Live 24! SudTirol-Padova, -4: Petkovic va ko, differenziato per Petrilli

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Ore 22.00 – Condizioni di vendita e prevendita per la tifoseria ospite in occasione del match allo stadio Druso di Bolzano, di SABATO 13 FEBBRAIO (ore 15), fra F.C. SÜDTIROL e PADOVA. PER QUESTA PARTITA LA SOCIETA’ F.C. SÜDTIROL ADERISCE ALL’INIZIATIVA “PORTA DUE AMICI ALLO STADIO”, PERTANTO OGNI POSSESSORE DI TESSERA DEL TIFOSO/FIDELITY CARD POTRA’ ACQUISTARE DUE BIGLIETTI ANCHE AD AMICI/PARENTI CHE NON NE SONO IN POSSESSO.  L’INGRESSO ALLO STADIO DEVE AVVENIRE NELLO STESSO MOMENTO DAL TITOLARE DI TESSERA DEL TIFOSO E DA UNO O DUE AMICI CHE LO ACCOMPAGNANO
I TIFOSI POSSESSORI DI TESSERA DEL TIFOSO o di FEDILITY CARD POSSONO ACQUISTARE I TAGLIANDI SIA IN PREVENDITA CHE AL BOTTEGHINO IL GIORNO DELLA PARTITA (APERTURA CASSE DUE ORE PRIMA INIZIO DELLA PARTITA)
I biglietti disponibili per i possessori di Tessera del Tifoso sono:
Tribuna Zanvettor – B 16,00 € (compresi i diritti di prevendita)
Tribuna Canazza – D 10,00 € (compresi i diritti di prevendita)
Tribuna Canazza SETTORE OSPITI – E 16,00 € (compresi i diritti di prevendita)
I punti vendita Lottomatica attivi per la prevendita a Padova e zone limitrofe sono:
VIA CONSELVANA GUIZZA 230 – PADOVA
VIA FACCIOLATI 4 – PADOVA
VIA BUONARROTI 89 – PADOVA
VIA VIGONOVESE 39 – PADOVA
VIA INDIPENDENZA 44 – CITTADELLA (PD)
VIA BORGO VICENZA 163 – CITTADELLA (PD)
Ulteriori punti vendita consultabili sul sito Http://www.puntolis.it/storelocator/defaultsearch.aspx
ARRIVO A BOLZANO IN PULLMAN e AUTO (parcheggio Via Trento):
Uscita autostrada A22 Bolzano Sud;
Proseguire dritto Via Torricelli, alla rotonda prendere seconda uscita Via Pacinotti;
Proseguire dritto per Via Galileo Galilei (tenersi sulla sulla sinistra)
Alla rotonda prendere la terza uscita a destra,
Immediatamente prima del ponte Roma seguire cartello giallo “Parcheggio tifosi ospiti” girando a destra.
Arrivo parcheggio per pullman di Via Trento.
Attraversare ponte pedonale fiume Talvera, prendere la pista ciclabile a destra, arrivo Stadio Druso
ARRIVO A BOLZANO IN TRENO
Scendere stazione Bolzano-Bozen;
Usciti dalla stazione svoltare a sinistra;
Proseguire sempre dritto, superare ponte Druso;
Subito dopo ponte Druso, prendere a sinistra la pista ciclabile e seguire indicazione per “Tribuna Ospiti”

Ore 20.10 – (Il Piccolo) In attesa di capire cosa succederà mercoledì, quando scadrà il termine fissato dal curatore fallimentari Vernì per presentare le offerte di acquisto della società debitamente cauzionate, la Triestina ha ritrovato il sorriso almeno sul campo. E a testimonianza che il livello di questa serie D non rende impossibile la permanenza nella categoria, è bastato il successo sul Tamai per portare la squadra allenata da Doardo a soli 2 punti dalla salvezza. Con i tre punti, l’Unione ha tenuto dietro l’Ufm, ha allontanato il Fontanafredda e ha superato il Levico, ma soprattutto si è portato a sole due lunghezze dal terzetto Giorgione, Dro e Montebelluna. Mettendosi dietro altre due di queste squadre, la Triestina sarebbe addirittura salva senza neppure passare per i play-out. Discorsi certamente prematuri, anche perché non va dimenticato che pende sempre la spada di Damocle dei possibili punti di penalizzazione per la vertenza Costantini, per i quali non si sanno ancora tempi e modalità. Per ora la Triestina si gode non solo il successo, ma anche un certo calore ritrovato da parte dei suoi tifosi, anche se non ancora un apporto massiccio di pubblico. È bastato però mezzo migliaio di persone per dare una spinta in più alla squadra nei momenti decisivi, questo dovrebbe far riflettere chi è ancora titubante sull’entrata o meno allo stadio. Forse dopo le scadenze di questa settimana e le prime certezze dal tribunale, qualcosa si muoverà anche in questo senso. Intanto domani la Triestina scende di nuovo in campo (ieri allenamento defaticante a Prosecco). Si gioca infatti un turno infrasettimanale e Piscopo e compagni saranno impegnati sul campo di Mogliano Veneto contro il Mestre (inizio 14.30). Doardo recupererà Crosato che rientra dalla squalifica, da valutare le condizioni di Abrefah, mentre non ci sarà di sicuro Spadari, squalificato perché era in diffida e domenica è stato ammonito in panchina per un’esultanza un po’ smodata (per la cronaca l’espulso del Tamai, Diaw, ha ricevuto 4 turni di stop). Ma la partita da non sbagliare assolutamente sarà quella di domenica al Rocco contro il Fontanafredda: in caso di vittoria, si potrebbe davvero distanziare la formazione rossonera e mettersi quasi al riparo dalle paure di una retrocessione diretta. La maggior parte degli scontri diretti che da qui alla fine attendono la Triestina sarà invece in trasferta: il 2 marzo a Montebelluna, poi il 3 aprile in casa del Giorgione, quindi il 17 aprile a Dro. Al Rocco si ritornerà agli scontri diretti il 24 aprile, per il super derby contro l’Ufm.

Ore 19.40 – (Corriere delle Alpi) Matematica e calcio non vanno per forza d’accordo. Ma a volte i numeri servono per dare delle indicazioni, per cui si possono sempre sfruttare. E ci dicono che questo è il miglior avvio di girone di ritorno della gestione Vecchiato. Un motivo in più per sorridere, in vista dello scontro diretto di domenica ad Este. Media punti. Nella seconda parte di campionato, i gialloblù stanno viaggiando col vento in poppa. Quattro vittorie, un paio di pareggi e di sconfitte neppure l’ombra. Fanno 2.33 punti di media a partita. Per dire, lo scorso anno, con lo stesso numero di partite giocate, la media punti era di 1.17, vista la sola vittoria contro il Fontanafredda. Con questi numeri ecco che i gialloblù hanno il pieno diritto di sperare ancora nel terzo posto, anche se è vero che l’Este sta viaggiando, anch’essa, su ritmi vertiginosi. Giallorossi lanciatissimi. D’altronde i numeri, guarda caso, parlano chiaro riguardo all’avversario che Corbanese e compagni saranno chiamati ad affrontare. Una sola sconfitta sul groppone in tutta la stagione, proprio all’andata al Polisportivo, e miglior difesa del campionato. In casa poi i padovani sono un rullo compressore. Lo score recita 10 vittorie e appena un paio di pareggi, oltre a una retroguardia che ha preso appena sei reti. In più la squadra di Pagan vince da cinque partite di fila. Dati che fanno paura, non fosse altro che pure il Belluno ne ha altri importanti da mettere sulla bilancia. Stiamo pur sempre parlando di una partita d’altissima classifica. Situazioni infortuni. Oltre all’Este, il tecnico Vecchiato ha anche da pensare alle notizie che arrivano dall’infermeria. La situazione più spinosa, ma anche paradossalmente più chiara, è quella di Stefano Mosca. L’esterno agordino, reduce dall’operazione di venerdì al menisco, è out e di sicuro per tutto il mese non sarà disponibile per le partite ufficiali. Nel frattempo c’è sempre il duro ma fondamentale periodo di riabilitazione. Da valutare invece le condizioni di Paolo Pellicanò, che ne sarebbe il naturale sostituto sulla fascia sinistra. Sabato il difensore era in panchina ma più per onor di firma che non per realistiche possibilità di scendere in campo. Al momento è difficile pensare che alla fine sarà tra i titolari domenica, anche per evitare inutili forzature. A questo punto, più facile immaginare che il numero tre sarà portato ancora da Mike Miniati, sempre più jolly tutto fare di mister Vecchiato. Fuori pure il centrocampista cadorino della juniores Cristian Doriguzzi. La rottura del malleolo costringe il giovane, sempre aggregato alla prima squadra, a stare ingessato fino a fine febbraio. Dopo di che ci vorrà un mesetto, prima di ricominciare gli allenamenti alla Goal Arena. Domani si gioca. Intanto domani il girone C torna in campo. Belluno e Union stanno però alla finestra: il derby in calendario è stato infatti spostato al 12 marzo.

