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Ore 22.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Novità in vista nel Venezia che oltre a cercare di fare il suo dovere, battendo l’Abano, tiferà per la Virtus Vecomp cui farà visita il Campodarsego capolista con tre punti di margine. Domani al Penzo la terza gara in otto giorni – ore 14.30, arbitro Natilla di Molfetta – opporrà gli arancioneroverdi ai neroverdi padovani allenati dal figlio d’arte Karel Zeman, «erede» anche nel modulo 4-3-3 del ben più noto Zdenek. Dopo i successi con Montebelluna e Liventina il tecnico lagunare Giancarlo Favarin rilancerà diversi giocatori, nel match del suo ritorno in panchina dopo 180′ in tribuna per quella squalifica che ora sconterà il suo vice Giovanni Langella. «A Motta di Livenza abbiamo dimostrato carattere portando a casa l’intera posta pur avendo giocato a lungo con un uomo in meno – il plauso dell’allenatore ai suoi ragazzi -. Sei punti in pochi giorni ci servivano per la convinzione e la consapevolezza, dobbiamo ripeterci contro un Abano che di recente ha cambiato gli attaccanti e che grazie al contropiede è più insidioso in trasferta che in casa. Il Campodarsego? Speriamo che a Verona succeda “qualcosa” come è capitato a noi». Favarin potrebbe concedere un turno di riposo a Serafini e Fabiano in attacco, con chance per Gualdi, Volpicelli titolare assieme a Carbonaro per lo squalificato Lattanzio. In mediana Marcolini nonostante la buona prova con la Liventina lascerà il posto a capitan Soligo, lo stesso farà Callegaro a favore di Acquadro nuovamente disponibile dopo il turno di stop. Proprio Acquadro la prossima settimana, dal 15 al 17 febbraio, sarà in ritiro con la Rappresentativa di serie D a Roma in vista della formazione della selezione che parteciperà alla Viareggio Cup (14-30 marzo). Oggi (ore 14.30) dopo il turno di riposo torna in campo la Juniores nazionale del Venezia (quinta con 32 punti) che a Musile ospita il Campodarsego (25). AL PENZO – Domani tornano le due corse aggiuntive di Actv (ore 12.40 e 13.40) da Piazzale Roma-Parisi a Sant’Elena; alle 13.15, invece, partirà la navetta della società da Punta San Giuliano al Penzo.
Ore 21.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Rinfrancato dalla vittoria di mercoledì sulla Liventina, il Venezia torna in campo domani al Penzo per la sfida con l’Abano. Tra rientri e recuperi la squadra di mister Giancarlo Favarin dovrebbe essere quasi al completo, anche se si profila il turn over per qualcuno, a causa dell’impegno ravvicinato che ha impedito il pieno recupero di energie. Tra i candidati alla panchina ci sono quasi certamente Serafini e Marcolini. Smaltita la doppia squalifica torna in panchina mister Favarin, che però non avrà al suo fianco il vice Langella, allontanato mercoledì e punito dal giudice sportivo. A centrocampo ritorna Acquadro che ha scontato la giornata di stop, mentre mancherà per squalifica Lattanzio. Rientra di sicuro, invece, Carbonaro che ha archiviato i guai muscolari, così come Ferrante che ieri si è allenato con il gruppo e dovrebbe essere disponibile alla convocazione. Come detto, quasi certamente rifiateranno Serafini e Marcolini: il primo per recuperare a pieno le energie, il secondo per non correre rischi, essendo appena rientrato dall’infortunio. A Motta di Livenza il centrocampista ha dato buone risposte e sarà sempre più un punto di riferimento nella linea mediana ma, considerato il problema muscolare delle scorse settimane, è consigliabile un rientro graduale. Spazio dunque a Soligo accanto ad Acquadro. Davanti invece Favarin sta pensando di lanciare Gualdi al centro del terzetto d’attacco. La sfida a distanza con il Campodarsego vede la capolista impegnata sul difficile campo veronese della Virtus Vecomp. Stavolta le due partite sono in contemporanea e la speranza è di riuscire ad accorciare rispetto all’attuale -3, confidando in buone notizie da Verona.
Ore 21.40 – (La Nuova Venezia) Due partite a soffrire in tribuna, “pena” abbreviata dai due turni in quattro giorni tra Montebelluna e Liventina. Domani, Giancarlo Favarin, si riapproprierà della panchina, dandosi il cambio con il suo vice, Giovanni Langella, costretto a sedersi per squalifica in gradinata. Venezia in salute, solo Lattanzio, al quale i compagni hanno regalato la maglia col numero 27 come gli anni compiuti giovedì, ai box per lo stop del giudice sportivo, con Ferrante sulla strada del completo recupero e le scelte dettate solo da motivazioni tecniche o per far respirare qualcuno dei “senatori”, Serafini e Marcolini in primis. «Si soffre in tribuna, lontano dal terreno di gioco» racconta Giancarlo Favarin, «anche se dall’alto si vede molto meglio la partita, la visualità è decisamente superiore che non da bordo campo». Intanto domani arriva l’Abano al Penzo, la prima squadra che all’andata fermò il Venezia (2-2), beneficiando della svista colossale (palla nettamente uscita dal campo) in occasione del pareggio dei termali, oltre all’espulsione di Serafini. «E’ una buona squadra, che ha cambiato molto a dicembre, soprattutto in attacco» spiega il tecnico arancioneroverde, «più temibile in trasferta che non in casa. Noi stiamo bene, le due vittorie consecutive hanno riportato fiducia e serenità. Non era semplice venir fuori con i tre punti da Motta di Livenza». Non a caso l’Abano ha conquistato gli stessi punti (16) tra gare casalinghe e gare in trasferta per arrivare a quota 32 con una partita, a Verona, da recuperare. A centrocampo si ricostituisce la coppia Soligo-Acquadro. Favarin conferma: «Marcolini non può ancora reggere due gare ravvicinate, ha bisogno di lavorare dopo l’infortunio al polpaccio». In attacco tornerà Carbonaro con Fabiano, Innocenti e Gualdi a giocarsi due maglie in linea con Volpicelli. Il tutto mentre continua il duello a distanza con il Campodarsego, in attesa dello scontro diretto che si avvicina, fissato per l’ultima domenica di febbraio. «Scontato che noi dobbiamo vincere» osserva Favarin, «la capolista è attesa da un test probante a Verona, abbiamo sperimentato a nostre spese la consistenza tecnica e tattica della Virtus». I veronesi non giocano per da due settimane avendo posticipato le partite con Abano e Calvi Noale. E tornando all’Abano, avversario domani pomeriggio al Penzo, va detto che dallo scorso 10 dicembre sulla panchina aponense siede un cognome illustre: Karel Zeman, figlio di Zdenek, chiamato all’ombra dei Colli Euganei per sostituire De Pieri. L’arbitro di domani arriverà dalla Puglia, essendo stato designato Fabio Natilla di Molfetta.
