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Ore 21.00 – (Lega Pro) In relazione alla programmazione delle gare del turno infrasettimanale della 11^ giornata di ritorno (24.3.2016) si comunica che le stesse verranno disposte nelle giornate di Mercoledì e Giovedì 23-24 Marzo 2016 con gli orari d’inizio previsti dal palinsesto. Si comunica, inoltre, che per esigenze organizzative, previo accordo tra le società interessate, la Lega ratificherà eventuali richieste di posticipo gare a Sabato 26 Marzo 2016, con gli orari d’inizio stabiliti dallo stesso palinsesto.
Ore 20.00 – (Corriere delle Alpi) “Cobra” pensaci tu. Tra due giorni il Belluno andrà in trasferta per sfidare il temibile Este, che in campionato ha subìto una sola sconfitta fino ad ora, proprio ad opera dei gialloblù. I precedenti tra i bellunesi e i padovani nelle ultime quattro stagioni sono di due pareggi e una vittoria per parte. Ma chi in questi anni si è sempre divertito a giocare contro l’Este è, manco a dirlo, bomber Corbanese, che nelle ultime cinque partite contro la squadra giallorossa ha messo a segno tre reti, l’ultima quella proprio al Polisportivo il 14 ottobre, che ha contribuito a portare a casa i tre punti con insieme alla rete di Stefano Mosca, con il risultato di 2-1. Prima di questa l’attaccante gialloblù aveva lasciato nel 3-1 del 2012-2013 tra le mura amiche oppure nell’1-1 dell’anno successivo sempre in casa. La curiosità? Le reti sono sempre arrivate in casa. Le due formazioni non si sono affrontate nel campionato 2014-2015, il secondo dell’era Vecchiato, perchè i padovani erano stati messi nel girone D. «Davvero? Giuro, non sapevo di avergli fatto tre gol – commenta un sorpreso Simone Corbanese – se serve per vincere una rete la faccio volentieri, ma sapete come la penso. La baratterei volentieri con tre punti per noi, senza il mio nome sul tabellino. Non sono mai andato a segno da loro? Sul serio, non guardo queste statistiche, magari però sta volta lo faccio». L’Este sembra inarrestabile. Il Belluno può pensare di recuperare lo svantaggio e magari arrivare al terzo posto? «Hanno un ruolino di marcia impressionante – continua il capitano gialloblù – sono una buona squadra ma sinceramente non penso che guardare in casa loro sia la mossa giusta. Dobbiamo pensare prima di tutto a noi stessi; se riusciremo a raggiungerli ce lo saremo meritato, nel frattempo lavoriamo per fare più punti possibile». Firmi per un quarto posto? «Quarti sarebbe una bella posizione, sono anni che raccogliamo risultati inaspettati. Nonostante tutto però non firmo, manca ancora tanto alla fine del campionato e siamo liberi di testa per giocarcela con tutti fino alla fine». Mosca e Pellicanò infortunati. Domenica al Belluno mancherà tutta la corsia di sinistra che molto probabilmente sarà affidata a Mike Miniati. Il terzino agordino tornerà tra un mese circa, la speranza è di riaverlo per il derby contro il Ripa Fenadora, mentre l’ex Feltrese ha ricominciato ieri a correre ma per l’Este quasi sicuramente non sarà disponibile. «Sono molto importanti per la squadra ma non li avremo quindi inutile pensarci – continua Corbanese – in questi anni abbiamo dimostrato che una delle nostre forze è sopperire alle assenze, sono sicuro che ci giocherà al loro posto farà bene. Anche quando sono mancato io, la squadra ha continuato a vincere e a far bene».
Ore 19.30 – (La Provincia Pavese) Un gruppo di una ventina di cinesi vestiti Prada e Armani, scarpe Hogan che fotografano con smartphone da mille euro in una città come Pavia danno nell’occhio. Ieri mattina c’era curiosità e interesse per i diciassette ospiti di mister Xiadong Zhu, proprietario del Pavia calcio e titolare di una serie di aziende che danno lavoro a 5mila persone nel suo Paese. «Sono i miei dipendenti migliori – ha spiegato prima al sindaco Depaoli, poi al rettore dell’Università Rugge – sono in Italia a visitare alcune città e a fare shopping. Sono tutti già ricchi, così li ho portati a Pavia perché diventino 17 ambasciatori di questa bella città che merita di essere conosciuta dai cinesi». Tra un appuntamento e l’altro, e prima di accompagnare i suoi “gioielli” cinesi a Maranello, a far visita alla Ferrari, mister Zhu ha risposto ad alcune domande. Presidente Zhu, riesce a seguire sempre le partite del “suo” Pavia? «Certamente, grazie a Sportube vedo sempre le partite». Chi le piace di più dei suoi giocatori? «Credo che tutti siano buoni giocatori. Certo, Cesarini lo scorso anno ha dimostrato un grandissimo impegno costante. Ha talento e sa cosa deva fare. Ma tutti, lo ripeto, sono otttimi giocatori. Gli obiettivi e gli impegni sono quelli già dati: al più presto vogliamo la serie B. Per adesso». Dall’Italia vediamo un’impe na con spese milionarie. Cosa sta succedendo? «Al presidente Xi Jinping piace il calcio. Ma è interessato soprattutto alla crescita del movimento, non solo ai principali club». Chi investe nel calcio riceve contributi statali? «Non direttamente, ma indirettamente.Nel senso che la federazione centrale raccoglie tutti i soldi delle sponsorizzazioni private e poi li ripartisce alle varie società che operano nel nostro Paese». Ricevete fondi voi che operate all’estero? «No, noi no». La società che controlla gran parte degli interessi legati al calcio italiano, la Infront, è nelle mani di imprenditori cinesi. Voi avete rapporti con Infront? «Personalmente no, ma rapporti indiretti possono esserci».
Ore 19.00 – (Gazzetta di Reggio) La Reggiana, per scelta di Alberto Colombo, sembra intenzionata a tornare al vecchio modulo 4-3-3 già dal primo minuto della sfida di domani col Mantova. Il rebus sarà risolto al termine della rifinitura di stamani ma già ieri i due undici impostati del trainer per la partitella finale hanno utilizzato questo schema. L’assenza di un giocatore giovane ma di grande affidamento come Alessandro Spanò unita alle indisponibilità per infortunio di Riccardo De Biasi e Andrea Parola (i possibili sostituti) hanno fatto optare Colombo per una linea difensiva a quattro anche se gli esterni avranno licenza di spingere ed attaccare. Paolo Frascatore e Michele Pazienza, assenti mercoledì per piccoli acciacchi, saranno a disposizione e sarà proprio il primo a fare coppia centrale difensiva con Minel Sabotic mentre sulle fasce agiranno Daniele Mignanelli a sinistra con Francesco Rampi in leggero vantaggio su Vasile Mogos sulla destra. Tra l’altro il fluidificante romeno si sta allenando con una vistosa fasciatura alla gamba destra. Il centrocampo va verso la conferma: Dario Maltese in cabina di regia al fianco del quale ci saranno Mirko Bruccini, nel ruolo di mezzala destra, e Paolo Bartolomei a sinistra. Il reparto che offre ancora alcune incertezze, ma in questo momento anche le maggiori alternative, è quello avanzato poichè non è scontato che sia composto da tre giocatori in linea ma potrebbero giostrare due trequartisti come Raffaele Nolè e Nicholas Siega alle spalle della punta centrale. Centravanti puro come Rachid Arma o “falso nueve” come Antonio Letizia? Tutto è possibile perché negli ultimi giorni sono state provate tutte queste soluzioni. Resta solo da capire quale dei quattro attaccanti siederà in panchina, eventualmente pronto a salire a gara in corso. L’INFERMERIA. Oltre agli indisponibili Parola e De Biasi ieri si è aggiunto il giovane Antonio Loi che lamenta un risentimento al flessore della coscia destra e tornerà a disposizione dalla prossima settimana.