Ore 19.10 – (La Provincia Pavese) I tifosi azzurri lo ricordano come il centravanti del Pavia di Marco Torresani. Con 75 reti all’attivo nei campionati di C1, C2 e serie D disputati con la maglia azzurra è il bomber di tutti i tempi. Ed è tornato “a casa”, nel Pavia, lo scorso anno per guidare la Berretti. Dopo aver concluso la carriera da calciatore a San Genesio ne è stato poi l’allenatore in Promozione e poi con la fusione dell’Accademia Pavese San Genesio con cui ha conquistato la promozione nel campionato di Eccellenza. Un anno e mezzo fa la chiamata del Pavia a cui non ha potuto dire di no. Dopo il primo campionato sulla panchina della Berretti in questa stagione gli sono stati affidati gli Allievi Nazionali con cui è al primo posto nel girone A. «E’ un gruppo che sta facendo benissimo – spiega l’ex bomber ora mister -. Siamo tutti contenti. Io, come allenatore, e in particolare la società. L’obiettivo è sicuramente arrivare alle finali nazionali di categoria, ma la ciliegina sulla torta a questo punto può essere il primo posto finale». Un obiettivo importantissimo, in qualche modo storico. Il suo compito è di preparare questo gruppo al salto nella Berretti, in particolare per i 1999, mentre i 2000 rimarranno ancora Allievi nel prossimo campionato. Da bomber di razza che la serie C l’ha giocata da protagonista, in queste ore dove si discute di come gestire l’abbondanza nell’attacco del Pavia, con l’arrivo di Nando Sforzini a fianco di Cesarini e Ferretti, cosa ne pensa? «Se hai giocatori buoni non c’è mai abbondanza – risponde convinto Omar Nordi –. Mi ricordo la mia esperienza diretta al Pavia nella stagione 2002-2003 in cui vincemmo con un allenatore come Torresani il campionato di serie C2. Davanti c’eravamo io, Rossini, La Cagnina e Inacio. Per il mister era sempre un bello scegliere tra attaccanti tutti validi». Secondo l’attuale allenatore degli Allievi del Pavia è possibile schierare il tridente Cesarini-Ferretti-Sforzini insieme? «E’ mister Brini che li vede tutti i giorni in allenamento e li conosce meglio di tutti. Sarà lui quindi a deciderlo. Può darsi che in alcune partite scelga anche di farlo». Ma ora che lei non è più un giocatore ma un allenare come si può gestire la concorrenza di più giocatori nello stesso reparto e motivarli? «Prima di tutto dipende dall’intelligenza dei giocatori, poi nel caso del Pavia c’è un tecnico navigato come Brini che sicuramente saprà farlo. L’obiettivo deve essere solo uno: quello di arrivare fino in fondo centrando l’obiettivo prefissato, la serie B o i play off per arrivarci. Alla fine conta di più giocare 8 partite invece di 13, ma in quelle essere più utile alla squadra essendo decisivo. Fare magari tre reti in meno se il risultato finale della stagione è poi quello di andare in serie B. Un calciatore vuole sempre essere titolare e giocare, lo pensavo anch’io quando lo ero, ma a volte bisogna capire che viene prima l’interesse della squadra».

Ore 18.40 – (Gazzetta di Reggio) Dopo il pareggio di Gorgonzola contro la Giana Erminio la Reggiana riprende ad allenarsi questo pomeriggio in via Agosti alle ore 14.30. Per il tecnico Alberto Colombo c’è da preparare il sentitissimo derby del Po col Mantova, una gara che all’andata in terra lombarda vide prevalere Bruccini e compagni per 2-0 grazie alla rete in apertura di Rachid Arma ed al raddoppio nei minuti finali di Luca Giannone su calcio di punizione. Fu la prima partita che i granata affrontarono col nuovo assetto 3-5-1-1 ma verrà ricordata soprattutto per gli episodi di violenza prima del match, all’esterno dello stadio, che costarono il Daspo a ben 21 tifosi reggiani, motivo per cui la gara in programma sabato alle ore 17.30 al Città del Tricolore sarà particolarmente attenzionata da Gos e forze dell’ordine. Per quanto riguarda strettamente le vicende di casa granata il problema è nel reparto arretrato: il centrale Alessandro Spanò, forse ingiustamente espulso a Gorgonzola per un fallo da ultimo uomo (dato che ultimo non era), sconterà la prima giornata di squalifica in carriera proprio contro i mantovani ma il suo naturale sostituto, Riccardo De Biasi, sarà fuori fino alla fine di marzo dopo l’intervento con fattore di crescita ai legamenti del ginocchio sinistro. Se a queste due perdite importanti aggiungiamo che anche Andrea Parola è fermo da alcuni giorni per un problema al polpaccio sinistro (tuttora un’incognita) c’è da sperare che almeno Minel Sabotic, dopo il forfait in extremis di domenica per un attacco intestinale, sia in grado di tornare a giocare altrimenti saranno guai seri dato che resterebbero a disposizione solo Paolo Frascatore e Michele Pazienza, entrambi adattati ad un ruolo non loro, anche se si stanno comportando molto bene, ai quali va aggiunto il giovane ultimo arrivato Gianluca Zucchini, centrale difensivo di ruolo ma alle prime esperienze col calcio di Lega Pro. Sul centrocampo e nel reparto avanzato, al momento, non ci sono defezioni ed anzi l’ultima di campionato ha detto che sia Mirko Bruccini che Angelo Raffaele Nolè hanno recuperato bene dai rispettivi infortuni.

Ore 18.20 – (Gazzetta di Reggio) «Non sono certo sorpreso perché conoscevo le caratteristiche di Letizia. Non è grosso fisicamente ma è un giocatore che quando entra in campo può spezzare gli equilibri della partita grazie alle sue caratteristiche tecniche e caratteriali». Il giorno dopo il pareggio di Gorgonzola contro la Giana Erminio il dg Raffaele Ferrara gongola per la buona prestazione del giocatore che ha portato in maglia granata. La Reggiana cercava una prima punta, ma è arrivato un fantasista, che può giocare da esterno e seconda punta: una scelta di mercato accolta con un po’ di scetticismo da tifosi e addetti ai lavori. A Gorgonzola l’ingresso del napoletano ha però coinciso con il cambio di marcia della squadra, che nella ripresa ha raggiunto il pareggio e sfiorato la vittoria. Direttore, Letizia sembra essersi inserito subito bene… «Sapevamo che è un giocatore sorridente, sempre positivo e che non avrebbe avuto difficoltà a trovare il giusto affiatamento con i compagni. Se compri qualcuno nel mercato di gennaio non c’è molto tempo per inserirlo e dunque deve subito entrare in sintonia con gli altri. Sapevamo che Letizia ha ottime qualità e forza fisica». Ora però ci si chiede quale sia l’assetto di gioco migliore per valorizzarlo. Il 4-3-3? «Penso che Letizia sia un giocatore che può giocare in diversi ruoli. Ad esempio esterno d’attacco, anche se non è un attaccante che insegue il terzino ma piuttosto si fa inseguire dal terzino. Può giocare anche seconda punta al fianco di Arma perché è imprevedibile, fa tutto ai 100 all’ora. E’ un giocatore offensivo e se lo fai rientrare troppo perdi poi la sua lucidità nell’uno contro uno, che è una delle sue migliori caratteristiche come abbiamo visto a Gorgonzola». Letizia è arrivato a Reggio con delle buone “recensioni” da parte dei tifosi del Matera. C’era però scetticismo sull’utilità di un giocatore con le sue caratteristiche. Inoltre era stata annunciata una prima punta… «Nel calcio è giusto che tutti dicano la loro, soprattutto i tifosi che pagano il biglietto e vengono allo stadio. Io credo che ci siamo mossi bene sul mercato di gennaio. Ci serviva un esterno e abbiamo preso Mignanelli. Volevamo un centrocampista, ed è arrivato Pazienza, che ha dimostrato anche a Gorgonzola di essere un professionista affidabile. Cercavamo una punta con caratteristiche diverse da quella che abbiamo già ed è arrivato Letizia. Poi, come sempre, sarà il campo a dare i verdetti e dire chi aveva ragione. Ma ribadisco che è giusto che oguno abbia la sua idea». Il presidente chiede una Reggiana più offensiva… «Sono d’accordo. La Reggiana se la gioca con tutte e non ha niente di meno delle altre».