Ore 21.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Pescara come il drappo nero. Quando lo vedi, ti capita tutto il peggio possibile. Un rigore contro inesistente, un’espulsione inspiegabile, il gol in pieno recupero di Lapadula con assist dell’ex Cocco. Finisce 1-1 e il Vicenza si morde le mani. Aveva la vittoria in pugno e se l’è vista sfuggire proprio all’ultimo, in modo completamente immeritato. La prima notizia: gioca Ebagua e Raicevic va in panchina. Nei primi quattro minuti il Vicenza ha due occasioni: la prima con Vita dopo nemmeno due minuti, ma la conclusione è strozzata e innocua, la seconda ben più importante con il cross di Laverone per Ebagua, che trova sulla sua strada un attento Fiorillo. Il pericolo pubblico è ovviamente Lapadula, che viene spesso raddoppiato, poi al 28’ è ancora Ebagua a impegnare Fiorillo ancora una volta. Alla mezzora Laverone salva alla disperata su Lapadula dopo l’intervento decisivo di Sampirisi. Cinque minuti dopo è Mitrita a spaventare Benussi, con il tiro a giro che esce di poco a lato, poi Memushaj va vicino al vantaggio. Ma la vera chance clamorosa è per Galano, che mette a lato di testa da ottima posizione. E allo scadere è ancora Galano ad avere il pallone buono, ma Zuparic si immola e riesce a tamponare l’emergenza. Pronti, via, si riparte e il Pescara continua a sbattere contro il muro biancoosso. Ed è sempre Galano l’uomo più pericoloso: al 13’ Moretti cerca di innescare lo schema su punizione, ma ancora una volta è Fiorillo a dire di no all’ex barese. Non è finita, perché al 17’ Galano ci prova di nuovo e ancora una volta Fiorillo riesce a distendersi impedendo al diagonale di fare centro. La chiave è Signori: superbo a centrocampo, sempre nel vivo dell’azione, sempre pronto all’inserimento da mezzala di movimento e allo stesso tempo attento quando si tratta di proteggere la difesa. Poco Pescara e tanto Vicenza. Oddo si gioca la carta Cocco, che al 19’ viene gettato nella mischia per tentare di sbloccare lo stallo. Dentro pure Pasquato, ma il Vicenza non sbaglia un colpo. E al 30’ arriva il vantaggio (meritato). Tiro di Moretti dalla distanza, respinta difettosa di Fiorillo che stavolta tradisce, Vita sulla respinta calcia a colpo sicuro, stavolta Fiorillo è miracoloso, ma Signori è pronto a ribattere a rete e l’1-0 è servito. Il Pescara prova a reagire, ferito nell’orgoglio e nel punteggio. Cocco ha la palla buona ma il gol dell’ex stavolta non arriva. Marino toglie Ebagua, calato drasticamente dopo un buon primo tempo e inserisce Raicevic. Al 37’ l’episodio che potrebbe cambiare il corso degli eventi: contatto Sampirisi-Lapadula, l’arbitro assegna il rigore e poi espelle l’esterno biancorosso. Proteste furibonde della panchina, Marino manda ripetutamente a quel paese La Penna, Moretti si fa ammonire. Ma ci pensa Memushaj, calciando incredibilmente a lato dal dischetto, a rimettere le cose al loro posto. I cinque minuti di recupero e l’inferiorità numerica rendono il finale palpitante. E la beffa è dietro l’angolo: al 92’ Cocco firma l’assist per Lapadula, che in semirovesciata mette dentro facendo esplodere l’Adriatico. Evidentemente era destino: il Vicenza quando vede biancazzurro, vede nero.
Ore 20.50 – (La Provincia Pavese) Oltre al ritorno alla disponibilità dopo le squalifiche di Sforzini e Siniscalchi non ci sono particolari novità in casa Pavia. Continuano il loro lavoro di recupero Marco Cristini e Matteo Bellazzini come a parte si allena Fabrizio Grillo alle prese con un infortunio muscolare dopo il suo arrivo in maglia azzurra ai primi di gennaio. In infermeria anche Dario Biasi e Elio De Silvestro che si sono, invece, fermati due settimane fa nella gara disputata a Bolzano con il Sud Tirol.
Ore 20.30 – (La Provincia Pavese) Saranno gli ultimi allenamenti settimanali, quello di questa mattina alle 10,30 e la rifinitura di domani pomeriggio, a sciogliere gli ultimi dubbi a mister Brini per l’undici titolare da schierare contro il Cittadella. Diverse le alternative provate dal tecnico marchigiano durante questi giorni: ieri pomeriggio le porte del Fortunati erano chiuse proprio per una seduta “top secret” del Pavia e per evitare fughe di notizie. Ma alcune delle ipotesi per la trasferta di lunedì sera sono comunque piuttosto chiare. Sul modulo si va verso un 4-2-3-1 o 4-4-2 in base all’atteggiamento difensivo o offensivo della squadra. Oltre a Davide Facchin salvo problemi dell’ultim’ora altrettanto chiare le scelte per i due esterni difensivi che saranno i riconfermati Ghiringhelli e Foglio. Ballottaggio a tre per le due maglie di centrali: la prova con il Cuneo avrebbe permesso a Dermaku di ipotecarne una. In questo caso la riconferma al suo fianco di Malomo o il rientro di Siniscalchi dopo la squalifica è il dubbio di Brini. A centrocampo nel ruolo di esterno destro agirà ancora il brasiliano Azzi, convincente alla sua prima in azzurro, mentre a sinistra Manconi, superati i problemi fisici delle ultime settimane, si candida a prendere il posto del croato Grbac. Contro il Cuneo, va detto, a un certo punto, come fa spesso, mister Brini ha invertito gli esterni, portando Manconi a destra e Azzi a sinistra. In mezzo al campo la novità potrebbe essere l’impiego dal 1’ di Rowen Muscat. Il maltese, le cui qualità Brini sta vedendo allenamento dopo allenamento, è pronto a far coppia in un centrocampo più tecnico con Giuseppe Pirrone o prenderne il posto a guidare la costruzione del gioco con a fianco Marchi. In attacco Nando Sforzini, scontata la squalifica, avrebbe una maglia nonostante la doppietta del suo sostituto con il Cuneo, Andrea Ferretti. Dietro di lui con la possibilità di svariare in lungo e in largo sul fronte offensivo sarà, poi, Cesarini. Il tutto ovviamente a meno che nelle ultime 48 ore i dubbi rilancino Ferretti. Il mister sta provando tutte le soluzioni. E’ escluso, almeno per ora, il ricorso a un tridente offensivo. Meno probabile, invece, vedere i tre insieme in una delicata trasferta sul campo della capolista Cittadella. Insomma per ogni reparto del Pavia mister Brini ha provato durante questa settimana diverse soluzioni. Il tutto per arrivare ad una scelta per l’undici iniziale e valutare anche soluzioni tattiche da provare eventualmente a gara in corsa in base all’evolversi della gara e del risultato. Statisticamente il Pavia viene nelle ultime quattro trasferte da una vittoria il 20 dicembre a Pordenone (nell’interregno del tecnico della Berretti Stefano Rossini) e da tre pareggi, il primo a Reggio Emilia con in panchina Michele Marcolini e gli altri due della gestione Brini: 0-0 a Busto Arsizio con la Pro Patria e l’1-1 a Bolzano con il Sud Tirol. L’ultima sconfitta esterna risale, invece, al 21 novembre al Moccagatta con il 2-1 nel finale ad Alessandria.
Ore 20.00 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 44, Pordenone 40, Bassano e FeralpiSalò 37, Alessandria 36, Reggiana 34, Pavia e SudTirol 33, Padova 32, Cremonese 31, Giana Erminio 27, Cuneo 25, Pro Piacenza 24, Renate 22, Lumezzane 20, Mantova 19, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).
Ore 19.50 – Lega Pro girone A, fischio finale: Pro Piacenza-Giana Erminio 1-1.
Ore 19.20 – Lega Pro girone A, fischio finale: Reggiana-Mantova 1-1.
Ore 18.50 – (Gazzettino) Nessun miracolo dell’ultima ora in casa granata: Manuel Pascali non riuscirà a recuperare per il posticipo di lunedì sera con il Pavia. Per il difensore si punterà al derby con il Padova, in programma all’Euganeo il 21 febbraio. Sia lui che Paolucci, infatti, anche ieri si sono allenati in maniera differenziata rispetto al gruppo, nel quale sono rientrati soltanto parzialmente. Per Paolucci ancora un paio di settimane di pazienza prima di ritrovarlo a disposizione di Roberto Venturato, il centrocampista dovrebbe tornare per fine mese. A parte prosegue il recupero di Leidi. Intanto ieri è arrivata l’ufficialità del quarto di finale di Coppa Italia Lega Pro: Cittadella-Cremonese si giocherà mercoledì 24 febbraio alle 15 al Tombolato, in gara secca. Chi passa il turno affronterà in semifinale la vincente tra Santarcangelo e Spal.
Ore 18.30 – (Gazzettino) Michele Marcolini ha giocato all’ombra del Santo nella stagione 2011-2012 e nell’attuale campionato, sulla panchina del Pavia, ha affrontato in casa le due portacolori padovane, ottenendo un morbido successo con i biancoscudati e uscendo sconfitto con i granata al termine di una gara rocambolesca e decisa nei minuti finali. Lunedì i lombardi saranno di scena al Tombolato, ma alla loro guida, in una squadra nel frattempo rivoluzionata nel mercato di gennaio, ora siede Fabio Brini che al momento – quattro pareggi e una vittoria con il Cuneo nell’ultimo turno – non è ancora riuscito a innescare l’attesa svolta. «Posso soltanto augurarmi – commenta Marcolini – che sia una bella partita e i presupposti ci sono tutti dato in campo si potrà vedere grande qualità. Si affrontano infatti due formazioni forti che hanno in organico giocatori in grado di fare la differenza». L’analisi dell’ex centrocampista del Chievo si focalizza poi sul Cittadella: «Anche a livello di piazza ha dimostrato di sapere quello che occorre fare in ogni frangente, pure nei momenti più delicati. A dimostrazione di questo, ai tempi della serie B spesso è riuscito a ottenere salvezze insperate, grazie alla capacità da parte della società, della squadra e dell’ambiente nel gestire al meglio le situazioni». E sul piano tecnico? «Sta facendo un grande cammino e un eventuale successo sul Pavia (ora in ritardo di undici lunghezze, ndr) sarebbe un’ulteriore prova di forza. A un gruppo di gente esperta sono stati aggiunti giovani che stanno dando un grande contributo, ma il Cittadella ha sempre saputo muoversi bene sul mercato». Chi può insidiare il suo primo posto? «Ora ha un bel vantaggio e finora il campionato ha evidenziato un grande equilibrio. Per vincere ogni partita, non è la solita frase fatta, serve un grande sforzo, e la classifica può cambiare velocemente per cui dovrà guardarsi da tutte le squadre del gruppone di testa, pensando soprattutto a se stesso». Marcolini ha anche seguito le ultime due sfide del Padova: «Una squadra volitiva, ben organizzata e quadrata in cui sicuramente si vede la mano di Pillon. I biancoscudati sono sulla buona strada, daranno fastidio a molti e hanno tutto per fare bene, con un gruppo compatto, con l’arrivo di un elemento importante per la categoria come Sbraga che ha dato solidità al reparto difensivo e senza dimenticare l’esperienza di Corti e Neto Pereira che stanno facendo bene e, si vede chiaramente, sono dei leader». A che traguardi può puntare? «Credo che ogni squadra debba vivere il campionato gara per gara senza porsi obiettivi a lungo termine. Se poi continua così, potrà sognare». Prima, però va superato l’ostacolo Sudtitol: «Compagine dura da affrontare, compatta, ben messa in campo e con giocatori che possono risolvere in ogni momento la gara, ma pure per loro non sarà semplice». Non manca un flashback sulla sua esperienza in biancoscudato in una squadra costruita per la serie A e giunta solo settima: «Sono stato bene, anche se resta il rammarico per il risultato finale. Non mi piace comunque nascondermi dietro un dito, giustificando il tutto con le ripercussioni del calcioscommesse. Se non si è raggiunto l’obiettivo, evidentemente non siamo stati all’altezza».
Ore 18.10 – (Mattino di Padova) Arrivi al campo poco prima dell’allenamento e subito ti accoglie la musica da discoteca che proviene dallo stereo dello spogliatoio, il suono è tipicamente “dance”. «Ma non so mica che roba sia… È “Litte” (Litteri, ndr) che fa il deejay e decide cosa mettere. C’è di tutto nella sua compilation», sorride Manuel Iori, la barba lunga che gli incornicia il mento e gli regala l’aria del “profeta”. Di motivi per essere contento ne ha più d’uno, il capitano del Cittadella. Il fastidio al piede, che lo ha frenato nelle ultime settimane, è ormai superato. E poi c’è la classifica che, da sola, basta a tirar su il morale. Chissà cosa avranno pensato Nava e Zaccagni arrivando qui a gennaio… «Ma loro si sono inseriti bene, sia in campo che nello spogliatoio. E non avevo grossi dubbi al riguardo, siamo un bel gruppo». Non è che ci sia qualche rischio di rilassamento, dopo un filotto di quattro vittorie consecutive e trovandovi a +7 sulla seconda? «Non avverto questo pericolo e non ne ho sentori. Non corriamo rischi del genere perché sappiamo tutti che abbiamo ancora tre mesi davanti in cui spingere sull’acceleratore. Aspettiamo maggio per rilassarci». Il calendario basta da solo a scongiurare i cali di tensione: lunedì c’è il posticipo con il Pavia e domenica 21 il derby… «Intanto pensiamo ai lombardi. Ci attende un impegno difficile, contro una squadra costruita per vincere il campionato o comunque per provare a farlo. In più con il mercato di gennaio ha ingaggiato diversi elementi di categoria superiore. E non mi riferisco solo a Sforzini, arrivato dall’Entella, ma ad esempio anche a Pirrone, che tanto bene aveva fatto in mezzo al campo ad Ascoli». A proposito di Sforzini: pensa che scalzerà Ferretti dall’attacco? O finirà in panca Cesarini? «Non lo so proprio, in ogni caso sarà un’ottima coppia di punte. Davanti il Pavia ha tanti giocatori validi: dipenderà dalla partita che vorrà fare». Lei che gara s’immagina? «Bella, innanzitutto. Credo che il Pavia verrà al Tombolato a giocarsela a viso aperto. Ha le carte in regola per farlo e vorrà prendersi la posta intera per rilanciarsi. Ecco perché dico che dovremo essere bravi a giocare con la determinazione e la cattiveria agonistica giuste, e pure con la testa». L’incontro dell’andata fu per certi versi uno spartiacque per voi, che da quel 2-1 esterno cominciaste a correre sul serio. «Ci siamo presentati lì attardati in classifica, perché ci mancava la gara con la Pro Patria, che era stata rinviata, e venivamo da due pareggi con Renate e Pro Piacenza. Sapevamo di avere davanti una delle favorite per la promozione e disputammo un’ottima partita, che ci ha regalato fiducia e una poderosa iniezione di autostima per il prosieguo della stagione». Ma sulla prossima sfida con il Padova non vuole proprio dire niente? «Dico che abbiamo davanti una gara troppo importante per pensare a quella successiva. Magari ne riparliamo martedì, ok?».
Ore 17.40 – Sala stampa, Giuseppe Bergamin (presidente Padova): “Il pareggio vale un punto come tutti,abbiamo fatto una Buona partita,meglio nel secondo tempo. Il campo era disestato,ma va bene così. La condizione fisica nostra è buona,tanto che reggiamo fino alla fine. Noi li abbiamo contrastanti bene nel primo tempo,poi nel secondo siamo stati più aggressivi anche se è mancato il guizzo per il gol. Non e’ che non abbiamo osato,il terreno impediva di giocare palla a terra e aver evitato errori in ripartenza è positivo. Serviva magari uno spunto che stavolta non c’è stato e a volte bisogna anche accontentarsi”.
Ore 17.30 – Sala stampa, Giuseppe Pillon (allenatore Padova): “Abbiamo un piccolo rammarico sul mezzo miracolo del loro portiere su Altinier nel finale di primo tempo… Abbiamo cercato di vincerla ma il campo non ci ha concesso una manovra veloce. Andiamo avanti perché è stato un buon punto! Non era facile restare corti perché loro cercavano subito i loro attaccanti con lanci lunghi. Loro nelle ultime due partite mi avevano fatto una grande impressione, creando un gran numero di palle gol, quindi oggi siamo anche riusciti a limitarli. Ripeto, abbiamo cercato di vincerli anche coi cambi nel finale ma non ci siamo riusciti… Tutti noi avremmo voluto vincerla, a volte ci riusciamo e a volte no! Ora però guardiamo avanti e pensiamo già alla partita col Cittadella, certo che se vogliamo pensare ad altri obiettivi dobbiamo alzare l’asticella. Favaro? È un portiere di sicuro avvenire, sono tranquillo da quel punto di vista”
Ore 17.20 – Sala stampa, Giovanni Stroppa (allenatore SudTirol): “Siamo andati vicino alla vittoria, di fronte avevamo un Padova che sta passando un momento eccellente. Noi stiamo così, ora dobbiamo ragionare di partita in partita, stiamo facendo partite eccellenti”.
Ore 17.15 – Sala stampa, Alessandro Favaro (portiere Padova): “Tornare a giocare dopo tanti mesi era importanti e fondamentale era non prendere gol. Mi cerco sempre di far trovare pronto e dare il mio contributo. Nel secondo tempo meritavamo qualcosa in più,ma andiamo a casa soddisfatti”.
Ore 17.10 – Sala stampa, Carlo De Risio (centrocampista Padova): “Loro sono una buonissima squadra che propone un bel calcio, nel primo tempo abbiamo un po’ sofferto ma siamo usciti bene e nella ripresa abbiamo anche rischiato di vincere. Ci sono rimpianti ma siamo contenti della prestazione fatta, il mister ci aveva detto di aggredirli tutta la partita. La strada è quella giusta, dobbiamo continuarla a precorrere e non mollare. Questo pareggio ci dà comunque morale perché arriva con una pretendente per i playoff. Adesso affronteremo col coltello tra i denti il Cittadella!”
Ore 16.50 – Finale al Druso: SudTirol-Padova finisce 0-0, per Pillon nono risultato utile consecutivo. Ancora imbattuto il tecnico trevigiano, che però non riesce a cambiare marcia come ipotizzato alla vigilia.
Ore 14.40 – (Gazzetta di Reggio) «Una settimana corta e così problematica per le assenze i difesa – ragguaglia Alberto Colombo – mi ha costretto a lavorare su un altro sistema di gioco che invece avrei preferito affrontare gradualmente». La difesa a quattro? «Spero non abbiano già dimenticato il passato ma Spanò e Sabotic centrali avrebbero un diverso spessore rispetto ad un altro giocatore che si deve adattare». Le ultime dall’infermeria? «Frascatore aveva qualche problema in più che sembra risolto, Pazienza ha recuperato e dovrebbe farcela anche Loi». Mignanelli difensore? «Finora ha dato molto giocando più avanti anche per un aspetto psicologico e motivazionale ma nell’ultima gara ha spinto meno, certo sarà meno libero ma il ruolo lo conosce». Novità anche davanti? «Letizia mi sembra un giocatore che si accentra molto e non sia fatto per l’esterno, perciò ho pensato ad un trio meno strutturato ma più rapido per sviluppare un tipo di gioco diverso» Arma in panchina: è una bocciatura? «E’ una scelta tecnica, altri prima di lui l’hanno accettata». Tanti potenziali crossatori e nessuna punta alta? «Non avendo mai segnato sui cross proviamo altre soluzioni. Ho equilibrato le fasce con un terzino di spinta ed un attaccante che copre da un lato mentre dall’altro sarà l’inverso». Il Mantova è in crisi? «Ha già trovato le avversarie più in forma del momento: Sudtirol, Pordenone e Cremonese. Se fosse in difficoltà andrebbe colpita perché è in deficit a livello psicologico però ha fatto un buon mercato. Marchi è un buon giocatore, se ci saranno Tripoli e Samb sanno creare occasioni: bisogna partire bene perché alla lunga potrebbero cedere, se faremo come con la Giana daremo loro troppe sicurezze». Non avranno Ruopolo… «Nel gioco aereo è un maestro quindi senza Spanò e Parola è meglio che non ci sia. Ma ci sentiremo, ho un buon rapporto con lui». Cosa pensa di chi, come un paio di ex, lancia frecce una volta cambiata… tribù? «Chi va via da una squadra attacca sempre qualcuno ma è una ruota che gira ed è pericoloso per la loro carriera mettersi contro delle persone… forse quegli ex granata si lamentano perché stavano davvero bene e gli scoccia esser andati via». Perché questa va vinta? «Perché vogliamo essere protagonisti e non vivacchiare da qua a fine campionato. I posti rimasti sono due e si deve continuare a lottare, ricordando che abbiamo la casacca granata non quella “granata e blu” del Barcellona…».
Ore 14.20 – (Gazzetta di Reggio) La sfida di questo pomeriggio al Città del Tricolore contro il Mantova (ore 17.30) arriva nuovamente dopo una settimana tribolata. Qualche tempo fa le partite venivano preparate in un clima di tensione dopo le “strigliate” allo spogliatoio del presidente Compagni, poi arrivò il momento dei chiarimenti tra tecnico e squadra, successivamente imperò il mercato con alcuni giocatori pronti a partire: tutti ingredienti che, se non destabilizzanti, quantomeno hanno deconcentrato i giocatori negli ultimi mesi. Adesso che la rosa è finalmente definitiva e tutti gli interpreti conoscono la parte da recitare ci si è messa di mezzo la sfortuna: Spanò, il forte centrale difensivo che mai prima d’ora era stato sanzionato dal Giudice Sportivo, mancherà per squalifica proprio nel momento in cui i compagni di reparto De Biasi e Parola sono infortunati e contemporaneamente non sono al meglio Sabotic, Frascatore e Pazienza. Questa è una premessa doverosa perché, a causa di una difesa divenuta numericamente scarsa, il tecnico Colombo è costretto a tornare all’antico, sfoderando quel 4-3-3 abbandonato proprio al “Martelli” nella gara d’andata. Essendo un ritorno al passato con alcune pedine nuove è naturale aspettarsi un po’ di assestamento ma sarà fondamentale per Bruccini e compagni partire bene mentalmente, con un approccio tipo quello del Lumezzane o del Pro Piacenza e non certo quello di Gorgonzola, perché questo Mantova vive una situazione drammatica di classifica e verrà pure a Reggio coi giocatori contati ma vanta nelle sue file diversi atleti dal passato glorioso – tra i quali l’ex Ruopolo che comunque non sarà della partita – pronti a colpire i granata alla prima leggerezza. Questo è l’undici che il trainer lariano ha studiato e che finalmente scenderà in campo con lo sponsor principale sulla casacca: Perilli in porta; difesa a quattro composta da Rampi, Sabotic, Frascatore e Mignanelli; il centrocampo è quello visto con la Giana con Bruccini, Maltese e Bartolomei; in attacco sembra prevalere l’idea del “falso nueve” con Letizia dal primo minuto affiancato da Nolè e Siega. Nei 53 derby del Po finora disputati la Reggiana è nettamente in vantaggio con 20 vittorie a 10, addirittura 15-2 nelle gare di casa. In terra virgiliana finì 0-2 con le reti di Arma e Giannone. Se il Cittadella fosse irraggiungibile non va dimenticato come i posti validi per i play off sono solo a 3-4 punti perciò una vittoria oggi, anche in prospettiva della prossima trasferta di Meda col Renate, rilancerebbe non poco le ambizioni della squadra.