Ore 18.40 – (Gazzetta di Reggio) Il Mantova non vince da undici partite, nelle ultime otto uscite ha segnato soltanto 2 reti e viaggia decisamente a media retrocessione. Tutto facile e scontato, allora, domani per la Reggiana? Sentiamo in proposito Antonio Maschio, ex di entrambe le squadre. «Un ex sui generis – premette il centrocampista che adesso si diverte nell’Eccellenza campana in attesa di una chiamata come allenatore – perché a Reggio ci sono stato per cinque anni e ne conservo ricordi indelebili. A Mantova invece, per via di un infortunio, sono restato soltanto quattro mesi, anche se con la soddisfazione di una salvezza centrata in extremis e di un ottimo rapporto con città e società». Torniamo all’oggi, anzi al domani: qual è il suo pronostico? «Seguo la Reggiana, sta attraversando un buon momento, ha qualità superiore, ma il Mantova dopo la sconfitta nel derby con la Cremonese vorrà rifarsi. Nel calcio di scontato non c’è nulla, è evidente che i granata sono favoriti ma dovranno fare attenzione a non commettere l’errore di sottovalutare o dare già per morti gli avversari». Maschio, da campano conosce Antonio Letizia? «Di nome, mi dicono che sia un buon giocatore, di categoria. Mi pare che già all’esordio in granata abbia fatto bene e poi, essendo napoletano come me, sono sicuro che ci metterà il cuore, è una caratteristica nostra, tutta partenopea». Il ricordo più bello dei suoi anni reggiani? «Uno solo sarebbe riduttivo, ne ho tanti; a cominciare dalla promozione dalla C2 alla C1, dopo una lunga cavalcata. L’anno prima avevamo perso la finale del playoff contro la Paganese a tempo praticamente scaduto, ma avremmo meritato di salire. A Reggio c’era una squadra molto forte, una bella società, un pubblico eccezionale, davvero sono stati degli anni molto belli. Pensate che io e la mia famiglia volevamo fermarci lì, finire la carriera alla Reggiana e stabilirci in zona». Invece cosa è successo? «Avevo un altro anno di contratto, ma non andavo d’accordo con l’allenatore AmedeoMangone. Niente di personale, ho giocato ben 31 partite su 34, ma su tante cose, troppe cose, avevamo punti vista diversi ed allora con il presidente Barilli abbiamo preferito concordare la separazione, peccato che poi a Mantova le cose non siano andate come dovevano». Del Mantova invece che ricordi ha ? «E’ tutto cambiato, società in primis, io, ripeto, a parte l’infortunio mi sono trovato bene, seguo ancora i virgiliani con simpatia, so che hanno delle difficoltà, stanno vivendo una stagione decisamente inferiore alle aspettative, mi risulta che a gennaio abbiano cambiato molto, auguro di salvarsi, ma domani sera tifo Reggiana. Non potrebbe essere diversamente».
Ore 18.10 – (Gazzetta di Mantova) Reggiana-Mantova, ecco il derby quasi dimenticato. Il confronto d’andata, vinto per 2-0 al Martelli dai granata, ha riacceso i riflettori su un confronto classico nella ultracentenaria storia dell’Acm, che tuttavia mancava dalla stagione ’88-89. Nonostante fosse il derby atteso da più anni tra quelli con le squadre del capoluogo delle otto province confinanti, la Reggiana è per i colori biancorossi al quinto posto tra gli avversari con il maggior numero di sfide in campionato (quella di sabato al Mapei Stadium sarà la 49esima partita ufficiale tra i due club). A Reggio Emilia il Mantova non ha mai avuto troppa fortuna: il bilancio esterno parla di due soli successi in 23 gare, con 9 pari e 12 affermazioni granata. Una storia che inizia nella primavera del 1924 quando le squadre si trovano di fronte nell’esordio del girone finale che assegna due promozioni in Prima divisione: vince per 1-0 la Reggiana destinata (dopo uno spareggio) al massimo torneo mentre l’Acm, pur battuta e infine ultima classificata, troverà il ripescaggio per il caso Venegoni, l’arbitro comprato con mille lire a danno del calcio virgiliano. L’unico precedente in Prima divisione è l’ultima gara giocata dall’Acm prima del ritorno in A del 1961: il 4 luglio 1926 è 4-0 per i granata ma i due sodalizi, finiti agli spareggi per evitare la retrocessione si affronteranno nuovamente in campo neutro e questa volta sarà l’undici di Guglielmo Reggiani a spuntarla (7-3 dopo i supplementari), prima di arrendersi al Novara nel turno decisivo. Dopo 5 ko consecutivi l’Acm esce indenne da Reggio Emilia nel 1940, con uno 0-0 che vale però ai granata la certezza del successo nel girone di C. Il primo squillo mantovano è del torneo di B 1946-47: 2-0 e imbattibilità del Mirabello spezzata dopo 18 mesi. L’altro – ed ultimo – successo virgiliano è del 20 marzo 1955: basta una stoccata di Manuel Russo, formidabile ala destra il cui estro fu in seguito stroncato dai rigidi metodi di Mondino Fabbri. Da allora sono seguite 12 sfide, con 7 pari e 5 vittorie granata.
Ore 17.50 – (Gazzetta di Mantova) L’attaccante italotedesco Mattia Maggio, 22 anni fra due lunedì, è da ieri mattina in prova con il Mantova e se tutto va come dovrebbe andare entro la fine della prossima settimana lo staff tecnico biancorosso dovrebbe prendere una decisione in merito al suo eventuale ingaggio. Maggio ha giocato fino al mese di luglio nella seconda squadra dell’Hoffenheim ma all’attivo ha ben 13 presenze nella nazionale Under 17 italiana, dov’è approdato (mettendo a segno anche due reti) fra il 2010 e il 2011, quando giocava nel Novara in serie A dove l’ex allenatore biancorosso Attilio Tesser lo aveva voluto con sè. Punta centrale, di 1.86 per 74 kg, Maggio è nato a Nurtingen, dove la famiglia (di origini pugliesi) risiedeva. Da lì ha giocato per otto stagioni nelle giovanili dello Stoccarda poi nel 2011 è andato al Novara dove è rimasto per due campionati, giocando una sola partita. Nel 2013-2014 Maggio è ritornato in Germania, accasandosi all’Amburgo dove ha giocato in totale 41 partite fra le quali 37 (com 9 gol) nella seconda squadra. Nella scorsa stagione il trasferimento alla seconda squadra dell’Hoffenheim, dalla quale si è svincolato a giugno. Accompagnato a Mantova da Claudio Vigorelli, fra i più affermati procuratori del calcio italiano che ha avuto fra i suoi giocatori Etòo e Savicevic, Maggio ha svolto l’allenamento con i compagni, partecipando anche alla partitella in sostituzione dell’acciaccato Tripoli. «È un giocatore che stimo in modo particolare – sottolinea Vigorelli – e che ho voluto proporre al Mantova perchè lo ritengo adatto a ricoprire un ruolo di prima punta come mi è stato chiesto dai dirigenti biancorossi. È fermo da luglio e ha bisogno di trovare il clima partita». Gabriele Graziani, anch’egli impegnato nel calcio tedesco all’Hertha Berlino prima di diventare il «duca di Mantova», conferma che il giocatore resterà a disposizione di Javorcic per qualche giorno: «Dopo avere svolto alcuni allenamenti personalizzati – spiega – Maggio da martedì si allenerà con i compagni poi verrà valutata la sua posizione».