Ore 17.50 – (Gazzetta di Mantova) Con il ko nel derby con la Cremonese il Mantova ha raggiunto quota 11 partite senza vittoria. L’ultimo successo dei biancorossi risale al 7 novembre (1-0 a Bassano, rete di Gonzi) e da allora la squadra di Javorcic ha collezionato 7 pari e 4 sconfitte. Occorre tornare alla stagione di serie C1 ’90-91, conclusa all’ultimo posto con tre sole vittorie all’attivo, per scovare una serie ancor più negativa: l’Acm restò a secco di trionfi per 14 gare consecutive, equamente divise tra pareggi e insuccessi. In quei 4 mesi esatti la squadra vide il tecnico Carpanesi avvicendare Pelagalli senza un reale beneficio, ma ritrovò il sorriso in un recupero casalingo con il Baracca Lugo (1-0, rete di Manetti, un futuro in serie A con il Verona), in quella che restò l’unica affermazione stagionale al Martelli. Anche nel ’76-77, in seguito all’inattesa cessione del bomber Jacovone al mercato di ottobre, la squadra virgiliana capolista in serie C subì un contraccolpo lungo 14 turni e dovette dare l’addio ai sogni di gloria, rischiando addirittura la D. E chi l’avrebbe mai detto che l’Acm del proprio miglior piazzamento in serie A, quel nono posto finale del ’66-67 condito dal clamoroso trionfo sull’Inter all’ultima giornata (e scudetto perso dai nerazzurri in favore della Juve), all’andata ebbe un passaggio a vuoto di ben 13 giornate, con due soli ko, però. A 12 gare si è fermata la striscia negativa in B nel ’69-70 (11 pari e una sola sconfitta ma l’Acm fallì per un solo punto il ritorno immediato in A) e a 11 (ma con soli 4 punti racimolati) quella dell’86-87 in C1, stagione dei rimpianti vissuta sotto la guida di Veneri e Angelillo e conclusasi con la retrocessione. Fa riflettere anche il parziale di due sole reti realizzate dalla squadra di Javorcic nelle ultime 8 giornate. Quando è accaduto – a parte nel ’98-99 in C2 – è garanzia di retrocessione: così nei già citati tornei ’90-91 e ’86-87 ma anche nell’81-82 in C1, ’72-73 in B (Enzo Tonghini segnò a Taranto dopo 381 minuti di astinenza) e ’67-68 in serie A, quando un’Acm dalle polveri incredibilmente bagnate fece centro dopo 11 gare e un totale di 1058 minuti. Come? Con un’autorete, che valse il colpaccio a Brescia.

Ore 17.30 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova riprende gli allenamenti a porte chiuse al Martelli – forse per timore di contestazioni – e mister Javorcic avvia le prove di un cambio di modulo tattico, che potrebbe portare i biancorossi dal consueto 4-3-1-2 a un 4-4-2 molto offensivo, una sorta di 4-2-4 come quello visto nell’ultimo scorcio del derby con la Cremonese. Avremmo voluto chiedere qualcosa in merito all’allenatore ma non è stato possibile (leggi altro articolo in pagina), così è il vice Gabriele Graziani a metterci la faccia: «Ci potrebbero anche essere soluzioni tattiche alternative – risponde Ciccio, sollecitato in merito -, sarà il mister a valutare l’opportunità di cambiare qualche uomo o anche modulo tattico». Dal canto suo, Graziani esprime rammarico per la situazione venutasi a creare in casa biancorossa: «Perdere il derby con la Cremonese ci ha fatto male – spiega -. Dispiace per i tifosi, che ancora una volta hanno dimostrato grande attaccamento; per la società, che si sta prendendo un carico di insulti pur avendo investito tanto e che, se ha commesso errori, li ha fatti a fin di bene. E dispiace anche per i giocatori, perché credetemi che ci mettono il cuore, impegnandosi allo spasimo negli allenamenti così come in partita. Purtroppo la situazione è questa, bisogna prenderne atto, rialzare la testa e pedalare forte per uscire dalle sabbie mobili». Graziani resta ottimista in ottica futura: «L’unica nota positiva è che, pur arrivando da due sconfitte di fila, non abbiamo perso terreno dalla zona salvezza. Cinque punti da recuperare in tredici partite non sono tantissimi e per farcela saranno cruciali soprattutto gli scontri diretti, che non dovremo sbagliare». Intanto, alle porte c’è un altro derby: «Dobbiamo affrontarlo come una finale di Champions – dice Ciccio -, incanalando tutta la rabbia accumulata proprio verso la partita con la Reggiana. Sperando anche di recuperare qualche infortunato». A tal proposito, l’ecografia ha escluso per Masiello lesioni muscolari: il terzino ha una contrattura, difficilmente potrà essere a disposizione per Reggio Emilia ma dovrebbe sicuramente rientrare nel successivo match con il Cuneo. Tripoli, dal canto suo, sta proseguendo nel programma di recupero e potrebbe essere convocato sabato, anche se magari non al top della condizione. Ieri è rimasto fermo anche Ruopolo, sempre alle prese con i problemi al ginocchio. Sta bene invece Caridi, che aveva accusato un fastidio al ginocchio nel derby. Questa mattina (ore 11) il Mantova tornerà ad allenarsi al “Dante Micheli” e la preparazione in vista del derby continuerà fino a venerdì con altre quotidiane sedute mattutine.

Ore 17.00 –  (Gazzettino, edizione di Pordenone) La gara più difficile può rivelarsi quella che ritenuta più facile. Tipicamente, contro l’ultima in classifica. La Pro Patria tale è. Il 2-2 ottenuto con l’Albinoleffe consegna per sabato un fanalino di coda arrabbiato. Oltre ai propri errori, in casa Pro Patria si recrimina per il rigore concesso ai bergamaschi, per un fallo che sarebbe stato commesso fuori area. Oltre che per tre gol non convalidati, rispettivamente a Pià, Degeri e Zaro. Alberto Santana, invece, ha confezionato una segnatura di tacco al volo, che sta spopolando sul web. Che gli ultimi in classifica non attirino le “simpatie” arbitrali non è una novità, ad ogni categoria. A Busto Arsizio stanno subendo, ma rivendicano che «la squadra gioca a calcio e sono fiducioso», secondo le parole di mister Alessio Pala. «Adesso abbiamo interpreti che danno una mano – avvisa il tecnico -, mentre fino a due mesi fa avevamo difensori a centrocampo, quindi lo sviluppo del gioco era più tignoso nella riconquista e nel contrasto, ma c’era meno qualità nella gestione e nel movimento senza palla, nell’attaccare gli spazi. Abbiamo dato una lezione di calcio all’Albinoleffe». CUORI NEROVERDI – In occasione della partita in programma alla vigilia di San Valentino, le coppie di innamorati beneficeranno di una promozione nei settori tribuna laterale e gradinata locali. Il primo biglietto sarà a prezzo intero, il secondo a 1 euro. Alle coppie aderenti all’iniziativa sarà riservato uno sconto allo stand del merchandising. I biglietti scontati si possono acquistare in prevendita, al centro sportivo De Marchi da martedì a venerdì, dalle 15 alle 19. Oppure sabato, dalle 11 in biglietteria. La promozione è rivolta anche agli abbonati, che potranno acquistare il secondo biglietto scontato per il/la partner. Le coppie potranno anche farsi fotografare e partecipare a un contest sui canali social del Pordenone: quelle che raccoglieranno più “like” saranno premiate con una maglietta personalizzata.

Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Vanno bene gli eurogol di Cattaneo, la precisione balistica da fermo di Pederzoli, gli exploit di Strizzolo e la continuità in trasferta di Filippini, ma le grandi squadre si costruiscono principalmente su grandi difese. Il Pordenone non perde dal 19 dicembre dello scorso anno (0-2 con il Pavia) e non prende gol dalle 19.02 (92′) del 9 gennaio scorso (2-1 a Gorgonzola col Giana). Tutti sommati sono 360′ minuti di imbattibilità. Pordenone, Napoli e Juve, inoltre, sono le uniche tre squadre professionistiche ad aver sempre vinto nel 2016. BUNKER NEROVERDE – Tedino ha costruito il suo muro sulle spalle di capitan Stefani (l’usato sicuro di del De Marchi), Boniotti (“el bocia”), De Agostini prima e Martin poi. In mezzo alla retroguardia dicevamo tutti che mancava un partner per il capitano. Non conoscevamo ancora l’affidabilità di Andrea Ingegneri, ai box per tutto il girone di andata. Forse nemmeno gli operatori-consulenti di mercato che hanno vanamente inseguito a lungo gli incontentabili Gavazzi e Abbate.
Ingegneri ha cominciato in sordina, facendo cose semplici, in maniera scolastica. Poi è cresciuto in fretta, esibendo grande senso della posizione, intelligenza tattica, determinazione e – ritrovata fiducia e autostima – si sta proponendo pure in attacco (due suoi colpi di testa a Meda avrebbero meritato maggior fortuna). E POI C’È MATTEO – L’affidabilità di Matteo Tomei invece era nota a tutti. O quasi. Sia fra i pali che in uscita. «Matteo – ha aggiunto mister Bruno Tedino – per noi è fondamentale perché sa usare anche i piedi e partecipa alla fase di disimpegno». Determinante a Meda in almeno un paio di occasioni che hanno portato punti come i gol di Pederzoli e Filippini. «Per me – sorride Tomei -, che sono pordenonese (l’unico, ndr), è un orgoglio vedere e sentire che ormai tutta Italia sta parlando di noi. L’imbattibilità? È un vanto – afferma – da dividere con tutta la squadra, non solo con la difesa. Paga il lavoro di tutto il gruppo sia durante le partite che durante la settimana». Il secondo posto fa volare la fantasia del popolo neroverde: «Io – risponde Matteo – preferisco volare basso. Mancano 3 punti alla quota salvezza (40, ndr). Cerchiamo di guadagnarceli sabato con la Pro Patria (ultima, ndr) in un match in cui abbiamo tutto da perdere. Poi – strizza l’occhio – potremo cominciare a pensare un poco più in grande assieme ai nostri tifosi».

Ore 16.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Quella contro la Virtus Lanciano sembrava la classica partita in cui c’erano tutti i presupposti per una vittoria. Chi conosce bene la serie B, sa però che non ci sono partite dal risultato scontato, e che se non si scende in campo con grinta e determinazione massima si rischia di perdere con chiunque. Il Vicenza ha molto probabilmente commesso questo grave errore di presunzione, tanto da disputare una gara in cui non c’è niente da salvare, e che al termine ha decretato una sconfitta senza attenuanti. La Virtus Lanciano ha confermato che in serie B chi lotta e corre più dell’avversario ha molte probabilità di prendersi i tre punti in palio e Pasquale Marino ha ribadito il concetto. «Non siamo scesi in campo se non per i primi dieci minuti – spiega il tecnico del Vicenza – una prestazione inspiegabile per una squadra che era ben al corrente del pericolo e che pareva aver capito la situazione. Invece siamo ancora una volta qui a dire le stesse cose, a ripartire da errori che avevamo già commesso e che si sperava fossero stati presi da lezione per non ripeterli in futuro. Evidentemente quando eravamo quint’ultimi non abbiamo compreso il pericolo, siamo ricaduti nei passi falsi di novembre e dicembre. Nel calcio non si deve pensare di essere diventati bravi, conta soltanto il campo e sabato ci ha bocciati senza appello». Un Marino deluso e amareggiato perché alla vigilia non aveva colto un calo di concentrazione della squadra e quindi non si aspettava una prestazione davvero negativa. La reazione della società, che ha ribadito come Marino non sia assolutamente in discussione, è stata quella di ordinare la partenza anticipata in vista della difficile trasferta in programma venerdì sera a Pescara; la squadra partirà domani pomeriggio e nelle intenzioni della dirigenza berica il gruppo avrà modo di confrontasi e di meditare su quanto accaduto contro la Virtus Lanciano. Ma oltre alle indubbie responsabilità di una squadra che ha fallito l’approccio mentale alla partita, c’è da sottolineare che l’undici messo in campo da Marino presentava un centrocampo tutto nuovo, che ha evidenziato come soprattutto Bellomo e Signori sembrassero a volte spaesati e non ancora ben inseriti nel gioco che chiede di sviluppare il tecnico del Vicenza. Se a questo si va ad aggiungere una delle giornate più negative di Filip Raicevic, incapace di sfruttare le occasioni capitate nei suoi piedi e l’abulia sia di Vita e di Giacomelli sulle corsie esterne, i comprende come per il Lanciano non sia stato nemmeno tanto difficile tornare a casa con tre punti in tasca. Uno stop molto pesante per il Vicenza anche dal punto di vista mentale, perché adesso il calendario presenta tre gare molto difficili, con trasferte a Pescara e Crotone, rispettivamente terza e seconda forza del campionato, intervallate dalla sfida al Menti contro l’Avellino. Il campanello d’allarme in casa biancorossa è suonato di nuovo, la speranza condivisa da tifosi e dirigenza è che questa volta i giocatori lo sentano ed avvertano il pericolo. La serie B, si sa, non aspetta proprio nessuno.

Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Con la battuta «forse i tifosi non hanno letto i giornali e non sapevano che si giocava regolarmente a porte aperte» ha messo il dito nella piaga. Due giorni fa il presidente Joe Tacopina ha bacchettato, ad un mese dal primo «richiamo» dopo la gara dell’Epifania con il Dro, il deludente seguito di pubblico a Sant’Elena. Una domenica particolare quella appena trascorsa tra pioggia e Carnevale, ma sugli spalti del Penzo al 2-0 sul Montebelluna avranno assistito circa la metà dei 1.140 spettatori comunicati a fine gara (354 paganti più 786 abbonati). «Nei mesi scorsi i segnali positivi c’erano stati e già sapevamo che il percorso di fidelizzazione sarebbe stato lungo – analizza il dg Dante Scibilia -. Le delusioni degli ultimi anni hanno lasciato un segno profondo scoraggiando tanta gente, la scomodità dello stadio non aiuta, ma lo stesso siamo perplessi visto che la squadra in un campionato avvicente sta inseguendo la Lega Pro». Il boom del match col Mestre ha fatto eccezione: tuttavia anche non contando il derby la media stagionale (pur scendendo da 1.571 a 1.388) è più alta di tutti e tre i recenti campionati tra i pro (1.122 lo scorso anno, 1.162 e 1.219 nei due precedenti) e anche dell’ultima vittoriosa serie D (1.224 nel 2011/12). Contro il Mestre nella nebbiosa notturna di mercoledì 11 novembre il Penzo aveva accolto 3.761 appassionati, compresi 230 ospiti in curva nord e 400 bambini in curva sud. «Significa che comunque si erano mossi tremila arancioneroverdi – constata Scibilia – che noi vorremmo coinvolgere non solo una volta all’anno o quando saremo in serie A. Chiaramente è una questione culturale, chi ama questi colori dovrebbe avere il desiderio di dare un contributo, con la sua presenza allo stadio, alla causa di un Venezia Fc che sta cercando in molti modi di dare credibilità al proprio lavoro. Non ci scoraggiamo, sappiamo che ci vuole pazienza e insisteremo a suon di iniziative. A giorni, ad esempio, presenteremo la nuova edizione del «Progetto Scuola» negli istituti del territorio». Battendo il Montebelluna il Venezia è subito tornato a -3 dalla capolista Campodarsego e domani nel turno infrasettimanale farà visita alla Liventina (ore 17) senza lo squalificato Acquadro a centrocampo. Domenica al Penzo (ore 14.30) arriverà l’Abano.