Ore 13.50 – (Gazzetta di Mantova) Un Mantova incerottato (6 i giocatori indisponibili) affronta il derby in casa della quotata Reggiana con la speranza di rialzare la testa dopo le sconfitte patite negli ultimi due turni ad opera di Pordenone e Cremonese. I biancorossi non vincono ormai da 98 giorni (7 novembre, 1-0 a Bassano) e il clima dentro e intorno alla squadra si è fatto inevitabilmente pesante. Non a caso Ivan Javorcic alla vigilia del derby pone l’accento proprio sull’aspetto mentale: «Affrontiamo un avversario di livello, una squadra costruita per arrivare ai playoff, ma non dobbiamo preoccuparci di questo, bensì concentrarci su noi stessi. C’è bisogno di coraggio e spensieratezza, dobbiamo essere molto aggressivi e pensare soltanto ad andare in campo per giocare una partita di calcio». L’impatto con il match, insomma, sarà fondamentale. E il tecnico croato si augura di non rivedere il Mantova che di fronte alla Cremonese regala tre occasioni da rete e un gol nei primi nove minuti di gioco. Per l’occasione Javorcic sembra orientato a cambiare modulo tattico e anche ieri mattina nella rifinitura ha provato un 4-4-2 atipico, con Caridi esterno sinistro ma con compiti principalmente offensivi e Gonzi a destra più attento in fase di ripiegamento. «Stiamo provando diverse soluzioni – dice il mister al riguardo, lasciandosi le mani libere -, ci potranno essere utili a gara in corso o magari in futuro». Nulla di ufficiale neppure sulla formazione, anche se «ho meno dubbi del solito avendo diversi indisponibili». Fuori causa sono infatti Lo Bue, Masiello,Cristini, Zammarini e Tripoli, con Ruopolo aggregato al gruppo ma mai allenatosi in settimana e dunque difficilmente utilizzabile in partita. «Sono cose che capitano – taglia corto Javorcic -, abbiamo comunque una rosa ampia e chi andrà in campo farà bene». Dall’inizio si vedrà all’opera per la prima volta anche il 18enne Falou: «È un ’97 e non va caricato di responsabilità – premette il mister -, ma è giusto provarlo perché può darci fisicità e quel pizzico di spensieratezza che spesso ci viene a mancare a causa della mancanza di risultati e di una classifica che è quella che è». Il Mantova infatti è sempre terzultimo, a 5 lunghezze dalla zona salvezza e ha un disperato bisogno di tornare a far punti per evitare che la situazione diventi drammatica. Sull’altro fronte, anche la Reggiana cambierà modulo, passando dal solito 3-5-2 al 4-3-3. Mister Colombo ha problemi in difesa (out Spanò, Parola e De Biasi) e in attacco sembra intenzionato a tenere in panchina il bomber Arma (8 gol all’attivo) per utilizzare come “falso nueve” il fantasista Letizia. Al seguito del Mantova dovrebbero esserci circa 150 tifosi. La Questura ricorda che oggi a Reggio non saranno in vendita biglietti del settore ospiti.
Ore 13.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Una vittoria, la sesta consecutiva, per eguagliare una serie e superarne un’altra. Il confronto questa volta non è quello impietoso che si riferisce spesso alla stagione scorsa, conclusasi con la retrocessione del Pordenone tramite playoff. Ora il ramarro di Tedino guarda in faccia quello, vincente e storico, guidato da Carmine Parlato. E oggi pomeriggio al Bottecchia punta verso due traguardi. Il primo si riferisce all’avvio sprint che caratterizzò la stagione 2013-14 in serie D, quando inanellò 6 vittorie consecutive, fermandosi sul sintetico di Mezzocorona (partita poi vinta a tavolino, ma sul campo finì 0-0). Il secondo invece guarda al rush finale di quel campionato trionfale. Allora il Pordenone mise insieme la stessa striscia positiva (5 squilli di fila) replicata oggi dalla squadra allenata da Bruno Tedino. La serie si aprì a Belluno, per chiudersi nella gloriosa giornata di Este, culminata con la vittoria del campionato. Oggi il Pordenone di Tedino ha l’occasione, oltre che di mantenere aritmeticamente il secondo posto per un’altra settimana, anche di confrontarsi con la storia recente del club. C’è un solo uomo che faceva parte di quel gruppo come di questo. È Matteo Buratto, che quella serie di 5 vittorie consecutive l’aprì con un gol a Belluno e la chiuse con la rete dello 0-1 nell’ultima giornata a Este. Oggi il ramarro può arrivare alla sesta vittoria di fila: risultato mai raggiunto in LegaPro, che profuma d’impresa. Come quella di Parlato, del resto.
Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Sogniamo insieme». È l’invito che Mauro Lovisa rivolge a tutto il popolo neroverde e anche a chi sino a oggi è rimasto ai margini della scalata del Pordenone verso il vertice della LegaPro. Re Mauro sogna un Bottecchia «tutto esurito» per omaggiare il suo ramarro da 5 vittorie consecutive e da 360′ d’imbattibilità. Un ramarro che allunghi ancora la striscia a spese di una Pro Patria ultima e penalizzata, ma non doma e rinforzatasi con gli ultimi innesti. Tra loro l’ex di Palermo, Napoli e Fiorentina “Marito” Alberto Santana, autore domenica di un gol di tacco da antologia del calcio nel match (2-2) fra Pro e Albinoleffe. Nell’occasione la gradinata ospiti verrà occupata dai ragazzi delle giovanili con i loro tecnici. Sarà, assieme alla gradinata degli ultrà e a una tribuna verosimilmente tutta esaurita, un colpo d’occhio fantastico. Con tanto di bandieroni. Un messaggio che alle 15 Pordenone manderà all’Italia intera attraverso le immagini riprodotte su Sportube.tv. FASE DUE – «A Meda, nel 2-0 al Renate, abbiamo completato la fase uno – esordisce Bruno Tedino, fresco di rinnovo sino al 2018 -, quella che doveva garantirci la permanenza in categoria. Con la Pro Patria comincia la fase due, quella in cui non dovremo più guardarci alle spalle, ma dritto davanti a noi per puntare in alto. L’unica cosa che non deve cambiare – avverte il tecnico – è l’umiltà che ci ha permesso di arrivare fino a questo punto. Se riusciremo a mantenerla e se recupereremo in fretta gli infortunati (Marchi, De Agostini e Ingegneri, ndr) potremo continuare a toglierci belle soddisfazioni. Per noi e per i nostri tifosi». TIGRE FERITA – Ultima (2 punti) e penalizzata (-7), la tigre bustocca è ferita, ma non ancora doma. «Il Pordenone sta facendo molto bene – replica Alessio Pala, in conferenza stampa a Busto Arsizio prima della partenza per Pordenone -. Però sono certo che potremo metterlo in difficoltà. Faremo una grande partita. Ci danno tutti per spacciati. Noi – sorride beffardo il tecnico dei tigrotti biancoblù – non ne siamo così convinti». RISPETTO DEI FORTI – È da domenica scorsa che Tedino predica rispetto per i lombardi. «Quella che adremo ad affrontare – avvisa – non è Cenerentola. Con l’arrivo di Santana e Pià (ex Torino, Napoli e Atalanta, ndr) è una squadra completamente diversa. Nello scorso turno ha soltanto pareggiato con l’Albinoleffe, ma sul piano del gioco ha messo sotto i bergamaschi (3 gol annullati alla Pro), con i quali solo 7 giorni prima noi abbiamo soffero sino all’ultimo minuto. Per portare a casa un’altra vittoria dovremo tenere ritmi altissimi». EMERGENZA IN DIFESA – Fuori contemporaneamente De Agostini, Marchi e Ingegneri, il tecnico neroverde dovrà rimescolare la difesa. Pasa tornerà centrale al fianco di Stefani. Esterni saranno Boniotti e Talin (o Cosner). A centrocampo spazio a Buratto, Pederzoli e Mandorlini. Davanti Cattaneo, Strizzolo e Filippini (saltati due allenamenti), o in alternativa Berrettoni. Arbitrerà Salvatore Guarino di Caltanissetta. LOGISTICA – Visto il prevedibile afflusso di spettatori è bene recarsi al Bottecchia per tempo, essendo possibili controlli su persone, borse e zaini agli ingressi. La biglietteria centrale di via Stadio aprirà alle 11. Resterà chiusa quella per gli ospiti. I cancelli dell’impianto verranno spalancati alle 13.30. La società ricorda che, esauriti gli spazi intorno allo stadio, sarà a disposizione il vicino parcheggio di via Candiani, gratuito dopo le 14.
Ore 12.40 – (Messaggero Veneto) Parola d’ordine: umiltà. Bruno Tedino non si nasconde dietro un dito, sa che la stagione che sta portando avanti il Pordenone va ben oltre i propositi iniziali e che tutti, dal presidente Mauro Lovisa al tifoso occasionale, stanno pensando in grande. Se da un lato asseconda questi sogni, dall’altro indica pure la via per riuscire a tradurli in realtà: «Nelle 13 partite che rimangono dobbiamo essere umili proprio come abbiamo fatto in queste prime 21. Si è chiusa una pagina, perché la salvezza l’abbiamo raggiunta, ora se ne può aprire un’altra, ma l’atteggiamento deve rimanere lo stesso». Il tecnico sa bene che, dopo cinque vittorie consecutive, la buccia di banana potrebbe essere rappresentata proprio dall’ultima in classifica. L’impegno non è così semplice come sembra: «Attenzione, perché i bustocchi sono un team differente rispetto a quello delle prime gare: nelle ultime sei giornate hanno inserito gente d’esperienza come Santana, Ferri e Inacio Pià. Nel match più recente hanno pareggiato, ma mettendo sotto l’Albinoleffe, contro la quale invece noi abbiamo sofferto». Una gara tutt’altro che facile, che secondo Tedino è meglio affrontare con calma: «Ci vorrà pazienza, i ritmi è meglio che non siano molto alti. La Pro Patria è una squadra brava a difendersi e micidiale nelle ripartenze». Un avversario difficile, quindi, ma il Pordenone vola e, specie con la spinta del pubblico, non ha intenzione di fermarsi, come ribadisce lo stesso tecnico nello rispondere alla domanda se il punto più alto della storia neroverde coincida pure col suo punto più alto da allenatore: «Anche con il Südtirol mi è capitato di essere primo o secondo, seppur quella fosse un Serie C2 (correva la stagione 2003-2004 ndr), ma non m’interessa pensare a questo. Preferisco concentrarmi su cosa fare per poter migliorare la situazione attuale». Le carte in regola ci sono tutte, come dimostra anche il fresco prolungamento del contratto: «Ne sono orgoglioso, qui si lavora bene».
Ore 12.20 – (Messaggero Veneto) Meglio non fidarsi. Non soltanto perché di fronte ci saranno quei due, Mario Santana e Inacio Pià, dal nobile passato. Ma perchè nel frattempo quella Pro Patria asfaltata all’andata con un eloquente 4-1 è cresciuta, e molto. Anche grazie agli innesti del mercato invernale, tra cui spiccano gli ex attaccanti, tra le altre, di Napoli, Palermo, Fiorentina e Atalanta. L’ultimo posto dei bustocchi, pertanto, non tragga in inganno. Euforia. Anzi, funga da monito. Perché è proprio in queste partite sulla carta segnate che si possono nascondere trabocchetti. Insidie che il Pordenone proverà a spazzare sull’onda neroverde di questo periodo. In campo e fuori. La striscia di 5 vittorie consecutive e il conseguente secondo posto in classifica hanno eccitato l’entusiasmo generale. Sogno serie B, stadio nuovo: temi che oggi dovranno essere messi da parte. E infatti mister Tedino, fresco di rinnovo, ha messo in guardia i suoi proprio dall’eccessiva euforia. Ma ben venga il calore sugli spalti: con la promozione di San Valentino (il partner entra a un euro) e il coinvolgimento del settore giovanile, si punta a un Bottecchia gremito. Pronto a sostenere la squadra in questo ennesimo test da “grande”. Ultimissime. Una formazione in salute, ma oggi non in assetto tipo. La defezione di Ingegneri costringe Tedino ad arretrare Pasa, mentre al posto dello squalificato Martin dovrebbe vedersi il giovane Talin (in alternativa Cosner). A centrocampo ecco di nuovo Buratto dal primo minuto. Mentre in avanti, alle spalle di Cattaneo, ci saranno Strizzolo e Filippini. Sebbene Berrettoni scalpiti e non sia escluso un suo impiego già dal via. Provocazione. La Pro Patria è reduce dal pareggio interno con l’Albinoleffe, in cui Santana si è esibito in uno spettacolare gol di tacco. Un punto che non ha mutato la disperata situazione di classifica. Ma il tecnico bustocco Alessio Pala non molla: «A Pordenone per vincere. Anche se dobbiamo temere la forza d’urto della squadra neroverde: da centrocampo in su possono davvero far male. Mentre non ritengo la loro difesa da secondo posto». Solo una provocazione? Può darsi. A Tomei, imbattuto da oltre 360 minuti, e compagni il compito di smentirlo.
Ore 11.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ una delle trasferte più lunghe del campionato ma Stefano Sottili guarda altre sfumature in vista del lungo viaggio a Cuneo. Si gioca oggi alle 15, il Bassano è chiamato al bis dopo il successo sul SudTirol che ha rilanciato in maniera consistente le ambizioni giallorosse. «Quello che mi è piaciuto di più della gara contro il Sudtirol — spiega Sottili — è che nel momento di difficoltà, abbiamo reagito da squadra: i ragazzi si sono messi a disposizione l’un l’altro, aiutandosi. Vorrei che riproponessimo questo atteggiamento da qui alla fine del campionato. Se vogliamo rimanere tra le prime quattro occorre trovare continuità nei risultati e faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per ottenere un filotto di risultati». Sottili dovrà far fronte a qualche assenza che non lo lascia del tutto tranquillo, ma che gli darà modo di testare la forza della panchina. «Mancheranno per squalifica Rossi e Bizzotto — sottolinea — ma sono tranquillo perchè Costa è cresciuto molto nell’ultimo periodo e Martinelli è una sicurezza per tutti, dai compagni all’allenatore». Sottili si aspetta molto anche da Piscitella, che ha voluto lui stesso: «I nuovi si stanno adeguando in fretta ai ritmi e ai carichi di lavoro a cui la squadra si sottopone — evidenzia — e si sono ambientati bene. Sono poi contento per Pietribiasi che è tornato al gol, ha avuto un atteggiamento molto positivo quando è subentrato e la rete è stata il giusto premio per un ragazzo che ha raccolto meno rispetto a quanto meritasse. Il Cuneo ha un’ossatura centrale molto strutturata, dai difensori centrali ai due attaccanti Chinellato e Cristofoli, mentre sugli esterni dispongono di giocatori rapidi. Il campo da gioco è piccolo, quindi mi aspetto un buon ritmo, bagarre, una partita maschia; dovremo essere bravi e farci trovare pronti a battagliare».
Ore 11.20 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Favaro; Dionisi, Diniz, Sbraga, Favalli; Ilari, Corti, De Risio, Mazzocco; Neto Pereira, Altinier.
Ore 11.10 – (Gazzettino) «Se vuoi arrivare ad alti livelli bisogna alzare la media punti, altrimenti dobbiamo raggiungere la salvezza quanto prima. Dipenderà molto dalle prossime tre partite, sono fondamentali. Fermo restando che la prima (Sudtirol appunto, ndr) è quella che conta di più e pensiamo a questa». Firmerebbe per raccogliere quattro punti tra Sudtirol e Cittadella? «Non firmo mai niente, cerco sempre di ottenere il più possibile in ogni partita. A volte ci riusciamo, altre no, ma questo è il nostro obiettivo in questo momento». Passando alla squadra, tra i pali ci sarà Favaro dato che Petkovic è infortunato. «Purtroppo lo perdiamo per due-tre settimane, ma abbiamo grande fiducia in Favaro, quindi non c’è problema». Petrilli ieri ha effettuato regolarmente la rifinitura, ma è stato schierato sempre con le riserve e al suo posto come esterno alto mancino il tecnico ha provato ancora Mazzocco. «Petrilli ha risposto bene ed è a disposizione, ma è stato il suo primo allenamento settimanale. Il problema non è che ha saltato solo questa settimana d’allenamenti, ma anche in quella precedente era rimasto fuori tre giorni e alla lunga questa è una situazione che paghi fisicamente». Confermato in blocco il resto della squadra.
Ore 11.00 – (Gazzettino) All’andata gli altoatesini hanno inflitto la prima sconfitta in campionato ai biancoscudati, ipotecando il successo nel primo tempo con una partenza sprint. «Lo fanno sempre, sono partiti a mille anche con Pavia e Bassano mettendo in grande difficoltà l’avversario sul piano del gioco. Dobbiamo avere l’approccio giusto altrimenti si fa dura». Questo vuole dire che partirete con un atteggiamento un po’ accorto? «Bisogna restare corti, se ci allunghiamo loro sono bravi a dare molto ampiezza con i due laterali e diventa tutto più difficoltoso. Dobbiamo fare quelle cose che impediscano il loro svolgimento della manovra». Proprio alla luce della scoppola rimediata con gli altoatesini all’Euganeo, ci sarà voglia di rivalsa tra i giocatori. «I ragazzi mi hanno detto che era stata una gara molto complicata, quindi è un motivo in più per tenere bene le antenne dritte». Sudtirol oggi e derby con il Cittadella tra due domeniche appaiono come due tappe fondamentali per il cammino della squadra che dà la sensazione di poter inserirsi nel discorso play off. «Dobbiamo pensare di partita in partita cercando di vincere il più possibile».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Tre vittorie di fila quest’anno non sono finora mai arrivate e il Padova punta oggi a sfatare anche questo tabù. Farlo sul campo di una diretta rivale come il Sudtirol avrebbe un significato molteplice: allungare a nove risultati la striscia utile della gestione Pillon, sorpassare in classifica gli altoatesini (una lunghezza avanti) e rivendicare a pieno titolo un ruolo da protagonista nella corsa play off. Insomma, una prova di maturità per i biancoscudati che domenica per la prima volta in stagione hanno battuto una squadra più avanti in graduatoria (Feralpi), e ora vogliono concedere subito il bis certificando uno stato di forma invidiabile suggellato negli ultimi otto turni da sedici punti. Anche se il Sudtirol non ha ancora vinto nel girone di ritorno (tre pareggi e una sconfitta), il compito naturalmente non è agevole e Pillon lo sa perfettamente. «Ci aspetta una partita importante e difficile. Ho visto giocare molto bene il Sudtirol con Pavia e Bassano, e con quest’ultima non meritava di perdere. È un avversario da prendere con le molle: bisogna metterci grande attenzione e spirito di sacrificio, cercando di pressare bene perchè è determinante la fase di non possesso palla».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Qualche curiosità. Il Sudtirol segna più nella ripresa (sedici gol contro i nove del primo tempo) e a tempo scaduto ha colpito già quattro volte, come nessun’altra squadra ha saputo fare. È la squadra contro cui sono stati battuti meno calci d’angolo (60), ma al tempo stesso, dopo il Lumezzane e insieme a Pro Patria e Albinoleffe, è quella che ha subìto più reti di testa (sette). Sul mercato di gennaio pochi movimenti, con la cessione alla Lucchese di Maritato, autore della doppietta decisiva a Padova, e l’arrivo in difesa di Gavazzi che proprio oggi potrebbe debuttare, sostituendo lo squalificato Tagliani. Per il resto il consueto 3-5-2, con il probabile ritorno a centrocampo di Fink al posto di Cia e il ballottaggio, sempre in mediana, tra Furlan e Girasole. In avanti la coppia Spagnoli, Tulli, con pronta l’alternativa Gliozzi. LA TRASFERTA. Ai botteghini dello stadio Druso, aperti dalle 13, saranno disponibili i biglietti per le tribune Canazza (settore ospiti a 16 euro, settore D a 10) e Zanvettor (16). I possessori di Tessera del tifoso potranno acquistare due tagliandi per persone non tesserate.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Un solo punto in più del Padova per il Sudtirol, ma rimane ancora vivo il ricordo legato alla sua prova di forza all’Euganeo nel match dell’andata da cui l’undici biancoscudato era uscito con le ossa rotte sul piano del risultato e del gioco. Ora i bioritmi delle due contendenti sembrerebbero descrivere una situazione parzialmente cambiata. La formazione allenata da Giovanni Stroppa è reduce dalla sconfitta per 2-0 rimediata a Bassano che ha chiuso una striscia positiva di cinque gare, con due vittorie, l’ultima ottenuta un mese fa a Cittadella e poi tre pareggi. A livello di punti, in casa e fuori viaggia sostanzialmente sugli stessi ritmi, ma con modalità diverse. Solo tre le vittorie conquistate al Druso (con Mantova, Pro Patria e Pro Piacenza) a dispetto delle cinque esterne, ma sul proprio campo ha perso al tempo stesso in un’unica occasione (Bassano), mentre in trasferta i ko salgono a quota quattro. Sei i pareggi casalinghi, talvolta con avversarie tutt’altro che irresistibili come Renate e, in tempi recenti, Albinoleffe; dieci le reti segnate e nove quelle al passivo.
Ore 10.10 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Favaro; Dionisi, Diniz, Sbraga, Favalli; Ilari, Corti, De Risio, Mazzocco; Neto Pereira, Altinier.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Avete qualche acciaccato di troppo. È un problema? «Purtroppo perdiamo Petkovic per almeno tre settimane, ci vorrà un po’ di pazienza per rivederlo in campo, ma abbiamo piena fiducia in Favaro, quindi tra i pali non c’è alcun problema. Petrilli, invece, si è allenato ieri per la prima volta con la squadra: mi sembra che abbia risposto bene, ma è da un paio di settimane ormai che salta qualche allenamento, e alla lunga una situazione del genere si paga. Quindi dovrò valutare attentamente se mandarlo subito in campo». È arrivato il momento decisivo della vostra stagione? «Dobbiamo cercare di fare più punti possibile: se vogliamo arrivare ad alti livelli, dobbiamo continuare a vincere e alzare la nostra media di punti guadagnati a partita. Dipenderà molto dai tre confronti che ci attendono: Sudtirol, Cittadella e Renate saranno tre passaggi fondamentali, ma il più importante è quello odierno». Dov’è che la squadra deve migliorare ancora, secondo lei? «Negli ultimi metri, quando capita l’occasione bisogna essere cattivi e sfruttarla. Ci sono gare che si decidono proprio nei singoli episodi, per questo bisogna sfruttarli al massimo». La squadra. Mazzocco è il favorito per sostituire Petrilli, che potrebbe entrare nel finale di gara. Tra i pali c’è Favaro, prima panchina per il giovane terzo portiere della Berretti, il lettone Reinholds.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Ho visto giocare molto bene il Sudtirol, sia a Bassano che in casa con il Pavia: la settimana scorsa non meritavano di perdere, hanno avuto diverse occasioni da gol ma le hanno fallite, e nel calcio, si sa, se non la butti dentro non vinci. Però la prestazione è stata buona in entrambe le occasioni». Padova ricorda bene lo 0-2 dell’Euganeo. Sconfitta da vendicare? «Non ho visto quella partita, ma so che per il Padova fu molto difficoltosa, e questo è un motivo ulteriore per andare lì con le antenne belle dritte e preparati ad una gara difficile. Quella di Stroppa è una squadra che gioca a calcio, e lo fa bene: tutti e undici si muovono a dovere in campo, è un avversario da prendere con le molle e con grande attenzione, giocando con lo spirito giusto. Sarà determinante cercare di pressarli bene, la fase di non possesso palla risulterà decisiva». Che Sudtirol si aspetta? «Penso che si schiereranno con la difesa a tre, ma soprattutto che partiranno a mille come hanno fatto nelle ultime uscite, mettendo in grande difficoltà gli avversari: bisogna avere l’approccio giusto, sennò la partita diventa difficoltosa. Dovremo cercare di essere corti, loro danno molta ampiezza al gioco con i due laterali e, se ci allunghiamo, sarà difficile ostacolarli. Cercheremo di impedire lo svolgimento della loro manovra».