Ore 17.30 – (Gazzetta di Mantova) A meno di improbabili stravolgimenti il Mantova affronterà domani pomeriggio il derby di Reggio Emilia con il modulo 4-3-3. Questo è quanto emerso dalla seduta di allenamento svoltasi ieri mattina al Martelli e nella quale sono giunte buone nuove per la disponibilità di Ungaro, Zammarini e Longo che saranno convocati per il match. Niente da fare invece per Tripoli, che ha avuto una ricaduta della contrattura della scorsa settimana; non molte sono anche le speranze di recuperare Beretta, che sul finire della partitella ha lamentato un problema muscolare, così come Cristini che ha abbandonato il campo zoppicante. Anche Ciccio Ruopolo deve rimandare il rientro: «La sua situazione – dice Graziani, ieri “cooptato” in conferenza stampa al posto di Javorcic – è da monitorare giorno dopo giorno, il guaio al ginocchio impedisce per adesso di stabilire i tempi di recupero». Stando alla condizione generale del gruppo, pertanto, la formazione dovrebbe essere quella con Pane fra i pali; difesa a quattro con, da destra a sinistra, Scalise, Trainotti, Carini e Sereni (o Scrosta); a metà campo Gonzi, autore dell’ultima rete di una vittoria del Mantova il 7 novembre a Bassano, tornerà nel ruolo predilettanto, supportando l’azione di Perpetuini e Raggio Garibaldi, che sembrerebbe preferito a Di Santantonio. In avanti l’ipotesi più probabile vede Marchi, Falou Samb e Caridi posizionati per cercare di colpire la retroguardia dei reggiani, allenati da Colombo. Ieri mattina Javorcic ha anche provato Caridi in posizione leggermente arretrata, Longo al posto di Scalise e Di Santantonio in sostituzione di Perpetuini ma le possibilità maggiori riguardano lo schieramento con il 4-3-3. Consapevole che a Reggio Emilia non sarà una passeggiata ma determinato a dare il suo apporto per agguantare la salvezza, Juri Gonzi guarda al derby con grande attenzione e voglia di far bene: «Siamo caricati – sottolinea – sappiamo che va invertita una rotta negativa che in queste ultime settimane ci ha visti ancor più in difficoltà. Personalmente sono molto contento di poter tornare a giocare e spero che il mister me ne offra l’occasione, proverò a dare il massimo. Finora è stata una stagione difficile, sotto tutti gli aspetti, ma il gruppo è saldo ed è convinto di potere venire fuori dalle difficoltà. A cominciare da questo derby, al quale teniamo molto». Schierato a volte in una posizione differente, Gonzi ha comunque sempre mostrato eccellente duttilità: «A Bassano riuscii a sbloccare il risultato – spiega – mi auguro che ci sia la possibilità anche in questa circostanza di conquistare i tre punti. Dovrei giocare nel mio ruolo naturale, è ora che riusciamo a tradurre nei fatti l’intenso lavoro che svolgiamo durante la settimana».
Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Prevedo 1700-1800 persone, il Bottecchia sarà uno spettacolo, ma dalla città mi aspetto sempre di più». Ieri Mauro Lovisa passeggiava all’interno del campo di allenamento del De Marchi. Parlava e scherzava. Il presidente è in gran forma, insomma. Lovisa ha incontrato anche i tifosi (una ventina quelli che ieri hanno assistito alla seduta del giovedì) e come sempre li ha chiamati a raccolta: «Dobbiamo essere ancora di più, sarebbe bello vedere lo stadio sempre pieno». Quello della risposta della città è un tasto dolente, ma il sogno della serie B questa volta è arrivato a dare una mano. E domani alle 15 con i lombardi il Bottecchia sarà un autentico forno neroverde. Caldissimo, con il cuore che batterà nel settore scoperto. Per sostenere al meglio il Pordenone, la società ha “chiamato” allo stadio l’intero settore giovanile (vedi l’articolo in alto a destra). Ma non solo. La curva, infatti, è pronta a ospitare alcuni nuovi bandieroni, che se non dovessero “debuttare” già contro la Pro Patria lo faranno certamente in occasione della prossima gara interna dei ramarri di Bruno Tedino. Intanto i fan sognano. «Ai playoff ormai crediamo ciecamente – racconta Leandro Pitton -. Se contro la Pro Patria ultima in classifica dovessimo mantenere la nostra umiltà, non ci sarebbe storia. Ci aspettiamo un Pordenone consapevole, maturo, pronto a scendere in campo con la testa da vincente ma con la voglia di correre della squadra che deve salvarsi. Soltanto così possiamo andare avanti: non perdiamoci, perché la città ora ci crede». Più cauto, invece, Mauro Gasparotto: «L’entusiasmo c’è e in questo momento diventa inevitabile – spiega -. Ma attenzione a volare troppo in alto. La LegaPro è una categoria che ci sta benissimo sulle spalle. Non vogliamo bruciarci, come già è successo ad altre società». Per esempio il Portogruaro. Comprensibile che qualcuno metta le mani avanti, ma domani il Bottecchia spingerà per la B.
Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La tigre è ferita, non morta. Lo ha assicurato in settimana Alessio Pala, il tecnico che a dicembre ha rilevato Aldo Monza sulla panca della Pro Patria, avversaria domani al Bottecchia del Pordenone. Ultimi in classifica (2 punti) dopo un inizio traumatizzante (7 sconfitte di fila), colpiti dalla procura federale con 7 punti di penalizzazione, i tigrotti di Busto Arsizio non si sentono per niente già retrocessi. Gli ultimi arrivi sono importanti e hanno ridato speranza al club biancoblù. IO CI CREDO – Dopo il 2-2 dello scorso turno con l’Albinoleffe, penultimo a +13, mister Pala è stato chiaro: «La rimonta è possibile, perché noi, con la rosa che adesso ho a disposizione, possiamo “fare” le partite. Giochiamo calcio vero, in campo e in sede. Chi ha comminato la penalizzazione (ridotta di un terzo rispetto ai 20 punti chiesti dall’accusa, ndr) ha capito che la società ha cambiato rotta e ora è sana. Sta a noi spazzare via quell’aria negativa che da anni aleggia sopra la Pro Patria». IL TACCO DI MARITO – Il web impazzisce per il gol di tacco segnato lo scorso turno da Mario Alberto Santana contro l’Albinoleffe. Forse più ancora della rovesciata di De Cenco e della magia al volo di Cattaneo. I tifosi si ricordano di “Marito”, 7 volte nazionale argentino (in gol all’esordio a Shizuka contro il Giappone nel 2004), con addosso le maglie della Fiorentina (108 presenze e 15 gol), Napoli, Palermo, Torino e Genoa, per citarne solo alcune. Il fantasita non è l’unico “asso” nella manica di Pala. A campionato in corso sono arrivati anche Michele Ferri (ex Atalanta, Palermo, Cagliari e Vicenza), il brasiliano Inacio Pià (già con Torino, Napoli e Atalanta) e il “vecchio” neroverde Riccardo Ravasi, che ha raggiunto in biancoblù l’altro ex ramarro Marcello Possenti. LEADER CARISMATICO – Leader indiscusso in campo è Michele Ferri, che racconta l’amico e compagno Santana. «Sabato Mario ha fatto un gran gol – afferma -, un’autentica magia. È uno di poche parole, che non ama perdere nemmeno nelle partitelle d’allenamento. Abbiamo già condiviso la magnifica esperienza di Palermo, dove partimmo per salvarci e conquistammo invece un posto in Uefa. Possiamo fare l’impresa anche al Bottecchia. Nello spogliatoio – garantisce Ferri – non c’è aria di resa. Nessuno vuole mollare». Ramarro avvisato. Solo la classifica dice che affronterà l’ultima della classe. Non certo la storia calcistica e le parole dei prossimi agguerriti avversari.
Ore 16.20 – (Messaggero Veneto) Si scalda Emanuele Berrettoni. Ieri, nel corso dell’allenamento pomeridiano, il trequartista laziale è stato provato a lungo da Tedino nel corso della partitella a campo ridotto, che ha fatto seguito all’esercitazioni tattiche per reparto. La gara con la Pro Patria sarebbe ideale per dare minuti all’ex Verona, non ancora al top, ma il tecnico dei “ramarri” scioglierà soltanto in queste ore i dubbi relativi alla formazione. Al momento tutto è ancora da decidere, anche se i favoriti per partire dal 1’ sono Cattaneo dietro alle due punti Filippini e Strizzolo. Berrettoni può entrare in corsa così come le altre “frecce”, Martignago e Valente. Out invece Beltrame: quasi impossibile la sua convocazione. Per il resto si va verso una mediana a tre con Pederzoli affiancato da Buratto e Mandorlini, e la difesa a 4 con i giovani (rispettivamente classe ’95 e ’96) Boniotti e Talin sulle fasce e Stefani-Pasa coppia centrale. Confermato Tomei in porta, che non subisce reti da 360’ e vuole allungare la sua striscia positiva. Ancora out De Agostini, Marchi, Martin (squalificato) e da pochi giorni Ingegneri.
Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) La vittoria col Renate – la quinta di fila – ha fatto decollare l’entusiasmo. Si parla molto del Pordenone dei record, in questi giorni, tanto che domani al Bottecchia è previsto il record stagionale di presenze. Nonostante il match non sia di grande richiamo, considerato che si gioca con l’ultima in classifica, dovrebbero arrivare a esserci tra le 1.500 e le 1.800 persone, considerato che la società ha anche ottenuto da parte della Questura il via libera per utilizzare la Gradinata sud – solitamente riservata agli ospiti – e destinarla al settore giovanile. E mentre i giocatori friulani, attraverso un video-messaggio, richiamano i tifosi al Bottecchia, va ricordato che le prevendite dei ticket sono attive ancora per oggi: bisogna affrettarsi per non rimanere fuori. Contagioso. E’ l’entusiasmo che vive la società di Mauro Lovisa, che è riuscito a trasmetterlo a tutta la città sulla scia del pokerissimo di vittorie di fila. Mai, il Pordenone, era riuscito ad arrivare così in alto in una stagione di Lega Pro. Il secondo posto ha acceso la passione neroverde in molti tifosi e l’ha consolidata in quella di alcuni. Lo si è visto in questi giorni agli allenamenti: davvero tanta gente al De Marchi – per la media locale – a osservare i “ramarri” durante il lavoro settimanale. E’ così prevedibile che il Bottecchia sabato vada verso il pienone. Un’atmosfera stile match con l’Albinoleffe dell’anno scorso, quando erano in 2.300 i cuori neroverdi sugli spalti. Difficile arrivare a quella cifra, ma ci si può avvicinare e registrare il secondo miglior record di presenze allo stadio nell’era Lovisa. Iniziative. A contribuire all’interesse per la gara, oltre ai risultati, le iniziative portate avanti dal club. Quella legata a San Valentino, con le coppie che pagano il secondo biglietto al prezzo di 1 euro; l’apertura della gradinata ospiti al settore giovanile, l’appello lanciato dai giocatori. Ieri, con un video pubblicato ieri sulla pagina Facebook neroverde, la colonia regionale della squadra ha chiamato a raccolta i tifosi. Protagonisti sono stati il pordenonese Matteo Tomei, il pasianese Marco Martin, gli udinesi Luca Strizzolo e Michele De Agostini, oltre a mister Bruno Tedino, di casa in città da più di 15 anni. I sostenitori non devono fare altro che acquistare i ticket. Si possono trovare al Bar Libertà, al Caffè Nogaredo di Cordenons e domani allo stadio dalle 11 in poi (orario di apertura della biglietteria). L’attesa sta per finire.
Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Mancava soltanto Marco Soprano, arrivato a titolo temporaneo dal Genoa, per concludere la carrellata di nuovi acquisti del Bassano sul mercato invernale. E adesso il cerchio si chiude perché, dopo D’Ambrosio e Momentè, ecco l’ex difensore del Cosena, arrivato alla corte di Stefano Sottili presentarsi ufficialmente ai nuovi tifosi. «In questa prima settimana a Bassano – spiega Soprano – mi sono trovato veramente bene, grazie ai compagni che mi hanno accolto benissimo. Conoscevo già Costa e Fabbro grazie alle rappresentative nazionali ed al fatto che capitava di scontrarci nei rispettivi campionati giovanili». Poi incalza: «Negli ultimi 5 anni sono cresciuto nel Genoa, prima ho avuto esperienze alla Liventina Gorghense, al Padova ed al Venezia. A Genova sono stato bene, sono stato in panchina 3 volte con la prima squadra in Serie A lo scorso anno, a Cosenza in questi primi mesi non ho trovato molto spazio e tutti mi hanno parlato bene di questa società, quindi ho deciso di cogliere l’occasione al volo. Inoltre la mia famiglia è contenta perchè mi sono riavvicinato a casa (vivono a Casale sul Sile, ndr )». Difficile capire quanto spazio potrà trovare Soprano dentro la formazione: «Mi metto a disposizione del mister e della squadra – chiude il diretto interessato – e mi auguro di poter dare il mio contributo».
Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia torna a marcia spedito e continua a suon di vittorie l’inseguimento alla capolista Campodarsego. Nessuno scossone alla classifica dopo il turno infrasettimanale che ha confermato i padovani in testa con tre punti di vantaggio sugli arancioneroverdi, a loro volta sempre a +5 sull’Este. «A Motta di Livenza abbiamo strappato un successo di carattere – sottolinea il ds Giorgio Perinetti – contro una squadra che, come l’Este, sa esprimere davvero un buon gioco. I trevigiani meritano un plauso, noi pure perché siamo riusciti a portare a casa tre punti pur avendo giocato in dieci nell’ultima mezzora». A lasciare i compagni in inferiorità numerica è stato l’attaccante Lattanzio, autore del momentaneo 1-0 e poi cacciato per doppia ammonizione. «È stato sanzionato con molta fiscalità per una simulazione inesistente, ma purtroppo dalla serie A in giù sembra non esistere una via di mezzo e quando l’attaccante cade in area o è rigore o si è buttato. Mi pare un’interpretazione errata e che ci ha penalizzato, come in generale una direzione di gara (al Samassa ha diretto Tursi di Valdarno, ndr) ancora una volta molto arrogante e priva di buon senso». A salvare il Venezia sono state anche alcune buone parate del portiere Vicario. «Abbiamo concesso troppo? Siamo in una situazione delicata – spiega Perinetti – con parecchi acciacchi che ci costringono a cambiare spesso. A Motta mancavano Carbonaro e Ferrante, con quest’ultimo che ne avrà ancora per un mesetto, poi Calzi aveva la febbre come Cernuto che ha ugualmente giocato, mentre Taddia veniva da un infortunio. Non è facile ma la testa è quella giusta per continuare a mettere pressione a un Campodarsego che ha rimontato il Monfalcone anche grazie a un rigore che non c’era». Domenica al Penzo (ore 14.30) arriva un Abano tranquillo a metà classifica. «Il 2-2 dell’andata fu segnato da errori clamorosi, dal gol annullato a Gualdi al loro pareggio con la palla uscita dal campo. Senza quei primi episodi oggi in testa ci sarebbe il Venezia. A noi però interessa continuare così, sperando che i tifosi vengano allo stadio: grazie a chi c’è sempre, ma rimane incomprensibile l’indifferenza di molti altri ai progetti di questa società e alla competitività della squadra».
Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Una buona prova disputata dal Venezia. Nonostante, ancora una volta, abbia finito la partita in dieci uomini». E’ soddisfatto il direttore sportivo Giorgio Perinetti per la vittoria di mercoledì sulla Liventina, che ha consentito agli arancioneroverdi di tenere il passo del Campodarsego. La distanza è sempre assestata sui tre punti, ma domenica potrebbe essere una giornata decisiva: la capolista sarà infatti impegnata a Verona con la Virtus Vecomp, mentre il Venezia ospita al Penzo l’Abano, con la speranza di accorciare le distanze. Domenica rientrerà dalla squalifica mister Favarin, mentre resteranno fuori Lattanzio (doppia ammonizione) e il vice allenatore Giovanni Langella, allontanato mercoledì dal direttore di gara. Un fatto questo, che ha fatto «promuovere» sul campo il dirigente arancioneroverde Edoardo Rivola. «Per 18 minuti ho fatto il mister», commenta con una battuta. Mercoledì mancava infatti anche il team manager di ruolo Alessandro Servi, squalificato dopo la Luparense, e Rivola ne ha preso il posto, ritrovandosi poi da solo in panchina una volta allontanato Langella: «Sul piano tattico non c’era più nulla da fare – racconta – visto che i cambi erano già stati effettuati. Ho cercato di incoraggiare i ragazzi in campo, dicendo quanto tempo mancava. I numeri che chiamavo – sorride – non erano schemi, ma erano i minuti mancanti». Rivola nella vita fa il direttore di banca, è al Venezia da 17 anni, tra giovanili e prima squadra, da team manager e ora da dirigente. Spesso con il compito di fare il «pompiere». «Mercoledì – ricorda – quando è stato squalificato Langella, tutti in panchina volevano dire la loro e ho dovuto tenerli buoni». E tra i suoi meriti c’è pure il derby al Penzo con il Mestre: anche lì, squalificati Servi e pure il ds Perinetti, è toccato a Rivola convincere l’arbitro che pur con quella nebbia si poteva giocare. E la serata è stata un successo in tutti i sensi.