Ore 15.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Una buona risposta. Ma adesso non ci dobbiamo fermare». Mister Giancarlo Favarin è soddisfatto della vittoria del Venezia sul Montebelluna (2-0 finale, con gol di Innocenti e Serafini). La partita lui l’ha guardata dalle tribune, perché squalificato. E anche domani, nel turno infrasettimanale con la Liventina, dovrà affidare i suoi al vice Giovanni Langella. Ma la sostanza non cambia: «Avevamo chiesto una reazione ed è arrivata», ricorda pensando al faccia a faccia avuto negli spogliatoi la settimana scorsa, dopo il pareggio con la Luparense. E a metterci il carico ci aveva pensato anche il presidente Joe Tacopina, che alla vigilia del match al Penzo aveva incontrato i giocatori, puntando su una reazione di carattere. La risposta c’è stata e i tre punti hanno riportato il Venezia a un margine accettabile rispetto al Campodarsego, che sabato aveva avuto vita facile con la Sacilese: la squadra di mister Andreucci è a quota 60, con tre lunghezze di vantaggio sugli arancioneroverdi. Dietro, però, ora incalza anche l’Este (vittoria 3-0 sul Fontanafredda) a -5 dal Venezia. La squadra ieri era già al lavoro per preparare la sfida di domani a Motta di Livenza (ore 17). Il turn-over è sicuro, ma già domenica la scelta di Favarin di non convocare Soligo e Maccan aveva mandato un chiaro messaggio allo spogliatoio: tutti sono utili, nessuno è indispensabile. In campo il tecnico arancioneroverde ha poi preferito schierare Lattanzio come prima punta, escludendo Carbonaro. Mentre in mediana, al posto di Soligo, è tornato titolare Calzi. E domani si cambierà ancora. «I cambiamenti ci saranno – avverte – anche in virtù dell’impegno ravvicinato. E’ importante tenere tutti sulla corda. Tutti i giocatori devono sentirsi motivati. Ho dato spazio a Calzi, ma mercoledì – prosegue Favarin – potrebbe esserci Marcolini, che ha bisogno di giocare». Il centrocampista, voluto proprio dal tecnico arancioneroverde, sta rientrando a pieno regime, tanto che già domenica scorsa ha assaggiato uno spezzone di partita. E mancando Acquadro (squalificato) cambierà qualcosa anche nelle rotazioni Under. Della partita di domenica mister Favarin guarda soprattutto agli aspetti positivi: «Abbiamo disputato un buonissimo primo tempo, indirizzando subito la partita. Nella ripresa abbiamo gestito, forse abbassando un po’ troppo i ritmi. Ma abbiamo sempre avuto noi in mano il match». Adesso bisogna guardare avanti, anche oltre la Liventina, perché a fine mese al Penzo arriva il Campodarsego: «Le partite sono tante, ma alla fine sono anche poche per chi deve recuperare. Dobbiamo andare avanti così, cercando di fare più punti possibile fino allo scontro diretto. Lasciamoci alle spalle la sconfitta di Verona, è stato un episodio che ci ha riportato con i piedi per terra. Ma archiviamo anche la Luparense, che è stata proprio una partita sbagliata. Ci può stare, è fisiologico, l’importante però è reagire». Oggi il presidente Joe Tacopina ripartirà per gli Usa ma tornerà tra due settimane, in tempo per il «big match» del 28 febbraio.

Ore 15.00 – (La Nuova Venezia) Venezia subito in campo, la pratica-Montebelluna già messa in archivio e obiettivo già puntato sulla Liventina, avversario domani (ore 17) degli arancioneroverdi. Prevedibile il turn over da parte di Favarin, che sconterà la seconda giornata di squalifica, a cominciare dall’inserimento dal primo minuto di Marcolini a centrocampo, dove mancherà anche Alberto Acquadro, squalificato per un turno dal giudice sportivo per aver raggiunto le cinque ammonizioni. Nella Liventina mancherà per lo stesso motivo Alex Soncin. Terzo cartellino giallo per Serafini, solo il primo per Luciani, in mezzo al campo facile che trovi spazio Callegaro al posto di Acquadro. Ieri allenamento defatigante per chi ha giocato contro il Montebelluna, allenamento più sostenuto per gli altri. E domani proseguirà il duello a distanza con il Campodarsego, impegnato al Gabbiano contro il Monfalcone di Zubin e Godeas. «Il Venezia deve rimanere concentrato sulle sue partite» ha spiegato ieri Francesco Cernuto, «quindi al Campodarsego penseremo tra tre settimane. Noi siamo indietro in classifica e non possiamo più permetterci passi falsi, l’obiettivo è centrare altre tre vittorie prima del confronto al Penzo. Se riusciamo ad avvicinare la capolista prima dello scontro diretto meglio, altrimenti proveremo a batterla quel giorno, intanto però c’è da scavalcare l’ostacolo Liventina e non sarà una partita semplice». Come invece è stata quella con il Montebelluna. «Avevamo un solo risultato a disposizione, ma lo avremmo avuto anche se il Campodarsego non avesse vinto a Sacile. Non credo che ci fosse una pressione ulteriore, dovevamo rialzare la testa dopo Verona e San Martino di Lupari. Potevamo chiuderla prima, le occasioni le abbiamo avute, però è stato fondamentale andare al riposo con il doppio vantaggio, e dietro non abbiamo concesso niente a due buoni attaccanti come Zecchinato e Fantinato». Liventina squadra imprevedibile (18 punti in casa, 14 in trasferta), che segna da cinque partite consecutive, ed è reduce dal prezioso pareggio (1-1) di Dro. La sconfitta di Este costa la panchina a Maurizio De Pieri, tecnico del Fontanafredda, sostituito da Luca Bobo Sonego, promosso dalla squadra Juniores. Oggi il presidente Tacopina rientra a New York dando appuntamento a fine mese per la sfida con il Campodarsego.

Ore 14.30 – (Gazzettino) Mano pesante del giudice nei confronti della Luparense San Paolo. Due giornate di squalifica al tecnico Enrico Cunico «per proteste nei confronti dell’arbitro accompagnate da gesti plateali e a voce altissima, da espressioni irriguardose» e tre giornate di squalifica al difensore Alberto Pignat «espulso per somma di ammonizioni, alla notifica del provvedimento disciplinare si poneva davanti al viso dell’arbitro e gli rivolgeva urlando espressioni gravemente irriguardose. Soltanto grazie all’intervento del suo capitano si riusciva ad allontanarlo dal recinto di gioco», e un turno a Cavallini ammonito e in diffida. Per Cunico si tratta della terza espulsione dopo quelle rimediate con Union Ripa La Fenadora (19 dicembre) e Virtus Vecomp (17 gennaio). «Sinceramente mi aspettavo una giornata, non due – afferma Cunico – L’arbitro ha scritto fantasie dato che quando sono stato espulso ho alzato le braccia, senza però offendere e gridare». Domani nel derby a Monteortone con l’Abano valido per il turno infrasettimanale di campionato andrà in panchina il vice Raffaello Brazzale. Sono stati squalificati anche per una giornata i giocatori Tiozzo e Marcandella dell’Este, e il giocatore Tanasa del Campodarsego che sono stati ammoniti sabato ed erano in diffida.

