Domenica pomeriggio era a vedere Pisa-Arezzo, il derby toscano del girone B di Lega Pro. E non ha potuto così godersi la gran prova del Padova contro la FeralpiSalò, l’eurogol di Corti da trenta metri, e pure il primo sigillo di quel Claudio Sparacello che dopo sei mesi di corteggiamento serrato è sbarcato finalmente a Padova bagnando con il gol il suo debutto. Ma la soddisfazione di Fabrizio De Poli è stata comunque grande. «Bravi ragazzi», esordisce il direttore sportivo il giorno dopo il 2-0 sulla Feralpi, «Perché era una partita difficile, contro una squadra che pratica un ottimo calcio, che ha buone qualità e qualche individualità davvero di spicco. Il Padova ha fatto una gara importante, vincere contro chi non aveva mai perso una partita in trasferta è stato un gran segnale». È sbagliato dire che adesso il Padova può ambire a qualcosa più della salvezza? «Di sicuro stiamo migliorando, ma sono convinto che possiamo crescere ancora. Per esempio sotto il profilo della continuità, ma soprattutto di quello dell’applicazione mentale nell’arco di una gara. Dall’inizio del campionato soffriamo di quel “quarto d’ora”, durante una partita, nel quale rischiamo di complicarci le cose. È proprio lì che dobbiamo andare a migliorare».
Sta già pregustando il derby con il Cittadella che arriverà tra due settimane? «Assolutamente… no, anche perché la mia sensazione è che delle prossime due gare che ci aspettano quella più difficile e complicata sia quella di sabato col Sudtirol. Quella di Stroppa è una buonissima squadra, l’ho vista già diverse volte in prima persona, gioca veramente un buon calcio e all’andata ce l’ha dimostrato, eccome». Intanto, però, un piccolo favore ai “cugini” granata l’avete fatto… «Ma il favore ce lo siamo fatti da soli, battere la Feralpi è stato di certo più importante per il Padova che per il Cittadella. Il cammino dei granata, nonostante sia stato lì per tanti anni, non mi interessa proprio, adesso non posso che guardare in casa mia». Crede però che possa essere già decisiva la fuga dei granata? «Sette punti sono davvero tanti, in questo girone. Da un lato è ancora troppo presto per parlare, perché bastano due-tre partite sbagliate per rimettere tutto in discussione. Dall’altro, però, credo che ciò non avverrà, il Cittadella rimanga la squadra meglio strutturata per portare avanti il progetto di vincere questo campionato». Torniamo al Padova. Nelle ultime due gare la piazza ha potuto ammirare la bontà degli ultimi acquisti. Che in realtà pochi conoscevano. È una piccola rivincita per lei? «Io non cerco rivincite, non ne ho bisogno. Sono contento, ma come ci siamo rinforzati noi l’hanno fatto anche le altre formazioni. Per questo la battaglia sarà lunga e serrata».
De Risio, però, era arrivato per esempio con un po’ di scetticismo da parte della piazza. Subito smentito dalle prime due gare. «Carlo è un giocatore che ha profilo, per struttura fisica e altre componenti tecniche, forse anche da Serie B. Sono sicuro che ci darà una grossa mano, ma anche noi dovremo aiutarlo a trovare una certa continuità. In passato ha avuto diversi problemi fisici, è arrivato qui a Padova dopo un momento non facile dovuto a qualche infortunio muscolare di troppo, e sinceramente avevo anche io il timore che il passaggio dai campi sintetici ai nostri, per di più un po’ appesantiti, potesse accusarlo. Spero che stia bene e che continui a giocare come sta facendo». Idem per Sbraga e Sparacello: quest’ultimo è un’altra scommessa che ha dato subito i suoi frutti. «Sono molto contento per lui, per il gol: è un calciatore che spero a Padova possa dimostrare di essere ben più importante di quel che qualcuno, nel corso della sua carriera, ha sin qui creduto. È partito con le giovanili di squadre professionistiche, poi si è ritrovato al Trapani e l’anno scorso giocava addirittura in Serie D. Ma io sono sicuro che sia un ragazzo con ampi margini di miglioramento: cercheremo di aiutarlo a crescere».