Ore 14.20 – (La Nuova Venezia) Botta e risposta: il Campodarsego allunga, il Venezia ristabilisce le distanze sapendo già, come era accaduto domenica, dell’ennesima vittoria della capolista ed essendo obbligato a imitarla. Mancano due giornate allo contro diretto (28 febbraio) al Penzo e il prossimo, sulla carta, potrebbe essere un turno finalmente favorevole al Venezia, che ospita a Sant’Elena l’Abano, prima squadra a fermarlo nel girone d’andata, mentre il Campodarsego fa visita alla Virtus Verona. Il giudice sportivo della serie D ha squalificato per una giornata sia il tecnico Giovanni Langella, allontanato dal campo per proteste, sia l’attaccante Riccardo Lattanzio, espulso per doppio cartellino giallo, mentre Marco Modolo sale a quota 7 ammonizioni. Serata agrodolce per Riccardo Lattanzio, che mercoledì ha festeggiato 27 anni, a Motta di Livenza: il gol del momentaneo vantaggio del Venezia, l’espulsione per somma di ammonizioni che ha costretto il Venezia a giocare in inferiorità numerica per oltre mezzora. «Non è proprio mancato niente», ha spiegato l’attaccante arrivato dal Nardò, al terzo centro in arancioneroverde dopo la doppietta alla Sacilese, «per fortuna i miei compagni alla fine sono riusciti a difendere il vantaggio. Contento per il gol, ovvio, un po’ meno per l’espulsione». Da regolamento la prima ammonizione, eccessiva la seconda. «Potevo essere meno ingenuo nella prima, quando sono stato ammonito perché mi ero messo davanti al pallone, nel secondo caso non ho simulato, è stato un semplice contrasto di gioco e non ho nemmeno reclamato nulla. Pazienza, anche gli arbitri devono essere aiutati, ormai è andata». Il Venezia, come detto, era costretto a vincere sapendo già il risultato del Campodarsego. «Ma non c’era pressione in più, anche giocando in contemporanea, sappiamo di dover sempre vincere. Questo è un girone molto equilibrato, non ci sono partite scontate, domenica dovrà fare attenzione il Campodarsego a Verona, ma noi non aspettiamoci una passeggiata contro l’Abano». Dopo Favaretto con l’Este e Favarin con la Luparense, è toccato a Giovanni Langella allungare la striscia di tecnici allontanati dal campo. Per fortuna domenica con l’Abano torna Favarin, che ha esaurito il doppio turno di squalifica. Negli ultimi 11’ con l’aggiunta del recupero, in panchina il “tecnico” è stato il team manager Edoardo Rivola, che a sua volta sostituiva nel ruolo il team manager ufficiale, Alessandro Servi, inibito fino al 21 febbraio.
Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Dopo la brutta sconfitta contro la Virtus Lanciano, il Vicenza cerca di ripartire nella sfida che andrà in scena stasera all’Adriatico contro il Pescara, terza forza del campionato. «La battuta d’arresto contro il Lanciano è stata pesante perché inaspettata – spiega Pasquale Marino – abbiamo giocato male e commesso tanti errori. In questo campionato per un motivo o per un altro, abbiamo vinto poco al Menti e quelle vittorie mancate rappresentano i punti che ci mancano in classifica. Davanti ai nostri tifosi dovevamo fare meglio, ma non mi sento tradito perché questo non è un gruppo che pensa a tradire l’allenatore». La realtà racconta però di un Vicenza in difficoltà, e alle prese con una classifica difficile. «Adesso dobbiamo solo pensare a preparare una partita alla volta – sottolinea Marino – abbiamo dei valori che dobbiamo sfruttare, perché abbiamo i mezzi, quando giochiamo come sappiamo, di mettere in difficoltà chiunque. La classifica attuale preoccupa, ma siamo fuori dai play-out anche se il passo falso contro la Virtus lanciano pesa». Magari contro il Pescara, che il Vicenza affronterà senza Brighenti infortunato e Giacomelli squalificato, non ci potrà essere un approccio poco determinato vista la forza dell’avversario. «Ritengo di no – risponde secco Marino – la gara è sentita e quindi credo che la squadra giocherà al massimo. Noi sappiamo che non dovremo commettere errori, ci dovremo preparare bene nelle due fasi di gioco. Non sarà semplice, ma se giocheremo come sappiamo potremo mettere in difficoltà il nostro avversario». Per tanti motivi sarà la partita di Lapadula e Cocco, da una parte, e Raicevic dall’altra. «In questo campionato Lapadula e Raicevic stanno facendo molto bene e sono entrambi ambiti, pur con qualità diverse, da club della massima serie. Ma al di là dei singoli duelli sappiamo di dover affrontare una squadra forte che insieme al Crotone sta proponendo il miglior calcio». E ancora: «Dispongono di un organico costruito per vincere il campionato, con giocatori come Cocco che magari non stanno rendendo al top delle loro qualità, ma che rimangono di primissimo livello per la categoria. Per questo per noi sarà un bel banco di prova in un campo dove dovremo dimostrare di aver archiviato la brutta sconfitta di sabato scorso». Poi chiude: «Mi aspetto una squadra che non abbia timori reverenziali e che cerchi di imporre il suo gioco nonostante il valore indiscusso dell’avversario».
Ore 13.20 – (Gazzettino) Un gol di Claudio Coralli a Pavia nella partita di andata permise al Cittadella di vincere per 2-1. È finora l’unico gol in campionato per il bomber di Borgo San Lorenzo, che nel 2016 non è ancora sceso in campo. «Ho avuto la febbre nelle due partite al Tombolato con la Pro Patria e il Renate -spiega-, per il resto nel 2016 sono rimasto in panchina. Ci sono ancora tredici partite e non vedo l’ora di essere chiamato per dare una mano alla squadra. A Pavia in questo campionato ho messo a segno l’unico mio gol, ma spero di realizzarne qualche altro di pesante. È stato un tocco di punta, mi sono allungato e ci sono arrivato di rapina. Ho avuto altre occasioni da gol nelle partite successive, ma ho commesso degli errori. Con il Mantova non mi è stato convalidato un gol che era regolare, un peccato perchè è costato due punti alla squadra». Con l’arrivo di Emiliano Bonazzoli il tecnico granata ha un buon parco di attaccanti, oltre a Litteri ci sono Bizzotto e Jellow. Dice la punta fiorentina: «Siamo in tanti davanti, ma è un bene per la squadra quando l’allenatore può scegliere. Abbiamo caratteristiche diverse per cui ci completiamo a vicenda. Io sono soprattutto un uomo d’area e sfrutto la mia esperienza e il fiuto del gol facendomi trovare al posto giusto». Quest’anno per lui sta andando meglio in Coppa Italia, dove Coralli ha già messo a segno sei gol risultando anche determinante per il passaggio del turno. Nei quarti arriverà al Tombolato la Cremonese, che mercoledì ha eliminato l’Alessandria (2-1). La partita si disputerà probabilmente mercoledì 24 febbraio. Continua il “cinghiale”: «Nelle passate edizioni avevo segnato un solo gol in Coppa con la maglia del Cittadella. Va ad annate e quest’anno ho avuto più spazio, che ho sfruttato». Con 47 gol (40 in campionato e sette in Coppa Italia), Coralli è al secondo posto fra i bomber granata di tutti i tempi. Leader attualmente è Enrico Sambo con 49 gol. «Sarà difficile con i soli gol in campionato, ma mi piacerebbe superare Sambo. Siamo amici e ogni tanto ci scherziamo sopra. Metto però al primo posto il ritorno in serie B. Mi sento in famiglia qui a Cittadella e per la maglia farei qualsiasi cosa». Sul posticipo di lunedì (in diretta TV su Rai Sport 1 canale 57) con il Pavia, conclude: «Abbiamo fatto bene nelle precedenti partite, mentre con le stesse squadre nell’andata avevamo lasciato dei punti. Adesso però inizia la prova del nove con due squadre che sono in salute come il Pavia e il Padova, guai se abbassiamo la guardia». Ieri preparazione regolare per tutti, tranne i soliti Pascali, Donazzan, Paolucci, De Leidi e Bobb, oggi e domani continua al pomeriggio, mentre domenica rifinitura al mattino.
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Di quel Pavia è rimasto solo il nome. «Ci ho trascorso un paio di stagioni, dal 2004 al 2006, arrivando in tutti e due i casi ai playoff e uscendo una volta con il Mantova e l’altra con il Monza. In quel secondo anno affrontammo anche i granata, sbancando il Tombolato, ma perdendo in casa». Edoardo Gorini, oggi secondo allenatore del Cittadella dopo esserne stato una colonna in campo, vivrà il posticipo di lunedì sera da “ex”. «Era una società gestita in maniera simile alla nostra, a conduzione quasi familiare», ricorda. «Oggi, invece, ho l’impressione che il Pavia sia condotto più come un’azienda che come un club sportivo: è persino quotato alla Borsa di Hong Kong». Un paio di giorni fa il suo sito segnalava l’arrivo in Italia del presidente cinese Zhu, da Shanghai, con l’enfasi con cui in casa Inter si annunciano le “apparizioni” di Thohir. La sentiamo un po’ perplesso sull’argomento… «Non conosco personalmente nessuno dell’attuale gruppo e non posso esprimere giudizi. Dico solo che è prevalsa una certa linea: dopo il mercato importante della scorsa estate, il Pavia era naturalmente considerato una delle favorite. Poi alle prime difficoltà ha cambiato d.s. e allenatore e a gennaio ha ingaggiato molti nuovi giocatori. Resta una delle rivali più forti, ma in casi come questi qualche problema di amalgama ci sta». Per i lombardi la gara di lunedì è una sorta di “dentro o fuori”: già staccati di 11 punti, con una sconfitta sarebbero esclusi dalla promozione diretta. «Lo penso anch’io, la distanza dal primo posto diventerebbe incolmabile. Un motivo in più per aspettarci una gara dura». Anche loro, un po’ come il Citta, davanti hanno “problemi” di abbondanza. Sforzini nello scorso turno era squalificato, si aspetta di ritrovarlo in campo? «È stato il “colpo” di gennaio, non me lo vedo in panchina. Anche se, effettivamente, lasciare fuori Ferretti, che nello scorso turno ha realizzato una doppietta e che s’intende a memoria con Cesarini, non sarà semplice per l’allenatore». A proposito di gol: da “ex” difensore, la vulnerabilità di questo Citta le darà particolare fastidio. «Ne abbiamo subìti troppi. Il problema, tuttavia, non riguarda solo la linea arretrata, ma tutta la fase difensiva. La tendenza a distrarsi, soprattutto quando stiamo vincendo, si è manifestata più volte e per questo lavoriamo per tenere alta la concentrazione per tutti i 90’». Proprio all’andata Chiaretti convinse Venturato a cambiare modulo. Nelle ultime due o tre giornate il trequartista brasiliano è parso un po’ sottotono. «La gara di Pavia è stata una delle migliori e ci ha regalato consapevolezza nei nostri mezzi. Lucas? Un calo fisico nel corso della stagione ci può stare e forse lo hanno penalizzato anche i terreni pesanti incontrati nelle ultime uscite. Ma è uno che sa fare la differenza e che può sempre sfoderarti il colpo risolutore. Lo tornerà a fare».
Ore 12.40 – (Corriere del Veneto) Dopo una lunga attesa, adesso c’è anche l’ufficialità. La partita ad eliminazione diretta tra Cittadella e Cremonese, valida per i quarti di finale di Coppa Italia di Lega Pro, si giocherà mercoledì 24 febbraio nel pomeriggio, alle ore 15 al Tombolato. Lo ha comunicato con una nota diffusa nella giornata di ieri il club grigiorosso, che mercoledì ha raggiunto la qualificazione dopo aver battuto per 2-1 l’Alessandria. Ma ci sono anche delle notizie in pillole dall’allenamento del giovedì: Paolucci ha ripreso ad allenarsi con una corsa leggera, ma il suo rientro è previsto non prima di marzo. Ancora out De Leidi, mentre Pascali ha svolto ancora lavoro differenziato e non riuscirà a recuperare per il posticipo di lunedì con il Pavia.
Ore 12.15 – Queste le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa da mister Pillon: “Intanto pensiamo a questa partita che è importante e difficile. Loro giocano molto bene, a Bassano non meritavano di perdere ma la prestazione è stata buona. E’ una squadra che gioca bene, dobbiamo pressare e sarà fondamentale il gioco senza palla. All’andata mi hanno detto che i ragazzi hanno fatto fatica, motivo in più per giocare bene. Abbiamo molta fiducia in Favero, oggi Petrilli si è allenato, vediamo come risponde. Lo stato della squadra? Noi dobbiamo cercare di vincere il più possibile, se dobbiamo alzare gli obiettivi dobbiamo alzare anche la media punti. Io non firmo mai per un punto, cerco di raccogliere il massimo da ogni partita. Loro domani me li aspetto col 3-5-2 o col 3-4-3. Loro partono sempre forte, a mille, mettendo in difficoltà l’avversario, serve per questo un approccio giusto. Partita accorta? Dobbiamo essere corti, perché se ci allunghiamo diventa difficile, dobbiamo impedirgli la manovra. Noi dobbiamo essere più cattivi negli ultimi metri, bisogna portare gli episodi dalla propria parte. Petrilli sono due settimane che salta i primi giorni di allenamento e alla lunga li paghi”.
Ore 11.50 – (Gazzettino) Quale può essere la chiave di volta della partita? «Dobbiamo limitare la loro forza fisica e velocità, e quando abbiamo palla ripartire per mettere in moto i nostri attaccanti che sono molto pericolosi sotto porta». Con la pratica salvezza quasi archiviata, un pensierino ai play off lo fate? «Ci sono davanti molte partite difficili come quella di domani e la successiva con il Cittadella, e se vogliamo crederci bisogna pensare a una gara alla volta cercando di fare più punti possibile. Poi se arrivi alle ultime giornate anche con tre-quattro punti di ritardo, te la puoi giocare sempre. Di sicuro ci sono al momento squadre che ci precedono in classifica che non hanno giocatori forti come abbiamo noi. Siamo un buon mix di giovani e vecchi con ottime qualità ed esperienza».
Ore 11.40 – (Gazzettino) Dopo il rodaggio in panchina con il Feralpi, sente che può essere arrivato il suo momento? «Mi auguro che arrivi presto. Che sia in questa o nella prossima partita, l’importante è che mi faccia trovare pronto e che dia il mio contributo. Ma se fosse domani magari con un bel gol o con un assist, non sarebbe male. Anche se ciò che conta soprattutto è che vinca la squadra». Il Sudtirol è stato anche l’avversario che all’andata ha inflitto la prima sconfitta ai biancoscudati. «Nel nostro spogliatoio c’è grande voglia di rivalsa. Loro sono un’ottima squadra che fa dell’intensità e del ritmo la loro forza, e va rispettata. Ci aspetta una trasferta dura, però siamo consapevoli delle nostre qualità e dobbiamo andare lì con la voglia di fare punti dato che è nelle nostre potenzialità». Va anche detto che il Padova attuale è diverso da quello che ha perso all’andata. «Vincere aiuta a vincere, questo per dire che i risultati danno sempre fiducia e dobbiamo cercare di proseguire su questa strada».
Ore 11.30 – (Gazzettino) C’è un biancoscudato che quest’anno ha già segnato al Sudtirol, e tra l’altro non è stato il suo unico sigillo in carriera agli altoatesini. Stiamo parlando di Francesco Finocchio, arrivato da poco più di dieci giorni dal Pordenone, con il quale nel girone d’andata ha firmato uno dei due gol dei friulani nel pari con gli uomini di Stroppa. «Ho siglato il 2-0 su assist di De Cenco che aveva fatto il primo, anche se alla fine è andata male dato che pensavamo di avere vinto e abbiamo subito il pareggio negli ultimi minuti. Ma anche quando giocavo con il Feralpi Salò sono andato a segno con il Sudtirol e in quell’occasione abbiamo vinto. Diciamo che è un avversario che mi porta bene e spero di potermi ripetere domani». Il che vorrebbe dire per lei debutto con i biancoscudati. «Ho tanta voglia di giocare. A Pordenone sono stato impiegato con continuità nella prima parte di stagione, poi ho avuto un brutto infortunio alla caviglia che mi ha fatto saltare cinque-sei gare, e sono rientrato un paio di partite prima di arrivare al Padova, tra l’altro segnando anche nella sfida con la Pro Piacenza. Ho voglia di debuttare con la maglia biancoscudata che è molto prestigiosa».
Ore 11.20 – (Gazzettino) Ancora lavoro differenziato ieri per Petrilli, e la sua presenza nell’undici titolare domani nella trasferta a Bolzano con il Sudtirol non è del tutto scontata. L’esterno, che nei giorni scorsi ha lamentato un acciacco al polpaccio, ha effettuato una seduta incentrata sulla corsa cimentandosi anche in ripetute sostenute, per poi aggregarsi a fine allenamento ai compagni per una serie di tiri in porta. Il che lascia pensare che è sulla via del recupero e questa mattina se ne saprà di più in occasione della rifinitura alla Guizza. Intanto, al suo posto come esterno alto mancino è stato provato Mazzocco nella formazione tipo, confermata in tutti gli altri interpreti con l’eccezione di Favaro che rimpiazzerà tra i pali l’infortunato Petkovic. Come dodicesimo ieri è stato provato il giovane Reinholds. Curiosità: a bordo campo ieri erano presenti gli agenti di Bucolo che si sono intrattenuti con De Poli. «Solo una visita di passaggio» la versione fornita dal diesse, ma non è escluso che si sia discusso del centrocampista siciliano con due possibilità sul piatto: il reintegro in gruppo o la risoluzione del contratto.