Ore 13.40 – (Gazzettino) Il vantaggio del Cittadella sulle dirette avversarie per la promozione comincia ad essere rilevante, sette punti sulla coppia Feralpisalò-Pordenone e otto su Alessandria e Bassano, ma da queste parti continuano a predicare umiltà. Nessun trionfalismo bensì profilo basso, da mantenere sino al termine della stagione. Vale per la squadra, per lo staff tecnico e per la società, rappresentata da Andrea Gabrielli. Il presidente granata è ovviamente soddisfatto per i numeri che può orgogliosamente esibire il suo Cittadella, ma è il primo a predicare «calma»: «È innegabile che in questo momento è meglio avere sette punti in più delle altre, o peggio ancora trovarsi dietro a rincorrere, però non dobbiamo farci sviare dalla classifica, con il rischio magari di abbassare inconsciamente la guardia. Il cammino è ancora molto lungo, c’è tempo per cambiare tante cose, anche nelle posizioni di vertice». Di sicuro il Cittadella non può più nascondersi: «È chiaro che vogliamo mantenere il primato sino al termine, deve diventare il nostro mantra. Sette punti sono tanti, mi basterebbe averne uno in più della seconda l’8 maggio, all’ultima giornata…». Secondo lei presidente, quando si delineerà la classifica? «Non saprei, il Cittadella ha inanellato un bel filotto, ma si fa presto a perdere terreno, specie se si mette di traverso la buona sorte, con gli infortuni per esempio. Non credo che il Cittadella sia partito così a razzo e possa salutare tutti gli altri sin da ora, magari potessimo incrementare i sette punti, ma se devo essere sincero e onesto ritengo che la squadra abbia messo da parte un tesoretto importante, da gestire al meglio negli scontri diretti, che saranno tutti delle autentiche finali». Se le avessero detto a Natale che il Cittadella ai primi di febbraio avrebbe avuto un margine così ampio sulla seconda? «Di sicuro un distacco così rilevante non me lo sarei immaginato, ma si è sempre parlato di un Cittadella che in questa fase dovesse accumulare più punti possibili per farsi trovare in una posizione di vantaggio al momento di giocare gli scontri diretti. Stiamo avendo anche infortuni importanti, e se raccogliamo comunque vittorie significa che la rosa è di altissimo livello, assolutamente competitiva. A Piacenza per esempio ho visto una grande dal grande carattere». Presidente, dobbiamo ringraziare il Padova per aver fermato la marcia della Feralpisalò… «Ho tifato per i biancoscudati, non lo nascondo. È stato un ben risultato per i nostri colori, che va ad aggiungersi a quello ugualmente positivo dell’Alessandria, a dimostrazione che questo è un girone molto difficile, dove non puoi dare niente per scontato né tantomeno sottovalutare qualcuno. Come ripete sempre Venturato, ogni punto te lo devi guadagnare sudando, sul campo». Sabato ha ricevuto una targa per la solidarietà espressa a settembre verso gli alluvionati del piacentino: «L’abbiamo fatto anche per quelli della Riviera del Brenta, penso che il calcio possa essere di esempio in situazioni del genere». L’ultimo pensiero per i tifosi: «C’è un gruppo di persone che ci segue sempre, in ogni trasferta, a Piacenza hanno esposto anche uno striscione per me, li voglio abbracciare e dire loro grazie». Oggi la ripresa dell’attività in vista del posticipo di lunedì con il Pavia.

Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Nessuno come questo Citta. Lo dicono i numeri. A spulciare tra le statistiche delle ultime cinque stagioni nei vari gironi della Lega Pro, si scopre che i 7 punti di margine che la banda di Venturato ha saputo frapporre tra sé e il secondo posto, ora occupato nel Girone A dalla coppia FeralpiSalò-Pordenone, sono il massimo vantaggio mai raggiunto dalla squadra in testa alla classifica sulla concorrenza dopo 21 giornate. L’unica altra squadra capace di tenere il passo di capitan Iori e compagni è la Spal (ieri sera ha giocato con il Pontedera), che sta dominando il girone B. Ma, se si considera che proprio il girone A è considerato dalla maggioranza degli esperti come quello più equilibrato e tecnicamente quotato, questi numeri acquistano ancora più valore. ASPETTIAMO MAGGIO. Premessa d’obbligo: essere davanti adesso conta relativamente. E quanto accaduto nella scorsa annata lo chiarisce: nella stagione 2014-2015, quella in cui Prima e Seconda Divisione sono state raccolte in un’unica “Serie C” vecchio stile, dopo 21 giornate al comando del girone A c’era il Pavia, con 40 punti, seguito da Bassano e Alessandria a 38. E non occorre la memoria di Pico della Mirandola per accorgersi di come nessuna delle tre sia stata promossa in B a fine campionato, anche se di mezzo c’è stata la vicenda del Novara penalizzato e poi graziato. Di esempi del genere se ne potrebbero offrire parecchi. Perché per una Virtus Entella e per un Perugia al comando dei rispettivi gruppi con tre punti di distacco sulle seconde dopo 21 turni della stagione 2013-2014, e in testa pure a fine torneo, fioccano in contrapposizione casi di rimonte clamorose, come quella firmata dallo Spezia di Michele Serena nell’annata 2011-2012: alla 21esima i liguri erano terzi, staccati di 6 lunghezze dal Trapani, ma 13 giornate dopo in vetta alla classifica c’erano proprio loro. Il tutto senza star lì a citare le imprese di chi è stato promosso attraverso i playoff, dal Como dello scorso anno, ottavo a questo punto del cammino, al Carpi di Castori, settimo nella stagione 2012-2013. MA 7 SONO TANTI. Soffermandoci sulle ultime cinque stagioni il dato s’impone però agli occhi. Per trovare una squadra che, dopo 21 partite potesse godere di un margine così ampio sulle inseguitrici bisogna tornare all’anno di grazia 2012 e operare tutti i distinguo del caso: nel girone A la Ternana, poi promossa nella categoria cadetta da prima, stava in cima a quota 47, appunto con 7 lunghezze di margine sul Taranto che, però, era stato penalizzato proprio di 7 punti e che, stando ai risultati conseguiti sul campo, si sarebbe ritrovato in testa a pari merito. In tutti gli altri casi il divario era più ridotto. Insomma, i numeri dicono che gli uomini di Venturato stanno costruendo qualcosa di importante. «ADESSO IL DIFFICILE». Vero è che i prossimi turni per Iori e soci, che riprenderanno gli allenamenti questo pomeriggio al Tombolato, sembrano oggettivamente impegnativi. Lo ha ricordato lo stesso d.g. Marchetti su queste colonne: «Dalla gara col Pavia di lunedì sera al derby col Padova della domenica, dopo ci prepariamo ad affrontare sfide difficilissime». Parole a cui si sommano quelle spese recentemente da Venturato nei confronti dello stesso Padova: «Una squadra che si è rafforzata con il mercato di gennaio e che ha le potenzialità per rientrare in corsa nell’alta classifica». Quindi, guai ad abbassare la guardia. Però, intanto, a +7 ci sta il Citta. E gli altri lo possono solo guardare dal basso.

Ore 13.00 – (Corriere del Veneto) La vita a volte è strana. E Paulo Dentello Azzi, lunedì prossimo al Tombolato, affronterà per la prima volta la squadra che lo ha lanciato nel campionato italiano, quel Cittadella che lo portò dalle giovanili dritto alla vetrina della prima squadra. «E il momento più bello fu il gol segnato nel derby con il Padova — ammette l’attaccante brasiliano, ora al Pavia — qualcosa che non dimenticherò mai. Ero giovanissimo, Foscarini mi aveva inserito nel giro della prima squadra e mi diede fiducia. Penso di averla ripagata, mi ha aiutato molto e gli sarò sempre grato. Sinceramente mi aspettavo che a fine stagione il Cittadella mi riscattasse, ma il direttore ha scelto in altro modo e io non ho niente da dire. Sono molto sereno, è andata così, questa è la vita. Mica è finita lì…». E infatti la seconda chance, dopo gli interessamenti di Venezia e Sassuolo mai concretizzati per cavilli burocratici sull’asse Italia-Brasile, pareva essere arrivata l’estate scorsa. Ritiro con il Padova, dichiarazioni di volontà in merito al suo tesseramento e invece Carmine Parlato e qualche dirigente evidentemente non hanno creduto fino in fondo in lui. «Anche in questo caso non posso dire niente di male, anzi – sorride Azzi – sono stato benissimo a Padova, speravo tanto che mi tesserassero ma alla fine non è andata come avrei voluto. È arrivato lo Spezia, tornavo in serie B ma sapevo di avere tanti grandi giocatori davanti. E infatti ho collezionato solo una presenza con il Como e una in Primavera. Quindi a gennaio sono tornato sul mercato, perché volevo andare a giocare. C’era di nuovo il Padova, c’era il Pordenone, poi è arrivato il Pavia e mi ha fatto firmare subito. Non ci ho pensato due volte». E lunedì sera, nel posticipo, per lui ci sarà come detto il confronto diretto con i granata. Granata che stanno volando in vetta al girone A, grazie alla vittoria a Piacenza che fa il paio con la sconfitta della Feralpi a Padova e il sorprendente pareggio dell’Alessandria con il Lumezzane. E ora i punti di vantaggio sulle più immediate inseguitrci sono 7. Sognare si può, anzi si deve.

Ore 12.30 – (Gazzettino) Al riguardo, sabato è in programma la trasferta con il Sudtirol che all’andata aveva inflitto la prima sconfitta ai biancoscudati. «In quella occasione non eravamo proprio scesi in campo. È una sfida da preparare al meglio, il Sudtirol ha una coralità di gioco importante e se lo fai esprimere, ti può creare problemi». Intanto, domenica De Poli non era all’Euganeo dato che ha assistito al derby Pisa-Arezzo. «Volevo rivedere il Pisa, c’è qualche giocatore interessante. Sto già girando in vista dell’anno prossimo». Anche se naturalmente è al corrente della prestazione dei biancoscudati con il Feralpi. «Un ottimo secondo tempo, ma volendo essere pignoli non capisco come mai non iniziamo le partite in maniera aggressiva». Sparacello, fortemente voluto dal diesse, si è sbloccato subito al debutto. «Sono contento per lui, per un attaccante segnare è la cosa migliore. È sceso di categoria, ma è venuto a Padova con grande determinazione». Tra i nuovi, in evidenza anche De Risio. «Ha bisogno di giocare con continuità per raggiungere una condizione ottimale, è un giocatore anche da categoria superiore».