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Un po’ per prendersi la rivincita, un po’ per costruirsi ancora maggiore consapevolezza. Dopo aver battuto Lumezzane e FeralpiSalò, il Padova sbarca oggi pomeriggio a Bolzano: ad attenderlo c’è il Sudtirol, che all’andata, all’Euganeo, spazzò via la squadra di Parlato, che sin lì aveva raccolto 8 punti nelle precedenti 4 gare, con due reti di Maritato, finito adesso alla Lucchese. Da un lato, quindi, c’è la volontà di rifarsi di quella “scoppola”, dolorosa più per come arrivò che non per il punteggio finale. Ma dall’altro, con gli altoatesini a due sole lunghezze di distanza, c’è il pensiero (stupendo) di restituire il tutto con gli interessi, operando il sorpasso in classifica e riaprendo ogni discorso in chiave playoff. Pillon non ha Petkovic, e probabilmente non rischierà dall’inizio neppure Petrilli. Ma allo stadio Druso c’è un solo precedente, ed è dolce: proprio a Bolzano, il 29 aprile 2001, i biancoscudati di Varrella impattarono per 0-0 conquistando la promozione in C/1 con due giornate d’anticipo, dopo due stagioni in quarta serie. Gli stimoli sono positivi, nell’aria c’è elettricità. E dopo la sfida odierna, oltretutto, si comincerà a parlare di derby. «Intanto pensiamo a questa, che è una partita secondo me molto importante e difficile», avverte Bepi Pillon.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Saranno circa 130 i tifosi biancoscudati che questo pomeriggio occuperanno il settore ospiti dello stadio “Druso” per seguire da vicino Neto Pereira e compagni. Le ultime due vittorie hanno risvegliato un po’ di orgoglio nella tifoseria e un successo oggi farebbe salire ancor più la febbre in vista del derby di domenica 21, all’Euganeo contro il Cittadella. QUI BOLZANO. Giovanni Stroppa, tecnico del Sudtirol, deve rinunciare per squalifica al difensore centrale Tagliani, ma recupera Fink e Lima. La formazione altoatesina non vince da oltre un mese, e dopo l’exploit di Cittadella si è inceppata ottenendo tre pareggi e una sconfitta nelle ultime quattro gare. «Non sono preoccupato», taglia corto il ds Luca Piazzi. «Ci aspettano tre gare toste con Padova, Feralpi e Pordenone: se vinciamo, recuperiamo punti rispetto alla zona playoff, è il momento giusto per affrontare questi avversari, possiamo fare tanti punti se giochiamo come sappiamo». Due dubbi di formazione per Stroppa: Lima si gioca il posto in mediana con Bertoni, in avanti ballottaggio Kirilov-Gliozzi. L’ARBITRO. Cambio in extremis per la direzione di gara: ieri il designatore della Lega Pro, Giannoccaro, è stato costretto a sostituire l’arbitro inizialmente prescelto per la gara di Bolzano, Valiante della sezione di Nocera Inferiore, che ha rinunciato perché influenzato, e ha scelto un fischietto proveniente dalla stessa sezione arbitrale, Carmine Di Ruberto.
Ore 09.10 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Favaro; Dionisi, Diniz, Sbraga, Favalli; Ilari, Corti, De Risio, Mazzocco; Neto Pereira, Altinier.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) «Mi hanno detto di quella partita — smorza subito Pillon — ma non l’ho vista, per cui non me la sento di giudicare. Posso dire che a noi manca un pizzico di cattiveria in più sottoporta. Dobbiamo alzare il ritmo e cercare di sfruttare ogni occasione che ci capita, la Lega Pro si decide sugli episodi: abbiamo visto anche nella partita con la Feralpi come può cambiare tutto in un batter di ciglia». SudTirol camaleontico, abile a passare dal 4-3-3 al 3-5-2 e, ultimamente, pure al 3-4-3. «Stroppa è bravissimo — ammette Pillon — e me li aspetto con il 3-5-2, pronti magari a cambiare in corsa. Il SudTirol è una squadra attrezzata, può competere per i playoff. Noi dobbiamo cambiare marcia, vediamo come vanno queste due partite. Ma io non firmo per quattro punti contro SudTirol e Cittadella, non firmo mai in anticipo. E sapete perché? Io vado in campo sempre per vincere, se poi non ci riesco amen. Ma ci voglio e ci devo provare sempre». Insomma, Pillon non lascia, anzi raddoppia. Lui del medio cabotaggio non vuol sentire parlare. Così come non si parla più, almeno per adesso, di Rosario Bucolo, che viene lasciato a «bagnomaria» a riflettere sui propri errori. La voglia di perdonarlo ci sarebbe, aggiungendo così una freccia all’arco di Pillon, ma la situazione è ancora in bilico e non ci sarebbe nulla di cui stupirsi se Fabrizio De Poli avesse un’arma segreta. Come quando a Risiko si tirano fuori dal sacco le armate nascoste, sorprendendo gli avversari e sparigliando tutti gli schieramenti sul tavolo da gioco.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Petkovic no («Lo perdiamo per tre settimane, purtroppo il problema muscolare lo farà stare fermo un po’»), Petrilli «ni» («Ha fatto solo un allenamento in una settimana, oggi valuterò»). La vigilia di SudTirol-Padova viaggia lungo la mini-rifinitura del venerdì mattina, che vede il portiere serbo ancora ko e l’esterno torinese lavorare con il gruppo, ma con Mazzocco provato ancora al suo posto e favorito su Finocchio. E occhio alla conferenza stampa di Giuseppe Pillon, più che mai secca e sbrigativa, quasi non si vedesse l’ora di tornare in campo il prima possibile. Il Padova viaggia a ritmi sostenuti ma non vola ancora come vorrebbe il tecnico trevigiano. «Abbiamo due punti di media a partita — attacca il Baffo — ma se vogliamo agganciare le zone alte della classifica dobbiamo alzarla. Altrimenti il nostro sarà un campionato tranquillo e basta». Pillon allunga il passo, se potesse scenderebbe in campo anche lui per spingere i suoi ragazzi oggi all’impresa. A Bolzano il Padova proverà a ribaltare un pronostico non così favorevole, soprattutto memorizzando la partita di andata quando Giovanni Stroppa inflisse una severa lezione tattica a Carmine Parlato, più di quanto non abbia raccontato il risultato finale dell’Euganeo.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 44, FeralpiSalò e Pordenone 37, Alessandria e Bassano 36, Pavia e Reggiana 33, SudTirol 32, Cremonese e Padova 31, Giana Erminio 26, Cuneo 24, Pro Piacenza 23, Lumezzane 20, Renate 19, Mantova 18, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della ventunesima giornata: Padova-FeralpiSalò 2-0 (Corti (Pd) al 30′ st, Sparacello (Pd) al 47′ st), Alessandria-Lumezzane 1-1 (Iocolano (Al) al 41′ pt, Mantovani (Lu) al 31′ st), Giana Erminio-Reggiana 1-1 (Cogliati (Ge) al 14′ pt, Spanò (Re) al 25′ st), Mantova-Cremonese 0-2 (autorete di Perpetuini (Cr) al 10′ pt, Pacilli (Cr) al 15′ st), Renate-Pordenone 0-2 (Pederzoli (Pn) al 23′ pt, Filippini (Pn) al 39′ st), Bassano-SudTirol 2-0 (Misuraca (Ba) al 37′ pt, Pietribiasi (Ba) al 48′ st), Pro Piacenza-Cittadella 1-2 (Orlando (Pp) al 28′ pt, Jallow (Ci) al 32′ pt, Cappelletti (Ci) al 30′ st), Pavia-Cuneo 2-0 (Ferretti (Pv) al 41′ pt e al 39′ st), Pro Patria-AlbinoLeffe 2-2 (Soncin (Al) al 32′ pt, Santana (Pp) al 44′ pt, Pesenti (Al) al 38′ st, Zaro (Pp) al 40′ st).
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E’ successo, 12 febbraio: rifinitura mattutina per i Biancoscudati, Petrilli in gruppo.