Ore 11.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per la rifinitura, torna in gruppo Petrilli mentre Bucolo è assente causa mal di schiena.
Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Sul caso interviene anche Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom, associazione che “drizza le antenne” ogni volta che si parla di nuove strutture commerciali. «Il Padova, cioè la squadra, e Padova, intesa come città, si meritano la serie A e uno stadio nuovo – sottolinea Bertin – Ma il nuovo impianto non può essere il “cavallo di Troia” utile per vanificare la nostra battaglia decennale contro i centri commerciali». «Mi sento di sostenere il pensiero del sindaco quando dice che ogni ambito commerciale dovrà essere realizzato all’interno della struttura del nuovo stadio e non attorno ad essa – chiarisce il presidente padovano dell’Ascom – Noi non possiamo non sottolineare come i centri commerciali all’ingresso della città costituiscano una minaccia fortissima per il commercio cittadino che è anche l’unico baluardo, con le sue vetrine e con la sua forza di attrazione, contro la desertificazione ed il degrado in centro e nei quartieri». Da qui il messaggio di Bertin ai tifosi: «Sono anch’io un appassionato del Calcio Padova. Ma non può essere sempre e solo il commercio a pagare dazio». Infine una constatazione: «Dopo la crisi da qualche mese a questa parte stiamo assistendo ad una ripresa dei progetti, veri o presunti, su aree da riqualificare o ancora vergini o quasi tali, che di volta in volta vengono supportati da giustificazioni che tendono ad occultare il pericolo principale: quello di una cementificazione selvaggia di dubbia utilità. A cosa possono servire 24 mila metri quadrati di alberghi e 18 mila di abitazioni vicino allo stadio?»
Ore 10.40 – (Mattino di Padova) «Effettivamente ci è stata prospettata l’opportunità di entrare a far parte della cordata per la realizzazione del nuovo stadio Euganeo. Stiamo attentamente valutando la proposta, in quanto vediamo in essa un’interessante opportunità per la società». Carmine Damiano, ex questore di Treviso e dal 2013 presidente della Mantovani, conferma l’interessa della società per il progetto presentato dall’amministratore delegato del Calcio Padova Roberto Bonetto. L’idea è di trovare una cordata di finanziatore per realizzare un nuovo stadio, più piccolo rispetto all’esistente. Il contributo. «Abbiamo il know how e la giusta esperienza per poter dare il nostro contributo nella realizzazione di un polo sportivo che manca a Padova e di cui la città ha bisogno», aggiunge Damiano. Nel progetto, oltre al nuovo stadio, sono infatti previsti ben cinque campi di calcio, una piscina, un palasport, un poliambulatorio, un albergo e tra palazzine di residenziale. Il gruppo Mantovani sta dunque esaminando soprattutto la sostenibilità economica del progetto, non escludendo di partecipare con un finanziamento, non solamente come costruttore. Il centro commerciale. Il nodo però resta il centro commerciale: i 25 mila metri quadri autorizzati dal piano regolatore bastano per ottenere un ritorno dell’investimento? I tecnici sono al lavoro, soprattutto dopo le dichiarazioni del sindaco Bitonci che ha ribadito come non concederà un metro quadro in più e che il nuovo stadio dovrà essere “all’inglese”, cioè con i negozi all’interno dell’impianto e non nelle aree circostanti.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Una posizione contestata apertamente da Paolo Giaretta, ex senatore ed ex sindaco, che si è ricavato nei mesi scorsi il ruolo di “grillo parlante” del Pd: «Quella di Bressa e Zampieri è una posizione singolare. Non passa occasione per fare polemiche contro altri dirigenti. Rottamati i più anziani adesso i giovani se le danno di santa ragione. Assistiamo ad una guerra per bande senza conduzione politica e Bitonci gode», sottolinea Giaretta. «Se finora è stata fatta una opposizione sbagliata i responsabili sono coloro che avevano potere e ruolo per farla e non l’hanno fatta. Un po’ troppo poi voler fare anche la lezione», prosegue l’ex senatore. Entrando nel merito della vicenda Giaretta contesta il progetto del nuovo stadio: «Perché spostare il calcio al Plebiscito per poi fare centri commerciali nella palude dove non si poteva fare l’ospedale? – si chiede – Francamente non ho visto una opposizione incalzante del Pd sul punto. Un trasferimento che costa quattrini pubblici e che peggiora la vita dell’Arcella». «Nella frenesia di essere moderni Bressa e Zampieri pensano che si possa passare sopra la scostumatezza del sindaco. Perché per loro i veri nemici sono quelli dentro il Pd», conclude Giaretta. «Giaretta è libero di esprimere la sua opinione. Non capisco comunque cosa ci sia da polemizzare – è la replica di Bressa – Anche dall’opposizione penso a cosa sia meglio per la città e non solo alla tattica politica. I cittadini chiedono soluzioni e non scontri faziosi, quest’ultimi lasciamoli al sindaco e alla sua maggioranza che ormai ne hanno fatto una prerogativa».
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) C’è un’altra partita che si sta giocando attorno al progetto di un nuovo stadio al posto dell’Euganeo. Ed è tutta interna al Partito Democratico. Le grandi opere spaccano i dem tra chi è pronto ad aprire a un progetto importante per la città e chi vede troppa “oscurità” attorno al disegno messo in piedi dal Calcio Padova. Ma è anche un problema di linea politica. L’interrogativo che divide i democratici è: meglio un’opposizione intransigente e la difesa di tutto quello che è stato realizzato nei dieci anni precedenti dalle giunte Zanonato-Rossi? O è giusto prendere atto della bocciatura degli elettori rispetto a quell’esperienza e aprire a un’opposizione dialogante per il bene della città? Una spaccatura le cui prime avvisaglie erano emerse nelle scorse settimane riguardo alla scelta di Padova Est come sede per il nuovo ospedale. Ma che con il nuovo stadio è deflagrata. Ci ha pensato il segretario cittadino Antonio Bressa a firmare una nota in cui si sosteneva che «la politica del no è un autogol per la città». «Bocciare a priori un progetto non dovrebbe essere la via preferenziale per una forza di opposizione che ama la città e non la faziosità dello scontro politico», ha spiegato Bressa, ottenendo l’approvazione anche dell’ex assessore allo sport Umberto Zampieri.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Il vero punto della vicenda è che le scelte strategiche per Padova non nascano dalla discussione democratica nei luoghi giusti, cioè il consiglio comunale. Ma germogliano nell’ambito di potenti lobbys e comitati d’affari che per normale vocazione mettono in secondo piano l’interesse pubblico. Su questo vogliamo chiarezza e sono pronto a dare battaglia». È il commento del segretario provinciale del Pd Massimo Bettin, che mette in discussione il progetto del nuovo stadio. «Il sindaco oggi prende le distanze e dice sapere poco o nulla. I fatti però raccontano di come quanto sta accadendo sia in realtà estremamente coerente con quanto lui stesso aveva annunciato a giugno – prosegue il consigliere dem – Il metodo è quindi sostanza, la politica deve guidare le decisIoni e non farsi guidare da altri interessi. È su questo che sfido Bitonci a un’operazione trasparenza in consiglio. Le avances dei privati sono sempre esistite, ma sull’area dello stadio mai una giunta di centrosinistra ha consentito lo sviluppo di un centro commerciale. Bitonci abbandoni le querele e venga a dirci cosa sta accadendo e cosa intende fare».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «Ma sono sicuro che la voglia di rivalsa non sia solo mia, bensì di tutta la squadra: vogliamo prenderci ciò che all’andata ci è sfuggito». Per lei, al di là di quei gol presi, è comunque arrivato il rinnovo. Contento? «Sono molto soddisfatto, è il segno che la società crede in me e che c’è voglia di crescere insieme. È molto bello, non può che farmi piacere». Dopo il mercato di gennaio, crede che questo sia un Padova più forte? «Secondo me la cosa più importante è la continuità di risultati che stiamo avendo: con le ultime 9 gare utili consecutive abbiamo acquisito maggiore consapevolezza, mentre all’andata abbiamo avuto risultati un po’ altalenanti, e questo non ci ha aiutato. E anche difensivamente stiamo attraversando un bel momento (terza difesa del torneo, ndr) e abbiamo trovato una certa quadratura». Prima il Sudtirol, poi il Cittadella. Qual è la gara più dura? «Saranno entrambe difficili, ma per motivi diversi, e credo che la più complicata sia quella di domani. Il Cittadella è primo in classifica, è un derby e ce lo giocheremo in casa, quindi le motivazioni arriveranno da sole. A Bolzano, invece, ci giochiamo il sorpasso in classifica su un campo notoriamente ostico».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Sono pronto a scendere di nuovo in campo, e come avvenne allora in questi giorni sono sereno. Cercherò di farmi trovare pronto, di dare il mio contributo, sperando che stavolta, a differenza di quel sabato, arrivino anche i risultati». Domani si gioca con il Sudtirol, memori della prima sconfitta stagionale. «All’andata fu una della partite più difficili, spero proprio che la cosa non si ripeta e che il Padova riesca ad affrontarla nella miglior maniera possibile». Quale fu la ragione di quel k.o.? «Il Sudtirol fu bravo ad imporsi sin dai primi minuti, l’inizio di partita da parte loro fu veramente importante, e, complice il fatto che anche noi ci mettemmo qualcosa di nostro, fu impossibile rimettere in piedi quel match». Ma una buona notizia c’è: Maritato, che segnò la doppietta decisiva, è passato alla Lucchese. «È vero, e forse è un bene. Ma al suo posto ci sono altri attaccanti, sicuramente altrettanto bravi, se non addirittura di più. Quindi, massima attenzione perché, anche se non c’è il match-winner di allora, la gara è ugualmente difficile». Con che spirito attende il suo ritorno in campo? «Ho voglia di prendermi una piccola rivincita: tra Sudtirol e Cittadella subimmo 5 reti e per un portiere non è mai un bella sensazione».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Non è chiaro se sia uno strano scherzo del destino o semplicemente il caso, che ogni tanto, nel calcio, decide di metterci lo zampino. L’infortunio di Lazar Petkovic, sottoposto ieri a risonanza magnetica che ha evidenziato una lesione di primo/secondo grado al retto femorale della coscia destra (stop di un mese, forse più), è arrivato in un momento d’oro per la retroguardia del Padova, che nelle ultime quattro gare ha subìto una sola rete, e ha spalancato la porta ad Alessandro Favaro, il giovane estremo difensore arrivato dalla Sacilese, che domani pomeriggio, a Bolzano, sarà chiamato a sostituire il collega serbo. Proprio come all’andata, a ben guardare: allora Petkovic si fece male nella settimana che precedeva la sfida di Salò, e Favaro indossò i guantoni contro Feralpi, Sudtirol, Cittadella e Renate. E con il Sudtirol a due punti di distanza, gli uomini di Pillon meditano di restituire con gli interessi alla squadra di Stroppa quanto patito quel pomeriggio di ottobre nel proprio stadio. «Ci ho pensato, non so se sia un caso ma effettivamente il periodo era proprio questo, e la cosa è abbastanza curiosa», sorride Favaro, pronto a riprendersi una maglia da titolare a distanza di quasi quattro mesi dall’ultimo match, giocato con il Renate.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Un’altra “tegola” si abbatte sul Padova a 48 ore dalla partita di Bolzano. Ieri pomeriggio, dopo le sensazioni positive avvertite nella giornata di mercoledì, Nicola Petrilli non si è allenato con i compagni e a questo punto è da considerarsi fortemente in dubbio per domani allo stadio “Druso” (inizio ore 15). Questa mattina la squadra sosterrà alla Guizza l’ultima rifinitura, e se l’attaccante riuscirà ad allenarsi – nonostante soffra di una piccola infiammazione alla base del ginocchio – potrebbe entrare fra i convocati di mister Pillon, che dovrà anche decidere chi chiamare come secondo portiere tra il lettone Reinholds e il nuovo acquisto Rizzotto, arrivato nella Berretti dall’Inter. Viceversa, se Petrilli non dovesse farcela, si aprirebbe il ballottaggio per la sua sostituzione: l’indiziato numero uno è Francesco Finocchio, acquistato la settimana scorsa dal Pordenone e capace di giocare anche da esterno di centrocampo, pur essendo una seconda punta, ma c’è la possibilità anche che il tecnico vada sul sicuro mandando in campo Davide Mazzocco, che sin qui non ha mai deluso le sue attese. Intanto, alla Guizza ha fatto capolino anche l’agente di Rosario Bucolo, Alessandro Cicchetti, che per diversi minuti è stato visto dialogare a bordocampo con il diesse De Poli. La sensazione, anche se su entrambi i fronti è sceso il silenzio, è che entro pochi giorni potrebbe arrivare una decisione definitiva: o Bucolo, che anche ieri si è allenato da solo, verrà reintegrato nella lista dei 24 utilizzabili in campionato – soluzione improbabile viste le premesse – oppure si giungerà alla rescissione consensuale del contratto.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Visita attesa, quella di ieri pomeriggio alla Guizza per gli agenti di Rosario Bucolo alla Guizza, per incontrare il ds Fabrizio De Poli. Il quale, interpellato in serata sull’argomento, ha spiegato: «Sono venuti per parlare con i loro assistiti, con cui sono usciti a cena, ma non abbiamo minimamente toccato l’argomento Bucolo. Non ci sono novità rispetto ai giorni scorsi». Il colloquio in realtà c’è stato nel tardo pomeriggio nella sede di viale Nereo Rocco, ma è stato interlocutorio e le parti si riaggorneranno nei prossimi giorni. La sensazione è che si sia arrivati a un punto di svolta e che qualcosa accadrà molto presto. Nel frattempo è stata confermata la diagnosi pessimistica di Lazar Petkovic: «lesione muscolare fra primo e secondo grado del retto femorale». Tradotto, significa uno stop di almeno un mese, da valutare in un successivo momento perché il retto femorale è un punto piuttosto delicato e Petkovic ha già sofferto di problemi analoghi in passato. A Bolzano domani pomeriggio giocherà al suo posto Alessandro Favaro: «Penso che quello con il Sudtirol – spiega Favaro – sia stato per noi l’impegno più complicato. Loro ci misero in difficoltà sin dal primo minuto ed era dura riuscire a reagire, ma questa volta vedremo di fare meglio». Nella partitella di ieri non si è visto Petrilli, che ha svolto ancora lavoro differenziato. A questo punto il suo impiego a Bolzano pare da escludere. Al suo posto provato Mazzocco.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 44, FeralpiSalò e Pordenone 37, Alessandria e Bassano 36, Pavia e Reggiana 33, SudTirol 32, Cremonese e Padova 31, Giana Erminio 26, Cuneo 24, Pro Piacenza 23, Lumezzane 20, Renate 19, Mantova 18, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della ventunesima giornata: Padova-FeralpiSalò 2-0 (Corti (Pd) al 30′ st, Sparacello (Pd) al 47′ st), Alessandria-Lumezzane 1-1 (Iocolano (Al) al 41′ pt, Mantovani (Lu) al 31′ st), Giana Erminio-Reggiana 1-1 (Cogliati (Ge) al 14′ pt, Spanò (Re) al 25′ st), Mantova-Cremonese 0-2 (autorete di Perpetuini (Cr) al 10′ pt, Pacilli (Cr) al 15′ st), Renate-Pordenone 0-2 (Pederzoli (Pn) al 23′ pt, Filippini (Pn) al 39′ st), Bassano-SudTirol 2-0 (Misuraca (Ba) al 37′ pt, Pietribiasi (Ba) al 48′ st), Pro Piacenza-Cittadella 1-2 (Orlando (Pp) al 28′ pt, Jallow (Ci) al 32′ pt, Cappelletti (Ci) al 30′ st), Pavia-Cuneo 2-0 (Ferretti (Pv) al 41′ pt e al 39′ st), Pro Patria-AlbinoLeffe 2-2 (Soncin (Al) al 32′ pt, Santana (Pp) al 44′ pt, Pesenti (Al) al 38′ st, Zaro (Pp) al 40′ st).
Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 11 febbraio: allenamento pomeridiano per i Biancoscudati, Petrilli a parte ed in forte dubbio per sabato.