Ore 12.20 – (Gazzettino) Cosa ha portato di nuovo Pillon per fare svoltare la squadra? «Diciamo che ci sono diversi aspetti, ma forse è soprattutto riuscito a trasmettere una mentalità diversa nell’approccio al lavoro, nel senso che i ragazzi seguono i dettami del tecnico e del suo staff mettendoci maggiore determinazione». Lei conosce molto a fondo Pillon essendo stato anche suo compagno di squadra, come lo vede in questa nuova esperienza biancoscudata? «Bene, ha portato la sua esperienza e professionalità, e sa infondere anche tranquillità e serenità al gruppo». Con una marcia simile e un vantaggio rassicurante sulla zona calda della classifica, si può dare magari anche una sbirciatina al terzo posto, distante sei lunghezze, che vale i play off. «Il discorso salvezza non è ancora archiviato non essendoci ancora la matematica certezza. Cerchiamo di navigare per un campionato tranquillo, poi se tutto il nostro lavoro viene suffragato da qualcosa di più, lo accettiamo di buon grado. Ma in carriera ho imparato che se si focalizza un obiettivo si finisce per disperdere molte energie mentali, è molto più semplice dare input di partita in partita senza guardare troppo alla classifica».

Ore 12.10 – (Gazzettino) Da quando la squadra è stata affidata a Bepi Pillon, che ieri ha compiuto sessant’anni, la marcia è da primato. I numeri non mentono mai e se stiliamo una classifica delle ultime otto giornate, il Padova con i suoi sedici punti (quattro vittorie e altrettanti pareggi) è secondo solo a Cittadella e Pordenone che ne hanno fatti diciotto. Le altre big del campionato sono dietro, con i biancoscudati che hanno guadagnato terreno su Bassano (un punto), Feralpi Salò e Reggiana (tre), Alessandria e Sudtirol (quattro), Pavia (cinque) e Cremonese (sei). Insomma, un trend che fa ben sperare in vista dei prossimi appuntamenti. «Speriamo di proseguire così – esordisce Fabrizio De Poli – dato che stiamo crescendo e mi aspetto una continuità nel rendimento. Mi attendevo che il cambio di allenatore avesse inizialmente un impatto perché in simili situazioni s’innesta una reazione psicologica da parte dei giocatori, il fatto poi che gli effetti si stiano vedendo anche nel medio periodo mi rincuora dato che c’è sintonia tra Pillon e lo spogliatoio nel lavoro che stiamo portando avanti. E i risultati sono proprio frutto di quello che fai quotidianamente in settimana».

Ore  – (Gazzettino) Dopo avere goduto ieri di una giornata di riposo, i biancoscudati riprenderanno la preparazione oggi alla Guizza, dove è in programma una doppia sessione d’allenamento (mattino e pomeriggio). Si comincerà a mettere nel mirino la trasferta con il Sudtirol in programma sabato alle 15, ma sarà anche l’occasione per valutare le condizioni di Petkovic che negli ultimi scampoli della partita con il Feralpi Salò ha lamentato un fastidio alla parte alta della gamba dopo un rinvio. Nei prossimi giorni la squadra tornerà a lavorare al ritmo di una seduta giornaliera.

Ore 12.00 – (Gazzettino) «Con il Lumezzane era una partita da vincere e l’abbiamo fatto disputando una buona gara, la sfida con il Feralpi era importante dato che avevamo davanti una compagine più forte di noi sulla carta ed è la prima volta che battiamo una squadra che ci sta davanti in classifica. Al di là dei tre punti, l’importanza di questa vittoria sta proprio nel fatto che ci dà ulteriore consapevolezza nei nostri mezzi». Nell’ultima partita giocata con la Pro Piacenza prima dell’infortunio era stato decisivo con il suo ingresso nel finale fornendo l’assist per il pareggio al fotofinish di Petrilli, e Pillon aveva avuto parole di elogio per lei. «Spero di fargliele ripetere tra qualche settimana, voglio di nuovo essere protagonista. Non è mai facile riuscire a farsi trovare pronti quando hai a disposizione pochi minuti, ma il fatto di cercare sempre di dare il massimo è un segnale importante anche per gli altri compagni che giocano meno».

Ore 11.50 – (Gazzettino) Tutto a posto nell’intervento di pulizia al ginocchio sinistro al quale si è sottoposto all’ospedale Sant’Antonio ieri mattina Marco Cunico, che si era infortunato in allenamento un paio di settimane fa. Al capitano è stato rimosso il frammento del menisco mediale lesionato, e i tempi di recupero sono stimati in circa un mese per potere essere di nuovo a disposizione del tecnico. «Tra una decina di giorni riprenderò la preparazione – spiega Cunico – e di norma ci vogliono quattro settimane per poter essere pronto a giocare. La voglia di tornare non mi manca: stare fuori non è mai bello, anche se si è un pò più tranquilli quando si vede che la squadra vince». Pur essendo indisponibile, da autentico capitano Cunico è rimasto sempre al fianco della squadra sia nella trasferta con il Lumezzane e sia nella sfida all’Euganeo con il Feralpi Salò.

Ore 11.20 – Qui Guizza: assente solo Cunico, in gruppo anche Turea.

Ore 11.00 – Qui Guizza: si torna sul sintetico per il lavoro atletico.

Ore 10.40 – Qui Guizza: spostamento in palestra.

Ore 10.20 – Qui Guizza: Biancoscudati sul sintetico per il primo allenamento settimanale.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) De Risio, però, era arrivato per esempio con un po’ di scetticismo da parte della piazza. Subito smentito dalle prime due gare. «Carlo è un giocatore che ha profilo, per struttura fisica e altre componenti tecniche, forse anche da Serie B. Sono sicuro che ci darà una grossa mano, ma anche noi dovremo aiutarlo a trovare una certa continuità. In passato ha avuto diversi problemi fisici, è arrivato qui a Padova dopo un momento non facile dovuto a qualche infortunio muscolare di troppo, e sinceramente avevo anche io il timore che il passaggio dai campi sintetici ai nostri, per di più un po’ appesantiti, potesse accusarlo. Spero che stia bene e che continui a giocare come sta facendo». Idem per Sbraga e Sparacello: quest’ultimo è un’altra scommessa che ha dato subito i suoi frutti. «Sono molto contento per lui, per il gol: è un calciatore che spero a Padova possa dimostrare di essere ben più importante di quel che qualcuno, nel corso della sua carriera, ha sin qui creduto. È partito con le giovanili di squadre professionistiche, poi si è ritrovato al Trapani e l’anno scorso giocava addirittura in Serie D. Ma io sono sicuro che sia un ragazzo con ampi margini di miglioramento: cercheremo di aiutarlo a crescere».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Sta già pregustando il derby con il Cittadella che arriverà tra due settimane? «Assolutamente… no, anche perché la mia sensazione è che delle prossime due gare che ci aspettano quella più difficile e complicata sia quella di sabato col Sudtirol. Quella di Stroppa è una buonissima squadra, l’ho vista già diverse volte in prima persona, gioca veramente un buon calcio e all’andata ce l’ha dimostrato, eccome». Intanto, però, un piccolo favore ai “cugini” granata l’avete fatto… «Ma il favore ce lo siamo fatti da soli, battere la Feralpi è stato di certo più importante per il Padova che per il Cittadella. Il cammino dei granata, nonostante sia stato lì per tanti anni, non mi interessa proprio, adesso non posso che guardare in casa mia». Crede però che possa essere già decisiva la fuga dei granata? «Sette punti sono davvero tanti, in questo girone. Da un lato è ancora troppo presto per parlare, perché bastano due-tre partite sbagliate per rimettere tutto in discussione. Dall’altro, però, credo che ciò non avverrà, il Cittadella rimanga la squadra meglio strutturata per portare avanti il progetto di vincere questo campionato». Torniamo al Padova. Nelle ultime due gare la piazza ha potuto ammirare la bontà degli ultimi acquisti. Che in realtà pochi conoscevano. È una piccola rivincita per lei? «Io non cerco rivincite, non ne ho bisogno. Sono contento, ma come ci siamo rinforzati noi l’hanno fatto anche le altre formazioni. Per questo la battaglia sarà lunga e serrata».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Domenica pomeriggio era a vedere Pisa-Arezzo, il derby toscano del girone B di Lega Pro. E non ha potuto così godersi la gran prova del Padova contro la FeralpiSalò, l’eurogol di Corti da trenta metri, e pure il primo sigillo di quel Claudio Sparacello che dopo sei mesi di corteggiamento serrato è sbarcato finalmente a Padova bagnando con il gol il suo debutto. Ma la soddisfazione di Fabrizio De Poli è stata comunque grande. «Bravi ragazzi», esordisce il direttore sportivo il giorno dopo il 2-0 sulla Feralpi, «Perché era una partita difficile, contro una squadra che pratica un ottimo calcio, che ha buone qualità e qualche individualità davvero di spicco. Il Padova ha fatto una gara importante, vincere contro chi non aveva mai perso una partita in trasferta è stato un gran segnale». È sbagliato dire che adesso il Padova può ambire a qualcosa più della salvezza? «Di sicuro stiamo migliorando, ma sono convinto che possiamo crescere ancora. Per esempio sotto il profilo della continuità, ma soprattutto di quello dell’applicazione mentale nell’arco di una gara. Dall’inizio del campionato soffriamo di quel “quarto d’ora”, durante una partita, nel quale rischiamo di complicarci le cose. È proprio lì che dobbiamo andare a migliorare».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È scattato il mese del derby. Sarà un febbraio “caldo”, sia per il Padova che per il Cittadella: un mese che culminerà tra due settimane nel derby che li metterà l’uno di fronte all’altro all’Euganeo, dopo che all’andata, al “Tombolato”, erano stati i granata a spuntarla per 3-1. Ieri la Lega Pro ha deciso date e orari della settima giornata di ritorno, e le due squadre ora conoscono quindi il programma dell’intero mese. Questa settimana è in programma la quinta giornata di ritorno: il Padova giocherà contro il Sudtirol al “Druso” di Bolzano sabato alle 15, mentre il Cittadella sarà impegnato in posticipo col Pavia al “Tombolato” lunedì alle 20.30. Dopodichè, come detto, sarà tempo di derby: Padova-Cittadella si giocherà domenica 21 febbraio alle 15. La settimana successiva impegno sfalsato: Padova-Renate sabato 27 alle ore 15, Giana Erminio- Cittadella la domenica alla stessa ora.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È perfettamente riuscito l’intervento al menisco del ginocchio sinistro effettuato ieri mattina a Marco Cunico presso l’ospedale Sant’Antonio. L’équipe del professor Moro ha eseguito la rimozione del frammento di menisco mediale lesionato in occasione dell’infortunio subìto due settimane fa in allenamento: Cunico dovrebbe presumibilmente rientrare a disposizione entro quattro settimane. Doppio allenamento oggi per i biancoscudati, che dopo il giorno di riposo concesso ieri torneranno ad allenarsi questa mattina alle 10 alla Guizza dove poi sosterranno una seconda seduta anche nel pomeriggio, alle 15, dopo aver pranzato tutti insieme. In vista del match di sabato in trasferta con il Sudtirol, da verificare le condizioni di Petkovic, uscito malconcio dopo il match con la Feralpi: le sensazioni delle ultime ore non sono pessimistiche, ma bisognerà osservare la reazione del giocatore oggi sul campo, alla ripresa dell’attività. È intanto già aperta la prevendita dei tagliandi per i tifosi biancoscudati per assistere al match del “Druso” di sabato (ore 15). La società altoatesina ha fissato in 16 euro il costo di ogni tagliando per il settore ospiti (Tribuna Canazza), e ogni supporter munito di Tessera del tifoso potrà acquistare biglietti anche per due amici non tesserati attraverso la promozione “Porta due amici allo stadio”. Questi i punti vendita: a Padova in città via Conselvana Guizza 230, via Facciolati 4, via Buonarroti 89, via Vigonovese 39; a Cittadella via Indipendenza 44 e via Borgo Vicenza 163.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Pillon sa bene di uscire molto rafforzato anche dalla vicenda Bucolo, che rimane separato in casa e difficilmente verrà reintegrato. «Abbiamo un gruppo importante — evidenzia l’allenatore — e chi entra dalla panchina lo fa dando tutto per la squadra. Non c’è gente cupa, seguono tutti le mie indicazioni, la sto sentendo “mia” questa squadra. Dobbiamo restare umili e continuare con la nostra filosofia di gioco. Non voglio porre limiti a niente ma solo pensare a una partita alla volta. Il nostro è un girone molto difficile, dove regna l’equilibrio, andiamo avanti e poi vedremo». E così, mentre Sparacello ricorda i suoi trascorsi «curvaroli» al Barbera e promette altri gol, Corti si gode un gol da annali del calcio e la società gongola. Nel giorno del suo ritorno a Padova, Pillon disse che voleva «prendersi una rivincita dopo aver fallito la prima volta». E ha già dimostrato di essere sulla buona strada per l’obiettivo: il Padova intanto è fuori dalle secche della zona playout e naviga sereno, non resta che aspettare.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Quattro vittorie, quattro pareggi, zero sconfitte. Media di due punti a partita: non abbastanza, però, per agganciare la zona playoff, che resta distante (sei punti), pur non irraggiungibile. Ma la domenica del Padova è stata dolce come il miele. Battuta la Feralpisalò, sono stati sistemati in vetrina i gioielli di famiglia: da Daniele Corti — autore di un gol sensazionale al volo da quaranta metri che entra tra i più belli dell’intero campionato di Lega Pro — a Carlo De Risio, autore di una prestazione scintillante, fino a Claudio Sparacello, che avrà pure segnato a porta vuota ma ha bagnato nel migliore dei modi il debutto con la nuova maglia. E adesso arriva il difficile, perché il calendario, dopo la seconda della classe, propone una trasferta insidiosissima a Bolzano contro il SudTirol e poi il derby all’Euganeo con il Cittadella. «Anche con una media di due punti a partita — riflette Pillon — siamo a 6 punti dalla terza, che sono tanti. Non dobbiamo mollare, altrimenti tutto il lavoro fin qui è stato vano. La squadra è in crescita e se i ragazzi si convincono che con noi le altre squadre per vincere devono soffrire le pene dell’inferno siamo sulla strada giusta. Il Padova si sta confermando contro le grandi squadre, perché anche contro il Bassano e poi l’Alessandria abbiamo giocato bene».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 44, FeralpiSalò e Pordenone 37, Alessandria e Bassano 36, Pavia e Reggiana 33, SudTirol 32, Cremonese e Padova 31, Giana Erminio 26, Cuneo 24, Pro Piacenza 23, Lumezzane 20, Renate 19, Mantova 18, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della ventunesima giornata: Padova-FeralpiSalò 2-0 (Corti (Pd) al 30′ st, Sparacello (Pd) al 47′ st), Alessandria-Lumezzane 1-1 (Iocolano (Al) al 41′ pt, Mantovani (Lu) al 31′ st), Giana Erminio-Reggiana 1-1 (Cogliati (Ge) al 14′ pt, Spanò (Re) al 25′ st), Mantova-Cremonese 0-2 (autorete di Perpetuini (Cr) al 10′ pt, Pacilli (Cr) al 15′ st), Renate-Pordenone 0-2 (Pederzoli (Pn) al 23′ pt, Filippini (Pn) al 39′ st), Bassano-SudTirol 2-0 (Misuraca (Ba) al 37′ pt, Pietribiasi (Ba) al 48′ st), Pro Piacenza-Cittadella 1-2 (Orlando (Pp) al 28′ pt, Jallow (Ci) al 32′ pt, Cappelletti (Ci) al 30′ st), Pavia-Cuneo 2-0 (Ferretti (Pv) al 41′ pt e al 39′ st), Pro Patria-AlbinoLeffe 2-2 (Soncin (Al) al 32′ pt, Santana (Pp) al 44′ pt, Pesenti (Al) al 38′ st, Zaro (Pp) al 40′ st).

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 8 febbraio: giorno di riposo dopo l asplendida vittoria con la FeralpiSalò




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