Padova nelle ultime settimane? «Il fatto di essere, come dicevo prima, tosti, compatti e corti, ci porta a giocare bene e a non soffrire tanto. Delle squadre che ci stanno davanti nessuna ci ha messo mai sotto e anzi in varie occasioni siamo stati noi a farle soffrire. Pillon ci ha trasmesso concetti semplici del calcio e anche per me, che ho giocato 200 partite in questa categoria, non è tutto scontato e ho bisogno delle sue indicazioni e del suo ribadire ogni settimana quello che devo fare. Lavora tanto sul campo e sull’attenzione e questa è un’arma in più». Tornando alla difesa e al derby di domenica all’Euganeo con il Cittadella, ci saranno da fare gli straordinari. «Sarà un bel banco di prova perché i granata davanti hanno giocatori di categoria superiore. Bisognerà stare sul pezzo e concentrati per 95 minuti per non prendere gol».

Ore 10.40 – (Gazzettino) E agli avanti altoatesini è stato concesso ben poco. «Siamo stati belli compatti, corti, attenti e bravi a non farli ripartire e a non concedere loro spazi, tanto che hanno avuto solo due sole occasioni su palla da fermo». Le note più liete, così, arrivano proprio dal pacchetto arretrato, con una difesa in tempi recenti chiusa a doppia mandata: porta inviolata nelle ultime tre partite, un solo gol al passivo (con il Pro Piacenza) nelle ultime cinque e quattro nelle nove gare sotto la gestione Pillon. In questo lasso di tempo solo la Reggiana (tre) ha fatto meglio. «Siamo soddisfatti perché nel reparto difensivo c’è grande intesa. Per noi è importante non prendere gol perché poi in avanti abbiamo tanti giocatori bravi che possono sempre colpire. Sono particolarmente contento dei miei compagni». Ma anche di se stesso grazie a una stagione finora maiuscola. «C’è soddisfazione per quello che sto facendo e mi fa piacere che la piazza stia apprezzando il mio lavoro. Sento la fiducia dei tifosi e spero di proseguire su questa strada».

Ore 10.30 – (Gazzettino) «Un derby non va giocato, va vinto. Sto già pensando alla sfida con il Cittadella, sappiamo che affronteremo una squadra forte prima in classifica non per caso, ma saremo davanti al nostro pubblico e spero di arrivare all’appuntamento nelle migliori condizioni». L’undici di Venturato deve ancora disputare il posticipo con il Pavia, ma Marcus Diniz lancia già il guanto di sfida ai granata, e lo fa ulteriormente rinfrancato dal buon pareggio conquistato a Bolzano dal Padova, in serie positiva da dieci turni e protagonista di un momento di ottima forma in cui si è già fatto valere con le avversarie di vertice. «Siamo soddisfatti – esordisce il centrale difensivo brasiliano – per la partita con il Sudtirol. Con un po’ di fortuna potevamo anche portare a casa i tre punti, ma va comunque bene così dato che per noi questa era una prova difficile, in un campo brutto e di fronte a un avversario che sa giocare. Portiamo quindi a casa volentieri questo pareggio». Anche perché nella mente dei tifosi era ancora vivo il ricordo della gara persa malamente in casa all’andata. «Quella è stata una brutta partita, ma si tratta di una cosa passata, meglio non pensarci più. Ora siamo una squadra più quadrata e tosta e quindi anche per loro non era facile affrontare questo Padova».

Ore 10.20 – (Gazzettino) Subito in campo ieri mattina la squadra sotto la pioggia battente agli impianti della Guizza. Lavoro di scarico per i titolari di sabato, normale seduta agli ordini di Pillon per il resto della rosa, compresi i giocatori entrati a gara in corso al “Druso”. Poi un giorno e mezzo di riposo, con la ripresa della preparazione programmata per domani pomeriggio. Nel derby di domenica con il Cittadella (calcio d’inizio alle 15) mancheranno ancora il portiere Petkovic, Cunico, operato la scorsa settimana al menisco, e il lungodegente Niccolini. In settimana occhi puntati su Petrilli, non inserito nell’undici di partenza a Bolzano per un problema al polpaccio che lo aveva fatto allenare con il contagocce. In casa biancoscudata non sono previste squalifiche, ma andrà in diffida Diniz.