(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)
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Da quando la squadra è stata affidata a Bepi Pillon, che ieri ha compiuto sessant’anni, la marcia è da primato. I numeri non mentono mai e se stiliamo una classifica delle ultime otto giornate, il Padova con i suoi sedici punti (quattro vittorie e altrettanti pareggi) è secondo solo a Cittadella e Pordenone che ne hanno fatti diciotto. Le altre big del campionato sono dietro, con i biancoscudati che hanno guadagnato terreno su Bassano (un punto), Feralpi Salò e Reggiana (tre), Alessandria e Sudtirol (quattro), Pavia (cinque) e Cremonese (sei). Insomma, un trend che fa ben sperare in vista dei prossimi appuntamenti. «Speriamo di proseguire così – esordisce Fabrizio De Poli – dato che stiamo crescendo e mi aspetto una continuità nel rendimento. Mi attendevo che il cambio di allenatore avesse inizialmente un impatto perché in simili situazioni s’innesta una reazione psicologica da parte dei giocatori, il fatto poi che gli effetti si stiano vedendo anche nel medio periodo mi rincuora dato che c’è sintonia tra Pillon e lo spogliatoio nel lavoro che stiamo portando avanti. E i risultati sono proprio frutto di quello che fai quotidianamente in settimana».
Cosa ha portato di nuovo Pillon per fare svoltare la squadra? «Diciamo che ci sono diversi aspetti, ma forse è soprattutto riuscito a trasmettere una mentalità diversa nell’approccio al lavoro, nel senso che i ragazzi seguono i dettami del tecnico e del suo staff mettendoci maggiore determinazione». Lei conosce molto a fondo Pillon essendo stato anche suo compagno di squadra, come lo vede in questa nuova esperienza biancoscudata? «Bene, ha portato la sua esperienza e professionalità, e sa infondere anche tranquillità e serenità al gruppo». Con una marcia simile e un vantaggio rassicurante sulla zona calda della classifica, si può dare magari anche una sbirciatina al terzo posto, distante sei lunghezze, che vale i play off. «Il discorso salvezza non è ancora archiviato non essendoci ancora la matematica certezza. Cerchiamo di navigare per un campionato tranquillo, poi se tutto il nostro lavoro viene suffragato da qualcosa di più, lo accettiamo di buon grado. Ma in carriera ho imparato che se si focalizza un obiettivo si finisce per disperdere molte energie mentali, è molto più semplice dare input di partita in partita senza guardare troppo alla classifica».
Al riguardo, sabato è in programma la trasferta con il Sudtirol che all’andata aveva inflitto la prima sconfitta ai biancoscudati. «In quella occasione non eravamo proprio scesi in campo. È una sfida da preparare al meglio, il Sudtirol ha una coralità di gioco importante e se lo fai esprimere, ti può creare problemi». Intanto, domenica De Poli non era all’Euganeo dato che ha assistito al derby Pisa-Arezzo. «Volevo rivedere il Pisa, c’è qualche giocatore interessante. Sto già girando in vista dell’anno prossimo». Anche se naturalmente è al corrente della prestazione dei biancoscudati con il Feralpi. «Un ottimo secondo tempo, ma volendo essere pignoli non capisco come mai non iniziamo le partite in maniera aggressiva». Sparacello, fortemente voluto dal diesse, si è sbloccato subito al debutto. «Sono contento per lui, per un attaccante segnare è la cosa migliore. È sceso di categoria, ma è venuto a Padova con grande determinazione». Tra i nuovi, in evidenza anche De Risio. «Ha bisogno di giocare con continuità per raggiungere una condizione ottimale, è un giocatore anche da categoria superiore».
(Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli)