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Ore 22.30 – (Corriere delle Alpi) L’allenatore del Belluno Roberto Vecchiato applaude i suoi ragazzi e spiega la prestazione meno brillante della sua squadra nel secondo tempo. «Abbiamo fatto bene per 60’ – commenta il tecnico gialloblù – negli ultimi 25’ abbiamo concesso qualcosa di troppo ma ci può stare visto il valore del Mestre. Credo sia la miglior squadra vista al Polisportivo quest’anno. Soffrire contro una rosa del genere penso sia normale che possa succedere. Il gol subito alla fine? Non mi dà alcun fastidio». Tra sette giorni ci sarà la sfida in casa dell’Este, vittorioso ieri sul campo del Fontanafredda, che in classifica precede il Belluno di quattro lunghezze. «Vedremo come arriveremo alla partita – conclude Vecchiato – loro hanno perso una sola volta quest’anno, e proprio contro di noi. Pellicanò? Non so dire se recupererà, secondo me no. Per Mosca penso possa rientrare tra una trentina di giorni, ma anche li dovremo aspettare per capire i reali tempi di recupero. Sono soddisfatto delle prestazioni di Mike Miniati, che ha giocato bene terzino affrontando un giocatore tosto come Stefano Santoni che conosco bene avendoci giocato insieme. Corbanese non ha fatto gol ma ha giocato per la squadra. Quando vai in vantaggio dopo pochi minuti non è semplice giocare per uno come lui. Nella ripresa è stato molto utile, ha tenuto bene palla in avanti».
Ore 22.10 – (Corriere delle Alpi) Vendetta. Dopo il ko dell’andata, il Belluno affonda il Mestre grazie alla doppietta di uno strepitoso Marco Duravia, infila la terza vittoria consecutiva e mantiene l’imbattibilità nel 2016. Il primo gol è arrivato grazie ad una conclusione dalla distanza, dopo aver recuperato la sfera a Tedesco, nel secondo il trequartista gialloblù prima si è conquistato una punizione e da fuori area e dopo l’ha insaccata con una traiettoria a scavalcare la barriera. Nel secondo tempo i padroni di casa sono calati soffrendo il Mestre che ha colpito un palo con Villanova, e in pieno recupero ha accorciato con Casarotto. Ma alla fine la vittoria è meritata. Con questo successo continua la marcia del Belluno che nel girone di ritorno ha raccolto quattro vittorie e due pareggi, ruolino di marcia niente male. Nelle scorse settimane mister Vecchiato aveva chiesto ai suoi ragazzi di essere più cinici, e sembra essere stato accontentato. Corbanese e compagni contro il Mestre hanno finalizzato due volte in due occasioni create. Tra una settimana il Belluno dovrà affrontare la temibile trasferta in casa dell’Este, mentre mercoledì la serie D scenderà in campo per il turno infrasettimanale, ma il Belluno riposerà per aver rinviato il derby al 12 marzo contro il Ripa Fenadora. In avvio c’è ancora Davide Solagna tra i pali; la difesa perde un pezzo importante come Stefano Mosca, operato al menisco in settimana e già operato, al suo posto c’è Mike Miniati, mentre sulla fascia opposta c’è Giovanni Pescosta. Al centro del reparto arretrato non recupera Paolo Pellicanò e la coppia è formata da Sebastiano Sommacal e Nicola Calcagnotto. A centrocampo Simone Bertagno va in cabina di regia supportato Simone Quarzago e Yari Masoch. Davanti bomber Corbanese guida l’attacco insieme a Marco Farinazzo, alle loro spalle c’è Marco Duravia. Il match inizia con un minuto di silenzio per ricordare Silvio Casarin, storico autista delle giovanili del Belluno, scomparso a 93 anni. Gli equilibri si spostano dopo solo tre minuti con Marco Duravia che pressa Tedesco fino a rubargli il pallone, il trequartista gialloblù si invola verso la porta e dal limite dell’area fa partire un missile a mezza altezza sul secondo palo dove Gomis non può arrivare. Sul capovolgimento di fronte il Mestre prova subito a rispondere con una serie di calci d’angolo ma il Belluno si difende con ordine e respinge l’iniziativa avversaria riprendendo in mano il pallino del gioco. Al 23’ Miniati riceve da Farinazzo in area e mette in mezzo per Corbanese da posizione defilata ci prova di testa ma la palla finisce sul fondo. Al 36’ arriva il raddoppio, ancora con uno scatenato Marco Duravia che si guadagna una punizione qualche metro fuori dall’area e con una destro a giro che scavalca la barriera mette la sfera sotto la traversa sorprendendo Gomis. Si va a riposo sul 2-0. Il secondo tempo si apre con l’occasione per il Mestre con Ferrari che gira al volo in area ma Solagna è bravo in tuffo a respingere. Poco dopo il neo entrato Villanova spara dal limite dell’area e colpisce il palo esterno alla destra di Solagna. In pieno recupero Casarotto accorcia le distanze ma dopo cinque minuti di recupero, e con molta sofferenza, il Belluno porta a casa una vittoria importante per la rincorsa al terzo posto.
Ore 21.40 – (La Provincia Pavese) Dopo quattro pareggi arriva la priva vittoria del Pavia nella gestione Brini. Ed è questa la nota più importante della giornata. «Dire che era ora sarebbe troppo semplice, ma è arrivata questa vittoria con voglia – dichiara mister Fabio Brini – La volontà di ottenerla la si è vista in campo, si sono commessi degli errori. C’è ancora un po’ di timore nel giocare, però questo fa parte della crescita. In linea generale l’importanza della gara la si è capita e la squadra l’ha vinta meritatamente». Una vittoria nel nome di Andrea Ferretti, finito in panchina nelle ultime due gare dopo l’arrivo di Sforzini: ha sfruttato al meglio l’occasione per mettere in difficoltà nelle scelte il suo allenatore. Ora è difficile lasciarlo fuori… «Non ho mai detto che Ferretti debba restare fuori: bisogna trovare soluzioni di volta in volta che possono permettere delle scelte. Potrà capitare che vadano ancora in campo Ferretti e Cesarini o Ferretti e Sforzini, come tutti e tre…Quando saremo a posto fisicamente si potranno fare anche delle scelte diverse». Ma è realistico pensare ad un Pavia con il tridente Cesarini-Ferretti-Sforzini ? «E’ chiaro che se si pensa di giocare con insieme tre giocatori di questa tipologia nello schieramento della squadra va cambiato qualcosa – dice il tecnico del Pavia – Perché non è pensabile giocare oggi come oggi con 3 giocatori come loro davanti». E’ piaciuta la coppia Dermaku-Malomo, quindi anche in difesa ci sono diverse soluzioni. Ma sulla gestione della rosa il tecnico marchigiano lancia un messaggio a tutti. «Il discorso degli attaccanti e delle opzioni riguarda anche gli altri reparti. Abbiamo più di venti giocatori e quando saranno al top tutti quanti qui non è il problema se gioca uno o l’altro, ma il problema è il Pavia. Se capiamo questo otterremo dei risultati, altrimenti se ognuno guarda al proprio orticello significa che non s’è capito niente. Perciò chi è nelle condizioni migliori in quel momento andrà in campo». A proposito di condizione si vede che ancora diversi nuovi innesti hanno bisogno di trovarla. «La condizione si trova con l’allenamento ma soprattutto con la partita, ma si gioca in undici. Si è fatta, però, meno fatica rispetto al match di Bolzano. Poi vincere è stato importante perché porta entusiasmo e aiuto. Si è visto che, poi, quando abbiamo giocato con uno-due tocchi siamo andati bene. Altre volte, invece, ci sarebbero voluti due o tre palloni in mezzo al campo, vedremo di eliminare questo difetto».
Ore 21.20 – (La Provincia Pavese) La risolve la classe di Ferretti, la salva come sempre la manona di Facchin. Le firme sotto la prima vittoria del Pavia della gestione Brini ce le mettono loro due. E c’è molto del vecchio gruppo azzurro, quello passato indenne dalla rivoluzione di gennaio, nel successo strappato proprio con le giocate a sprazzi dei singoli, non certo con un gioco fluido e brillante. Ma per ora bisogna accontentarsi, perché vincere ieri era di cruciale importanza per il campionato del Pavia, che riparte dopo quattro pareggi. Il Cuneo – che veniva da due soli punti nelle ultime sei giornate – si prestava alla risurrezione azzurra (l’ultima vittoria in casa risaliva al 31 ottobre, Pavia-Padova 2-0). La squadra di Iacolino però non è al Fortunati da vittima sacrificale e anzi mette subito il naso pericolosamente in area per due volte nei primi cinque minuti: prima con Chinellato che esagera e tenta un’improbabile sombrero, poi con Cristofoli che in girata scarica di poco al lato. Brividi che alimentano lo scetticismo iniziale sugli spalti. Il Pavia abbozza sovrapposizioni sulle fasce, sfruttando la buona verve del debuttante Azzi a sinistra e del duo Grbac-Ghiringhelli a destra, ma per intrufolarsi nelle fitte maglie di un Cuneo che difende a tutto organico ci vorrebbe maggiore lucidità e circolazione di palla. O magari la gran giocata, che riesce ad Azzi al 17’: di doppio passo buca la difesa del Cuneo ma viene chiuso. Al brasiliano va anche il merito della prima conclusione a rete del Pavia, al 21’, a prescindere dall’esito (palla angolata ma non forte, parata abbastanza comoda di Tunno). Il Cuneo attende e cerca di colpire e quando ci riesce fa sul serio: su punizione Quitadamo di testa punge lo spigolo della traversa, poi al 40’ ci vuole un doppio Facchin per evitare di capitolare sul contropiede che porta al tiro prima Corradi e poi Ruggiero. Il Pavia fatica, però quando riesce a velocizzare gli scambi fa capire di essere in grado di rompere l’equilibrio: al 32’ se ne vede un saggio sull’asse Cesarini-Grbac-Azzi, il sinistro di Ferretti è debole ma l’azione merita. Il preludio al gol del vantaggio è la spizzata di testa di Cesarini che chiama Tunno al grande intervento, ma sul successivo angolo il portiere del Cuneo non può nulla sul gran sinistro al volo di Ferretti che trasforma in oro una parabola sporca. La ripresa vive sulle folate del Cuneo che prova ad agguantare il pari, trovando un Facchin più che reattivo (gran parata sul secco rasoterra di Ruggiero al 15’, e poi ancora su Chinellato al 21’), e su quelle del Pavia che cerca di chiudere la gara: splendida la combinazione Cesarini-Ferretti con superbo cambio di gioco per Azzi e destro fuori di poco al 25’. Ma al 39’, dopo un paio di conclusioni alte dal limite, il 2-0 è cosa fatta: rovesciata di Cesarini a memoria per lanciare Ferretti che non è in fuorigioco e con freddezza punta Tunno, lo mette a sedere e appoggia in rete. Il Cuneo ci prova ancora con Corradi (Facchin c’è), ma non fa più paura.
Ore 21.00 – (Gazzetta di Mantova) Che piova sul bagnato, in casa biancorossa, lo testimonia un episodio senza precedenti nella recente e travagliata storia del club. Che in fondo è l’immagine della giornata, quella di Tano Caridi che a fine partita si vede resitituire la maglia donata ad un tifoso della curva, disamorato dai ripetuti rovesci della squadra del cuore. «Non mi sento offeso, è un gesto che credo di aver interpretato nel modo più corretto, anche se non fa piacere – spiega il capitano dell’Acm -. Capisco la rabbia e la delusione dei nostri sostenitori, che ci hanno incitato dal primo all’ultimo minuto. Abbiamo dei limiti e in questo momento fatichiamo a venirne fuori. È evidente che siamo in difficoltà ma solo compattando l’ambiente e lottando con ogni risorsa possiamo ottenere a fine stagione quella salvezza che stiamo inseguendo». Se Caridi è il migliore tra gli uomini di Javorcic, comunque apprezzabile è la prova di Enzo Di Santantonio, tra i pochi a salvarsi dal naufragio virgiliano. «Spesso facciamo quasi tutto bene – è l’opinione del centrocampista francese -. Nel senso che costruiamo pregevoli azioni da gol, poi arriviamo sotto porta e sbagliamo occasioni in modo quasi imperdonabile. Oggi (ieri, ndr) è toccato a me: avevo la chance del pari, ma l’ho fallita da due passi. Non siamo nemmeno troppo fortunati: siamo andati sotto con un gol di m… E da lì si è fatto tutto più difficile, la Cremo ha attuato un gran pressing. Io però nella salvezza ci conto ancora molto». Buon debutto per il senegalese Falou Samb: «Non avevo mai giocato un derby davanti ad un pubblico così numeroso e ne sono rimasto affascinato. La squadra ha le qualità per risalire in classifica».
Ore 20.40 – (Gazzetta di Mantova) «Ci siamo fatti male da soli. Durante le nostre partite succedono cose allucinanti, eventi negativi clamorosi come l’autogol di Perpetuini. Mi assumo io tutte le responsabilità di questo momento negativo e non scappo. Io non mollo». Ivan Javorcic commenta così la sconfitta di ieri nel derby con la Cremonese. L’allenatore biancorosso sa di essere in discussione dopo l’ennesimo risultato negativo ma guarda avanti: «Quando si perde bisogna stare zitti e lavorare». Secondo il mister dell’Acm «i migliori in campo sono stati i tifosi. È stata una partita bruttina e in pratica ci siamo fatti due gol da soli. Dobbiamo capire che il nostro obiettivo è salvarci, anche all’ultimo minuto dell’ultima giornata». Nessuna analisi dettagliata del match in sala stampa: Javorcic si limita a dire che «i nostri avversari non hanno fatto molto più di noi». Quando all’allenatore viene chiesto della sostituzione di Masiello a metà primo tempo, la spiegazione è secca: «Ovviamente si è trattato di un problema fisico, non certo di una scelta tecnica. E pensare che era partito titolare per dare una mano anche dal punto di vista emotivo ai ragazzi più giovani che potevano soffrire l’impatto con una partita tanto sentita, che tra l’altro arrivava in un momento così delicato per noi». Il derby di ieri ha dimostrato una volta di più che il Mantova è Caridi-dipendente: «È un trascinatore, sia per i compagni che per i tifosi. Certo deve far riflettere il fatto che stiamo parlando di un giocatore di 35 anni…». Proprio Tano, subito dopo il triplice fischio dell’arbitro, ha lanciato la maglia in curva ma i tifosi non l’hanno accettata: «La loro pazienza si sta esaurendo e non posso biasimarli. Probabilmente non accettare la maglia di Caridi è stato un messaggio indirizzato a tutta la squadra e non a Tano».
Ore 20.20 – (Gazzetta di Mantova) L’allenatore, i giocatori, la società. Non si salva nessuno. Ieri i tifosi, commoventi nel sostenere la squadra fino al novantesimo nonostante il risultato negativo del derby con la Cremonese, a fine partita hanno contestato il Mantova. Nessuna sommossa popolare – sia chiaro – ma un pacifico sfogo collettivo per dire basta alle sconfitte e alle prestazioni a tratti imbarazzanti di una stagione fin qui disastrosa. «Così andiamo in serie D, lo capite questo?»: una cinquantina di supporter biancorossi si sono presentati ai cancelli del Martelli per suonare la sveglia principalmente a Javorcic e ai giocatori. Pochi cori, tanta amarezza. Un «andate a lavorare», qualche attacco all’allenatore «incapace di motivare la squadra». Il risultato è stato un incontro durato circa un’ora tra una delegazione di tifosi e i vertici societari, presidente Sandro Musso in testa, all’interno del Martelli. Ovviamente l’obiettivo è comune: non retrocedere. Su questo non ci piove. La pazienza del popolo dell’Acm quest’anno sembra infinita, come dimostra anche il confronto assolutamente pacato avvenuto fuori dallo stadio tra il patron Serafino Di Loreto e alcuni tifosi. Il numero uno della Sdl ha parlato duramente di alcuni giocatori ceduti a gennaio: «Voi certe cose non le sapete – ma quest’anno sono successe cose incredibili. È brutto fare nomi ma uno lo faccio: Foglio non dormiva la notte perché veniva fischiato e dopo qualche partita di fatto ha smesso di giocare. Cosa vi posso dire? – ha proseguito il patron – Sicuramente come società abbiamo fatto degli errori ma alla fine ci salveremo. Ora la squadra, grazie anche ai tanti nuovi innesti, gioca, crea quattro, cinque occasioni a partita. Presto ci sbloccheremo, serve solo un po’ di tempo per trovare l’intesa». Di Loreto ha parlato per circa mezz’ora, rispondendo a molte domande. Ad un tifoso, in particolare, ha fatto capire di non aver condiviso al 100% la decisione di esonerare Maspero a fine ottobre: «Secondo me servivano un altro paio di partite per capire se era la scelta giusta. Ora però andiamo avanti con Javorcic, cambiare allenatore adesso creerebbe nuove tensioni». Oltre al patron, anche le bandiere Caridi e Graziani ieri hanno parlato con i tifosi. «Ci spiace per come è andata – ha detto “Il Tano” – ma se la squadra è terzultima un motivo ci sarà: siamo questi». Come a dire che il Mantova, nonostante la mezza rivoluzione di gennaio e gli arrivi di tanti potenziali titolari, non ha i valori tecnici per risalire velocemente la classifica. «Sì, ma non tutti si impegnano come te, Tano» ha ribattuto un tifoso a cui il fantasista ha risposto «non è vero, i ragazzi si impegnano, davvero». Ora però l’impegno deve portare risultati. La salvezza diretta resta cinque punti. Sono tanti per una squadra che ha segnato un gol nelle ultime 8 partite (a cui va aggiunto un autogol a favore nel match con il Renate).
Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) Una serie di parolacce. Insulti. Davanti a decine di tifosi che hanno visto e soprattutto sentito. Subito dopo il triplice fischio di Mantova-Cremonese, il presidente Sandro Musso ha risposto in malo modo ad un tifoso presente in tribuna reo, a suo dire, di aver criticato ingiustamente la squadra e la società biancorossa. Non si tratta di una novità assoluta al Martelli: una scena simile, con un altro tifoso, si era vista al termine di Mantova-Giana Erminio di fine ottobre. Anche in quel caso Musso aveva perso le staffe dopo un ko interno dei biancorossi. E anche in quel caso erano volate parole grosse. Ai cronisti, dopo alcuni minuti utili a smaltire la rabbia della sconfitta e l’adrenalina dello scontro verbale con il contestatore, il presidente del Mantova ha commentato così il derby: «Se qualcuno, invece di parlare e basta, vuol tirare fuori i soldi per pagare un nuovo allenatore, lo cambiamo. Ma no, il mister rimane – ha proseguito poi – Faccio i complimenti alla curva Te: encomiabile». A fine partita ha parlato anche il patron Serafino Di Loreto: «Era una partita molto sentita e i ragazzi hanno dato tutto. Il pubblico mi ha commosso, questa città merita una classifica migliore. Abbiamo perso per due episodi e perché non riusciamo a segnare. Ora bisogna stare zitti e lavorare». «Il Mantova non retrocederà – ha continuato Di Loreto – È un impegno che abbiamo preso e che rispetteremo. Chiediamo scusa ai tifosi e ringraziamo l’ex presidente Fabrizio Lori che era allo stadio per sostenere la squadra». Secondo il numero uno della Sdl «oggi (ieri, ndr) è scattato qualcosa e lo dico nonostante la sconfitta. Javorcic in questo momento non ha nulla da temere: la squadra ha bisogno di serenità e concentrazione, non di nuove tensioni». Il mercato in entrata del Mantova non è finito: «C’è la possibilità di ingaggiare giocatori svincolati e stiamo lavorando per prendere una punta» dice Di Loreto. Parole di miele, poi, per il giovane Falou Samb, autore di una ventina di minuti discreti nel derby: «L’ho visto molto bene, meglio delle attese – dichiara il patron dell’Acm – Dovrà trovare più spazio nelle prossime partite, è un ragazzo che ha dimostrato personalità». Nel post partita anche uno dei soci mantovani, Giambattista Tirelli, ha rilasciato una battuta sul match perso con la Cremonese: «Javorcic? Per me resta. È stata una brutta partita». E come dargli torto?
Ore 19.40 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova perde nel peggiore dei modi il derby in casa con la Cremonese e resta al terzultimo posto in classifica, a cinque lunghezze dalla zona salvezza. In quella che doveva essere la gara della riscossa, i biancorossi palesano i soliti, enormi limiti, a cui si aggiunge una carenza di amalgama dovuta ai tanti nuovi innesti. E si arrendono ad avversari che – senza incantare – sfruttano un paio di regali della difesa dell’Acm e conquistano tre punti segnando un gol per tempo. Caridi (di gran lunga il migliore dei 22 in campo) e compagni provano a reagire fino alla fine, ma il gol resta una chimera. La squadra ne ha segnato uno (più un’autorete) nelle ultime otto gare ed è a secco da cinque turni. Chi di dovere dovrebbe chiedersi perché, ma questo è un discorso che merita un approfondimento a parte. Si comincia davanti a oltre tremila spettatori, con una curva Te formato serie B. La squadra prima del via va a ringraziare i tifosi, ma dal fischio d’inizio si capisce che non sarà una giornata di festa. Javorcic ripropone il consueto 4-3-1-2 e in campo da subito ci sono 5 neoacquisti. L’approccio al match è sbagliato, nei primi minuti i biancorossi sono sopra giri, sbagliano anche le cose più facili e non riescono a trovare tempi e distanze a metà campo. Bianchi e Pacilli li graziano, ma poi al 9’ Perpetuini sbaglia porta (è l’ex di turno) e nel tentativo di rinviare sulla linea spedisce in rete lo 0-1, dopo un’avventurosa e imprecisa uscita di Pane. La reazione del Mantova sta tutta nell’orgoglio di capitan Caridi, che si carica sulle spalle la squadra. Tano interpreta il ruolo di seconda punta in modo intelligente, allargandosi a sinistra e andando a proporre con costanza l’uno contro uno con il malcapitato terzino Gambaretti. Un paio di sue conclusioni mancano il bersaglio di poco, un’altra è preda del portiere Ravaglia. Nel frattempo si stira Masiello (visto che era fermo da mesi non è certo una sorpresa) e Javorcic lo sostituisce con Scalise, spostando Lo Bue a sinistra. Il gioco biancorosso è asfittico come sempre, l’insistenza nel cercare imbucate centrali è davvero incomprensibile. Soltanto quando si va a sinistra da Caridi succede qualcosa, come al 38’ quando il Tano sfiora il palo. Ma nel finale di tempo è ancora Pane a tremare, prima su tiro a fil di palo di Pesce e poi repingendo con i piedi una conclusione di Sansovini, presentatosi solo davanti a lui. Nell’intervallo Javorcic butta dentro Beretta per Zammarini, cercando di dare più peso all’attacco. I biancorossi ci provano e il solito Caridi impegna Ravaglia, ma sulla ribattuta Di Santantonio calcia a lato a pochi metri dalla porta. Passano cinque minuti e il forcing dell’Acm è rotto da un contropiede che porta al 2-0. Errore di Cristini che tiene in gioco Sansovini, quindi altro errore di Pane che, dopo aver ribattuto il tiro del centravanti, smanaccia la palla sull’accorrente Pacilli anziché fermarla. Il Martelli è gelato. A metà tempo Javorcic inserisce anche Falou per Raggio Garibaldi e passa al 4-2-3-1, con Beretta e Caridi sugli esterni. La risposta di Rossitto è immediata: dentro l’esterno Guglielmotti per la punta Pacilli. La Cremonese si chiude e il Mantova attacca fino alla fine, producendo tante mischie in area e calci d’angolo (alla fine saranno 7-0), ma una sola, vera occasione da gol, che Carini calcia alta dall’altezza del dischetto. Finisce così 2-0, con la Cremonese che va a far festa sotto la Cisa e i biancorossi fischiati dai tifosi, che poi li contesteranno anche fuori dal Martelli. Che tristezza.
Ore 19.20 – (Messaggero Veneto) «Non accontentiamoci di nulla». Ambizioso, perché manca ancora tanta strada per raggiungere il sogno. Così, dopo aver gioito per la vittoria sul Renate, Bruno Tedino tiene alta la tensione e invita il “suo” Pordenone ad avere ancora fame e a concentrarsi subito sul fanalino di coda Pro Patria, atteso sabato alle 15 al Bottecchia. «Serve essere sempre motivati, perché continuare a viaggiare a questi ritmi non sarà semplice – afferma il tecnico dei “ramarri” –. Esultiamo, perché non è una cosa da poco vincere 5 gare di fila, però pensiamo subito alla Pro Patria. Con la testa siamo già lì perché sarà una partita difficile». Se però Filippini e soci giocano come ieri, non ci saranno problemi. Tedino infatti riconosce il grande match giocato. «Abbiamo disputato un primo tempo stellare – spiega il trainer –, dimostrando di meritare la vittoria. Se proprio dobbiamo trovare il difetto, è giusto dire che dobbiamo chiudere prima le gare, essere più incisivi». Il tecnico ha una dedica particolare per questa affermazione. E’ il successo di chi sta giocando meno – dice –. Perché se viaggiamo così forte è anche merito di chi, durante la settimana, è schierato nella formazione delle riserve: tiene alto il ritmo e l’intensità di tutti. Arriverà anche per loro il momento giusto». Battuta finale per Tomei, determinante con la sua doppia parata su Di Gennaro. «Sono felice di aver dato il mio contributo – afferma il portiere –. Sono lì per quello, per parare. Oggi (ieri, ndr) è andata bene: speriamo di continuare». E’ da 360’ che l’estremo difensore non subisce gol: «Un primato di cui vado fiero e lo voglio dividere con i compagni – spiega –. Ora pensiamo alla Pro Patria. Dal canto mio si può continuare a sognare, ma guardando sempre in basso: l’obiettivo primario è raggiungere prima possibile la salvezza».
Ore 19.10 – (Messaggero Veneto) Wanted: ricercato. Perché nessuno lo prende, non si sa come fermarlo. Perché questo Pordenone va troppo forte. Vincono anche a Meda col Renate, i “ramarri”, trascinati dai gol di Pederzolie e Filippini, calano la cinquina: quinta vittoria di fila e momentaneo secondo posto nella classifica del girone A di Lega Pro, in compagnia della FeralpiSalò (oggi a Padova) e sopra l’Alessandria (che affronta il Lumezzane), sempre a 7 punti dalla vetta. Che dolce, la quarta giornata di ritorno. Ma è ancora giusto parlare di salvezza, e non di serie B? No, perché il gruppo di Tedino, in Brianza, vince ancora una volta da grande squadra. Con un gol nel primo tempo, con la sofferenza – composta – di inizio ripresa; quindi il raddoppio in contropiede, a 10’ dalla fine, e per la quarta volta di fila senza subire gol. Già: e sono 360’ che Tomei non piglia reti. Nel pomeriggio i “ramarri” si siedono e guardano gli altri, obbligati a vincere per non perdere il passo. Può bastare? Subito avanti. La cronaca dell’ennesimo pomeriggio vincente comincia bene, come al solito ormai. Pordenone subito ficcante: Tedino conferma modulo (4-3-1-2) e squadra capace di battere il Mantova e raccoglie subito i frutti, con Pederzoli, Strizzolo e Filippini pericolosi già all’8’, quando la seconda punta sfiora lo 0-1 con un tiro a giro, salvato da Di Gennaro a pochi passi dalla linea. Non c’è il nuovo Beltrame, infortunato, Berrettoni inizia in panchina: mancano dal 1’ gli innesti invernali, ma questo è un meccanismo perfetto che per ora non ha bisogno di ritocchi. Perché dopo un gol sfiorato di testa da Ingegneri, al 13’ su cross di Pederzoli, i “ramarri” passano. Filippini conquista una punizione dal limite. Batte proprio Pederzoli che, con una parabola perfetta, beffa l’immobile Cavalli sul suo palo: è lo 0-1. Il Renate cade alle prime picconate, dopo un discreto inizio. Il 3-5-2 dell’amico di Tedino, Giovanni Colella, pur senza lo spauracchio Florian (infortunato in panchina), aveva funzionato: grande protezione delle vie centrali, squadra pronta a ripartire sfruttando la forza di Napoli ed Ekuban. Tutto in fumo. Perché il Pordenone si difende bene dopo il gol, da grande. E rischia di fare il bis al 37’, quando Ingegneri sfiora il gol di testa. Sofferenza e vittoria. Reclama un rigore a fine primo tempo, il Renate: forse c’è una spinta di Stefani ai danni di un nerazzurro in area. L’arbitro lascia proseguire. A inizio ripresa, però, i nerazzurri cercano di cambiare la partita. Colella inserisce Chimenti, il ritmo si alza e Di Gennaro ha la palla per l’1-1 dopo aver dribblato Ingegneri: ma Tomei, sul suo palo, gli dice due volte “no” e la partita rimane in mano ai neroverdi. Il Renate prova ancora a premere, il Pordenone tiene il campo e così, a 10’ dal termine, raddoppia. Contropiede sulla destra, Buratto mette la palla in mezzo per Filippini che, tutto solo, insacca: 0-2, set and match. La partita finisce qui, non regala più nulla perché ormai è tutto deciso. La squadra di Tedino torna a casa con il quinto successo di fila e con un bel primato. Anche per questo turno, sarà la capolista del girone di ritorno del girone A e di tutta la Lega Pro. Al suo gruppo nulla è più precluso, è giusto sognare in grande e puntare al salto tra i cadetti.
Ore 18.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La miglior medicina per dimenticare la partenza del capitano: la vittoria. Detto, fatto: perché d’accordo i complimenti, ma servono gol e punti sonanti per fare classifica e il successo del Bassano col SudTirol, che arriva dopo qualche partita in apnea, è il meritato premio al lavoro di Stefano Sottili. Tornano al successo i giallorossi, che si scrollano di dosso in un solo colpo la pesantezza legata alla cessione a sorpresa di Simone Iocolano e il digiuno da tre punti che durava da tre settimane. Battuto il SudTirol per 2-0 in una partita complicata ma gestita da grande squadra, con la consapevolezza di chi sa quale sia la propria forza: il gruppo, che rimane di ferro e che aiuta a gestire anche le situazioni più difficili. Poche ma significative sorprese alla lettura delle formazioni: fuori Piscitella, esordio assoluto per D’Ambrosio che evidentemente deve aver convinto sin dal primo momento Sottili. Il SudTirol è il solito avversario arcigno e difficile da superare: Stroppa come sempre abbina quantità e qualità e il risultato e il solito mix letale alla minima distrazione. Solo che questa volta il Bassano non soltanto non si distrae, ma anzi accelera e cerca di imporre il proprio gioco senza scoprirsi troppo. La prima occasione è per gli uomini di Stroppa, che al 26’ vanno vicini al vantaggio con Cia: bravo nell’occasione Rossi a respingere una palla non semplice. Il campanello d’allarme serra ulteriormente le fila della difesa giallorossa e l’1-0 arriva al 36’: Semenzato pesca Misuraca con un filtrante perfetto, bravissimo il fantasista siciliano a infilare Coser. Gol da applausi, perché frutto non della giocata di un singolo, ma del gioco corale e dell’intesa ormai affinata fra giocatori che si conoscono bene. L’1-0, anziché aprirla, paradossalmente blocca la partita. È battaglia a centrocampo, senza occasioni significative. Non che il SudTirol non ci provi, ma non crea pericoli. Il Bassano controlla senza rischiare e al 48’, in pieno recupero, blinda il successo con Pietribiasi, che finalizza al meglio un’azione di contropiede firmando il definitivo 2-0. Gol che arriva dalla panchina, visto che Sottili aveva scelto Fabbro dal primo minuto. Altro segnale da non sottovalutare. In Lega Pro la differenza, dopotutto, la fa anche la panchina. E non è poco, a ben guardare, perché d’accordo che il Cittadella fugge, ma i playoff rimangono ampiamente alla portata.
Ore 18.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il Vicenza cade in casa contro la Virtus Lanciano al termine di una partita in cui non c’è niente da salvare. «Partita inspiegabile, non mi sarei mai aspettato una prestazione del genere – ammette a fine gara Pasquale Marino – in settimana abbiamo lavorato bene ma abbiamo giocato molto male, non c’è nulla da salvare. Lo spirito che abbiamo messo contro Perugia, Modena e Bari non l’ho visto, ci siamo rilassati dopo esserci tirati fuori dai playout. Si è visto lontano un miglio che gli avversari arrivavano prima sulla palla. Sono molto deluso ed essendo l’allenatore della squadra mi assumo le mie responsabilità». Una disamina corretta che non cerca scusanti e alibi. «Abbiamo ridato speranza a una squadra in difficoltà, ma a parte i primi dieci minuti abbiamo disputato una gara in cui non abbiamo messo in campo niente di quello che avevamo provato in allenamento. Siamo arrivati sempre dopo sul pallone e quando succede vuol dire che c’è qualcosa che non va. Bisogna girare subito pagina, venerdì sera a Pescara affronteremo una squadra forte e in salute, ma noi dobbiamo dimostrare di avere capito gli errori commessi per non ripeterli più. Purtroppo non è la prima volta che accade, e questo è la cosa che mi preoccupa di più».
Ore 18.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Un’autentica doccia gelata, di quelle che non t’aspetti. Alla vigilia mister Pasquale Marino aveva auspicato una vittoria per cambiare il trend del girone d’andata e per trovare quella continuità di risultati mancata per tutta la prima parte del torneo, soprattutto in casa. E invece è andata nel peggiore dei modi ed è finita con una sconfitta, meritata, che non lascia alcuno spazio a scuse o alibi. Niente e nessuno da salvare, con Marino che nel dopogara non nasconde la propria amarezza e delusione e ha quell’espressione di chi si sente «tradito». Il Vicenza, praticamente, non è sceso in campo; squadra molle, senza idee e senza gioco, con tanti errori di misura. Insomma, il peggio del peggio del repertorio del calcio. Si pensava fosse un match tutto in discesa e invece nel calcio non è e non può mai essere così: gli avversari non ti regalano mai niente e i risultati te li devi sudare e guadagnare. E non è la prima volta quest’anno che il Vicenza sbaglia una gara. La classifica dice che oggi il Vicenza deve lottare per conquistare la salvezza e se qualcuno tra i giocatori, per caso, non lo avesse ancora capito e’ il caso che fin da subito si schiarisca le idee perché, altrimenti, si rischia una china davvero pericolosa. La partita.Terminato il grande circo del calcio mercato finalmente si ritorna a parlare di calcio vero, quello del campo. Rispetto alla gara di Como la formazione iniziale del Vicenza presenta tre cambi, uno per reparto. In difesa rientra Sampirisi dal turno di stop per squalifica e va a sistemarsi al centro della difesa a fianco di Brighenti. In mezzo il neo arrivato Signori gioca dal primo minuto, in avanti si rivede Giacomelli pienamente recuperato dall’infortunio. Avvio di gara tambureggiante; dopo una manciata di secondi Vita serve a centro area Raicevic che non trova la girata. Al 4’ Sampirisi chiude su Di Francesco lanciato a rete, un minuto più tardi Bellomo dal limite calcia fuori di un nulla. Al 15’ Vitale crea scompiglio in area biancorossa, serve Ferrari che da buona posizione fallisce malamente. Al 18’ cambio forzato per il Vicenza: esce Vigorito, problemi alla schiena: al suo posto l’esordio di Benussi. Gioca molto meglio il Lanciano, costantemente nella metà campo del Vicenza, però di pericoli veri non ne crea.
Il primo tempo del Vicenza è decisamente sottotono, male un po’ tutti con Giacomelli e Vita peggio degli altri. Ma le sorprese, purtroppo amare, arrivano nella ripresa. Al 7’ Bellomo prova una finezza non riuscita a metà campo, perde palla sull’attacco di Di Francesco che si invola verso la porta biancorossa, salta un po’ tutti stile Alberto Tomba e dal limite fulmina Benussi. Marino cambia, dentro Ebagua per Vita e il Vicenza che passa al 4–4–2. Il raddoppio del Lanciano e’ in fotocopia; Moretti perde palla a centro campo, il solito Di Francesco innesca Ferrari che salta due difensori e solo davanti a Benussi insacca. Ci sarebbe anche l’occasione del tris ma Benussi è bravo ad opporsi a Ferrari, come pure la possibilità per il Vicenza di riaprire la gara ma non è giornata e alla fine rimangono solo gli errori di Raicevic, Giacomelli, e Laverone. Finisce tra i fischi, giusti e sacrosanti. Questa volta, onestamente, non poteva che essere così.
Ore 17.50 – (Mattino di Padova) Dopo cinque risultati utili consecutivi la Luparense cade a Monfalcone, in casa della penultima in classifica. Ed è una sconfitta che fa male, perché questo pomeriggio il Dro, in casa contro la Liventina, con tre punti può raggiungere in classifica la squadra di Cunico e riportarla così in piena lotta per evitare i playout. Quel che fa più male, nel pomeriggio storto in Friuli, è però la dinamica con cui i rossoblù regalano i tre punti all’Unione dei vecchietti del gol, Godeas e Zubin. La Luparense parte a tutta birra e dopo cinque giri di lancette si trova già in vantaggio: Beccaro dà il via allo schema da calcio d’angolo, Sottovia prende palla e si accentra, trovando col destro la traiettoria perfetta che sin infila sotto l’incrocio dei pali. Il primo gol stagionale dell’ex Sacilese sembra spianare la strada a Cunico e ai suoi, ma è una speranza che sfuma già nella prima mezz’ora. I Lupi fanno harakiri e gettano al vento una gara in discesa: al 19’ Pignat e Godeas arrivano al contatto in area e il direttore di gara indica il dischetto, dal quale lo stesso ex alabardato buca Rossetto e pareggia immediatamente i conti. È un primo tempo incredibilmente pirotecnico: al 13’ Roveretto fallisce l’occasione del nuovo vantaggio svirgolando la sfera con il sinistro, e al 24’ Pignat, già ammonito, trattiene Zubin e combina la frittata, facendosi espellere e lasciando i suoi in inferiorità numerica, con l’allontanamento anche di mister Cunico per proteste. È la scossa che permette al Monfalcone di prendere coraggio: al 29’ Mattielig calcia dalla bandierina, la palla sfila sul primo palo e con una deviazione ricade sul destro di Zubin, che di piatto batte ancora una volta Rossetto e completa la rimonta biancoblù. Una mazzata per i Lupi, che anche in dieci provano per tutta la gara a riprendere il punteggio, senza fortuna: al 42’, in contropiede, Sottovia crossa al centro per Beccaro, che anticipa tutti ma al momento di battere a rete trova sulla sua strada Kozmann. E anche la ripresa è un assalto: i Lupi costringono il Monfalcone nella sua metà campo, ma nonostante gli sforzi non riescono a trovare il pari. Al 13’ ci prova Roveretto, ma Ciroi para in due tempi; al 30’ Beccaro sfiora il colpaccio, ma colpisce solo il palo esterno; al 42’ Di Fusco, con anche il Monfalcone in dieci per il rosso a Bertoni, attende un attimo di troppo per calciare a rete e viene ripreso dalla difesa. «Nei primi dieci minuti abbiamo fatto una gran partenza, poi l’arbitro ha avuto dieci minuti di sbandamento nei quali ci ha assegnato contro un rigore inesistente e un’espulsione eccessiva», l’amarezza di Enrico Cunico. «I ragazzi sono rimasti in partita, usciamo sconfitti immeritatamente da un campo sul quale, in undici contro undici, il Monfalcone avrebbe fatto fatica anche a pareggiare».
Ore 17.40 – (Mattino di Padova) Due occasioni nettissime, un rigore sbagliato, poi il tris decisivo. L’Este se la cava anche quando non vuole girare. E proprio nel tipico sabato sbagliato, in cui gli attaccanti si mangiano l’impossibile, arriva una delle vittorie più importanti degli ultimi mesi. La quinta consecutiva, tra l’altro, che permette agli uomini di Andrea Pagan di portarsi a soli due punti dal Venezia, sperando che il Montebelluna, oggi, faccia un miracolo al “Penzo”. Il secondo posto non è più un miraggio: d’altra parte, con un ruolino di marcia del genere, non si può che stare lassù. Campodarsego e Venezia primeggiano, ma l’Este stupisce e se ne sta a guardare, ringraziando Ferrara (doppietta) e Mastroianni che, tra il 41’ e il 76’, passano un colpo di spugna sugli imbarazzi della prima mezz’ora. Al 7’, per esempio, Maldonado trova il filtrante per Ferrara che, a sua volta, allunga per Mastroianni. La spaccata dell’attaccante campano, fiacca ma puntuale, facilita l’intervento di Onnivello. I padroni di casa sprecano, certo, ma il Fontanafredda riesce addirittura a fare peggio: al 14’, infatti, Samba ruba palla a Montin e a due passi da Lorello cerca l’angolino lontano sbagliando clamorosamente. Non va meglio a Mastroianni (27’), lanciato a rete da Maldonado e atterrato in area da Frison (espulso nell’occasione), che scivola sul dischetto sparando il rigore sopra la traversa. Non contenti, gli atestini completano il quadretto: incursione di Favaro sulla destra, staffilata secca verso il palo lontano e deviazione sotto porta di Ferrara, ancora fuori misura. Il Fontanafredda, però, non approfitta delle sventure giallorosse. Anzi, capitola al 41’: Ferrara, stavolta, non si fa pregare e trova il destro secco che vale l’1-0. Da qui in avanti, la compagine pordenonese sparisce dai radar. L’Este raddoppia ad inizio ripresa con Mastroianni grazie al secondo penalty concesso da Maria Marotta per un fallo di Tacoli su Maldonado. A risultato compromesso, i ragazzi di mister De Pieri tornano a farsi vedere dalle parti di Lorello con un destro dalla distanza di Samba, a lato di un soffio. Ma è l’ultimo sussulto dei rossoneri, che si arrendono al tris di Ferrara, bravo a sfruttare il lancio dalle retrovie di Guagnetti prima di infilare Onnivello (76’). Prima del triplice fischio c’è spazio per un siluro del neoentrato Coraini, poco preciso. Ha detto. Nel post gara, il tecnico dell’Este Andrea Pagan tira un sospiro di sollievo. «Abbiamo sbagliato troppi gol nel primo tempo» ammette. «I ragazzi, forse un po’ scarichi mentalmente, hanno sottovalutato l’impegno». «Poi», continua l’allenatore chioggiotto, «sono stati bravi a ingranare chiudendo la partita e gestendola molto bene». Ora, per l’Este, la classifica si fa interessante: «Vogliamo consolidare il terzo posto e ci stiamo riuscendo» chiude Pagan. «Siamo in linea con i nostri obbiettivi stagionali e non possiamo fare altro che migliorare e toglierci altre soddisfazioni. Ora ci attendono due turni complicati con Montebelluna e Belluno: dobbiamo restare sul pezzo e affrontare un impegno alla volta consapevoli della nostra forza». Dopo questi due prossimi appuntamenti, aggiungiamo noi, il cammino dei padovani sarà più chiaro.
Ore 17.30 – (Mattino di Padova) Missione compiuta. Il Campodarsego espugna con un secco e meritato 2-0 Sacile e si gode una notte in mini fuga, a +6 sul Venezia. In attesa del match di oggi dei lagunari contro il Montebelluna i ragazzi terribili di Antonio Andreucci allungano il passo e mettono pressione a quella che ad inizio stagione era giudicata da tutti come la superfavorita alla scalata in Lega Pro. Invece questo Campodarsego, salito l’anno scorso dall’Eccellenza in Serie D, fa sempre più sul serio. I biancorossi del patron Daniele Pagin credono sempre più ad un’impresa che sarebbe storica. Maturità. Contro la Sacilese i padovani dimostrano grande maturità. Da ultima in classifica la compagine di mister Lombardi poteva far cadere nella trappola il Campodarsego, che invece non si fa sorprendere. Alla vigilia mister Andreucci aveva chiesto ai suoi attenzione massima e abnegazione per evitare spiacevoli sorprese. E capitan Bedin e compagni non si sono tirati indietro. Con un gol per tempo i padovani liquidano la pratica Sacilese. Il punteggio di 2-0 può far sembrare una partita più complicata del previsto per i ragazzi di Andreucci, ma così non è stato, perché il Campodarsego domina i 90’ del match, rischiando davvero pochissimo e mancando altre marcature solamente per imprecisione o per la bravura del portiere di casa Cafagna. Un gol per tempo. Il match il Campodarsego riesce a sbloccarlo alla mezz’ora con Kabine che di testa arriva ad insaccare alle spalle di Cafagna un cross perfetto dell’ex Bassano, giunto da poco alla corte di Andreucci, Bortot. Il raddoppio dei biancorossi giunge a un minuto dal novantesimo. Ed è il capitano, nonché anima e cuore del Campodarsego, Bedin, a deliziare la platea con una punizione perfetta che termina sotto all’incrocio. Frecce. Contro la Sacilese il Campodarsego dimostra di aver molte frecce al suo arco. Quando non segna Aliù ci pensa Kabine. Quando non sono Michelotto o Radrezza ad inventare la giocata risolutiva c’è il piede magico di Bedin a risultare decisivo. Chissà cosa ne sarà per gli avversari quando entrerà in forma “Zecco” Zecchin, ieri all’esordio ufficiale con la maglia biancorossa. L’ex Varese potrebbe risultare l’uomo in più per il Campodarsego nel finale di campionato, un uomo capace con la sua classe di rompere gli equilibri in campo. Servirà anche lui nel turno infrasettimanale in programma mercoledì al Gabbiano contro il Monfalcone (torneranno a disposizione Ruopolo e Pellizzer, assenti ieri per squalifica). Piedi per terra. Nonostante il successo il tecnico dei padovani Antonio Andreucci predica umiltà. «Abbiamo fatto il nostro dovere e non ci interessa di quello che farà il Venezia», osserva l’allenatore del Campodarsego. «Sono contento di quello che abbiamo fatto a Sacile, perché la partita poteva risultare un trabocchetto. Potevamo chiudere il primo tempo con più gol, mentre nella ripresa abbiamo gestito bene la gara. La Sacilese ha lottato e il 2-0 ci soddisfa. Sono stati bravi e maturi i ragazzi a sciogliersi dopo il primo quarto d’ora». «È un campionato dove si fa fatica con tutte», aggiunge il dg Attilio Gementi, «Bisogna sempre metterci attenzione e intensità per vincere. Ora siamo a +6 sul Venezia, ma noi dobbiamo pensare al Monfalcone, che ieri ha battuto la Luparense e che è pronto a darci filo da torcere».
Ore 17.10 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 44, FeralpiSalò e Pordenone 37, Alessandria e Bassano 36, Pavia e Reggiana 33, SudTirol 32, Cremonese e Padova 31, Giana Erminio 26, Cuneo 24, Pro Piacenza 23, Lumezzane 20, Renate 19, Mantova 18, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).
Ore 17.00 – Lega Pro girone A, la ventunesima giornata: Padova-FeralpiSalò 2-0 (Corti (Pd) al 30′ st, Sparacello (Pd) al 47′ st), Alessandria-Lumezzane 1-1 (Iocolano (Al) al 41′ pt, Mantovani (Lu) al 31′ st), Giana Erminio-Reggiana 1-1 (Cogliati (Ge) al 14′ pt, Spanò (Re) al 25′ st), Mantova-Cremonese 0-2 (autorete di Perpetuini (Cr) al 10′ pt, Pacilli (Cr) al 15′ st), Renate-Pordenone 0-2 (Pederzoli (Pn) al 23′ pt, Filippini (Pn) al 39′ st), Bassano-SudTirol 2-0 (Misuraca (Ba) al 37′ pt, Pietribiasi (Ba) al 48′ st), Pro Piacenza-Cittadella 1-2 (Orlando (Pp) al 28′ pt, Jallow (Ci) al 32′ pt, Cappelletti (Ci) al 30′ st), Pavia-Cuneo 2-0 (Ferretti (Pv) al 41′ pt e al 39′ st), Pro Patria-AlbinoLeffe 2-2 (Soncin (Al) al 32′ pt, Santana (Pp) al 44′ pt, Pesenti (Al) al 38′ st, Zaro (Pp) al 40′ st).
Ore 16.50 – Daniele Corti (centrocampista Padova): “Faccio pochi gol ma buoni! I miei compagni mi voteranno per il premio di Il primo tempo è stato equilibrato, mentre nella ripresa abbiamo alzato il ritmo portando a casa i tre punti. La dedica? A mia moglie e a mio figlio. L’abbraccio ai compagni in panchina? Siamo un gruppo”.
Ore 16.40 – Claudio Sparacello (attaccante Padova): “Meglio di così non poteva andare! Il gol davanti ai nostri tifosi, più di così… Sono andato sotto alla Fattori perché da giovane andavo in curva a vedere il Palermo, e so quanta passione ci mettono. Nel secondo tempo abbiamo messo la quinta e abbiamo portato a casa la partita. E prometto altri gol…”.
Ore 16.30 – Sala Stampa, Pillon, allenatore Padova: “Anche facendo una media di 2 punti a partita, siamo a 6 punti dalla terza, che sono tanti, ma quello che mi interessava era vedere che la squadra giocasse da squadra. Loro hanno fatto bene i primi venti minuti, noi volevamo attaccare la loro profondità, che ci è riuscita solo nel secondo tempo, togliendo a loro le fondi di gioco e grazie un gran gol di Corti l’abbiamo sbloccata. Adesso non dobbiamo mollare, altrimenti tutto il lavoro è stato vano. La squadra è in crescita, ha tanta auto stima e se i ragazzi si convincono che contro di noi le altre squadre per vincere devono morire siamo sulla strada giusta. Il Padova si sta confermando contro le grandi squadre, perché anche contro il Bassano abbiamo giocato bene e anche con l’Alessandria. Abbiamo un gruppo importante e chi entra dalla panchina fa benissimo, dando tutto per la squadra. Non c’è gente cupa, seguono tutti le mie indicazioni, lentamente la sto sentendo mia questa squadra. Posso anche cambiare modulo, ho alternative e questo rende più forte la squadra. Dobbiamo restare umili e continuare con la nostra filosofia di gioco. Non voglio porre limiti a niente, solo pensare a una partita alla volta. Il nostro è un girone difficile, dove regna l’equilibrio. Sparacello? Ci ha dato fisicità davanti, anche Di Risio. Siamo sempre stati diligenti, rimanendo compatti. Petkovic? Calciando la palla ha sentito un fastidio nella parte alta della gamba”.
Ore 16.20 – Sala Stampa, Diana, allenatore Feralpi: “Abbiamo giocato bene per 20 minuti, anche se non abbiamo creato occasioni importanti. Nel secondo tempo il Padova ci ha creduto di più. Il campo pesante non ha aiutato le nostre caratteristiche, i biancoscudati sono stati più fisici, hanno trovato un gol incredibile, ma comunque loro meritavano di vincere. Si faceva fatica a ripartire, su questo terreno hanno faticato. Ci è mancato anche Romero che oggi ci avrebbe fatto comodo e la fisicità loro ci ha messo in grandissima difficoltà. Questa è la mia prima sconfitta esterna, speravo di no, ma sapevamo che Padova era un campo tosto. La battuta d’arresto da fastidio, un punto qua andava anche bene, però dobbiamo rimetterci subito in carreggiata senza fare drammi e magari provare a cambiare qualche soluzione offensiva. Il Padova? E’ una buona squadra, che sta bene mentalmente e fisicamente, Pillon è riuscito a disinnescarci, è una squadra che può puntare ai playoff e può dire la sua fino alla fine e darà fastidio a tutte le concorrenti”.
Ore 16.00 – Termina il match all’Euganeo: Padova- FeralpiSalò 2-0. Le reti di Corti e Sparacello.
Ore 12.50 – (Gazzetta di Reggio) “Mi raccomando, mi raccomando”. Spesso, anche più volte al giorno, Michele Pazienza si sente ripetere queste parole da Beppe Accardi, colui che ha creato le condizioni che hanno permesso l’arrivo del centrocampista pugliese alla corte di Colombo». «Ci conosciamo da anni – spiega Pazienza – ed è stato lui a prospettarmi questa soluzione. In più da ex granata mi ha messo al corrente di tutto». Quando e nata la possibilità di venire alla Reggiana? «Circa quindici giorni fa c’era stato un primo contatto con il direttore Ferrara. Abbiamo fatto una chiacchierata e dopo pochi giorni ho preso al decisione di venire alla Reggiana. A quel punto si trattava solo di aspettare i tempi giusti per portare a termine l’operazione. Finito il mercato, dopo aver chiuso il rapporto con il Vicenza ho potuto firmare». Perché la Reggiana? «Perché mi può dare la possibilità di fare l’unica cosa che mi piace: giocare a calcio». Si trovano gli stimoli, dopo tanti anni ad altri livelli? «Sento ancora una fiamma che brucia per questo lavoro. E’ voglio ancora essere utile». Come scende in Lega Pro? «Con la massima umiltà e il massimo impegno». Sarà uno dei meno giovani dello spogliatoio: per lei il lavoro non mancherà. «Ne sono molto contento. Già il primo impatto è stato positivo. I giovani di oggi sono molto diversi da come potevo essere io alla loro età. Quando entravo nello spogliatoio ero molto timoroso e quasi avevo paura a dire “buongiorno”. Oggi anche ancora ragazzi sono predisposti al lavoro e al sacrificio. Li vedo comportarsi da professionisti sia prima che dopo l’allenamento e questo mi ha sorpreso. Sarà un onore rappresentare per loro il giocatore di esperienza all’interno dello spogliatoio». Ultimamente non ha giocato con continuità, come farà a convincere gli scettici? «Per chi ama questo lavoro, è la cosa più bella che possa capitare. Mi piacciano le sfide e questo deve essere uno stimolo in più. Il problema c’è quando uno non ha più stimoli, ma non è il mio caso». Fisicamente si sente pronto per scendere in campo? «Sto bene. Devo solo ritrovare il ritmo partita». Potrebbe già accadere con la Giana? «Se dovesse essere, cercherò di dare tutto quello che ho». In quale posizione del campo la vedremo? «Ho giocato sia davanti alla difesa che come mezzala. Ma ruolo a parte, devo mettere in campo quello che so fare. Le mie caratteristiche sono prevalentemente difensive». Il modulo che preferisce? «Se mi chiedono di fare l’attaccante, io faccio l’attaccante che difende. E’ un esempio, ma serve a far capire che il modulo non è un problema». Ha un contratto fino a giugno: l’idea è quella di vedere cosa succede in questi mesi? «Mi piacciano le sfide e voglio convincere gli scettici». Aveva visto la Reggiana? «Una volta, anche per capire cosa mi aspetta. C’è da lavorare e correre tanto…».
Ore 12.30 – (Gazzetta di Reggio) Alberto Colombo definisce «ricca di insidie» la vigilia del match con la Giana Erminio. «E’ stata una settimana positiva dal punto di vista lavorativo, sul campo – analizza il tecnico – speriamo che questa visione sia giusta e non porti sorprese». L’emergenza infermeria? «A De Biasi si è aggiunto Parola per un infortunio al polpaccio ancora da valutare. Abbiamo rimpolpato la rosa e questo ha portato benefici in settimana. Ci sono nuovi stimoli e nuova intensità che mi permettono maggiore possibilità di scelta e maggiore qualità in campo». Un bilancio del mercato invernale? «Faccio l’allenatore, il bilancio lo vedremo col tempo. Mi limito ad allenare i giocatori, ma ben venga gente che possa stimolare il gruppo. Pazienza sarà utile per l’esperienza, Letizia un’alternativa importante per caratteristiche tecniche». Parola chiave: continuità? «Certamente, soprattutto adesso che abbiamo ricominciato a correre. Non sarebbe piacevole ritornare a camminare o, peggio, zoppicare. La speranza è dare continuità ai risultati, ci sono scontri diretti e sarebbe interessante approfittarne. Ma va sottolineato che di fronte abbiamo degli avversari che, nome non altisonante a parte, sono ostici». C’è il rischio di sottovalutare la Giana Erminio? «Guai a sottovalutare una squadra che ha in rosa giocatori di esperienza come Polenghi, Gasbarroni o Grauso, circondati da altri con fame di arrivare. Nell’ultima partita in casa col Renate (persa 1-2) hanno preso tre traverse dominando e col Cuneo hanno pareggiato sbagliando un rigore. Come sempre un nome così suscita giudizi diversi da quelli che può suscitare una squadra di antico blasone come il Mantova, che è comunque qualche punto sotto la Giana Erminio. Ci sono difficoltà sempre. Lo ripeto: non dovremo essere superficiali e presuntuosi. Non lo ammetto, si può perdere in altri modi. Voglio una Reggiana con la testa sulle spalle». Ora c’è Letizia, ma spostare Siega da seconda punta è difficile… «Potrebbe essere una grande alternativa, da abbinare in tutti i modi considerato che il nuovo arrivato dice di aver giocato anche da centravanti atipico. Ha una struttura fisica che, tuttavia, deve essere assecondata dalla squadra, di certo non con palle alte. Considerato l’infortunio di Parola, sono orientato a cambiare qualcosa sono a centrocampo». Due parole su Pazienza? «Michele è un giocatore che accresce il nostro livello di esperienza. Gli chiedo di essere importante sul campo, ma di aiutare gli altri giocatori esperti a gestire lo spogliatoio e a far crescere i giovani, parlando al momento giusto».
Ore 12.10 – (Gazzetta di Reggio) Oggi, con fischio d’inizio alle ore 15, la Reggiana va ad affrontare la Giana Erminio. E’ la prima volta nella storia che i granata sono ospiti allo stadio “Città di Gorgonzola” mentre l’andata finì con un deludente 0-0 che fece definitivamente accantonare a Colombo il 4-3-3 per l’attuale 3-5-1-1. Perilli e compagni sono chiamati a proseguire quella rimonta cominciata con l’inizio del girone di ritorno, per tornare a fare la voce grossa nelle zone alte della classifica anche in virtù di un calendario al momento favorevole ai granata. Tra l’altro i lombardi faticano parecchio fra le mura amiche: solo due vittorie nelle prime due gare poi alcuni pari e tante sconfitte (striscia aperta di tre consecutive) mentre la Reggiana, gara di Bassano a parte, ha sempre dimostrato di gradire gli incontri lontani dal Città del Tricolore. Sarà questa la sfida tra due squadre che non hanno stravolto le rose nel mercato appena concluso anzi, la Giana del trainer Albè non ha fatto nessuna operazione mentre in casa granata sono arrivati Mignanelli, Pazienza, Letizia e Zucchini, a fronte di cessioni anche illustri, ma solo i primi due saranno in campo dal primo minuto sebbene sia probabile anche il debutto di Letizia nella ripresa, un giocatore che mette tanta curiosità. Mr. Colombo da continuità al suo progetto perciò schiera lo stesso undici del poker di domenica scorsa, fatta eccezione per l’infortunato Parola rimpiazzato dall’esperto pari ruolo Pazienza. Perilli tra i pali; Spanò, Sabotic e Frascatore in difesa; Mogos, Bartolomei, Pazienza, Maltese e Mignanelli a centrocampo; Siega alle spalle di Arma. Il ritorno a disposizione dei vari Bruccini e Danza, unito agli arrivi di Letizia e Zucchini ed al reintegro in rosa del reggianissimo Erik Panizzi, offriranno al tecnico granata ulteriori soluzioni in corso d’opera, in una gara dove sarà fondamentale partire da subito col giusto piglio per incanalare la partita verso quei tre punti che, calendario di giornata alla mano, farebbero recuperare ulteriori posizioni in graduatoria e renderebbe ancora più pepata la prossima sfida di campionato, il derby del Po con il Mantova, in programma sabato (17.30) a Reggio.
Ore 11.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) L’attacco resta quello più prolifico e la difesa la seconda più ermetica del campionato. Nel caso del Venezia però i buoni numeri non riescono più a nascondere le pecche, costate la perdita del primato a favore di un Campodarsego che ieri vincendo a Sacile ha fatto schizzare a 6 i suoi punti di vantaggio. Una situazione imprevista e delicata che oggi al Penzo (ore 14.30) obbliga il Venezia a battere senza tentennamenti il Montebelluna. «Difensivamente concediamo poco o nulla, eppure sta capitando che anche con un solo tiro in 90′ i nostri avversari ci facciano gol – ammette il centrale Marco Modolo -. Sono stato io purtroppo a regalare l’1-0 alla Luparense, su un lancio lungo sarebbe bastato che respingessi di testa il pallone, invece l’istinto mi ha spinto a giocarlo. Ho sbagliato e chiedo scusa ai compagni perché il mio errore, seppur parzialmente rimediato, ha portato tutti a spendere troppe energie nervose». Il calo in classifica va di pari passo con quello dell’incisività della prestazioni.«A mio avviso il momento è difficile solo sul piano dei risultati che ci stanno punendo oltre i demeriti di squadra. A Verona avevamo disputato una delle migliori gare finendo ko per un episodio al 91′. Succede anche al Venezia, ora più che mai deve uscire la forza del gruppo: se la Juventus che è a -2 dal Napoli crede giustamente allo scudetto, perché mai noi dovremmo smettere di credere alla promozione in Lega Pro?». Al Penzo arriva un Montebelluna in cui rientrerà dalla squalifica il bomber del torneo Zecchinato (16 reti) e Modolo ritroverà il tecnico Gianfranco Fonti. «Fu lui a farmi disputare a 18 anni il mio primo campionato da titolare in serie D – ricorda il 26enne sandonatese – sicuramente essendo veneziano ci terrà molto a questa sfida. Oggi però mi interessa solo che il Venezia torni a vincere, quindi servono concretezza e praticità. Abbiamo 4 partite prima di ricevere il Campodarsego, le possibilità per iniziare un filotto di vittorie le abbiamo tutte a patto di essere «duri» mentalmente. Nessuno può spaventarci né farci dubitare della nostra forza».
Ore 11.30 – (La Nuova Venezia) Vincere, non c’è alternativa, anche alla luce della vittoria del Campodarsego ieri sul campo della Sacilese, che ha aperto un baratro (-6) in classifica, con l’Este a sole due lunghezze. Penzo riaperto, società intraprendente a livello giudiziario, tifosi presenti: adesso tocca alla squadra di Favarin, oggi squalificato (out anche il team manager Servi) e sostituito in panchina dal vice Giovanni Langella. Ci sarà pressione, come capita a chi è costretto a vincere inseguendo, ma questo è il destino attuale del Venezia e si sapeva in partenza che era una giornata pro capolista. Bisogna adattarsi e reagire con quella rabbia agonistica richiesta anche dal presidente Tacopina. Penzo nel mirino dei giudici, quindi nessuna esagerazione, anche fuori dal campo. «Ci saranno dei cambi, ma chi giocherà, dovrà dare il 110%» avverte il tecnico. Fuori gioco Ferrante per infortunio, sono rimasti a casa capitan Soligo, Busatto, Chicchiarelli e Maccan, tenendo anche conto che mercoledì si gioca di nuovo (a Motta di Livenza, ore 17). Ballottaggio tra Marcolini (“Se non gioca col Montebelluna, lo farà mercoledì, sta bene”) e Calzi, Lattanzio è in vantaggio su Fabiano e Innocenti sulla fascia, mentre ritorna tra i convocati Gualdi, alternativa a Serafini dietro alle punte. «Abbiamo un solo risultato a disposizione. Dove mi sistemerò? Nella tribuna dietro al Diporto Velico» aggiunge Favarin. Montebelluna a corrente alterna, nuovamente precipitato a ridosso dei playout a causa della serie aperta di tre sconfitte consecutive (1-3 con il Mestre, 3-4 a Monfalcone, 1-2 con il Belluno una settimana fa), quattro punti in cinque gare nel girone di ritorno e 40 reti già incassate (solo Sacilese, Luparense e Giorgione hanno fatto peggio). Assente a centrocampo lo squalificato Nardi, ritorna il bomber Zecchinato (16 reti all’attivo) a guidare l’attacco biancoceleste, Fonti cercherà di chiudere le fasce con il 3-5-2 che si trasformerà in 5-3-2 in fase difensiva con Dal Compare e Cusinato esterni. Probabili formazioni. Venezia (4-2-3-1): 1 Vicario; 2 Luciani, 5 Modolo, 6 Cernuto, 3 Galli; 4 Marcolini, 8 Acquadro; 7 Volpicelli, 9 Serafini, 11 Lattanzio; 9 Carbonaro. A disposizione: 12 Andreatta, 13 Di Maio, 14 Taddia, 15 Beccaro, 16 Calzi, 17 Callegaro, 18 Gualdi, 19 Innocenti, 20 Fabiano. Allenatore: Favarin (squalificato, in panchina Langella). Montebelluna (3-5-2): 1 Rigo; 2 Rizzi, 5 Marco Bressan, 3 Granzotto; 6 Dal Compare, 7 Ndoj, 10 Fasan, 8 Perosin, 4 Cusinato; 9 Zecchinato, 11 Fantinato. A disposizione: 12 Scatemburlo, 13 Fabbian, 14 Maronilli, 15 Dal Maso, 16 Sartori, 17 Colonna, 18 Secco, 19 Nbengue, 20 Pezzato. Allenatore: Fonti. Arbitro: Borriello di Torre del Greco.
Ore 11.10 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Petkovic; Dionisi, Diniz, Sbraga, Favalli; Ilari, Corti, De Risio, Petrilli; Neto Pereira, Altinier.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Potete comunque contare anche su certa tranquillità di classifica avendo nove lunghezze di vantaggio sulla zona a rischio. «Non si deve essere mai tranquilli, nel senso che voglio sempre la tensione giusta e che la squadra stia sul pezzo. Saremo tranquilli quando la salvezza sarà matematica e poi vedremo qualcosa d’altro, che dipende comunque dai risultati che faremo. Dobbiamo cercare di vincere il più possibile senza fare calcoli». Anche il pubblico può darvi una mano oggi. «Ce l’ha sempre data, anche nei momenti di difficoltà. Sono contento dei nostri tifosi e mi auguro che continuino ad aiutarci». Passando alla squadra, si vedrà lo stesso undici impiegato con il Lumezzane e anche Altinier dovrebbe essere al suo posto. «Ha grandi probabilità di giocare. Anche se saltando un allenamento e mezzo, non perdi la condizione avendo giocato sempre nell’ultimo periodo. Non è un problema di condizione, ma che mi dia garanzie al cento per cento. Altrimenti ci sono Sparacello e Finocchio». Un flash proprio sugli ultimi acquisti: «Ci daranno una grossa mano, abbiamo colmato le lacune che avevamo in rosa».
Ore 10.50 – (Gazzettino) «Sono molto bravi ad attaccare gli spazi e davanti hanno giocatori veloci che sanno fare male. Il loro numero di vittorie in trasferta la dice lunga. Come contrastarli? Abbiamo preparato la partita in un certo modo cercando di sfruttare le nostre caratteristiche, e naturalmente dobbiamo stare attenti a non concedere profondità». Fanno paura i numeri del Feralpi? «Bisogna avere paura solo della morte, per il resto mai. Grande rispetto per quello che stanno facendo dato che se sono lassù in classifica significa che hanno costruito un giocattolo che funziona, ma ci siamo anche noi». E infatti anche il Padova di Pillon se la sta cavando egregiamente, con una squadra che il tecnico sente sempre più sua. «Comincio a vedere il lavoro che abbiamo svolto in questi due mesi, la squadra gioca con più ritmo. Dobbiamo però migliorare ancora molto, perchè non siamo cattivi negli ultimi metri: bisogna essere più determinati perché quando capita l’occasione dobbiamo fare gol. Siamo comunque consapevoli di potere fare bene». Il successo tra le mura amiche manca dalla gara che ha segnato il suo debutto in panchina: 3-0 con l’Albinoleffe (6 dicembre). «Dopo quella vittoria abbiamo pareggiato con Bassano e Reggiana, adesso vediamo cosa sappiamo fare. Dipende molto da noi, dal nostro atteggiamento, dall’aggressività e dalla voglia di aiutarsi. Se giochiamo da squadra, diamo fastidio a tanti. Se ci allunghiamo e disuniamo, diventa difficile».
Ore 10.40 – (Gazzettino) È un banco di prova davvero significativo quello che attende oggi il Padova all’Euganeo. Davanti al Feralpi Salò, che in trasferta vanta un cammino record tanto da non avere conosciuto mai finora l’onta della sconfitta (sette vittorie e tre pareggi), Bepi Pillon vuole capire fino in fondo che squadra ha per le mani. Finora la sua gestione è stata scandita da un filotto di sette gare senza inciampi (13 punti) ed è chiaro che allungare la serie, magari con una vittoria, darebbe ulteriore consapevolezza nei propri mezzi al gruppo. Del resto, nell’immediato post gara con il Lumezzane, proprio Pillon era stato eloquente («Con il Feralpi capiremo chi siamo»). E anche alla vigilia di questa sfida è sempre dello stesso avviso: «Effettivamente è così perché il Feralpi sta disputando un grande campionato e ha vinto con tutte le squadre più forti. È una compagine molto propositiva, gioca bene. Sarà una partita molto aperta e avvincente dato che entrambi vogliamo vincere, speriamo di portarla a casa noi». Guardando al rendimento fuori casa i bresciani sarebbero di gran lunga primi in classifica (24 punti).
Ore 10.30 – (Gazzettino) Giunto sesto al termine dello scorso campionato, il Feralpi Salò sta finora rispettando in pieno le proprie ambizioni di play off e al momento viaggia al secondo posto, grazie soprattutto a un cammino quasi da record in trasferta. L’undici bresciano è infatti la squadra che ha segnato e vinto di più fuori casa, con sette successi e tre pareggi. Tra le vittime illustri, la capolista Cittadella, Bassano e Alessandria. Ventuno le reti esterne, 34 quelle complessive e anche in questo caso nessuno ha fatto meglio. È reduce da tre vittorie di fila e nel 2016 non ha ancora perso, aprendo l’anno con il 2-2 a Pavia. Da inizio novembre Aimo Diana è subentrato a Michele Serena, conquistando 25 punti in undici gare, nonostante due evitabili sconfitte in casa con Cuneo e Giana Erminio. Con numeri di questo genere, è dunque facile comprendere quante insidie presenti la sfida di oggi all’Euganeo in cui il Padova dovrà limitare in particolare la rapidità degli avanti avversari, in particolare Bracaletti già a segno otto volte, e la loro capacità di rovesciare il gioco. Nel mercato di gennaio il Feralpi si è rinforzato ulteriormente in attacco con l’ingaggio di Cesaretti (Pontedera) e della giovane punta Ceria di proprietà dell’Atalanta. Cambio della guardia, invece tra ex biancoscudati, con Greco passato all’Arezzo e l’arrivo dell’esperto centrocampista Alberto Quadri, nella prima parte della stagione in forza alla Lupa Roma. Nel modulo 4-3-3 disegnato da Diana, Carboni dovrebbe sostituire lo squalificato Tantardini nel ruolo di laterale destro difensivo, mentre a centrocampo rientra dal turno di stop Settembrini. Pinardi, tornato a sua volta titolare nell’ultimo impegno dopo l’operazione al menisco, Fabris e Maracchi si giocano le altre due maglie. L’unico precedente tra le due squadre è quello relativo alla sfida di andata, finita 1-1 per effetto delle reti di Fabiano e Romero.
Ore 10.10 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Petkovic; Dionisi, Diniz, Sbraga, Favalli; Ilari, Corti, De Risio, Petrilli; Neto Pereira, Altinier.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «Il ritorno alla vittoria dipende da noi, dal nostro atteggiamento, dalla voglia di giocare da squadra: se lo facciamo, diamo fastidio a tanti avversari». Con 9 punti sui playout, potete godervi una discreta tranquillità. «Tranquilli non si è mai, ci dev’essere anzi sempre la giusta tensione: non voglio che la squadra si senta sicura, voglio che invece stia sempre sul pezzo. Se un giorno potremo valere qualcosa più della salvezza, lo capiremo solo con i risultati. A cominciare da oggi». Come procede l’inserimento di Finocchio, Sparacello e Baldassin? «Gli ultimi arrivati sono tre ragazzi molto positivi, ci daranno di certo una grossa mano. In questa settimana si è chiuso il mercato, e abbiamo colmato alcune lacune che avevamo in rosa: sono contento di tutti i nuovi. Adesso ho la possibilità di pensare a qualche cambio in più, ma dipende sempre dalla situazione: se capiterà, come per esempio ad Alessandria, che la squadra mi darà garanzie, state certi che non farò sostituzioni tanto per farle». Ha recuperato tutti gli acciaccati? «C’è da valutare solo Altinier: si è allenato con la squadra. Se mi garantirà di essere al cento per cento, sarà in campo. Viceversa posso scegliere tra Sparacello e Finocchio».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Cosa significa il cammino in trasferta della squadra di Diana? «Che è una formazione molto brava ad attaccare gli spazi e a ripartire velocemente. I dati lo testimoniano, le vittorie che hanno colto fuori casa la dicono lunga: attaccano bene la profondità e con le punte veloci sanno far male. Se sono lassù in classifica, vuol dire che lo meritano». Anche il Padova, però, è in ripresa… «Sto cominciando a intravvedere i frutti di due mesi di lavoro: la squadra gioca con più ritmo, e anche se deve ancora migliorare molto sotto alcuni aspetti, vedi per esempio negli ultimi metri nei quali dobbiamo essere più cattivi e determinati per cercare di segnare, il gruppo è consapevole che può far bene». Come avete preparato questa partita? «Cercando di sfruttare le nostre caratteristiche. Non possiamo lasciare loro la profondità, sappiamo cosa dobbiamo fare: abbiamo rispetto per l’avversario, ma nessuna paura. Ormai è da un po’ che non vinciamo in casa, anche se tra la sosta e la doppia trasferta stiamo parlando solo dei due pareggi contro Bassano e Reggiana».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Dalle ultime due trasferte consecutive il Padova ha portato a casa 4 punti. Ma le avversarie peggiori arrivano adesso: «Contro la FeralpiSalò capiremo chi siamo», esordisce l’allenatore del Padova, Bepi Pillon. Oggi alle 14 i biancoscudati accolgono all’Euganeo, dove non vincono dal 5 dicembre, la formazione bresciana di Aimo Diana, seconda, miglior attacco del campionato e macchina da gol in trasferta, dove ha conquistato 24 punti sui 30 disponibili. Non certo l’avversario più agevole per Neto e compagni, ma un banco di prova importante per misurare le ambizioni del Padova, risalito in classifica a ridosso delle “big” che rincorrono i posti playoff e che oggi, recuperando in un colpo solo Altinier, De Risio e Petkovic, e nonostante gli ultimi innesti, scenderà in campo con gli stessi undici che hanno battuto il Lumezzane. «Sarà una bella partita», spiega Pillon. «Mi aspetto uno scontro aperto perché tutte e due le squadre se la giocheranno per provare a vincerla. La Feralpi sta facendo una grande campionato e ha vinto contro tutte le grandi, dall’Alessandria al Cittadella, al Bassano. È squadra molto propositiva, che gioca bene, e ha giocatori di qualità. Ma spero che la spunti il Padova».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La vittoria sul Lumezzane ha rilanciato gli entusiasmi della squadra, ma non evidentemente quelli della piazza. Oggi, alle 14, non si preannuncia un Euganeo dai grandi numeri: pochi i biglietti staccati in prevendita, i tifosi non dovrebbero superare le quattromila unità. Pochi, peraltro, anche i tifosi bresciani che saranno sistemati in Curva Ospiti: da Salò è attesa una trentina di supporteri al seguito della formazione del Garda. E anche il meteo ci mette del suo: per le 14 di oggi sono previste piogge anche intense. La FeralpiSalò in trasferta è una vera e propria macchina da guerra, ma all’Euganeo, oggi, il tecnico esordiente Aimo Diana (otto vittorie, un pareggio e due sconfitte dopo essere stato promosso dalla Berretti, a seguito dell’esonero di Michele Serena) è costretto a far fronte a due assenze di peso. Non c’è il terzino Tantardini, squalificato, e manca anche l’attaccante Romero, infortunato: al loro posto spazio al giovane mancino Allievi e all’attaccante Tortori, decisivo una settimana fa contro la Pro Patria. Partiranno dalla panchina invece i tre nuovi acquisti: il mediano Quadri (arrivato dalla Lupa Roma) e gli attaccanti Ceria (ex Arezzo) e Cesaretti (dal Pontedera).
Ore 09.00 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Petkovic; Dionisi, Diniz, Sbraga, Favalli; Ilari, Corti, De Risio, Petrilli; Neto Pereira, Altinier.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «Sono contento di quello che mi ha portato il mercato — ammette l’allenatore trevigiano — sono state colmate lacune che avevamo nella nostra rosa. Sono arrivati cinque nuovi giocatori, che mi danno la possibilità di rotazioni che altrimenti non avrei avuto. Per quanto riguarda la classifica tranquilli non siamo, la tranquillità assoluta arriverà soltanto a salvezza matematicamente raggiunta. Per tutto il resto si vedrà strada facendo, siamo noi a doverci creare le condizioni per poter migliorare la nostra posizione». Per quanto riguarda le scelte di formazione dei biancoscudati, dovrebbe essere in arrivo una pioggia di conferme rispetto all’undici che ha battuto in trasferta 2-0 il Lumezzane settegiorni fa, soprattutto tenendo presente che Cristian Altinier può considerarsi a tutti gli effetti recuperato. «Sta molto meglio — conferma Pillon — in settimana ha avuto problemi, ma ha fatto tutta la rifinitura con noi e dovrebbe partire dall’inizio. Complessivamente sono tutti recuperati ci mancherà soltanto Turea che ha un’infiammazione al tendine d’Achille e che non verrà convocato». La Feralpisalò ha chiuso il mercato con tre nuovi arrivi, tutti di ottimo livello, come Edoardo Ceria, Cristian Cesaretti e Alberto Quadri. L’allenatore Aimo Diana può giustamente cullare sogni di gloria, anche se il direttore sportivo Eugenio Olli aziona il freno d’emergenza. «La serie B? Non voglio parlarne — taglia corto il dirigente lombardo — quando con il presidente ci siamo trovati in estate, per i programmi di quest’anno, l’asticella è stata posizionata sull’obiettivo playoff. Un traguardo ambizioso per il nostro girone, significa disputare un campionato da assoluti protagonisti. Il futuro? Non lo prevedo, pensiamo soltanto alla partita di oggi contro il Padova, per tutto il resto ci sarà tempo e modo».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Non ci sarà Michele Serena sulla sponda opposta ma quando dici Feralpisalò Giuseppe Pillon drizza le antenne e pensa al salto di qualità che potrebbe arrivare oggi (fischio d’inizio alle 14), in caso di successo contro la seconda forza del campionato. Tre punti che significherebbero molto in chiave playoff, traguardo lontano ma non lontanissimo, soprattutto dopo che il mercato ha apportato quelle significative correzioni che il tecnico trevigiano chiedeva a gran voce da diverse settimane. «Affrontiamo un avversario che sta facendo un grande campionato — evidenzia Pillon — è una squadra propositiva con giocatori importanti che sanno attaccare gli spazi e far male. Sarà una partita aperta ed avvincente, sono convinto che oggi all’Euganeo il pubblico che verrà a vederci si divertirà di sicuro. Dipenderà tutto da noi, se giochiamo da squadra possiamo dare fastidio a tutti. E dobbiamo essere più cattivi e determinati sotto porta. Che partita ho preparato? Non dobbiamo concedere loro spazi, perché loro quando ne trovano fanno paura. Più che paura, da da parte nostra c’è soltanto rispetto, la paura bisogna averla solo della morte». Pillon dedica anche un pensiero ai nuovi arrivati e stavolta non parla più di Rosario Bucolo, il caso che ha tenuto sulle spine i tifosi padovani nell’ultima settimana e che ha portato all’esclusione (definitiva?) del centrocampista siciliano dalla rosa biancoscudata.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 44, FeralpiSalò e Pordenone 37, Bassano 36, Alessandria 35, Pavia 33, Reggiana e SudTirol 32, Cremonese 31, Padova 28, Giana Erminio 25, Cuneo 24, Pro Piacenza 23, Lumezzane e Renate 19, Mantova 18, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventunesima giornata: Mantova-Cremonese 0-2 (autorete di Perpetuini (Cr) al 10′ pt, Pacilli (Cr) al 15′ st), Renate-Pordenone 0-2 (Pederzoli (Pn) al 23′ pt, Filippini (Pn) al 39′ st), Bassano-SudTirol 2-0 (Misuraca (Ba) al 37′ pt, Pietribiasi (Ba) al 48′ st), Pro Piacenza-Cittadella 1-2 (Orlando (Pp) al 28′ pt, Jallow (Ci) al 32′ pt, Cappelletti (Ci) al 30′ st), Pavia-Cuneo 2-0 (Ferretti (Pv) al 41′ pt e al 39′ st), Pro Patria-AlbinoLeffe 2-2 (Soncin (Al) al 32′ pt, Santana (Pp) al 44′ pt, Pesenti (Al) al 38′ st, Zaro (Pp) al 40′ st). Oggi, ore 14.00 Padova-FeralpiSalò. Oggi, ore 15.00 Alessandria-Lumezzane, Giana Erminio-Reggiana.
Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 6 febbraio: rifinitura mattutina, assente solo Turea.