Ore 10.10 – (Gazzettino) Era la prima festa della tifoseria organizzata del 2016 e per l’occasione il club Fossa dei Leoni non si è fatto mancare nulla, anche perché l’evento coincideva con il martedì grasso. Ad allietare la serata, lo spettacolo del mago, le ballerine del ventre e l’immancabile lotteria, il tutto condito da un clima gioviale, con oltre centoventi partecipanti. Al ristorante Giramondo di Cadoneghe c’erano delegazioni di altri club, associazioni locali, l’assessore comunale di Padova, nonchè gran tifoso biancoscudato Alain Luciani, inevitabilmente interpellato sulle ultime novità relative allo stadio Euganeo e al Plebiscito e naturalmente, il Padova. Insieme al direttore sportivo De Poli, al team manager Pontin e al dirigente D’Ambrosio, sono intervenuti Dionisi e Ilari, i due giocatori della cerniera di destra della squadra, ma l’ospite d’onore è stato Carmine Parlato, accompagnato dalla moglie Alessia. «L’ho costretto a venire – ha dichiarato il presidente del club Aldo Tomat – perchè lui è il tifoso d’eccellenza del Padova». «È sempre piacevole ricordare insieme le cose belle» la replica dell’ex allenatore.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Quanto aiuta avere al fianco uno come Diniz? «Aiuta molto, non avevo mai giocato con un difensore così forte fisicamente e rapido. Dà sicurezza al reparto». Com’è il rapporto con gli altri compagni, compreso Fabiano, il terzo centrale? «Molto buono, sono ottimi ragazzi anche fuori dal campo. Il giovane della compagnia sono io e quindi cerco di ascoltare i consigli e imparare da loro». A questo punto della stagione crede sia ancora possibile fare un pensierino alla zona playoff? «Non me la sento di fare propositi. Stiamo attraversando un buon momento e vogliamo che duri il più a lungo possibile, se verrà qualcosa in più di ciò che abbiamo ora, saremo super felici, ma per il momento pensiamo partita dopo partita. Domenica arriva la squadra più forte del campionato e abbiamo tanta voglia di far bene». E l’ambientamento con la piazza come procede? «Molto bene. Mi avevano parlato del tifo caloroso che si respira a Padova. Sono “voci” che girano nel nostro ambiente. Mi aspettavo un grande affetto, ma devo dire che mi ha stupito il seguito che abbiamo anche in trasferta. È un sostegno a cui teniamo molto».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Al fianco di Diniz, si è ambientato in men che non si dica e a Bolzano è stato uno dei migliori. «Sono molto contento», ha sorriso ieri il difensore al termine dell’allenamento di scarico svolto alla Guizza (oggi la squadra riposa). «Sapevamo che il punto di forza del Sudtirol era l’attacco. Giocano molto sulle punte e sugli esterni, tengono ritmi alti e attaccano molto sulle seconde palle. Il campo non ha aiutato il nostro fraseggio, noi difensori abbiamo dovuto lavorare parecchio, ma è andata bene. La partita è filata come l’avevamo preparata, peccato non essere riusciti a segnare, ma siamo stati solidi e organizzati». In queste ultime gare il punto di forza del Padova sembra proprio essere la fase difensiva. Come ha fatto ad adattarsi in così poco tempo? «Innanzitutto bisogna dire che il merito è del lavoro dell’intero undici in campo e della nostra organizzazione. In queste settimane mi sono concentrato molto sulla mia posizione di centrosinistra. Essendo un difensore a cui piace impostare il gioco e uscire palla al piede, spesso mi capita il pallone sul sinistro e devo ancora migliorare in questa situazione».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il pareggio a reti bianche contro il Sudtirol ha portato in doppia cifra la striscia positiva biancoscudata. Se da un lato c’è un pizzico di rammarico per una vittoria che avrebbe potuto lanciare Neto Pereira & C. nelle zone alte della classifica, dall’altro continua la marcia priva di sconfitte di Bepi Pillon. Considerando anche l’ultima partita di Parlato (lo 0 a 0 con la Pro Patria), il Padova ha raggiunto quota 10 risultati utili consecutivi. Un filotto contraddistinto da una difesa sempre più impenetrabile. Con 17 gol subìti è la seconda miglior retroguardia di tutto il girone (solo la Reggiana con 13 ha fatto meglio), ma nelle ultime 10 partite quella biancoscudata è risultata la porta meno battuta in assoluto. Solo 4 i gol incassati da Busto Arsizio in poi, di cui appena uno in casa. Effetto Sbraga. Pillon ha registrato il reparto arretrato, grazie anche al tassello che mancava e che ha richiesto espressamente. Serviva un difensore centrale e ad inizio gennaio è arrivato Andrea Sbraga, 23enne di scuola Lazio, che ha avuto subito un impatto molto positivo.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 44, FeralpiSalò e Pordenone 40, Alessandria 39, Bassano 37, Reggiana 34, Pavia e SudTirol 33, Padova 32, Cremonese 31, Giana Erminio 27, Cuneo 25, Pro Piacenza 24, Renate 22, Lumezzane 20, Mantova 19, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventiduesima giornata: Cuneo-Bassano 2-2 (Candido (Ba) al 25′ pt, Momenté (Ba) al 8′ st, Chinellato (Cn) al 29′ st e al 45′ st), Lumezzane-Renate 1-3 (Napoli (Re) al 22′ pt, Cruz (Lu) al 23′ st, Graziano (Re) al 39′ st, Curcio (Re) al 43′ st), Pordenone-Pro Patria 3-0 (Strizzolo (Pn) al 11′ pt, Buratto (Pn) al 14′ st, Berrettoni (Pn) al 18′ st), SudTirol-Padova 0-0, Reggiana-Mantova 1-1 (Gonzi (Mn) al 17′ pt, Siega (Re) al 32′ pt), Pro Piacenza-Giana Erminio 1-1 (Cogliati (Ge) al 5′ pt, Bini (Pp) al 29′ pt), AlbinoLeffe-Alessandria 1-3 (Bocalon (Al) al 12′ st e al 16′ st, Iocolano (Al) al 20′ st, Checcucci (Al) al 26′ st), FeralpiSalò-Cremonese 4-2 (Brighenti (Cr) al 9′ pt, Tortori (Fs) al 20′ pt, Maracchi (Fs) al 24′ pt, Tortori (Fs) al 35′ pt, Maracchi (Fs) al 12′ st, Brighenti (Fs) al 36′ st). Stasera, ore 20.00 Cittadella-Pavia.

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 14 febbraio: allenamento mattutino defaticante per i Biancoscudati dopo il pareggio col SudTirol.




Commenti

commenti

About Gabriele Fusar Poli


WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com